Grotte.info Quotidiano - Gennaio 2021 |
31/01/2021 |
Editoriale. "Ricordare
e dimenticare"; di Carmelo Arnone |
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Cominciamo con il ricordare anzitutto
un nome: Czeslawa Kwoka.
Era nata nel 1928 in un villaggio della Polonia, Wólka Złojecka. Insieme a
sua madre, Katarzyna Kwoka, venne deportata ad Auschwitz il 12 dicembre
1942. Erano entrambe cattoliche. La madre venne assassinata il 18
febbraio 1943; lei meno di un mese dopo, il 12 marzo 1943.
Aveva soltanto 14 anni.
(Czeslawa Kwoka) Al
suo arrivo ad Auschwitz, Czesława venne fotografata dal giovane detenuto
polacco Wilhelm Brasse, incaricato dai nazisti di fotografare tutti i
prigionieri sia frontalmente che di profilo. Nonostante prima della
liberazione del campo gli fosse stato ordinato di distruggere tutte le
fotografie e i negativi, Brasse riuscì a salvarne alcune, tra cui il
trittico fotografico di Czesława.
Anni dopo il fotografo ricorderà nei minimi particolari di quando gli
ordinarono di fotografare la ragazzina; testimonianza riportata nel film
documentario "The Portraitist": "Era così giovane e così terrorizzata.
La ragazza non capiva perché fosse lì e non capiva cosa le stessero dicendo.
Allora una donna Kapo prese un bastone e la colpì in faccia. Quella donna
tedesca stava solo sfogando la sua rabbia contro la ragazza. Una ragazza
così bella, così innocente. Lei pianse, ma non poté fare nulla. Prima che la
fotografia fosse scattata, la ragazza si asciugò le lacrime e il sangue dal
taglio sul labbro. A dire la verità, mi sentivo come se fossi stato colpito
io stesso, ma non potevo intromettermi. Sarebbe stato fatale per me. Non
potevi dire assolutamente nulla".
Dal 1955 nel museo di Auschwitz sono esposte - come parte di una mostra
commemorativa permanente, intitolata Block no. 6: Exhibition: Life of the
Prisoners - le fotografie ritraenti Czesława Kwoka, con le didascalie
che la identificano in base al nome, numero di matricola, data e luogo di
nascita, data di morte e età alla morte, appartenenza nazionale, etnica e
religiosa e data di arrivo al campo.
Czesława Kwoka fu una dei circa 230.000 bambini e ragazzi di età inferiore
ai diciotto anni che furono deportati ad Auschwitz-Birkenau tra il 1940 e il
1945.
27 gennaio 2021, Giorno della memoria.
Nel paesino di Cogoledo, piccolo Comune situato nella riviera ligure, è in
corso una seduta del Consiglio comunale.
Si mettono in discussione gli argomenti all'ordine del giorno e si vota:
voto palese per alzata di mano. Tre Consiglieri comunali esprimono il
proprio voto esibendosi inequivocabilmente nel saluto romano. Immediata la
presa di distanza degli altri Consiglieri e del sindaco Paolo Bruzzone.
(Consiglio comunale di Cogoledo, 27/01/2021, Giorno della
Memoria) "Niente di
male nel votare alzando il braccio destro con la mano tesa" sostengono i
tre; e pazienza se è il "Giorno della Memoria", e pazienza se i fascisti e i
nazisti usavano salutare in questo modo. Loro sono brave persone (e non lo
mettiamo in dubbio), forse andranno in chiesa tutte le domeniche e le feste
comandate e si affideranno ai "cuori immacolati" (come tanti altri
loro simili).
Adesso i nomi dei tre sono iscritti nel registro degli indagati per
violazione dell'articolo 4 della legge Mancino: "chi pubblicamente esalta
esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità
antidemocratiche".
"Deve essere chiaro che nel nostro ordinamento il razzismo e
l'antisemitismo non sono opinioni, ma delitti. Quando succedono certi
fatti, la reazione deve essere immediata" dice il procuratore aggiunto
Francesco Pinto.
Della giovane Czeslawa Kwoka ci resta indelebile il ricordo della tristezza
inconsolabile, dello sguardo impaurito, della dolcezza del viso.
Dei tre dovremmo ricordarne i nomi, ma forse questo è il momento di
dimenticare.
Carmelo Arnone
31 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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31/01/2021 |
Romanzo. "Chi era il
vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 6^ puntata |
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Fuga in Egitto
R. Guttuso
Prof. Rodolfo Costanza |
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)
(6^ puntata)
Cap. 5
All'ombra del monte Tabor
Prendiamo a prestito la descrizione della “Galilea”,
come s’immagina e la rappresenta Ernest Renan nel suo libro, Vita di Gesù.
“Doveva essere un paese tutto verde, tutte ombre
sorridenti, il vero paese del Cantico dei Cantici e delle canzoni del
prediletto. A marzo e aprile la campagna è un denso cespuglio di fiori, a
tinte incomparabilmente dense. Piccoli vi crescono gli animali, ma di
estrema dolcezza. Svelte e vivaci tortorelle, merli azzurri sì lievi che non
piegano l’erba su cui posano, allodole capellute che camminano quasi tra i
piedi del viandante, piccole testuggini da ruscello dagli occhi vivaci e
mansueti, cicogne che si atteggiano gravi e pudiche ma non più timide che si
lasciano avvicinare dall’uomo, e sembra lo chiamino. In nessun paese del
mondo le montagne si dispiegano con più armonia e ispirano più alti
pensieri”.
La Galilea era allora una regione di lingua
siro-aramaica abitata da Israeliti e da molti Fenici, Siri, Arabi e Greci e
dove i sommovimenti politici portavano a improvvise rivolte contro i
governanti di turno.
Siamo a Nazareth alla fine di febbraio dell’anno 8 a.C..
La strada s’inerpica per la collina in mezzo a vigneti, campi di grano e
terre punteggiate di fichi, ulivi, alberi di pere, pesche, pistacchi e
carrubi. Fra i tornanti si vedono arrancare asini, muli, donne, uomini e
qualche ragazzo che rientrano a Nazareth dopo una lunga giornata di faticoso
lavoro nei campi.
Nazareth è un borgo situato in una piccola valle in
mezzo alle colline che chiudono la piana di Esbreton circondata da ubertosi
giardini che emanano una verde frescura.
Il sole come un disco rosso, annebbiato dall’accumulo
della calura diurna, ormai rasenta a ovest la linea dei monti antistanti al
mare. Di lì a poco l’astro diurno scomparirà per essere poi inghiottito
dalle acque azzurre prospicienti l’estrema punta orientale dell’isola di
Cipro, di fronte alle città fenicie, per rinfrescarsi tutta la notte in
quell’oscuro pelago e per riprendere vigore all’alba del giorno dopo.
Il paesino si staglia sul fianco di una bassa collina
all’ombra del monte Tabor, le piccole alture degradano verso il grigio cupo
del lago di Tiberiade. Le casupole, tutte basse e di color bianco sporco
tendente al grigio, sono tutte fatte di gesso salato estratto da una vicina
cava. Gesso che nel periodo invernale rende gli ambienti interni molto umidi
e freddi, a volte riscaldati da bracieri posti su bassi piedistalli di legno
a forma di corona collocati al centro dell’unica camera, di cui, di solito,
sono costruite le case dei poveri.
La quasi totalità delle persone abita in questi catoi.
Il paese è abitato da poco meno di cinquanta famiglie che conducono una vita
tranquilla fatta di duro lavoro agricolo, di reciproco aiuto nel portare
avanti una vita di stenti e nell’allevare la prole.
Vivono in questo villaggio anche il fariseo Gioacchino
e sua moglie Hanna, sono ormai anziani e benestanti contadini che si
guadagnano il pane con fatica lavorando e facendo lavorare le proprie terre
da braccianti di Nazareth e dei paesi vicini. Essi sono dei proprietari di
terra che vivono del proprio lavoro come la maggior parte dei contadini.
Abitano con la giovane figlia Myriam in una casetta costituita da diversi
locali che fa parte di altre abitazioni che formano un ampio cortile.
L’ultimo locale in fondo alla loro abitazione è una
grotta incavata nel fianco della collina, sul cui pavimento, fatto di terra
battuta, c’è ammassata della paglia. In fondo, si trova una piccola
mangiatoia addossata al muro dove è messa la biada per la capra e per
l’asino. Inoltre, la grotta comunica con il giardino esterno attraverso
un’apertura laterale dalla quale transitano i due animali, comprese le poche
galline che, una volta smesse di produrre uova, sono uccise e cucinate per
le grandi feste religiose.
Nonostante tutto, la casa è tenuta pulita e ordinata,
ciò è merito sicuramente di Myriam la quale, come tutte le ragazze, non
frequenta la scuola della sinagoga, pertanto, si dedica alle faccende
domestiche. I suoi pensieri, come quelli di tutte le giovani del villaggio,
ruotano attorno ai bisogni propri e della famiglia, e sono popolati da
qualche bel ragazzo che ha l’ardire di guardarla quando essa si reca alla
sinagoga del paese, o quando va alla fonte a riempire il suo orcio d’acqua.
Hanna, la madre di Myriam, è nata a Sepphoris e i suoi
genitori sono originari di Gamala, lontana parente del rivoluzionario Giuda
il galileo (fondatore della setta degli zeloti, era figlio del ribelle
Ezechia fatto uccidere da Erode molti anni prima. Gli Zeloti erano membri di
una fazione politica antiromana, i loro obiettivi erano la cacciata dei
romani da Israele, la costruzione del regno di Dio in Israele, attraverso
una rivolta violenta) figlio del famoso rabbi e capopopolo Ezechia,
ricercato e fatto uccidere da Erode alcuni decenni prima. Mentre Gioacchino
appartiene a una famiglia facoltosa di Sepphoris di origine davidica e si
può ben definire un appartenente alla setta dei Farisei timorati di Dio che
aveva conosciuto Hanna nella stessa città. Si afferma in paese che Hanna,
nonostante la sua illustre discendenza, è una persona umile, stanca di far
parte di una parentela di rivoluzionari fanatici. Essa aveva deciso di
unirsi in sposa a Gioacchino pur di uscire dal suo turbolento parentado e
poi perché lo considerava un giovane tranquillo e laborioso.
Nonostante i lutti provocati dai suoi parenti di Gamala,
Hanna non rinnega le sue origini, anzi, per certi aspetti ne è orgogliosa.
Lei preferisce, però, una religiosità tranquilla, pacifica, e una vita
serena e laboriosa con il suo Gioacchino e la figlia, tra lavori di campagna
e partecipazione ai riti religiosi e ai tranquilli incontri con le donne
della sua età all’uscita dalla sinagoga o alla piazzetta del mercato (alle
donne non era concesso istruirsi e frequentare le scuole. Esse, ritenute
incorreggibili e facili all’adulterio, godevano, presso il popolo ebraico,
di scarsa considerazione. Esse erano emarginate in vario modo, escluse dalla
partecipazione alla vita pubblica, relegate esclusivamente nel ruolo di
madri e domestiche).
La monotona vita a Nazaret è solo interrotta dal
sabbath (sabato), il giorno di riposo assoluto dedicato ad Adonai, in
cui è vietato lavorare. I fedeli si riuniscono nell’unica “casa di
preghiera” (piccola sinagoga) del paese per ringraziare l’Altissimo della
protezione che accorda a tutta la comunità (la sinagoga in seguito diventerà
il centro spirituale del popolo ebraico della diaspora).
Le adunanze in sinagoga si tengono tutti i sabati e
negli altri giorni festivi durante la tarda mattinata e in occasioni
particolari. Le funzioni dedicate all’unico dio di Israele sono partecipate
con un certo fervore da tutte le famiglie, compresa quella di Myriam.
Nessuno mette in dubbio l’esistenza di Adonai Dio
d’Israele, come avviene nei vicini paesi ormai mezzi ellenizzati. La cultura
greco-romana tuttavia non è riuscita a influenzare questo sperduto paese
della Galilea, infatti, non ci sono né templi, né ginnasi, né bagni pubblici
e neanche scuole fondate dai gentili come nella vicina Sepphoris o
Tiberiade.
L’unica istituzione che influenza pesantemente le menti
e l’educazione di quelle poche anime è la piccola “sinagoga”. Essa funge per
tutti ragazzini anche da scuola (bet ha-midrash) che si trova in un
locale attiguo al tempio, ove sono acriticamente insegnati i precetti della
religione di Mosè e i rudimenti dello scrivere e tirar di conto (fra gli
Ebrei maschi d’Israele il saper leggere e scrivere in aramaico erano molto
diffusi e facevano parte dell’istruzione di base). Se poi qualche bambino
eccelle nell’apprendimento dei saperi divini della Toràh, su proposta
del rabbino del paese è inviato, con il consenso dei genitori, nella scuola
ebraica della vicina cittadina di Sepphoris.
Cap. 6
Le afflizioni di un anziano vedovo
Uno dei membri della comunità dei credenti
in Adonai di Nazaret che ha superato da poco i cinquantasette anni, che
frequenta assiduamente la sinagoga e fa parte del consiglio degli anziani, è
il pio e canuto Joseph ben Jakob della stirpe di David. È un uomo dal
fisico asciutto e forte, di media statura, pelle leggermente olivastra,
capelli lunghi fino alle spalle, occhi vivaci color nocciola, viso
espressivo coperto da una folta barba e una bocca mancante di qualche dente.
Egli si era trasferito quindici anni prima da Betlemme nel paesino di
Nazareth a causa dei contrasti avuti nei primi anni della ricostruzione del
Tempio di Gerusalemme con i sacerdoti sadducei e per l’attentato a Erode
fallito miseramente cui aveva indirettamente partecipato.
Joseph era stato assunto come carpentiere specializzato
e sacerdote consacrato per la ricostruzione del nuovo Tempio che Erode aveva
deciso di ingrandire. Joseph, durante i pochi anni di lavoro al Tempio, si
era reso conto che la classe dirigente sacerdotale era venale,
approfittatrice e connivente nello sfruttare il popolo. Egli tacciava
continuamente i sacerdoti più in vista di essere dei servi di Erode, gente
corrotta che non era in grado di ribellarsi al tiranno e all’occupazione dei
Romani.
I Sadducei, stanchi e irritati dalle accuse proferite
incautamente da Joseph, cominciarono a vessarlo fino al punto che sparsero
la voce che egli non solo era seguace del ribelle Ezechia, sconfitto e
ucciso da Erode in uno scontro armato tanti anni prima, ma che, assieme alla
sua confraternita di Naziroi e alcun Farisei, avesse appoggiato i
fautori dell’ultimo fallito attentato al re.
Joseph corre il rischio, immaginando che l’accusa
arrivi alle orecchie della polizia segreta di Erode, di essere subito
processato e messo in galera per molti anni. Onde evitare di essere
arrestato, si trasferisce dall’arida e stepposa Betlemme, posta a pochi
chilometri da Gerusalemme, alla rigogliosa e verde Galilea, nel villaggio di
Nazareth, dove nessuno lo conosce e potrebbe cercarlo.
Joseph è benvoluto da tutta la comunità del villaggio
di Nazareth per la sua laboriosità e il suo carattere mite, serio e fermo.
Egli è sempre disponibile ad aiutare chiunque chieda la sua collaborazione,
inoltre, non lesina mai un buon consiglio quando gli viene chiesto. In
ragione del suo onesto lavoro è conosciuto non solo a Nazareth ma anche nei
villaggi vicini e a Sepphoris. Egli è il téktōn (costruttore. La professione
di Giuseppe è citata nei Vangeli quando si dice che Gesù era figlio di un
téktōn. Il termine greco téktōn è interpretato in vari modi. Si tratta di un
titolo generico che non indicava i semplici lavori di carpenteria ma
un’attività legata alle costruzioni edilizie; cfr Matteo 13:55) più
apprezzato della zona, ciò gli consente di vivere una vita decorosa, il che,
agli occhi dei credenti, è una grande virtù. Del resto il dotto e saggio
Shammai, esortava le persone ad amare il lavoro e a desiderar meno i beni
terreni.
Joseph è vedovo e vive solo da lungo tempo; invece suo
fratello Alfeo, più giovane di età, vive a Cafarnao. Nonostante ogni tanto
il fratello lo vada a trovare, il conforto di Joseph è il lavoro, la stima
della comunità di Nazareth e la fede nel dio dei padri.
La sua bottega nel pomeriggio è frequentata da un paio
di ragazzi ai quali dedica una parte del tempo per trasmettere loro il suo
mestiere. Del resto, è consuetudine da parte di quasi tutte le famiglie
inviare i propri figli, dopo le ore di scuola mattutine e il riposo
pomeridiano, nelle botteghe degli artigiani per far apprendere loro un
mestiere. Così, quando saranno grandi e giovani, potranno costruirsi una
vita dignitosa e piena di fatiche e in sintonia con il credo ebraico.
Joseph, ormai avanti negli anni, è rimasto solo. Il
rabbino e tutti i notabili del villaggio lo esortano a risposarsi. Nazareth
dà la facoltà di scegliere un buon partito tra le timorate vedove o tra le
donne rimaste zitelle. Non è inusuale che le famiglie sposino anche le
proprie giovani figlie con anziani vedovi benestanti, in mancanza di
giovanotti emigrati nelle città ellenizzate di Israele, Siria, Fenicia e
Asia Minore.
Ormai si è reso conto che per lui è necessaria una
compagna. A volte lo prendono la solitudine e la tristezza, che riesce a
spezzare con le preghiere oppure passeggiando e raggiungendo l’estremo
limite orientale del paese, ove c’è un piccolo belvedere che si affaccia sui
campi coltivati della sottostante valle. Egli si siede sotto a un grande
albero di quercia, sul muretto che delimita il pianoro dove sorge il paese,
dal quale si gode un verde paesaggio fatto di valli e colline. Sullo sfondo
a est s’intravede appena l’azzurro lago su cui si affaccia la profana città
di Tiberiade (detto anche Mare di Galilea o di Kinneret. È il più grande
lago d’acqua dolce dello Stato di Israele. Nell’ambito della cultura
ebraica, anche i laghi erano chiamati “mare”) popolata quasi interamente di
gentili.
Un lago tranquillo, come la gente che abita le sue
rive, pescoso di tinche, carpe, lucci, trote e poi contornato di arbusti
profumati, di fiori e di piante da frutto. Ci sono fichi e oleandri, palme,
piante di aloe e felci che si piegano ai soffi del vento tiepido proveniente
da sud. Dietro al lago si scorge la poco fertile Traconitide.
A sud-est si staglia la maestosa mole del monte Tabor
dalla vetta rotonda da sembrare un prosperoso seno di donna. S’intravede
anche la valle del Giordano oltre il quale si stendono le brulle colline,
aride e steppose della Decapoli e della Perea. A nord s’intuiscono le verdi
terre dell’altipiano dell’Iturea che ha come sfondo le tre cime nevose dello
ieratico monte Ermon che proietta le sue dolci ombre sulla fertile e fresca
oasi di Damasco.
Quell’immenso e maestoso paesaggio lo concilia con gli
uomini, con Dio e con se stesso, facendo scomparire per breve tempo la sua
tristezza e la sua solitudine. Tutto ciò gli fa immaginare, quando la morte
lo avrà ghermito, che Elohim lo premierà facendolo vivere nei suoi verdi
pascoli, che Joseph immagina simili alle terre che si stendono davanti a
lui. Mentre osserva questi paesaggi, il suo pensiero va a quando era un
giovane sacerdote e anche un Nazireo stimato per il rigore nell’osservare le
tradizioni della confraternita e i precetti della Toràh. Egli si era
astenuto dal tagliarsi i capelli, dal bere vino, dall’avvicinarsi alle donne
e ai cadaveri per tre anni, per tutta la durata del suo nazireato. Alla fine
dei suoi voti si era tagliato i capelli e li aveva fatti bruciare
sull’altare del Tempio di Gerusalemme in dono a Elohim. Quando si è stato
Nazireo, affermano gli Ebrei, si rimane tale per tutta la vita. Infatti,
egli apparteneva ormai idealmente a quella confraternita e gli sarebbe
rimasto fedele fino alla fine dei suoi giorni.
La sua mente ritorna sovente alle vedove e alle zitelle
del paese, di cui desidera sposarne una, ma ormai è avanti negli anni e fra
non molto sarebbe stato di peso per una giovane moglie. Di questo suo
desiderio, il sabato precedente, dopo la funzione religiosa, ne aveva
parlato al rabbino il quale si era dimostrato favorevole a un eventuale
matrimonio. Il rabbi si era reso disponibile a fare da mezzano con le
famiglie che fossero interessate a voler maritare qualcuna delle proprie
figlie.
Nazareth è apparentemente un tranquillo, piccolo mondo,
quasi privo di giovani andati via a causa della disoccupazione e per
l’impossibilità di trovare un lavoro decoroso. Il paese in realtà è pervaso
da un’inquietudine manifestata dai pochi giovani rimasti, taciuta per quieto
vivere e per non suscitare reazione di condanna da parte degli anziani
legati alla tradizionale cultura ebraico-religiosa.
Qualche giovane si chiede se sia giusto continuare a
seguire alcuni riti e tradizioni religiose per le quali non si giustifica,
sotto molti aspetti, il loro perdurare e incidere nella vita delle persone.
Il rabbino e la maggior parte dei fedeli motivano tali riti con il fatto che
sono stati imposti da Yahwèh per mezzo dei profeti e che nessun
precetto sia inutile se è gradito a Dio. Se qualcuno manifesta delle
perplessità, è criticato e isolato dalla comunità, fino al punto che è
costretto ad allontanarsi dal paese, cercando asilo in quelle cittadine che
fanno corona al lago di Tiberiade o verso il mondo siriano, oppure a
stabilirsi nella vicina Sepphoris. In queste cittadine predomina la
variegata cultura ellenistica, come avviene nelle popolose e tolleranti
città della costa come Cesarea, in cui ha preso piede una cosmopolita
cultura mediterranea e greco-romana.
Proprio nel giorno in cui Josep è preso da questi
pensieri, Myriam è invitata presso anziani parenti, Isac ben Levì e la
moglie Noemi, di Sepphoris (secondo un’antica tradizione cristiana, i
genitori di Maria, Anna e Gioacchino, erano persone benestanti originarie di
Sepphoris. E si pensa che Maria fosse nata in questa città e che tutta la
famiglia dopo pochi anni si fosse trasferita a Nazareth ove possedevano
delle terre), proprietari di un opificio che fabbrica tappeti e stuoie, a
trascorrere due settimane con loro come tante altre volte negli anni
passati. Invito al quale Myriam e la sua famiglia acconsentono volentieri.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 31 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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31/01/2021 |
Letture Sponsali. "Mettendo
al centro la persona" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
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Gesù predica con autorità, la
sua predicazione non è come quella degli scribi: questi infatti sono
predicatori di professione e non vanno al “cuore”, al centro di ogni uomo e
donna per sconvolgerne la vita; Gesù invece predica mettendo al centro la
persona, nelle sue parole c’è l’esperienza dell’Uomo, per intero.
Non a caso il Vangelo di Marco parla di un miracolo, di un fatto
straordinario che sconvolge tutti: scaccia uno spirito impuro. Stranamente -
ma forse anche non tanto - è il demonio che riconosce Gesù come il Santo di
Dio. Gesù gli impone di tacere.
Cosa non secondaria è che questo indemoniato si trova in una sinagoga,
insomma in un tempio, una chiesa - diremmo noi oggi.
Quasi un monito: non ci accontentiamo di una fede “da chiesa”, cioè che si
nutra solo di vuote ritualità, devozionismi che ci rassicurano, consolano e
ci fanno pensare di essere nel giusto, dalla parte dei “buoni”.
Nulla di più ingannevole: la fede deve uscire fuori, Dio non è venuto fra
noi per “rovinarci”, come accusa lo spirito immondo, ma la vera fede,
scuote, sradica, muta il cuore di pietra in uno di carne.
Dio vive con noi, tra noi, è con noi nella vita nelle nostre case, scuole,
luoghi di lavoro, nel rapporto con i nostri figli, con il nostro coniuge,
con i nostri genitori.
Egli non è relegabile e non si fa relegare in una formula, un santino, una
statuina fredda e rigida ma illumina le scelte del quotidiano.
Gloria e Luciano
Punto chiave
Nella IV domenica del Tempo Ordinario
osserviamo Cristo che si presenta nella sinagoga manifestando la propria
capacità di insegnare e la propria autorità dinnanzi a chi lo ascolta.
L'autorità di Gesù deriva dall'essere figlio di Dio, è frutto della
paternità di Dio. Gesù inizia la propria missione nel mondo liberando l'uomo
dalla malattia e dalla dipendenza dagli idoli.
Alla base del processo di guarigione c'è la forza rigenerante e liberante
della Parola Di Dio. La Parola è lo specchio attraverso cui possiamo
comprendere se siamo dissonanti rispetto alla volontà del Signore, se siamo
distanti dalla sua via.
Nel brano evangelico odierno, Cristo libera l'indemoniato mediante la
Parola, lo schioda dal suo male per guarirlo.
La liberazione dal proprio male non è mai un processo semplice, né é
indolore, perché spesso siamo abbarbicati ai nostri idoli e abbiamo paura di
affidarci a Dio e di esserne plasmati.
E, tuttavia, la liberazione attraverso la Parola è l'unica via per una
autentica libertà interiore, per la realizzazione di una pienezza di vita.
Chiara e Fabio
Redazione
31 gennaio
2021.
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30/01/2021 |
Solidarietà.
Progetto di "Casa Rosetta" in Tanzania: prevenzione e cura dei Disturbi
da Uso di Sostanza |
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Prevenire
e curare i disturbi da uso di sostanze. Promozione della salute e diritto di
accesso alle cure in Tanzania. Un progetto per l’informazione, l’educazione
e la comunicazione in due città della Regione di Tanga: Tanga City e Muheza.
Si è conclusa il 23 gennaio 2021 la prima fase del Progetto di formazione e
sensibilizzazione sulla prevenzione e trattamento dei disturbi d’uso di
sostanze che Casa Rosetta ha avviato a Tanga, in Tanzania,
nell’agosto del 2019. La pandemia da Covid-19 ha imposto un rallentamento
delle attività e costretto ad adottare soluzioni alternative, come la
didattica a distanza. Grazie alla tecnologia digitale, Casa Rosetta potrà
portare a compimento le attività previste dal progetto e garantirne la
sostenibilità.
Il programma si sviluppa in parallelo alle attività della missione per
bambini orfani che vivono con l’infezione da HIV o con la malattia AIDS e
per bambini con disabilità neuro psicomotorie, che il fondatore di Casa
Rosetta, don Vincenzo Sorce, avviò nel 2005, costruendo una Casa
Famiglia per l’accoglienza dei bambini e un Centro di riabilitazione.
L’Associazione Casa Rosetta,
organizzazione in Stato Consultivo Speciale con Economic e Social Council
dell’ONU (ECOSOC) e nella sua qualità di National Chapter di
ISSUP-Italy (International Society for Substance Use Professionals), ha come
obiettivo quello di promuovere i Diritti Umani e contribuire allo sviluppo
locale dei Paesi poveri, anche attraverso la formazione continua. Per la sua
esperienza ultratrentennale nel campo del trattamento delle dipendenze da
sostanza, Casa Rosetta è oggi Implementer Partner dell’UNODC
per lo sviluppo di un programma di prevenzione e trattamento dei Disturbi da
Uso di Sostanze, a Tanga, territorio già martoriato dai problemi della
povertà e dell’AIDS.
In Tanzania la maggioranza delle persone vive in villaggi e zone rurali; il
51% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, la speranza di
vita si attesta intorno ai 50 anni, la mortalità infantile neonatale supera
il 40 per mille e la prevalenza di adulti che vivono con HIV/AIDS è del 5%.
La povertà è certamente la principale delle cause che determinano condizioni
di vita precarie; determina la malnutrizione, la scarsa igiene, il
diffondersi delle malattie; incrementa la corruzione, la criminalità; è
causa dei traffici illeciti come quello della droga.
La Tanzania è diventata zona di transito del traffico di droga; nei paesi di
frontiera e lungo la costa sull’Oceano Indiano la droga arriva dall’oriente
per transitare e raggiungere l’America Latina e il Nord America, per poi
giungere in Europa. In Tanzania il narcotraffico trova facilmente giovani da
assoldare per il trasporto illecito, riuscendo facilmente e superare
barriere e controlli. Sono questi stessi giovani che da trafficanti
diventano utilizzatori e poi tossicodipendenti. Casa Rosetta ha raccolto i
bisogni di informazione e conoscenza e soprattutto di servizi sanitari e di
recupero nelle città di Tanga e Muheza, che riceveranno dal progetto un
importante contributo al fine di avviare una rete socio-sanitaria di aiuto
alle persone. Il Progetto, in collaborazione con l’UNODC,
l'Organizzazione The Colombo Plan (Sri Lanka), e il Dipartimento di Stato
Americano - Bureau of International Narcotics and Law Enforcement Affairs
(INL), si sviluppa nelle città di Tanga e di Muheza, nella regione di
Tanga.
(Formazione
in aula al Mkonge Hotel. Tanga, 5-17/10/2020; 11-23/01/2021)
Oltre alle attività
formative rivolte agli operatori socio sanitari di Tanga e Muheza, impegnati
nella lotta alla droga e nel trattamento dei SUD (Disturbi da Uso di
Sostanze), il progetto prevede lo svolgimento di una campagna di
sensibilizzazione e animazione territoriale, con la collocazione di
postazioni ambulatori mobili (chioschi) che serviranno a diffondere le
informazioni corrette alla popolazione e offrire consulenze individuali.
Anche per questa attività, l'obiettivo
è quello di poter avviare una rete attiva, in collaborazione con altre
realtà sociali e sanitarie del territorio, al fine di garantire continuità
al progetto, voluto dalla tenacia e lungimirante visione del fondatore
dell'Associazione, padre Vincenzo Sorce.
Esso, da un lato, si prefigge di diffondere informazioni corrette sui danni
dell’uso di droghe e sulle sue conseguenze, e di fornire agli adolescenti
strumenti di protezione (life skills) contro la spinta sociale che induce
all’inizio dell’uso di sostanze psicotrope. Dall’altro, intende sostenere il
diritto di accesso alle cure delle persone con tossicodipendenza, riducendo
l’aspetto stigmatizzante che li emargina e offrendo l'opportunità di un
trattamento psicosociale che favorisca oltre alla disintossicazione anche il
reinserimento nella società. Il progetto, inoltre, rappresenta un importante
intervento di sviluppo locale e di economia sostenibile. Esso, infatti,
oltre a garantire la crescita culturale degli operatori sanitari,
rappresenta una opportunità di sviluppo economico e sociale, giacché le
risorse umane impiegate saranno originarie del luogo e la costruzione della
rete socio-economica potrà avere ricadute positive sullo sviluppo locale.
La Missione di Casa Rosetta a Tanga, dopo oltre quindici anni di impegno per
i bambini orfani colpiti dal virus HIV, rispondendo agli obiettivi di
sviluppo del millennio MDGs 2030, oggi si rivolge anche ad un'altra parte
della popolazione ferita.
Il progetto è coordinato dal dott. Pietro Cipolla, membro del
consiglio direttivo della Associazione, in collaborazione con la dott.ssa
Giovanna Garofalo, responsabile della Formazione Casa Rosetta.
Insieme al presidente in carica, il dott. Giorgio De Cristoforo, che
fa parte della famiglia Casa Rosetta sin dal suo nascere, gli operatori
portano avanti un progetto immaginando un futuro possibile per Tanga e la
Tanzania.
Come in Italia e in Brasile, in Tanzania il “Coraggio di Osare” di padre
Vincenzo continua a portare i suoi frutti: una comunità che cresce nel
nome dell’Amore.
(Lancio
della Campagna IEC con i piccoli di Casa Famiglia Rosetta - Tanga, 23
gennaio 2021)
“A Tanga abbiamo
concluso la seconda sessione dei corsi Base Universal Treatment Curriculum (UTC)
con un convegno che si è svolto presso il Mkonge Hotel, in una bellissima
zona residenziale, di fronte alla nostra Casa Famiglia, lungo la costa
dell'Oceano Indiano coperta da rigogliose mangrovie”, annuncia con
entusiasmo il Coordinatore del Progetto, Pietro Cipolla, raccontando la
giornata di chiusura della prima fase del progetto e di lancio della seconda
fase: la campagna di sensibilizzazione e lotta alla droga.
Il corso si è articolato in due sessioni di due settimane ciascuna (5-17
ottobre 2020; 11-23 gennaio 2021), durante le quali sono stati condotti otto
moduli per complessive 160 ore, sul trattamento dei Disturbi da Uso di
Sostanze (SUD).
Un corso parallelo di tre giornate, per complessive 20 ore, sul tema del
“Sistema Territoriale per il trattamento dei SUD”, è stato condotto in
remoto, con un collegamento congiunto tra Tanzania (dove erano tutti gli
operatori partecipanti al corso), India (dove si trovava la docente, dr
Thirumagal V.), Caltanissetta e Vienna (dove si trovavano i coordinatori di
Casa Rosetta e dell’UNODC).
Al convegno conclusivo erano presenti rappresentanti delle autorità del
Governo della Tanzania, del Ministero della Salute (MoHCDEC) e del DCEA
(l’agenzia Anti-Droga dell’Ufficio del Primo Ministro), delle autorità
locali, il Commissario regionale della Regione di Tanga e il Commissario del
Distretto di Muheza, molti portatori di interesse (stakeholder), diversi
rappresentanti delle varie religioni (musulmana in maggioranza, minoranze
cattoliche, pastori protestanti, Hindu ecc…), medici e operatori sanitari
dai vari ospedali presenti sul territorio (Bombo Regional Hospital, Tumaini
Catholic Hospital), responsabili delle Sober Houses (Comunità
Terapeutiche private).
Hanno partecipato al convegno con entusiasmo e gioia anche i bambini e i
ragazzi di Casa Famiglia Rosetta, contribuendo all’accoglienza degli ospiti.
(Partecipanti
al Corso Base UTC serie 1-8, Tanga)
L’incontro è stato
introdotto dal Dr Omary Ubuguyu, funzionario del Ministero della Salute e
responsabile delle attività di Prevenzione SUD, nella qualità di
Coordinatore Locale dell’intero progetto per Casa Rosetta, che ha presentato
la campagna IEC (Information, Education, Communication), quale
seconda fase del progetto.
Sono intervenuti, da remoto, per i saluti di benvenuto e i ringraziamenti,
il dott. Pietro Cipolla, componente del Consiglio direttivo
dell’Associazione Casa Rosetta e Coordinatore del Progetto, che dall’Italia
ha inviato un messaggio preregistrato rivolto a tutti i presenti, e la
responsabile di Casa Famiglia Rosetta - Tanga, Mrs Irene Almasi Kaoneca.
Per le Nazione Unite, ha trasmesso i saluti di benvenuto e i ringraziamenti
la dott.ssa Giovanna Campello, Direttrice del “Prevention, Treatment and
Rehabilitation Section” “United Nations Office on Drugs and Crime”
(UNODC, Vienna).
(Corso
"Comunity-Based SUD Treatment". Gruppo dei partecipanti di Muheza)
Altri interventi si sono
alternati nel corso della giornata.
