Pittura. Antonio Pilato espone alla Casa di
Dante, a Firenze; inaugurazione oggi alle 17.00
Antonio Pilato
Opera di Antonio Pilato
Manifesto
Pittura. Antonio Pilato espone alla Casa di Dante di Firenze;
inaugurazione oggi alle 17.00.
Inaugurazione alle ore 17.00 di sabato 29 aprile 2023. Mostra
d’arte a Firenze in Casa di Dante, a cura di Salvo Nugnes, con catalogo
dedicato.
Casa di Dante ospita la mostra dedicata agli artisti contemporanei, con il
contributo di illustri personalità.
(Manifesto)
Firenze, palcoscenico dei migliori artisti e gioiello del patrimonio
artistico e culturale italiano, ospita, tra i vari siti d’interesse, la casa
natale di Dante. Sarà tra queste stesse mura che avrà luogo una delle mostre
d’arte più suggestive. Dal 29 aprile la Casa di Dante ospiterà accanto alle
opere fisiche di Antonio Pilato (a lato l'immagine di una delle sue
creazioni) e degli altri artisti selezionati, una videoexposition dei lavori
più meritevoli.
La partecipazione all’evento prevede l’inserimento della produzione
artistica in un catalogo dedicato, unico nel suo genere, distribuito nelle
migliori librerie d’Italia e online.
Rivivendo i luoghi della Firenze medioevale dell’Alighieri, si potranno
ammirare le opere del panorama artistico contemporaneo e partecipare ad
un’iniziativa di grande valore, volta a promuovere l’Arte nella sua forma
più nobile, sia essa pittura, scultura, fotografia e poesia. La
mostra-evento, curata da Salvo Nugnes, critico e reporter, vede il
contributo speciale di Franco Margari, presidente della società di Belle
Arti Casa di Dante, e Mattia Carlin, vicepresidente dei Consoli Italiani.
Tra gli invitati, la soprano del teatro La Fenice di Venezia Brunella
Carrari.
Comune. Domande per l'ufficio di scrutatore per
le elezioni comunali del 28 e 29 maggio 2023 (scarica il modello)
Elezioni amministrative
Comune. Domande per l'ufficio di scrutatore per le elezioni comunali del
28 e 29 maggio 2023 (scarica il
modello).
Da giovedi 4 a martedi 9 maggio sarà possibile presentare, presso l'Ufficio
Protocollo del Comune di Grotte, le domande per l'iscrizione
nell'elenco delle persone idonee all'ufficio di scrutatore di seggio
elettorale per le prossime elezioni amministrative del 28 e 29 maggio 2023. Le
nomine, da parte della Commissione elettorale comunale, avverranno a seguito
di estrazione a sorte dei nominativi tra quanti avranno presentato domanda.
Di seguito la comunicazione ufficiale ed il modello di domanda.
Modello di domanda per l'ufficio di scrutatore
.
ELEZIONI DEL SINDACO E DEL CONSIGLIO COMUNALE
COMUNE DI GROTTE
IL SINDACO
- visto l'art. 11
del T.U. approvato con decreto del Presidente della Regione 20 agosto 1960,
n. 3, nel testo sostituito con l'art. 6 della l.r. 12 agosto 1989, n. 18;
- vista la l.r. 26 agosto 1992, n. 7 e successive modifiche ed
integrazioni;
- vista la l.r. 15 settembre 1997, n. 35 e successive modifiche ed
integrazioni;
- considerato che con Decreto Assessoriale n. 54 del 29 marzo 2023, è stata fissata per
i giorni di domenica 28 maggio 2023 e lunedì 29 maggio 2023 la data per le elezioni del Sindaco e del Consiglio
comunale, con eventuale ballottaggio nei giorni di domenica 11 giugno 2023 e
lunedì 12 giugno 2023, nonché dei Presidenti di Circoscrizione e dei
Consigli circoscrizionali (queste due ultime elezioni esclusivamente per il
Comune di Catania);
RENDE NOTO
che coloro i quali
intendono iscriversi nell'elenco delle persone idonee all'Ufficio di
scrutatore di seggio elettorale ne possono fare richiesta
mediante domanda da inoltrare
tra il 24° e il 19° giorno precedente l'elezione, quindi tra il 4 maggio
2023 e il 9 maggio 2023 alla Commissione elettorale comunale.
Nella domanda i richiedenti, che devono precisare cognome, nome, residenza,
luogo e data di nascita, devono attestare il possesso dei seguenti
requisiti:
- di essere iscritti nelle liste elettorali del Comune;
- di essere in possesso del titolo di studio della scuola dell'obbligo (il
titolo di studio della scuola dell'obbligo richiesto è in riferimento alla
normativa vigente al momento del conseguimento del titolo stesso);
- di non essere candidato all'elezione e di non essere ascendente (nonno,
genitore), discendente (figlio/a, nipote in linea diretta), parente o affine
sino al secondo grado (fratello, sorella, suocero/a, genero, nuora,
cognato/a) o coniuge (marito o moglie) di candidato.
La firma del dichiarante deve essere autenticata secondo le modalità
previste dall’art. 21, comma 1, del D.P.R. n. 445/2000.
Legalità. Salvatore Borsellino: "Non di
trattativa si è trattato ma di complicità, sta la mafia e lo Stato"
Salvatore Borsellino
Legalità. Salvatore Borsellino: "Non di trattativa si è trattato ma
di complicità, sta la mafia e lo Stato".
Dopo la sentenza della Cassazione con la quale vengono assolti o prescritti
tutti gli imputati del processo sulla trattativa Stato-mafia, interviene
Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo assassinato nella Strage
di Via D'Amelio a Palermo.
"È cambiato qualcosa da ieri - afferma Borsellino -, dopo una
sentenza della cassazione che ha sancito l’autoassoluzione dello Stato e
della mafia, anzi dello Stato-mafia, si è rafforzata dentro di me quella
percezione che forse mai avevo voluto confessare a me stesso e che mi ha
portato in questi anni combattere per una Giustizia che dentro di me sapevo
che non sarebbe mai arrivata. Da oggi non mi sentirete più parlare di
Trattativa - continua Borsellino - perché non di trattativa si é
trattato ma di complicità, di complicità tra la mafia e lo Stato,
e mi sembra oggi inutile aggiungere l’aggettivo deviato. Mafia e Stato
che nel progettare e attuare le stragi in cui, insieme a tante altre
vittime innocenti, è stata spezzata anche quella di mio fratello, hanno
agito di concerto, da complici quali sono sempre stati, da Portella
della Ginestra in poi e attraverso le tante stragi, di Stato, che hanno
segnato la vita del nostro disgraziato paese, fino al definitivo: “…grazie a
loro c’eravamo messi il paese nelle mani”. Ieri, con la sentenza della
Cassazione - conclude il fratello del Magistrato -, c’è stato il
sigillo definitivo a questo patto di sangue. Non ci son colpevoli perché
è lo Stato stesso, quello che dovrebbe amministrare la Giustizia, ad
essere colpevole. Lo Stato si autoassolve ed assolve anche i suoi
complici. Giustizia è fatta".
Attualità. "Per questo celebriamo il 25
Aprile. Perché abbiamo un'altra idea del mondo"; di Raniero La
Valle
Raniero La Valle
Attualità. "Per questo celebriamo il 25 Aprile. Perché abbiamo
un'altra idea del mondo"; di Raniero La
Valle.
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare.
*****
Che cosa celebriamo il 25 aprile? Celebriamo la nascita di una
Repubblica.
Potremmo anche dire: la nascita di una Costituzione, perché Repubblica e
Costituzione sono per noi dei sinonimi, “simul stabunt et simul cadent”
dicono i giuristi, stanno insieme o cadono insieme, non possono stare
l’una senza l’altra.
Per questo quelli che tradiscono la Costituzione, che la deformano, che
la violano, tradiscono la Repubblica o, come dicono loro, la Nazione.
Ma, come tutte le creature, anche la nostra Repubblica ha avuto una
gestazione, ha sofferto le doglie del parto, e questa lunga e dolorosa
gestazione fu l’antifascismo e la Resistenza.
Durante la Resistenza ci fu l’azione partigiana contro le truppe di
occupazione tedesche che marciavano in via Rasella a Roma. Per
rappresaglia il giorno dopo, il 24 marzo 1944, i Tedeschi uccisero
335 uomini alle Fosse Ardeatine, che stanno a Roma, non stanno a Praga.
Chi erano questi 335 uccisi, 10 per ognuno dei 33 tedeschi caduti,
poiché questo era il calcolo della loro equazione tra Tedeschi e
Italiani?
Io ne conoscevo uno, che abitava nel mio palazzo, in via Bosio 2, avevo
allora 13 anni. Lui, la vittima, si chiamava Genserico Fontana, fu
prelevato dai Tedeschi dal carcere di Regina Coeli, sotto gli occhi
della moglie in lacrime, anch’ella detenuta per ragioni politiche. Chi
era Genserico Fontana? Un italiano, certo, ma era un
carabiniere di 26 anni, aveva organizzato un gruppo di partigiani
per la Resistenza, catturato, si era rifiutato di svelarne i nomi, dopo
mesi di carcere finì alle Fosse Ardeatine, di lui è rimasta una medaglia
d’oro alla memoria e una targa sulla casa di via Bosio. Era dunque un
italiano? Sì, ma era un carabiniere del Regio Esercito, un
antifascista, un partigiano, un combattente per la libertà. Perché
bisogna dire che anche dal Regio Esercito molti si schierarono contro
i Tedeschi e si unirono ai partigiani. Dopo l’8 settembre l’esercito
fu chiamato a combattere contro i Tedeschi, ci furono scontri a porta
San Paolo, a Roma, a Cefalonia, nell’Egeo, a Corfù, a Spalato, in
Sardegna, 87.300 furono i militari italiani caduti tra l’autunno del
1943 e la primavera del 1945. Questo glielo diciamo a Giorgia Meloni, perché sappia da dove è nato
il suo governo, sappia perché lei oggi può governare dopo il lungo
tragitto fatto da “underdog”, come dice lei, dalla Garbatella a palazzo
Chigi. Può governare perché in questo Paese con la lotta contro il
fascismo abbiamo conquistato la democrazia, perché con la
Liberazione anche le donne sono state liberate, hanno ottenuto i diritti
politici e sono state chiamate votare, non a dare figli alla Patria,
anche senza lavoro, senza asili e senza cure adeguate, e se tutti
oggi sono cittadini è perché abbiamo fatto una Costituzione che non è “afascista”,
come voleva il monarchico on. Lucifero alla Costituente, ma
antifascista.
Perché non possiamo dimenticare l’antifascismo? Per due ragioni. Perché
l’antifascismo non è un’ideologia, ma è una categoria interpretativa
della storia come il Rinascimento, come il Risorgimento, come la
decolonizzazione.
E la seconda ragione è che, proprio per questo, i fascisti li avremo
ancora con noi, come è successo anche dopo la Liberazione.
Oggi il presidente del Senato La Russa si ferma a Trieste nel suo
viaggio per Praga per recarsi ad altri luoghi di sterminio, ma a Trieste
egli dovrà fare i conti col ricordo di Ettore Messana (NdR: di
Racalmuto) che era stato questore fascista di Trieste ma prima
aveva installato e diretto la Questura di Lubiana in Slovenia durante
l’occupazione italiana, organizzando camere di tortura, espulsioni,
internamenti e persecuzioni di ebrei e di altri cittadini sospetti : fu
indicato come criminale di guerra dalla Commissione delle Nazioni Unite
ma poi riciclato e inviato come Ispettore generale di Polizia in
Sicilia, dove ha trescato con la mafia favorendo nei processi i padroni
espropriati dei feudi e rapportandosi con la banda Giuliano fino alla
strage di Portella della Ginestra.
Ma la Resistenza non è stata solo italiana. È stata anche la
Resistenza europea.
E basta leggere le lettere dei condannati a morte della Resistenza
italiana e di quelli della Resistenza europea per vedere come gli ideali
degli uni e degli altri, il sogno per cui morivano, erano gli stessi,
era il sogno della libertà, della giustizia, della pace per l’Italia e
per ognuno dei Paesi europei coinvolti nel “flagello della guerra” che
per due volte nel corso di quella generazione, come dice lo Statuto
dell’ONU, aveva portato indicibili afflizioni all’umanità.
È per questa ragione che noi possiamo dire che non solo l’Italia, ma
l’Europa, sta tradendo oggi il suo passato, che essa tradisce le
ragioni per cui è nata, che sono la pace e l’accoglienza, l’apertura
agli altri mondi. Lo ha fatto con la guerra in Jugoslavia, lo ha fatto sobillando e
partecipando alla guerra del Golfo per la distruzione dell’Iraq, lo
ha fatto abbandonando per 70 anni i palestinesi al loro destino di
oppressione e di apartheid, e lo sta facendo ora come dispensiera
di armi e partecipe di una guerra ad oltranza con la Russia, che è
anch’essa Europa.
Una guerra devastante che nella sua forma più cruenta certamente è stata
iniziata l’anno scorso dalla Russia ma come guerra etnica era in
corso dal 2014 nel Donbass ed è stata stimolata dalla NATO, andata
ad abbaiare alle ultime frontiere rimaste sicure della Russia, come ha
detto papa Francesco.
Ed è questa una guerra che non può finire, perché essa non si può
concludere con una vittoria, ma con una vera pace, con negoziati equi
e capaci di mediare le ragioni degli uni e degli altri.
La guerra si confermerà altrimenti come strutturante dell’ordine
internazionale, e la prossima partita, una volta messa fuori
gioco la Russia, come dicono i recenti documenti ufficiali pubblicati
dalla Casa Bianca e dal Pentagono, sarà con la Cina, e questa
comunque la si dovrà giocare e vincere, se inevitabile anche con la
guerra, perché l’idea del mondo è che esso debba essere unificato sotto
un unico potere, un solo dominio; questa è la “sfida suprema”, e a
questa dovremmo partecipare anche noi, l’Occidente.
Ma noi per questo celebriamo il 25 aprile. Perché noi abbiamo
un’altra idea del mondo.
La nostra scelta è per la pace, è per la fedeltà ai valori e agli ideali
della Resistenza italiana e della Resistenza europea.
Noi pensiamo piuttosto che si debbano sviluppare le istituzioni e l’
“acquis communautaires” dell’ordinamento delle Nazioni Unite. Nella Costituzione italiana c’è scritto che l’Italia ripudia la
guerra. È un termine forte, vuol dire rompere un legame
indissolubile, che nella storia c’è sempre stato, della politica con la
guerra. Non c’è scritto che l’Italia ripudia una guerra sì e l’altra no,
ripudio la guerra di aggressione ma non la guerra umanitaria, ripudia la
guerra come mezzo per la soluzione delle controversie internazionali ma
non la guerra per la democrazia, per affermare i valori dell’Occidente,
per distruggere la Russia, la Cina e fare un unico Impero.
C’è scritto che ripudiamo la guerra e tutte le guerre, compresa la
guerra contro i migranti che stiamo combattendo quando impediamo i
soccorsi nel Mediterraneo e quando ai migranti togliamo la protezione
che chiamiamo “speciale” e invece dovrebbe essere ordinaria e senza
limiti, perché l’immigrazione è un fenomeno strutturale, e se 10
anni fa c’erano 60 milioni di migranti oggi ce ne sono 100 milioni. La
nuova lotta di Liberazione la dobbiamo fare oggi, guardando il mare, che
dobbiamo rendere un mare di umanità e di accoglienza.
Certo i migranti sono diversi da noi, parlano altre lingue, praticano
altre religioni, spesso hanno anche un altro colore. Ma la pace si fa
appunto con quelli che sono diversi da noi, perché l’alternativa è
una sola: o gli altri li riconosciamo come eguali, come compagni, come
“fratelli” della stessa umanità, tutti “nati da donna”, come noi, oppure
li trattiamo come nemici.
La pace vuol dire non avere nemici. Cutro non si deve ripetere, la
domanda di vita, di libertà, di accoglienza, di giustizia, viene oggi da
lì.
Santa Elisabetta. Presentazione del libro "La
terrazza della Noce" di Gaspare Agnello; sabato 29 aprile
Locandina
Santa Elisabetta. Presentazione del libro "La terrazza della Noce" di
Gaspare Agnello; sabato 29 aprile.
Sabato 29 aprile 2023, a partire dalle ore 18.00 presso la biblioteca
comunale "Maria Messina" di Santa Elisabetta (AG) si terrà la presentazione
del libro di Gaspare Agnello dal titolo "La terrazza della Noce",
sottotitolo "Ricordi di una vita con Leonardo Sciascia" (Navarra Editore).
La manifestazione è promossa dal Comune di Santa Elisabetta,
dall'Associazione Culturale "Hosàytos" e dalla Proloco "Herbessus" di
Grotte. L'iniziativa è organizzata nell'ambito della "Officina Letteraria -
Itinerari Siciliani" a cura di Cristina Angela Iacono e Francesco Rizzo.
Oltre all'Autore interverrà Francesco Rizzo. Brani del libro verranno letti
da Sara Chianetta e Mariella Casà.
Politica. "Vi è chi lavora per distorcere
la verità storica e trasformare le colpe in meriti"; di Aldo
Tortorella
Aldo Tortorella
Politica. "Vi è chi lavora per distorcere la verità storica e
trasformare le colpe in meriti"; di Aldo Tortorella.
Parte dell'intervento di Aldo Tortorella (partigiano, ex deputato), in
videocollegamento, alla manifestazione del 25 aprile in Piazza Duomo a
Milano.
*****
Vi
è chi lavora per distorcere la verità storica e addirittura per
trasformare le colpe in meriti.
È doloroso a dirsi, ma sono compromesse in questa opera le autorità
pubbliche.
La ripetizione di falsità anti-partigiane non è però solo dettata da
ignoranza; purtroppo l’obiettivo politico è quello di mettere sotto
accusa l’antifascismo e il movimento partigiano.
La volontà è quella di cancellare l’antifascismo come fondamento della
democrazia italiana. L’antifascismo non è di un partito ma di tutti i partiti che
partirono disuniti e perdenti prima, e poi uniti e vittoriosi nella
Resistenza.
Dire che la Costituzione non contiene la parola “antifascismo” non è un
altro strafalcione ma indica che non viene conosciuta da Alte Autorità
che dovrebbero difenderla - la Costituzione -, di cui dovrebbero essere
i garanti. È stato giusto criticare questo Presidente.
Nella Costituzione è scritto l’antifascismo che possiamo definire
"assoluto", e cioè la proibizione di ricostituire il partito fascista
in qualsiasi forma; proibizione che non è sempre stata applicata.
Ma ancor più la Costituzione è essa stessa l’espressione
dell’antifascismo.
Politica. "La nostra è una Repubblica
libera e democratica ed antifascista, nata dalla Resistenza";
di Enzo Napoli
Enzo Napoli
Politica. "La nostra è una Repubblica libera e democratica ed
antifascista, nata dalla Resistenza";
di Enzo Napoli.
Ho letto il
testo dell'intervento del Presidente del Consiglio comunale di Grotte
alle celebrazioni per la festa della liberazione del 25 Aprile.
Ho ascoltato poi, dal video
che sono andato a cercare spinto dallo stupore, l'onesto tentativo di
correggere subito dopo le enormità di chi lo aveva preceduto,
nell'intervento del Sindaco ed ascoltato la reazione giustamente indignata
di Gaspare Agnello.
Ho ascoltato anche la replica a quelle reazioni ed ho visto un miserevole
tentavo di arrampicata sugli specchi di chi probabilmente non si rende
neanche conto della gravità di quanto aveva poco prima affermato.
Ferma restando la condanna sacrosanta di "tutti i totalitarismi" (che nelle
celebrazioni di ieri c'entrano poco perché è la festa della liberazione
dell'Italia dal nazifascismo e non la fine di Pol Pot, la morte di Pinochet
o la caduta del muro di Berlino) e mettere quasi sullo stesso piano,
in quella che i neofascisti chiamano volutamente "guerra civile" e non
"lotta di liberazione" o "resistenza", i partigiani ed i nazifascisti,
riconoscendo a chi "combatteva dalla parte sbagliata" una qualche nobiltà
d'intenti che viene ascritta ad una sorta di malinteso "patriottismo", è
un tentativo capzioso e revisionistico che va avanti da anni, purtroppo. I "patrioti" come sempre i revisionisti amano appellarsi, hanno tradito
l'Italia, mandando a morte milioni di cittadini italiani, approvando le
leggi razziali e consegnandoli ai campi di sterminio e reprimendo, nel
terrore delle persecuzioni, ogni oppositore ad un regime sanguinario.
La "pacificazione" è avvenuta con l'amnistia già nell'immediato dopoguerra e
non c'è altra pacificazione da fare se non attraverso il riconoscimento, che
ancora oggi qualcuno si ostina a non fare, del fatto che la nostra è una
Repubblica libera e democratica ed antifascista, nata dalla Resistenza
partigiana.
Invece che ricordare gli orrori del nazifascismo, ieri si è parlato di "errori
da entrambe le parti" e di colpe che ricadrebbero anche i sui
partigiani.
Bene, considero tali affermazioni semplicemente vergognose,
soprattutto se a pronunciarle è qualcuno chiamato a rappresentare in
qualche modo il Comune di Grotte.
Capisco che la politica a Grotte è ormai ridotta al livello del mercatino
del giovedì, con contrattazioni degne di quel luogo, ma sui principi e sui
valori della Costituzione e sulla storia del paese, le parole andrebbero
pesate meglio ed affidate a chi quei valori e quei principi è in grado di
rappresentarli con un minimo di dignità istituzionale.
Politica. Giuseppe De Lorenzo: "Anche questo 25
aprile ce lo siamo tolti dalle scatole"
Il Giornale
Politica. Giuseppe De Lorenzo: "Anche questo 25 aprile ce lo siamo tolti
dalle scatole".
Giuseppe De Lorenzo scrive per "Il Giornale" e si presenta così: "Sono
cattolico e capo scout per passione educativa. Mi emoziono ancora per
le partite della Lazio".
Nel suo
articolo di ieri commenta: "Complimenti a Meloni: anche questo 25
aprile ce lo siamo tolti dalle scatole senza tutto sommato grosse
polemiche. Con meno interviste di La Russa, forse non ci saremmo neppure
accorti di aver festeggiato la Liberazione".
Poi ironizza sull'ignoranza che gli italiani hanno della Storia: "Video
spettacolare in rete: qualcuno è andato a chiedere in giro agli italiani in
piazza oggi cosa si festeggia il 25 aprile e le risposte fornite sono da
sganasciare dal ridere. Si va da “liberazione dalla Repubblica” a
“liberazione dagli ebrei”, passando per imbarazzati silenzi e “io non ho
finito la quinta superiore”. E poi vi chiedete, cara Schlein, per quale
motivo la gente non vi viene dietro?".
Già: proprio sganasciare dal ridere.
Qualche parola anche sul Presidente della Repubblica: "Mattarella fa il
suo discorso sulla Resistenza, va contro La Russa e la sua idea che la
Costituzione non sia “antifascista”, ma tutto sommato cosa avrebbe dovuto
fare? Mattarella è pur sempre del Pd, sulla retorica antifascista è nato
e cresciuto. Ci sta. Nessuno mette in dubbio che la Repubblica sia
antitetica al fascismo, più che antifascista. Quindi non mi sorprende che il
Presidente ricordi come la vittoria degli alleati e della Resistenza sia
significata la fine della dittatura. Mi aspetterei che però il tutto venisse
contestualizzato: la resistenza è finita nel 1945, non essendoci più alcun
pericolo fascista (come dice giustamente Luciano Violante). Se
consegnassimo questo alla Storia, senza usare la retorica della
resistenza al fascio a scopi politici prima contro Berlusconi e ora contro
Meloni, potremmo tutti goderci questa giornata in santa pace. Senza
più inutili polemiche". Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto; senza polemiche.
Parole di elogio per il Presidente del Consiglio: "La lettera
della Meloni al Corriere è perfetta, devo dire. Lo ha detto e ridetto: i
partiti di destra in Parlamento ormai da tempo hanno dichiarato la loro
“incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo”. Gli italiani lo
hanno capito, altrimenti non l’avrebbero mandata al governo (a meno che non
pensiate che ci siano milioni di fascistoni in Italia). Solo la sinistra è
rimasta legata all’idea di “fascisti carogne tornate nelle fogne”.
L’anomalia del nostro sistema politico e mediatico non sono le radici
culturali di FdI, ma il fatto che ancora oggi la sinistra continui a
chiedere ripetutamente alla destra una abiura già fatta e rifatta. Il
vulnus, come dice Meloni, è “usare la categoria del fascismo (e
dell’antifascismo) come strumento di delegittimazione di qualsiasi
avversario politico”.
Dice: i partiti di destra in Parlamento hanno dichiarato la loro
incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo. Ma i parlamentari
di destra, i politici che occupano poltrone in vari enti pubblici, i
militanti, gli attivisti lo sanno? A sentire le dichiarazioni di
esponenti che rivestono anche alte cariche istituzionali, pare proprio di
no.
Conclusione: Bene ha fatto Meloni a ricordare anche la “spirale di odio”
che seguì alla liberazione, dove i “buoni” trucidarono i “cattivi”
con “esecuzioni sommarie”.
Lasciamo rispondere Italo Calvino: "Dietro il milite delle
Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c'erano i
rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le
deportazioni e l'Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più
spietato, c'era la lotta per una società pacifica e democratica,
ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, chè di
queste non ce ne sono. (...) D’accordo, farò come se aveste ragione voi,
non rappresenterò i migliori partigiani, ma i peggiori possibili,
metterò al centro del mio romanzo un reparto tutto composto di tipi un po’
storti. Ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un
chiaro perché, ha agito un’elementare spinta di riscatto umano, una spinta
che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti
diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di
essere!".
Politica. "È questo il fiore del partigiano"; di
Lorenzo Tosa
Lorenzo Tosa
Politica. "È questo il fiore del partigiano"; di Lorenzo Tosa.
*****
“Il 25 aprile è divisivo”.
Vero, divide chi è antifascista da chi non conosce la Storia, il
coraggio di chi ha combattuto, la dignità di chi resiste, la memoria di
chi se ne va e che quindi, per definizione, non può che essere fascista.
“Il 25 aprile è una festa comunista”.
E dei liberali. E dei socialisti, e dei cattolici e degli azionisti e
dei democratici e di chiunque abbia combattuto contro la dittatura per
la libertà. E, se chiunque può dire, pensare e scrivere una tale
bestialità storica è esattamente grazie al 25 aprile e alla Liberazione.
“Il 25 aprile è una festa ormai superata”.
