Grotte.info Quotidiano -
Novembre 2009 |
30/11/2009 |
Speciale "Martoglio" 2009. "Nessuno
è profeta in patria",
di Carmelo Arnone |
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Servizi video:
Rai 3
Teleacras
Telepace
TV Europa |
Sono trascorsi
oltre due mesi dalla 7^ edizione del Premio Letterario “Nino Martoglio”.
Spenti i riflettori, calato il sipario e sopiti gli animi è il tempo
opportuno per parlarne con serenità.
Chiariamo subito qualche punto.
E’ stato un grande successo di pubblico - lo testimonia ampiamente la Piazza
Umberto I gremita come non mai -, e questo non è in discussione.
Si avvale di una Giuria di altissimo livello culturale - tra i più grandi
sicilianisti viventi - (e della preziosa e qualificata collaborazione del
Critico Cinematografico Gregorio Napoli), e questo non è in discussione.
La sua realizzazione è dovuta alla capacità creativa ed organizzativa del
suo ideatore e direttore: Aristotele Cuffaro; e questo non è in discussione.
De resto, possiamo pure parlarne.
Che il Siciliano sia anche una lingua colta è ormai assodato, apertamente
riconosciuto in tutti gli ambienti accademici e letterari; se qualcuno non è
d’accordo: pazienza.
Questo Premio di poesia dialettale, tra i più importanti nel panorama
letterario regionale, implicitamente mette in rilievo il nostro paese,
Grotte, rendendolo, per un paio di settimane ogni anno, “capitale” della
madre lingua della nostra regione.
A parlarne male si fa presto, però poi ciascuno non può resistere alla
tentazione di esserci, magari con un posto in prima fila. Cambiare idea è
legittimo; qualche volta addirittura auspicabile.
Si può non condividerne l’impostazione, criticarne l’organizzazione eppure
avere il piacere di stringere la mano ai poeti.
Si può cercare di ostacolarne la realizzazione con ogni mezzo, anche
politico, ma poi essere lieti di farsi fotografare insieme agli ospiti della
manifestazione.
Si può rimanere arroccati su posizioni di pregiudizio ma poi complimentarsi
con il vincitore del contratto editoriale.
Il Premio, che rende onore alla nostra cittadina, è anche questo.
Anno dopo anno si arricchisce sempre più, con nuove iniziative e nuovi
graditi ospiti la cui presenza, è innegabile, contribuisce notevolmente a
richiamare l’attenzione del pubblico.
Che vi siano detrattori pronti ad argomentare fantasiose illazioni, per una
manifestazione con queste caratteristiche direi che è fisiologico. Il detto
"nessuno è profeta in patria" vale non solo per le persone.
Carmelo Arnone
30 novembre 2009
© Riproduzione riservata.
Pubblichiamo, a fianco, i servizi televisivi sul Premio trasmessi da Rai 3
Sicilia, Teleacras, Telepace e TV Europa. |
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30/11/2009 |
Speciale "Martoglio" 2009. "La
poesia in dialetto nell'era della globalizzazione",
di Domenico Criminisi |
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Intervento del Prof. Domenico Criminisi, Assessore alla
Cultura del Comune di Grotte, alla 7^ edizione del Premio "Nino Martoglio".
Il progresso scientifico e tecnologico dei nostri tempi ha
proiettato il mondo verso grandi ed epocali cambiamenti che lasciano sempre
meno spazio alla letteratura ed alla poesia in particolare. Diventa sempre
più attuale, perciò, il monito di Ada Negri, una poetessa del secolo scorso
che diceva: “un mondo senza poesia è un mondo senza futuro”.
Ed in questa serata in cui celebriamo la cerimonia conclusiva del
premio di poesia dialettale “Nino Martoglio” non possiamo non esprimere
gratitudine ai poeti, a tutti coloro che lavorano o comunque si adoperano
affinché il mondo conservi la sua anima.
Non possiamo non esprimere gratitudine ad Aristotele Cuffaro,
poeta, commediografo, attore, che al premio “Martoglio” lavora
quotidianamente, che allo studio della poesia e del dialetto siciliano
dedica ogni giorno dell’anno, con impegno, dedizione, professionalità.
Ma il suo lavoro sarebbe incompleto, quasi monco senza la
collaborazione che egli riceve con altrettanto impegno e professionalità da
quanti gli sono vicini: mi riferisco in particolare ai componenti della
Giuria che ringrazio tutti non solo per il contributo che danno alla
crescita culturale di Grotte, ma anche e soprattutto per quel che fanno
quotidianamente in quanto insegnanti, poeti, scrittori, attori, editori per
la diffusione della cultura e civiltà siciliana, per la salvaguardia del
dialetto siciliano che, ahimé, come tutti gli altri dialetti, insidiati dal
processo di omologazione alla cultura nazionale e sottoposti allo scontro
con il fenomeno della globalizzazione, sembrano avviati verso una
irrimediabile rovina.
I dialetti, in quanto
espressione di una civiltà non più in accordo con le forme di vita, con i
costumi, con i bisogni delle comunità - privi perciò dell'ambiente, del
riscontro nella realtà - presto si corrompono, diventano incapaci di vita
autonoma, tendono a morire.
Ma oggi abbiamo chiara un’altra seria minaccia,
costituita dall’avanzata devastante dei linguaggi gergali e tecnologici,
informatici e di telecomunicazione, che tendono a creare nuove forme
espressive alle quali gli idiomi nazionali e le parlate locali sembrano
opporre una resistenza sempre più debole.
Se si presta, infatti, un po’ d’attenzione a come si
esprime la gente per strada, ci si render conto che il lessico dialettale si
è come diradato, stemperato in cadenze e modismi fonici che rivestono di una
semplice patina dialettale un linguaggio nazionale talvolta rozzo e
imbarbarito; si assiste anche ad una mescolanza arbitraria e casuale di
parole in dialetto e parole in lingua, mescolanza che varia da individuo a
individuo in funzione del livello culturale e del maggiore o minor grado di
conoscenza che ciascuno ha delle parole dialettali.
Il quadro appare ancora
più complesso se si pone mente alla circostanza che questi sono tempi in
cui, come già accennato, anche la lingua nazionale subisce continui
attacchi alla propria integrità, se non alla propria identità, sulla spinta
di nuovi scenari politici, economici e soprattutto tecnologici di livello
mondiale.
I dialetti, sono quindi
destinati a morire?
Sembrerebbe, invece, che proprio l’abuso dei linguaggi gergali,
tecnologici e informatici, introdotti soprattutto da internet, per una
inconscia resistenza all'appiattimento e alla standardizzazione, per un
bisogno di recupero della schiettezza originaria in opposizione alle spinte
adulteranti della massificazione, ha rilanciato la difesa degli idiomi
nazionali e, ancor di più, dei dialetti.
Come mai?
Il dialetto, malgrado tutto, viene ancora visto come
una lingua portatrice di un bagaglio di tradizioni, la lingua materna sulla
quale, successivamente, si sono sovrapposte le altre.
Nell’era della globalizzazione anche del linguaggio, nell’era
dell’inglese, idioma universale, si conserva inconsciamente la
consapevolezza che il dialetto, qualsiasi dialetto, significa protezione e
conservazione delle radici e della cultura di chi lo parla; si riscoprono,
quindi, le lingue locali, quelle legate a un determinato territorio, che
rimandano ad un lessico familiare d’altri tempi, alla memoria
collettiva, alla riscoperta della nostra storia e di un mondo dai confini
“meno ampi”.
Non ci si illude,
ovviamente, di poter restaurare e tenere in vita il dialetto e mantenere le
forme di vita tradizionale dei nostri paesi; non lo pensano nemmeno quei
politici del nord-est che chiedono con insistenza l’introduzione dello
studio del dialetto nelle scuole. Essi strumentalizzano questa aspirazione
delle popolazioni alla ricerca delle proprie radici, della propria storia
per blindare il loro territorio, per trarne benefici politici o per ragioni
di puro campanilismo.
Quando si parla quindi, di recuperare il dialetto, di
valorizzarlo, non si parla di volerne introdurre l’uso generalizzato nella
vita quotidiana ma, piuttosto, di recuperare e conservare quella
testimonianza viva di una cultura e di una umanità, di sentimenti e
sensazioni di cui solo il dialetto è portatore. E questo, se non è possibile
realizzarlo attraverso il dialetto quotidianamente parlato, è certamente
possibile realizzarlo per mezzo della poesia.
Assistiamo, perciò, da una parte ad un continuo
assottigliamento del nostro dialetto, di tutti i dialetti parlati a casa o
per strada, al loro imbarbarimento, alla pianificazione della parlata anche
tra regione e regione; in altre parole ci siamo avviati ad un processo di
globalizzazione linguistica al punto che, in un breve volgere di generazioni
si teme che si possa perdere non solo l’amore per le proprie radici
linguistiche ma addirittura la capacità di comprendere il dialetto ed i suoi
capolavori letterari. Dall’altra parte, però, assistiamo, per un fenomeno
compensativo, ad una sempre più rigogliosa produzione di poesia dialettale
che ha profondamente ridimensionato i pregiudizi e le incomprensioni che
storicamente hanno gravato sulla letteratura in dialetto, tanto che la
completa pariteticità della poesia in dialetto con quella in lingua,
sostenuta da tempo dalla critica più agguerrita, si è andata man mano
universalizzando fino ad essere divenuta ormai acquisizione inconfutabile al
punto che la poesia dialettale è riuscita ad inserirsi in quei circuiti
editoriali di prestigio da cui era sempre stata esclusa, contendendo alla
poesia in lingua l’attenzione di un pubblico non solo regionale, ma anche
nazionale o internazionale.
Questo è ciò che auguriamo di cuore alle poesie del nostro amico
Aristotele Cuffaro, a tutti i poeti, numerosissimi, che hanno partecipato al
Premio Martoglio ed in particolare ai tre poeti selezionati, Piero Carbone,
Giovanna Vindigni e Mario Bonanno Conti. A loro auguriamo, cioè, che
possano, attraverso le loro poesie, veicolare nel resto d’Italia e nel
mondo, la cultura, le tradizioni, la bellezza della nostra lingua e della
nostra terra.