Il dr Castory Munishi, in collaborazione con la dr Harrieth Peter Ndumwa, ha
sviluppato per il progetto un'applicazione digitale, denominata HURU APP,
che già adesso, in forma sperimentale, si può trovare sul web
(www.huruapp.org) e in futuro potrà essere utilizzata da qualsiasi
smartphone per avere informazioni sui rischi e pericoli da uso di sostanze,
e sui servizi disponibili sul territorio. Questa Applicazione digitale
servirà anche a costruire un network di salute per la prevenzione e il
trattamento dei SUD che, per iniziare, riguarderà solo la Regione di Tanga,
ma che ha l’ambizione di essere promossa e utilizzata a livello nazionale in
tutta la Tanzania.
Castory e Harrieth sono stati bravissimi facilitatori durante i corsi.
Castory ha reso un servizio indispensabile durante il corso in remoto
“Community-based
SUD Treatment”
per i trainees di Muheza, che è stato tenuto dal 19-21 gennaio dalla dr.
V. Thirumagal, International Master Trainer. Questo corso ha coinvolto tre
continenti: l'India da dove dr Thirumagal ha condotto tre giornate di
formazione; l'Africa (Tanzania) dove si è svolto il corso ed erano presenti
i partecipanti; e l'Europa (Italia) da dove è stato programmato, finanziato
e diretto insieme a UNODC (Vienna). Complicatissimo ma riuscito, grazie alle
piattaforme di comunicazione ZOOM e Teams Microsoft.
Molto interessante è stato l’intervento di una cantante e attrice locale Mrs
Shella Mnyanyi, che si è offerta di contribuire alla campagna di
sensibilizzazione nelle scuole e nelle piazze.
(Conclusione
del corso “Community-Based SUD Treatment” in Tanga e Muheza)
Cosa prevede la
campagna antidroga a Tanga nei prossimi sei mesi?
Per la riuscita del progetto, fondamentale sarà la collaborazione di tutti
gli stakeholders presenti alla riunione e attivi sul territorio.
Indispensabile sarà la collaborazione con il Ministero della Sanità e della
DCEA. Partendo dalla collocazione di chioschi nei punti nevralgici
della città di Tanga e del distretto di Muheza, - pubblicizzati su TV e
radio locali (con poster pubblicitari col logo della campagna sui mezzi
pubblici di trasporto, come i “dala dala”) - in cui si svolgeranno
attività di sensibilizzazione (distribuzione di gadget, opuscoli
informativi, interviste e questionari conoscitivi, attività ludiche per i
bambini, ecc.) e orientamento e invio delle persone interessate ad
attività di consulenza e interventi brevi presso le varie sedi
socio-sanitarie presenti sul territorio, come la MAT Clinic al Bombo
Hospital.
Inoltre, nelle scuole secondarie di Tanga e Muheza, si terranno incontri per
sensibilizzare gli adolescenti sui problemi riguardanti le droghe iniziando
con gli insegnanti referenti. Anche agli studenti saranno distribuiti
opuscoli informativi, con testi in lingua Swahili e Inglese, e gadget
(braccialetto di sisal, fibra tessile ottenuta dall’agave - pianta coltivata
in tutta la regione) un manufatto realizzato per il Progetto da una
artigiana Masai. Le scuole saranno coinvolte anche in una competizione per
il miglior logo e poster, da utilizzare in tutta la campagna. Gli elaborati
selezionati saranno premiati con uno smartphone.
(Presentazione
dell’applicazione digitale “HURU APP”)
Al centro
dell'intera campagna sarà l'applicazione digitale “Huru App” che Casa
Rosetta sta sviluppando insieme al Ministero della Salute della Tanzania,
all'Università Muhimbili di Dar es Salaam, e all'UNODC. Inizialmente sarà
utilizzata solo a Tanga e Muheza, come progetto pilota, con l’intento di
estendere il suo impiego a tutta la Tanzania.
Originariamente ideata per compensare le difficoltà causate dalla pandemia
COVID-19, mitigando le difficoltà create dal distanziamento sociale, HURU
APP oggi ha, all’interno del progetto, una sua distinta autonomia per
riuscire a collegare tutte le attività, presenti e future.
Redazione
30 gennaio 2021.
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29/01/2021 |
Scuola. In pagamento
(in Banca) le Borse
di Studio per gli studenti della scuola elementare e media |
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In
pagamento le borse di studio 2012/2013 e 2013/2014 (nei prossimi giorni
anche 2014/2015 e 2015/2016) per gli studenti della
scuola elementare e media (primaria e secondaria di primo grado).
Sono già in pagamento le somme delle borse di studio relative agli anni
scolastici 2012/13 e 2013/2014 che
riguardano le famiglie degli studenti delle scuole elementari e medie di
Grotte. Nei prossimi giorni saranno disponibili anche i mandati d pagamento
relativi agli anni 2014/2015 e 2015/2016. Le somme accreditate possono
essere riscosse negli sportelli della Banca Unicredit di Racalmuto.
Per la riscossione non vi è una scadenza immediata, per cui si
consiglia di attendere qualche giorno affinché possano essere riscosse anche
le annualità successive.
L'accesso nei locali della Banca è consentito solo tramite prenotazione
(chiamare il numero 0922.085303).
L'accredito sarà automatico per coloro che hanno comunicato il proprio
codice IBAN all'Ufficio Cultura di Grotte. Per accertarsi dell'eventuale
accredito diretto sul proprio conto corrente, chiamare l'Ufficio
Cultura al numero 0922.947503.
A quanti ne hanno fatto richiesta, l'importo verrà portato in compensazione
dei tributi dovuti.
Redazione
29 gennaio 2021.
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28/01/2021 |
Attualità.
Finalmente Venerabile. Vi raccontiamo padre
Michele Arcangelo Vinti |
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Dopo
tanti anni di attesa, finalmente padre Michele Arcangelo Maria Antonio
Vinti è stato riconosciuto "Venerabile"; pertanto prosegue l'iter della
causa di beatificazione che, se in futuro vi saranno i presupposti, gli
consentiranno di ascendere agli onori degli altari.
Sull'argomento la testata giornalistica "Malgrado tutto web" ha organizzato
per domani sera, venerdi 29 gennaio 2021 a partire dalle ore 19.00
sulla pagina Facebook
www.facebook.com/malgradotuttow
una diretta video.
Saranno ospiti del direttore Egidio Terrana: Carmelo Arnone,
Direttore di Grotte.Info; don Calogero Morgante, Postulatore della
Causa di Beatificazione di Padre Vinti; Alfonso Provvidenza, Sindaco
di Grotte; Daniela Spalanca, Giornalista; Salvatore Filippo
Vitello, Magistrato.
Redazione
28 gennaio 2021.
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28/01/2021 |
Scuola. Entro il 31 gennaio,
in pagamento
all'Ufficio Postale la Borsa di Studio per gli studenti delle superiori |
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Sito ufficiale |
Erogazione delle Borse di studio relative all’anno
scolastico 2019/2020. In pagamento entro il 31 gennaio 2021.
Borse di studio "Fondo unico per il Diritto allo Studio" è una iniziativa
del MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca) per il contrasto alla dispersione scolastica e il
potenziamento del Diritto allo Studio, dedicata agli studenti delle
scuole secondarie di secondo grado con reddito basso (vedi
il sito ufficiale).
Gli studenti beneficiari sono stati individuati dalle rispettive Regioni
tramite apposito Bando o anche sulla base di graduatorie già esistenti e
finalizzate all'erogazione di analoghi benefici.
Per ritirare la borsa di studio, gli studenti che sono stati inseriti
dalle rispettive Regioni all'interno degli elenchi dei soggetti beneficiari,
possono recarsi presso qualsiasi Ufficio Postale, senza necessità di
utilizzare o esibire la Carta dello Studente IoStudio, ma semplicemente
richiedendo all'operatore di sportello di incassare una borsa di studio
erogata dal MIUR attraverso un "Bonifico domiciliato" ed esibendo i codici
fiscali e i documenti di identità in corso di validità.
Per gli studenti beneficiari minorenni è necessario che un
genitore che esercita la responsabilità genitoriale o chi ne fa le veci,
si rechi in Ufficio Postale munito di:
- proprio documento di identità in corso di validità, ciò per
l'identificazione;
- proprio codice fiscale;
- documento di identità in corso di validità dello studente
beneficiario della borsa di studio;
- codice fiscale dello studente beneficiario della borsa di studio;
- copia compilata della dichiarazione sostitutiva (clicca
qui per scaricare la dichiarazione sostitutiva) da firmare
esclusivamente davanti all'operatore dell'ufficio postale. La dichiarazione
sostitutiva è necessaria per auto-dichiarare l'idoneità ad esercitare l'atto
di riscossione della borsa di studio in qualità di soggetto esercente la
responsabilità genitoriale.
Per gli studenti beneficiari maggiorenni, è sufficiente che il
beneficiario si presenti in un qualsiasi Ufficio Postale munito di documento
d'identità valido e del proprio codice fiscale, comunicando all'operatore di
sportello di dovere incassare una borsa di studio erogata dal MIUR
attraverso un Bonifico domiciliato.
La scadenza per recarsi in ufficio postale e ritirare la borsa di
studio in pagamento è il 31 gennaio 2021.
Redazione
28 gennaio 2021.
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27/01/2021 |
Trasporti. Aeroporto di Birgi:
in arrivo collegamenti da Trapani con la Grecia e Forlì |
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Trapani Birgi |
Sono stati definiti gli accordi che porteranno una nuova compagnia aerea
all’aeroporto di Trapani Birgi. Si tratta di
Lumiwings, che collegherà
il Vincenzo
Florio a Forlì,
dal 28 marzo, e dalla prima settimana di giugno
Santorini, Rodi e Heraklion (Creta), in Grecia.
Ci sarà anche la possibilità grazie a
Lumiwings di raggiungere
da Trapani la
Polonia (con le città di Katowice
e Lodz) e la Romania
(aeroporto di Arad) con un volo in connessione
da Forlì.
"Nonostante le notevoli limitazioni imposte dalla pandemia - fa
sapere il presidente di Airgest,
Salvatore Ombra
-, non abbiamo smesso di lavorare e programmare per offrire al
territorio nuove occasioni di crescita e sviluppo. Salutiamo l'ingresso
della compagnia Lumiwings,
fondata ad Atene nel 2015 da veri appassionati per il volo e l’aeronautica,
una compagnia giovane e dinamica che grazie alla grande esperienza dei soci,
maturata nei settori charter e ACMI (noleggio ad altre compagnie aeree), ora
si propone anche come compagnia di linea".
Nonostante la paura per il contagio da Covid-19 abbia disincentivato la
mobilità aerea civile, prosegue l'attività dell'aeroporto
di
Trapani Birgi
e delle compagnie che vi operano. Il
Vincenzo Florio, è rimasto
l'unico collegamento siciliano con Trieste,
raggiungibile solo attraverso i voli, in continuità territoriale, assegnati
a Tayaranjet. Il
vettore di Sofia, inoltre, dalla data di inizio delle attività, il 18
dicembre scorso, è l’unico a non aver operato cancellazioni o riduzioni
previste dal bando che prevede anche le tratte per Ancona
e Perugia anche se per l’ultima settimana di gennaio
ridurrà l’operativo al 50%.
Ad essere collegate a Birgi sono anche
Parma, Napoli e
Brindisi, in continuità territoriale con la compagnia aerea
Albastar che garantisce
anche i collegamenti con Roma e, di nuovo dal 5 marzo, con
Milano Malpensa. Sospeso fino ad aprile il
Cuneo. Da Trapani si continua a volare verso Torino
con Blue Air.
Il Bologna con Ryanair è
sospeso per tutto febbraio. Permane il Pantelleria con
DAT. Per tutti i
passeggeri Airgest,
società di gestione dell’aeroporto
di
Trapani Birgi,
offre il parcheggio di fronte al terminal a soli 3,5 euro al giorno e
mezz’ora gratuita per gli accompagnatori.
Redazione
27 gennaio 2021.
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27/01/2021 |
Storia. "27
gennaio1945, il giorno della Shoah"; di Enzo Allegro |
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Shoah |
Avete mai sentito parlare della bolla finanziaria dei tulipani? Questa è
avvenuta nel 1637, pochi anni dopo (per la precisione 30 anni dopo) la
nascita della prima borsa valori mondiale, ad Amsterdam in Olanda.
Un’altra importante bolla finanziaria è avvenuta nel 1720, quando fallì la
South Sea Company, una società inglese nata per sfruttare i commerci con
l’America Latina; anche lo scienziato Isaac Newton ci rimise parecchi
quattrini in questa impresa.
John Kenneth Galbraith, un economista
contemporaneo, consigliere economico di Kennedy e di Bill Clinton, scrisse
qualcosa sull'argomento: “... i mercati sono caratterizzati ... da una
memoria finanziaria estremamente corta. Di conseguenza, i disastri
finanziari vengo presto dimenticati. Non solo: quando si ripresentato le
stesse circostanze … una nuova generazione, spesso giovane e sempre molto
sicura di sé, le accoglie come scoperte estremamente innovative per il mondo
finanziario e per il più vasto universo economico. Sono pochi gli ambiti
dell’attività umana in cui la storia conta poco come nel mondo della finanza”.
Cosa abbiamo imparato dalla storia dei disastri finanziari? Poco o nulla!
Tanto è vero che negli ultimi tempi quasi ogni 10 anni si ripetono
drammatiche crisi come quella del 2000 ad opera delle società tecnologiche;
nel 2008-2009 si presentò quella dei mutui sub-prime (titoli immobiliari) e
del fallimento di Lehman Brothers.
Tutto questo cosa c'entra con il 27 gennaio, con la Shoah? Abbiamo
visto come ci si dimentica in fretta delle bolle finanziarie, come si impari
poco dalla storia economica pregressa. Ahimè, triste a dirsi, non abbiamo
la memoria corta solo per la storia dell’economia, ma anche per la
storia della politica, delle istituzioni, della guerra, dei genocidi,
dell’emigrazione di massa… qui l’elenco è molto lungo.
Il 27 gennaio 1945 avvenne la liberazione dei sopravvissuti nel campo di
sterminio di Auschwitz in Polonia, da parte dell’esercito sovietico. Nei 5
anni precedenti la furia nazista perpetrò lo sterminio di milioni di
persone, soprattutto ebrei ma non solo. Furono vittime della Shoah le
popolazioni slave delle regioni dell’Est Europa, prigionieri di guerra
sovietici, oppositori politici, massoni, minoranze etniche come i rom,
gruppi religioni come i testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e
portatori di handicap fisici e mentali.
Cosa abbiamo imparato? La memoria si è dimostrata corta. Poco dopo la
liberazione di Auschwitz, gli stessi sovietici si macchiarono di orrendi
crimini conosciuti come le “purghe di Stalin”. Nel mondo moderno si
sono perpetrati genocidi come nel Ruanda (in Africa) tra Hutu e Tutsi,
a “casa nostra” in Europa nella ex Jugoslavia.
Mentre noi stiamo seduti sul nostro divano in altre zone del mondo si sta
continuando ad uccidere.
Purtroppo sino a quando nella nostra vita ci faremo guidare da sentimenti e
qualità negative come egoismo, odio (verso l’altro, le donne, gli stranieri,
gli indifesi, i diversi da noi...), attaccamento al denaro, superbia,
orgoglio, razzismo, slealtà, ingratitudine... non andremo da nessuna parte.
Sarà dietro l’angolo un nuovo 27 gennaio.
Dovremmo provare a sostituire questi sentimenti e qualità negative con
sentimenti e qualità positive, in primis l’amore.
Enzo Allegro
27 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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26/01/2021 |
Racalmuto. Dal
presidente Sergio Pagliaro, saluti e auguri ad Angelo Carlisi e
Aristotele Cuffaro |
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Sergio Pagliaro |
Messaggio di saluto e di augurio da parte del Presidente del
Consiglio comunale di Racalmuto, Sergio Pagliaro, all'ex Presidente
del Consiglio comunale di Grotte, Angelo Carlisi, e al nuovo
Presidente, Aristotele Cuffaro.
*****
"Angelo Carlisi è
un carissimo e fraterno amico, prima che collega politico; ci legano tanti
anni di stima e amicizia reciproca. Tutto inizia più di 20 anni fa, quando
ero già simpatizzante del gruppo politico di cui ha fatto parte suo papà
Antonio, di cui sono stato sempre uno stimatore.
Ha esercitato il ruolo di Presidente dell'Assise in maniera ineccepibile,
molto attento alle problematiche della gente e dell'intero paese. Riconosco
in lui un grande stile con cui ha esercitato il suo mandato: con
professionalità, disponibilità, devozione e con una forte attenzione alle
fasce più deboli. Ha saputo creare in questi anni una vasta rete di
relazioni con altre istituzioni nell'interesse della comunità.
Al neo eletto presidente del Consiglio Aristotele Cuffaro auguro un buon
lavoro nel nuovo prestigioso incarico".
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Sergio Pagliaro
(Presidente del Consiglio comunale di Racalmuto)
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25/01/2021 |
Politica. "Parco
giochi inclusivo: altri Comuni sì, Grotte no"; di Leonardo Cutaia |
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Parco giochi
inclusivo |
Leonardo Cutaia (già Consigliere comunale al Comune di
Grotte) interviene in merito all'esclusione, dal finanziamento regionale,
del progetto per la realizzazione a Grotte di un parco giochi inclusivo.
*****
"Vorrei
portare a conoscenza della cittadinanza, visto che da parte del Sindaco non
è stata data nessuna comunicazione e vista la problematica che mi sta tanto
a cuore, che il progetto sul parco gioco inclusivo presentato dal Comune
di Grotte per una somma di circa 50.000 € (più il 16% con
compartecipazione) non è stato finanziato dalla Regione.
È giusto sapere che i parchi inclusivi
dovevano nascere principalmente con l’obiettivo di favorire l’inclusione
sociale e sviluppare le capacità del bambino disabile al fine di valorizzare
le potenzialità individuali, migliorando la qualità di vita, assicurando
uguale accesso rispetto agli altri bambini alla partecipazione ad attività
ludiche ricreative, facilitando l’interazione sociale e i rapporti amicali
con altri bambini.
Ritengo che si tratti di una esclusione grave per la nostra comunità e
fortemente penalizzante dei diritti di integrazione ed inclusione dei
minori con disabilità.
Vorrei chiedere al sindaco Provvidenza se siano state presentate (ed
eventualmente renderle note) osservazioni e memorie scritte in
opposizione alla graduatoria provvisoria, come previsto dall’art 2 del
decreto assessoriale del 06/11/2020, o se il Comune sia rimasto inerte fino
alla pubblicazione della graduatoria definitiva del 28/12/2020.
Con l’occasione vorrei sensibilizzare la nostra compaesana deputata
nazionale Rosalba Cimino di farsi carico, visto che i parchi giochi
inclusivi dovevano essere finanziati con le risorse del Fondo Nazionale
delle Politiche Sociali, di presentare una interrogazione parlamentare al
Ministro, affinché tutti i Comuni siciliani (non solo Grotte) esclusi
dalla graduatoria, possano dotarsi di un parco gioco inclusivo evitando che
si possano creare discriminazioni tra gli stessi.
Il mio sogno è quello di vedere la realizzazione di un parco gioco dove
tutti i bambini insieme ai loro genitori possano sorridere e far sorridere.
Grotte merita questo".
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Leonardo Cutaia
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25/01/2021 |
Iniziative.
"Grotte", videoclip in omaggio al mio paese; di Calogero Carlisi |
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Guarda il video |
Raccolto e intenso; così è "Grotte",
il breve video che il giovane videomaker Calogero Carlisi (figlio
d'arte) ha voluto realizzare per rendere omaggio al suo paese.
(Guarda il video)
Buon
sangue non mente; in questo caso le premesse ci sono tutte.
Calogero Carlisi, primogenito del Maestro della Fotografia Franco Carlisi,
con il videoclip che proponiamo (guarda
il video) - dal significativo titolo di "Grotte" - dimostra in primo
luogo il proprio affetto verso il suo paese; in secondo luogo evidenzia le
proprie molteplici capacità (di cameraman, fotografo, pilota di drone,
regista e montatore video).
In poco più di un minuto (1 minuto e 14 secondi è la durata complessiva del
videoclip prodotto dalla "Eidon - Wedding Photographers") è magistralmente
condensata parte della bellezza di un luogo ma soprattutto di una comunità:
ambienti, tradizioni, feste.
Alle varie spettacolari panoramiche aeree dell'abitato fanno seguito le
immagini più particolari della cittadina: le chiese, la piazza, la fontana,
i vicoli, la Torre del Palo, il Calvario, l'orologio comunale; e poi i suoni
e i colori dell'inimitabile festa di Pasqua.
Un prezioso "cameo" da vedere (e
rivedere).
Carmelo Arnone
25 gennaio
2021
© Riproduzione riservata.
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25/01/2021 |
Ecumenismo. "Settimana di
preghiera per l'unità dei cristiani"; riflessione a cura della prof.ssa Graziella Vizzini |
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Locandina |
Riceviamo e pubblichiamo.
"La
settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani ha inizio ogni anno il 18
gennaio e termina il 25 gennaio, festa della Conversione di san Paolo.
Il tema proposto per quest’anno è stato : “Rimanete nel mio amore:
produrrete molto frutto” (Gv 15,5- 9).
Le chiese
e le confessioni cristiane stanno riflettendo, invocando più intensamente lo
spirito di comunione. Hanno preparato il sussidio le monache di Grandchamp,
realtà ecumenica in Svizzera.
Il Santo Padre Francesco l’ha definita una giornata importante e ha invitato
tutti, concordi, a pregare affinché si compia il desiderio di Gesù: “Che
tutti siano una cosa sola” (Gv 17, 21).
La preghiera è una realtà potente nella vita di un cristiano. La preghiera è
trasformante. La preghiera trasforma. La preghiera ci mette in comunione con
il Signore e con i fratelli. Pregare per l’Unità dei cristiani è una grande
responsabilità di tutti i battezzati. Anche Gesù ha pregato il Padre, perché
tutti siano uno. “Ut unum sint”. L’Unità dei Cristiani è un dono di
Dio e dobbiamo chiederlo con la preghiera.
Per conoscere le radici del movimento ecumenico bisogna tornare
indietro fino agli anni intorno al 1740, in Scozia, per rintracciare
la nascita di un movimento pentecostale con legami in Nord America,
il cui nuovo messaggio per il rinnovamento della fede chiama a pregare per e
con tutte le Chiese.
Con un balzo si giunge al 1902, data in cui il patriarca ecumenico
di Costantinopoli Joachim III scrive l’Enciclica patriarcale e sinodale
“Lettera Irenica”, in cui invita a pregare per l’unione dei credenti
in Cristo.
Nel 1908 il reverendo Paul Wattson istituisce e celebra per la
prima volta a Graymoor (New York), un ottavario di preghiera per
l’unità dal 18 al 25 gennaio e riceve la benedizione di san Pio V.
Il 1964 è l’anno in cui papa Paolo VI s’incontra con il patriarca
Athenagoras I a Gerusalemme. Pregano insieme la preghiera di Gesù “che
siano tutti una cosa sola” (Gv 17,21).
E poi il Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II, “Unitatis
Redintegratio” che sottolinea che la preghiera è l’anima del Movimento
Ecumenico ed incoraggia l’osservanza della Settimana di Preghiera.
Ad aprile prossimo sarà celebrato il ventesimo anniversario della “Charta
Oecumenica”, il documento congiunto firmato a Strasburgo tra il
Consiglio delle Conferenze dei vescovi d’Europa e la Conferenza delle
Chiese europee.
La Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani si chiude il 25 gennaio
a Roma nella basilica di San Paolo Fuori le Mura con celebrazione solenne
dei Vespri".
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Prof. Graziella Vizzini
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25/01/2021 |
Chiesa. Avvisi ed appuntamenti
della settimana |
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Unità Pastorale
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante
Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti (disponibili
anche alla pagina "Chiesa").
Sino al 31 gennaio compreso, tutte le attività di culto e pastorali sono
sospese ad eccezione della santa Messa.
Tutti i giorni le chiese rimarranno aperte per la preghiera personale,
nel rispetto delle norme anti Covid-19.
Lunedi
25 gennaio - Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione,
Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia, Benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Martedi 26 gennaio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina alla Divina
Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Stellario a san Giuseppe, santa Messa,
Vespri, Adorazione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina
Misericordia, Benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 27 gennaio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina alla Divina
Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Stellario a san Giuseppe, santa Messa,
Vespri, Adorazione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina
Misericordia, Benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Giovedi 28 gennaio -
Triduo in onore di san Giovanni Bosco (1), nella chiesa San Rocco
- ore 09.00, nella chiesa San Francesco, santa Messa; a seguire, Adorazione
eucaristica e confessioni sino alle 12.00;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Compieta,
Coroncina alla Divina Misericordia, Benedizione;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a padre Vinti;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Venerdi 29 gennaio -
Triduo in onore di san Giovanni Bosco (2), nella chiesa San Rocco
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina alla Divina
Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Compieta,
Coroncina alla Divina Misericordia, Benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato 30 gennaio -
Triduo in onore di san Giovanni Bosco (3), nella chiesa San Rocco
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina
Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa prefestiva;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva;
- ore 20.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa prefestiva
animata dal Cammino neocatecumenale.
Domenica 31 gennaio -
Festa di san Giovanni Bosco, nella chiesa San Rocco
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Numero di fedeli consentito nelle chiese di Grotte:
- chiesa Madre: 112
- chiesa Madonna del Carmelo:
60
- chiesa San Rocco:
25
Disposizioni particolari:
- non è consentito l'ingresso a persone con una temperatura corporea pari o
superiore a 37,5° o che hanno avuto contatti con persone positive a
SARS-COV2 nei giorni precedenti.
I fedeli hanno l'obbligo di:
- entrare ed uscire dalla chiesa rispettando la distanza di 1,5 metri dagli
altri fedeli;
- indossare la mascherina;
- igienizzare le mani al dispenser situato all'ingresso;
- occupare il posto contrassegnato;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro laterale e frontale dalle altre
persone;
- evitare qualsiasi forma di contatto fisico;
- non dare il segno della pace;
- attenersi alle indicazioni del celebrante per ricevere la santa Comunione;
- depositare le offerte per la parrocchia negli appositi contenitori;
- non sostare in chiesa o sul sagrato dopo la celebrazione.
Redazione
25 gennaio 2021.
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24/01/2021 |
Comune.
Ordinanza del Sindaco sullo svolgimento dei funerali e sull'acceso al
cimitero |
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Cimitero di Grotte |
Il sindaco di Grotte Alfonso
Provvidenza, con l'Ordinanza n° 4 del 23 gennaio 2021 (leggi
l'Ordinanza), ha disposto ulteriori misure per la prevenzione e
gestione dell'emergenza Coronavirus nel settore funerario e cimiteriale.
In particolare ha stabilito che:
- nel cimitero è consentito l'accesso al pubblico evitando assembramenti,
indossando la mascherina e mantenendo il distanziamento sociale di almeno 1
metro;
- in caso di necessità il Responsabile dei servizi cimiteriali potrà
disporre: delle limitazioni di accesso al cimitero; che talune operazioni
vengano effettuate a cancelli chiusi; la chiusura del cimitero o di alcune
parti;
- il cimitero osserverà i seguenti orari di apertura:
antimeridiana dalle 08.00 alle 13.30 dal lunedi alla domenica,
pomeridiana dalle 15.30 alle 18.00 nei giorni di martedi e giovedi;
- la celebrazione del rito funebre dovrà svolgersi nel rispetto dei
protocolli sottoscritti dal Governo e dalle confessioni religiose (uso di
mascherine, igienizzazione delle mani, vie di accesso e di uscita separate,
numero massimo di fedeli ammessi, distanziamento sociale...);
- sono sospesi i saluti di commiato in chiesa, fuori dalla chiesa, al
cimitero;
- i saluti di commiato presso la sala funeraria sono ammessi soltanto per
un lasso di tempo breve e a condizione che siano presenti in sala
poche persone in modo da consentire il distanziamento interpersonale.
Con la stessa Ordinanza (leggi
l'Ordinanza) il Sindaco ha dato disposizioni riguardo ai casi di morte
nei quali sia sospetta o conclamata la presenza del Covid-19
(confezionamento del feretro, trasporto, sepoltura, cremazione,
semplificazione del rilascio di autorizzazioni).
L'Ordinanza ha efficacia sino al 30 aprile 2021.
Redazione
24 gennaio
2021
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24/01/2021 |
Romanzo. "Chi era il
vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 5^ puntata |
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Fuga in Egitto
R. Guttuso
Prof. Rodolfo Costanza |
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)
(5^ puntata)
Cap. 4
Il re e i complottardi figli della regina
Dopo aver avviato la ricostruzione del
tempio, nel 19 a.C. Erode intraprende un viaggio a Roma per prelevare i due
figli, Alessandro e Aristobulo, lì inviati per completare i loro studi.
Quando i due giovani principi arrivano in Giudea, il popolo li accoglie con
grande entusiasmo poiché s’impongono per il loro fiero aspetto. Tuttavia i
figli avevano ereditato l’avversione materna verso il padre che
consideravano, pensando alla sua ferocia, un nemico e responsabile della
morte della madre e degli altri Asmonei.
È un’ingenuità da parte di Erode ritenere che i figli
della donna che aveva fatto uccidere sarebbero rientrati nella famiglia come
se nulla fosse accaduto. Perciò, all’interno dell’intimità familiare,
iniziano a manifestarsi gelosie, rivalità, sospetti reciproci e calunnie.
Salomè, sorella di Erode, e la loro madre, Cipro,
pensano che se i due principi avessero guadagnato forza e influenza,
avrebbero esse stesse patito il loro castigo per l’infamia compiuta contro
la loro madre. A causa di questa preoccupazione le due donne ricorrono alla
calunnia diffondendo la notizia che: “I due giovani non hanno nessun piacere
a vivere con il padre, perché non vogliono avere nulla a che fare con
l’assassino della loro madre”. Erode, nonostante tutto, non prende in
considerazione le avvisaglie di tali tensioni che montano nella sua famiglia
allargata.
Tuttavia i due principi, nel 16 a.C., si sposano.
Alessandro, il maggiore, con una figlia del re di Cappadocia, di nome
Glafira, molto superba delle sue origini. Mentre Aristobulo sposa una
cugina, figlia di Salomè e di Costobaro, di nome Berenice.
Nel 14 a.C. Agrippa, genero di Augusto, fa un altro
viaggio d’ispezione nel Vicino Oriente e su invito di Erode visita la
Palestina e lo accompagna per un viaggio in tutta l’Anatolia, la Ionia e in
alcune città greche dell’Asia Minore. In questo viaggio Erode si dimostra
particolarmente generoso verso tutte le popolazioni, soprattutto verso i
Greci e le comunità ebraiche lì residenti. Erode, in questo viaggio,
dimostra come egli abbia raggiunto il culmine del suo potere, riconosciuto
da tutti i regnanti orientali, mentre una grande considerazione è
riconosciuta al suo regno nell’ambiente romano.
Dopo il felice ritorno in patria dal viaggio in Asia
Minore e la lieta accoglienza riservatagli dalla popolazione giudaica, Erode
deve fronteggiare le tensioni che montano in famiglia. Nel palazzo reale
ormai regnano l’invidia e gli intrighi quotidiani, tra cui sembra essersi
diffusa l’idea che Alessandro, una volta succeduto al padre, avrebbe fatto
di tutte le mogli e le concubine di Erode delle tessitrici e dei loro figli
degli scribi di villaggio.
Salomè, al rientro del re, riferisce che Alessandro e
Aristobulo vogliono attentare alla vita del padre per vendicare la morte
della madre. Tali voci si erano intensificate durante l’assenza di Erode,
tutta Gerusalemme ne parlava. Salomè e il fratello Ferora gli raccontano i
particolari, sostenendo che i principi hanno già tutto predisposto per
accusare il padre presso Augusto. La notizia ferisce il re, il quale si
sente personalmente colpito dal comportamento dei figli e dai chiari segni
d’inimicizia di una parte del popolo ebraico.
Erode ama i suoi figli, non si aspetta un simile
comportamento da parte loro. Quando si accorge della loro avversione, Erode
rivolge le sue benevole attenzioni sul primogenito, Antipatro, il figlio
della prima moglie, Doris, che aveva allontanato con la madre quando aveva
sposato Marianne.
Antipatro si rende conto che questa è l’occasione
insperata per sostituire nel cuore del padre i due fratellastri. Egli fa di
tutto per mettere in cattiva luce i due principi e apparire affabile e
disinteressato agli occhi del padre.
Erode, ormai certo dell’odio dei due figli, decide che
non sarà Alessandro che gli succederà sul trono. Egli è ormai deciso a
stroncare definitivamente il rapporto degli ultimi discendenti degli Asmonei
con il trono di Israele. Infatti, Erode nomina unico erede il suo
primogenito Antipatro.
Nonostante i due figli, a volte, dimostrino un certo
disprezzo verso il padre, Erode preferisce non prendere nessuna iniziativa
di tipo coercitivo anzi decide di sottoporre il caso ad Augusto. Nella
primavera del 12 a.C. parte per Roma e poi per Aquileia, dove si trova
l’imperatore, al quale espone davanti ai due figli i fatti riguardanti il
complotto di cui è a conoscenza. Alla fine, i due giovani riescono a
discolparsi e chiedono perdono al padre delle loro mancanze.
Augusto si rende conto che in realtà non c’era stato
nessun complotto e chiede a Erode di abbandonare ogni sospetto e di
rappacificarsi con i figli. Al ritorno a Gerusalemme comunica al popolo di
essersi riconciliato con i figli e di aver preso la decisione di nominare
Antipatro suo successore e regnante su tutto Israele alla sua morte; mentre
Alessandro e Aristobulo, avrebbero amministrato solo alcune regioni del
regno. Nonostante i problemi familiari, Erode porta a termine le opere
pubbliche da lui volute, e anche il benessere economico del regno cresce
cospicuamente.
Erode decide di assentarsi per alcuni mesi andando a
presiedere le Olimpiadi e per visitare alcune città della Grecia. Tuttavia
la decisione presa da Erode al ritorno da Aquileia lascia scontente le due
le fazioni della famiglia. In assenza del re, in breve tempo a palazzo reale
lo scontro tra i due gruppi si acuisce. Di ciò approfitta Antipatro, che
diffonde nuovamente delle pesanti calunnie e insinuazioni verso i due
fratellastri. Ormai, a corte, le menzogne e le accuse fra le due fazioni
della famiglia di Erode sono diventate pane quotidiano.
* * *
Nell’autunno del 12 a.C. i rapporti tra Erode e Augusto si raffreddano a
causa di una guerra locale scoppiata tra il Regno ebraico e i Nabatei per
opera di un principe arabo di nome Silleo e di alcune bande di predoni arabi
del deserto da costui protetti. Nel 10 a.C. Erode scatena una guerra-lampo
contro i predoni e l’esercito dei Nabatei distruggendone la capitale, Repta.
A nessun re locale era consentito scatenare una guerra offensiva senza
l’autorizzazione dell’imperatore. Ciò provoca la disgrazia imperiale in cui
è finito Erode che si riflette negativamente sui suoi rapporti familiari.