Sì, superata da chi ha sdoganato il fascismo in politica, nella società,
dai nostalgici che lo ricordano e lo rievocano, da chi non fa rispettare
le leggi, da chi stupra la nostra Costituzione ogni giorno, da chi al
fascismo strizza l’occhio e ritira la mano. E nessuno che ricordi mai la
più semplice delle verità: il fascismo non è un’opinione, è un
crimine.
“Quest’anno il 25 aprile ha un valore diverso”.
Ha lo stesso valore di sempre: stare dalla parte di chi resiste, sempre
e ovunque, degli oppressi contro gli oppressori. E sempre da quella
parte ci troveranno.
È questo il fiore del partigiano.
Politica. "Il fascismo fu la pagina più
buia del nostro passato"; di Corradino Mineo
Corradino Mineo
Politica. "Il fascismo fu la pagina più buia del nostro passato"; di
Corradino Mineo.
*****
Buon 25 aprile!
Ho letto per voi l’articolo che Giorgia Meloni affida al Corriere della
Sera. Sostiene che “i partiti della destra da molti anni hanno
dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo”.
Che il 25 aprile segna “la fine della guerra, dell’occupazione
nazista, del Ventennio fascista, delle persecuzioni anti ebraiche, dei
bombardamenti”. Ma che “purtroppo non segnò la fine della
sanguinosa guerra civile". E denuncia “esecuzioni sommarie ed
eccidi” ad opera dei rossi.
Poi, reclutando Palmiro Togliatti per “l’amnistia” e Luciano
Violante per la denuncia di una “appropriazione proprietaria” del
25 aprile, accusa questi “rossi” di aver usato “la categoria
del fascismo come strumento di delegittimazione di qualsiasi avversario
politico: una sorta di arma di esclusione di massa”. Dunque cita
Berlusconi che a Onna “invitò a fare del 25 Aprile la Festa della
Libertà, così da superare le lacerazioni del passato”. Infine indica
una nuova frontiera per il 25 aprile, nella lotta “contro tutti i
totalitarismi”, (qui cita la risoluzione 19/9/2019 del Parlamento
Europeo), contro “le autocrazie” e contro “l’invasione russa
dell’Ucraina, che mette in pericolo le nostre libertà”.
Per carità, è un’interpretazione. Che dimentica tanta roba. Per esempio,
che per quanto gravi siano stati i crimini di Stalin, più grave fu la
strage di Hiroshima e Nagasaki, ordinata da Truman come deterrenza
anticomunista. Che la “caccia alle streghe” non perseguitò i fascisti
italiani ma intellettuali e uomini di spettacolo negli Stati Uniti; con
il Maccartismo. Che negli anni ’70 gli zii, che Giorgia ha portato
con sé al governo, si fecero trascinare in una “strategia della
tensione” a forza di bombe ai treni, nelle stazioni e in piazza,
contro il movimento operaio e studentesco.
E soprattutto dimentica che è la destra, dovunque nel mondo, a
evocare sguaiati rigurgiti del passato. Come Tucker Carlon, oggi
allontanato da Fox, ma che fino a ieri evocava in prima serata il
fantasma razzista della “Grande sostituzione”, come il cognato
Lollobrigida. E difendeva i “patrioti” all’assalto di Capitol Hill. E
abbracciava Orban, come fanno Meloni e Salvini. Uno di questi zii di
Giorgia, presidente (ahinoi) del Senato, oggi fugge a Praga per
commemorare Jan Palach. Anziché a Cuneo, Duccio Galimberti, figlio di
una borghesia in ultimo fascista, che il 26 luglio 43 dal balcone di
casa chiamò gli italiani a combattere contro i tedeschi e aggiunse: “Non
possiamo accodarci a una oligarchia che cerca, buttando a mare
Mussolini, di salvare se stessa a spese degli italiani”. Duccio fu
partigiano di Giustizia e Libertà, come Vittorio Foa e Bruno Trentin.
Altro che Togliatti e Violante, che la Resistenza l’hanno solo
interpretata. E venne torturato e ucciso da fascisti italiani il 3
dicembre del 1944.
Meloni a parte, Il Fatto se la prende con Nordio che fa: “Resistenza
contro le intercettazioni”.
Il manifesto si mette al collo il fazzoletto rosso, come facevamo noi
giovani degli anni 60 contro l’insopportabile retorica di Saragat.
Per Avvenire, “i revisionisti sono di vari colori” e il modo giusto di
onorare il 25 aprile è gridare “Liberiamoci dalle armi”.
Interessante, ma temo non concludente. Se non comprenderemo e sapremo
combattere paure e interessi che rischiano di portarci alla guerra
totale.
Questo vi dovevo, dopo aver letto i giornali.
Ma spero che abbia ragione uno dei miei figli, che mi ha appena
chiamato. “Papà - mi ha detto - nelle manifestazioni sarà
tutta un’altra storia”. Il fascismo fu la pagina più buia del nostro passato.
Liberazione, Repubblica, Costituzione furono il nuovo inizio di una
battaglia che prosegue.
Contro chi difende il suo potere “a spese degli italiani” e vuol
trascinare l’Occidente in una crociata contro la Russia (e non solo
Putin), la Cina, l’India, l’Africa, il Brasile.
Politica. "La Resistenza fu rivolta morale
di patrioti contro il fascismo"; discorso del Presidente della Repubblica nella "Festa
della Liberazione"
On. Mattarella
Onore alle vittime
dell'eccidio di Boves
Politica. "La Resistenza fu rivolta morale di patrioti contro il
fascismo"; discorso del Presidente della Repubblica nella "Festa
della Liberazione"
Pubblichiamo il testo del
discorso tenuto dal Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella,
martedì 25 aprile 2023, in occasione della "Festa della Liberazione".
Cuneo, 25/04/2023
“Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra
Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri
dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto
un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani,
col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.
È Piero Calamandrei che rivolge queste parole a un gruppo di giovani
studenti, a Milano, nel 1955.
Ed è qui allora, a Cuneo, nella terra delle 34 Medaglie d’oro al Valor
militare e dei 174 insigniti di Medaglia d’argento, delle 228 Medaglie di
bronzo per la Resistenza.
La terra dei dodicimila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e
delle duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste.
È qui che la Repubblica oggi celebra le sue radici, celebra la
Festa della Liberazione.
Su queste montagne, in queste valli, ricche di virtù di patriottismo sin dal
Risorgimento.
In questa terra che espresse, con Luigi Einaudi, il primo Presidente
dell’Italia rinnovata nella Repubblica.
Rivolgo un saluto a tutti i presenti, ai Vice Presidenti del Senato e della
Camera, ai Ministri della Difesa, del Turismo e degli Affari regionali. Al
Capo di Stato Maggiore della Difesa. Ai parlamentari presenti.
Saluto, e ringrazio per i loro interventi, il Presidente della Regione, la
Sindaca di Cuneo, il Presidente della Provincia. Un saluto ai Sindaci
presenti, pregandoli di trasmetterlo a tutti i loro concittadini. Un saluto
e un ringraziamento al Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza.
Stamane, con le altre autorità costituzionali, ho deposto all’Altare della
Patria una corona in memoria di quanti hanno perso la vita per ridare
indipendenza, unità nazionale, libertà, dignità, a un Paese dilaniato dalle
guerre del fascismo, diviso e occupato dal regime sanguinario del
nazismo, per ricostruire sulle macerie materiali e morali della dittatura
una nuova comunità.
“La guerra continua” affermò, nella piazza di Cuneo che oggi reca il
suo nome, Duccio Galimberti, il 26 luglio del 1943.
Una dichiarazione di senso ben diverso da quella del governo Badoglio.
Continua - proseguiva Galimberti - “fino alla cacciata dell’ultimo
tedesco, fino alla scomparsa delle ultime vestigia del regime fascista, fino
alla vittoria del popolo italiano che si ribella contro la tirannia
mussoliniana… non possiamo accodarci ad una oligarchia che cerca, buttando a
mare Mussolini, di salvare se stessa a spese degli italiani”.
Un giudizio netto e rigoroso. Uno discorso straordinario per lucidità e
visione del momento. Che fa comprendere appieno valore e significato della
Resistenza.
E fu coerente, salendo in montagna.
Assassinato l’anno seguente dai fascisti, è una delle prime Medaglie d’oro
della nuova Italia; una medaglia assegnata alla memoria.
Il “motu proprio” del decreto luogotenenziale recita: “Arrestato, fieramente
riaffermava la sua fede nella vittoria del popolo italiano contro la
nefanda oppressione tedesca e fascista”; ed è datato, con grande
significato, “Italia occupata, 2 dicembre 1944”.
Dopo l’8 settembre il tema fu quello della riconquista della Patria e della
conferma dei valori della sua gente, dopo le ingannevoli parole d’ordine del
fascismo: il mito del capo; un patriottismo contrapposto al patriottismo
degli altri in spregio ai valori universali che animavano, invece, il
Risorgimento dei moti europei dell’800; il mito della violenza e della
guerra; il mito dell’Italia dominatrice e delle avventure imperiali nel
Corno d’Africa e nei Balcani. Combattere non per difendere la propria gente
ma per aggredire. Non per la causa della libertà ma per togliere libertà ad
altri. La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo
per affermare il riscatto nazionale. Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti.
Convocò i soldati mandati a combattere al fronte e che rifiutarono di porsi
sotto il comando della potenza occupante tedesca, pagando questa scelta a
caro prezzo, con l’internamento in Germania e oltre 50.000 morti nei lager.
Chiamò a raccolta i giovani della generazione del viaggio attraverso il
fascismo, che ne scoprivano la natura e maturavano la scelta di opporvisi.
La generazione, “sbagliata” perché tradita. Giovani ai quali Concetto
Marchesi, rettore dell’Ateneo di Padova si rivolse per esortarli, dopo
essere stati appunto “traditi”, a “rifare la storia dell’Italia e costituire
il popolo italiano”.
Fu un moto che mobilitò gli operai delle fabbriche.
Coinvolse i contadini e i montanari che, per la loro solidarietà con i
partigiani combattenti, subirono le più dure rappresaglie (nel Cuneese quasi
5.000 i patrioti e oltre 4.000 i benemeriti della Resistenza riconosciuti).
Quali colpe potevano avere le popolazioni civili?
Di voler difendere le proprie vite, i propri beni? Di essere solidali con i
perseguitati?
Quali quelle dei soldati? Rifiutarsi di aggiungersi ai soldati nazisti per
fare violenza alla propria gente?
L’elenco delle località colpite nel Cuneese compone una dolorosa litania e
suona come preghiera.
Voglio ricordarle.
Furono decorate con Medaglie d’oro, d’argento o di bronzo, o con Croci di
guerra: Cuneo, l’intera Provincia, Alba, Boves, Borgo San Dalmazzo, Dronero;
Clavesana, Peveragno, Cherasco, Busca, Costigliole Saluzzo, Genòla, Trinità,
Venasca, Ceva, Pamparato; Mondovì, Priola, Castellino Tanaro, Garessio,
Roburent, Paesana, Narzòle, Rossana, Savigliano; Barge, San Damiano Macra,
Villanova Mondovì. Alla memoria delle vittime e alle sofferenze degli abitanti la Repubblica
oggi si inchina.
Questo pomeriggio mi recherò a
Boves, prima città martire della Resistenza, Medaglia d’oro al Valor
militare e Medaglia d’oro al Valor Civile.
Lì si scatenò quella che fu la prima strage operata dai nazisti in Italia.
Una strage che colpì la popolazione inerme e coloro che avevano tentato di
evitarla: Antonio Vassallo, don Giuseppe Bernardi, ai quali è stata
tributata dalla Repubblica la Medaglia d’oro al Valor civile; don Mario
Ghibaudo. I due sacerdoti, recentemente proclamati beati dalla Chiesa
cattolica, testimoni di fede che non vollero abbandonare il popolo loro
affidato, restarono accanto alla loro gente in pericolo.
E da Boves vengono segni di un futuro ricco di speranza: la Scuola di pace
fortissimamente voluta dall’Amministrazione comunale quasi quarant’anni or
sono e il gemellaggio con la cittadina bavarese di Schondorf am Ammersee,
luogo dove giacciono i resti del comandante del battaglione SS responsabile
della feroce strage del 19 settembre 1943.
A Borgo San Dalmazzo visiterò il Memoriale della Deportazione.
Borgo San Dalmazzo, dove il binario alla stazione ferroviaria è richiamo
quotidiano alla tragedia della Shoah.
Cuneo, dopo Roma e Trieste, è la terza provincia italiana per numero di
deportati nei campi di sterminio in ragione dell’origine ebraica.
Accanto agli ebrei cuneesi che non riuscirono a sfuggire alla cattura, la
più parte di loro era di nazionalità polacca, francese, ungherese e tedesca.
Si trattava di ebrei che, dopo l’8 settembre, avevano cercato rifugio dalla
Francia in Italia ma dovettero fare i conti con la Repubblica di Salò.
Profughi alla ricerca di salvezza, della vita per sé e le proprie famiglie,
in fuga dalla persecuzione, dalla guerra, consegnati alla morte per il
servilismo della collaborazione assicurata ai nazisti.
Dura fu la lotta per garantire la sopravvivenza dell’Italia nella catastrofe
cui l’aveva condotta il fascismo. Ci aiutarono soldati di altri Paesi,
divenuti amici e solidi alleati: tanti di essi sono sepolti in Italia.
A questa lotta si aggiunse una consapevolezza: la crisi suprema del Paese
esigeva un momento risolutivo, per una nuova idea di comunità, dopo il
fallimento della precedente.
Si trattava di trasfondere nello Stato l’anima autentica della Nazione.
Di dare vita a una nuova Italia.
Impegno e promessa realizzate in questi 75 anni di Costituzione
repubblicana. Una Repubblica fondata sulla Costituzione, figlia della
lotta antifascista.
Le Costituzioni nascono in momenti straordinari della vita di una comunità,
sulla base dei valori che questi momenti esprimono e che ne ispirano i
principi.
Le “Repubbliche” partigiane, le zone libere, nelle loro determinazioni e nel
loro operare furono anticipatrici della nostra Costituzione.
È dalla Resistenza che viene la spinta a compiere scelte definitive per la
stabilità delle libertà del popolo italiano e del sistema democratico,
rigettando le ambiguità che avevano consentito lo stravolgimento dello
Statuto albertino operato con il fascismo.
Se il decreto luogotenenziale del 2 agosto 1943 - poco dopo la svolta del 25
luglio - prevedeva, non appena ve ne fossero le condizioni, l’elezione di
una nuova Camera dei Deputati, per un ripristino delle istituzioni e della
legalità statutaria, fu il decreto del 25 giugno 1944 - pochi giorni dopo la
costituzione del primo Governo del CLN - a indicare che dopo la liberazione
del territorio nazionale sarebbe stata eletta dal popolo, a suffragio
universale, un’Assemblea costituente, con il compito di redigere la nuova
Costituzione. Per questo quel decreto viene definito la prima “Costituzione
provvisoria”.
Seguirà poi il referendum, il 2 giugno 1946, con la Costituente e la scelta
per la Repubblica.
La rottura del patto tra Nazione e monarchia, corresponsabile, quest’ultima,
di avere consegnato l’Italia al fascismo, sottolineava l’approdo a un
ordinamento nuovo. La Costituzione sarebbe stata la risposta alla crisi di civiltà prodotta
dal nazifascismo, stabilendo il principio della prevalenza sullo Stato
della persona e delle comunità, guardando alle autonomie locali e sociali
dell’Italia come a un patrimonio prezioso da preservare e sviluppare. Una risposta fondata sulla sconfitta dei totalitarismi europei di
impronta fascista e nazista per riaffermare il principio della sovranità
e della dignità di ogni essere umano, sulla pretesa di collettivizzazione in
una massa forzata al servizio di uno Stato in cui l’uomo appare soltanto un
ingranaggio.
Il frutto del 25 aprile è la Costituzione. Il 25 aprile è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata
dopo il fascismo.
È nata così una democrazia forte e matura nelle sue istituzioni e nella sua
società civile, che ha permesso agli italiani di raggiungere risultati prima
inimmaginabili.
E qui a Cuneo, mentre la guerra infuriava, veniva sviluppata un’idea di
Costituzione che guardava avanti.
Pionieri Duccio Galimberti e Antonino Rèpaci.
Guardava a come scongiurare per il futuro i conflitti che hanno opposto gli
Stati europei gli uni agli altri, per dar vita, insieme, a una Costituzione
per l’Europa e a una per l’Italia. Dall’ossessione del nemico alla ricerca
dell’amico, della cooperazione.
La Costituzione confederale europea si accompagnava alla proposta di una
“Costituzione interna”.
Obiettivo: “liberare l’Europa dall’incubo della guerra”.
Sentiamo riecheggiare in quello che appariva allora un sogno, il testo del
preambolo del Trattato sull’Unione Europea: “promuovere pace, sicurezza,
progresso in Europa e nel mondo”.
Un sogno che ha saputo realizzarsi per molti aspetti in questi settant’anni.
Anche se ancora manca quello di una “Costituzione per l’Europa”, nonostante
i tentativi lodevoli di conseguirla. Chiediamoci dove e come saremmo se fascismo e nazismo fossero prevalsi
allora!
Nel lavoro di Galimberti e Rèpaci troviamo temi, affermazioni, che sono oggi
realtà della Carta costituzionale italiana, come all’art. 46: “le differenze
di razza, di nazionalità e di religione non sono di ostacolo al godimento
dei diritti pubblici e privati”.
Possiamo quindi dire, a buon titolo: Cuneo, città della Costituzione!
Galimberti era stato a Torino allievo di Francesco Ruffini, uno dei docenti
universitari che, rifiutando il giuramento di fedeltà al fascismo, fu
costretto ad abbandonare l’insegnamento.
Accanto a Galimberti e Rèpaci, altri si misurarono con la sfida di
progettare il futuro.
Silvio Trentin, in esilio dal 1926, nel suo “Abbozzo di un piano tendente a
delineare la figura costituzionale dell’Italia”, dettato al figlio Bruno nel
1944, era sostenitore, anch’egli, dell’anteriorità dei diritti della persona
rispetto allo Stato.
E Mario Alberto Rollier, con il suo “Schema di costituzione dell’unione
federale europea”. Testi, entrambi, di forte ispirazione federalista.
Si tratta, nei tre casi, di esponenti di quel Partito d’Azione di cui
incisiva sarà l’influenza nel corso della Resistenza e dell’avvio della vita
della Repubblica.
La crisi della monarchia e quella del fascismo apparivano ormai
irreversibili, tanto da indurre un gruppo di intellettuali cattolici a
riunirsi a Camaldoli, a pochi giorni dal 25 luglio 1943, con l’intento di
riflettere sul futuro, dando vita a una Carta di principi, nota come “Codice
di Camaldoli”, che lascerà il segno nella Costituzione. Con la proposta di
uno Stato che facesse propria la causa della giustizia sociale come concreta
espressione del bene comune, per rimuovere gli ostacoli al pieno sviluppo di
ogni persona umana, per rendere sostanziale l’uguaglianza fra i cittadini.
Per tornare alla “Costituzione di Duccio”, apparivano allora utopie alcune
sue previsioni come quella di una “unica moneta europea”. Oggi realtà.
O quella di “un unico esercito confederale”. E il tema della difesa comune
è, oggi, al centro delle preoccupazioni dell’Unione Europea, in un
continente ferito dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina.
Sulla scia di quei “visionari” che, nel pieno della tragedia della guerra e
tra le macerie, disegnavano la nuova Italia di diritti e di solidarietà,
desidero sottolineare che onorano la Resistenza, e l’Italia che da essa è
nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si
regge la nostra comunità nazionale.
Rendono onore alla Resistenza i medici e gli operatori sanitari che ogni
giorno non si risparmiano per difendere la salute di tutti. Le rendono onore
le donne e gli uomini che con il loro lavoro e il loro spirito di iniziativa
rendono competitiva e solida l’economia italiana.
Le rendono onore quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche
secondo la propria capacità contributiva.
Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare
chi ne ha bisogno.
I giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa
dell’ambiente.
Tutti coloro che adempiono, con coscienza, al proprio dovere pensando al
futuro delle nuove generazioni rendono onore alla liberazione della
Resistenza.
Signor Presidente della Regione, lei ha definito queste colline, queste
montagne “geneticamente antifasciste”.
Sappiamo quanto dobbiamo al Piemonte, Regione decorata, a sua volta, con la
Medaglia d’oro al merito civile.
Ed è alle donne e agli uomini che hanno animato qui la battaglia per la
conquista della libertà della Patria che rivolgo il mio pensiero rispettoso.
Nuto Revelli ha parlato della sua esperienza di comandante partigiano e
della lotta svolta in montagna come di un vissuto di libertà: di un luogo
dove era possibile assaporare il gusto della libertà prima che venisse
restituita a tutto il popolo italiano.
Una terra allora non prospera, tanto da ispirargli i racconti del “mondo dei
vinti”.
Una terra ricca però di valori morali.
Non c’è una famiglia che non abbia memoria di un bisnonno, di un nonno, di
un congiunto, di un alpino caduto in Russia, nella sciagurata avventura
voluta dal fascismo.
Non c’è famiglia che non ricordi il sacrificio della Divisione alpina
“Cuneense” nella drammatica ritirata, con la Julia. Un altro esempio. Un
altro monito alla dissennatezza della guerra. Rendiamo onore alla memoria di quei caduti.
Grazie da tutta la Repubblica a Cuneo e al Cuneese, con le sue Medaglie al
valore!
Come recita la lapide apposta al Municipio di questa città, nell’ottavo
anniversario dell’uccisione di Galimberti, se mai avversari della libertà
dovessero riaffacciarsi su queste strade troverebbero patrioti.
Come vi è scritto: “morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato
intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza”.
Viva la Festa della Liberazione!
Viva l’Italia!
Il Presidente della Repubblica
On. Sergio Mattarella
Editoriale. "Il 25 Aprile è la Festa della Liberazione dal nazifascismo, non della
pace e della libertà"; di Carmelo Arnone
Carmelo Arnone
Editoriale. "Il
25 Aprile è la Festa della Liberazione dal nazifascismo, non della pace e
della libertà"; di Carmelo Arnone.
Il 25 Aprile è la Festa della Liberazione dal nazifascismo, non una
generica festa della pace e della libertà.
C'è chi ha combattuto e ha dato la vita perché fossimo liberi, e chi ha
assassinato affinché questa libertà non l'avessimo.
In un dibattito televisivo l'onorevole Vittorio Foà così ha risposto
all'onorevole Pisanò del Movimento Sociale Italiano: "Se avesse vinto
lei, io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della
Repubblica e parla qui con me”.
Qualcuno pubblicamente sostiene che "sia maturato il tempo di tentare una
pacificazione" e che "i partiti odierni di destra hanno pubblicamente
condannato i crimini del nazifascismo", auspicando perciò la fine di "contrapposizioni
e divisioni".
Pensieri delicati; tuttavia la verità storica rimane: c'è chi ha
combattuto per la nostra libertà e chi, invece, affinché rimanessimo sotto
la dittatura.
Oggi è la Festa della Liberazione; onoriamo chi ha difeso la libertà sino
all'estremo sacrificio. E ne preserviamo il ricordo affinché la storia non
debba ripetersi.
Per chi ha combattuto perché rimanessimo sotto il giogo del nazismo e del
fascismo, solo umana (e - per chi crede - cristiana) commiserazione. Non è vero che i morti, da ambo le parti, sono tutti uguali e meritano
pari memoria: il più piccolo ignoto bambino innocente morto a causa del
regime nazista e fascista merita considerazione incommensurabilmente
maggiore rispetto a Hitler, Mussolini e tutti i loro "volenterosi carnefici"
messi insieme.
La "pacificazione" auspicata potrà avvenire nel momento in cui i
sedicenti eredi di quei valori liberticidi e dittatoriali prenderanno atto
di questa verità storica (come hanno fatto in Germania, dove tutti
hanno fatto pubblica ammenda per i crimini del nazismo e nessuno si
azzarda ad affermare che "in fondo Hitler fece anche cose buone") ed
eviteranno - loro! - le contrapposizioni e divisioni che hanno voluto e
fomentato in questi 78 anni.
C'è da chiedersi come mai in questi 78 anni "loro" non hanno voluto
celebrare la Festa della Liberazione, che è stata una liberazione per
tutti, non solo per quanti hanno lottato per la libertà ma anche per quanti
ne hanno beneficiato pur avendola ostacolata con ogni mezzo.
Nei "partiti odierni di destra" che "hanno pubblicamente
condannato i crimini del nazifascismo" militano politici e attivisti che
sino a qualche tempo fa marciavano facendo il saluto romano,
inneggiando ai morti con un "Presente!", cantando "Faccetta nera" e
incitandosi con un "A noi!"; politici che ancora oggi conservano
gelosamente e orgogliosamente a casa loro il busto del Duce.
Ricordo, per inciso, che alle recenti elezioni politiche è stato eletto
senatore della Repubblica un esponente agrigentino della Destra che, sui
social, inneggiava al "grande politico tedesco" (riferendosi a Hitler).
Per non parlare della Seconda carica dello Stato che, di recente, ha
deliberatamente distorto la Storia sull'attentato di Via Rasella. Siamo d'accordo che in Italia il Fascismo è stato il male assoluto?
No? Ogni pacificazione è impossibile; sul valore fondamentale dell'antifascismo
(sul quale, con buona pace della Seconda carica dello Stato, è fondata la
nostra Costituzione) non ci possono essere compromessi. Sì? Benissimo! Allora festeggiamo insieme, senza alcun timore questo
nostro (di tutti!) 25 Aprile, evitando formule volutamente ambigue e
fuorvianti come "festa della libertà e della pace" ma chiamandolo per nome,
per quello che è: "Festa della Liberazione".
La Destra, la Sinistra, il Centro ma anche l'Alto e il Basso e quelli di
Sghimbescio e di Sguincio vogliono onorare il 25 Aprile? Che vengano!
Nessuno si contrappone e nessuno divide; in pace potranno onorare i caduti
per la (anche loro) libertà.
Comune. 25 Aprile - Festa della Liberazione; discorso del presidente del Consiglio comunale Aristotele
Cuffaro
Aristotele Cuffaro
Pubblichiamo il
discorso pronunciato in Piazza Umberto
I dal presidente del Consiglio comunale di Grotte, Aristotele Cuffaro (nella
foto a lato), il 25 aprile 2023 in occasione della celebrazione della Festa della
Liberazione.
*****
"Rivolgo
il mio saluto alle Autorità civili, religiose e militari.
Il 25 Aprile è simbolo di libertà e democrazia.
Questa data commemora la liberazione dell’Italia dalla dittatura
Nazifascista.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, per la prima volta, gli italiani hanno
votato e voluto la repubblica.
