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Gennaio 2021

 

31/01/2021

Editoriale. "Ricordare e dimenticare"; di Carmelo Arnone

 

Memoria

Cominciamo con il ricordare anzitutto un nome: Czeslawa Kwoka.
Era nata nel 1928 in un villaggio della Polonia, Wólka Złojecka. Insieme a sua madre, Katarzyna Kwoka, venne deportata ad Auschwitz il 12 dicembre 1942. Erano entrambe cattoliche. La madre venne assassinata il 18 febbraio 1943; lei meno di un mese dopo, il 12 marzo 1943.
Aveva soltanto 14 anni.

Czeslawa Kwoka
(Czeslawa Kwoka)

Al suo arrivo ad Auschwitz, Czesława venne fotografata dal giovane detenuto polacco Wilhelm Brasse, incaricato dai nazisti di fotografare tutti i prigionieri sia frontalmente che di profilo. Nonostante prima della liberazione del campo gli fosse stato ordinato di distruggere tutte le fotografie e i negativi, Brasse riuscì a salvarne alcune, tra cui il trittico fotografico di Czesława.
Anni dopo il fotografo ricorderà nei minimi particolari di quando gli ordinarono di fotografare la ragazzina; testimonianza riportata nel film documentario "The Portraitist": "Era così giovane e così terrorizzata. La ragazza non capiva perché fosse lì e non capiva cosa le stessero dicendo. Allora una donna Kapo prese un bastone e la colpì in faccia. Quella donna tedesca stava solo sfogando la sua rabbia contro la ragazza. Una ragazza così bella, così innocente. Lei pianse, ma non poté fare nulla. Prima che la fotografia fosse scattata, la ragazza si asciugò le lacrime e il sangue dal taglio sul labbro. A dire la verità, mi sentivo come se fossi stato colpito io stesso, ma non potevo intromettermi. Sarebbe stato fatale per me. Non potevi dire assolutamente nulla".
Dal 1955 nel museo di Auschwitz sono esposte - come parte di una mostra commemorativa permanente, intitolata Block no. 6: Exhibition: Life of the Prisoners - le fotografie ritraenti Czesława Kwoka, con le didascalie che la identificano in base al nome, numero di matricola, data e luogo di nascita, data di morte e età alla morte, appartenenza nazionale, etnica e religiosa e data di arrivo al campo.
Czesława Kwoka fu una dei circa 230.000 bambini e ragazzi di età inferiore ai diciotto anni che furono deportati ad Auschwitz-Birkenau tra il 1940 e il 1945.

27 gennaio 2021, Giorno della memoria.
Nel paesino di Cogoledo, piccolo Comune situato nella riviera ligure, è in corso una seduta del Consiglio comunale.
Si mettono in discussione gli argomenti all'ordine del giorno e si vota: voto palese per alzata di mano. Tre Consiglieri comunali esprimono il proprio voto esibendosi inequivocabilmente nel saluto romano. Immediata la presa di distanza degli altri Consiglieri e del sindaco Paolo Bruzzone.

Consiglio comunale di Cogoledo, 27/01/2021
(Consiglio comunale di Cogoledo, 27/01/2021, Giorno della Memoria)

"Niente di male nel votare alzando il braccio destro con la mano tesa" sostengono i tre; e pazienza se è il "Giorno della Memoria", e pazienza se i fascisti e i nazisti usavano salutare in questo modo. Loro sono brave persone (e non lo mettiamo in dubbio), forse andranno in chiesa tutte le domeniche e le feste comandate e si affideranno ai "cuori immacolati"  (come tanti altri loro simili).
Adesso i nomi dei tre sono iscritti nel registro degli indagati per violazione dell'articolo 4 della legge Mancino: "chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche".
"Deve essere chiaro che nel nostro ordinamento il razzismo e l'antisemitismo non sono opinioni, ma delitti. Quando succedono certi fatti, la reazione deve essere immediata" dice il procuratore aggiunto Francesco Pinto.

Della giovane Czeslawa Kwoka ci resta indelebile il ricordo della tristezza inconsolabile, dello sguardo impaurito, della dolcezza del viso.
Dei tre dovremmo ricordarne i nomi, ma forse questo è il momento di dimenticare
. 
 

Carmelo Arnone
31 gennaio 2021

© Riproduzione riservata.
  

 

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31/01/2021

Romanzo. "Chi era il vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 6^ puntata

 

Fuga in Egitto - Guttuso
Fuga in Egitto
R. Guttuso



Prof. Rodolfo Costanza
Prof. Rodolfo Costanza

 
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
     
Fuga in Egitto - Guttuso
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)

(6^ puntata)

Cap. 5
All'ombra del monte Tabor

     Prendiamo a prestito la descrizione della “Galilea”, come s’immagina e la rappresenta Ernest Renan nel suo libro, Vita di Gesù.
     “Doveva essere un paese tutto verde, tutte ombre sorridenti, il vero paese del Cantico dei Cantici e delle canzoni del prediletto. A marzo e aprile la campagna è un denso cespuglio di fiori, a tinte incomparabilmente dense. Piccoli vi crescono gli animali, ma di estrema dolcezza. Svelte e vivaci tortorelle, merli azzurri sì lievi che non piegano l’erba su cui posano, allodole capellute che camminano quasi tra i piedi del viandante, piccole testuggini da ruscello dagli occhi vivaci e mansueti, cicogne che si atteggiano gravi e pudiche ma non più timide che si lasciano avvicinare dall’uomo, e sembra lo chiamino. In nessun paese del mondo le montagne si dispiegano con più armonia e ispirano più alti pensieri”.
     La Galilea era allora una regione di lingua siro-aramaica abitata da Israeliti e da molti Fenici, Siri, Arabi e Greci e dove i sommovimenti politici portavano a improvvise rivolte contro i governanti di turno.
     Siamo a Nazareth alla fine di febbraio dell’anno 8 a.C.. La strada s’inerpica per la collina in mezzo a vigneti, campi di grano e terre punteggiate di fichi, ulivi, alberi di pere, pesche, pistacchi e carrubi. Fra i tornanti si vedono arrancare asini, muli, donne, uomini e qualche ragazzo che rientrano a Nazareth dopo una lunga giornata di faticoso lavoro nei campi.
     Nazareth è un borgo situato in una piccola valle in mezzo alle colline che chiudono la piana di Esbreton circondata da ubertosi giardini che emanano una verde frescura.
     Il sole come un disco rosso, annebbiato dall’accumulo della calura diurna, ormai rasenta a ovest la linea dei monti antistanti al mare. Di lì a poco l’astro diurno scomparirà per essere poi inghiottito dalle acque azzurre prospicienti l’estrema punta orientale dell’isola di Cipro, di fronte alle città fenicie, per rinfrescarsi tutta la notte in quell’oscuro pelago e per riprendere vigore all’alba del giorno dopo.
     Il paesino si staglia sul fianco di una bassa collina all’ombra del monte Tabor, le piccole alture degradano verso il grigio cupo del lago di Tiberiade. Le casupole, tutte basse e di color bianco sporco tendente al grigio, sono tutte fatte di gesso salato estratto da una vicina cava. Gesso che nel periodo invernale rende gli ambienti interni molto umidi e freddi, a volte riscaldati da bracieri posti su bassi piedistalli di legno a forma di corona collocati al centro dell’unica camera, di cui, di solito, sono costruite le case dei poveri.
     La quasi totalità delle persone abita in questi catoi. Il paese è abitato da poco meno di cinquanta famiglie che conducono una vita tranquilla fatta di duro lavoro agricolo, di reciproco aiuto nel portare avanti una vita di stenti e nell’allevare la prole.
     Vivono in questo villaggio anche il fariseo Gioacchino e sua moglie Hanna, sono ormai anziani e benestanti contadini che si guadagnano il pane con fatica lavorando e facendo lavorare le proprie terre da braccianti di Nazareth e dei paesi vicini. Essi sono dei proprietari di terra che vivono del proprio lavoro come la maggior parte dei contadini. Abitano con la giovane figlia Myriam in una casetta costituita da diversi locali che fa parte di altre abitazioni che formano un ampio cortile.
     L’ultimo locale in fondo alla loro abitazione è una grotta incavata nel fianco della collina, sul cui pavimento, fatto di terra battuta, c’è ammassata della paglia. In fondo, si trova una piccola mangiatoia addossata al muro dove è messa la biada per la capra e per l’asino. Inoltre, la grotta comunica con il giardino esterno attraverso un’apertura laterale dalla quale transitano i due animali, comprese le poche galline che, una volta smesse di produrre uova, sono uccise e cucinate per le grandi feste religiose.
     Nonostante tutto, la casa è tenuta pulita e ordinata, ciò è merito sicuramente di Myriam la quale, come tutte le ragazze, non frequenta la scuola della sinagoga, pertanto, si dedica alle faccende domestiche. I suoi pensieri, come quelli di tutte le giovani del villaggio, ruotano attorno ai bisogni propri e della famiglia, e sono popolati da qualche bel ragazzo che ha l’ardire di guardarla quando essa si reca alla sinagoga del paese, o quando va alla fonte a riempire il suo orcio d’acqua.
     Hanna, la madre di Myriam, è nata a Sepphoris e i suoi genitori sono originari di Gamala, lontana parente del rivoluzionario Giuda il galileo (fondatore della setta degli zeloti, era figlio del ribelle Ezechia fatto uccidere da Erode molti anni prima. Gli Zeloti erano membri di una fazione politica antiromana, i loro obiettivi erano la cacciata dei romani da Israele, la costruzione del regno di Dio in Israele, attraverso una rivolta violenta) figlio del famoso rabbi e capopopolo Ezechia, ricercato e fatto uccidere da Erode alcuni decenni prima. Mentre Gioacchino appartiene a una famiglia facoltosa di Sepphoris di origine davidica e si può ben definire un appartenente alla setta dei Farisei timorati di Dio che aveva conosciuto Hanna nella stessa città. Si afferma in paese che Hanna, nonostante la sua illustre discendenza, è una persona umile, stanca di far parte di una parentela di rivoluzionari fanatici. Essa aveva deciso di unirsi in sposa a Gioacchino pur di uscire dal suo turbolento parentado e poi perché lo considerava un giovane tranquillo e laborioso.
     Nonostante i lutti provocati dai suoi parenti di Gamala, Hanna non rinnega le sue origini, anzi, per certi aspetti ne è orgogliosa. Lei preferisce, però, una religiosità tranquilla, pacifica, e una vita serena e laboriosa con il suo Gioacchino e la figlia, tra lavori di campagna e partecipazione ai riti  religiosi e ai tranquilli incontri con le donne della sua età all’uscita dalla sinagoga o alla piazzetta del mercato (alle donne non era concesso istruirsi e frequentare le scuole. Esse, ritenute incorreggibili e facili all’adulterio, godevano, presso il popolo ebraico, di scarsa considerazione. Esse erano emarginate in vario modo, escluse dalla partecipazione alla vita pubblica, relegate esclusivamente nel ruolo di madri e domestiche).
     La monotona vita a Nazaret è solo interrotta dal sabbath (sabato), il giorno di riposo assoluto dedicato ad Adonai, in cui è vietato lavorare. I fedeli si riuniscono nell’unica “casa di preghiera” (piccola sinagoga) del paese per ringraziare l’Altissimo della protezione che accorda a tutta la comunità (la sinagoga in seguito diventerà il centro spirituale del popolo ebraico della diaspora).
     Le adunanze in sinagoga si tengono tutti i sabati e negli altri giorni festivi durante la tarda mattinata e in occasioni particolari. Le funzioni dedicate all’unico dio di Israele sono partecipate con un certo fervore da tutte le famiglie, compresa quella di Myriam.
     Nessuno mette in dubbio l’esistenza di Adonai Dio d’Israele, come avviene nei vicini paesi ormai mezzi ellenizzati. La cultura greco-romana tuttavia non è riuscita a influenzare questo sperduto paese della Galilea, infatti, non ci sono né templi, né ginnasi, né bagni pubblici e neanche scuole fondate dai gentili come nella vicina Sepphoris o Tiberiade.
     L’unica istituzione che influenza pesantemente le menti e l’educazione di quelle poche anime è la piccola “sinagoga”. Essa funge per tutti ragazzini anche da scuola (bet ha-midrash) che si trova in un locale attiguo al tempio, ove sono acriticamente insegnati i precetti della religione di Mosè e i rudimenti dello scrivere e tirar di conto (fra gli Ebrei maschi d’Israele il saper leggere e scrivere in aramaico erano molto diffusi e facevano parte dell’istruzione di base). Se poi qualche bambino eccelle nell’apprendimento dei saperi divini della Toràh, su proposta del rabbino del paese è inviato, con il consenso dei genitori, nella scuola ebraica della vicina cittadina di Sepphoris.

Cap. 6
Le afflizioni di un anziano vedovo

     Uno dei membri della comunità dei credenti in Adonai di Nazaret che ha superato da poco i cinquantasette anni, che frequenta assiduamente la sinagoga e fa parte del consiglio degli anziani, è il pio e canuto Joseph ben Jakob della stirpe di David. È un uomo dal fisico asciutto e forte, di media statura, pelle leggermente olivastra, capelli lunghi fino alle spalle, occhi vivaci color nocciola, viso espressivo coperto da una folta barba e una bocca mancante di qualche dente. Egli si era trasferito quindici anni prima da Betlemme nel paesino di Nazareth a causa dei contrasti avuti nei primi anni della ricostruzione del Tempio di Gerusalemme con i sacerdoti sadducei e per l’attentato a Erode fallito miseramente cui aveva indirettamente partecipato.
     Joseph era stato assunto come carpentiere specializzato e sacerdote consacrato per la ricostruzione del nuovo Tempio che Erode aveva deciso di ingrandire. Joseph, durante i pochi anni di lavoro al Tempio, si era reso conto che la classe dirigente sacerdotale era venale, approfittatrice e connivente nello sfruttare il popolo. Egli tacciava continuamente i sacerdoti più in vista di essere dei servi di Erode, gente corrotta che non era in grado di ribellarsi al tiranno e all’occupazione dei Romani.
     I Sadducei, stanchi e irritati dalle accuse proferite incautamente da Joseph, cominciarono a vessarlo fino al punto che sparsero la voce che egli non solo era seguace del ribelle Ezechia, sconfitto e ucciso da Erode in uno scontro armato tanti anni prima, ma che, assieme alla sua confraternita di Naziroi e alcun Farisei, avesse appoggiato i fautori dell’ultimo fallito attentato al re.
     Joseph corre il rischio, immaginando che l’accusa arrivi alle orecchie della polizia segreta di Erode, di essere subito processato e messo in galera per molti anni. Onde evitare di essere arrestato, si trasferisce dall’arida e stepposa Betlemme, posta a pochi chilometri da Gerusalemme, alla rigogliosa e verde Galilea, nel villaggio di Nazareth, dove nessuno lo conosce e potrebbe cercarlo.
     Joseph è benvoluto da tutta la comunità del villaggio di Nazareth per la sua laboriosità e il suo carattere mite, serio e fermo. Egli è sempre disponibile ad aiutare chiunque chieda la sua collaborazione, inoltre, non lesina mai un buon consiglio quando gli viene chiesto. In ragione del suo onesto lavoro è conosciuto non solo a Nazareth ma anche nei villaggi vicini e a Sepphoris. Egli è il téktōn (costruttore. La professione di Giuseppe è citata nei Vangeli quando si dice che Gesù era figlio di un téktōn. Il termine greco téktōn è interpretato in vari modi. Si tratta di un titolo generico che non indicava i semplici lavori di carpenteria ma un’attività legata alle costruzioni edilizie; cfr Matteo 13:55) più apprezzato della zona, ciò gli consente di vivere una vita decorosa, il che, agli occhi dei credenti, è una grande virtù. Del resto il dotto e saggio Shammai, esortava le persone ad amare il lavoro e a desiderar meno i beni terreni.
     Joseph è vedovo e vive solo da lungo tempo; invece suo fratello Alfeo, più giovane di età, vive a Cafarnao. Nonostante ogni tanto il fratello lo vada a trovare, il conforto di Joseph è il lavoro, la stima della comunità di Nazareth e la fede nel dio dei padri.
     La sua bottega nel pomeriggio è frequentata da un paio di ragazzi ai quali dedica una parte del tempo per trasmettere loro il suo mestiere. Del resto, è consuetudine da parte di quasi tutte le famiglie inviare i propri figli, dopo le ore di scuola mattutine e il riposo pomeridiano, nelle botteghe degli artigiani per far apprendere loro un mestiere. Così, quando saranno grandi e giovani, potranno costruirsi una vita dignitosa e piena di fatiche e in sintonia con il credo ebraico.
     Joseph, ormai avanti negli anni, è rimasto solo. Il rabbino e tutti i notabili del villaggio lo esortano a risposarsi. Nazareth dà la facoltà di scegliere un buon partito tra le timorate vedove o tra le donne rimaste zitelle. Non è inusuale che le famiglie sposino anche le proprie giovani figlie con anziani vedovi benestanti, in mancanza di giovanotti emigrati nelle città ellenizzate di Israele, Siria, Fenicia e Asia Minore.
     Ormai si è reso conto che per lui è necessaria una compagna. A volte lo prendono la solitudine e la tristezza, che riesce a spezzare con le preghiere oppure passeggiando e raggiungendo l’estremo limite orientale del paese, ove c’è un piccolo belvedere che si affaccia sui campi coltivati della sottostante valle. Egli si siede sotto a un grande albero di quercia, sul muretto che delimita il pianoro dove sorge il paese, dal quale si gode un verde paesaggio fatto di valli e colline. Sullo sfondo a est s’intravede appena l’azzurro lago su cui si affaccia la profana città di Tiberiade (detto anche Mare di Galilea o di Kinneret. È il più grande lago d’acqua dolce dello Stato di Israele. Nell’ambito della cultura ebraica, anche i laghi erano chiamati “mare”) popolata quasi interamente di gentili.
     Un lago tranquillo, come la gente che abita le sue rive, pescoso di tinche, carpe, lucci, trote e poi contornato di arbusti profumati, di fiori e di piante da frutto. Ci sono fichi e oleandri, palme, piante di aloe e felci che si piegano ai soffi del vento tiepido proveniente da sud. Dietro al lago si scorge la poco fertile Traconitide.
     A sud-est si staglia la maestosa mole del monte Tabor dalla vetta rotonda da sembrare un prosperoso seno di donna. S’intravede anche la valle del Giordano oltre il quale si stendono le brulle colline, aride e steppose della Decapoli e della Perea. A nord s’intuiscono le verdi terre dell’altipiano dell’Iturea che ha come sfondo le tre cime nevose dello ieratico monte Ermon che proietta le sue dolci ombre sulla fertile e fresca oasi di Damasco.
     Quell’immenso e maestoso paesaggio lo concilia con gli uomini, con Dio e con se stesso, facendo scomparire per breve tempo la sua tristezza e la sua solitudine. Tutto ciò gli fa immaginare, quando la morte lo avrà ghermito, che Elohim lo premierà facendolo vivere nei suoi verdi pascoli, che Joseph immagina simili alle terre che si stendono davanti a lui. Mentre osserva questi paesaggi, il suo pensiero va a quando era un giovane sacerdote e anche un Nazireo stimato per il rigore nell’osservare le tradizioni della confraternita e i precetti della Toràh. Egli si era astenuto dal tagliarsi i capelli, dal bere vino, dall’avvicinarsi alle donne e ai cadaveri per tre anni, per tutta la durata del suo nazireato. Alla fine dei suoi voti si era tagliato i capelli e li aveva fatti bruciare sull’altare del Tempio di Gerusalemme in dono a Elohim. Quando si è stato Nazireo, affermano gli Ebrei, si rimane tale per tutta la vita. Infatti, egli apparteneva ormai idealmente a quella confraternita e gli sarebbe rimasto fedele fino alla fine dei suoi giorni.
     La sua mente ritorna sovente alle vedove e alle zitelle del paese, di cui desidera sposarne una, ma ormai è avanti negli anni e fra non molto sarebbe stato di peso per una giovane moglie. Di questo suo desiderio, il sabato precedente, dopo la funzione religiosa, ne aveva parlato al rabbino il quale si era dimostrato favorevole a un eventuale matrimonio. Il rabbi si era reso disponibile a fare da mezzano con le famiglie che fossero interessate a voler maritare qualcuna delle proprie figlie.
     Nazareth è apparentemente un tranquillo, piccolo mondo, quasi privo di giovani andati via a causa della disoccupazione e per l’impossibilità di trovare un lavoro decoroso. Il paese in realtà è pervaso da un’inquietudine manifestata dai pochi giovani rimasti, taciuta per quieto vivere e per non suscitare reazione di condanna da parte degli anziani legati alla tradizionale cultura ebraico-religiosa.
     Qualche giovane si chiede se sia giusto continuare a seguire alcuni riti e tradizioni religiose per le quali non si giustifica, sotto molti aspetti, il loro perdurare e incidere nella vita delle persone. Il rabbino e la maggior parte dei fedeli motivano tali riti con il fatto che sono stati imposti da Yahwèh per mezzo dei profeti e che nessun precetto sia inutile se è gradito a Dio. Se qualcuno manifesta delle perplessità, è criticato e isolato dalla comunità, fino al punto che è costretto ad allontanarsi dal paese, cercando asilo in quelle cittadine che fanno corona al lago di Tiberiade o verso il mondo siriano, oppure a stabilirsi nella vicina Sepphoris. In queste cittadine predomina la variegata cultura ellenistica, come avviene nelle popolose e tolleranti città della costa come Cesarea, in cui ha preso piede una cosmopolita cultura mediterranea e greco-romana.
     Proprio nel giorno in cui Josep è preso da questi pensieri, Myriam è invitata presso anziani parenti, Isac ben Levì e la moglie Noemi, di Sepphoris (secondo un’antica tradizione cristiana, i genitori di Maria, Anna e Gioacchino, erano persone benestanti originarie di Sepphoris. E si pensa che Maria fosse nata in questa città e che tutta la famiglia dopo pochi anni si fosse trasferita a Nazareth ove possedevano delle terre), proprietari di un opificio che fabbrica tappeti e stuoie, a trascorrere due settimane con loro come tante altre volte negli anni passati. Invito al quale Myriam e la sua famiglia acconsentono volentieri
.

Rodolfo Costanza

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 31 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore
.
© Riproduzione riservata.
  

 

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31/01/2021

Letture Sponsali. "Mettendo al centro la persona"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

Gesù predica con autorità, la sua predicazione non è come quella degli scribi: questi infatti sono predicatori di professione e non vanno al “cuore”, al centro di ogni uomo e donna per sconvolgerne la vita; Gesù invece predica mettendo al centro la persona, nelle sue parole c’è l’esperienza dell’Uomo, per intero.
Non a caso il Vangelo di Marco parla di un miracolo, di un fatto straordinario che sconvolge tutti: scaccia uno spirito impuro. Stranamente - ma forse anche non tanto - è il demonio che riconosce Gesù come il Santo di Dio. Gesù gli impone di tacere.
Cosa non secondaria è che questo indemoniato si trova in una sinagoga, insomma in un tempio, una chiesa - diremmo noi oggi.
Quasi un monito: non ci accontentiamo di una fede “da chiesa”, cioè che si nutra solo di vuote ritualità, devozionismi che ci rassicurano, consolano e ci fanno pensare di essere nel giusto, dalla parte dei “buoni”.
Nulla di più ingannevole: la fede deve uscire fuori, Dio non è venuto fra noi per “rovinarci”, come accusa lo spirito immondo, ma la vera fede, scuote, sradica, muta il cuore di pietra in uno di carne.
Dio vive con noi, tra noi, è con noi nella vita nelle nostre case, scuole, luoghi di lavoro, nel rapporto con i nostri figli, con il nostro coniuge, con i nostri genitori.
Egli non è relegabile e non si fa relegare in una formula, un santino, una statuina fredda e rigida ma illumina le scelte del quotidiano.
Gloria e Luciano

Punto chiave
Nella IV domenica del Tempo Ordinario osserviamo Cristo che si presenta nella sinagoga manifestando la propria capacità di insegnare e la propria autorità dinnanzi a chi lo ascolta.
L'autorità di Gesù deriva dall'essere figlio di Dio, è frutto della paternità di Dio. Gesù inizia la propria missione nel mondo liberando l'uomo dalla malattia e dalla dipendenza dagli idoli.
Alla base del processo di guarigione c'è la forza rigenerante e liberante della Parola Di Dio. La Parola è lo specchio attraverso cui possiamo comprendere se siamo dissonanti rispetto alla volontà del Signore, se siamo distanti dalla sua via.
Nel brano evangelico odierno, Cristo libera l'indemoniato mediante la Parola, lo schioda dal suo male per guarirlo.
La liberazione dal proprio male non è mai un processo semplice, né é indolore, perché spesso siamo abbarbicati ai nostri idoli e abbiamo paura di affidarci a Dio e di esserne plasmati.
E, tuttavia, la liberazione attraverso la Parola è l'unica via per una autentica libertà interiore, per la realizzazione di una pienezza di vita.
Chiara e Fabio

 
Redazione
31 gennaio 2021
.
  

 

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30/01/2021

Solidarietà. Progetto di "Casa Rosetta" in Tanzania: prevenzione e cura dei Disturbi da Uso di Sostanza

 

Progetto di "Casa Rosetta" in Tanzania

Progetto di "Casa Rosetta" in TanzaniaPrevenire e curare i disturbi da uso di sostanze. Promozione della salute e diritto di accesso alle cure in Tanzania. Un progetto per l’informazione, l’educazione e la comunicazione in due città della Regione di Tanga: Tanga City e Muheza.
Si è conclusa il 23 gennaio 2021 la prima fase del Progetto di formazione e sensibilizzazione sulla prevenzione e trattamento dei disturbi d’uso di sostanze che Casa Rosetta ha avviato a Tanga, in Tanzania, nell’agosto del 2019. La pandemia da Covid-19 ha imposto un rallentamento delle attività e costretto ad adottare soluzioni alternative, come la didattica a distanza. Grazie alla tecnologia digitale, Casa Rosetta potrà portare a compimento le attività previste dal progetto e garantirne la sostenibilità.
Il programma si sviluppa in parallelo alle attività della missione per bambini orfani che vivono con l’infezione da HIV o con la malattia AIDS e per bambini con disabilità neuro psicomotorie, che il fondatore di Casa Rosetta, don Vincenzo Sorce, avviò nel 2005, costruendo una Casa Famiglia per l’accoglienza dei bambini e un Centro di riabilitazione.
L’Associazione Casa Rosetta, organizzazione in Stato Consultivo Speciale con Economic e Social Council dell’ONU (ECOSOC) e nella sua qualità di National Chapter di ISSUP-Italy (International Society for Substance Use Professionals), ha come obiettivo quello di promuovere i Diritti Umani e contribuire allo sviluppo locale dei Paesi poveri, anche attraverso la formazione continua. Per la sua esperienza ultratrentennale nel campo del trattamento delle dipendenze da sostanza, Casa Rosetta è oggi Implementer Partner dell’UNODC per lo sviluppo di un programma di prevenzione e trattamento dei Disturbi da Uso di Sostanze, a Tanga, territorio già martoriato dai problemi della povertà e dell’AIDS.
In Tanzania la maggioranza delle persone vive in villaggi e zone rurali; il 51% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, la speranza di vita si attesta intorno ai 50 anni, la mortalità infantile neonatale supera il 40 per mille e la prevalenza di adulti che vivono con HIV/AIDS è del 5%. La povertà è certamente la principale delle cause che determinano condizioni di vita precarie; determina la malnutrizione, la scarsa igiene, il diffondersi delle malattie; incrementa la corruzione, la criminalità; è causa dei traffici illeciti come quello della droga.
La Tanzania è diventata zona di transito del traffico di droga; nei paesi di frontiera e lungo la costa sull’Oceano Indiano la droga arriva dall’oriente per transitare e raggiungere l’America Latina e il Nord America, per poi giungere in Europa. In Tanzania il narcotraffico trova facilmente giovani da assoldare per il trasporto illecito, riuscendo facilmente e superare barriere e controlli. Sono questi stessi giovani che da trafficanti diventano utilizzatori e poi tossicodipendenti. Casa Rosetta ha raccolto i bisogni di informazione e conoscenza e soprattutto di servizi sanitari e di recupero nelle città di Tanga e Muheza, che riceveranno dal progetto un importante contributo al fine di avviare una rete socio-sanitaria di aiuto alle persone. Il Progetto, in collaborazione con l’UNODC, l'Organizzazione The Colombo Plan (Sri Lanka), e il Dipartimento di Stato Americano - Bureau of International Narcotics and Law Enforcement Affairs (INL), si sviluppa nelle città di Tanga e di Muheza, nella regione di Tanga.

Formazione in aula al Mkonge Hotel. Tanga, 5-17/10/2020; 11-23/01/2021
(Formazione in aula al Mkonge Hotel. Tanga, 5-17/10/2020; 11-23/01/2021)

Oltre alle attività formative rivolte agli operatori socio sanitari di Tanga e Muheza, impegnati nella lotta alla droga e nel trattamento dei SUD (Disturbi da Uso di Sostanze), il progetto prevede lo svolgimento di una campagna di sensibilizzazione e animazione territoriale, con la collocazione di postazioni ambulatori mobili (chioschi) che serviranno a diffondere le informazioni corrette alla popolazione e offrire consulenze individuali. Anche per questa attività, l'obiettivo è quello di poter avviare una rete attiva, in collaborazione con altre realtà sociali e sanitarie del territorio, al fine di garantire continuità al progetto, voluto dalla tenacia e lungimirante visione del fondatore dell'Associazione, padre Vincenzo Sorce.
Esso, da un lato, si prefigge di diffondere informazioni corrette sui danni dell’uso di droghe e sulle sue conseguenze, e di fornire agli adolescenti strumenti di protezione (life skills) contro la spinta sociale che induce all’inizio dell’uso di sostanze psicotrope. Dall’altro, intende sostenere il diritto di accesso alle cure delle persone con tossicodipendenza, riducendo l’aspetto stigmatizzante che li emargina e offrendo l'opportunità di un trattamento psicosociale che favorisca oltre alla disintossicazione anche il reinserimento nella società. Il progetto, inoltre, rappresenta un importante intervento di sviluppo locale e di economia sostenibile. Esso, infatti, oltre a garantire la crescita culturale degli operatori sanitari, rappresenta una opportunità di sviluppo economico e sociale, giacché le risorse umane impiegate saranno originarie del luogo e la costruzione della rete socio-economica potrà avere ricadute positive sullo sviluppo locale.
La Missione di Casa Rosetta a Tanga, dopo oltre quindici anni di impegno per i bambini orfani colpiti dal virus HIV, rispondendo agli obiettivi di sviluppo del millennio MDGs 2030, oggi si rivolge anche ad un'altra parte della popolazione ferita.
Il progetto è coordinato dal dott. Pietro Cipolla, membro del consiglio direttivo della Associazione, in collaborazione con la dott.ssa Giovanna Garofalo, responsabile della Formazione Casa Rosetta.
Insieme al presidente in carica, il dott. Giorgio De Cristoforo, che fa parte della famiglia Casa Rosetta sin dal suo nascere, gli operatori portano avanti un progetto immaginando un futuro possibile per Tanga e la Tanzania.
Come in Italia e in Brasile, in Tanzania il “Coraggio di Osare” di padre Vincenzo continua a portare i suoi frutti: una comunità che cresce nel nome dell’Amore.

Lancio della Campagna IEC con i piccoli di Casa Famiglia Rosetta - Tanga, 23 gennaio 2021
(Lancio della Campagna IEC con i piccoli di Casa Famiglia Rosetta - Tanga, 23 gennaio 2021)

A Tanga abbiamo concluso la seconda sessione dei corsi Base Universal Treatment Curriculum (UTC) con un convegno che si è svolto presso il Mkonge Hotel, in una bellissima zona residenziale, di fronte alla nostra Casa Famiglia, lungo la costa dell'Oceano Indiano coperta da rigogliose mangrovie”, annuncia con entusiasmo il Coordinatore del Progetto, Pietro Cipolla, raccontando la giornata di chiusura della prima fase del progetto e di lancio della seconda fase: la campagna di sensibilizzazione e lotta alla droga.
Il corso si è articolato in due sessioni di due settimane ciascuna (5-17 ottobre 2020; 11-23 gennaio 2021), durante le quali sono stati condotti otto moduli per complessive 160 ore, sul trattamento dei Disturbi da Uso di Sostanze (SUD).
Un corso parallelo di tre giornate, per complessive 20 ore, sul tema del “Sistema Territoriale per il trattamento dei SUD”, è stato condotto in remoto, con un collegamento congiunto tra Tanzania (dove erano tutti gli operatori partecipanti al corso), India (dove si trovava la docente, dr Thirumagal V.), Caltanissetta e Vienna (dove si trovavano i coordinatori di Casa Rosetta e dell’UNODC).
Al convegno conclusivo erano presenti rappresentanti delle autorità del Governo della Tanzania, del Ministero della Salute (MoHCDEC) e del DCEA (l’agenzia Anti-Droga dell’Ufficio del Primo Ministro), delle autorità locali, il Commissario regionale della Regione di Tanga e il Commissario del Distretto di Muheza, molti portatori di interesse (stakeholder), diversi rappresentanti delle varie religioni (musulmana in maggioranza, minoranze cattoliche, pastori protestanti, Hindu ecc…), medici e operatori sanitari dai vari ospedali presenti sul territorio (Bombo Regional Hospital, Tumaini Catholic Hospital), responsabili delle Sober Houses (Comunità Terapeutiche private).

Hanno partecipato al convegno con entusiasmo e gioia anche i bambini e i ragazzi di Casa Famiglia Rosetta, contribuendo all’accoglienza degli ospiti.

Partecipanti al Corso Base UTC serie 1-8, Tanga
(Partecipanti al Corso Base UTC serie 1-8, Tanga)

L’incontro è stato introdotto dal Dr Omary Ubuguyu, funzionario del Ministero della Salute e responsabile delle attività di Prevenzione SUD, nella qualità di Coordinatore Locale dell’intero progetto per Casa Rosetta, che ha presentato la campagna IEC (Information, Education, Communication), quale seconda fase del progetto.
Sono intervenuti, da remoto, per i saluti di benvenuto e i ringraziamenti, il dott. Pietro Cipolla, componente del Consiglio direttivo dell’Associazione Casa Rosetta e Coordinatore del Progetto, che dall’Italia ha inviato un messaggio preregistrato rivolto a tutti i presenti, e la responsabile di Casa Famiglia Rosetta - Tanga, Mrs Irene Almasi Kaoneca.
Per le Nazione Unite, ha trasmesso i saluti di benvenuto e i ringraziamenti la dott.ssa Giovanna Campello, Direttrice del “Prevention, Treatment and Rehabilitation Section” “United Nations Office on Drugs and Crime
(UNODC, Vienna).