Anche la corte è in parte coinvolta nelle accuse che le
due parti della famiglia si fanno reciprocamente. I due fratelli
maldestramente esprimono a gente poco fidata che loro preferiscono non avere
un padre che averne uno malvagio e crudele. Alla fine, i due fratelli sono
accusati nuovamente di attentare alla vita del re. Nonostante alcune
evidenti ammissioni di colpevolezza da parte di Alessandro, Erode imprigiona
il figlio, ma non crede del tutto alle sue colpe. Nel 9 a.C. per intervento
del consuocero del figlio Alessandro, Archelao di Cappadocia, si riconcilia
nuovamente con i figli. Purtroppo la tregua familiare è destinata a durare
poco.
Gli odi in famiglia risorgono ben presto. A peggiorare
la situazione vi contribuisce un losco figuro, un greco spartano, un certo
Euricle, il quale si accattiva le simpatie del re, della corte, di
Alessandro e Aristobulo e, inoltre, riesce a entrare nelle grazie di
Antipatro. Lo spartano, invece di conciliare le due fazioni, le mette
maggiormente l’una contro l’altra fino al punto di riferire al re che i due
fratelli stanno attentando di nuovo alla sua vita.
Euricle, d’accordo con Antipatro, ha organizzato tutto
quanto in modo che appaia chiara la colpevolezza dei due fratelli. Infatti
Erode mette agli arresti domiciliari nel palazzo reale i due figli per alto
tradimento e per l’intenzione di voler attentare alla sua vita. Il re,
nonostante l’evidente colpevolezza dei due fratelli, è ancora propenso a
essere indulgente verso di loro. Su precise informazioni, tuttavia, Erode
viene a sapere dei piani e dei propositi dei due principi di attentare
realmente alla sua vita e di voler vendicare la morte della madre e di
pretendere di succedergli come regnanti.
Verso la fine dell’anno 8 a.C., Erode invia ad Augusto
un rapporto in cui espone il sospetto che i figli intendano ucciderlo per
poi fuggire in Cappadocia. Egli chiede di avere il consenso dell’imperatore
per processarli.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 24 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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24/01/2021 |
Letture Sponsali. "Ogni
giorno scegliamo cosa lasciare e cosa prendere" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
*****
Quale è la mia chiamata?
Veniamo da un periodo di attesa del Messia, poi di manifestazione e oggi il
vangelo ci ricorda che il tempo è compiuto.
"Convertitevi"; questo è il messaggio di Amore per i pescatori e per noi. La
conversione inizia con l'incontro di Gesù e non ha mai fine, è un percorso,
uno stile di vita, un atteggiamento, uno stato perenne che ci permette di
vivere il regno di Dio sulla terra.
Siamo sempre in cammino, ogni giorno scegliamo, con la grazia di Dio, cosa
lasciare e cosa prendere, quale strada seguire e quale abbandonare. Siamo
continuamente di fronte al bivio della vita, per vivere pienamente la
missione alla quale siamo stati chiamati.
Immersi nella nostra quotidianità, presi da mille preoccupazioni,
incontriamo lo sguardo salvifico di Cristo che ci chiama, ci guarda negli
occhi.
Attraverso le nostre piccole comunità, le nostre famiglie, Dio realizza
pienamente il suo progetto di salvezza.
Ci chiama a investire la nostra vita come Andrea, Simone, Giacomo, Giovanni
che hanno creduto, hanno giocato la loro vita fino in fondo. Quello di Gesù
è un invito a scoprire qual è il posto di ciascuno di noi nel progetto di
Dio.
Vera e Francesco
Punto chiave
Nel Nuovo Testamento è addirittura
Cristo stesso che va incontro ai discepoli, facendo nascere in loro il
proposito istantaneo, e apparentemente sconvolgente, di abbandonare ogni
certezza. Deposte senza esitazione le reti, però, essi acquisiscono
un'identità nuova e più autentica, intraprendono un percorso che li porterà
a vedere il mondo sotto una luce nuova.
È la luce che san Paolo esorta a fare propria quando scrive ai Corinzi,
invitandoli a non assegnare ad ogni esperienza un valore assoluto. Non si
tratta di “relativizzare” l'importanza di ciò che viviamo per la paura di
una fine ormai prossima; al contrario, ogni bene, ogni emozione – persino il
legame stesso fra gli sposi – sono chiamati a spogliarsi di qualunque
dimensione angosciosa, muovendo dalla certezza che il mondo passa, mentre
l'Amore di Dio è una fiaccola che non si spegne.
Come coppie e come individui, siamo dunque spinti con forza a rimettere noi
stessi in discussione. In primo luogo, ci viene chiesto di cambiare, di
ricominciare dopo ogni errore, sapendo cogliere a nostra volta i segni
concreti di mutamento messi in atto dagli altri. In questo modo,
l'accoglienza della Parola e del suo annuncio di misericordia possono ogni
giorno tradursi in una consapevolezza rinnovante: in un cammino di
liberazione dagli assilli futili, con il supporto immancabile dello Sposo
Divino.
L’équipe
Redazione
24 gennaio
2021.
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23/01/2021 |
Editoria. "Il
magico potere del riordino", di Marie Kondo; recensione di Enzo Allegro |
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Copertina |
Siete sommersi da carte, documenti, fotografie, abiti, ecc.? Entrano
a casa vostra più cose di quelle che escono; non trovate più posto per nuovi
oggetti; non sapete come organizzare gli spazi. Questi ultimi non li
possiamo modificare a meno di buttare giù la casa e costruirne una nuova e
più spaziosa!
La giovane scrittrice giapponese Marie Kondo ha scritto qualcosa di utile
per noi.
L'autrice sin da piccola è sempre stata attirata dalle riviste sull'economia
domestica e su ordine e riordino dei propri spazi e delle proprie cose.
Ha scritto un bel
testo sull'argomento. Potrebbe sembrare banale (non sappiamo tutti ordinare
le nostre cose?) ma non lo è affatto!
Riordinare vuol dire scegliere e ancor prima cercare, vedere, valutare i
tanti oggetti che abbiamo a casa; e sono sicuramente tanti: senza dubbio
molti di questi inutili.
Per ogni oggetto, partendo dai vestiti per finire con le foto, si valuta se
è utile e se suscita qualche emozione; soprattutto si farà un bilancio - un
giudizio - del proprio passato. Ad esempio: una giovane donna impiegata in
una famosa multinazionale, rivedendo i propri testi di assistente sociale,
capirà cosa le interessa fare di più nella propria vita; lascerà l'azienda
per aprire un asilo nido e realizzare il sogno della sua vita.
Kondo incoraggia il lettore a diventare un “minimalista”: si può vivere
bene con poco, con pochi beni; la maggioranza degli oggetti posseduti
è inutile. Ci si può e si deve concentrare sulle cose importanti,
fondamentali. Non insegna questo anche san Paolo al suo collaboratore
Timoteo nella sua prima lettera (1Tm 6,8)?
Ogni tanto fa bene fare i conti con il proprio trascorso. È importante
guardare il passato e confrontarlo con ciò che siamo adesso e con gli
obiettivi che ci siamo posti.
Si riordina per categorie di oggetti, iniziando dai vestiti per finire alle
foto. Se fatto bene non si subisce l'effetto boomerang, cioè il ritorno nel
caos. Il riordino determina l'ordine delle nostre cose e dei nostri
documenti. In futuro perderemo molto meno tempo nel cercare quello che
serve. Avremo bene in mente dove si trovano le nostre cose.
Non mi trovo d'accordo su alcune cose: buttare foto e libri.
Anche se già letti perché gettarli nella spazzatura? Posso rivedere qualche
parte in futuro; posso regalarli; possono servire ad altri componenti della
famiglia.
Per me i libri, esclusi quelli che trattano argomenti attinenti a
violenza, violazione deliberata delle regole e occultismo, hanno qualcosa
di trascendentale, sacro.. non possono certo finire nella spazzatura. E
poi ogni famiglia dovrebbe avere la propria biblioteca personale.
Probabilmente Kondo è spinta ad essere determinata nel fare una pulizia
drastica a causa dell'esiguità delle case giapponesi.
Se deciderete di buttarvi in questa “avventura” non posso che augurarvi
buona lettura.
Enzo Allegro
23 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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23/01/2021 |
Politica.
Cariche e indennità: intervista al consigliere comunale M5S Angelo
Costanza |
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Angelo Costanza |
Il
consigliere comunale Angelo Costanza, candidato del M5S alla
Presidenza del Consiglio comunale di Grotte nelle recenti elezioni
conclusesi con la vittoria del candidato della Maggioranza consigliere
Aristotele Cuffaro, ha accettato di rispondere ad alcune domande che il
nostro Direttore gli ha rivolto per iscritto. Di seguito pubblichiamo
l'intervista. *****
Domanda: Consigliere Costanza, un suo commento sulle
dimissioni del presidente Angelo Carlisi.
Risposta:
Semplicemente una spartizione di poltrone derivante da
accordi pre-elettorali.
D: Perché, secondo lei, la Maggioranza ha indicato come nuovo
Presidente il consigliere Aristotele Cuffaro?
R: Vuol dire che, coloro a cui spettava
una poltrona al secondo turno, hanno raggiunto questo accordo e gli altri
Consiglieri di maggioranza si sono accodati appunto per rispettare quei
patti che, evidentemente, hanno stretto già durante la formazione della
lista. Logiche che a
me non appartengono.
D: Da cosa scaturisce la sua candidatura
alla Presidenza del Consiglio comunale di Grotte, avanzata dalla capogruppo
Salvatrice Morreale?
R: Mi sono candidato alla carica di Presidente del Consiglio per dare
a tutti i rappresentanti dell’Assemblea la possibilità di scelta tra due
Consiglieri che, politicamente parlando, vivono di logiche totalmente
opposte. Nessuno dei Consiglieri potrà dire domani: non avevamo un’altra
scelta. Per me è stata anche una forma di rispetto nei confronti del più
importante Organo rappresentativo della politica cittadina, cioè il
Consiglio comunale, e i
1400 cittadini che ci hanno votato.
D: Nell’accettare la candidatura, lei ha
affermato che in caso di elezione avrebbe rinunciato al 70% dell’indennità
di carica. Non crede che chi fa politica attivamente, dedicando gran parte
del suo tempo al servizio della collettività, debba in qualche modo poter
condurre una vita almeno dignitosa anche attraverso l’indennità di carica?
R: La mia è una scelta personale. Non voglio giudicare più di tanto
chi intasca mensilmente l’indennità di carica prevista per legge ma, in un
periodo di profonda crisi economica che dura da più di 10 anni, oggi
aggravata dalla pandemia, penso che i rappresentanti del popolo per primi
debbano fare un sacrificio. Voglio ricordare che il neo Presidente del
Consiglio ha votato favorevolmente per l’aumento della TARI e l’introduzione
dell’imposta comunale IRPEF imponendo di fatto ai cittadini un sacrificio
economico dettato soprattutto da una situazione economica disastrosa
dell’Ente. Voglio anche ricordare che nella scorsa amministrazione gli
Assessori (tra i quali anche la neo assessora Di Salvo) si sono ridotti
l’indennità del 50% ed il Presidente del Consiglio del 75% e non mi risulta
che qualcuno di
loro, in quel periodo, abbia condotto una vita poco dignitosa dal punto di
vista economico.
D: Senza l’istituto della indennità di
carica, non crede che la politica possa ritornare ad essere appannaggio
esclusivo di chi “può permetterselo”, escludendo le classi meno abbienti
dalla possibilità di fare politica?
R: Ma io non ho mai detto che i rappresentanti del popolo debbano
rinunciare a tutta l’indennità ma, quando un politico chiede dei sacrifici
e/o rinunzie ai propri cittadini, deve essere il primo a dare l’esempio.
Altrimenti sembra che quell’incarico sia il fine e non il
mezzo.
D: Ritiene che le indennità di carica
siano uno spreco di denaro pubblico?
R:
No, ma in alcuni casi ed in alcuni determinati periodi
storici andrebbero ridotti.
D: Lei ha quantificato l’ammontare
complessivo della sua eventuale rinuncia al 70% della indennità di carica in
circa 25.000,00 euro in 2 anni e 6 mesi, e che avrebbe destinato questa
somma a sovvenzionare le attività dell’Assessorato ai Servizi Sociali e
dell’Assessorato alla Cultura. Cosa la porta a ritenere che, rispetto agli
altri, questi due Assessorati abbiano avuto accesso a minori risorse
finanziarie negli ultimi tempi?
R: Perché in questi primi 2 anni e 6 mesi ho notato poca attenzione
da parte dell’Amministrazione proprio in questi 2 Assessorati verso i quali
personalmente nutro una certa sensibilità. Per quanto riguarda il sociale si
è fatto poco, soprattutto nei confronti delle famiglie con disabili gravi (ASACOM
e aiuti economici). Anche riguardo la cultura, spettacolo e sport si è
investito poco. Alcuni eventi culturali e di spettacolo si sono svolti
soprattutto grazie alla generosità e all’affetto per il proprio paese di
artisti grottesi che hanno messo a disposizione il proprio talento con un
semplice rimborso spese. Il Premio “Racalmare - L. Sciascia” meriterebbe
investimenti più importanti e più interesse da parte dell’Amministrazione,
vista la caratura dell’evento; dovrebbe avere una risonanza nazionale ma si
continua ad organizzarlo come un evento a malapena provinciale. Riguardo lo
sport cosa dire... ormai i ragazzi non vanno oltre la Playstation e forse a
qualche
Amministratore fa comodo.
D: Dalle analisi approfondite della
situazione economica e finanziaria del Comune di Grotte, così come è stata
esplicitata nei documenti ufficiali di recente approvazione, questo Comune
risulterebbe trovarsi in condizione di predissesto finanziario. Nei Comuni
governati dal M5S, ad esempio Porto Empedocle o Favara, uno dei primi
provvedimenti adottati è stata la dichiarazione di dissesto, con tutte le
conseguenze del caso. Nel corso della campagna elettorale di Grotte, il
Movimento aveva fatto cenno alle difficoltà finanziarie del Comune; voi come
avreste affrontato la situazione?
R: Non sono un esperto in numeri e bilanci e non mi piace parlare con
i “se”, posso solo dire con certezza che, qualora l’ing. Dino Morreale fosse
diventato Sindaco, avrebbe nominato come Assessore al Bilancio un
professionista di qualità che avrebbe agito nell’esclusivo
interesse dei cittadini tutti e soprattutto libero da legami e vincoli con
Consiglieri comunali.
D: Ritiene che attualmente vi siano, da
parte dell’Amministrazione, somme impiegate in attività non strettamente
necessarie?
R: Ultimamente, come lei ben sa, abbiamo ritenuto inopportuno da
parte del Sindaco spendere 6.000 euro per nominare un “Portavoce del
Sindaco”. Non lo riteniamo necessario, soprattutto quando si chiede ai
cittadini dei sacrifici in un periodo di forte crisi economica (vedi
l’introduzione dell’addizionale comunale IRPEF) e dopo aver dichiarato più
volte che il Comune si trova in deficit strutturale. Certo non sono 6.000
euro a far fallire un Comune ma, ripeto, troviamo la spesa inopportuna.
Ultimamente hanno messo a disposizione 3.000 euro una tantum come aiuto
economico alle famiglie con disabili gravi,
ecco: ne
potevano mettere 9.000.
D: L’elezione del Presidente del
Consiglio comunale si è conclusa, com’era prevedibile, con la vittoria del
consigliere Aristotele Cuffaro, il quale ha ottenuto 8 voti su 8 da parte
della Maggioranza consiliare, che si è presentata compatta. Lei ha ottenuto
3 voti su 4 da parte della Minoranza. Un voto è stato attribuito alla
consigliera Giada Vizzini che in tal modo ha mostrato l’esistenza di una
spaccatura all’interno del Movimento 5 Stelle di Grotte. Un suo commento su
questa circostanza.
R: Come lei ben sa, Direttore, questa è la mia prima esperienza come
Consigliere comunale e, al di là dell’esperienza tecnico-amministrativa, ho
imparato che certe dinamiche politiche spesso assumono forme assai vaghe.
Comunque tengo a precisare che, per me, l’affetto e
la stima nei confronti della consigliera Vizzini non sono minimamente
cambiati.
D: Al termine dell’elezione lei ha fatto
gli auguri di buon lavoro al nuovo Presidente. Di solito sono auguri
determinati dal galateo istituzionale. Crede davvero che il Presidente
Aristotele Cuffaro possa essere la persona più indicata a ricoprire quella
carica? Oppure ritiene che vi possano essere altre figure più idonee, nella
Maggioranza e nell’opposizione?
R: Non mi piace giudicare prima, siamo 12 Consiglieri comunali quasi
tutti alla prima esperienza e non credo che tra questi vi sia una figura che
preventivamente possa ritenersi più idonea rispetta all’altra. Come risposto
in precedenza queste sono nomine dettate da accordi pre-elettorali a
prescindere. Solo il tempo darà le giuste risposte e, finché saremo
in democrazia, il popolo sovrano sarà, come sempre, artefice del proprio
destino.
Carmelo Arnone
23 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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21/01/2021 |
Comune. Il
sindaco Provvidenza ha nominato assessore il dott. Giuseppe Mancuso;
completata la Giunta |
|
Giuseppe Mancuso
Dott. Alfonso Provvidenza |
Si è completata la formazione della nuova Giunta
municipale di Grotte. Oggi, giovedi 21 gennaio 2021, il sindaco dott.
Alfonso Provvidenza ha nominato il 4° assessore nella persona del dott.
Giuseppe Mancuso.
Classe 1983, il dott. Giuseppe Mancuso ha conseguito la laurea in Scienze
e Tecniche Psicologiche presso l'università degli Studi di Catania.
Dalla famiglia ha ereditato la passione per il mondo agricolo, per la
coltivazione della terra e per l'innovazione delle colture.
Nel 2004, ad appena 21 anni, inizia a gestire l’azienda agricola di
famiglia, estesa su una superficie di 35 ettari, le cui coltivazioni
rispecchiano quelle della provincia di Agrigento: seminativi, mandorlo,
olivo e vite; colture con problemi di adeguato collocamento sul mercato e
prezzi non in grado di remunerare i costi di produzione.
Da queste considerazioni scaturisce la decisione di innovare l'azienda con
colture che possano creare reddito e, di conseguenza, nuova occupazione.
Nel
2011
l’attenzione del dott. Mancuso si focalizza sulla possibilità di
coltivazione, commercializzazione e redditività del melograno; coltura alla
quale, nell'anno successivo, il giovane imprenditore dedica i suoi primi 2
ettari, che nel 2016 si estenderanno a 4 ettari.
Attualmente continua a seguire con passione e professionalità la propria
azienda agricola.
Sono assolutamente attinenti alle sue competenze (e comunque interdipendenti
tra loro) gran parte delle deleghe che il sindaco Provvidenza - con la
Determina sindacale n° 4 del 21/01/2021 - ha voluto affidargli con la nomina
ad Assessore: Agricoltura, Commercio, Artigianato, Viabilità Rurale, Servizi
Cimiteriali, Vigilanza, Patrimonio, Sport.
Con la stessa Determinazione sindacale, il Primo cittadino ha voluto
rimodulare l'attribuzione delle deleghe agli altri Assessori.
Queste le nuove attribuzioni:
- dott.ssa Roberta Di Salvo: Risorse Umane, Salute Pubblica e Animale,
Servizi Sociali, Volontariato, Pari Opportunità, Politiche Giovanili;
- arch. Antonio Morreale; Lavori Pubblici, Ambiente e Territorio, Verde
Pubblico, Urbanistica, Protezione Civile;
- dott.ssa Alessandra Marsala; Cultura, Pubblica Istruzione, Turismo,
Spettacolo, Associazionismo, Legalità, Fondi Europei.
Rimangono attribuite al Sindaco di Grotte le competenze riguardo a Bilancio
e Tributi.
Carmelo Arnone
21 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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21/01/2021 |
Comune. Seduta per l'elezione
del nuovo Presidente del Consiglio comunale di Grotte |
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Guarda il video
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Si è svolta ieri, mercoledi 20
gennaio 2021, a partire dalle ore 16.00, in modalità videoconferenza, la
seduta del Consiglio comunale di Grotte (guarda il video)
avente come punto principale all'ordine del giorno l'elezione del nuovo
Presidente, a seguito delle
dimissioni, lo scorso 7 gennaio, del dott. Angelo Carlisi.
Alla seduta, i cui lavori sono stati coordinati dalla vice presidente
Jessica Elisabetta Arnone, hanno partecipato tutti i Consiglieri comunali e
l'intera Giunta Municipale (tranne il 4° assessore che, dalle recenti
dimissioni che si sono succedute agli inizi di gennaio, non è stato ancora
nominato).
La seduta è durata circa 50 minuti, di cui i primi 31 sono stati dedicati
all'espletamento delle formalità di rito (appello dei presenti,
comunicazioni dei Consiglieri e del Sindaco), ai ringraziamenti al
Presidente uscente ed alle dichiarazioni di voto sui candidati alla carica
di Presidente (guarda il video).
Tra le comunicazioni, l'indicazione del nuovo Capogruppo della Maggioranza:
alla consigliera Roberta Di Salvo (che va a rivestire la carica di
vicesindaco) è subentrata la consigliera Annamaria Todaro (dimessasi dalla
carica di vicesindaco). Sempre tra le comunicazioni, il Sindaco ha informato
il Consiglio delle avvenute dimissioni degli assessori Caltagirone, Todaro e
Cipolla, e della nomina degli assessori Di Salvo e Marsala. Buona parte
della seduta è stata dedicata agli auguri rivolti ai nuovi nominati ed ai
ringraziamenti ai dimissionari.
Per le dichiarazioni di voto sul Presidente, la consigliera Di Salvo ha
indicato come candidato per il gruppo di Maggioranza il consigliere
Aristotele Cuffaro, mentre la consigliera Salvatrice Morreale, capogruppo
del gruppo consiliare M5S Grotte, ha indicato il nominativo del consigliere
Angelo Costanza.
Il consigliere Costanza, intervenendo in merito alla sua indicazione quale
candidato alla presidenza, ha dichiarato di avere intenzione di rinunciare -
qualora eletto - al 70% della indennità di carica (che ha quantificato in
circa 25.000,00 euro in due anni e mezzo di mandato) da destinare alle
iniziative degli Assessorati ai Servizi Sociali e Cultura.
Di seguito, trascorsi i primi 31 minuti di seduta, si sono svolte le
votazioni a scrutinio segreto che hanno dato il seguente risultato:
- Aristotele Cuffaro, 8 voti (la Maggioranza al completo);
- Angelo Costanza, 3 voti (dal Gruppo di Minoranza M5S);
- Giada Vizzini, 1 voto (pubblica dimostrazione di allontanamento della
Consigliera dal M5S di Grotte, pur rimanendo all'opposizione consiliare).
La proclamazione dell'elezione del consigliere Aristotele Cuffaro alla
carica di Presidente del Consiglio comunale è stata seguita dal
discorso di insediamento e dalle felicitazioni che la circostanza ha
richiesto.
Pubblichiamo il video integrale della seduta -
guarda il video - (©
Comune di Grotte).
Carmelo Arnone
21 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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21/01/2021 |
Comune. Discorso
d'insediamento del nuovo Presidente del Consiglio comunale, Aristotele
Cuffaro |
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Aristotele Cuffaro |
Pubblichiamo il discorso d'insediamento che il
nuovo Presidente del Consiglio comunale di Grotte, Aristotele
Cuffaro, ha pronunciato ieri, mercoledi 20/01/2021, nel corso della
seduta consiliare nella quale si è svolta la sua elezione alla massima
carica dell'assemblea rappresentativa cittadina. *****
"Ringrazio
l’intero Consiglio per la fiducia datami e per avermi permesso di ricoprire
la carica di Presidente.
Un ringraziamento particolare va al presidente uscente dottore Angelo
Carlisi che ha ricoperto con scrupolosa precisione, eccellente preparazione
e dovizia di coinvolgimento la suddetta carica e al gruppo di Maggioranza al
quale mi ha legato un impegno costante collaborativo nell’azione di sostegno
amministrativo che mi ha visto consigliere per 2 anni e mezzo.
Ringrazio, altresì, il gruppo di Minoranza che occupa il ruolo di
opposizione in espletamento del giusto esercizio democratico, e per ultimo
vorrei ringraziare il mio gruppo politico con a capo l’ingegnere Santino Lo
Presti che mi ha permesso di crescere politicamente, formarmi e raggiungere
obiettivi importanti come quello di questa sera.
Il Presidente del Consiglio è un ruolo istituzionale di prestigio che
comporta imparzialità di coordinamento dei lavori nel rispetto del
regolamento al quale tutti dobbiamo attenerci per l’adeguato funzionamento
delle sedute consiliari.
Il mio impegno politico, di formazione socialista riformista, risale al
periodo liceale per poi aderire al nuovo PSI dove ho militato con fervore
giovanile e grazie al quale ho potuto gettare le fondamenta per l’amore
all’impegno politico che da allora non si è mai fermato.
La mia prima elezione a Consigliere comunale risale al 2008 ricoprendo il
ruolo di Capogruppo di Maggioranza dove ho potuto comprendere gli ingranaggi
amministrativi e conoscere la macchina burocratica, motore pulsante del
nostro Comune.
Oggi per me è un onore legato da forte responsabilità.
Il mio intento è quello di ricoprire la Presidenza con costante impegno, con
umiltà a servizio dei miei concittadini.
Noi politici che abbiamo avuto il privilegio di essere eletti,
indipendentemente dalle posizioni avverse, abbiamo il dovere di ricambiare
con lealtà, trasparenza e lavoro, senza risparmio di fatica, la fiducia
concessaci e soprattutto dando l’esempio ai giovani, futuri protagonisti
della classe dirigente grottese, poiché, per citare il gigante socialista
indimenticato presidente della Repubblica Sandro Pertini
“I giovani non hanno
bisogno di prediche, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di
coerenza e di altruismo”.
Viviamo un periodo difficile che sarà ricordato nella storia a causa
di un nemico invisibile che sta portando via molte vite umane.
Anche la nostra piccola Grotte ha visto rubati due figli dal maledetto
virus.
Non posso non rivolgermi al nostro sindaco prof. Alfonso Provvidenza e
ringraziarlo per come ha magistralmente gestito e continua a gestire
l’emergenza pandemica.
Sindaco, Consiglieri, Assessori, permettetemi di dire che noi grottesi
abbiamo una marcia in più, siamo una comunità unita, solidale che soffre con
dignità e silenzio, ma dopo la caduta saprà rialzarsi più forte di prima.
Il mio augurio a tutti noi è quello di poterci riabbracciare e ritornare
alla tanto amata normalità.
Mi interfaccerò con diversi organi nei quali sono sicuro, senza dubbio
alcuno, troverò persone che agiscono solo ed esclusivamente per il bene
della nostra cittadina, come del resto hanno fatto fin’ora: il Collegio dei
revisori dei conti presieduto dalla dottoressa Mariella Calabrese si è
dimostrato attento, preparato e pronto nell’esercitare il controllo sulla
correttezza amministrativo-contabile degli atti.
Non di meno proficua sarà la collaborazione con il segretario comunale
dottore Pietro Amorosia, garante dell’aspetto giuridico comunale.
Nel concludere ringrazio la mia famiglia che non è mai mancata nel sostenere
le mie scelte e la mia decisione di essere attivamente impegnato nella
nobile arte politica".
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Il Presidente del Consiglio comunale
Aristotele Cuffaro
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19/01/2021 |
Politica. Conferito incarico
di "Portavoce del Sindaco"; nota del Gruppo
consiliare M5S Grotte |
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Nota del
Gruppo
consiliare M5S, in merito al recente conferimento dell'incarico di Portavoce
da parte del Sindaco di Grotte. Ai sensi dell'art. 7 della Legge
150/2000 (citata nella
determinazione di nomina), "L'organo
di vertice dell'amministrazione pubblica può essere coadiuvato da un
portavoce..."; in questo caso, essendo l'organo di vertice
dell'amministrazione pubblica individuato nella figura del Sindaco, è
corretto definire l'incarico "Portavoce del Sindaco" (come peraltro
indicato nel "Disciplinare" e nella "Lettera di disponibilità" allegati alla
determinazione
di nomina). Di seguito, il testo della nota.
*****
"Con
Determina sindacale n° 3 del 14/01/21 il Sindaco Provvidenza conferisce
l’incarico di
“portavoce
dell’Ente”
alla giornalista dott.ssa Anna Rita Di Leo fino al 31/12/21 con un compenso
mensile di € 500.
Lungi da noi entrare nel merito delle competenze professionali della
giornalista ma sinceramente troviamo inopportuno sottrarre € 6.000 dalle
casse comunali in un periodo di forte crisi economica per soddisfare le
manie di protagonismo del primo cittadino al quale, evidentemente, non
bastano gli avvisi e le comunicazioni attraverso le dirette FB dal Palazzo
Comunale, la pagina FB “Comune di Grotte”, la pagina FB “Comune di Grotte
News”, la propria pagina FB, le varie e sempre disponibili interviste sulle
pagine FB di privati cittadini e, non ultimo, il quotidiano locale online “Grotte.info”.
Comunque possiamo stare tranquilli perché nonostante la crisi economica,
aggravata dalla pandemia in corso, da quest’anno le casse comunali
torneranno a sorridere grazie all’addizionale comunale IRPEF donataci da
questa amministrazione comunale che, come è noto, ha “Grotte” nel cuore".
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Per il Gruppo Consiliare M5S
Salvatrice Morreale
Mirella Casalicchio
Angelo Costanza
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19/01/2021 |
Comune. "Grotte, il
paese che amo"; lettera di dimissioni del presidente Angelo
Carlisi |
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Angelo Carlisi |
In data 7 gennaio 2021 il Presidente del
Consiglio comunale di Grotte, dott. Angelo Carlisi, ha rassegnato le
dimissioni dalla Presidenza, con la lettera
che pubblichiamo di seguito. *****
Al Vice Presidente del Consiglio comunale del Comune di Grotte
Ai Consiglieri comunali del Comune di Grotte
Al Sindaco del Comune di Grotte
Al Segretario Generale del Comune di Grotte
Ai Responsabili di Posizione Organizzativa del Comune di Grotte
Al Presidente del Collegio dei Revisori del Comune di Grotte
OGGETTO: Formalizzazione dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio
comunale.
Colleghi Consiglieri, con la presente formalizzo le mie
dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio comunale, incarico di
grande responsabilità che ho ricoperto con il massimo impegno e con spirito
di servizio verso la nostra comunità.
Desidero rivolgere preliminarmente il mio infinito e
sincero ringraziamento ai concittadini, che attraverso il loro consenso
hanno permesso di eleggermi Consigliere comunale, concedendomi anche
l'opportunità di poter ricoprire una funzione istituzionale così importante
quale è appunto la Presidenza del Consiglio comunale.
A tal proposito, desidero ringraziare i
Consiglieri comunali del gruppo di maggioranza che con lealtà e coesione,
hanno manifestato la loro piena ed incondizionata fiducia nei miei
confronti; parimenti, voglio ringraziare anche il gruppo consiliare di
minoranza, che da una posizione politica diversa, ma ugualmente
rispettabile, ha contribuito all’esercizio della dialettica democratica,
requisito quest'ultimo essenziale e caratterizzante la massima istituzione
di rappresentanza cittadina.
Approfitto di questa occasione per evidenziare la
rilevante attività svolta in questi anni dal Consiglio comunale, in termini
di elaborazione ed approvazione di significative proposte di deliberazione
sulle materie di propria competenza, tutto ciò nel rispetto delle
prerogative che la Legge attribuisce al Consiglio comunale quale principale
organo di indirizzo e di controllo-politico amministrativo del nostro
Comune.
Con riferimento all'aspetto della programmazione e
dell'azione amministrativa posta in essere, voglio rilevare la piena
sinergia e la leale collaborazione che ha contraddistinto il rapporto tra il
Consiglio comunale e la Giunta municipale: al Sindaco ed a ciascun
Assessore, ognuno per le proprie competenze, con sincero affetto, manifesto
in questa sede, il mio apprezzamento per il lavoro svolto, ma soprattutto,
per aver portato avanti un lavoro collegiale e di squadra. Ho la piena
consapevolezza, che soltanto attraverso lo spirito di collaborazione,
coniugato a buon senso ed equilibrio, si sono superati i momenti difficili
ed è stato possibile attuare delle scelte a volte molto complesse ed
impegnative: spero, e ne sono certo, che questo modus operandi varrà anche
per l’azione amministrativa futura.
Ringrazio particolarmente il Segretario comunale
unitamente a tutti i Dirigenti Responsabili di Posizione Organizzativa ed il
Collegio dei Revisori per la disponibilità ed il competente supporto
fornitomi nell'esercizio delle mie funzioni.
Rivolgo un sentito ringraziamento ai dipendenti
comunali congiuntamente ai dipendenti della società d'ambito SRR e dell'ISEDA
che si occupano del servizio di igiene ambientale, mettendo in evidenza che
il lavoro dei dipendenti tutti, rappresenta una preziosa risorsa per
l'intera comunità, motivo per cui auguro loro di saper cogliere
positivamente le sfide che quotidianamente si presentano, al fine di
apportare valore aggiunto alla macchina organizzativa comunale.
Ringrazio, infine, tutte le Associazioni presenti nella
nostra comunità, i Sacerdoti, il Dirigente scolastico dell'Istituto
Comprensivo "Angelo Roncalli" con i docenti, il Corpo di Polizia Municipale
ed il Comandante della Stazione dei Carabinieri per avere collaborato tutti
alle iniziative svolte nel corso di questi anni e per il servizio espletato
nell’interesse della nostra Grotte.
Con questi sentimenti di emozione e di riconoscenza
confermo le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Presidente del
Consiglio comunale, con la convinta certezza di proseguire il mio impegno
per la nostra comunità nel ruolo di Consigliere comunale, responsabilità
quest'ultima che mi consentirà di vivere l'esperienza più gratificante, per
chi come me, è animato da passione politica: essere cioè, rappresentante
della propria gente, della comunità in cui sono nato e cresciuto, di Grotte,
il paese che amo ed a cui sono profondamente legato.
Grotte (AG), 7 Gennaio 2021.
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Dott.
Angelo Carlisi
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19/01/2021 |
Comune. Avviso "Borghi in
Festival": presentazione delle istanze entro venerdi 22 gennaio 2021 |
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Borghi in Festival |
La
Direzione Generale Creatività Contemporanea e la Direzione Generale Turismo
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, lo
scorso 15 novembre 2020 hanno emanato congiuntamente un avviso pubblico
per il finanziamento di attività culturali da realizzarsi in forma di
Festival, con l'obiettivo di favorire il benessere e migliorare la
qualità della vita degli abitanti dei borghi italiani, attraverso la
valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e turistiche.
Destinatari dell'avviso “Borghi in Festival” sono i Comuni con
popolazione residente fino a 5000 abitanti, ovvero fino a 10000 abitanti che
abbiano individuato il centro storico quale zona territoriale omogenea, con
preferenza per quelle identificabili come aree prioritarie e complesse.
Questi Comuni possono partecipare con progetti, singolarmente o in rete
tra loro o come capofila di partenariati, costituiti o costituendi,
con altri enti profit e non-profit.
