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Aprile 2016

 

 

22/04/2016

Cordoglio. A un anno dalla scomparsa di nonna Carmela

 

Ieri, giovedi 21 aprile, in chiesa Madre è stata celebrata una santa Messa in suffragio della signora Carmela, nell'anniversario della morte. I nipoti la ricordano con un messaggio.

"Ciao nonna,
oggi è il tuo anniversario, un anniversario dove non ci sono torte e festeggiamenti come eravamo soliti fare nelle ricorrenze; oggi è un anniversario di dolore e tristezza.
Sappiamo che tu sei felice perche siedi nel posto migliore che c’è, in paradiso… questa è la vita.
Il giorno prima che ci lasciassi avrei voluto farti conoscere con tutto il cuore la mia ragazza, una splendida ragazza; avresti sicuramente avuto un giudizio positivo su di lei, ma non c’è stato tempo; questione di ore per farlo e ho tanta rabbia perche avrei voluto tanto che la vedessi; ma so che la vedi e sei felice per noi.
365 giorni fa a quest’ora circa ci lasciavi prendendo il posto in 1^ classe verso una meta che quando eri in vita desideravi, quando Dio ti avrebbe chiamata.
Dicevi mentre eri in vita: “La mia vita l’ho vissuta, ho la coscienza a posto e quando Dio vorrà, sono pronta”.
365 giorni fa hai fatto una morte santa, ma per noi è cominciato un calvario, cara nonna, per il tuo distacco. Ma siamo consapevoli che non sei morta perché quello che marcisce è il corpo, come ci dicevi: l’anima vola in cielo.
É questo che ci hai insegnato da piccoli. É normale che nessuno voglia morire, ma questa è la vita, questo è il Suo volere e noi siamo nati per l’altra vita, perché qua possiamo vivere 100 e anche più anni, ma ce ne andremo tutti.
Dalla tua morte è partito un grande progetto, nonnina, che tra poco si andrà a materializzare. Dopo più di 15 anni, dove sei stata messa al cimitero sono tutti al buio, ma devo ringraziare anche il sindaco Paolo Fantauzzo, che insieme a me, a mio papà, a Franco Garufo, ci siamo impegnati affinché si muovesse qualcosa, e si è mosso facendo già le gare d’appalto affinché tutti i defunti abbiano la luce (anche se tu ce l’hai dal giorno che sei morta, avendoti comprato il pannello per non lasciarti al buio).
Non ti vediamo ma ti sentiamo molto vicina, nonna. Ti sogno sempre che, affacciata alla finestra, mi dici: “Mi devi venire a trovare qui, io sono in casa non al cimitero”. Io sono venuto qualche volta, ma non ho resistito; tanti i ricordi in quella casa.
A volte si sento storie di persone pensano alla proprietà, ai soldi, ma a noi hai insegnato che per andare verso Dio e preparare il bagaglio terreno per il paradiso non ci vogliono soldi e proprietà ma opere di bene; e un giorno ce li ritroveremo, al cospetto di Dio, e verremo giudicati, come lo sei stata tu, nonnina.
Sei arrivata dove volevi, e non sai più come farcelo capire che sei in cielo; ma lo sapevamo. Lasci segni in cielo bellissimi; sono casualità, ma in 33 anni non li ho mai visti.
Ognuno è libero di scegliere, di credere: la Sua legge e i Suoi comandamenti, il paradiso.
Come dice Gesù: “Chi crede in me non muore mai”, sta a noi seguire la sua legge. E Gesù ha detto ai suoi apostoli: “Beati quelli che non vedono e credono”.
Ora tu stai tranquilla, nonna, che tra te, prima, e ora noi, con i tuoi insegnamenti proseguiremo quello che ci hai insegnato: la strada di Gesù, e un giorno, quando Dio ci chiamerà che sarà giunta la nostra ora, ti abbraccerò e là non ci divideremo per l’eternità e staremo tutti assieme.
Riposa in pace nonna, da noi tutti.
I tuoi nipoti
".
 

"Aspetto la risurrezione dei morti e la vita nel mondo che verrà".

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04/04/2016

Cordoglio. Per la scomparsa del sig. Ugo Criminisi

 

Sabato 2 aprile è salito al cielo, all'età di 54 anni, il sig. Ugo Criminisi. Le esequie sono state celebrate lunedi 4 aprile, alle ore 15.30 in chiesa Madre.