Corso "Comunity-Based SUD Treatment". Gruppo dei partecipanti di Muheza
(Corso "Comunity-Based SUD Treatment". Gruppo dei partecipanti di Muheza)

Altri interventi si sono alternati nel corso della giornata.
Il dr Castory Munishi, in collaborazione con la dr Harrieth Peter Ndumwa, ha sviluppato per il progetto un'applicazione digitale, denominata HURU APP, che già adesso, in forma sperimentale, si può trovare sul web (www.huruapp.org) e in futuro potrà essere utilizzata da qualsiasi smartphone per avere informazioni sui rischi e pericoli da uso di sostanze, e sui servizi disponibili sul territorio. Questa Applicazione digitale servirà anche a costruire un network di salute per la prevenzione e il trattamento dei SUD che, per iniziare, riguarderà solo la Regione di Tanga, ma che ha l’ambizione di essere promossa e utilizzata a livello nazionale in tutta la Tanzania.
Castory e Harrieth sono stati bravissimi facilitatori durante i corsi. Castory ha reso un servizio indispensabile durante il corso in remoto
Community-based SUD Treatment per i trainees di Muheza, che è stato tenuto dal 19-21 gennaio dalla dr. V. Thirumagal, International Master Trainer. Questo corso ha coinvolto tre continenti: l'India da dove dr Thirumagal ha condotto tre giornate di formazione; l'Africa (Tanzania) dove si è svolto il corso ed erano presenti i partecipanti; e l'Europa (Italia) da dove è stato programmato, finanziato e diretto insieme a UNODC (Vienna). Complicatissimo ma riuscito, grazie alle piattaforme di comunicazione ZOOM e Teams Microsoft.
Molto interessante è stato l’intervento di una cantante e attrice locale Mrs Shella Mnyanyi, che si è offerta di contribuire alla campagna di sensibilizzazione nelle scuole e nelle piazze.


(Conclusione del corso “Community-Based SUD Treatment” in Tanga e Muheza)

Cosa prevede la campagna antidroga a Tanga nei prossimi sei mesi?
Per la riuscita del progetto, fondamentale sarà la collaborazione di tutti gli stakeholders presenti alla riunione e attivi sul territorio. Indispensabile sarà la collaborazione con il Ministero della Sanità e della DCEA. Partendo dalla collocazione di chioschi nei punti nevralgici della città di Tanga e del distretto di Muheza, - pubblicizzati su TV e radio locali (con poster pubblicitari col logo della campagna sui mezzi pubblici di trasporto, come i “dala dala”) - in cui si svolgeranno attività di sensibilizzazione (distribuzione di gadget, opuscoli informativi, interviste e questionari conoscitivi, attività ludiche per i bambini, ecc.) e orientamento e invio delle persone interessate ad attività di consulenza e interventi brevi presso le varie sedi socio-sanitarie presenti sul territorio, come la MAT Clinic al Bombo Hospital.
Inoltre, nelle scuole secondarie di Tanga e Muheza, si terranno incontri per sensibilizzare gli adolescenti sui problemi riguardanti le droghe iniziando con gli insegnanti referenti. Anche agli studenti saranno distribuiti opuscoli informativi, con testi in lingua Swahili e Inglese, e gadget (braccialetto di sisal, fibra tessile ottenuta dall’agave - pianta coltivata in tutta la regione) un manufatto realizzato per il Progetto da una artigiana Masai. Le scuole saranno coinvolte anche in una competizione per il miglior logo e poster, da utilizzare in tutta la campagna. Gli elaborati selezionati saranno premiati con uno smartphone.

Presentazione dell’applicazione digitale “HURU APP”
(Presentazione dell’applicazione digitale “HURU APP”)

Al centro dell'intera campagna sarà l'applicazione digitale “Huru App” che Casa Rosetta sta sviluppando insieme al Ministero della Salute della Tanzania, all'Università Muhimbili di Dar es Salaam, e all'UNODC. Inizialmente sarà utilizzata solo a Tanga e Muheza, come progetto pilota, con l’intento di estendere il suo impiego a tutta la Tanzania.
Originariamente ideata per compensare le difficoltà causate dalla pandemia COVID-19, mitigando le difficoltà create dal distanziamento sociale, HURU APP oggi ha, all’interno del progetto, una sua distinta autonomia per riuscire a collegare tutte le attività, presenti e future.
  
Redazione
30 gennaio 2021.
  

 

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29/01/2021

Scuola. In pagamento (in Banca) le Borse di Studio per gli studenti della scuola elementare e media

 

Borse di studio

In pagamento le borse di studio 2012/2013 e 2013/2014 (nei prossimi giorni anche 2014/2015 e 2015/2016) per gli studenti della scuola elementare e media (primaria e secondaria di primo grado).
Sono già in pagamento le somme delle borse di studio relative agli anni scolastici 2012/13 e 2013/2014 che riguardano le famiglie degli studenti delle scuole elementari e medie di Grotte. Nei prossimi giorni saranno disponibili anche i mandati d pagamento relativi agli anni 2014/2015 e 2015/2016. Le somme accreditate possono essere riscosse negli sportelli della Banca Unicredit di Racalmuto. Per la riscossione non vi è una scadenza immediata, per cui si consiglia di attendere qualche giorno affinché possano essere riscosse anche le annualità successive.
L'accesso nei locali della Banca è consentito solo tramite prenotazione (chiamare il numero 0922.085303).
L'accredito sarà automatico per coloro che hanno comunicato il proprio codice IBAN all'Ufficio Cultura di Grotte. Per accertarsi dell'eventuale accredito diretto sul proprio conto corrente, chiamare l'Ufficio Cultura al numero 0922.947503.
A quanti ne hanno fatto richiesta, l'importo verrà portato in compensazione dei tributi dovuti.

  
Redazione
29 gennaio 2021.
  

 

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28/01/2021

Attualità. Finalmente Venerabile. Vi raccontiamo padre Michele Arcangelo Vinti

 

Finalmente Venerabile. Vi raccontiamo padre Michele Arcangelo Vinti

Dopo tanti anni di attesa, finalmente padre Michele Arcangelo Maria Antonio Vinti è stato riconosciuto "Venerabile"; pertanto prosegue l'iter della causa di beatificazione che, se in futuro vi saranno i presupposti, gli consentiranno di ascendere agli onori degli altari.
Sull'argomento la testata giornalistica "Malgrado tutto web" ha organizzato per domani sera, venerdi 29 gennaio 2021 a partire dalle ore 19.00 sulla pagina Facebook
www.facebook.com/malgradotuttow una diretta video.
Saranno ospiti del direttore Egidio Terrana: Carmelo Arnone, Direttore di Grotte.Info; don Calogero Morgante, Postulatore della Causa di Beatificazione di Padre Vinti; Alfonso Provvidenza, Sindaco di Grotte; Daniela Spalanca, Giornalista; Salvatore Filippo Vitello, Magistrato
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Redazione
28 gennaio 2021
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28/01/2021

Scuola. Entro il 31 gennaio, in pagamento all'Ufficio Postale la Borsa di Studio per gli studenti delle superiori

 

Voucher - borsa di studio - IoStudio
Sito ufficiale

Erogazione delle Borse di studio relative all’anno scolastico 2019/2020. In pagamento entro il 31 gennaio 2021.
Borse di studio "Fondo unico per il Diritto allo Studio" è una iniziativa del MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) per il contrasto alla dispersione scolastica e il potenziamento del Diritto allo Studio, dedicata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado con reddito basso (vedi il sito ufficiale).
Gli studenti beneficiari sono stati individuati dalle rispettive Regioni tramite apposito Bando o anche sulla base di graduatorie già esistenti e finalizzate all'erogazione di analoghi benefici.
Per ritirare la borsa di studio, gli studenti che sono stati inseriti dalle rispettive Regioni all'interno degli elenchi dei soggetti beneficiari, possono recarsi presso qualsiasi Ufficio Postale, senza necessità di utilizzare o esibire la Carta dello Studente IoStudio, ma semplicemente richiedendo all'operatore di sportello di incassare una borsa di studio erogata dal MIUR attraverso un "Bonifico domiciliato" ed esibendo i codici fiscali e i documenti di identità in corso di validità.
Per gli studenti beneficiari minorenni è necessario che un genitore che esercita la responsabilità genitoriale o chi ne fa le veci, si rechi in Ufficio Postale munito di:
- proprio documento di identità in corso di validità, ciò per l'identificazione;
- proprio codice fiscale;
- documento di identità in corso di validità dello studente beneficiario della borsa di studio;
- codice fiscale dello studente beneficiario della borsa di studio;
- copia compilata della dichiarazione sostitutiva (clicca qui per scaricare la dichiarazione sostitutiva) da firmare esclusivamente davanti all'operatore dell'ufficio postale. La dichiarazione sostitutiva è necessaria per auto-dichiarare l'idoneità ad esercitare l'atto di riscossione della borsa di studio in qualità di soggetto esercente la responsabilità genitoriale.
Per gli studenti beneficiari maggiorenni, è sufficiente che il beneficiario si presenti in un qualsiasi Ufficio Postale munito di documento d'identità valido e del proprio codice fiscale, comunicando all'operatore di sportello di dovere incassare una borsa di studio erogata dal MIUR attraverso un Bonifico domiciliato.
La scadenza per recarsi in ufficio postale e ritirare la borsa di studio in pagamento è il
31 gennaio 2021.
  
Redazione
28 gennaio 2021
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27/01/2021

Trasporti. Aeroporto di Birgi: in arrivo collegamenti da Trapani con la Grecia e Forlì

 

Aeroporto di Trapani Birgi
Trapani Birgi

Sono stati definiti gli accordi che porteranno una nuova compagnia aerea all’aeroporto di Trapani Birgi. Si tratta di Lumiwings, che collegherà il Vincenzo Florio a Forlì, dal 28 marzo, e dalla prima settimana di giugno Santorini, Rodi e Heraklion (Creta), in Grecia.
Ci sarà anche la possibilità grazie a Lumiwings di raggiungere da Trapani la Polonia (con le città di Katowice e Lodz) e la Romania (aeroporto di Arad) con un volo in connessione da Forlì.
"Nonostante le notevoli limitazioni imposte dalla pandemia - fa sapere il presidente di Airgest, Salvatore Ombra -, non abbiamo smesso di lavorare e programmare per offrire al territorio nuove occasioni di crescita e sviluppo. Salutiamo l'ingresso della compagnia Lumiwings, fondata ad Atene nel 2015 da veri appassionati per il volo e l’aeronautica, una compagnia giovane e dinamica che grazie alla grande esperienza dei soci, maturata nei settori charter e ACMI (noleggio ad altre compagnie aeree), ora si propone anche come compagnia di linea".
Nonostante la paura per il contagio da Covid-19 abbia disincentivato la mobilità aerea civile, prosegue l'attività dell'aeroporto di Trapani Birgi e delle compagnie che vi operano. Il Vincenzo Florio, è rimasto l'unico collegamento siciliano con Trieste, raggiungibile solo attraverso i voli, in continuità territoriale, assegnati a Tayaranjet. Il vettore di Sofia, inoltre, dalla data di inizio delle attività, il 18 dicembre scorso, è l’unico a non aver operato cancellazioni o riduzioni previste dal bando che prevede anche le tratte per Ancona e Perugia anche se per l’ultima settimana di gennaio ridurrà l’operativo al 50%.
Ad essere collegate a Birgi sono anche Parma, Napoli e Brindisi, in continuità territoriale con la compagnia aerea Albastar che garantisce anche i collegamenti con Roma e, di nuovo dal 5 marzo, con Milano Malpensa. Sospeso fino ad aprile il Cuneo. Da Trapani si continua a volare verso Torino con Blue Air. Il Bologna con Ryanair è sospeso per tutto febbraio. Permane il Pantelleria con DAT. Per tutti i passeggeri Airgest, società di gestione dell’aeroporto di Trapani Birgi, offre il parcheggio di fronte al terminal a soli 3,5 euro al giorno e mezz’ora gratuita per gli accompagnatori
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Redazione
27 gennaio 2021
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27/01/2021

Storia. "27 gennaio1945, il giorno della Shoah"; di Enzo Allegro

 

Shoah
Shoah

Avete mai sentito parlare della bolla finanziaria dei tulipani? Questa è avvenuta nel 1637, pochi anni dopo (per la precisione 30 anni dopo) la nascita della prima borsa valori mondiale, ad Amsterdam in Olanda.
Un’altra importante bolla finanziaria è  avvenuta nel 1720, quando fallì la South Sea Company, una società inglese nata per sfruttare i commerci con l’America Latina; anche lo scienziato Isaac Newton ci rimise parecchi quattrini in questa impresa.
John Kenneth Galbraith, un economista contemporaneo, consigliere economico di Kennedy e di Bill Clinton, scrisse qualcosa sull'argomento: “... i mercati sono caratterizzati ... da una memoria finanziaria estremamente corta. Di conseguenza, i disastri finanziari vengo presto dimenticati. Non solo: quando si ripresentato le stesse circostanze … una nuova generazione, spesso giovane e sempre molto sicura di sé, le accoglie come scoperte estremamente innovative per il mondo finanziario e per il più vasto universo economico. Sono pochi gli ambiti dell’attività umana in cui la storia conta poco come nel mondo della finanza”.
Cosa abbiamo imparato dalla storia dei disastri finanziari? Poco o nulla! Tanto è vero che  negli ultimi tempi quasi ogni 10 anni si ripetono drammatiche crisi come quella del 2000 ad opera delle società tecnologiche; nel 2008-2009 si presentò quella dei mutui sub-prime (titoli immobiliari) e del fallimento di Lehman Brothers.

Tutto questo cosa c'entra con il 27 gennaio, con la Shoah? Abbiamo visto come ci si dimentica in fretta delle bolle finanziarie, come si impari poco dalla storia economica pregressa. Ahimè, triste a dirsi, non abbiamo la memoria corta solo per la storia dell’economia, ma anche per la storia della politica, delle istituzioni, della guerra, dei genocidi, dell’emigrazione di massa… qui l’elenco è molto lungo.

Shoah

Il 27 gennaio 1945 avvenne la liberazione dei sopravvissuti nel campo di sterminio di Auschwitz in Polonia, da parte dell’esercito sovietico. Nei 5 anni precedenti la furia nazista perpetrò lo sterminio di milioni di persone, soprattutto ebrei ma non solo. Furono vittime della Shoah le popolazioni slave delle regioni dell’Est Europa, prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, massoni, minoranze etniche come i rom, gruppi religioni come i testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e portatori di handicap fisici e mentali.
Cosa abbiamo imparato? La memoria si è dimostrata corta. Poco dopo la liberazione di Auschwitz, gli stessi sovietici si macchiarono di orrendi crimini conosciuti come le “purghe di Stalin”. Nel mondo moderno si sono perpetrati genocidi come nel Ruanda (in Africa) tra Hutu e Tutsi, a “casa nostra” in Europa nella ex Jugoslavia.
Mentre noi stiamo seduti sul nostro divano in altre zone del mondo si sta continuando ad uccidere.
Purtroppo sino a quando nella nostra vita ci faremo guidare da sentimenti e qualità negative come egoismo, odio (verso l’altro, le donne, gli stranieri, gli indifesi, i diversi da noi...), attaccamento al denaro, superbia, orgoglio, razzismo, slealtà, ingratitudine... non andremo da nessuna parte. Sarà dietro l’angolo un nuovo 27 gennaio.
Dovremmo provare a sostituire questi sentimenti e qualità negative con sentimenti e qualità positive, in primis l’amore. 
 

Enzo Allegro
27 gennaio 2021

© Riproduzione riservata.
  

 

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26/01/2021

Racalmuto. Dal presidente Sergio Pagliaro, saluti e auguri ad Angelo Carlisi e Aristotele Cuffaro

 

Sergio Pagliaro
Sergio Pagliaro

Messaggio di saluto e di augurio da parte del Presidente del Consiglio comunale di Racalmuto, Sergio Pagliaro, all'ex Presidente del Consiglio comunale di Grotte, Angelo Carlisi, e al nuovo Presidente, Aristotele Cuffaro.

*****

"Angelo Carlisi è un carissimo e fraterno amico, prima che collega politico; ci legano tanti anni di stima e amicizia reciproca. Tutto inizia più di 20 anni fa, quando ero già simpatizzante del gruppo politico di cui ha fatto parte suo papà Antonio, di cui sono stato sempre uno stimatore.
Ha esercitato il ruolo di Presidente dell'Assise in maniera ineccepibile, molto attento alle problematiche della gente e dell'intero paese. Riconosco in lui un grande stile con cui ha esercitato il suo mandato: con professionalità, disponibilità, devozione e con una forte attenzione alle fasce più deboli. Ha saputo creare in questi anni una vasta rete di relazioni con altre istituzioni nell'interesse della comunità.

Al neo eletto presidente del Consiglio Aristotele Cuffaro auguro un buon  lavoro nel nuovo prestigioso incarico
". 
 

 

   

Sergio Pagliaro
(Presidente del Consiglio comunale di Racalmuto)
 

 

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25/01/2021

Politica. "Parco giochi inclusivo: altri Comuni sì, Grotte no"; di Leonardo Cutaia

 

Parco giochi inclusivo
Parco giochi inclusivo

Leonardo Cutaia (già Consigliere comunale al Comune di Grotte) interviene in merito all'esclusione, dal finanziamento regionale, del progetto per la realizzazione a Grotte di un parco giochi inclusivo.

*****

"Vorrei portare a conoscenza della cittadinanza, visto che da parte del Sindaco non è stata data nessuna comunicazione e vista la problematica che mi sta tanto a cuore, che il progetto sul parco gioco inclusivo presentato dal Comune di Grotte per una somma di circa 50.000 € (più il 16%  con compartecipazione) non è stato finanziato dalla Regione.

Parco giochi inclusivo

È giusto sapere che i parchi inclusivi dovevano nascere principalmente con l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale e sviluppare le capacità del bambino disabile al fine di valorizzare le potenzialità individuali, migliorando la qualità di vita, assicurando uguale accesso rispetto agli altri bambini alla partecipazione ad attività ludiche ricreative, facilitando l’interazione sociale e i rapporti amicali con altri bambini.
Ritengo che si tratti di una esclusione grave per la nostra comunità e fortemente penalizzante dei diritti di integrazione ed inclusione dei minori con disabilità.
Vorrei chiedere al sindaco Provvidenza se siano state presentate (ed eventualmente renderle note) osservazioni e memorie scritte in opposizione alla graduatoria provvisoria, come previsto dall’art 2 del decreto assessoriale del 06/11/2020, o se il Comune sia rimasto inerte fino alla pubblicazione della graduatoria definitiva del 28/12/2020.
Con l’occasione vorrei sensibilizzare la nostra compaesana deputata nazionale Rosalba Cimino di farsi carico, visto che i parchi giochi inclusivi dovevano essere finanziati con le risorse del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali, di presentare una interrogazione parlamentare al Ministro, affinché tutti i Comuni siciliani (non solo Grotte) esclusi dalla graduatoria, possano dotarsi di un parco gioco inclusivo evitando che si possano creare discriminazioni tra gli stessi.
Il mio sogno è quello di vedere la realizzazione di un parco gioco dove tutti  i bambini insieme ai loro genitori possano sorridere e far sorridere.

Grotte merita questo
". 
 

 

   

Leonardo Cutaia
 

 

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25/01/2021

Iniziative. "Grotte", videoclip in omaggio al mio paese; di Calogero Carlisi

 

"Grotte", in omaggio al mio paese
Guarda il video

Raccolto e intenso; così è "Grotte", il breve video che il giovane videomaker Calogero Carlisi (figlio d'arte) ha voluto realizzare per rendere omaggio al suo paese.

"Grotte", in omaggio al mio paese
(Guarda il video)

Calogero CarlisiBuon sangue non mente; in questo caso le premesse ci sono tutte.
Calogero Carlisi, primogenito del Maestro della Fotografia Franco Carlisi, con il videoclip che proponiamo  (guarda il video) - dal significativo titolo di "Grotte" - dimostra in primo luogo il proprio affetto verso il suo paese; in secondo luogo evidenzia le proprie molteplici capacità (di cameraman, fotografo, pilota di drone, regista e montatore video).
In poco più di un minuto (1 minuto e 14 secondi è la durata complessiva del videoclip prodotto dalla "Eidon - Wedding Photographers") è magistralmente condensata parte della bellezza di un luogo ma soprattutto di una comunità: ambienti, tradizioni, feste.
Alle varie spettacolari panoramiche aeree dell'abitato fanno seguito le immagini più particolari della cittadina: le chiese, la piazza, la fontana, i vicoli, la Torre del Palo, il Calvario, l'orologio comunale; e poi i suoni e i colori dell'inimitabile festa di Pasqua.
Un prezioso "cameo" da vedere (e rivedere).
  
  
Carmelo Arnone
25 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
  

 

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25/01/2021

Ecumenismo. "Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani"; riflessione a cura della prof.ssa Graziella Vizzini

 

Settimana di preghiera per l'unità dei Cristiani
Locandina

Riceviamo e pubblichiamo. 
 

"
La settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani ha inizio ogni anno il 18 gennaio e termina il 25 gennaio, festa della Conversione di san Paolo. Il tema proposto per quest’anno è stato : “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” (Gv 15,5- 9).

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

Le chiese e le confessioni cristiane stanno riflettendo, invocando più intensamente lo spirito di comunione. Hanno preparato il sussidio le monache di Grandchamp, realtà ecumenica in Svizzera.
Il Santo Padre Francesco l’ha definita una giornata importante e ha invitato tutti, concordi, a pregare affinché si compia il desiderio di Gesù: “Che tutti siano una cosa sola” (Gv 17, 21).
La preghiera è una realtà potente nella vita di un cristiano. La preghiera è trasformante. La preghiera trasforma. La preghiera ci mette in comunione con il Signore e con i fratelli. Pregare per l’Unità dei cristiani è una grande responsabilità di tutti i battezzati. Anche Gesù ha pregato il Padre, perché tutti siano uno. “Ut unum sint”. L’Unità dei Cristiani è un dono di Dio e dobbiamo  chiederlo con la preghiera.
Per conoscere le radici del movimento ecumenico bisogna tornare indietro fino agli anni intorno al 1740, in Scozia, per rintracciare la nascita di un movimento pentecostale con legami in Nord America, il cui nuovo messaggio per il rinnovamento della fede chiama a pregare per e con tutte le Chiese.
Con un balzo si giunge al 1902, data in cui il patriarca ecumenico di Costantinopoli Joachim III scrive l’Enciclica patriarcale e sinodale “Lettera Irenica”, in cui invita a pregare per l’unione dei credenti in Cristo.
Nel 1908 il reverendo Paul Wattson istituisce e celebra per la prima volta a Graymoor (New York), un ottavario di preghiera per l’unità dal 18 al 25 gennaio e riceve la benedizione di san Pio V.
Il 1964 è l’anno in cui papa Paolo VI s’incontra con il patriarca Athenagoras I a Gerusalemme. Pregano insieme la preghiera di Gesù “che siano tutti una cosa sola” (Gv 17,21).
E poi il Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II, “Unitatis Redintegratio” che sottolinea che la preghiera è l’anima del Movimento Ecumenico ed incoraggia l’osservanza della Settimana di Preghiera.
Ad aprile prossimo sarà celebrato il ventesimo anniversario della “Charta Oecumenica”, il documento congiunto  firmato a Strasburgo tra il Consiglio delle Conferenze dei vescovi d’Europa e la  Conferenza delle Chiese europee.
La Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani si chiude il 25 gennaio a Roma nella basilica di San Paolo Fuori le Mura con celebrazione solenne dei Vespri
". 
 

 

   

Prof. Graziella Vizzini
 

 

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25/01/2021

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Programma della settimana
Unità Pastorale
 

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti (disponibili anche alla pagina "Chiesa").
Sino al 31 gennaio compreso, tutte le attività di culto e pastorali sono sospese ad eccezione della santa Messa.
Tutti i giorni le chiese rimarranno aperte per la preghiera personale
, nel rispetto delle norme anti Covid-19.

Lunedi 25 gennaio
- Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia, Benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Martedi 26 gennaio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina alla Divina Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Stellario a san Giuseppe, santa Messa, Vespri, Adorazione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia, Benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Mercoledi 27 gennaio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina alla Divina Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Stellario a san Giuseppe, santa Messa, Vespri, Adorazione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia, Benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Giovedi 28 gennaio - Triduo in onore di san Giovanni Bosco (1), nella chiesa San Rocco
- ore 09.00, nella chiesa San Francesco, santa Messa; a seguire, Adorazione eucaristica e confessioni sino alle 12.00;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia, Benedizione;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a padre Vinti;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Venerdi 29 gennaio - Triduo in onore di san Giovanni Bosco (2), nella chiesa San Rocco
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina alla Divina Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia, Benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Sabato 30 gennaio - Triduo in onore di san Giovanni Bosco (3), nella chiesa San Rocco
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa prefestiva;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva;
- ore 20.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa prefestiva animata dal Cammino neocatecumenale.

Domenica 31 gennaio - Festa di san Giovanni Bosco, nella chiesa San Rocco
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa.

Numero di fedeli consentito nelle chiese di Grotte:
- chiesa Madre: 112
-
chiesa Madonna del Carmelo: 60
-
chiesa San Rocco: 25
Disposizioni particolari:
- non è consentito l'ingresso a persone con una temperatura corporea pari o superiore a 37,5° o che hanno avuto contatti con persone positive a SARS-COV2 nei giorni precedenti.
I fedeli hanno l'obbligo di:
- entrare ed uscire dalla chiesa rispettando la distanza di 1,5 metri dagli altri fedeli;
- indossare la mascherina;
- igienizzare le mani al dispenser situato all'ingresso;
- occupare il posto contrassegnato;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro laterale e frontale dalle altre persone;
- evitare qualsiasi forma di contatto fisico;
- non dare il segno della pace;
- attenersi alle indicazioni del celebrante per ricevere la santa Comunione;
- depositare le offerte per la parrocchia negli appositi contenitori;
- non sostare in chiesa o sul sagrato dopo la celebrazione
.

  
Redazione
25 gennaio 2021
.
  

 

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24/01/2021

Comune. Ordinanza del Sindaco sullo svolgimento dei funerali e sull'acceso al cimitero

 

Cimitero di Grotte (AG)
Cimitero di Grotte

Il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza, con l'Ordinanza n° 4 del 23 gennaio 2021 (leggi l'Ordinanza), ha disposto ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza Coronavirus nel settore funerario e cimiteriale.

Cimitero di Grotte


In particolare ha stabilito che:
- nel cimitero è consentito l'accesso al pubblico evitando assembramenti, indossando la mascherina e mantenendo il distanziamento sociale di almeno 1 metro;
- in caso di necessità il Responsabile dei servizi cimiteriali potrà disporre: delle limitazioni di accesso al cimitero; che talune operazioni vengano effettuate a cancelli chiusi; la chiusura del cimitero o di alcune parti;
- il cimitero osserverà i seguenti orari di apertura: antimeridiana dalle 08.00 alle 13.30 dal lunedi alla domenica, pomeridiana dalle 15.30 alle 18.00 nei giorni di martedi e giovedi;
- la celebrazione del rito funebre dovrà svolgersi nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle confessioni religiose (uso di mascherine, igienizzazione delle mani, vie di accesso e di uscita separate, numero massimo di fedeli ammessi, distanziamento sociale...);
- sono sospesi i saluti di commiato in chiesa, fuori dalla chiesa, al cimitero;
- i saluti di commiato presso la sala funeraria sono ammessi soltanto per un lasso di tempo breve e a condizione che siano presenti in sala poche persone in modo da consentire il distanziamento interpersonale.
Con la stessa Ordinanza (leggi l'Ordinanza) il Sindaco ha dato disposizioni riguardo ai casi di morte nei quali sia sospetta o conclamata la presenza del Covid-19 (confezionamento del feretro, trasporto, sepoltura, cremazione, semplificazione del rilascio di autorizzazioni).
L'Ordinanza ha efficacia sino al 30 aprile 2021
.  
  

Redazione
24 gennaio 2021
  

 

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24/01/2021

Romanzo. "Chi era il vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 5^ puntata

 

Fuga in Egitto - Guttuso
Fuga in Egitto
R. Guttuso



Prof. Rodolfo Costanza
Prof. Rodolfo Costanza

 
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
     
Fuga in Egitto - Guttuso
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)

(5^ puntata)

Cap. 4
Il re e i complottardi figli della regina

     Dopo aver avviato la ricostruzione del tempio, nel 19 a.C. Erode intraprende un viaggio a Roma per prelevare i due figli, Alessandro e Aristobulo, lì inviati per completare i loro studi. Quando i due giovani principi arrivano in Giudea, il popolo li accoglie con grande entusiasmo poiché s’impongono per il loro fiero aspetto. Tuttavia i figli avevano ereditato l’avversione materna verso il padre che consideravano, pensando alla sua ferocia, un nemico e responsabile della morte della madre e degli altri Asmonei.
     È un’ingenuità da parte di Erode ritenere che i figli della donna che aveva fatto uccidere sarebbero rientrati nella famiglia come se nulla fosse accaduto. Perciò, all’interno dell’intimità familiare, iniziano a manifestarsi gelosie, rivalità, sospetti reciproci e calunnie.
     Salomè, sorella di Erode, e la loro madre, Cipro, pensano che se i due principi avessero guadagnato forza e influenza, avrebbero esse stesse patito il loro castigo per l’infamia compiuta contro la loro madre. A causa di questa preoccupazione le due donne ricorrono alla calunnia diffondendo la notizia che: “I due giovani non hanno nessun piacere a vivere con il padre, perché non vogliono avere nulla a che fare con l’assassino della loro madre”. Erode, nonostante tutto, non prende in considerazione le avvisaglie di tali tensioni che montano nella sua famiglia allargata.
     Tuttavia i due principi, nel 16 a.C., si sposano. Alessandro, il maggiore, con una figlia del re di Cappadocia, di nome Glafira, molto superba delle sue origini. Mentre Aristobulo sposa una cugina, figlia di Salomè e di Costobaro, di nome Berenice.
     Nel 14 a.C. Agrippa, genero di Augusto, fa un altro viaggio d’ispezione nel Vicino Oriente e su invito di Erode visita la Palestina e lo accompagna per un viaggio in tutta l’Anatolia, la Ionia e in alcune città greche dell’Asia Minore. In questo viaggio Erode si dimostra particolarmente generoso verso tutte le popolazioni, soprattutto verso i Greci e le comunità ebraiche lì residenti. Erode, in questo viaggio, dimostra come egli abbia raggiunto il culmine del suo potere, riconosciuto da tutti i regnanti orientali, mentre una grande considerazione è riconosciuta al suo regno nell’ambiente romano.
     Dopo il felice ritorno in patria dal viaggio in Asia Minore e la lieta accoglienza riservatagli dalla popolazione giudaica, Erode deve fronteggiare le tensioni che montano in famiglia. Nel palazzo reale ormai regnano l’invidia e gli intrighi quotidiani, tra cui sembra essersi diffusa l’idea che Alessandro, una volta succeduto al padre, avrebbe fatto di tutte le mogli e le concubine di Erode delle tessitrici e dei loro figli degli scribi di villaggio.
     Salomè, al rientro del re, riferisce che Alessandro e Aristobulo vogliono attentare alla vita del padre per vendicare la morte della madre. Tali voci si erano intensificate durante l’assenza di Erode, tutta Gerusalemme ne parlava. Salomè e il fratello Ferora gli raccontano i particolari, sostenendo che i principi hanno già tutto predisposto per accusare il padre presso Augusto. La notizia ferisce il re, il quale si sente personalmente colpito dal comportamento dei figli e dai chiari segni d’inimicizia di una parte del popolo ebraico.
     Erode ama i suoi figli, non si aspetta un simile comportamento da parte loro. Quando si accorge della loro avversione, Erode rivolge le sue benevole attenzioni sul primogenito, Antipatro, il figlio della prima moglie, Doris, che aveva allontanato con la madre quando aveva sposato Marianne.
     Antipatro si rende conto che questa è l’occasione insperata per sostituire nel cuore del padre i due fratellastri. Egli fa di tutto per mettere in cattiva luce i due principi e apparire affabile e disinteressato agli occhi del padre.
     Erode, ormai certo dell’odio dei due figli, decide che non sarà Alessandro che gli succederà sul trono. Egli è ormai deciso a stroncare definitivamente il rapporto degli ultimi discendenti degli Asmonei con il trono di Israele. Infatti, Erode nomina unico erede il suo primogenito Antipatro.
     Nonostante i due figli, a volte, dimostrino un certo disprezzo verso il padre, Erode preferisce non prendere nessuna iniziativa di tipo coercitivo anzi decide di sottoporre il caso ad Augusto. Nella primavera del 12 a.C. parte per Roma e poi per Aquileia, dove si trova l’imperatore, al quale espone davanti ai due figli i fatti riguardanti il complotto di cui è a conoscenza. Alla fine, i due giovani riescono a discolparsi e chiedono perdono al padre delle loro mancanze.
     Augusto si rende conto che in realtà non c’era stato nessun complotto e chiede a Erode di abbandonare ogni sospetto e di rappacificarsi con i figli. Al ritorno a Gerusalemme comunica al popolo di essersi riconciliato con i figli e di aver preso la decisione di nominare Antipatro suo successore e regnante su tutto Israele alla sua morte; mentre Alessandro e Aristobulo, avrebbero amministrato solo alcune regioni del regno. Nonostante i problemi familiari, Erode porta a termine le opere pubbliche da lui volute, e anche il benessere economico del regno cresce cospicuamente.
     Erode decide di assentarsi per alcuni mesi andando a presiedere le Olimpiadi e per visitare alcune città della Grecia. Tuttavia la decisione presa da Erode al ritorno da Aquileia lascia scontente le due le fazioni della famiglia. In assenza del re, in breve tempo a palazzo reale lo scontro tra i due gruppi si acuisce. Di ciò approfitta Antipatro, che diffonde nuovamente delle pesanti calunnie e insinuazioni verso i due fratellastri. Ormai, a corte, le menzogne e le accuse fra le due fazioni della famiglia di Erode sono diventate pane quotidiano.

