Grotte.info Quotidiano -
Dicembre 2018 |
31/12/2018 |
Riconoscimenti. Il dott.
Salvino Salvaggio "Cittadino Benemerito" di Grotte |
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Interviste (video)
Ripresa integrale |
"L'Amministrazione
comunale dichiara il prof. Salvino Anthony Salvaggio, figlio di un nostro
emigrato, Cittadino Benemerito della nostra comunità, per i suoi alti meriti
scientifici e manageriali, che lo hanno portato ad assumere ruoli di primo
piano nell'Emirato del Qatar".
Questa la dichiarazione incisa nella targa consegnata al dott. Salvino
Salvaggio, lo scorso 22 dicembre, nel corso di una cerimonia tenutasi
nell'Aula consiliare del Comune di Grotte.
Accolto dal sindaco Alfonso Provvidenza, dal presidente del Consiglio
comunale Angelo Carlisi, dalla vice sindaco Annamaria Todaro e da Gaspare
Agnello, il dott. Salvaggio ha ricevuto i segni dell'affetto e della
gratitudine di tutto il paese di Grotte. La cerimonia è stata animata dagli
interventi artistico-musicali di Giulia Salvaggio (figlia del Commendatore e
violinista componente della Filarmonica di Doha) con la collaborazione del
fratello Sami.
Anche Gaspare Agnello ha voluto consegnare all'Illustre concittadino una
propria targa, in ricordo della manifestazione ed a nome di tutti i
"ragazzi" della Via Crispi.
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (24 foto di
© Emanuele Licata, interviste e ripresa
integrale di
© Associazione Culturale "Punto
Info").
Redazione
31 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
"Salvino
Salvaggio Cittadino Benemerito" (Foto)
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Vedi le foto |
31/12/2018 |
Lingua. "Origini del
vernacolo siciliano e della lingua italiana" (6); di Rodolfo Costanza |
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Brano di
Jacopo da Lentini
Prof. Rodolfo Costanza |
Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
(Puntata n° 6)
6. La scuola Toscana
dopo il XIII secolo
6.1 Vari tipi di volgare
Si dice che si è giunti all’elaborazione della
lingua italiana attraverso un processo lento e non sempre lineare durato
alcuni secoli. In sintesi i primi documenti in volgare, come abbiamo visto
in precedenza, risalgono al X secolo. Nei decenni successivi man mano
troviamo testimonianze scritte sempre più significative provenienti da varie
regioni italiane. Per queste prime testimonianze bisogna tener conto che il
volgare, che passa nelle scritture e diventa lingua letteraria, non è il
linguaggio del popolo cosi come questo direttamente lo parla. È lo stesso
linguaggio che una persona colta, che generalmente sa di latino, tratta e
sistema perché sia comprensibile al popolo ma al tempo stesso abbia la
dignità grammaticale e stilistica di stare accanto al latino.
La letteratura italiana scritta si afferma in ritardo
rispetto alle altre letterature europee perché la lingua di cultura per
eccellenza fu a lungo il solo latino lingua della Chiesa dei tribunali e
delle corti, ma anche delle scuole e dell’università.
Altre due letterature romanze si erano già affermate:
quella francese in lingua d’oil e quella provenzale in lingua d’oc.
Quest’ultima in particolare esercitava un grande fascino: era, per
eccellenza, la lingua della poesia, soprattutto quella amorosa. Questo tipo
di letteratura con i suoi modelli giunge in Italia nei primi decenni del
Duecento come il Roman de la Rose.
L’influsso del Roman si sente in tutte le opere allegorico-didattiche del
nostro volgare antico. A questo si aggiunge l’uso della lingua d’oc e d’oil
nelle corti italiani del centro-nord.
In Italia settentrionale fiorì nella prima
metà del Duecento una letteratura in volgare molto diversa da quella
sviluppatasi nel raffinatissimo ambiente della corte di Federico II. La
lingua di questi scrittori è fortemente settentrionale, non essendo ancora
in nessun modo presente l’imitazione dei modelli letterari toscani. Infatti,
collegata alla tendenza religiosa e didattica vedono la luce anche alcuni
componimenti in volgare veneto e lombardo molto significativi. Essi
chiariscono la cultura comune del tempo ed esprimono nel loro insieme un
tentativo d’innalzamento dei due dialetti settentrionali a espressione
letteraria.
I rappresentanti più noti sono: fra Giacomino da Verona
che scrisse in dialetto veronese un poemetto diviso in due parti, De
Ierusalem celeste e Da Babilonia civitate infernale che sono
annoverate tra gli ispiratori della Divina Commedia di Dante.
Tra i più importanti e validi scrittori del XIII secolo
che scrissero in vernacolo lombardo ricordiamo il frate terziario Bonvesin
de la Riva soprattutto per il Libro delle tre scritture (1274). Il
libro è diviso in tre parti e ha come tema l’Inferno (scrittura nigra),
la Passione di Cristo (scrittura rubra), il Paradiso (scrittura
aurea); l’autore fu considerato tra i precursori di Dante.
Contemporaneamente nasce, soprattutto in Umbria e
Italia centrale, una letteratura in versi a carattere religioso scritta nei
vari dialetti locali, per lo più anonima, attraverso le laude e le liriche
drammatiche di argomento religioso. Quelle che si caratterizzano invece per
il loro carattere realmente poetico sono Il cantico di frate sole o
Cantico delle creature di San Francesco che è considerato il più antico
componimento in volgare italiano e le laudi di Jacopone da Todi che con il
Pianto della Madonna ebbe una dimensione realmente artistica e raggiunse
il suo vero apice poetico.
Nello stesso periodo, nell’Italia centrale si manifesta
la poesia popolare che serviva come accompagnamento nelle feste e nelle
danze popolari. Alcune di queste poesie sono opera di giullari che segnano
il passaggio tra la poesia popolare e quella di spiriti colti e raffinati.
Si tratta per lo più di componimenti anonimi. Le forme espressive sono per
lo più stereotipate, convenzionali e ripetitive e si basa sulla battuta a
effetto.
Dobbiamo attendere l’inizio del Duecento per avere le
prime forme compiute della lingua volgare italiana che avvengono tramite la
Scuola Poetica Siciliana della corte dell’imperatore Federico II (di
cui abbiamo parlato prima diffusamente) e poi con il vernacolo toscano alla
fine del Duecento e l’inizio del Trecento, grazie all’opera di Dante,
Petrarca e Boccaccio. Il volgare trova così la sua consacrazione definitiva
come lingua letteraria.
Con la morte di Federico II (1250), venne meno la
poesia siciliana. La sua eredità passò in Toscana e a Bologna, con i
cosiddetti poeti siculo-toscani e gli stilnovisti.
6.2 I poeti siculo-toscani
Questo avvenne almeno fino a quando non si diffuse
il canzoniere siciliano in Toscana principalmente per opera di Guittone
d’Arezzo principale esponente della corrente poetica siculo-toscana. Si può
dividere la sua opera in due parti: la prima, dove imita i poeti della
scuola siciliana ed è dedicata all’amore e alle armi, la seconda è di
contenuto religioso e morale. Tra i poeti più interessanti della scuola di
Guittone, rimane il lucchese Bonagiunta Orbicciani al quale Dante nel XXIV
canto del Purgatorio affida il compito di definire il nuovo modo di poetare
definito Stilnovo. Nacquero nel frattempo a Pistoia, Pisa e Firenze altri
poeti che si rifacevano allo stile in parte rigoroso di Guittone, al
riguardo ricordiamo Chiaro Davanzati che nel suo canzoniere anticipa i
motivi dello Stilnovo.
L’area toscana in cui si ebbe la prima notevole
espansione dell’uso del volgare scritto è quella occidentale, fra Pisa e
Lucca. In quest’area si sviluppò la cosiddetta poesia siculo-toscana.
Firenze si affermò solo nella seconda metà del Duecento: tra il 1260 e il
1280. A Firenze vi erano diversi rimatori, il loro stile rifletteva quello
dei poeti siciliani. In essi si ritrovano molti gallicismi e sicilianismi.
Tra i sicilianismi si possono notare le “i” finali al posto di “e”, i
sostantivi singolari come calori, valori, siri, in verbi alla terza persona
(ardi per arde). In Toscana si stava in sostanza immettendo nella lingua
locale tutta la tradizione lirica disponibile, attingendo da oltralpe e
dalla Sicilia.
È noto che Dante attribuì al bolognese Guido
Guinizzelli (1276), seguito da Guido Cavalcanti, la svolta stilistica che
avrebbe portato alla nuova poesia d’amore. Tuttavia, permane una sostanziale
continuità tra la tradizione poetica siciliana e quella stilnovista.
Permangono i gallicismi (rivera per fiume), i provenzalismi (sclarisce), i
sicilianismi (saccio, aggio).
In Cavalcanti troviamo le forme suffissali in –anza, i
meridionalismi di origine siciliana (feruta, saccio), le rime siciliane del
tipo no-autri, e i consueti provenzalismi. Stessa sorte per le prime
esperienze poetiche di Dante, che però amplia molto il lessico della poesia.
La lingua italiana presenta precocemente la sua
maturità letteraria raggiungendo da subito i vertici delle sue potenzialità.
Essa nasce come fenomeno pr pochi staccandosi dalla lingua parlata che si
esprime nei vari dialetti della penisola. Per semplificare possiamo dividere
l’evoluzione del volgare italiano in tre periodi:
1.
gli anni che vanno dal 960 (primi documenti in volgare) fino
all’inizio del milleduecento;
2.
dal 1225, inizio della letteratura italiana in Sicilia alla corte di
Federico II e i vari tentativi letterari emersi nelle varie regioni
italiane, compresa la Toscana, fino alla fine del ‘200;
3.
dall’inizio del Trecento, con l’affermarsi della superiorità del
dialetto toscano e con la presa di posizione di Dante in difesa del volgare
seguito da Petrarca e Boccaccio, fino al suo affermarsi con l’Umanesimo e
con la diffusione di questo vernacolo elitario in quasi tutta la penisola
nel Rinascimento.
Come abbiamo accennato in precedenza i primi documenti
in prosa volgare in italiano che si staccano nettamente dal latino, sono i
Placiti cassinesi o capuani(960-963). In questi Placiti c’è la
presa di coscienza della distanza che separa la nuova lingua dal latino.
Nei due secoli successivi i testi in prosa in lingua
volgare sono molto rari, piuttosto incerti e rozzi, dove si sente forte
l’influenza del latino. Questa lenta evoluzione della prosa volgare si deve
principalmente:
1. alla forte
influenza del latino scritto e orale per opera della Chiesa e dei chierici;
2. alla
penetrazione tra gli intellettuali del romanzo e della lirica provenzali e
alla preponderanza della cultura francese in Italia che si manifesta in
ambito letterario (vedi Sordello di Goito e il fiorentino Brunetto Latini,
maestro di Dante);
3. alla
frammentazione politica della penisola italiana con i numerosi vernacoli
dialettali presenti nelle varie regioni.
Oltre i poeti, nella formazione e nella diffusione
della nostra lingua nazionale ebbero una grande rilevanza anche i notai, i
giudici, gli artigiani e i mercanti. Il notaio è senz’altro fra i
protagonisti della fase iniziale della nostra storia linguistica: molti dei
primi documenti del volgare sono stati scritti da notai, e proprio a costoro
si deve la scelta di introdurre il volgare al posto del latino. Inoltre, i
notai sono stati tra i primi cultori dell’antica poesia siculo-italica
all’ombra della corte federiciana.
Il mercante medievale era certo meno istruito ma non
gli mancava la conoscenza delle lingue straniere. Non sapeva il latino, ma
leggeva, per proprio diletto. Il suo rapporto con la scrittura era invece
più sostanziale, aveva a che fare con la sua professione. Un libro di conti
del 1211 è la prima testimonianza di volgare fiorentino. Il mercante e
l’artigiano utilizzarono altre forme di scrittura, oltre alle
lettere-missive: i vademecum, in cui si trovano in maniera disorganica cose
diverse; i libri di famiglia, quaderni in cui uno o più membri della
famiglia trascriveva avvenimenti familiari e cittadini, memorie, attività di
bottega, ecc.
6.3 Gli stilnovisti
È di rilevante importanza per gli sviluppi della
lingua italiana la poesia stilnovista che si dimostra un modello abbastanza
uniforme.
Tra la fine del XIII secolo e i primi anni del
successivo nasce il Dolce Stil Novo, un movimento poetico, che
accentuando la tematica amorosa della lirica cortese, la conduce a una
maturazione molto raffinata. Nato a Bologna e subito dopo fiorito a Firenze,
esso diventa presto sinonimo di alta cultura letteraria. I poeti del Dolce
Stil Novo fanno dell’amore il momento centrale della vita dello spirito e
possiedono un linguaggio più ricco e articolato di quello dei poeti delle
scuole precedenti. L’iniziatore di questa scuola fu il bolognese Guido
Guinizzelli e fra gli altri poeti i toscani: Guido Cavalcante, Dante, Gino
da Pistoia e altri minori.
Guido ci ha lasciato con la canzone Al cor gentile
reimpara sempre amor quello che deve considerarsi il manifesto del
“Dolce Stil Novo” dove è messa in evidenza l’identità tra il cuore nobile e
l’amore e come la gentilezza sia nella qualità dell’anima e non nel sangue.
Guido Cavalcanti nato a Firenze di famiglia guelfa tra
le più potenti della città,fu descritto come poeta dedito alla meditazione
filosofica e seguace di Averroe. Fu amico di Dante cui dedicò La vita
nuova. La canzone più famosa di Cavalcante fu “Donna mi prega perché
io voglio dire”, nella quale il poeta, tratta dell’amore dandone
un’interpretazione averroistica che da più dolore che gioia.
Di questa poesia riportiamo la parte iniziale.
Donna me prega, - per ch'eo voglio dire
d'un accidente - che sovente - è fero
ed è sì altero - ch'è chiamato amore:
sì chi lo nega - possa 'l ver sentire!
Ed a presente - conoscente - chero,
perch'io no spero - ch'om di basso core
a tal ragione porti canoscenza:
ché senza - natural dimostramento
non ho talento - di voler provare
là dove posa, e chi lo fa creare,
e qual sia sua vertute e sua potenza,
l'essenza - poi e ciascun suo movimento,
e 'l piacimento - che 'l fa dire amare,
e s'omo per vederlo po' mostrare.
Accanto ai tre stilnovisti maggiori sono da
ricordare i quattro minori: Gianni Lappo, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi e
Cino da Pistoia i quali dettero un contributo significativo alla scuola
stilnovista.
La lingua toscana deve la sua fortuna alla letteratura
e alla cultura che sono stati i canali più importanti per la diffusione
dell’italiano. Il linguaggio letterario ha influito spesso in maniera
determinante sulla lingua. Sono stati gli scrittori a fornire gli elementi
sui quali grammatici e teorici hanno poi stabilito la “norma”.In Toscana,
del resto, la lingua parlata era vicina a quella scritta e letteraria, e si
aveva quindi un’omogeneità altrove impossibile.
Alla fine del Trecento, dunque, Firenze s’impone perché
è favorita dalla sua posizione geografica e poi perché la sua lingua è più
vicina al latino da cui attinge per introdurvi nuove parole nel suo lessico.
Ciò favorì l’introduzione del volgare, già nel Quattrocento, in alcune
cancellerie degli Stati, Principati e Signorie italiane. È, infatti, nella
cancelleria che si forma la lingua che usiamo definire “comune”, coinè. Per
uno Stato, la scelta di una lingua ufficiale può significare una scelta di
campo di grande portata storica.
6.4 Cecco e la poesia comico-giocosa
Un posto di rilievo va assegnato alla poesia
comico-giocosa e realistica,accanto e in antitesi alla poesia del Dolce
Stilnovo. Essa è giocosa e realistica, coltiva il gusto dell’invettiva della
ribellione e della comicità che vanno a sostituire quello della bellezza
ideale degli stilnovisti. Essa si diffonde in Umbria e in Toscana, tra i
maggiori poeti ricordiamo Meo de’ Tolomei, Rustico Filippi e il giullare
aretino Cenne della Chitarra. I due più significativi poeti furono Cecco
Angiolieri, Folgore da San Gemignano.
È questa una corrente che si riallaccia alla poetica
goliardica e al fableau che si diffuse nel XII secolo in Francia, Germania e
Italia.
La poetica di Cecco Angiolieri come quella di Rustico
Filippi rispetta tutti i canoni della tradizione della poetica
comico-giocosa toscana, i loro sonetti possono essere considerati la
caricatura del Dolce Stilnovo. Essa s’ispira a
temi realistici (l’amore come vibrazione dei sensi, la donna come creatura
terrena) e a motivi anti-cortese (esaltazione del denaro, del gioco
d’azzardo, del vino e del piacere) e cioè l’esaltazione dei valori opposti
al Dolce Stilnovo.
In Cecco Angiolieri, il maggiore di questi
poeti, è importante rilevare che i suoi sonetti spesso contengono allusioni
autobiografiche. È indubbio che egli sia stato un uomo dal temperamento
ardente, scapigliato, e la sua vita sia stata segnata dalla sregolatezza e
dalla dissipazione. In un sonetto dice quali sono le tre cose che gli fanno
“l cuor lieto sentire”: “la donna, la taverna e il dado”. La sua poesia è
l’esemplare capovolgimento dei versi dei rimatori del Dolce Stilnovo.
Tuttavia egli è un poeta molto caro ai giovani studenti
dei licei di sempre e di oggi che spesso in lui s’immedesimano. Riportiamo
sotto il sonetto S’i’ fosse foco, uno dei più celebri del poeta
senese.
All’inizio di questo breve componimento troviamo Cecco
che s’identifica con vari elementi naturali, sopraffatto da un sentimento di
rabbia distruttiva. Con la sua fantasia distruttiva si rivolge non più alla
natura, bensì all’umanità, che sterminerebbe con l’azione dei due maggiori
despoti del mondo medievale che sono il papa e l’imperatore.
Nella prima terzina, Cecco sfoga il proprio malanimo
non più a esseri umani indeterminati, bensì al padre e alla madre che,
essendo a suo giudizio troppo avari e bigotti, gli impediscono ogni
divertimento.
Nella seconda e conclusiva terzina, infine, Cecco
rovescia in tutto l’immagine che ha dato di sé, e ci restituisce la sua
indole giocosa, bonaria e donnaiolo, che al posto di sterminare il mondo o
auspicare uno sconvolgimento dell’ordine sociale si accontenta di sedurre
donne giovani e belle, lasciando quelle brutte e vecchie agli altri. Come
suggerito da Natalino Sapegno, in realtà questa ribellione di Cecco non è
altro che un gioco. Nella sua poesia si sente quasi «l’eco delle grasse
risate che dovevano accompagnare le letture di quei sonetti nelle veglie in
taverna tra donne e vino».
S’i’ fosse foco
«S'i' fosse foco arderei 'l mondo;
s'i' fosse vento, lo tempestarei;
s'i' fosse acqua, io' l'annegherei;
s'i' fosse Dio, manderei nel profondo;
s'i' fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti cristiani embrigarei;
s'i' fosse 'mperator, sa' che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.
S'i' fosse morte, andarei da mio padre;
s'i' fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi' madre.
S'i' fosse Cecco, com'i' sono e fui,
terrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui».
Questa composizione, la più «simile all’animo» del
poeta senese, appartiene a una secolare tradizione letteraria goliardica
improntata all’improperio e alla dissacrazione delle convenzioni. Cecco si
colloca quindi all’interno e sulla vetta di una scuola poetica parodistica
che è quella dei poeti giocosi.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 31 dicembre 2018.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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31/12/2018 |
Comune. Inaugurazione del
campo polivalente coperto "Francesca Morvillo" |
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Vedi le foto
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E' stato
inaugurato, sabato 22 dicembre, il
campo polivalente coperto "Francesca Morvillo", realizzato con i fondi del PON Legalità
2014-2020 "Io gioco legale" del Ministero dell'Interno.
Alla manifestazione, che si è svolta con la presenza delle autorità civili e
militari cittadine, hanno partecipato: il Prefetto di Agrigento dott. Dario
Caputo; il comandante provinciale dei carabinieri Col. Giovanni Pellegrino;
il comandante della Compagnia carabinieri di Canicatti Cap. Mario Amengoni;
il prof. Santino Lo Presti, Dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo
"A. Roncalli" di Grotte insieme agli alunni dell'Istituto che sul terreno di gioco
hanno disputato alcuni brevi incontri
sportivi dimostrativi. L'inaugurazione della struttura è avvenuta con la
benedizione impartita da don Marcel Ndzana Ndzana.
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (21 foto e riprese di
© Associazione Culturale "Punto
Info").
Redazione
31 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
"Inaugurazione
del Campo Francesca Morvillo" (Foto)
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Manifesto |
30/12/2018 |
Editoria. Presentazione del
libro "Villa Niscemi" di Massimiliano Marafon Pecoraro |
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Guarda il video |
Venerdi 21
dicembre, a Grotte presso l’auditorium San Nicola,
si è svolta la
presentazione del volume monografico “Villa Niscemi”,
scritto
dal prof. Massimiliano Marafon Pecoraro (con le foto di Alberto Forte).
Nel testo viene ricordato il nobile Tommaso Sanfilippo, Duca di Grotte
- la cui immagine scolpita è ancora oggi visibile nella chiesa Madre sul
cenotafio dedicato alla sua memoria - che tanto si prodigò per il bene di
Grotte e dei suoi abitanti soprattutto quelli delle classi meno abbienti.
Alla presentazione, moderata da Carmelo Arnone, sono intervenuti:
- il prof. Alfonso Provvidenza, sindaco di Grotte;
- il dott. Mimmo Butera, sull’opera della Famiglia Sanfilippo a
Grotte;
- l’autore, prof. Massimiliano Marafon Pecoraro.
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (riprese di
© Associazione Culturale "Punto
Info").
Redazione
30 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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Locandina
Copertina |
30/12/2018 |
Musica. XII Concerto di
Capodanno del Complesso bandistico "G. Verdi"; stasera in chiesa Madre |
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Manifesto |
Siamo alla 12^ edizione, per il Complesso bandistico "Giuseppe Verdi" di
Grotte, dell'apprezzato appuntamento di fine anno con il meglio della musica.
Questa sera, domenica 30 dicembre 2018, a partire dalle ore 20.00 in chiesa
Madre, verrà eseguito il XII Concerto di Capodanno, diretto dal M° Salvatore
Puglisi. Di seguito l'invito a tutti i concittadini.
*****
"Si terrà oggi, 30 dicembre 2018, presso la
chiesa Madre di Grotte, il "XII Gran concerto di Capodanno", con
il quale il Complesso bandistico "Giuseppe Verdi" concluderà le
proprie attività musicali per l'anno 2018.
Il Gran concerto sarà presentato da Assunta Villardita.
L'ampio repertorio che sarà eseguito spazierà da brani di musica classica a
brani di musica moderna e contemporanea.
Il ringraziamento corale di tutti i componenti del "Verdi" va all'arciprete
don Giovanni Castronovo, al sindaco Alfonso Provvidenza e all'intera
Amministrazione comunale, che ha patrocinato questa grande manifestazione.
Il concerto, al quale è invitata tutta la cittadinanza, avrà inizio alle ore
20.00, dopo la Messa".
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Il Presidente
dell'Ass. Cult. Musicale "G. Verdi"
Dott. Gabriele Salvatore Russello
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30/12/2018 |
Comune. Messaggio di auguri
del sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza |
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Guarda il video
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Il Primo Cittadino di Grotte, per
il 10° anno consecutivo,
ha accettato l'invito a rivolgere un saluto, a
mezzo
video, a tutti i grottesi in occasione delle festività di fine anno.
L'occasione è propizia per il sindaco Alfonso Provvidenza, a conclusione del
2018, a sei mesi circa dall'inizio del suo mandato, per fare un bilancio
delle attività svolte dall''Amministrazione, e per anticipare alcuni dei
prossimi provvedimenti che verranno adottati ed interventi che verranno
effettuati.
Tra gli argomenti trattati: l'inaugurazione del campo Polivalente "Francesca
Morvillo"; i lavori alla scuola "A. Roncalli"; il completamento della strada
"Lumia-Falcia"; i progetti presentati per fruire dei finanziamenti
comunitari; le attività a sostegno delle fasce deboli della popolazione; il
servizio civico comunale; il randagismo; le manifestazioni estive, culturali
e di fine anno; la stabilizzazione dei precari ("Abbiamo avviato le
procedure di stabilizzazione; entro il 31 dicembre sarà approvato anche il
piano di fabbisogno del personale che consentirà, l'anno prossimo - io spero
entro al fine di giugno -, di pervenire alla completa e definitiva
stabilizzazione dei 26 precari del nostro Comune; un impegno preso che va al
di là della politica"); gli interventi per incentivare la raccolta
differenziata dei rifiuti e la pulizia del paese.
"Un augurio di grande serenità - ha concluso il Sindaco -, buone
feste e felice anno nuovo a tutti i cittadini di Grotte".
(Riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").
Carmelo Arnone
30 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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29/12/2018 |
Comune. "Tombolata della
solidarietà e dell'integrazione"; serata di beneficenza, domenica 30
dicembre |
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Manifesto |
Si terrà
domenica 30 dicembre, a partire dalle ore 17.00 presso l'Auditorium
San Nicola, la "Tombolata della solidarietà e dell'integrazione".
Si tratta di una iniziativa organizzata dall'Assessore alla Solidarietà
Sociale del Comune di Grotte, Miriam Cipolla, in collaborazione con
la Pro Loco "Herbessus" e con il contributo di diversi sponsor
privati. Scopo della serata è quello di far trascorrere alcuni momenti in
lieta compagnia alle persone diversamente abili e, non secondario,
raccogliere fondi da devolvere alle famiglie che versano in difficoltà
economiche. A queste famiglie sarà devoluta interamente la somma relativa al
costo di ogni singola cartella della tombola (1 euro a cartella). I premi in
palio sono offerti dagli sponsor.
Redazione
29 dicembre 2018.
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29/12/2018 |
Dialoghi. "Il poeta
Fedro e il senatore a vita Mario Monti"; di Giuseppe Castronovo |
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"Dialogo" del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
In questi giorni stiamo esaminando, al Circolo della Concordia, la convulsa
attività del Governo e del Parlamento per approvare la Manovra finanziaria
del 2019 entro dicembre e così evitare l’esercizio provvisorio. L’interesse
di alcuni soci è stato rivolto alle parole sprezzanti con le quali il
senatore a vita Mario Monti ha liquidato la manovra predisposta da Governo
Conte.
Giuseppe Castronovo
"Il poeta Fedro e il senatore a vita Mario Monti"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )
Alfio: Amici, la discussione al Senato sulla manovra finanziaria del 2019,
nonostante i tempi troppo ristretti, ha offerto qualche punto di riflessione
davvero interessante.
Nenè: I tempi sono stati così pesantemente contingentati che la minoranza ha
avuto legittimi motivi di critica sulle modalità di svolgimento dei lavori
in Aula.