Intere generazioni, da allora, sono state indirizzate all’ideale fondante di
pace e collaborazione tra i popoli per non ricadere alla devastazione della
guerra.
Una festa nazionale e di tutti, che deve rispecchiare una pacificazione
totalizzante del tessuto sociale e culturale della nostra nazione.
Quest’anno, maggiormente degli anni passati, tale ricorrenza è stata marcata
da polemiche a causa della lettura storica ad attribuire torti e ragioni
alle parti in causa.
Sono convinto, invece, che commemorare il 25 aprile debba essere un onore ed
un impegno per scacciare le devianze totalitarie e la soppressione delle
libertà, dando la giusta gratitudine ed ammirazione ai patrioti che hanno
perso la vita per la rinascita dell’Italia.
È stata una vicenda storica complessa, una guerra civile dove nostri
connazionali combattevano dalla parte sbagliata e quelli che combattevano
dalla parte giusta hanno commesso degli errori assumendosi delle colpe.
Nonostante le divisioni e le contrapposizioni, il 25 aprile, deve
commemorare tutti i caduti in guerra anche quelli che combattevano nella
linee nemiche per solidificare l’unità nazionale e continuare a cementare
alle giovani generazioni gli ideali di libertà e democrazia.
Viva l’Italia, viva la Repubblica, viva la libertà".
Il Presidente del Consiglio comunale
Aristotele Cuffaro
Comune. "25 Aprile - Festa della Liberazione";
cerimonia a Grotte, in Piazza Umberto I
Guarda il video
Comune. "25 Aprile - Festa della Liberazione";
cerimonia a Grotte, in Piazza Umberto I
(guarda
il video).
A Grotte, in Piazza Umberto I, a partire dalle ore 12.00 si è svolta la
cerimonia per la ricorrenza del 78° Anniversario della Liberazione
dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista.
Comune. Consegnati i premi ai vincitori
dell'Albero della Cuccagna
Consegna del premio
Comune. Consegnati i premi ai vincitori dell'Albero della Cuccagna.
Tra le manifestazioni della Settimana Santa grottese 2023 c'è stata, nel
pomeriggio della domenica di Pasqua, la gara dell'Albero della Cuccagna,
organizzata dal Comune di Grotte, in
collaborazione con l'Associazione Sportiva Dilettantistica "Gli acrobati
della cuccagna" di Fonte Prealpi Villa D'Almé in provincia di Bergamo
(campioni italiani in carica).
In Piazza Marconi, sul palo alto 8,50 metri, si sono sfidate 4 squadre
locali di arrampicatori amatoriali e non professionali, guidate
rispettivamente da Giovanni Agnello, Salvatore Butera,
Salvatore Terrana e Davide Terrana. Dopo diversi tentativi di
arrampicata "in solitaria", le 4 squadre hanno deciso sportivamente di
collaborare per conquistare insieme la vittoria.
Ieri, lunedì 24 aprile, il sindaco Alfonso Provvidenza, alla presenza
degli assessori Roberta Di Salvo e Giuseppe Mancuso, ha
consegnato ai rappresentanti dei vincitori il meritato premio (vedi
foto a lato) di 400 euro in denaro da dividersi equamente; somma che
consentirà loro di festeggiare la conquista della "'ntìnna".
Politica. Elezioni amministrative: orari di apertura
straordinaria dell'Ufficio Elettorale di Grotte
Elezioni comunali
Politica. Elezioni amministrative: orari di apertura
straordinaria dell'Ufficio Elettorale di Grotte.
In vista delle elezioni per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio
comunale di Grotte, che si svolgeranno
domenica 28 maggio (dalle 07.00 alle 23.00) e
lunedì 29 maggio (dalle 07.00 alle 15.00), le liste dei candidati andranno
presentate alla Segreteria del Comune nei giorni di venerdì 28 aprile (dalle
ore 08.00 alle ore 14.00), martedì 2 maggio (dalle ore 08.00 alle ore 14.00)
e mercoledì 3 maggio (dalle ore 08.00 alle ore 12.00).
Per consentire il rilascio delle certificazioni ai candidati, al fine della
presentazione delle liste, l'Ufficio Elettorale di Grotte osserverà i
seguenti orari di apertura straordinaria:
- venerdì 28 aprile, dalle 08.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 18.00;
- sabato 29 aprile, dalle 09.00 alle 13.00;
- domenica 30 aprile, dalle 09.00 alle 12.00;
- lunedì 1 maggio, dalle 09.00 alle 12.00;
- martedì 2 maggio, dalle 08.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 18.00;
- mercoledì 3 maggio, dalle 08.00 alle 12.00.
Ambiente. Domani, martedì 25 aprile, Festa della
Liberazione, sarà
regolare la raccolta differenziata
Ambiente. Domani, martedì 25 aprile, Festa della Liberazione, sarà
regolare la raccolta differenziata.
Per
opportuna informazione alla cittadinanza si ricorda che domani,
martedì 25 aprile 2023
(ricorrenza della
Festa della Liberazione), la raccolta differenziata "porta a porta" sarà effettuata
regolarmente. Nessuna modifica, quindi, al consueto calendario di
raccolta settimanale, sia a domicilio "porta a porta" che - per le abitazioni fuori dal
perimetro urbano - con deposito presso i cassoni scarrabili posizionati nei
pressi del campo sportivo comunale di Grotte.
Servizi. Asilo nido comunale: entro il 31 maggio
le iscrizioni per l'anno scolastico 2023/2024
Asilo nido
Servizi. Asilo nido comunale: entro il 31 maggio le iscrizioni per
l'anno scolastico 2023/2024.
Sono
aperte le iscrizioni per l'ammissione bambini dai 3 mesi ai 3
anni all'asilo nido comunale, per l'anno scolastico 2023/2024.
Le
famiglie
interessate potranno presentare
richiesta presso l’Ufficio Protocollo Generale
del Comune entro il 31 maggio 2023, redatta su un apposito modulo di
iscrizione (scarica
qui il modulo).
L'attività scolastica avrà inizio nel mese di settembre 2023.
L’asilo nido rappresenta un servizio
primario di fondamentale importanza, in modo particolare per i genitori che
lavorano o non hanno la possibilità di affidare i bambini ai nonni o ai
parenti.
Gli uffici comunali incaricati sono a disposizione dei
cittadini per dare tutte le informazioni necessarie alle famiglie.
Comune. "25 Aprile - Festa della Liberazione";
domani cerimonia a Grotte, alle ore 12.00 in Piazza Umberto I
Festa della Liberazione
Comune. "25 Aprile - Festa della Liberazione";
domani cerimonia a Grotte, alle ore 12.00 in Piazza Umberto I.
Domani,
lunedì 25 aprile 2023, ricorre il 78°
anniversario della liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e
dal regime fascista.
L'annuale ricorrenza della festa nazionale verrà celebrata, a Grotte, a
partire dalle ore 12.00. Il sindaco Alfonso Provvidenza, alla
presenza delle altre Autorità civili e militari e dei cittadini che vorranno
partecipare, deporrà una corona di fiori presso il Monumento ai Caduti,
in
Piazza Umberto I (piazza Municipio). Il 25 aprile si festeggia in Italia la liberazione dal nazifascismo.
È un dato storico incontrovertibile che la liberazione avvenne ad opera dei
partigiani (comunisti, cattolici e liberali), mentre fascisti e
repubblichini combattevano a fianco dei nazisti e consegnavano loro
cittadini italiani ebrei e resistenti.
Di recente - siamo nel 2023 - il Presidente del Senato ha sostenuto che la
Costituzione non parla di “antifascismo”; riportiamo - per pura memoria -
dalla Costituzione,
Disposizione transitoria, titolo 12: "È vietata la riorganizzazione,
sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga
all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio
dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto
di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista".
Politica. Presentazione liste
candidati al Consiglio comunale e candidati a Sindaco; dal 28 aprile al
3 maggio
Elezioni comunali
Politica. Presentazione liste
candidati al Consiglio comunale e candidati a Sindaco; dal 28 aprile al 3
maggio.
Domenica 28 maggio (dalle 07.00 alle 23.00) e
lunedì 29 maggio (dalle 07.00 alle 15.00) i cittadini di Grotte saranno
chiamati a votare per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio comunale.
Secondo quanto previsto
della legge regionale 7 maggio 1977, n.
29, le liste dei candidati a Consigliere comunale e le collegate candidature
a Sindaco, con i relativi allegati, vanno presentate alla Segreteria del
Comune dal trentesimo al venticinquesimo giorno antecedente quello della
votazione. La presentazione può avvenire durante il normale orario
d'ufficio e nell'ultimo giorno, anche se festivo, fino alle ore 12.00.
Con un
avviso pubblico a firma del Segretario Generale (Reggente) del Comune
di Grotte, dott.ssa Alessandra Melania La Spina, si informano i
cittadini che per le elezioni amministrative 2023, le liste vanno
presentate presso la Segreteria del Comune, sita presso la sede del
Palazzo municipale, Piazza Umberto I, Piano I, da venerdì 28 aprile a
mercoledì 3 maggio fino alle ore 12,00, negli orari di seguito indicati:
- venerdì 28 aprile, dalle ore 08.00 alle ore 14.00;
- martedì 2 maggio, dalle ore 08.00 alle ore 14.00;
- mercoledì 3 maggio, dalle ore 08.00 alle ore 12.00.
Nello stesso
avviso si precisa che: "mercoledì 3 maggio è l'ultimo giorno di
presentazione delle liste e delle candidature ed il termine fissato delle
ore 12.00 ha carattere perentorio".
Per gli orari di apertura straordinaria degli uffici, per il rilascio delle
certificazioni elettorali e le autentiche di firme inerenti alla
presentazione delle liste dei candidati, sarà pubblicato un ulteriore avviso.
Letture Sponsali. "Necessitiamo
di fermarci, fare silenzio e metterci in ascolto"
Nozze di Giuseppe e Maria
Letture Sponsali. "Necessitiamo
di fermarci, fare silenzio e metterci in ascolto".
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
L’esperienza dei discepoli di Emmaus è l’esperienza della delusione, della
non comprensione e dello smarrimento di fronte ai fatti della vita che
sembrano silenziosi e vuoti, privi di segni di resurrezione.
I due “voltano le spalle” a Gerusalemme, si rimproverano vicendevolmente di
aver creduto in quel “profeta” che prometteva di risorgere, ma cosa hanno
saputo e visto di quella resurrezione? Ben poco: voci di donne, una tomba
vuota, ma tutto è rimasto immutato.
Cosa si aspettavano da quel profeta? Forse un nuovo regno potete, la
liberazione dai romani, la punizione dei corrotti… e invece niente. Voci di
donne e tomba vuota.
Mentre discutono, un forestiero si fa prossimo e chiede spiegazioni,
accoglie le loro emozioni e piano piano apre i loro occhi alla realtà della
resurrezione.
Spiega loro come tutte le scritture parlino di Cristo, spezza la parola e
spezza il pane, il loro cuore torna ad ardere, lo riconoscono e tornano a
Gerusalemme dai fratelli.
La via ordinaria per sperimentare il Risorto e i segni della resurrezione è
quella della Parola, dei sacramenti e quindi dell’Eucarestia, della Chiesa e
quindi dei fratelli.
E cosa accade a noi che abbiamo scommesso nella forza del Risorto nel nostro
matrimonio?
Quante volte non abbiamo compreso la grazia del sacramento? Quante volte ci
siamo accusati a vicenda? Quante volte abbiamo voltato le spalle a
Gerusalemme?
Come i discepoli di Emmaus necessitiamo di fermarci, fare silenzio e
metterci in ascolto della “nostra parola”, della nostra storia di salvezza
per riconoscere le tracce di chi ci ha sempre accompagnato e riscoprire la
forza della nostra unione sponsale, del nostro essere “pane spezzato” per
l’altro e testimonianza per i fratelli che l’Amore che si dona in Cristo,
torna a noi in “gioia piena” e salvezza. Rosalinda e Francesco
Ambiente.
Inaugurata a Grotte la casetta mangiaplastica
Guarda il video
Ambiente.
Inaugurata a Grotte la casetta mangiaplastica
(guarda
il video).
Alle ore 10.00 di sabato 22 aprile 2023 è stata inaugurata a Grotte, in
Piazza Anna Magnani, la casetta mangiaplastica.
Musica. "Voci e suoni della Passione";
concerto di musica sacra a Grotte
Guarda il video
Manifesto
Musica. "Voci e suoni della Passione";
concerto di musica sacra a Grotte
(guarda
il video).
Domenica 2 aprile 2023, a Grotte, alle ore 19.00 all'interno della chiesa
Madre, si è tenuto il concerto di musica sacra "Voci e suoni della
Passione".
Ambiente.
Inaugurazione della casetta mangiaplastica a Grotte; domani alle ore
10.00 in piazza mercato
Casetta mangiaplastica
Scarica l'App
Ambiente.
Inaugurazione della casetta mangiaplastica a Grotte; domani alle ore
10.00 in piazza mercato. Sarà
inaugurata domani, sabato 22 aprile 2023, alle ore 10.00, la casetta
mangiaplastica installata a Grotte in Piazza Anna Magnani (piazza mercato).
(Casetta
mangiaplastica)
Posizionato già da qualche mese, dopo gli allacci e la definizione delle
ultime incombenze di carattere burocratico, finalmente domani mattina, alla
presenza del sindaco Alfonso Provvidenza e delle altre autorità
cittadine, il dispositivo destinato a riciclare le bottiglie in PET inizierà
a svolgere il suo compito. Al fine di prevenire eventuali atti vandalici,
nonché il deposito indiscriminato di materiali non idonei, la casetta è
stata fornita di un sistema di videosorveglianza.
Per l'attivazione dell'ecocompattatore (questa la definizione tecnica del
dispositivo) è possibile utilizzare la Tessera Sanitaria oppure la
Carta d'Identità (modello CIE: Carta d'Identità Elettronica) o l'App
Eurven messa a disposizione su Google Play e App Store (vedi
i codici QR per scaricare l'App).
Tre semplici passaggi per depositare le bottiglie:
1) passare il codice a barre della Tessera Sanitaria o della Carta
d'Identità o dell'App Eurven sul lettore;
2) inserire le bottiglie (solo bottiglie in PET vuote, non
schiacciate, con etichetta contenente il codice a barre integro);
3) dopo il conferimento, concludere l'operazione per ottenere gli eco
punti.
L'ecocompattatore è un dispositivo per la raccolta differenziata capace di
ridurre al minimo il volume delle bottiglie di plastica (PET) che il
cittadino conferisce. La tecnologia del "riciclo incentivante" promuove
l’educazione ambientale grazie alla sinergia tra cittadini e varie realtà
economiche e sociali.
Gli ecocompattatori selettivi per la plastica, con il sistema di "riciclo
incentivante", dopo aver riconosciuto il contenitore e avviato il processo
di riduzione del volume, consegnano all'utente uno scontrino contenente
un buono sconto. Il tutto può essere gestito anche tramite App,
in modo da fidelizzare l’utente alla raccolta differenziata. I coupon/sconti
potranno essere spesi - a seconda delle scelte dell'Amministrazione comunale
- nelle attività commerciali che aderiscono al progetto oppure raccolti per
ottenere una detrazione sulla tassa sui rifiuti. A partire dall'inaugurazione ci saranno 60 giorni di sperimentazione,
dopo i quali sarà pienamente attivo il sistema di attribuzione dei
coupon/sconti e le convenzioni con gli esercizi commerciali sul
territorio.
Le attività di sensibilizzazione e comunicazione, e la collocazione della
macchina in un'area ad alto flusso e facilmente raggiungibile, com'è Piazza
Anna Magnani, permetteranno di massimizzare l'utilizzo e la raccolta della
plastica.
Letture. "La pazienza del contadino"; di Innocenzo Infantino
Innocenzo Infantino
Pazienza del contadino
"La pazienza del contadino"; di Innocenzo Infantino.
Queste sere, a tenermi compagnia è un testo del biblista Bruno Maggioni,
morto da qualche anno. Nel testo "La
pazienza del contadino", Bruno Maggioni riusciva a scrivere cose
profonde in modo essenziale, toccando un punto nevralgico della vita
cristiana: vivere la fede nel tempo che si ha, persino nelle schiavitù che
si vivono, nella professione, nella famiglia, nelle preoccupazioni, nella
sofferenza.
Al di là della tematica trattata, oggi, riflettevo molto sul gesto della
"semina".
Passato l'inverno compare il tempo della semina e la primavera custodisce
questo momento prezioso per moltissime piante.
La tendenza predominante in quest'ambito, quasi sempre, è quella di parlare
di produzione, così che si copre il seme in terra già guardando al raccolto,
stimando le quantità, la resa e il guadagno.
La mentalità industriale, la fretta, le dinamiche del profitto, hanno
cancellato un elemento importante: l'attenzione per i semi piantati, l'unico
vero momento che appartiene più che mai alla nostra vita perché coincide con
il presente e non con il futuro.
Anche nelle relazioni di tutti i giorni, o nel nostro modo di operare,
ragioniamo sempre o troppo spesso all'interno di logiche di bilancio,
preoccupandoci poco o niente della qualità dei "semi" piantati quel giorno.
Per non parlare del "come" li abbiamo piantati.
Smettiamo di ragionare in termini di risultato. Questo lo fanno le macchine,
non noi. Non possiamo pensarci sempre simili ad esse.
Ci sono infinite variabili che possono cambiare il risultato.
Non è forse la cura per una buona semina nel "presente" essa stessa alla
base di un possibile buon raccolto futuro?
Racconti. "La festa del Patrono"; di
Linda Di Stefano
Linda Di Stefano
Dipinto di
Linda Di Stefano
Racconti. "La festa del Patrono"; di Linda Di Stefano.
"LA FESTA DEL PATRONO"
di Linda Di Stefano
Tutto il
corso era gremito di gente.
Come al solito la festa del Patrono veniva celebrata in pompa magna con un
sovrannumero di venditori di semenza e noccioline, commercianti di
cianfrusaglie venuti dai paesi vicini e l’immancabile presenza del luna park,
fornito quest’anno di nuove attrattive.
A parte questo, niente di nuovo; da anni tutto si ripeteva allo stesso modo,
non mancavano neanche le gomitate e le spinte per farsi largo tra la gente.
«Perché?» vi chiederete voi.
È semplice, non vi è festa senza folla e questo era l’evento più assiepato
di tutti con l’aggravante che le strade erano strette e di anno in anno
sembravano rimpicciolirsi sempre più.
«Com’è possibile?» vi chiederete ancora voi.
È possibile, è possibile. Non dimenticate che in questo paese, con le nuove
costruzioni o ristrutturazioni, per rendere più spaziosa la propria casa o
per il gusto di “fregare” si sottraeva qualche centimetro alla strada.
Mi direte che da voi non è così, ma che volete, ogni paese ha le sue
“usanze”.
La folla di quest’anno sembrava una fiumana.
Il chiasso era enorme, venditori di dischi a destra e a manca facevano
suonare contemporaneamente le musiche più svariate, dalle tarantelle ai
pezzi di Bellini, che servivano a stordire ancor di più i già stanchi
passeggiatori. Buona parte della festa consisteva nell’andare avanti e
indietro per il corso, naturalmente con l’abito elegante e le scarpe nuove
nel tentativo di farsi notare e di fare bella figura.
Vana illusione! Con quel traffico ognuno era talmente occupato a cercare
qualche spazio vuoto per poter proseguire, che nessuno pensava ad osservare
gli altri.
Questa, infatti, era l’unica occasione in cui la gente si faceva i fatti
propri.
Si procedeva zigzagando, strisciando contro i muri o addirittura corpo a
corpo per arrivare alla fine del corso e ricominciare daccapo.
Tutto questo succedeva intanto che si aspettava l’uscita del Santo dalla
Chiesa per poi seguire devotamente la processione.
Certo che questo Santo tardava a uscire!
Ormai si camminava da tre ore, i piedi cominciavano a gonfiarsi, i più
anziani tentavano di trovare rifugio in un bar mentre i più arditi cercavano
di ignorare la stanchezza pizzicando semenza e sgranocchiando torroni, ma
era evidente che tutti tolleravano quell’attesa stoicamente facendo finta di
nulla e mostrando larghi sorrisi.
Chi arrivava in ritardo e più fresco iniziava la sua passeggiata con
entusiasmo salutando tutti indistintamente, parenti, amici e conoscenti; al
secondo giro solo amici e parenti; al terzo solo amici. In seguito, solo un
cenno col capo, ed infine ci si girava dall’altra parte facendo finta di non
accorgersi di chi stava al lato opposto della strada.
L’uscita del Santo arrivò come una liberazione; sfortunatamente a questo
punto la folla, che prima occupava tutto il corso, adesso si accalcava in un
unico punto per seguire la processione, sempre più stanca e dolorante a
causa delle vesciche ai piedi.
La processione proseguì in modo disordinato nonostante il disperato
tentativo dei vigili di mettere ordine tramite richiami, spintoni e
sgridate, ma comunque, per la gioia di tutti, alla fine arrivò a
destinazione.
La festa non si concluse con l’entrata del Santo, ma si continuò a
passeggiare in attesa dei fuochi d’artificio.
Quello che però dava nell’occhio era che una delle piazze appariva
semivuota, non c’era calca.
Lì infatti una banda, venuta chissà da dove, stava cercando di attirare
l’attenzione di qualcuno per avere un po’ di pubblico e suonare qualche
pezzo di musica classica, ma la gente, oramai affaticata, non si sognava
minimamente di fermarsi e non prestava ascolto ai disperati richiami del
maestro.
Solo alcuni si avvicinarono, suonatori a loro volta di qualche strumento,
amatori di quel genere musicale ed infine qualche signore che, allergico
alle feste religiose, pur di non restare solo a casa in tale occasione,
trovava questa buona scusa per scendere in piazza.
Pochi in verità, e il maestro, dopo gli ultimi vani tentativi di richiamare
qualche altro passante gesticolando, rassegnato si decideva a dirigere la
sua banda, ma non sapeva da quale pezzo cominciare e sperando di
accontentare il pubblico chiedeva: «Volete Verdi o Bellini?».
Alcuni rispondevano Verdi ed altri Bellini.
Il maestro riproponeva il problema e la diatriba ricominciava.
«Decidetevi se no qui non si suona» fece osservare il maestro, ma il
pubblico continuava ad essere discorde per cui alla fine si fecero votare le
poche donne presenti, le quali furono quasi tutte d’accordo per Verdi e in
particolare proposero La marcia dell’Aida.
Così si decise il tutto e finalmente la banda iniziò il suo concerto.
Si continuò per tutta la durata del pezzo, poi i suonatori chiesero il
permesso al pubblico di riposare.
«Abbiamo bisogno di riprendere “sciatu”» disse il maestro «appena cinque
minuti».
Il permesso fu accordato. I cinque minuti passarono, poi i dieci ed anche i
quindici e i pochi devoti cominciarono a spazientirsi.
«Insomma, si “sona o nun si sona? Siemu stanchi maestru”» reclamò uno
spettatore.
«Dobbiamo riprendere “sciatu”» insistette con fare sussiegoso ancora il
maestro.
«Ma, ‘insomma, è da quasi venti minuti che aspettiamo!» reclamò un altro
gentiluomo.
«Cosa volete? Noi siamo un’orchestra seria, veniamo dal teatro Massimo di
“Pailemmu” e ci vuole la pausa e “lu sciatu”».
Ci fu una gran risata quasi all’unanimità e una voce intimò: «Voi avete
bisogno di “sciatu” e noi di sedie e se non vi decidete a suonare noi ce ne
andiamo».
Il maestro, impaurito da quella minaccia e temendo di restare senza
pubblico, si decise a far suonare la sua “orchestra” non senza però aver
interpellato ancora una volta i presenti: «Dunque, cosa volete La Traviata o
La gazza “latra”?».
«La Traviata» rispondevano gli uni.
«La gazza ladra» reclamavano gli altri.
«Insomma, decidetevi!» riprese il maestro.
«“Sunati chiddu ca vuliti, basta ca sunati”» intervenne repentino uno
spettatore più giudizioso.
«“Va bbeni pi La gazza latra”?» richiese il maestro non del tutto convinto a
farla finire così.
«“Va bbeni e basta!”».
Finalmente il maestro prese posizione, ma proprio in quel momento si udirono
i colpi che annunciavano l’inizio dei fuochi d’artificio, e gli amatori e
non amatori di musica si precipitarono giù per il corso verso la piazza
grande, e la banda del povero maestro, venuta chissà da dove, rimase sola a
finire la sua “Gazza latra”.
Alle tre del mattino tutto si acquietò e la gente tornò finalmente a casa a
godersi il letto, però si era tanto divertita, ma proprio tanto e lo
raccontò l’indomani ed anche il giorno dopo.
Attualità. "Mattarella e Macron hanno detto
la stessa cosa: pace e libertà possono regnare"; di Renato
Zaffuto
Renato Zaffuto
Macron e Mattarella
Attualità. "Mattarella e Macron hanno detto la stessa cosa: pace e
libertà possono regnare"; di Renato
Zaffuto Intervento del dott. Renato Zaffuto, Responsabile Area Investimenti
di Fideuram Investimenti SGR e tra i 30 top Asset Allocator in Europa.
*****
Egregio Direttore,
da qualche tempo si sente un’inquietudine a vari livelli nel mondo, sia
internazionale, nazionale che locale.
L’inquietudine è sociale ma soprattutto individuale ed
è l’effetto congiunto di tanti cambiamenti strutturali che stanno avvenendo
in contemporanea come in poche altre epoche storiche.
Gli effetti del Covid, il lockdown e le tensioni
geo-politiche hanno solo accelerato un processo che era già in corso.
Ma i cambiamenti non devono spaventare, in genere, sono
opportunità, soprattutto per le giovani generazioni.
I fattori che guidano il cambiamento sono di natura
demografica, tecnologica e culturale. Come sempre sono fattori di
cambiamento di lungo periodo che possono sprigionare energia “cinetica”
quando il punto di intersezione genera un “sisma”.
Come in un terremoto, l’origine nasce dall’interazione
fra zolle crostali che provoca la rottura della crosta stessa lungo una
superficie di faglia con subitaneo movimento relativo dei due blocchi
risultanti, così i cambiamenti strutturali di natura sociale provocano
scosse di varia magnitudine che richiedono tempi, a volte lunghi, di
assestamento.
Il vero nodo non è capire le ragioni di chi argomenta o
talvolta urla di più una tesi piuttosto che un’altra: non bisogna guardare
il dito che indica la Luna, ma la Luna!
È ovvio che tutti hanno una buona dose di ragione, ma
la vera questione è dove si indirizzerà quello che in Fisica si chiama il
vettore, essendo il risultato fra forze contrapposte. L'intensità e la
direzione del vettore ovvero dell’insieme delle forze di mutamento
demografico, tecnologico e culturale saranno vitali per definire la
traiettoria della nostra evoluzione.