* * *

     Nell’autunno del 12 a.C. i rapporti tra Erode e Augusto si raffreddano a causa di una guerra locale scoppiata tra il Regno ebraico e i Nabatei per opera di un principe arabo di nome Silleo e di alcune bande di predoni arabi del deserto da costui protetti. Nel 10 a.C. Erode scatena una guerra-lampo contro i predoni e l’esercito dei Nabatei distruggendone la capitale, Repta. A nessun re locale era consentito scatenare una guerra offensiva senza l’autorizzazione dell’imperatore. Ciò provoca la disgrazia imperiale in cui è finito Erode che si riflette negativamente sui suoi rapporti familiari.
     Anche la corte è in parte coinvolta nelle accuse che le due parti della famiglia si fanno reciprocamente. I due fratelli maldestramente esprimono a gente poco fidata che loro preferiscono non avere un padre che averne uno malvagio e crudele. Alla fine, i due fratelli sono accusati nuovamente di attentare alla vita del re. Nonostante alcune evidenti ammissioni di colpevolezza da parte di Alessandro, Erode imprigiona il figlio, ma non crede del tutto alle sue colpe. Nel 9 a.C. per intervento del consuocero del figlio Alessandro, Archelao di Cappadocia, si riconcilia nuovamente con i figli. Purtroppo la tregua familiare è destinata a durare poco.
     Gli odi in famiglia risorgono ben presto. A peggiorare la situazione vi contribuisce un losco figuro, un greco spartano, un certo Euricle, il quale si accattiva le simpatie del re, della corte, di Alessandro e Aristobulo e, inoltre, riesce a entrare nelle grazie di Antipatro. Lo spartano, invece di conciliare le due fazioni, le mette maggiormente l’una contro l’altra fino al punto di riferire al re che i due fratelli stanno attentando di nuovo alla sua vita.
     Euricle, d’accordo con Antipatro, ha organizzato tutto quanto in modo che appaia chiara la colpevolezza dei due fratelli. Infatti Erode mette agli arresti domiciliari nel palazzo reale i due figli per alto tradimento e per l’intenzione di voler attentare alla sua vita. Il re, nonostante l’evidente colpevolezza dei due fratelli, è ancora propenso a essere indulgente verso di loro. Su precise informazioni, tuttavia, Erode viene a sapere dei piani e dei propositi dei due principi di attentare realmente alla sua vita e di voler vendicare la morte della madre e di pretendere di succedergli come regnanti.

     Verso la fine dell’anno 8 a.C., Erode invia ad Augusto un rapporto in cui espone il sospetto che i figli intendano ucciderlo per poi fuggire in Cappadocia. Egli chiede di avere il consenso dell’imperatore per processarli.

Rodolfo Costanza

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 24 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore
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© Riproduzione riservata.
  

 

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24/01/2021

Letture Sponsali. "Ogni giorno scegliamo cosa lasciare e cosa prendere"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

Quale è la mia chiamata?
Veniamo da un periodo di attesa del Messia, poi di manifestazione e oggi il vangelo ci ricorda che il tempo è compiuto.
"Convertitevi"; questo è il messaggio di Amore per i pescatori e per noi. La conversione inizia con l'incontro di Gesù e non ha mai fine, è un percorso, uno stile di vita, un atteggiamento, uno stato perenne che ci permette di vivere il regno di Dio sulla terra.
Siamo sempre in cammino, ogni giorno scegliamo, con la grazia di Dio, cosa lasciare e cosa prendere, quale strada seguire e quale abbandonare. Siamo continuamente di fronte al bivio della vita, per vivere pienamente la missione alla quale siamo stati chiamati.
Immersi nella nostra quotidianità, presi da mille preoccupazioni, incontriamo lo sguardo salvifico di Cristo che ci chiama, ci guarda negli occhi.
Attraverso le nostre piccole comunità, le nostre famiglie, Dio realizza pienamente il suo progetto di salvezza.
Ci chiama a investire la nostra vita come Andrea, Simone, Giacomo, Giovanni che hanno creduto, hanno giocato la loro vita fino in fondo. Quello di Gesù è un invito a scoprire qual è il posto di ciascuno di noi nel progetto di Dio.

Vera e Francesco


Punto chiave
Nel Nuovo Testamento è addirittura Cristo stesso che va incontro ai discepoli, facendo nascere in loro il proposito istantaneo, e apparentemente sconvolgente, di abbandonare ogni certezza. Deposte senza esitazione le reti, però, essi acquisiscono un'identità nuova e più autentica, intraprendono un percorso che li porterà a vedere il mondo sotto una luce nuova.
È la luce che san Paolo esorta a fare propria quando scrive ai Corinzi, invitandoli a non assegnare ad ogni esperienza un valore assoluto. Non si tratta di “relativizzare” l'importanza di ciò che viviamo per la paura di una fine ormai prossima; al contrario, ogni bene, ogni emozione – persino il legame stesso fra gli sposi – sono chiamati a spogliarsi di qualunque dimensione angosciosa, muovendo dalla certezza che il mondo passa, mentre l'Amore di Dio è una fiaccola che non si spegne.
Come coppie e come individui, siamo dunque spinti con forza a rimettere noi stessi in discussione. In primo luogo, ci viene chiesto di cambiare, di ricominciare dopo ogni errore, sapendo cogliere a nostra volta i segni concreti di mutamento messi in atto dagli altri. In questo modo, l'accoglienza della Parola e del suo annuncio di misericordia possono ogni giorno tradursi in una consapevolezza rinnovante: in un cammino di liberazione dagli assilli futili, con il supporto immancabile dello Sposo Divino.
L’équipe

 
Redazione
24 gennaio 2021
.
  

 

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23/01/2021

Editoria. "Il magico potere del riordino", di Marie Kondo; recensione di Enzo Allegro

 

Il magico potere del riordino
Copertina

Siete sommersi da carte, documenti, fotografie, abiti, ecc.? Entrano a casa vostra più cose di quelle che escono; non trovate più posto per nuovi oggetti; non sapete come organizzare gli spazi. Questi ultimi non li possiamo modificare a meno di buttare giù la casa e costruirne una nuova e più spaziosa!
La giovane scrittrice giapponese Marie Kondo ha scritto qualcosa di utile per noi.

"Il magico potere del riordino", di Marie Kondo

L'autrice sin da piccola è sempre stata attirata dalle riviste sull'economia domestica e su ordine e riordino dei propri spazi e delle proprie cose.
Ha scritto un bel testo sull'argomento. Potrebbe sembrare banale (non sappiamo tutti ordinare le nostre cose?) ma non lo è affatto!
Riordinare vuol dire scegliere e ancor prima cercare, vedere, valutare i tanti oggetti che abbiamo a casa; e sono sicuramente tanti: senza dubbio molti di questi inutili.
Per ogni oggetto, partendo dai vestiti per finire con le foto, si valuta se è utile e se suscita qualche emozione; soprattutto si farà un bilancio - un giudizio - del proprio passato. Ad esempio: una giovane donna impiegata in una famosa multinazionale, rivedendo i propri testi di assistente sociale, capirà cosa le interessa fare di più nella propria vita; lascerà l'azienda per aprire un asilo nido e realizzare il sogno della sua vita.
Kondo incoraggia il lettore a diventare un “minimalista”: si può vivere bene con poco, con pochi beni; la maggioranza degli oggetti posseduti è inutile. Ci si può e si deve concentrare sulle cose importanti, fondamentali. Non insegna questo anche san Paolo al suo collaboratore Timoteo nella sua prima lettera (1Tm 6,8)?
Ogni tanto fa bene fare i conti con il proprio trascorso. È importante guardare il passato e confrontarlo con ciò che siamo adesso e con gli obiettivi che ci siamo posti.
Si riordina per categorie di oggetti, iniziando dai vestiti per finire alle foto. Se fatto bene non si subisce l'effetto boomerang, cioè il ritorno nel caos. Il riordino determina l'ordine delle nostre cose e dei nostri documenti. In futuro perderemo molto meno tempo nel cercare quello che serve. Avremo bene in mente dove si trovano le nostre cose.
Non mi trovo d'accordo su alcune cose: buttare foto e libri.
Anche se già letti perché gettarli nella spazzatura? Posso rivedere qualche parte in futuro; posso regalarli; possono servire ad altri componenti della famiglia.
Per me i libri, esclusi quelli che trattano argomenti attinenti a violenza, violazione deliberata delle regole e occultismo, hanno qualcosa di trascendentale, sacro.. non possono certo finire nella spazzatura. E poi ogni famiglia dovrebbe avere la propria biblioteca personale.
Probabilmente Kondo è spinta ad essere determinata nel fare una pulizia drastica a causa dell'esiguità delle case giapponesi.
Se deciderete di buttarvi in questa “avventura” non posso che augurarvi buona lettura
. 
 

Enzo Allegro
23 gennaio 2021

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23/01/2021

Politica. Cariche e indennità: intervista al consigliere comunale M5S Angelo Costanza

 

Angelo Costanza
Angelo Costanza

Angelo CostanzaIl consigliere comunale Angelo Costanza, candidato del M5S alla Presidenza del Consiglio comunale di Grotte nelle recenti elezioni conclusesi con la vittoria del candidato della Maggioranza consigliere Aristotele Cuffaro, ha accettato di rispondere ad alcune domande che il nostro Direttore gli ha rivolto per iscritto. Di seguito pubblichiamo l'intervista.

*****

Domanda: Consigliere Costanza, un suo commento sulle dimissioni del presidente Angelo Carlisi.
Risposta:
Semplicemente una spartizione di poltrone derivante da accordi pre-elettorali.

D: Perché, secondo lei, la Maggioranza ha indicato come nuovo Presidente il consigliere Aristotele Cuffaro?
R:
Vuol dire che, coloro a cui spettava una poltrona al secondo turno, hanno raggiunto questo accordo e gli altri Consiglieri di maggioranza si sono accodati appunto per rispettare quei patti che, evidentemente, hanno stretto già durante la formazione della lista. Logiche che a me non appartengono.

D: Da cosa scaturisce la sua candidatura alla Presidenza del Consiglio comunale di Grotte, avanzata dalla capogruppo Salvatrice Morreale?
R: Mi sono candidato alla carica di Presidente del Consiglio per dare a tutti i rappresentanti dell’Assemblea la possibilità di scelta tra due Consiglieri che, politicamente parlando, vivono di logiche totalmente opposte. Nessuno dei Consiglieri potrà dire domani: non avevamo un’altra scelta. Per me è stata anche una forma di rispetto nei confronti del più importante Organo rappresentativo della politica cittadina, cioè il Consiglio comunale, e i
1400 cittadini che ci hanno votato.

D: Nell’accettare la candidatura, lei ha affermato che in caso di elezione avrebbe rinunciato al 70% dell’indennità di carica. Non crede che chi fa politica attivamente, dedicando gran parte del suo tempo al servizio della collettività, debba in qualche modo poter condurre una vita almeno dignitosa anche attraverso l’indennità di carica?
R: La mia è una scelta personale. Non voglio giudicare più di tanto chi intasca mensilmente l’indennità di carica prevista per legge ma, in un periodo di profonda crisi economica che dura da più di 10 anni, oggi aggravata dalla pandemia, penso che i rappresentanti del popolo per primi debbano fare un sacrificio. Voglio ricordare che il neo Presidente del Consiglio ha votato favorevolmente per l’aumento della TARI e l’introduzione dell’imposta comunale IRPEF imponendo di fatto ai cittadini un sacrificio economico dettato soprattutto da una situazione economica disastrosa dell’Ente. Voglio anche ricordare che nella scorsa amministrazione gli Assessori (tra i quali anche la neo assessora Di Salvo) si sono ridotti l’indennità del 50% ed il Presidente del Consiglio del 75% e non mi risulta che qualcuno di
loro, in quel periodo, abbia condotto una vita poco dignitosa dal punto di vista economico.

D: Senza l’istituto della indennità di carica, non crede che la politica possa ritornare ad essere appannaggio esclusivo di chi “può permetterselo”, escludendo le classi meno abbienti dalla possibilità di fare politica?
R: Ma io non ho mai detto che i rappresentanti del popolo debbano rinunciare a tutta l’indennità ma, quando un politico chiede dei sacrifici e/o rinunzie ai propri cittadini, deve essere il primo a dare l’esempio. Altrimenti sembra che quell’incarico sia il fine e non il
mezzo.

D: Ritiene che le indennità di carica siano uno spreco di denaro pubblico?
R:
No, ma in alcuni casi ed in alcuni determinati periodi storici andrebbero ridotti.

D: Lei ha quantificato l’ammontare complessivo della sua eventuale rinuncia al 70% della indennità di carica in circa 25.000,00 euro in 2 anni e 6 mesi, e che avrebbe destinato questa somma a sovvenzionare le attività dell’Assessorato ai Servizi Sociali e dell’Assessorato alla Cultura. Cosa la porta a ritenere che, rispetto agli altri, questi due Assessorati abbiano avuto accesso a minori risorse finanziarie negli ultimi tempi?
R: Perché in questi primi 2 anni e 6 mesi ho notato poca attenzione da parte dell’Amministrazione proprio in questi 2 Assessorati verso i quali personalmente nutro una certa sensibilità. Per quanto riguarda il sociale si è fatto poco, soprattutto nei confronti delle famiglie con disabili gravi (ASACOM e aiuti economici). Anche riguardo la cultura, spettacolo e sport si è investito poco. Alcuni eventi culturali e di spettacolo si sono svolti soprattutto grazie alla generosità e all’affetto per il proprio paese di artisti grottesi che hanno messo a disposizione il proprio talento con un semplice rimborso spese. Il Premio “Racalmare - L. Sciascia” meriterebbe investimenti più importanti e più interesse da parte dell’Amministrazione, vista la caratura dell’evento; dovrebbe avere una risonanza nazionale ma si continua ad organizzarlo come un evento a malapena provinciale. Riguardo lo sport cosa dire... ormai i ragazzi non vanno oltre la Playstation e forse a qualche
Amministratore fa comodo.

D: Dalle analisi approfondite della situazione economica e finanziaria del Comune di Grotte, così come è stata esplicitata nei documenti ufficiali di recente approvazione, questo Comune risulterebbe trovarsi in condizione di predissesto finanziario. Nei Comuni governati dal M5S, ad esempio Porto Empedocle o Favara, uno dei primi provvedimenti adottati è stata la dichiarazione di dissesto, con tutte le conseguenze del caso. Nel corso della campagna elettorale di Grotte, il Movimento aveva fatto cenno alle difficoltà finanziarie del Comune; voi come avreste affrontato la situazione?
R: Non sono un esperto in numeri e bilanci e non mi piace parlare con i “se”, posso solo dire con certezza che, qualora l’ing. Dino Morreale fosse diventato Sindaco, avrebbe nominato come Assessore al Bilancio un professionista di qualità che avrebbe agito nell’esclusivo
interesse dei cittadini tutti e soprattutto libero da legami e vincoli con Consiglieri comunali.

D:
Ritiene che attualmente vi siano, da parte dell’Amministrazione, somme impiegate in attività non strettamente necessarie?
R: Ultimamente, come lei ben sa, abbiamo ritenuto inopportuno da parte del Sindaco spendere 6.000 euro per nominare un “Portavoce del Sindaco”. Non lo riteniamo necessario, soprattutto quando si chiede ai cittadini dei sacrifici in un periodo di forte crisi economica (vedi l’introduzione dell’addizionale comunale IRPEF) e dopo aver dichiarato più volte che il Comune si trova in deficit strutturale. Certo non sono 6.000 euro a far fallire un Comune ma, ripeto, troviamo la spesa inopportuna. Ultimamente hanno messo a disposizione 3.000 euro una tantum come aiuto economico alle famiglie con disabili gravi,
ecco: ne potevano mettere 9.000.

D:
L’elezione del Presidente del Consiglio comunale si è conclusa, com’era prevedibile, con la vittoria del consigliere Aristotele Cuffaro, il quale ha ottenuto 8 voti su 8 da parte della Maggioranza consiliare, che si è presentata compatta. Lei ha ottenuto 3 voti su 4 da parte della Minoranza. Un voto è stato attribuito alla consigliera Giada Vizzini che in tal modo ha mostrato l’esistenza di una spaccatura all’interno del Movimento 5 Stelle di Grotte. Un suo commento su questa circostanza.
R: Come lei ben sa, Direttore, questa è la mia prima esperienza come Consigliere comunale e, al di là dell’esperienza tecnico-amministrativa, ho imparato che certe dinamiche politiche spesso assumono forme assai vaghe. Comunque tengo a precisare che, per me, l’affetto e
la stima nei confronti della consigliera Vizzini non sono minimamente cambiati.

D:
Al termine dell’elezione lei ha fatto gli auguri di buon lavoro al nuovo Presidente. Di solito sono auguri determinati dal galateo istituzionale. Crede davvero che il Presidente Aristotele Cuffaro possa essere la persona più indicata a ricoprire quella carica? Oppure ritiene che vi possano essere altre figure più idonee, nella Maggioranza e nell’opposizione?
R: Non mi piace giudicare prima, siamo 12 Consiglieri comunali quasi tutti alla prima esperienza e non credo che tra questi vi sia una figura che preventivamente possa ritenersi più idonea rispetta all’altra. Come risposto in precedenza queste sono nomine dettate da accordi pre-elettorali a prescindere. Solo il tempo darà le giuste risposte e, finché saremo in democrazia, il popolo sovrano sarà, come sempre, artefice del proprio destino
. 
 

Carmelo Arnone
23 gennaio 2021

© Riproduzione riservata.
  

 

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21/01/2021

Comune. Il sindaco Provvidenza ha nominato assessore il dott. Giuseppe Mancuso; completata la Giunta

 

Giuseppe Mancuso
Giuseppe Mancuso

Il Sindaco Alfonso Provvidenza
Dott. Alfonso Provvidenza

Si è completata la formazione della nuova Giunta municipale di Grotte. Oggi, giovedi 21 gennaio 2021, il sindaco dott. Alfonso Provvidenza ha nominato il 4° assessore nella persona del dott. Giuseppe Mancuso.
Classe 1983, il dott. Giuseppe Mancuso ha conseguito la laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l'università degli Studi di Catania.
Dalla famiglia ha ereditato la passione per il mondo agricolo, per la coltivazione della terra e per l'innovazione delle colture.
Nel 2004, ad appena 21 anni, inizia a gestire l’azienda agricola di famiglia, estesa su una superficie di 35 ettari, le cui coltivazioni rispecchiano quelle della provincia di Agrigento: seminativi, mandorlo, olivo e vite; colture con problemi di adeguato collocamento sul mercato e prezzi non in grado di remunerare i costi di produzione.
Da queste considerazioni scaturisce la decisione di innovare l'azienda con colture che possano creare reddito e, di conseguenza, nuova occupazione.
Nel
2011 l’attenzione del dott. Mancuso si focalizza sulla possibilità di coltivazione, commercializzazione e redditività del melograno; coltura alla quale, nell'anno successivo, il giovane imprenditore dedica i suoi primi 2 ettari, che nel 2016 si estenderanno a 4 ettari. Attualmente continua a seguire con passione e professionalità la propria azienda agricola.
Sono assolutamente attinenti alle sue competenze (e comunque interdipendenti tra loro) gran parte delle deleghe che il sindaco Provvidenza - con la Determina sindacale n° 4 del 21/01/2021 - ha voluto affidargli con la nomina ad Assessore: Agricoltura, Commercio, Artigianato, Viabilità Rurale, Servizi Cimiteriali, Vigilanza, Patrimonio, Sport.
Con la stessa Determinazione sindacale, il Primo cittadino ha voluto rimodulare l'attribuzione delle deleghe agli altri Assessori.
Queste le nuove attribuzioni:
- dott.ssa Roberta Di Salvo: Risorse Umane, Salute Pubblica e Animale, Servizi Sociali, Volontariato, Pari Opportunità, Politiche Giovanili;
- arch. Antonio Morreale; Lavori Pubblici, Ambiente e Territorio, Verde Pubblico, Urbanistica, Protezione Civile;
- dott.ssa Alessandra Marsala; Cultura, Pubblica Istruzione, Turismo, Spettacolo, Associazionismo, Legalità, Fondi Europei.
Rimangono attribuite al Sindaco di Grotte le competenze riguardo a Bilancio e Tributi
. 
 

Carmelo Arnone
21 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
  

 

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21/01/2021

Comune. Seduta per l'elezione del nuovo Presidente del Consiglio comunale di Grotte

 

Consiglio comunale
Guarda il video
 

Si è svolta ieri, mercoledi 20 gennaio 2021, a partire dalle ore 16.00, in modalità videoconferenza, la seduta del Consiglio comunale di Grotte (guarda il video) avente come punto principale all'ordine del giorno l'elezione del nuovo Presidente, a seguito delle dimissioni, lo scorso 7 gennaio, del dott. Angelo Carlisi.
Alla seduta, i cui lavori sono stati coordinati dalla vice presidente Jessica Elisabetta Arnone, hanno partecipato tutti i Consiglieri comunali e l'intera Giunta Municipale (tranne il 4° assessore che, dalle recenti dimissioni che si sono succedute agli inizi di gennaio, non è stato ancora nominato).
La seduta è durata circa 50 minuti, di cui i primi 31 sono stati dedicati all'espletamento delle formalità di rito (appello dei presenti, comunicazioni dei Consiglieri e del Sindaco), ai ringraziamenti al Presidente uscente ed alle dichiarazioni di voto sui candidati alla carica di Presidente (
guarda il video). Tra le comunicazioni, l'indicazione del nuovo Capogruppo della Maggioranza: alla consigliera Roberta Di Salvo (che va a rivestire la carica di vicesindaco) è subentrata la consigliera Annamaria Todaro (dimessasi dalla carica di vicesindaco). Sempre tra le comunicazioni, il Sindaco ha informato il Consiglio delle avvenute dimissioni degli assessori Caltagirone, Todaro e Cipolla, e della nomina degli assessori Di Salvo e Marsala. Buona parte della seduta è stata dedicata agli auguri rivolti ai nuovi nominati ed ai ringraziamenti ai dimissionari.
Per le dichiarazioni di voto sul Presidente, la consigliera Di Salvo ha indicato come candidato per il gruppo di Maggioranza il consigliere Aristotele Cuffaro, mentre la consigliera Salvatrice Morreale, capogruppo del gruppo consiliare M5S Grotte, ha indicato il nominativo del consigliere Angelo Costanza.
Il consigliere Costanza, intervenendo in merito alla sua indicazione quale candidato alla presidenza, ha dichiarato di avere intenzione di rinunciare - qualora eletto - al 70% della indennità di carica (che ha quantificato in circa 25.000,00 euro in due anni e mezzo di mandato) da destinare alle iniziative degli Assessorati ai Servizi Sociali e Cultura.
Di seguito, trascorsi i primi 31 minuti di seduta, si sono svolte le votazioni a scrutinio segreto che hanno dato il seguente risultato:
- Aristotele Cuffaro, 8 voti (la Maggioranza al completo);
- Angelo Costanza, 3 voti (dal Gruppo di Minoranza M5S);
- Giada Vizzini, 1 voto (pubblica dimostrazione di allontanamento della Consigliera dal M5S di Grotte, pur rimanendo all'opposizione consiliare).
La proclamazione dell'elezione del consigliere Aristotele Cuffaro alla carica di Presidente del Consiglio comunale è stata seguita dal discorso di insediamento e dalle felicitazioni che la circostanza ha richiesto.

Pubblichiamo il video integrale della seduta - guarda il video - (© Comune di Grotte). 
 

Carmelo Arnone
21 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
  

 

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21/01/2021

Comune. Discorso d'insediamento del nuovo Presidente del Consiglio comunale, Aristotele Cuffaro

 

Aristotele Cuffaro
Aristotele Cuffaro

Pubblichiamo il discorso d'insediamento che il nuovo Presidente del Consiglio comunale di Grotte, Aristotele Cuffaro, ha pronunciato ieri, mercoledi 20/01/2021, nel corso della seduta consiliare nella quale si è svolta la sua elezione alla massima carica dell'assemblea rappresentativa cittadina.

*****

"Ringrazio l’intero Consiglio per la fiducia datami e per avermi permesso di ricoprire la carica di Presidente.
Un ringraziamento particolare va al presidente uscente dottore Angelo Carlisi che ha ricoperto con  scrupolosa precisione, eccellente preparazione e dovizia di coinvolgimento la suddetta carica e al gruppo di Maggioranza al quale mi ha legato un impegno costante collaborativo nell’azione di sostegno amministrativo che mi ha visto consigliere per 2 anni e mezzo.
Ringrazio, altresì, il gruppo di Minoranza che occupa il ruolo di opposizione in espletamento del giusto esercizio democratico, e per ultimo vorrei ringraziare il mio gruppo politico con a capo l’ingegnere Santino Lo Presti che mi ha permesso di crescere politicamente, formarmi e raggiungere obiettivi importanti come quello di questa sera.
Il Presidente del Consiglio è un ruolo istituzionale di prestigio che comporta imparzialità di coordinamento dei lavori nel rispetto del regolamento al quale tutti dobbiamo attenerci per l’adeguato funzionamento delle sedute consiliari.
Il mio impegno politico, di formazione socialista riformista, risale al periodo liceale per poi aderire al nuovo PSI dove ho militato con fervore giovanile e grazie al quale ho potuto gettare le fondamenta per l’amore all’impegno politico che da allora non si è mai fermato.
La mia prima elezione a Consigliere comunale risale al 2008 ricoprendo il ruolo di Capogruppo di Maggioranza dove ho potuto comprendere gli ingranaggi amministrativi e conoscere la macchina burocratica, motore pulsante del nostro Comune.
Oggi per me è un onore legato da forte responsabilità.
Il mio intento è quello di ricoprire la Presidenza con costante impegno, con umiltà a servizio dei miei concittadini.
Noi politici che abbiamo avuto il privilegio di essere eletti, indipendentemente dalle posizioni avverse, abbiamo il dovere di ricambiare con lealtà, trasparenza e lavoro, senza risparmio di fatica, la fiducia concessaci e soprattutto dando l’esempio ai giovani, futuri protagonisti della classe dirigente grottese, poiché, per citare il gigante socialista indimenticato presidente della Repubblica Sandro Pertini I giovani non hanno bisogno di prediche, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”.
Viviamo un periodo difficile che sarà ricordato nella storia a causa di un nemico invisibile che sta portando via molte vite umane.
Anche la nostra piccola Grotte ha visto rubati due figli dal maledetto virus.
Non posso non rivolgermi al nostro sindaco prof. Alfonso Provvidenza e ringraziarlo per come ha magistralmente gestito e continua a gestire l’emergenza pandemica.
Sindaco, Consiglieri, Assessori, permettetemi di dire che noi grottesi abbiamo una marcia in più, siamo una comunità unita, solidale che soffre con dignità e silenzio, ma dopo la caduta saprà rialzarsi più forte di prima.
Il mio augurio a tutti noi è quello di poterci riabbracciare e ritornare alla tanto amata normalità.
Mi interfaccerò con diversi organi nei quali sono sicuro, senza dubbio alcuno, troverò persone che agiscono solo ed esclusivamente per il bene della nostra cittadina, come del resto hanno fatto fin’ora:  il Collegio dei revisori dei conti presieduto dalla dottoressa Mariella Calabrese si è dimostrato  attento, preparato e pronto nell’esercitare il controllo sulla correttezza amministrativo-contabile degli atti.
Non di meno proficua sarà la collaborazione con il segretario comunale dottore Pietro Amorosia, garante dell’aspetto giuridico comunale.
Nel concludere ringrazio la mia famiglia che non è mai mancata nel sostenere le mie scelte e la mia decisione di essere attivamente impegnato nella nobile arte  politica"
. 
 

 

   

Il Presidente del Consiglio comunale
Aristotele Cuffaro
 

 

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19/01/2021

Politica. Conferito incarico di "Portavoce del Sindaco"; nota del Gruppo consiliare M5S Grotte

 

Movimento 5 Stelle - Grotte

Nota del Gruppo consiliare M5S, in merito al recente conferimento dell'incarico di Portavoce da parte del Sindaco di Grotte. Ai sensi dell'art. 7 della Legge 150/2000 (citata nella determinazione di nomina), "L'organo di vertice dell'amministrazione pubblica può essere coadiuvato da un portavoce..."; in questo caso, essendo l'organo di vertice dell'amministrazione pubblica individuato nella figura del Sindaco, è corretto definire l'incarico "Portavoce del Sindaco" (come peraltro indicato nel "Disciplinare" e nella "Lettera di disponibilità" allegati alla determinazione di nomina). Di seguito, il testo della nota.

*****

"Con Determina sindacale n° 3 del 14/01/21 il Sindaco Provvidenza conferisce l’incarico di portavoce dell’Ente alla giornalista dott.ssa Anna Rita Di Leo fino al 31/12/21 con un compenso mensile di € 500.
Lungi da noi entrare nel merito delle competenze professionali della giornalista ma sinceramente troviamo inopportuno sottrarre € 6.000 dalle casse comunali in un periodo di forte crisi economica per soddisfare le manie di protagonismo del primo cittadino al quale, evidentemente, non bastano gli avvisi e le comunicazioni attraverso le dirette FB dal Palazzo Comunale, la pagina FB “Comune di Grotte”, la pagina FB “Comune di Grotte News”, la propria pagina FB, le varie e sempre disponibili interviste sulle pagine FB di privati cittadini e, non ultimo, il quotidiano locale online “Grotte.info”.
Comunque possiamo stare tranquilli perché nonostante la crisi economica, aggravata dalla pandemia in corso, da quest’anno le casse comunali torneranno a sorridere grazie all’addizionale comunale IRPEF donataci da questa amministrazione comunale che, come è noto, ha “Grotte” nel cuore
".
 

 

   

Per il Gruppo Consiliare M5S
Salvatrice Morreale
Mirella Casalicchio
Angelo Costanza
 

 

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19/01/2021

Comune. "Grotte, il paese che amo"; lettera di dimissioni del presidente Angelo Carlisi

 

Angelo Carlisi
Angelo Carlisi

In data 7 gennaio 2021 il Presidente del Consiglio comunale di Grotte, dott. Angelo Carlisi, ha rassegnato le dimissioni dalla Presidenza, con la lettera che pubblichiamo di seguito.

*****

Al Vice Presidente del Consiglio comunale del Comune di Grotte
Ai Consiglieri comunali del Comune di Grotte
Al Sindaco del Comune di Grotte
Al Segretario Generale del Comune di Grotte
Ai Responsabili di Posizione Organizzativa del Comune di Grotte
Al Presidente del Collegio dei Revisori del Comune di Grotte

OGGETTO: Formalizzazione dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio comunale.

     Colleghi Consiglieri, con la presente formalizzo le mie dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio comunale, incarico di grande responsabilità che ho ricoperto con il massimo impegno e con spirito di servizio verso la nostra comunità.
     Desidero rivolgere preliminarmente il mio infinito e sincero ringraziamento ai concittadini, che attraverso il loro consenso hanno permesso di eleggermi Consigliere comunale, concedendomi anche l'opportunità di poter ricoprire una funzione istituzionale così importante quale è appunto la Presidenza del Consiglio comunale.
    
A tal proposito, desidero ringraziare i Consiglieri comunali del gruppo di maggioranza che con lealtà e coesione, hanno manifestato la loro piena ed incondizionata fiducia nei miei confronti; parimenti, voglio ringraziare anche il gruppo consiliare di minoranza, che da una posizione politica diversa, ma ugualmente rispettabile, ha contribuito all’esercizio della dialettica democratica, requisito quest'ultimo essenziale e caratterizzante la massima istituzione di rappresentanza cittadina.
     Approfitto di questa occasione per evidenziare la rilevante attività svolta in questi anni dal Consiglio comunale, in termini di elaborazione ed approvazione di significative proposte di deliberazione sulle materie di propria competenza, tutto ciò nel rispetto delle prerogative che la Legge attribuisce al Consiglio comunale quale principale organo di indirizzo e di controllo-politico amministrativo del nostro Comune.
     Con riferimento all'aspetto della programmazione e dell'azione amministrativa posta in essere, voglio rilevare la piena sinergia e la leale collaborazione che ha contraddistinto il rapporto tra il Consiglio comunale e la Giunta municipale: al Sindaco ed a ciascun Assessore, ognuno per le proprie competenze, con sincero affetto, manifesto in questa sede, il mio apprezzamento per il lavoro svolto, ma soprattutto, per aver portato avanti un lavoro collegiale e di squadra. Ho la piena consapevolezza, che soltanto attraverso lo spirito di collaborazione, coniugato a buon senso ed equilibrio, si sono superati i momenti difficili ed è stato possibile attuare delle scelte a volte molto complesse ed impegnative: spero, e ne sono certo, che questo modus operandi varrà anche per l’azione amministrativa futura.
     Ringrazio particolarmente il Segretario comunale unitamente a tutti i Dirigenti Responsabili di Posizione Organizzativa ed il Collegio dei Revisori per la disponibilità ed il competente supporto fornitomi nell'esercizio delle mie funzioni.
     Rivolgo un sentito ringraziamento ai dipendenti comunali congiuntamente ai dipendenti della società d'ambito SRR e dell'ISEDA che si occupano del servizio di igiene ambientale, mettendo in evidenza che il lavoro dei dipendenti tutti, rappresenta una preziosa risorsa per l'intera comunità, motivo per cui auguro loro di saper cogliere positivamente le sfide che quotidianamente si presentano, al fine di apportare valore aggiunto alla macchina organizzativa comunale.
     Ringrazio, infine, tutte le Associazioni presenti nella nostra comunità, i Sacerdoti, il Dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" con i docenti, il Corpo di Polizia Municipale ed il Comandante della Stazione dei Carabinieri per avere collaborato tutti alle iniziative svolte nel corso di questi anni e per il servizio espletato nell’interesse della nostra Grotte.
     Con questi sentimenti di emozione e di riconoscenza confermo le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio comunale, con la convinta certezza di proseguire il mio impegno per la nostra comunità nel ruolo di Consigliere comunale, responsabilità quest'ultima che mi consentirà di vivere l'esperienza più gratificante, per chi come me, è animato da passione politica: essere cioè, rappresentante della propria gente, della comunità in cui sono nato e cresciuto, di Grotte, il paese che amo ed a cui sono profondamente legato.

Grotte (AG), 7 Gennaio 2021
. 
 