Alfio: Tra gli interventi in Aula è da segnalare quello del senatore a vita
ed ex presidente del Consiglio Mario Monti il quale, parlando della manovra
finanziaria predisposta dal Governo Conte per il 2019, ha detto che “si
tratta di una manovra dettata da Bruxelles; mai vista una cosa simile”.
Giacomo: Proprio Mario Monti! Non possiamo dimenticare che è l’uomo chiamato
a sostituire nel 2011 Berlusconi per realizzare le politiche economiche
volute da Bruxelles ed elencate nell’ormai famosa lettera del 5 agosto 2011
con la quale la Banca Centrale Europea ne chiedeva al Governo Berlusconi
l’approvazione in tempi brevi. Chi non ricorda, tra queste, la sciagura
della “Legge Fornero” che in una notte lasciò decine di migliaia di persone
senza pensione e senza un lavoro! La figura dell’esodato, finte lacrime di
coccodrillo a parte della Fornero, è uno dei simboli in grado di
testimoniare come la dignità delle persone sia stata calpestata, tenuta in
così scarsa considerazione e sacrificata al volere dell’Europa. Ebbene, se
questi sono i precedenti, cosa posso dire del giudizio che il sen. Monti ha
espresso verso la manovra finanziaria 2019? Direi che è “il bue che dà del
cornuto all’asino”.
Nenè: Bravo l’amico Giacomo nella sua analisi! E lei Prof. Vezio che dice?
Vezio: Anch’io sentivo ripetere dai miei nonni il detto ricordatoci
dall’amico Giacomo. Non dobbiamo dimenticare, Giacomo ne ha fatto cenno, che
se sono frutto del volere dell’Europa le leggi del Governo Monti, ancor di
più lo è stato (basta leggere il libro di Alan Friedman, “Ammazziamo il
Gattopardo”, ne abbiamo una copia nella nostra biblioteca) il suo
insediamento a Palazzo Chigi quale espressione dei poteri
economico/finanziari così influentemente presenti nelle stanze del potere
europeo. Ma se Giacomo ci ha parlato di buoi e asini io vorrei ricordarvi
quanto scriveva lo scrittore latino Fedro (vissuto tra il 20 a.C. e il 50
d.C. circa) nella favola “I vizi degli uomini” ma più comunemente conosciuta
con il titolo “Le bisacce”.
Ebbene, scriveva Fedro: “Giove ci ha messo addosso due bisacce: quella
piena dei nostri vizi ce l’ha posta dietro la schiena; quella piena dei vizi
altrui ce l’ha posta davanti al petto. Per questo motivo non possiamo vedere
i nostri difetti, ma appena sbagliano gli altri diventiamo censori”.
Amici, questo scriveva Fedro duemila anni fa. Da notare il gusto e la
leggerezza con le quali sapeva trasmetter le sue indicazioni etiche alla
coscienza dei lettori.
Il nostro sen. a vita Mario Monti,quando parla di “manovra dettata da
Bruxelles”, credete che abbia saputo far tesoro dell’insegnamento di Fedro?
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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29/12/2018 |
Musica. Concerto del Coro
polifonico "Terzo Millennio"; stasera in chiesa Madre |
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"Terzo Millennio" |
Sabato 29
dicembre, alle ore 19.30 nella chiesa Madre di Grotte, si terrà un
concerto eseguito dal Coro polifonico "Terzo Millennio", diretto dal M°
Domenico Mannella.
Il concerto, dapprima previsto nell'atrio comunale, verrà invece proposto
nella chiesa dedicata alla Patrona di Grotte.
Insieme ai cantanti del Coro Polifonico"Terzo Millennio", si esibiranno i
fisarmonicisti dell'Associazione Musicale "Francesco Macaluso" di Racalmuto,
nella formazione di quintetto.
Il concerto sarà replicato sabato 5 gennaio 2019, alle ore 18.30 nella
chiesa Madonna del Monte di Racalmuto.
Redazione
29 dicembre 2018.
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28/12/2018 |
Iniziative. l'Associazione "La
Biddina" propone "Xenia, il dono"; sabato 29 dicembre |
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Manifesto |
L’associazione
culturale “La Biddina” e la Pro Loco “Herbessus” presentano uno
spettacolo articolato in diverse esibizioni artistiche e varie degustazioni,
sabato 29 dicembre a partire dalle ore 21.00 in alcune vie del
centro storico di Grotte.
“Xenia, il dono” è il titolo della manifestazione, che sarà animata
da:
- Concerto d'Arpa, eseguito dalla musicista Ginevra Gilli;
- Il fuochista, a cura dell'artista Carlo Terzo;
- Spettacolo di ombre, realizzato dal Laboratorio Teatrale
“Luchino Visconti”;
- Esposizione
dei lavori realizzati dai bambini durante l’ultimo laboratorio condotto
“La Biddina”;
- Degustazione di prodotti del territorio, a cura della Pro Loco
“Herbessus”.
Lo spettacolo, suddiviso in varie postazioni (lungo il seguente
percorso:
Piazzetta San Nicola, Via Luna, Via Orsini, Via Etna, Via Anita, incrocio
Via Scoppettieri), dura circa 1 ora. La prima rappresentazione inizia
alle ore 21.00, l'inizio della seconda è previsto per le ore 22.00.
“Xenia”
è l'antica denominazione dei doni all'ospite. La pratica del dono rientra
nei comportamenti improntati alla “reciprocità”. La coesione tra individui,
sia in una comunità semplice sia in una società complessa e strutturata, non
si basa tanto sullo scambio equo e contrattuale ma su legami stabiliti e
tenuti vivi da azioni e sentimenti non utilitaristici.
Il dono richiede e prevede un contraccambio, è di fondamentale importanza
nella definizione delle relazioni interpersonali.
La manifestazione è ideata ed organizzata dall’associazione culturale “La
Biddina”, con la collaborazione della Pro Loco “Herbessus” ed il patrocinio
del Comune di Grotte.
Redazione
28 dicembre 2018.
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27/12/2018 |
Politica. Rosalba Cimino
(M5S): "Situazione delle strade rurali insostenibile" |
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On. Rosalba Cimino |
“Insieme ai colleghi siciliani della Commissione agricoltura del Senato e
della Camera Maria Marzana, Dedalo Pignatone, Antonio Lombardo, Francesco
Mollame, Fabrizio Trentacoste e con il Presidente Filippo Gallinella,
abbiamo inviato una lettera al Presidente della Regione Sicilia per
sollecitare gli interventi di manutenzione delle strade rurali, anche in
relazione all’attuazione del Piano di Sviluppo Rurale della Regione
Siciliana che contiene specifici fondi per la viabilità interaziendale,
nonché per richiedere altri interventi, anche di carattere semplificativo,
per garantire il ripristino delle condizioni di sicurezza delle strade
rurali, nonché per garantire le condizioni di sviluppo delle aziende
agricole”.
Questa la dichiarazione dell’on. Rosalba Cimino (M5S) a seguito della visita
che, insieme ai parlamentari pentastellati, nei giorni scorsi ha effettuato
a diverse aziende siciliane per conoscere le tante realtà produttive del
territorio, riscontrando il pessimo stato delle strade rurali, messe ancora
più in ginocchio dai recenti fenomeni atmosferici avversi.
“Durante queste visite i titolari delle aziende hanno evidenziato, oltre
ad alcune criticità di competenza nazionale di cui ci faremo carico, il
pessimo stato delle vie d’accesso, a causa della mancata manutenzione
ordinaria e straordinaria e dei danni provocati dai recenti fenomeni
climatici avversi. Tali condizioni stradali - ha continuato l’on. Cimino
- oltre a rappresentare un grosso pericolo per la sicurezza dei
lavoratori, impediscono il regolare trasporto delle merci e la fruibilità
delle strutture destinate all’accoglienza, costituendo un forte freno allo
sviluppo commerciale e turistico delle attività imprenditoriali”.
Gli Onorevoli del Movimento 5 Stelle hanno quindi chiesto al Presidente
della Regione di attuare interventi, sia di carattere burocratico che di
carattere finanziario, per il ripristino delle strade rurali, affinché le
aziende agricole siciliane, che con la produzione di eccellenze danno lustro
alla nostra regione nel mondo, possano esprimere a pieno le loro
potenzialità.
Redazione
27 dicembre 2018.
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26/12/2018 |
Comune. Convocato il
Consiglio comunale per giovedi 27 dicembre alle ore 19.30 |
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Aula consiliare |
L'adunanza del prossimo Consiglio comunale, convocato in seduta ordinaria su
determinazione del presidente dott. Angelo Carlisi, è stata fissata per
giovedi 27 dicembre,
alle ore 19.30, nella Sala Consiliare “Antonio Lauricella”.
Verrà discusso il seguente ordine del giorno:
1) Nomina
scrutatori; lettura ed approvazione verbali seduta precedente;
2) Affidamento servizi di igiene ambientale per n. 9 Comuni soci della SRR
ATO 4 Agrigento Est - Presa atto contratto normativo rep. n. 4/2018 del
12.11.2018 - L.R. 9/2010;
3) Razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche ex art. 20
Decreto Legislativo 19 agosto 2016, n. 175 "Testo unico in materia società a
partecipazione pubblica" e s.m.i.;
4) Presa atto del rinnovo servizio Tesoreria Comunale;
5) Approvazione piano di lottizzazione "Marsala" e relativa convenzione su
area sita in Contrada Arena - Diversi proprietari;
6) Comunicazioni prelievo dal fondo di riserva Delibere di G.M.: n. 29 del
30.03.2018, n. 42 del 23.05.2018, n. 90 del 31.10.2018, n. 93 del
07.11.2018, n. 98 del 30.11.2018 e n. 105 del 13.12.2018.
In caso di mancanza del numero legale la seduta sarà sospesa per un'ora
e, qualora dopo la sospensione non ci fosse ancora la presenza del numero
legale dei Consiglieri, la seduta di seconda convocazione sarà tenuta il
giorno successivo, sempre alla stessa ora.
Redazione
26 dicembre 2018.
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26/12/2018 |
Medicina. Convegno sul metodo
"M.c.E.V.A." del dott. Vincenzo Castelli; venerdi 28 dicembre |
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Dott. Castelli
Manifesto |
Venerdi 28 dicembre, a partire dalle ore
18.30 presso la chiesa Madre di Grotte, si svolgerà un convegno di
medicina organizzato con il patrocinio del Comune.
Tema dell'incontro - dal titolo "Curare le lesioni muscolari con
l'estratto del veleno delle api" - è l'illustrazione delle indicazioni
terapeutiche e dei risultati ottenuti dal metodo "M.c.E.V.A.",
utilizzato con successo da anni dal dott. Vincenzo Castelli.
Nel corso del convegno, daranno il saluto:
- dott. Alfonso Provvidenza (Sindaco di Grotte);
- padre Giovanni Castronovo (Parroco Moderatore dell'Unità Pastorale di
Grotte).
Interverranno:
- ing. Santino Lo Presti (Presidente regionale FIGC);
- dott. Pietro Macedonio (Medico);
- dott. Calogero Cavaleri (Radiologo perfezionato in muscoloscheletrica
presso il CTO di Torino);
- dott. Sergio Caruso (Podologo dello Sport - "U.S. Città di Palermo");
- dott. Pietro Curella (Medico della delegazione FIGC di Agrigento);
- dott. Vincenzo Castelli (Medico chirurgo, esperto del
metodo "M.c.E.V.A.").
Il convegno sarà trasmesso in diretta sul canale Youtube del Comune di
Grotte (vedi
il canale).
Redazione
26 dicembre 2018.
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26/12/2018 |
Riconoscimenti. "Premio ANCRI
2018" alla dott.ssa Graziella Luparello |
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Dott.ssa Luparello
Pietro Sicurelli
Invito |
Una manifestazione per celebrare il 70° anniversario
della promulgazione della Costituzione Italiana diventerà un momento di
grande emozione con la consegna del “Premio ANCRI 2018” organizzato
dalla sezione territoriale di Agrigento dell’Associazione Nazionale
Insigniti al Merito della Repubblica, presieduta dal cavalier Pietro
Sicurelli.
Sarà quest’ultimo, che ha voluto fortemente l’iniziativa, sostenuta anche
dall’ANCRI nazionale e regionale, ad aprire i lavori che saranno seguiti dai
saluti istituzionali del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, e di Porto
Empedocle, Ida Carmina che hanno collaborato all’iniziativa, patrocinata
dall’Assemblea Regionale Siciliana.
L’appuntamento per le ore 17.00 di giovedì 27 dicembre 2018 presso il
Circolo Empedocleo ad Agrigento in Via Atenea n° 335.
A coordinare gli interventi sarà la giornalista Ivana Sicurelli.
Relazioneranno su “Società e Costituzione”: Enzo Alessi (regista e autore
teatrale), Francesco Pira (sociologo e docente di Comunicazione
dell’Università di Messina) e Michele Rondelli (docente di lettere).
La serata proseguirà con la consegna dei “Premi ANCRI 2018”:
- al magistrato Graziella Luparello (per la sua attività e l’impegno
nel contrasto alla mafia);
- al giornalista Giulio Francese, presidente dell’Ordine dei Giornalisti di
Sicilia e figlio del compianto Mario Francese (per la sua attività
giornalistica e divulgativa antimafia anche nella memoria del padre);
- a fratel Biagio Conte (per il suo impegno quotidiano al fianco dei più
deboli);
- all’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia del Presidio Ospedaliero
di Mussomeli (CL), diretto dal dott. Carlo Dell’Utri.
“La finalità del Premio ANCRI - ha spiegato il presidente Sicurelli
- è quella di fare emergere e gratificare quelle persone che, pur se in
taluni casi in assenza di visibilità, grazie al loro comportamento
quotidiano, si sono distinti per l’impegno profuso nel valorizzare la realtà
comunitaria ed il bacino territoriale o professionale in cui hanno operato,
che si sono silenziosamente prodigate per offrire il loro spontaneo aiuto al
prossimo o che hanno favorito l’affermazione e la diffusione di alti Valori
etici e morali, come il senso del dovere e il rispetto delle istituzioni”.
Nel 2018 l’ANCRI ha svolto numerose attività non soltanto nel capoluogo
Agrigento, ma anche in provincia, promuovendo momenti di aggregazione
culturale, sociale e di solidarietà. Ha promosso anche incontri nelle scuole
e seminari di formazione su temi importanti in collaborazione con l’Ordine
dei Giornalisti, degli Psicologi e con l’Associazione Pedagogisti. La
manifestazione di giovedì 27 dicembre è in linea con due temi sviluppati
dall’ANCRI nazionale: “il viaggio tra i simboli” e “i valori della
Repubblica e il decoro della bandiera”.
Redazione
26 dicembre 2018.
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26/12/2018 |
Musica. Seguendo "Le orme del
cuore", di Stefano La Porta; stasera concerto al Teatro Pirandello |
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Manifesto |
Questa
sera, a partire dalle ore 21.00 presso il Teatro Pirandello di
Agrigento, si terrà il concerto di Natale “Le orme del cuore”, con testi
e musica scritti del quale è autore un giovane talentuoso musicista,
Stefano La Porta.
"Il 26 dicembre sarà un giorno che sigilla 'Le orme del cuore' e la sua
bellezza - dichiara l'autore -; sono orgoglioso di avere tanti
musicisti, professionisti, cantanti ma soprattutto amici per i quali c'è una
stima assoluta e reciproca".
Questa seconda edizione del concerto (la prima si è tenuta lo scorso anno)
consacra i brani contenuti nell'omonimo cd registrato:
nove
canzoni scritte nel corso degli anni (alcune prodotte da "Odos Servizi
S.c.p.l." per "Edizioni RnS", marchio registrato della "Associazione
Rinnovamento nello Spirito Santo Italia"), che hanno come principale
obiettivo quello di sensibilizzare all’amore verso Dio, verso se stessi e
gli altri; un messaggio di speranza per chi crede ma anche per chi è alla
ricerca.
I titoli rivelano, inconfutabilmente, una straordinaria sensibilità umana ed
artistica: "Scruta il mio cuore", "Io non ho che te", "Ti offri per noi",
"Madre del sì", "Sei la mia musica", "Coloriamo insieme il mondo", "Padre",
"Tu sei misericordia", "Re dei re".
Il concerto dal vivo, eseguito dall'orchestra di 50 elementi diretta
dal M° Emanuele Di Bella,
sarà presentato da Valentina Alaimo. La voce narrante di Renato
Terranova introdurrà gli
spettatori dell'affascinante atmosfera di suoni e parole; canzoni
interpretate da Giada Albanese, Daniele Petraglia, Mina della Pietra,
Patrizia Capizzi, Fabio Cortelli, e Roberta Zitelli; con la partecipazione
unica di Stefania Bruno
(sand artist: artista che crea immagini con la sabbia).
L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento dei posti.
Carmelo Arnone
26 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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24/12/2018 |
Politica. Auguri di buon
Natale dall'on. Rosalba Cimino |
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Guarda il video |
L'onorevole Rosalba Cimino, componente della Camera dei Deputati e membro
della Commissione Agricoltura, con un messaggio video porge ai suoi
concittadini di Grotte gli auguri di buon Natale.
La giovane Deputata del Movimento 5 Stelle è la prima cittadina di Grotte ad
essere stata eletta al Parlamento della Repubblica italiana. Tra i più
attivi componenti della Commissione Agricoltura della Camera, di recente è
stata relatrice in Aula di una proposta di legge recante "Norme per la
valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari
provenienti da filiera corta, a chilometro zero o utile"; proposta
successivamente approvata e divenuta Legge.
Carmelo Arnone
24 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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24/12/2018 |
Ricorrenze. "Ricordo la
cena e poi... tutti alla messa di Natale"; di Carmelo Rotolo |
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Carmelo Rotolo |
Nel ricordo del Natale passato riemerge un Natale di tanti anni prima,
della gioventù di Carmelo Rotolo, di tempi in cui uno sguardo rivelava
sentimenti e suscitava emozioni. ***** "Ricordo
la cena e poi... tutti alla messa di Natale.
Erano anni che non andavo in chiesa la notte di Natale, e questa volta vi
erano in me tutti i buoni propositi per assolvere a quella che una volta era
la nostra “Notte di Natale”.
Prima di intraprendere questo atto di riapertura della mia spiritualità, mi
sono abbandonato per un attimo al ricordo di quei momenti di religiosità
natalizia rimasti nella mia memoria.
Mentre pian pianino i ricordi cominciano a trasformarsi in visioni bicolore,
percepisco l’odore del baccalà fritto con le olive e la zucca gialla in
agrodolce che sfrigolava sulla padella, con a lato la salsiccia colma di
succo d’arancia che sobbolliva, riempiendo la cucina di una nuvola di vapore
profumato già noto, ma che la notte di Natale acquistava un significato
magico di buon auspicio.
Percepisco il buon odore di mandarino, e lo scricchiolio delle noci che mio
padre, con le sue mani possenti, frantumava.
Non una vera e propria cena della notte di Natale, ma una sorta di Messa
familiare natalizia disordinata, in cui i veri protagonisti erano i profumi,
i colori e il calore familiare sapientemente gestito dall’amore arcaico che
mia mamma e mio papà sapevano trasmettere.
Fuori casa poche erano le luminarie, e raro era percepire il suono di uno
zampognaro che ritornava da far visita a qualche sporadico presepe di
quartiere, ma tanto era il freddo e il gelo di quella notte.
Eh sì! Proprio così!
Nella mia testa, la melodia “al freddo e al gelo” riaffiorò in tutta
la sua forza, accompagnandomi lungo la strada che, da casa mia, porta sino
all’ingresso della chiesa del Carmelo.
La messa era iniziata da qualche minuto: anziani, donne, uomini, bambini,
fidanzati, e coppie ai loro primi sussulti amorosi, ognuno con il proprio
carico di religiosità e di partecipazione; tutti erano presenti e tutti
partecipavano alla messa di Natale.
Un flash: una ragazza dai lunghi capelli nerissimi, mossi, dalla pelle
ambrata caffèlatte, gli occhi verde smeraldo, che seduta accanto mi
guardava, e io la guardavo, mentre timidamente la sua mano sfiorava di
nascosto la mia.
Poi, una mano estranea sulla mia spalla, e un viso che avvicinatosi alle mie
orecchie sussurrava: “Potete anche aspettare che finisca la messa!”.
Nel girarmi una stola bianca si allontanava perdendosi tra i fedeli.
Finita la messa, baci, abbracci e auguri di Buon Natale, mentre il freddo
gelido arrossava gli zigomi e inumidiva la punta gocciolante del naso.
Un bacio frettoloso, un languido sguardo, un Buon Natale…
Carico di questi ricordi, mi avvicinai a una chiesa. La funzione religiosa
era quasi al termine. Non vi era tanta gente, molti anziani e un gruppo di
ragazzi, che nel coro, tra una nota e l’altra, guardavano ansiosi
l’orologio.
Mi sedetti dietro, vicino alla grande porta d’ingresso, nell’ultima panca, e
seguii quello che rimaneva della funzione. Sorridevo, ma umidi percepivo i
miei occhi. “Sarà il fumo dell’incenso!” dissi tra me.
Un déjà-vu: tra i ragazzi del coro, due mani che avidamente si cercavano,
stringendosi tra loro, l’incrociarsi di due sguardi che amorevolmente si
perdevano tra le note del canto e il prete che solennemente annunciava: “Buon
Natale a tutti voi e alle vostre famiglie. La messa è finita, andate in pace”.
Mi alzai, uscii dalla chiesa, tirai su il bavero del cappotto, mi girai a
guardare le luminarie della facciata della chiesa e mi diressi verso casa.
Buon Natale a tutti: un Natale di pace, serenità e fratellanza". |
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Carmelo Rotolo
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24/12/2018 |
Ambiente. Il giorno di
Natale sospeso il servizio di raccolta differenziata |
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Domani, martedi 25 dicembre 2018, festività del
Natale, non sarà
effettuato il servizio di raccolta dei rifiuti domestici porta a porta e
rimarrà chiuso il punto di raccolta presso i capannoni comunali di Via
Ingrao (ex isola ecologica).
In considerazione della giornata di riposo cui hanno diritto anche gli
operatori ecologici e quanti sono impegnati nel ciclo del ritiro e della
gestione dei rifiuti, i cittadini sono invitati a non depositare all'esterno
delle proprie abitazioni i contenitori con il materiale differenziato,
destinati a rimanere sulla strada.
La raccolta riprenderà regolarmente dal 26 dicembre (Santo Stefano),
e sarà aperto anche il il punto di raccolta presso i capannoni comunali di
Via Ingrao.
Redazione
24 dicembre 2018.
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24/12/2018 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della settimana. |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 24 dicembre - Vigilia del santo Natale
- ore 08.45, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.00, nella chiesa di san Rocco, santa Messa (della vigilia del santo
Natale);
- ore 23.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (della vigilia
del santo Natale);
- ore 23.30, in chiesa Madre, santa Messa (della vigilia del santo Natale).
Martedi 25 dicembre - Solennità del santo Natale
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 26 dicembre - Festa di santo Stefano
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Giovedi 27 dicembre
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 16.30, nella chiesa Madonna delle Grazie, santo Rosario animato dal
gruppo della Medaglia Miracolosa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Venerdi
28 dicembre
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, convegno sul tema "Curare le lesioni muscolari
con l'estratto del veleno delle api".
Sabato 29 dicembre
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva.
Domenica 30 dicembre
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa
Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede dei fidanzati);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
Lunedi 31 dicembre, alle ore 18.00 in chiesa Madre, Te Deum di
ringraziamento di fine anno.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 17.30, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco
ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del
Carmelo ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.45, chiesa Madre |
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23/12/2018 |
Ricorrenze. "Natale:
momenti fantastici impressi nella memoria"; del dott. Salvatore Filippo
Vitello |
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Dott. Vitello |
Nelle parole d'augurio del dott. Salvatore Filippo Vitello, il senso del
Natale - nel ricordo delle tradizioni grottesi - per ritrovare il
significato pieno dell'appartenenza e l'apertura ad un cammino insieme,
prendendosi per mano. ***** "La
Stella Cometa anche quest'anno ci porterà verso la Natività, ovvero la
Speranza, il Futuro, la Vita, la Pace, l'Amore.
Da ragazzo l'attesa del Natale a Grotte (ma anche nelle analoghe comunità
dei paesi vicini) era piena di tradizioni: i dolci fatti in casa (li
purciddrata), le novene in Chiesa con il canto del litanie in dialetto (mi
ricordo vagamente il ritornello che iniziava con Bambino d'amore), ma
in generale la semplicità dei modi di vivere, che indico esemplificamente
con il braciere, attorno al quale si stava ore, lo scaldino (tancinu) ed il
pane fatto in casa, con l'immancabile frabuscia e chichirieddu (piccolo pane
destinato ai bambini).
Il tutto rendeva la Festa un indimenticabile incontro, fatto di cose
semplici, ma con il pensiero verso nuove ed inesauribili mete e con
l'immaginazione a paesi della cuccagna e cieli stellati.
In quell'età felice si era animati da una generosa creatività che dava
origine ad una atmosfera straordinaria fatta di amicizia, delizie casalinghe
e da tanta allegria, pur nella difficoltà e nel duro lavoro quotidiano.
Crescendo ed incontrando altre persone in luoghi del tutto diversi da quello
di provenienza, di fronte a problemi sovente asfissianti (nel senso di
togliere il respiro), quei momenti fantastici sono rimasti impressi nella
memoria ed il loro ricordo è fonte di consolazione, specie quando le
esperienze della vita possono metterci improvvisamente in ginocchio.
Allora solo il senso della Rinascita del Natale e di quei ricordi ci fa
ritrovare il senso di appartenenza e di identità e ci restituisce il sorriso
momentaneamente sottratto.
Sono passate molte stagioni da quando mi sono allontanato dal mio Paese, pur
rimanendo ad esso saldamente legato.
Quel periodo è un pensiero immanente che diventa prevalente, con tutti i
suoi ricordi e le relative atmosfere, nella ricorrenza del Natale.
Si rinnova una nostalgia che rievoca quella che provavo da studente
universitario nella città di Palermo, quando, nei giorni precedenti il
Natale, all'ora di cena, dalla Casa dello Studente mi spostavo insieme ad
altri amici per raggiungere la mensa universitaria e nel breve percorso si
intravedevano dalle finestre degli appartamenti gli alberi di Natale. Erano
momenti di forte emotività accompagnati dal desiderio di fare presto ritorno
in famiglia nel paesello.
La modernità non può allontanarci dai valori che quel passato ci ha
trasmesso.
Un passato costruito da generazioni sui valori della umanità, della
solidarietà e della reciproca responsabilità, rispetto alla quale il "fuoco
della controversia" di Mario Luzi aveva un ambito circoscritto ed una durata
temporanea.
Qui il riferimento che nell'immediato mi viene in mente è dato dalle piccole
e medie bische diffuse nel periodo tra Natale e Capodanno, come un rituale
felliniano, travolgente e contagioso.
Il modo di vivere di quei tempi, fatto di piccole cose e senza grandi
pretese, ci rendeva appagati. Mai abbiamo avuto la sensazione di essere
prigionieri di un recinto in attesa di essere dati in pasto alla vita.