Nel mondo si confrontano forze ambientaliste con
tempistiche differenti sullo sfruttamento delle risorse del nostro pianeta,
mentre è già partita la campagna per la conquista dell’Old West, che oggi si
chiama Luna e Marte; si confrontano forze politicamente autocratiche con una
falsa ed estemporanea attrattività, ora con buone dotazioni militari come la
Cina, rispetto a quelle poche consolidate democratiche-liberali a cui, per
nostra fortuna, apparteniamo.
Ma soprattutto ci sono forze demografiche e culturali
formidabili in gioco.
I giovani stanno nel Sud del Mondo e hanno legittime
aspettative per un futuro migliore, fra questi le donne iraniane che stanno
combattendo un’encomiabile battaglia di libertà.
La tecnologia digitale, disegnata e costruita
essenzialmente nei Paesi democratici, ha consentito di raggiungere anche
l’angolo più remoto del pianeta e di offrire la speranza a chiunque di
quello che John Lennon descriveva nella canzone Imagine scritta nel
lontano 1971.
Il presidente Mattarella, negli ultimi giorni dalla
Polonia, ha lanciato un monito a tutti: l’Unione Europea superi le vecchie
regole che sono ormai Preistoria.
A mio parere non si riferiva solo agli Accordi di
Dublino, ma al superamento di un insieme di regole a cui l’Europa come
istituzione deve essere più presente e più attiva per rispondere alle
istanze emergenti e contingenti.
Forse Macron l’ha declinata male a Pechino
nell’incontro con il presidente cinese Xi Jinping, ma il concetto è quello
per cui se i valori della culla europea fanno un passo in avanti, lo fanno
certamente per tutta l’Umanità, essendo l’Europa sempre stata il crocevia
delle varie etnie e culture del mondo e quindi quasi per via naturale
portatrice oltre che punto di sintesi delle diverse istanze.
Mattarella e Macron hanno detto in modi diversi la
stessa cosa: l’Europa non può rinunciare ad essere faro per le libertà e per
i diritti delle minoranze perché gli oppressi e i giovani di tutto il mondo
guardano a noi europei e all’Europa come Terra Promessa di libertà e di
civiltà. Tuttavia, come ci ha insegnato la Storia dell’Antica Roma, la pace
e i valori di libertà possono regnare se qualcuno ha la forza di stabilirli,
non solo con le buone esortazioni, con la buona volontà e le buone
intenzioni, ma anche con una buona dose di deterrenza, di forza, di
caparbietà e di convinzione, altrimenti un domani saremmo tutti sudditi se
non schiavi di chi crede che pochi possano decidere per tutti.
Editoria. "Kronos e Kairòs"; in uscita
l'ultimo libro di Carmelo Rotolo
Copertina
Carmelo Rotolo
Editoria. "Kronos e Kairòs"; in uscita l'ultimo libro di
Carmelo Rotolo.
È stata appena data alle stampe, per i tipi di Print Service Editore,
l'ultima fatica letteraria - il quarto libro - di Carmelo Rotolo dal titolo
"Kronos e Kairòs": una "Antologia di pensieri pensati e parole scritte negli
anni" (esplicita il sottotitolo).
("Kronos
e Kairòs", di Carmelo Rotolo)
Nella
quarta di copertina l'autore spiega la genesi di questo testo: "La mia
storia di appassionato di scrittura è fatta soprattutto di memoria: pensieri
personali, parole scritte o dette da altri, ma rese intimamente mie,
racconti di fatti e misfatti che si tramandano da generazioni e generazioni,
sono il vero fondamento delle mie radici culturali. 'Mio nonno
raccontava a mio padre, che ha raccontato a me, e che ora racconto a te!'.
Questo è il vero spirito del nuovo libro che sta per essere dato alle
stampe. Recuperare la memoria cronologica dei racconti, delle favole, degli
aneddoti, e quant’altro ha suscitato gioia, curiosità e amore familiare, e
condividerle con gli altri, per un godimento comune più ampio possibile".
La prefazione, che riportiamo di seguito, è affidata a Lorenzo Rotolo.
Che cos’è il tempo? Come si quantifica il tempo? Perché esiste il tempo? Se
lo sono chiesti in tanti, in passato come oggi e persino in futuro se lo
chiederanno. Le risposte possono essere molteplici, tutte giuste o tutte
sbagliate, a seconda dei punti di vista.
Io non saprei rispondere perfettamente a queste domande, è meglio lasciare
la questione a fisici, matematici e filosofi. Per me la domanda importante è
un'altra, ben più concreta; in che modo sfruttare il tempo messoci a
disposizione dalla natura?
Come scrive Carmelo, nell’incipit, secondo gli antichi Greci il tempo era
costituito da due concetti, due facce della stessa medaglia. Il primo,
Kronos, il tempo quantitativo che scandisce le ore; il secondo, Kairòs, il
tempo qualitativo che giustifica la giusta opportunità, la giusta occasione.
Carmelo, quindi, fin dalle prime battute, ci suggerisce che il tempo è la
perfetta commistione di questi due concetti imprescindibili. Il tempo serve
quindi per sfruttare le occasioni, le opportunità, le idee, le
considerazioni, i concetti e le storie che ci vengono in mente nel corso
della nostra vita, ma soprattutto serve per conoscere persone e personalità.
Il libro è pertanto la raccolta di piccoli scritti postati sui social
da parte dell’autore, dal settembre 2015 fino a gennaio 2023. Si possono
trovare: brevi racconti, alcuni di fantasia alcuni reali legati ai trascorsi
dell’autore; favole per adulti e bambini come “Il coniglio Otto e la topina
Brina”; considerazioni e commenti su libri letti, spaziando da Pirandello a
Ishiguro, da Deledda a Steinbeck; poesie; riflessioni e tanto altro.
Questo è un libro libero e sincero, come liberi e sinceri sono gli
scritti al suo interno. Kronos e Kairòs non ha vincoli di lettura,
può essere letto dall’inizio, dalla fine, dal centro o se si preferisce
anche alla rinfusa. Nessun filo narrativo, nessuna morale, nessuna
coercizione; solo la voglia di sfruttare e godere del tempo per scoprire una
persona, una bella persona, semplicemente questo!
Buona lettura!
Lorenzo Rotolo
Carmelo Rotolo, nato a Grotte, vive e lavora a Bressana Bottarone (in
provincia di Pavia). Da oltre trent'anni esercita la professione medica
presso la Casa di Cura "Villa Esperia" di Salice Terme. Con Print Service
Editore ha già pubblicato "La danza dei macaoni", "Dietro la porta della
rettoria" e "Giufà e la memoria ritrovata".
Iniziative.
"Omaggio a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia", di Gianni Russello
Guarda il video
"Omaggio a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia", di Gianni Russello
(guarda
il video).
È dedicato all'opera di due dei più famosi e creativi attori della seconda
metà del secolo scorso nati in terra di Sicilia, i palermitani Franco
Franchi e Ciccio Ingrassia, questo cortometraggio (14 minuti) realizzato a
Grotte (AG), per la regia di Gianni Russello.
(Guarda il video)
Immediato è l'effetto di "spiazzamento", sin dall'incipit "... da questa
location grottese". Con frasi brevi e pause volutamente marcate,
Vincenzo Arnone introduce la "performance" già preannunciata visivamente
dalla presenza, alle sue spalle, delle cinque figure maschili.
Elegantissimi, in giacca e cravatta, con gli spartiti in mano, appaiono i
coristi dell'inedito gruppo canoro "Artisti grottesi", la cui direzione è
affidata a un improbabile "Maestro" Lillo Curreri.
Personaggio fortemente caratterizzato nel costume e nella mimica, reso vivo
nell'interpretazione di Lillo Curreri, il "Maestro" dirige sé stesso prima
ancora che il gruppo canoro, divenendo un imprescindibile elemento
coreografico sulla scena, altrimenti statica.
L'esergo dantesco, proposto dal fermo timbro vocale di Baldassare Terrana,
prelude a una solenne discesa verso un girone ignoto. Segue l'augurio, "Che
tu possa vivere...", pronunciato da Salvatore Baldo, che spezza la
rigidità scenica lasciando in attesa lo spettatore.
Poi è la volta del grande mattatore, Gianni Russello, che sulle note
di un'incalzante musica epica ("Conquest of paradise" di Vangelis), mentre
il "Maestro" dirige convintamente un'inesistente orchestra e un silente
coro, propone il testo della poesia "Vulannu, vulannu, vulannu" di Franco
Franchi.
Sulla destra dello schermo compaiono, via via, le locandine di alcuni dei
più celebri film della straordinaria coppia di attori siciliani, alla quale
sono dedicati gli ultimi istanti del video.
Sino al termine del filmato si rimane interdetti, incapaci di realizzare, di
cogliere il senso dell'opera, che viene rivelato in pienezza nella
conclusione, nei ripetuti inchini rivolti verso il pubblico, anch'esso
inesistente. È un video nello stile di Franchi e Ingrassia, con la loro comicità
surreale, con l'ironia popolaresca e istrionica dell'uno e l'eleganza povera
ma arguta dell'altro. In questo senso, con questa chiave di lettura si
riesce finalmente a cogliere davvero l'omaggio ai due attori.
La scenografia è quella della scalinata di Via Giacinto, prospiciente Piazza
Marconi a Grotte. L'interprete principale è Gianni Russello. I narratori
sono: Vincenzo Arnone, Baldassare Terrana e Salvatore Baldo. I coristi:
Salvino Rivituso, Filippo Licata e Antonio Vitello. Il
direttore d'orchestra: Calogero Curreri. Hanno contribuito alla
realizzazione: Decimo Mancuso e Valerio Fantauzzo. Il
montaggio e le riprese sono stati curati da Elisa Russello.
L'ideazione, il coordinamento e la regia, di Gianni Russello.
Buona visione (guarda
il video).
Chiesa. Una statua del Venerabile Servo di Dio
Vinti sarà inaugurata il 19 maggio dall'Arcivescovo di Agrigento
Venerabile Vinti
Lillo Costanza
Una statua del Venerabile Servo di Dio Vinti sarà inaugurata il 19
maggio dall'Arcivescovo di Agrigento.
Il prossimo 19 maggio 2023 sarà una giornata da ricordare per i fedeli
grottesi e per l'intera comunità cittadina. Alla presenza dell'Arcivescovo
di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, del sindaco Alfonso
Provvidenza e delle autorità locali, verrà inaugurata a Grotte una
statua di don Michele Arcangelo Maria Antonio Vinti, chiamato semplicemente
"Padre Vinti".
Il sacerdote grottese morì in fama di santità all'età di 50 anni il 17
agosto 1953. In virtù di questa fama si è aperta la Causa di Beatificazione
e Canonizzazione del Servo di Dio.
Presso la Curia ecclesiastica di Agrigento fu celebrata dal 7 novembre 1983
al 27 giugno 1997 l’inchiesta diocesana, la cui validità giuridica è stata
decretata dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 6 maggio 2005.
Confezionata la Positio,
secondo le norme consuete si è discusso se il Servo di Dio abbia esercitato
in grado eroico le virtù cristiane.
Il 5 maggio 2020 i Consultori Teologi hanno espresso il loro voto
favorevole.
I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti nella Sessione Ordinaria del 12 gennaio
2021, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in modo eroico le
virtù teologali, cardinali ed annesse.
Il Cardinale Prefetto Marcello Semeraro ha quindi riferito tutte queste cose
al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti
della Congregazione delle Cause dei Santi, ha dichiarato in data 21
gennaio 2021: "Sono
provate le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il
prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed
annesse in grado eroico del Servo di Dio Michele Arcangelo Antonio Maria
Vinti, Sacerdote diocesano, nel caso e per il fine di cui si tratta".
Il decreto, nella stessa data, è stato pubblicato e inserito negli atti
della Congregazione delle Cause dei Santi.
A seguito del riconoscimento (da parte della Congregazione) e della
proclamazione (da parte di Papa Francesco) dell'eroicità delle virtù,
l'umile sacerdote grottese del quale è introdotta la causa di beatificazione
è ritenuto degno di essere venerato da parte dei fedeli, pertanto è
consentito utilizzare nei suoi riguardi l'appellativo di "Venerabile".
Infatti il Dicastero delle Cause dei Santi lo indica propriamente come "Venerabile
Servo di Dio Michele Arcangelo Maria Antonio Vinti".
È da precisare che il riconoscimento dell'eroicità delle virtù e il consenso
all'uso del termine "venerabile" non comporta alcuna concessione di culto
pubblico, secondo quanto stabilito dalla Congregazione delle Cause dei Santi
(all'art. 7 comma 2 dell'Istruzione Sanctorum Mater - del 17
maggio 2007 - per lo svolgimento delle inchieste diocesane o eparchiali nelle cause
dei santi); pertanto ai Venerabili non può essere accordato un culto
pubblico.
In onore del Venerabile Servo di Dio Michele Arcangelo Maria Antonio Vinti,
venerdì 19 maggio 2023 l'Arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano,
presiederà una solenne celebrazione eucaristica nella chiesa Madre di
Grotte, al termine della quale verrà inaugurata la statua raffigurante il
sacerdote grottese. L'opera - che da indiscrezioni viene indicata come a grandezza
naturale e dovrebbe essere installata in Piazzetta Carmona, nei pressi del
"cannolicchio" - è realizzata dallo scultore canicattinese Lillo Costanza
(vedi
foto a lato), apprezzato artista, autore - tra l'altro - del busto
raffigurante il Beato Rosario Livatino posto nei pressi della chiesa di san
Diego, a Canicatti.
Fortemente voluta dai numerosi devoti (tra i primi il dott. Antonio
Carlisi, ma anche da don Calogero Morgante -
vice
postulatore della causa di beatificazione -, Piero Castronovo,
Domenico Vizzini e tanti altri), la statua è realizzata con le
offerte dei fedeli e con il sostanzioso contributo del sindaco Alfonso
Provvidenza.
Chiusa questa prima fase del processo di canonizzazione,
la fase successiva è la Dichiarazione di beatificazione, per arrivare alla
quale deve essere riconosciuto un miracolo attribuito all'intercessione del
Venerabile
Servo di Dio Michele Arcangelo Maria Antonio Vinti.
La cautela in questa fase è ancora maggiore. Perché un miracolo venga preso
in considerazione dalla Congregazione dei Santi occorre una nuova inchiesta
diocesana, approfondita, che andrà consegnata alla stessa Congregazione.
Attualità. "L'emigrazione non rappresenta
affatto un'emergenza"; di Raniero La
Valle
Raniero La Valle
Attualità. "L'emigrazione non rappresenta affatto un'emergenza"; di Raniero La
Valle.
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare.
*****
Il governo ha istituito lo stato di emergenza per sei mesi in tutto il
territorio nazionale per gestire il dramma dei migranti.
Che ci sia un’emergenza è fuori discussione, perché ormai il
Mediterraneo è solcato da numerose imbarcazioni cariche di centinaia e
centinaia di profughi e di migranti che vengono da noi.
Tuttavia bisogna tener conto che si tratta di uno strumento assai
delicato in mano all’esecutivo, non previsto dalla Costituzione, che
consente deroghe alle normative vigenti e, per la sua stessa logica di
rapidità e urgenza, non è vincolato al controllo costituzionale del
Presidente della Repubblica e democratico del Parlamento.
Perciò è assai diverso se uno stato di emergenza viene dichiarato da un
governo di estrema destra o da un governo di maggiore affidabilità
democratica.
Ma c’è un’osservazione ancora più importante da fare.
Lo stato di emergenza viene istituito per la questione dei profughi;
questa però è tale da investire non singoli aspetti della vita del
Paese, ma tutto il Paese in tutte le sue espressioni.
Pertanto esso potrebbe essere invocato per legittimare qualsiasi
provvedimento, dall’economia, alla sanità, alla previdenza, all’ordine
pubblico, alla scuola, allo stato civile e così via.
Ma proprio questo dice che il problema da affrontare, ovvero
l’emigrazione, non rappresenta affatto un’emergenza, e non è una
questione temporanea (che si farà tra sei mesi?) ma è una questione
strutturale e di lunga durata, connessa a un cambiamento d’epoca e allo
stato di un mondo mal governato, gettato in uno stato di guerre, di
genocidi e di ingiustizie sociali e politiche senza fine.
Dunque il fenomeno migratorio non può essere trattato come un’emergenza,
ma richiede un radicale mutamento delle culture e delle politiche
correnti, certo non solo in Italia, ma in Europa e in tutto il mondo, ma
proprio per questo è irrisorio che venga affrontato con uno strumento
occasionale e provvisorio.
Basta pensare che il provvedimento è finanziato solo con cinque milioni,
e le misure annunziate riguardano i soliti falsi problemi, dagli
scafisti al blocco delle partenze dai Paesi di provenienza, mentre
l’unica scelta per ora sensata è quella di occuparsi dei centri di
accoglienza, dove la vita degli sbarcati non è vita, ma una tortura e
un’agonia.
Bisogna al contrario cominciare a pensare che l’unica risposta alla
tragedia delle migrazioni di massa, è quella sancita fin dall’inizio
della modernità, ovvero il riconoscimento del diritto umano universale
di migrare e di stabilire la propria esistenza in qualsiasi parte del
mondo, diversa dalla mitica patria.
È stato del resto questo che, pur attraverso repressioni, schiavitù e
lotte, grazie all’integrazione tra popoli ed etnie diverse e al fecondo
meticciato, ha dato luogo alle società moderne, dalle due Americhe
all’Europa, all’Italia stessa e a molti altri Paesi.
Dunque il grande problema culturale, politico, ambientale e perfino
religioso non è di bloccare o irretire il fenomeno migratorio, e tanto
meno di volerlo regolare secondo le proprie convenienze, il calo
demografico, le pensioni da finanziare o il bisogno di mano d’opera a
buon mercato o addirittura schiavizzata, ma di assumerlo come la vera
sfida della nuova modernità e governarne con equità le modalità e le
conseguenze.
Questa “emergenza”, e insieme le questioni dell’ecologia e delle guerre
promesse e in atto, sono il vero problema posto alla politica, ed è su
questa nuova frontiera che si pone oggi la differenza tra destra e
sinistra.
Non basta dire Ucraina, Ucraina!
Chiesa. "Àmàti per amare": raduno diocesano
delle famiglie; domenica 23 aprile a Canicatti
Manifesto
Chiesa. "Àmàti per amare": raduno diocesano delle famiglie;
domenica 23 aprile a Canicatti.
Domenica 23 aprile 2023, presso la chiesa Santa Chiara di Canicatti, si
terrà il Raduno diocesano delle famiglie, organizzato dal Centro per
l'evangelizzazione dell'Arcidiocesi di Agrigento.
La giornata, che ha come tema "Amati per amare" (amàti, ma anche àmati), si
articolerà nel seguente programma:
- ore 09.0, accoglienza
- ore 10.00, preghiera
- ore 10.30, relazione a cura di don Luca Leone
- ore 11.20, laboratori
- ore 13.00, pranzo a sacco
- ore 14.30, testimonianze
- ore 16.00, celebrazione eucaristica
- ore 17.00, saluti.
Al "Raduno diocesano delle famiglie" sono invitate a partecipare tutte le
"famiglie"; da quelle formate da genitori e figli a quelle in cui manca un
genitore, ma anche le famiglie "unipersonali" (formate da una sola persona:
celibi, nubili, vedovi...).
Per informazioni è possibile contattare il numero 320.1145893.
Equitazione. Gli allievi della "Herbessus a
cavallo" fanno incetta di premi al Concorso Promozionale di Marsala
Beatrice Palumbo
Equitazione. Gli allievi della "Herbessus a cavallo" fanno incetta di
premi al Concorso Promozionale di Marsala.
Tre primi posti e due terze posizioni per gli allievi dell'Associazione
ippica grottese.
(Concorso Promozionale FISE di salto a ostacoli)
Lo
scorso fine settimana, sabato 15 e domenica 16 aprile 2023, si è svolto
a Marsala un Concorso ippico Promozionale F.I.S.E. (Federazione
Italiana Sport Equestri). La manifestazione, organizzata dall'A.S.D.
"Equitazione Club Marsala", si è tenuta a Villa Genna, sulla strada
provinciale 21 Marsala-Trapani, nel campo di equitazione "Pigi Marini".
Alla competizione di salto a ostacoli, hanno partecipato maneggi
provenienti da Palermo, Castelvetrano, Trapani ed altri Comuni
siciliani.
Tra i protagonisti del concorso, anche una rappresentanza degli allievi
del maneggio gestito dall'Associazione Sportiva Dilettantistica
"Herbessus a cavallo" di Francesco Miliziano; tutti i giovani della
compagine grottese hanno concluso le gare con percorsi netti.
Grande soddisfazione per i risultati raggiunti singolarmente:
- Noemi Messina, 1° posto nella categoria LB80 salto a ostacoli;
- Francesca Meli, 1° posto nella categoria B90 salto a ostacoli;
- Sofia Ilardo, 3° posto nella categoria LB80 salto a ostacoli;
- Marta Vitale, 3° posto nella categoria B90 salto a ostacoli;
- Beatrice Palumbo, 1° posto assoluto nel dressage (vedi
foto a lato).
"Il nostro piccolo centro ha dato del filo da torcere a maneggi con
maggiore esperienza - ha dichiarato Francesco Miliziano, presidente
della 'Herbessus a Cavallo' -. Un ringraziamento particolare al
nostro istruttore Sandro Ceccarelli che con impegno e dedizione
porta i nostri ragazzi sempre più in alto".
Comune. Elezioni: i cittadini europei residenti
possono fare istanza per votare o essere candidati, entro il 18 aprile
Elezioni amministrative
Comune. Elezioni: i cittadini europei residenti possono fare istanza per
votare o essere candidati, entro il 18 aprile.
ELEZIONI COMUNALI
Esercizio del diritto di voto e di eleggibilità
da parte dei cittadini dell'Unione Europea
IL SINDACO
Visto il Decreto Legislativo 12 aprile 1996, n. 197, recante “Attuazione
della direttiva 94/80/CE concernente le modalità di esercizio del diritto di
voto e di eleggibilità alle elezioni comunali per i cittadini dell’Unione
Europea che risiedono in uno Stato membro di
cui non hanno la cittadinanza”; Vista la circolare del Ministero dell’Interno n. 70 del 16 aprile
1996;
RENDE NOTO
che tutti i cittadini appartenenti ad uno Stato dell’Unione Europea,
residenti nel Comune, che vogliono:
- Votare per l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio comunale;
- Essere eletti alla carica di Consigliere comunale,
devono richiedere l’iscrizione nelle liste elettorali aggiunte, presentando
apposita domanda (scarica
la domanda) nella quale devono essere indicati:
- il nome ed il cognome, il luogo e la data di nascita;
- la cittadinanza;
- l’attuale residenza e l’indirizzo nello Stato di origine;
- la richiesta d’iscrizione nell’anagrafe della popolazione residente (solo
per i non iscritti);
- la richiesta d’iscrizione nella lista elettorale aggiunta.
Alla domanda dovrà essere allegata copia di un documento d’identità valido.
La stessa deve essere presentata entro e non oltre il 18/04/2023, quinto
giorno successivo all’affissione del manifesto di convocazione dei comizi
elettorali.
Lo schema della domanda (scarica
la domanda), nonché ogni ulteriore chiarimento possono essere richiesti
presso quest’ufficio (NdR: l'Ufficio Elettorale del Comune di Grotte).
Volontariato. "Una giornata eccezionale"; ieri
la raccolta di sangue presso l'Avis Comunale di Grotte
AVIS di Grotte
Volontariato. "Una giornata eccezionale"; ieri la raccolta di sangue presso l'Avis Comunale di Grotte.
"Anche
oggi, 16 aprile, 7^ giornata di raccolta di sangue del 2023 e 1^ giornata
del 2° trimestre, è stata una giornata davvero eccezionale"; così si è
espresso ieri, al termine della mattinata, il presidente dell'Avis Comunale
di Grotte Pietro
Zucchetto.
Presso il punto di raccolta cittadino, in Via Francesco Ingrao 92/94,
nella giornata di domenica 16 aprile 2023 sono state raccolte 22 sacche di sangue (di cui
8 da persone che hanno donato per la prima volta), inoltre
sono state effettuate 5 predonazioni.
"Noi tutti del Consiglio Direttivo siamo davvero soddisfatti - ha
continuato Zucchetto -. I nostri piccoli sacrifici ogni giorno vengono
ripagati nel vedere che in ogni giornata di raccolta di sangue la nostra
grande famiglia dell'Avis grottese cresce sempre di numero. Vi aspettiamo
sempre così numerosi".
Ci si può
già prenotare per
le prossime prossime giornate di donazione presso il punto
di raccolta Avis di Grotte che sono
programmate per domenica 23 aprile; poi per sabato 13, venerdì 19
e domenica 28 maggio.
Per le
prenotazioni occorre chiamare
il numero 377.0974739 oppure il 320.4434713.
Racalmuto. "L'uomo
che ebbe due funerali", di Piero Carbone, sabato 29 aprile in scena al
Teatro Regina Margherita
Manifesto
Racalmuto. "L'uomo
che ebbe due funerali", di Piero Carbone, sabato 29 aprile in scena al
Teatro Regina Margherita.
Sabato 29 aprile 2023, alle ore 21.00, al Teatro Regina Margherita di
Racalmuto andrà in scena in prima assoluta "L'uomo che ebbe due funerali",
commedia con Carmelo Rappisi e Francesco Militello, proposta
dall'Associazione Culturale "Artra". L'opera è liberamente tratta
dall'omonimo racconto di Piero Carbone.
La rappresentazione sarà preceduta da "Il fischio" tratta dalla novella di
Pirandello, con Carmelo Rappisi, e da "Assunta" tratta da "L'onorevole" di
Sciascia, con Ilaria Bordenca.
Le coreografie sono di Elena Lilliu; le musiche saranno eseguite da Maria
Rita Di Marco e Giorgia Di Pasquale. La regia è curata da Carmelo Rappisi. Per le prenotazioni (ingresso euro 7,00) è possibile chiamare il numero
0922.949579, dal martedì al sabato, dalle ore 09.00 alle 13.00.
