Facciamo finta che sia Natale, col presepe,
il bambinello, l'asino, il bue, l'albero e le sue lucine intermittenti, e le
canzoncine tutte sorrisi e bontà. Il calendario ci dice che la ricorrenza si
appressa, come in effetti scorgiamo in giro. Eppure, alla caduta del sottile
velo d'indifferenza, la realtà si mostra cruda e feroce. Caos, superbia,
arroganza, disordine, guerre; questi gli spettri che s'aggirano indisturbati
per il mondo. Li chiama per nome Linda Di Stefano, nella sua poesia, col
coraggio di chi affronta il nemico a viso aperto, ma anche con la semplicità
negli occhi di un bambino. Eppure lo spettro più terribile è quello senza
nome: il rifiuto del debole, la chiusura al povero, la blindatura del cuore.
No, non disturbiamo la festa, lasciamo pure la coltre dinanzi agli occhi,
continuiamo a fare finta che sia Natale.
Carmelo Arnone
“DOV'È IL NATALE?”
Non voglio il caos qui,
non vi è più spazio
per un pastorello,
il presepe o un alberello.
Al piano alto nell’oscurità
e la nebbia
si erge la superbia
abbracciata a chi comanda
e nell’attigua stanza
su un ingemmato talamo
si adagia l’arroganza
e poi ovunque disordine
forgiato dalle guerre
e ancor peggio in concomitanza
si aggirano uomini
coronati
da sorda indifferenza.
Non vi è più un angolo
vuoto
e la Cometa in cielo
attesa
non trova esiguo spazio
per elargire Luce.
Non vi è un giaciglio per
il Bimbo nato
dove poggiare il capo.
Non può portare Pace
nelle affollate gabbie
dove Gli resta negato,
come allora,
anche un umile alloggio.
Quella di Michelangelo Palermo è una
rivoluzione "rivoluzionaria": dirompente ma senza violenza, senza morti,
sangue, vittime innocenti.
È la rivoluzione dei cuori, dei sorrisi, dei pianti di gioia, della natura,
dell'universo. La rivoluzione che tutte le persone di buona volontà
auspicano.
Carmelo Arnone
“LA RIVOLUZIONE”
Quando
avverrà la rivoluzione
il tempo scorrerà col fiume
si udirà fragoroso al salto nella cascata.
Sarà la corsa delle onde al litorale
il vento raccolto dal veliero.
Quando arriverà la rivoluzione
sarà come il sorriso dei bambini
nello svago sciolto degli anni.
Sarà anche la libertà dalla voce minacciosa,
quando avverrà la rivoluzione,
e romperà gli ormeggi dallo strozzo.
Con la rivoluzione, sarà anche il pianto.
E le immagini dei sogni, non le tortuose parole,
a foggiare l’arco su cui ad una ad una
sedotte poseranno le stelle del cielo.
Fragili creature alla luce
su di un lembo di esistenza.
Noi schegge di Infinito
transitiamo nei giorni.
Poi, come fiori sbocciati
e poi appassiti precipitiamo
nel buio, mentre il ciclo
del mondo continua inesorabile.