Forse allora il nostro cammino era più semplice con un generale affidamento
sul futuro, oggi purtroppo sostituito da una forte sensazione di
insicurezza: per la propria incolumità fisica, per la minaccia ai propri
beni, per l'avvenire dei giovani, senza certezze sulla possibilità di una
vita dignitosa ed indipendente.
L'attuale dinamica sociale, definita fluida, è scarsa di riferimenti.
Ai tempi della nostra età giovanile per molti di noi un centro di incontro
importante è stato la Chiesa, che ha avuto un ruolo importante nella nostra
vita, pur dovendo constatare come in allora (e per certi aspetti anche oggi)
essa aveva un'azione pastorale limitata da una ovattata religiosità.
Tuttavia, nei momenti di "convenzione" familiare, quel punto d'incontro e di
crescita, quelle persone che ci hanno aiutato, pur con i loro limiti, a
diventare adulti, quei vicoli dei nostri rioni su cui siamo passati e
ripassati, ritornano alla mente e ci riportano con commozione a coloro che
ci hanno lasciato, mio padre ed i tanti Zi 'Ngilino e Zi Peppi che non ci
sono più e agli amici prematuramente scomparsi.
Quei momenti con i loro ricordi sono occasioni di ricerca di quella
inconfondibile originalità di stile ed emotività che ancora oggi si trovano
nel nostro piccolo paese.
Ripercorrere, sia pure con la memoria, i luoghi, le cose e le persone care,
ci aiuta a ritrovare un senso di appartenenza che non è più sentito come
prima, specie quando si segue un percorso di allontanamento dal luogo in cui
si è cresciuti.
Si segue un percorso e ci si incammina... nello stretto binario che ci è
stato assegnato.
Bambini, adolescenti, adulti, si vive e sopravvive alle avversità, restando
ancorati alle nostre origini ed alla nostra identità, aprendoci alla vita
con ottimismo e fiducia, ma senza inutili ostentazioni, dietro le quali si
nasconde il vuoto dentro.
Il Natale vero è senza pretese e senza enfasi, dove il prendersi per mano
nasce dal sentirsi insieme in cammino... .
Buone feste". |
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Salvatore
Filippo Vitello
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23/12/2018 |
Lingua. "Origini del
vernacolo siciliano e della lingua italiana" (5); di Rodolfo Costanza |
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Brano di
Jacopo da Lentini
Prof. Rodolfo Costanza |
Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
(Puntata n° 5)
5.
La lingua
italiana nasce a Messina?
5.1
Considerazioni dell’autore sull’origine del volgare in Sicilia
La letteratura italiana nasce quando si pensa di
trasferire i modi della poesia scritta in provenzale in uno dei tanti nostri
vernacoli volgari regionali. Questo avviene per la prima volta in Sicilia
per volere di Federico II all’inizio del Duecento alla corte siciliana, per
opera di alcuni notai, poeti e letterati. Il primo a iniziare fu Iacopo da
Lentini che diede avvio alla “Scuola poetica siciliana”.
La lingua usata dai poeti siciliani, rispecchiava
l’etica cortese che era alla base della poesia provenzale e usava un
vernacolo siciliano illustre, nobilitato e pulito dalle espressioni più
popolari. Una lingua che di recente è stata possibile ricostruire nelle
forme originali grazie a un attento lavoro filologico, volto a eliminare
nelle poesie le normalizzazioni dei copisti toscani sugli originali
siciliani.
Adesso vediamo nello specifico, cosa accadde nei primi
tre secolo dopo l’anno mille in Sicilia e quale contributo l’evoluto
vernacolo siciliano diede alla lingua volgare italiana. Tutti gli storici
della lingua italiana affermano che essa è nata in Toscana, tesi che non
condividiamo del tutto. Intanto c’è da dire che i Toscani, come altre
popolazioni italiche, avevano un loro dialetto che, in seguito, diede il suo
rilevante e decisivo contributo a perfezionare la lingua italiana. In realtà
se c’è una regione che può, a ragione, affermare che lìper prima nacque la
lingua italiana è la Sicilia. Dante lo fa intendere chiaramente quando cita
Giacomo da Lentini nel XXIV canto del Purgatorio definendolo il fondatore
della Scuola Siciliana. Secondo noi quindi il vernacolo siciliano e
il precursore della lingua italiana. La cosa, di sicuro, farà storcere il
naso a qualche studioso, a qualche storico della lingua italiana e anche a
qualche Toscano. Adesso tenteremo di chiarire se la nostra ipotesi sia
sostenibile.
Tra la seconda metà del XII e la prima metà del XIII
secolo in Sicilia e precisamente a Messina ci furono tutte le condizioni,
illustrate prima, perché nascesse la lingua italiana. Messina in quel
periodo era il porto più rilevante del Meridione e uno dei più importanti
assieme a Venezia, Genova, Pisa e Salerno dell’Italia e più cosmopolita del
Mediterraneo. Tutte le navi che partivano dai porti della costa meridionale
della Francia, della Liguria, dalle coste del mar Tirreno e dal porto di
Palermo dirette a Salonicco, Costantinopoli, Beirut, nel Vicino Oriente e in
Egitto erano obbligate a far sosta in questo porto (anche per
approvvigionarsi di acqua e viveri). Esso aveva il privilegio, di essere a
un tempo destinazione finale e scalo intermedio.
Molti commercianti e marinai di questa città
conoscevano già le parlate dialettali delle popolazioni delle più importanti
città marinare d’Italia e del Mediterraneo dato l’intenso commercio che
c’era con esse. A questo si aggiunge che a Messina e provincia si parlava
ancora la lingua greca più che in altre province siciliane e, in parte,
parlava anche, in parte, la lingua araba. Inoltre in quel periodo in questa
città iniziò a diffondersi la lingua latina ecclesiastica lentamente imposta
dall’arroganza dei preti cattolici per contrastare sia l’Islam, sia il credo
cristiano greco-ortodosso poiché quest’ultimo era predominante.
Inoltre, nella seconda metà dell'XI e nella prima metà
del XII secolo, la parlata della città di Messina fu arricchita dagli idiomi
delle truppe d’invasione normanne. Nella città, infatti, cominciano a
echeggiare gli idiomi della lingua d’oil (francese) e di quella d’oc
(provenzale) parlata dagli ufficiali dell’esercito normanno e anche iniziano
a risuonare gli idiomi delle parlate lombarde: Casale, Vercelli, Novara,
Pavia e Milano di cui erano in gran parte formate le truppe normanne.
Da questa situazione descritta si può arguire che
Messina in quel tempo era un crogiolo di lingue, dialetti e scambi marittimi
nell’ambito dei quali si utilizzava anche il sabir, una lingua franca
che si usava nel commercio marittimo. Essa era utilizzata in tutti i porti
del Mediterraneo, formata dalle parole più rilevanti dei dialetti di gran
parte delle principali città portuali di questo mare (simile alla lingua
locale parlata, in parte, ancora oggi a Malta nonostante l’attuale
strapotere della lingua inglese nell’isola).
Lentamente a Messina da questa mescolanza d’idiomi
nacque nell’ambito delle attività commerciali e delle relazioni sociali una
nuova e “strana” parlata ricca di termini latini ma che non era né greco, né
arabo, né francese, né provenzale e neanche latino, ma un nuovo linguaggio
formato da varie parole di queste lingue e da alcuni aspetti dei principali
dialetti della penisola, di tipo commerciale, come il genovese, pisano,
veneziano e napoletano. Tutto quest’amalgama favorì la nascita di un nuovo
vernacolo o dialetto locale. Quanto si affermasi poteva cogliere nei
lasciti, testamenti, atti amministrativi ecc. di quel periodo che, in parte,
si potevano trovare in alcuni archivi delle istituzioni della città di
Messina (oggi di questi documenti non è rimasta quasi traccia alcuna in
quanto persi del tutto nei due devastanti terremoti del 1783 e del 1908).
Questa evoluzione del vernacolo locale poté avvenire a
Messina e non a Palermo poiché quest’ultima città assieme alla gran parte
della Sicilia occidentale era ancora troppo condizionata dalla cultura,
religione e lingua araba. Siracusa, invece, dove i commerci con le altre
città della penisola e con l’Oriente erano ormai irrilevanti ed era ancora
influenzata, in parte, dalla lingua greca e da quella latina e in modo non
rilevante da quella araba, difficilmente poteva avvenire un simile fenomeno.
L’idioma locale di Messina divenne presto un dialetto in ascesa per l’uso
che fu fatto nelle sue attività commerciali, forensi e amministrative ed
anche perché essa era considerata, sotto molti aspetti, la seconda capitale
dell’isola. La città inoltre arricchì il proprio lessico prendendo a
prestito parole da altri lingue e dialetti parlati già nell’isola
adattandole al nuovo vernacolo e all’uso locale.
Molte parole tecniche nell’ambito della botanica, della
chimica, della matematica, delle scienze in genere e del commercio furono
prese dalla cultura e dalla lingua araba, quest’ultima considerata allora la
lingua internazionale per eccellenza. L’idioma messinese fu rinvigorito
anche da una discreta produzione letteraria sotto forma di poesie e dal
fatto che alcune figure professionali legate al commercio e all’arte
forense, come grossi commercianti, avvocati e notai, cominciarono lentamente
a utilizzarlo nei loro scritti di lavoro.
Tutto questo processo avvenne orientativamente
nell’arco di un secolo, dal 1100 al 1200, durante il periodo della
dominazione normanna e all’inizio di quella sveva.
Guglielmo II detto il Buono
“E quel che vedi ne l’arco declivo,
Guglielmo fu, cui quella terra plora
Che piagne Carlo e Federico vivo:
ora conosce come s’innamora
lo ciel del giusto rege, e al sembiante
del suo fulgor il fa vedere ancora”.
(Dante, Paradiso, XX canto, versi 60-61)
5.2 La
poesia siculo-araba
La poesia Siciliana nel XIII secolo, oltre che
dalla poesia provenzale, fu influenzata in parte anche dalla poesia
arabo-sicula. In Sicilia operò tra l'XI e il XII secolo, una larga schiera
di poeti siculo-arabi: nell’antologia del filologo siculo-arabo Ibn al-Qattà
(XI-XII sec.) compaiono ben 170 poeti siculo-arabi. I poeti siciliani
dell’epoca araba utilizzarono comunque un tema di repertorio stilistico e di
immagini comuni alla tradizione poetica dei popoli di lingua araba, berbera
e di quella arabo-andalusa che influenzeranno la poesia siciliana del
periodo normanno prima e federiciano dopo. Di particolare rilievo tra questi
poeti, abbiamo ibn Hamdìs nato a Noto o, forse, a Siracusa nel 1055. Nel
Diwan (canzoniere composto di 6000 versi) di Ibn Hamdìs troviamo i caratteri
di tutta la poesia araba e siciliana di allora: la ricchezza di metafore, il
concettismo, il sentimento e la ricchezza d’immagini. Il poeta netino appare
più vicino al nostro gusto moderno quando, sotto l’artificio, fa trasparire
la sua umanità, i suoi sentimenti, i suoi ricordi giovanili. Di seguito
riportiamo un suo breve e significativo componimento.
La casa di Noto di Ibn Hamdìs
Oh custodisca Iddio una casa di Noto,
e fluiscano su di lei le rigonfie nuvole!
Ogni ora io me la raffiguro nel pensiero,
e verso per lei gocce di scorrenti lacrime.
Con nostalgia filiale anelo alla patria,
verso cui mi attirano le dimore delle belle donne.
E chi ha lasciato il cuore a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno.
Io anelo alla mia terra, nella cui polvere
si son consunte le membra e le ossa dei miei,
come anela fra le tenebre al suo paese,
smarrito nel deserto un vecchio cammello sfinito.
Vuote mi son rimaste le mani
del primo fiore di giovinezza,
ma piena ho la bocca
del ricordo di lei.
Un altro poeta siculo-arabo, segretario del re
normanno Ruggero II (1130-1154) è Abdal-Rahman di Butera che in una
sua qasida (poesia) di un proprio diwan (canzoniere) così definì l’isola
tolta all’Islam (dal lamento di un qadì): "Dov’è la mia terra? Ahimè!…".
L’Isola piena d’incanto.
«Fa circolare il vecchio vino dorato
e bevi da mattina a sera,
bevi al suon del liuto e dei canti degni di Ma’Bad.
Non c’è vita serena se non all’ombra della dolce Sikelia,
sotto una dinastia che supera le cesaree dinastie dei Re.
Ecco palazzi regali in cui la gioia ha preso albergo;
meravigliosa dimora in cui Dio elargì perfetta bellezza!
Ecco il teatro fulgente su ogni edificio di architettura,
i superbi verzieri, per cui il mondo è tornato a fiorire,
i leoni della sua fontana che versano acque di paradiso.
La primavera ha vestito le sue contrade degli splendidi
drappi della sua bellezza.
Ha coronato il suo viso di variopinte vesti gemmate,
ha profumato gli aliti dello zefiro, al mattino e alla sera».
Da questi e da altri componimenti poetici si può
notare come la lirica arabo-sicula abbia agito positivamente sui cantori
siciliani alla corte dei re normanni, sui poeti dialettali popolari di
Sicilia durante i regni di Guglielmo I e II (1154-1189). Infine questa
cultura influenzò i poeti della corte di Costanza d’Altavilla (1189-1198) e
quelli della scuola siciliana del Duecento del regno di Federico II cui
parleremo sotto.
Vorrei fare una piccola considerazione sulla nascita
dell’idioma siciliano. Si pensa che sia nato (improvvisamente) ai tempi di
Federico II imperatore con Giacomo da Lentini e i poeti della sua scuola.
Cosa poco verosimile poiché una lingua o un dialetto di un popolo nascono
normalmente in un tempo molto lungo. Si pensa che ci vogliano, dai cento ai
duecento anni. È assurdo scientificamente parlare del nascimento di un
linguaggio, il quale non nasce mai e non muore bensì continuamente si
trasforma. Nasce normalmente per l’influenza di numerosi fattori:
economici, sociali, bellici, geografici, commerciali, invasioni di nuove
popolazioni, tradizioni culturali, altri idiomi, ecc. Se ciò è vero, si può
desumere che il vernacolo siciliano sia nato tra l’inizio del XII e la prima
metà del XIII secolo (già alla fine dell’XI secolo, come abbiamo visto nei
Codici Sciclitani si riscontrano numerosi termini siciliani in mezzo a molti
termini del latino volgare). Di conseguenza la poetica siciliana cominciò a
esprimersi in idioma locale alla fine del XII secolo (influenzato fortemente
dall’arabo, dal provenzale e dal latino del volgo) per opera di poeti
siciliani popolari delle cittadine dell’isola e i cantastorie che si
spostavano di paese in paese per raccontare le più importanti tragedie di
sangue e di amore che avvenivano nei vari paesi della Sicilia. La Scuola
Poetica Siciliana di Giacomo da Lentini e compagni (notari alla reggia di
Federico II) iniziò a poetare scrivendo in un dialetto siciliano illustre,
nobilitato e aulico solo all’inizio del Duecento adeguandosi all’ambiente
raffinato della corte di Palermo.
5.3 La
scuola poetica siciliana
Una forte spinta al volgare siciliano aulico fu
voluta, nella prima metà del XIII secolo dall’imperatore Federico II, il
quale decise di farla adottare dalla sua corte itinerante attraverso i suoi
notai, cancellieri, giudici, ecc. Inoltre egli diede impulso
all’elaborazione di questo vernacolo in lingua letteraria invitando numerosi
poeti e persone colte della sua corte a metterla in versi. Egli di ritorno
dalla Germania, dove aveva avuto modo di sentire e apprezzare i
Minnesanger tedeschi (Minnesanger
è la denominazione medioevale dei poeti lirici tedeschi del
sec. XII e del XIII; essi, diversamente dei trovatori provenzali, trattarono
quasi solo soggetti d’amore -
Minne nel medio
tedesco medioevale significa “amore” e sanger “cantore” -), diede
l’avvio, nel 1220 alla Scuola Poetica Siciliana ispirandosi, in parte, anche
ai modelli provenzali cantati dai trovatori francesi. Egli così stimolò
l’attività letteraria e poetica della nuova lingua per più di quarant’anni,
attività che si concluse nel 1266 con la morte del figlio Manfredi, Re
d’Italia e poeta, morto nella battaglia di Benevento. Termina così un
processo di unificazione culturale partito dalla nostra regione con la
lirica della Magna Curia di Federico II, mentre la penisola era divisa sia
politicamente sia dai vari idiomi.
I poeti di questa scuola o meglio movimento culturale
in realtà “…scrivevano in un dialetto siciliano illustre, in un siciliano
nobilitato dal continuo raffronto con le quattro lingue, in quel momento
auliche per eccellenza: l’arabo, il greco, il latino e il provenzale”.
Il tema dominante nei poeti siciliani fu quello dell’amore ispirato
ai modelli arabi e principalmente provenzali. Infatti, le forme in cui si
espresse questa poesia sono la canzone, la canzonetta e il sonetto,
quest’ultimo felice invenzione del siciliano Giacomo da Lentini (1220),
caposcuola del movimento poetico siciliano.
Oltre a Federico II e ai suoi due figli Enzo e Manfredi
che si dedicarono con passione all’attività poetica, molti furono i poeti
siciliani di maggiore o minore importanza che si posero sotto la guida
spirituale di Giacomo da Lentini, non a caso citato da Dante nel XXIV canto
del Purgatorio. Giacomo scrisse alcune delle migliori canzoni e sonetti che
brillano, ancora oggi, come perle nella varietà e diversità dei canzonieri
siciliani e italici di allora. Infatti, egli diede la prima definizione
dell’amore nella letteratura italiana.
Amor è un[o] desio che ven dal core
per abondanza di gran piacimento;
e li occhi in prima genera[n] l’amore
e lo core li dà nutricamento.
Ben è alcuna fiata om amatore
senza vedere so ’namoramento,
ma quell’amor che stringe con furore
da la vista de li occhi à nas[ci]mento.
Che li occhi rapresenta[n] a lo core
d’onni cosa che veden bono e rio,
com’è formata natural[e]mente;
e lo cor, che di zo è concepitore,
imagina, e piace quel desio:
e questo amore regna fra la gente.
Tra i maggiori poeti della Scuola siciliana si
ricordano: Pier delle Vigne, del quale sono pervenute cinque canzoni,
ricordato da Dante nel XIII canto dell’Inferno; Rinaldo d’Aquino e Giacomo
Pugliesi; Stefano Protonotaro da Messina cui dobbiamo l’unica composizione
conservata in lingua originale siciliana: “Pir meu cori alligrari”.
In alcuni di essi, accanto al repertorio di contenuto
provenzale, fa però riscontro, come re Enzo, un interesse psicologico che
lascia già intuire qua e là la Madonna angelicata degli Stilnovisti toscani.
Diversi componimenti si distaccano già dalla poesia provenzale nella forma e
nello stile, presentando già anticipazioni di esiti stilnovistici. La
terminologia cavalleresca francese è tuttavia rivisitata e non copiata
pedissequamente, attraverso il conio di nuovi termini italiani mediante
anche nuovi sistemi di suffissazione in -za (<fr.-ce) e -ire
(< -ieri), novità linguistica notevole per quest’epoca, sino a
rappresentare il primo esempio di produzione italiana basata sul volgare.
Un’altra differenza tra poesia siciliana e provenzale avvenne con la
separazione dei versi dall’accompagnamento musicale. L’esperienza poetica
siciliana fu certamente consapevole di un testo come il De amore, ma
si astrae sia dal “fine”amore cortese che dalla prospettiva cristiana,
giungendo a interrogarsi sulla natura stessa dell’amore, come testimoniato
dalla tenzone del 1241 di Jacopo Mostacci (Solicitando un poco meo savere),
replicata da Pier delle Vigne (Però c'amore non si pò vedere) e da
Giacomo da Lentini (Amore è uno desio); e dall’ulteriore tenzone tra
quest’ultimo e l’Abate di Tivoli. La questione della poesia siciliana
investe quindi non solo l’ambito letterario e linguistico ma anche quello
filosofico, estendendosi sino ai giorni nostri. Grande importanza ricopre
pure il recente ritrovamento di almeno quattro poesie da parte del
ricercatore Giuseppe Mascherpa nella biblioteca “Angelo Mai” di Bergamo,
quali: Oi lasso!
non pensai di Ruggierone da Palermo,
Contra lo meo volere
di Paganino da Serzana,
Donna, eo languisco e
no so qua speranza di Giacomo da Lentini, e
Amore m’ave priso
di Percivalle Doria. I testi, riportati da notai sul verso di alcune
sentenze contro esponenti di famiglie guelfe che avevano violato delle norme
sui tornei, vennero aggiunti agli atti al fine di riempire gli spazi vuoti e
impedirne, così, modifiche illecite.
Le quattro poesie in questione presentano maggiore
affinità all’originale volgare siciliano, evidenziando una trascrizione
precedente alla compilazione dei canzonieri vaticani (presumibilmente tra il
1270 e il 1290). Pertanto, a differenza di quanto lungamente ritenuto, la
diffusione delle liriche siciliane non si limitò a dotti copisti, e riguardò
altresì prima la Lombardia che la Toscana. Ciò confermerebbe, seppur
indirettamente, l’esistenza del manoscritto citato dal Barbieri, se non
addirittura di un vero e proprio canzoniere, e di uno strato culturale
unitario in grado di accoglierlo.
5.4
Cielo D’Alcamo
La scoperta di detti
autori rafforza l’ipotesi che la lingua italiana abbia tratto impulso
fondamentale dai poeti della scuola siciliana, che col carattere laico delle
proprie tematiche e i tratti innovativi del loro linguaggio rappresentarono
una rivolta artistica contrapposta al primato religioso, in particolare
della lingua latina ecclesiastica, e alla conseguente reazione restauratrice
della Chiesa.
Molti studiosi hanno sottolineato i felici risultati
linguistici che i poeti siciliani per primi dettero all’Italia nel formare
quel ricco vocabolario in volgare. Lessico che fu assimilato e in seguito
arricchito dagli esperimenti dei grandi poeti toscani, dalle imitazioni di
Guittone d’Arezzo e dall’elaborazione del fresco ma ricco linguaggio degli
stilnovisti e del grande poeta Dante.
In Italia il dialetto toscano guadagnò una
posizione privilegiata solo nel Rinascimento. Tuttavia ogni regno,
principato e città-stato italiani conservarono, ancora per diversi secoli,
il proprio vernacolo locale. Gli studi recenti confermano la sostanziale
vicinanza tra quella “lingua” siciliana, nata in circostanze fortuite a
Messina e sotto le tende della corte itinerante di Federico II durante gli
assedi alle città guelfe e la migliore poesia italiana del nostro Ottocento.
Annoverato da molti critici come poeta appartenente
alla scuola siciliana vi fu anche Cielo (o Ciullo) D’Alcamo che scrisse il
famoso contrasto Rosa fresca aulentissima.
Il più antico documento della nostra letteratura è
comunemente creduto sia la canzone di Cielo d’Alcamo, essendo essa non
principio ma parte di tutta un’epoca letteraria, cominciata assai prima con
i re normanni, e giunta al suo splendore sotto Federico II prendendo il nome
di Scuola Poetica Siciliana.
Federico II, imperatore d’Alemagna e re di Sicilia,
nella cui corte a “Palermo venia la gente che avea bontade, sonatori,
trovatori e belli favellatori”. E perciò i rimatori di quel tempo,
ancorché parecchi siano d’altra parte d’Italia, furono detti siciliani.
Che cosa è la cantilena di Cielo d’Alcamo? È una
tenzone, o dialogo tra Amante e Madonna, Amante che chiede, e Madonna che
nega e in ultimo concede, tema frequentissimo nelle canzoni popolari di
tutti i tempi e luoghi.
Rosa fresca aulentissima
«Rosa fresca aulentis[s]ima ch’apari inver’ la state,
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate:
tràgemi d’este focora, se t’este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia».
«Se di meve trabàgliti, follia lo ti fa fare.
Lo mar potresti arompere, a venti asemenare,
l’abere d’esto secolo tut[t]o quanto asembrare:
avere me non pòteri a esto monno;
avanti li cavelli m’aritonno».
«Se li cavelli artón[n]iti, avanti foss’io morto,
ca’n is[s]i [sí] mi pèrdera lo solacc[i]o e ’l diporto.
Quando ci passo e véjoti, rosa fresca de l’orto,
bono conforto dónimi tut[t]ore:
poniamo che s’ajúnga il nostro amore».
«Che ’l nostro amore ajúngasi, non boglio m’atalenti:
se ci ti trova pàremo cogli altri miei parenti,
guarda non t’ar[i]golgano questi forti cor[r]enti.
Como ti seppe bona la venuta,
consiglio che ti guardi a la partuta»… .
«Di ciò che dici, vítama, neiente non ti bale,
ca de le tuo parabole fatto n’ho ponti e scale.
Penne penzasti met[t]ere, sonti cadute l’ale;
e dato t’ajo la bolta sot[t]ana.
Dunque, se po[t]i, tèniti villana».
«En paura non met[t]ermi di nullo manganiello:
istòmi ’n esta groria d’esto forte castiello;
prezzo le tuo parabole meno che d’un zitello.
Se tu no levi e va’tine di quaci,
se tu ci fosse morto, ben mi chiaci».
Cielo offre una rilettura del suo contrasto in chiave
comica e realistica in opposizione alle figure eteree e talvolta
stereotipate delle dame che si riscontrano nella poesia provenzale. Nei suoi
versi si narra che, sotto il pretesto di conservare il suo onore, la ragazza
si finge restia per ricevere i più splendidi complimenti e invitare alla
fine l’amante a seguirlo nella sua camera da letto. L’effetto burlesco è
ottenuto dall’accostamento del raffinato linguaggio letterario a espressioni
dialettali popolari siciliane che, di fatto, smentiscono comicamente la
pretesa nobiltà d’animo simulata inizialmente dalla giovane.
5.5 La scoperta di alcuni testi poetici siciliani del sec. XIII
La prima scuola
poetica italiana di cui si abbiano notizie certe e sistematiche fiorì
all’inizio del XIII secolo, nell’ambiente colto e raffinato della Magna
curia di Federico II di Svevia, in Italia meridionale, per questo detta
“scuola siciliana”.
I poeti siciliani imitarono la poesia provenzale: ma
sostituirono la lingua forestiera con un volgare italiano, quello siciliano,
di cui Dante diede un giudizio positivo di questa scuola. La scelta del
siciliano fu dettata dal suo valore formale, infatti, il volgare della
poesia siciliana è molto formalizzato e raffinato. Vi entrano in gran numero
termini provenzali, o arieggianti la lingua provenzale, come le forme in
agio (coraggio) e anza (amanza, speranza…). L’argomento dominante nei poeti
siciliani è quello dell’amore ispirato alla poesia provenzale. Le forme in
cui si espresse questa poesia sono la canzone, la canzonetta, il cantari e
il sonetto felice invenzione di Giacomo da Lentini capo scuola del
movimento.
Il corpus della poesia siciliana delle nostre origini è
stato trasmesso da codici medievali scritti da copisti toscani. I copisti
toscani intervennero appunto sulla forma linguistica della poesia siciliana
con una vera e propria opera di traduzione in vernacolo toscano.