Tra gli obiettivi strategici principali del bando vi sono i seguenti:
- promuovere e sostenere la qualità e le eccellenze dei territori dei borghi
italiani;
- costruire opportunità per il miglioramento socio-economico delle aree
selezionate, anche prevedendo l'incubazione di imprese culturali/creative e
innovative di comunità, promuovendo attività di rigenerazione urbana a medio
e lungo termine;
- promuovere e sostenere contenuti innovativi e attività di
educazione/formazione e sviluppo;
- rafforzare e integrare l'offerta turistica/culturale dei territori;
- sviluppare un approccio progettuale integrato e pratiche innovative ed
inclusive;
- incentivare progettualità orientate alla sostenibilità, attraverso
l'impiego delle nuove tecnologie.
I progetti vincitori potranno essere realizzati da aprile a luglio 2021.
L'Amministrazione comunale di Grotte intende partecipare all’avviso con
una propria proposta progettuale, pertanto intende coinvolgere le
imprese locali e le associazioni del territorio operanti in ambito
turistico/culturale con la sottoscrizione di accordi di partenariato (leggi
la deliberazione di Giunta municipale).
Il Comune di Grotte sarà capofila nella presentazione del progetto.
Le istanze di partecipazione in partenariato (scarica
il modello di istanza) e i curricula (scarica
il modello di curriculum) delle imprese o delle associazioni che
intendono aderirvi dovranno pervenire al protocollo del Comune di Grotte
entro e non oltre il 22 gennaio 2021.
Redazione
19 gennaio 2021.
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19/01/2021 |
Comune. Aggiornato l'albo
unico degli scrutatori di seggio elettorale |
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Palazzo municipale |
Da ieri, lunedi 18 gennaio 2021, per 15 giorni consecutivi, è depositato
nella Segreteria comunale, ai sensi degli articoli 4 e 5 della legge
08/03/1989 n. 95 e s.m., l’albo unico delle
persone idonee all'ufficio di scrutatore di seggio
elettorale, aggiornato con il verbale della Commissione elettorale
comunale n° 3 del 14/01/2021.
Ogni cittadino, entro i 15 giorni, può prenderne visione.
Lo ha reso noto il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza con un
avviso pubblico, aggiungendo inoltre che avverso le decisioni della
Commissione elettorale comunale, ogni
cittadino ha facoltà di proporre ricorso alla Commissione elettorale
circondariale entro 10 giorni dalla scadenza della pubblicazione dello
stesso avviso.
Redazione
19 gennaio 2021.
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19/01/2021 |
Dialoghi. "Il prezzo dei
costruttori"; di Giuseppe Castronovo |
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Intervento del dott.
Giuseppe Castronovo.
Crisi, l'ennesima crisi di Governo! Come uscirne? Ne abbiamo parlato al
Circolo della Concordia dove il prof. Vezio, da esperto grazie anche alla
sua non più giovanissima età, sicuro che il nostro Paese non resterà senza
Governo, ci ha ricordato che da che mondo è mondo "l'argento tondo compra il
mondo".
Giuseppe Castronovo
"Il prezzo dei costruttori"
(Dai
Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
Totò: Amici, quale strada prevedete che possa portare il Governo Conte II
fuori dalla crisi?
Santo: Io ho fiducia che in Parlamento la crisi troverà una soluzione che
possa accontentare le legittime aspettative di tutte le parti in campo.
Marco: In che senso?
Santo: Sono sicuro che si troveranno i costruttori o responsabili,
chiamiamoli come vogliamo, in numero sufficiente a garantire una maggioranza
parlamentare al Governo Conte.
Lino: A che prezzo? Caro Santo, nessuno costruisce gratis! I costruttori
hanno un prezzo!
Santo: Se sono responsabili non dovrebbero parlare di prezzo. Almeno così la
penso io. Perché non chiedete al prof. Vezio?
Marco: Prof. Vezio, lei cosa può dirci?
Vezio: Amici miei, stimo da sempre l’amico Santo al quale rivolgo questa
semplice argomentazione: non è un segreto che se in Parlamento si trovano
dei Parlamentari disposti a dare il loro voto di fiducia al Governo Conte,
la legislatura continuerà il suo naturale percorso.
Nenè: E quindi?
Vezio: Ogni parlamentare continuerà a percepire, da qui alla fine della
Legislatura, altri 350mila euro. E voi sapete che la maggioranza degli
attuali Parlamentari è pienamente consapevole che la loro sarà una uscita
senza ritorno. Avete capito?
Nenè: Abbiamo capito!
Vezio: Ero bambino e sentivo dire a mio nonno che “l’argento tondo compra il
mondo”.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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18/01/2021 |
Politica. "AAA Assessore
cercasi"; una poltrona ancora vuota nella Giunta municipale di Grotte |
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Poltrona vuota |
C'è
ancora una poltrona vuota nella Giunta municipale di Grotte: "AAA Assessore
cercasi".
Sono trascorsi sette giorni da quando, lo scorso 11 gennaio, l'ultimo dei
tre Assessori al Comune di Grotte dimissionari (Antonino Caltagirone, Zina
Maria Cipolla e Annamaria Todaro) ha presentato formalmente la lettera di
rinuncia all'incarico.
Due sono stati sostituiti entro quarantott'ore, il 13 gennaio, dal sindaco
Alfonso Provvidenza, che ha provveduto a nominare assessore e vice
sindaco la consigliera comunale Roberta Di Salvo, ed assessore Alessandra
Marsala.
Com'è riportato nella determinazione sindacale n° 2 del 13/01/2021; "...
il Sindaco si riserva di nominare il quarto assessore con successivo
provvedimento"; provvedimento che, ad oggi, non ha visto la luce.
Sul ritardo* nella nomina, in assenza di dichiarazioni ufficiali, possiamo
soltanto avanzare un paio di ipotesi:
- la compagine politica di riferimento al quale compete l'assegnazione
dell'assessore mancante non si è ancora decisa in merito al nominativo da
indicare;
- qualora un nominativo fosse già stato proposto, questo potrebbe essere
stato respinto (in quanto ritenuto irricevibile dal Primo Cittadino),
rimettendo in moto il delicato meccanismo di bilanciamento tra le stesse
anime della compagine proponente.
Per il momento rimangono attribuite al Sindaco le deleghe non assegnate;
e si tratta di deleghe importanti: Sport, Lavori Pubblici, Servizi
Cimiteriali, Risorse Umane, Vigilanza, Attività Produttive. E dire che
l'assessore Caltagirone avrebbe potuto (forse anche dovuto) ricoprire
l'incarico per tutta la durata del mandato, se non fosse venuto meno il
supporto dei suoi sostenitori politici senza il quale, con grande tatto e
discrezione, si è determinato a fare un passo indietro.
Chi sarà il prossimo Assessore? Non dovrebbe essere molto distante dal vero
l'individuazione di questa figura (forse prima di maggio) in quella di un ex
consigliere comunale (o, per interposta persona, di un suo familiare o
sodale). In ballo c'è una posizione di prestigio e di potere, e una non
trascurabile indennità di carica (soprattutto di questi tempi).
"Ma per conoscere il nominativo..." (direbbe Alessandro Borghese
lasciando gli spettatori in suspense) non ci rimane che attendere.
* "Nessun ritardo" sostengono fonti ufficiose; ne prendo atto e
riporto l'affermazione. Un dato incontestabile: dal 13 gennaio, del 4°
Assessore da nominare non si ha notizia.
Carmelo Arnone
18 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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18/01/2021 |
Chiesa. Avvisi ed appuntamenti
della settimana |
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Programma
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante
Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti (disponibili
anche alla pagina "Chiesa").
Tutti i giorni le chiese rimarranno aperte per la preghiera personale,
nel rispetto delle norme anti Covid-19.
Lunedi
18 gennaio - Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione
eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a padre Vinti;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa (nell'anniversario della
nascita di padre Vinti: 18/01/1893 - 18/01/2021).
Martedi 19 gennaio -
Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina
Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione
eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 20 gennaio -
Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina
Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione
eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Giovedi 21 gennaio -
Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 09.00, nella chiesa San Francesco, santa Messa (non ci sarà la
consueta
Adorazione eucaristica);
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione
eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Venerdi 22 gennaio -
Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina
Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione
eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato 23 gennaio -
Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina
Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa prefestiva;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva;
- ore 20.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa prefestiva
animata dal Cammino neocatecumenale.
Domenica 24 gennaio -
Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Numero di fedeli consentito nelle chiese di Grotte:
- chiesa Madre: 112
- chiesa Madonna del Carmelo:
60
- chiesa San Rocco:
25
Disposizioni particolari:
- non è consentito l'ingresso a persone con una temperatura corporea pari o
superiore a 37,5° o che hanno avuto contatti con persone positive a
SARS-COV2 nei giorni precedenti.
I fedeli hanno l'obbligo di:
- entrare ed uscire dalla chiesa rispettando la distanza di 1,5 metri dagli
altri fedeli;
- indossare la mascherina;
- igienizzare le mani al dispenser situato all'ingresso;
- occupare il posto contrassegnato;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro laterale e frontale dalle altre
persone;
- evitare qualsiasi forma di contatto fisico;
- non dare il segno della pace;
- attenersi alle indicazioni del celebrante per ricevere la santa Comunione;
- depositare le offerte per la parrocchia negli appositi contenitori;
- non sostare in chiesa o sul sagrato dopo la celebrazione.
Redazione
18 gennaio 2021.
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18/01/2021 |
Attualità. Stefano Porcari:
un brillante giovane italiano all'insediamento del Presidente USA Joe
Biden |
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Stefano Porcari |
Si
terrà il prossimo mercoledi 20 gennaio, sul lato ovest del
Campidoglio, la cerimonia di insediamento del 46° Presidente degli Stati
Uniti d'America Joe Biden. Sarà una cerimonia non aperta ai cittadini,
sia a causa dell'emergenza dovuta alla pandemia che ai timori di
manifestazioni di protesta dei sostenitori del Presidente uscente, ma sarà
riservata a una platea di selezionate personalità del mondo della politica,
della cultura, dell'economia, dell'arte.
Ci saranno, per esempio, gli ex presidenti
Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama con le
rispettive consorti.
Ci sarà il Presidente del sindacato georgiano dei vigili del fuoco,
Andrea Hall, che proclamerà il giuramento di fedeltà alla bandiera
americana.
L'inno nazionale verrà intonato da Lady Gaga, mentre Amanda Gorman,
insignita nel 2017 del prestigioso titolo di National Youth Poet Laureate,
reciterà versi poetici e la celebre cantante Jennifer Lopez proporrà
una performance musicale.
Tra gli invitati, il giovane italiano Stefano Porcari.
Stefano, che ricopre il ruolo di Corporate Services Officer presso la
CAF (Charities Aid Foundation) America, è nato e cresciuto a Milano.
Terminati gli studi liceali a Pavia si è trasferito negli USA e ha
conseguito la laurea in Scienze Politiche alla George Washington University
con la doppia specializzazione in "International Economics" e "Security
Policy". È stato assistente parlamentare del deputato democratico al
Congresso Steve Russell. Nel 2016 ha partecipato alla Convention per la
candidatura di Hillary Clinton alla presidenza, e lo scorso anno a quella
per la candidatura del prossimo presidente USA Biden. Sin da giovanissimo
molto attivo nel volontariato, a 16 anni ha trascorso un periodo in Ruanda
insegnando inglese e matematica ai bambini delle scuole elementari presso l'Alpha
Community Academy di Kigali, mentre durante gli anni del liceo ha
contribuito a stabilire un programma di tutoraggio per i bambini delle
scuole elementari e medie. Stefano Porcari ha lontane origini siciliane,
infatti un suo trisnonno era di Castronovo di Sicilia; origini che lo
accomunano alla prossima First Lady, Jill Jacobs (Giacoppa) Biden, il cui
nonno Domenico proveniva da Gesso, una frazione di Messina.
Carmelo Arnone
18 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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18/01/2021 |
Comune. Convocato il
Consiglio comunale in seduta ordinaria per mercoledi 20 gennaio alle ore 16.00 |
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Aula consiliare |
L'adunanza del prossimo Consiglio comunale di Grotte, convocato in seduta
ordinaria
- in modalità videoconferenza - su
determinazione della vicepresidente Jessica Elisabetta Arnone, è stata fissata per
mercoledi 20 gennaio,
alle ore 16.00. All'ordine del giorno la presa d'atto delle recenti
dimissioni del presidente dott. Angelo Carlisi e l'elezione del nuovo
Presidente (il candidato più quotato è il consigliere Aristotele
Cuffaro).
La videoconferenza sarà svolta sulla piattaforma "Zoom Meeting". La pubblicità della seduta sarà garantita mediante
diretta streaming accessibile dalla pagina istituzionale del Comune
di Grotte.
Verrà discusso il seguente ordine del giorno:
1) Nomina
scrutatori; lettura ed approvazione verbali seduta precedente;
2) Elezione del Presidente del Consiglio comunale a seguito delle dimissioni
del Presidente in carica.
In caso di mancanza del numero legale la seduta sarà sospesa per un'ora
e, qualora dopo la sospensione non ci fosse ancora la presenza del numero
legale dei Consiglieri, la seduta di seconda convocazione sarà tenuta il
giorno successivo, sempre alla stessa ora.
La Convocazione della seduta di
Consiglio comunale riporta inoltre che
"lo
svolgimento della seduta consiliare in modalità videoconferenza oggetto
della presente convocazione, sarà ordinariamente disciplinato mediante
l'osservanza del vigente “Regolamento per il Funzionamento del Consiglio
Comunale” unitamente ai
criteri per lo svolgimento in videoconferenza delle sedute del Consiglio
Comunale stabiliti con Determina del Presidente del Consiglio Comunale prot.
n.13256 del 09/11/2020".
Redazione
18 gennaio 2021.
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17/01/2021 |
Salute. Emergenza Covid-19:
Ordinanza del Sindaco di Grotte valida sino al 31 gennaio |
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Alfonso Provvidenza |
Nella serata di ieri,
sabato 16 gennaio 2021, il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza ha
emanato l'Ordinanza Sindacale n° 3/2021 (leggi
l'Ordinanza) che, tenendo conto di quanto stabilito dal DPCM e dal
Presidente della Regione, ne ha ribadito i contenuti, integrandoli con
alcune ulteriori disposizioni valide sino al 31 gennaio 2021 alle
quali la cittadinanza dovrà attenersi.
In sintesi, questi i punti principali (leggi
l'Ordinanza):
- attività didattica a distanza per il secondo e terzo anno della Scuola
secondaria di primo grado (didattica a distanza per le seconde e terze
medie);
- attività didattica in presenza per il primo anno della Scuola secondaria
di primo grado, la Scuola Primaria, la Scuola dell’Infanzia e i Servizi
Educativi dell’Infanzia (attività in classe dall'asilo nido alla prima
media).
- nei giorni di giovedi 21 e 28 gennaio 2021 il mercatino
settimanale si svolgerà nel rispetto di quanto previsto dal DPCM del
14/01/2021 “… Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività
svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi
alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici …”.
- la sospensione, ai sensi dell’art. 3, comma 4, lettera m), del DPCM
14 gennaio 2021, dei servizi bibliotecari nel periodo compreso tra il 17
e il 31 gennaio 2021;
- la chiusura al pubblico degli uffici comunali fino al 31 gennaio
2021, consentendo l’ingresso solo per motivazioni urgenti e indifferibili.
Sino al 31 gennaio tutta la Sicilia è in zona rossa; ecco cosa è permesso
e cosa è vietato:
- vietato ogni spostamento, anche all'interno del proprio Comune, in
qualsiasi orario (ad eccezione delle successive indicazioni);
- consentiti gli spostamenti esclusivamente per motivi di lavoro, necessità
e salute;
- chiusi al pubblico bar e ristoranti, consentito l'asporto (sino alle ore
18.00 per i bar, sino alle 22.00 per ristoranti e pizzerie), consentita la
consegna a domicilio;
- restano aperti i supermercati e le rivendite di generi alimentari e di
prima necessità, edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie,
parrucchieri e barbieri, officine, profumerie, negozi di biancheria intima,
di ottica, di fiori, di telefonia e di computer, librerie e fiorai;
- chiusi gli altri negozi ed i centri estetici, musei, mostre, teatri,
cinema, palestre, sale giochi e simili;
- aperte le chiese (nel rispetto delle norme anti Covid-19: numero massimo
di fedeli ammessi, distanziamento, igienizzazione delle mani, ingressi e
uscite separati);
- consentito praticare sport in forma individuale; corsetta e passeggiata
consentite vicino alla propria abitazione.
Redazione
17 gennaio 2021.
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17/01/2021 |
Esempi. "Rosario
Livatino: la lotta alla mafia tra giustizia e fede"; del dott. Antonio
Balsamo |
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Rosario Livatino
Antonio Balsamo |
Considerazioni
sulla figura di
Rosario Livatino: il “giudice ragazzino” e la lotta alla mafia tra giustizia
e fede.
A cura del dott. Antonio Balsamo, in collaborazione con il Centro
Studi “Nino Abbate”.
Il dott. Antonio Balsamo, in magistratura dal 1991, è Judge on the Roster
of International Judges delle Kosovo Specialist Chambers, con
sede all’Aja, dove svolge il ruolo di Giudice della Specialist Chamber della
Corte Costituzionale.
È Consigliere Giuridico della Rappresentanza Permanente dell’Italia presso
le Nazioni Unite a Vienna.
È Professore a contratto di Criminal Law presso la Facoltà di
Giurisprudenza della LUMSA.
Prima di assumere gli attuali incarichi internazionali è stato Sostituto
Procuratore Generale della Corte Suprema di Cassazione.
Dal 2011 al 2018 è stato Presidente della Corte di Assise di Caltanissetta,
dove ha trattato e definito in primo grado i nuovi processi sulla strage di
Capaci e sulla strage di Via D’Amelio (c.d. processi “Capaci bis” e
“Borsellino quater”).
*****
Un
grande segnale di speranza al termine di un anno drammatico.
Alla fine di un anno veramente drammatico, che ha
tracciato un solco profondo nelle vite di ciascuno di noi, un forte segnale
di speranza per tutte le persone impegnate nella affermazione della
giustizia e nella lotta alla mafia è stato lanciato da Papa Francesco
il 21 dicembre 2020, con l’autorizzazione alla promulgazione del Decreto
riguardante «il martirio del Servo di Dio Rosario Angelo Livatino,
Fedele Laico; nato il 3 ottobre 1952 a Canicatti (Italia) e ucciso, in odio
alla Fede, sulla strada che conduce da Canicatti ad Agrigento (Italia), il
21 settembre 1990» (In questi termini il comunicato ufficiale della Sala
Stampa della Santa Sede).
Il riconoscimento contenuto nel Decreto ha un
significato speciale per la Chiesa Cattolica (dove alla dichiarazione del
Martirio segue senza soluzione di continuità la beatificazione), ma assume
un valore non meno importante per tutta la società e l’intero sistema
istituzionale: per tutti coloro che credono che «veramente justitia est
fundamentum reipublicae», come ricordava Piero Calamandrei nel discorso
tenuto nel 1947 al Primo Congresso del Consiglio nazionale forense, quando
esprimeva l’auspicio che la toga - questo abito che unisce avvocati e
magistrati - sia «veste simbolica del coraggio civile, dell’altruismo e
della solidarietà umana».
Un grande storico dell’età moderna, Federico Chabod, a
proposito del mutamento culturale scaturito dalla Rivoluzione Francese che
conduceva la politica ad acquistare “pathos religioso” a partire dal secolo
XIX, spiegava: «per diciotto secoli, il termine di martire era stato
riservato a coloro che versavano il proprio sangue per difendere la propria
fede religiosa; martire era chi cadeva col nome di Cristo sulle labbra. Ora,
per la prima volta, il termine viene assunto ad indicare valori, affetti,
sacrifici puramente umani, politici: i quali dunque acquistano l’importanza
e la profondità dei valori, affetti, sacrifici religiosi, diventano
religione anch’essi».
La forza e l’ampiezza dei significati del martirio, che
costituiscono il riflesso della capacità di questo evento di scuotere le
coscienze di tutti, credenti e non credenti, sono particolarmente evidenti
nel caso di Rosario Livatino: un magistrato che pensava che «rendere
giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di sé a Dio»
(R. Livatino, Fede e diritto, Conferenza tenuta il 30 aprile 1986
a Canicattì, nel salone delle suore vocazioniste), e non cessava di
interrogarsi sul rapporto tra fede e diritto, due realtà «continuamente
interdipendenti fra loro, (…) continuamente in reciproco contatto,
quotidianamente sottoposte ad un confronto a volte armonioso, a volte
lacerante, ma sempre vitale, sempre indispensabile» (F. Chabod, L’idea
di nazione, a cura di A. Saitta - E. Sestan, Laterza, Roma-Bari, 1992, p.
62).
Alla visione del “rendere giustizia” espressa da
Rosario Livatino si è richiamato, nel discorso tenuto in occasione
dell’incontro del 29 novembre 2019 con gli iscritti al Centro Studi che ha
scelto il suo nome, Papa Francesco, che ha tratteggiato in modo
indimenticabile la sua figura e il valore della sua testimonianza: «Livatino
- per il quale si è concluso positivamente il processo diocesano di
beatificazione - continua ad essere un esempio, anzitutto per coloro che
svolgono l’impegnativo e complicato lavoro di giudice. Quando Rosario fu
ucciso non lo conosceva quasi nessuno. Lavorava in un Tribunale di
periferia: si occupava dei sequestri e delle confische dei beni di
provenienza illecita acquisiti dai mafiosi. Lo faceva in modo inattaccabile,
rispettando le garanzie degli accusati, con grande professionalità e con
risultati concreti: per questo la mafia decise di eliminarlo. Livatino è un
esempio non soltanto per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel
campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di
lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni» (Discorso del Santo
Padre Francesco ai membri del Centro Studi “Rosario Livatino”, Sala
Clementina, 29 novembre 2019, in cui il Papa soggiunge: «Rosario Livatino
ha lasciato a tutti noi un esempio luminoso di come la fede possa esprimersi
compiutamente nel servizio alla comunità civile e alle sue leggi; e di come
l’obbedienza alla Chiesa possa coniugarsi con l’obbedienza allo Stato, in
particolare con il ministero, delicato e importante, di far rispettare e
applicare la legge»).
(Rosario Livatino)
Il
rifiuto di ogni compromesso e di ogni “doppia morale”.
Tra gli appunti di Rosario Livatino, dopo la sua morte,
venne trovata la frase: Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere
quanto siamo stati credenti, ma credibili.
È una riflessione che esprime il senso profondo di
tutto il suo impegno. In effetti, una delle cose che più colpiscono nel
percorso umano e professionale di Rosario Livatino è la coerenza
assoluta tra i principi proclamati e la condotta di vita. Il rifiuto
di ogni compromesso e di ogni “doppia morale”.
Come è stato osservato da chi ha dato un forte impulso
alla costruzione della memoria collettiva nel contesto nazionale su Rosario
Livatino, «quel giudice che non si impaurisce delle reazioni dei centri
di potere, quel giudice capace di apporre la sua firma in calce ai
provvedimenti più scomodi. Quel giudice sconosciuto al pubblico, diventa
invece ben conosciuto ai clan mafiosi che infestano in progressione
l’agrigentino. In quell’ufficio Rosario rappresenta lo Stato che non china
la testa davanti alla corruzione e ai suoi uomini, che si fa garante in
periferia del principio di legalità devastato al centro» (N. dalla
Chiesa, Il giudice ragazzino, Einaudi, 1992).
La sua visione dell’etica del giudice è racchiusa in
una conferenza tenuta al Rotary Club di Canicatti il 7 aprile 1984 sul tema:
“Il ruolo del Giudice nella società che cambia”. Un intervento che
sembra davvero scritto “a futura memoria” e che meriterebbe di essere
proposto a tutti coloro che intendono intraprendere il lavoro di magistrato,
come la più importante lezione di etica professionale:
«L’indipendenza del giudice, infatti, non è solo
nella propria coscienza, nella incessante libertà morale, nella fedeltà ai
principi, nella sua capacità di sacrifizio, nella sua conoscenza tecnica,
nella sua esperienza, nella chiarezza e linearità delle sue decisioni, ma
anche nella sua moralità, nella trasparenza della stia condotta anche fuori
delle mura del suo ufficio, nella normalità delle sue relazioni e delle sue
manifestazioni nella vita sociale, nella scelta delle sue amicizie, nella
sua indisponibilità ad iniziative e ad affari, tuttoché consentiti ma
rischiosi, nella rinunzia ad ogni desiderio di incarichi e prebende, specie
in settori che, per loro natura o per le implicazioni che comportano,
possono produrre il germe della contaminazione ed il pericolo della
interferenza; l’indipendenza del giudice è infine nella sua credibilità, che
riesce a conquistare nel travaglio delle sue decisioni ed in ogni momento
della sua attività».
Rosario Livatino così proseguiva: «La credibilità
esterna della magistratura nel suo insieme ed in ciascuno dei suoi
componenti è un valore essenziale in uno Stato democratico, oggi più di
ieri. “Un giudice”, dice il canone II del già richiamato codice
professionale degli U.S.A. “deve in ogni circostanza comportarsi in modo
tale da promuovere la fiducia del pubblico nell’integrità e
nell’imparzialità dell’ordine giudiziario”.
Occorre allora fare un’altra distinzione tra ciò che
attiene alla vita strettamente personale e privata e ciò che riguarda la sua
vita di relazione, i rapporti coll’ambiente sociale nel quale egli vive.
Qui è importante che egli offra di se stesso l’immagine
non di una persona austera o severa o compresa del suo ruolo e della sua
autorità o di irraggiungibile rigore morale, ma di una persona seria, sì, di
persona equilibrata, sì, di persona responsabile pure; potrebbe aggiungersi,
di persona comprensiva ed umana, capace di condannare, ma anche di capire.
Solo se il giudice realizza in se stesso queste
condizioni, la società può accettare che gli abbia sugli altri un potere
così grande come quello che ha. Chi domanda giustizia deve poter credere che
le sue ragioni saranno ascoltate con attenzione e serietà; che il giudice
potrà ricevere ed assumere come se fossero sue e difendere davanti a
chiunque. Solo se offre questo tipo di disponibilità personale il cittadino
potrà vincere la naturale avversione a dover raccontare le cose proprie ad
uno sconosciuto; potrà cioè fidarsi del giudice e della giustizia dello
Stato, accettando anche il rischio di una risposta sfavorevole».
È una visione, questa, che Rosario Livatino cercava di
mettere in pratica in ogni sua attività giudiziaria, in ogni momento della
sua vita. Sia quando affrontava senza nessuna esitazione quella fitta rete
di complicità e cointeressenze che legava esponenti della criminalità
organizzata, del mondo politico e della realtà economica ad Agrigento,
collaborando con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (Sul tema, v. lo
Speciale Tg1 del 20/9/2020, “Un uomo giusto”, di Maria Grazia Mazzola, che
contiene un’accurata ricostruzione delle attività di indagine di Rosario
Livatino, con le testimonianze di alcuni dei colleghi che collaborarono con
lui, anche nell’analisi delle risultanze del rapporto della polizia canadese
che già dal 1974 aveva delineato una struttura dell’organizzazione mafiosa
largamente coincidente con quella descritta, dieci anni dopo, da Tommaso
Buscetta; v. sul punto la testimonianza di Salvatore Cardinale e la
documentazione sul predetto rapporto, su quello del 20/2/1984, e sulle
intercettazioni ambientali eseguite presso il “Reggio Bar” di Paul Violi),
sia quando, da pubblico ministero con una solida cultura della giurisdizione
(Cfr. R. Conti – R. Saieva, Livatino ieri e oggi. Sacrificio di un giudice e
giurista d’altri tempi o testimonianza limpida di un magistrato “di ogni
tempo” al servizio della società?, in www.giustiziainsieme.it), esprimeva
tutto il suo rispetto verso gli accusati e, in particolare, verso le persone
deboli e vulnerabili, con un incessante anelito a raggiungere la verità nel
processo (Cfr. M. Ronco, Il decreto sul martirio di Rosario Livatino, in
www.centrostudilivatino.it, che esamina in profondità la motivazione del
decreto).
Un esempio luminoso contro una crisi del potere giudiziario che ha radici
profonde.
«Rosario Livatino ha lasciato a tutti noi un esempio
luminoso»: queste parole di Papa Francesco non sono solo una
celebrazione, ma soprattutto un forte invito ad un profondo rinnovamento,
proprio in una fase storica nella quale si assiste a una «crisi del
potere giudiziario che non è superficiale ma ha radici profonde» (Cfr.
il discorso del 29 novembre 2019 di Papa Francesco ai membri del Centro
Studi “Rosario Livatino”, sopra citato).
Rosario Livatino operava in partibus infidelium.
Dovette sostenere un contrasto molto duro con il suo ambiente di
riferimento, in un’epoca nella quale a Palermo si giocavano le sorti della
nostra democrazia (V. le riflessioni di Nando dalla Chiesa nel citato
Speciale Tg1 del 20/9/2020, “Un uomo giusto”).
Pochi giorni dopo la sua uccisione, il 1° ottobre 1990,
ad Agrigento si svolse una assemblea dei magistrati siciliani che fu subito
vista dalla stampa come “un atto di accusa senza precedenti, una vera
sfida lanciata agli uomini di Roma” (A. Bolzoni, La rabbia dei giudici
siciliani ‘colleghi, dimettiamoci tutti’, in la Repubblica, 2 ottobre 1990,
cui si rinvia per una completa ricostruzione dello svolgimento
dell’assemblea).
L’intervento effettuato in questa occasione da Paolo
Borsellino iniziava così: «Non ho potuto evitare che in me insorgesse
la mortificante sensazione del già visto, del già sentito, del già detto e
del già fatto, come se ancora una volta, per inevitabile condanna storica
fosse necessario sottoporsi a questo inevitabile ed inutile rituale. Del già
visto, perché il viso innocente di bambino di Rosario, sforacchiato da colpi
micidiali, che mi è apparso in fondo alla brulla scarpata sotto il lenzuolo
bianco, il cui lembo non ho potuto fare a meno di sollevare, mi ha
immediatamente richiamato alla memoria tanti altri visi di colleghi ed
amici, colpiti anch’essi nella loro giovinezza o maturità dalle mani omicide
che percorrono questa terra, impunite e con terrificante sicurezza di
perdurante impunità. Del già sentito, perché subito dopo ho riascoltato
esplodere lo sciacallaggio morale di chi, anche tra colleghi, non trova di
meglio che addebitare alla stessa magistratura siciliana la responsabilità
di questi tragici eventi, risollevando stantie argomentazioni razzistiche,
che dimenticano come tutto quello che contro la mafia si è fatto in Sicilia
è stato opera di magistrati siciliani e dei loro collaboratori, nonostante
la scandalosa assenza delle altre Istituzioni dello Stato che vi
dispiegassero doverosamente tutti i mezzi e gli sforzi dovuti. Io non
esprimo solidarietà ai colleghi di Agrigento, oggetto in questi giorni di
ignobili indiscriminati attacchi. Esprimo insieme a loro lo sdegno verso
gratuite ed ingiuste generali criminalizzazioni, che colpiscono anche me e
la grande maggioranza dei miei colleghi, siciliani e non siciliani. Non è
difesa corporativa. Se ci sono mele marce vanno individuate, punite ed
eliminate, ma non deve essere consentito a nessuno avvalersi di queste
tragiche occasioni per liberarsi a poco prezzo di magistrati scomodi che
cercano di fare tutto il loro dovere, e spesso molto di più, in condizioni
di lavoro inammissibili in un paese civile. Del già detto, perché il macabro
inutile rituale comprende anche un determinato periodo di lamentazioni da un
lato e promesse dall’altro, l’une avanzate e le altre propinate quasi come
un medicinale digestivo della tragedia, affinché dopo alcuni giorni più non
se ne parli e ci si possa continuare ad occupare, senza distrazioni
fastidiose, della crisi del Golfo e delle grandi civili riforme sanitarie o
carcerarie. Ed allora l’idea di convocare questa Assemblea è nata insieme
col fermo proposito di sfuggire finalmente a queste logiche ripetitive, di
non celebrare più alcuna cerimonia rituale, di non ripetere più tristemente,
come il 28 settembre 1988, che la magistratura siciliana, ormai da troppo
tempo sottoposta ad inconcepibili aggressioni, avrebbe continuato come in
passato a fare il proprio dovere con rinnovata energia e passione di
giustizia. Sì è vero, dopo ogni barbaro assassinio di giudici non si è
verificato alcun cedimento né si è registrata alcuna defezione; anzi il
lavoro è continuato con maggiori sacrifici e risultati apprezzabili. Ma
abbiamo detto già due anni fa che l’impegno dei magistrati non poteva
costituire alibi per le perduranti gravissime inadempienze che
contribuiscono a tenere questa terra in preda alle organizzazioni criminali.
Aggiungiamo oggi che questo impegno è allo stremo: a forza di spillar vino
dalla botte questa si svuota. E qui non di vino si tratta».
Negli ultimi decenni l’esempio di Rosario Livatino
ha scosso le coscienze dei magistrati, della società civile, della Chiesa.
Come ha ricordato Papa Francesco, il 9 maggio 1993
Giovanni Paolo II, poco prima di rivolgere agli “uomini della mafia” il
memorabile e perentorio invito alla conversione nella Valle dei Templi, ad
Agrigento, aveva incontrato i genitori di Rosario Livatino.
La lezione di Rosario Livatino oggi è di
sorprendente attualità (per usare le parole di Papa Francesco), anche
quando smonta una serie di luoghi comuni e di “ricette pronte” da oltre
quarant’anni, capaci di produrre un «effetto perverso fondamentale»,
che «punisce l’azione e premia l’inazione, l’inerzia, l’indifferenza
professionale», con la conseguenza che «chi ne trarrebbe beneficio
sono proprio quelle categorie sociali che, avendo fino a pochi anni or sono
goduto dell’omertà di un sistema di ricerca e di denuncia del reato che
assicurava loro posizioni di netto privilegio, recupererebbero attraverso
questa indiretta ma ancor più pesante forma di intimidazione del giudice la
sostanziale garanzia della propria impunità». Come lui sottolineava
nella conferenza del 7 aprile 1984 sul tema: “Il ruolo del Giudice nella
società che cambia”, «come possa dirsi ancora indipendente un giudice che
lavora soprattutto per uscire indenne dalla propria attività, non è facile
intendere», e «ci si può chiedere se sarà mai più possibile trovare
un pretore od un pubblico ministero che di sua iniziativa intraprenda la
persecuzione di quei reati che per tradizione o per costume o per altro nel
passato erano raramente perseguiti. Dai reati societari all’urbanistica,
all’inquinamento ed in genere a tutti i reati che offendono interessi
diffusi».
La via per rafforzare veramente l’indipendenza,
esterna e interna, di ciascun magistrato, passa dalla capacità di ognuno di
noi di prendere sul serio, non solo nelle celebrazioni ma soprattutto
nell’attività di ogni giorno, il suo pensiero e il suo modo di essere
giudice e pubblico ministero.
Io ho visto tanti esempi di questa capacità nei colleghi con cui ho avuto
la possibilità di lavorare a Caltanissetta. Ne voglio ricordare due, che
riguardano rispettivamente un pubblico ministero e un giudice.