"L’uomo che ebbe due funerali" di Piero Carbone (Casa Editrice Aulino) trae
spunto da un fatto di cronaca abilmente adattato; si racconta la storia
ambientata in terra di Sicilia alla fine dell’Ottocento di un individuo che
ebbe due distinti funerali. Un ricco e benvoluto benestante che seppur avaro
"Era ammirato da tutti senza eccezione" come riportato in esergo citando
Oscar Wilde. Questo luttuoso evento dà la stura a Piero Carbone, autore di
diverse pubblicazioni in lingua e in dialetto siciliano, già vincitore di
diversi premi letterari, per raccontare con un fine umorismo il vissuto di
una piccola cittadina in una situazione particolare. Alla lettura del
testamento del possidente, si venne infatti a conoscere che una sostanziosa
parte dell’eredità era a beneficio della collettività per l’edificazione in
specie di un ospedale. La scontentezza pervase l’animo degli eredi legittimi
che poveri erano e tali rimasero. Il racconto prosegue con gustosi aneddoti
che pongono risalto al sentimento di ingratitudine e di indifferenza che
pervade l’animo umano ancorché beneficiario di fortune come pure la carenza
o l’assenza di memoria individuale e collettiva. Ma sono tante le chiavi di
lettura di un pur breve, ma intenso racconto in cui sono da ricordare specie
i passaggi che narrano gli episodi e le reazioni della cittadinanza che
vengono a mutarsi nel corso del tempo, affievolendosi lentamente il ricordo
del benefattore. Un microcosmo di umanità descritto con felice seppur amaro
realismo in cui sovente aleggia la falsità e l’ipocrisia. L’ambientazione
siciliana traspare nella caratterizzazione dei luoghi e delle persone come
pure nella musica di Bellini suonata dalla banda locale in occasione del
funerale, ma il narrato nelle sue linee narrative, pare trascendere tempi e
luoghi.
Attualità. "I maestri, insegnano a stare
nel mondo dalla parte dello stupore"; di Innocenzo Infantino
Innocenzo Infantino
Maestro e discepolo
"I maestri, insegnano a stare nel mondo dalla parte dello stupore"; di Innocenzo Infantino.
C'è tanta rovina intorno a noi, persone che recitano giorni come
interminabili rosari d'amarezza, vuoti senza posa, paure, depressioni
allungate sulla loro stessa ombra.
E poi anime incredibili: agili su quote altissime, aperte come campi di
girasoli, capaci di guardare più lontano nella vita e ben oltre il loro
recinto domestico.
Io li chiamo "maestri" perché alla fine hanno sempre il sorriso, su infiniti
mondi, e anche se lo scollano per qualche motivo dalla faccia, in quel
sorriso ci ritornano.
Sono uomini e donne che non rispondono stando sempre di fronte, ma hanno il
coraggio di spostarsi accanto e restare.
I maestri sono nella scuola ma non solo in quella. Come le perle di luce non
crescono soltanto nelle conchiglie, ma nelle mani di chi ama.
Penso a loro quando ho risposte da cercare, perché i "maestri" non si
chiedono del "morto" ma inseguono il "vivo" e attraverso questo schema
elementare insegnano a stare nel mondo dalla parte dello stupore.
Molti di voi sono insegnanti, lo vedo dalle foto e dalle parole che trovo
sui social. Di riflesso e più volte, mi date occasione di ripensare ai miei
anni passati a scuola, all'università, oltre.
E sapete qual è la parte di quei ricordi che m'affascina di più?
Quella in cui distinguo chi è stato per me solo un professore e chi un
maestro: il professore ti insegna solo ad obbedire, il maestro a tirare
fuori il meglio di te.
Se è vero quindi che non si finisce mai di imparare, non è perché i libri
scritti sono tanti, la conoscenza aumenta e le opportunità con lei, ma
perché tra i disastri generali esistono anche persone così: preziose.
Legalità. "C'è qualcosa di indicibile
nell'allontanamento di Giletti"; di Nicola Morra
Nicola Morra
Legalità. "C'è qualcosa di indicibile nell'allontanamento di
Giletti"; di Nicola Morra.
La mafia tutta, ma soprattutto quella siciliana, cosa nostra, ha sempre
saputo simulare e dissimulare, per rendere pressoché impossibile la sua
individuazione, la sua identificazione.
Per questo motivo serve tanto Pirandello a comprendere i fenomeni mafiosi,
così come Sciascia e tutti i grandi interpreti della sicilianità, realtà
complessa e raffinata, ma al tempo stesso arcaica e teatrale, figlia della
cultura greca classica.
Ed Attilio Bolzoni, grande conoscitore di quella cultura, ha scritto parole
che vi invito non solo a leggere, ma anche a condividere.
La "normalizzazione" del fenomeno mafioso, la sensazione che l'"emergenza
mafia" sia conclusa con l'arresto "morbido" di Matteo Messina Denaro, è
preludio ad una stabilizzazione ulteriore della colonizzazione che le mafie
dei colletti bianchi e delle massoneria deviate hanno nel tempo delle
principali amministrazioni pubbliche?
Il sistema di potere che governa non solo il nostro paese può
tranquillizzare l'opinione pubblica sul fatto che ormai il peggio sia
passato e si possa accettare un insieme di riforme - Cartabia e Codice degli
Appalti ad esempio - che di fatto smantellano la normativa antimafia voluta
da Falcone?
"C’è qualcosa di indicibile nella cacciata di Giletti. Il giallo della foto
che ritrae Berlusconi, i boss di Brancaccio e il generale dei carabinieri
Francesco Delfino, regista occulto dell’operazione che nel 1993 ha portato
il capo dei capi in carcere. Una foto che potrebbe raccontare più di cento
processi.
Due opposte verità. Ma come credere a un uomo che ha fatto per trent’anni il
doppio gioco galleggiando fra Cosa Nostra e chissà chi? Una trasmissione che
ha rotto l’armonia che si era creata intorno alla facile cattura del capo
clan trapanese.
E adesso Baiardo continua ad interpretare sé stesso. Dice che forse
sbarcherà sui canali Mediaset, pronto anche un libro per il prossimo maggio.
E così abbiamo il primo “pesce grosso” caduto nella rete, il primo nome
eccellente che affaccia nei misteri di Matteo Messina Denaro. Altro che
amanti, altro che covi con vista piazza o i selfie con i medici, i messaggi
scambiati con le pazienti, le calamite con il Padrino Marlon Brando
appiccicate sul frigorifero, le storie di corna e gelosia. Finalmente la
latitanza ignota di Matteo ci consegna dopo quattro mesi di fuffa una vera
notizia: Giletti.
Era ora. Non se ne poteva più di chiacchiere e maldicenze sulla povera
popolazione di Campobello di Mazara, su quella massa di fiancheggiatori
consapevoli e inconsapevoli (più plotoni di investigatori che hanno
bivaccato per un decennio in paese, più i carabinieri della locale caserma,
più i vigili urbani e i sindaci e gli assessori e gli attivisti
dell'antimafia che non si sono mai accorti di nulla) che hanno coperto un
boss ricercato dalle stragi.
A restare incagliato negli intrighi mafiosi siciliani è per la prima volta
uno che fa cartellone, che non è un Luppino o un Bonafede qualunque, cognomi
che si rincorrono da almeno un quarto di secolo nelle indagini sui Messina
Denaro.
Si chiama Massimo Giletti e gli hanno chiuso violentemente il suo programma,
la trasmissione domenicale di La7 Non è l'arena per ragioni non
ancora del tutto note ma che conducono alle sue serate domenicali
sull'arresto del mafioso di Castelvetrano.
Premesso che non sono un appassionato di infotainment come lo sono schiere
di procuratori della repubblica, premesso che preferisco un altro tipo di
giornalismo, bisogna ammettere che il programma di Giletti negli ultimi mesi
ha rotto e non poco l'“armonia” che si era creata intorno alla soffice
cattura di Matteo Messina Denaro.
Una presa dell'uomo quasi telefonata, morbida. Non sarà stato alto il
gradimento del comando del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri
per le rivelazioni a ripetizione andate in onda a Non è l'arena,
soprattutto la prima, quella del dicembre scorso. Con il gelataio Salvatore
Baiardo, amico e portavoce dei fratelli Graviano, che ha annunciato come un
mago l'imminente resa di Matteo Messina Denaro. Evento che si è puntualmente
verificato un mese dopo.
Poi tutto il resto. Confessioni a puntate dell'indovino su stragi e
dintorni, su tane di latitanti, sulla trappola tesa a Totò Riina.
Sicuramente non una buona pubblicità per il Ros dei carabinieri, decisamente
controcorrente rispetto alle cronache laccate dei maggiori quotidiani
d'informazione. Da qualsiasi parte lo si veda, il racconto di Giletti ha
avuto effetti disturbanti su un caso che avrebbe dovuto mantenere una piega
molto ordinata.
Con attore principale sempre quel Baiardo che ha inviato i suoi pizzini via
cavo, messaggi di qua e di là con la tecnica del dico e non dico, del
prometto o minaccio. Fino all'inaspettata chiusura del programma su La7.
Le indiscrezioni successive, svelate ieri su questo giornale (NdR: il "Domani"),
evidenziano una spaccatura fra il conduttore e il suo ex ospite fisso
intorno a una faccenda che fa veramente sensazione: una foto che ritrae
Silvio Berlusconi con i fratelli Graviano e con il generale Francesco
Delfino, quest'ultimo regista occulto della cattura di Totò Riina a cavallo
fra il 1992 e il 1993. Una foto che potrebbe spiegare certi patti più di
cento processi.
Massimo Giletti ha sostenuto davanti ai procuratori di Firenze che indagano
sulle stragi che Baiardo gli ha mostrato quella foto, il gelataio smentisce.
Non è che la cacciata di Giletti da Non è l'arena ruoti proprio
intorno a questo episodio? Non è che il talk show è stato bloccato perché si
stava entrando in un campo minato? C'è qualcosa di indicibile
nell'allontanamento di Giletti, è difficile pensare che si tratti solo di
«scelte di politiche televisive».
Sulle due opposte testimonianze non vale la pena di perdere troppo tempo.
Dovremmo credere a un doppiogiochista, un abile prestigiatore che da
trent'anni galleggia fra i fratelli Graviano di Brancaccio e chissà chi o a
un giornalista che di sua spontanea volontà già qualche mese fa si è
presentato ai magistrati di Firenze?
Oggi Baiardo fa sapere che «forse mi vedrete a Mediaset», è alle stampe
anche un suo libro che finirà sugli scaffali a metà maggio. Salvatore
Baiardo fa sempre Salvatore Baiardo, continua ad interpretare sé stesso.
L'insegnamento che possiamo comunque trarre dall'intera vicenda è uno. La
mafia è materia molto complicata anche quando tutto appare semplice, è
materia da maneggiare con cura".
Relativamente alla vicenda Baiardo-Giletti.
Quando ci si avvicina a questioni di mafia, si deve ricordare che arrivare a
verità, fra l'altro dopo decenni rispetto ai fatti su cui si sta indagando,
è questione assai delicata, e chi è sprovvisto degli strumenti con cui
intendere la semantica mafiosa ha più difficoltà degli altri, perché in cose
di mafia è la comunicazione con codici diversi rispetto a quelli
convenzionali a dare garanzia agli uomini dell'organizzazione di potersi
capire senza che altri intendano.
Intanto emerge la necessità di prestare attenzione ad un altro uomo
dell'Arma dei Carabinieri che ha fatto sorgere tanti interrogativi, e cioè
l'ex Generale Francesco Delfino, degradato a carabiniere semplice dopo la
condanna definitiva per truffa intentata a danno della famiglia Soffiantini
e quindi sottoposto ad ignominia dai suoi stessi superiori, e personaggio
quantomeno controverso.
Ma questa è la storia d'Italia da ormai troppo tempo, segnata da uomini che
non riusciamo con chiarezza a capire da che parte stiano.
Per questo preferisco la via della contrapposizione netta, anche plateale, a
certi mondi, a differenza di altri, che preferiscono sposare la strategia di
Ulisse dell'infiltrazione nell'ambito dell'ambiguità di certi mondi.
Editoria. Presentazione a Roma del libro di Roberto Cutaia
"Joseph Ratzinger. Il mite custode della fede"
Manifesto
Editoria. Presentazione a Roma del libro di Roberto Cutaia "Joseph
Ratzinger. Il mite custode della fede".
(Libro a
cura di Roberto Cutaia e Matteo Albergante)
Giovedì
20 aprile 2023, alle ore 15.00, presso il Palazzo dei media
Vaticani (Piazza Pia, 3 - Roma), si terrà un confronto sulla figura di
Papa Benedetto XVI.
Interverranno, oltre ai giornalisti Roberto Cutaia e Matteo
Albergante, curatori del volume dal titolo "Joseph Ratzinger. Il mite
custode della fede. Tra verità e carità" (La Fontana di Siloe, 2022, pp.
280):
- monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara;
- il professore Rocco Buttiglione.
Modererà l'incontro il direttore de L'Osservatore Romano, prof. Andrea
Monda.
Roberto Cutaia
Roberto Cutaia (Grotte, 1967) è docente di Religione Cattolica,
giornalista e scrittore. Dopo aver mosso i primi passi in ambito
giornalistico collaborando con la Stampa Diocesana Novarese e il
bisettimanale Eco Risveglio, è approdato ad Avvenire e all'Osservatore
Romano. Affermato rosminista, stila articoli per Studi Cattolici
e scrive recensioni per Civiltà Cattolica, la più antica rivista in
lingua italiana. Attivo anche come curatore, ha pubblicato alcuni volumi di
testimonianze su eminenti figure ecclesiali, alcuni dei quali realizzati in
collaborazione con il docente e giornalista Matteo Albergante (ascritto
rosminiano). Dal 2020 ricopre il ruolo di segretario nazionale degli
ascritti rosminiani. È inoltre noto per aver interpretato la figura
evocativa di Alessandro Manzoni in ben due docufilm sul beato Antonio
Rosmini diretti dal regista Marco Finola e girati rispettivamente nel 2018 e
nel 2020, il primo dei quali è andato in onda su TV 2000. È autore
dei testi:
- "Clemente Riva. Un grande pastore di anime", Edizioni Rosminiane, Stresa,
2014;
- "Giacomo Biffi. Il cardinale dal profumo di Cristo", Lateran University
Press, Roma, 2016;
- "Antonio Riboldi. Aprirò nel deserto una strada", Edizioni Rosminiane,
Stresa, 2018;
- "Il silenzio si fa preghiera. Omaggio a Madre Anna Maria Canopi" (con
Matteo Albergante), Edizioni Paoline, Milano, 2020;
- "Il cuore parla al cuore. Trenta voci per il cardinale Renato Corti" (con
Matteo Albergante), Edizioni Rosminiane, Stresa, 2021.
Matteo Albergante
Matteo Albergante (Omegna, 1987). è laureato in Antichità Classiche e
Orientali presso l’Università di Pavia (2009) e in Filologia Classica,
Moderna e Comparata presso l’Università del Piemonte Orientale (2017). Dal
2015 iscritto all'Ordine dei Giornalisti. Ha conseguito un master in
Didattica e Competenze nelle Scienze Letterarie. È docente di
Lingua e Letteratura Italiana e Storia presso l'I.I.S. "Dalla Chiesa -
Spinelli" di Omegna (VB). Con Roberto Cutaia ha curato i volumi collettanei
di testimonianze "Il silenzio si fa preghiera. Omaggio a madre Anna Maria
Canopi", Paoline, Milano, 2020 e "Il cuore parla al cuore. Trenta voci per
il cardinale Renato Corti", Edizioni Rosminiane, Stresa, 2021, recensiti
entrambi dall’Osservatore Romano e da Avvenire.
Letture Sponsali. "La
pace che ci accompagna nella quotidianità"
Nozze di Giuseppe e Maria
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
L’esperienza dei discepoli, raccontataci in questa pagina, è quella di
persone impaurite (temono infatti gli attacchi dei Giudei) e, per questo
motivo, scelgono di chiudersi, di rimanere nel cenacolo per non essere
trovati.
Gesù giunge “a porte chiuse” e in mezzo a loro dice “Pace a Voi”, mostrando
i segni della crocefissione.
Tutti noi viviamo momenti bui - come i discepoli paurosi e presi dal timore
di finire come Gesù - rimaniamo bloccati nelle paure, nei nostri dolori,
nelle nostre fragilità, non riusciamo a uscire fuori, a rischiare.
Gesù entra con le porte chiuse, entra nel nostro dolore, nelle nostre
solitudini: non cambia - come per magia, come con una bacchetta magica - il
nostro vissuto di fragilità ma lo abita, ci accompagna, e se ne fa carico.
La pace del Signore risorto non è la pace del mondo - compromesso, assenza
di guerra, efficientismo, perfezionismo - ma è la pace che ci accompagna
nella quotidianità, nell’andare al lavoro, nel prendere decisioni comuni,
nel pensare alla salute, alle scelte da fare per i figli e per le persone
anziane.
Mostrando le piaghe, Gesù mostra il suo amore: non per rinfacciarlo, ma
perché in noi abiti la gioia e la gratitudine.
Gloria e Luciano
Tecnologia. Con Aurora Cipolla, ingegnere
aerospaziale, nel cuore dei sistemi di simulazione di Leonardo Velivoli
Guarda il video
Tecnologia. Con Aurora Cipolla, ingegnere aerospaziale, nel cuore dei
sistemi di simulazione di Leonardo Velivoli
(guarda
il video).
Aurora Cipolla, grottese, ingegnere aerospaziale, è responsabile dell'Area
"Airlifters
and Specialist Version GBTS and Simulation Technologies" di Leonardo
Velivoli, con sede a Torino.
Nell'ambito dell'Area, la missione è quella di sviluppare i
sistemi di simulazione più avanzati di Leonardo, là dove si studiano, si
creano e si testano gli scenari operativi dei velivoli del futuro.
Nel video, realizzato dal Gruppo Leonardo, con Aurora entriamo nel PC2Lab, un
"laboratorio" in cui vengono ideati e testati nuovi scenari operativi e di
missione, un ambiente di simulazione speciale, sensibilmente diverso dai più
comuni simulatori di scenari tattici, utilizzato a supporto dello sviluppo
nelle fasi preliminari di un nuovo velivolo. All’interno del laboratorio è
presente il Powered
mock-up, un simulatore ingegneristico che permette al pilota di
interagire attivamente con la replica virtuale. Grazie alla tecnologia
del digital twin, ovvero alla creazione di un "gemello
digitale" del sistema velivolo da implementare o sviluppare, si
possono infatti sperimentare, verificare e testare le nuove funzionalità
simulandole.
Aurora si sposta poi sul campo volo di Caselle Sud e, accanto a un C-27
J, "sorgente" dei dati di input per la realizzazione del simulatore
del velivolo stesso, ricorda quante siano le professionalità e le competenze
che collaborano in Leonardo: ingegneri aerospaziali, elettronici, meccanici,
informatici, delle telecomunicazioni e gestionali che contribuiscono
quotidianamente alla progettazione di velivoli, oggi impiegati negli scenari
operativi più complessi, che vanno dalla difesa e sorveglianza
all’addestramento e trasporto tattico, fino al supporto umanitario.
Da Grotte a Torino, con Aurora Cipolla la Missione Futuro continua.
Comune. Indizione dei comizi elettorali per il
rinnovo del Sindaco e del Consiglio comunale
Elezioni amministrative
Comune. Indizione dei comizi elettorali per il rinnovo del Sindaco e del
Consiglio comunale.
ELEZIONI DEL SINDACO E DEL CONSIGLIO COMUNALE
COMUNE DI GROTTE
IL SINDACO
VISTO
lo Statuto della Regione Siciliana; VISTO
l’art. 8 del T.U. delle leggi per l’elezione dei consigli comunali nella
Regione siciliana, approvato con D.P.Reg. 20 agosto 1960, n. 3 e successive
modifiche; VISTO
l’art.1 della legge regionale 4 maggio1979, n. 74; VISTA
la legge regionale 26 agosto 1992, n. 7 e successive modifiche; VISTA
la legge regionale 15 settembre 1997, n. 35 e successive modifiche; VISTA
la legge regionale 16 dicembre 2000 n. 25; VISTA
la legge regionale 5 aprile 2011 n. 6; VISTA
la legge regionale 10 aprile 2013 n. 8; VISTA
la legge regionale 26 giugno 2015 n. 11; VISTA
la legge regionale 10 luglio 2015 n. 12; VISTA
la legge regionale 11 agosto 2016 n. 17; VISTA
la legge regionale 5 maggio 2017 n. 7; VISTA
la legge regionale 17 febbraio 2021 n. 5; VISTO
il Decreto Legge 12 dicembre 2022 n. 190 convertito dalla Legge 27 gennaio
2023, n.7
RENDE NOTO
che con Decreto dell’Assessore Regionale delle Autonomie Locali e della
Funzione Pubblica n. 54 del 29/03/2023, è stata fissata per domenica 28
maggio 2023 e lunedì 29 maggio 2023 la data per le elezioni del Sindaco e
del Consiglio Comunale di questo Comune.
In caso di parità, il turno di ballottaggio fra i due candidati alla carica
di sindaco che hanno ottenuto il maggior eguale numero di voti avrà luogo
nella giornata di domenica 11 giugno 2023 e nella giornata di lunedì 12
giugno 2023.
La votazione avrà luogo nella giornata di domenica 28 maggio 2023 dalle
ore 07,00 alle ore 23,00 e nella giornata di lunedì 29 maggio 2023
dalle ore 07,00 alle ore 15,00.
Nell’eventuale turno di ballottaggio, la votazione avrà luogo nella giornata
di domenica 11 giugno 2023 dalle ore 07,00 alle ore 23,00 e nella giornata
di lunedì 12 giugno 2023 dalle ore 07,00 alle ore 15,00.
Politica. On.
Decio Terrana (UDC): "Preoccupazione per i parchi eolici off-shore
al largo della Sicilia"
On. Decio Terrana
On.
Decio Terrana (UDC): "Preoccupazione per i parchi eolici off-shore
al largo della Sicilia".
Il Coordinatore regionale dell’UDC Sicilia, on. Decio Terrana, ha inviato
una nota al Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, on.
Gilberto Pichetto Fratin, e per conoscenza al Presidente della Regione,
Renato Schifani, e all’Assessore regionale dell'Energia e dei Servizi di
Pubblica Utilità, Giovanni Di Mauro, evidenziando alcune problematiche che
riguardano Parchi eolici off-shore al largo delle coste siciliane.
"Il tema della produzione di energia e del suo approvvigionamento è di
rilevanza strategica per il Paese e, pertanto, merita un dibattito serio,
approfondito e che coinvolga le istituzioni tutte, la comunità scientifica
ed i territori. Sia chiaro - scrive Terrana nella nota - che non si
vuole negare l'importanza fondamentale delle energie alternative e ancor di
più delle rinnovabili, né minimizzarla, ma s'impone all'attenzione delle
assemblee elettive e delle forze politiche e sociali la necessità del giusto
contemperamento con altri interessi pubblici in concreto o potenziale
conflitto".
Nella nota Terrana pone alcuni interrogativi: la realizzazione, prossima,
dei cosiddetti Parchi Eolici off-shore al largo della Sicilia è davvero
l'unica o la migliore delle scelte che il Paese può operare? Quali costi
economici, sociali ed ambientali questa operazione porterà con sé?
"A titolo meramente esemplificativo - scrive Terrana - per dare il
senso e le dimensioni di ciò di cui parliamo, basti pensare che un singolo
parco eolico off-shore interesserà anche centinaia di chilometri quadrati di
area marina e la collocazione di svariate decine di aerogeneratori. La
Sicilia ed i siciliani ancora una volta pagheranno un prezzo molto salato
sull'altare del profitto di pochi. Rischia di diventare ipocrita
l'affermazione programmatica secondo cui la crescita economica dell'isola
passa dal turismo, dall'agricoltura, dalla pesca e dai porti. Rischia di
diventare argomento di sterili convegni la tutela dell'ambiente e del
paesaggio. I vari parchi eolici off-shore devasteranno la flora e la
fauna marina, con conseguente collasso per le nostre marinerie, già
peraltro in crisi. Metteranno in ginocchio la nautica da diporto.
Potranno determinare rischi enormi quanto all'inquinamento acustico.
Non sono da escludere interferenze elettromagnetiche. Porteranno
pregiudizio alla valorizzazione ed al potenziamento dei porti e, con essa,
della legittima ambizione e della naturale attitudine della Sicilia di
essere il cuore del Mediterraneo. Ci saranno - continua Decio Terrana -
danni incalcolabili per il paesaggio, con l'orizzonte dell'isola
che non sarà più la linea apparente che separa la terra dal cielo ma un
recinto di turbine eoliche. Questo grande business, con la promessa
di autosufficienza energetica e posti di lavoro anche nella fase post
realizzazione, con gli addetti alla manutenzione degli impianti,
condannerà invece, ulteriormente e per svariati decenni, la Sicilia alla
marginalità ed alla povertà. Il tutto senza la minima previsione di
alcuna misura compensativa. Stanno fioccando in Italia le richieste di
provvedimenti autorizzatori per i parchi eolici off-shore per una potenza
complessiva di più di 5 gigawatt, a fronte di quella di "appena 900 Mw",
entro il 2030, secondo quanto previsto dal PNIEC (Piano Nazionale Energia e
Clima); ciò che sta a significare un vero e proprio "assalto alla
diligenza". Per tutto ciò la Sicilia, scordata per gli interventi di cui
necessita, è stranamente molto attenzionata. Auspicabile è quindi che la
classe politica attenzioni approfonditamente dette problematiche, di cui,
sin qui, si sono fatte carico, quali uniche eccezioni, le voci solitarie e
le battaglie di qualche comitato o associazione locale. Ed il paradosso è
che si passa, con disinvoltura, dalla sacrosanta battaglia dell'acqua bene
comune all'indifferenza per la sostanziale "privatizzazione dei mari",
asserviti agli interessi di pochi ma influenti operatori economici.
La realizzazione di parchi eolici off-shore al largo delle coste della
Sicilia - continua Terrana - non può passare nel silenzio,
sicuramente interessato, ma necessita dell'intervento forte e risoluto
anche del governo regionale, dell'ARS, dei partiti e dei territori.
Necessitano, su tutte, garanzie di tutela della salute pubblica.
Necessitano, inoltre, garanzie di tutela dell'ambiente e del paesaggio,
anche in ordine alla rimozione delle pale dopo lo scadere del ciclo vitale
delle stesse; così come necessitano, parimenti, garanzie vere circa il
sostegno alle attività economiche e produttive che saranno penalizzate dalla
realizzazione di questi parchi".
Un grido di allarme quello lanciato dal Coordinatore siciliano del partito
di Centro che si conclude manifestando l' intenzione di organizzare azioni
di protesta.
"Certamente l'UDC Sicilia - conclude Decio Terrana - si dichiara
pronto alle barricate e ad opportuni atti di opposizione avverso le
richieste di concessione, anche demaniale, affinché tale scempio venga
evitato o fortemente ridimensionato. Non possiamo ipotecare il futuro
della Sicilia e dei siciliani con le pale eoliche che girano intorno alla
Sicilia e il Paese che gira attorno al business dei Parchi Eolici off-shore".