 

   

Dott. Angelo Carlisi
 

 

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19/01/2021

Comune. Avviso "Borghi in Festival": presentazione delle istanze entro venerdi 22 gennaio 2021

 

Borghi in festival
Borghi in Festival

La Direzione Generale Creatività Contemporanea e la Direzione Generale Turismo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, lo scorso 15 novembre 2020 hanno emanato congiuntamente un avviso pubblico per il finanziamento di attività culturali da realizzarsi in forma di Festival, con l'obiettivo di favorire il benessere e migliorare la qualità della vita degli abitanti dei borghi italiani, attraverso la valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e turistiche.
Destinatari dell'avviso “Borghi in Festival” sono i Comuni con popolazione residente fino a 5000 abitanti, ovvero fino a 10000 abitanti che abbiano individuato il centro storico quale zona territoriale omogenea, con preferenza per quelle identificabili come aree prioritarie e complesse. Questi Comuni possono partecipare con progetti, singolarmente o in rete tra loro o come capofila di partenariati, costituiti o costituendi, con altri enti profit e non-profit.
Tra gli obiettivi strategici principali del bando vi sono i seguenti:
- promuovere e sostenere la qualità e le eccellenze dei territori dei borghi italiani;
- costruire opportunità per il miglioramento socio-economico delle aree selezionate, anche prevedendo l'incubazione di imprese culturali/creative e innovative di comunità, promuovendo attività di rigenerazione urbana a medio e lungo termine;
- promuovere e sostenere contenuti innovativi e attività di educazione/formazione e sviluppo;
- rafforzare e integrare l'offerta turistica/culturale dei territori;
- sviluppare un approccio progettuale integrato e pratiche innovative ed inclusive;
- incentivare progettualità orientate alla sostenibilità, attraverso l'impiego delle nuove tecnologie.
I progetti vincitori potranno essere realizzati da aprile a luglio 2021.
L'Amministrazione comunale di Grotte intende partecipare all’avviso con una propria proposta progettuale, pertanto intende coinvolgere le imprese locali e le associazioni del territorio operanti in ambito turistico/culturale con la sottoscrizione di accordi di partenariato (leggi la deliberazione di Giunta municipale).
Il Comune di Grotte sarà capofila nella presentazione del progetto.
Le istanze di partecipazione in partenariato (scarica il modello di istanza) e i curricula (scarica il modello di curriculum) delle imprese o delle associazioni che intendono aderirvi dovranno pervenire al protocollo del Comune di Grotte entro e non oltre il 22 gennaio 2021
.
     
Redazione
19 gennaio 2021.
  

 

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19/01/2021

Comune. Aggiornato l'albo unico degli scrutatori di seggio elettorale

 

Comune di Grotte (AG)
Palazzo municipale

Da ieri, lunedi 18 gennaio 2021, per 15 giorni consecutivi, è depositato nella Segreteria comunale, ai sensi degli articoli 4 e 5 della legge 08/03/1989 n. 95 e s.m., l’albo unico delle persone idonee all'ufficio di scrutatore di seggio elettorale, aggiornato con il verbale della Commissione elettorale comunale n° 3 del 14/01/2021.
Ogni cittadino, entro i 15 giorni, può prenderne visione.
Lo ha reso noto il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza con un avviso pubblico, aggiungendo inoltre che avverso le decisioni della
Commissione elettorale comunale, ogni cittadino ha facoltà di proporre ricorso alla Commissione elettorale circondariale entro 10 giorni dalla scadenza della pubblicazione dello stesso avviso.
     
Redazione
19 gennaio 2021.
  

 

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19/01/2021

Dialoghi. "Il prezzo dei costruttori"; di Giuseppe Castronovo

 

Intervento del dott. Giuseppe Castronovo.

Crisi, l'ennesima crisi di Governo! Come uscirne? Ne abbiamo parlato al Circolo della Concordia dove il prof. Vezio, da esperto grazie anche alla sua non più giovanissima età, sicuro che il nostro Paese non resterà senza Governo, ci ha ricordato che da che mondo è mondo "l'argento tondo compra il mondo".
Giuseppe Castronovo

"Il prezzo dei costruttori"
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

Totò: Amici, quale strada prevedete che possa portare il Governo Conte II fuori dalla crisi?

Santo: Io ho fiducia che in Parlamento la crisi troverà una soluzione che possa accontentare  le legittime aspettative di tutte le parti in campo.

Marco: In che senso?

Santo: Sono sicuro che si troveranno i costruttori o responsabili, chiamiamoli come vogliamo, in numero sufficiente a garantire una maggioranza parlamentare al Governo Conte.

Lino: A che prezzo? Caro Santo, nessuno costruisce gratis! I costruttori hanno un prezzo!

Santo: Se sono responsabili non dovrebbero parlare di prezzo. Almeno così la penso io. Perché non chiedete al prof. Vezio?

Marco: Prof. Vezio, lei cosa può dirci?

Vezio: Amici miei, stimo da sempre l’amico Santo al quale rivolgo questa semplice argomentazione: non è un segreto che se in Parlamento si trovano dei Parlamentari disposti a dare il loro voto di fiducia al Governo Conte, la legislatura continuerà il suo naturale percorso.

Nenè: E quindi?

Vezio: Ogni parlamentare continuerà a percepire, da qui alla fine della Legislatura, altri 350mila euro. E voi sapete che la maggioranza degli attuali Parlamentari è pienamente consapevole che la loro sarà una uscita senza ritorno. Avete capito?

Nenè: Abbiamo capito!

Vezio: Ero bambino e sentivo dire a mio nonno che “l’argento tondo compra il mondo”.

     

 

   

Giuseppe Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
  

 

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18/01/2021

Politica. "AAA Assessore cercasi"; una poltrona ancora vuota nella Giunta municipale di Grotte

 

Poltrona vuota
Poltrona vuota

Poltrona vuotaC'è ancora una poltrona vuota nella Giunta municipale di Grotte: "AAA Assessore cercasi".
Sono trascorsi sette giorni da quando, lo scorso 11 gennaio, l'ultimo dei tre Assessori al Comune di Grotte dimissionari (Antonino Caltagirone, Zina Maria Cipolla e Annamaria Todaro) ha presentato formalmente la lettera di rinuncia all'incarico.
Due sono stati sostituiti entro quarantott'ore, il 13 gennaio, dal sindaco Alfonso Provvidenza, che ha provveduto a nominare assessore e vice sindaco la consigliera comunale Roberta Di Salvo, ed assessore Alessandra Marsala.
Com'è riportato nella determinazione sindacale n° 2 del 13/01/2021; "... il Sindaco si riserva di nominare il quarto assessore con successivo provvedimento"; provvedimento che, ad oggi, non ha visto la luce.
Sul ritardo* nella nomina, in assenza di dichiarazioni ufficiali, possiamo soltanto avanzare un paio di ipotesi:
- la compagine politica di riferimento al quale compete l'assegnazione dell'assessore mancante non si è ancora decisa in merito al nominativo da indicare;
- qualora un nominativo fosse già stato proposto, questo potrebbe essere stato respinto (in quanto ritenuto irricevibile dal Primo Cittadino), rimettendo in moto il delicato meccanismo di bilanciamento tra le stesse anime della compagine proponente.
Per il momento rimangono attribuite al Sindaco le deleghe non assegnate; e si tratta di deleghe importanti: Sport, Lavori Pubblici, Servizi Cimiteriali, Risorse Umane, Vigilanza, Attività Produttive. E dire che l'assessore Caltagirone avrebbe potuto (forse anche dovuto) ricoprire l'incarico per tutta la durata del mandato, se non fosse venuto meno il supporto dei suoi sostenitori politici senza il quale, con grande tatto e discrezione, si è determinato a fare un passo indietro.
Chi sarà il prossimo Assessore? Non dovrebbe essere molto distante dal vero l'individuazione di questa figura (forse prima di maggio) in quella di un ex consigliere comunale (o, per interposta persona, di un suo familiare o sodale). In ballo c'è una posizione di prestigio e di potere, e una non trascurabile indennità di carica (soprattutto di questi tempi).
"Ma per conoscere il nominativo..." (direbbe Alessandro Borghese lasciando gli spettatori in suspense) non ci rimane che attendere.

* "Nessun ritardo" sostengono fonti ufficiose; ne prendo atto e riporto l'affermazione. Un dato incontestabile: dal 13 gennaio, del 4° Assessore da nominare non si ha notizia.
 
 

Carmelo Arnone
18 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
  

 

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18/01/2021

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Programma della settimana
Programma
 

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti (disponibili anche alla pagina "Chiesa").
Tutti i giorni le chiese rimarranno aperte per la preghiera personale, nel rispetto delle norme anti Covid-19.

Lunedi 18 gennaio - Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a padre Vinti;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa (nell'anniversario della nascita di padre Vinti: 18/01/1893 - 18/01/2021).

Martedi 19 gennaio - Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Mercoledi 20 gennaio - Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Giovedi 21 gennaio - Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 09.00, nella chiesa San Francesco, santa Messa (non ci sarà la consueta Adorazione eucaristica);
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Venerdi 22 gennaio - Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Adorazione eucaristica per l'unità dei cristiani;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Sabato 23 gennaio - Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, Coroncina della Divina Misericordia;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa prefestiva;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva;
- ore 20.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa prefestiva animata dal Cammino neocatecumenale.

Domenica 24 gennaio - Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa.

Numero di fedeli consentito nelle chiese di Grotte:
- chiesa Madre: 112
-
chiesa Madonna del Carmelo: 60
-
chiesa San Rocco: 25
Disposizioni particolari:
- non è consentito l'ingresso a persone con una temperatura corporea pari o superiore a 37,5° o che hanno avuto contatti con persone positive a SARS-COV2 nei giorni precedenti.
I fedeli hanno l'obbligo di:
- entrare ed uscire dalla chiesa rispettando la distanza di 1,5 metri dagli altri fedeli;
- indossare la mascherina;
- igienizzare le mani al dispenser situato all'ingresso;
- occupare il posto contrassegnato;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro laterale e frontale dalle altre persone;
- evitare qualsiasi forma di contatto fisico;
- non dare il segno della pace;
- attenersi alle indicazioni del celebrante per ricevere la santa Comunione;
- depositare le offerte per la parrocchia negli appositi contenitori;
- non sostare in chiesa o sul sagrato dopo la celebrazione
.
  
Redazione
18 gennaio 2021.
  

 

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18/01/2021

Attualità. Stefano Porcari: un brillante giovane italiano all'insediamento del Presidente USA Joe Biden

 

Stefano Porcari
Stefano Porcari

Si terrà il prossimo mercoledi 20 gennaio, sul lato ovest del Campidoglio, la cerimonia di insediamento del 46° Presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden. Sarà una cerimonia non aperta ai cittadini, sia a causa dell'emergenza dovuta alla pandemia che ai timori di manifestazioni di protesta dei sostenitori del Presidente uscente, ma sarà riservata a una platea di selezionate personalità del mondo della politica, della cultura, dell'economia, dell'arte.
Ci saranno, per esempio, gli ex presidenti Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama con le rispettive consorti.
Ci sarà il Presidente del sindacato georgiano dei vigili del fuoco, Andrea Hall, che proclamerà il giuramento di fedeltà alla bandiera americana.
L'inno nazionale verrà intonato da Lady Gaga, mentre Amanda Gorman, insignita nel 2017 del prestigioso titolo di National Youth Poet Laureate, reciterà versi poetici e la celebre cantante Jennifer Lopez proporrà una performance musicale.
Tra gli invitati, il giovane italiano Stefano Porcari.
Stefano, che ricopre il ruolo di Corporate Services Officer presso la CAF (Charities Aid Foundation) America, è nato e cresciuto a Milano. Terminati gli studi liceali a Pavia si è trasferito negli USA e ha conseguito la laurea in Scienze Politiche alla George Washington University con la doppia specializzazione in "International Economics" e "Security Policy". È stato assistente parlamentare del deputato democratico al Congresso Steve Russell. Nel 2016 ha partecipato alla Convention per la candidatura di Hillary Clinton alla presidenza, e lo scorso anno a quella per la candidatura del prossimo presidente USA Biden. Sin da giovanissimo molto attivo nel volontariato, a 16 anni ha trascorso un periodo in Ruanda insegnando inglese e matematica ai bambini delle scuole elementari presso l'Alpha Community Academy di Kigali, mentre durante gli anni del liceo ha contribuito a stabilire un programma di tutoraggio per i bambini delle scuole elementari e medie. Stefano Porcari ha lontane origini siciliane, infatti un suo trisnonno era di Castronovo di Sicilia; origini che lo accomunano alla prossima First Lady, Jill Jacobs (Giacoppa) Biden, il cui nonno Domenico proveniva da Gesso, una frazione di Messina
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Carmelo Arnone
18 gennaio 2021
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18/01/2021

Comune. Convocato il Consiglio comunale in seduta ordinaria per mercoledi 20 gennaio alle ore 16.00

 

Aula consiliare "Antonio Lauricella"
Aula consiliare

L'adunanza del prossimo Consiglio comunale di Grotte, convocato in seduta ordinaria - in modalità videoconferenza - su determinazione della vicepresidente Jessica Elisabetta Arnone, è stata fissata per mercoledi 20 gennaio, alle ore 16.00. All'ordine del giorno la presa d'atto delle recenti dimissioni del presidente dott. Angelo Carlisi e l'elezione del nuovo Presidente (il candidato più quotato è il consigliere Aristotele Cuffaro).
La videoconferenza sarà svolta sulla piattaforma "Zoom Meeting". La pubblicità della seduta sarà garantita mediante diretta streaming accessibile dalla pagina istituzionale del Comune di Grotte.  

Verrà discusso il seguente ordine del giorno:

1) Nomina scrutatori; lettura ed approvazione verbali seduta precedente;
2) Elezione del Presidente del Consiglio comunale a seguito delle dimissioni del Presidente in carica.

In caso di mancanza del numero legale la seduta sarà sospesa per un'ora e, qualora dopo la sospensione non ci fosse ancora la presenza del numero legale dei Consiglieri, la seduta di seconda convocazione sarà tenuta il giorno successivo, sempre alla stessa ora.
La Convocazione della seduta di Consiglio comunale riporta inoltre che "lo svolgimento della seduta consiliare in modalità videoconferenza oggetto della presente convocazione, sarà ordinariamente disciplinato mediante l'osservanza del vigente “Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale” unitamente ai criteri per lo svolgimento in videoconferenza delle sedute del Consiglio Comunale stabiliti con Determina del Presidente del Consiglio Comunale prot. n.13256 del 09/11/2020".
     
Redazione
18 gennaio 2021.
  

 

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17/01/2021

Salute. Emergenza Covid-19: Ordinanza del Sindaco di Grotte valida sino al 31 gennaio

 

Alfonso Provvidenza
Alfonso Provvidenza

Nella serata di ieri, sabato 16 gennaio 2021, il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza ha emanato l'Ordinanza Sindacale n° 3/2021 (leggi l'Ordinanza) che, tenendo conto di quanto stabilito dal DPCM e dal Presidente della Regione, ne ha ribadito i contenuti, integrandoli con alcune ulteriori disposizioni valide sino al 31 gennaio 2021 alle quali la cittadinanza dovrà attenersi.
In sintesi, questi i punti principali (leggi l'Ordinanza):
- attività didattica a distanza per il secondo e terzo anno della Scuola secondaria di primo grado (didattica a distanza per le seconde e terze medie);
- attività didattica in presenza per il primo anno della Scuola secondaria di primo grado, la Scuola Primaria, la Scuola dell’Infanzia e i Servizi Educativi dell’Infanzia (attività in classe dall'asilo nido alla prima media).
- nei giorni di giovedi 21 e 28 gennaio 2021 il mercatino settimanale si svolgerà nel rispetto di quanto previsto dal DPCM del 14/01/2021 “… Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici …”.
- la sospensione, ai sensi dell’art. 3, comma 4, lettera m), del DPCM 14 gennaio 2021, dei servizi bibliotecari nel periodo compreso tra il 17 e il 31 gennaio 2021;
- la chiusura al pubblico degli uffici comunali fino al 31 gennaio 2021, consentendo l’ingresso solo per motivazioni urgenti e indifferibili.

Sino al 31 gennaio tutta la Sicilia è in zona rossa; ecco cosa è permesso e cosa è vietato:
- vietato ogni spostamento, anche all'interno del proprio Comune, in qualsiasi orario (ad eccezione delle successive indicazioni);
- consentiti gli spostamenti esclusivamente per motivi di lavoro, necessità e salute;
- chiusi al pubblico bar e ristoranti, consentito l'asporto (sino alle ore 18.00 per i bar, sino alle 22.00 per ristoranti e pizzerie), consentita la consegna a domicilio;
- restano aperti i supermercati e le rivendite di generi alimentari e di prima necessità, edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri, officine, profumerie, negozi di biancheria intima, di ottica, di fiori, di telefonia e di computer, librerie e fiorai;
- chiusi gli altri negozi ed i centri estetici, musei, mostre, teatri, cinema, palestre, sale giochi e simili;
- aperte le chiese (nel rispetto delle norme anti Covid-19: numero massimo di fedeli ammessi, distanziamento, igienizzazione delle mani, ingressi e uscite separati);
- consentito praticare sport in forma individuale; corsetta e passeggiata consentite vicino alla propria abitazione
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Redazione
17 gennaio 2021.
  
 

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17/01/2021

Esempi. "Rosario Livatino: la lotta alla mafia tra giustizia e fede"; del dott. Antonio Balsamo

 

Rosario Livatino
Rosario Livatino

Antonio Balsamo
Antonio Balsamo

Antonio BalsamoConsiderazioni sulla figura di Rosario Livatino: il “giudice ragazzino” e la lotta alla mafia tra giustizia e fede.
A cura del dott. Antonio Balsamo, in collaborazione con il Centro Studi “Nino Abbate”.
Il dott. Antonio Balsamo, in magistratura dal 1991, è Judge on the Roster of International Judges delle Kosovo Specialist Chambers, con sede all’Aja, dove svolge il ruolo di Giudice della Specialist Chamber della Corte Costituzionale.
È Consigliere Giuridico della Rappresentanza Permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite a Vienna.
È Professore a contratto di Criminal Law presso la Facoltà di Giurisprudenza della LUMSA.
Prima di assumere gli attuali incarichi internazionali è stato Sostituto Procuratore Generale della Corte Suprema di Cassazione.
Dal 2011 al 2018 è stato Presidente della Corte di Assise di Caltanissetta, dove ha trattato e definito in primo grado i nuovi processi sulla strage di Capaci e sulla strage di Via D’Amelio (c.d. processi “Capaci bis” e “Borsellino quater”)
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*****

Un grande segnale di speranza al termine di un anno drammatico.

     Alla fine di un anno veramente drammatico, che ha tracciato un solco profondo nelle vite di ciascuno di noi, un forte segnale di speranza per tutte le persone impegnate nella affermazione della giustizia e nella lotta alla mafia è stato lanciato da Papa Francesco il 21 dicembre 2020, con l’autorizzazione alla promulgazione del Decreto riguardante «il martirio del Servo di Dio Rosario Angelo Livatino, Fedele Laico; nato il 3 ottobre 1952 a Canicatti (Italia) e ucciso, in odio alla Fede, sulla strada che conduce da Canicatti ad Agrigento (Italia), il 21 settembre 1990» (In questi termini il comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede).
     Il riconoscimento contenuto nel Decreto ha un significato speciale per la Chiesa Cattolica (dove alla dichiarazione del Martirio segue senza soluzione di continuità la beatificazione), ma assume un valore non meno importante per tutta la società e l’intero sistema istituzionale: per tutti coloro che credono che «veramente justitia est fundamentum reipublicae», come ricordava Piero Calamandrei nel discorso tenuto nel 1947 al Primo Congresso del Consiglio nazionale forense, quando esprimeva l’auspicio che la toga - questo abito che unisce avvocati e magistrati - sia «veste simbolica del coraggio civile, dell’altruismo e della solidarietà umana».
     Un grande storico dell’età moderna, Federico Chabod, a proposito del mutamento culturale scaturito dalla Rivoluzione Francese che conduceva la politica ad acquistare “pathos religioso” a partire dal secolo XIX, spiegava: «per diciotto secoli, il termine di martire era stato riservato a coloro che versavano il proprio sangue per difendere la propria fede religiosa; martire era chi cadeva col nome di Cristo sulle labbra. Ora, per la prima volta, il termine viene assunto ad indicare valori, affetti, sacrifici puramente umani, politici: i quali dunque acquistano l’importanza e la profondità dei valori, affetti, sacrifici religiosi, diventano religione anch’essi».
     La forza e l’ampiezza dei significati del martirio, che costituiscono il riflesso della capacità di questo evento di scuotere le coscienze di tutti, credenti e non credenti, sono particolarmente evidenti nel caso di Rosario Livatino: un magistrato che pensava che «rendere giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di sé a Dio» (R. Livatino, Fede e diritto, Conferenza tenuta il 30 aprile 1986 a Canicattì, nel salone delle suore vocazioniste), e non cessava di interrogarsi sul rapporto tra fede e diritto, due realtà «continuamente interdipendenti fra loro, (…) continuamente in reciproco contatto, quotidianamente sottoposte ad un confronto a volte armonioso, a volte lacerante, ma sempre vitale, sempre indispensabile» (F. Chabod, L’idea di nazione, a cura di A. Saitta - E. Sestan, Laterza, Roma-Bari, 1992, p. 62).
     Alla visione del “rendere giustizia” espressa da Rosario Livatino si è richiamato, nel discorso tenuto in occasione dell’incontro del 29 novembre 2019 con gli iscritti al Centro Studi che ha scelto il suo nome, Papa Francesco, che ha tratteggiato in modo indimenticabile la sua figura e il valore della sua testimonianza: «Livatino - per il quale si è concluso positivamente il processo diocesano di beatificazione - continua ad essere un esempio, anzitutto per coloro che svolgono l’impegnativo e complicato lavoro di giudice. Quando Rosario fu ucciso non lo conosceva quasi nessuno. Lavorava in un Tribunale di periferia: si occupava dei sequestri e delle confische dei beni di provenienza illecita acquisiti dai mafiosi. Lo faceva in modo inattaccabile, rispettando le garanzie degli accusati, con grande professionalità e con risultati concreti: per questo la mafia decise di eliminarlo. Livatino è un esempio non soltanto per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni» (Discorso del Santo Padre Francesco ai membri del Centro Studi “Rosario Livatino”, Sala Clementina, 29 novembre 2019, in cui il Papa soggiunge: «Rosario Livatino ha lasciato a tutti noi un esempio luminoso di come la fede possa esprimersi compiutamente nel servizio alla comunità civile e alle sue leggi; e di come l’obbedienza alla Chiesa possa coniugarsi con l’obbedienza allo Stato, in particolare con il ministero, delicato e importante, di far rispettare e applicare la legge»).


(Rosario Livatino)

Il rifiuto di ogni compromesso e di ogni “doppia morale”.

     Tra gli appunti di Rosario Livatino, dopo la sua morte, venne trovata la frase: Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili.
     È una riflessione che esprime il senso profondo di tutto il suo impegno. In effetti, una delle cose che più colpiscono nel percorso umano e professionale di Rosario Livatino è la coerenza assoluta tra i principi proclamati e la condotta di vita. Il rifiuto di ogni compromesso e di ogni “doppia morale”.
     Come è stato osservato da chi ha dato un forte impulso alla costruzione della memoria collettiva nel contesto nazionale su Rosario Livatino, «quel giudice che non si impaurisce delle reazioni dei centri di potere, quel giudice capace di apporre la sua firma in calce ai provvedimenti più scomodi. Quel giudice sconosciuto al pubblico, diventa invece ben conosciuto ai clan mafiosi che infestano in progressione l’agrigentino. In quell’ufficio Rosario rappresenta lo Stato che non china la testa davanti alla corruzione e ai suoi uomini, che si fa garante in periferia del principio di legalità devastato al centro» (N. dalla Chiesa, Il giudice ragazzino, Einaudi, 1992).
     La sua visione dell’etica del giudice è racchiusa in una conferenza tenuta al Rotary Club di Canicatti il 7 aprile 1984 sul tema: “Il ruolo del Giudice nella società che cambia”. Un intervento che sembra davvero scritto “a futura memoria” e che meriterebbe di essere proposto a tutti coloro che intendono intraprendere il lavoro di magistrato, come la più importante lezione di etica professionale:
     «L’indipendenza del giudice, infatti, non è solo nella propria coscienza, nella incessante libertà morale, nella fedeltà ai principi, nella sua capacità di sacrifizio, nella sua conoscenza tecnica, nella sua esperienza, nella chiarezza e linearità delle sue decisioni, ma anche nella sua moralità, nella trasparenza della stia condotta anche fuori delle mura del suo ufficio, nella normalità delle sue relazioni e delle sue manifestazioni nella vita sociale, nella scelta delle sue amicizie, nella sua indisponibilità ad iniziative e ad affari, tuttoché consentiti ma rischiosi, nella rinunzia ad ogni desiderio di incarichi e prebende, specie in settori che, per loro natura o per le implicazioni che comportano, possono produrre il germe della contaminazione ed il pericolo della interferenza; l’indipendenza del giudice è infine nella sua credibilità, che riesce a conquistare nel travaglio delle sue decisioni ed in ogni momento della sua attività».
     Rosario Livatino così proseguiva: «La credibilità esterna della magistratura nel suo insieme ed in ciascuno dei suoi componenti è un valore essenziale in uno Stato democratico, oggi più di ieri. “Un giudice”, dice il canone II del già richiamato codice professionale degli U.S.A. “deve in ogni circostanza comportarsi in modo tale da promuovere la fiducia del pubblico nell’integrità e nell’imparzialità dell’ordine giudiziario”.
     Occorre allora fare un’altra distinzione tra ciò che attiene alla vita strettamente personale e privata e ciò che riguarda la sua vita di relazione, i rapporti coll’ambiente sociale nel quale egli vive.
     Qui è importante che egli offra di se stesso l’immagine non di una persona austera o severa o compresa del suo ruolo e della sua autorità o di irraggiungibile rigore morale, ma di una persona seria, sì, di persona equilibrata, sì, di persona responsabile pure; potrebbe aggiungersi, di persona comprensiva ed umana, capace di condannare, ma anche di capire.
     Solo se il giudice realizza in se stesso queste condizioni, la società può accettare che gli abbia sugli altri un potere così grande come quello che ha. Chi domanda giustizia deve poter credere che le sue ragioni saranno ascoltate con attenzione e serietà; che il giudice potrà ricevere ed assumere come se fossero sue e difendere davanti a chiunque. Solo se offre questo tipo di disponibilità personale il cittadino potrà vincere la naturale avversione a dover raccontare le cose proprie ad uno sconosciuto; potrà cioè fidarsi del giudice e della giustizia dello Stato, accettando anche il rischio di una risposta sfavorevole
».
     È una visione, questa, che Rosario Livatino cercava di mettere in pratica in ogni sua attività giudiziaria, in ogni momento della sua vita. Sia quando affrontava senza nessuna esitazione quella fitta rete di complicità e cointeressenze che legava esponenti della criminalità organizzata, del mondo politico e della realtà economica ad Agrigento, collaborando con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (Sul tema, v. lo Speciale Tg1 del 20/9/2020, “Un uomo giusto”, di Maria Grazia Mazzola, che contiene un’accurata ricostruzione delle attività di indagine di Rosario Livatino, con le testimonianze di alcuni dei colleghi che collaborarono con lui, anche nell’analisi delle risultanze del rapporto della polizia canadese che già dal 1974 aveva delineato una struttura dell’organizzazione mafiosa largamente coincidente con quella descritta, dieci anni dopo, da Tommaso Buscetta; v. sul punto la testimonianza di Salvatore Cardinale e la documentazione sul predetto rapporto, su quello del 20/2/1984, e sulle intercettazioni ambientali eseguite presso il “Reggio Bar” di Paul Violi), sia quando, da pubblico ministero con una solida cultura della giurisdizione (Cfr. R. Conti – R. Saieva, Livatino ieri e oggi. Sacrificio di un giudice e giurista d’altri tempi o testimonianza limpida di un magistrato “di ogni tempo” al servizio della società?, in www.giustiziainsieme.it), esprimeva tutto il suo rispetto verso gli accusati e, in particolare, verso le persone deboli e vulnerabili, con un incessante anelito a raggiungere la verità nel processo (Cfr. M. Ronco, Il decreto sul martirio di Rosario Livatino, in www.centrostudilivatino.it, che esamina in profondità la motivazione del decreto).

Un esempio luminoso contro una crisi del potere giudiziario che ha radici profonde.

     «Rosario Livatino ha lasciato a tutti noi un esempio luminoso»: queste parole di Papa Francesco non sono solo una celebrazione, ma soprattutto un forte invito ad un profondo rinnovamento, proprio in una fase storica nella quale si assiste a una «crisi del potere giudiziario che non è superficiale ma ha radici profonde» (Cfr. il discorso del 29 novembre 2019 di Papa Francesco ai membri del Centro Studi “Rosario Livatino”, sopra citato).
     Rosario Livatino operava in partibus infidelium. Dovette sostenere un contrasto molto duro con il suo ambiente di riferimento, in un’epoca nella quale a Palermo si giocavano le sorti della nostra democrazia (V. le riflessioni di Nando dalla Chiesa nel citato Speciale Tg1 del 20/9/2020, “Un uomo giusto”).
     Pochi giorni dopo la sua uccisione, il 1° ottobre 1990, ad Agrigento si svolse una assemblea dei magistrati siciliani che fu subito vista dalla stampa come “un atto di accusa senza precedenti, una vera sfida lanciata agli uomini di Roma” (A. Bolzoni, La rabbia dei giudici siciliani ‘colleghi, dimettiamoci tutti’, in la Repubblica, 2 ottobre 1990, cui si rinvia per una completa ricostruzione dello svolgimento dell’assemblea).
     L’intervento effettuato in questa occasione da Paolo Borsellino iniziava così: «Non ho potuto evitare che in me insorgesse la mortificante sensazione del già visto, del già sentito, del già detto e del già fatto, come se ancora una volta, per inevitabile condanna storica fosse necessario sottoporsi a questo inevitabile ed inutile rituale. Del già visto, perché il viso innocente di bambino di Rosario, sforacchiato da colpi micidiali, che mi è apparso in fondo alla brulla scarpata sotto il lenzuolo bianco, il cui lembo non ho potuto fare a meno di sollevare, mi ha immediatamente richiamato alla memoria tanti altri visi di colleghi ed amici, colpiti anch’essi nella loro giovinezza o maturità dalle mani omicide che percorrono questa terra, impunite e con terrificante sicurezza di perdurante impunità. Del già sentito, perché subito dopo ho riascoltato esplodere lo sciacallaggio morale di chi, anche tra colleghi, non trova di meglio che addebitare alla stessa magistratura siciliana la responsabilità di questi tragici eventi, risollevando stantie argomentazioni razzistiche, che dimenticano come tutto quello che contro la mafia si è fatto in Sicilia è stato opera di magistrati siciliani e dei loro collaboratori, nonostante la scandalosa assenza delle altre Istituzioni dello Stato che vi dispiegassero doverosamente tutti i mezzi e gli sforzi dovuti. Io non esprimo solidarietà ai colleghi di Agrigento, oggetto in questi giorni di ignobili indiscriminati attacchi. Esprimo insieme a loro lo sdegno verso gratuite ed ingiuste generali criminalizzazioni, che colpiscono anche me e la grande maggioranza dei miei colleghi, siciliani e non siciliani. Non è difesa corporativa. Se ci sono mele marce vanno individuate, punite ed eliminate, ma non deve essere consentito a nessuno avvalersi di queste tragiche occasioni per liberarsi a poco prezzo di magistrati scomodi che cercano di fare tutto il loro dovere, e spesso molto di più, in condizioni di lavoro inammissibili in un paese civile. Del già detto, perché il macabro inutile rituale comprende anche un determinato periodo di lamentazioni da un lato e promesse dall’altro, l’une avanzate e le altre propinate quasi come un medicinale digestivo della tragedia, affinché dopo alcuni giorni più non se ne parli e ci si possa continuare ad occupare, senza distrazioni fastidiose, della crisi del Golfo e delle grandi civili riforme sanitarie o carcerarie. Ed allora l’idea di convocare questa Assemblea è nata insieme col fermo proposito di sfuggire finalmente a queste logiche ripetitive, di non celebrare più alcuna cerimonia rituale, di non ripetere più tristemente, come il 28 settembre 1988, che la magistratura siciliana, ormai da troppo tempo sottoposta ad inconcepibili aggressioni, avrebbe continuato come in passato a fare il proprio dovere con rinnovata energia e passione di giustizia. Sì è vero, dopo ogni barbaro assassinio di giudici non si è verificato alcun cedimento né si è registrata alcuna defezione; anzi il lavoro è continuato con maggiori sacrifici e risultati apprezzabili. Ma abbiamo detto già due anni fa che l’impegno dei magistrati non poteva costituire alibi per le perduranti gravissime inadempienze che contribuiscono a tenere questa terra in preda alle organizzazioni criminali. Aggiungiamo oggi che questo impegno è allo stremo: a forza di spillar vino dalla botte questa si svuota. E qui non di vino si tratta».
     Negli ultimi decenni l’esempio di Rosario Livatino ha scosso le coscienze dei magistrati, della società civile, della Chiesa.
     Come ha ricordato Papa Francesco, il 9 maggio 1993 Giovanni Paolo II, poco prima di rivolgere agli “uomini della mafia” il memorabile e perentorio invito alla conversione nella Valle dei Templi, ad Agrigento, aveva incontrato i genitori di Rosario Livatino.
     La lezione di Rosario Livatino oggi è di sorprendente attualità (per usare le parole di Papa Francesco), anche quando smonta una serie di luoghi comuni e di “ricette pronte” da oltre quarant’anni, capaci di produrre un «effetto perverso fondamentale», che «punisce l’azione e premia l’inazione, l’inerzia, l’indifferenza professionale», con la conseguenza che «chi ne trarrebbe beneficio sono proprio quelle categorie sociali che, avendo fino a pochi anni or sono goduto dell’omertà di un sistema di ricerca e di denuncia del reato che assicurava loro posizioni di netto privilegio, recupererebbero attraverso questa indiretta ma ancor più pesante forma di intimidazione del giudice la sostanziale garanzia della propria impunità». Come lui sottolineava nella conferenza del 7 aprile 1984 sul tema: “Il ruolo del Giudice nella società che cambia”, «come possa dirsi ancora indipendente un giudice che lavora soprattutto per uscire indenne dalla propria attività, non è facile intendere», e «ci si può chiedere se sarà mai più possibile trovare un pretore od un pubblico ministero che di sua iniziativa intraprenda la persecuzione di quei reati che per tradizione o per costume o per altro nel passato erano raramente perseguiti. Dai reati societari all’urbanistica, all’inquinamento ed in genere a tutti i reati che offendono interessi diffusi».
     La via per rafforzare veramente l’indipendenza, esterna e interna, di ciascun magistrato, passa dalla capacità di ognuno di noi di prendere sul serio, non solo nelle celebrazioni ma soprattutto nell’attività di ogni giorno, il suo pensiero e il suo modo di essere giudice e pubblico ministero.

Io ho visto tanti esempi di questa capacità nei colleghi con cui ho avuto la possibilità di lavorare a Caltanissetta. Ne voglio ricordare due, che riguardano rispettivamente un pubblico ministero e un giudice.