Uno è quello di una collega che arrivò in Sicilia dopo una esperienza
internazionale nei Balcani. Di aspetto sembrava davvero una ragazzina,
ma aveva una cultura e una determinazione fortissime. Tra le tante cose che
ha fatto lavorando in Procura, mi è rimasto impresso un processo in cui ha
tenuto esattamente lo stesso comportamento che, secondo la “storia orale”
dei magistrati di Agrigento, era stato tenuto da Rosario Livatino tanti anni
prima: concluse a sfavore dell’imputato, ascoltò con attenzione la
difesa, e poi cambiò completamente le proprie conclusioni in sede di
replica, in quanto si era convinta della fondatezza delle ragioni addotte a
favore dell’imputato.
Il secondo riguarda una collega che è entrata in magistratura dopo essere
stata in polizia per diversi anni. La passione per la giustizia - quella
vera - l’aveva avuta sin da bambina, quando scriveva delle lettere a Enzo
Tortora perché era convinta della sua assoluta innocenza (e ci aveva visto
giusto, a differenza di tanti magistrati). Il padre di Rosario Livatino
trascorse il suo ultimo Natale con lei e la sua famiglia. Subito dopo
avere iniziato il suo lavoro al Tribunale di Caltanissetta, la collega ha
dato un contributo fondamentale alla ricostruzione della convergenza di
interessi tra “Cosa Nostra” e ambienti esterni che, secondo gli ultimi
accertamenti giudiziari, sta alla base della strage di Capaci e della
strategia del “terrorismo mafioso”, per poi impegnarsi con coraggio nella
descrizione del volto più recente, più ambiguo, e più difficile da
percepire, della criminalità organizzata.
È in persone come loro che l’esempio di Rosario Livatino continua a
vivere.
Antonio Balsamo
17 gennaio 2021.
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17/01/2021 |
Romanzo. "Chi era il
vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 4^ puntata |
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Fuga in Egitto
R. Guttuso
Prof. Rodolfo Costanza |
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)
(4^ puntata)
Cap. 3
Contrasti tra fazioni
Proprio in quegli anni arriva a Gerusalemme il grande navarco Marco Vipsanio
Agrippa, genero dell’imperatore Ottaviano. Erode aveva conosciuto Agrippa a
Roma, diventandone amico, quando aveva accompagnato, per farli studiare, i
figli avuti dall’asmonea Marianne. La visita di Agrippa rafforza di più la
loro amicizia.
L’illustre ospite è accolto alla porta occidentale
della città di Gerusalemme da un distaccamento militare, da Erode, da Nicola
di Damasco e da due ministri. Il discorso di accoglienza tenuto dallo stesso
Erode, in greco, è entusiastico. Il re si felicita della visita dell’amico
Vipsanio, alto rappresentante di Roma, e gli dà il benvenuto.
Vipsanio era partito prevenuto da Roma verso gli ebrei.
Tutti gli amici e i funzionari imperiali lo avevano messo in guardia verso
la doppiezza degli orientali e l’ostilità degli Ebrei, ma l’ospitalità di
Erode e dei suoi ministri l’aveva, in parte, fatto ricredere.
L’illustre visitatore è ospitato nel vecchio palazzo
degli Asmonei che è stato preparato a questo scopo; inoltre è invitato a
onorare, con la sua presenza, la cena che sarà imbandita quella sera stessa
in suo onore nella nuova reggia di Erode.
L’ospite è accompagnato nel palazzo a lui assegnato,
mentre il maggiordomo, seguito da molti servitori, guida Agrippa e il suo
seguito ai loro appartamenti. Il maggiordomo fa preparare il bagno per
l’ospite da alcune schiave, dopo mezzora i profumi di nardo avvisano che è
pronto. L’ospite s’immerge nella vasca di alabastro, sotto gli occhi
ammiccanti di due attraenti giovinette, pronte a massaggiarlo in tutto il
corpo.
Verso vespero il suocero dell’imperatore tutto
agghindato e profumato, seguito da un corteo di persone, si avvia verso il
nuovo palazzo reale. Qui è accolto personalmente da Erode e accompagnato
nella sala del banchetto, ove si siede accanto al re e a Nicola di Damasco.
Il re, subito dopo, alza il rhyton e beve alla salute dell’ospite e
dell’imperatore, cosa che fanno anche Vipsanio e gli altri commensali.
Subito dopo comincia la presentazione dei piatti e dei vini. Nel frattempo,
Erode chiede all’amico: «Ti sei fatto un’idea precisa della situazione
interna di Israele?».
«Tante cose mi sono poco chiare», esordisce l’ospite.
«Vorrei che mi spiegassi come mai questo popolo sembra essere così ribelle.
Mi hanno detto che gli Ebrei sono riottosi ad accettare l’“amicizia” di
Roma. E ti confesso la mia incapacità di capire perché tante fazioni e
rivalità dividono il tuo popolo».
«Sono riottosi perché loro riconoscono un solo Dio che
è anche il loro re e legislatore», afferma Erode. «Sai come comincia il
preambolo del loro decalogo della Torah: “Io sono il Signore, il dio tuo,
che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dal luogo di schiavitù” (Esodo
XX, 2). Questa pericope chiarisce molte cose sulla cultura politica e
religiosa del popolo ebraico. Per questo sono ostili a qualsiasi dominazione
straniera».
«Dopo che il grande regno di Davide e di Salomone»,
chiarisce Erode, «cominciò a decadere, circa otto secoli fa, si divise in
due regni, uno del Nord, Israele, e uno del Sud, Giuda, in guerra fra loro
per parecchi secoli. Poi, dopo la dominazione seleucida, sono iniziate le
lotte fra le varie fazioni che compongono il popolo di Israele».
«Come hanno potuto degli Ebrei diventare tanto ostili
nei confronti di altri Ebrei?», chiede Vipsanio mentre beve dello squisito
vino di Samo.
«Sembra che ai tempi di Seleuco», risponde il re, «i
Sadducei e i Farisei formassero, dentro il popolo ebraico, i due principali
gruppi religiosi. Essi hanno in comune i fondamentali principi religiosi e
morali dell’ebraismo, pur essendo fra loro in assoluto contrasto».
Erode si servì del pesce marinato al limone e
prezzemolo, imitato dall’amico.
«Tu, come cerchi di capire i loro diverbi?», chiede il
romano.
«Le loro idee ci aiutano a definire con precisione i
loro contrasti», dice Erode, mentre assapora dei cuori di carciofo intinti
in una salsa a base di erbe aromatiche e olio di oliva. «Si crede di solito
che i Farisei rappresentino la corrente conservatrice e i Sadducei quella
innovatrice; ciò potrà esser vero nel campo pratico ma, in quello
giuridico-religioso, la posizione è inversa. I Sadducei, dal loro punto di
vista, si presentano come conservatori del vero patrimonio morale del
giudaismo e respingono come innovazioni le dottrine particolari e contorte
dei Farisei. Le due correnti, infatti, sono nate dal diverso atteggiamento
che i vari ceti della nazione presero di fronte alla cultura ellenistica:
permissivi i Sadducei, intransigenti i Farisei. Questa cultura venne in urto
col giudaismo all’epoca dei Maccabei, e fu in quel periodo che i contrasti
tra le due fazioni si manifestarono apertamente».
Il sovrano, considerato il buon appetito dell’ospite,
lo invita ad assaggiare dei fegatini di agnello alle braci accompagnandoli
con succo di melagrana diluito in un leggero vino frizzante delle colline
del Libano.
Il suocero dell’imperatore chiede: «È
vero che gli Ebrei sono quindi più cavillosi degli avvocati romani?».
«Sì, caro amico! Sono più legulei dei sofisti greci»,
afferma il re.
Vipsanio, mentre assaggia un dolce a base di datteri,
fichi, miele e mandorle chiede a Erode: «Quali sono le idee religiose dei
due gruppi?».
«Quanto alle dottrine religiose delle due correnti»,
continua il re, «entrambi venerano ormai da secoli un unico Dio
trascendente che non si cura più di loro; un Essere così remoto che non si
comprendere la natura né l’aspetto. I Farisei sono molto legati fra loro e
promuovono il buon accordo con la comunità. Essi, come i profeti, attendono
un Messia-re-sacerdote che farà trionfare il regno di Israele. I Sadducei
invece non amano il popolo sempre pronto a ribellarsi e poi non
attendono nessun Messia, anche se non sono ostili a una tale venuta».
Erode chiarisce ancora: «I Farisei sentono che la loro
forza poggia non sulle classi aristocratiche o dell’alto sacerdozio o del
Gran Sinedrio, bensì sulla massa del popolo. Lo studio farisaico della legge
non è di tipo metafisico ma pignolo, verte su tre argomenti e precetti
principali, che sono: il riposo del sabato, il pagamento delle decime e la
purità rituale».
Agrippa chiede: «È
vero che i farisei hanno dei grandi maestri di dottrina?».
«Sì, hanno, in questo momento storico alcuni grandi
maestri. Uno di questi è il celebre Hillel il quale, a un greco che gli
aveva chiesto d’insegnargli tutta la legge della tradizione ebraica e della
Torah nel breve tempo che fosse riuscito a reggersi su un piede solo,
rispose: "Ciò che non desideri per te, non fare al prossimo tuo. Questa è
tutta la legge, il resto, è solo commento. Va e impara"».
«Questi Farisei e Scribi sono così temibili sotto
l’aspetto sociale?», chiede l’amico Marco.
«Intanto, i predicatori sono molti», dice Erode,
«diverse migliaia, provenienti dalle varie classi sociali e, in parte, anche
dalla bassa classe sacerdotale. I Farisei sono uniti fra loro con vincoli
ben saldi. I membri dell’associazione, poveri o ricchi che siano, devono
possedere un forte rigore nell’osservare i tre gruppi principali di
precetti».
«I Farisei hanno tanto ascendente sul popolo»,
puntualizza Erode, «che se dicano qualsiasi assurdità contro di me o contro
il sommo sacerdote si crede loro immediatamente. Per me i Farisei
s’interessano troppo di politica, una caratteristica deplorevole. Nel
passato hanno avuto l’ardire di inviare tre delegazioni per chiedere a Marco
Antonio di depormi, ma invano. Essi sono diventati maestri nell’arte di
raggirare e confondere il popolo. Io non amo i Farisei, sono degli
intriganti che complottano di continuo».
«I loro maneggi e intrighi sono arrivati a toccare la
mia famiglia», prosegue Erode nelle sue accuse verso i Farisei. «I loro
accoliti sono diffusi in tutti gli ambienti della reggia, dalla cucina
all’harem. Il palazzo reale, a causa loro, è un nido di vipere. Tutti:
cuochi, balie, giardinieri, barbieri, camerieri, fornitori fanno traffico
d’informazioni, elemosinano favori, estorcono promesse per sapere ciò che
faccio e progetto per poi riferire ai Farisei. Io, purtroppo per loro, so
tutto di questo traffico di spie e delatori, ma lascio fare, poiché li
considero dei pidocchi attaccati a un elefante al quale non riescono a
procurare neanche un piccolo solletico. I Sadducei, alla fin fine, sono i
più ragionevoli e indulgenti verso gli interessi del regno, diversamente dei
Farisei».
«Che cosa vogliono alla fine gli Ebrei?», chiede
Vipsanio.
«Essi vogliono restaurare il trono e il regno di David,
il più grande re che abbiano avuto nel lontano passato», risponde Erode,
«per questo molti di loro attendono il nuovo re-messia che li libererà con
l’aiuto del loro dio, Yahwèh, dal dominio romano come li ha liberati dal
dominio greco-seleucida».
«L’eterna scontentezza degli Ebrei si manifesta nel
fatto che se mi mostro severo con loro, mi odiano come un oppressore»,
prosegue Erode, «se sono indulgente, mi disprezzano come se fossi un debole.
Inoltre l’assurdità stupefacente degli Ebrei è data dalla loro educazione
religiosa che si manifesta sotto due aspetti distinti: in loro è stata
inculcato, fin dall’infanzia, l’idea che i non-ebrei li considerino dei
reietti e pertanto li perseguitano. Credono, per rivalsa, che gli altri
popoli siano inferiori rispetto a loro perché Dio avrebbe detto che loro
sono il popolo eletto superiore a tutti gli altri. Quest’ultimo assunto è,
peraltro, presente nella Torah e alimenta il loro atteggiamento di superba
superiorità. È davvero difficile trovare un ebreo che riesca a intravedere
il legame tra la loro pretesa superiorità e le persecuzioni che sostengono
di subire continuamente. Un giorno quest’atteggiamento non darà altro, come
risultato, che un futuro molto più sinistro di quello che la loro tracotanza
osi immaginare».
«Sono sicuro che, dopo la mia morte», conclude Erode,
«il loro fanatismo li porterà alla rovina e alla distruzione del proprio
paese e alla loro scomparsa come popolo. Sebbene mi abbiano sempre
detestato, io ho fatto loro solo del bene e dato una prosperità mai avuta
nella loro storia. Per ricordare loro, in futuro, questo florido periodo, ho
ricostruito il loro Tempio. Ormai, nonostante tutto, mi sono abituato al
gusto sgradevole del loro rancore e fanatismo» (La rovina e la distruzione
definitiva del regno di Israele e la diaspora avverranno dopo la rivolta del
66-70 d.C. e in quella definitiva del 132-135 d.C.).
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 17 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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17/01/2021 |
Ambiente. Lunedi 18 gennaio
raccolta differenziata della plastica; martedi 19 raccolta dell'organico |
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Con un avviso diffuso alla cittadinanza, l'Assessorato
all'Ambiente del Comune di Grotte ha comunicato che
"la
prossima settimana, a causa di problemi tecnico-logistici, la raccolta dei
rifiuti organici/pannolini/pannoloni avverrà il martedi anziché il lunedi.
La plastica/metalli e vetro verranno ritirati il lunedi, pertanto, a turni
invertiti".
Con lo stesso avviso l'Amministrazione si scusa per "il disagio non
imputabile a questo Comune".
Riassumendo:
- lunedi 18 gennaio sarà effettuata la raccolta di plastica/metalli e
vetro;
- martedi 19 gennaio sarà effettuata la raccolta di
organico/pannolini/pannoloni.
Dalla settimana successiva la raccolta tornerà ad essere regolare
secondo quanto previsto dal calendario di raccolta.
Redazione
17 gennaio
2021.
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17/01/2021 |
Letture Sponsali. "Le
diversità che uniscono e non separano" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
*****
Cercare l'Amore.
“Che cosa cerchi? Qual è il tuo desiderio?”.
Ecco, chi si mette sulle tracce di Gesù deve cercare di rispondere
innanzitutto a questa domanda, deve cercare di conoscere il proprio cuore,
di leggerlo e scrutarlo, in modo da essere consapevole di ciò che desidera e
cerca. Ma la ricerca, quando è assunta e consapevole, chiede di muoverci, di
fare un movimento, di andare, cioè di seguire chi ha suscitato la domanda:
“Venite e vedrete”. Seguendo si fa cammino dietro a Gesù e si arriva dove
lui sta, dimora.
Ecco la dinamica del nostro incontro con il Signore: cercare, seguire,
dimorare. Queste sono anche le attitudini essenziali per conoscere e vivere
l’amore. L’amore è cercato dal desiderio, deve essere seguito su cammini a
volte faticosi e pieni di contraddizioni, ma, se lo si segue, alla fine lo
si conosce e in esso si resta, si dimora.
Il vero amore è un abitare nell’amore dato e ricevuto.
Paola e Salvo
Punto chiave
Come Adam diamo nome alle cose, agli animali, al creato. Perché fin dalla
Genesi Dio ha voluto renderci partecipi della sua creazione.
Le letture di questa domenica pongono il tema della "chiamata" al centro
della nostra riflessione, e della vita di ogni credente. Perché di questo si
tratta, di vocazione.
Gesù ci chiama per nome, e quando è necessario lo modifica e ne assegna uno
nuovo, determinando un cambiamento profondo.
Sì, perché seguire Lui significa tagliare con la vita passata, destarsi e
muoversi sulle sue orme.
Nel matrimonio-sacramento il percorso dei due diventa il cammino unico della
famiglia. Tutta la vita di coppia, dai rapporti tra partner all'educazione
dei figli, dagli sforzi economici per sostenere il bilancio familiare
all'edificazione del "noi", tutte le situazioni quotidiane più comuni e
semplici diventano occasioni per santificare il cammino matrimoniale.
Siamo stati chiamati insieme. E lo dobbiamo tenere sempre a mente,
soprattutto nei momenti di crisi: chiamati insieme per santificare le nostre
vite, per sostenerci a vicenda e arricchirci delle diversità che uniscono e
non separano.
Questo significa che in un momento storico come quello attuale, quindi in
piena crisi sanitaria, economica, lavorativa, senza dimenticare la crisi di
valori o quella del governo italiano delle ultime ore, tutto è instabile e
quindi alle situazioni comuni si aggiungono una moltitudine di situazioni
straordinarie in cui ciascuno di noi deve attingere a quella vocazione al
bene, ad amare, a creare, a cercare l’origine e il fine di tutto, che non è
la fine.
Lorenza e Gianluca
Redazione
17 gennaio
2021.
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16/01/2021 |
Lettere.
"Assembramenti in Viale della
Vittoria, domenica mattina"; di Enzo Allegro |
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Divieto |
Intervento di Enzo Allegro, sul rispetto delle norme
anti Covid-19.
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"Non
faccio mai la spesa durante i fine settimana, ma serviva qualcosa per la
famiglia così domenica scorsa mi sono recato presso il nuovo discount in
Viale della Vittoria, erano le 12.30 massimo 12.45.
Ero convinto che non ci fosse nessuno visto le giuste restrizioni imposte
dalle Autorità per arginare la diffusione del Covid-19.
Non siamo tutti cittadini responsabili?
È stata per me una sorpresa vedere tante persone giovani e meno giovani
assembrate davanti al bar e di fronte dove si trovano le panchine.
Alcuni addirittura senza mascherine!!
Parlavano tranquillamente come se nulla fosse, come se non ci fossero stati
in tutta Italia più di 75.000 morti. Avrei voluto avere con me una
fotocamera per documentare l'accaduto.
Il pensiero nasce spontaneo: ma dove sono i controlli?
Certamente le Autorità non possono andare a case o nelle ville di campagna
dei nostri concittadini per verificare quanti sono i commensali presenti,
specialmente durante le ultime feste, ma almeno un controllo nelle vie
principali e davanti ai bar lo possono fare! O no?!
Visto che da soli non sempre riusciamo a rispettare le regole occorrerebbe
fare qualche bella multa; chissà possa funzionare a far riflettere.
Il vaccino è pronto, tra qualche mese tutto farà finito, si riprenderà la
vita di sempre.
Non si può aspettare ancora qualche mese?
Poi si avrà a disposizione tutto il tempo che si vuole per fare felici
assembramenti!".
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Enzo Allegro
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16/01/2021 |
Dialoghi. "Crisi di
Governo: grande è a confusione sotto il cielo"; di Giuseppe Castronovo |
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Intervento del dott.
Giuseppe Castronovo.
Si respira aria di crisi a Palazzo Chigi. Tra le forze politiche manca
quella che viene chiamata unanimità di intenti su obiettivi e disegni del
futuro del nostro Paese. Purtroppo, come scrive il Giudice costituzionale
emerito Sabino Cassese, oramai è da troppi anni che la Politica improvvisa
programmi e progetti "aggrappandosi a temi di passaggio che sollecitano i
sentimenti più immediati dell'elettorato...". Da qui le difficoltà a
presentare all'Europa dei progetti realmente utili al Paese da finanziare
con il Recovery plan. Di questo abbiamo parlato al Circolo della Concordia.
Giuseppe Castronovo
"Crisi
di Governo: grande è la confusione sotto il cielo"
(Dai
Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
Salvo: Amici, avete delle novità sulla crisi di governo?
Totò: Sembra che l’ing. Casalino e Beppe Grillo avrebbero citato al
Presidente Conte la famosa frase attribuita al “Grande Timoniere” cinese Mao
Tse Tung il quale disse che “Grande è la confusione sotto il cielo,
perciò la situazione è favorevole”.
Nenè: Prof. Vezio, lei che ne dice?
Vezio: Una frase che, a dire il vero, ben si adatta alla situazione della
politica italiana da quando in Europa s’è deciso di aiutare una possibile
ripresa post pandemica dell’Italia con prestiti quali il MES e il Recovery Plan.
Nenè: Prof., come spiega tanta animosità - uso volutamente questo eufemismo
- dinnanzi a tanti aiuti economici mai visti prima?
Vezio: Avete mai provato a lanciare delle ossa a un branco di cani e lupi
affamati?
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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15/01/2021 |
Comune. Alessandra Marsala:
deleghe e competenze del nuovo Assessore |
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Alessandra Marsala |
L'altro
ieri,
mercoledi 13 gennaio 2021, Alessandra Marsala è stata nominata Assessore al
Comune di Grotte; il sindaco dott. Alfonso Provvidenza ha ritenuto di
affidarle le deleghe nei settori Cultura, Pubblica Istruzione,
Turismo, Spettacolo, Associazionismo e Legalità.
Laureata in "Economia e Gestione dell'Arte e delle Attività Culturali"
presso l'Università degli Studi "Ca' Foscari" di Venezia, la dott.ssa
Marsala è componente della Commissione del Premio Letterario "Racalmare -
Leonardo Sciascia - Città di Grotte".
Inoltre è tra i fondatori e gli
animatori dell'Associazione culturale "La Biddina", e tra i promotori del
Comitato d'accoglienza "Magna Via Francigena" - Grotte.
Sin da giovanissima
si avvicina al teatro attraverso il Laboratorio "Luchino Visconti", del dott.
Salvatore Bellavia, con il quale muove i primi passi sul palcoscenico;
all'impegno come istrionica e apprezzata attrice, con il passare degli anni,
affianca quello di regista nello stesso Laboratorio teatrale.
Se Grotte sta diventando un museo a cielo aperto - basta ammirare le
numerose opere murali che danno nuova vita a quartieri in stato di abbandono
- è certamente grazie al suo impegno determinante (in collaborazione con
tutti i componenti della "Biddina" e, in alcuni casi, con il patrocinio
dell'Amministrazione comunale) ed alla disponibilità di giovani artisti che
hanno scelto questo paese come "tavolozza" per dare sfogo alla propria arte.
Pochi sanno che dietro il successo delle due memorabili edizioni del Premio
Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte" che hanno avuto
come Direttore artistico il dott. Salvatore Bellavia (8 serate nel 2016 e 11
serate nel 2017) c'è anche l'instancabile e generoso contributo "dietro le
quinte" di Alessandra Marsala.
C'è la sua mano nella realizzazione dello spettacolo agreste "Amori
perversi" nel teatro all'aperto allestito nel 2016 in Contrada Arena, e c'è
ancora lei nella promozione e realizzazione dei cineforum estivi "open air"
che hanno ravvivato alcuni vecchi cortili di Grotte.
In queste ed altre pregevoli iniziative non è mai da sola; riesce sempre a
coinvolgere persone che incoraggia ad esprimersi estrinsecando al meglio le
proprie potenzialità.
Mai in prima fila alla ricerca di una ribalta mediatica, Alessandra Marsala
lascia che siano le sue iniziative - volte direttamente o indirettamente al
miglioramento culturale e sociale della comunità grottese - ad avere
visibilità; quando ne parla, si esprime sempre al plurale: non "io" bensì
"noi... abbiamo fatto", intendendo con "noi" tutti i protagonisti delle
attività della "Biddina" o del Comitato d'accoglienza "Magna Via Francigena"
- Grotte.
Nel corso degli ultimi anni si è occupata - di fatto, e con grandi risultati
- di cultura, turismo, spettacolo, associazionismo e tanto altro.
Arriva all'incarico di Assessore per nomina da parte del Sindaco, senza
alcun precedente accordo elettorale che lo avesse previsto, e senza essere
politicamente "figlia d'arte"; probabilmente un giorno sarà "nuora" ma oggi,
senza dubbio alcuno, brilla di luce propria.
Forse nell'ambito politico potrà sentirsi, almeno per i primi tempi, come un
pesce fuor d'acqua; di certo nella compagine amministrativa saprà portare -
per quanto attiene alle deleghe che le sono state affidate - quel bagaglio
di esperienza, idee, progettualità, dinamismo ed energia che ha già
dimostrato di possedere.
Auguri di buon lavoro.
Carmelo Arnone
15 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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15/01/2021 |
Salute. "La sfida al Covid si
può vincere, con la responsabilità di ognuno"; del dott. Aurelio
Zaffuto |
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Dott. Aurelio Zaffuto
Vaccino anti-Covid |
Intervento del dott. Aurelio Zaffuto, medico chirurgo, specialista in
Ortopedia e Traumatologia, Dirigente medico presso l'ente "Spedali Civili"
di Brescia, Viceprimario della Divisione Ortopedia e Traumatologia presso il
Presidio Ospedaliero di Gardone Val Trompia, Responsabile del Servizio "Day
Surgery", Tutor presso la Scuola di Specializzazione in Ortopedia e
Traumatologia - Università degli Studi di Brescia - Polo Formativo dei
Medici di Medicina Generale.
***** Finalmente si comincia ad intravedere la
luce in fondo a quel lungo e tenebroso tunnel costituito dalla pandemia,
che tutti noi abbiamo iniziato a percorrere - obtorto collo - già
dalla fine del mese di febbraio del 2020, a causa della diffusione del Covid.
Nella mia mente rimane un ricordo indelebile: il momento in
cui, a causa della repentina diffusione dei contagi e del numero sempre più
crescente - quasi fosse una marea montante - di accessi in Pronto
Soccorso di persone con grave difficoltà respiratoria, la Direzione
Sanitaria degli “Spedali Civili di Brescia”, dove io presto servizio da
oltre 29 anni come dirigente medico ortopedico, con un’ordinanza senza
precedenti, disponeva la conversione del presidio ospedaliero in “Ospedale
Covid”.
In pratica non c’era più differenza fra Medicina interna, Cardiologia,
Chirurgia, Ortopedia, Oculistica e così via.
C’erano gli ammalati. Gli ammalati con polmonite da Covid!
E noi eravamo i medici!
Non più cardiologi, gastroenterologi, diabetologi, oculisti, ortopedici, ma
“i medici”! Che tanti anni fa, prima di intraprendere questa nostra scelta
di vita e di lavoro, avevamo fatto il giuramento di Ippocrate!
In altri termini, è stata “una chiamata alle armi” seguita da un’adesione
unanime ed entusiasmante.
Sono stati tre mesi difficili (marzo, aprile e maggio) vissuti
quotidianamente a contatto con le persone ricoverate con polmonite da
Covid, a contatto con le loro difficoltà, le loro ansie, le loro paure.
Ognuno di loro una storia! Anche perché, nel momento della loro sofferenza,
non c’erano neanche gli affetti più cari a confortare e a rassicurare,
non essendo possibile la presenza di alcun parente.
Quindi, noi operatori sanitari dovevamo, oltre che curare, o quanto meno
alleviarne le sofferenze, cercare di dare un sollievo psicologico (morale) a
questi pazienti, fosse anche solo un sorriso o stare qualche momento ad
ascoltarli.
Inoltre altro compito fondamentale era quello di tenere i contatti
telefonici quotidiani con i familiari, sia pure per pochi minuti, in maniera
da informare i parenti sullo stato di salute dei loro congiunti e rendere,
così, meno difficile e più accettabile la lontananza.
Per tutto quest’anno appena passato, ma soprattutto durante la passata
primavera, nel “clou” della prima ondata della pandemia, ho ricevuto tante
telefonate e messaggi da amici, parenti e conoscenti. Mi chiedevano come
stavo, come mi sentivo, cosa si provava a vivere quell’esperienza unica,
professionale e di vita.
Ciò mi ha fatto tanto piacere! Nei momenti difficili fa sempre piacere,
anzi fa ancora più piacere, sentire la vicinanza e l’affetto di chi ti
conosce e ti vuole bene.
Una domanda che mi ponevano quasi tutti e che si ripeteva era: “Quando
finirà? Ho sentito di un nuovo farmaco, ma funziona? La comunità scientifica
sta sperimentando una nuova cura?”.
Ed io ogni volta a ribadire: “Non esiste un farmaco come per le infezioni
batteriche, dove somministri l’antibiotico e spegni l’infezione; il virus è
un parassita ed è furbo, per cui l’unica speranza sarà il vaccino, ma ci
vorrà tempo, almeno un anno”.
Quel giorno tanto atteso è arrivato, in anticipo, prima di un anno
dall’inizio degli studi e delle ricerche scientifiche. Il vaccino è una
realtà. È già disponibile ed è iniziata la somministrazione.
Oggi (NdR: ieri, mercoledi 13 gennaio 2021) ho ricevuto la prima dose del
vaccino anti-Covid ed il primo pensiero è andato alla mia cara mamma che,
nella primavera scorsa, non è riuscita a vincere la battaglia contro il
Coronavirus.
(Dott. Aurelio Zaffuto)
Allo stesso tempo, da medico, ho provato una grande soddisfazione nel vedere
materializzati i risultati della ricerca scientifica: il vaccino c’é!
E per questo ho il piacere di condividere questo mio stato d’animo con
Voi amici grottesi, anche per ricordare a tutti che sottoporsi alla
vaccinazione non solo vuol dire “volersi bene”, ma è soprattutto un gesto di
responsabilità nei confronti della società (“gli altri”), in quanto solo
raggiungendo la cosiddetta “immunità di gregge” possiamo essere sicuri di
bloccare la diffusione del virus. In questa maniera riusciremo a
proteggere quella piccola, ma importante, parte della popolazione che non
può essere vaccinata per motivi di salute, come per esempio i
trapiantati, gli immunodepressi, i pazienti in chemioterapia.
Chiaramente, non esiste un obbligo giuridico per questa vaccinazione, ma
bisogna individualmente pensare ad un obbligo morale, perché se da un lato è
garantito singolarmente il diritto a non vaccinarsi, allo stesso tempo c’è
il dovere di impedire che le persone più deboli si ammalino.
(Vaccino anti-Covid) I vaccini storicamente sono stati,
da quando esiste la medicina moderna, sempre l’unico strumento valido per
sconfiggere malattie devastanti come il vaiolo, la difterite, la
poliomelite, la tubercolosi.
Pertanto porgo l’invito a tutti i grottesi - quando potranno farlo - di
sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid19, non soltanto per proteggere se
stessi ma, anche, per impedire che i più fragili siano esposti al virus.
Stiamo vivendo la più grande tragedia collettiva dal dopoguerra, ma il
Covid-19 ha dimostrato che il male che ci colpisce, sì individualmente,
rivela la nostra dipendenza e - ciò che più conta - la nostra responsabilità
verso gli altri.
Ovviamente è una sfida biblica! Una sfida di sopravvivenza condivisa che si
basa sulla gratuità per tutti del vaccino e senza obbligatorietà.
Dovremo impegnarci tutti, addetti ai servizi sanitari e non, cercando,
innanzitutto, di persuadere con il dialogo e le evidenze scientifiche coloro
che manifestino dubbi e perplessità razionali.
Le posizioni irrazionali di fronte al dolore e alla morte diffusa, che io
ho toccato con mano, non meritano commenti e considerazioni.
Una sfida biblica!
“Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte
risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le
acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le
acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra” (Es 14,21-22).
Oggi la nostra muraglia, invincibile e invalicabile, è il Covid-19. Ma la
possiamo infrangere e rendere innocua non con un miracolo, ma con la
responsabilità di ognuno di noi, se diventa azione solidale di comunità.
Aurelio Zaffuto
15 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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13/01/2021 |
Comune. Nuova Giunta: il
sindaco Provvidenza nomina assessori Roberta Di Salvo e Alessandra
Marsala |
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Dott. Alfonso Provvidenza |
Si rinnova la Giunta comunale di Grotte. Nel
corso dell'ultima settimana 3 dei 4 Assessori che componevano la Giunta
municipale hanno rassegnato le dimissioni. Nelle motivazioni dei
dimissionari nessun segno di contrasto con il Primo Cittadino o con la
Maggioranza consiliare; scelte di carattere personale o semplice
avvicendamento politico nell'assumere responsabilità assessoriali. Hanno
presentato le dimissioni gli Assessori: Antonino Caltagirone (il
7 gennaio); Zina Maria Cipolla, detta Miriam (l'8 gennaio);
Annamaria Todaro (l'11 gennaio).
A distanza di 2 giorni dalle ultime dimissioni, oggi il Sindaco di
Grotte, dott. Alfonso Provvidenza, con la Determinazione sindacale n° 2,
ha nominato due nuovi Assessori:
- la dott.ssa Roberta Di Salvo (Consigliere comunale), a cui ha
attribuito l'incarico di Vice Sindaco e le deleghe nei settori Salute
Pubblica e Animale, Servizi Sociali, Volontariato, Pari Opportunità e
Politiche Giovanili;
- la dott.ssa Alessandra Marsala, alla quale sono state conferite le
seguenti deleghe: Cultura, Pubblica Istruzione, Turismo, Spettacolo,
Associazionismo e Legalità.
Con la stessa Determinazione il Sindaco si riserva di nominare il quarto
assessore con successivo provvedimento, mentre rimangono attribuite al
Sindaco le deleghe non assegnate.
Redazione
13 gennaio 2021.
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Roberta Di Salvo
Alessandra Marsala |
13/01/2021 |
Politica. UDC: seconda
giornata di formazione politica online; sabato 23 gennaio |
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Decio Terrana |
Il
prossimo 23 gennaio, dalle ore 09.30, si svolgerà la seconda
giornata di formazione politica online dell’UDC Italia voluta dal
segretario nazionale on. Lorenzo Cesa e dal responsabile agli Enti Locali
on. Decio Terrana, ed organizzata dai giovani dell’UDC Italia.
La Scuola, che ha registrato l’adesione di circa 250 giovani da tutta Italia
e che si svolge in maniera totalmente telematica vista l’attuale emergenza
Covid, in questo appuntamento affronterà il tema “Amministrare le
Istituzioni” con lo slogan “Uno NON vale Uno”, per evidenziare come sia
fondamentale la formazione politica per chi deve amministrare la Res
Pubblica.
Grande attesa per l’intervento del professore Rocco Buttiglione, Presidente
onorario dell’UDC Italia, che si confronterà con i giovani UDC sulla storia
politica delle istituzioni italiane. Seguirà una tavola rotonda tra
amministratori locali. Dopo una breve pausa, si passerà ad una lezione di
“Finanza degli Enti Locali” con il dott. Lorenzo Tricoli, esperto in Enti
Locali e fondi strutturali, già sindaco e Segretario regionale dell’Udeur,
attuale responsabile regionale agli Enti Locali dell’UDC in Sicilia. La
giornata si concluderà col dibattito tra i giovani con l’intervento di
alcuni consiglieri comunali.
Redazione
13 gennaio 2021.
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13/01/2021 |
Ricorrenze. On. Rosalba
Cimino (M5S): "Leonardo Sciascia: grazie a lui l'Italia comprese
cos'era la mafia" |
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Guarda il video
Rosalba Cimino |
La
deputata del Movimento 5 Stelle Rosalba Cimino, in occasione del
centesimo anniversario della nascita di Leonardo Sciascia ha ricordato lo
scrittore prendendo parola alla Camera dei deputati, in un intervento
(guarda
il video) con il quale ha
reso omaggio all’autore racalmutese.