La sconfitta degli Svevi e l’avvento degli
Angioini portò con sé anche la distruzione fisica dei manoscritti di origine
siciliana e meridionale. Giovanni Maria Barbieri, studioso della lingua
provenzale, aveva avuto per le mani un codice (Il libro siciliano)
contenente alcuni testi poetici siciliani che si presentavano in una forma
vistosamente diversa da quella comunemente nota: “Alegru cori, plenu / Di
tutta beninanza…”. La sicilianità è vistosa: si notino le vocali finali –u e
–i al posto delle –o ed –e toscane, la –u al posto della –o in inamuranza,
le –i al posto di –e toscana, in posizione tonica. Benché sostanzialmente
fedele all’originale, amor non è un tratto siciliano. Per avere
un’idea dell’intensità del processo di toscanizzazione, metteremo ora a
confronto la trascrizione in forma toscanizzata con quella in forma
siciliana di alcuni versi della canzone S’eo trovasse pietanza.
Codice Vaticano (toscanizzato), trascrizione di
Barbieri: “La virtuti ch’ill’àvi / D’alcirm’e guariri”. “La vertute
ch’il àve / D’ancider me e guerire”. Il confronto rende evidente la
sostituzione dei tratti siciliani con quelli toscani. Una traccia di questa
sostituzione rimane anche nelle rime imperfette delle versioni toscanizzate
(conduce-croce / ora-pintura), le quali diventano perfette solo se riportate
alla lingua originale siciliana (conduci-cruci / ura-pintura).
La lezione della poesia siciliana fu decisiva per la
nostra tradizione lirica. Non solo si stabilizzò la rima siciliana, ma
divennero normali in poesia i condizionali meridionali in ia (il tipo
crederia, contro il toscano crederei).
Nella storia della poesia, si può asserire, senza
timore di essere smentiti, che grande è la rilevanza della scuola poetica
siciliana ma grandissima è la sua importanza nella storia della nostra
cultura e nel formarsi della nostra madre lingua italiana (Sansone M.,
Storia della letteratura italiana, Casa editrice Principato,
Milano-Messina, 1938). Certo bisogna mettere da parte “la ridicola” disputa
sulla maggiore antichità del nostro dialetto come notava più di un secolo fa
il dotto P. Alessio Narbone. Il volgare siciliano dir non si puote né più
né meno antico che gli altri volgari Italici, esso non è loro né padre né
figlio, di esser fratello contentasi, nato com’essi dal latino (Sec. IX-XI,
cap.16…).
In aggiunta a questo capitolo vorrei introdurre
una, non so se opportuna, divagazione che riguarda la letteratura siciliana.
Nell’Ottocento i romantici erano propugnatori della
nuova maniera di poetare che si era diffuso in Europa e sostenevano,
rifacendosi al filosofo della lingua Cesarotti, che la lingua si evolve nel
tempo. Essi affermavano che c’è una certa relazione tra la lingua e il
territorio dove è usata, questo deve far si che siano introdotte parole
dialettali per arricchire il suo lessico come sosteneva il milanese Porta.
La diffusa focalizzazione d’interesse verso le culture
regionali, pur essendo risalente al Rinascimento, muove da presupposti
teorici noti elaborati da numerosi studiosi dei vernacoli regionali.
Tale interesse fu ripreso anche da Croce all’inizio del
Novecento elaborando una Storia delle culture regionali; proseguiti da altri
studiosi nel secondo dopo guerra, con un accresciuto respiro storiografico.
Per la Sicilia molto è stato fatto in questo settore di
studi, vedi Giorgio Santangelo 1952, e i contributi critici di tanti altri
studiosi sul patrimonio culturale dell’isola.
In questo studio si è voluto ripercorrere le principali
e iniziali vicende della letteratura siciliana all’interno delle quali
abbiamo cercato, anche noi, di dare il nostro piccolo contributo, ponendo in
luce il rapporto rilevante e originale che è esistito nel Duecento e
Trecento tra la nascente cultura nazionale e quella isolana.
Abbiamo cercato di comprendere lo sviluppo e le
correlazioni storiche e la tendenza a rimanere fedele ai caratteri originali
della cultura elaborata nell’isola e da qui la persistenza del dialetto fra
il popolo e nell’elite culturale (vedi per ultimo Andrea Camilleri).
Dall’isola partì, infatti, mentre l’Italia era divisa,
il processo di unificazione culturale a livello colto con la lirica della
Magna Curia Federiciana, conservando nei secoli che seguirono una sua
identità culturale condita da quella sicilianità che il filosofo Giovanni
Gentile credette, all’inizio del Novecento, dispersa per sempre. La
sicilianità si riscontra nelle numerose opere letterarie prodotte da
scrittori dell’isola negli ultimi due secoli e i premi Nobel assegnati nel
’34 a Pirandello e nel ’59 a Quasimodo, i quali hanno avuto come centro
tematico la Sicilia e la sicilianità degli isolani.
Lo specifico modo di essere dei Siciliani non è
un’astratta e sterile categoria psicologica. La sicilianità è una
caratteristica percettiva e comportamentale che la storia ha stratificato
nelle coscienze degli isolani rappresentata dal funereo Thanatos
attraverso la tragedia della morte. Essa è anche rappresentata
dall’attaccamento profondo verso la propria terra, dalla passione verso la
donna provocata dall’Eros e l’attaccamento alla famiglia,
componenti che sono parte intrinseca dell’animo dei Siciliani e che
gravitano anche nella produzione letteraria degli scrittori isolani come G.
Bufalino, V. Consolo, L. Sciascia, S. Quasimodo, A. Camilleri, I. Buttitta,
ecc.
Per quanto riguarda l’attaccamento all’isola degli
abitanti, inteso come luogo mitico, ricordo, nostalgia e rimpianto sono
espressi in modo emblematico dal lontano poeta siculo-arabo Ibn Hamdis.
Chiudiamo questa breve presentazione con l’abusata
frase di Goethe che ha visitato la Sicilia alla fine del ‘700: “L’Italia
non forma un quadro nell’anima; qui soltanto è la chiave per capire tutto”.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 23 dicembre 2018.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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22/12/2018 |
Racalmuto. "Natale e...
Sport" con Totò Schillaci; domenica 23 dicembre |
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Manifesto |
Domani,
domenica 23 dicembre 2018, il famoso calciatore Totò Schillaci sarà a
Racalmuto, per partecipare all'iniziativa "Natale e... Sport", organizzata
dal Club "Juventus A. Agnelli", in collaborazione con l'associazione
"Football Academy" e con il patrocinio del Comune di Racalmuto.
In programma:
- ore 10.30, incontro di calcio "Football Academy" - "Fulgentissima" al
campo di calcetto "Fra' Diego La Matina";
- ore 17.30, incontro con i ragazzi del Centro "Padre Cipolla";
- ore 18.00, dibattito con Schillaci sul tema: "I bambini di racalmuto e lo
sport come futuro";
- ore 19.00, passeggiata per le strade del paese, incontrando la comunità;
- ore 19.30, incontro con Carmelo Falco, presidente del Club
"Juventus A. Agnelli" e con i soci del Club;
- ore 20.30, cena di Natale.
Redazione
22 dicembre 2018.
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22/12/2018 |
Iniziative. "Premio
miglior presepe 2018-2019"; aperte le iscrizioni |
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Presepe |
L'associazione
culturale "Nino Martoglio" ha organizzato - con il patrocinio del Comune di
Grotte - il concorso "Miglior Presepe 2018-2019".
In palio vi sono targhe di partecipazione per tutti i presepi che
vorranno concorrere ed una somma in denaro ai presepi classificati al 1°
2° e 3° posto.
La graduatoria verrà stabilita ad insindacabile giudizio della Commissione
individuata dall'Associazione "Nino Martoglio".
L'iscrizione al concorso è riservata esclusivamente ai presepi realizzati
nei quartieri di Grotte.
Può effettuare l'iscrizione un componente dello staff che ha realizzato il
presepe.
Per iscriversi è sufficiente contattare Aristotele Cuffaro al numero
388.7908838, indicando l'esatta ubicazione del presepe (via e numero civico
nei pressi del quale è realizzato).
La partecipazione al concorso "Miglior Presepe 2018-2019" è a titolo
gratuito.
La premiazione (consegna delle targhe per tutti i presepi partecipanti e
proclamazione del 3°, 2° e 1° classificato) avverrà il 6 gennaio 2019, festa
dell'Epifania, a partire dalle ore 18.30 in Piazza Umberto I (piazza
Municipio).
Redazione
22 dicembre 2018.
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20/12/2018 |
Dialoghi. "Moscovici, ovvero
chi si dà l'aria da Padreterno"; di Giuseppe Castronovo |
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"Dialogo" del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
Gli amici del
Circolo della Concordia hanno preso in esame il cammino della nostra manovra
finanziaria per il 2019, risultato oltremodo faticoso per le difficoltà
incontrate presso la Commissione Europea dove il commissario francese
Moscovici che si sta dimostrando tanto indulgente con la Francia quanto
arcigno e spigoloso con l'Italia. Una corsa contro il tempo per chiudere
l'accodo al fine di evitare la procedura di infrazione e così poter dare
attuazione al programma governativo.
Giuseppe Castronovo
"Commissione Europea: Moscovici, ovvero chi si dà l'aria
da Padreterno"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )
Totò:
Amici, che ne dite del ruolo che il Commissario francese Moscovici sta
svolgendo nei confronti del nostro Governo e della nostra manovra
finanziaria?
Giacomo: Di certo non possiamo dire che stia lavorando per facilitare la
ricerca di una soluzione. Dirò di più: mi stupisce non poco il fatto che, la
concomitanza di disordini così gravi che da settimane sconvolgono la
Francia, non inducano Moscovici e la Commissione europea a considerare,
nell’esaminare il nostro bilancio, il valore della pace sociale di un Paese;
un valore che di certo vale molto di più di un misero decimale di deficit.
Invece il Commissario Moscovici sembra si diverta a creare, in seno alla
Commissione, un clima di palese ostilità nei confronti dell’Italia, anche
al fine di irritare l’interlocutore italiano.
Salvo: La rivolta francese sta a testimoniare la fragilità politica di buona
parte della classe dirigente di quel Paese, dimostratasi incapace di
comprendere i segnali di disagio sociale se non quando arrivano alle
proporzioni di una vera e propria rivolta armata.
Nenè: Pur condividendo l’analisi degli amici Giacomo e Salvo inviterei anche
il Prof. Vezio ad esprimere la sua opinione.
Vezio: Grazie. Amici, se mi si presentasse l’occasione di un confronto con
il Commissario francese Moscovici gli direi: Signor Moscovici una cosa certa
è che Dio, come scriveva Guareschi in un racconto pubblicato sulla rivista
Il Borghese nel 1965, “è e rimane l’unico a potersi dare arie da
Padreterno”.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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20/12/2018 |
Agrigento. "Natale in song
2018" per il Teatro da Camera al Circolo
Empedocleo |
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Cartellone |
“Natale in song 2018” per il Teatro da Camera,
venerdi 21 dicembre alle ore 18.15, al Circolo Empedocleo di Agrigento.
Ideato e realizzato da Giuseppe Adamo e Mario Gaziano, è il terzo spettacolo
della terza stagione teatrale del Teatro da Camera, che sta riscuotendo un
coinvolgente successo e che arricchisce l’immagine culturale dello storico
Circolo Agrigentino.
”Natale in song 2018” ha una connotazione originale e propone temi musicali
e canori internazionali da Elvis Presley a Josè Feliciano, ad Astor
Piazzola, a Leonardo Coen: un’atmosfera natalizia oltre i confini della
tradizioni agrigentine e siciliane.
I testi recitati sono recuperati e scritti da Guido Gozzano, Mario Gaziano e
Ignazio Russo. “Natale in song 2018” si apre con la partecipazione del Coro
polifonico “Terzo Millennio” diretto dal M° Domenico Mannella. Il Coro
“Terzo Millennio” rappresenta una eccellenza nella ricca tradizione
polifonica della nostra provincia.
Partecipa Lillo D’Aleo, attore di grande forza di caratterizzazione che
propone “Il buon fratello”, un testo sulla natività scritto da Mario Gaziano
che racconta una storia tutta siciliana d’amore e di devozione religiosa.
Ospiti speciali di “Natale in Song 2018”: Caterina Pistone soprano e
Isabella Di Salvo pianista, che ritornano all’Empedocleo dopo il successo
riscosso nella “Serata Brecht”, realizzata con Rosaria Leto e Antonio
Garufo.
Caterina Pistone e Isabella Di Salvo propongono un ricco intervento con i
brani della natività White Christmas e Nativity di Astor Piazzola.
Il giovane attore Riccardo Terrazzino recita l’emozionante composizione tra
poesia e drammaturgia “Una preghiera a Gesù” di Mario Gaziano, scritta in
esclusiva per il giovane Riccardo.
Per la serata “Natale in song 2018”, su una coreografia di Simona Vita e
Fernando Cinquemani, si esibiscono anche i ballerini Caterina e Nicola
Barberi, che propongono una danza su brano di Elvis Presley.
Alfonso Marchica, uno dei decani del teatro agrigentino, propone - nella
veste di un monaco di cerca pieno di dubbi, che ha perso i fondamentali
punti di riferimento della religiosità più ortodossa - la famosissima poesia
di Ignazio Russo “Natali”.
Sarà poi la volta del cantante Gino Scordino di Agrigento, uno straordinario
artista che si esibisce solo in occasione di particolari liturgie e feste
religiose, appassionato cantante fortemente partecipe ed erede della
tradizione blues e soul dell’America degli anni ‘60 e ‘70.
Feliz navidad di Josè Feliciano, in esecuzione collettiva, conclude in forma
augurale la manifestazione “Natale in Song 2018”. La conduzione è affidata
all’attrice Maria Fantauzzo. Con la collaborazione artistica di Maria Grazia
Castellana e Giuseppe Portannese, regia di Giuseppe Adamo e Mario Gaziano.
L’ingresso è libero per soci e appassionati di Teatro da Camera.
Redazione
20 dicembre 2018.
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20/12/2018 |
Racconti. "Il pittore e
la modella" (in memoria di Renzo Collura); di
Salvatore Bellavia |
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In prossimità delle celebrazioni per la scomparsa del maestro Renzo Collura,
che si terranno a Grotte il prossimo anno 2019, proponiamo ai nostri lettori
uno dei racconti più apprezzati di Salvatore Bellavia, "Il pittore e la
modella", da noi già pubblicato il 10 luglio 2012, vergato dall'Autore con
affetto nel caro ricordo del grande amico Renzo. *****
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Salvatore Bellavia
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Tra le tele - non tutte di pregio - che arricchiscono il patrimonio
artistico delle chiese di Grotte, ve ne è una il cui valore è indiscutibile.
Collocata a periodi alterni nella chiesa madre e nella chiesa del
Purgatorio, dov'è attualmente esposta, l'opera, col trascorrere del tempo,
nonostante gli oltraggi subiti a causa di umidità e polvere, continua a
proporre ai fedeli il suo messaggio incontaminato. E' di una bellezza
immediata, di una chiarezza didascalica disarmante. Raffigura una ragazza,
Maria Goretti, salita giovanissima agli onori degli altari. Attorno a lei, i
simboli delle sue virtù eroiche. Dell'autore basta citare il nome: Renzo
Collura; un Maestro della pittura - purtroppo scomparso - che ha tanto amato
Grotte. Salvatore Bellavia, in questo breve racconto, rievoca un episodio
della sua fanciullezza legato a quell'opera. Anch'egli, a modo suo, è un
pittore; dalla tavolozza dei ricordi sceglie tinte e tonalità con cui
esprime, tratteggiandole con maestria, lontane reminiscenze nelle quali non
fatichiamo a riconoscere parte del nostro passato. Scrive di sé, ma
soprattutto di noi, che continueremo ad ammirare Maria Goretti ed
immagineremo il Maestro, la fanciulla ed un discolo curioso (a cui siamo
grati).
Carmelo Arnone |
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Santa Maria Goretti |
IL PITTORE E LA MODELLA
(In memoria di Renzo Collura)
di Salvatore Bellavia
I sensi estenuati dal caldo di questi giorni hanno trovato gradevole
frescura nel ricordo di un mio caro amico, magnifico artista e splendido
uomo: il pittore Renzo Collura.
Quando, agli inizi degli anni ottanta Gaetano Di Liberto, eccellente
pittore, sobrio e raffinato intellettuale, mi presentò Renzo Collura, fu
come proiettarmi indietro nel tempo.
Per raccontare un episodio della mia vita di ragazzo, sono stato tentato di
usare la banalissima frase “correva l’anno”; frase che nella sua ovvietà
funge da “passepartout” per entrare nei meandri della memoria individuale e
collettiva.
Dopo avere scritto “correva l’anno”, non sono riuscito, con mia angoscia ed
esasperato dispetto, ad andare oltre. Mi sono chiesto cosa fosse ad
impedirmi di scrivere quanto di ordinato e chiaro avevo da narrare, e dopo
avere letto per tante volte quella frase abusata capii che a bloccarmi era
il verbo “correre”.
Qualcosa, che non so bene definire, mi diceva che quel verbo, il
cui significato indica movimento, velocità, dinamismo, se usato per
rievocare gli anni del dopoguerra non solo sarebbe suonato stonato, ma
sarebbe stato avvertito come crudele ironia: quando le bocche da fuoco
furono messe a tacere, non cessarono angoscia, paura, disperazione e
miseria. Quegli anni furono dominati dalla lentezza, non della lentezza di
cui M. Kundera ha fatto confortevole e visionario elogio, ma da una lentezza
che aveva i tempi di una sinfonia di morte: lento era il rientro dalla
prigionia dei nostri soldati; lenta la consegna ai familiari delle salme dei
nostri caduti; lento e catarroso il respiro dei picconieri che nelle viscere
della terra scavavano l’oro giallo per i padroni; lento e disperato il
lamento dei “carusi” che, con le teneri spalle gravate dal peso di
sacchi stracolmi di terriccio solfifero, dal fondo della miniera, dopo avere
attraversato le gallerie, si trascinavano a quattro zampe per le scale a
gradino spezzato per consegnare al sole, alla pioggia, alla luna
quell’immonda ricchezza spesso macchiata di sangue e di morte; lente le
braccia dei contadini che con rabbiosa speranza lavoravano la terra per un
misero salario o per un raccolto avaro ed insufficiente a sfamare una
famiglia, spesso numerosa; lente e turbolente le brevi ore della notte,
lente e disperate le infinite ore del giorno.
E allora? Allora preferisco dire semplicemente che era l’estate del 1951.
Quel pomeriggio portavo i miei undici anni a spasso per il corso Garibaldi
dal basalto infuocato, quando mi accorsi che il portone della chiesa del
Purgatorio, che sempre avevo visto serrato e quindi inaccessibile, era
socchiuso. Mosso da curiosità e dal desiderio di un poco di morbida ombra,
di corsa m’infilai per quella stretta fessura, ma il mio entusiasmo svanì
perché fui invaso da una inquietante paura: gli occhi abbacinati dal sole
si rifiutavano di vedere; era come se fossi entrato in un antro buio e
deserto. Stavo per guadagnare velocemente l’uscita quando mi arrivò
all’orecchio il suono calmo, pacato ed armonioso della voce di un uomo.
Pensai che in quella fitta penombra ci fosse un prete in preghiera. Mi
rasserenai. Intanto gli occhi si erano abituati alla nuova luce e
cominciavano a mettere a fuoco; vidi tre persone: due giovani uomini ed una
ragazzina. Nessun prete.
Uno dei due uomini stava seduto su un gradino davanti l’altare maggiore,
mentre la ragazza stava in piedi con un braccio appoggiato sul ripiano di un
altare incastrato nella parete di sinistra della chiesa, e tutte e due
ascoltavano attentamente l’altro uomo che stava seduto in mezzo alla navata
su una sedia sgangherata circondato da tanti barattoli e da mucchietti di
polvere colorata. Dietro le sue spalle intravedevo montata su un telaio una
grande tela colorata, molto più grande di quella che usava mia nonna per
fare l’estratto di pomodoro.
Nessuno badò alla mia presenza. Rassicurato e senza fare alcun rumore mi
misi, quasi a nascondermi, vicino il fonte battesimale. L’uomo seduto
continuava il suo dire:
- Tu sei bella ed è per questo che ti ho chiesto di farmi da modella, ma io
ti voglio ancora più bella…
- Se mia figlia non va bene così per come è noi togliamo il disturbo e ce ne
andiamo…
- Non mi sono spiegato. Voglio dire che per aiutarmi a dipingere l’immagine
di una santa sarebbe bello se tua figlia assumesse un’espressione più
intensa, più, come dire, più angelica, ecco.
Il padre della ragazza, che evidentemente non aveva capito, fece una smorfia
come a volere significare:
- Questo è strambo! Cosa vuole da mia figlia?
Alla ragazza, mortificata e delusa, venne giù il broncio, ma subito il
pittore cominciò a parlare della vita della santa che voleva rappresentare
nel suo dipinto.
Maria, figlia di contadini, fin dalla più tenera età combatté le avversità e
le tante insidiose malattie rifugiandosi nella fede cristiana. La sera,
dopo una giornata di durissimo lavoro nei campi, prima di consumare la
magrissima cena, recitava con grande fervore le sue preghiere. Quella
fanciulla era per i familiari e per i vicini un esempio di virtù e di
forza. Un giorno il maligno s’impossessò di un giovane, che con la scusa di
avere bisogno di un rammendo ai suoi pantaloni attirò Maria in casa. Quando
Maria entrò nella stanza il giovane chiuse con il lucchetto la porta e
questo gesto mise in allarme la ragazza, che subito fu oggetto della furia…
di quel folle. Maria raccogliendo tutte le sue forze difese fino allo
strenuo la sua virtù. Il giovane con un punteruolo penetrò tante volte
l’innocente carne di Maria, che pur ferita mortalmente ebbe la forza di
uscire dalla stanza e chiedere aiuto: l’indomani morì con il nome di
Gesù sulle labbra.
Il viso della ragazza, mentre il pittore aggiungeva altri edificanti
particolari del martirio subito dalla giovanissima Maria, si trasfigurava: i
lineamenti erano come avvolti da un velo di commossa tenerezza. Mosse
qualche passo e si collocò sotto il cono di luce polverosa che pioveva da un
ampia finestra.
- Sì. Sì. Così. Sei bellissima!
Così sussurrò il pittore mentre intingeva il pennello nella tavolozza e
cominciava a lavorare sulla tela.
Uscii dalla chiesa, mi sentivo gli occhi bruciare: volli pensare che quel
bruciore fosse dovuto alla luce accecante del sole, quando invece gli occhi
mi lacrimavano per la commozione.
Avevo visto un artista all’opera: ero confuso e contento. Mai mi sarei
potuto immaginare che a distanza di decenni l’avrei incontrato per
diventarne affettuoso e grato amico.
Grotte, 6 luglio 2012
(Santa Maria Goretti, nel calendario).
Salvatore
Bellavia
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 10 luglio 2012.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.
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19/12/2018 |
Comune. Inaugurazione del
campo polivalente "Francesca Morvillo"; sabato 22 dicembre alle ore
09.30 |
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Manifesto |
Sarà
inaugurato sabato prossimo, 22 dicembre 2018, alle ore 09.30, il
campo polivalente coperto realizzato con i fondi del PON Legalità
2014-2020 "Io gioco legale" del Ministero dell'Interno.
La struttura sportiva - che si trova in Via Francesco Ingrao accanto
al campo di calcetto comunale - verrà denominata "Francesca Morvillo",
in memoria del magistrato dott.ssa Francesca Laura Morvillo, moglie del
giudice Giovanni Falcone, uccisa dalla mafia nella strage di Capaci il 23
maggio 1992.
Alla manifestazione, che si svolgerà con la presenza delle autorità civili e
militari, prenderanno parte gli alunni dell'Istituto Comprensivo "Angelo
Roncalli" che sul terreno di gioco disputeranno alcuni brevi incontri
sportivi dimostrativi.
Agli interventi delle Autorità seguirà la benedizione che verrà impartita da
padre Giovanni Castronovo, e le partite di pallavolo disputate dagli alunni
dell'Istituto grottese.
Redazione
19 dicembre 2018.
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19/12/2018 |
Riconoscimenti. Targa e
pergamena al dott. Salvino Salvaggio; sabato 22 dicembre in Aula
consiliare |
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Salvino Salvaggio |
Sabato 22 dicembre, alle ore 17.00 presso l’Aula consiliare,
l’Amministrazione comunale di Grotte consegnerà una targa e una pergamena al
commendatore Salvino Antony Salvaggio,
figlio di un
nostro emigrato in Belgio,
nominato cittadino benemerito della Città di Grotte per avere onorato la
nostra comunità con la sua azione culturale e manageriale.
Salvino Antony Salvaggio è nato in Belgio dove si è laureato e dove ha
insegnato. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni quali romanzi e libri di
arte culinaria e una consistente attività di manager e di giornalista.
Approda in Qatar dove ha contribuito allo sviluppo della vita economica di
quel Paese. In atto è direttore esecutivo per l’implementazione dei grandi
progetti alla Fondazione del Qatar, nonché Capo di Gabinetto del Vice
Presidente per la ricerca, sviluppo e innovazione. È stato nominato
Commendatore dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Negli anni precedenti il dott. Salvino Salvaggio ha lanciato in Qatar
importanti iniziative quale il primo centro di chirurgia robotizzata del
Medio Oriente, il centro di ricerca della Williams (Formula 1) in Qatar e il
primo centro di ricerca sulle tecnologie della mobilità, sempre nel Medio
Oriente. Ha contribuito alla creazione della Facoltà di Scienze sociali
dell’Università Hamad dove ha anche insegnato.
I cittadini di Grotte sono invitati a presenziare alla manifestazione per
rendere omaggio all’illustre figlio di un nostro emigrato che onora il
nostro paese con la sua importante attività.
Redazione
19 dicembre 2018.
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19/12/2018 |
Editoria. Presentazione del
libro "Villa Niscemi" di M. Marafon Pecoraro; venerdi 21 dicembre |
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Locandina
Prof.
Marafon Pecoraro |
Venerdi 21
dicembre alle ore 18.00, a Grotte presso l’auditorium San Nicola,
si terrà la presentazione del volume monografico “Villa Niscemi”,
commissionato dal Comune di Palermo alla casa editrice 40Due e scritto
dal prof. Massimiliano Marafon Pecoraro (con le foto di Alberto Forte).
L’opera tratta dell’omonima dimora settecentesca, Villa Niscemi, appartenuta
a diverse casate nobiliari, successivamente acquistata dall’Amministrazione
comunale di Palermo ed attualmente sede di rappresentanza del Comune.
Nel testo viene ricordato il nobile Tommaso Sanfilippo, Duca di Grotte
- la cui immagine scolpita è ancora oggi visibile nella chiesa Madre sul
cenotafio dedicato alla sua memoria - che tanto si prodigò per il bene del
paese e dei suoi abitanti soprattutto quelli delle classi meno abbienti.
Grazie al suo impegno si insediarono a Grotte, presso l’ex convento dei
Carmelitani, i Padri Scolopi con l’incarico di impartire l’insegnamento
gratuito alla piccola comunità cittadina.