Politica. "Guerra in Ucraina: questa enorme
tragedia si sarebbe potuta evitare"; di Nicola Morra
Nicola Morra
Politica. "Guerra in Ucraina: questa enorme tragedia si sarebbe
potuta evitare"; di Nicola Morra.
Dalla divulgazione sui social di documenti segreti statunitensi abbiamo
appreso che operano da diversi mesi quasi 100 uomini della NATO sul fronte
ucraino, con compiti decisamente operativi, e non di semplice assistenza o
supporto. E ci si fa sapere, da parte del New York Times, che gli USA spiano
i loro stessi alleati, a partire da Ucraina e Sud Corea.
Poi magari ci arriveranno altri documenti secondo cui North Stream 2 è stato
sabotato da occidentali, irrilevante se siano stati gli inglesi o gli
statunitensi od altri ancora.
Certo, tutto questo potrebbe far parte del gioco sporco della propaganda in
guerra. E magari non è esattamente così come oggi sembrerebbe essere. E
potrebbe essere tutta una messinscena orchestrata dai russi, anche se la
reazione Usa palesa difficoltà e sgomento, come se effettivamente qualcuno
abbia bucato la loro rete di protezione di leaks interni divulgandoli poi al
mondo intero.
Ma domandiamoci perché gli accordi di Minsk non siano stati rispettati e,
soprattutto, perché le diplomazie mondiali, ma soprattutto europee, siano
state inerti mentre si consumavano atti di guerra che alimentavano una
tensione che avrebbe dovuto essere smorzata e spenta, e non mantenuta e poi
fatta esplodere, come avvenuto a febbraio del 2022; interroghiamoci su
quanto sostenuto da Biden il 7 febbraio 2022 in occasione della visita di
Scholz a Washington: "Se la Russia invade, non ci sarà più un Nord Stream
2. Metteremo fine a questo", ed al giornalista che gli replicava "Come
farete esattamente, visto che il progetto è sotto il controllo della
Germania?", la risposta di Biden fu ancora più inquietante "Vi
garantisco che saremo in grado di farlo"; e, soprattutto, poniamoci la
più ovvia, banale, ripetuta domanda che si fa in queste occasioni: "cui
prodest?", "a chi conviene?", arrivando alla chiara verità che a nessun
paese europeo, a partire dagli stessi due paesi belligeranti, tale conflitto
porti vantaggio, mentre non è così per il gigante nordamericano e per la sua
industria delle armi, una delle lobby più potenti in assoluto a livello
mondiale.
Ecco, a fronte di una lenta ma significativa presa di coscienza da parte
delle popolazioni europee che la guerra deve essere fatta cessare da
un'offensiva diplomatica - e finora sembra che Turchia e Cina abbiano fatto
ben più tentativi degli europei -, cominciare a fare capire agli Usa ed alla
NATO che possiamo essere padroni a casa nostra, sovrani all'interno dei
nostri confini, sarebbe bellissimo.
Soprattutto se accompagnato dalla decisione, coerente con la nostra Carta
Costituzionale, di non inviare più armi al fronte.
Se solamente avessimo prestato attenzione alle morti di Andrea Rocchelli e
di Andrej Mironov appunto in Donbass nel maggio del 2014 e ci fossimo da
subito attivati per capire e prevenire, oggi questa enorme tragedia si
sarebbe potuta evitare.
Ma perché ci sia attenzione a ciò che avviene non dobbiamo eleggere
battutari e uomini da talk show, dobbiamo riconoscere meriti e competenze,
virtù e metodo, esperienza e dedizione. Ed in Italia negli ultimi decenni
schiacciati dalla parabola del caimano selezioniamo veramente male i nostri
rappresentanti.
Ma anche in tante altre parti d'Europa non scherzano, per cui avvantaggiamo
ancor di più le élite dominanti negli Usa e le classi dirigenti di ascari
che, figlie della finanziarizzazione globalista dell'economia, di fatto
governano il vecchio continente.
Chiesa. Il nuovo Consiglio Pastorale Diocesano;
Ignazio Infantino e Giuseppe Cacciato nel Direttivo
Consiglio Pastorale Diocesano
Chiesa. Il nuovo Consiglio Pastorale Diocesano; Ignazio Infantino e
Giuseppe Cacciato nel Direttivo.
Il nuovo Consiglio Pastorale Diocesano della Chiesa Agrigentina, presieduto
dal Vescovo, secondo lo Statuto rinnovato di recente è: "organo di
consultazione e di servizio pastorale per lo studio della situazione e
l’elaborazione dei programmi pastorali. è il luogo di incontro e di
comunione della comunità diocesana unita attorno al Vescovo, favorisce nella
Chiesa particolare lo spirito di comunione in modo che essa abbia la
consapevolezza di essere la famiglia dei figli di Dio e dei fratelli in
Cristo. Questi, nell’unità dello Spirito, si confrontano con la Parola di
Dio e vivono attorno all’altare nell’esercizio dell’unico sacerdozio di
Cristo, espresso nel sacerdozio ministeriale del Vescovo e dei presbiteri e
nel sacerdozio regale di tutti i battezzati, operando a servizio dei
fratelli. Il CPD, inoltre, è attento ai segni dei tempi, si sente coinvolto
nelle situazioni di vita del popolo agrigentino e ne condivide le ansie e le
attese. Quale espressione significativa della Chiesa particolare, promuove e
condivide le iniziative più adatte per la rinascita spirituale, morale e
sociale delle popolazioni agrigentine".
Come membri di diritto, insieme all’arcivescovo mons. Alessandro
Damiano, vi sono:
- il Vicario generale, don Giuseppe Cumbo;
- il Coordinatore degli Uffici del Dipartimento Pastorale della Curia, don
Gaetano Montana;
- il Rappresentante della Consulta delle Aggregazioni Laicali, Giovanni
Minuta;
- il Rappresentante della Consulta di Pastorale Sanitaria, Antonio Garufo;
- un Diacono permanente (Religioso), fra Augusto Magno;
- una Religiosa, suor Alessandra Panepinto.
Sono 3 i membri scelti dall’Arcivescovo: Concetta Campione, Giovanna
Cavaleri e Giovanni Russo.
Vi sono poi i membri eletti per ciascuna forania:
- Lauretta Antonino e Pappalardo Giuseppa (Agrigento);
- Sutera Sardo Salvatore e La Mendola Giuseppina (Aragona); -
Randisi Maria e Carrubba Luciano (Porto Empedocle); -
Russotto Patrizia e Lo Iacono Gaetano (Cammarata);
- Traina Giulio (Santo Stefano Quisquina);
- Cacciato Giuseppe e Infantino Ignazio (Canicatti);
- La Greca Anna e Barletta Michele (Licata);
- Di Caro Giovanni (Ravanusa);
- Miceli Giuseppina e Scaturro Paolo (Ribera);
- Bono Giusy e Bassi Lilla (Sciacca).
Nella riunione dello scorso 23 marzo (vedi
foto a lato) mons. Alessandro Damiano, secondo l’art. 5 comma a dello
Statuto del CPD, ha nominato come Coordinatore (tra i membri laici del
Consiglio Pastorale) la prof.ssa Giovanna Cavaleri che, nello spirito di
servizio alla Diocesi, ha accettato questo delicato incarico.
La coordinatrice Giovanna Cavaleri, come primo atto, ha designato Ignazio
Infantino come Segretario del CPD.
Inoltre sono stati eletti come membri del Direttivo, in seno al
Consiglio Pastorale, Lauretta Antonino (in qualità di Vice Coordinatore), La
Greca Anna, Carrubba Luciano, Fra Augusto Magno e Cacciato Giuseppe,
che hanno accettato la carica.
Editoria. Presentazione del libro "Tutta
colpa di Solone", di Andrea Cirino; venerdì 14 aprile nell'auditorium
San Nicola
Locandina
Andrea Cirino
Presentazione del libro "Tutta colpa di Solone", di Andrea Cirino;
venerdì 14 aprile nell'auditorium
San Nicola.
Si svolgerà
venerdì 14 aprile alle ore 19.00, presso
l'Auditorium "San Nicola - Stella Castiglione" di Grotte, la
presentazione del libro di
Andrea Cirino dal titolo "Tutta
colpa di Solone"
(Book Sprint Edizioni).
(Locandina)
La manifestazione è organizzata dall'Associazione Teatrale-Culturale
"Nino Martoglio" con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del
Comune di Grotte, in collaborazione con la Proloco "Herbessus"
e la FIDAPA - Sezione di Racalmuto.
Le relazioni sul testo saranno proposte dal giornalista Salvatore Pezzino
e dal giornalista Domenico Vecchio; la presentazione, moderata dal
giornalista Carmelo Arnone, sarà animata dalle letture di alcuni
brani del libro a cura dell’attore Salvo Di Salvo e da brani musicali
eseguiti da "Elegance Trio" (Lavinia Di Stefano, Julia
Di Stefano e Isabella Di Salvo). Sarà presente l'autore
Andrea Cirino.
"Tutta colpa di Solone" è un libro che tratta in modo romanzato argomenti
che ritraggono una società in degrado con numerosi problemi sociali e con un
governo che non aiuta ma che pensa, piuttosto, ai propri privilegi.
Il testo comincia presentando la figura di Solone, legislatore e poeta
ateniese, eletto arconte, esempio di rettitudine; un personaggio che oggi
difficilmente si può trovare nel mondo politico.
Il protagonista del testo si chiama Nirìa e sogna Solone e il suo servo che
dialogano; l’Arconte riconosce una società attuale decisamente corrotta e ne
è profondamente deluso.
Nirìa, al risveglio, incontra Cannella, un politico che lo vuole trascinare
in una campagna politica di interessi altrui, da cui il protagonista uscirà
perdente ma con il desiderio di andare avanti in questa impresa che lo
porterà a Roma.
La caratteristica stilistica del testo è un costante ritorno al passato, con
numerosi flashback che ritraggono il protagonista e la sua famiglia, quando
egli era molto giovane, dalla casa d’infanzia, agli amici, raccontando una
meravigliosa Sicilia, con tutte le sue tradizioni.
Il linguaggio usato è molto colloquiale e anche dialettale, soprattutto nei
dialoghi utilizzati tra i personaggi.
Ogni luogo è ricco di dettagli e anche i personaggi sono descritti con
precisione e sembrano animarsi grazie al loro linguaggio (il testo è
consigliato a un pubblico maggiore di 16 anni).
Quando il protagonista va a Roma e comincia il suo percorso in politica,
inizia un’altra parte di storia, dove i politici non si ricordano della
reale situazione del paese, dimenticando soprattutto la Sicilia e tutto il
sud Italia.
Quando Nirìa e il ministro cercano di trovare un modo per creare posti di
lavoro in Sicilia, avviene qualcosa ed entrano forze oscure, purtroppo
reali, chiamate gli invisibili che dominano il mondo.
Il messaggio che l’autore invia al lettore è propositivo e ottimista per il
futuro, in quanto l’umanità non può continuare a farsi governare e
annientare dagli "invisibili".
Andrea Cirino, classe 1955, nato ad Agrigento, si interessa della politica,
ricoprendo per quasi un ventennio la carica di consigliere comunale e
assessore. Ha ereditato dal nonno materno l’amore per la scrittura. Ha
esordito nel 2018 con il romanzo dal titolo "Quasi Papa".
Attualità. "Ricostruire la politica (dal
basso)";
di Enzo Napoli
Enzo Napoli
Attualità. "Ricostruire la politica (dal basso)";
di Enzo Napoli.
Dopo un decennio che ha visto l'ascesa ed il parziale declino del movimento
che dell'antipolitica ha fatto la propria bandiera, sembra che cominci a
tornare un po' di politica.
Troppo poca, ancora, per colmare la voragine che la fine della prima
repubblica aveva lasciato, ma non v'è dubbio che la vittoria della Meloni ha
riaffermato la legittimità del principio che avere un'identità (per me
detestabile) ed un percorso di militanza coerente e strutturato non sia, di
per sé, un disvalore.
Il grande afflusso del popolo progressista ai gazebo, altro non è stato che
la risposta all'esigenza di rilanciare, anche da questa parte, un'identità
forte ed immediatamente percepibile.
Non sono stato il solo ad obiettare che le modalità con cui il Partito
Democratico andava al congresso, avrebbe risolto solo parzialmente le lacune
degli ultimi anni.
La Schlein è cento volte meglio del suo evanescente predecessore ed a
differenza di quest'ultimo, ha personalità e carattere bastevoli a tener
testa alla furba antagonista, ma dai primi passi compiuti leggo la sua
inadeguatezza rispetto all'altra grande questione su cui è necessario metter
mano.
Ricostruire il PD e l'importante pezzo di politica che rappresenta,
significa anche guardare al territorio e risolvere anche le contraddizioni
causate da chi se n'è appropriato ed approfittato in questi anni, con la
complice connivenza dei vertici nazionali.
Ha annunciato di voler allontanare i notabili ed i cacicchi, ma ad oggi non
mi pare che si sia mossa foglia.
Guardo con curiosità, ad esempio, come il PD si sta muovendo in Sicilia in
vista delle prossime amministrative.
A parte qualche grande città e qualche comune in cui forte è la personalità
e l'identità dei candidati sindaci, per il resto è un fiorire di accordi
trasversali in pateracchi disdicevoli, in cui non vengono disdegnate intese
con esponenti locali della Lega o di Fratelli d'Italia, nel nome di un
presunto civismo che sarebbe più opportuno correggere in cinismo, in cui una
sola consonante basta a fare da spartiacque tra la politica e la sua
negazione, mortificando antichi valori e sane differenze.
Tutto questo per saziare le aspirazioni ad un misero potere di sindaci
incolori ed aspiranti assessori al servizio, a seconda della convenienza, di
questo o quel parlamentare senza scrupoli.
È palese che costruire una nuova identità a Roma non servirà a nulla, se chi
lo rappresenta a livello locale poi traccheggia a destra e a manca, incapace
di dire quei no che quantomeno chiariscano ciò che non siamo e ciò che non
vogliamo.
Capirlo, in tempi bui come quelli stiamo attraversando, sarebbe già, come la
letteratura ci insegna, una gran cosa.
Letture Sponsali. "Sondare
l'amore in tutte le sue possibili dimensioni"
Nozze di Giuseppe e Maria
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
Cari amici, Gesù è risorto!
La festa per la resurrezione è inizialmente offuscata dal momento di
smarrimento che proviamo alla vista del sepolcro vuoto; è davvero un grande
mistero quello che si presenta dinanzi agli occhi degli apostoli ed ai
nostri.
È talmente grande che Giovanni, il discepolo “che Gesù amava”, arriva per
primo al sepolcro ma si limita a sbirciare dentro, senza trovare il coraggio
di entrare e di abbracciare la scoperta con tutto il proprio essere.
È necessario che Pietro e la sua “santa sfacciataggine” facciano da guida al
giovane Giovanni perché questi entri nel sepolcro, veda e creda.
Oggi più che mai Gesù ci chiama, nel corso del nostro cammino di sposi, ad
essere guida, ad essere a volte Pietro, per l’altro/a, che magari attraversa
un momento di paura, di smarrimento, e non riesce a vedere nulla oltre al
sepolcro vuoto; ed altre volte, ad essere Giovanni, ad affidarci all’altro
quando esitiamo a fare il passo con il quale Gesù ci chiede di “entrare nel
sepolcro”, di sondare l’Amore in tutte le sue possibili dimensioni, anche
quelle che possono far paura perché inattese, forse non desiderate e che per
questo possono apparire più oscure.
Buona Pasqua di Resurrezione a tutti!
Chiesa. Veglia
pasquale in chiesa Madre: intervento del presidente del Consiglio
comunale Aristotele
Cuffaro
Aristotele Cuffaro
Pubblichiamo
di seguito l'intervento di saluto
del Presidente del Consiglio comunale di Grotte, Aristotele Cuffaro,
pronunciato ieri sera - sabato 8 aprile 2023 - in chiesa Madre nel corso
della Veglia pasquale.
*****
"Rivolgo
il mio saluto alle Autorità civili, religiose e militari.
Finalmente abbiamo vissuto nella piena normalità i momenti storici della
tradizione Pasquale grottese.
I luoghi simbolo della festa sono stati affollati dalla fede e dalla
preghiera.
Per fortuna la pandemia è, ormai , un brutto ricordo e questo ci ha permesso
di riportare a Grotte, dopo anni di assenza, il tanto amato concerto,
l’albero della cuccagna e la passeggiata dei cavalli.
Come per ogni evento, soprattutto per la festa più importante, le difficoltà
organizzative non mancano, per questo a nome dell’intero Consiglio comunale,
che mi onoro di presiedere, rivolgo il mio sentito ringraziamento al Sindaco
ed agli Assessori che non si sono privati di fatica affinché tutto si
risolvesse nel migliore dei modi e si superassero ostacoli nel pieno della
legalità e trasparenza.
Dietro una grande manifestazione c’è tanto lavoro ed è giusto dare il merito
a chi ha mantenuto anche questa’anno viva la rievocazione della Settimana
Santa a partire dalla Domenica delle Palme: il Gruppo dei Giudei “Andrea
Infatino” ha saputo con dedizione e bravura farci emozionale con le
magistrali interpretazioni degli attori partecipanti.
Abbiamo sentito durante la quaresima dalle viuzze del centro storico del
paese e dal suggestivo calvario propagarsi un canto di dolore che ci
preparava al sacrificio di Gesù per la nostra salvezza: il gruppo
“Gioacchino Ciraolo” formato da cantori dalla superba voce hanno intonano
sensibilmente e con passione, in dialetto grottese, i “Lamenti”.
Abbiamo apprezzato le note musicali delle bande cittadine Giuseppe verdi e
Vincenzo Bellini durante le processioni.
Insomma, quest’anno, abbiamo vissuto, senza tema di smentita, una festa
finalmente completa in tutte le sue funzioni, grazie anche alla
collaborazione fra le istituzione presenti nel territorio: il Comandante
della stazione dei carabinieri, maresciallo maggiore Contrafatto ed i suoi
colleghi, rendono la nostra Grotte sicura agendo nel silenzio con alta
dedizione e professionalità, come un buon padre di famiglia sa fare.
Purtroppo il cuore europeo continua ed ad essere presidio di guerra.
Inascoltati continuano ad essere i continui messaggi di sua Santità Papa
Francesco per un cessate il fuoco.
Che la risurrezione di Nostro Signore possa aprire il cuore e le menti dei
potenti del mondo affiche si arrivi ad un negoziato diplomatico che porti
alla pace.
Infine il mio ringraziamento va a tutti i grottesi residenti e non, popolo
sensibile, laborioso, solidale ed onesto presente in tutti i momenti della
festa e che sta passando un periodo non facile dovuto all’inflazione, alla
crisi economica.
Con la solita dignità che vi contraddistingue, spero che anche questo
periodo di crisi possa diventare un brutto ricordo.
Buona Pasqua, vi abbraccio fraternamente".
Il Presidente del Consiglio comunale
Aristotele Cuffaro
Chiesa. Veglia
pasquale in chiesa Madre: saluto del sindaco Alfonso
Provvidenza
Alfonso Provvidenza
Pubblichiamo
di seguito l'intervento di saluto del Sindaco di Grotte, dott. Alfonso
Provvidenza, pronunciato ieri
sera - sabato 8 aprile 2023 - in chiesa Madre nel corso della Veglia pasquale.
*****
"Gentili
Autorità religiose, civili e militari,
carissimi concittadini e concittadine,
auguri di buona Pasqua a tutti voi e le vostre famiglie.
Rivolgo i migliori e più sinceri auguri a tutti i grottesi, a coloro che
sono questa sera presenti, a quanti sono a casa perché impossibilitati a
partecipare, a tutti quelli che per motivi di studio o lavoro si trovano
lontano dal nostro amato paese.
Rivolgo i migliori auguri di buona Pasqua a don Salvatore Zammito ed ai suoi
collaboratori, auspicando che le sue preghiere possano consentire al popolo
grottese di concretizzare le proprie attese ed aspirazioni; alla locale
Stazione dei carabinieri ed al maresciallo maggiore Alfonso David
Contrafatto, sempre vigili e presenti nel nostro territorio.
Desidero iniziare questo breve discorso di auguri pasquali con una breve
riflessione sulle parole pronunciate dal nostro arcivescovo di Agrigento,
monsignor Alessandro Damiano, in occasione del tradizionale messaggio
augurale alla comunità.
Don Alessandro sa come pochi altri leggere l’animo dell’essere umano; ha
evidenziato che spesso si suole fare gli auguri di buona Pasqua, così come
in tante altre occasioni. Ma con incisiva profondità spirituale ha
sottolineato come tali parole seguano la sorte degli indumenti che si
logorano e diventano un’abitudine.
La Pasqua, invece, deve ravvivare le nostre relazioni, ponendo azioni
vivificanti, che sono quelle della riconciliazione e del perdono. Fuggire il
male, fare il bene. Solo in questo modo possiamo arrivare a comprendere il
vero significato della festività pasquale.
La riconciliazione non può che essere la protagonista di questa nuova
stagione, cioè di quella nostra porzione di vita che è il post-covid. Quanta
sofferenza e quanta paura abbiamo dovuto combattere in questi ultimi anni. E
adesso anche il timore di una guerra che possa sconvolgere anche le nostre
esistenze. Infatti, la pace negata e le conseguenti sofferenze per l'umanità
sono state il fulcro delle meditazioni della Via Crucis al Colosseo.
A tutto ciò si aggiunge il disagio economico e, soprattutto, quello sociale
che purtroppo colpiscono alcune delle nostre famiglie. La Pasqua deve
essere, quindi, anche attenzione per chi ha bisogno!
Ma la Pasqua è anche il momento della rinascita e della speranza. E questo
vuole essere un messaggio di incoraggiamento e di fiducia per il nostro
futuro.
Quest’anno abbiamo riconquistato la nostra festa e le nostre tradizioni; è
stato bello ed emozionante leggere negli occhi delle persone la gioia e la
serenità che il ritorno alla normalità ha portato nei cuori della gente.
Il sorriso delle persone che ho incontrato, insieme alle splendide
luminarie, ha illuminato il mio percorso di questa settimana, nonostante la
stanchezza e la delusione di qualche obiettivo non raggiunto, ma consapevole
di avere dato il massimo, sempre e comunque!
Un doveroso e sentito ringraziamento viene, infine, rivolto a tutti coloro
che hanno consentito la realizzazione della nostra festa e, in particolare,
ai protagonisti delle rievocazioni storiche, quei meravigliosi componenti
del Gruppo dei Giudei “Andrea Infantino” ad alle nuove leve, “i piccoli”,
che anche quest’anno hanno saputo interpretare il sentimento della Pasqua
grottese; un sentito grazie ai Complessi Bandistici “Giuseppe Verdi” e
“Vincenzo Bellini” che ancora una volta hanno accompagnato con vibrante
passione le tradizionali processioni pasquali. Grazie a tutti coloro che
hanno contribuito alla realizzazione della nostra festa (giovani, famiglie,
laici, religiosi, uffici comunali, volontari).
Grazie di cuore a tutti voi per l’affetto e la vicinanza che non sono mai
mancati.
Buona Pasqua".
Volontariato. Auguri di buona Pasqua dall'AVIS di
Grotte; aperte le prenotazioni per le prossime giornate di donazione
Auguri dall'AVIS
Volontariato. Auguri di buona Pasqua dall'AVIS di Grotte; aperte le
prenotazioni per le prossime giornate di donazione.
Il Direttivo dell'AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) di Grotte
rivolge a tutti i migliori auguri di una serena e santa Pasqua.
Con l'occasione il il presidente Pietro
Zucchetto annuncia che è stata chiesta ed ottenuta, dal Centro
Trasfusionale di Agrigento, la possibilità di effettuare una giornata
aggiuntiva di raccolta di sangue
presso il punto
di raccolta Avis di Grotte (in Via Francesco Ingrao 92/94)
per venerdì 19 maggio 2023.
Pertanto è già possibile prenotarsi per una delle seguenti giornate:
- Domenica 16 e 23 aprile;
- Sabato 13, venerdì 19 e domenica 28 maggio;
- Domenica 11 e 25 giungo;
- Domenica 02 e Sabato 15 luglio;
- Domenica 13 e 27 agosto;
- Domenica 10 e 24 settembre;
- Domenica 08 e 22 ottobre;
- Domenica 05 e 19 novembre;
- Domenica 10 e 24 dicembre.
Il medico che assiste il donatore può rilasciare, su richiesta, la
certificazione per la donazione effettuata, che dà diritto ad un giorno di
riposo dal lavoro.
Per le
prenotazioni occorre chiamare
il numero 377.0974739 oppure il 320.4434713.
Sport. Concluso il Torneo provinciale CSEN di
Calcio a 5, organizzato dall'ASD Pan Sagittarius
Partecipanti
Sport. Concluso il Torneo provinciale CSEN di Calcio a 5, organizzato
dall'ASD Pan Sagittarius.
Lunedì 3 e martedì 4 aprile 2023 si è svolto a Grotte, presso campo comunale
di calcetto e il campo polivalente coperto "Francesca Morvillo" il Torneo
Provinciale di Calcio a 5 CSEN (Centro
Sportivo Educativo Nazionale), organizzato dall'ASD "Pan Sagittarius"
in collaborazione con il Comitato provinciale CSEN di Agrigento.
Nei due pomeriggi in cui si è svolto il torneo si sono vissuti momenti di
sport sano e di aggregazione, che hanno coinvolto bambini e ragazzi di età
compresa tra i 5 ed i 13 anni.
Al termine della manifestazione tutti i bambini e ragazzi partecipanti sono
stati premiati con medaglie e coppe.
"Grazie alle società ASD 'Campobello 1970' di Giovanni Falsone e 'Aragona
Soccer Club' di Giuseppe Caltagirone per aver partecipato - hanno dichiarato
i Dirigenti della 'Pan Sagitytarius' -; un ringraziamento va ad Antonio
Sciarratta per essersi messo a disposizione e per la preziosa
collaborazione. Un saluto anche ad Antonio Messinese, osservatore del
Palermo Calcio, che ha assistito al torneo".
Politica. On.
Decio Terrana (UDC): "Pasqualino Monti è la migliore scelta per il
ruolo di AD dell'ENAV"
On. Decio Terrana
On.
Decio Terrana (UDC): "Pasqualino Monti è la migliore scelta per il
ruolo di AD dell'ENAV".
Il Coordinatore regionale dell’UDC siciliano, on. Decio Terrana, esprime
viva soddisfazione per la nomina del dott. Pasqualino Monti come nuovo
Amministratore Delegato dell’Enav.