“Un secolo fa nasceva Leonardo Sciascia, siciliano, nato in un paese,
Racalmuto, che fece da sfondo a tutte le sue principali opere, e vissuto
nella casa di campagna in contrada Noce, fonte di ispirazione e luogo di
incontri autorevoli impressi nella memoria storica, intellettuale e politica
italiana - ha detto l'Onorevole in uno stralcio del suo discorso -.
Leggendo le sue opere è indiscutibile constatare quanto siano trasversali
nelle epoche e nelle circostanze”.
La deputata grottese ha puntato l’attenzione anche sulla figura politica di
Sciascia. “In questa stessa Aula - ha continuato Cimino nel suo
discorso - Sciascia fu deputato durante l’ottava legislatura, membro
della Commissione d’inchiesta sulla strage di via Fani e sull’assassinio di
Aldo Moro. Riguardo al sequestro, poco prima di essere eletto, nel 1978
scrisse l’Affaire Moro, un lampo di lucidità e lungimiranza che ha offerto
un’interpretazione illuminata di uno degli episodi più destabilizzanti della
nostra storia, pubblicato proprio mentre le voci e le opinioni dei politici
del tempo e degli intellettuali di turno si accavallavano sull’autenticità
delle sue lettere, senza alcuno slancio o accortezza verso la condizione di
prigionia del presidente Moro. Non soltanto, Sciascia ebbe un merito che è
giusto ricordare ogni volta che ce ne viene data l’occasione: è con lui
che l’Italia comprese cosa fosse davvero la mafia, perché fu il primo a
parlarne senza filtri nel suo romanzo più conosciuto, 'Il giorno della
civetta', smentendo chi asseriva, con non poca ipocrisia, che la mafia non
esistesse e smuovendo le menti di chi, fino a quel momento, aveva
considerato la criminalità organizzata alla stregua di un fenomeno di
folklore”.
La Deputata, nel suo intervento (guarda
il video) per ricordare lo
Scrittore racalmutese ha esaltato la sua figura e il suo patrimonio
letterario, citando anche la Fondazione Sciascia di Racalmuto: “Grazie
alla Fondazione Leonardo Sciascia, che lo stesso volle pensare quando era
ancora in vita e alla quale ha donato 15.000 lettere personale e circa 3.000
libri che ora fanno parte di una collezione che ne conta molte migliaia in
più. Lì a Racalmuto, nel paese che gli diede i natali e nel quale fu maestro
di scuola elementare, la Fondazione porta avanti un lavoro eccellente che
custodisce e ne tiene viva la memoria”.
Redazione
13 gennaio 2021.
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12/01/2021 |
Dialoghi. "Al presidente
del Consiglio Conte e al senatore Renzi conviene litigare"; di Giuseppe Castronovo |
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Intervento del dott.
Giuseppe Castronovo.
Al
Circolo abbiamo esaminato l'eccessiva animosità del dibattito politico anche
tra le forze che costituiscono l'attuale maggioranza governativa. Si è
affrontato in particolare l'aspro confronto tra l'ex presidente del
Consiglio Renzi e l'attuale presidente Conte.
Il prof. Vezio, Costituzione alla mano, trattando il tema da una angolatura
tutta sua, ha concluso dicendo che i due "contendenti" comunque lavorano.
Giuseppe Castronovo
"Al
presidente del Consiglio Conte e al senatore Renzi Conviene litigare"
(Dai
Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
Totò:
Amici, noterete anche voi come il senatore Renzi riesca a tenere alta la
testa e il confronto con il presidente del Consiglio Conte.
Vezio: Potrà sembrarvi strano, ma anche questo è, per tutti e due i
contendenti, un lavoro!
Alvaro: Se Conte e Renzi, come ci dice il prof. Vezio, pur litigando stanno
comunque lavorando, allora continuino pure a lavorare!
Vezio: Così, se lavorano potranno dire di guadagnare dignitosamente la loro
indennità mensile. Del resto è la nostra Costituzione a
disporre all’articolo 36 che “il lavoratore ha diritto ad una
retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro…”.
E sottolineo, per lasciarlo alla vostra riflessione, l’aggettivo
“proporzionata”.
Santo: Ce lo spieghi lei.
Vezio: Vedi caro Santo…
Santo: Che cosa?
Vezio: Costituzione alla mano, più litigano (cioè lavorano) più legittimano
i loro compensi mensili!
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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12/01/2021 |
Musica. Il brano "White
Christmas" eseguito dalla Corale Jobel |
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Guarda il video |
Non un concerto ma un singolo brano, che vuole
essere il segno della presenza - ininterrotta dal 2003 - di una viva e
vivace realtà musicale grottese: la Corale "Jobel".
Nel rispetto delle norme anti Covid-19, in modalità "a distanza", al posto
del tradizionale Concerto dell'Epifania, per queste festività di fine anno
2020 e di inizio nuovo anno 2021 la Corale ha eseguito ed oggi propone un
singolo celebre brano, "White Christmas" (guarda
il video).
(Corale Jobel nel 2006) L'introduzione al brano è stata curata da Mariolina
Spalanca. Al pianoforte il M° Francesco Criminisi. Alla tastiera la M^
Valentina Morgante (Direttrice della Corale).
Coristi: Elvira Bellomo, Rita Cipolla, Maria Salvaggio, Carmen Criminisi,
Verdiana Mancuso, Claudia Palermo, Alessandra Navarra, Rosalba Cimino,
Raffaella Morreale, Ermelinda Salvaggio, Cinzia Volpe, Silvia Lombardo,
Alida Russello, Alessia Tirone, Felice Vella, Alex Vaccarello, Carmelo
Arnone, Valentina Morgante.
Significativa la partecipazione "straordinaria" dei piccoli: Agnese,
Azzurra, Martina e Francesco.
L'idea della realizzazione del brano, il coordinamento e soprattutto il
lungo e impegnativo lavoro di montaggio video sono stati curati
(magistralmente) da Alessandra Navarra.
(Corale Jobel nel 2017) La Corale Jobel è nata
formalmente nell'ormai lontano 30 novembre 2003, come corale polifonica, ma
affonda le sue radici addirittura nel Giubileo del 2000.
Sin dall'inizio la direzione musicale è stata affidata alla M^ Valentina
Morgante mentre la responsabilità del ruolo di Coordinatore è stata
attribuita ad Ignazio Infantino.
Ne è Presidente onorario l'Arcivescovo di Agrigento. S.E.R. mons. Carmelo
Ferraro - oggi Arcivescovo emerito - ha voluto essere presente, e dare il
proprio autorevole sostegno, alla maggior parte dei concerti tenuti
annualmente dalla Corale.
Nei 17 anni di attività la Corale, sostenuta dal compianto padre Giovanni
Castronovo, ha visto la partecipazione, come strumentisti, coristi o
assistenti, di diverse centinaia di giovani; i piccoli Agnese, Azzurra,
Martina e Francesco (presenti
nel video) sono alcuni dei bambini nati dai coristi di quegli anni,
coristi che nel frattempo sono divenuti adulti e genitori.
Dall'inizio della pandemia le attività in presenza della Corale sono state
drasticamente ridotte, tuttavia già ad aprile dello scorso anno - nel pieno
dell'emergenza con il lockdown in atto - ha voluto realizzare un precedente
video - sempre a distanza - proponendo il brano "Mi rialzerai" (guarda
il video).
Nella speranza di poter ritornare presto, piccoli e grandi, a suonare e
cantare insieme.
Redazione
12 gennaio 2021.
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11/01/2021 |
Chiesa. Avvisi ed appuntamenti
della settimana |
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Programma
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante
Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti (disponibili
anche alla pagina "Chiesa").
Lunedi
11 gennaio
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione
eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica
e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Martedi 12 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Stellario a san Giuseppe e santa Messa;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica
e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 13 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.00, nella chiesa San Rocco, Lodi, santa Messa, Ora media,
Adorazione e benedizione;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica
e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Giovedi 14 gennaio - Triduo
in onore di sant'Antonio (1)
- ore 09.00, nella chiesa San Francesco, santa Messa; a seguire,
Adorazione eucaristica e confessioni sino alle 12.00;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione
eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a sant'Antonio;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica
e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Venerdi 15 gennaio - Triduo
in onore di sant'Antonio (2)
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione
eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a sant'Antonio;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica
e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato 16 gennaio - Triduo
in onore di sant'Antonio (3)
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a sant'Antonio;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa prefestiva;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica
e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva;
- ore 20.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa prefestiva
animata dal Cammino neocatecumenale.
Domenica 17 gennaio - Festa
di sant'Antonio Abate
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Numero di fedeli consentito nelle chiese di Grotte:
- chiesa Madre: 112
- chiesa Madonna del Carmelo:
60
- chiesa San Rocco:
25
Disposizioni particolari:
- non è consentito l'ingresso a persone con una temperatura corporea pari o
superiore a 37,5° o che hanno avuto contatti con persone positive a
SARS-COV2 nei giorni precedenti.
I fedeli hanno l'obbligo di:
- entrare ed uscire dalla chiesa rispettando la distanza di 1,5 metri dagli
altri fedeli;
- indossare la mascherina;
- igienizzare le mani al dispenser situato all'ingresso;
- occupare il posto contrassegnato;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro laterale e frontale dalle altre
persone;
- evitare qualsiasi forma di contatto fisico;
- non dare il segno della pace;
- attenersi alle indicazioni del celebrante per ricevere la santa Comunione;
- depositare le offerte per la parrocchia negli appositi contenitori;
- non sostare in chiesa o sul sagrato dopo la celebrazione.
Redazione
11 gennaio 2021.
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11/01/2021 |
Effetti collaterali. "L'ha
detto mio cuggino e anche un premio Nobel"; di Filippo Lo Presti |
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Autorevole virogolo |
“L’ha detto mio cuggino e anche un premio Nobel”.
Dedicato a tutte quelle persone convinte di poter farsi un'idea su qualsiasi
argomento pur non capendone una mintula (arcaico).
Iniziamo con un tema caro a tutti in questi giorni: effetti collaterali.
So già che sapete quali sono gli effetti collaterali dei vaccini (tutti)
contro il Covid-19 (virus inventato dall’elite mondiale, che non uccide, per
controllare il popolo stile Orwell) per cui non ve ne parlerò.
Oggi smaschereremo un complotto mondiale ben più grande del
coronavairus (rullo di tamburi): l’Aspirina.
Intanto devo dirvi che contiene un acido... un acido capito? L’acido
acetilsalicilico!!
Chissà che danni quando ingeriamo un acido?!? Ti buca tutto!!!
E poi, il vero complotto, sta nel bugiardino... (anche il nome
dovrebbe avvisarci) e in particolare nel paragrafo dedicato ai possibili
effetti indesiderati.
Copio incollo dal sito di una nota marca di cui non faccio il nome -
chiaramente gestita da Bill Gates -:
“Possibili effetti indesiderati
Come tutti i farmaci, questo medicinale può causare effetti indesiderati
sebbene non tutte le persone li manifestino.
I possibili effetti indesiderati dovuti all'acido acetilsalicilico sono:
- sanguinamento (perdita di sangue dal naso o dalle gengive, macchie rosse
sotto la pelle);
- reazioni allergiche quali eruzione cutanea, attacco d'asma o gonfiore del
viso accompagnato da difficoltà a respirare;
- mal di testa, vertigine, sensazione di perdita dell’udito, tinnito (ronzio
nelle orecchie) che sono di solito segni di sovradosaggi;
- emorragia cerebrale;
- mal di stomaco;
- emorragia gastrointestinale.
Vedere paragrafo "Avvertenze e precauzioni".
Questi si manifestano più frequentemente quando si assumono dosi elevate;
- aumento degli enzimi epatici in genere reversibile con l'interruzione del
trattamento, alterazione della funzionalità epatica (particolarmente cellule
epatiche);
- orticaria, reazioni cutanee;
- sindrome di Reye (alterazione dello stato di coscienza o comportamento
anormale, o vomito) in bambini con malattie virali e che assumono acido
acetilsalicilico”.
A voi le conclusioni. Quanti morti di aspirina ci avranno nascosto in
questi anni?!? Altro che coviddi!!
Filippo Lo Presti
11 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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11/01/2021 |
Lavoro. Bando del Servizio
Civile Universale: 2 volontari alla proloco "Herbessus" di Grotte |
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Servizio Civile Universale |
Scadrà alle
14.00 di lunedi 15 febbraio 2021 il termine ultimo per la presentazione delle
domande per la partecipazione al bando (leggi
il bando) per la selezione pubblica di 2 operatori volontari da impiegare
per progetti di Servizio Civile Universale presso la proloco
"Herbessus" di Grotte.
La selezione rientra nel bando più generale emesso dal Dipartimento della
Gioventù e del Servizio Civile Universale presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri, per 46.891 volontari da impiegare in progetti di servizio
civile.
Il progetto proposto dalla proloco di Grotte verte su: "Patrimonio
immateriale e beni culturali nella Sicilia centrale".
Il servizio dei volontari selezionati avrà la durata di 12 mesi e sarà
articolato in 25 ore settimanali su 6 giorni
lavorativi. Ai volontari spetterà un assegno mensile.
Per partecipare alla
selezione occorre avere diversi requisiti, tra cui:
- età compresa tra 18 e 28 anni (non aver compiuto 29 anni);
- essere cittadini dell'Unione Europea;
- essere in possesso del diploma di Maturità di Scuola media superiore o
diploma di Laurea.
La domanda di partecipazione dovrà essere presentata esclusivamente nella
modalità online attraverso la piattaforma raggiungibile tramite pc,
tablet e smartphone all'indirizzo
https://domandaonline.serviziocivile.it/, entro e non oltre le ore
14.00 del 15 febbraio. (il termine inizialmente previsto dell'8 febbraio
è stato prorogato). Per accedervi è necessario essere in possesso
dello SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, con livello di
sicurezza 2.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’ufficio della Pro Loco
Herbessus all’indirizzo e-mail
prolocoherbessusgrotte@virgilio.it o telefonare al numero 351.5444971.
Carmelo Arnone
11 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
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11/01/2021 |
Solidarietà. "Aiutaci ad
aiutare": la Caritas Cittadina promuove una raccolta a favore di due
gemellini |
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Locandina |
Con lo slogan "Aiutaci ad aiutare" la Caritas
Cittadina di Grotte sta promuovendo in questi giorni una raccolta a favore
di due gemelli nascituri.
Sono i figli di una giovane coppia di 35 e 29 anni - spiega la Caritas - che
si trova senza lavoro e che ha già una bambina di 9 mesi. La nascita dei due
gemelli è prevista per la fine di marzo. I giovani genitori sono
impossibilitati a provvedere all'occorrente per il lieto evento, pertanto la
Caritas Cittadina si fa promotrice della raccolta a favore dei nascituri
(due maschietti). Chiunque volesse contribuire in qualche modo (donando
vestitini, pannolini ed altri generi necessari nei primi mesi di vita) può
contattare il numero 388.3492117 oppure inviare una mal all'indirizzo
caritasgrotte@gmail.com.
Redazione
11 gennaio 2021.
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11/01/2021 |
Riflessioni.
"Lu Mizzanu. Ma è una buona
politica?"; di Antonio Pilato |
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Antonio Pilato |
Riflessione del prof. Antonio Pilato.
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"Lu
Mizzanu.
Ricordo che in alcuni paesi della Sicilia, come nel mio, si ricorreva
all'intervento del mediatore, detto Lu Mizzanu, per far trovare l'accodo fra
le parti contraenti, per la vendita e acquisto di una casa, del terreno,
dell'animale da lavoro (asini, muli, cavalli), e anche per convincere due
famiglie a far sposare i loro figli, con e senza dote..
A conclusione avvenuta, si pagava il servizio prestabilito.
Così oggi mi appare il compito di Giuseppe Conte fra i due partiti al
Governo.
Ma è una buona politica?
Alla luce di quanto avviene, non vedo nessun movimento costruttivo né
propositivo, se non quello di voler far restare a galla a tutti i costi le
forme e le poltrone, senza contenuti, che in arte Benedetto Croce direbbe:
l'immagine senza contenuto è vuota, il contenuto senza immagine o forma è
cieco.
Se questo è il modo di procedere, aspettiamo che arrivi l'intelligenza
creativa e il buon vento.
A futura memoria". |
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Antonio
Pilato
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10/01/2021 |
Ricorrenze. "Leonardo
Sciascia: dalla parte di chi non ha voce"; di Salvatore Ciccotto |
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Leonardo Sciascia |
Intervento del prof. Salvatore Ciccotto, nel centesimo
anniversario della nascita di Leonardo Sciascia.
***** "Leonardo
Sciascia ha rappresentato, per noi che siamo di Grotte, ma penso un po’ per
tutti i siciliani onesti, quella parte di Sicilia di cui si può andare
fieri.
Finalmente non sono le coppole e le lupare a fare da sfondo alla Sicilia
narrata da Leonardo Sciascia ma tutte le contraddizioni tipiche di questa
terra; questa terra che secondo lo scrittore stesso rappresentava una
metafora di quella che era l'Italia stessa in quel periodo ("La Sicilia come
metafora", pubblicato nel 1979 da un'intervista a Sciascia dalla giornalista
francese Marcelle Padovani).
Scrittore di grande spessore, è stato, e rimane, una delle voci più
significative del secondo Novecento non solo italiano ma europeo.
Uomo e intellettuale che da sempre si è schierato dalla parte degli
infedeli: Diego La Mattina; il "piccolo giudice" del romanzo Porte
aperte; Candido, dell'omonimo romanzo; o altri ancora.
Tutti personaggi che affollano i suoi scritti, che hanno come comun
denominatore quello di sfidare il potere costituito, che si tratti della
Chiesa, del potere giudiziario o di quello politico.
Leonardo Sciascia, come Pier Paolo Pasolini, rappresenta una voce contro,
schierata sempre dalla parte degli ultimi, dalla parte di chi non ha voce.
Ce ne ricorderemo sempre di voi in questi tempi abbruttiti e offesi".
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Salvatore Ciccotto
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10/01/2021 |
Attualità. "Uscire dalla
logica - e dalla teologia - dell'apocalisse"; di Raniero La
Valle |
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Raniero La Valle |
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare.
*****
La
crisi della democrazia americana, che ha appena svelato come vi sia un
fascismo in agguato negli stessi Stati Uniti, mostra ancora una volta quanto
sia necessario ed urgente istituire un ordinamento costituzionale mondiale
che salvaguardi la Terra e proclami e tuteli con efficaci garanzie i diritti
fondamentali di tutti gli abitanti del Pianeta.
In effetti la democrazia americana (una democrazia senza diritti
fondamentali: non per i condannati a morte, non per i senza cure, non per i
sacrificati alla ragion di Stato americana in ogni Paese) ha dato
spettacolo.
Ma noi qui vogliamo solo prendere atto, evangelicamente, di come siano
dispersi i superbi nel pensiero del loro cuore; lo si vede se pensiamo che
così finisce la pretesa conclamata agli inizi di questo secolo dalla destra
americana, di fare del 2000 “il nuovo secolo americano”, concepito come un
ordine imperiale ben munito di armi spaziali e nucleari. E di tale ordine,
come abbiamo imparato durante questa crisi, lo spartiacque universale, il
criterio del bene, anche per i capipopolo, sarebbe stato tra ciò che è
“american” e ciò che è “unamerican” (non conforme all’uso americano).
Sul prossimo viaggio del papa in Iraq vogliamo segnalare un prezioso
articolo di Antonio Spadaro sull’ultimo numero (il 4093) della Civiltà
Cattolica.
Spadaro conosce le motivazioni del papa, e qui la motivazione riferita del
viaggio in Iraq è davvero fondamentale, essa sta nel “Ripartire da Bagdad”,
per andare “oltre l’Apocalisse”.
L’Apocalisse è come si sa quel genere letterario presente nella Bibbia, sia
nell’Antico che nel Nuovo Testamento, che ispira la “logica che combatte
contro il mondo, perché crede che questo sia l’opposto di Dio, cioè idolo, e
dunque da distruggere al più presto per accelerare la fine del tempo”.
Questa, come vediamo ogni giorno, non è la logica di papa Francesco.
Il mondo non è opposto a Dio, ciò che il cristiano attende, non è la sua
fine, e non è idolatrare il mondo amarlo, fare di tutto per salvarlo, fino a
dare la vita per esso (Dio ha dato suo figlio).
Questo in verità è il nuovo annunzio, fuori di ogni ambiguità è questo il
vangelo.
Ed è di grande significato l’osservazione della Civiltà Cattolica, che
questo annuncio riparta da Bagdad. È questo il cuore dell’Iraq, il Paese
culla della civiltà antica, che cominciò a essere martoriato trent’anni fa
perché fosse ripristinato nel mondo lo strumento universale della guerra,
caduto in disuso a causa del terrore suscitato dall’atomica, e ripristinato
a fine secolo dopo la rimozione del muro di Berlino.
Ma recarsi in Iraq vuol dire anche andare nella piana di Ur, legata alla
memoria di Abramo, andare a Mosul, nella piana di Ninive, bombardata nella
guerra del Golfo, vuol dire andare alla “grande città” legata alla storia di
Giona (quando Dio si pentì di avere fatto annunziare la distruzione della
città, così piena com’era di abitanti e di animali, e la salvò).
Ma la piana di Ninive è anche quella che era stata occupata dal cosiddetto
Stato islamico tra il 2014 e il 2017, e così Ur, luogo di origine delle tre
religioni abramitiche, ebraismo, cristianesimo e Islam.
Questo è dunque uscire dalla logica - e dalla teologia - dell’apocalisse.
Dopo gli eterni conflitti, dopo l’inimicizia, dopo le guerre, dopo le
violenze e le competizioni religiose, dopo la pandemia abbattutasi sulla
Terra ammalata, andare “oltre” l’apocalisse vuol dire ripartire dalla
fraternità, ripartire dalla prossimità, dal considerarsi tutti “una sola
carne”.
C’è un filo, dice padre Spadaro, che lega piazza san Pietro dove Francesco
ha pregato da solo per il mondo in piena pandemia, e i luoghi della
Mesopotamia profanata dalle violenze dello Stato islamico, dai conflitti
regionali e internazionali, dalle persecuzioni dei cristiani e dagli esodi
di massa in fuga dalla disperazione.
E papa Francesco l’ha detta così: “Sogniamo come un’unica umanità, come
viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra
che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue
convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli”: Fratelli
Tutti.
Raniero La Valle
10 gennaio 2021.
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10/01/2021 |
Scuola. Lunedi 11 rientrano
in aula solo gli alunni della scuola dell'infanzia; per tutti gli altri
Dad sino a sabato 16 |
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Sito ufficiale |
Da domani, lunedi 11 gennaio 2021, potranno
rientrare in classe solo gli alunni della scuola dell'infanzia (e i
bambini dell'asilo nido comunale), mentre per tutti gli altri (scuola
primaria, scuola secondaria di primo grado e scuola secondaria di secondo
grado) la ripresa delle attività scolastiche è prevista - sempre da domani -
attraverso la cosiddetta "Dad" cioè la didattica a distanza, almeno
sino a sabato 16 gennaio.
Questo è quanto disposto
dall’Ordinanza contingibile e urgente del Presidente della Regione Sicilia
n° 5 del 08/01/2021, e ribadita dall'Ordinanza
del Sindaco di Grotte n° 2 del 09/01/2021. Per il successivo lunedi 18
gennaio si rimane in attesa di ulteriori disposizioni nazionali, regionali e
comunali.
Redazione
10 gennaio 2021.
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10/01/2021 |
Letture Sponsali. "Vocazione
alla vita e all'amore" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
*****
Questa domenica, immediatamente successiva alla festa dell'Epifania,
celebriamo il battesimo del Signore Gesù. La I lettura di Isaia ci invita ad
abbandonare le vie che non portano a Dio, i pensieri che allontanano da Lui,
per ricevere l'acqua che disseta e il pane che sazia, per vivere una vita in
pienezza d'amore.
Nella lettura evangelica Giovanni Battista proclama la venuta di Gesù e ci
mostra come il Figlio di Dio si faccia battezzare anche lui nel fiume
Giordano, prima di iniziare la sua missione nel mondo. Il battesimo del
Salvatore, che non avviene solo nell'acqua, ma nel fuoco dello Spirito
Santo, ci riporta alla memoria del nostro battesimo, come momento di inizio
della nostra vita cristiana, come quella scintilla da cui prende forma il
nostro essere cristiani nel mondo.
La vita coniugale e familiare, se vissute in umiltà e alla continua ricerca
del volto di Dio, possono essere una scuola alla quale apprendere, giorno
dopo giorno, cosa significhi essere figli di Dio, da Lui amati e benedetti
da sempre, battezzati in Spirito Santo.
Gli sposi cristiani hanno il compito di aiutarsi reciprocamente a
riconoscere la propria vocazione alla vita e all'amore, camminando sulla
strada di una santità che non è solo individuale ma familiare, riscoprendosi
figli amati, chiamati a vivere una vita in pienezza.
L'un l'altro possono ricordarsi ciò che Dio Padre ha detto a Cristo nel
momento del battesimo: "Tu sei il Figlio mio,
l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
Chiara e Fabio
Punto chiave
Il Battesimo
nel Giordano è celebrato nella tradizione come manifestazione di Gesù al
mondo. A quel tempo però i dodici discepoli non sono ancora stati scelti da
Gesù, non sono testimoni oculari di questo evento, è Gesù che racconta loro
di questo momento, di aver sentito lo Spirito scendere su di lui.
Assistiamo alla progressiva consapevolezza di Gesù uomo di essere parte
della Trinità divina. Amato dal Padre, avvolto dallo Spirito. Dopo la visita
dei Magi e i trenta anni di silenzio Gesù inizia da questo punto a
manifestarsi nel il fiume Giordano, dove riceve il battesimo.
Gesù inizia da qui, in fila con i peccatori e persino Giovanni rimane
stupito: "Ma come? Tu vieni da me? Tu ti metti in fila con i peccatori?".
Gesù inizia così a stupire e non finirà mai di farlo per noi. Inaugura una
via a cui rimarrà fedele per tutta la sua vita e che lo porterà sulla Croce.
In fila con i peccatori al Giordano, crocifisso in mezzo a loro sul
Calvario. È meravigliosa questa solidarietà di Gesù con il suo popolo, con
gli ultimi, con gli scartati, con noi.
Allora cosa ci dice oggi questa lettura? Non affanniamoci a cercarlo tra le
nubi del cielo o negli avvenimenti sensazionali. Ma dove Lui ha scelto di
lasciarsi incontrare. Tra la gente, tra di noi tra gli ultimi. Nel nostro
dolore, negli sbagli della persona che amiamo, nella delusione di nostro
figlio, lì dobbiamo sperare di trovarlo ed è lì che Lui ci aspetta. Lui che
sa cosa c'è nel nostro cuore. Lui ha scelto quel posto difficile accanto a
noi, per non finire mai di stupirci
proprio come Giovanni in questa lettura.
Claudia e Dario
Redazione
10 gennaio
2021.
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10/01/2021 |
Romanzo. "Chi era il
vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 3^ puntata |
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Fuga in Egitto
R. Guttuso
Prof. Rodolfo Costanza |
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)
(3^ puntata)
Parte prima
I complottardi figli della regina asmonea
Cap. 2
La morte della superba regina asmonea
Mentre Erode è in viaggio per Rodi per incontrare Ottaviano, Ircano, zio
settantenne di Marianne, uno degli asmonei ancora in vita, mette in atto una
congiura con il re nabateo, Malico, contro Erode su iniziativa della figlia
Alessandra, madre di Marianne. La congiura è scoperta da Erode, che manda
sotto processo l’asmoneo accusandolo di corruzione e di alto tradimento.
L’esito del processo è la condanna a morte di Ircano.
La conseguenza della morte di Ircano provoca una
rottura tra Erode, la moglie e la famiglia di questa. Già prima erano sorte
tensioni tra il re e Marianne, e la cosa non desta meraviglia perché gli
Asmonei, appartenenti alla più ragguardevole nobiltà e casta sacerdotale,
vedono in Erode un arrivista e un cinico. Alessandra, la mamma di Marianne,
considera la carica di re posseduta da Erode ottenuta illecitamente. Erode è
considerato un usurpatore che, insinuatosi con violenza e astuzia nella casa
reale giudaica, si è impadronito illegalmente del trono. Ciò è condiviso
anche dalla figlia Marianne.
Erode non si considera un usurpatore, bensì un principe
al quale i romani hanno conferito il titolo regale di Rex socius et
amicus populi Romani. Adesso lui ha il potere, del cui splendore lascia
partecipare gli Asmonei. Agli occhi di Erode, che non è ebreo, il potere e
il titolo di re sono più grandi del potere e del prestigio degli Asmonei.
Il comportamento arrogante degli Asmonei prende di mira
anche la madre e la sorella di Erode e per placare le tensioni egli, quando
parte per Rodi, separa le sue due famiglie. Il re non considerando i suoi al
sicuro a Gerusalemme, nel caso fossero scoppiati disordini, manda Marianne e
la madre nella fortezza di Alexandreion, e in quella di Masada sua madre,
Cipro, e sua sorella, Salomè, con i figli di Marianne. Il gesto di separare
la moglie dai suoi figli e consegnarli a sua madre e a sua sorella peggiora
i rapporti tra Erode e la moglie.
Subito dopo il ritorno da Rodi, la moglie, aizzata
dalla propria madre, rimprovera Erode di averla mandata ad Alexandreion non
per la sua incolumità, ma per tenervela prigioniera e separata dai figli.
Marianne, infatti, lo accoglie assai freddamente. Non riuscendo a superare
l’affronto, lo respinge completamente e si allontana. La situazione fra il
re e la moglie peggiora di mese in mese. Quello che lo indispone, è vedere
l’aperto odio che questa gli mostra. Tale situazione si trascina per un
certo tempo.
Nonostante tutto, Erode ama Marianne, sopporta i suoi
modi scortesi e offensivi, porta pazienza e tutto tollera. Inoltre la
moglie, rinfaccia senza riguardo alla madre e alla sorella di Erode di non
essere di nobili natali come lei, per cui tra le donne della famiglia del re
nasce un odio che ogni giorno aumenta d’intensità.
Un giorno Salomè e la madre rivelano a Erode che
Marianne non gli è fedele. Salomè, infine, gli fa intendere che la moglie ha
cercato di corrompere il coppiere per somministrargli una bevanda avvelenata
da spacciare per afrodisiaco. È il coppiere a rivelare tutto prima a Salomè
e poi a Erode. Il re, inoltre, viene a sapere che Marianne lo tradisce con
Soemno, comandante della fortezza Antonia prospiciente al Tempio. Della cosa
Erode si adira molto facendo giustiziare Soemno e accusa Marianne di
tradimento e di tentato avvelenamento deferendola in tribunale, ove è
giudicata colpevole.
Erode è rammaricato dell’esito del processo, mentre
alcuni giurati si battono affinché il verdetto non sia subito eseguito, e
Marianne sia nel frattempo mesa in detenzione in qualche località del regno.
La proroga non è accordata dal tribunale, adducendo il motivo che il popolo
potrebbe sollevarsi per liberare la prigioniera.
Erode crede vero l’adulterio, ed è dello stesso
parere anche
Nicola di Damasco; del resto la madre dell’imputata si comporta in modo da
far pensare che anche lei consideri colpevole la figlia la quale è
giustiziata all’inizio dell’anno 29 a.C., affrontando la morte con molta
dignità.
* * *
Dopo
la morte della moglie, Erode, pentito, cade in una tenace depressione. Il
suo lutto è profondo come il suo amore quando la moglie era in vita. Il
desiderio di lei divampa ancora più ardente di prima. La depressione a un
certo punto si aggrava, tanto che il re è costretto a lasciare Gerusalemme e
a ritirarsi nel deserto, a Gerico, per cercarvi sollievo fisico e psichico.
Egli, subito dopo, si ammala fisicamente e si reca a Sebaste in Samaria; le
sue condizioni si aggravano di giorno in giorno, cosicché si teme per la sua
vita.
Mentre Erode si trova su un letto ammalato e molti già
contano sulla sua morte, la suocera Alessandra, che si trova a Gerusalemme,
pensa che sia giunta l’ora favorevole per conquistare il potere e le due
fortezze che dominano strategicamente la città. La donna, partecipi alcuni
nobili ebrei, chiede alle guarnigioni delle due roccaforti di schierarsi con
lei e con i figli di Erode. I comandanti delle fortezze respingono le
richieste di Alessandra e considerano cosa indegna abbandonare il re mentre
è in vita, anche se ammalato. Essi comunicano subito a Erode il piano della
suocera. Egli, nel frattempo, migliorato di salute, agisce rapidamente
salendo con un grosso nucleo di militari a Gerusalemme, dove fa arrestare e
giustiziare Alessandra con l’accusa di alto tradimento. Così muore, negli
ultimi mesi del 29 a.C., una sua pericolosa avversaria, l’ultima degli
asmonei.
Erode fa di tutto per evitare contrasti con i gruppi
religiosi più importanti come i Sadducei e ostili come i Farisei, che
possono alienargli il favore del popolo.
Egli dimostra tolleranza verso tutte le fazioni religiose del paese ed evita
di entrare in collisione con i Farisei che sono il gruppo più numeroso e più
seguito dalle masse popolari. Essi, nonostante siano rispettati dal re,
iniziano a complottare contro la sua persona che per difendersi è costretta
contrastarli. Di converso, egli ha dato al paese un lungo periodo di pace e
una notevole prosperità che induce il popolo ad assegnargli il soprannome di
grande.
Per quante cose egli faccia, gli sono sempre attribuite
intenzioni recondite tuttavia, molte manifestazioni organizzate da Erode
appaiono agli occhi di ebrei tradizionalisti delle degenerazioni pagane.
Nonostante faccia di tutto per evitare di offendere le tradizioni giudaiche,
una minoranza di Ebrei, come i Farisei, afferma che egli con le sue
manifestazioni offende le leggi religiose, pertanto ciò non deve essere
tollerato. Questo clima induce alcuni fanatici ad attentare alla vita di
Erode nel teatro da lui costruito per tenervi manifestazioni ginniche e
culturali, ma all’ultimo momento sono scoperti e giustiziati.
Dopo la generale indigenza causata dalla siccità, Erode
riduce, nel 24 a.C., di un terzo le tasse permettendo al popolo di spendere
di più, impedendo così una recessione economica. In politica estera, non
dimentica gli obblighi verso Roma, alla quale fornisce truppe nella guerra
del 23 a.C. contro l’Arabia, mettendo a disposizione 500 soldati scelti.
Augusto, un anno dopo, a titolo di riconoscimento e ricompensa anche per
l’esemplare amministrazione del regno, gli concede il governo di altre tre
regioni: la Batanea, la Traconitide e l’Auranitide. Tali regioni sono
concesse a Erode in occasione di un suo viaggio a Roma, ove vi giunge per
farvi educare i due figli maschi avuti da Marianne, cosa malvista dagli
ebrei tradizionalisti.
Nel frattempo, Erode costruisce a Gerusalemme il nuovo
palazzo reale, dove tiene una copiosa vita culturale con letterati,
scienziati, attori. Egli conosce (un’altra) Marianne, la figlia di un
sacerdote non di rango. Per ovviare a ciò, egli nomina sommo sacerdote il
padre, dopodiché la sposa (ricordiamo ai lettori che Erode aveva numerose
mogli, concubine e figli).