Alla presentazione, moderata da Carmelo Arnone, interverranno:
- il prof. Alfonso Provvidenza, sindaco di Grotte;
- il dott. Mimmo Butera, sull’opera della Famiglia Sanfilippo a
Grotte;
- l’autore, prof. Massimiliano Marafon Pecoraro.
Redazione
19 dicembre 2018.
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Copertina |
18/12/2018 |
Iniziative. Canti natalizi e
santo Rosario al presepe di via Pertini; ogni sera dalle ore 20.30 |
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Via Pertini
Via Pertini |
"Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una
goccia nell’oceano.
Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe. Importate non è
ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare
piccole cose con grande amore.
Per noi nessun uomo è troppo misero per non essere l’immagine di Dio.
Non si possono amare due persone in maniera totale; ma si possono amare le
persone in maniera totale se in tutte si ama Gesù.
Non vedo il povero ma vedo Gesù che soffre nel povero e dice: Avevo fame e
mi avete dato da mangiare…
Non sono io che ho dovuto trovare Gesù. È lui che ha trovato me".
Con queste parole di Madre Teresa di Calcutta (persona straordinaria che la
Chiesa ha voluto riconoscere come santa innalzandola agli onori degli
altari) gli abitanti del quartiere di Via Pertini, a Grotte, mandano un
invito a tutti: ogni sera, sino alla vigilia di Natale, a partire dalle ore
20.30, chiunque vorrà potrà unirsi alla recita del santo Rosario ed al canto
di testi e musiche natalizie.
Chi ne avrà desiderio, potrà fare suo il messaggio di Madre Teresa, aiutando
il quartiere a contribuire a far trascorrere un Natale sereno e dignitoso
anche alle famiglie che vivono in stato di disagio economico e sociale.
Redazione
18 dicembre 2018.
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Via Pertini |
18/12/2018 |
Politica. Inaugurato il
Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte |
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Vedi le foto
Guarda il video |
Con la presenza dell'on. Alessandro Pagano (Vice presidente del gruppo
"Lega" alla Camera dei Deputati), è stata inaugurata domenica 16 dicembre,
la sede del
Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte, in Via Washington n° 2.
La manifestazione, alla quale hanno assistito attivisti e simpatizzanti, ha
preso il via con un discorso di
Joel Butera, nella qualità di Presidente del Circolo "Lega" di Grotte.
Il successivo intervento di
Massimiliano Rosselli, Responsabile Provinciale "Lega" Agrigento, ha aperto
un animato dibattito al quale hanno preso parte numerosi attivisti non
soltanto grottesi ma anche giunti da Agrigento, Racalmuto ed altri paesi
della provincia.
Tra quanti hanno dato un contributo d'idee, anche l'ex sindaco di Grotte
Paolino Fantauzzo, che riveste la carica di
Vice Presidente del Circolo "Lega" cittadino.
Di seguito ha parlato il Responsabile Enti Locali "Lega" in Sicilia
nonché Capogruppo al Consiglio comunale di Palermo
Igor Gelarda.
Le conclusioni sono state tratte dall'on. Alessandro Pagano, che ha chiuso
con un accorato "Viva l'Italia,
Viva la Lega".
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (10 foto e riprese di
© Associazione Culturale "Punto
Info").
Redazione
18 dicembre 2018
© Riproduzione riservata..
"Inaugurazione
Circolo Lega Salvini Premier" (Foto)
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Manifesto
Locandina |
18/12/2018 |
Pittura. "Renzo
Collura... Work in progress"; immagini della manifestazione |
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Interviste (video)
Ripresa integrale |
Sabato 15 dicembre 2018,
a Grotte presso l'auditorium San Nicola, si è tenuta una manifestazione sul
tema "Renzo Collura... Work in progress", un incontro dedicato
al grande Artista grottese; non soltanto un momento celebrativo ma
l'occasione per fare il punto della situazione e dare nuovo slancio affinché
le istituzioni - che da decenni ormai hanno più volte espresso la volontà di istituire un Museo
Civico di Arte Contemporanea dedicato alla figura dell'Artista - possano
procedere verso atti concreti.
All'incontro, animato da letture a cura di
Salvatore Milano,
Lorella Pillitteri ed
Alessandra Criminisi e coordinato da Carmelo Arnone, hanno partecipato:
- Alfonso Provvidenza (Sindaco di Grotte);
- Athos Collura (Artista e figlio del Pittore);
- Santino Lo Presti (Dirigente scolastico);
- Piero Carbone (Cultore di arte e storia);
- Giuseppe Cipolla (Critico d'arte e docente all'Accademia di Belle
Arti);
- Annamaria Todaro (Assessore alla Cultura).
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (26 foto di
© Emanuele Licata, interviste e ripresa
integrale di
© Associazione Culturale "Punto
Info").
Redazione
18 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
"Renzo
Collura... Work in progress" (Foto)
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Manifesto |
15/12/2018 |
Attualità. "L'Italia non
c'è"; di Raniero La
Valle |
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Raniero La Valle |
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare. È autore di numerose pubblicazioni. É
direttore di "Vasti - Scuola di Critica delle Antropologie"; presidente del
Comitato per la Democrazia Internazionale; promotore del "Manifesto per la
sinistra cristiana" nel quale propone il rilancio della partecipazione
politica e dei valori del patto costituzionale del '48 e la critica della
democrazia maggioritaria; presidente dei Comitati Dossetti per la
Costituzione.
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"L’Italia non c'è.
Quando la famigerata "casta" dei politici governava il
Paese, l’Italia uscita a pezzi dalla guerra era completamente in mano alla
NATO e agli Stati Uniti e vigilata dagli alleati europei più di quanto non
lo sia oggi nell’Unione Europea.
Eppure l’Italia grazie a uomini come De Gasperi,
Mattei, Moro, Fanfani e perfino Andreotti, riuscì a fare una politica estera
con alti margini di indipendenza e a modificare gli equilibri politici nel
Mediterraneo;
- Mattei ruppe il monopolio delle "Sette Sorelle" petrolifere che si
mangiavano tutti i profitti del petrolio arabo, restituì l’indipendenza
all’Iran dello Scià e aprì la stagione del risveglio dei popoli arabi;
- Fanfani e La Pira (e Lercaro a Bologna) misero in crisi l’omertà nei
confronti della guerra americana nel Vietnam e concorsero a liberare la
coscienza dei giovani che approdarono al '68 "antimperialista" e al
pacifismo;
- Moro negoziò con i palestinesi l'immunità dell'Italia dalle operazioni
violente irredentiste e terroriste della resistenza palestinese mentre
l'Italia, restando in perfetta lealtà con Israele, riconosceva di fatto lo
Stato di Palestina e gli faceva aprire un'ambasciata a Roma;
- Craxi affrontò gli americani a Sigonella in nome della sovranità italiana
e del diritto internazionale;
- Andreotti fece una politica mediterranea di pace giungendo a proporre al
collega francese, su sollecitazione di un Convegno internazionale svoltosi a
Montecitorio, un ingresso simultaneo di Israele e della Palestina
nell'Unione Europea, cosa che avrebbe posto termine a quel disperato e mai
più risolto conflitto;
- e con Berlinguer l'intera cultura politica italiana concepì una
conciliazione degli opposti che, con l'eurocomunismo e "il caso italiano",
avrebbe potuto aprire una stagione del tutto nuova nei rapporti mondiali
alla caduta del muro di Berlino.
Naturalmente l'Italia pagò dei costi, e se ne pagano
ancora: le basi militari americane da nord a sud del Paese, i missili
nucleari in Sicilia, Gladio, la scellerata partecipazione alla guerra del
Golfo e poi a quella jugoslava, e ci fu chi pagò con la vita, Mattei, Moro,
vittime sacrificali, e anche Berlinguer percosso ("ictus") dalla sua
passione morale e politica.
Adesso, proprio quando si pretende che sia "prima
l'Italia", l'Italia non c'è.
Non c'è tra i firmatari del Trattato dell'ONU per la
interdizione delle armi nucleari, non c'è più con l'operazione "Mare
nostrum" e ormai neppure con le ONG per salvare i naufraghi nel
Mediterraneo, non si è ricordata il 10 dicembre del settantesimo
anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, non c'era
a Marrakech quel giorno per la firma del patto mondiale contro la
rottamazione e il bruciore della Terra, né si è ricordata dei genocidi in
corso, quello dei Rohingya laggiù e dei migranti qui sulle vie di fuga dalla
Libia e dagli altri inferni provocati da noi.
Né si dica che ciò è a causa del populismo che governa
l'Italia.
Non è il populismo, che è il modo spregiativo per dire
"popolo", ma l'irrealtà che oggi governa l'Italia e la rappresenta sui
media, il popolo non vuole affatto la guerra nucleare né la distruzione
della Terra, né lo straripamento delle acque, né i naufraghi ributtati in
mare o nelle loro prigioni, né i genocidi comunque camuffati.
Ma se il verbo rimesso in auge e veicolato nella
cultura comune è di nuovo quello dei ghetti e del razzismo, è facile che dal
popolo sgusci qualche mentecatto che svelle le "pietre d'inciampo"
incastonate contro l'antisemitismo nelle strade di Roma.
Intanto Amnesty International pubblica il suo rapporto
2017-2018 in cui si documentano tutte le violazioni dei diritti umani di cui
la Repubblica italiana già nel 2017, governando Gentiloni, si era resa
colpevole.
La speranza è pertanto che l'Italia ritorni".
Raniero La Valle
15 dicembre 2018
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15/12/2018 |
Comune. Gita per diversamente
abili ai Presepi di Caltagirone; domande entro il 21 dicembre |
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Manifesto |
Oltre alla gita per 50
anziani, da realizzarsi il 5 gennaio 2019, l'Assessorato alla Solidarietà
Sociale del Comune di Grotte ha
organizzato anche una gita per 27 persone diversamente abili, e
relativi accompagnatori, per visitare i Presepi artistici di Caltagirone
nel giorno di venerdi 28 dicembre 2018. Le domande debbono essere
presentate entro il 21 dicembre 2018. Di seguito l'avviso. *****
COMUNE DI GROTTE
(Libero Consorzio Comunale di Agrigento)
ASSESSORATO ALLA SOLIDARIETÀ SOCIALE
SI AVVISA LA CITTADINANZA
che è intendimento di questa Amministrazione
organizzare una gita per persone diversamente abili e relativi
accompagnatori, per un numero complessivo di 27 partecipanti, della durata di un giorno, presso i
Presepi Artistici di Caltagirone, da realizzarsi il 28 dicembre 2018.
Sarà a carico del Comune il pullman per il raggiungimento della suddetta
località ed il biglietto d'ingresso, mentre il pranzo dell'importo di € 15,00 sarà a carico dei partecipanti.
Gli interessati potranno presentare formale richiesta utilizzando appositi
modelli da ritirare presso l'Ufficio Servizi Sociali.
L'istanza dovrà essere presentata entro e non oltre il 21 dicembre 2018.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi all'Ufficio Servizi Sociali.
Dalla Residenza Municipale, lì 14 dicembre 2018.
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L’Assessore alla Solidarietà Sociale
Miriam Cipolla |
Il Sindaco
Prof.
Alfonso Provvidenza
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15/12/2018 |
Poesia. "Chiostro di
Monreale", di Renzo Collura |
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Renzo Collura
Autoritratto |
Questa sera, alle ore 19.00
presso
l'auditorium San Nicola, si terrà un incontro sul tema
"Renzo Collura... Work in progress",
dedicato al grande Artista grottese, che si esprimeva principalmente con
pennelli, colori e tele ma anche - pochi ne sono a conoscenza- con
l'accostamento suggestivo di parole e frasi. Di seguito pubblichiamo una sua
poesia.
***** “CHIOSTRO
DI MONREALE”
... Teoria incorrotta
di marmorei steli
snodantisi abbinati
in fughe di mistero
lungo i lati
non brevi
di un quadrato
che l'onda viva della luce
accende
svegliando echi
di memorie antiche.
Visione sovrumana
espressa in pietra
nell'incanto di un mito
senza nome;
armonioso effluvio
di motivi
fantasiosa voluttà
d'intarsi di colori e d'oro.
Trionfo di perizia
e di sapere
palpito arcano
di suprema ascesa
somma conquista
di un Valore umano
che si specchia nell'Arte
e si sublima.
Canto di Vita
e sogno del passato
inno di grazia
e fremito d'amore
sinfonia compiuta
di leggende
mirabile accento di una età
densa di magia:
magia fascinosa d'Oriente.
Renzo Collura
(Da "Il Ciclope" - periodico di
cultura. Palermo, giugno 1954)
© Riproduzione riservata.
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14/12/2018 |
Politica. Inaugurazione del
Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte; domenica 16 dicembre |
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Manifesto |
Domenica 16 dicembre, alle ore 18.00, sarà inaugurata
la sede del
Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte, in Via Washington n° 2.
Alla manifestazione interverranno:
- On. Alessandro Pagano (Vice presidente del gruppo "Lega" alla Camera dei
Deputati);
- Igor Gelarda (Responsabile Enti Locali "Lega" in Sicilia e Capogruppo al
Consiglio comunale di Palermo);
- Massimiliano Rosselli (Responsabile Provinciale "Lega" Agrigento);
- Joel Butera (Presidente del Circolo "Lega" di Grotte).
I cittadini sono invitati a partecipare.
Redazione
14 dicembre 2018.
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Locandina |
14/12/2018 |
Volontariato. Domenica 16 dicembre,
donazione di sangue presso la sede Adas di Grotte |
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Verrà effettuata domenica 16 dicembre, dalle ore 08.00 alle ore 12.00 a Grotte, presso la
sede Adas di Via Francesco Ingrao n° 92-94, la raccolta di sangue che, con
cadenza mensile, coinvolge i donatori grottesi. L'autoemoteca sosterà nel piazzale
interno della struttura.
I donatori dovranno essere a digiuno e dovranno portare il
tesserino Adas, un documento di riconoscimento e le ultime analisi; ciò
consentirà al personale medico, nel massimo rispetto della privacy, di
valutarne lo stato di salute e consentire di effettuare la donazione con più
tranquillità. Donare il sangue è un atto di generosità, gratuito e
disinteressato; un gesto d'amore che gratifica chi lo compie e salva la vita
a chi lo riceve.
Donazione di sangue
Grotte - Via Francesco Ingrao n° 92-94
Domenica 16 dicembre - ore 08.00/12.00
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14/12/2018 |
Associazioni. Aperte le
iscrizioni per il Gruppo dei Tamburinari "Santa Venera" |
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Associazione
Tamburinari |
L'Associazione Tamburinari "Santa Venera" comunica che sono aperte le
iscrizioni per quanti vogliono avvicinarsi all'arte musicale delle
percussioni su tamburo. La tradizione antica dei tamburinari grottesi, per
lunghi decenni tralasciata e destinata ad essere definitivamente rimossa
dalla memoria collettiva, è stata riscoperta e riportata in auge dal
presidente Fabrizio Lazzaro, fondatore dell'Associazione intitolata alla
Santa Patrona del paese.
Gli aspiranti tamburinari, dopo un periodo di studio e tirocinio pratico,
entrano a far parte a pieno titolo dell'Associazione e partecipano alle
feste, ricorrenze e manifestazioni nelle quali sono chiamati ad intervenire.
Per le informazioni e le iscrizioni è possibile rivolgersi al
presidente
Fabrizio Lazzaro, anche tramite il numero 327.4657647.
Redazione
14 dicembre 2018.
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14/12/2018 |
Servizi. Rinnovo della patente
di guida; visita medica presso i presidi sanitari di Grotte e Racalmuto |
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Presso i presidi sanitari di Grotte (in Via
Confine) e Racalmuto è possibile richiedere la certificazione
medica di idoneità psico-fisica per il rinnovo delle patenti di guida
di categoria "A" e "B".
Il servizio di rilascio della certificazione, che era stato sospeso
temporaneamente a causa di difficoltà tecniche, adesso è ripreso
regolarmente.
Per ottenere la certificazione occorre recarsi presso il presidio sanitario
portando:
- una fotografia formato tessera (dimensioni: larghezza 33 mm, altezza 40
mm);
- la patente di guida in scadenza (che sarà restituita al titolare);
- un documento di identità in corso di validità (è valida la stessa patente
purché non ancora scaduta;
leggi la norma);
- il codice fiscale (tessera sanitaria);
- chi necessita di occhiali o lenti a contatto porterà anche il certificato
di rifrazione delle lenti con visus naturale e corretto.
Al termine della visita medica occorrerà effettuare i seguenti versamenti:
- euro 20,65 per rinnovo patenti A e B; da effettuare all'Ufficio
Postale;
- euro 10,20 per la Motorizzazione Civile sul c/c postale n° 9001; da
effettuare all'Ufficio Postale;
- euro 16,00 di imposta di bollo per rinnovo patente "Bollo Patenti
Regione Siciliana"; da effettuare presso uno sportello Unicredit.
Le ricevute dei versamenti dovranno essere consegnati al presidio sanitario.
Nei casi previsti, su richiesta del Medico competente, si dovrà produrre il
certificato dei precedenti morbosi (ex anamnestico per idoneità patente di
giuda) rilasciato dal Medico di medicina generale (il proprio medico di
base).
Il Medico competente potrà richiedere ulteriori accertamenti ritenuti
indispensabili al rilascio della certificazione medica di idoneità
psico-fisica alla guida.
Chi vorrà rinnovare la propria patente di guida utilizzando il servizio
offerto dall'Azienda Sanitaria Provinciale, presso i presidi sanitari,
pagherà soltanto la somma complessiva di euro 46,85 (totale dei tre
versamenti indicati sopra).
Chi vorrà utilizzare i servizi offerti da professionisti o strutture private
potrà farlo pagandone il relativo
onorario, oltre alla
somma comunque dovuta
di
euro 46,85.
Carmelo Arnone
14 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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13/12/2018 |
Musica. "Grande Serata di
Gala" del Liceo "Majorana" di Agrigento; venerdi 14 dicembre |
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Manifesto |
Venerdi 14
dicembre 2018, alle ore 16.30 presso l'auditorium del CUPA (Consorzio
Universitario della Provincia di Agrigento) in Contrada Calcarelle ad
Agrigento, si terrà una "Grande Serata di Gala".
Nel corso della manifestazione, organizzata dal Liceo Scientifico e Musicale
"Ettore Majorana", nella quale si esibirà l'Orchestra dell'Istituto diretta
dai professori Carmelo Farruggia e Marco Salvaggio, sarà inaugurato il
Laboratorio di Tecnologie Musicali.
Con l'attivazione dei corsi ad indirizzo musicale, il Liceo "Majorana" ha
dato l'opportunità a numerosi studenti di poter seguire ed alimentare la
propria passione musicale. Durante la "Grande Serata di Gala" si esibiranno
i diversi studenti grottesi dell'Istituto.
Redazione
13 dicembre 2018.
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13/12/2018 |
Comune. Programma delle
iniziative e manifestazioni delle festività di fine anno |
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Manifesto |
L'Assessorato
alla Cultura, Sport, Spettacolo e Pubblica Istruzione del Comune di Grotte
ha predisposto un programma di manifestazioni per le festività del Natale
2018, del Capodanno e dell'Epifania 2019. Pubblichiamo di seguito il
calendario.
*****
Sabato 8
dicembre
- Festa dell'Immacolata Concezione
Domenica 9 dicembre
- Inaugurazione dei presepi
Lunedi 10 dicembre
- "Accendiamo l'albero"
Babbo Natale e gli zampognari in Piazza Umberto I, ore 19.30
Martedi 11 dicembre
- Zampognari alla Scuola Primaria, ore 10.00
- Serata con gli zampognari fra i quartieri grottesi
Mercoledi 12 dicembre
- Zampognari alla Scuola secondaria, ore 10.00
- Serata con gli zampognari fra i quartieri grottesi
Sabato 15 dicembre
- "Renzo
Collura... Work in progress"
Ospite d'eccezione Athos Collura, Auditorium San Nicola, ore 19.00
Domenica 16 dicembre
- Inizio novene natalizie
Venerdi 21 dicembre
- Presentazione del libro "Villa Niscemi"
del prof. Massimilianio Marafon Pecoraro, Auditorium San Nicola, ore 17.30
- "La casa di Babbo Natale" con varietà, attrattive,
sorprese e magie per i bambini, Atrio comunale, ore 18.30
- "Concerto di Natale" della Scuola di canto "Live Music Factory"
diretta da Gabriela Mangione, Piazza Umberto I, ore 20.30
Sabato 22 dicembre
- Inaugurazione del Campetto polivalente "Francesca Morvillo"
con la presenza delle scuole, ore 09.30
28 - 29 - 30 dicembre
- Mercatino di Natale, Via Francesco Crispi
Sabato 29 dicembre
- Coro polifonico "Terzo Millennio"
diretto dal M° Domenico Mannella, chiesa Madre, ore 19.15
Domenica 30 dicembre
- Tombolata della Solidarietà, Auditorium San Nicola, ore 17.00
- XII Concerto di Capodanno del Complesso Bandistico "G. Verdi",
chiesa Madre, ore 20.00
Sabato 5 gennaio
- Gita degli anziani ai presepi di Caltagirone
Domenica 6 gennaio
- La Befana incontrerà grandi e piccini in Piazza Umberto I, ore 18.30
- Premiazione miglior presepe 2018-2019.
Redazione
13 dicembre 2018.
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13/12/2018 |
Iniziative. Acceso l'albero di
Natale in Piazza
Umberto I |
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Inaugurazione
Piazza Umberto I |
È stato
inaugurato lo scorso lunedi 10 dicembre il grande albero di Natale installato nel centro della Piazza
Umberto I a Grotte. Per l'accensione delle luci, l'Amministrazione comunale ha
organizzato uno spettacolo, animato dalla presenza di un Babbo Natale e
dagli zampognari.
"Abbiamo dato vita alla cerimonia di accensione del grande albero di
Natale 2018 - ha dichiarato l'assessore Annamaria Todaro - e di tutte
le luci che abbelliranno il nostro paese per tutto il periodo natalizio. Ho
Notato con piacere che la manifestazione si è trasformata in una festa molto
partecipata, che ha aggregato la nostra comunità. Si sono radunati i bambini
dando il via alle attività del periodo natalizio. Intendo ringraziare la
Forestale - ha continuato l'Assessore - per averci donato l'albero,
un grazie di cuore a tutto l'Ufficio Tecnico che mi collabora sempre con la
massima disponibilità, grazie davvero. Ma soprattutto grazie a tutta la
cittadinanza di Grotte per la partecipazione momenti essenziali di
aggregazione e condivisione. Stilando il programma natalizio abbiamo voluto
rendere protagonisti i bambini, perché sono loro che ci fanno davvero
cogliere l'essenza del Natale che ci ricorda la nascita di Gesù Bambino nel
cuore di ognuno di noi, ed proprio con questo amore e con questi occhi che
dovremmo vedere il nostro paese, con questo senso di appartenenza alla
comunità, cercando di tutelarlo. Questo Albero rappresenta Grotte, ed i
bambini sono il futuro della nostra comunità grottese - ha concluso
Todaro - a cui spero abbiamo lasciato un ricordo felice".
Con l'iniziativa, che ha raccolto il gradimento dei numerosi cittadini
presenti, è stato inaugurato anche il presepe in legno dinanzi all'albero,
realizzato dall'artista grottese Mirko La Mendola.
Redazione
13 dicembre 2018.
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Manifesto |
12/12/2018 |
Comune. Organizzata gita per
anziani ai presepi di Caltagirone; domande entro il 21 dicembre |
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Manifesto |
"La gita è stata pensata per far uscire e visitare i presepi di Natale a
50 anziani residenti a grotte, mettendoci a loro disposizione, poiché
vogliamo coccolarli. Si tratta di un momento ricreativo e di relax teso a
favorire momenti di aggregazione e socializzazione"; così l'assessore
alla Solidarietà Sociale del Comune di Grotte, Zina Maria Cipolla, ha
presentato la gita per 50
anziani, organizzata per sabato 5 gennaio 2019, diretta a visitare i
Presepi di Natale di Caltagirone. Le domande debbono essere presentate entro il
21 dicembre 2018. Di seguito l'avviso
(Modello
da compilare). *****
COMUNE DI GROTTE
(Libero Consorzio Comunale di Agrigento)
ASSESSORATO ALLA SOLIDARIETÀ SOCIALE
SI AVVISA LA CITTADINANZA
che è intendimento di questa Amministrazione
organizzare una gita per anziani della durata di un giorno, presso il
Presepe di Caltagirone, da realizzarsi il 5
gennaio 2019.
Sarà a carico del Comune il pullman per il raggiungimento della suddetta
località, mentre il pranzo dell'importo di € 15,00 sarà a carico dei partecipanti.
Gli interessati, di età non inferiore ai 65 anni se donne e 70 se uomini,
potranno presentare formale richiesta utilizzando appositi modelli da
ritirare presso l'Ufficio Servizi Sociali. (Modello
da compilare).
L'istanza dovrà essere presentata entro e non oltre il 21 dicembre 2018, con
allegata copia del modello ISEE in corso di validità.
Sarà stilata apposita graduatoria tenendo conto della data di presentazione
e del reddito complessivo del nucleo familiare.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi all'Ufficio Servizi Sociali.
Dalla Residenza Municipale, lì 12 dicembre 2018.
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L’Assessore alla Solidarietà Sociale
Zina Maria Cipolla |
Il Sindaco
Alfonso Provvidenza
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11/12/2018 |
Iniziative. Amore per il
proprio paese? C'è chi lo dice con un fiore |
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Al Portobello
Al Portobello
Al Portobello
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Il paese che mi piace è proprio questo: quello di chi
non delega ad altri il da farsi per renderlo migliore.
Quello di chi, anche con un piccolo gesto, spesso destinato a rimanere
ignoto, rende un servizio alla propria comunità.
Nei giorni corsi ho visto nei vari angoli di Grotte spuntare, quasi per
germinazione spontanea, numerose piantine dai petali colorati. Belle da
guardare, elemento d'arredo urbano, tocco di eleganza, minuscole oasi di
serenità visiva.
Fiori all'incrocio del Portobello; ancora fiori di fronte alla chiesa del
Purgatorio ed in Piazza Marconi; altri fiori dinanzi la chiesa Madre e sulla
scalinata che conduce alla casa natale di padre Vinti. Senza dubbio uno
spettacolo molto gradevole.
Per le cose belle non ci si chiede mai di chi è il merito; anzi, ad essere
più espliciti, non le si sottolinea affatto, perché non fanno scandalo, non
suscitano scalpore mediatico, non attirano commenti sui social, non si
prestano alle battute sarcastiche degli anonimi "leoni da tastiera". Invece
stavolta me lo sono chiesto, ed ho scoperto che l'idea non è stata
dell'Amministrazione (come verrebbe da pensare) ma di un privato cittadino.
Ad essere precisi, di una cittadina.