Ed in questo intento, quest’anno, Aristotele Cuffaro e gli altri
poeti ricevono una grossa mano di aiuto dai due premiati speciali: il duo
comico Ficarra e Picone e la ditta dei fratelli Mancuso: i primi con la loro
arte, i secondi con i loro prodotti contribuiscono notevolmente alla
diffusione della sicilianità.
Grazie a loro per questo
ma anche per la loro presenza a
Grotte.
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L’assessore alla Cultura
Prof. Domenico Criminisi |
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30/11/2009 |
Speciale "Martoglio" 2009. "Quando
il dialetto ispira i poeti",
di Gregorio Napoli |
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E' stato festeggiatissimo
Valentino Picone che - senza Salvo Ficarra, coinvolto in un altro impegno -
ha presenziato alla cerimonia di chiusura della 7^ edizione del "Premio di
poesia dialettale Nino Martoglio".
La Piazza Umberto I, davanti al Palazzo Municipale, era
gremita, i ragazzini e le fanciulle imploravano autografi, le telecamere
ondeggiavano tra la folla, i flash dei fotografi saettavano emozioni ed
immagini a futura memoria. Picone ha intrattenuto gli spettatori con la
solita verve, ma il confronto si è poi esteso a Baarìa, alla
partecipazione (definita fondamentale) all'opera di Giuseppe
Tornatore ed alla vibrante iniezione creativa data al già esangue cinema
italiano.
Sia il direttore artistico Aristotele Cuffaro, sia
l'assessore comunale alla Cultura Domenico Criminisi, hanno tratto spunto
per ribadire la priorità della "lingua nativa" nella riscoperta di valori
culturali, etnici, intellettuali. "Tornare alla proprie radici proprio
mentre impazza l'età degli sms", si udiva da più parti. Criminisi, in
particolare, ha delineato le responsabilità della comunicazione tecnologica,
che "sta imbarbarendo il dialogo fra i giovani", ed ha rivendicato il ruolo
del dialetto come espressione di civiltà".
Si era, dunque, nel cuore del "Martoglio", consesso
letterario dedicato al giornalista e commediografo, non a caso autore - e
Valentino Picone ha ascoltato con interesse - del primo film realista,
Sperduti nel buio (1914), purtroppo "smarrito" durante la seconda guerra
mondiale e dichiarato "introvabile" dai molti studiosi che l'hanno cercato.
Il Presidente della Giuria Tommaso Romano (giubilato
anche lui per il 40° anniversario della sua milizia letteraria) ha letto i
finalisti della 7^ edizione: Piero Carbone ("Venti di sicilinconia"),
Giovanna Vindigni ("Siritina ri stati") e Mario Bonanno Conti ("Staciuni").
Finalisti, e non vincitori, anche se il lauro più importante, ossia un
contratto di edizione, è stato assegnato a Carbone. Dal palcoscenico, il
ritratto di Nino Martoglio campeggiava. Sulla pergamena era riprodotta la
sua firma: "siatene degni" sembrava suggerire ai posteri, poeti o cineasti.
L'occasione è stata ghiotta per discettare su Non
bruciate le carte, agile volume dedicato alla produzione di Tommaso
Romano, dal 1980 ad oggi (Prova d'autore, Euro 10,00). Altro che frammenti,
come li definisce Romano, tirandosi dietro l'attenta curatrice del libro
Maria Patrizia Allotta. Le Carte sono la testimonianza di un luminoso
percorso tra Parola, Idea e Palpito religioso. Una summa di pensieri
ed apoftegmi, i quali spaziano dall'Universo al Verso, con una di quelle
interiezioni care a quel finissimo scrittore che è Romano. Alla ricerca
dell'Arte, purché imbrigliata nell'alveo dello stile. E con un'esposizione
encomiabile per limpidezza di stesura, sì da colpire il lettore ammaliato -
scrive Marcello Veneziani nella prefazione - da "finale armonia".
In tempi bui, come quelli attuali, leggere Tommaso
Romano è un conforto; diciamo meglio un'esaltante avventura dello spirito. |
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Gregorio Napoli |
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28/11/2009 |
Comune. "L'Ufficio di
Presidenza come una democrazia sudamericana",
comunicato di "Uniamo Grotte" |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Il gruppo di Minoranza resta ancora sull’Aventino.
Dopo le reiterate proteste da parte dei 12 Consiglieri e l'abbandono
dell’aula consiliare in data 18/11/09, i Consiglieri di Minoranza per
protesta non hanno partecipato alla seduta di Consiglio Comunale svoltosi il
25 u.s., vista la scarsa sensibilità da parte del Presidente del Consiglio,
che in barba ai regolamenti comunali e in grave violazione del TUEL (Testo
Unico Enti Locali), continua a scambiare l’alta carica dell’Ufficio di
Presidenza come una democrazia sudamericana". |
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Gruppo
Consiliare
UNIAMO GROTTE |
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28/11/2009 |
Politica. "Città Futura"...
un progetto cha ha già fallito; di Gaspare Bufalino |
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Giovedì 26 novembre 2009,
leggo su facebook: «Nasce a Grotte un'Associazione Civica che unisce quanti
intendono contribuire alla rinascita civile, economica, sociale e
democratica della nostra città».
Commento subito la notizia, che mi lascia amareggiato
perché conosco il progetto. Un progetto nato su basi aritmetiche, di
convenienze elettorali o elettoralistiche, che ha già fallito.
Ho partecipato attivamente alla costituzione del
“cartello elettorale” del 2008 “UNIAMO GROTTE”, forse inizialmente ho dato
più una mano perché non si facesse ma considerato che “non si sono volute
fare le primarie” e “si è imposto il candidato Sindaco” contro la volontà di
buona parte dei partecipanti alle assemblee (ci sono dei documenti e
dichiarazioni dell’epoca che accertano quanto virgoletto) è stata una
manovra ECCEZIONALE, se valutiamo le presenze in Consiglio Comunale: su 14
consiglieri comunali solo uno è dichiaratamente del PD (il prof. Diego
Castronovo - eletto e tesserato).
Dopo il grande successo di ELIMINARE il centrosinistra
a Grotte, in preda alla follia, stanno continuando in questo percorso che mi
chiedo dove porterà: diventeremo tutti democristiani? Niente di male, l’alta
moralità intellettuale della prima repubblica forse sarebbe utile per
riportare tutto alla normalità, perché adesso normale non è!
Il fallimento dell’esperienza Orlando, non è da
imputare all’ex Sindaco. C’era una coalizione che non ha retto alle
ingiustizie, alle promesse non mantenute, alla poca trasparenza e ai
ricatti. Di tutto ciò è stato vittima politicamente solo Giacomo Orlando e
poi l’intera comunità. I “politici” sono ancora tutti là, in prima fila, gli
stessi.
Oggi, omettendo responsabili e responsabilità, si
invita a contribuire alla rinascita civile, economica, sociale e democratica
della nostra città!!! Ma la rinascita civile, sociale e democratica nasce
dalle persone.
Mi si ripete sempre più frequentemente una cosa falsa:
«a Grotte non c’è più nessuno e i giovani non vogliono sentire parlare di
politica»! Poverini, hanno tutto il peso di una intera comunità sulle loro
spalle, i nostri politici della terza età: è la scusa di chi non vuole fare
passi indietro, di chi si reputa indispensabile, di un imbecille. Chi me lo
dice è inconsapevole del fatto che Grotte è piena di giovani (e “giovani
quarantenni”) in gamba, che hanno piena consapevolezza di dove vivono e come
è stata male amministrata la cosa pubblica in questa terra, da coalizioni
sia di destra che di sinistra.
Forse non vogliono avere a che fare con Voi, ve lo
siete chiesto?
Come ho già scritto nel commento su facebook, la
presentazione di questo movimento civico sarà la scintilla utile a fare
nascere Altro e forse sarà un bene!
Buon Natale. |
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Gaspare Bufalino |
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27/11/2009 |
Politica. "Città Futura",
nuova associazione politico-culturale |
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Manifesto |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Domenica 29 novembre alle ore 17.30 presso la
sede di Piazza Marconi si terrà un incontro per dare vita all'Associazione Politico-Culturale "Città Futura".
L'iniziativa, ideata da un gruppo di giovani, donne, liberi cittadini
socialmente impegnati, nasce per consentire l'aggregazione di tutte quelle
donne e uomini che hanno a cuore lo sviluppo della nostra Città.
La cittadinanza è invitata a partecipare". |
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27/11/2009 |
Sport. Il nuovo sito della
ASD Grotte |
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Vedi il sito |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Ciao Carmelo,
volevo comunicare ai lettori di Grotte.info Quotidiano ed a tutti gli
sportivi che seguono il calcio grottese che il sito GrotteCalcio.it non è
più disponibile in rete; il nuovo sito della nuova Associazione Sportiva
Dilettantistica (A.S.D.) GROTTE, compagine che milita in 3^ Categoria Girone
A, è il seguente: http://GrotteCalcio.Spaces.Live.com.
Grazie sempre per la tua disponibilità".
Giuseppe Agnello |
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27/11/2009 |
Poesia. "Sorgente d'amore",
di Antonino Causi |
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Riceviamo e pubblichiamo.
SORGENTE D’AMORE
Nasce l’amore e si spande
per delicate incrinature
armoniche e dondolanti.
Per allontanarsi in una
maestosa rapsodia di misteri.