Uno è quello di una collega che arrivò in Sicilia dopo una esperienza internazionale nei Balcani. Di aspetto sembrava davvero una ragazzina, ma aveva una cultura e una determinazione fortissime. Tra le tante cose che ha fatto lavorando in Procura, mi è rimasto impresso un processo in cui ha tenuto esattamente lo stesso comportamento che, secondo la “storia orale” dei magistrati di Agrigento, era stato tenuto da Rosario Livatino tanti anni prima: concluse a sfavore dell’imputato, ascoltò con attenzione la difesa, e poi cambiò completamente le proprie conclusioni in sede di replica, in quanto si era convinta della fondatezza delle ragioni addotte a favore dell’imputato.

Il secondo riguarda una collega che è entrata in magistratura dopo essere stata in polizia per diversi anni. La passione per la giustizia - quella vera - l’aveva avuta sin da bambina, quando scriveva delle lettere a Enzo Tortora perché era convinta della sua assoluta innocenza (e ci aveva visto giusto, a differenza di tanti magistrati). Il padre di Rosario Livatino trascorse il suo ultimo Natale con lei e la sua famiglia. Subito dopo avere iniziato il suo lavoro al Tribunale di Caltanissetta, la collega ha dato un contributo fondamentale alla ricostruzione della convergenza di interessi tra “Cosa Nostra” e ambienti esterni che, secondo gli ultimi accertamenti giudiziari, sta alla base della strage di Capaci e della strategia del “terrorismo mafioso”, per poi impegnarsi con coraggio nella descrizione del volto più recente, più ambiguo, e più difficile da percepire, della criminalità organizzata.

È in persone come loro che l’esempio di Rosario Livatino continua a vivere.
 
 

Antonio Balsamo
17 gennaio 2021.
 

 

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17/01/2021

Romanzo. "Chi era il vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 4^ puntata

 

Fuga in Egitto - Guttuso
Fuga in Egitto
R. Guttuso



Prof. Rodolfo Costanza
Prof. Rodolfo Costanza

 
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
     
Fuga in Egitto - Guttuso
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)

(4^ puntata)

Cap. 3
Contrasti tra fazioni

     Proprio in quegli anni arriva a Gerusalemme il grande navarco Marco Vipsanio Agrippa, genero dell’imperatore Ottaviano. Erode aveva conosciuto Agrippa a Roma, diventandone amico, quando aveva accompagnato, per farli studiare, i figli avuti dall’asmonea Marianne. La visita di Agrippa rafforza di più la loro amicizia.
     L’illustre ospite è accolto alla porta occidentale della città di Gerusalemme da un distaccamento militare, da Erode, da Nicola di Damasco e da due ministri. Il discorso di accoglienza tenuto dallo stesso Erode, in greco, è entusiastico. Il re si felicita della visita dell’amico Vipsanio, alto rappresentante di Roma, e gli dà il benvenuto.
     Vipsanio era partito prevenuto da Roma verso gli ebrei. Tutti gli amici e i funzionari imperiali lo avevano messo in guardia verso la doppiezza degli orientali e l’ostilità degli Ebrei, ma l’ospitalità di Erode e dei suoi ministri l’aveva, in parte, fatto ricredere.
     L’illustre visitatore è ospitato nel vecchio palazzo degli Asmonei che è stato preparato a questo scopo; inoltre è invitato a onorare, con la sua presenza, la cena che sarà imbandita quella sera stessa in suo onore nella nuova reggia di Erode.
     L’ospite è accompagnato nel palazzo a lui assegnato, mentre il maggiordomo, seguito da molti servitori, guida Agrippa e il suo seguito ai loro appartamenti. Il maggiordomo fa preparare il bagno per l’ospite da alcune schiave, dopo mezzora i profumi di nardo avvisano che è pronto. L’ospite s’immerge nella vasca di alabastro, sotto gli occhi ammiccanti di due attraenti giovinette, pronte a massaggiarlo in tutto il corpo.
     Verso vespero il suocero dell’imperatore tutto agghindato e profumato, seguito da un corteo di persone, si avvia verso il nuovo palazzo reale. Qui è accolto personalmente da Erode e accompagnato nella sala del banchetto, ove si siede accanto al re e a Nicola di Damasco. Il re, subito dopo, alza il rhyton e beve alla salute dell’ospite e dell’imperatore, cosa che fanno anche Vipsanio e gli altri commensali. Subito dopo comincia la presentazione dei piatti e dei vini. Nel frattempo, Erode chiede all’amico: «Ti sei fatto un’idea precisa della situazione interna di Israele?».
     «Tante cose mi sono poco chiare», esordisce l’ospite. «Vorrei che mi spiegassi come mai questo popolo sembra essere così ribelle. Mi hanno detto che gli Ebrei sono riottosi ad accettare l’“amicizia” di Roma. E ti confesso la mia incapacità di capire perché tante fazioni e rivalità dividono il tuo popolo».
     «Sono riottosi perché loro riconoscono un solo Dio che è anche il loro re e legislatore», afferma Erode. «Sai come comincia il preambolo del loro decalogo della Torah: “Io sono il Signore, il dio tuo, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dal luogo di schiavitù” (Esodo XX, 2). Questa pericope chiarisce molte cose sulla cultura politica e religiosa del popolo ebraico. Per questo sono ostili a qualsiasi dominazione straniera».
     «Dopo che il grande regno di Davide e di Salomone», chiarisce Erode, «cominciò a decadere, circa otto secoli fa, si divise in due regni, uno del Nord, Israele, e uno del Sud, Giuda, in guerra fra loro per parecchi secoli. Poi, dopo la dominazione seleucida, sono iniziate le lotte fra le varie fazioni che compongono il popolo di Israele».
     «Come hanno potuto degli Ebrei diventare tanto ostili nei confronti di altri Ebrei?», chiede Vipsanio mentre beve dello squisito vino di Samo.
     «Sembra che ai tempi di Seleuco», risponde il re, «i Sadducei e i Farisei formassero, dentro il popolo ebraico, i due principali gruppi religiosi. Essi hanno in comune i fondamentali principi religiosi e morali dell’ebraismo, pur essendo fra loro in assoluto contrasto».
     Erode si servì del pesce marinato al limone e prezzemolo, imitato dall’amico.
     «Tu, come cerchi di capire i loro diverbi?», chiede il romano.
     «Le loro idee ci aiutano a definire con precisione i loro contrasti», dice Erode, mentre assapora dei cuori di carciofo intinti in una salsa a base di erbe aromatiche e olio di oliva. «Si crede di solito che i Farisei rappresentino la corrente conservatrice e i Sadducei quella innovatrice; ciò potrà esser vero nel campo pratico ma, in quello giuridico-religioso, la posizione è inversa. I Sadducei, dal loro punto di vista, si presentano come conservatori del vero patrimonio morale del giudaismo e respingono come innovazioni le dottrine particolari e contorte dei Farisei. Le due correnti, infatti, sono nate dal diverso atteggiamento che i vari ceti della nazione presero di fronte alla cultura ellenistica: permissivi i Sadducei, intransigenti i Farisei. Questa cultura venne in urto col giudaismo all’epoca dei Maccabei, e fu in quel periodo che i contrasti tra le due fazioni si manifestarono apertamente».
     Il sovrano, considerato il buon appetito dell’ospite, lo invita ad assaggiare dei fegatini di agnello alle braci accompagnandoli con succo di melagrana diluito in un leggero vino frizzante delle colline del Libano.
     Il suocero dell’imperatore chiede: «
È vero che gli Ebrei sono quindi più cavillosi degli avvocati romani?».
     «Sì, caro amico! Sono più legulei dei sofisti greci», afferma il re.
     Vipsanio, mentre assaggia un dolce a base di datteri, fichi, miele e mandorle chiede a Erode: «Quali sono le idee religiose dei due gruppi?».
     «Quanto alle dottrine religiose delle due correnti», continua il  re, «entrambi venerano ormai da secoli un unico Dio trascendente che non si cura più di loro; un Essere così remoto che non si comprendere la natura né l’aspetto. I Farisei sono molto legati fra loro e promuovono il buon accordo con la comunità. Essi, come i profeti, attendono un Messia-re-sacerdote che farà trionfare il regno di Israele. I Sadducei invece non amano il popolo sempre pronto a ribellarsi e poi non attendono nessun Messia, anche se non sono ostili a una tale venuta».
     Erode chiarisce ancora: «I Farisei sentono che la loro forza poggia non sulle classi aristocratiche o dell’alto sacerdozio o del Gran Sinedrio, bensì sulla massa del popolo. Lo studio farisaico della legge non è di tipo metafisico ma pignolo, verte su tre argomenti e precetti principali, che sono: il riposo del sabato, il pagamento delle decime e la purità rituale».
     Agrippa chiede: «
È vero che i farisei hanno dei grandi maestri di dottrina?».
     «Sì, hanno, in questo momento storico alcuni grandi maestri. Uno di questi è il celebre Hillel il quale, a un greco che gli aveva chiesto d’insegnargli tutta la legge della tradizione ebraica e della Torah nel breve tempo che fosse riuscito a reggersi su un piede solo, rispose: "Ciò che non desideri per te, non fare al prossimo tuo. Questa è tutta la legge, il resto, è solo commento. Va e impara"».
     «Questi Farisei e Scribi sono così temibili sotto l’aspetto sociale?», chiede l’amico Marco.
     «Intanto, i predicatori sono molti», dice Erode, «diverse migliaia, provenienti dalle varie classi sociali e, in parte, anche dalla bassa classe sacerdotale. I Farisei sono uniti fra loro con vincoli ben saldi. I membri dell’associazione, poveri o ricchi che siano, devono possedere un forte rigore nell’osservare i tre gruppi principali di precetti».
     «I Farisei hanno tanto ascendente sul popolo», puntualizza Erode, «che se dicano qualsiasi assurdità contro di me o contro il sommo sacerdote si crede loro immediatamente. Per me i Farisei s’interessano troppo di politica, una caratteristica deplorevole. Nel passato hanno avuto l’ardire di inviare tre delegazioni per chiedere a Marco Antonio di depormi, ma invano. Essi sono diventati maestri nell’arte di raggirare e confondere il popolo. Io non amo i Farisei, sono degli intriganti che complottano di continuo».
     «I loro maneggi e intrighi sono arrivati a toccare la mia famiglia», prosegue Erode nelle sue accuse verso i Farisei. «I loro accoliti sono diffusi in tutti gli ambienti della reggia, dalla cucina all’harem. Il palazzo reale, a causa loro, è un nido di vipere. Tutti: cuochi, balie, giardinieri, barbieri, camerieri, fornitori fanno traffico d’informazioni, elemosinano favori, estorcono promesse per sapere ciò che faccio e progetto per poi riferire ai Farisei. Io, purtroppo per loro, so tutto di questo traffico di spie e delatori, ma lascio fare, poiché li considero dei pidocchi attaccati a un elefante al quale non riescono a procurare neanche un piccolo solletico. I Sadducei, alla fin fine, sono i più ragionevoli e indulgenti verso gli interessi del regno, diversamente dei Farisei».
     «Che cosa vogliono alla fine gli Ebrei?», chiede Vipsanio.
     «Essi vogliono restaurare il trono e il regno di David, il più grande re che abbiano avuto nel lontano passato», risponde Erode, «per questo molti di loro attendono il nuovo re-messia che li libererà con l’aiuto del loro dio, Yahwèh, dal dominio romano come li ha liberati dal dominio greco-seleucida».
     «L’eterna scontentezza degli Ebrei si manifesta nel fatto che se mi mostro severo con loro, mi odiano come un oppressore», prosegue Erode, «se sono indulgente, mi disprezzano come se fossi un debole. Inoltre l’assurdità stupefacente degli Ebrei è data dalla loro educazione religiosa che si manifesta sotto due aspetti distinti: in loro è stata inculcato, fin dall’infanzia, l’idea che i non-ebrei li considerino dei reietti e pertanto li perseguitano. Credono, per rivalsa, che gli altri popoli siano inferiori rispetto a loro perché Dio avrebbe detto che loro sono il popolo eletto superiore a tutti gli altri. Quest’ultimo assunto è, peraltro, presente nella Torah e alimenta il loro atteggiamento di superba superiorità. È davvero difficile trovare un ebreo che riesca a intravedere il legame tra la loro pretesa superiorità e le persecuzioni che sostengono di subire continuamente. Un giorno quest’atteggiamento non darà altro, come risultato, che un futuro molto più sinistro di quello che la loro tracotanza osi immaginare».

     «Sono sicuro che, dopo la mia morte», conclude Erode, «il loro fanatismo li porterà alla rovina e alla distruzione del proprio paese e alla loro scomparsa come popolo. Sebbene mi abbiano sempre detestato, io ho fatto loro solo del bene e dato una prosperità mai avuta nella loro storia. Per ricordare loro, in futuro, questo florido periodo, ho ricostruito il loro Tempio. Ormai, nonostante tutto, mi sono abituato al gusto sgradevole del loro rancore e fanatismo» (La rovina e la distruzione definitiva del regno di Israele e la diaspora avverranno dopo la rivolta del 66-70 d.C. e in quella definitiva del 132-135 d.C.)
.

Rodolfo Costanza

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 17 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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17/01/2021

Ambiente. Lunedi 18 gennaio raccolta differenziata della plastica; martedi 19 raccolta dell'organico

 

raccolta differenziata porta a porta

Con un avviso diffuso alla cittadinanza, l'Assessorato all'Ambiente del Comune di Grotte ha comunicato che "la prossima settimana, a causa di problemi tecnico-logistici, la raccolta dei rifiuti organici/pannolini/pannoloni avverrà il martedi anziché il lunedi. La plastica/metalli e vetro verranno ritirati il lunedi, pertanto, a turni invertiti".
Con lo stesso avviso l'Amministrazione si scusa per "il disagio non imputabile a questo Comune".
Riassumendo:
- lunedi 18
gennaio sarà effettuata la raccolta di plastica/metalli e vetro;
- martedi 19 gennaio sarà effettuata la raccolta di organico/pannolini/pannoloni.
Dalla settimana successiva la raccolta tornerà ad essere regolare secondo quanto previsto dal calendario di raccolta
.
  
Redazione
17 gennaio 2021.
  

 

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17/01/2021

Letture Sponsali. "Le diversità che uniscono e non separano"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

Cercare l'Amore.
“Che cosa cerchi? Qual è il tuo desiderio?”.
Ecco, chi si mette sulle tracce di Gesù deve cercare di rispondere innanzitutto a questa domanda, deve cercare di conoscere il proprio cuore, di leggerlo e scrutarlo, in modo da essere consapevole di ciò che desidera e cerca. Ma la ricerca, quando è assunta e consapevole, chiede di muoverci, di fare un movimento, di andare, cioè di seguire chi ha suscitato la domanda: “Venite e vedrete”. Seguendo si fa cammino dietro a Gesù e si arriva dove lui sta, dimora.
Ecco la dinamica del nostro incontro con il Signore: cercare, seguire, dimorare. Queste sono anche le attitudini essenziali per conoscere e vivere l’amore. L’amore è cercato dal desiderio, deve essere seguito su cammini a volte faticosi e pieni di contraddizioni, ma, se lo si segue, alla fine lo si conosce e in esso si resta, si dimora.
Il vero amore è un abitare nell’amore dato e ricevuto.
Paola e Salvo

Punto chiave
Come Adam diamo nome alle cose, agli animali, al creato. Perché fin dalla Genesi Dio ha voluto renderci partecipi della sua creazione.
Le letture di questa domenica pongono il tema della "chiamata" al centro della nostra riflessione, e della vita di ogni credente. Perché di questo si tratta, di vocazione.
Gesù ci chiama per nome, e quando è necessario lo modifica e ne assegna uno nuovo, determinando un cambiamento profondo.
Sì, perché seguire Lui significa tagliare con la vita passata, destarsi e muoversi sulle sue orme.
Nel matrimonio-sacramento il percorso dei due diventa il cammino unico della famiglia. Tutta la vita di coppia, dai rapporti tra partner all'educazione dei figli, dagli sforzi economici per sostenere il bilancio familiare all'edificazione del "noi", tutte le situazioni quotidiane più comuni e semplici diventano occasioni per santificare il cammino matrimoniale.
Siamo stati chiamati insieme. E lo dobbiamo tenere sempre a mente, soprattutto nei momenti di crisi: chiamati insieme per santificare le nostre vite, per sostenerci a vicenda e arricchirci delle diversità che uniscono e non separano.
Questo significa che in un momento storico come quello attuale, quindi in piena crisi sanitaria, economica, lavorativa, senza dimenticare la crisi di valori o quella del governo italiano delle ultime ore, tutto è instabile e quindi alle situazioni comuni si aggiungono una moltitudine di situazioni straordinarie in cui ciascuno di noi deve attingere a quella vocazione al bene, ad amare, a creare, a cercare l’origine e il fine di tutto, che non è la fine.
Lorenza e Gianluca
 
Redazione
17 gennaio 2021.
  

 

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16/01/2021

Lettere. "Assembramenti in Viale della Vittoria, domenica mattina"; di Enzo Allegro

 

Divieto di assembramento
Divieto

Intervento di Enzo Allegro, sul rispetto delle norme anti Covid-19.

*****

"Non faccio mai la spesa durante i fine settimana, ma serviva qualcosa per la famiglia così domenica scorsa mi sono recato presso il nuovo discount in Viale della Vittoria, erano le 12.30 massimo 12.45.
Ero convinto che non ci fosse nessuno visto le giuste restrizioni imposte dalle Autorità per arginare la diffusione del Covid-19.
Non siamo tutti cittadini responsabili?
È stata per me una sorpresa vedere tante persone giovani e meno giovani assembrate davanti al bar e di fronte dove si trovano le panchine.
Alcuni addirittura senza mascherine!!
Parlavano tranquillamente come se nulla fosse, come se non ci fossero stati in tutta Italia più di 75.000 morti. Avrei voluto avere con me una fotocamera per documentare l'accaduto.
Il pensiero nasce spontaneo: ma dove sono i controlli?
Certamente le Autorità non possono andare a case o nelle ville di campagna dei nostri concittadini per verificare quanti sono i commensali presenti, specialmente durante le ultime feste, ma almeno un controllo nelle vie principali e davanti ai bar lo possono fare! O no?!
Visto che da soli non sempre riusciamo a rispettare le regole occorrerebbe fare qualche bella multa; chissà possa funzionare a far riflettere.
Il vaccino è pronto, tra qualche mese tutto farà finito, si riprenderà la vita di sempre.
Non si può aspettare ancora qualche mese?
Poi si avrà a disposizione tutto il tempo che si vuole per fare felici assembramenti!". 
 

 

   

Enzo Allegro
 

 

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16/01/2021

Dialoghi. "Crisi di Governo: grande è a confusione sotto il cielo"; di Giuseppe Castronovo

 

Intervento del dott. Giuseppe Castronovo.

Si respira aria di crisi a Palazzo Chigi. Tra le forze politiche manca quella che viene chiamata unanimità di intenti su obiettivi e disegni del futuro del nostro Paese. Purtroppo, come scrive il Giudice costituzionale emerito Sabino Cassese, oramai è da troppi anni che la Politica improvvisa programmi e progetti "aggrappandosi a temi di passaggio che sollecitano i sentimenti più immediati dell'elettorato...". Da qui le difficoltà a presentare all'Europa dei progetti realmente utili al Paese da finanziare con il Recovery plan. Di questo abbiamo parlato al Circolo della Concordia.
Giuseppe Castronovo

"Crisi di Governo: grande è la confusione sotto il cielo"
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

Salvo: Amici, avete delle novità sulla crisi di governo?

Totò: Sembra che l’ing. Casalino e Beppe Grillo avrebbero citato al Presidente Conte la famosa frase attribuita al “Grande Timoniere” cinese Mao Tse Tung il quale disse che “Grande è la confusione sotto il cielo, perciò la situazione è favorevole”.

Nenè: Prof. Vezio, lei che ne dice?

Vezio: Una frase che, a dire il vero, ben si adatta alla situazione della politica italiana da quando in Europa s’è deciso di aiutare una possibile ripresa post pandemica dell’Italia con prestiti quali il MES e il Recovery Plan.

Nenè: Prof., come spiega tanta animosità - uso volutamente questo eufemismo - dinnanzi a tanti aiuti economici mai visti prima?

Vezio: Avete mai provato a lanciare delle ossa a un branco di cani e lupi affamati?

     

 

   

Giuseppe Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
  

 

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15/01/2021

Comune. Alessandra Marsala: deleghe e competenze del nuovo Assessore

 

Alessandra Marsala
Alessandra Marsala

Alessandra MarsalaL'altro ieri, mercoledi 13 gennaio 2021, Alessandra Marsala è stata nominata Assessore al Comune di Grotte; il sindaco dott. Alfonso Provvidenza ha ritenuto di affidarle le deleghe nei settori Cultura, Pubblica Istruzione, Turismo, Spettacolo, Associazionismo e Legalità.
Laureata in "Economia e Gestione dell'Arte e delle Attività Culturali" presso l'Università degli Studi "Ca' Foscari" di Venezia, la dott.ssa Marsala è componente della Commissione del Premio Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte".
Inoltre è tra i fondatori e gli animatori dell'Associazione culturale "La Biddina", e tra i promotori del Comitato d'accoglienza "Magna Via Francigena" - Grotte.
Sin da giovanissima si avvicina al teatro attraverso il Laboratorio "Luchino Visconti", del dott. Salvatore Bellavia, con il quale muove i primi passi sul palcoscenico; all'impegno come istrionica e apprezzata attrice, con il passare degli anni, affianca quello di regista nello stesso Laboratorio teatrale.
Se Grotte sta diventando un museo a cielo aperto - basta ammirare le numerose opere murali che danno nuova vita a quartieri in stato di abbandono - è certamente grazie al suo impegno determinante (in collaborazione con tutti i componenti della "Biddina" e, in alcuni casi, con il patrocinio dell'Amministrazione comunale) ed alla disponibilità di giovani artisti che hanno scelto questo paese come "tavolozza" per dare sfogo alla propria arte.
Pochi sanno che dietro il successo delle due memorabili edizioni del Premio Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte" che hanno avuto come Direttore artistico il dott. Salvatore Bellavia (8 serate nel 2016 e 11 serate nel 2017) c'è anche l'instancabile e generoso contributo "dietro le quinte" di Alessandra Marsala.
C'è la sua mano nella realizzazione dello spettacolo agreste "Amori perversi" nel teatro all'aperto allestito nel 2016 in Contrada Arena, e c'è ancora lei nella promozione e realizzazione dei cineforum estivi "open air" che hanno ravvivato alcuni vecchi cortili di Grotte.
In queste ed altre pregevoli iniziative non è mai da sola; riesce sempre a coinvolgere persone che incoraggia ad esprimersi estrinsecando al meglio le proprie potenzialità.
Mai in prima fila alla ricerca di una ribalta mediatica, Alessandra Marsala lascia che siano le sue iniziative - volte direttamente o indirettamente al miglioramento culturale e sociale della comunità grottese - ad avere visibilità; quando ne parla, si esprime sempre al plurale: non "io" bensì "noi... abbiamo fatto", intendendo con "noi" tutti i protagonisti delle attività della "Biddina" o del Comitato d'accoglienza "Magna Via Francigena" - Grotte.
Nel corso degli ultimi anni si è occupata - di fatto, e con grandi risultati - di cultura, turismo, spettacolo, associazionismo e tanto altro.
Arriva all'incarico di Assessore per nomina da parte del Sindaco, senza alcun precedente accordo elettorale che lo avesse previsto, e senza essere politicamente "figlia d'arte"; probabilmente un giorno sarà "nuora" ma oggi, senza dubbio alcuno, brilla di luce propria.
Forse nell'ambito politico potrà sentirsi, almeno per i primi tempi, come un pesce fuor d'acqua; di certo nella compagine amministrativa saprà portare - per quanto attiene alle deleghe che le sono state affidate - quel bagaglio di esperienza, idee, progettualità, dinamismo ed energia che ha già dimostrato di possedere.
Auguri di buon lavoro
. 
 

Carmelo Arnone
15 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
 

 

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15/01/2021

Salute. "La sfida al Covid si può vincere, con la responsabilità di ognuno"; del dott. Aurelio Zaffuto

 

Dott. Aurelio Zaffuto
Dott. Aurelio Zaffuto


Vaccino anti-Covid

Intervento del dott. Aurelio Zaffuto, medico chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia, Dirigente medico presso l'ente "Spedali Civili" di Brescia, Viceprimario della Divisione Ortopedia e Traumatologia presso il Presidio Ospedaliero di Gardone Val Trompia, Responsabile del Servizio "Day Surgery", Tutor presso la Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia  - Università degli Studi di Brescia - Polo Formativo dei Medici di Medicina Generale.

*****

Finalmente si comincia ad intravedere la luce in fondo a quel lungo e tenebroso tunnel costituito dalla pandemia, che tutti noi abbiamo iniziato a percorrere - obtorto collo - già dalla fine del mese di febbraio del 2020, a causa della diffusione del Covid.
Nella mia mente rimane un ricordo indelebile: il momento in cui, a causa della repentina diffusione dei contagi e del numero sempre più crescente - quasi fosse una marea montante - di accessi in Pronto Soccorso di persone con grave difficoltà respiratoria, la Direzione Sanitaria degli “Spedali Civili di Brescia”, dove io presto servizio da oltre 29 anni come dirigente medico ortopedico, con un’ordinanza senza precedenti, disponeva la conversione del presidio ospedaliero in “Ospedale Covid”.
In pratica non c’era più differenza fra Medicina interna, Cardiologia, Chirurgia, Ortopedia, Oculistica e così via.
C’erano gli ammalati. Gli ammalati con polmonite da Covid!
E noi eravamo i medici!
Non più cardiologi, gastroenterologi, diabetologi, oculisti, ortopedici, ma “i medici”! Che tanti anni fa, prima di intraprendere questa nostra scelta di vita e di lavoro, avevamo fatto il giuramento di Ippocrate!
In altri termini, è stata “una chiamata alle armi” seguita da un’adesione unanime ed entusiasmante.
Sono stati tre mesi difficili (marzo, aprile e maggio) vissuti quotidianamente a contatto con le persone ricoverate con polmonite da Covid, a contatto con le loro difficoltà, le loro ansie, le loro paure.
Ognuno di loro una storia! Anche perché, nel momento della loro sofferenza, non c’erano neanche gli affetti più cari a confortare e a rassicurare, non essendo possibile la presenza di alcun parente.
Quindi, noi operatori sanitari dovevamo, oltre che curare, o quanto meno alleviarne le sofferenze, cercare di dare un sollievo psicologico (morale) a questi pazienti, fosse anche solo un sorriso o stare qualche momento ad ascoltarli.
Inoltre altro compito fondamentale era quello di tenere i contatti telefonici quotidiani con i familiari, sia pure per pochi minuti, in maniera da informare i parenti sullo stato di salute dei loro congiunti e rendere, così, meno difficile e più accettabile la lontananza.
Per tutto quest’anno appena passato, ma soprattutto durante la passata primavera, nel “clou” della prima ondata della pandemia, ho ricevuto tante telefonate e messaggi da amici, parenti e conoscenti. Mi chiedevano come stavo, come mi sentivo, cosa si provava a vivere quell’esperienza unica, professionale e di vita.
Ciò mi ha fatto tanto piacere! Nei momenti difficili fa sempre piacere, anzi fa ancora più piacere, sentire la vicinanza e l’affetto di chi ti conosce e ti vuole bene.
Una domanda che mi ponevano quasi tutti e che si ripeteva era: “Quando finirà? Ho sentito di un nuovo farmaco, ma funziona? La comunità scientifica sta sperimentando una nuova cura?”.
Ed io ogni volta a ribadire: “Non esiste un farmaco come per le infezioni batteriche, dove somministri l’antibiotico e spegni l’infezione; il virus è un parassita ed è furbo, per cui l’unica speranza sarà il vaccino, ma ci vorrà tempo, almeno un anno”.
Quel giorno tanto atteso è arrivato, in anticipo, prima di un anno dall’inizio degli studi e delle ricerche scientifiche. Il vaccino è una realtà. È già disponibile ed è iniziata la somministrazione.
Oggi (NdR: ieri, mercoledi 13 gennaio 2021) ho ricevuto la prima dose del vaccino anti-Covid ed il primo pensiero è andato alla mia cara mamma che, nella primavera scorsa, non è riuscita a vincere la battaglia contro il Coronavirus.

Dott. Aurelio Zaffuto
(Dott. Aurelio Zaffuto)

Allo stesso tempo, da medico, ho provato una grande soddisfazione nel vedere materializzati i risultati della ricerca scientifica: il vaccino c’é!
E per questo ho il piacere di condividere questo mio stato d’animo con Voi amici grottesi, anche per ricordare a tutti che sottoporsi alla vaccinazione non solo vuol dire “volersi bene”, ma è soprattutto un gesto di responsabilità nei confronti della società (“gli altri”), in quanto solo raggiungendo la cosiddetta “immunità di gregge” possiamo essere sicuri di bloccare la diffusione del virus. In questa maniera riusciremo a proteggere quella piccola, ma importante, parte della popolazione che non può essere vaccinata per motivi di salute, come per esempio i trapiantati, gli immunodepressi, i pazienti in chemioterapia.
Chiaramente, non esiste un obbligo giuridico per questa vaccinazione, ma bisogna individualmente pensare ad un obbligo morale, perché se da un lato è garantito singolarmente il diritto a non vaccinarsi, allo stesso tempo c’è il dovere di impedire che le persone più deboli si ammalino.

Vaccino anti-Covid
(Vaccino anti-Covid)

I vaccini storicamente sono stati, da quando esiste la medicina moderna, sempre l’unico strumento valido per sconfiggere malattie devastanti come il vaiolo, la difterite, la poliomelite, la tubercolosi.
Pertanto porgo l’invito a tutti i grottesi - quando potranno farlo - di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid19, non soltanto per proteggere se stessi ma, anche, per impedire che i più fragili siano esposti al virus.
Stiamo vivendo la più grande tragedia collettiva dal dopoguerra, ma il Covid-19 ha dimostrato che il male che ci colpisce, sì individualmente, rivela la nostra dipendenza e - ciò che più conta - la nostra responsabilità verso gli altri.
Ovviamente è una sfida biblica! Una sfida di sopravvivenza condivisa che si basa sulla gratuità per tutti del vaccino e senza obbligatorietà.
Dovremo impegnarci tutti, addetti ai servizi sanitari e non, cercando, innanzitutto, di persuadere con il dialogo e le evidenze scientifiche coloro che manifestino dubbi e perplessità razionali.
Le posizioni irrazionali di fronte al dolore e alla morte diffusa, che io ho toccato con mano, non meritano commenti e considerazioni.
Una sfida biblica!
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra” (Es 14,21-22).
Oggi la nostra muraglia, invincibile e invalicabile, è il Covid-19. Ma la possiamo infrangere e rendere innocua non con un miracolo, ma con la responsabilità di ognuno di noi, se diventa azione solidale di comunità.
 
 

Aurelio Zaffuto
15 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
 

 

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13/01/2021

Comune. Nuova Giunta: il sindaco Provvidenza nomina assessori Roberta Di Salvo e Alessandra Marsala

 

Il Sindaco Alfonso Provvidenza
Dott. Alfonso Provvidenza

Si rinnova la Giunta comunale di Grotte. Nel corso dell'ultima settimana 3 dei 4 Assessori che componevano la Giunta municipale hanno rassegnato le dimissioni. Nelle motivazioni dei dimissionari nessun segno di contrasto con il Primo Cittadino o con la Maggioranza consiliare; scelte di carattere personale o semplice avvicendamento politico nell'assumere responsabilità assessoriali. Hanno presentato le dimissioni gli Assessori: Antonino Caltagirone (il 7 gennaio); Zina Maria Cipolla, detta Miriam (l'8 gennaio); Annamaria Todaro (l'11 gennaio).
A distanza di 2 giorni dalle ultime dimissioni, oggi il Sindaco di Grotte, dott. Alfonso Provvidenza, con la Determinazione sindacale n° 2, ha nominato due nuovi Assessori:
- la dott.ssa Roberta Di Salvo (Consigliere comunale), a cui ha attribuito l'incarico di Vice Sindaco e le deleghe nei settori Salute Pubblica e Animale, Servizi Sociali, Volontariato, Pari Opportunità e Politiche Giovanili;
- la dott.ssa Alessandra Marsala, alla quale sono state conferite le seguenti deleghe: Cultura, Pubblica Istruzione, Turismo, Spettacolo, Associazionismo e Legalità.
Con la stessa Determinazione il Sindaco si riserva di nominare il quarto assessore con successivo provvedimento, mentre rimangono attribuite al Sindaco le deleghe non assegnate.
  
Redazione
13 gennaio 2021.
  

Roberta Di Salvo
Roberta Di Salvo

Alessandra Marsala
Alessandra Marsala

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13/01/2021

Politica. UDC: seconda giornata di formazione politica online; sabato 23 gennaio

 

Decio Terrana
Decio Terrana

Il prossimo 23 gennaio, dalle ore 09.30, si svolgerà la seconda giornata di formazione politica online dell’UDC Italia voluta dal segretario nazionale on. Lorenzo Cesa e dal responsabile agli Enti Locali on. Decio Terrana, ed organizzata dai giovani dell’UDC Italia.
La Scuola, che ha registrato l’adesione di circa 250 giovani da tutta Italia e che si svolge in maniera totalmente telematica vista l’attuale emergenza Covid, in questo appuntamento affronterà il tema “Amministrare le Istituzioni” con lo slogan “Uno NON vale Uno”, per evidenziare come sia fondamentale la formazione politica per chi deve amministrare la Res Pubblica.
Grande attesa per l’intervento del professore Rocco Buttiglione, Presidente onorario dell’UDC Italia, che si confronterà con i giovani UDC sulla storia politica delle istituzioni italiane. Seguirà una tavola rotonda tra amministratori locali. Dopo una breve pausa, si passerà ad una lezione di “Finanza degli Enti Locali” con il dott. Lorenzo Tricoli, esperto in Enti Locali e fondi strutturali, già sindaco e Segretario regionale dell’Udeur, attuale responsabile regionale agli Enti Locali dell’UDC in Sicilia. La giornata si concluderà col dibattito tra i giovani con l’intervento di alcuni consiglieri comunali
.
  
Redazione
13 gennaio 2021.
  