Erode inoltre inizia a costruire la città portuale di
Cesarea che richiede dodici anni di lavori e diviene la più importante città
commerciale di Israele. All’inizio della costruzione di Cesarea è costretto
a combattere nelle regioni della Batanea e Traconitide amministrate da un
certo Zenodoro alleato con le bande di predoni che razziano le carovane
dirette a Damasco. Erode riesce, in parte, a debellare i predoni i quali,
subito dopo, si alleano con gli Arabi e gli scontri quindi diventano più
aspri. Alla fine riesce a sconfiggere i predoni e gli Arabi nonostante
Zenodoro tenti con ogni mezzo di alienargli le simpatie delle città della
zona. Viene in aiuto di Erode, in queste vicende, Marco Vipsanio Agrippa,
genero di Augusto, che respinge le lamentele delle città interessate. Subito
dopo, per fortuna di Erode, Zenodoro muore per emorragia intestinale ad
Antiochia. Così, Augusto, gli assegna anche le regioni di Ulata, Panion e
altre terre vicine appartenute al defunto Zenodoro. In questo modo il regno
di Israele diventa grande quanto era stato quello di David.
Proprio verso la fine del ventesimo anno dall’inizio
del suo regno, credendo di poter attirare le simpatie dei Giudei
conservatori dalla sua parte, decide di dare inizio alla ricostruzione del
tempio di Gerusalemme dedicato al dio di Israele,
Yahweh (Ricordiamo ai lettori che utilizzeremo, nel seguito del libro,
indifferentemente il nome Yahweh, Elohim e Adonai per indicare il Dio di
Israele che è anche il Dio dei Cristiani e degli Islamici).
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 10 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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08/01/2021 |
Ricorrenze. On. Rosalba
Cimino (M5S): "Leonardo Sciascia è stato sempre una luce da seguire" |
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Rosalba Cimino |
“Oggi ricordo con grande ammirazione la figura di
Leonardo Sciascia, una delle più influenti del Novecento sia a livello
letterario che a livello politico”; così l'on. Rosalba Cimino,
deputata del Movimento 5 Stelle, nel centesimo anniversario della nascita
dello scrittore racalmutese.
“Leonardo Sciascia è stato per gli abitanti della nostra provincia -
dice la deputata di Grotte - una figura che ha affascinato e interessato
tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, ma anche quelli della
mia generazione che dello scrittore abbiamo letto le sue opere e i suoi
articoli, dove emerge l’amore per la propria terra”.
Nel giorno delle celebrazioni la deputata del Movimento 5 Stelle onora la
figura dell’autore de “Il Giorno della civetta”, con queste parole: “Nel
nostro impegno politico Leonardo Sciascia è stato sempre una luce da
seguire: la sua lotta contro il potere, tradottosi nell’impegno politico
da cui poi rimase deluso è per noi un esempio da seguire. Quello che però ci
aiuta leggendo i suoi scritti è la sua voglia di verità, soprattutto in una
Italia in cui i fitti misteri facevano da cornice all’attività politica”.
Il nome di Sciascia oggi verrà celebrato in tutta Italia: “Siamo
orgogliosi di vivere nella terra che ha dato i natali a i più celebri
scrittori del Novecento - dichiara Cimino - la loro storia e le loro
opere tengono alto il nome di Agrigento e di Racalmuto”.
Redazione
8 gennaio 2021.
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08/01/2021 |
Ricorrenze. Nel centenario
della nascita di Sciascia; quando lo Scrittore divenne cittadino
onorario di Grotte |
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Leonardo Sciascia |
Nella ricorrenza del centesimo anniversario della
nascita di Leonardo Sciascia (8 gennaio 1921 - 8 gennaio 2021), vogliamo
ricordarne la figura riproponendo uno dei riconoscimenti più significativi
che Grotte ha tributato all'illustre Scrittore: il conferimento della
Cittadinanza Onoraria.
Il 27 giugno 1986 il Consiglio comunale fu convocato in seduta straordinaria
ed urgente; l'oggetto della convocazione fu: "Conferimento cittadinanza
onoraria allo scrittore Leonardo Sciascia".
A quel tempo il Sindaco rivestiva anche la carica di Presidente del
Consiglio comunale; nel giugno del 1986 era sindaco Gandolfo Mazzarisi.
Leggiamo dagli atti ufficiali del Comune (leggi
la Deliberazione) che alle ore 19.00 di quel giorno erano presenti alla
seduta i Signori: Gandolfo Mazzarisi, Piero Agnello, Angelo Bellomo,
Giuseppe Zaffuto, Antonino Falletta, Salvatore Castrogiovanni, Filippo
Giambra, Santino Lo Presti, Gaspare Agnello, Giuseppe Chiarenza, Armando
Caltagirone, Stefano Todaro, Stefana Castiglione, Antonio Carlisi, Calogero
Collura e Decio Terrana, Risultavano assenti: Antonio Lauricella, Vincenzo
Calì, Salvatore Carlisi e Domenico Morreale.
Continuiamo con la lettura della
Deliberazione.
"Il Sindaco Presidente
riferisce al Consiglio che lo scrittore Leonardo Sciascia nativo e residente
nel limitrofo comune di Racalmuto è presidente onorario del Premio Racalmare
Città di Grotte istituito da questo Comune;
che alcuni membri della Commissione hanno ritenuto opportuno proporre il
conferimento, da parte del Consiglio comunale, della cittadinanza onoraria,
allo scrittore Sciascia per i suoi grandi internazionali meriti letterari,
l'impegno civile a favore del Mezzogiorno e per il fatto che buona parte
della sua formazione culturale si deve ai contatti che lo stesso ha avuto
con i grottesi.
Indi cede la parola al Consigliere Gaspare Agnello che così esordisce:
“... Siamo alle Grotte, maestà.
Ferdinando si affacciò allo sportello della carrozza. Case grigie che si
ammucchiavano a scivolo sul fianco di una collina, tetti di ortiche e di
muschio. E donne vestite di nero affacciate alle porte, e bambini dagli
occhi attoniti e affamati, porci grufavano nelle immondizie. Si ritrasse.
E che mi svegliate a fare? - disse al Ministro.
E come rivolgendosi una terza persona - Ventiquattro ore che non chiudo
occhio; e appena riesco a togliere un po' di sonno, ecco questo scimunito a
svegliarmi con la bella notizia che siamo alle Grotte…
… Nelle grotte stanno i lupi: Tiriamo avanti - disse all'ufficiale di
scorta. Rise, abbandonandosi all'indietro, bella felice battuta gli era
venuta…
Giusto un secolo dopo, dalla stazione di Grotte il treno di Mussolini
passò velocemente, a fili di una folla che dal marciapiede quasi traboccava
tra le ruote.
Da questi due fatti, fino a pochi anni addietro i racalmutesi traevano
irrisione e disprezzo per i grottesi. E da parte loro, i grottesi tenevano
un repertorio di mimi che rappresentavano i difetti dei racalmutesi: brevi
fantasie come quelle Francesco Lanza raccolte e ricreate, e che da Lanza
ebbero appunto il nome di mimi.
Nelle partite di calcio tra le squadre dei due paesi, la letteratura dei
ricordi storici e dei Mini, delle invettive, degli insulti, durava fino agli
ultimi cinque minuti della partita: e si passava poi a quelle che nei
verbali dei Carabinieri erano denominate vie di fatto, cioè ai pugni, ai
calci e alle sassaiole.
In verità a due miglia appena di distanza, i due paesi erano quanto di più
diverso ed opposto si possa immaginare.
Grotte aveva una minoranza Valdese e una maggioranza socialista, tre o
quattro famiglie di origine ebraica, una forte mafia; e brutte strade,
squallide feste. Racalmuto aveva una festa splendida e frenetica, che quasi
durava una settimana; e i grottesi vi accorrevano in massa; ma era per il
resto, paese senza inquietudini, elettoralisticamente diviso tra due grandi
famiglie, con pochi socialisti, molti preti e una mafia divisa.
A mutare i rapporti tra i due paesi, ad addolcire e spegnere le rivalità
hanno di certo contribuito, con le nuove forme di vita, i frequenti
matrimoni tra racalmutesi e grottesi; matrimoni in gran parte,
laboriosamente mediati e combinati da terze persone, ma quasi tutti felici.
Questo scrive Leonardo Sciascia nel racconto ‘Reversibilità’ pubblicato
libro ‘Il mare color del vino’.
E nel libro ‘Occhio di capra’:
GRUTTISI. Grottesi, di Grotte, paese a 3 km da Racalmuto; e più piccolo.
I grottesi che venivano a Racalmuto erano derisi dai ragazzi con questa
strofa, variamente scandita o cantata: ‘Gruttisi gruttisi cu li corna tisi
scorciano cani e fanno cammisi…’.
S’irrideva così alla povertà dei grottesi: e davvero il paese deve essere
stato poverissimo; nella sua povertà più vivo di Racalmuto. Nella seconda
metà dell'Ottocento, vi insorse il dissenso protestante (Valdese) ed il
movimento socialista trovò tra contadini e zolfatai una diffusione ed una
forza che a Racalmuto non entra: al punto che nel 1983 vi si tenne un
congresso Fasci Siciliani dei lavoratori.
E oggi, per l'intraprendenza di alcuni, Grotte è un paese più ricco di
Racalmuto.
Questa, in parte, è la Grotte che troviamo nell'opera di Sciascia, una
Grotte che, come tutti i paesi della Sicilia, negli ultimi quarant’anni ha
subito profonde trasformazioni per via del progresso civile, dei suoi
commerci, dei rapporti nascenti con i paesi di tutto il mondo a mezzo del
grande processo migratorio che ha portato migliaia di grottesi tutte le
regioni del mondo.
Una Grotte moderna, evoluta, ricca di commercio, con una agricoltura
profondamente trasformata, supera le rivalità di campanile e vuole
appropriarsi una parte della formazione di Leonardo Sciascia che tra la
gente di Grotte è nato e vissuto e che dai grottesi ha tratto linfa per
buona parte delle sue opere. Sono grottesi alcuni personaggi de ‘Le
Parrocchie di Regalpetra’, sono nostri molti proverbi di ‘Kermesse’.
Ed ecco allora che ci sembra giusto di potere dire che Sciascia oltre ad
essere di Racalmuto è anche di Grotte.
Ed in ciò trova la sua ragion d'essere, la decisione che si appresta a
prendere questo civico consesso vuole conferire la cittadinanza onoraria
allo scrittore Leonardo Sciascia.
Però a dire il vero in questi giorni sono stato assalito da tremendi dubbi
ed ho pensato che poteva essere riduttivo dare la cittadinanza di Grotte ad
un uomo che ormai è diventato cittadino del mondo e che al mondo intero
ormai appartiene.
Ma Sciascia che è stato deputato al Parlamento, Eurodeputato,
conosciutissimo ed amato dai circoli culturali parigini, ha scelto di vivere
nella sua terra perché sa che da essa trae la sua linfa vitale e
l'ispirazione per le sue opere. Sciascia sa che andando fuori dalla sua
terra potrebbe diventare un ‘destrierro” cosa che del resto è regolarmente
accaduta Solgenitsin; per cui ha preferito che la sua vita si svolgesse tra
tra i contadini e i cittadini che numerosi affollano la Contrada Noce dove
Sciascia ha la sua casa di campagna che è diventata metà di uomini potenti
che vanno a visitare l'umile scrittore da Racalmuto.
Ed ecco quindi che la cittadinanza di Grotte a Sciascia diventa
un’operazione culturale appropriata che lo stesso Sciascia ha mostrato di
gradire grandemente.
E noi, lasciatemelo dire, dobbiamo essere veramente orgogliosi di avere
come concittadino un uomo che ha scritto una pagina indelebile della
letteratura mondiale e che attraverso l'arte dello scrivere ha
contribuito a trasformare in senso positivo la nostra stessa vita.
La cultura e la vita di Sciascia non sono stati un fatto in dolore ma hanno
agito profondamente sulla realtà sociale per interpretarla e per
trasformarla. Lo scrittore è diventato un politico impegnato ed in questa
duplice veste ha portato avanti battaglie civili che sono state della
Sicilia dell'Europa intera. Ritengo pertanto, nome mio e del gruppo
Socialista, di dare la piena e totale adesione all'iniziativa di questo
Consiglio comunale di attribuire la cittadinanza onoraria di Grotte a
Leonardo Sciascia”.
Alla proposta del Sindaco, si associano ognuno con la propria parola e con
varie motivazioni i Consiglieri: Prof. Pietro Agnello e l'Arch.
Stella Castiglione ed il Dr. Antonio Carlisi.
Nessun altro avendo chiesto la parola il
Consiglio udita la proposta del Sindaco
Presidente;
sentiti i vari intervenuti;
con voti unanimi resi in forma palese accertati e proclamati dal Sindaco
Presidente con l'assistenza degli scrutatori in precedenza nominati
delibera
di conferire la Cittadinanza onoraria
a
Leonardo Sciascia
scrittore e intellettuale, animato da una
divorante passione civile e morale, di giustizia e di verità, la cui opera è
diretta ad una analisi libera e spregiudicata della realtà storica e sociale
del Meridione, per scoprire i vizi e le storture di una società, le
ipocrisie e gli intrighi di taluni gruppi, espressione di un potere che è
non ragione, e per ridare alla sua gente l'energia al servizio della
ragione.
Su proposta del Consigliere Agnello Gaspare con voti unanimi la presente
delibera viene dichiarata immediatamente esecutiva".
***** Come sappiamo, Leonardo Sciascia resterà per sempre fortemente legato a
Grotte, continuando a svolgere sino alla fine dei suoi giorni il compito di
Presidente del Premio Racalmare che, alla sua scomparsa, gli verrà dedicato
assumendo la denominazione di Premio Letterario "Racalmare - Leonardo
Sciascia - Città di Grotte".
Si ringrazia il dott. Antonio Carlisi, tra i protagonisti di quella storica
seduta consiliare, per la preziosa collaborazione.
Carmelo Arnone
8 gennaio
2021
© Riproduzione riservata.
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07/01/2021 |
Salute. Aggiornamento
situazione Covid-19 a Grotte: altri 3 positivi e oltre 10 in quarantena |
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Covid positivo |
"Purtroppo oggi l'ASP ha comunicato ufficialmente
un nuovo caso di covid-19 -
ha
comunicato ieri il sindaco Alfonso Provvidenza nel dare diffusione dei dati
riguardanti la diffusione del contagio
da Coronavirus a Grotte -; inoltre,
abbiamo notizia certa di almeno altri 2 (due) casi, di
cui uno ospedalizzato, che hanno determinato la quarantena, per il
momento, di una decina di persone".
Nonostante le restrizioni imposte dalle norme in vigore per il periodo
festivo, molti grottesi pare le abbiano disattese tanto che il Primo
Cittadino ha ritenuto opportuno ribadire: "Si rende necessaria da parte
di tutti la massima attenzione e il rigoroso rispetto delle norme
soprattutto in occasioni particolari come i funerali; inoltre, dovete
limitare le visite a parenti e amici ammalati in assenza di condizioni di
sicurezza!".
"È incomprensibile - ha significativamente concluso Provvidenza -
come non si riesca a capire la gravità della situazione".
Redazione
7 gennaio 2021.
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07/01/2021 |
Scuola. Per gli alunni del
"Roncalli" di Grotte il rientro in classe sarà lunedi 11 gennaio |
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Sito ufficiale |
Si allungano le vacanze di Natale per gli alunni dell'Istituto
comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte. Mentre a livello nazionale il
ritorno in classe è previsto già per la mattinata di oggi, per gli studenti
della Sicilia l'appuntamento è rimandato a domani, venerdi 8 gennaio; ma per
i giovani che frequentano l'Istituto grottese le porte della scuola si
apriranno lunedi prossimo, 11 gennaio 2021. Infatti per giorno 8 il
sindaco Alfonso Provvidenza ha disposto, con l'ordinanza n° 1 del
05/01/2021, "la sanificazione, la disinfezione e la disinfestazione dei
plessi scolastici". Si tratta di una delle misure per la prevenzione e
gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, a tutela della salute di
tutto il personale scolastico.
Redazione
7 gennaio 2021.
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06/01/2021 |
Agrigento. "Ricordando
Sciascia" nel centenario della nascita; a cura del Pirandello Stable
Festival |
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Manifesto |
"I pensieri e le parole di Sciascia" è il titolo
della mostra di manifesti ideata ed organizzata dal Pirandello Stable
Festival diretto da Mario Gaziano nel centenario della nascita dello
Scrittore di Racalmuto.
La manifestazione - ricordando Sciascia - avrà luogo ad Agrigento, in Via
Atenea, da venerdi 8 gennaio - inaugurazione a Porta di Ponte alle ore
10.30 - (anniversario natale di Sciascia) a
venerdi 15 gennaio 2021.
L'iniziativa si avvale della collaborazione dell'Accademia di Belle Arti
"Michelangelo" di Agrigento, dell'università Pegaso, di Sicilia 24h, di
Teleacras, di Angelo Pitrone (fotografo d'arte), di Carmelo Ferrara e di
Maria Grazia Castellana.
Redazione
6 gennaio 2021.
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06/01/2021 |
Letture Sponsali. "Abbiamo
scelto di metterci in cammino" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
*****
Nella prima lettura, il profeta Isaia invita il popolo di Dio ad alzarsi e a
mettersi in cammino per seguire la luce di Cristo. I salmi ci accompagnano
nel pregare Dio affinché ci dia un re giusto, difensore degli infelici e dei
poveri, un portatore di pace.
San Paolo ci chiama a condividere la stessa eredità di Cristo e “a
formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per
mezzo del Vangelo”.
E infine arriviamo al brano di Matteo in cui ci racconta della ricerca del
Re dei re da parte di questi tre astrologi del tempo, guidati da una nuova
stella “che avevano visto spuntare” e che li precedeva, inviati dalla
paura di Erode di perdere il trono.
Immaginiamo un viaggio lungo e faticoso, vissuto però “con gioia
grandissima”, fino al momento in cui vedono Gesù bambino: ecco la prima
manifestazione del Signore, seguiranno il battesimo di Gesù e il
primo miracolo delle nozze di Cana.
Ma concentriamoci su questo momento, l’unico ad essere celebrato come
solennità. Oggi si festeggia l’incontro tra Dio e l’uomo, la manifestazione
di Cristo ai popoli di tutto il mondo, simboleggiati appunto dai magi, che
nell’adorarlo gli offrono tre doni: l’oro come omaggio alla sua regalità,
l’incenso come omaggio alla sua divinità e la mirra che anticipa il
sacrificio pasquale.
Ancora oggi, per credenti e non, quella stella è sorta, e come allora Dio ci
lascia liberi di seguirla o di voltarci dall’altra parte. Col
matrimonio-sacramento abbiamo scelto di metterci in cammino e di rendere
manifesta la nostra unione: siamo diventati dunque anche noi simboli
dell’epifania e siamo incaricati di portare e ritrasmettere la luce che
abbiamo ricevuto. Si tratta solo di una libera scelta.
Lorenza e Gianluca
Punto chiave
Oggi è il giorno dell'Epifania, parola che deriva dal greco e che significa
letteralmente: "apparire" (phànein) "dall'alto" (epì), cioè il manifestarsi
di Dio a noi.
Ma quella con Dio è una relazione basata sulla fede: la sua incrollabile
fiducia in noi, certamente più solida del nostro fragile credere in Lui, ma
pur sempre una relazione. Ne deriva che il modo in cui noi scegliamo di
presentarci a Lui è forse una “ipofania” (neologismo che utilizziamo in
senso antinomico alla parola “Epifania” sostituendo il prefisso “epì” con
quello “ipo”, che significa “dal basso”) non meno importante ai fini della
buona riuscita di questo particolarissimo incontro.
Dio sceglie di manifestarsi come un bambino adagiato in una mangiatoia.
Un’immagine chiara, esemplare, non fraintendibile, che sarà la cifra del suo
essere Figlio dell’Uomo fino alla morte. Noi, invece, siamo tremendamente
contraddittori. Siamo Erode, che vuole ucciderlo; siamo i magi, che vogliono
adorarlo come un re. Pretendiamo di conoscerlo attraverso presagi ed
intuizioni, che possono rivelarsi giusti o sbagliati, ma che mai potranno
essere quella conoscenza vera e profonda che deriva dal vivere il vangelo di
Gesù. Quella conoscenza che non è stata rivelata agli uomini delle
precedenti generazioni cui san Paolo fa riferimento nella seconda lettura di
oggi.
In che modo, noi sposi nel Signore, vogliamo presentarci a Gesù? Che
immagine vogliamo restituirgli di noi?
Questo è veramente un punto chiave non solo delle letture di questa
solennità dell’Epifania del Signore ma un po’ di tutta la
nostra vita, come singoli e come comunità.
Barbara e Adriano
Redazione
6 gennaio
2021.
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05/01/2021 |
Trasporti. Richiesta rimborso
abbonamenti Trenitalia non utilizzati causa Covid-19 |
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Com'è noto, la maggior parte degli studenti
pendolari che utilizzavano il treno per recarsi presso i propri
istituti, nel corso del 2020 non hanno potuto usufruire dell'abbonamento a
causa delle restrizioni dovute alle misure anti Covid-19.
A seguito dell'emanazione di apposite linee guida da parte della Regione
Siciliana (D.A. n. 2906 del 1° ottobre 2020), Trenitalia ha
predisposto un’apposita procedura per il rimborso straordinario degli
abbonamenti a tariffa regionale 40/16/Sicilia (mensili ed annuali) e a
tariffa 14/PA (mensili ed annuali) acquistati presso le biglietterie e i
punti vendita Trenitalia per mancato o parziale utilizzo per emergenza
Covid-19.
Per richiedere il rimborso, i pendolari (studenti o lavoratori) devono
compilare, per ciascun abbonamento;
1) la dichiarazione sostitutiva (ai sensi degli artt. 46 e 47 DPR
445/2000) relativa al mancato utilizzo, in tutto o in parte,
dell’abbonamento;
2) il modulo di richiesta (scarica
il modulo) da consegnare o inviare a Trenitalia con allegata la
fotocopia o la scannerizzazione o la foto dell’abbonamento (solo per
richieste tramite mail) e del documento d’identità (salvo consegna in
biglietteria attraverso identificazione e apposizione della firma sulla
dichiarazione in presenza del dipendente addetto a riceverla):
- tramite e-mail, all’indirizzo: rimborsi.sicilia@trenitalia.it;
- presso le Biglietterie;
- tramite posta ordinaria all’indirizzo: Trenitalia - Direzione Regionale
Sicilia, via Oreto Nuova - Fondo Alfano s.n.c., 90124 Palermo.
Scarica il modulo per la
richiesta di rimborso
.
Redazione
5 gennaio 2021.
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05/01/2021 |
Racalmuto. Inaugurazione del
Monumento Letterario nel centenario della nascita di Leonardo Sciascia |
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Manifesto |
Venerdi 8 gennaio 2021, alle ore 19.00
presso la Fondazione Sciascia di Racalmuto, si svolgerà la cerimonia
di inaugurazione del Monumento Letterario nel centesimo
anniversario della nascita dello Scrittore a cui la Fondazione è
intitolata. Il Monumento Letterario, con i titoli delle opere di Leonardo
Sciascia, sarà inaugurato dal titolare dell'Assessorato regionale dei
Beni Culturali e dell'Identità Siciliana Alberto Samonà.
Il programma della cerimonia, coordinata da Fabrizio Catalano, prevede i
saluti di Vincenzo Maniglia (Sindaco di Racalmuto), Enzo Sardo (Assessore
alla Cultura), Alberto Samonà (Assessore regionale dei Beni Culturali e
dell'Identità Siciliana); gli interventi di Rosario Castelli, Ettore
Catalano, Camilla Maria Cederna, Matteo Collura, Nino De Vita, Antonio Di
Grado, Luis Luque Toro, Lavinia Spalanca, Paolo Squillacioti, Valter
Vecellio.
Nell'occasione verrà presentata la cartella con l'acquaforte di Alberto
Marini dal titolo "Le tre sirene" con il testo di Leonardo Sciascia.
La manifestazione, che si svolgerà in assenza di pubblico in ossequio alle
normative anti Covid-19, sarà trasmessa in diretta streaming, a partire
dalle ore 19.00, sulla pagina Facebook e sul canale Youtube della
Fondazione Sciascia.
Redazione
5 gennaio 2021.
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05/01/2021 |
Comune. Dall'Amministrazione
gli auguri al Brigadiere Capo
dei Carabinieri Gioacchino Vizzini |
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Brigadiere Capo Gioacchino Vizzini |
L'Amministrazione comunale di Grotte, con una nota a
firma del sindaco dott. Alfonso Provvidenza e del presidente del
Consiglio comunale dott. Angelo Carlisi, ha volto esprimere
pubblicamente gli auguri al Brigadiere
Capo dei Carabinieri
Gioacchino Vizzini, che dal 1° gennaio ha lasciato il servizio attivo.
"A nome dell'Amministrazione comunale e della comunità di Grotte
- si legge nella nota -, desideriamo esprimere un affettuosissimo saluto
al nostro concittadino Gioacchino Vizzini Brigadiere Capo dei Carabinieri
che ha raggiunto la meritata pensione".
Lo scritto prosegue in maniera più informale e diretta: "Caro Gioacchino,
così come tu sei stato "fiero ed orgoglioso di aver fatto parte della
meravigliosa famiglia chiamata Arma dei Carabinieri", Grotte lo è di te e si
vanta di averti come figlio". Sintetico ma efficace l'augurio finale: "Ad
maiora!".
Numerose le attestazioni di stima pervenute direttamente e tramite i social
al
Brigadiere Capo Vizzini, che ha accolto con stupore e gratitudine le
dimostrazioni di stima ed affetto che gli sono state espresse da parte delle
comunità cittadine di Grotte e Racalmuto che ha servito negli anni più
recenti, indossando con orgoglio l'uniforme dell'Arma dei Carabinieri.
Carmelo Arnone
5 gennaio
2021
© Riproduzione riservata.
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05/01/2021 |
Chiesa. Avvisi ed appuntamenti
della settimana |
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Programma
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante
Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti (disponibili
anche alla pagina "Chiesa").
Lunedi
4 gennaio
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione
eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Martedi 5 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario di san Giuseppe;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 6 gennaio -
Epifania del Signore (Giornata mondiale dell'infanzia)
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Giovedi 7 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa San Francesco, santa Messa; a seguire,
Adorazione eucaristica e confessioni sino alle 12.00;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione
eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Venerdi 8 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione
eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato 9 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa prefestiva e rinnovo delle
promesse battesimali;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva.
Domenica 10 gennaio
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa e rinnovo delle
promesse battesimali;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa e rinnovo delle promesse
battesimali;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa e rinnovo delle promesse
battesimali;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa e rinnovo delle
promesse battesimali;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa e rinnovo delle
promesse battesimali;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa e rinnovo delle promesse
battesimali;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa e rinnovo delle promesse
battesimali.
Numero di fedeli consentito nelle chiese di Grotte:
- chiesa Madre: 112
- chiesa Madonna del Carmelo:
60
- chiesa San Rocco:
25
Disposizioni particolari:
- non è consentito l'ingresso a persone con una temperatura corporea pari o
superiore a 37,5° o che hanno avuto contatti con persone positive a
SARS-COV2 nei giorni precedenti.
I fedeli hanno l'obbligo di:
- entrare ed uscire dalla chiesa rispettando la distanza di 1,5 metri dagli
altri fedeli;
- indossare la mascherina;
- igienizzare le mani al dispenser situato all'ingresso;
- occupare il posto contrassegnato;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro laterale e frontale dalle altre
persone;
- evitare qualsiasi forma di contatto fisico;
- non dare il segno della pace;
- attenersi alle indicazioni del celebrante per ricevere la santa Comunione;
- depositare le offerte per la parrocchia negli appositi contenitori;
- non sostare in chiesa o sul sagrato dopo la celebrazione.
Redazione
5 gennaio 2021.
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03/01/2021 |
Romanzo. "Chi era il
vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 2^ puntata |
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Fuga in Egitto
R. Guttuso
Prof. Rodolfo Costanza |
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)
(2^ puntata)
Parte prima
I complottardi figli della regina Asmonea
Cap. 1
Un idumeo assume il potere
ἘκΚλειω ἀρχώμεθα.
Cominciamo da Clio (musa della storia). Così esordisce in greco, la sua
lingua natia, Nicola di Damasco nella stesura del suo primo tomo del testo
trovato a Noto nella biblioteca di palazzo del barone Rugero Valdemaro
dall’autore di questo romanzo storico-saggistico. L’autore fin da questo
capitolo avverte i lettori che si sostituirà in parte al Damasceno nel
raccontare le vicende storiche e quelle che sono accadute ai quattro
protagonisti del testo.
Il giovane Erode figlio di Antipatro vive a Maresha e
scorrazza a cavallo per il deserto assieme ai suoi fratelli e amici andando
a caccia di orici. I divertimenti dei quattro scapestrati fratelli a un
certo punto sono interrotti dal padre, Antipatro, il quale, rientrato a
Maresha li induce, assieme alla loro madre Cipro e alla sorella, Salomè, a
trasferirsi a Gerusalemme alla regia di Ircano II.
Mentre a Lucca, giocando a dadi, Pompeo, Cesare e
Crasso si spartiscono il potere sull’Impero romano, gli Ebrei scontenti
della politica vessatoria dei romani, manifestano inquietudine. Infatti,
quando Crasso nel 53 a.C. è sconfitto e ucciso dai Parti, nel momento della
loro offensiva contro la Siria e Israele, scoppia in Giudea una rivolta
capeggiata da un partigiano di Aristobolo II, repressa nel sangue.
Nella guerra civile tra Cesare e Pompeo, che
indirettamente coinvolge la Palestina, Antipatro si schiera subito con il
primo rafforzando la sua posizione, mentre Aristobulo tenta invano di
recuperare il trono. Lo zelo e la fedeltà dimostrata a Cesare procurano all’idumeo
il titolo di epitropo (procuratore) della Giudea, mentre Ircano riceve il
titolo di etnarca.
Antipatro intanto approfitta delle concessioni
accordate a Gerusalemme da Cesare per far ricostruire le mura della città
abbattute da Pompeo. Nel 47 a.C., Antipatro fa nominare suo figlio Fasaele
stratega della capitale, mentre il figlio minore, Erode, nonostante la
giovane età, riceve il comando militare della Galilea. In questa regione il
giovane Erode si distingue nella lotta armata contro le bande di
fondamentalisti yahwisti capeggiate da un famoso rabbi, Ezechia, uccidendolo
e liberando la regione da un gruppo di fanatici guerriglieri ebraici. Quel
giovane dimostra, in tutto, di essere un degno figlio di un fiero principe
idumeo e di un’altrettanta fiera principessa nabatea.
Erode è accusato dai Farisei e dal sinedrio di abuso di
potere e di averli scavalcati nella sentenza e nella condanna a morte del
ribelle Ezechia. A causa di ciò Erode, per prudenza, si ritira in Siria. La
disputa, che poteva diventare sanguinosa, si risolve con la mediazione del
sommo sacerdote Ircano e con l’intervento di Sesto Cesare, governatore
romano della Siria che difende Erode e gli affida di amministrare anche la
Celesiria e la Samaria.
Antipatro, nonostante il potere acquisito, non viene
meno alla lealtà verso Ircano. Tuttavia, gli antipatridi non sono graditi al
popolo poiché di origini straniera e poi suscitano, a causa del loro potere
conquistato con le armi, evidenti gelosie.
Alla morte di Cesare nel 44 a.C. e alla conseguente
guerra civile le tensioni interne alla Palestina si riacutizzano. (Facciamo
presente che numerosi avvenimenti storici, riportati nell’opera, sono stati
raccontati da Nicola di Damasco nella sua Storia universale, da
Giuseppe Flavio nelle sue Antichità giudaiche e nelle Guerre
giudaiche e da altri autori).
Il generale idumeo, Antipatro, e i figli si schierano
con Cassio Longino, uno degli uccisori di Cesare che governa la Siria. Essi
aumentano il loro potere in Giudea tanto da avere un proprio esercito.
Giusto in quei mesi Antipatro è assassinato da Malico, esponente
dell’opposizione ebraica antiromana che è, a sua volta, poco dopo
giustiziato a Tiro da un gruppo di soldati romani su istigazione e pressione
di Erode. In questa occasione, Erode riesce a destreggiarsi tra Antonio e
Cassio. Nell’autunno del 42 a.C. Antonio e Ottaviano sconfiggono in
battaglia a Filippi Bruto e Cassio che si tolgono la vita. In quella
circostanza alcuni sacerdoti del gran sinedrio di Gerusalemme accusano Erode
presso Antonio di aver usurpato la sovranità a Ircano. Erode quindi è
costretto subito a recarsi a Efeso nel quartiere generale di Antonio ma, con
la sua abilità diplomatica e con l’aiuto di una grossa somma di denaro,
ottiene la sua amicizia. Egli riesce a conservare la carica di etnarca per
sé e per suo fratello Fasaele, mentre Ircano mantiene la carica di sommo
sacerdote.
Nel 40 a.C. i Parti, con il loro re Fraate IV,
scatenano nel Vicino Oriente un’offensiva contro i Romani e, bene accolti
dalla popolazione siriaca ed ebraica, invadono la Palestina. Antigono,
figlio di Aristobulo, si schiera con i Parti e ne approfitta per affermare i
suoi diritti sulla carica di sommo sacerdote. Tale carica gli è concessa dai
Parti assieme a quella di re estromettendo lo zio Ircano al quale sono
tagliate le orecchie, menomazione sacrilega per la religione ebraica che gli
avrebbe impedito per il futuro di rivendicare il trono d’Israele.
Fasaele, fratello di Erode, è invece catturato e ucciso
mentre tratta con i Parti che riescono a occupare la Giudea. In quel
frangente Erode è costretto a lasciare in fretta Gerusalemme rifugiandosi
nella rocca di Masada la cui difesa affida a suo zio Giuseppe. Egli si reca
a Petra a chiedere aiuto al re dei Nabatei, il quale non lo riceve; allora,
si reca in Egitto da Cleopatra per chiedere aiuti che gli sono negati. Erode
preso dalla disperazione, raggiunge Roma dove, con accorta diplomazia,
riesce a ottenere da Antonio e Ottaviano, con il consenso del senato romano,
il titolo di re di Giudea e l’appoggio militare per riconquistare il regno.
Nella primavera del 39 a.C. Erode, con truppe romane,
sbarca a Tolemaide sulla costa dell’Alta Galilea, dove riesce a formare un
esercito di Israeliti con cui libera lo zio Giuseppe assediato a Masada
iniziando la lotta contro Antigone.
Nel 37 a.C. Erode, con l’aiuto delle milizie romane,
conquista la Giudea e Gerusalemme mentre Antigono, fugge in Antiochia. Egli
cerca di convincere i Romani della legittimità delle sue rivendicazioni e di
far comprendere che Erode non ha nessun diritto di rivendicare il titolo di
re della Giudea. Erode invece, forte dell’appoggio di una consistente parte
della popolazione giudaica, assume la carica di re, mentre Antonio fa
decapitare Antigono. Così Erode diventa gendarme di Roma nei confronti delle
popolazioni della steppa Siro-arabo-cananea.