Antonino CAUSI Palermo 05/04/2009
Questa poesia è stata segnalata e inserita nell’antologia “Verrà il mattino
e avrà un tuo verso” vol. 7°. |
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27/11/2009 |
Musica. Fabrizio Chiarenza in
concerto a Canicatti |
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Quinteto Nuevo |
Domenica 29 novembre, a Canicatti presso la “Sala di
Compagnia” (accanto al palazzo municipale) in Corso Umberto I, a partire
dalle ore 18.00 è in programma un concerto di Musica da Camera. Nella prima
parte della serata ci sarà un duo che proporrà i lieder di Schumann per
pianoforte e voce. Nella seconda parte della serata, alle 19.00, verrà
proposto il “Nuevo Tango” di Astor Piazzolla dal gruppo "Quinteto Nuevo",
formato da Fabrizio Chiarenza (Fisarmonica), Luigi Amico (Violino), Raimondo
Mantione (Chitarra), Carmelo Mantione (Pianoforte) e Giuseppe Castellano
(Contrabbasso).
La serata è organizzata dalla “Sala di Compagnia” e il ricavato verrà
devoluto in beneficenza. Contestualmente al concerto si svolgerà, a partire
dalle ore 16 in altre sale del luogo, un torneo di Burraco, anch’esso a fine
benefico.
L'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti. |
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26/11/2009 |
Comune. Richiesta di
manutenzione straordinaria sulla viabilità provinciale |
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E' stata inoltrata ufficialmente dal Sindaco Paolo Pilato una richiesta per
la manutenzione straordinaria delle strade provinciali che danno accesso a
Grotte. La richiesta, inviata al Presidente della Provincia di Agrigento,
all'Assessore Provinciale ai Lavori Pubblici, all'Assessore Provinciale
all'Agricoltura nonché sottoposta all'attenzione dell'Ing. Hamel
dell'Ufficio Tecnico della Provincia e del Capogruppo dell'MPA al Consiglio
Provinciale Totò Scozzari, mette in evidenza tutti gli interventi non più
procrastinabili di cui necessita la viabilità provinciale a servizio del
paese di Grotte.
Pubblichiamo la lettera.COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)
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Al Presidente della Provincia Regionale di Agrigento
All'Assessore Provinciale LL.PP. Provincia Regionale di Agrigento
All'Assessore all'Agricoltura Provincia Regionale di Agrigento
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Oggetto: Richiesta interventi di manutenzione straordinaria sulla viabilità
provinciale e sulla viabilità minore di competenza della Provincia Regionale
e installazione di specchi parabolici e segnaletica stradale.
Considerato che diverse strade provinciali che collegano il territorio di
questo Comune con la principale rete viaria SS. 189 e 640 e con il Capoluogo
di Provincia si presentano in condizioni di grave precarietà tali da
compromettere il normale e sicuro transito veicolare oltre a risultare
completamente prive o carenti di specchi parabolici e segnaletica stradale,
con la presente si chiede un intervento straordinario ed urgente di
manutenzione e posizionamento di specchi parabolici e segnaletica stradale
da realizzare nelle sottoelencate Strade Provinciali o di viabilità minore
di pertinenza della Provincia Regionale di Agrigento:
1) Interventi straordinari ed urgenti ed acquisizione alla viabilità
provinciale della strada Grotte - Racalmare - S. Benedetto - Bivio SS.189
snodo zona industriale - Aragona Caldare. Tale arteria di rilevantissima
importanza per i cittadini di Grotte, ma anche di Racalmuto, Favara, Aragona
e Comitini risulta avere un traffico veicolare molto intenso e ricade nei
territori dei Comuni di Grotte, Comitini e Favara. Attualmente non è
classificata come Strada Provinciale ma ne riveste tutte le caratteristiche.
Questo Comune in precedenza ha già chiesto l’acquisizione e la catalogazione
tra le Strade Provinciali;
2) Interventi straordinari ed urgenti per assicurare alla fruibilità degli
utenti la strada Grotte Firrio - Cantarella. Tale strada che rappresenta uno
dei principali punti di collegamento con la SS. 189 risulta oggi essere in
condizioni di gravissima precarietà per l'incolumità degli utenti. Sarebbe
addirittura consigliabile la chiusura al transito veicolare da ora e fino
all'ultimazione dei lavori che si richiedono per renderla nuovamente
utilizzabile;
3) Interventi urgenti per realizzare gli opportuni lavori di manutenzione e
riparazione del manto stradale della strada bivio Aragona Caldare - Grotte.
Tali strada risulta essere la più percorsa dai cittadini grottesi e dalla
stragrande degli utenti che si recano a Grotte. Da tempo non vengono
realizzati gli interventi necessari e le condizioni del manto stradale sono
peggiorate anche a causa delle ultime copiose piogge che hanno interessato
il nostro territorio. Tali condizioni, unitamente alla carente segnaletica
stradale, hanno purtroppo determinato il verificarsi di diversi sinistri che
per fortuna non hanno creato danni a persone ma che hanno creato danni ai
loro veicoli;
4) Interventi urgenti di manutenzione e incremento della segnaletica lungo
la via Francesco Ingrao (SP. 51 circonvallazione Grotte). Tale strada
essendo appunto la circonvallazione a valle del nostro paese rappresenta un
asse viario frequentatissimo sia per chi si muove in paese sia per chi deve
recarsi o proviene da fuori; anche in questo caso tanti tratti del manto
stradale richiedono un'adeguata sistemazione;
5) Interventi straordinari ed urgenti per assicurare alla viabilità la
strada Grotte - Scintilla - Favara. Tale strada che collega, tra l'altro,
con la SS. 640 risulta essere in condizioni precarie che possono anche
compromettere l'incolumità pubblica. Pertanto risulta indispensabile ed
urgente l'intervento richiesto.
Si chiede altresì, un Vs. intervento straordinario sulla seguente viabilità
minore che presenta anch'essa le gravi carenze sopra evidenziate:
- Strada Consortile Grotte - Cannatone - Milena;
- Strada Consortile Palombo - Collisi - Spinella SS. 189.
Si chiede inoltre di verificare la possibilità di realizzare un intervento
di trasformazione in rotabile della strada di collegamento tra la SP Bivio
Caldare - Grotte e la SP Grotte - Comitini attraverso le contrade Pizzillo -
Empifosse - Montagna Pietra.
Tale strada di viabilità minore, risulta di importante rilevanza poiché
serve una vasta area di interesse agricolo e collega due Strade Provinciali:
la SP Bivio Caldare - Grotte e la SP Grotte - Comitini.
Inoltre esiste un importante sito archeologico: "La Pietra"; la
trasformazione in rotabile dell'arteria in questione potrebbe favorire lo
sviluppo turistico e diventare un nuovo ed alternativo itinerario per i
visitatori che già, con non poche difficoltà (i pullman sono costretti a
fermarsi sulla SP. Bivio - Caldare Grotte) convengono per visitarle.
Si segnala inoltre che un primo intervento relativo ad un tratto di
viabilità partendo dalla SP Grotte Comitini è già stato realizzato da questa
Provincia Regionale circa 20 anni fa e quindi si tratterrebbe di realizzare
il completamento della trasformazione in rotabile del 2° tratto che sfocia
sulla SP Bivio Caldare - Grotte. |
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Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato |
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26/11/2009 |
Comune. Discorso del Sindaco
per il 4 novembre, in memoria dei Caduti |
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Discorso
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A distanza di qualche settimana, pubblichiamo il discorso tenuto dal Sindaco
Paolo Pilato in occasione del 4 novembre, Festa delle Forze Armate,
dell'Unità Nazionale e Giornata Nazionale in memoria dei Caduti di tutte le
guerre. A testimonianza dell'onore reso dal paese di Grotte ai propri
Caduti. "Come ogni anno, ci riuniamo qui il
quattro novembre, anniversario della fine della prima guerra mondiale, per
commemorare i nostri morti in guerra.
In origine il quattro novembre era un giorno di festa, la festa della
vittoria sull'Austria, una vittoria che aveva consentito all'Italia di
completare il ciclo delle campagne nazionali per l'unità d'Italia.
Era stato un percorso difficile iniziato dal Regno Sabaudo, con la prima
guerra di indipendenza nel 1848, e portato a termine con la prima guerra
mondiale con il concorso convinto della popolazione di tutte le regioni
d'Italia, mosse dal desiderio di mettere sotto un'unica Bandiera le sorti
della penisola.
In realtà, oggi è nella consapevolezza della maggior parte degli storici che
l'Italia entrò in guerra nonostante l'Austria avesse promesso la
restituzione di Trento e Trieste in cambio della non belligeranza.
Fu perciò una guerra inutile, come detto da più parti, che avrebbe potuto
essere evitata, e con essa la lunga scia di sangue che ha lasciato dietro di
sé, se solo non fossero prevalse le mire espansionistiche e le ambizioni di
quanti erano abbagliati dal mito dell'imperialismo romano.
Ma la condanna di quella guerra, la condanna di ogni guerra che in quanto
tale è portatrice di lutti e dolore, non ci esime oggi dal dovere di rendere
omaggio e ricordare con devozione le vittime di quella che venne definita la
Grande Guerra, le vittime della seconda guerra mondiale, le vittime di tutte
le guerre. Ricordare con devozione e rendere omaggio, cioè, a tutti coloro
che per la Patria, per l'unità nazionale, per la libertà, per i loro ideali,
giusti o sbagliati che fossero, hanno sacrificato la vita o, se
sopravvissuti, hanno sacrificato anche soltanto gli anni migliori della loro
esistenza.
In particolare oggi, qui a Grotte, vogliamo commemorare un gruppo di nostri
concittadini, vittime della guerra, fino ad oggi dimenticati: sono sedici
valorosi soldati, morti o dispersi sul Fronte Russo tra la fine del 1942 ed
l'inizio del 1943 quando Mussolini decise di assecondare la folle campagna
di Hitler contro l'Unione Sovietica. Su quel fronte, a sostegno delle
divisioni corazzate tedesche, l'Italia intervenne con un corpo di spedizione
che raggiunse un organico di 230.000 uomini, schierati sul fronte del Don.
Male armati, male equipaggiati, costretti a operare in condizioni climatiche
estreme, ma soprattutto poco motivati, come possiamo dedurre da alcune loro
lettere inviate alle famiglie, i soldati dell'Armata italiana in Russia tra
il dicembre 1942 e il febbraio del 1943 subirono l'urto della controffensiva
sovietica e furono costretti a ripiegare. La drammatica ritirata delle forze
italiane superstiti nel rigido inverno russo è rimasta leggendaria. La
campagna di Russia costò all'Italia circa 85.000 caduti e dispersi e fra
essi i nostri sedici concittadini a cui abbiamo deciso di dedicare questa
giornata.