Una persona che l'amore per il proprio paese lo dimostra concretamente, con
iniziative generose e disinteressate nelle quali pone sempre il proprio
impegno diretto. Sua, ad esempio, è stata l'idea della "Passeggiata della
salute" (iniziativa che a cadenza settimanale ha visto decine di cittadini
percorrere e riscoprire gli angoli più nascosti di Grotte), così come a lei
è venuto in mente - qualche anno fa - di realizzare il "Piedibus" per
accompagnare a scuola i bambini delle elementari. E che dire della "Visita
alle grotte" di Grotte, ideata e organizzata da lei sempre a beneficio degli
studenti? Stavolta, in occasione del Natale, i suoi sentimenti ha voluto
esprimerli... con un fiore (decine di piantine sparse per le vie).
Tanta energia espressa nella semplicità, tenendosi sempre lontana da
microfoni, telecamere e riflettori, perché il bene non si fa per cercare
applausi e consensi.
"I miei ringraziamenti vanno a Mirella Salvaggio - le parole del
sindaco Alfonso Provvidenza - per il dono che ha fatto alla cittadinanza
delle numerose piante che allietano le feste natalizie. Ancora una volta
colgo l'occasione per esprimerle la mia stima e complimentarmi con lei per
le numerose iniziative che ha saputo realizzare".
Carmelo Arnone
11 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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Via Fonte |
Al Purgatorio |
Corso Garibaldi |
Piazza Marconi |
Piazza Marconi
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10/12/2018 |
Aragona. Riapre il centro
vaccinale dopo i lavori di ristrutturazione |
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Il sindaco di Aragona Giuseppe Pendolino comunica la
riapertura del centro vaccinale di Aragona, dopo i lavori di manutenzione
straordinaria per la risoluzione delle carenze igienico sanitarie.
Le attività vaccinali al presidio di igiene pubblica di Aragona erano state
sospese lo scorso 14 giugno e trasferite presso la sede di Santa Elisabetta.
I lavori adesso sono terminati ed il centro è tornano nuovamente in
funzione.
I responsabili dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, lo scorso 7
dicembre, hanno effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni del
centro vaccinale di Aragona ed hanno costatato che anche i lavori di pulizia
sono stati completati in maniera ottimale.
Le attività vaccinali presso il presidio di igiene pubblica di Aragona
riprenderanno da mercoledì 13 dicembre e si svolgeranno nei giorni di lunedì
e giovedi.
Redazione
10 dicembre 2018.
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10/12/2018 |
Pittura. "Renzo
Collura... Work in progress"; sabato 15 dicembre, auditorium San Nicola |
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Manifesto |
"Solo
attraverso l'azione penetrante della cultura si possa pervenire alla
conoscenza, alla comprensione ed al diffuso rispetto per le istituzioni, le
persone e le cose che riflettono i valori più autentici della comunità".
Era questo l'auspicio - ed insieme la ferma convinzione - del Maestro Renzo
Collura, espresso pubblicamente in occasione della realizzazione dei mini
murales al Calvario di Grotte nel 1982.
Il paese che gli ha dato i natali, verso cui l'Artista non mancava occasione
di mostrare il proprio attaccamento, e che oggi ne accoglie le spoglie
mortali nel cimitero comunale, nel decennale della scomparsa gli ha dedicato
la piazza più antica, Piazza Renzo Collura (già Piazza Fonte), già oggetto
di attenzione del famoso pittore che la immortalò in diversi suoi dipinti.
Da decenni ormai le varie Amministrazioni che si sono susseguite alla guida
del paese hanno più volte espresso la volontà di istituire un Museo
Civico di Arte Contemporanea dedicato alla figura dell'Artista; numerosi
celebri pittori contemporanei si sono impegnati ad offrire loro opere a
titolo gratuito al nuovo Museo; il figlio Athos (che ha seguito con
successo le orme del genitore) ha ribadito di voler lasciare alla nuova
istituzione museale un patrimonio di circa 30 opere del Padre; l'edificio
sarebbe già stato individuato nei locali al piano superiore della Biblioteca
comunale; nessun ostacolo o impedimento di carattere burocratico pare
esserci da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali, dell'Assessorato
Regionale e del Comune.
Per usare una metafora, il vento soffia e gonfia le vele ma la nave non
salpa; dunque occorre la buona volontà di levare l'àncora che, sotto la
superficie, impedisce l'inizio di quest'avventura.
Ecco perché "Renzo Collura... Work in progress", un incontro dedicato
al grande Artista grottese, non soltanto un momento celebrativo ma
l'occasione per fare il punto della situazione e dare nuovo slancio affinché
le istituzioni possano mutare le parole in atti concreti.
Sabato 15 dicembre 2018, alle ore 19.00 presso l'auditorium San Nicola,
ne parleranno:
- Alfonso Provvidenza (Sindaco di Grotte);
- Athos Collura (Artista e figlio del Pittore);
- Santino Lo Presti (Dirigente scolastico);
- Piero Carbone (Cultore di arte e storia);
- Giuseppe Cipolla (Critico d'arte e docente all'Accademia di Belle
Arti).
L'incontro, coordinato da Carmelo Arnone, sarà animato da letture a cura di
Salvatore Milano,
Lorella Pillitteri ed
Alessandra Criminisi.
Redazione
10 dicembre 2018.
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10/12/2018 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della settimana. |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 10 dicembre - Triduo in onore di santa Lucia (1° giorno)
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle
Comunità Neocatecumenali;
- ore 08.45, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santo Rosario (nel triduo in
onore di santa Lucia);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nel triduo in
onore di santa Lucia);
- ore 19.30, in chiesa Madre, incontro di preghiera del gruppo del
Rinnovamento nello Spirito;
- ore 20.00, nella chiesa di san Rocco, incontro del Gruppo Famiglie.
Martedi 11 dicembre - Triduo in onore di santa Lucia (2° giorno)
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle
Comunità Neocatecumenali;
- ore 08.45, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santo Rosario (nel triduo in
onore di santa Lucia);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nel triduo in
onore di santa Lucia);
- ore 20.15, nei locali della chiesa San Francesco, catechesi tenuta
dai fratelli del Cammino Neocatecumenale (sono aperte le iscrizioni per i
cresimandi adulti).
Mercoledi 12 dicembre - Triduo in onore di santa Lucia (3°
giorno)
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle
Comunità Neocatecumenali;
- ore 08.45, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santo Rosario (nel triduo in
onore di santa Lucia);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa e Vespri solenni
(nel triduo in onore di santa Lucia).
Giovedi 13 dicembre - Festa di santa Lucia
-oggi non sarà celebrata la santa Messa in chiesa madre;
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle
Comunità Neocatecumenali;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nella Festa di
santa Lucia);
- ore 11.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nella Festa di
santa Lucia);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nella Festa di
santa Lucia);
- ore 20.00, nei locali della chiesa San Francesco, incontro delle coppie di
sposi.
Venerdi
14 dicembre
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle
Comunità Neocatecumenali;
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.15, in chiesa Madre, prove di canto della corale interparrocchiale;
- ore 20.15, nei locali della chiesa San Francesco, catechesi tenuta dai
fratelli del Cammino Neocatecumenale (sono aperte le iscrizioni per i
cresimandi adulti).
Sabato 15 dicembre
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva.
Domenica 16 dicembre - Novena del santo Natale (1° giorno)
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa (con la consegna
della Bibbia ai ragazzi del 2° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa
Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede dei fidanzati
e con la consegna
della Bibbia ai ragazzi del 2° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
Da domenica 16 dicembre inizia la novena del santo Natale:
- nella chiesa di san Rocco, ore 18.00, santo Rosario e novena;
- nella chiesa Madonna del Carmelo, ore 08.45, santa Messa; ore 17.00, santo
Rosario e Novena;
- in chiesa Madre, ore 18.15, santo Rosario e Novena.
Per tutto il tempo dell'Avvento i fratelli delle Comunità Neocatecumenali
si riuniranno tutti i giorni feriali (dal lunedi al venerdi, escluso
i festivi e prefestivi) alle ore 06.00 nella chiesa Madonna del Carmelo
per la recita delle Lodi Mattutine; la partecipazione è aperta a
tutti coloro che vorranno unirsi alla preghiera.
Ogni martedi e venerdi, alle ore 20.15 nei locali della chiesa di san
Francesco, hanno luogo le catechesi tenute dai fratelli del Cammino
Neocatecumenale.
Con l'inizio delle catechesi tenute dai fratelli del Cammino
Neocatecumenale, inizia anche il corso per i cresimandi adulti, sempre ogni martedi e venerdi, alle ore 20.15 nei locali della chiesa di san
Francesco.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 17.30, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco
ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del
Carmelo ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.45, chiesa Madre |
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09/12/2018 |
Musica. "Concerto di fine
anno" dell'Orchestra Filarmonica Nissena, con il M° Salvatore Salvaggio |
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Manifesto |
Sabato 22
dicembre 2018, presso il Teatro Sociale di Canicatti, alle ore 20.30, si
terrà una serata dedicata alla grande musica classica con il “Concerto di
Fine Anno”. La manifestazione, con la direzione artistica del M°
Luigi Sferrazza, vedrà come protagonisti: il M° Salvatore Salvaggio
(basso baritono, interprete dalle eccellenti doti vocali, applaudito nei più
celebri Teatri del mondo) ed i 50 musicisti dell’Orchestra Filarmonica
Nissena diretta dal M° Damiano Binetti (uno dei più illustri direttori
d’orchestra del panorama internazionale). Il concerto è il primo
appuntamento di una lunga tournée che comprende altre 11 esibizioni, che si
terranno dal 26 dicembre 2018 al 14 gennaio 2019 nelle città di Pechino,
Chengdu, Yanchuan, Wanning, Zhenjiang, Qing Shui Wan, Haikou, Puyang e
Shanghai. Il repertorio, comprendente brani celebri e coinvolgenti, spazierà
attraverso la musica lirico-sinfonica italiana: dal “Barbiere di Siviglia”
di Rossini alla “Norma” di Bellini, passando per le grandi colonne sonore
dei film di Morricone e Nino Rota ai valzer viennesi di Strauss, per
concludere con un omaggio all’intramontabile tradizione napoletana.
Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero
329.7345162; prevendita a Grotte presso il bar Portobello.
Redazione
9 dicembre 2018.
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09/12/2018 |
Lingua. "Origini del
vernacolo siciliano e della lingua italiana" (4); di Rodolfo Costanza |
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Brano di
Jacopo da Lentini
Prof. Rodolfo Costanza |
Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
(Puntata n° 4)
4. Il volgare italiano
prima dell’anno mille
4.1 Le prime espressioni in volgare italiano
La caratteristica più rilevante della lingua
italiana che salta all’occhio, all’orecchio e alla ragione è che deriva dal
latino parlato. Da ciò la denominazione di lingua romanza.
Quando gli studiosi sono riusciti a determinare che
il latino parlato in Italia si era trasformato dopo un lungo processo in una
nuova lingua?
La “lingua volgare”, o la lingua parlata dal popolo (in
latino vulgus), non ha una data di nascita precisa. Testimonianze
delle trasformazioni del latino in lingua volgare si riducono a pochissimi
documenti. Tra i più antichi è da ricordare un testo singolare, il
cosiddetto Indovinello veronese che risale alla fine del secolo VIII
o ai primi anni del IX scoperto nel 1924 da Luigi Schiapparelli in un codice
della Biblioteca Capitolare di Verona.
Il testo dell’Indovinello
Se pareba boves,
alba pratàlia aràba
et albo versòrio teneba,
et negro sèmen seminaba.
L’autore di queste tre righe è un ignoto
scrivano veronese (forse un colto frate) che, a margine del testo classico
che stava ricopiando, quasi come un passatempo per allentare la tensione del
proprio lavoro, annotò il testo di un indovinello. Si tratta di un testo in
corsivo minuscolo vergato sulla parte anteriore della pergamena oggi
indicata come pagina 3 del codice LXXXIX custodito nella Biblioteca
Capitolare di Verona. Che la mano che l’ha scritto fosse veronese,
probabilmente di un amanuense della stessa Capitolare, è attestata dalla
presenza di tratti tipici del dialetto veronese (come versòrio,
“aratro” e i verbi all’imperfetto indicativo in -eba invece di -aba o -ava).
L’indovinello veronese a parere della maggior parte degli studiosi non è
considerato ancora volgare italiano.
Caso curioso è quello dell’iscrizione della catacomba
romana di Commodilla, la quale è un anonimo graffito tracciato sul muro.
Benché sembri a prima vista conservare un aspetto latineggiante,
vistosamente rivela il suo reale carattere di registrazione del parlato.
Il graffito può essere fatto risalire a un periodo tra
il VII secolo e la metà del IX, ed è così trascrivibile: “Non dicere ille
secrita a bboce”, cioè “Non dire quei segreti a voce alta”. Tale grafia
rende in maniera fedele la pronuncia con betacismo (passaggio di v a b: lat.
Vocem diventa Boce) e raddoppiamento fonosintattico.
L’iscrizione della basilica di San Clemente rientra
invece in un progetto grafico ben più complesso: si tratta di un affresco in
cui parole in latino e in volgare sono state dipinte fin dall’inizio accanto
ai personaggi rappresentati, per identificarli e per mostrare il loro ruolo
nella storia narrata. Le frasi sono in un volgare vivace e popolarescamente
espressivo. L’affresco fu dipinto alla fine dell’XI secolo. Il latino è
adottato nelle parti più elevate del testo, per indicare l’intenzione di chi
ha fatto dipingere l’affresco o per esprimere il giudizio morale
sull’accaduto. Il volgare, per contro, esplode vivace nelle didascalie che
registrano con marcato espressionismo plebeo voci e azioni dei personaggi: “Falite
dereto co lo palo…”. Di questi scritti di volgare arcaico, risalenti a
prima dell’anno mille, sparsi per l’Italia sono un centinaio, ciò dimostra
una certa dinamicità fin dai suoi inizi del nostro vernacolo nazionale.
Invece i Placiti Capuani o Placiti Cassinesi,
sono una formula di giuramento che certifica la consapevolezza della nascita
di una nuova lingua volgare. I Placiti sopravvissero alle
vicissitudini subite dal monastero di Montecassino che le ha ospitate per
secoli. Nel Settecento furono portate alla luce da Gaetano Erasmo Gattola,
eminente storico e archivista del monastero.
I quattro Placiti Cassinesi, conosciuti anche
come “Placiti Capuani”, sono quattro testimonianze giurate, registrate tra
il 963 e il 969, sull’appartenenza di certe terre ai monasteri benedettini
di Capua. Essi sono i primi documenti di volgare italiano scritti in un
linguaggio che vuol essere ufficiale e dotto. Riguardava una lite sui
confini di proprietà tra il monastero di Montecassino e un piccolo
feudatario locale, Rodelgrimo d’Aquino. La formula è la seguente: “Sao ko
kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte
Sancti Benedicti”. Questa formula corrisponde ad altre formule simili
scritte in volgare e in latino nel X secolo da altri notai ritrovate in
varie località dell’Italia centrale. In altre tre carte notarili analoghe,
una di Sessa Aurunca e due di Teano, risalenti al 963, si trovano formule
molto simili.
Il volgare può affiorare in forma di postilla, cioè in
forma di testo aggiunto al rogito vero e proprio. È quanto accade nella
cosiddetta Postilla amiatina del 1087. Il notaio estensore dell’atto in
lingua latina aggiunse alla fine la seguente postilla: “Ista cartula est
de caput coctu ille adiuvet de ill rebottu…”. Dal punto di vista
linguistico, si osserva la presenza delle u finali al posto delle o, una
caratteristica presente nel territorio del Monte Amiata. I versi
significherebbero: “Questa carta è di Capocotto: essa lo aiuti da quel
ribaldo che tal consiglio gli mise in corpo”.
4.2. La rustica
lingua francese e la ruvida lingua theudisca
Nel frattempo (IX sec. a.C.) si formano nell’Europa
del nord due lingue volgari, il francese derivato dal latino e il tedesco
derivato dall’antica lingua germanica. Per merito di Carlo Magno, del monaco
Alcuino e di Lotario si ha la prima riforma scolastica nell’Europa
occidentale dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente che consiste nel
ritorno alle forme classiche del latino degli antichi letterati romani e
l’istituzione di otto scuole regie che danno vita alla Rinascenza
carolingia.
Proprio in quel periodo, nell’842, si ha la prima
ufficializzazione dell’uso delle due lingue più diffuse in Europa
occidentale (la rustica lingua romana che sarebbe il francese e la theudisca
che sarebbe il tedesco) manifestata dalla formula del Giuramento di
Strasburgo del 14 febbraio 842 per concordare l’alleanza tra due dei figli
di Ludovico imperatore, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico.
Il Giuramento di Strasburgo è ritenuto il primo
documento in una lingua romanza scritta. Il 14 febbraio dell’anno 842 Carlo
il Calvo e Ludovico il Germanico si ritrovano a Strasburgo per giurarsi
fedeltà reciproca, e per affermare che nessuno di loro avrebbe stretto patti
di alleanza con Lotario I (imperatore e fratello di Carlo e Ludovico).
In quest’occasione per farsi capire dai soldati
francesi, Ludovico il Germanico aveva giurato in romana lingua
(francese) e Carlo il Calvo, per farsi capire dai soldati tedeschi, in
teudisca lingua (tedesco), mentre i due principi prestavano il
giuramento nelle rispettive lingue. La testimonianza di questo evento c’è
data dallo storico Nitardo, nipote di Carlo Magno e cugino dei due sovrani,
nelle sue Historiae.
Le trascrizioni sono state adattate all’uso moderno,
con lo scioglimento delle abbreviazioni e l’inserimento della punteggiatura
e degli spazi fra le parole. Ne riportiamo un breve stralcio.
Testo originale: Antico francese
“Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro
commun saluament, d'ist di in auant, in quant Deus
sauir et podir me
dunat, si saluarai eo cistmeon fradre Karlo, et in adiudha et in
cadhuna cosa si cum om per dreit son fradra saluardist, in o quid il mi
altre si fazet. Et ab Ludhernul plaid nunquam prindrai qui
meonuolcist meon fradre Karle in damnosit”.
Traduzione:
“Per l’amore di Dio e per il popolo cristiano e per la nostra comune
salvezza, da qui in avanti, in quanto Dio mi concede sapere e potere, così
aiuterò io questo mio fratello Carlo e in aiuto e in qualunque cosa, così
come è giusto, per diritto, che si aiuti il proprio fratello, a patto
ch’egli faccia altrettanto verso di me, e con Lotario non prenderò mai
accordi che, per mia volontà, rechi danno a questo mio fratello Carlo”.
Testo originale: Antico tedesco
“In Godesminnaind in thes christiānesfolchesindunsēr bēdherogehaltnissī, fon
thesemo dageframmordes, sōframsōmir Got gewizci indi mahdfurgibit,
sōhaldihthesanmīnanbruodher, sōso man mitrehtusīnanbruodherscal, in
thiuthazer mi sōsama duo, indi mitLudhereninnohh-einiuthing ne gegango, the
mīnan
willon imo ce scadhenwerdhē”.
Traduzione:
“Per l’amore di Dio e del popolo cristiano e per la salvezza di entrambi da
oggi in poi, poiché Dio mi concede sapere e potere, così aiuterò io questo
mio fratello, così com’è giusto, per diritto, che si aiuti il proprio
fratello, a patto ch’egli faccia altrettanto nei miei confronti, con Lotario
non prendere mai alcun accordo che, per mia volontà, possa recargli danno
alcuno [a Ludovico]”.
Nei tre casi dei placiti cassinesi, che attestano la
nascita del volgare italiano, invece le parole che i testimoni devono
giurare sono state preparate dal giudice e in seguito il notaio sottolinea
la conformità delle dichiarazioni. Con questo vi è la certezza che questi
documenti non sono la riduzione scritta di frasi pronunciate “ex abrupto”,
ma essi sono la testimonianza dei primi documenti di un linguaggio
cancelleresco scritto con una struttura sintattica complessa.
Documenti simili divennero sempre più frequenti,
documentando il diffondersi e rafforzarsi progressivo del volgare e
l’intenzione di usarlo con scopi o con caratteri differenti da quelli fino
allora usati. Tuttavia, il latino, grazie al carattere conservatore della
Chiesa, restò ancora la lingua della cultura fino all’inizio del
Rinascimento e oltre. E, pertanto, occorsero parecchi secoli perché il
volgare italiano, divenuto ormai lingua letteraria e culturale, raggiungesse
tutti i settori del sapere.
I pregiudizi linguistici favorivano il latino
soprattutto in Italia, dove le scuole religiose medioevali, diffuse e
“gratuite”, lo utilizzavano come lingua obbligatoria in cui impartire le
lezioni. Sul ritardo nello sviluppo dell’italiano pesò dunque il prestigio
della lingua di M.T. Cicerone, o meglio di una sua versione più
volgarizzata.
Il ritardo nello sviluppo del volgare italiano, tra
l’altro non poco sfavorito dalla mancanza di unità politica nella penisola e
dalle faide dei signori che la dominavano, finì per consolidare quei tratti
arcaici che furono invece ampiamente superati dalle altre lingue europee,
tratti che fanno però della lingua italiana di oggi uno degli idiomi più
fedeli al latino.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 9 dicembre 2018.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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08/12/2018 |
Iniziative. Celebrato a Grotte il
Congresso provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori |
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Guarda il video |
Occupazione e
lavoro, sanità e agricoltura in una Sicilia in difficoltà economica; saranno
questi i temi all'attenzione del nuovo Consiglio provinciale del Movimento
Cristiano Lavoratori, eletto nel Congresso che si è tenuto ieri,
venerdi 7 dicembre,
a Grotte.
I lavori, svolti alla presenza del vice presidente nazionale Antonio Di
Matteo, sono terminati con l'elezione dei nuovi organismi
direttivi. Alla presidenza provinciale del Movimento è stato riconfermato,
per il nuovo quinquennio, il dott. Enzo Sardo. Serafina Marchetta
(già Presidente del Consiglio comunale di Grotte) è stata eletta vice
presidente. Del nuovo Consiglio provinciale fanno parte: Salvatore
Virgone, Calogero Conte, Giovanni Boscarino, Alberto Panarisi, Gaspare
Piscopo, Alberto Sabella, Rossella Carlino, Alfonso Collura, Giuseppe
Iacolino, Baldassare Terrana, Paolo Agro ed
Angela Grano.
A Carmelisa Gagliardo è stata conferita la carica di Responsabile
provinciale dei giovani MCL. Nel corso dei lavori, che hanno avuto come tema
"Forti della nostra identità. Attraverso il lavoro, costruttori di
speranza in Italia e in Europa",
sono intervenuti: il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza, don
Gaspare Sutera (assistente spirituale provinciale MCL) e Decio
Terrana (componente del Direttivo nazionale).
Il Movimento, con la disponibilità del sindaco Provvidenza, si è
impegnato ad organizzare a Grotte, nella prossima primavera, un grande
dibattito sull'agricoltura, con la partecipazione di tutti i circoli del
Movimento Cristiano Lavoratori della Sicilia.
Pubblichiamo alcune immagini del Congresso (riprese di
© Associazione Culturale "Punto
Info").
Carmelo Arnone
8 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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Locandina |
08/12/2018 |
Riconoscimenti. Per il
Cavaliere Philippe Spitali, messaggio di auguri dal Presidente del
Consiglio comunale |
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Cerimonia
Cerimonia |
Si è svolta
giovedi scorso, 6 dicembre 2018, nella sede della Prefettura di Ascoli
Piceno, la cerimonia di consegna della onorificenza di Cavaliere
dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana al nostro concittadino
Philippe Spitali, concessa dal Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, con decreto del 2 giugno 2018, su proposta del Presidente del
Consiglio dei Ministri.
Al Caporal Maggiore Capo Scelto "Qualifica Speciale" Philippe Spitali
la pergamena è stata consegnata congiuntamente dal Prefetto di Ascoli
Piceno, dal Comandante del 235° Reggimento Addestramento Volontari "Piceno"
e dal Sindaco del Comune di Rotella.
Il
Presidente del Consiglio comunale di Grotte, dott. Angelo Carlisi, ha
inviato un messaggio di congratulazioni per il
Cav. Philippe Spitali: "Esprimo
sentite congratulazioni al nostro concittadino Filippo Spitali, Caporal
Maggiore Capo Scelto dell'Esercito Italiano, a cui il 6 dicembre 2018 presso
la Prefettura di Ascoli Piceno è stata conferita l'onorificenza di Cavaliere
al merito della Repubblica Italiana".
Carmelo Arnone
8 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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07/12/2018 |
Servizi. Incontro tra Poste
Italiane e le Istituzioni cittadine, per risolvere i disagi dei recapiti
nella periferia |
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L'incontro
L'incontro |
Nei giorni scorsi, presso la sede del Comune di Grotte,
si è svolto un incontro istituzionale tra rappresentanti di Poste Italiane e
rappresentanti delle istituzioni municipali e dei cittadini. L'incontro, che
ha avuto come oggetto il problema del mancato recapito di effetti postali
(lettere, raccomandate, pacchi, avvisi) nelle contrade periferiche del
paese, era stato
sollecitato da una lettera firmata dal sindaco Alfonso Provvidenza
e dal presidente del Consiglio comunale Angelo Carlisi. Il mancato
recapito aveva addirittura causato il distacco di alcune utenze telefoniche
ed elettriche ad ignari cittadini risultati involontariamente morosi per non
aver pagato bollette mai ricevute. All'incontro, per il Comune di Grotte,
hanno partecipato: il Presidente del Consiglio Comunale, dott. Angelo
Carlisi; il Responsabile Area Amministrativa dott. Carmelo Alaimo; il
Responsabile Area Urbanistica, geom. Enzo Carlisi; il Responsabile
Ufficio Tecnico, arch. Piero Calì; una delegazione di cittadini delle
contrade periferiche di Grotte. Per Poste Italiane hanno partecipato il
dott. Alberto Russo, referente per la comunicazione territoriale
Sicilia ed il dott. Alberto Donato, referente per l’area logistica
Sicilia.
L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sullo stato del servizio di
recapito: Poste Italiane ha ribadito il proprio impegno a continuare a
fornire sul territorio comunale un servizio puntuale e di qualità. Si è
sottolineato come l’accurata indicazione del destinatario e dell’indirizzo,
completo di tutti gli elementi necessari e utili per consentire la corretta
e rapida distribuzione della corrispondenza, costituisce un elemento
fondamentale per il buon funzionamento del servizio di recapito. Nell’ottica
di una proficua collaborazione tra Amministrazione Comunale e Poste
Italiane, è stata condivisa l’opportunità di iniziative al fine di
sensibilizzare i cittadini affinché comunichino anche il proprio indirizzo
esatto e completo alle società fornitrici di servizi quali luce, gas, acqua,
linea telefonica.
Nel corso dell’incontro è stato anche affrontato il disagio arrecato alla
popolazione residente nelle contrade periferiche del centro abitato del
Comune di Grotte, per l'interruzione del servizio di consegna della
corrispondenza postale effettuato da Poste Italiane SpA. Per sopperire a
tale difficoltà l’Azienda ha proposto l’installazione di cassette modulari
collettive sulle strade in prossimità delle rispettive contrade periferiche.
L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dal Comune e verrà effettuato
a breve un sopralluogo tecnico congiunto tra gli uffici preposti.
Redazione
7 dicembre 2018.