"Una bella notizia per la Sicilia e il trasporto aereo nazionale -
dichiara l'on. Terrana -, Pasqualino Monti è la migliore scelta possibile
per il ruolo di amministratore delegato dell’Enav. Sicuramente è stato
premiato lo straordinario lavoro che ha prodotto nella nostra isola da
Presidente dell’Autorità del Sistema Portuale del mare della Sicilia
Occidentale (Palermo-Termini Imerese-Trapani e Porto Empedocle). Gli
investimenti che è riuscito a far partire stanno cambiando radicalmente la
mission e la prospettiva di crescita dei nostri porti. Il porto di Palermo
sta cambiando volto con il concorso di idee voluto dal presidente Monti, ma
anche il dragaggio e il ripristino dei fondali a Termini Imerese e il totale
restyling del porto Empedoclino, il terminal è prossimo all’inaugurazione,
progetti che lo hanno visto come grande protagonista in questo processo di
modernizzazione delle strutture portuali e di crescita economica e
commerciale per il nostro territorio. Adesso sono certo che anche nel nuovo
ruolo di Amministratore Delegato all’Enav dimostrerà le sue capacità e
competenze nella gestione dell’aviazione civile e nei processi di
modernizzazione e sviluppo; l’UDC siciliano - conclude il Coordinatore
dell'UDC Sicilia - sarà al suo fianco per continuare le battaglie per le
risorse finanziarie sull’insularità e le migliorie del sistema al fine di
apportare benefici ai cittadini siciliani che meritano rispetto e risposte
per il gap che scottiamo in quanto isola".
Pasqua 2023. Backstage de "La
Passione", film di Gianni Russello
Guarda il backstage
Guarda il film
Pasqua 2023. Backstage de "La
Passione", film di Gianni Russello
(guarda
il video).
Il dietro le quinte del film realizzato nel 2022 da Gianni Russello mostra
il regista in attività, intento a dare indicazioni, richiami, immerso nella
meticolosa cura dei dettagli.
Non mancano alcune divertenti "papere" e "fuori onda" degli attori e delle
maestranze.
Proponiamo la visione di questo filmato
(guarda
il video)
invitando gli spettatori a rivedere (o a guardare, per chi non lo avesse già
fatto) il film "La Passione" di Gianni Russello.
Alla secolare tradizione delle sacre rappresentazioni realizzate durante la
Settimana Santa nel paese di Grotte, centro abitato situato nell'entroterra
agrigentino che ha fatto della Pasqua la sua festività principale, attinge a
piene mani Gianni Russello per il suo film "La Passione"
(guarda
il film).
La pellicola vuole essere un omaggio alla storia del paese e a
quanti, nel corso dei decenni, hanno preso parte alle cosiddette "recite di
Pasqua".
Le grotte naturali (caratteristica peculiare del territorio) e le campagne -
ora verdi, ora pietrose - di questo lembo di Sicilia fanno da straordinaria
cornice alle riprese.
Nel rigoroso rispetto dei testi originali, il Regista ha saputo emendare gli
eccessi di cadenze, gesti, toni, con cui - nel corso degli anni - attori
amatoriali hanno cercato di valorizzare il proprio ruolo calcando le
caratterizzazioni dei personaggi; una coltre polverosa tolta la quale
Gianni Russello riporta la rappresentazione alla freschezza e alla bellezza
originarie.
Di primo livello il cast del film, costituito da interpreti di lunga
esperienza, formatisi alla "scuola" del "Gruppo dei Giudei 'Andrea
Infantino'" (associazione locale che ha raccolto il testimone dei
comitati organizzatori della festa di Pasqua a Grotte); un attaccamento
tramandato di generazione in generazione, come testimonia la presenza nel
cast di padri e figli (Todaro, Baldo, Russello, Picone...).
La "passione" del Cristo, da cui prende titolo il film, è quella che viene
proposta nelle immagini; è anche quella che spinge gli attori a vivere il
ruolo che interpretano; ma è - forse soprattutto - quella che in filigrana
permea tutta la pellicola: la passione dalla quale attinge forza,
energia, vigore il Regista nell'ideare la sceneggiatura e nel
coinvolgere, guidare, imporre scelte ardite, cancellare e riscrivere,
mostrare, richiamare, esortare e gratificare i ben 38 attori e i
volenterosi tecnici.
Le espressioni degli apostoli, il volto di Pilato, la sofferenza (reale)
del Cristo in croce, lo sguardo di Maria, sono solo alcuni degli
elementi cesellati dalle ripetute indicazioni della regia.
La produzione "in proprio" del film, con mezzi essenziali (dalle
attrezzature di ripresa e montaggio agli elementi scenici - non ultimo, la
croce -) non fa che accrescere il valore dell'opera e il merito di tutte le
maestranze
(guarda
il film).
Personaggi e interpreti: Calogero Catanese (Gesù), Leonardo Cutaia (Pietro),
Vincenzo Arnone (Giovanni), Domenico Morgante (Giacomo), Salvatore Baldo
(Giuda), Baldassare Terrana (Apostolo), Vittorio Parrinello (Apostolo),
Calogero Morreale (Apostolo), Giovanni Falletta (Apostolo), Fabrizio Lazzaro
(Apostolo), Mario Russello (Apostolo), Davide Russello (Apostolo), Decimo
Mancuso (Apostolo), Isabella Villani (Maria), Giorgia Castronovo (Popolana),
Giulia Terrana (Popolana), Giulia Castiglione (Popolana), Salvino Rivituso (Caifa),
Calogero Agnello (Anania), Giuseppe Todaro (Pilato), Filippo Baldo
(Centurione), Paolo Carlisi (Soldato romano), Santino Picone (Soldato
Romano), Alessandro Sanfilippo (Soldato Romano), Thomas Baldo (Soldato
Romano), Alfonso Castiglione (Soldato Romano), Salvatore Todaro (Soldato
Romano), Nuccio Morgante (Soldato Romano), Antonio Zaffuto (Soldato Romano),
Ivan Girgenti (Soldato Romano), Mario Vizzini (Soldato Romano), Pietro
Arnone (Popolano), Antonio Giglia (Popolano), Salvatore Tirone (Popolano),
Vincenzo Ciranni (Popolano), Domenico Farruggia (Popolano), Antonio Vitello
(Popolano), Sandro Picone (Popolano).
Riprese di Elisa Russello, Emanuele Licata e Riccardo Russello.
Montaggio di Elisa Russello. Regia di Gianni Russello.
Legalità. "Non fu Cosa nostra a fare sparire
l'agenda rossa di Paolo Borsellino"; di Nicola Morra
Nicola Morra
Legalità. "Non fu Cosa nostra a fare sparire l'agenda rossa di Paolo
Borsellino"; di Nicola Morra.
Ieri sono state rese note le motivazioni della sentenza del processo per il
depistaggio Scarantino.
I giudici di Caltanissetta hanno scritto che non fu Cosa nostra a fare
sparire l’agenda rossa di Paolo Borsellino.
Allo stesso modo hanno anche sostenuto che estranei a Cosa nostra erano
anche i soggetti che idearono la morte del giudice.
I magistrati del tribunale nisseno hanno sottolineato che “tra amnesie
generalizzate di molti soggetti appartenenti alle istituzioni, soprattutto
componenti del Gruppo Falcone e Borsellino della Polizia di Stato e
dichiarazioni testimoniali palesemente smentite da risultanze oggettive e da
inspiegabili incongruenze logiche, l’accertamento istruttorio sconta gli
inevitabili limiti derivanti dal velo di reticenza cucito da diverse
fonti dichiarative, rispetto alle quali si profila problematico e
insoddisfacente il riscontro incrociato”.
Ora, se é vero che "il silenzio é mafia", la reticenza riscontrata in
diverse fonti dichiarative espressione dello stato dimostra che tanti
uomini dello stato hanno assunto comportamenti mafiosi in sede
processuale.
In relazione poi al depistaggio ed alla sottrazione dell'agenda rossa, i
giudici sostengono ancora che il primo sarebbe stato avviato subito dopo la
strage, quando qualcuno ha recuperato la borsa del giudice Borsellino,
cercato la sua agenda portandola poi via, in uno scenario da inferno
dantesco.
Tuttavia vanno riportate le parole che si leggono nelle motivazioni: “A
meno di non ipotizzare scenari inverosimili di appartenenti a Cosa nostra
che si aggirano in mezzo a decine di appartenenti alle forze dell’ordine,
può ritenersi certo che la sparizione dell’agenda rossa non è riconducibile
a una attività materiale di Cosa nostra. Ne discendono due ulteriori
logiche conseguenze. In primo luogo, l’appartenenza istituzionale di chi
ebbe a sottrarre materialmente l’agenda. Gli elementi in capo non
consentono l’esatta individuazione della persona fisica che procedette
all’asportazione dell’agenda senza cadere nella pletora delle alternative
logicamente possibili ma è indubbio che può essersi trattato solo di chi,
per funzioni ricoperte, poteva intervenire indisturbato in quel
determinato contesto spazio-temporale e per conoscenze pregresse sapeva
cosa era necessario e opportuno sottrarre”.
Uomini dello stato, dunque, sottrassero l'agenda in cui il giudice
palermitano trascriveva i suoi appunti e le sue riflessioni.
“In secondo luogo - continuano le motivazioni - un intervento così
invasivo, tempestivo e purtroppo efficace nell’eliminazione di un elemento
probatorio così importante per ricostruire - non oggi ma nel 1992 -
il movente dell’eccidio di via D’Amelio certifica la necessità per
soggetti esterni a Cosa nostra di intervenire per alterare il quadro
delle investigazioni evitando che si potesse indagare efficacemente sulle
matrici non mafiose della strage e, in ultima analisi, disvelare il loro
coinvolgimento nella strage di via d’Amelio”.
Per i giudici nisseni “movente della strage e finalità criminale di tutte
le iniziative volte allo sviamento delle indagini su via D’Amelio sono
intimamente connesse”, perché chi ha fatto schifezze spesso opera
immediatamente per occultare le sue responsabilità, e così evidentemente è
stato.
Si legge poi “della presenza di altri soggetti o gruppi di potere
co-interessati all’eliminazione di Paolo Borsellino con un ruolo nella
ideazione, preparazione ed esecuzione della strage di via D’Amelio”, di
“plurimi elementi che inducono a ritenere prospettabile un ruolo, tanto
nella fase ideativa, quando nella esecutiva, svolto da soggetti estranei a
Cosa nostra nella strage, vero e proprio punto di svolta nella realizzazione
della strategia stragista dei primi anni Novanta”.
Ulteriore elemento di riflessione é che “anche senza volere ritenere
scontato che si possa parlare di accelerazione, più o meno repentina, non è
aleatorio sostenere che la tempistica della strage di via D’Amelio
rappresenta un elemento di anomalia rispetto al tradizionale contegno di
Cosa nostra volto, di regola, a diluire nel tempo le azioni delittuose nel
caso di bersagli istituzionali e ciò nella logica di frenare l’attività di
reazione delle istituzioni”, operando qui un'altra inferenza logicamente
assai forte, pur essendo sempre inferenza logica.
In ultimo, si sostiene la presenza “di convergenze di interessi nella
ideazione della strage di via D’Amelio tra Cosa nostra ed ambienti esterni
ad essa. Oltre ai tempi della strage, oggettivamente distonici rispetto
all’interesse di Cosa nostra, vi sono ulteriori elementi che inducono a
ritenere asfittica la tesi che si arresta al riconoscimento della paternità
mafiosa dell’attentato di via D’Amelio e della sua riconducibilità alla
strategia stragista deliberata da Cosa nostra, prima di tutto, come
‘risposta all’esito del maxiprocesso e ‘resa dei conti con i suoi nemici
storici”.
Per cui lo stato, con alcuni suoi uomini evidentemente in grado di
fare efficacemente ciò che avevano deciso, e non dunque in posizione
minoritaria nella gestione dei poteri dello stesso, ha concorso a ideare,
progettare e far compiere la strage di via d'Amelio.
In merito al ruolo dei servizi segreti, vera tara di questo paese, il
tribunale ha sottolineato che gli stessi parteciparono “impropriamente” alle
indagini sulla strage di via d’Amelio.
“Dell’impropria partecipazione del Sisde alle indagini non era al
corrente solo il procuratore Tinebra ma anche il vertice dei servizi di
sicurezza. È legittimo ritenere che il capo della Polizia e i vertici dei
servizi segreti non potessero assumere una iniziativa così ‘extra-ordinem‘
senza un minimo avallo istituzionale che non poteva che provenire
dall’organo di vertice politico dell’epoca”.
Presidente del Consiglio era Giuliano Amato, Ministro dell'Interno Nicola
Mancino.
Capite perché in tanti ci vergogniamo di essere cittadini italiani, o, se
preferite, cittadini di un paese la cui sovranità è, dal 1945, propria di
altri?
Istruzione. Antonio Carlisi alla finale dei
Giochi Internazionali di Matematica, il 13 maggio alla Bocconi di Milano
Antonio Carlisi
Finalisti
Istruzione. Antonio Carlisi alla finale dei Giochi Internazionali di
Matematica, il 13 maggio alla Bocconi di Milano.
Lo studente grottese Antonio Carlisi, al 3° anno del Liceo Scientifico
"Ugo Foscolo" di Canicattì, si è qualificato per la finale dei Giochi
Internazionali di Matematica, che si terrà il prossimo 13 maggio presso
l'Università Bocconi di Milano.
Sabato 18 marzo si sono svolte le semifinali - in presenza - dei
Campionati Internazionali Giochi Matematici della Bocconi.
Le Scuole Secondarie delle province di Caltanissetta e Agrigento si sono
incontrate a Gela presso la sede dell'Istituto "Ettore Romagnoli" per
partecipare alla competizione.
Tra i 41 studenti dei Licei (Scientifico, Classico, Linguistico)
"Foscolo" di Canicatti ammessi alla gara, ben 11 (vedi
foto a lato) si sono qualificati per la finale piazzandosi nelle
prime posizioni della classifica.
Grande la gioia e la soddisfazione sui volti degli studenti e dei loro
professori nell'apprendere la notizia, mentre nei corridoi della scuola
aleggiava un'aria di festa e di compiacimento.
Questi i nomi degli studenti del "Foscolo" che andranno a Milano:
- nella categoria L2 (studenti di 5° anno)
Gallo Christopher della 5^E scientifico
Parla Davide Alfonso della 5^ A scientifico
Genova Salvatore Pio della 5^E scientifico
Cutaia Salvatore della 5^E scientifico
- nella categoria L1 (studenti di 2°, 3° e 4° anno)
Nuara Flavia Rosaria della 4^C scientifico
Giglia Flavio della 3^A scientifico
Sacco Gianluca della 2^D scientifico
Mantione Giuseppe Pio della 4^D scientifico
Spatazza Tania della 2^C classico Carlisi Antonio della 3^A scientifico
- nella categoria C2 (studenti di 1° anno)
Barone Angelo Gabriele della 1^D scientifico.
Ai giovani studenti e alle loro famiglie sono andate le congratulazioni
da parte di tutti i docenti, insieme all'augurio che la vita possa loro
riservare ancora maggiori soddisfazioni.
Società. "Ritornare
a gioire insieme, per il bene di tutti";
di Antony Agnello
Don't panic, organise!
Antony Agnello
Società. "Ritornare
a gioire insieme, per il bene di tutti";
di Antony Agnello.
Il post-pandemia ci ha portato a dover fare i conti con un quadro
sociologico allarmante.
Un nuovo studio rivela che il 35 per cento dei ragazzi di età compresa fra i
16 e i 24 anni non si è mai sentito così solo. Una condizione che può
compromettere la crescita personale e condizionarne l'affermazione come
adulti indipendenti.
In Italia, la nona edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile
(Bes) dell’Istat, ha segnalato il caso di 220mila ragazzi tra i 14 e i 19
anni che si dichiarano «insoddisfatti» della propria vita e vivono una
condizione di scarso benessere psicologico (con un punteggio dell’indice di
salute mentale inferiore alla soglia che definisce la condizione di basso
benessere psicologico).
Nella fascia di età tra 18 e 34 anni si è riscontrato la quota più alta (il
32%) di chi ha dichiarato di patire «spesso» per un senso di isolamento
(dati del 2020).
A quanto detto finora, aggiungete la collocazione di un individuo qualsiasi
all'interno di un contesto urbano di portata limitata, con servizi poco
sviluppati e con scarsa partecipazione civile.
I piccoli paesi dell'entroterra siciliano, tra cui i paesini appartenenti
alla provincia di Agrigento, hanno sofferto maggiormente rispetto a città
ben più sviluppate.
Il contesto sociale ed urbano in questione ha quindi favorito l'aggravarsi
delle condizioni psicologiche e di benessere collettivo delle realtà
suddette.
Per poter invertire il senso di marcia occorre, quindi, cercare di (ri)costruire
una situazione antecedente al periodo della pandemia. Bisogna, cioè,
impegnarsi affinché i giovani ed i meno giovani possano ritornare a gioire
insieme, non più dietro ad uno schermo ma prendendo parte ad eventi che
possano fungere da collante, creando valore condiviso per il bene di tutti.
Per superare le paure più grandi (quale quella della solitudine, ad esempio)
bisogna organizzarsi e fare squadra!
Pertanto, lo slogan che mi sento di lanciare è: Don't panic, organise!
Volontariato.
Dalla Caritas Cittadina il ringraziamento alla Famiglia Licata
Locandina
Pubblichiamo il ringraziamento che la Caritas Cittadina rivolge alla
Famiglia Licata.
*****
“La Caritas
Cittadina della comunità di Grotte ringrazia la Famiglia Licata per
aver donato, a favore di quanti versano nel bisogno, le offerte in
suffragio per la scomparsa della cara mamma Giuseppa”.
Per fare una donazione:
Intestazione: Parrocchia Santa Venera Causale:
Donazione a Caritas Cittadina
IBAN: IT22E0103082940000004077803
Ambiente. Finanziata la realizzazione a Grotte
di un Centro Comunale di raccolta
Centro Comunale di Raccolta
Ambiente. Finanziamento per la realizzazione a Grotte di un Centro
Comunale di raccolta.
Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica - Dipartimento
sviluppo sostenibile ha finanziato il progetto per il "Miglioramento e
meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani"
presentato dal Comune di Grotte che prevede la realizzazione di un Centro
Comunale di Raccolta. Il finanziamento per Grotte ammonta a 836.706,62
euro.
"In questi cinque anni abbiamo dimostrato cosa significa portare risorse
e sviluppo a Grotte - ha commentato il sindaco Alfonso Provvidenza
-. Lavoro e passione continuano ad essere alla base del nostro lavoro. Ci
emozioniamo e gioiamo per la nostra comunità. L'ennesimo risultato positivo
di questa Amministrazione che in questi cinque anni ha puntato tutto su temi
come la legalità, l'innovazione, l'infrastrutturazione del nostro
territorio. Ancora una volta ringrazio l'assessore Antonio Morreale
per il contributo determinante che ha caratterizzato l'azione amministrativa
della Giunta Provvidenza".
Comune.
Durante la Settimana Santa prolungato l'orario di accesso al
cimitero di Grotte
Cimitero di Grotte
Per
tutta la durata della Settimana Santa 2023, su disposizione dell'assessore
ai Servizi cimiteriali del Comune di Grotte dott. Giuseppe Mancuso, è
stato programmato il prolungamento dell'orario di apertura del
cimitero comunale.
Da lunedì 3 a sabato 8 aprile 2023 l'accesso al cimitero sarà
consentito in orario continuato dalle ore 08.00 alle ore 17.30.
Nei giorni di domenica 9 (Pasqua) e lunedì 10 (Pasquetta) sarà osservato l'orario di apertura dalle ore 08.00 alle ore 13.30
La modifica dell'orario di apertura pomeridiano è stata disposta,
concordemente dall'assessore Giuseppe Mancuso e dal sindaco
Alfonso Provvidenza, per venire
incontro alle necessità di quanti, in occasione delle festività pasquali,
tornano in paese e vogliono ricordare, con una visita presso le tombe, i
loro cari defunti.
Editoria. "Piersanti
Mattarella - Un politico cristiano", di Giovanni Tesè; recensione di
Enzo Sardo
Enzo Sardo
Copertina
Editoria. "Piersanti
Mattarella - Un politico cristiano", di Giovanni Tesè; recensione di Enzo
Sardo.
Giovanni Tesè, oltre ad esercitare la professione di avvocato, per circa 40
anni è stato professore di discipline economiche e giuridiche.
Alla nostra analisi serve ricordare che trattasi di un uomo, di un docente e
professionista profondamente cattolico osservante e praticante.
Tali caratteristiche gli hanno permesso di affinare la capacità di
ragionamento, la serenità di analisi, la elaborazione di pensieri complessi
e di presentare, agli allievi nelle scuole e nelle arringhe nelle sale di
giustizia, le argomentazioni di cui era stato incaricato, con semplicità e
con le necessarie motivazioni; il tutto ingentilito con un linguaggio
elegante che fa trasparire le sue credenze politiche e religiose.
Nel 2022 dà alla stampa la pubblicazione di un libro molto interessante dal
titolo "Piersanti Mattarella - Un politico cristiano" (La Medusa editrice).
Un volume strutturato con molta maestria in quanto nel descrivere la vita di
Piersanti evidenzia i valori che hanno caratterizzato la sua formazione.
Valori che valgono oggi come ieri, poiché sono valori universali che valgono
in ogni luogo ed in ogni tempo, per cui è ovvio che Tesè descrive Mattarella
nella sua prima formazione ma si rivolge ai giovani del nostro tempo per
dare le direttive necessarie per creare una società a dimensione umana, cioè
vivibile e serena.
Nello specifico, Giovanni Tesè nel suo volume scrive: “Fede, speranza,
carità, amore, perdono, dialogo, impegno, responsabilità, pace, democrazia,
libertà, giustizia, furono sicuramente le parole che Piersanti cominciò a
pronunciare, comprendere e declinare sin da piccolo. L’amore per il
prossimo, per il bene comune, per la solidarietà, per la fraternità, per la
democrazia, per la libertà, nonché il ripudio di ogni forma di razzismo e di
violenza rappresentarono principi e valori che Bernardo e Maria Mattarella
testimoniarono responsabilmente e con piena convinzione ai loro figli. La
formazione di Piersanti trovò, pertanto, in famiglia una scuola di vita
straordinaria”.
L’autore, con adeguata bravura, descrive minuziosamente i valori che hanno
formato Piersanti, poiché sono quelli che hanno caratterizzato anche la sua
formazione; quindi nel descrivere Piersanti descrive anche sé stesso e
lancia un'icona da imitare.
Tesè utilizza una strategia descrittiva stupenda, perché la rende
stimolante, e dai contenuti attuali anche dopo 50 anni dal periodo vissuto
da Mattarella.
Tesè scrive: “Piersanti Mattarella avvertiva che la classe politica del
suo tempo era rimasta indietro rispetto alla realtà sociale del Paese reale.
Comprese che la classe dirigente cominciava a vivere in uno stato comatoso e
di chiara inadeguatezza riguardo ai problemi della Sicilia. La politica non
era più capace di dare risposte concrete alla domanda sociale e il gap tra
rappresentanti e cittadini era sempre più incolmabile. Al tempo stesso la
politica dell’etica si traduceva di fatto in forme di mercato tutt’altro che
edificanti… Mattarella, conformemente agli insegnamenti di don Luigi Sturzo,
era fortemente convinto che, specie in mancanza o, peggio ancora, a causa
della latitanza di una buona cultura e conseguentemente di una buona
politica, non poteva esserci buon governo.
Memore sempre degli insegnamenti del prete di Caltagirone, Piersanti era
consapevole che non è vero che la politica la si può apprendere senza
preparazione ed esercitare con furbastrerie, tragedie, tradimenti, calunnie,
senza competenze e svincolata da riferimenti etici e morali. Al contrario,
sapeva che la politica - la buona politica - deve presupporre una solida
formazione culturale, un serio e costante rapporto con la cultura e con le
forze vive e attive del territorio e del Paese, deve essere affidata a
persone oneste, di indubbia moralità, preparate, competenti e sagge, con
convinto e concreto spirito di servizio e con l’unico obiettivo di
combattere con sapientia cordis per il raggiungimento dell’amore sociale,
del bene comune e per il bene di tutti in egual misura”.
Anche oggi, all’inizio del Terzo millennio, ci troviamo di fronte ad una
classe politica che invece di fare riferimento alle capacità organizzative e
all’aspetto morale si occupa solo della ricerca del consenso utilizzando, a
volte, anche sistemi particolari non sempre consoni alla moralità pubblica,
credendo che i voti possano sostituire capacità, competenza e moralità.
Le conseguenze negative di questa concezione che impera, da diversi decenni,
nella nostra terra, sono visibili a tutti. Allora credo che ieri come oggi
la soluzione sia quella evidenziata da Mattarella, ossia capacità,
competenza e moralità.
Ancora oggi la politica nazionale, utilizzando un sistema elettorale
assurdo, mira a fare eleggere amici, parenti e ruffiani. Tanto è vero che
più del 50 per cento dei cittadini votanti non si reca nelle urne per
esprimere il proprio voto.
Questo stupendo pensiero espresso da Mattarella, facendo riferimento alla
missione sturziana, credo che sia anche il pensiero dell’avvocato Tesè che è
stato cosi fortunato da partecipare agli incontri che Mattarella usava
organizzare, periodicamente, per consolidare tale concetto e preparare una
ottima classe dirigente.
Per fare una analisi completa di questo volume, molto interessante, non
posso trascurare la frase in cui l’autore scrive: “Anche Piersanti
Mattarella, vincendo ogni seduzione e ogni vanità personale che gli
consentirono di eliminare qualsiasi antinomia tra fede e politica, con la
sua vita, con le sue opere ed il suo agire, con il suo servizio all’uomo e
per l’uomo, alla verità e alla giustizia, con la sua testimonianza, con la
sua incrollabile fede… e con il suo martirio, ben può essere considerato un
modello di vita, un modello profetico contro ogni male, un alto esempio di
testimone cristiano nella vita politica, un politico autentico da prendere
come punto di riferimento e come fiaccola viva e imperitura; un vero e
proprio modello di santità da imitare”.
È ovvio che questo volume prezioso e sapiente assume, adeguatamente, una
missione pedagogica e socio-politica di pregiato valore, e costituisce uno
strumento indispensabile, una guida efficace, per quei cattolici cristiani
che vogliono avvicinarsi alla politica per servire, in modo garbato,
corretto ed elegante, l’uomo, la famiglia e la società di appartenenza.
In questa mia analisi, che ritengo sia il cuore di questo pregiato volume,
voglio evidenziare che l’avvocato Tesè usa un linguaggio semplice ma molto
efficace, poiché il suo obiettivo consiste nel fare capire che gli argomenti
validi si possono evidenziare con molta semplicità.