"Ho appena saputo che Ugo se n'è andato.
Una vita da mediano, schiena dritta e polsi che potevano sollevare il mondo.
Onestà e dignità da far scuola.
Ciao Ughè, te ne sei andato con la stessa elegante discrezione con cui hai vissuto.
A tua moglie e ai tuoi figli sia di conforto sapere che per chi ti ha conosciuto è stato un onore esserti stato contemporaneo e amico, adesso ti sia lievissima la terra e splendente il cielo.
Ciao Ughè, da oggi sei in campo con l'eternità dei migliori".
Giovanni Volpe

"Caro Ughetto,
il 2 aprile 2016 sei salito alla casa del Padre lasciando i tuoi cari, tua moglie Salvina, Giuseppina e Calogero, parenti e amici.
Quando si viene a parlare qua, a dire di una persona, è normale parlarne bene, ma tu lo eri ancor di più, 'mpari Mì.
Qualche giorno fa ci hai lasciato. Soffro ancor di più per non poterti dare l'ultimo saluto a causa del mio incidente, ma sono con tutti quelli che pregano in chiesa per te, 'mpari Mì, che ci hai lasciato.
L'hai fatto in punta di piedi, senza scomodare nessuno, senza richieste o avvertimenti: hai spento le luci, chiuso la porta e seguito la strada fino al suo incrocio più lontano.
La perdita di una persona cara lascia in genere un grande vuoto. La sensazione che si prova è come un 'vuoto', perché si tratta di una sensazione nuova, unica.
Ricorderò per sempre i momenti belli con te, i giri in macchina, quelli seduti al bar ogni estate prima di andare a lavorare, perché a te piaceva tanto stare con la gente a dialogare. Perché un bel ricordo non sia la fine, ma sempre l'inizio di qualcosa.
Quando si perde un amico dell'adolescenza c'è tanta tristezza ma anche ricordi di gioia. Ti rivedo qui con me a ridere e scherzare. Ora, caro 'mpari Mì, goditi l'infinita bellezza dell'Eterno, prega per noi.
La mattina quando scendevo, venivo da Sariddru e tu mi aspettavi per prendere il caffè e guardavamo il telegiornale. Dopo facevamo il primo giro in macchina, prendevamo compare Franco e compare Mimmo; la gente che ci vedeva ci chiamava 'i 4 inseparabili'; ci chiamavano 'i 3 moschettieri' quando 'mpari Franco non c'era.
Poi andavamo a fare la spesa e quando terminavamo ci fermavamo da Biagio, a prendere di nuovo il caffè.
Quando c'era qualche novità nel settore della forestale, tu mi facevi fermare all'ufficio di collocamento per aggiornarti e poi aggiornare i tuoi compagni di lavoro, e quelli che non vedevi li chiamavi al telefono per avvisarli di cosa c'era da fare, e delle novità; questo eri tu, Ughetto, per gli amici.
Come non posso ringraziarti per quello che hai fatto per me, quando sono stato 9 mesi a letto e 4 mesi di terapia, e tu andavi 3 volte al giorno a portare i medicinali a mia mamma? Te ne sarà grato per le tue opere di bene. E quando andavo da mia mamma a Naro, tutti i giorni tu neanche mangiavi quando finivi di lavorare per non perdere tempo e farmi aspettare facendo tardi.
In quest'ultimo giorno dovevo esserti vicino a piangerti, ma come vedi piango a casa per un motivo che saprai di sicuro. Sei stato alla mia destra più di 30 anni senza mai litigare ed io sono stato fiero di averti avuto vicino.
Quanto a voi che state ascoltando, scusatemi se vi ho annoiato, ma questo era Ughetto, ed io questo messaggio glielo dovevo, non potendo essere presente.
Amico mio, compagno di mille allenamenti, persona capace di darmi tranquillità, mai avrei pensato di doverti salutare, di doverlo fare così presto, di dover asciugare tante lacrime per un addio al quale non ero pronto.
Resterai per sempre nel mio cuore, e ho chiesto a mio figlio, quando finirà di leggere queste parole, di donarti un saluto da parte mia con tutto il cuore.
Questo te lo mando io, il tuo caro amico fraterno Michele.
Che il Signore, la Madonna e tutti i Santi ti accolgano in paradiso, perché lo meriti.
Ciao 'mpari Mì".
Michele Cutaia

"Aspetto la risurrezione dei morti e la vita nel mondo che verrà".

 

 

 
         

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