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07/12/2018 |
Comune. Messa di precetto per
il Natale dei Carabinieri: discorso del Sindaco di Grotte |
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Alfonso Provvidenza
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Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato dal sindaco Alfonso
Provvidenza, in occasione della Messa di precetto per il Natale che i
Carabinieri della Compagnia di Canicatti hanno celebrato nella chiesa Madre
di Grotte il 6 dicembre 2018.
*****
"Autorità, gentili
signore, illustri ospiti, carabinieri tutti,
un caloroso benvenuto a tutti i presenti e in particolare ai carabinieri che
oggi ci onorano della loro presenza.
Un saluto deferente a don Salvatore Falzone, Cappellano
Militare Capo presso il Comando Legione Carabinieri Sicilia per i Comandi
provinciali di Agrigento, Trapani, Palermo e Caltanissetta, nonché capo
Servizio Assistenza Spirituale interforze per la Sicilia Occidentale, che ha
concelebrato la Santa Messa insieme a Padre Giovanni e Padre Marcello.
Un grato e caloroso saluto al Maggiore Vincenzo
Castronovo (comandante del Centro Anticrimine Natura di Agrigento) ed al
Capitano Mario Amengoni (comandante della Compagnia Carabinieri di
Canicattì), a tutti i Comandanti delle stazioni facenti parte delle
compagnie oggi presenti, e, mi si consenta, ai nostri carabinieri:
Maresciallo Capo Alfonso David Contrafatto (comandante della stazione dei
Carabinieri di Grotte) e Maresciallo Ordinario Francesco Abate (vice
comandante della stazione dei Carabinieri di Grotte.
La comunità di Grotte è orgogliosa di accogliere i
Carabinieri della Compagnia di Canicatti e delle stazioni gerarchicamente da
essi dipendenti, e la partecipazione a questa santa Messa è l’esempio
concreto dell’affetto che prova la cittadinanza per i suoi carabinieri.
L'Arma dei Carabinieri esisteva già, sin dal 1814,
quando l'Italia ancora non era uno Stato unitario, quando il loro motto era
"usi ad obbedir tacendo e tacendo morir".
"Nei secoli fedele" è oggi il motto dei Carabinieri,
coniato nel lontano 1914, primo centenario della fondazione dell'Arma, che
appare inciso a lettere maiuscole nello stemma araldico.
Quello della fedeltà alla Patria rimane la
caratteristica qualificante dell'Arma, che a conferma di ciò ha intitolato
la marcia d'ordinanza "La fedelissima" e ha scelto come patrona la "Virgo
Fidelis".
L'Arma rappresenta un costante punto di riferimento per
i cittadini, radicandosi sul territorio sino a divenire parte integrante
delle comunità locali.
In virtù della continua vicinanza e presenza sul
territorio, di questa fedeltà priva di ogni compromesso, siamo pienamente
consapevoli delle responsabilità che ricadono sulle spalle dei carabinieri.
Un grande impegno quello profuso dai Carabinieri,
nostri servitori dello Stato che ogni giorno, con la loro costante,
capillare e discreta presenza, con la loro serietà e, soprattutto, con la
dedizione che è loro universalmente riconosciuta, tutelano la collettività.
Grandi successi raggiunti dai Carabinieri; basti
pensare, a mero titolo di esempio, agli ingenti quantitativi di stupefacenti
sequestrati di recente nel territorio limitrofo o alla recentissima
operazione nota come Cupola 2.0 che ha portato all’arresto di 46 esponenti
della mafia palermitana.
Un pensiero a tutti i caduti dei Carabinieri ed alle
loro famiglie; tutti quelli che hanno perso la vita perché fedeli all’Arma,
allo Stato ed al popolo.
Non è possibile ricordarli tutti; oggi voglio ricordare
il Maresciallo Giuliano Guazzelli, ucciso sabato 4 aprile 1992 ad Agrigento
sul viadotto Morandi; all'epoca dell'omicidio il Maresciallo Giuliano
Guazzelli aveva già maturato l'età pensionabile, ma aveva deciso di restare
in servizio, nonostante durante la sua carriera avesse subito numerose
intimidazioni.
Per tutto questo non possiamo che dirvi grazie!
E oggi grazie in modo particolare, per la vostra
presenza e per avere scelto Grotte; per noi un grande privilegio.
Per finire come omaggio alla vostra presenza alcuni
versi di Costantino Nigra, tratti da "La Rassegna di Novara":
Calma, severa, tacita, compatta,
Ferma in arcione, gravemente incede
la prima squadra, e dietro al Re s'accampa
In chiuse file. Pendono alle selle,
Lungo le staffe nitide, le canne
Delle temute carabine. Al lume
Delle stelle lampeggian le sguainate
Sciabole. Brillan di sanguigne tinte
I purpurei pennacchi, erti ed immoti
Come bosco di pioppo irrigidito.
Del Re custodi e della legge, schiavi
Sol del dover, usi obbedir tacendo
E tacendo morir, terror de' rei,
Modesti ignoti eroi, vittime oscure
E grandi, anime salde in salde membra,
Mostran nei volti austeri, nei securi
Occhi, nei larghi lacerati petti,
Fiera, indomata la virtù latina.
Risonate, tamburi; salutate,
Aste e vessilli. Onore, onore ai prodi
Carabinieri!". |
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Alfonso Provvidenza
(Sindaco di Grotte)
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07/12/2018 |
Iniziative. A Grotte la santa
Messa di precetto per il Natale dei Carabinieri |
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Vedi le foto |
Una
celebrazione decisamente straordinaria, quella che si è svolta ieri, giovedi
6 dicembre 2018, nella chiesa Madre di Grotte.
Convenuti da diversi paesi della provincia, i Carabinieri della Compagnia di Canicatti e delle Stazioni
gerarchicamente da essa dipendenti si sono riuniti a Grotte per partecipare alla santa Messa
di precetto in occasione del prossimo Natale.
Per la prima volta una celebrazione religiosa dell'Arma viene fissata a
Grotte. La liturgia è stata officiata dal Cappellano Militare don Salvatore Falzone
insieme a padre Giovanni Castronovo ed a don Marcel Ndzana Ndzana. Tra le
Autorità militari presenti, il Maggiore Vincenzo Castronovo (comandante
interprovinciale Nucleo Tutela Ambientale), il Capitano
Mario Amengoni
(comandante della Compagnia Carabinieri di Canicatti), ed i Comandanti di
Stazione dipendenti dalla Compagnia di Canicatti.
Significativa è stata la presenza alla funzione religiosa di alcune classi
di scuola media dell'Istituto "Roncalli" di Grotte, accompagnate dai
professori Antonio Distefano, Carmela Tirone ed Accursia Vitello.
(Nelle immagini a lato, alcuni momenti della manifestazione: 39 foto
di
© Salvo Lo Re "President").
Carmelo Arnone
7 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
"Precetto
di Natale dei Carabinieri" (Foto)
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06/12/2018 |
Comune. "Accendiamo
l'albero"; lunedi 10, inaugurazione dell'albero di Natale in Piazza
Umberto I |
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Manifesto |
Sarà inaugurato lunedi 10 dicembre, alle ore 19.30,
il grande albero di Natale che è stato installato nel centro della Piazza
Umberto I a Grotte. Dalle dimensioni rilevanti (vedi foto a lato),
l'albero proveniente dalla pineta di Contrada Firrio è stato offerto
gratuitamente al Comune dal Corpo Forestale della Regione Siciliana, tramite
la fattiva collaborazione dell'assessore Annamaria Todaro. Per
l'inaugurazione, con l'accensione delle luci, l'Amministrazione comunale ha
organizzato uno spettacolo, animato dalla presenza di un Babbo Natale e
dagli zampognari. I bambini che lo desiderano, potranno preparare un addobbo
natalizio da appendere all'albero.
Redazione
6 dicembre 2018.
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Piazza Umberto I |
06/12/2018 |
Attività. "La zampogna a casa
tua"; originale idea del M° Ennio Sanfilippo |
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Locandina |
Il clima natalizio ha già invaso la nostra
quotidianità. Lo ritroviamo lungo le strade delle nostre città, lo
osserviamo nelle vetrine dei negozi, negli spot televisivi. Come ogni anno
verranno realizzati tanti presepi - e c'è chi si è già messo all'opera -
all'interno delle chiese parrocchiali, nei quartieri, nelle case. Non c'è
Natale che si rispetti che non abbia, come colonna sonora, i ben noti canti
accompagnati dai tradizionali strumenti musicali. Tra questi il più celebre
è la zampogna. Solo a Natale è possibile osservare per le strade gli
zampognari soffiare nei loro otri per far uscire dalle canne i suoni
armoniosi che invitano alla festa.
Da questo Natale sarà possibile ascoltare gli zampognari non soltanto per le
strade ma addirittura a casa.
È questa l'originale proposta di Ennio Sanfilippo, musicista
grottese, per i propri concittadini e per gli abitanti dei paesi limitrofi:
“Prenotare lo zampognaro per allietare il presepe a casa vostra e
deliziare voi ed con i vostri familiari con le musiche del Natale” (vedi
locandina).
Ormai vedere un Babbo Natale che porta i regali a domicilio non è una
novità, ma lo zampognaro a casa, quando mai si è visto?
Attenzione però a non lasciarsi ingannare dalle apparenze: dietro i
tradizionali abiti da pastore, si nasconde un musicista dalla grande
professionalità. Il M° Ennio Sanfilippo vanta un Diploma in Corno conseguito
al Conservatorio nel 2004, una laurea in Discipline Musicali nel 2013 e un
lungo percorso di studio che parte dal 2005 alla riscoperta di canti e
strumenti tipici popolari come lo zufolo, il marranzano (scacciapensieri) e
la zampogna.
Ed ecco che quando tanta umiltà si coniuga con un grande bagaglio culturale,
nascono idee originali destinate a dare vita a progetti di notevole
spessore.
Alle famiglie che avranno il piacere di ospitare il nostro zampognaro, per
un concerto privato, l'augurio di un buon ascolto.
Carmelo Arnone
6 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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05/12/2018 |
Iniziative. A Grotte la santa
Messa di precetto per il Natale dei Carabinieri; domani in chiesa Madre |
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Don Salvatore Falzone |
Ogni anno, in occasione dell'approssimarsi del Natale,
i Carabinieri della Compagnia di Canicatti e delle Stazioni
gerarchicamente da essa dipendenti si riuniscono per partecipare ad una
santa Messa, che viene celebrata nella Città sede della Compagnia
o in un altro dei paesi in cui gli uomini in divisa svolgono servizio.
Quest'anno, significativamente, la Messa verrà celebrata a Grotte,
domani mattina alle ore 11.00 in chiesa Madre. La liturgia sarà
presieduta da don Salvatore Falzone (Cappellano
Militare Capo presso il Comando Legione Carabinieri Sicilia per i
comandi provinciali di Palermo, Agrigento, Trapani e Caltanissetta, nonché
Capo Servizio Assistenza Spirituale interforze per la Sicilia occidentale)
che concelebrerà insieme a padre Giovanni Castronovo, Moderatore
dell'Unità pastorale di Grotte.
Sarà presente il
Capitano
Mario Amengoni (comandante della Compagnia Carabinieri di Canicatti), il
Maresciallo Capo Alfonso David Contrafatto (comandante della Stazione
Carabinieri di Grotte), il Maresciallo Ordinario Francesco Abbate
(vice comandante della Stazione Carabinieri di Grotte) ed i Comandanti delle
Stazioni facenti capo alla Compagnia.
Gli ospiti saranno accolti dal sindaco Alfonso Provvidenza e
dall'Ispettore Capo Antonio Salvaggio (del Corpo di Polizia
Municipale).
L'animazione musicale della liturgia sarà a cura di Valentina Morgante.
Carmelo Arnone
5 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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05/12/2018 |
Politica. Democrazia
partecipata: proposta del Meetup M5S di Grotte per l'impiego delle somme |
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Pubblichiamo di seguito le proposte, presentate oggi all'Ufficio Protocollo
del Comune, per l'impiego delle somme da destinare a progetti di democrazia
partecipata avanzate dal Meetup di Grotte del Movimento 5 Stelle. La
riunione di democrazia partecipata, aperta a tutte le associazioni, si
svolgerà oggi pomeriggio, a partire dalle ore 18.00 nell'Aula consiliare.
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"Al sig. Sindaco del Comune di Grotte
e, p.c. al Segretario comunale
Oggetto: Democrazia partecipata - Proposta del Meetup Grotte 5 Stelle
Considerato l’avviso della riunione sulla Democrazia Partecipata, indetta
dal Comune di Grotte per il 5 dicembre 2018 alle ore 18.00 nella Sala
consiliare,
viste le azioni da finanziare con le relative somme trasferite per
legge (art. 6 della L.R. 5/2014 comma 1 e s.m.i),
nelle more dell’approvazione del Regolamento comunale per il Bilancio
partecipativo,
viste le indicazioni pervenute da alcuni cittadini,
il Meetup Grotte5stelle, tramite i propri Portavoce al Consiglio comunale,
propone di utilizzare parte delle somme destinate al bilancio partecipato
per:
1 - Acquisto arredamento (banchi, sedie, ecc.) per le nostre scuole;
costo presunto: €. 10.000,00
2 - Sostegno alle famiglie più bisognose per spese di viaggio studenti
pendolari, con il rimborso fino al 100% (diritto allo studio);
costo presunto: €. 5.000,00
3 - Attivazione di un servizio di doposcuola (140 ore fino alla fine delle
attività didattiche) previo protocollo con l’I.C. “A. Roncalli”, favorendo
così gli studenti in difficoltà e limitandola dispersione scolastica.
Costo presunto: €. 3.600,00 PROGETTO
DOPOSCUOLA Il Comune di Grotte
garantirebbe gratuitamente un’attività di doposcuola ad un numero di _
studenti (numero da definire sulla base delle risorse finanziarie
disponibili) frequentanti la scuola secondaria di primo grado “A. Roncalli”.
Obiettivi
Sostegno alle famiglie che si concretizza con l’assistenza nello svolgimento
dei compiti assegnati per casa ed attività di ausilio finalizzato
al recupero di lacune, attraverso un lavoro mirato e concordato con gli
insegnanti della scuola.
Destinatari
Il servizio è rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo
grado (11-14 anni).
Tempi
Incontri pomeridiani della durata di due ore con frequenza bisettimanale per
un totale di 144 ore complessive da svolgere nell’arco di 12
settimane. L’attività verrà effettuata nelle aule della struttura scolastica
“A. Roncalli”.
Costi
Considerato un costo medio di € 25,00/ora e calcolato su 12settimane (4 ore
per classe ,48 ore totali per classe, 144 complessive), il costo totale del
progetto ammonterebbe a € 3.600.000.
Il personale preposto all’attività di doposcuola sarà selezionato con un
apposito bando pubblico".
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Per il Meetup Grotte
5 Stelle
(Gaspare Bufalino, Ignazio Infantino,
Diego Morreale, Gerardo Fucà)
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04/12/2018 |
Concorsi. Al "Barber Ring" di
Palermo, 5° posto per Francesco Simone (categoria "Proposta Moda") |
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Al Barber Ring
Con Sara Priolo |
Nei giorni di domenica 18 e lunedi 19 novembre, 100
“barbers” di tutta Italia si sono riuniti a Palermo per il "Barber Ring
2018" una competizione nazionale di taglio e acconciatura ospitata presso il
Padiglione 20 della Fiera del Mediterraneo.
La domenica i concorrenti si sono battuti sul ring a colpi di forbici e
“razor” nelle categorie Hair Tattoo, Razor Fade, Old School, Taglio
all'Italiana, Modellatura Barba, Free Style e Total Look, con un focus sulle
tendenze Metrosexual, Hipster, Grunge e Nerd. Sara Priolo, voce di “Radio
In” e tra le protagoniste del programma “Uomini e donne”, ha presentato le
gare e la cerimonia di premiazione, che si è svolta il successivo lunedì 19
novembre, che ha previsto il conferimento del Premio nazionale, del Premio
Regione siciliana e del Premio Città di Palermo.
Tra i concorrenti anche Francesco Simone (titolare da poco più di 4
anni di un salone di parrucchiere per uomo a Grotte), che ha partecipato
portando con sé 3 modelli di Grotte: Giuseppe Arnone, Diego Salvaggio
ed Alessio Rizzo. “Abbiamo ottenuto il 5° posto nella categoria
‘Proposta Moda’ - ha dichiarato Francesco Simone -, per noi è già un
ottimo risultato”. Una parte del ricavato degli ingressi sarà donata
alla Missione Speranza e Carità di Biagio Conte per creare un ponte fra i
barbers e gli ospiti del missionario laico con l'obiettivo di avviare
percorsi di formazione e inserimento lavorativo in questo mestiere
tradizionale che ha saputo reinventarsi come professione che unisce stile e
innovazione.
Redazione
4 dicembre 2018.
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Il pubblico
Sul ring |
04/12/2018 |
Dialoghi. "Scontro sul
DEF italiano con la Commissione Europea: motivi religiosi"; di Giuseppe Castronovo |
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"Dialogo" del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
In questi giorni gli amici del Circolo della Concordia hanno preso in esame
le cause che hanno indotto la Commissione Europea bocciare la proposta di
manovra economico/finanziaria dell’Italia per il 2019. Una bocciatura nella
quale si sono distinti in modo particolarmente favorevole i Paesi del Nord
Europa, di religione protestante, che hanno fatto fronte comune contro i
Paesi mediterranei di religione cattolica. Il prof. Vezio ci ha relazionato
sostenendo che alla base della bocciatura non vi siano motivi esclusivamente
economico/finanziari ma anche di ordine religioso.
Giuseppe Castronovo
"Documento Economico Finanziario (D.E.F.): vere motivazioni
alla base dello scontro
tra la Commissione Europea e il Governo italiano"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )
Nenè:
Amici, tanto tuonò che alla fine è arrivata anche la pioggia. Una pioggia,
ma così tanta, che non è esagerato definire uragano.
Totò: Di cosa parliamo? Cosa vuoi dire?
Nené: Dopo tanto parlare non sempre, invero, con documenti in mano, l’Unione
Europea ha bocciato la manovra economica dell’Italia per il 2019.
Salvo: Per essere il primo Documento economico finanziario del Governo
pentastellato non c’è di che stare allegri! Ne va di mezzo la credibilità di
tutto il Paese!
Giacomo: Una bocciatura che dimostra, se ce n’era ancora bisogno, come non
pochi Paesi membri dell’Unione Europea tifino perché l’Italia vada in
default e venga commissariata. E qui in Italia, così come in Europa, non
sono pochi coloro che auspicano un’operazione simile a quella del 2011 e
cioè la “caduta” dell’attuale Governo a guida Conte per sostituirlo con un
governo alla Monti: un governo gradito ai grandi potentati
economico-finanziari europei che faccia un’altra riforma sulle pensioni
“tipo Fornero” e gravi gli italiani con una
“patrimoniale
sulla casa”. Prof. Vezio chiediamo il suo aiuto per esaminare ed
approfondire insieme a lei il problema evidenziato dall’amico Nenè.
Vezio: Amici, la mia riflessione, partendo dall’affermazione dell’amico
Giacomo secondo cui “non pochi Paesi membri dell’Unione Europea tifano
perché l’Italia vada in default e venga commissariata..”, si soffermerà su
tre punti:
- innanzi tutto prenderemo in esame i motivi che hanno indotto
l’Unione Europea a bocciare il nostro bilancio;
- cercheremo poi di andare alla ricerca di questi Paesi che si sono distinti
più degli altri nel proporre questa bocciatura;
- e infine, come terzo punto, cercheremo di individuare le reali motivazioni
che stanno alla base di questo atteggiamento di palese ostilità verso
l’Italia
Primo punto:
la Commissione Europea ha bocciato la bozza della legge di bilancio per il
2019 dell’Italia perché, semplificando, abbiamo un debito molto elevato. La
bocciatura trova giustificazione, così come leggiamo nel documento della
Commissione Europea, nel fatto che “...l’Italia non ha rispettato il
parametro di riduzione del debito nel 2016 e nel 2017 ... Inoltre in base ai
piani governativi e alle previsioni dell’autunno 2018 l’Italia non dovrebbe
rispettare il parametro di riduzione del debito nel 2018 e nel 2019”. Un
continuo richiamo al mancato rispetto della regola del debito che non
dovrebbe superare il 60% del P.I.L.. Ma lasciatemi osservare come da quando
esiste l’euro l’Italia non sia mai riuscita a rispettare questo rapporto che
da anni supera ampiamente il 100%. Purtroppo è un dato di fatto la poca
sintonia tra l’attuale gruppo di comando a Bruxelles e il nostro Governo
guidato dal prof. Conte uscito dalle urne elettorali il 4 marzo 2018.
Secondo punto:
dopo due mesi di aspri contrasti tra la Commissione Europea e il Governo
Italiano, contrassegnati da momenti di alta tensione e confronti non sempre
cordiali, individuiamo quei Paesi europei che si sono distinti più degli
altri nel proporre questa bocciatura. Ebbene, oramai risulta chiaro come
Germania, unitamente all’Olanda, alla Danimarca, alla Finlandia, alla Svezia
formino un gruppo caratterizzato da un comune atteggiamento di freddezza,
per non dire di aperta ostilità, verso i Paesi con un elevato debito sovrano
come la Grecia, l’Italia, la Spagna, il Portogallo. Un discorso a parte
meriterebbe la Francia ma non mi sembra questo il momento per una simile
analisi che faremo un’altra volta. Sono Paesi tra i quali si sta diffondendo
sempre più un pericoloso atteggiamento di diffidenza e progressiva chiusura
nei confronti delle richieste di aiuto da parte dei Paesi mediterranei con
elevati debiti sovrani che per loro risulta sempre più difficile onorare.
È
stato così anni addietro con la Grecia; è così adesso con l’Italia.
Terzo punto:
amici miei, oggi nell’Europa di Schengen finalmente quasi senza frontiere, e
dove si tende a mandare in soffitta una volta per tutte le ultime frontiere
ancora esistenti, purtroppo sta venendo su una nuova frontiera molto più
pericolosa di quelle che eravamo abituati a vedere.
Nenè: Prof., a che tipo di frontiere si riferisce?
Vezio: Si tratta di frontiere che poggiano le loro fondamenta non sul
cemento ma su profondi sentimenti etico religiosi. Frontiere che poggiano su
fattori, direi, più spirituali che materiali, ovvero psicologici più che
monetari.
Salvo: Ci può spiegare meglio?
Vezio: I giornali, finora, ci hanno abituato ad affrontare il tema del
confronto tra Paesi mediterranei e Paesi nordici prevalentemente, se non
esclusivamente, in termini finanziari. Non sarà sfuggito a nessuno di voi
come i termini più ricorrenti nel dibattito siano P.I.L., spread, debito,
fiscal compact, rapporto debito/P.I.L. e via dicendo.
Giacomo: È vero.
Vezio: È un’impostazione, questa fin qui seguita, alquanto limitativa che ci
impedisce di comprendere appieno la vera essenza del problema. Innanzi
tutto, come fin qui è stato ben evidenziato, ai Paesi mediterranei si oppone
la Germania e con essa una serie di Stati nordici accomunati dal fattore
religioso: il Protestantesimo. Il fenomeno religioso si sta, in
effetti, sempre più affermando quale elemento più di divisione che di
coesione all’interno della Comunità Europea creando di fatto due blocchi nei
quali la Germania è di fatto simbolo e guida dei Paesi nordici, mentre la
Grecia e l’Italia a causa della grave crisi che stanno attraversando sono
diventati il simbolo dei Paesi mediterranei. Questi ultimi costituiscono una
realtà economico/sociale caratterizzata dal fatto di avere tutti quanti un
elevato debito pubblico, mentre i primi hanno un debito pubblico molto più
contenuto. Non solo! Sottopongo alla vostra attenzione quest’ulteriore
riflessione: quelli mediterranei sono Paesi a religione prevalentemente
cattolica, mentre quelli nordici sono Paesi a religione prevalentemente
protestante.
Totò: Non posso non constatare come molto raramente l’analisi sia
stata svolta in questi termini. Mi scusi prof. per l’interruzione.
Giacomo: Prof., prosegua pure.
Vezio: Per comprendere appieno il problema dei rapporti tra i Paesi del Nord
e quelli del Sud Europa, al fenomeno religioso va necessariamente associato
anche quello linguistico. Dovete sapere, a tal proposito, che nella lingua
tedesca troviamo il termine “schuld”.
È
un termine molto comune e viene correntemente tradotto con il termine
“debito”. Ma il problema è alquanto più complicato di quanto si possa
pensare. Dovete infatti sapere...
Giacomo: Che cosa?
Vezio: La lingua tedesca include nel termine schuld, oltre al già ricordato
“debito”, anche altri termini di uso abbastanza comune tra noi italiani.
Tra questi ricordiamo colpa, misfatto, delitto, obbligo morale. Non si
tratta, amici miei, di semplice differenze semantiche, ma di termini che
stanno a testimoniare le profonde differenze etico/culturali che
intercorrono tra Cattolici e Protestanti. E poiché in lingua tedesca le
parole “debito” e “colpa” sono sinonimi, chi non riesce a onorare un debito
è un “colpevole”, ossia una “persona moralmente obbligata” verso il
creditore. Secondo questa chiave di lettura quello che lega creditore e
debitore, da rapporto squisitamente monetario diventa anche rapporto
etico/morale. A sostegno della tesi della sinonimia tra “debito” e “colpa”
possiamo richiamare la preghiera del Padre Nostro nella versione ufficiale
della Chiesa Cattolica che viene recitato anche nelle funzioni
religiose. Ebbene, trattasi del testo dell’apostolo Matteo che dice così: “Padre
nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome… dacci oggi il nostro
pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai
nostri debitori…”. Sinonimia ancor più evidente nel testo del Vangelo di
san Luca dove leggiamo:
“Padre,
sia santificato il tuo nome, … perdonaci i nostri peccati, perché anche noi
perdoniamo ad ogni nostro debitore…”. Non vi sarà sfuggito come per san
Luca il “debito” è di per sé un peccato e viceversa il peccato è un debito.
Anche per la lingua tedesca c’è piena simmetria tra i due termini
“debito” e “colpa” nel senso che poiché il debito è associato alla colpa,
anche la colpa va associata al debito. Altrimenti detto, per la lingua
tedesca, il debito è di per sé una colpa e viceversa. Ora se il debito è
l’amaro frutto avvelenato di un peccato, diventa più comprensibile la
diffidenza dei Paesi del nord Europa verso i Paesi mediterranei che si
saranno macchiati di un peccato che sta alla base del loro debito. Un debito
che, per essere così elevato, da fisiologico è diventato patologico.
Concetti, questi, che fan parte del DNA della Cancelliera tedesca Merkel,
figlia di un Pastore luterano. Se questo è il quadro di riferimento, sarebbe
auspicabile che al tavolo delle trattative che si svolgono in sede europea,
accanto all’economista e al giurista sedessero anche lo storico, il
sociologo, il filosofo e l’esegeta di testi biblici, ognuno con l’apporto
della sua specifica competenza. Solo così potremo avere la migliore
soluzione del problema e garantire un futuro più sereno alla nostra Europa.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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04/12/2018 |
Comune. Candidature per
consulte e gruppi di lavoro a supporto dell'attività della Giunta
comunale |
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Palazzo Municipale |
AGGIORNAMENTO AL 14/12/2018.