Questo volume non è un semplice saggio o una biografia ma un’opera d’arte,
poiché descrive sapientemente la missione di un uomo credente, di un
personaggio, di un politico che per dimostrare la validità del suo pensiero
ha sacrificato la sua vita e di conseguenza quella dei suoi familiari e di
tanti amici che credevano in lui, compreso il nostro Autore.
La lettura di questo libro è cosi piacevole che si intuisce molto bene che è
stato scritto utilizzando il sapere, la conoscenza diretta del presidente
Piersanti Mattarella, ma anche il cuore ed il pathos umano poiché trattasi
di una testimonianza molto sentita e molto importante, che mira a fare
capire che alcuni concetti (capacità, competenza e moralità) sono universali
cioè valevoli in ogni tempo ed in ogni luogo, e servono per creare una
classe dirigente preparata e motivata che abbia la capacità di organizzare
la politica e l’economia, e di non fare fuggire dalla Sicilia i nostri
cervelli ossia i giovani laureati che sono in possesso di quelle competenze
necessarie che servono alla promozione umana e territoriale.
Non a caso Tesè riporta una frase pronunciata da Benigno Zaccagnini nel XIII
congresso della Democrazia Cristiana svoltosi a Roma il 18 marzo 1976 che
recita: “dobbiamo riprendere il processo di liberazione dal bisogno,
dalla mancanza di lavoro, dalla insicurezza dei singoli e delle comunità”.
Credo che l’autore, io e tanti altri intellettuali cattolici di questo
tempo, siamo pienamente convinti che questa splendida e significativa frase
non appartenga solo alla storia della Democrazia Cristiana ma a tutti quei
partiti e movimenti che si ispirano e vogliano lavorare per la promozione
umana non solo economicamente ma anche cristianamente.
Come sostiene l’illuminato vescovo Antonio Staglianò, dobbiamo riempire
l’animo dell’uomo, di questo Terzo millennio, caratterizzato
dall’ipermercato, di una nuova humanitas ed il volume di Giovanni
Tesè naviga verso questo obiettivo.
Attualità. "Per far sventolare una bandiera
si mandano al massacro milioni di persone"; di Raniero La
Valle
Raniero La Valle
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare.
*****
Uno scempio millenario.
A Zelensky che chiede sempre nuove armi, nel recente summit dell'Unione
Europea i ministri degli esteri e della difesa hanno promesso l’invio di
un milione di proiettili.
L'Inghilterra ha fatto di più, annunziando l'invio di proiettili
all’uranio impoverito. Non risulta che Zelensky li abbia rifiutati,
mentre va al fronte a vedere i carri armati tedeschi giunti in Ucraina a
combattere la Russia come fecero i panzer tedeschi che la attraversarono
per puntare su Mosca nella seconda guerra mondiale.
Intanto tornano al campo di battaglia i militari ucraini inviati in
Germania, in Inghilterra e in Italia per imparare la nuova arte della
guerra.
I proiettili ad uranio impoverito sono armi anticarro a bassa
potenzialità nucleare, come di ridotta radioattività sono le armi
atomiche tattiche rispetto a quelle strategiche.
Come ha spiegato il 23 marzo il Corriere della Sera, giornale che
sostiene la fornitura di armi all’Ucraina, l’uranio impoverito, il “DU (depleted
uranium)” causa “un aerosol micidiale che permane nell’ambiente
migliaia di anni e intossica chi lo inala o lo ingerisce, e si sospetta
che arrivi a modificare il DNA causando linfomi, leucemie e
malformazioni dei feti”.
Noi conosciamo questi effetti nei soldati italiani contaminati nelle
missioni all’estero, come in Bosnia Erzegovina e Kosovo, e sono note le
conseguenze a lungo termine delle atomiche sul Giappone; e fu per
l’orrore di quelle armi che l’Imperatore del Giappone decise di porre
termine alla guerra.
Ma qui non c’è nessun imperatore che pensa alla sorte del popolo, e non
sappiamo che cosa accadrà nella annunciata battaglia di primavera nel
teatro di guerra del Donbass, che l’Ucraina vuole riconquistare come
condizione per mettere fine alla guerra; ma se pure l’uranio impoverito
non arriverà a contaminare il resto d’Europa, certamente produrrà lo
scempio previsto e potrà permanere per migliaia di anni nella
popolazione del Donbass.
E allora perché preferire che essa muoia pur di non perderla, perché
devastarla per farla stare da una parte o dall’altra del confine?
Si vede qui tutta la nequizia, che noi già conosciamo, del nazionalismo
irredentista: per far sventolare una bandiera si mandano al macero
centinaia di migliaia (e in una guerra mondiale, milioni) di persone.
Tutto ciò mette a nudo la mistificazione di cui la povera Ucraina è
vittima. Si esalta infatti il popolo ucraino che combatte fino alla
morte (come viene celebrato in Televisione e nei collegamenti da remoto)
per la sua indipendenza e libertà, ragione per cui si rifiutano i
negoziati e il cessate il fuoco, perché, come dice Biden e sulla sua
scia dicono gli ucraini, non servirebbero ad altro che a permettere alla
Russia di riorganizzare le sue truppe per l’invasione del Paese e magari
di altri pezzi d’Europa.
Ma tutti sanno che la posta in gioco di un negoziato non è affatto
l’indipendenza, la sovranità e il rapporto con l’Europa dell’Ucraina, ma
sono la sua neutralità tra la Russia e la NATO, lo statuto definitivo
del Donbass, la fine del contenzioso sulla Crimea e la garanzia della
inoffensività della Russia.
Non è dunque per l’esistenza stessa dell’Ucraina, per la libertà e la
felicità del suo popolo che l’Ucraina è vittima di una guerra a cui non
si vuole porre fine; altri sono i moventi di ciascuno dei protagonisti:
si combatte per il dominio mondiale della coalizione atlantica, per
l’effimera gloria di un condottiero di una Patria aggredita, e grazie
alla frustrazione dell’Europa interessata più ai motori a scoppio che
alla pace.
Ma non si combatte a favore delle persone gettate nella fornace, non dei
cittadini immolati a ideali artefatti e non veri, non di un mondo che
guarda attonito alla strage ed è a rischio di una guerra planetaria.
Perciò è tempo della pace.
Letture Sponsali. "Poi
arrivano i percorsi dolorosi, le incomprensioni, i silenzi, le croci"
Nozze di Giuseppe e Maria
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
Dalla gioia alla passione alla gloria.
Il percorso quaresimale è quasi giunto al termine, in questo periodo grazie
alle sacre scritture delle domeniche di quaresima abbiamo avuto modo di
riscoprire e riassaporare le tappe che ci hanno fatto diventare cristiani.
Le letture di oggi ci fanno vivere due momenti forti, da un lato Gesù che
entra in modo trionfale a Gerusalemme, osannato e benedetto dai suoi
discepoli e dalle folle, e dall'altro lato Gesù che viene tradito,
rinnegato, deriso, umiliato, condannato ad una morte di croce.
Nonostante tutto Gesù si immola per noi, ci salva e ci redime. La sua
passione senza la risurrezione sarebbe vana, ed è questo il mistero
pasquale.
Ed ecco che Cristo diviene lo sposo e noi popolo di Dio, la sua sposa. Dallo
sposalizio di Cristo con la Chiesa, ci viene in mente il giorno delle nozze
di ciascuna coppia di sposi: l'ingresso trionfale in chiesa, i canti, i
fiori, la gioia di amici e parenti.
Ma poi arrivano i percorsi dolorosi, le incomprensioni, i silenzi, le croci,
i calvari più o meno tortuosi, le condanne (interne ed esterne alla coppia).
E lì Dio si fa prossimo a noi, "Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato", invochiamolo, lui è il nostro sostegno, il legno della nostra
croce.
Dopo lo smarrimento, il peccato, cosa c'è? La fine di un amore? Se fosse
solo umano la risposta sarebbe certamente si, ma siamo sposi in Cristo, e se
con lui siamo stati crocifissi con lui risorgeremo.
Solo così le nostre morti diventano occasione di resurrezione e di nuova
vita, per noi, per il nostro coniuge e per la nostra relazione.
Vera e Francesco
Attualità. "Agrigento
Capitale della Cultura 2025:
è importante fare rete";
di Antony Agnello
Antony Agnello
Attualità. "Agrigento
Capitale della Cultura 2025:
è importante fare rete";
di Antony Agnello.
Ebbene sì, Agrigento è stata proclamata capitale della cultura 2025!
Finalmente il nostro territorio trova riconoscimento per le sue splendide
bellezze e per la sua storia millenaria.
Agrigento ha dato i natali a personaggi famosi sia nell'antichità che in
tempi recenti.
Fra gli antichi, il più famoso è il filosofo Empedocle (V sec. a.C.), il
quale partecipò attivamente alla politica dell'antica Akragas, contribuendo
al rovesciamento dell'oligarchia creatasi in seguito alla fine della
tirannia.
Fra i personaggi moderni più illustri, invece, Luigi Pirandello gioca un
ruolo centrale. Egli è senza ombra di dubbio uno degli scrittori più
importanti della letteratura italiana, capace di rinnovarne le forme ed i
generi.
Tuttavia non bisogna dimenticare altri artisti e personaggi di spicco della
provincia, da Sciascia a Camilleri, da Francesco Crispi a Rosa Balistreri.
Pertanto, questo riconoscimento appartiene ad ognuno di noi. Rappresenta
anche un nuovo inizio, fatto di collaborazione, impegno e sviluppo del
territorio.
Sicuramente anche Grotte potrà beneficiare di tale successo.
A tal fine, è importante fare rete, creare eventi ed attrazioni in grado di
rendere la nostra comunità un luogo turistico di tutto rispetto. Noi ci
siamo già messi all'opera, unisciti!
Ad maiora semper!
Politica. "Attentato di Via Rasella: lo
'storico' La Russa ribadisce una falsità già condannata"; di Nicola Morra
Nicola Morra
Politica. "Attentato di Via Rasella: lo 'storico' La Russa ribadisce una
falsità già condannata"; di Nicola Morra.
Lo "storico" La Russa, ora Presidente del Senato, ribadisce una falsità già
punita dalla Corte di Cassazione una quindicina di anni fa.
"Banda musicale di semi o quasi pensionati", così lo storico aveva definito
il reparto germanico fatto oggetto dell'attentato di Via Rasella del 23
marzo 1944.
Bene, con sentenza 17172 del 6 agosto 2007 la Corte di Cassazione
così si esprimeva: ".... inoltre, secondo quanto riferito nel giornale,
la compagnia del reparto Bozen sarebbe stata composta da vecchi militari,
disarmati. Al contrario non era in alcun modo stata contrastata la
affermazione del Bentivegna che si trattava di soggetti pienamente atti
alle armi, di età ricompressa tra i 26 ed i 43 anni e che gli stessi erano
dotati di sei bombe e di "machine pistolen" con le quali i sopravvissuti
all’esplosione avevano rivolto il fuoco verso gli edifici della strada;
3. il giornalista aveva sottolineato che il battaglione era formato
interamente da cittadini italiani, mentre facendo parte dell’esercito
tedesco, i suoi componenti erano sicuramente altoatesini che avevano optato
per la cittadinanza germanica...".
Il giornalista Chiocci, Vittorio Feltri in qualità di Direttore responsabile
de Il Giornale e la società Europea di Edizioni s.p.a. nel 2003 risultano
già condannati per diffamazione avendo propalato informazioni storicamente
infondate sull'attentato di via Rasella.
Evidentemente non basta.
Pasqua 2023. Albero della cuccagna (per la
domenica di Pasqua): cercasi squadre di arrampicatori
Manifesto
Pasqua 2023. Albero della cuccagna (per la domenica di Pasqua): cercasi
squadre di arrampicatori.
In occasione delle festività pasquali, il Comune di Grotte, in
collaborazione con l'Associazione Sportiva Dilettantistica "Gli acrobati
della cuccagna" di Fonte Prealpi Villa D'Almé in provincia di Bergamo
(campioni italiani in carica), organizza per il pomeriggio di domenica 2
aprile 2023 un Albero della cuccagna. La manifestazione si svolgerà
in Piazza Marconi a partire dalle ore 17.00.
A tale gara possono partecipare le squadre locali di arrampicatori
amatoriali e non professionali. L'altezza del palo è di 8,50 metri. La
partecipazione è gratuita. Per l'iscrizione è possibile rivolgersi
all'Ufficio Cultura del Comune di Grotte.
Dialoghi. "Chi è di Destra? Chi è di
Sinistra?"; di
Giuseppe
Castronovo
Intervento del dott.
Giuseppe Castronovo.
Ancora una volta le categorie politiche Destra/Sinistra ci hanno offerto lo
spunto per un dibattito al Circolo della Concordia sull’argomento che in
questi giorni domina in quasi tutti i giornali: l’approvazione da parte
della Commissione Europea dell’utilizzo della farina di grillo per usi
alimentari. L’argomento poi è diventato di dominio pubblico dopo
l’intervento dell’on. trentina di Fratelli d’Italia Alessia Ambrosi che,
ispirandosi al noto brano “Destra - Sinistra” dell’artista milanese Giorgio
Gaber, si è definita “tipa di destra” perché, da amante delle nostre
tradizioni alimentari, rifugge la farina di insetti amata, invece, dai “tipi
di sinistra”.
Giuseppe Castronovo
"CHI È
DI DESTRA? CHI È DI SINISTRA?
UN GIORGIO GABER D’ANNATA AGGIORNATO DALL’ON. ALESSIA AMBROSI"
-
Totò: Amici, era il 1994 e l’artista milanese, il compianto Giorgio Gaber,
con il suo brano “Destra - Sinistra” ci deliziava dandoci alcune indicazioni
sui caratteri e sui differenti valori e stili di vita cui si ispirano coloro
che militano a sinistra o che simpatizzano per la destra.
- Ambrogio: Ricordo che il prof. Vezio tempo addietro illustrò alcune di
queste differenze evidenziate dal Gaber:
“I collant sono quasi sempre di sinistra.
Il reggicalze è più che mai di destra.
Una donna emancipata è di sinistra.
Riservata è già di destra.
Ma un figone resta sempre un’attrazione
che va bene per sinistra e destra”.
Anche il Papa ultimamente è un po' a sinistra.
- Nenè: Amici, ricordo bene anch’io! Ma a che proposito riprendiamo questo
discorso?
- Totò: Ricordo ancora agli amici come quella volta il prof. Vezio
evidenziasse trattarsi di termini sempre attuali per la loro capacità di
rappresentare la non sempre comprensibile complessità della società e della
politica italiana. E proprio stamane, qui al Circolo, sempre il prof. Vezio
mi riferiva di alcune recenti dichiarazioni dell’on. trentina Alessia
Ambrosi con le quali evidenzia come dietro ai termini Destra e Sinistra vi
siano anche differenti stili di alimentazione.
- Santo: Proporrei, vista la rilevanza del tema, di dare la parola al prof.
Vezio per illustrarci l’opinione di questa Parlamentare trentina.
- Vezio: Se ricordate bene, amici miei, l’altra volta evidenziavamo come a
caratterizzare l’appartenenza agli ideali di destra o di sinistra fosse
l’atteggiamento assunto dai genitori nei confronti degli insegnanti dei
propri figli:
- quello di sinistra che si rivolge al Maestro
con un sonoro vaffa e talvolta con qualche bel ceffone;
- quello di destra, il cui figlio saluta il sig.
Maestro entrato in classe con un cordiale 'buon giorno sig. Maestro'.
- Santo: Ricordo bene anch’io!
- Vezio: Questa volta invece il pomo della discordia fra i due schieramenti
è rappresentato dall’alimentazione.
- Nenè: Prof., ci sta parlando di “pomo della discordia”; le chiedo: cosa è
successo?
- Vezio: Succede che la Commissione Europea il 5 gennaio 2023 autorizza
l’utilizzo a scopi alimentari della farina di grillo nei Paesi facenti parte
dell’Unione; e la disposizione è entrata in vigore il 24 gennaio 2023.
- Franco: Scusi l’interruzione: in quali cibi potrà essere presente la
farina di grillo?
- Vezio: Hai fatto bene, opportuna l’interruzione! Potrà essere utilizzata
per la produzione di alcuni alimenti base per la nostra quotidiana
alimentazione quali pane, pasta, grissini, biscotti, pizza, cracker,
cioccolata ed altri ancora. Potrà essere utilizzata anche per la produzione
della birra. Il provvedimento europeo anche questa volta ha diviso sinistra
e destra in due schieramenti contrapposti: la sinistra, che affronta
l’argomento in una prospettiva futura, è favorevole e lo approva motivando
così la sua decisione: “fra qualche decennio la popolazione mondiale
raggiungerà i 10 miliardi di individui per sfamare i quali mancheranno le
risorse necessarie. Con questa motivazione approva il provvedimento in
quanto teso alla ricerca di nuove e alternative fonti di nutrimento per
evitare che qualche miliardo di persone si ritrovi a morire di fame; la
destra invece si oppone alla Direttiva europea considerando l’utilizzo della
farina di grillo nella produzione alimentare:
- in contrasto con la secolare tradizione alimentare
italiana;
- un grave danno economico per il Made in Italy in
generale e un ulteriore nuovo fraudolento attacco al nostro settore
agro/alimentare in particolare: chi non ricorda il problema delle quote
latte degli anni passati e il più recente attacco alla nostra storica
cultura vitivinicola col tentativo di imporre l’etichettatura delle
bottiglie di vino con la dicitura che nuoce alla salute;
- un’operazione ispirata da inconfessabili interessi di
gruppi economico-finanziari che hanno lavorato dietro le quinte per
danneggiare la nostra economia.
È questo il quadro in cui si è da ultimo inserita l’on. di Fratelli d’Italia
la trentina Alessia Ambrosi, la quale con un tweet nel quale, distinguendo
tra “Tipi di sinistra” e “Tipi di destra”, scrive: “Tipi di destra:
amanti delle tradizioni, del buon cibo, di un calice di vino. Tipi di
sinistra: adoratori di farine di insetti. Ecco perché sono una tipa di
destra”.
Non potrà sfuggirvi lo stile gaberiano cui ricorre l’On. Ambrosi nel suo
tweet. Ancora una volta il nostro Giorgio Gaber fa centro e ispira, a
distanza di trent’anni, questa nuova classificazione tra “tipi di destra” e
“tipi di sinistra”.
Politica. On. Marchetta:
"Un meritato riconoscimento per la Città di Agrigento"
On. Serafina Marchetta
On. Marchetta:
"Un meritato riconoscimento per la Città di Agrigento".
"Un
meritato riconoscimento per la Città di Agrigento che premia la sua
cultura e millenaria storia.
Un traguardo che deve farci riflettere sulle potenzialità della nostra
terra.
Oggi è una vittoria anche per tutta la Sicilia.
Agrigento Capitale della Cultura per il 2025 è l'occasione giusta per
rilanciare il nostro territorio provinciale sotto il versante
socio-culturale ed economico; un territorio spesso inserito nelle ultime
classifiche per diverse problematiche.
Oggi occorre essere tutti uniti e prepararci con impegno e
responsabilità per riscattare - con questo importante riconoscimento -
Agrigento.
Nel festeggiare con gioia lancio l'idea di unire tutte le forze
politiche creando un gruppo informale interparlamentare di tutti gli
eletti del territorio, per promuovere tutte le sinergie possibili per un
grande appuntamento culturale che deve vederci tutti impegnati".
On.
Serafina Marchetta
Deputato Segretario
Assemblea Regionale Siciliana
Pasqua 2023. Personaggi ed
interpreti (adulti e ragazzi) delle rappresentazioni della Settimana Santa
a Grotte
Pasqua 2023
Pasqua 2023. Personaggi ed
interpreti (adulti e ragazzi) delle rappresentazioni della Settimana Santa
a Grotte.
Con la Domenica delle Palme,
domani 2 aprile 2023, prendono il via gli appuntamenti che vedono impegnati i
giovani dell’Associazione Gruppo dei Giudei “Andrea Infantino”, per le
rappresentazioni
della Settimana Santa a Grotte: “L'Ingresso di Gesù a Gerusalemme”, “L'Addio
tra Gesù e Maria”, “L’Ultima Cena”, “L’Arresto di Gesù”, il “Rinnegamento di
Pietro” e la “Morte di Giuda” (al termine, nel giorno del Giovedì Santo, la processione dell'urna con il simulacro del Cristo
in deliquio, senza la corona di spine, dalla chiesa madre al Calvario), “Processo e
condanna di Cristo”, “Li Caduti”
(tradizionale reinterpretazione della via crucis) “Li Rieciti” (nella sera
del Venerdì santo, al Calvario, a cui farà seguito la
processione dell'urna con il simulacro del Cristo morto, dal Calvario alla
chiesa Madre), "La
Risuscita" (in chiesa Madre, durante la Veglia di Pasqua), “L'Incontro tra
Maria e il Risorto”.
Questi i nomi dei personaggi e degli interpreti delle “Recite”:
Manifesto
Gesù -
Alessio La Mendola
Pietro - Fabrizio Lazzaro
Giovanni - Giovanni Boscarino
Giacomo - Ignazio Zaffuto
Giuda - Salvatore Infantino
Centurione - Giuseppe Costanza
Stelle - Fabio Vizzini
Rubinit - Giovanni Uccello
Putifar - Maurizio Neglia
Nizec - Giovanni Agnello
Caifas - Giuseppe Messina
Malco - Michelangelo Vizzini
Rabam -
Salvatore Cipolla
Misandro - Fabio Cipolla
Longino - Domenico Crirninisi
Pilato - Antonio Maida
Quintilio - Antonio Vella
Giuseppe - Antonio Carlisi
Nicodemo - Giovanni Carlisi
Maria - Loyde Puma
Maddalena - Noelia Cimino
Veronica - Pamela Capraro
Simon Lebbroso - Emanuel Castelli
Celidio - Gaetano Agnello
Barabba
- Giuseppe Cimino
Cireneo - Gero Miceli
Nitor - Salvatore Terrana
Darei - Giuseppe Morreale
Abra - Simone Puma
Soldato romano - Flavio Sanfilippo
Soldato romano - Simone Puma
Soldato romano - Gaetano Agnello
Soldato romano - Francesco Fantauzzo
Pia donna - Antonella Agnello
Pia donna - Giorgia Ingrascì
Pia donna - Mara Sanfilippo
La sera
della Domenica delle Palme i ragazzi dell’Associazione Gruppo dei Giudei “Andrea Infantino”
metteranno in scena “L’Ultima Cena” e “Li Rieciti”, seguendo lo stesso
testo e con la teatralità propria degli interpreti adulti.
Questi i nomi dei personaggi e degli interpreti delle “Recite” dei
ragazzi:
Manifesto
Gesù -
Gabriele Buggea
Pietro - Alfonso Vizzini
Giovanni - Angelo Carlisi
Giacomo - Mattia Vitello
Giuda - Cristian Puma
Giovinetto - Salvatore Kessler
Giuseppe - Luca Fucà
Nicodemo - Calogero Cutaia
Centurione - Fabio Morreale
Maria -
Carla Vizzini
Veronica - Sara Infantino
Maddalena - Greta Lombardo
Angelo della Speranza - Giulia Bonsignore
Angelo del Perdono - Giulia Bonsignore
Angelo della Fede - Maria Francesca Culmo
Angelo dell'Amor Divino - Giorgia Romito
Pentimento - Giulia Vitello
Presentatrice: Annamaria Cavallaro
Oltre all’Associazione Gruppo dei Giudei
“Andrea Infantino”, un ruolo importante nelle manifestazioni della Settimana
Santa a Grotte è svolto dal gruppo dei
"Lamentatori - Gioacchino Ciraolo" che, intonando le
antiche melodie pasquali durante le processioni, accompagnano i momenti più significativi della Pasqua grottese.
Attualità. "Agrigento
Capitale della Cultura 2025";
di Enzo Napoli
Enzo Napoli
Attualità. "Agrigento
Capitale della Cultura 2025";
di Enzo Napoli.
Avete presente una Ferrari Testarossa? Agrigento si presenta così, in tutto
il suo splendore.
Il problema è che siamo in tanti a pensare che dentro la splendida
carrozzeria che oggi ottiene un riconoscimento importante e prestigioso, ci
sia non il motore originale prodotto a Maranello, ma quello di una vecchia
Ritmo diesel.
Quali che siano le argomentazioni portate a supporto della candidatura e le
dinamiche politiche che hanno convinto la commissione ministeriale, ci sono
verità che bisogna tenere in considerazione per evitare che una grande
opportunità si trasformi nel più pernicioso boomerang della storia.
Gli agrigentini continuano a rimanere, nell'essenza, quelli che Pirandello
racconta, con cognizione di causa, ne "I vecchi e i giovani". A parte poche
straordinarie eccezioni e geniali personalità, rare sono state le occasioni
in cui quella città abbia saputo dare esempio di impegno collettivo e
solidale per valorizzare al meglio le eccellenze che la natura e la storia
le hanno generosamente donato.
Ogni anno, da decenni, la Sagra del Mandorlo in fiore, evento più rinomato
della città, ad esempio, ripete lo stucchevole rituale di polemiche infinite
ed approssimazioni organizzative che la dicono lunga sull'approccio ad
occasioni del genere.
Altre storiche e brillanti iniziative, come la Settimana pirandelliana
ideata dal grande professor Lauretta, per ricordarne una, hanno conosciuto
epiloghi poco lusinghieri.
Poco, di quello che talvolta emerge di utile e significativo, sopravvive al
disfattismo e all'individualismo che affossano quella realtà.
Altra cosa, per chi conosce uomini e fatti, è il comprensorio agrigentino,
che gode di ben altra tenacia e concretezza. Tant'è che, per fortuna, il
capoluogo ha beneficiato tantissimo, anche in questa occasione di "paesani"
(come con una buona dose di snobismo veniamo definiti quelli dei paesi
vicini), che si sono dannati l'anima pur di affermare progetti di esemplare
levatura.
Alla gioia, legittima e festosa, dell'annuncio, ci sentiamo di consigliare
venga aggiunta una buona dose di umiltà e consapevolezza, la capacità e la
volontà di sostituire al vecchio motore diesel della lenta burocrazia, della
mediocre classe politica, della scarsa vocazione imprenditoriale, della
continua diffidenza verso ogni cosa che funziona, il dodici cilindri della
trasparenza e della compartecipazione, dell'ascolto e del recepimento di
ogni energia e contributo di tanti, consapevoli che questo treno può portare
lontano, ma che assolutamente va preso in tempo.
Perché è certo che un'occasione del genere, per Agrigento e per la sua
provincia, non si riproporrà a breve.