Ma non può, oggi, essere soltanto il giorno del ricordo dei caduti o del
ringraziamento ai superstiti; deve essere ancora, soprattutto per la nostra
generazione che ha avuto la fortuna di non aver vissuto direttamente gli
orrori di una guerra, un'occasione di riflessione per fare in modo che il
passato, la storia, ci sia di insegnamento affinché quei fatti terribili non
debbano più ripetersi.
Dobbiamo riflettere sulla fortuna che abbiamo avuto di vivere in un paese
come l'Italia, dove all'esaltazione di uno sviscerato amor di patria che
potrebbe giustificare ogni azione di guerra, anche la più ingiusta, si
preferisce propugnare ideali di pace e di solidarietà; dove le Forze armate
non sono più uno strumento di guerra, ma rappresentano un presidio di
libertà e sicurezza a garanzia delle Istituzioni Democratiche.
E con questo spirito, con il proposito di inculcare questi principi nei
giovani che oggi ci ascoltano, il nostro pensiero non può non rivolgersi ai
nostri militari che, impegnati su diversi fronti, rischiano ogni giorno la
vita, non più per mire espansionistiche, non più per ambizioni di potere,
non più per occupare territori, ma impegnati in missioni umanitarie per
garantire la convivenza tra i popoli e l'affermazione dei principi di
libertà e democrazia oggi ancora a rischio.
Ricordiamo le vittime civili e i soldati coinvolti in attentati nel
territorio Afghano, in Libano, in Irak, o ancora le vittime civili in
conflitti che ogni giorno si risvegliano in tutto il mondo con migliaia di
vittime e di sfollati: donne, bambini e anziani in fuga dalle aree di
guerra. Anche a loro deve guardare il 4 novembre, che rifuggendo dalla veste
di mera celebrazione, deve confermarsi soprattutto come momento di
riflessione per la pace.
Riflessione nella quale dobbiamo saper coinvolgere i giovani, i nostra
figli, per far capire loro che vale la pena impegnarsi di più in modo che
quella scia interminabile di sangue e di dolore che lascia dietro di sé ogni
guerra, possa servire almeno per farci apprezzare i valori della Vita e
della Tolleranza". |
Gonfalone
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Paolo Pilato
Sindaco del Comune di Grotte |
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25/11/2009 |
Culti. Il Pastore Cristallo e
la cantante Regina nella
Chiesa Evangelica "L'Eterno Nostra Giustizia" |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Nei giorni scorsi è venuto a trovarci il Pastore Remo Cristallo, Presidente
della Federazione delle Chiese Pentecostali, accompagnato dal suo
collaboratore il Pastore Michele Passaretti.
I nostri ospiti si sono subito rallegrati constatando che a distanza di
alcuni anni la chiesa
“L'Eterno
Nostra Giustizia”
sia prosperata da tanti punti di vista: il numero di fedeli è notevolmente
cresciuto; il ministero del nostro Pastore si è ancor di più temprato e il
Signore lo benedice per il suo adoperarsi nell'opera di evangelizzazione.
Poi, guardando come è stata risistemata la chiesa di Grotte, ex Chiesa
Valdese, i Pastori Cristallo e Passaretti non hanno trattenuto la gioia nel
vederla rivivere. Il loro ricordo era fermo su una chiesa quasi in disuso
che rasentava l'abbandono. Mentre ora ai loro occhi si presenta un luogo
accogliente e, meglio ancora, pieno di adoratori e servitori del Signore. E
a tal proposito ci hanno esortato a divenirlo sempre di più; perchè Dio si
compiace nel vedere i suoi figli fervorosi per il suo Regno.
Il Pastore Passaretti ci ha aggiornato sui progressi che la Chiesa
Pentecostale sta facendo sia in Italia che all'estero: oltre che nella
campagna di evangelizzazione anche nelle opere missionarie nei Paesi
sottosviluppati.
Carissimi, ringraziamo sinceramente Dio per questi momenti di fratellanza,
di lode e adorazione comune, che ci dona. Lo ringraziamo per il Pastore
Cristallo e per il Pastore Passaretti, e li benediciamo nel Nome di Gesù
Cristo.
Finalmente! Dopo il Pastore Cristallo nella nostra chiesa è arrivata Regina.
L'aspettavamo da qualche mese con gioia e nel contempo con tanta curiosità.
“Come sarà?”, “Come canterà?”. Queste erano le domande che in tanti ci
ponevamo. Così Domenica scorsa le risposte ai nostri quesiti hanno preso
forma. In mezzo a noi a santificare il Signore c'è anche Regina.
Apparentemente una donna pacata, che si trasforma, nel momento in cui
comincia a lodare Dio, in un
“vulcano
in eruzione”.
Tanti anni fa, quando giovanissima ha capito di avere una bella voce, è
entrata a far parte del mondo dello spettacolo, insieme al marito: cantavano
e suonavano. Validi professionisti dell' intrattenimento musicale, Regina e
Franco giravano per l'Italia e anche per il mondo, partecipando a vari
spettacoli e programmi televisivi, e a innumerevoli eventi musicali
riscuotendo un notevole successo. Ma al primo posto per lei non vi era di
certo il Signore. Purtroppo, nonostante fosse nata in una famiglia di
credenti, era ben lontana dal conoscere veramente Dio e dall'avere un intimo
rapporto con Lui. Anche se il seme della fede era stato piantato nel suo
cuore, Regina non l'aveva fatto germogliare. Ma la sua vita fu "dirottata"
nei sentieri di Dio quando a causa di una drammatica situazione familiare,
stimolata dalla madre a pregare Dio sinceramente, si rivolse a Lui gridando
con tutte le sue forze “Dio mio, Dio mio!”. Lo implorò di evitarle un grande
e atroce dolore. Passarono poche ore e avvenne il miracolo per il quale
aveva supplicato Dio. Capì allora che Lui, il Signore, è il più grande
medico. Il più potente guaritore dell'anima e del corpo: la panacea di tutti
i mali. In quel preciso istante ebbe la certezza “che Egli è il remuneratore
di quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6), che lo cercano con tutto il cuore.
Regina confidò nel Signore anche quando, assieme a Franco, si trovò a vivere
una disavventura. Erano gli albori della Guerra del Golfo e, andati in
Kuwait per lavoro, furono praticamente presi in ostaggio insieme a tanti
altri connazionali. Ma Dio fu come sempre fedele e, liberati, poterono far
ritorno in Italia. Con grande disappunto da parte del marito, Regina scelse
serenamente di rinunciare alla sua carriera canora (unica fonte economica
per la loro famiglia) e da quel momento decise di aprire la sua bocca
unicamente per pubblicare la lode del Signore. Così oggi canta e compone
canti solo per l'unico Dio “meraviglioso”, un Dio che ricompensa la carità
fatta col cuore. E adesso girovaga per l'Italia, dal Nord al Sud, dall'Est
all'Ovest, per testimoniare l'opera che Dio ha fatto nella sua vita e dargli
la Gloria che gli spetta. Domenica anche noi abbiamo potuto appurare quanto
grande è questo suo amore per Dio. Appena ha cominciato a cantare è venuta
fuori la sua sincera passione per Lui. E' esplosa la sua esuberanza e ci ha
coinvolti, facendoci cantare e saltare di gioia. Ci ha parlato di un suo
progetto che al più presto porterà alla luce: un musical. Naturalmente
cristiano! Speriamo di poterlo vedere presto. La ringraziamo di averci
onorato della sua presenza e la benediciamo nel nome del Signore Gesù".
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Chiesa
Cristiana Evangelica "L'Eterno Nostra Giustizia"
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Video
del concerto di Regina |
Foto dei culti |
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25/11/2009 |
Televisione. Angelo Palermo
conduce "Teentalk" su Teleacras |
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Guarda il promo |
E' in progetto una nuova trasmissione televisiva su
Teleacras, emittente leader sul territorio. Si tratta di un talk show
rivolto all'universo giovanile, con un pubblico giovane e una conduzione
anch'essa giovane e brillante, affidata ad Angelo Palermo, che sarà
affiancato dalla valletta Francesca Puma. Una opportunità che di sicuro
Angelo sarà in grado di sfruttare al meglio.
Chi volesse partecipare al programma, come pubblico parlante o figurante
oppure più attivamente proponendosi come giovane talento, può segnalarsi
inviando una mail con i propri dati a
teentalk@live.it.
Guarda il promo di Teentalk |
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25/11/2009 |
Comune. Domande entro il 30,
per rimborso abbonamenti e albo scrutatori |
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Il prossimo 30 novembre è il termine ultimo per la presentazione delle
domande per richiedere il rimborso dell'abbonamento ferroviario per gli
studenti pendolari. I moduli di domanda, preventivamente compilati dai
genitori degli studenti e dalla segreteria della scuola frequentata,
dovranno essere presentati presso l'Ufficio Protocollo del Comune.
Sempre entro il 30 novembre è possibile presentare domanda per chiedere
l'inserimento nell'albo degli scrutatori; dall'albo verranno estratti i
nominativi dei cittadini che saranno chiamati a svolgere la funzione di
scrutatore nelle consultazioni elettorali.
Pubblichiamo i moduli di domanda. |
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Domanda rimborso abbonamento |
Domanda albo scrutatori |
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23/11/2009 |
Scuola. Elezione dei genitori
per il rinnovo del Consiglio d'Istituto |
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Vedi l'immagine
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Le elezioni per il rinnovo del Consiglio d'Istituto si svolgeranno tra
pochi giorni: si voterà domenica
29 novembre dalle ore 08.00 alle ore 12.00 e lunedi 30 novembre dalle
ore 08.00 alle ore 13.30 presso i seggi elettorali allestiti nel plesso "A. Roncalli".