Il termine di presentazione dell'istanza di partecipazione è
prorogato al 23 dicembre 2018.
04/12/2018
Dovranno essere presentate entro il 13 dicembre 2018,
su apposito modello (scarica
il modulo), le disponibilità a far parte di consulte e gruppi di lavoro
a sostegno dell'attività della Giunta comunale. I lavori dei componenti
delle consulte e dei gruppi saranno svolti a titolo gratuito; i pareri
espressi saranno esclusivamente consultivi e non vincolanti. I componenti
saranno individuati dal Presidente del Consiglio comunale, di concerto con
il Sindaco.
***** COMUNE DI GROTTE
(Libero Consorzio Comunale di Agrigento)
AVVISO
PER LA MANIFESTAZIONE DI DISPONIBILITÀ
PER LA COSTITUZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO
DI CUI ALLA DELIBERAZIONE DI CONSIGLIO COMUNALE N. 45 DEL 07/11/2018
“REGOLAMENTO GENERALE PER L'ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO
DI CONSULTE E GRUPPI DI LAVORO”
- Vista la deliberazione di Consiglio Comunale n. 45
del 07/11/2018 “Regolamento generale per l'istituzione ed il funzionamento
di consulte e gruppi di lavoro”;
- Ritenuto di procedere, ai sensi dell’art. 6 della suddetta deliberazione,
all’individuazione di soggetti disponibili a partecipare a gruppi di lavoro
a supporto dell’attività della Giunta Comunale a seguito di adeguate forme
di pubblicità;
- Precisato che la partecipazione ai Gruppi di lavoro è gratuita, e che
l’individuazione avviene secondo quanto previsto dal suddetto Regolamento,
secondo criteri di competenza, capacità propositiva e disponibilità;
- Visto il TUEL;
- Visto l’O.R.E.L.;
- Visto lo Statuto comunale;
- Visto il vigente Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi;
Si invita a presentare la propria disponibilità a partecipare ai seguenti
Gruppi di lavoro:
1) Ambiente, Protezione Civile, Pianificazione urbana e territoriale;
2) Tributi, Bilancio e Finanza locale;
3) Fondi europei;
4) Cultura, Tradizioni popolari, Pubblica istruzione, Sport e Spettacolo;
5) Comunicazione e Informatica.
Gli interessati sono invitati a presentare apposita
istanza corredata da un breve curriculum vitae entro 15 giorni dalla
pubblicazione del presente avviso.
Grotte, lì 28/11/2018. |
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Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza
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03/12/2018 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della settimana. |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 3 dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (4° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata
Concezione);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, incontro di preghiera del gruppo del
Rinnovamento nello Spirito;
- ore 20.00, nella chiesa di san Rocco, incontro del Gruppo Famiglie.
Martedi 4 dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (4° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata
Concezione);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 20.15, nei locali della chiesa San Francesco, catechesi tenuta
dai fratelli del Cammino Neocatecumenale (sono aperte le iscrizioni per i
cresimandi adulti).
Mercoledi 5 dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (4° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata
Concezione);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Giovedi 6 dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (8° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata
Concezione);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa ed Adorazione eucaristica;
- ore 20.00, nei locali della chiesa San Francesco, incontro delle coppie di
sposi.
Venerdi
7 dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (9° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata
Concezione);
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva e Vespri in onore
dell'Immacolata Concezione;
- ore 20.15, nei locali della chiesa San Francesco, catechesi tenuta dai
fratelli del Cammino Neocatecumenale (sono aperte le iscrizioni per i
cresimandi adulti).
Sabato 8 dicembre - Solennità
dell'Immacolata Concezione
Festa di precetto, sante Messe come la domenica:
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- al termine della santa Messa, processione del simulacro della
Madonna lungo il percorso: Via Meli, Via Buonarroti, Largo Pagano, Viale
Matteotti, Portobello, Viale della Vittoria, chiesa Madre.
Domenica 9 dicembre
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa (con la consegna
della Bibbia ai ragazzi del 2° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa (con la consegna del Vangelo ai
ragazzi del 1° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (con la
consegna del Vangelo ai
ragazzi del 1° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 17.30, nella chiesa
Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede dei fidanzati);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
Nei giorni 10, 11 e 12 dicembre, nella chiesa Madonna del Carmelo,
alle ore 17.30, si svolgerà il triduo in onore di santa Lucia;
giovedi 13 dicembre, festa di santa Lucia, le sante Messe
nella chiesa Madonna del Carmelo saranno celebrate alle ore 09.00, 11.00 e
17.30.
Ogni martedi e venerdi, alle ore 20.15 nei locali della chiesa di san
Francesco, hanno luogo le catechesi tenute dai fratelli del Cammino
Neocatecumenale.
Con l'inizio delle catechesi tenute dai fratelli del Cammino
Neocatecumenale, inizia anche il corso per i cresimandi adulti, sempre ogni martedi e venerdi, alle ore 20.15 nei locali della chiesa di san
Francesco.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 17.30, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco
ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del
Carmelo ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.45, chiesa Madre |
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03/12/2018 |
Lingua. "Origini del
vernacolo siciliano e della lingua italiana" (3); di Rodolfo Costanza |
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Brano di
Jacopo da Lentini
Prof. Rodolfo Costanza |
Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
(Puntata n° 3)
3. Quando e come nasce
il vernacolo siciliano
3.1 Il greco, l’arabo o il latino
Come si è evoluto dalla lingua madre latina il
volgare siculo dopo oltre cinque secoli di dominazione bizantina e araba?
Esso era già formato ai tempi della conquista normanna? O si dovette invece
aspettare un processo di rilatinizzazione dell’isola, favorito dai Normanni
e dagli Svevi con l’immigrazione di gente proveniente dal nord della
penisola Italiana? A questi interrogativi hanno cercato di dare una
razionale risposta due studiosi.
La questione delle origini del vernacolo siciliano fu
scientificamente impostata da due insigni studiosi: il siciliano Michele
Amari e il tedesco Otto Hartwig. Un punto fermo l’ha messo Nunzio Maccarrone
nel suo libro: “La vita del latino in Sicilia fino all’età normanna”
(pubblicato a Firenze nel 1915). Secondo quest’ultimo studioso, durante la
dominazione romana della Sicilia durata sette secoli, dalla fusione tra
Siculi e Sicani con i recenti coloni latini, si forma un nuovo volgare
latino, che si diffonde in parte anche tra i greci dell’isola. Dal VI secolo
fino all’XI la società e la cultura latino-sicula cedette, in parte, di
rilevanza prima a quella bizantina e poi a quella araba. Essa tuttavia non
perdette del tutto la sua personalità linguistica latina, anche se
all’arrivo dei Normanni sentiamo scarsi e non sempre sicuri echi della sua
vitalità. Grazie all’opera della Chiesa di Roma e alla politica dei re
normanni e svevi che favorirono l’immigrazione di numerosi elementi
dell’alta Italia (Lombardi) e di comunità commerciali (Genovesi, Pisani,
Veneziani e Campani) l’Isola oltre a parlare il vernacolo volgare siciliano
rientra a parlare la lingua neolatina e riacquista la fede cristiana.
3.2 Non vi fu nessuna neoromanizzazione
È ormai attestato che in Sicilia ci fossero,
all’inizio dell’epoca normanna, abitatori latini parlanti la lingua volgare
siciliana. Abbiamo prove decisive fornite soprattutto da diplomi latini e
greci del tempo, con i nomi propri di persone e di luoghi con gli anticipati
fenomeni fonetici e con gli elementi lessicali del vernacolo siciliano.
“L’incidere della parlata locale non può lasciare dubbi di sorta
sull’ininterrotta continuità della vita del latino nella popolazione
dell’isola e che all’epoca normanna si era già formata la sua parlata
dialettale volgare”, com’era avvenuta anche nelle altre parti d’Italia.
Anche il fatto che il vernacolo volgare isolano dell’epoca abbia assimilato
elementi lessicali arabi, bizantini, latini, basta a provare la sua maturità
prima dell’arrivo dei Normanni.
Conferma esplicita l’abbiamo nel diploma di Patti del
1133 del re Ruggero in cui si dice di essere stato vulgariter expositum,
per farla capire ai Pattesi, una precedente disposizione del 1094, con cui
il vescovo Ambrogio concedeva terreni a coloni latinae linguae. E
inoltre dalla disposizione del primo vescovo normanno di Catania Angerio che
a proposito del battesimo degli adulti sanciva: si nescit haec vulgariter
dicat [se ignora le lettere si esprima in volgare] (testimonianze
importanti ripresi dal Migliorini).
Nel 1925-26 il glottologo tedesco Gerad Rohlfs, sulla
falsariga dell’Amari, dell’Hartwigh e di Chalandon, riprende l’ipotesi
neolatinizzazione, sulla base di elementi di grammatica storica. Essi
negavano l’origine antica della romanità dei dialetti siciliani, “perché
l’arabo, diventata lingua di popolo” e avrebbe interrotto la continuità
neolatina dell’isola. Di conseguenza si deve parlare di neoromanizzazione
medievale, iniziata durante la conquista normanna, con l’emigrazione dal
continente di gente della Lombardia e del Piemonte Orientale al seguito
delle truppe di occupazione normanna.
Queste affermazioni “già confutate da ragioni di
ordine storico illustrate dal Maccarrone” vennero però validamente
contraddette e corrette da altri valenti studiosi, come il Pagliaro, il
Piccitto, l’Alessio e il Bonfante. Fu così delimitata e ridotta l’importanza
del contributo arabo e delle colonie lombarde, esagerato invero anche dall’Amari.Questi
pare in ciò contraddirsi, affermando anche che: “La robusta pianta del
parlare italico resiste meglio che ogni altra lingua all’invasione
dell’arabico… In Spagna il latino cedette poco terreno e ripigliò subito il
perduto uso, serbando la grammatica. In Sicilia le cagioni della corruzione
dovean operare più debolmente assai che in Spagna; e a quella dovean anco
resistere i Siciliani per la remotissima antichità del loro idioma italico”.
“L’arabico pertanto”afferma l’Amari, il principe
degli arabisti, “ha lasciato nel parlare siciliano minor vestigi che non
si creda comunemente: veruno nella grammatica, un’ombra nella pronuncia,
poche centinaia di vocaboli nel dizionario e qualche modo di dire”. Il
Rolfs in un suo scritto del 1965, diceva espressamente: “… nell’isola non
c’era stata una vera perdita dell’antica latinità sotto le dominazioni
bizantine prima e arabe poi”, abbandonando così la nebulosa teoria
secondo cui sarebbe stata una lingua letteraria medievale di tipo toscano a
contribuire alla neoromanizzazione dell’isola.
Quanto affermato dall’Amari e dal Rolfs ci è
confermato non solo dai Codici sciclitani, di cui parleremo più
avanti, ma anche dai chiarimenti che daremo più avanti.
Di recente un altro studioso, Varvaro, ha fatto il
punto, in uno studio sintetico e documentato, sul rapporto storia-lingua in
Sicilia (Lingua e storia in Sicilia, Sellerio - Palermo, 1981). Ne
risulta che anche per il siciliano, come per gli altri dialetti, d’Italia,
bisogna tenere nel debito conto senza escluderle le diverse componenti: il
substrato siculo-italico o proto latino, i superficiale strato
greco-bizantino e arabo. In fondo la tesi dei sostenitori della continuità
siculo-latina sul siciliano moderno è confermata. Se si ammette che il
processo di latinizzazione dell’isola si può dire iniziato nel periodo
repubblicano dell’antica Roma (III sec. a.C.), quando ancora prevale la
lingua greca. Nel periodo imperiale il latino non solo è presente ovunque,
ma diventa lingua dominante nella vita pubblica e privata, nell’ambito
culturale, nelle città e nelle campagne dell’isola.
Un notevole contributo alla diffusione del latino in
Sicilia certo lo diede la Chiesa di Roma. Le comunità cristiane passano dal
bilinguismo greco e latino dei primi secoli a una prevalenza sempre più
marcata del latino, soprattutto nelle campagne, tanto che nel sesto secolo
la campagna appare diffusamente latinizzata e durante l’invasione barbariche
si accentua la sua diffusione.
Per quanto riguarda il periodo bizantino, mi pare
risulti confermata l’opinione già sostenuta dalla maggioranza degli studiosi
che “l’isola nel sesto secolo era completamente romanizzata” e che
nonostante, una certa ripresa del greco, nel tardo periodo bizantino, il
processo di diffusione del latino non si arresta, anzi diventa più attivo.
Durante il periodo mussulmano, dall’anno 827 fino al
1080, i cristiani per la gran maggioranza rimangono nelle proprie terre e
conservano la fede e la lingua. Dice bene il Migliorini: “La conquista
mussulmana della Sicilia, portò nuclei importanti di arabo-berberi; ma la
separazione tra le due stirpi dovute alla religione e un certo rispetto dei
conquistatori arabi per le usanze e la lingua dei loro sudditi siciliani
fecero sì che le parlate dell’isola si svolgessero senza altra alterazione
che l’accoglimento di un certo numero di vocaboli arabi. Che gruppi notevoli
di Siciliani siano stati arabizzati e da escluderlo, ma di sicuro furono
islamizzati pur non perdendo il loro idioma dialettale latino e dopo la
cessazione del dominio arabo furono ricristianizzati. Perciò è inaccettabile
la continuità dell’interruzione del latino volgare”.
Anche per il Siciliano come per le altre lingue e
dialetti romanzi la continuazione del latino è una verità tanto palese che
si manifesta con il criterio dell’evidenza. Del resto il latino volgare non
è altro che il latino parlato che potremmo chiamare romanzo. Infatti, le
singole lingue romanze non sono altro che le figlie del latino volgare. Esse
sono il latino di oggi.
Per quanto riguarda le immigrazioni nel periodo
normanno, “tutto lascia pensare che non fossero così numerose le genti
gallo-italiche giunte in Sicilia e che i Normanni hanno inciso ben poco sul
siciliano”. Non bisogna dunque esagerare, come fanno rilevare altri
studiosi sull’apporto linguistico delle così dette colonie lombardo-normanne.
Senza la consistente presenza etnica e linguistica dei
latini dell’Isola è assurdo pensare che, per opera di questi nuovi nuclei
d’immigrati, sempre in proporzioni assai limitati e inglobati dalla
popolazione siciliana, si sia realizzata in poco tempo la completa
rilatinizzazione della Sicilia. I gallicismi presenti nel dialetto siciliano
non si possono considerare sintomo di neoromanizzazione, perché si
diffondono in settori limitati, senza alterare gran che la struttura
essenziale del vernacolo dell’isola che resta neolatino. Infatti, i
normannismi e i provenzalismi non sono molto numerosi (limitati
principalmente alla provincia di Enna).
3.3 I codici sciclitani
Il problema delle origini del siciliano non si pone
per chi è convinto che il siciliano sia il diretto continuatore del latino
parlato nell’isola, la prova adesso l’abbiamo con “I Codici sciclitani!”.
Esiste un documento, Le Memorie Sciclitane,
proveniente dalla cittadina di Scicli che comprova le asserzioni fatte in
precedenza:
1.
il Vernacolo Siciliano è il diretto continuatore del latino
parlato nell’isola attorno all’anno Mille. Infatti, già dopo il XI secolo la
Sicilia, con il suo Volgare, si presenta nel pieno del mondo neolatino”;
2 .
il Volgare Italiano ebbe origine in Sicilia con i poeti e i notai
della cancelleria di Federico II. Tutto ciò spiega quell’apparire precoce
della latinità romanza in Sicilia con i Normanni, che non può essere in
alcun modo, opera d’importazione dal continente.
I Codici sciclitani che risalgono alla fine del
sec. XI ne sono la prima e più autorevole conferma! La città di Scicli ha
avuto il merito e la sorte, come Assisi per il Cantico delle Creature
di S. Francesco, di dare alla luce i più antichi e indicativi documenti in
volgare siciliano. Anzi, per l’ampiezza e completezza di narrazione, i più
antichi documenti della Lingua siculo-italica, anteriori di circa 130
anni dall’inno di S. Francesco “Laudato sii mio Signore”.
I Codici Sciclitani sono degli antichi manoscritti
in vernacolo siciliano antico risalenti alla fine del primo secolo del nuovo
millennio. Nel 1878, nell’archivio dell’Arciconfraternita di S. Maria La
Nova di Scicli furono scoperti antichi manoscritti, fra i quali un volume di
108 pagine dal notaio sciclitano G. Di Lorenzo, nel quale sono trascritte le
due memorie rinvenute il 15 marzo 1653 nell’archivio del Castello Triquestre
di Scicli. Il mastro confrate Guglielmo Pinsero, due decenni prima che
terminasse il secolo diciannovesimo, ricopiò le due memorie e ne mandò copia
al dotto Canonico notinese D. Corrado Sbano, che ne diede notizia nel
giornale diocesano in due articoli del maggio e luglio 1889. Nel 1882 il
dialettologo netino Corrado Avolio stampò le memorie avute dallo Sbano in
appendice alla sua “Introduzione allo studio del Dialetto Siciliano”,
chiamandole “Codici Sciclitani”e considerandole due cimeli del più
antico siciliano che si conosca. Nel 1990 fu merito dello studioso ispichese
Melchiorre Trigilia che li ha ripubblicati integralmente nella trascrizione
originale del notaio Di Lorenzo.
I Codici Sciclitani sono costituiti da due antiche
memorie in siciliano. La prima descrive una manifestazione alla Madonna, che
sarebbe apparsa in una nuvola splendente come il sole per aiutare il popolo
di Scicli e i Normanni contro i Saraceni dell’emiro Badr Al Kamali detto
Belcamet, sbarcati nel 1091, in tempo di Quaresima, nella marina di
Donnalucata. La seconda memoria descrive il ritrovamento del simulacro della
Madonna della Pietà avvenuto un venerdì del mese di marzo del 1111.
Di seguito riportiamo due stralci dei codici sciclitani.
La Madonna dei Milici di Scicli: cristiani e musulmani nella Sicilia del
Mille
Prima memoria
Anno 1091. Una nugola che
isplindia ut solis cu[m] dintra la Vi (Virgine) MP (Maria) cu[m]
brandus in dexitira [et] chi rintronava a lu Soupopulo: “En adsumec[ce]
me civitasdilecta, protegam te dextera mea”. Si livaru de ter[r]a [di] un
subitu [et] videro lo exercito [di] li Norman[d]i ut velociteraq[u]il[a]
p[er] aiutarili [et] uniti tucti si moxirout fulminemsupra q[ui]lli
infidi [et] li distru[x]ero; fu tali la confuxione [et] la neghia [et] lo
spavento, che si uc[h]iseroipsistixi ut more canisydrofab[i].
Duraulapunia q[ua]si p[er] uno iorno [et] [di] poi li sanctixaxerdoticantaru
“Ted[eu]mlau[amu[s]” [et] lo “Magnificat” accumpaniati di lu
exerxitu [et] di lu populo si rixt[ar]o in lo dictolocu p[er] p[re]gari [et]
ringrat[iari] a Dio [et] MP (Maria) Vi (Virgini) chi li salvau di lo ec[h]idio
di li infid[ili]. La matina si ar[r]troao lo campo cu[m]im[m]enso numero di
morti [et] li barchi [di] li infedeli tucti fugati. [Et] de poi si
ringratiau li gra[n]di Dio [et] la MP (Maria) Vi (Virgini) [et] si chamao
[di] li pii ss(santi) xaxerdoti“sancta MP (Maria) militum pro iclensibus”,
[et] si stabileofarichi la festa omn[i] an[no] in lo iorno sabato p[r]ec[he]dente
a la dom[inic]a [di] pas[s]ioni iorno sol[l]emni de la punia. [Et) cus[s]i
fu liberata la nos[tra] ter[r]a p[er] sempre. Amen.
Seconda memoria
Anno 1111.
In ter[r]a, inveitenenanti la vetusta et
dirutamEc[c]le[sia] Sa (Santa)Ma (Maria) da Pietatisuno simulacro di
la Madon[na] de dictaecc[lesi]a [di] la Pietati; [et] chamautucto lo populo
[et] li axerdoti [di] la T[erra] [di] X[icli] [et] dixero che era qui[l]la
che un tempo am[m]uxaro li antiq[ui] Krip[tiani] [di] la T[erra] [di] X[icli],
quando vinero li infidiliXaraxini; [et] positamerat in uno xifo [di] petra
forti cu[m] lo cupercho [di] petra beni situato et bene cumbaxato. [Et]
tuctigridaro: “Viva la Matri [di] la Pietati”, [et] radrizaro [di] subito.
La ec[c]l[esi]a [et] rimisiru cu[m] ioia lo culto [et] la devozioni. In la
ec[c]l[esi]a [di] la Pietati cu[m] multo fervuri [di] tucta la T[erra] [di]
X[icli] [et] cu[m] limosina [di] tuctifidilikriptiani. Amen
Ritornando alle origini del vernacolo siciliano
Michele Amari afferma che “Nel secolo dodicesimo il volgare siciliano
aveva preso una forma assai somigliante all’attuale”. Anche Biagio Pace
afferma: “La strada che percorreva in quel tempo il popolo di Sicilia lo
portava per lunghi giri lentamente verso il latino. Tutto ciò spiega
quell’apparire precoce della latinità romanza in Sicilia con i Normanni, che
non può essere in alcun modo opera di importazione dal continente”.
Infatti, “già dopo il mille la Sicilia si presenta nel pieno del mondo
neolatino”.
Del resto la storia dei principali dialetti
italiani è strettamente legata alla storia della lingua latina e
all’italiano. Il processo è stato duplice: i dialetti si sono via via
allontanati dal latino e contemporaneamente si sono avvicinati all’iniziale
lingua siculo-toscana fino a contribuire alla strutturazione della lingua
nazionale con l’acquisizione di elementi provenienti anche da altri dialetti
italici minori.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 3 dicembre 2018.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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03/12/2018 |
Scuola. Eletto il nuovo Consiglio d'Istituto
per il triennio 2018/2021:
i nomi di tutti i componenti |
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Scuola Media
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Si è conclusa l'elezione dei componenti del Consiglio dell'Istituto Comprensivo "Angelo
Roncalli" di Grotte, che rimarranno in carica per il triennio 2018/2021.
Questi i 19 componenti, per categoria (in ordine alfabetico):
- il Dirigente Scolastico (membro di diritto)
Lo Presti Santino
- 2 rappresentanti del personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario
Galluzzo Giuseppe
Lentini Maria
- 8 rappresentanti del personale docente
Alba Antonella
Figliola Carmela
Lo Presti Crocetta
Marcantonio Roberta
Milioti Rosalba
Palumbo Salvatrice
Tirone Carmela
Vitello Accursia
- 8 rappresentanti dei genitori degli alunni
Arnone Linda (voti 67)
Cappuccio Lucia Annamaria (voti 33)
Cipolla Giuseppe (voti 91)
Costanza Pierangelo (voti 53)
Giambra Giovanni (voti 70)
Morreale
Florinda
(voti 35)
Rizzo Salvatore (voti 48)
Villani Eleonora (voti 52)
Dopo la verifica da parte della commissione elettorale e la nomina
da parte del Dirigente Scolastico, il nuovo Consiglio verrà convocato
per procedere all'elezione del Presidente, del Vice Presidente e dei
componenti della Giunta Esecutiva.
Carmelo Arnone
3 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
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03/12/2018 |
Politica. Costituito
ufficialmente il Circolo "Lega Salvini Premier Grotte" |
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Circolo
Lega
di Grotte |
È stato ufficialmente costituito, alla presenza
del responsabile provinciale Massimiliano Rosselli, il Circolo della
“Lega Salvini Premier Grotte”.
Il direttivo (vedi foto a lato) è formato da:
- Joel Butera (artigiano) con la carica di presidente;
- Paolino Fantauzzo (commerciante) vice presidente;
- Antonio Zaffuto (manager della formazione) segretario;
- Francesco Miceli (tributarista) tesoriere;
- Salvatore Salvaggio (imprenditore) consigliere.
“Obiettivo del Circolo - ha dichiarato il neo presidente Butera -,
è quello di diffondere e mantenere vivi i valori e gli ideali contenuti nel
programma della Lega e promuovere la partecipazione attiva della comunità
Grottese alla vita politica, nella realtà locale e all'impegno civile e
sociale, puntando alla valorizzazione dei sani principi dettati dai canoni
leghisti. A nome di tutti i soci fondatori, ringrazio vivamente Massimiliano
Rosselli (responsabile organizzativo della provincia di Agrigento), Igor
Gelarda e Fabio Cantarella (responsabili per gli Enti Locali in Sicilia),
Alessandro Pagano (deputato e vice presidente del gruppo parlamentare Lega
alla Camera dei Deputati) ed il senatore Stefano Candiani (sottosegretario
agli Interni e commissario per la Lega in Sicilia) per aver portato avanti
in Sicilia il progetto di creazione dei nuovi circoli rappresentativi del
partito, che si sta radicando sempre di più”.
Il componenti del nuovo Direttivo invitano tutti i simpatizzanti della comunità grottese ad
unirsi in via associativa e coinvolgere tutti coloro che oggi vogliono
abbracciare l'impegno e il progetto del leader Matteo Salvini.
Redazione
3 dicembre 2018.
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01/12/2018 |
Politica. Decio Terrana (UDC):
"Un partito moderato senza estremismi" |
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Cesa e Terrana |
Prosegue l' opera di organizzazione e radicamento sul
territorio siciliano dell' UDC, partito di Centro e di ispirazione
cristiana. Il coordinatore politico regionale e responsabile nazionale per
gli Enti Locali, on. Decio Terrana, ha nominato di concerto con il
segretario nazionale on. Lorenzo Cesa (vedi foto a lato) i commissari
provinciali di tre province: Enna, Caltanissetta e Ragusa.
A Enna è stato nominato il dott. Andrea Maggio di Nicosia, a Caltanissetta
il dott. Scichilone Silvio di Butera ed a Ragusa il dott. Lavima Giuseppe di
Modica.
"I commissari avranno il compito di organizzare il partito sui rispettivi
territori - ha detto l'on Decio Terrana -, metteranno al servizio la
loro esperienza politica e le doti professionali che li contraddistinguono
per serietà, generosità e impegno. L'UDC cresce in ogni provincia grazie
all'adesione di sindaci e amministratori ma soprattutto grazie all'impegno
di quanti si riconoscono nei valori della Dottrina sociale della Chiesa e
dei principi di solidarietà. La politica oggi ha la necessità di ritrovarsi
attorno ad alcuni valori - ha continuato Terrana - e l'UDC
rappresenta un partito moderato senza estremismi che ha a cuore la difesa
della famiglia, della solidarietà e dei temi del lavoro. Auguro ai nuovi
commissari di far crescere il partito nella massima condivisione delle
scelte, coinvolgendo tutti coloro che credono nei nostri principi; un buon
lavoro al servizio dei territori e della Sicilia".
Redazione
1 dicembre 2018.
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