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Giugno 2017

MESSAGGI DAI LETTORI

Poesia. "Nostalgia di un passato"; di Carmelo Luparello

Prof. Luparello

Riceviamo e pubblichiamo.

"NOSTALGIA DI UN PASSATO"

Com'era bello una volta
quando in famiglia
c'erano ancora
mia sorella e mio fratello!

Mia sorella tutte le sere,
d'inverno attorno al braciere,
d'estate sulla jttena,
raccontava di maghi e di fate,
e tutti, parenti ed amici,
stavamo ad ascoltare.

Allora eravamo felici
anche di niente,
e di mangiare a colazione e a cena
soltanto un po' di pane e pomidoro
condito con un pizzico di sale.

Poi piano piano,
divenuti adulti,
essi andarono via,
in un paese lontano
dell'Italia centrale
dove, si diceva,
non si stava poi male
ché c'era lavoro per tutti.

Anche di là partirono un giorno
per un mondo dal quale
non si torna mai più.

Quando ripenso a tutte queste cose
un nodo mi si stringe nella gola
e due lacrime scendono sul viso.

Chissà se un giorno li potrò vedere
e magari ascoltare ancora
storie di fate, storie di maghi,
seduti  assieme ai  nostri genitori,
sulla jttena di pietra e di gesso
di quella vecchia casa di campagna.

                    Carmelo Luparello
                           © Riproduzione riservata.
 

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Poesia. "Pioggia d'estate", di Filippo Baldo

Filippo Baldo

Riceviamo e pubblichiamo.

“PIOGGIA D'ESTATE”

Né pena, né  dolore,
volevo vedere la tua immagine
nella pioggia d’estate.

Volevo vederti ridere, volevo sentirti
cantare nella pioggia colorata da un
arcobaleno viaggiante.

Volevo ancora sentire il profumo del mare
che portavi con te anche se scendevi
dai monti e sentire il profumo dei monti
quando invece salivi dal mare.

Ho visto il nostro Sole seguirti e colorare
la tua pelle sulle bianche e candide nevi
dell’Etna, così come sugli scogli di pietra lavica.

Volevo solo vederti bagnata e illuminata,
fermare il tempo e poi respirare insieme a te,
ancora una volta, l’aria d’estate;
esserti ancora vicino per risentire
il battere del tuo cuore, più forte dei lontani
echi rock.

Il triste autunno potrà offuscare la nostra
amicizia e allora è tempo di cambiare,
e vale anche per te, è tempo di decidere
nella pioggia colorata d’estate.
Né pena e né dolore.

                    Filippo Baldo
                           © Riproduzione riservata.
 

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Poesia. "Sta vecchia funtana abbannunata", di Mario Di Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

“STA VECCHIA FUNTANA ABBANNUNATA”

Sta vecchia funtana abbannunata
e china qualchi vota di lurdia
è tutta puisia
pi cu la sa ascuntari.

E ni parla di tiempi passati,
di tiempi ca nun tornanu cchiù,
di fimmineddri cu a caputa 'mmanu
ca ittavanu vuci
pi vidiri cu l'avera inchiri pi prima.

E intantu ni la brivatura
li muli spignivanu l'arsura
di tutta 'na iurnata di travagliu
mentri lu patruni, cu 'na manu,
tinia lu cappizzagliu e cu l'antra
circava di spustari
luntanu di lu sceccu o di lu mulu
fogli e rami caduti in miezzu all'acqua.

Assittata d'impacci 'ntre 'na seggia
la za Giuvannina sacristana,
cu li mani sutta lu fallaru,
si ni stava a taliari
li fimmini acchianari
cu la quartara 'ntesta,
una darriè di l'antra in prucissioni
cuomu si issiru a la festa.

Cosi d'antri tiempi,
di tiempi passati
ca nun tornanu cchiù
e ora la povira funtana
si senti sempri sula e abbannunata.

E lu scrusciu di l'acqua pari chiantu,
un chiantu ca nun po' truvari abbientu
ca a pigliari l'acqua nun c'è nuddru,
nun ci sunnu né scecchi e mancu muli,
sulu quattru palummi e qualchi cani
si squazzanu la testa e si ni vannu.

                    Mario Di Napoli
                           © Riproduzione riservata.
 

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