La lettura di
"Incoerenza"
lascia pian piano una sensazione "amara", che diviene via via "sgradevole"
sino a suscitare quella sana, pulita e doverosa "repulsione". Ha il sapore
dolciastro di uno sciroppo medicinale non gradito ma estremamente benefico.
Anche questo deve fare la poesia: riflettere (soprattutto sulle realtà meno
evidenti), e suscitare emozioni.
Carmelo Arnone
“INCOERENZA”
È che non si vuol far caso all’ambiguità,
tanto, tanto insopportabile,
nonostante sia lì impassibile
con la sua repellente mania.
Ritorta tra le parole
come aria sul volto
scivola via, guastandolo.
Non si vuole far caso
a come si occupi nelle stridule voci
a come s’annidi nello sguardo
sbatacchiando qua e là.
Si vuol far credere un’arte,
l’insostenibile ambiguità,
a cui il vitale coraggio non serve.
E che poi con la pelle s’impasta
fino a farsi interamente materia
corpo ottuso a lungo recluso
dentro l’idea angusta e malsana.
Poesia. "Buongiorno caro giorno", di
Giorgio Infantino
Giorgio Infantino
“BUONGIORNO CARO GIORNO”
Caro giorno,
cerca di essere un buon giorno,
mi raccomando.
Io mi sforzerò di non deluderti.
E tu farai altrettanto con me.
Staremo bene insieme,
stai tranquillo.
Non ci annoieremo.
Ci sono tante cose da fare.
E tu caro giorno
mi darai la possibilità
di compiere tutto ciò che devo.
Ciò che gli altri aspettano da me.
Buongiorno caro giorno,
ci faremo ottima compagnia,
saremo amici.
Realizzeremo cose belle.
Cercheremo di non combinare tanti guai.
Saremo equilibrati e in sintonia,
saremo in armonia
con le Leggi della vita.
Ogni giorno caro giorno,
l'uomo si pone in balìa di sé stesso,
e quello che gli accade
e come l’uomo durante il giorno si comporta,
determinerà il trascorrere della sua vita.