Alla fine di tutte queste lotte Erode sposa Marianne,
la nipote di Aristobulo, l’ultima erede del trono maccabeo, mettendo termine
al dominio
asmoneo e
all’ultimo nefasto periodo della storia ebraica.
Nel contrasto tra Ottaviano e Antonio, Erode si schiera
in un primo momento con quest’ultimo senza farsi coinvolgere più di tanto
nella lotta per il potere fra i due romani. Nello scontro finale tra i due
Erode entra in rotta di collisione con Cleopatra che ha in progetto di
espandere il dominio egiziano sulla Palestina e sulla Siria.
Nella disputa per la conquista del potere in tutto
l’impero romano, Erode si rende conto che bisogna prendere le distanze da
Antonio e schierarsi con Ottaviano; quest’ultimo sconfigge Antonio il 2
settembre del 31 a.C. ad Azio, sulla costa occidentale della Grecia. Erode
capisce immediatamente che Antonio è perduto e che sarebbe un suicidio
appoggiarlo ancora.
Il suo primo gesto di Erode nei confronti di Ottaviano
è l’aiuto militare che presta al governatore della Siria contro i gladiatori
di Antonio che vogliono aprirsi un varco verso l’Egitto dove quest’ultimo e
Cleopatra si sono rifugiate. I gladiatori pertanto sono costretti ad
arrendersi a Erode: quest’aiuto è un gesto che Ottaviano apprezza molto.
Così, Erode decide di andare a Rodi a trovare di
persona Ottaviano per offrirgli la sua sottomissione. Egli conduce con
abilità e discrezione la sua difesa presso il vincitore facendo valere le
sue ragioni e far pesare dalla sua parte della bilancia i contrasti avuti
con Cleopatra. Alla fine, riesce a essere confermato nella carica di re
della Giudea e perfino a ottenere il dominio delle regioni della Samaria,
della Perea e parte della Traconitide.
* * *
Ancora una volta gli avversari di Erode hanno sottovalutato il suo acume
politico, la sua abilità diplomatica e la rapidità delle sue decisioni.
Mentre Ottaviano conquista stabilmente il potere a Roma, il territorio della
Palestina, per merito di Erode, è ampliato e ottiene lo stato di regno
alleato che ha leggi e finanze proprie ed esenzione dei tributi spettanti
allo Stato romano. Inoltre, ottiene di formare anche un suo esercito
personale formato in massima parte da mercenari non Giudei: Siri, Traci,
Germani e Galli.
In questa situazione Erode non pensa a una
Palestina libera e indipendente similmente al regno asmoneo; le sue origini
idumee lo portano a favorire il carattere multinazionale del regno di
Israele e a prendere, in parte, le distanze dalla religione ebraica pur
avendone il massimo rispetto. Per Erode un dio vale l’altro: intimamente
scettico, egli, al più, considera le religioni come un fenomeno sociale di
cui bisogna tener conto in ambito politico.
La sua politica interna consiste nell’operare con
equilibrio e in politica estera in sintonia con l’oppressiva pax romana.
Del resto i romani gli hanno sempre dato un ampio margine di libertà che
utilizza per gestire bene e in autonomia il regno israelita.
Erode si dimostra, per molti versi, un re illuminato e
accorto, amministrando con intelligenza ed efficienza tutti i territori di
Israele. Ai contadini senza terra concede in affitto vaste porzioni delle
sue terre espropriate agli Asmonei con l’obbligo di coltivarle. Egli
bonifica terreni, costruisce canali per l’irrigazione, invoglia la creazione
di aziende agricole e assegna le terre bonificate ai contadini che hanno
perso le loro. Inoltre, espropria le terre all’aristocrazia che si era
schierata con Antigono ed espropria i beni degli Asmonei utilizzandoli per
finanziare numerose aziende agricole. Quest’oculata politica induce
Ottaviano a cedere a Erode altri territori fuori da Israele. Egli inoltre
aveva preso in affitto da Cleopatra le terre coltivate a balsamina,
utilizzata per la preparazione di unguenti, cosmetici, incensi. Nel campo
della fiscalità, si dimostra un esattore rigoroso e giusto che gli consente
di accrescere le ricchezze lasciate dal padre che utilizza anche a favore
del popolo, in questo modo si conquista la stima delle masse.
Come abile amministratore sfrutta i giacimenti di
bitume del Mar Morto e prende in affitto da Augusto le miniere di rame di
Cipro. Svolge inoltre, come suo padre, attività di tipo bancario prestando
denaro a re, principi e nobili dei regni vicini. In questo modo fa
accumulare allo Stato una consistente ricchezza che utilizza nella
costruzione di alcune grandiose opere pubbliche e per dare lavoro alle
masse. Fa ricostruire il Tempio di Gerusalemme ingrandendolo notevolmente,
edifica la fortezza Antonia e fortifica Masada, fonda e costruisce, inoltre,
alcune città come Cesarea, Sebaste ecc. Costruisce il suo palazzo reale e le
fortificazioni a Gerusalemme, i castelli di Gerico, di Ascalona, di
Sepphoris in Galilea, di Betrhampta in Perea e la fortezza di Ircania. Fonda
le città di Antipatride e di Fasaelide in onore di suo padre e di suo
fratello. Costruisce centri sportivi, teatri, acquedotti, strade, ponti.
Riesce a combattere le bande di predoni arabi che si aggirano nelle regioni
ai limiti del deserto oltre il Giordano tenendoli lontano dal suo regno. In
questo modo si conquista l’appoggio delle masse popolari tanto che, gran
parte di esse, lo considera come un novello David. (Secondo Epifanio di
Salamina Erodefu considerato dalle masse popolari un Messia e un nuovo David
tanto da conquistarsi il titolo di Grande nonostante le falsità che
sono riportate sul suo conto nei Vangeli e perpetuate dalle chiese cristiane
ancora oggi).
Sotto la sua gestione, Israele non è contrassegnato da
nessuna rivolta e conosce un grande periodo di prosperità e di pace in cui è
difficile trovare manodopera e la disoccupazione è quasi inesistente.
Tuttavia, l’ottima amministrazione non gli propizia il favore degli ebrei
tradizionalisti che vedono in lui un mezzo barbaro del deserto arabico il
cui potere, secondo costoro, non ha nessuna legittimità sotto qualsiasi
punto di vista. Erode è consapevole di ciò, tanto che soffre di un complesso
d’inferiorità che con il passar del tempo si accresce, anche a motivo che la
moglie Marianne non perde occasione per fargli pesare la propria origine
asmonea e regale rinfacciandogli la sua origine idumea e il suo
atteggiamento da rude soldato.
Nel 36 a.C. Erode è accusato di aver annegato
Aristobulo per invidia nelle terme di Gerico dopo che questi, con il suo
benestare, era stato, l’anno prima, nominato sommo sacerdote. Tali calunnie
sono prive di fondamenta, del resto non ha nessun motivo per uccidere
Aristobulo. Qualsiasi morte avvenga a corte o fra i membri della sua
parentela è sempre attribuita a Erode. I suoi nemici, ormai, sono numerosi e
aumentano sempre di più, ciò induce i Farisei e la parte conservatrice degli
Ebrei ad attribuirgli qualsiasi misfatto. Essi sono, per loro natura,
propensi a calunniarsi fra loro, a maggior ragione lo fanno verso chi li
governa, tanto più se è di origine straniera.
Nel 32 a.C. Erode è costretto a iniziare una guerra
contro i Nabatei a motivo che il loro re, Malico, non paga i canoni di
affitto e, inoltre, appoggia alcune bande di predoni del deserto arabico che
depredano in continuazione le cittadine israelite, situate a est oltre il
fiume Giordano. Dopo un anno egli riesce a battere i Nabatei e anche i
predoni. Proprio nello stesso anno avviene in Palestina un forte terremoto
che lascia una parte della popolazione senza case e priva di sostentamenti.
In quest’occasione Erode interviene distribuendo derrate alimentari e
aiutando le famiglie nella costruzione delle loro abitazioni. Questa volta
gli è riconosciuta la sua opera di reale aiuto al popolo anche dai suoi
nemici.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 3 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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03/01/2021 |
Rubrica. "In cucina con
Fish&Fine": Carpaccio di pesce spada leggermente affumicato Fish&Fine |
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Vedi il piatto |
In questa rubrica sono presenti inserimenti di prodotti
a fini commerciali.
IN CUCINA CON FISH&FINE
La ricetta del giorno: Carpaccio di pesce spada leggermente
affumicato Fish&Fine e salsa verde alla senape.
Per riprendersi dalle abbuffate festive, niente di meglio di un secondo
leggero ed appetitoso come il Carpaccio di Spada leggermente affumicato Fish&Fine
con salsa verde alla senape.
Potrete trovare tutti gli ingredienti presso l’Outlet del Gruppo Mancuso
presso il punto vendita ARD Discount di Viale della Vittoria 217, a Grotte
(AG).
Qui la ricetta completa (per
4 persone).
CARPACCIO DI PESCE SPADA LEGGERMENTE AFFUMICATO FISH&FINE E SALSA VERDE ALLA
SENAPE
Ingredienti: 400 g di Carpaccio di Spada leggermente affumicato Fish&Fine,
pinoli 20 g, prezzemolo, aceto di vino, senape in grani, olio evo, sale,
pepe.
Procedimento:
In un mixer
tritate il prezzemolo, i pinoli, un cucchiaio di aceto e uno di olio evo
fino ad ottenere una crema omogenea, alla quale unirete la senape in grani,
senza frullarla.
Aggiustate di sale e pepe a piacimento.
Disponete il carpaccio su un letto di rucola e cospargetelo della salsa alla
senape appena fatta.
Lasciate insaporire e servite.
Buon appetito!
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Outlet Mancuso |
03/01/2021 |
Letture Sponsali. "Per
salvarci attraverso l'amore" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
*****
L’amore che si lascia toccare.
Il mistero di ciò che siamo è tutto racchiuso nell'unione miracolosa tra il
Verbo e la carne. Già in questo risiede il potere rivoluzionario del
cristianesimo, se non fosse che nella possibilità di una resurrezione dopo
la morte l'annuncio della salvezza diventa un vero vangelo di speranza. Ma
tutto questo è di là da venire. Concentriamoci invece per adesso sul momento
irripetibile della concezione immacolata del Salvatore che, per salvarci
attraverso l'amore, deve farsi Figlio dell'Uomo da Figlio dello Spirito e
Spirito qual è, incarnandosi, come recitiamo nella nostra professione di
fede, nel seno della Vergine Maria. Così lo Spirito si incarna e la carne si
fa Spirito nella persona divina di Gesù e nell'amore che Lui ha per noi.
Impossibile non pensare alla coppia di sposi, che si sostanzia nell'amore
reciproco solo se è presente il Verbo e se insieme al Verbo è presente anche
l'unione corporale dei "... due che diventeranno una carne sola...". Quando
amiamo la nostra sposa o il nostro sposo amiamo l'una e l'altro per davvero
e per intero, amandone lo Spirito oltre che il corpo e senza trascurarne la
carne in funzione dello Spirito. Questo solo sarà un amore vero e completo
che, richiamandosi all'amore di Dio per noi, ci darà, come dice San Paolo,
uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di
Gesù.
Barbara e
Adriano
Punto chiave
Nel prologo del Vangelo di Giovanni troviamo affermazioni di grande
complessità, a tratti polemiche con la stessa teologia ebraica, capaci di
rivedere il libro della Genesi, di superare le “dieci parole” e di
riassumere non solo questo, ma tutti i Vangeli. Prima ancora della
creazione, Dio aveva un progetto. Quest’idea, possiamo esprimerla con
un’unica parola: amore. Ecco la luce che illumina ogni uomo e fa diventare
tutti coloro che la accolgono in Figli di Dio. L’incarnazione del Verbo è il
progetto di realizzazione di questo amore, un concetto semplice e nuovo allo
stesso tempo, che viene da Dio e a Lui si rivolge, perché è Dio stesso, in
eterno dialogo. Ma non basta amare Dio, è necessario imitare “l’amore
fedele” di Gesù, accogliere il suo amore e trasmetterlo gli uni agli altri.
Tutto è stato creato in funzione di questo progetto che contiene la vita, e
pertanto l’Eden descritto in Genesi non deve essere un ricordo nostalgico,
ma una profezia ancora da avverarsi. Perché finché ogni uomo non avrà la
possibilità di diventare figlio di Dio, il progetto non sarà completo.
Preghiamo affinché nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità vi siano
uomini e donne il cui amore cerca di assomigliare a quello di Gesù, perché,
allora, lì sì che c’è la presenza di Dio. “Il nostro Dio, nel suo mistero
più intimo, non è solitudine, bensì una famiglia, dato che ha in sé
paternità, filiazione e l’essenza della famiglia che è l’amore. Questo
amore, nella famiglia divina, è lo Spirito Santo” (cfr Giovanni Paolo II).
Lorenza e Gianluca
Redazione
3 gennaio
2021.
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02/01/2021 |
Attualità. Il Brigadiere Capo
dei Carabinieri Gioacchino Vizzini lascia il servizio attivo |
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Carabiniere
A Racalmuto |
Uno dei più validi uomini della Stazione Carabinieri di
Racalmuto ha lasciato il servizio attivo. Da ieri, 1 gennaio 2021, il
Brigadiere Capo Gioacchino Vizzini è in quiescenza.
Una vita trascorsa indossando la divisa dell'Arma: oltre 37 anni effettivi
da quando, giovanissimo, il 10 giugno 1983 varcò la soglia della Caserma che
ospitava la Scuola Allievi Carabinieri.
Da sempre "uomo delle Istituzioni" ma soprattutto al servizio della gente,
con il suo carattere deciso ma cordiale, autorevole ma comprensivo. In tutte
le sedi presso cui ha prestato servizio ha saputo offrire una collaborazione
ampia ed incondizionata ai superiori gerarchici, e una guida ferma e sicura
ai militari posti ai suoi ordini.
"Un cammino
costellato di successi e soddisfazioni indimenticabili", come afferma lo
stesso Sottufficiale, che lo ha portato a sperimentare più volte il valore
del sacrificio, mai risparmiando forze ed energie per compiere fino in fondo
il proprio dovere.
Residente a Grotte ma in servizio presso la vicina Stazione Carabinieri di
Racalmuto, il Brigadiere Capo Vizzini ha costituito per lunghi anni la
"memoria storica" dei fatti e delle persone dei due paesi confinanti.
Nel lasciare il servizio si è dichiarato "Fiero ed orgoglioso di aver
fatto parte della meravigliosa famiglia chiamata 'Arma dei Carabinieri'
", ben consapevole di continuare a portare per sempre la "Fiamma" nel cuore.
Per un Vizzini che lascia, un altro ne segue le orme: l'esempio del padre è
stato accolto con trasporto dal figlio Gianluca, oggi - con orgoglio -
Carabiniere in servizio attivo. Per la famiglia Vizzini, l'Arma è più che
una tradizione: è una missione (che continua).
Nelle foto a lato, alcuni momenti della carriera del Brigadiere Capo
Gioacchino Vizzini.
Carmelo Arnone
2 gennaio
2021
© Riproduzione riservata.
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Con Sciascia
In borghese |
02/01/2021 |
Rubrica. "In cucina con
Gelato Mancuso": Tronchetto di pandoro e Gelato alla Spagnola
Mancuso |
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Vedi il piatto |
In questa rubrica sono presenti inserimenti di prodotti
a fini commerciali.
IN CUCINA CON GELATO MANCUSO
La ricetta del giorno: Tronchetto di pandoro e Gelato alla
Spagnola Mancuso.
Iniziamo in
maniera dolcissima il nuovo anno 2021, cimentandoci con la realizzazione
della Torta Tronchetto di Pandoro farcita con gelato alla Spagnola Mancuso.
Il suo dolce esterno con la mousse di cioccolato bianco vi conquisterà.
Potrete trovare tutti gli ingredienti presso l’Outlet del Gruppo Mancuso
presso il punto vendita ARD Discount di V.le della Vittoria 217, a Grotte
(AG).
Qui la ricetta completa (per
4 persone).
TRONCHETTO DI
PANDORO, GELATO ALLA SPAGNOLA MANCUSO E MOUSSE AL CIOCCOLATO BIANCO
Ingredienti: 5 fette di pandoro, zucchero a velo, 2 Burnie Gelato Spagnola
Mancuso, amarene candite, riccioli di cioccolato fondente, 150 g di
cioccolato bianco, 250 g di panna da montare.
Procedimento:
Adagiate le fette di panettone sopra un foglio di pellicola trasparente
ricavando un rettangolo.
Appiattitele leggermente con il mattarello, in questo modo diventeranno più
elastiche e non si romperanno al momento di arrotolare.
Farcite le fette con il Gelato alla Spagnola Mancuso e arrotolate partendo
dal lato più lungo, aiutandovi con la pellicola trasparente.
Formate un rotolo e stringetelo bene, chiudendo la pellicola ai lati e
riponete in freezer a rassodare.
Scaldate 100 ml di panna, togliete dal fuoco e unite il cioccolato tritato,
fate sciogliere bene fino ad ottenere una crema.
Semi-montate il resto della panna e quando sarà pronta unitela delicatamente
alla crema di cioccolato, mettete in frigorifero a raffreddare e addensare.
Con l’aiuto di un coltello spalmate la crema al cioccolato bianco sul
rotolo, creando un movimento che possa assomigliare alla corteccia del
tronco.
Decorate con qualche amarena candita, uno spolvero di cioccolato fondente e
servite subito. Il dessert è pronto.
Buon appetito!
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Outlet Mancuso |
02/01/2021 |
Chiesa. La Caritas Cittadina
raccoglie e distribuisce i frutti della generosità dei grottesi |
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Raccolta viveri
Raccolta viveri |
"La Caritas Cittadina augura un buon 2021 a tutta la
comunità", non soltanto con le parole (importanti pure quelle) ma
soprattutto con i gesti concerti di vicinanza e solidarietà nei confronti di
chi vive maggiormente le difficoltà del momento presente.
Nelle giornate di sabato 12 (organizzata e realizzata dal Lions Club
"Zolfare" con il coordinamento del presidente dott. Calogero Patanella) e sabato 19 dicembre sono state effettuate delle
raccolte di generi alimentari dinanzi ai supermercati del paese
(grazie alla disponibilità e collaborazione dei titolari), occasioni per
dare la possibilità di dimostrare, ancora una volta, la generosità dei
cittadini. I numeri da soli non bastano, ma rendono in parte l'idea di
quanto sia grande il cuore di questa comunità; per citarne alcuni: 565
chilogrammi di pasta, 170 confezioni di passata e 138 di polpa di pomodoro,
206 litri di latte, e poi tantissimi altri generi di prima necessità (leggi
l'elenco completo).
Ha destato meraviglia nella stessa Caritas Cittadina il quantitativo
di merce raccolta; dimostrazione evidente della risposta collettiva ai
bisogni primari della fascia più debole della popolazione locale.
I beni (vedi foto a lato), distribuiti in prossimità delle festività di fine
anno, hanno contribuito a rallegrare le tavole di chi avrebbe avuto
difficoltà nel predisporre un pranzo o una cena, comprendendo una fetta di
panettone, un cioccolatino e una bibita (tra i viveri c'erano anche questi).
Oltre alle raccolte periodiche, la Caritas Cittadina - espressione della
comunità ecclesiale di Grotte - ha attivato un "Centro di ascolto"
gratuito al quale possono rivolgersi le
persone che si trovano in difficoltà per ricevere sostegno di ogni
genere (basta contattare il numero
3339384618, il
numero 3883492117 o inviare una mail all'indirizzo
centrodiascoltocaritasgrotte@gmail.com).
Carmelo Arnone
2 gennaio
2021
© Riproduzione riservata.
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Caritas Cittadina |
01/01/2021 |
Rubrica. "In cucina con
Fish&Fine": Rollè di salmone scozzese affumicato a fetta lunga Fish&Fine |
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Vedi il piatto |
In questa rubrica sono presenti inserimenti di prodotti
a fini commerciali.
IN CUCINA CON FISH&FINE
La ricetta del giorno: Rollè di salmone scozzese
affumicato a fetta lunga Fish&Fine con ricotta e pistacchi.
Per finire in maniera squisita quest’anno che ha lasciato a tutti l’amaro in
bocca, preparate il raffinato Rollè di Salmone Scozzese Affumicato a fetta
lunga Fish&Fine farcito con ricotta e deliziosi pistacchi siciliani. La
ricotta, possibilmente fresca, darà un tocco soffice e gusto al vostro
rollè. Potrete trovare tutti gli ingredienti presso l’Outlet del Gruppo
Mancuso presso il punto vendita ARD Discount di V.le della Vittoria 217, a
Grotte (AG).
Qui la ricetta completa (per
4 persone).
ROLLÈ DI
SALMONE SCOZZESE AFFUMICATO A FETTA LUNGA FISH&FINE CON RICOTTA E PISTACCHI
Ingredienti: 400 g di salmone scozzese affumicato a fetta lunga, 50 g di
pistacchi, erba cipollina, olio evo, 300 g di ricotta, 1 cipollotto,
basilico, sale, pepe rosa.
Procedimento:
Tritate l’erba
cipollina, il basilico e mescolateli in una terrina insieme alla ricotta e 2
cucchiai di olio evo, aggiustate di sale e pepe.
Stendete le fette di Salmone Scozzese affumicato a fetta lunga Fish&Fine su
un foglio di carta da forno sovrapponendole e spalmate su di esse la crema.
Tritate il cipollotto e i pistacchi, distribuiteli sulla farcia e arrotolate
il salmone, riponetelo in frigo e al momento di servire guarnite il rollè
con una spolverata di pepe rosa.
Buon appetito!
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Outlet Mancuso |
01/01/2021 |
Letture Sponsali. "Disposti
ad accogliere ciò che la via ci offre" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
*****
E arriva l’amore.
Il Vangelo di oggi, solennità di “Maria Santissima Madre di Dio”, ritrae una
scena di grande intimità, che neppure l’annunzio glorioso della futura
salvezza riesce a turbare.
Nelle poche righe di questa lettura fanno la loro comparsa alcuni pastori
che, esaltati e probabilmente ancora un po’ increduli per la recente visione
dell’angelo del Signore, irrompono precipitosamente nella stalla in cui si
trovano Giuseppe, Maria e il bambino che, come l’angelo aveva predetto, si
trova adagiato in una mangiatoia.
Sembra di vederli, attraverso le parole dell’evangelista, quegli umili
pastori, abituati a una vita scandita da gesti semplici e ripetitivi,
violare con festoso trambusto il silenzioso stupore che segue la nascita di
una vita, giustificati però dalla portata della rivelazione: l’arrivo del
Salvatore.
Ed eccoli, felici, stanchi e frastornati, gli sposi che in futuro saranno
entrambi santi, ma che oggi sono ancora soltanto Giuseppe e Maria,
accogliere tutte queste incredibili notizie con gioiosa sorpresa; eccola,
quella giovane vergine, tanto piccola innanzi ad eventi così portentosi,
ricordarsi delle parole che l’angelo aveva detto anche a lei (“…
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e
verrà chiamato figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di
Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno
non avrà fine…”) e meditarle nel suo cuore, con paura e meraviglia.
Dio giunge a noi, coppie di sposi, senza preavviso: non bussa alla porta,
non si fa precedere da ambasciate.
Sarà qualcosa di enorme o di minuscolo; avrà forme differenti e diversi
sembianti. Non sarà sempre facile riconoscerlo, se non siamo disposti ad
accogliere ciò che la vita ci offre, anche (soprattutto) nei momenti in cui
le nostre aspettative sono disattese e i nostri rassicuranti ma finti
equilibri sovvertiti.
Dio è lì. Dio è sempre lì e sempre qui, insieme a noi.
Oggi è l’inizio di un nuovo anno, dopo un anno in cui è accaduto qualcosa
che non avremmo mai voluto e che mai ci saremmo aspettati. Molte
inconsistenti certezze sono state scardinate. Molte ipocrite convinzioni
sono state svelate per quello che sono.
E dietro, sopra e tutt’intorno alle macerie dei nostri finti dei mondani e
materialistici, Dio è ed è sempre rimasto lì. L’unica roccia salda roccia
cui noi, sposi in Cristo, dobbiamo aggrapparci con tutte le nostre forze.
Barbara e
Adriano
Punto chiave - Vegliare e conservare nel cuore.
Cosa ci insegnano Maria, madre di Dio e i pastori? Questi ultimi sono umili
testimoni della nascita del Signore: il loro è l’atteggiamento “tipico” di
chi fa questo mestiere: atteggiamento di veglia, del rimanere in attesa, in
guardia per custodire le pecore.
La stessa attitudine vista in altri vangeli (anche d’Avvento): le vergini
sagge, i servi fedeli… è notte, ma essi stanno svegli, tendono l’orecchio a
ogni rumore e cercano di discernere un segno, un rumore che possa essere
potenziale pericolo.
Non solo, essi sono pronti, si alzano e dopo aver visto il bimbo - come
hanno annunciato loro dall’angelo - lo annunciano a coloro che incontrano, è
un’urgenza che non rimandano: portano la gioia che hanno vissuto ad altri.
Maria - d’altro canto - custodisce tutto nel suo cuore: qui, come in altre
occasioni sottolineate in altri Vangeli, essa conserva ciò che vede, sente,
ciò che ha letto nelle scritture, ciò di cui fa esperienza, ma anche memorie
e ricordi nel cuore per meditare, connettere queste cose, comporle insieme;
non sono esperienze che l’attraversano come meteore impazzite, l’una isolata
dall’altra, ma Maria è capace di un lavorio interiore che le consente di
mettersi alla scuola del Figlio e di essere Madre di Dio dal concepimento
sino alla croce.
Gloria e
Luciano
Redazione
1 gennaio
2021.
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01/01/2021 |
Politica. Messaggio di fine
anno del Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella |
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On. Mattarella |
Pubblichiamo il testo del messaggio di fine anno
del Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella, pronunciato ieri sera,
giovedi 31 dicembre 2020, a
reti unificate.
Palazzo del Quirinale, 31/12/2020
"Care concittadine e cari concittadini,
avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la
difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un
pensiero augurale.
Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza.
La pandemia che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze,
ferisce il nostro modo di vivere.
Vorremmo tornare a essere immersi in realtà e in esperienze che ci sono
consuete. Ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e
Università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più
isolati per necessità e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi
pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a
noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in
tutti questi anni.
Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita.
Il virus, sconosciuto e imprevedibile, ci ha colpito prima di ogni altro
Paese europeo. L’inizio del tunnel. Con la drammatica contabilità dei
contagi, delle morti. Le immagini delle strade e delle piazze deserte. Le
tante solitudini. Il pensiero straziante di chi moriva senza avere accanto i
propri cari.
L’arrivo dell’estate ha portato con sé l’illusione dello scampato pericolo,
un diffuso rilassamento. Con il desiderio, comprensibile, di ricominciare a
vivere come prima, di porre tra parentesi questo incubo.
Poi, a settembre, la seconda offensiva del virus. Prima nei Paesi vicini a
noi, e poi qui, in Italia. Ancora contagi - siamo oltre due milioni - ancora
vittime, ancora dolore che si rinnova. Mentre continua l’impegno generoso di
medici e operatori sanitari.
Il mondo è stato colpito duramente. Ovunque.
Anche l’Italia ha pagato un prezzo molto alto.
Rivolgendomi a voi parto proprio da qui: dalla necessità di dare insieme
memoria di quello che abbiamo vissuto in questo anno. Senza chiudere gli
occhi di fronte alla realtà.
La pandemia ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra
società. Ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie
diseguaglianze e ne ha generate di nuove.
Tutto ciò ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche. Abbiamo
perso posti di lavoro. Donne e giovani sono stati particolarmente
penalizzati. Lo sono le persone con disabilità. Tante imprese temono per il
loro futuro. Una larga fascia di lavoratori autonomi e di precari ha visto
azzerare o bruscamente calare il proprio reddito. Nella comune difficoltà
alcuni settori hanno sofferto più di altri.
La pandemia ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione
prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore
delle nascite, spia dell’incertezza che il virus ha insinuato nella nostra
comunità.
È questa la realtà, che bisogna riconoscere e affrontare.
Nello stesso tempo sono emersi segnali importanti, che incoraggiano una
speranza concreta. Perché non prevalga la paura e perché le preoccupazioni
possano trasformarsi nell’energia necessaria per ricostruire, per ripartire.
Nella prima fase, quando ancora erano pochi gli strumenti a disposizione per
contrastare il virus, la reazione alla pandemia si è fondata anzitutto sul
senso di comunità.
Adesso stiamo mettendo in atto strategie più complesse, a partire dal piano
di vaccinazione, iniziato nel medesimo giorno in tutta Europa.
Inoltre, per fronteggiare le gravi conseguenze economiche sono in campo
interventi europei innovativi e di straordinaria importanza.
Mai un vaccino è stato realizzato in così poco tempo.
Mai l’Unione Europea si è assunta un compito così rilevante per i propri
cittadini.
Per il vaccino si è formata, anche con il contributo dei ricercatori
italiani, un’alleanza mondiale della scienza e della ricerca, sorretta da un
imponente sostegno politico e finanziario che ne ha moltiplicato la velocità
di individuazione.
La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi.
Ora a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di
vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la
sicurezza comune.
Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi
opera a contatto con i malati e le persone più fragili.
Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante
morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere
quella degli altri, familiari, amici, colleghi.
Io mi vaccinerò appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio
maggiore, debbono avere la precedenza.
Il vaccino e le iniziative dell’Unione Europea sono due vettori decisivi
della nostra rinascita.
L’Unione Europea è stata capace di compiere un balzo in avanti. Ha prevalso
l’Europa dei valori comuni e dei cittadini. Non era scontato.
Alla crisi finanziaria di un decennio or sono l’Europa rispose senza
solidarietà e senza una visione chiara del proprio futuro. Gli interessi
egoistici prevalsero. Vecchi canoni politici ed economici mostrarono tutta
la loro inadeguatezza.
Ora le scelte dell’Unione Europea poggiano su basi nuove. L’Italia è stata
protagonista in questo cambiamento.
Ci accingiamo - sul versante della salute e su quello economico - a un
grande compito. Tutto questo richiama e sollecita ancor di più la
responsabilità delle istituzioni anzitutto, delle forze economiche, dei
corpi sociali, di ciascuno di noi. Serietà, collaborazione, e anche senso
del dovere, sono necessari per proteggerci e per ripartire.
Il piano europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale - che deve
essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse - possono
permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all’Italia
di crescere come avrebbe potuto.
Cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco.
Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni.
Ognuno faccia la propria parte.
La pandemia ci ha fatto riscoprire e comprendere quanto siamo legati agli
altri; quanto ciascuno di noi dipenda dagli altri. Come abbiamo veduto, la
solidarietà è tornata a mostrarsi base necessaria della convivenza e della
società.
Solidarietà internazionale. Solidarietà in Europa. Solidarietà all’interno
delle nostre comunità.
Il 2021 deve essere l’anno della sconfitta del virus e il primo della
ripresa. Un anno in cui ciascuno di noi è chiamato anche all’impegno di
ricambiare quanto ricevuto con gesti gratuiti, spesso da sconosciuti. Da
persone che hanno posto la stessa loro vita in gioco per la nostra, come è
accaduto con tanti medici e operatori sanitari.
Ci siamo ritrovati nei gesti concreti di molti. Hanno manifestato una
fraternità che si nutre non di parole bensì di umanità, che prescinde
dall’origine di ognuno di noi, dalla cultura di ognuno e dalla sua
condizione sociale.
È lo spirito autentico della Repubblica.
La fiducia di cui abbiamo bisogno si costruisce così: tenendo connesse le
responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone.
La pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese. Ci sono stati
certamente anche errori nel fronteggiare una realtà improvvisa e
sconosciuta.
Si poteva fare di più e meglio? Probabilmente sì, come sempre. Ma non va
ignorato neppure quanto di positivo è stato realizzato e ha consentito la
tenuta del Paese grazie all’impegno dispiegato da tante parti. Tra queste le
Forze Armate e le Forze dell’Ordine che ringrazio.
Abbiamo avuto la capacità di reagire. La società ha dovuto rallentare ma non
si è fermata. Non siamo in balìa degli eventi.
Ora dobbiamo preparare il futuro.
Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori. I
prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza
e per porre le basi di una stagione nuova.
Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate
energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. È questo
quel che i cittadini si attendono.
La sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari
ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l’unità morale e civile degli
italiani. Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di
interessi ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al
nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica,
difficoltà.
L’Italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa.
Ho ricevuto in questi mesi attestazioni di apprezzamento e di fiducia nei
confronti del nostro Paese da parte di tanti Capi di Stato di Paesi amici.
Nel momento in cui, a livello mondiale, si sta riscrivendo l’agenda delle
priorità, si modificano le strategie di sviluppo ed emergono nuove
leadership, dobbiamo agire da protagonisti nella comunità internazionale.
In questa prospettiva sarà molto importante, nel prossimo anno, il G20, che
l’Italia presiede per la prima volta: un’occasione preziosa per affrontare
le grandi sfide globali e un’opportunità per rafforzare il prestigio del
nostro Paese.
L’anno che si apre propone diverse ricorrenze importanti.
Tappe della nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha
condotto ad una unità che non è soltanto di territorio. Ricorderemo il
settimo centenario della morte di Dante. Celebreremo poi il
centosessantesimo dell’Unità d’Italia, il centenario della collocazione del
Milite Ignoto all’Altare della Patria. E ancora i settantacinque anni della
Repubblica.
Dal Risorgimento alla Liberazione: le radici della nostra Costituzione.
Memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per
costruire il futuro.
Esprimo un ringraziamento a Papa Francesco per il suo magistero e per
l’affetto che trasmette al popolo italiano, facendosi testimone di speranza
e di giustizia. A lui rivolgo l’augurio più sincero per l’anno che inizia.
Complimenti e auguri ai goriziani per la designazione di Gorizia e Nova
Gorica, congiuntamente, a capitale europea della cultura per il 2025. Si
tratta di un segnale che rende onore a Italia e Slovenia per avere
sviluppato relazioni che vanno oltre la convivenza e il rispetto reciproco
ed esprimono collaborazione e prospettive di futuro comune. Mi auguro che
questo messaggio sia raccolto nelle zone di confine di tante parti del
mondo, anche d’Europa, in cui vi sono scontri spesso aspri e talvolta guerre
anziché la ricerca di incontro tra culture e tradizioni diverse.
Vorrei infine dare atto a tutti voi - con un ringraziamento particolarmente
intenso - dei sacrifici fatti in questi mesi con senso di responsabilità. E
vorrei sottolineare l’importanza di mantenere le precauzioni raccomandate
fintanto che la campagna vaccinale non avrà definitivamente sconfitto la
pandemia.
Care concittadine e cari concittadini,
quello che inizia sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica.
Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e
sociale del nostro Paese.
La ripartenza sarà al centro di quest’ultimo tratto del mio mandato.
Sarà un anno di lavoro intenso.
Abbiamo le risorse per farcela.
Auguri di buon
anno a tutti voi!". |
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Il Presidente della Repubblica
On. Sergio Mattarella |
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