Hanno diritto di voto tutti i papà e le mamme degli alunni della
scuola materna, elementare e media dell'Istituto Comprensivo "A.
Roncalli".
Per votare basta recarsi alla scuola elementare "A. Roncalli" (di fronte
all'ufficio postale) e dichiarare la classe frequentata dai propri figli.
E' molto importante la partecipazione alle elezioni; bastano pochi
minuti per dimostrare la vicinanza delle famiglie all'istituzione
scolastica.
A differenza degli altri tipi di elezione, non vi è stata campagna
elettorale: tutti i genitori che hanno dato la propria disponibilità
sono coscienti del fatto che dovranno farsi carico di affrontare i vari
problemi che, nel prossimo triennio, si presenteranno nella nostra
scuola, senza altra gratificazione se non quella di sapere di lavorare
soltanto nell'interesse dei nostri figli.
Ogni attività svolta nell'ambito del Consiglio d'Istituto è sempre a
titolo gratuito; è escluso per legge ogni tipo di rimborso, sotto
qualsiasi forma.
Ogni genitore potrà votare due candidati, da scegliersi tra i
seguenti:
01 Alongi Antonino (attuale Consigliere)
02 Arnone Carmelo (attuale Consigliere)
03 Carlisi Pietro (attuale Consigliere)
04 Castronovo Giovanni (attuale Consigliere)
05 Mangione Gabriela (attuale Consigliere)
06 Volpe
Alessandro (attuale Consigliere)
07 Chiarenza Venera
08 Carlisi Emilia
09 Vitello Filippo
10 Gomena Alfonso
11 Cappuccio Lucia Anna Maria
12 Cocchiara Rosanna
13 Terrana Francesca
14 Bellavia Maria Rita Grazia
15 Todaro Franca
16 Salvaggio Mirella
Tra tutti i candidati, saranno 8 ad essere eletti; i restanti 8
subentreranno in caso di dimissioni dei titolari.
Composizione del Consiglio d'Istituto.
Il Consiglio d'Istituto, nelle scuole con popolazione scolastica
superiore a 500 alunni (è il caso del nostro Istituto Comprensivo) è
costituito da 19 componenti, di cui 8 rappresentanti del personale
docente, 2 rappresentanti del personale amministrativo, tecnico e
ausiliario, 8 rappresentanti dei genitori degli alunni, il Dirigente
Scolastico; ha la durata di tre anni ed è presieduto da uno dei membri,
eletto tra i rappresentanti dei genitori degli alunni.
Al suo interno il Consiglio elegge una Giunta Esecutiva, composta da un
docente, un impiegato amministrativo o tecnico o ausiliario, da 2
genitori. Di diritto ne fanno parte il Dirigente Scolastico, che la
presiede, e il direttore dei servizi generali e amministrativi che ha
anche funzioni di segretario della Giunta stessa.
Compiti del Consiglio d'Istituto.
Il Consiglio d'Istituto elabora e adotta gli indirizzi generali e
determina le forme di autofinanziamento della scuola; delibera il
bilancio preventivo e il conto consuntivo e stabilisce come impiegare i
mezzi finanziari per il funzionamento amministrativo e didattico. Spetta
al Consiglio l'adozione del regolamento interno dell'istituto,
l'acquisto, il rinnovo e la conservazione di tutti i beni necessari alla
vita della scuola, la decisione in merito alla partecipazione
dell'Istituto ad attività culturali, sportive e ricreative, nonché allo
svolgimento di iniziative assistenziali.
Fatte salve le competenze del collegio dei docenti e dei consigli di
intersezione, di interclasse, e di classe, ha potere deliberante
sull'organizzazione e la programmazione della vita e dell'attività della
scuola, nei limiti delle disponibilità di bilancio, per quanto riguarda
i compiti e le funzioni che l'autonomia scolastica attribuisce alle
singole scuole. In particolare adotta il Piano dell'offerta formativa
elaborato dal collegio dei docenti.
Inoltre il Consiglio d'Istituto indica i criteri generali relativi alla
formazione delle classi, all'assegnazione dei singoli docenti, e al
coordinamento organizzativo dei consigli di intersezione, di interclasse
o di classe; esprime parere sull'andamento generale, didattico ed
amministrativo, del circolo o dell'istituto, stabilisce i criteri per
l'espletamento dei servizi amministrativi ed esercita le competenze in
materia di uso delle attrezzature e degli edifici scolastici.
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23/11/2009 |
Chiesa. Programma della
settimana |
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Programma dell'Unità Pastorale di Grotte per la prossima settimana:
- martedi 24 novembre, ore 18.30 nella chiesa Madonna del Carmelo, riunione
di tutti i Gruppi Liturgici dell'unità pastorale;
- mercoledi 25 novembre, ore 19.00 in via Confine, presso l'ex istituto
Ancelle Riparatrici, incontro formativo per tutti i catechisti dell'unità pastorale;
- venerdi 27 novembre, ore 19.30 a San Rocco, adorazione mensile per i
giovani, animata dalla Corale Jobel;
- domenica 29 novembre nella chiesa Madonna del Carmelo, inizia la novena
dell'Immacolata; ore 17.00 Santo Rosario, ore 17.30 Santa Messa;
- ogni martedi e venerdi alle ore 20.15 a San Francesco, proseguono le catechesi
tenute dai fratelli del Cammino Neocatecumenale, la partecipazione è
aperta a tutti i fedeli.
Nuovi orari delle Sante Messe festive nella parrocchia San Rocco: ore 10.15
e 18.00.
La chiesa Madre è temporaneamente chiusa per lavori di ristrutturazione. Per
tutto il periodo di chiusura, l'attività parrocchiale verrà svolta nella
chiesa del Purgatorio. |
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23/11/2009 |
Scuola. Matteo Collura
commemora Sciascia; incontro con gli studenti |
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La data di sabato 21 novembre è una di quelle destinate
a rimanere fissate nella storia dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli"
di Grotte. Ricordando Leonardo Sciascia, alla presenza Matteo Collura, uno
dei più grandi scrittori contemporanei, tra le figure più prestigiose
delle pagine culturali del Corriere della sera, legittimamente definito come
biografo ufficiale dello scrittore racalmutese, il "Roncalli ha scritto una
delle pagine più belle e significative della sua storia.
Alla commemorazione, coordinata da Egidio Terrana ed alla quale hanno
partecipato numerose Autorità Scolastiche e Civili, tra cui il Prefetto di
Agrigento Dott. Umberto Postiglione e il Dirigente dell'Ufficio Scolastico
Provinciale Dott. Antonio Gruttadauria, erano presenti gli studenti
dell'Istituto Comprensivo grottese e dell'I.T.C. "Sciascia" di Agrigento.
Guidati dai rispettivi Dirigenti Scolastici, la Dott.ssa Stefania Morreale e
la Dott.ssa Anna Maria Sermenghi, ed accompagnati dai propri docenti, gli
alunni hanno avuto la possibilità di approfondire la conoscenza
dell'indimenticato Maestro di Regalpetra.
Tanti i temi trattati da Matteo Collura, nei suoi incisivi interventi.
Ai ragazzi, con parole semplici e schiette, ha parlato della necessità
dell'istruzione: "Mi sforzerò di parlare come un vostro concittadino che
vuole trasmettervi un’esperienza che può esservi utile. Una volta si diceva:
“pigliati il pezzo di carta”. Oggi se andate a scuola per prendere il pezzo
di carta è meglio che non ci andate, fate un altro lavoro, vi divertite,
passate il vostro tempo diversamente perché il “pezzo di carta” è proprio un
pezzo di carta, non vale più niente. Una volta si diceva “essere o avere”,
oggi i tempi sono cambiati, oggi è “sapere o essere”. Più si sa e più ci si
impone nella vita. Più libri; questo forse è il presidio che ci può
difendere da fenomeni deteriori e terribili quali, ad esempio, la mafia".
Sulla difficoltà di essere nati in Sicilia, così si è espresso: "Sciascia è
nato nel 1921, quando l’Italia stava per essere oscurata dal fascismo, a
Racalmuto, eppure è diventato lo scrittore più importante italiano del
secondo Novecento. Quindi il fatto che voi siete nati a Grotte o nei
dintorni, non deve essere un alibi, perché volere è potere. Dovete puntare
sempre in alto. Se i vostri genitori vi dicono: “trovati un posto”, voi
rispondete: io il posto non lo voglio, io voglio il lavoro".
Parole chiare e durissime quelle contro la mafia: "I modelli non possono
essere i rampanti mafiosi; basterebbe chiamarli con il loro nome. Ad
esempio, il commando di mafiosi che uccise il giudice Livatino era composto
da quattro miserabili, vigliacchi (bisognerebbe scrivere così, sui giornali)
che affrontarono un giudice giovane che viaggiava su una utilitaria, mezza
scassata, che non era armato e che non aveva scorta. E questi sono i
modelli? Vigliacchi, miserabili, che si sono pentiti tra l’altro, un momento
dopo, quando sono stati arrestati, chiamando in causa i loro complici
(quindi sono anche infami). Vigliacchi, miserabili e infami. Non possono
essere modelli. Le regole sono importanti perché sono l’unica bussola che ci
guida all’interno della società".
Profonda la sua analisi sulla libertà dei siciliani: "La personalità si
afferma raggiungendo la libertà, che è soprattutto di opinione. Non date mai
in affitto il cervello a qualcuno. Neanche ai vostri insegnanti o ai vostri
genitori. Non datelo ai politici per cercare il posto. Questo è il messaggio
di Sciascia, un uomo libero che rifiutò miliardi per restare libero. Certo,
aveva il necessario. Chi non può assicurare due pasti alla propria famiglia
non è un uomo libero, quindi quando vota, il suo non è un voto libero. Molti
in Sicilia votano in condizioni di non libertà, e i risultati elettorali
sono quelli che sappiamo.