 

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13/01/2021

Ricorrenze. On. Rosalba Cimino (M5S): "Leonardo Sciascia: grazie a lui l'Italia comprese cos'era la mafia"

 

Rosalba Cimino
Guarda il video

Rosalba Cimino
Rosalba Cimino

La deputata del Movimento 5 Stelle Rosalba Cimino, in occasione del centesimo anniversario della nascita di Leonardo Sciascia ha ricordato lo scrittore prendendo parola alla Camera dei deputati, in un intervento (guarda il video) con il quale ha reso omaggio all’autore racalmutese.
Un secolo fa nasceva Leonardo Sciascia, siciliano, nato in un paese, Racalmuto, che fece da sfondo a tutte le sue principali opere, e vissuto nella casa di campagna in contrada Noce, fonte di ispirazione e luogo di incontri autorevoli impressi nella memoria storica, intellettuale e politica italiana - ha detto l'Onorevole in uno stralcio del suo discorso -. Leggendo le sue opere è indiscutibile constatare quanto siano trasversali nelle epoche e nelle circostanze”.
La deputata grottese ha puntato l’attenzione anche sulla figura politica di Sciascia. “In questa stessa Aula - ha continuato Cimino nel suo discorso - Sciascia fu deputato durante l’ottava legislatura, membro della Commissione d’inchiesta sulla strage di via Fani e sull’assassinio di Aldo Moro. Riguardo al sequestro, poco prima di essere eletto, nel 1978 scrisse l’Affaire Moro, un lampo di lucidità e lungimiranza che ha offerto un’interpretazione illuminata di uno degli episodi più destabilizzanti della nostra storia, pubblicato proprio mentre le voci e le opinioni dei politici del tempo e degli intellettuali di turno si accavallavano sull’autenticità delle sue lettere, senza alcuno slancio o accortezza verso la condizione di prigionia del presidente Moro. Non soltanto, Sciascia ebbe un merito che è giusto ricordare ogni volta che ce ne viene data l’occasione: è con lui che l’Italia comprese cosa fosse davvero la mafia, perché fu il primo a parlarne senza filtri nel suo romanzo più conosciuto, 'Il giorno della civetta', smentendo chi asseriva, con non poca ipocrisia, che la mafia non esistesse e smuovendo le menti di chi, fino a quel momento, aveva considerato la criminalità organizzata alla stregua di un fenomeno di folklore”.
La Deputata, nel suo intervento
 (guarda il video) per ricordare lo Scrittore racalmutese ha esaltato la sua figura e il suo patrimonio letterario, citando anche la Fondazione Sciascia di Racalmuto: “Grazie alla Fondazione Leonardo Sciascia, che lo stesso volle pensare quando era ancora in vita e alla quale ha donato 15.000 lettere personale e circa 3.000 libri che ora fanno parte di una collezione che ne conta molte migliaia in più. Lì a Racalmuto, nel paese che gli diede i natali e nel quale fu maestro di scuola elementare, la Fondazione porta avanti un lavoro eccellente che custodisce e ne tiene viva la memoria.
  
Redazione
13 gennaio 2021.
  

 

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12/01/2021

Dialoghi. "Al presidente del Consiglio Conte e al senatore Renzi conviene litigare"; di Giuseppe Castronovo

 

Intervento del dott. Giuseppe Castronovo.

Al Circolo abbiamo esaminato l'eccessiva animosità del dibattito politico anche tra le forze che costituiscono l'attuale maggioranza governativa. Si è affrontato in particolare l'aspro confronto tra l'ex presidente del Consiglio Renzi e l'attuale presidente Conte. Il prof. Vezio, Costituzione alla mano, trattando il tema da una angolatura tutta sua, ha concluso dicendo che i due "contendenti" comunque lavorano.
Giuseppe Castronovo

"Al presidente del Consiglio Conte e al senatore Renzi Conviene litigare"
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

Totò: Amici, noterete anche voi come il senatore Renzi riesca a tenere alta la testa e il confronto con il presidente del Consiglio Conte.

Vezio: Potrà sembrarvi strano, ma anche questo è, per tutti e due i contendenti, un lavoro!

Alvaro: Se Conte e Renzi, come ci dice il prof. Vezio, pur litigando stanno comunque lavorando, allora continuino pure a lavorare!

Vezio: Così, se lavorano potranno dire di guadagnare dignitosamente la loro indennità mensile. Del resto è la nostra Costituzione a disporre all’articolo 36 che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro…”. E sottolineo, per lasciarlo alla vostra riflessione, l’aggettivo “proporzionata”.

Santo: Ce lo spieghi lei.

Vezio: Vedi caro Santo…

Santo: Che cosa?

Vezio: Costituzione alla mano, più litigano (cioè lavorano) più legittimano i loro compensi mensili!

     

 

   

Giuseppe Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
  

 

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12/01/2021

Musica. Il brano "White Christmas" eseguito dalla Corale Jobel

 

White Christmas
Guarda il video

Non un concerto ma un singolo brano, che vuole essere il segno della presenza - ininterrotta dal 2003 - di una viva e vivace realtà musicale grottese: la Corale "Jobel".
Nel rispetto delle norme anti Covid-19, in modalità "a distanza", al posto del tradizionale Concerto dell'Epifania, per queste festività di fine anno 2020 e di inizio nuovo anno 2021 la Corale ha eseguito ed oggi propone un singolo celebre brano, "White Christmas" (guarda il video).

Corale Jobel nel 2006
(Corale Jobel nel 2006)

L'introduzione al brano è stata curata da Mariolina Spalanca. Al pianoforte il M° Francesco Criminisi. Alla tastiera la M^ Valentina Morgante (Direttrice della Corale).
Coristi: Elvira Bellomo, Rita Cipolla, Maria Salvaggio, Carmen Criminisi, Verdiana Mancuso, Claudia Palermo, Alessandra Navarra, Rosalba Cimino, Raffaella Morreale, Ermelinda Salvaggio, Cinzia Volpe, Silvia Lombardo, Alida Russello, Alessia Tirone, Felice Vella, Alex Vaccarello, Carmelo Arnone, Valentina Morgante.
Significativa la partecipazione "straordinaria" dei piccoli: Agnese, Azzurra, Martina e Francesco.
L'idea della realizzazione del brano, il coordinamento e soprattutto il lungo e impegnativo lavoro di montaggio video sono stati curati (magistralmente) da Alessandra Navarra.

Corale Jobel nel 2017
(Corale Jobel nel 2017)

La Corale Jobel è nata formalmente nell'ormai lontano 30 novembre 2003, come corale polifonica, ma affonda le sue radici addirittura nel Giubileo del 2000.
Sin dall'inizio la direzione musicale è stata affidata alla M^ Valentina Morgante mentre la responsabilità del ruolo di Coordinatore è stata attribuita ad Ignazio Infantino.
Ne è Presidente onorario l'Arcivescovo di Agrigento. S.E.R. mons. Carmelo Ferraro - oggi Arcivescovo emerito - ha voluto essere presente, e dare il proprio autorevole sostegno, alla maggior parte dei concerti tenuti annualmente dalla Corale.
Nei 17 anni di attività la Corale, sostenuta dal compianto padre Giovanni Castronovo, ha visto la partecipazione, come strumentisti, coristi o assistenti, di diverse centinaia di giovani; i piccoli Agnese, Azzurra, Martina e Francesco (presenti nel video) sono alcuni dei bambini nati dai coristi di quegli anni, coristi che nel frattempo sono divenuti adulti e genitori.
Dall'inizio della pandemia le attività in presenza della Corale sono state drasticamente ridotte, tuttavia già ad aprile dello scorso anno - nel pieno dell'emergenza con il lockdown in atto - ha voluto realizzare un precedente video - sempre a distanza - proponendo il brano "Mi rialzerai" (guarda il video).
Nella speranza di poter ritornare presto, piccoli e grandi, a suonare e cantare insieme.
  
Redazione
12 gennaio 2021.
  

 

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11/01/2021

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Programma della settimana
Programma
 

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti (disponibili anche alla pagina "Chiesa").

Lunedi 11 gennaio
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Martedi 12 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Stellario a san Giuseppe e santa Messa;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Mercoledi 13 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.00, nella chiesa San Rocco, Lodi, santa Messa, Ora media, Adorazione e benedizione;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Giovedi 14 gennaio - Triduo in onore di sant'Antonio (1)
- ore 09.00, nella chiesa San Francesco, santa Messa; a seguire, Adorazione eucaristica e confessioni sino alle 12.00;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a sant'Antonio;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Venerdi 15 gennaio - Triduo in onore di sant'Antonio (2)
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a sant'Antonio;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Sabato 16 gennaio - Triduo in onore di sant'Antonio (3)
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santo Rosario a sant'Antonio;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa prefestiva;
- ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Esposizione eucaristica e preghiera per gli ammalati d Covid-19;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva;
- ore 20.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa prefestiva animata dal Cammino neocatecumenale.

Domenica 17 gennaio - Festa di sant'Antonio Abate
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa.

Numero di fedeli consentito nelle chiese di Grotte:
- chiesa Madre: 112
-
chiesa Madonna del Carmelo: 60
-
chiesa San Rocco: 25
Disposizioni particolari:
- non è consentito l'ingresso a persone con una temperatura corporea pari o superiore a 37,5° o che hanno avuto contatti con persone positive a SARS-COV2 nei giorni precedenti.
I fedeli hanno l'obbligo di:
- entrare ed uscire dalla chiesa rispettando la distanza di 1,5 metri dagli altri fedeli;
- indossare la mascherina;
- igienizzare le mani al dispenser situato all'ingresso;
- occupare il posto contrassegnato;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro laterale e frontale dalle altre persone;
- evitare qualsiasi forma di contatto fisico;
- non dare il segno della pace;
- attenersi alle indicazioni del celebrante per ricevere la santa Comunione;
- depositare le offerte per la parrocchia negli appositi contenitori;
- non sostare in chiesa o sul sagrato dopo la celebrazione
.
  
Redazione
11 gennaio 2021.
  

 

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11/01/2021

Effetti collaterali. "L'ha detto mio cuggino e anche un premio Nobel"; di Filippo Lo Presti

 

L'ha detto mio cuggino e anche un premio Nobel
Autorevole virogolo

“L’ha detto mio cuggino e anche un premio Nobel”.
Dedicato a tutte quelle persone convinte di poter farsi un'idea su qualsiasi argomento pur non capendone una mintula (arcaico).
Iniziamo con un tema caro a tutti in questi giorni: effetti collaterali
.

L'ha detto mio cuggino e anche un premio Nobel

So già che sapete quali sono gli effetti collaterali dei vaccini (tutti) contro il Covid-19 (virus inventato dall’elite mondiale, che non uccide, per controllare il popolo stile Orwell) per cui non ve ne parlerò.
Oggi smaschereremo un complotto mondiale ben più grande del coronavairus (rullo di tamburi): l’Aspirina.
Intanto devo dirvi che contiene un acido... un acido capito? L’acido acetilsalicilico!!
Chissà che danni quando ingeriamo un acido?!? Ti buca tutto!!!
E poi, il vero complotto, sta nel bugiardino... (anche il nome dovrebbe avvisarci) e in particolare nel paragrafo dedicato ai possibili effetti indesiderati.

Copio incollo dal sito di una nota marca di cui non faccio il nome - chiaramente gestita da Bill Gates -:
“Possibili effetti indesiderati
Come tutti i farmaci, questo medicinale può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino.
I possibili effetti indesiderati dovuti all'acido acetilsalicilico sono:
- sanguinamento (perdita di sangue dal naso o dalle gengive, macchie rosse sotto la pelle);
- reazioni allergiche quali eruzione cutanea, attacco d'asma o gonfiore del viso accompagnato da difficoltà a respirare;
- mal di testa, vertigine, sensazione di perdita dell’udito, tinnito (ronzio nelle orecchie) che sono di solito segni di sovradosaggi;
- emorragia cerebrale;
- mal di stomaco;
- emorragia gastrointestinale.
Vedere paragrafo "Avvertenze e precauzioni".
Questi si manifestano più frequentemente quando si assumono dosi elevate;
- aumento degli enzimi epatici in genere reversibile con l'interruzione del trattamento, alterazione della funzionalità epatica (particolarmente cellule epatiche);
- orticaria, reazioni cutanee;
- sindrome di Reye (alterazione dello stato di coscienza o comportamento anormale, o vomito) in bambini con malattie virali e che assumono acido acetilsalicilico”.

A voi le conclusioni. Quanti morti di aspirina ci avranno nascosto in questi anni?!? Altro che coviddi!!
 
 

Filippo Lo Presti
11 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
 

 

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11/01/2021

Lavoro. Bando del Servizio Civile Universale: 2 volontari alla proloco "Herbessus" di Grotte

 

Servizio Civile Universale
Servizio Civile Universale

Scadrà alle 14.00 di lunedi 15 febbraio 2021 il termine ultimo per la presentazione delle domande per la partecipazione al bando (leggi il bando) per la selezione pubblica di 2 operatori volontari da impiegare per progetti di Servizio Civile Universale presso la proloco "Herbessus" di Grotte.

Servizio Civile Universale

La selezione rientra nel bando più generale emesso dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Universale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per 46.891 volontari da impiegare in progetti di servizio civile.
Il progetto proposto dalla proloco di Grotte verte su: "Patrimonio immateriale e beni culturali nella Sicilia centrale".
Il servizio dei volontari selezionati avrà la durata di 12 mesi e sarà articolato in 25 ore settimanali su 6 giorni lavorativi. Ai volontari spetterà un assegno mensile.
Per partecipare alla selezione occorre avere diversi requisiti, tra cui:
- età compresa tra 18 e 28 anni (non aver compiuto 29 anni);
- essere cittadini dell'Unione Europea;
- essere in possesso del diploma di Maturità di Scuola media superiore o diploma di Laurea.
La domanda di partecipazione dovrà essere presentata esclusivamente nella modalità online attraverso la piattaforma raggiungibile tramite pc, tablet e smartphone all'indirizzo
https://domandaonline.serviziocivile.it/, entro e non oltre le ore 14.00 del 15 febbraio. (il termine inizialmente previsto dell'8 febbraio è stato prorogato). Per accedervi è necessario essere in possesso dello SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, con livello di sicurezza 2.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’ufficio della Pro Loco Herbessus all’indirizzo e-mail prolocoherbessusgrotte@virgilio.it o telefonare al numero 351.5444971.

Carmelo Arnone
11 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
 

 

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11/01/2021

Solidarietà. "Aiutaci ad aiutare": la Caritas Cittadina promuove una raccolta a favore di due gemellini

 

Caritas
Locandina

Con lo slogan "Aiutaci ad aiutare" la Caritas Cittadina di Grotte sta promuovendo in questi giorni una raccolta a favore di due gemelli nascituri.
Sono i figli di una giovane coppia di 35 e 29 anni - spiega la Caritas - che si trova senza lavoro e che ha già una bambina di 9 mesi. La nascita dei due gemelli è prevista per la fine di marzo. I giovani genitori sono impossibilitati a provvedere all'occorrente per il lieto evento, pertanto la Caritas Cittadina si fa promotrice della raccolta a favore dei nascituri (due maschietti). Chiunque volesse contribuire in qualche modo (donando vestitini, pannolini ed altri generi necessari nei primi mesi di vita) può contattare il numero 388.3492117 oppure inviare una mal all'indirizzo caritasgrotte@gmail.com.
  
Redazione
11 gennaio 2021.
  

 

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11/01/2021

Riflessioni. "Lu Mizzanu. Ma è una buona politica?"; di Antonio Pilato

 

Antonio Pilato
Antonio Pilato

Riflessione del prof. Antonio Pilato.

*****

"Lu Mizzanu.
Ricordo che in alcuni paesi della Sicilia, come nel mio, si ricorreva all'intervento del mediatore, detto Lu Mizzanu, per far trovare l'accodo fra le parti contraenti, per la vendita e acquisto di una casa, del terreno, dell'animale da lavoro (asini, muli, cavalli), e anche per convincere due famiglie a far sposare i loro figli, con e senza dote..
A conclusione avvenuta, si pagava il servizio prestabilito.
Così oggi mi appare il compito di Giuseppe Conte fra i due partiti al Governo.
Ma è una buona politica?
Alla luce di quanto avviene, non vedo nessun movimento costruttivo né propositivo, se non quello di voler far restare a galla a tutti i costi le forme e le poltrone, senza contenuti, che in arte Benedetto Croce direbbe: l'immagine senza contenuto è vuota, il contenuto senza immagine o forma è cieco.
Se questo è il modo di procedere, aspettiamo che arrivi l'intelligenza creativa e il buon vento.

A futura memoria
".

 

   

Antonio Pilato
 

 

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10/01/2021

Ricorrenze. "Leonardo Sciascia: dalla parte di chi non ha voce"; di Salvatore Ciccotto

 

Leonardo Sciascia
Leonardo Sciascia

Intervento del prof. Salvatore Ciccotto, nel centesimo anniversario della nascita di Leonardo Sciascia.

*****

"Leonardo Sciascia ha rappresentato, per noi che siamo di Grotte, ma penso un po’ per tutti i siciliani onesti, quella parte di Sicilia di cui si può andare fieri.
Finalmente non sono le coppole e le lupare a fare da sfondo alla Sicilia narrata da Leonardo Sciascia ma tutte le contraddizioni tipiche di questa terra; questa terra che secondo lo scrittore stesso rappresentava una metafora di quella che era l'Italia stessa in quel periodo ("La Sicilia come metafora", pubblicato nel 1979 da un'intervista a Sciascia dalla giornalista francese Marcelle Padovani).
Scrittore di grande spessore, è stato, e rimane, una delle voci più significative del secondo Novecento non solo italiano ma europeo.
Uomo e intellettuale che da sempre si è schierato dalla parte degli infedeli: Diego La Mattina; il "piccolo giudice" del romanzo Porte aperte; Candido, dell'omonimo romanzo; o altri ancora.
Tutti personaggi che affollano i suoi scritti, che hanno come comun denominatore quello di sfidare il potere costituito, che si tratti della Chiesa, del potere giudiziario o di quello politico.
Leonardo Sciascia, come Pier Paolo Pasolini, rappresenta una voce contro, schierata sempre dalla parte degli ultimi, dalla parte di chi non ha voce.

Ce ne ricorderemo sempre di voi in questi tempi abbruttiti e offesi"
.
  

 

   

Salvatore Ciccotto
 

 

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10/01/2021

Attualità. "Uscire dalla logica - e dalla teologia - dell'apocalisse"; di Raniero La Valle

 

Raniero La Valle
Raniero La Valle

Raniero La Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire d’Italia» e più volte parlamentare.

*****

La crisi della democrazia americana, che ha appena svelato come vi sia un fascismo in agguato negli stessi Stati Uniti, mostra ancora una volta quanto sia necessario ed urgente istituire un ordinamento costituzionale mondiale che salvaguardi la Terra e proclami e tuteli con efficaci garanzie i diritti fondamentali di tutti gli abitanti del Pianeta.
In effetti la democrazia americana (una democrazia senza diritti fondamentali: non per i condannati a morte, non per i senza cure, non per i sacrificati alla ragion di Stato americana in ogni Paese) ha dato spettacolo.
Ma noi qui vogliamo solo prendere atto, evangelicamente, di come siano dispersi i superbi nel pensiero del loro cuore; lo si vede se pensiamo che così finisce la pretesa conclamata agli inizi di questo secolo dalla destra americana, di fare del 2000 “il nuovo secolo americano”, concepito come un ordine imperiale ben munito di armi spaziali e nucleari. E di tale ordine, come abbiamo imparato durante questa crisi, lo spartiacque universale, il criterio del bene, anche per i capipopolo, sarebbe stato tra ciò che è “american” e ciò che è “unamerican” (non conforme all’uso americano).
Sul prossimo viaggio del papa in Iraq vogliamo segnalare un prezioso articolo di Antonio Spadaro sull’ultimo numero (il 4093) della Civiltà Cattolica.
Spadaro conosce le motivazioni del papa, e qui la motivazione riferita del viaggio in Iraq è davvero fondamentale, essa sta nel “Ripartire da Bagdad”, per andare “oltre l’Apocalisse”.
L’Apocalisse è come si sa quel genere letterario presente nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, che ispira la “logica che combatte contro il mondo, perché crede che questo sia l’opposto di Dio, cioè idolo, e dunque da distruggere al più presto per accelerare la fine del tempo”.
Questa, come vediamo ogni giorno, non è la logica di papa Francesco.
Il mondo non è opposto a Dio, ciò che il cristiano attende, non è la sua fine, e non è idolatrare il mondo amarlo, fare di tutto per salvarlo, fino a dare la vita per esso (Dio ha dato suo figlio).
Questo in verità è il nuovo annunzio, fuori di ogni ambiguità è questo il vangelo.
Ed è di grande significato l’osservazione della Civiltà Cattolica, che questo annuncio riparta da Bagdad. È questo il cuore dell’Iraq, il Paese culla della civiltà antica, che cominciò a essere martoriato trent’anni fa perché fosse ripristinato nel mondo lo strumento universale della guerra, caduto in disuso a causa del terrore suscitato dall’atomica, e ripristinato a fine secolo dopo la rimozione del muro di Berlino.
Ma recarsi in Iraq vuol dire anche andare nella piana di Ur, legata alla memoria di Abramo, andare a Mosul, nella piana di Ninive, bombardata nella guerra del Golfo, vuol dire andare alla “grande città” legata alla storia di Giona (quando Dio si pentì di avere fatto annunziare la distruzione della città, così piena com’era di abitanti e di animali, e la salvò).
Ma la piana di Ninive è anche quella che era stata occupata dal cosiddetto Stato islamico tra il 2014 e il 2017, e così Ur, luogo di origine delle tre religioni abramitiche, ebraismo, cristianesimo e Islam.
Questo è dunque uscire dalla logica - e dalla teologia - dell’apocalisse.
Dopo gli eterni conflitti, dopo l’inimicizia, dopo le guerre, dopo le violenze e le competizioni religiose, dopo la pandemia abbattutasi sulla Terra ammalata, andare “oltre” l’apocalisse vuol dire ripartire dalla fraternità, ripartire dalla prossimità, dal considerarsi tutti “una sola carne”.
C’è un filo, dice padre Spadaro, che lega piazza san Pietro dove Francesco ha pregato da solo per il mondo in piena pandemia, e i luoghi della Mesopotamia profanata dalle violenze dello Stato islamico, dai conflitti regionali e internazionali, dalle persecuzioni dei cristiani e dagli esodi di massa in fuga dalla disperazione.
E papa Francesco l’ha detta così: “Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli”: Fratelli Tutti
.
    

Raniero La Valle
10 gennaio 2021.
  

 

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10/01/2021

Scuola. Lunedi 11 rientrano in aula solo gli alunni della scuola dell'infanzia; per tutti gli altri Dad sino a sabato 16

 

Stemma dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" - Grotte (AG)
Sito ufficiale

Da domani, lunedi 11 gennaio 2021, potranno rientrare in classe solo gli alunni della scuola dell'infanzia (e i bambini dell'asilo nido comunale), mentre per tutti gli altri (scuola primaria, scuola secondaria di primo grado e scuola secondaria di secondo grado) la ripresa delle attività scolastiche è prevista - sempre da domani - attraverso la cosiddetta "Dad" cioè la didattica a distanza, almeno sino a sabato 16 gennaio.
Questo è quanto disposto dall’Ordinanza contingibile e urgente del Presidente della Regione Sicilia n° 5 del 08/01/2021, e ribadita dall'Ordinanza del Sindaco di Grotte n° 2 del 09/01/2021. Per il successivo lunedi 18 gennaio si rimane in attesa di ulteriori disposizioni nazionali, regionali e comunali.
  
Redazione
10 gennaio 2021.
  

 

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10/01/2021

Letture Sponsali. "Vocazione alla vita e all'amore"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

Questa domenica, immediatamente successiva alla festa dell'Epifania, celebriamo il battesimo del Signore Gesù. La I lettura di Isaia ci invita ad abbandonare le vie che non portano a Dio, i pensieri che allontanano da Lui, per ricevere l'acqua che disseta e il pane che sazia, per vivere una vita in pienezza d'amore.
Nella lettura evangelica Giovanni Battista proclama la venuta di Gesù e ci mostra come il Figlio di Dio si faccia battezzare anche lui nel fiume Giordano, prima di iniziare la sua missione nel mondo. Il battesimo del Salvatore, che non avviene solo nell'acqua, ma nel fuoco dello Spirito Santo, ci riporta alla memoria del nostro battesimo, come momento di inizio della nostra vita cristiana, come quella scintilla da cui prende forma il nostro essere cristiani nel mondo.
La vita coniugale e familiare, se vissute in umiltà e alla continua ricerca del volto di Dio, possono essere una scuola alla quale apprendere, giorno dopo giorno, cosa significhi essere figli di Dio, da Lui amati e benedetti da sempre, battezzati in Spirito Santo.
Gli sposi cristiani hanno il compito di aiutarsi reciprocamente a riconoscere la propria vocazione alla vita e all'amore, camminando sulla strada di una santità che non è solo individuale ma familiare, riscoprendosi figli amati, chiamati a vivere una vita in pienezza.
L'un l'altro possono ricordarsi ciò che Dio Padre ha detto a Cristo nel momento del battesimo: "Tu sei il Figlio mio,
l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
Chiara e Fabio

Punto chiave
Il Battesimo nel Giordano è celebrato nella tradizione come manifestazione di Gesù al mondo. A quel tempo però i dodici discepoli non sono ancora stati scelti da Gesù, non sono testimoni oculari di questo evento, è Gesù che racconta loro di questo momento, di aver sentito lo Spirito scendere su di lui.
Assistiamo alla progressiva consapevolezza di Gesù uomo di essere parte della Trinità divina. Amato dal Padre, avvolto dallo Spirito. Dopo la visita dei Magi e i trenta anni di silenzio Gesù inizia da questo punto a manifestarsi nel il fiume Giordano, dove riceve il battesimo.
Gesù inizia da qui, in fila con i peccatori e persino Giovanni rimane stupito: "Ma come? Tu vieni da me? Tu ti metti in fila con i peccatori?". Gesù inizia così a stupire e non finirà mai di farlo per noi. Inaugura una via a cui rimarrà fedele per tutta la sua vita e che lo porterà sulla Croce.
In fila con i peccatori al Giordano, crocifisso in mezzo a loro sul Calvario. È meravigliosa questa solidarietà di Gesù con il suo popolo, con gli ultimi, con gli scartati, con noi.
Allora cosa ci dice oggi questa lettura? Non affanniamoci a cercarlo tra le nubi del cielo o negli avvenimenti sensazionali. Ma dove Lui ha scelto di lasciarsi incontrare. Tra la gente, tra di noi tra gli ultimi. Nel nostro dolore, negli sbagli della persona che amiamo, nella delusione di nostro figlio, lì dobbiamo sperare di trovarlo ed è lì che Lui ci aspetta. Lui che sa cosa c'è nel nostro cuore. Lui ha scelto quel posto difficile accanto a noi, per non finire mai di stupirci
proprio come Giovanni in questa lettura.
Claudia e Dario

 
Redazione
10 gennaio 2021.
  

 

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10/01/2021

Romanzo. "Chi era il vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 3^ puntata

 

Fuga in Egitto - Guttuso
Fuga in Egitto
R. Guttuso



Prof. Rodolfo Costanza
Prof. Rodolfo Costanza

 
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
     
Fuga in Egitto - Guttuso
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)

(3^ puntata)

Parte prima
I complottardi figli della regina asmonea


Cap. 2
La morte della superba regina asmonea

     Mentre Erode è in viaggio per Rodi per incontrare Ottaviano, Ircano, zio settantenne di Marianne, uno degli asmonei ancora in vita, mette in atto una congiura con il re nabateo, Malico, contro Erode su iniziativa della figlia Alessandra, madre di Marianne. La congiura è scoperta da Erode, che manda sotto processo l’asmoneo accusandolo di corruzione e di alto tradimento. L’esito del processo è la condanna a morte di Ircano.
     La conseguenza della morte di Ircano provoca una rottura tra Erode, la moglie e la famiglia di questa. Già prima erano sorte tensioni tra il re e Marianne, e la cosa non desta meraviglia perché gli Asmonei, appartenenti alla più ragguardevole nobiltà e casta sacerdotale, vedono in Erode un arrivista e un cinico. Alessandra, la mamma di Marianne, considera la carica di re posseduta da Erode ottenuta illecitamente. Erode è considerato un usurpatore che, insinuatosi con violenza e astuzia nella casa reale giudaica, si è impadronito illegalmente del trono. Ciò è condiviso anche dalla figlia Marianne.
     Erode non si considera un usurpatore, bensì un principe al quale i romani hanno conferito il titolo regale di Rex socius et amicus populi Romani. Adesso lui ha il potere, del cui splendore lascia partecipare gli Asmonei. Agli occhi di Erode, che non è ebreo, il potere e il titolo di re sono più grandi del potere e del prestigio degli Asmonei.
     Il comportamento arrogante degli Asmonei prende di mira anche la madre e la sorella di Erode e per placare le tensioni egli, quando parte per Rodi, separa le sue due famiglie. Il re non considerando i suoi al sicuro a Gerusalemme, nel caso fossero scoppiati disordini, manda Marianne e la madre nella fortezza di Alexandreion, e in quella di Masada sua madre, Cipro, e sua sorella, Salomè, con i figli di Marianne. Il gesto di separare la moglie dai suoi figli e consegnarli a sua madre e a sua sorella peggiora i rapporti tra Erode e la moglie.
     Subito dopo il ritorno da Rodi, la moglie, aizzata dalla propria madre, rimprovera Erode di averla mandata ad Alexandreion non per la sua incolumità, ma per tenervela prigioniera e separata dai figli. Marianne, infatti, lo accoglie assai freddamente. Non riuscendo a superare l’affronto, lo respinge completamente e si allontana. La situazione fra il re e la moglie peggiora di mese in mese. Quello che lo indispone, è vedere l’aperto odio che questa gli mostra. Tale situazione si trascina per un certo tempo.
     Nonostante tutto, Erode ama Marianne, sopporta i suoi modi scortesi e offensivi, porta pazienza e tutto tollera. Inoltre la moglie, rinfaccia senza riguardo alla madre e alla sorella di Erode di non essere di nobili natali come lei, per cui tra le donne della famiglia del re nasce un odio che ogni giorno aumenta d’intensità.
     Un giorno Salomè e la madre rivelano a Erode che Marianne non gli è fedele. Salomè, infine, gli fa intendere che la moglie ha cercato di corrompere il coppiere per somministrargli una bevanda avvelenata da spacciare per afrodisiaco. È il coppiere a rivelare tutto prima a Salomè e poi a Erode. Il re, inoltre, viene a sapere che Marianne lo tradisce con Soemno, comandante della fortezza Antonia prospiciente al Tempio. Della cosa Erode si adira molto facendo giustiziare Soemno e accusa Marianne di tradimento e di tentato avvelenamento deferendola in tribunale, ove è giudicata colpevole.
     Erode è rammaricato dell’esito del processo, mentre alcuni giurati si battono affinché il verdetto non sia subito eseguito, e Marianne sia nel frattempo mesa in detenzione in qualche località del regno. La proroga non è accordata dal tribunale, adducendo il motivo che il popolo potrebbe sollevarsi per liberare la prigioniera.
     Erode crede vero l’adulterio,  ed  è  dello  stesso  parere  anche
Nicola di Damasco; del resto la madre dell’imputata si comporta in modo da far pensare che anche lei consideri colpevole la figlia la quale è giustiziata all’inizio dell’anno 29 a.C., affrontando la morte con molta dignità.

* * *

     Dopo la morte della moglie, Erode, pentito, cade in una tenace depressione. Il suo lutto è profondo come il suo amore quando la moglie era in vita. Il desiderio di lei divampa ancora più ardente di prima. La depressione a un certo punto si aggrava, tanto che il re è costretto a lasciare Gerusalemme e a ritirarsi nel deserto, a Gerico, per cercarvi sollievo fisico e psichico. Egli, subito dopo, si ammala fisicamente e si reca a Sebaste in Samaria; le sue condizioni si aggravano di giorno in giorno, cosicché si teme per la sua vita.
     Mentre Erode si trova su un letto ammalato e molti già contano sulla sua morte, la suocera Alessandra, che si trova a Gerusalemme, pensa che sia giunta l’ora favorevole per conquistare il potere e le due fortezze che dominano strategicamente la città. La donna, partecipi alcuni nobili ebrei, chiede alle guarnigioni delle due roccaforti di schierarsi con lei e con i figli di Erode. I comandanti delle fortezze respingono le richieste di Alessandra e considerano cosa indegna abbandonare il re mentre è in vita, anche se ammalato. Essi comunicano subito a Erode il piano della suocera. Egli, nel frattempo, migliorato di salute, agisce rapidamente salendo con un grosso nucleo di militari a Gerusalemme, dove fa arrestare e giustiziare Alessandra con l’accusa di alto tradimento. Così muore, negli ultimi mesi del 29 a.C., una sua pericolosa avversaria, l’ultima degli asmonei.
     Erode fa di tutto per evitare contrasti con i gruppi religiosi più importanti come i Sadducei e ostili come i Farisei, che possono alienargli il favore del popolo.
Egli dimostra tolleranza verso tutte le fazioni religiose del paese ed evita di entrare in collisione con i Farisei che sono il gruppo più numeroso e più seguito dalle masse popolari. Essi, nonostante siano rispettati dal re, iniziano a complottare contro la sua persona che per difendersi è costretta contrastarli. Di converso, egli ha dato al paese un lungo periodo di pace e una notevole prosperità che induce il popolo ad assegnargli il soprannome di grande.
     Per quante cose egli faccia, gli sono sempre attribuite intenzioni recondite tuttavia, molte manifestazioni organizzate da Erode appaiono agli occhi di ebrei tradizionalisti delle degenerazioni pagane. Nonostante faccia di tutto per evitare di offendere le tradizioni giudaiche, una minoranza di Ebrei, come i Farisei, afferma che egli con le sue manifestazioni offende le leggi religiose, pertanto ciò non deve essere tollerato. Questo clima induce alcuni fanatici ad attentare alla vita di Erode nel teatro da lui costruito per tenervi manifestazioni ginniche e culturali, ma all’ultimo momento sono scoperti e giustiziati.
     Dopo la generale indigenza causata dalla siccità, Erode riduce, nel 24 a.C., di un terzo le tasse permettendo al popolo di spendere di più, impedendo così una recessione economica. In politica estera, non dimentica gli obblighi verso Roma, alla quale fornisce truppe nella guerra del 23 a.C. contro l’Arabia, mettendo a disposizione 500 soldati scelti.
Augusto, un anno dopo, a titolo di riconoscimento e ricompensa anche per l’esemplare amministrazione del regno, gli concede il governo di altre tre regioni: la Batanea, la Traconitide e l’Auranitide. Tali regioni sono concesse a Erode in occasione di un suo viaggio a Roma, ove vi giunge per farvi educare i due figli maschi avuti da Marianne, cosa malvista dagli ebrei tradizionalisti.
     Nel frattempo, Erode costruisce a Gerusalemme il nuovo palazzo reale, dove tiene una copiosa vita culturale con letterati, scienziati, attori. Egli conosce (un’altra) Marianne, la figlia di un sacerdote non di rango. Per ovviare a ciò, egli nomina sommo sacerdote il padre, dopodiché la sposa (ricordiamo ai lettori che Erode aveva numerose mogli, concubine e figli).
     Erode inoltre inizia a costruire la città portuale di Cesarea che richiede dodici anni di lavori e diviene la più importante città commerciale di Israele. All’inizio della costruzione di Cesarea è costretto a combattere nelle regioni della Batanea e Traconitide amministrate da un certo Zenodoro alleato con le bande di predoni che razziano le carovane dirette a Damasco. Erode riesce, in parte, a debellare i predoni i quali, subito dopo, si alleano con gli Arabi e gli scontri quindi diventano più aspri. Alla fine riesce a sconfiggere i predoni e gli Arabi nonostante Zenodoro tenti con ogni mezzo di alienargli le simpatie delle città della zona. Viene in aiuto di Erode, in queste vicende, Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto, che respinge le lamentele delle città interessate. Subito dopo, per fortuna di Erode, Zenodoro muore per emorragia intestinale ad Antiochia. Così, Augusto, gli assegna anche le regioni di Ulata, Panion e altre terre vicine appartenute al defunto Zenodoro. In questo modo il regno di Israele diventa grande quanto era stato quello di David.