Dai libri di Sciascia viene fuori una Sicilia disarmante, quasi sequestrata,
una Sicilia che è un’isola. Anche se dalle parti di Messina si vede la
Calabria e questo tratto di mare si può coprire addirittura con un ponte. Lo
vogliono fare, questo ponte; io ho detto sempre di no ma lo faranno perché
non si può resistere al progresso, e non sempre il progresso significa
civiltà. Sono due cose diverse. Sciascia ci mostra una Sicilia sequestrata,
fuorilegge. Quando leggo dai giornali le notizie che riguardano, per
esempio, i risultati elettorali, appare chiaro che la Sicilia è una sorta di
“tenuta di caccia” elettorale sicura. Sarebbe bello che un giorno, uno che
abita a Milano come me, quando sta aspettando i risultati elettorali, non
sappia come reagirà elettoralmente la Sicilia. E invece si sa prima come
andrà a finire, perché molti dei siciliani votano in stato di bisogno,
quindi in stato di mancanza di libertà. E molti politici hanno la
responsabilità di tenere in stato di bisogno questi uomini e queste donne
perché da loro riceveranno il premio elettorale. A questo voi vi dovete
ribellare, perché questo ha distrutto la Sicilia e le speranze dei
siciliani. E non è un discorso di partito, è trasversale, che può riguardare
la destra come la sinistra".
Interpellato dagli studenti sull'importanza della letteratura, Matteo
Collura ha risposto così: "Il mondo si globalizza ma in fondo rimane quello
che è. Se un extraterrestre venisse sulla terra per capire cos’è l’uomo, il
genere umano, basterebbe che leggesse Shakespeare; nelle sue opere c’è
tutto: l’amore, la gelosia, il potere, la negazione del potere, l’invidia…
tutto. Se volesse sapere cos’è l’Italia basterebbe che leggesse “I Promessi
Sposi”; vi è l’Italia del 1600, quella del 1800 e l’Italia di oggi. Non
esiste un libro per tutti; un libro si riscrive ogni volta che una persona
lo legge. La letteratura è lo specchio della realtà, ci aiuta a correggere i
difetti che abbiamo.".
Infine, rispondendo alle domande, ha chiarito il concetto della
"sicilitudine": "La “sicilitudine” è una sciocchezza, Sciascia infatti la
citava in negativo; tipica di chi vuole crogiolarsi in questa idea che la
Sicilia è un’isola isolata, quindi non c’è speranza. No, noi siamo cittadini
del mondo. Io parlo di Sicilia e parlo del mondo, così come Garçia Marquez,
colombiano, parlando di Macondo (paesino dove si sviluppa la storia di
“Cent’anni di solitudine”) parla del mondo".
Più che una commemorazione, per i presenti si è trattato di un insegnamento,
impartito dal giornalista e scrittore Matteo Collura, sulla linea tracciata
da Leonardo Sciascia.
Ce ne ricorderemo...
Carmelo Arnone
23 novembre 2009
© Riproduzione riservata.
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Invito |
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Video
della manifestazione |
Foto
della commemorazione |
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20/11/2009 |
Comune. Abbandono dell'aula
per protesta da parte del Gruppo di Minoranza in Consiglio Comunale |
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Manifesto |
Riceviamo e pubblichiamo. Gruppo
Consiliare di Minoranza
UNIAMO GROTTE
Cittadini, sono trascorsi 100 giorni da quando 12
Consiglieri Comunali (6 di Maggioranza e 6 di Minoranza) hanno firmato una
richiesta per inserire nello Statuto Comunale la possibilità di
sfiduciare il Presidente del Consiglio in caso di gravi e ripetute
inadempienze.
Tuttavia, pur essendoci l'obbligo di inserire all'ordine del giorno la
richiesta pervenuta dai 12 Consiglieri entro 20 giorni dalla sua
presentazione, nonostante continue sollecitazioni verbali e scritte, ci si
ostina, da parte delle istituzioni Municipali, a non compiere un
preciso dovere istituzionale, mortificando così la dignità e il ruolo
dei Consiglieri Comunali e violando le norme che regolano la vita
democratica di un Organo così altamente rappresentativo quale è il Consiglio
Comunale.
Pertanto i Consiglieri Comunali di Minoranza, nella seduta del 18 novembre
2009, dopo aver votato favorevolmente i punti di interesse collettivo, per
protesta hanno abbandonato i lavori consiliari, dichiarando di non farvi più
ritorno fino a quando non verrà deciso di ripristinare i principi più
elementari della democrazia nel nostro Comune.
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I Consiglieri Comunali
Carlisi Antonio
Castronovo Diego
Castronovo Vincenzo
Fantauzzo Paolino
Terrana Stefano
Vizzini Francesco |
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20/11/2009 |
Scuola. Il "Roncalli"
commemora Sciascia, nel 20° anniversario della morte |
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Invito |
Sabato 21 novembre alle ore 10.30, nell'aula magna del plesso di via
Acquanova, l'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte
commemorerà Leonardo Sciascia, nel ventesimo anniversario della morte.
La manifestazione avrà inizio con i saluti della Dott.ssa Stefana Morreale,
Dirigente Scolastico dell'Istituto Compresivo grottese, e della Dott.ssa
Anna Maria Sermenghi, Dirigente scolastico dell'ITC di Agrigento intitolato
allo scomparso scrittore racalmutese.
La relazione sarà curata dal giornalista e scrittore Matteo Collura.
Alla commemorazione interverranno anche il Dott. Umberto Postiglione,
Prefetto di Agrigento, il Dott. Antonio Gruttadauria, Dirigente dell'Ufficio
Scolastico Provinciale di Agrigento ed il Dott. Nicolò Lombardo, già
Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Agrigento. |
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19/11/2009 |
Racconti. "Il Merlo e la
luna", di
Salvatore Bellavia |
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Salvatore Bellavia |
Il nostro Quotidiano pubblica un altro racconto breve
dell'amico Salvatore.
Immaginiamolo proferito dalla tua voce: riporta fedelmente l'ambiente, la
lingua e addirittura il "modo di pensare" del nostro paese nel secolo
scorso.
Rende viva e presente una civiltà, anzi "Civiltà", contadina della quale
giorno dopo giorno svanisce in noi la memoria.
Eppure, leggendo di fatti lontani, non possiamo non lasciarci trascinare dal
vortice del ricordo sopito ma mai cancellato.
Quei fatti, quei personaggi, quei termini li sentiamo nostri; sono nel
nostro dna.
Non si tratta di semplice amarcord, è un rivivere e consegnare ai posteri un
retaggio che ci appartiene di diritto.
Ringrazio Salvatore ed auguro a tutti buona lettura.
Carmelo Arnone
IL MERLO E LA LUNA
di Salvatore Bellavia
Ringrazio Dio in cielo e in terra: ho avuto la fortuna di avere soltanto
figli maschi. Così pensava Vincenzo mentre con compiaciuto orgoglio
guardava Antonio, Luciano, Silvestre, Raimondo e Carlo che nella
stalla, vagamente illuminata da una lucerna di rame a tre fuochi, bardavano
le mule. A vederli così pieni di vita e di forza provava un’intima e
commossa gioia.
Era l’alba e nessuno di essi mostrava di essere appena uscito da un sonno
stanco e profondo.
- Figli d’oro, voi siete la ricchezza della casa!
E sorridendo si toglieva il berretto e inchinandosi guardava in alto là dove
pensava che in quel momento ci fosse Dio a riceversi suoi ringraziamenti.
Quella mattina per evitare la gran folla di bestie che ogni mattina
assediava l’antica fontana del paese, decise di fare dissetare la mula
all’abbeveratoio di Fontana Pazza. Questa fontana era detta pazza perché,
inspiegabilmente, non sempre dalla sua cannula di
rame sgorgava acqua.
Per quanto abituato agli odori forti e acri dello stallatico e del sudore
schiumoso e putrescente delle bestie, Vincenzo si sentiva quasi venir
meno nel respirare l’aria pestifera che esalava da un rivolo d’acqua
che costeggiava l’abbeveratoio.
Li cunziriuoti stanno svuotando le vasche della conceria,
pensò. Al tempo in cui accadevano i fatti che vi sto narrando, nel
territorio di Grotte, là dove c’era un rigagnolo con acqua abbondante lì
sorgeva una conceria. Una di queste, i fratelli Terranova, malgrado le
proteste degli abitanti del quartiere Ortofontana, con il consenso e la
protezione interessati di don Fefè, sindaco e padrone del paese, l’avevano
impiantato proprio ai margini del centro abitato.
Raccoglievano l’acqua di scolo dell’antica fontana e delle acque piovane in
vasche scavate ai bordi del vallone nelle quali mettevano a macerare per
parecchi giorni le pelli da conciare con processi del tutto originali e
segreti che a loro dire appartenevano al patrimonio
di famiglia. Terminata la fase della
concia le pelli venivano stese ad asciugare. Da aprile a settembre
inoltrato, il fetido odore delle acque da macero e i miasmi sprigionati
dalle pelli si espandevano per tutto il paese, specie quando soffiavano i
venti.
La mula di Vincenzo non aveva ancora finito di abbeverarsi quando arrivò, a
cavallo di una magnifica giumenta don Girolamo.
Girolamo pretendeva che gli si desse del “don”, e quando qualcuno gli si
rivolgeva chiamandolo soltanto con il suo nome, anche se l’interlocutore gli
era accanto, si faceva sordo. Nessuno sapeva la ragione per la quale gli si
dovesse dare del “don”, essendo egli un piccolo possidente terriero senza
alcuna ascendenza nobiliare. Salvo a volere pensare malignamente che il
“don” gli spettasse per il fatto che per molti anni la madre aveva fatto da
perpetua al parroco di San Diego, Don Giustino. In ogni caso, un po’ per
abitudine un po’ per prenderlo in giro ormai tutti gli si rivolgevano
calcando la voce sul “don”.
- Caro don Girolamo è da tempo che non ci vediamo. Come state? Come si
presenta l’annata?
- Non possiamo lamentarci. Con le grazie di Dio avrò un buon raccolto.