     Proprio verso la fine del ventesimo anno dall’inizio del suo regno, credendo di poter attirare le simpatie dei Giudei conservatori dalla sua parte, decide di dare inizio alla ricostruzione del tempio di Gerusalemme dedicato al dio di Israele,
Yahweh (Ricordiamo ai lettori che utilizzeremo, nel seguito del libro, indifferentemente il nome Yahweh, Elohim e Adonai per indicare il Dio di Israele che è anche il Dio dei Cristiani e degli Islamici).

Rodolfo Costanza

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 10 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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08/01/2021

Ricorrenze. On. Rosalba Cimino (M5S): "Leonardo Sciascia è stato sempre una luce da seguire"

 

Rosalba Cimino
Rosalba Cimino

Oggi ricordo con grande ammirazione la figura di Leonardo Sciascia, una delle più influenti del Novecento sia a livello letterario che a livello politico”; così l'on. Rosalba Cimino, deputata del Movimento 5 Stelle, nel centesimo anniversario della nascita dello scrittore racalmutese.
Leonardo Sciascia è stato per gli abitanti della nostra provincia - dice la deputata di Grotte - una figura che ha affascinato e interessato tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, ma anche quelli della mia generazione che dello scrittore abbiamo letto le sue opere e i suoi articoli, dove emerge l’amore per la propria terra”.
Nel giorno delle celebrazioni la deputata del Movimento 5 Stelle onora la figura dell’autore de “Il Giorno della civetta”, con queste parole: “Nel nostro impegno politico Leonardo Sciascia è stato sempre una luce da seguire: la sua lotta contro il potere, tradottosi nell’impegno politico da cui poi rimase deluso è per noi un esempio da seguire. Quello che però ci aiuta leggendo i suoi scritti è la sua voglia di verità, soprattutto in una Italia in cui i fitti misteri facevano da cornice all’attività politica”.
Il nome di Sciascia oggi verrà celebrato in tutta Italia: “Siamo orgogliosi di vivere nella terra che ha dato i natali a i più celebri scrittori del Novecento - dichiara Cimino - la loro storia e le loro opere tengono alto il nome di Agrigento e di Racalmuto”.
  
Redazione
8 gennaio 2021.
  

 

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08/01/2021

Ricorrenze. Nel centenario della nascita di Sciascia; quando lo Scrittore divenne cittadino onorario di Grotte

 

Leonardo Sciascia
Leonardo Sciascia

Nella ricorrenza del centesimo anniversario della nascita di Leonardo Sciascia (8 gennaio 1921 - 8 gennaio 2021), vogliamo ricordarne la figura riproponendo uno dei riconoscimenti più significativi che Grotte ha tributato all'illustre Scrittore: il conferimento della Cittadinanza Onoraria.
Il 27 giugno 1986 il Consiglio comunale fu convocato in seduta straordinaria ed urgente; l'oggetto della convocazione fu: "Conferimento cittadinanza onoraria allo scrittore Leonardo Sciascia".

Leonardo Sciascia

A quel tempo il Sindaco rivestiva anche la carica di Presidente del Consiglio comunale; nel giugno del 1986 era sindaco Gandolfo Mazzarisi.
Leggiamo dagli atti ufficiali del Comune (leggi la Deliberazione) che alle ore 19.00 di quel giorno erano presenti alla seduta i Signori: Gandolfo Mazzarisi, Piero Agnello, Angelo Bellomo, Giuseppe Zaffuto, Antonino Falletta, Salvatore Castrogiovanni, Filippo Giambra, Santino Lo Presti, Gaspare Agnello, Giuseppe Chiarenza, Armando Caltagirone, Stefano Todaro, Stefana Castiglione, Antonio Carlisi, Calogero Collura e Decio Terrana, Risultavano assenti: Antonio Lauricella, Vincenzo Calì, Salvatore Carlisi e Domenico Morreale.

Leonardo Sciascia

Continuiamo con la lettura della Deliberazione.

"Il Sindaco Presidente
riferisce al Consiglio che lo scrittore Leonardo Sciascia nativo e residente nel limitrofo comune di Racalmuto è presidente onorario del Premio Racalmare Città di Grotte istituito da questo Comune;
che alcuni membri della Commissione hanno ritenuto opportuno proporre il conferimento, da parte del Consiglio comunale, della cittadinanza onoraria, allo scrittore Sciascia per i suoi grandi internazionali meriti letterari, l'impegno civile a favore del Mezzogiorno e per il fatto che buona parte della sua formazione culturale si deve ai contatti che lo stesso ha avuto con i grottesi.
Indi cede la parola al Consigliere Gaspare Agnello che così esordisce:

... Siamo alle Grotte, maestà.
Ferdinando si affacciò allo sportello della carrozza. Case grigie che si ammucchiavano a scivolo sul fianco di una collina, tetti di ortiche e di muschio. E donne vestite di nero affacciate alle porte, e bambini dagli occhi attoniti e affamati, porci grufavano nelle immondizie. Si ritrasse.
E che mi svegliate a fare? - disse al Ministro.
E come rivolgendosi una terza persona - Ventiquattro ore che non chiudo occhio; e appena riesco a togliere un po' di sonno, ecco questo scimunito a svegliarmi con la bella notizia che siamo alle Grotte…
… Nelle grotte stanno i lupi: Tiriamo avanti - disse all'ufficiale di scorta. Rise, abbandonandosi all'indietro, bella felice battuta gli era venuta…

Leonardo Sciascia

Giusto un secolo dopo, dalla stazione di Grotte il treno di Mussolini passò velocemente, a fili di una folla che dal marciapiede quasi traboccava tra le ruote.
Da questi due fatti, fino a pochi anni addietro i racalmutesi traevano irrisione e disprezzo per i grottesi. E da parte loro, i grottesi tenevano un repertorio di mimi che rappresentavano i difetti dei racalmutesi: brevi fantasie come quelle Francesco Lanza raccolte e ricreate, e che da Lanza ebbero appunto il nome di mimi.
Nelle partite di calcio tra le squadre dei due paesi, la letteratura dei ricordi storici e dei Mini, delle invettive, degli insulti, durava fino agli ultimi cinque minuti della partita: e si passava poi a quelle che nei verbali dei Carabinieri erano denominate vie di fatto, cioè ai pugni, ai calci e alle sassaiole.
In verità a due miglia appena di distanza, i due paesi erano quanto di più diverso ed opposto si possa immaginare.
Grotte aveva una minoranza Valdese e una maggioranza socialista, tre o quattro famiglie di origine ebraica, una forte mafia; e brutte strade, squallide feste. Racalmuto aveva una festa splendida e frenetica, che quasi durava una settimana; e i grottesi vi accorrevano in massa; ma era per il resto, paese senza inquietudini, elettoralisticamente diviso tra due grandi famiglie, con pochi socialisti, molti preti e una mafia divisa.
A mutare i rapporti tra i due paesi, ad addolcire e spegnere le rivalità hanno di certo contribuito, con le nuove forme di vita, i frequenti matrimoni tra racalmutesi e grottesi; matrimoni in gran parte, laboriosamente mediati e combinati da terze persone, ma quasi tutti felici
.

Leonardo Sciascia

Questo scrive Leonardo Sciascia nel racconto ‘Reversibilità’ pubblicato libro ‘Il mare color del vino’.

E nel libro ‘Occhio di capra’:
GRUTTISI. Grottesi, di Grotte, paese a 3 km da Racalmuto; e più piccolo. I grottesi che venivano a Racalmuto erano derisi dai ragazzi con questa strofa, variamente scandita o cantata: ‘Gruttisi gruttisi cu li corna tisi scorciano cani e fanno cammisi…’.
S’irrideva così alla povertà dei grottesi: e davvero il paese deve essere stato poverissimo; nella sua povertà più vivo di Racalmuto. Nella seconda metà dell'Ottocento, vi insorse il dissenso protestante (Valdese) ed il movimento socialista trovò tra contadini e zolfatai una diffusione ed una forza che a Racalmuto non entra: al punto che nel 1983 vi si tenne un congresso Fasci Siciliani dei lavoratori.
E oggi, per l'intraprendenza di alcuni, Grotte è un paese più ricco di Racalmuto
.

Questa, in parte, è la Grotte che troviamo nell'opera di Sciascia, una Grotte che, come tutti i paesi della Sicilia, negli ultimi quarant’anni ha subito profonde trasformazioni per via del progresso civile, dei suoi commerci, dei rapporti nascenti con i paesi di tutto il mondo a mezzo del grande processo migratorio che ha portato migliaia di grottesi tutte le regioni del mondo.
Una Grotte moderna, evoluta, ricca di commercio, con una agricoltura profondamente trasformata, supera le rivalità di campanile e vuole appropriarsi una parte della formazione di Leonardo Sciascia che tra la gente di Grotte è nato e vissuto e che dai grottesi ha tratto linfa per buona parte delle sue opere. Sono grottesi alcuni personaggi de ‘Le Parrocchie di Regalpetra’, sono nostri molti proverbi di ‘Kermesse’.

Leonardo Sciascia

Ed ecco allora che ci sembra giusto di potere dire che Sciascia oltre ad essere di Racalmuto è anche di Grotte.
Ed in ciò trova la sua ragion d'essere, la decisione che si appresta a prendere questo civico consesso vuole conferire la cittadinanza onoraria allo scrittore Leonardo Sciascia.
Però a dire il vero in questi giorni sono stato assalito da tremendi dubbi ed ho pensato che poteva essere riduttivo dare la cittadinanza di Grotte ad un uomo che ormai è diventato cittadino del mondo e che al mondo intero ormai appartiene.
Ma Sciascia che è stato deputato al Parlamento, Eurodeputato, conosciutissimo ed amato dai circoli culturali parigini, ha scelto di vivere nella sua terra perché sa che da essa trae la sua linfa vitale e l'ispirazione per le sue opere. Sciascia sa che andando fuori dalla sua terra potrebbe diventare un ‘destrierro” cosa che del resto è regolarmente accaduta Solgenitsin; per cui ha preferito che la sua vita si svolgesse tra tra i contadini e i cittadini che numerosi affollano la Contrada Noce dove Sciascia ha la sua casa di campagna che è diventata metà di uomini potenti che vanno a visitare l'umile scrittore da Racalmuto.
Ed ecco quindi che la cittadinanza di Grotte a Sciascia diventa un’operazione culturale appropriata che lo stesso Sciascia ha mostrato di gradire grandemente.
E noi, lasciatemelo dire, dobbiamo essere veramente orgogliosi di avere come concittadino un uomo che ha scritto una pagina indelebile della letteratura mondiale e che attraverso l'arte dello scrivere ha contribuito a trasformare in senso positivo la nostra stessa vita.
La cultura e la vita di Sciascia non sono stati un fatto in dolore ma hanno agito profondamente sulla realtà sociale per interpretarla e per trasformarla. Lo scrittore è diventato un politico impegnato ed in questa duplice veste ha portato avanti battaglie civili che sono state della Sicilia dell'Europa intera. Ritengo pertanto, nome mio e del gruppo Socialista, di dare la piena e totale adesione all'iniziativa di questo Consiglio comunale di attribuire la cittadinanza onoraria di Grotte a Leonardo Sciascia”.

Leonardo Sciascia

Alla proposta del Sindaco, si associano ognuno con la propria parola e con varie motivazioni i Consiglieri: Prof. Pietro Agnello e l'Arch. Stella Castiglione ed il Dr. Antonio Carlisi.
Nessun altro avendo chiesto la parola

il Consiglio

udita la proposta del Sindaco Presidente;
sentiti i vari intervenuti;
con voti unanimi resi in forma palese accertati e proclamati dal Sindaco Presidente con l'assistenza degli scrutatori in precedenza nominati

delibera
di conferire la Cittadinanza onoraria
a
Leonardo Sciascia
scrittore e intellettuale,

animato da una divorante passione civile e morale, di giustizia e di verità, la cui opera è diretta ad una analisi libera e spregiudicata della realtà storica e sociale del Meridione, per scoprire i vizi e le storture di una società, le ipocrisie e gli intrighi di taluni gruppi, espressione di un potere che è non ragione, e per ridare alla sua gente l'energia al servizio della ragione.

Su proposta del Consigliere Agnello Gaspare con voti unanimi la presente delibera viene dichiarata immediatamente esecutiva".

*****

Come sappiamo, Leonardo Sciascia resterà per sempre fortemente legato a Grotte, continuando a svolgere sino alla fine dei suoi giorni il compito di Presidente del Premio Racalmare che, alla sua scomparsa, gli verrà dedicato assumendo la denominazione di Premio Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte".

Si ringrazia il dott. Antonio Carlisi, tra i protagonisti di quella storica seduta consiliare, per la preziosa collaborazione.

  
Carmelo Arnone
8 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
        

 

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07/01/2021

Salute. Aggiornamento situazione Covid-19 a Grotte: altri 3 positivi e oltre 10 in quarantena

 

Positivo Covid
Covid positivo

"Purtroppo oggi l'ASP ha comunicato ufficialmente un nuovo caso di covid-19 - ha comunicato ieri il sindaco Alfonso Provvidenza nel dare diffusione dei dati riguardanti la diffusione del contagio da Coronavirus a Grotte -; inoltre, abbiamo notizia certa di almeno altri 2 (due) casi, di cui uno ospedalizzato, che hanno determinato la quarantena, per il momento, di una decina di persone".
Nonostante le restrizioni imposte dalle norme in vigore per il periodo festivo, molti grottesi pare le abbiano disattese tanto che il Primo Cittadino ha ritenuto opportuno ribadire: "Si rende necessaria da parte di tutti la massima attenzione e il rigoroso rispetto delle norme soprattutto in occasioni particolari come i funerali; inoltre, dovete limitare le visite a parenti e amici ammalati in assenza di condizioni di sicurezza!".
"È incomprensibile - ha significativamente concluso Provvidenza - come non si riesca a capire la gravità della situazione".
  
Redazione
7 gennaio 2021.
  

 

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07/01/2021

Scuola. Per gli alunni del "Roncalli" di Grotte il rientro in classe sarà lunedi 11 gennaio

 

Stemma dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" - Grotte (AG)
Sito ufficiale

Si allungano le vacanze di Natale per gli alunni dell'Istituto comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte. Mentre a livello nazionale il ritorno in classe è previsto già per la mattinata di oggi, per gli studenti della Sicilia l'appuntamento è rimandato a domani, venerdi 8 gennaio; ma per i giovani che frequentano l'Istituto grottese le porte della scuola si apriranno lunedi prossimo, 11 gennaio 2021. Infatti per giorno 8 il sindaco Alfonso Provvidenza ha disposto, con l'ordinanza n° 1 del 05/01/2021, "la sanificazione, la disinfezione e la disinfestazione dei plessi scolastici". Si tratta di una delle misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, a tutela della salute di tutto il personale scolastico.
  
Redazione
7 gennaio 2021.
  

 

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06/01/2021

Agrigento. "Ricordando Sciascia" nel centenario della nascita; a cura del Pirandello Stable Festival

 

Ricordando Sciascia
Manifesto

"I pensieri e le parole di Sciascia" è il titolo della mostra di manifesti ideata ed organizzata dal Pirandello Stable Festival diretto da Mario Gaziano nel centenario della nascita dello Scrittore di Racalmuto.
La manifestazione - ricordando Sciascia - avrà luogo ad Agrigento, in Via Atenea, da venerdi 8 gennaio - inaugurazione a Porta di Ponte alle ore 10.30 - (anniversario natale di Sciascia) a venerdi 15 gennaio 2021.
L'iniziativa si avvale della collaborazione dell'Accademia di Belle Arti "Michelangelo" di Agrigento, dell'università Pegaso, di Sicilia 24h, di Teleacras, di Angelo Pitrone (fotografo d'arte), di Carmelo Ferrara e di Maria Grazia Castellana.
  
Redazione
6 gennaio 2021.
  

 

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06/01/2021

Letture Sponsali. "Abbiamo scelto di metterci in cammino"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

Nella prima lettura, il profeta Isaia invita il popolo di Dio ad alzarsi e a mettersi in cammino per seguire la luce di Cristo. I salmi ci accompagnano nel pregare Dio affinché ci dia un re giusto, difensore degli infelici e dei poveri, un portatore di pace.
San Paolo ci chiama a condividere la stessa eredità di Cristo e “a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo”.
E infine arriviamo al brano di Matteo in cui ci racconta della ricerca del Re dei re da parte di questi tre astrologi del tempo, guidati da una nuova stella “che avevano visto spuntare” e che li precedeva, inviati dalla paura di Erode di perdere il trono.
Immaginiamo un viaggio lungo e faticoso, vissuto però “con gioia grandissima”, fino al momento in cui vedono Gesù bambino: ecco la prima manifestazione del Signore, seguiranno il battesimo di Gesù e il primo miracolo delle nozze di Cana.
Ma concentriamoci su questo momento, l’unico ad essere celebrato come solennità. Oggi si festeggia l’incontro tra Dio e l’uomo, la manifestazione di Cristo ai popoli di tutto il mondo, simboleggiati appunto dai magi, che nell’adorarlo gli offrono tre doni: l’oro come omaggio alla sua regalità, l’incenso come omaggio alla sua divinità e la mirra che anticipa il sacrificio pasquale.
Ancora oggi, per credenti e non, quella stella è sorta, e come allora Dio ci lascia liberi di seguirla o di voltarci dall’altra parte. Col matrimonio-sacramento abbiamo scelto di metterci in cammino e di rendere manifesta la nostra unione: siamo diventati dunque anche noi simboli dell’epifania e siamo incaricati di portare e ritrasmettere la luce che abbiamo ricevuto. Si tratta solo di una libera scelta.
Lorenza e Gianluca

Punto chiave
Oggi è il giorno dell'Epifania, parola che deriva dal greco e che significa letteralmente: "apparire" (phànein) "dall'alto" (epì), cioè il manifestarsi di Dio a noi.
Ma quella con Dio è una relazione basata sulla fede: la sua incrollabile fiducia in noi, certamente più solida del nostro fragile credere in Lui, ma pur sempre una relazione. Ne deriva che il modo in cui noi scegliamo di presentarci a Lui è forse una “ipofania” (neologismo che utilizziamo in senso antinomico alla parola “Epifania” sostituendo il prefisso “epì” con quello “ipo”, che significa “dal basso”) non meno importante ai fini della buona riuscita di questo particolarissimo incontro.
Dio sceglie di manifestarsi come un bambino adagiato in una mangiatoia. Un’immagine chiara, esemplare, non fraintendibile, che sarà la cifra del suo essere Figlio dell’Uomo fino alla morte. Noi, invece, siamo tremendamente contraddittori. Siamo Erode, che vuole ucciderlo; siamo i magi, che vogliono adorarlo come un re. Pretendiamo di conoscerlo attraverso presagi ed intuizioni, che possono rivelarsi giusti o sbagliati, ma che mai potranno essere quella conoscenza vera e profonda che deriva dal vivere il vangelo di Gesù. Quella conoscenza che non è stata rivelata agli uomini delle precedenti generazioni cui san Paolo fa riferimento nella seconda lettura di oggi.
In che modo, noi sposi nel Signore, vogliamo presentarci a Gesù? Che immagine vogliamo restituirgli di noi?
Questo è veramente un punto chiave non solo delle letture di questa solennità dell’Epifania del Signore ma un po’ di tutta la nostra vita, come singoli e come comunità.
Barbara e Adriano

 
Redazione
6 gennaio 2021.
  

 

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05/01/2021

Trasporti. Richiesta rimborso abbonamenti Trenitalia non utilizzati causa Covid-19

 

Presentazione domande per il rimborso abbonamenti degli studenti pendolari.

Com'è noto, la maggior parte degli studenti pendolari che utilizzavano il treno per recarsi presso i propri istituti, nel corso del 2020 non hanno potuto usufruire dell'abbonamento a causa delle restrizioni dovute alle misure anti Covid-19.
A seguito dell'emanazione di apposite linee guida da parte della Regione Siciliana (D.A. n. 2906 del 1° ottobre 2020), Trenitalia ha predisposto un’apposita procedura per il rimborso straordinario degli abbonamenti a tariffa regionale 40/16/Sicilia (mensili ed annuali) e a tariffa 14/PA (mensili ed annuali) acquistati presso le biglietterie e i punti vendita Trenitalia per mancato o parziale utilizzo per emergenza Covid-19.
Per richiedere il rimborso, i pendolari (studenti o lavoratori) devono compilare, per ciascun abbonamento;
1) la dichiarazione sostitutiva (ai sensi degli artt. 46 e 47 DPR 445/2000) relativa al mancato utilizzo, in tutto o in parte, dell’abbonamento;
2) il modulo di richiesta (scarica il modulo) da consegnare o inviare a Trenitalia con allegata la fotocopia o la scannerizzazione o la foto dell’abbonamento (solo per richieste tramite mail) e del documento d’identità (salvo consegna in biglietteria attraverso identificazione e apposizione della firma sulla dichiarazione in presenza del dipendente addetto a riceverla):
- tramite e-mail, all’indirizzo: rimborsi.sicilia@trenitalia.it;
- presso le Biglietterie;
- tramite posta ordinaria all’indirizzo: Trenitalia - Direzione Regionale Sicilia, via Oreto Nuova - Fondo Alfano s.n.c., 90124 Palermo.
Scarica il modulo per la richiesta di rimborso Visita l'argomento.
  
Redazione
5 gennaio 2021.
  

 

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05/01/2021

Racalmuto. Inaugurazione del Monumento Letterario nel centenario della nascita di Leonardo Sciascia

 

Centenario della nascita di Leonardo Sciascia
Manifesto

Venerdi 8 gennaio 2021, alle ore 19.00 presso la Fondazione Sciascia di Racalmuto, si svolgerà la cerimonia di inaugurazione del Monumento Letterario nel centesimo anniversario della nascita dello Scrittore a cui la Fondazione è intitolata. Il Monumento Letterario, con i titoli delle opere di Leonardo Sciascia, sarà inaugurato dal titolare dell'Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana Alberto Samonà.
Il programma della cerimonia, coordinata da Fabrizio Catalano, prevede i saluti di Vincenzo Maniglia (Sindaco di Racalmuto), Enzo Sardo (Assessore alla Cultura), Alberto Samonà (Assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana); gli interventi di Rosario Castelli, Ettore Catalano, Camilla Maria Cederna, Matteo Collura, Nino De Vita, Antonio Di Grado, Luis Luque Toro, Lavinia Spalanca, Paolo Squillacioti, Valter Vecellio.
Nell'occasione verrà presentata la cartella con l'acquaforte di Alberto Marini dal titolo "Le tre sirene" con il testo di Leonardo Sciascia.
La manifestazione, che si svolgerà in assenza di pubblico in ossequio alle normative anti Covid-19, sarà trasmessa in diretta streaming, a partire dalle ore 19.00, sulla pagina Facebook e sul canale Youtube della Fondazione Sciascia.
  
Redazione
5 gennaio 2021.
  

 

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05/01/2021

Comune. Dall'Amministrazione gli auguri al Brigadiere Capo dei Carabinieri Gioacchino Vizzini

 

Brigadiere Capo dei Carabinieri Gioacchino Vizzini
Brigadiere Capo Gioacchino Vizzini

L'Amministrazione comunale di Grotte, con una nota a firma del sindaco dott. Alfonso Provvidenza e del presidente del Consiglio comunale dott. Angelo Carlisi, ha volto esprimere pubblicamente gli auguri al  Brigadiere Capo dei Carabinieri Gioacchino Vizzini, che dal 1° gennaio ha lasciato il servizio attivo.
"
A nome dell'Amministrazione comunale e della comunità di Grotte - si legge nella nota -, desideriamo esprimere un affettuosissimo saluto al nostro concittadino Gioacchino Vizzini Brigadiere Capo dei Carabinieri che ha raggiunto la meritata pensione".
Lo scritto prosegue in maniera più informale e diretta: "Caro Gioacchino, così come tu sei stato "fiero ed orgoglioso di aver fatto parte della meravigliosa famiglia chiamata Arma dei Carabinieri", Grotte lo è di te e si vanta di averti come figlio". Sintetico ma efficace l'augurio finale: "Ad maiora!".
Numerose le attestazioni di stima pervenute direttamente e tramite i social al
Brigadiere Capo Vizzini, che ha accolto con stupore e gratitudine le dimostrazioni di stima ed affetto che gli sono state espresse da parte delle comunità cittadine di Grotte e Racalmuto che ha servito negli anni più recenti, indossando con orgoglio l'uniforme dell'Arma dei Carabinieri.
  
Carmelo Arnone
5 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
        

 

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05/01/2021

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Programma della settimana
Programma
 

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti (disponibili anche alla pagina "Chiesa").

Lunedi 4 gennaio
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.

Martedi 5 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario di san Giuseppe;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Mercoledi 6 gennaio - Epifania del Signore (Giornata mondiale dell'infanzia)
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Giovedi 7 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa San Francesco, santa Messa; a seguire, Adorazione eucaristica e confessioni sino alle 12.00;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Venerdi 8 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, Vespri, santa Messa, Esposizione eucaristica, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e benedizione;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.

Sabato 9 gennaio
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa prefestiva e rinnovo delle promesse battesimali;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva.

Domenica 10 gennaio
- ore 08.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa e rinnovo delle promesse battesimali;
- ore 10.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa e rinnovo delle promesse battesimali;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa e rinnovo delle promesse battesimali;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa e rinnovo delle promesse battesimali;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa e rinnovo delle promesse battesimali;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, nella chiesa San Rocco, santa Messa e rinnovo delle promesse battesimali;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa e rinnovo delle promesse battesimali.

Numero di fedeli consentito nelle chiese di Grotte:
- chiesa Madre: 112
-
chiesa Madonna del Carmelo: 60
-
chiesa San Rocco: 25
Disposizioni particolari:
- non è consentito l'ingresso a persone con una temperatura corporea pari o superiore a 37,5° o che hanno avuto contatti con persone positive a SARS-COV2 nei giorni precedenti.
I fedeli hanno l'obbligo di:
- entrare ed uscire dalla chiesa rispettando la distanza di 1,5 metri dagli altri fedeli;
- indossare la mascherina;
- igienizzare le mani al dispenser situato all'ingresso;
- occupare il posto contrassegnato;
- mantenere la distanza di almeno 1 metro laterale e frontale dalle altre persone;
- evitare qualsiasi forma di contatto fisico;
- non dare il segno della pace;
- attenersi alle indicazioni del celebrante per ricevere la santa Comunione;
- depositare le offerte per la parrocchia negli appositi contenitori;
- non sostare in chiesa o sul sagrato dopo la celebrazione
.
  
Redazione
5 gennaio 2021.
  

 

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03/01/2021

Romanzo. "Chi era il vero padre di Gesù?", di Rodolfo Costanza; 2^ puntata

 

Fuga in Egitto - Guttuso
Fuga in Egitto
R. Guttuso



Prof. Rodolfo Costanza
Prof. Rodolfo Costanza

 
"Chi era il vero padre di Gesù?"
(Una giovinetta ripudiata dal re)
     
Fuga in Egitto - Guttuso
(Fuga in Egitto, di Renato Guttuso)

(2^ puntata)

Parte prima
I complottardi figli della regina Asmonea


Cap. 1
Un idumeo assume il potere

     κΚλειω ρχώμεθα. Cominciamo da Clio (musa della storia). Così esordisce in greco, la sua lingua natia, Nicola di Damasco nella stesura del suo primo tomo del testo trovato a Noto nella biblioteca di palazzo del barone Rugero Valdemaro dall’autore di questo romanzo storico-saggistico. L’autore fin da questo capitolo avverte i lettori che si sostituirà in parte al Damasceno nel raccontare le vicende storiche e quelle che sono accadute ai quattro protagonisti del testo.

     Il giovane Erode figlio di Antipatro vive a Maresha e scorrazza a cavallo per il deserto assieme ai suoi fratelli e amici andando a caccia di orici. I divertimenti dei quattro scapestrati fratelli a un certo punto sono interrotti dal padre, Antipatro, il quale, rientrato a Maresha li induce, assieme alla loro madre Cipro e alla sorella, Salomè, a trasferirsi a Gerusalemme alla regia di Ircano II.
     Mentre a Lucca, giocando a dadi, Pompeo, Cesare e Crasso si spartiscono il potere sull’Impero romano, gli Ebrei scontenti della politica vessatoria dei romani, manifestano inquietudine. Infatti, quando Crasso nel 53 a.C. è sconfitto e ucciso dai Parti, nel momento della loro offensiva contro la Siria e Israele, scoppia in Giudea una rivolta capeggiata da un partigiano di Aristobolo II, repressa nel sangue.
     Nella guerra civile tra Cesare e Pompeo, che indirettamente coinvolge la Palestina, Antipatro si schiera subito con il primo rafforzando la sua posizione, mentre Aristobulo tenta invano di recuperare il trono. Lo zelo e la fedeltà dimostrata a Cesare procurano all’idumeo il titolo di epitropo (procuratore) della Giudea, mentre Ircano riceve il titolo di etnarca.
     Antipatro intanto approfitta delle concessioni accordate a Gerusalemme da Cesare per far ricostruire le mura della città abbattute da Pompeo. Nel 47 a.C., Antipatro fa nominare suo figlio Fasaele stratega della capitale, mentre il figlio minore, Erode, nonostante la giovane età, riceve il comando militare della Galilea. In questa regione il giovane Erode si distingue nella lotta armata contro le bande di fondamentalisti yahwisti capeggiate da un famoso rabbi, Ezechia, uccidendolo e liberando la regione da un gruppo di fanatici guerriglieri ebraici. Quel giovane dimostra, in tutto, di essere un degno figlio di un fiero principe idumeo e di un’altrettanta fiera principessa nabatea.
     Erode è accusato dai Farisei e dal sinedrio di abuso di potere e di averli scavalcati nella sentenza e nella condanna a morte del ribelle Ezechia. A causa di ciò Erode, per prudenza, si ritira in Siria. La disputa, che poteva diventare sanguinosa, si risolve con la mediazione del sommo sacerdote Ircano e con l’intervento di Sesto Cesare, governatore romano della Siria che difende Erode e gli affida di amministrare anche la Celesiria e la Samaria.
     Antipatro, nonostante il potere acquisito, non viene meno alla lealtà verso Ircano. Tuttavia, gli antipatridi non sono graditi al popolo poiché di origini straniera e poi suscitano, a causa del loro potere conquistato con le armi, evidenti gelosie.
     Alla morte di Cesare nel 44 a.C. e alla conseguente guerra civile le tensioni interne alla Palestina si riacutizzano. (Facciamo presente che numerosi avvenimenti storici, riportati nell’opera, sono stati raccontati da Nicola di Damasco nella sua Storia universale, da Giuseppe Flavio nelle sue Antichità giudaiche e nelle Guerre giudaiche e da altri autori).
     Il generale idumeo, Antipatro, e i figli si schierano con Cassio Longino, uno degli uccisori di Cesare che governa la Siria. Essi aumentano il loro potere in Giudea tanto da avere un proprio esercito. Giusto in quei mesi Antipatro è assassinato da Malico, esponente dell’opposizione ebraica antiromana che è, a sua volta, poco dopo giustiziato a Tiro da un gruppo di soldati romani su istigazione e pressione di Erode. In questa occasione, Erode riesce a destreggiarsi tra Antonio e Cassio. Nell’autunno del 42 a.C. Antonio e Ottaviano sconfiggono in battaglia a Filippi Bruto e Cassio che si tolgono la vita. In quella circostanza alcuni sacerdoti del gran sinedrio di Gerusalemme accusano Erode presso Antonio di aver usurpato la sovranità a Ircano. Erode quindi è costretto subito a recarsi a Efeso nel quartiere generale di Antonio ma, con la sua abilità diplomatica e con l’aiuto di una grossa somma di denaro, ottiene la sua amicizia. Egli riesce a conservare la carica di etnarca per sé e per suo fratello Fasaele, mentre Ircano mantiene la carica di sommo sacerdote.
     Nel 40 a.C. i Parti, con il loro re Fraate IV, scatenano nel Vicino Oriente un’offensiva contro i Romani e, bene accolti dalla popolazione siriaca ed ebraica, invadono la Palestina. Antigono, figlio di Aristobulo, si schiera con i Parti e ne approfitta per affermare i suoi diritti sulla carica di sommo sacerdote. Tale carica gli è concessa dai Parti assieme a quella di re estromettendo lo zio Ircano al quale sono tagliate le orecchie, menomazione sacrilega per la religione ebraica che gli avrebbe impedito per il futuro di rivendicare il trono d’Israele.
     Fasaele, fratello di Erode, è invece catturato e ucciso mentre tratta con i Parti che riescono a occupare la Giudea. In quel frangente Erode è costretto a lasciare in fretta Gerusalemme rifugiandosi nella rocca di Masada la cui difesa affida a suo zio Giuseppe. Egli si reca a Petra a chiedere aiuto al re dei Nabatei, il quale non lo riceve; allora, si reca in Egitto da Cleopatra per chiedere aiuti che gli sono negati. Erode preso dalla disperazione, raggiunge Roma dove, con accorta diplomazia, riesce a ottenere da Antonio e Ottaviano, con il consenso del senato romano, il titolo di re di Giudea e l’appoggio militare per riconquistare il regno.
     Nella primavera del 39 a.C. Erode, con truppe romane, sbarca a Tolemaide sulla costa dell’Alta Galilea, dove riesce a formare un esercito di Israeliti con cui libera lo zio Giuseppe assediato a Masada iniziando la lotta contro Antigone.
     Nel 37 a.C. Erode, con l’aiuto delle milizie romane, conquista la Giudea e Gerusalemme mentre Antigono, fugge in Antiochia. Egli cerca di convincere i Romani della legittimità delle sue rivendicazioni e di far comprendere che Erode non ha nessun diritto di rivendicare il titolo di re della Giudea. Erode invece, forte dell’appoggio di una consistente parte della popolazione giudaica, assume la carica di re, mentre Antonio fa decapitare Antigono. Così Erode diventa gendarme di Roma nei confronti delle popolazioni della steppa Siro-arabo-cananea.
     Alla fine di tutte queste lotte Erode sposa Marianne, la nipote di Aristobulo, l’ultima erede del trono maccabeo, mettendo termine al dominio
asmoneo e all’ultimo nefasto periodo della storia ebraica.
     Nel contrasto tra Ottaviano e Antonio, Erode si schiera in un primo momento con quest’ultimo senza farsi coinvolgere più di tanto nella lotta per il potere fra i due romani. Nello scontro finale tra i due Erode entra in rotta di collisione con Cleopatra che ha in progetto di espandere il dominio egiziano sulla Palestina e sulla Siria.
     Nella disputa per la conquista del potere in tutto l’impero romano, Erode si rende conto che bisogna prendere le distanze da Antonio e schierarsi con Ottaviano; quest’ultimo sconfigge Antonio il 2 settembre del 31 a.C. ad Azio, sulla costa occidentale della Grecia. Erode capisce immediatamente che Antonio è perduto e che sarebbe un suicidio appoggiarlo ancora.
     Il suo primo gesto di Erode nei confronti di Ottaviano è l’aiuto militare che presta al governatore della Siria contro i gladiatori di Antonio che vogliono aprirsi un varco verso l’Egitto dove quest’ultimo e Cleopatra si sono rifugiate. I gladiatori pertanto sono costretti ad arrendersi a Erode: quest’aiuto è un gesto che Ottaviano apprezza molto.
     Così, Erode decide di andare a Rodi a trovare di persona Ottaviano per offrirgli la sua sottomissione. Egli conduce con abilità e discrezione la sua difesa presso il vincitore facendo valere le sue ragioni e far pesare dalla sua parte della bilancia i contrasti avuti con Cleopatra. Alla fine, riesce a essere confermato nella carica di re della Giudea e perfino a ottenere il dominio delle regioni della Samaria, della Perea e parte della Traconitide.

* * *

     Ancora una volta gli avversari di Erode hanno sottovalutato il suo acume politico, la sua abilità diplomatica e la rapidità delle sue decisioni. Mentre Ottaviano conquista stabilmente il potere a Roma, il territorio della Palestina, per merito di Erode, è ampliato e ottiene lo stato di regno alleato che ha leggi e finanze proprie ed esenzione dei tributi spettanti allo Stato romano. Inoltre, ottiene di formare anche un suo esercito personale formato in massima parte da merce­nari non Giudei: Siri, Traci, Germani e Galli.
    
In questa situazione Erode non pensa a una Palestina libera e indipendente similmente al regno asmoneo; le sue origini idumee lo portano a favorire il carattere multinazionale del regno di Israele e a prendere, in parte, le distanze dalla religione ebraica pur avendone il massimo rispetto. Per Erode un dio vale l’altro: intimamente scettico, egli, al più, considera le religioni come un fenomeno sociale di cui bisogna tener conto in ambito politico.
     La sua politica interna consiste nell’operare con equilibrio e in politica estera in sintonia con l’oppressiva pax romana. Del resto i romani gli hanno sempre dato un ampio margine di libertà che utilizza per gestire bene e in autonomia il regno israelita.
     Erode si dimostra, per molti versi, un re illuminato e accorto, amministrando con intelligenza ed efficienza tutti i territori di Israele. Ai contadini senza terra concede in affitto vaste porzioni delle sue terre espropriate agli Asmonei con l’obbligo di coltivarle. Egli bonifica terreni, costruisce canali per l’irrigazione, invoglia la creazione di aziende agricole e assegna le terre bonificate ai contadini che hanno perso le loro. Inoltre, espropria le terre all’aristocrazia che si era schierata con Antigono ed espropria i beni degli Asmonei utilizzandoli per finanziare numerose aziende agricole. Quest’oculata politica induce Ottaviano a cedere a Erode altri territori fuori da Israele. Egli inoltre aveva preso in affitto da Cleopatra le terre coltivate a balsamina, utilizzata per la preparazione di unguenti, cosmetici, incensi. Nel campo della fiscalità, si dimostra un esattore rigoroso e giusto che gli consente di accrescere le ricchezze lasciate dal padre che utilizza anche a favore del popolo, in questo modo si conquista la stima delle masse.
     Come abile amministratore sfrutta i giacimenti di bitume del Mar Morto e prende in affitto da Augusto le miniere di rame di Cipro. Svolge inoltre, come suo padre, attività di tipo bancario prestando denaro a re, principi e nobili dei regni vicini. In questo modo fa accumulare allo Stato una consistente ricchezza che utilizza nella costruzione di alcune grandiose opere pubbliche e per dare lavoro alle masse. Fa ricostruire il Tempio di Gerusalemme ingrandendolo notevolmente, edifica la fortezza Antonia e fortifica Masada, fonda e costruisce, inoltre, alcune città come Cesarea, Sebaste ecc. Costruisce il suo palazzo reale e le fortificazioni a Gerusalemme, i castelli di Gerico, di Ascalona, di Sepphoris in Galilea, di Betrhampta in Perea e la fortezza di Ircania. Fonda le città di Antipatride e di Fasaelide in onore di suo padre e di suo fratello. Costruisce centri sportivi, teatri, acquedotti, strade, ponti. Riesce a combattere le bande di predoni arabi che si aggirano nelle regioni ai limiti del deserto oltre il Giordano tenendoli lontano dal suo regno. In questo modo si conquista l’appoggio delle masse popolari tanto che, gran parte di esse, lo considera come un novello David. (Secondo Epifanio di Salamina Erodefu considerato dalle masse popolari un Messia e un nuovo David tanto da conquistarsi il titolo di Grande nonostante le falsità che sono riportate sul suo conto nei Vangeli e perpetuate dalle chiese cristiane ancora oggi).
     Sotto la sua gestione, Israele non è contrassegnato da nessuna rivolta e conosce un grande periodo di prosperità e di pace in cui è difficile trovare manodopera e la disoccupazione è quasi inesistente. Tuttavia, l’ottima amministrazione non gli propizia il favore degli ebrei tradizionalisti che vedono in lui un mezzo barbaro del deserto arabico il cui potere, secondo costoro, non ha nessuna legittimità sotto qualsiasi punto di vista. Erode è consapevole di ciò, tanto che soffre di un complesso d’inferiorità che con il passar del tempo si accresce, anche a motivo che la moglie Marianne non perde occasione per fargli pesare la propria origine asmonea e regale rinfacciandogli la sua origine idumea e il suo atteggiamento da rude soldato.
     Nel 36 a.C. Erode è accusato di aver annegato Aristobulo per invidia nelle terme di Gerico dopo che questi, con il suo benestare, era stato, l’anno prima, nominato sommo sacerdote. Tali calunnie sono prive di fondamenta, del resto non ha nessun motivo per uccidere Aristobulo. Qualsiasi morte avvenga a corte o fra i membri della sua parentela è sempre attribuita a Erode. I suoi nemici, ormai, sono numerosi e aumentano sempre di più, ciò induce i Farisei e la parte conservatrice degli Ebrei ad attribuirgli qualsiasi misfatto. Essi sono, per loro natura, propensi a calunniarsi fra loro, a maggior ragione lo fanno verso chi li governa, tanto più se è di origine straniera.

     Nel 32 a.C. Erode è costretto a iniziare una guerra contro i Nabatei a motivo che il loro re, Malico, non paga i canoni di affitto e, inoltre, appoggia alcune bande di predoni del deserto arabico che depredano in continuazione le cittadine israelite, situate a est oltre il fiume Giordano. Dopo un anno egli riesce a battere i Nabatei e anche i predoni. Proprio nello stesso anno avviene in Palestina un forte terremoto che lascia una parte della popolazione senza case e priva di sostentamenti. In quest’occasione Erode interviene distribuendo derrate alimentari e aiutando le famiglie nella costruzione delle loro abitazioni. Questa volta gli è riconosciuta la sua opera di reale aiuto al popolo anche dai suoi nemici
.

Rodolfo Costanza

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 3 gennaio 2021.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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03/01/2021

Rubrica. "In cucina con Fish&Fine": Carpaccio di pesce spada leggermente affumicato Fish&Fine

 

In cucina con Fish&Fine
Vedi il piatto

In questa rubrica sono presenti inserimenti di prodotti a fini commerciali.

IN CUCINA CON FISH&FINE

La ricetta del giorno: Carpaccio di pesce spada leggermente affumicato Fish&Fine e salsa verde alla senape.

In cucina con Fish&Fine

Per riprendersi dalle abbuffate festive, niente di meglio di un secondo leggero ed appetitoso come il Carpaccio di Spada leggermente affumicato Fish&Fine con salsa verde alla senape. Potrete trovare tutti gli ingredienti presso l’Outlet del Gruppo Mancuso presso il punto vendita ARD Discount di Viale della Vittoria 217, a Grotte (AG).

Qui la ricetta completa (per 4 persone).

CARPACCIO DI PESCE SPADA LEGGERMENTE AFFUMICATO FISH&FINE E SALSA VERDE ALLA SENAPE
Ingredienti: 400 g di Carpaccio di Spada leggermente affumicato Fish&Fine, pinoli 20 g, prezzemolo, aceto di vino, senape in grani, olio evo, sale, pepe.

Procedimento:
In un mixer tritate il prezzemolo, i pinoli, un cucchiaio di aceto e uno di olio evo fino ad ottenere una crema omogenea, alla quale unirete la senape in grani, senza frullarla.
Aggiustate di sale e pepe a piacimento.
Disponete il carpaccio su un letto di rucola e cospargetelo della salsa alla senape appena fatta.
Lasciate insaporire e servite.


Buon appetito!
  

Outlet Mancuso
Outlet Mancuso

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03/01/2021

Letture Sponsali. "Per salvarci attraverso l'amore"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

L’amore che si lascia toccare.
Il mistero di ciò che siamo è tutto racchiuso nell'unione miracolosa tra il Verbo e la carne. Già in questo risiede il potere rivoluzionario del cristianesimo, se non fosse che nella possibilità di una resurrezione dopo la morte l'annuncio della salvezza diventa un vero vangelo di speranza. Ma tutto questo è di là da venire. Concentriamoci invece per adesso sul momento irripetibile della concezione immacolata del Salvatore che, per salvarci attraverso l'amore, deve farsi Figlio dell'Uomo da Figlio dello Spirito e Spirito qual è, incarnandosi, come recitiamo nella nostra professione di fede, nel seno della Vergine Maria. Così lo Spirito si incarna e la carne si fa Spirito nella persona divina di Gesù e nell'amore che Lui ha per noi. Impossibile non pensare alla coppia di sposi, che si sostanzia nell'amore reciproco solo se è presente il Verbo e se insieme al Verbo è presente anche l'unione corporale dei "... due che diventeranno una carne sola...". Quando amiamo la nostra sposa o il nostro sposo amiamo l'una e l'altro per davvero e per intero, amandone lo Spirito oltre che il corpo e senza trascurarne la carne in funzione dello Spirito. Questo solo sarà un amore vero e completo che, richiamandosi all'amore di Dio per noi, ci darà, come dice San Paolo, uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di Gesù.
Barbara e Adriano

Punto chiave
Nel prologo del Vangelo di Giovanni troviamo affermazioni di grande complessità, a tratti polemiche con la stessa teologia ebraica, capaci di rivedere il libro della Genesi, di superare le “dieci parole” e di riassumere non solo questo, ma tutti i Vangeli. Prima ancora della creazione, Dio aveva un progetto. Quest’idea, possiamo esprimerla con un’unica parola: amore. Ecco la luce che illumina ogni uomo e fa diventare tutti coloro che la accolgono in Figli di Dio. L’incarnazione del Verbo è il progetto di realizzazione di questo amore, un concetto semplice e nuovo allo stesso tempo, che viene da Dio e a Lui si rivolge, perché è Dio stesso, in eterno dialogo. Ma non basta amare Dio, è necessario imitare “l’amore fedele” di Gesù, accogliere il suo amore e trasmetterlo gli uni agli altri. Tutto è stato creato in funzione di questo progetto che contiene la vita, e pertanto l’Eden descritto in Genesi non deve essere un ricordo nostalgico, ma una profezia ancora da avverarsi. Perché finché ogni uomo non avrà la possibilità di diventare figlio di Dio, il progetto non sarà completo. Preghiamo affinché nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità vi siano uomini e donne il cui amore cerca di assomigliare a quello di Gesù, perché, allora, lì sì che c’è la presenza di Dio. “Il nostro Dio, nel suo mistero più intimo, non è solitudine, bensì una famiglia, dato che ha in sé paternità, filiazione e l’essenza della famiglia che è l’amore. Questo amore, nella famiglia divina, è lo Spirito Santo” (cfr Giovanni Paolo II).
Lorenza e Gianluca
 
Redazione
3 gennaio 2021.
  

 

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02/01/2021

Attualità. Il Brigadiere Capo dei Carabinieri Gioacchino Vizzini lascia il servizio attivo

 

Brigadiere Capo dei Carabinieri Gioacchino Vizzini
Carabiniere

Brigadiere Capo dei Carabinieri Gioacchino Vizzini
A Racalmuto

Uno dei più validi uomini della Stazione Carabinieri di Racalmuto ha lasciato il servizio attivo. Da ieri, 1 gennaio 2021, il Brigadiere Capo Gioacchino Vizzini è in quiescenza.
Una vita trascorsa indossando la divisa dell'Arma: oltre 37 anni effettivi da quando, giovanissimo, il 10 giugno 1983 varcò la soglia della Caserma che ospitava la Scuola Allievi Carabinieri.
Da sempre "uomo delle Istituzioni" ma soprattutto al servizio della gente, con il suo carattere deciso ma cordiale, autorevole ma comprensivo. In tutte le sedi presso cui ha prestato servizio ha saputo offrire una collaborazione ampia ed incondizionata ai superiori gerarchici, e una guida ferma e sicura ai militari posti ai suoi ordini.
"Un cammino costellato di successi e soddisfazioni indimenticabili", come afferma lo stesso Sottufficiale, che lo ha portato a sperimentare più volte il valore del sacrificio, mai risparmiando forze ed energie per compiere fino in fondo il proprio dovere.
Residente a Grotte ma in servizio presso la vicina Stazione Carabinieri di Racalmuto, il Brigadiere Capo Vizzini ha costituito per lunghi anni la "memoria storica" dei fatti e delle persone dei due paesi confinanti.
Nel lasciare il servizio si è dichiarato "Fiero ed orgoglioso di aver fatto parte della meravigliosa famiglia chiamata 'Arma dei Carabinieri' ", ben consapevole di continuare a portare per sempre la "Fiamma" nel cuore.
Per un Vizzini che lascia, un altro ne segue le orme: l'esempio del padre è stato accolto con trasporto dal figlio Gianluca, oggi - con orgoglio - Carabiniere in servizio attivo. Per la famiglia Vizzini, l'Arma è più che una tradizione: è una missione (che continua).
Nelle foto a lato, alcuni momenti della carriera del Brigadiere Capo Gioacchino Vizzini
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Carmelo Arnone
2 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
        

Brigadiere Capo dei Carabinieri Gioacchino Vizzini
Con Sciascia

Brigadiere Capo dei Carabinieri Gioacchino Vizzini
In borghese

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02/01/2021

Rubrica. "In cucina con Gelato Mancuso": Tronchetto di pandoro e Gelato alla Spagnola Mancuso

 

In cucina con Gelato Mancuso
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In questa rubrica sono presenti inserimenti di prodotti a fini commerciali.

IN CUCINA CON GELATO MANCUSO

La ricetta del giorno: Tronchetto di pandoro e Gelato alla Spagnola Mancuso.

In cucina con Gelato Mancuso

Iniziamo in maniera dolcissima il nuovo anno 2021, cimentandoci con la realizzazione della Torta Tronchetto di Pandoro farcita con gelato alla Spagnola Mancuso. Il suo dolce esterno con la mousse di cioccolato bianco vi conquisterà. Potrete trovare tutti gli ingredienti presso l’Outlet del Gruppo Mancuso presso il punto vendita ARD Discount di V.le della Vittoria 217, a Grotte (AG).

Qui la ricetta completa (per 4 persone).

TRONCHETTO DI PANDORO, GELATO ALLA SPAGNOLA MANCUSO E MOUSSE AL CIOCCOLATO BIANCO
Ingredienti: 5 fette di pandoro, zucchero a velo, 2 Burnie Gelato Spagnola Mancuso, amarene candite, riccioli di cioccolato fondente, 150 g di cioccolato bianco, 250 g di panna da montare.

Procedimento:
Adagiate le fette di panettone sopra un foglio di pellicola trasparente ricavando un rettangolo.
Appiattitele leggermente con il mattarello, in questo modo diventeranno più elastiche e non si romperanno al momento di arrotolare.
Farcite le fette con il Gelato alla Spagnola Mancuso e arrotolate partendo dal lato più lungo, aiutandovi con la pellicola trasparente.
Formate un rotolo e stringetelo bene, chiudendo la pellicola ai lati e riponete in freezer a rassodare.
Scaldate 100 ml di panna, togliete dal fuoco e unite il cioccolato tritato, fate sciogliere bene fino ad ottenere una crema.
Semi-montate il resto della panna e quando sarà pronta unitela delicatamente alla crema di cioccolato, mettete in frigorifero a raffreddare e addensare.
Con l’aiuto di un coltello spalmate la crema al cioccolato bianco sul rotolo, creando un movimento che possa assomigliare alla corteccia del tronco.
Decorate con qualche amarena candita, uno spolvero di cioccolato fondente e servite subito. Il dessert è pronto.


Buon appetito!
  

Outlet Mancuso
Outlet Mancuso

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02/01/2021

Chiesa. La Caritas Cittadina raccoglie e distribuisce i frutti della generosità dei grottesi

 

Raccolta Caritas cittadina
Raccolta viveri

Raccolta Caritas cittadina
Raccolta viveri

"La Caritas Cittadina augura un buon 2021 a tutta la comunità", non soltanto con le parole (importanti pure quelle) ma soprattutto con i gesti concerti di vicinanza e solidarietà nei confronti di chi vive maggiormente le difficoltà del momento presente.
Nelle giornate di sabato 12 (organizzata e realizzata dal Lions Club "Zolfare" con il coordinamento del presidente dott. Calogero Patanella) e sabato 19 dicembre sono state effettuate delle raccolte di generi alimentari dinanzi ai supermercati del paese (grazie alla disponibilità e collaborazione dei titolari), occasioni per dare la possibilità di dimostrare, ancora una volta, la generosità dei cittadini. I numeri da soli non bastano, ma rendono in parte l'idea di quanto sia grande il cuore di questa comunità; per citarne alcuni: 565 chilogrammi di pasta, 170 confezioni di passata e 138 di polpa di pomodoro, 206 litri di latte, e poi tantissimi altri generi di prima necessità (leggi l'elenco completo).
Ha destato meraviglia nella stessa Caritas Cittadina il quantitativo di merce raccolta; dimostrazione evidente della risposta collettiva ai bisogni primari della fascia più debole della popolazione locale.
I beni (vedi foto a lato), distribuiti in prossimità delle festività di fine anno, hanno contribuito a rallegrare le tavole di chi avrebbe avuto difficoltà nel predisporre un pranzo o una cena, comprendendo una fetta di panettone, un cioccolatino e una bibita (tra i viveri c'erano anche questi).
Oltre alle raccolte periodiche, la Caritas Cittadina - espressione della comunità ecclesiale di Grotte - ha attivato un "Centro di ascolto" gratuito al quale possono rivolgersi le persone che si trovano in difficoltà per ricevere sostegno di ogni genere (basta contattare il numero 3339384618, il numero 3883492117 o inviare una mail all'indirizzo centrodiascoltocaritasgrotte@gmail.com).
  
Carmelo Arnone
2 gennaio 2021
© Riproduzione riservata.
        

Caritas Cittadina
Caritas Cittadina

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01/01/2021

Rubrica. "In cucina con Fish&Fine": Rollè di salmone scozzese affumicato a fetta lunga Fish&Fine

 

In cucina con Fish&Fine
Vedi il piatto

In questa rubrica sono presenti inserimenti di prodotti a fini commerciali.

IN CUCINA CON FISH&FINE

La ricetta del giorno: Rollè di salmone scozzese affumicato a fetta lunga Fish&Fine con ricotta e pistacchi.

In cucina con Fish&Fine

Per finire in maniera squisita quest’anno che ha lasciato a tutti l’amaro in bocca, preparate il raffinato Rollè di Salmone Scozzese Affumicato a fetta lunga Fish&Fine farcito con ricotta e deliziosi pistacchi siciliani. La ricotta, possibilmente fresca, darà un tocco soffice e gusto al vostro rollè. Potrete trovare tutti gli ingredienti presso l’Outlet del Gruppo Mancuso presso il punto vendita ARD Discount di V.le della Vittoria 217, a Grotte (AG).

Qui la ricetta completa (per 4 persone).

ROLLÈ DI SALMONE SCOZZESE AFFUMICATO A FETTA LUNGA FISH&FINE CON RICOTTA E PISTACCHI
Ingredienti: 400 g di salmone scozzese affumicato a fetta lunga, 50 g di pistacchi, erba cipollina, olio evo, 300 g di ricotta, 1 cipollotto, basilico, sale, pepe rosa.

Procedimento:
Tritate l’erba cipollina, il basilico e mescolateli in una terrina insieme alla ricotta e 2 cucchiai di olio evo, aggiustate di sale e pepe.
Stendete le fette di Salmone Scozzese affumicato a fetta lunga Fish&Fine su un foglio di carta da forno sovrapponendole e spalmate su di esse la crema.
Tritate il cipollotto e i pistacchi, distribuiteli sulla farcia e arrotolate il salmone, riponetelo in frigo e al momento di servire guarnite il rollè con una spolverata di pepe rosa.


Buon appetito!
  

Outlet Mancuso
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01/01/2021

Letture Sponsali. "Disposti ad accogliere ciò che la via ci offre"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

E arriva l’amore.
Il Vangelo di oggi, solennità di “Maria Santissima Madre di Dio”, ritrae una scena di grande intimità, che neppure l’annunzio glorioso della futura salvezza riesce a turbare.
Nelle poche righe di questa lettura fanno la loro comparsa alcuni pastori che, esaltati e probabilmente ancora un po’ increduli per la recente visione dell’angelo del Signore, irrompono precipitosamente nella stalla in cui si trovano Giuseppe, Maria e il bambino che, come l’angelo aveva predetto, si trova adagiato in una mangiatoia.
Sembra di vederli, attraverso le parole dell’evangelista, quegli umili pastori, abituati a una vita scandita da gesti semplici e ripetitivi, violare con festoso trambusto il silenzioso stupore che segue la nascita di una vita, giustificati però dalla portata della rivelazione: l’arrivo del Salvatore.
Ed eccoli, felici, stanchi e frastornati, gli sposi che in futuro saranno entrambi santi, ma che oggi sono ancora soltanto Giuseppe e Maria, accogliere tutte queste incredibili notizie con gioiosa sorpresa; eccola, quella giovane vergine, tanto piccola innanzi ad eventi così portentosi, ricordarsi delle parole che l’angelo aveva detto anche a lei (“… concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine…”) e meditarle nel suo cuore, con paura e meraviglia.
Dio giunge a noi, coppie di sposi, senza preavviso: non bussa alla porta, non si fa precedere da ambasciate.
Sarà qualcosa di enorme o di minuscolo; avrà forme differenti e diversi sembianti. Non sarà sempre facile riconoscerlo, se non siamo disposti ad accogliere ciò che la vita ci offre, anche (soprattutto) nei momenti in cui le nostre aspettative sono disattese e i nostri rassicuranti ma finti equilibri sovvertiti.
Dio è lì. Dio è sempre lì e sempre qui, insieme a noi.
Oggi è l’inizio di un nuovo anno, dopo un anno in cui è accaduto qualcosa che non avremmo mai voluto e che mai ci saremmo aspettati. Molte inconsistenti certezze sono state scardinate. Molte ipocrite convinzioni sono state svelate per quello che sono.
E dietro, sopra e tutt’intorno alle macerie dei nostri finti dei mondani e materialistici, Dio è ed è sempre rimasto lì. L’unica roccia salda roccia cui noi, sposi in Cristo, dobbiamo aggrapparci con tutte le nostre forze.
Barbara e Adriano

Punto chiave - Vegliare e conservare nel cuore.
Cosa ci insegnano Maria, madre di Dio e i pastori? Questi ultimi sono umili testimoni della nascita del Signore: il loro è l’atteggiamento “tipico” di chi fa questo mestiere: atteggiamento di veglia, del rimanere in attesa, in guardia per custodire le pecore.
La stessa attitudine vista in altri vangeli (anche d’Avvento): le vergini sagge, i servi fedeli… è notte, ma essi stanno svegli, tendono l’orecchio a ogni rumore e cercano di discernere un segno, un rumore che possa essere potenziale pericolo.
Non solo, essi sono pronti, si alzano e dopo aver visto il bimbo - come hanno annunciato loro dall’angelo - lo annunciano a coloro che incontrano, è un’urgenza che non rimandano: portano la gioia che hanno vissuto ad altri.
Maria - d’altro canto - custodisce tutto nel suo cuore: qui, come in altre occasioni sottolineate in altri Vangeli, essa conserva ciò che vede, sente, ciò che ha letto nelle scritture, ciò di cui fa esperienza, ma anche memorie e ricordi nel cuore per meditare, connettere queste cose, comporle insieme; non sono esperienze che l’attraversano come meteore impazzite, l’una isolata dall’altra, ma Maria è capace di un lavorio interiore che le consente di mettersi alla scuola del Figlio e di essere Madre di Dio dal concepimento sino alla croce.
Gloria e Luciano
 
Redazione
1 gennaio 2021.
  

 

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01/01/2021

Politica. Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella

 

Il Presidente della Repubblica on. Sergio Mattarella
On. Mattarella

Pubblichiamo il testo del messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella, pronunciato ieri sera, giovedi 31 dicembre 2020, a reti unificate.

Palazzo del Quirinale, 31/12/2020

"Care concittadine e cari concittadini,
avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un pensiero augurale.
Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza.
La pandemia che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere.
Vorremmo tornare a essere immersi in realtà e in esperienze che ci sono consuete. Ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e Università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più isolati per necessità e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni.
Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita.
Il virus, sconosciuto e imprevedibile, ci ha colpito prima di ogni altro Paese europeo. L’inizio del tunnel. Con la drammatica contabilità dei contagi, delle morti. Le immagini delle strade e delle piazze deserte. Le tante solitudini. Il pensiero straziante di chi moriva senza avere accanto i propri cari.
L’arrivo dell’estate ha portato con sé l’illusione dello scampato pericolo, un diffuso rilassamento. Con il desiderio, comprensibile, di ricominciare a vivere come prima, di porre tra parentesi questo incubo.
Poi, a settembre, la seconda offensiva del virus. Prima nei Paesi vicini a noi, e poi qui, in Italia. Ancora contagi - siamo oltre due milioni - ancora vittime, ancora dolore che si rinnova. Mentre continua l’impegno generoso di medici e operatori sanitari.
Il mondo è stato colpito duramente. Ovunque.
Anche l’Italia ha pagato un prezzo molto alto.
Rivolgendomi a voi parto proprio da qui: dalla necessità di dare insieme memoria di quello che abbiamo vissuto in questo anno. Senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà.
La pandemia ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra società. Ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove.
Tutto ciò ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche. Abbiamo perso posti di lavoro. Donne e giovani sono stati particolarmente penalizzati. Lo sono le persone con disabilità. Tante imprese temono per il loro futuro. Una larga fascia di lavoratori autonomi e di precari ha visto azzerare o bruscamente calare il proprio reddito. Nella comune difficoltà alcuni settori hanno sofferto più di altri.
La pandemia ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite, spia dell’incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunità.
È questa la realtà, che bisogna riconoscere e affrontare.
Nello stesso tempo sono emersi segnali importanti, che incoraggiano una speranza concreta. Perché non prevalga la paura e perché le preoccupazioni possano trasformarsi nell’energia necessaria per ricostruire, per ripartire.
Nella prima fase, quando ancora erano pochi gli strumenti a disposizione per contrastare il virus, la reazione alla pandemia si è fondata anzitutto sul senso di comunità.
Adesso stiamo mettendo in atto strategie più complesse, a partire dal piano di vaccinazione, iniziato nel medesimo giorno in tutta Europa.
Inoltre, per fronteggiare le gravi conseguenze economiche sono in campo interventi europei innovativi e di straordinaria importanza.
Mai un vaccino è stato realizzato in così poco tempo.
Mai l’Unione Europea si è assunta un compito così rilevante per i propri cittadini.
Per il vaccino si è formata, anche con il contributo dei ricercatori italiani, un’alleanza mondiale della scienza e della ricerca, sorretta da un imponente sostegno politico e finanziario che ne ha moltiplicato la velocità di individuazione.
La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Ora a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la sicurezza comune.
Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili.
Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, colleghi.
Io mi vaccinerò appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza.
Il vaccino e le iniziative dell’Unione Europea sono due vettori decisivi della nostra rinascita.
L’Unione Europea è stata capace di compiere un balzo in avanti. Ha prevalso l’Europa dei valori comuni e dei cittadini. Non era scontato.
Alla crisi finanziaria di un decennio or sono l’Europa rispose senza solidarietà e senza una visione chiara del proprio futuro. Gli interessi egoistici prevalsero. Vecchi canoni politici ed economici mostrarono tutta la loro inadeguatezza.
Ora le scelte dell’Unione Europea poggiano su basi nuove. L’Italia è stata protagonista in questo cambiamento.
Ci accingiamo - sul versante della salute e su quello economico - a un grande compito. Tutto questo richiama e sollecita ancor di più la responsabilità delle istituzioni anzitutto, delle forze economiche, dei corpi sociali, di ciascuno di noi. Serietà, collaborazione, e anche senso del dovere, sono necessari per proteggerci e per ripartire.
Il piano europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale - che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse - possono permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere come avrebbe potuto.
Cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco.
Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni.
Ognuno faccia la propria parte.
La pandemia ci ha fatto riscoprire e comprendere quanto siamo legati agli altri; quanto ciascuno di noi dipenda dagli altri. Come abbiamo veduto, la solidarietà è tornata a mostrarsi base necessaria della convivenza e della società.
Solidarietà internazionale. Solidarietà in Europa. Solidarietà all’interno delle nostre comunità.
Il 2021 deve essere l’anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa. Un anno in cui ciascuno di noi è chiamato anche all’impegno di ricambiare quanto ricevuto con gesti gratuiti, spesso da sconosciuti. Da persone che hanno posto la stessa loro vita in gioco per la nostra, come è accaduto con tanti medici e operatori sanitari.
Ci siamo ritrovati nei gesti concreti di molti. Hanno manifestato una fraternità che si nutre non di parole bensì di umanità, che prescinde dall’origine di ognuno di noi, dalla cultura di ognuno e dalla sua condizione sociale.
È lo spirito autentico della Repubblica.
La fiducia di cui abbiamo bisogno si costruisce così: tenendo connesse le responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone.
La pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese. Ci sono stati certamente anche errori nel fronteggiare una realtà improvvisa e sconosciuta.
Si poteva fare di più e meglio? Probabilmente sì, come sempre. Ma non va ignorato neppure quanto di positivo è stato realizzato e ha consentito la tenuta del Paese grazie all’impegno dispiegato da tante parti. Tra queste le Forze Armate e le Forze dell’Ordine che ringrazio.
Abbiamo avuto la capacità di reagire. La società ha dovuto rallentare ma non si è fermata. Non siamo in balìa degli eventi.
Ora dobbiamo preparare il futuro.
Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova.
Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. È questo quel che i cittadini si attendono.
La sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l’unità morale e civile degli italiani. Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà.
L’Italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa.
Ho ricevuto in questi mesi attestazioni di apprezzamento e di fiducia nei confronti del nostro Paese da parte di tanti Capi di Stato di Paesi amici.
Nel momento in cui, a livello mondiale, si sta riscrivendo l’agenda delle priorità, si modificano le strategie di sviluppo ed emergono nuove leadership, dobbiamo agire da protagonisti nella comunità internazionale.
In questa prospettiva sarà molto importante, nel prossimo anno, il G20, che l’Italia presiede per la prima volta: un’occasione preziosa per affrontare le grandi sfide globali e un’opportunità per rafforzare il prestigio del nostro Paese.
L’anno che si apre propone diverse ricorrenze importanti.
Tappe della nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha condotto ad una unità che non è soltanto di territorio. Ricorderemo il settimo centenario della morte di Dante. Celebreremo poi il centosessantesimo dell’Unità d’Italia, il centenario della collocazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria. E ancora i settantacinque anni della Repubblica.
Dal Risorgimento alla Liberazione: le radici della nostra Costituzione. Memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per costruire il futuro.
Esprimo un ringraziamento a Papa Francesco per il suo magistero e per l’affetto che trasmette al popolo italiano, facendosi testimone di speranza e di giustizia. A lui rivolgo l’augurio più sincero per l’anno che inizia.
Complimenti e auguri ai goriziani per la designazione di Gorizia e Nova Gorica, congiuntamente, a capitale europea della cultura per il 2025. Si tratta di un segnale che rende onore a Italia e Slovenia per avere sviluppato relazioni che vanno oltre la convivenza e il rispetto reciproco ed esprimono collaborazione e prospettive di futuro comune. Mi auguro che questo messaggio sia raccolto nelle zone di confine di tante parti del mondo, anche d’Europa, in cui vi sono scontri spesso aspri e talvolta guerre anziché la ricerca di incontro tra culture e tradizioni diverse.
Vorrei infine dare atto a tutti voi - con un ringraziamento particolarmente intenso - dei sacrifici fatti in questi mesi con senso di responsabilità. E vorrei sottolineare l’importanza di mantenere le precauzioni raccomandate fintanto che la campagna vaccinale non avrà definitivamente sconfitto la pandemia.
Care concittadine e cari concittadini,
quello che inizia sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica.
Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese.
La ripartenza sarà al centro di quest’ultimo tratto del mio mandato.
Sarà un anno di lavoro intenso.
Abbiamo le risorse per farcela.
Auguri di buon anno a tutti voi!".

 

   

Il Presidente della Repubblica
On. Sergio Mattarella

 
         

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