Quando la mula di Vincenzo e la giumenta di Girolamo sollevarono il muso
dall’abbeveratoio, con un leggero strappo del
morso furono appaiate, così che i due amici potessero chiacchierare
procedendo l’uno accanto all’altro per tutto il tratto di strada che
dovevano fare per raggiungere i loro poderi.
Vincenzo conoscendo don Girolamo come persona vanitosa e parecchio
ballunara si divertiva a stuzzicarlo, e come un bravo pianista toccava i
tasti giusti per fargli sciogliere la fantasia più ardita.
Don Girolamo, dimenticando che il suo podere consisteva in poche salme di
terra e non tutte di buona qualità, si lanciava ad enumerare tomoli, litri e
quintali di prodotti che prevedeva di potere ricavare dal suo podere. E
mentre don Girolamo inseguendo i suoi sogni si esaltava, quello che doveva
essere un dialogo diventava un suo monologo intenso e veloce, per cui
Vincenzo non riusciva ad infilare in quel fiume turbolento di parole
una qualche osservazione o un piccolo commento.
Con viso imperturbabile e allo stesso tempo condiscendente Vincenzo seguiva
il delirare di don Girolamo e già pregustava le risate e i commenti salaci
dei figli, specie quelle di Raimondo il più taciturno ma il più arguto,
quando all’antu mentre scatinavanu il terreno per
impiantarvi un nuovo vigneto, avrebbe raccontato del fantastico
immenso raccolto di don Girolamo.
Girandosi verso Vincenzo, Girolamo ebbe la sensazione di cogliere
sulle labbra, sottili come un filo di spago, un sorriso ironico. Allora
tacque. Cambiò discorso e velocemente concepì per Vincenzo lu “spertu” una
trappola micidiale.
-Vincè veramente sei un uomo fortunato ad avere avuto tutti e tanti figli
maschi! Io invece soltanto figlie femmine. A tia crisci l’aiutu e a mia lu
sdirrupu!
- Io ho l’innesto buono! - Rispose Vincenzo con un largo compiaciuto
sorriso.
- Allora vuoi significare che io non sono buono a…
- Non ti devi offendere. Tu magari l’innesto l’hai ottimo, ma può succedere
che la ricevente…
- Allora, vorresti dire che è mia moglie che non sa fare figli maschi?
- Rassegnati! E’ la natura che comanda. E poi sai come si dice: l’uomo
propone e Dio dispone. Può capitare che se “cci vai” ancora una volta
ti nasca un maschio.
- Bello sarebbe.
Ma dopo sei femmine che mi nasca, sfortunato come sono, il nome di mio padre
mi pare difficile.
Girolamo fece silenzio per qualche minuto, il discorso sembrava ormai
chiuso, quando come uscendo da una lunga e meditata riflessione:
- E se poi mi nasce babbu o difittusu? Chissa sì ca fussi ‘nna
carricatura e ‘nna cruci!
E mentre diceva questo gli affiorò sulle sue labbra una lama di sorriso
mentre dava una velocissima occhiata a Vincenzo come a volere spiare
una qualche reazione.
Vincenzo si fece cupo e dato uno strattone al morso della mula:
- Và ora ti
saluto ca si fici tardu.
Erano arrivati al bivio dei Firrio. Vincenzo prese la via per “firrio
piccolo” e Girolamo quella per “ firrio grande”.
Un cenno di saluto con la mano. Non una parola.
Vincenzo era turbato, perché le ultime parole di Girolamo le avvertì come
una pugnalata.
Era sicuro che Girolamo “lu ‘mmilinatu”, da tutti era conosciuto con questa
“‘nciuria”, proprio per le feroci cattiverie che gli uscivano
dalla bocca all’improvviso e senza un’apparente ragione, dicendo che un
figlio maschio poteva anche essere “‘ nna cruci” o “’nna
carricatura” volesse alludere ad uno dei suoi figli: Ottavio.
Vincenzo in cuor suo dovette riconoscere, con rabbia e con dolore, che per
una volta, il suo “innesto” era fallito.
Dal momento in cui la moglie restò incinta, Vincenzo aveva stabilito, che se
la creatura fosse stato un maschio avrebbe portato il nome di Ottavio in
memoria e ricordo del fratello ucciso nella stalla da un calcio sferratogli
al petto da una mula “mala”.
Ottavio era nato di pomeriggio. La “mammana” dopo averlo ripulito e fasciato
lo mise in braccio a gnura Stifanina, mamma di Vincenzo. La madre di
Carmela non c’era.
Carmela non era orfana. I suoi genitori erano vivi e godevano di ottima
salute, ma dal momento in cui, cioè dopo qualche settimana dal suo
matrimonio, Don Diego e Donna Francesca non vollero rispettare i patti
scritti nel pitazzo Vincenzo decretò la loro morte: per lui e per
l’amatissima Carmela quelle due persone dovevano considerarsi morte, e per
dare concreto valore a questa balzana decisione, impose a Carmela di
vestirsi di nero. Lutto grande per un pezzo di terra negato.
Ottavio era un bambino bellissimo dai lineamenti morbidi, delicati
e sottili. La pelle era rosea e quasi trasparente. Felicissima, Stefanina lo
mostrò a tutte le donne che si trovavano in casa e che in vario modo avevano
aiutato Carmela a partorire. E tutte esprimevano la loro grande meraviglia
di fronte a quella creatura che, stranamente per quel tempo, era nata con
gli occhi aperti, vagiva poco e piano. Ma ciò che più di ogni altra cosa
inteneriva e incantava quelle donne era il sorriso, quasi consapevole,
che sempre affiorava sulle labbra del
bambino.
Venera, una delle vicine di casa dalla lingua facile e sciolta, e per questo
da tutti temuta e spassosamente amata, rivolgendosi a Carmela: - Tu tantu
beddra ‘nun sì, to’ maritu è ladiu e nivuru comu la pici d’unni ti vinni st’ancilu?
-.
Carmela non si offese anzi, guardando l’angelo che aveva in braccio, trovò
la forza di sorridere e ridere. E felice, mentre Ottavio tentava di
attaccarsi alla mammella per assaporare il primo latte materno, pensò che
anche questa volta aveva fatto contento il marito.
Quella sera Vincenzo tornò a casa più tardi del solito. Vide che la sua casa
era illuminata in tutte le sue stanze e da questa inconsueta luminaria
capì che la creatura era nata.
Entrò la mula nella stalla la legò alla mangiatoia e di corsa salì le scale.
La madre l’accolse con un largo sorriso e gli mise in braccio il neonato
dicendogli: - Ecco Ottavio -.
Guardando quell’esserino così diverso degli altri neonati che aveva tenuto
in braccio con gioia e orgoglio, Vincenzo restò perplesso, e pensò che gli
si volesse fare un brutto scherzo.
Guardò la madre con occhio cattivo e con rabbia trattenuta, come per dire
che non era il caso di scherzare su certe cose: perché dirgli che era un
maschio se invece era una femminuccia? Non disse nulla ma la madre capì.
- Maschio è!
Vincenzo non convinto poggiò Ottavio sul tavolo della cucina e lo sfasciò e
quando ebbe constatato che veramente era un maschio si lasciò andare a
grandi manifestazione di gioia. Finalmente si decise ad entrare nella stanza
da letto dove c’era la moglie. Le sorrise: - “brava e prosita!”. Queste sole
parole e poi via a riceversi gli auguri e i complimenti dei parenti che nel
frattempo, saputa la notizia, erano venuti in visita.
Erano passate alcune settimane dalla nascita di Ottavio. Carmela si era
ripresa dalle fatiche e dal dolore del parto. Era in cucina a
predisporre quanto necessario al marito e ai suoi figli, che spesso
restavano a dormire in campagna, quando entrò Vincenzo. Vedendolo vestito
con gli abiti di pannetto Carmela capì che non sarebbe andato a lavoro e
guardò il marito come per dire
- Come mai resti in paese? -
- Oggi devo
incontrare il mediatore. Voglio comprare un pezzo di terra per Ottavio.
Vincenzo aveva stabilito, e così sempre aveva fatto, di comprare un
appezzamento di terreno per ogni figlio che nasceva. E dal momento della
stipula dell’atto di acquisto, in famiglia quelle terre venivano
identificate con i nomi dei figli e non più con la contrada. Ma
l’intestazione era soltanto nominale perché tutto restava a suo nome e così
sarebbe stato fino alla sua morte, secondo un principio che affondava le sue
radici nella diffidenza e nella paura di essere spogliato di ogni bene:
lu picciuni si spinna quannu è muortu!
Crescendo Ottavio subì come una mutazione. La bellezza che aveva fatto
gridare al miracolo a parenti, amici e conoscenti si era come svaporata: la
pelle era diventata livida e giallastra, gli occhi come due buchi neri pieni
di angoscia e di paura. Il viso aveva assunto una forma strana e
inconsueta: naso camuso, zigomi molto alti e una fronte strizzata
dall’attaccatura dei capelli che iniziava a qualche centimetro dalle
sopracciglia.
Soltanto il sorriso, anche se ormai affiorava raramente, restò lo stesso.
A dieci anni era l’alunno più alto della sua classe, (la sesta elementare
alla scuola valdese), anzi per la sua età era troppo alto. Ma l’alta statura
non era accompagnata da un’adeguata robustezza. Ottavio era come una canna e
come una canna tendeva a piegarsi perché imbarazzato dal suo corpo, che
sentiva estraneo e ridicolo e tanto più ridicolo gli appariva se si guardava
le mani che erano molto grandi, spesse e con le dita grosse e nodose. Quelle
mani le sentiva come non sue e come se fossero di un altro corpo e a lui
appiccicate quasi per caso e per sbaglio.
Per Ottavio, così come era stato per i suoi fratelli, con
gli esami di licenza elementare si
chiudeva il ciclo della fanciullezza ed iniziava quello del lavoro.
Vincenzo, anche se non lo dava ad intendere, amava Ottavio di un
amore tenero ed arrabbiato. Quel figlio lo inquietava e lo faceva sentire
colpevole di qualcosa di indistinto che gli rodeva l’anima. Quel ragazzo non
aveva la rudezza sana e concreta dei fratelli. Ottavio viveva in un mondo
tutto suo e tanto austero da mettere in soggezione chiunque tentasse di
penetrarvi.
Vincenzo da sempre aveva nutrito per quel figlio una grande paura perché
lo avvertiva indifeso ed esposto, più degli altri figli, alla durezza della
vita. Quando incrociava lo sguardo di Ottavio vi leggeva come una muta
richiesta di aiuto. Si disperava.
Quel contadino, che agli occhi di tutti appariva come una
persona insensibile a tutto tranne che ai suoi interessi, alle volte
pensando a quel figlio sfortunato avvertiva come un nodo in gola, e avrebbe
pianto se soltanto si fosse lasciato andare, per una volta, ai suggerimenti
del cuore. L’orgoglio di uomo duro gli straziava l’anima.
Ottavio, così fragile e delicato, non sarebbe sopravvissuto alle fatiche
devastanti dei lavori dei campi e quindi per preparare il suo futuro
bisognava trovare una soluzione. Vincenzo aveva deciso: Ottavio doveva
andare a bottega per imparare un mestiere il più leggero possibile. E quale
mestiere più bello e pulito di quello del sarto?
Una sera di questa sua decisione prima ne parlò con la moglie e poi con
Ottavio. Il ragazzo restò muto ma i suoi occhi esprimevano amore e
gratitudine e allo stesso tempo dolore. Per la prima volta nella sua breve
vita capì che quel padre padrone lo amava. Ottavio fu contento e allo stesso
tempo triste, perché la rinuncia del padre a portarselo a lavorare in
campagna così come aveva fatto con gli altri figli marcava
definitivamente la sua estraneità al consolidato mondo familiare.
Ottavio andò a bottega da Felice, il sarto più bravo e il meglio pagato del
paese.
A tutti nuovi e vecchi apprendisti era assolutamente proibito parlare di
cose che non fossero attinenti al lavoro e comunque sempre a voce bassa.
Mastro Felice amava la musica, ma non la musica dei concertini che
mandolinisti e chitarristi tenevano di sera in quasi tutte le botteghe degli
artigiani.
Lui amava la musica lirica e l’ascoltava dai dischi che faceva girare su una
macchina parlante che un suo parente gli aveva portato dall’America.
Ottavio si trovò bene in quel clima sereno e silenzioso, anche perché a lui
non piaceva fare sentire la sua voce chioccia e sgranata: una voce senza
identità.
Mostrò subito interesse per il mestiere e mise subito a frutto la sua
intelligenza, che era notevole, e nel breve volgere di qualche mese fu in
grado di svolgere gli stessi lavori degli apprendisti che erano a bottega da
anni. Quelle mani dalle dita grosse e nodose diventarono agili e delicate e
Ottavio fu contento di questa sua insospettabile ed insospettata virtù. In
sartoria Ottavio viveva così come era vissuto a casa sua: leggero nei
movimenti e sempre attento a non infastidire con la sua presenza e con le
sue azioni nessuno. Servizievole con stile ed eleganza, era diventato
l’allievo prediletto del maestro senza per questo suscitare invidia o
gelosia nei suoi colleghi. Ottavio era l’unico autorizzato a dare la corda
alla macchina parlante.
Quasi nessuno degli apprendisti gradiva sentire la musica di quei dischi;
qualcuno l’avvertiva come una sadica tortura.
Per Ottavio la musica lirica fu una felice scoperta ed essendo dotato di un
ottimo orecchio in poco tempo fu in grado di eseguire fischiando anche i
brani più difficili e complessi. Per come già si è detto in bottega vigeva
la regola del silenzio, e allora Ottavio, così come faceva il maestro
Felice, imparò l’arte del suono interiore: atteggiava le labbra come
se fischiasse ma non emetteva suono alcuno perché l’aria , il
brano sinfonico erano eseguiti con la mente e con il cuore.
La sera quando uscivano dalla sartoria gli allievi si dividevano in gruppi
che si formavano spontaneamente secondo le affinità e gli interessi comuni.
Ottavio non fece mai parte di nessun gruppo, non perché fosse dagli altri
volutamente escluso ma perché lui sentiva che non aveva nulla da spartire
con nessuno dei colleghi, se non il lavoro.
Di questa condizione, anche se da lui stesso voluta, Ottavio ne pativa ma
non lo dava ad intendere.
Anche perchè dal momento in cui la sua anima fu posseduta dalla musica
lirica Ottavio non fu più solo.
Tornava a casa fischiettando forte ma con un suono ben modulato ed
aggraziato e Carmela sentendo quelle note vibrate con labbra sapienti capiva
che il suo Ottavio stava tornando a casa.
Un giorno che mastro Felice doveva andare a casa del notaro Montaperto per
prendergli le misure per un abito nuovo si fece accompagnare da Ottavio.
A quel tempo nessuna delle persone che contavano o per censo o perché ricche
e comunque facoltose si degnavano di recarsi in sartoria per fare le
commissioni così come facevano tutti, ma pretendevano di essere serviti
a casa.
Il maestro e l’allievo furono ricevuti in salotto e dopo avere assaporato un
liquorino versato in bicchieri un po’ più grandi di un ditale, cominciò la
cerimonia della scelta del modello e quindi delle misure. Il notaro prese la
stoffa che aveva comperato in un negozio di Girgenti e mentre la metteva in
mano ad Ottavio ne illustrò la qualità e quasi con sofferenza dichiarò,
seppure non richiesto, il prezzo pagato.
Il notaro Montaperto, facendo le ultime raccomandazioni accompagnò alla
porta il sarto e l’allievo. Erano ai saluti quando rivolgendosi ad Ottavio
disse: - Tu mi hai fatto simpatia e ti voglio fare un regalo -.
La parola regalo in bocca ad un uomo da tutti conosciuto per avaro e
centesimaro alle orecchie degli ospiti suonò stonata.
Si allontanò per qualche minuto e si presentò con in mano una grande
bellissima gabbia dipinta in rosso e con dentro un uccello.
- Questo è un
merlo indiano. E’ un uccello pregiato e particolare perché non ha un verso
proprio ma sa cantare con i versi di quasi tutti gli uccelli che Dio ha
creato. Tieni. Prendilo è tuo.
Ottavio non osava stendere la mano e con gli occhi interrogò il sarto, che
abbassando la testa gli fece intendere che doveva accettare quel dono, anche
se così ingombrante.
Il regalo non nasceva da un moto di generosità ma da stizza e rabbia.
Qualche ora prima il notaro aveva stipulato un atto di compravendita. Dopo
che il suo segretario con magnifica calligrafia aveva stilato l’atto diede
corso alla lettura biascicando le parole delle frasi di rito e soffermandosi
su quelle importanti e sostanziali.
“… davanti a me notaro Giulio Montaperto…”
- Cornuto!
Nello studio cadde un secondo di silenzio. Tutti presenti si
guardarono cercando di capire chi avesse pronunciato quella parola. Il
notaro fece finta di niente perché sapeva che a associare il suo nome al
“cornuto” era stato il merlo indiano che stava nella gabbia in fondo alla
stanza.
“ sono presenti… etc, etc”.
Conclusa la lettura si passò alle firme: le parti apponendo un segno di
croce perché analfabete e i testimoni che garantivano la conoscenza
personale del venditore e dell’acquirente con una grossa firma.
Rimasto solo, il notaro volle sincerarsi se veramente era stato il merlo a
dargli del cornuto; e allora pronunciò il proprio nome e il
merlo modulò l’oltraggiosa parola. Fu preso da una rabbia incontenibile e
mentre si chiedeva chi mai avesse insegnato al merlo a dire “cornuto” quando
sentiva il suo nome. Fu tentato di uccidere quell’uccello chiacchierone;
però in cuor suo dovette riconoscere che il volatile aveva ragione. La sua
signora moglie, in effetti, della fedeltà promessa davanti al prete ne aveva
fatto scempio in più occasioni. E lui che ne era innamorato fino allo
stordimento, un po’ per il decoro del casato un po’ per debolezza di
carattere, l’aveva sempre perdonata dietro la solenne e lacrimosa promessa
che mai più…
Il notaro stava meditando su come liberarsi dal suo merlo quando bussò alla
porta il sarto.
Ottavio da quel giorno e per anni visse sereno in compagnia della sua musica
e del merlo che lo allietava facendo tanti e diversi canti. Per chi non lo
sapesse passando dalla via Ugo Bassi poteva ben pensare che a casa di
Vincenzo ci fosse una voliera piena di uccelli non potendo immaginare che a
cantare fosse soltanto un merlo.
Con il passare degli anni i ragazzi erano diventati giovanotti e sui loro
visi cominciava ad affiorare quella peluria che da lì a poco sarebbe
diventata barba. L’orecchio attento di Ottavio aveva notato come le voci dei
ragazzi, magari molto più giovani di lui erano mutate assumendo dei toni
più cupi e profondi, mentre la sua voce era sempre la stessa. E con i
brufoli che devastavano i visi adolescenti cominciarono, quando il maestro
non era in bottega, certi discorsi fatti di parole e di strani suoni
gutturali ed allusivi a situazioni che Ottavio non capiva. Quei suoi
colleghi quasi ossessivamente parlavano di donne, di innamoramenti e di
indistinti desideri. Ottavio non partecipava a quel coro di parole e di
umori non per pudore ma perché né il suo corpo né il suo
cuore avvertivano quelle sensazioni e quelle voglie.
Il viso di Ottavio restava perfettamente liscio: nessuna peluria e nessun
brufolo.
Dormire nella stessa stanza con tutti i suoi fratelli per Ottavio diventò un
tormento, perché spesso gli capitava di sentire che i fratelli sognando
vivevano le stesse emozioni e sensazioni di cui si parlava in
sartoria. Doveva liberarsi da ciò che per lui era diventato angoscia ed
incubo.
Un giorno alla fine del pranzo, che consumava in compagnia della sola madre,
perché il padre e i fratelli erano in campagna, si fece coraggio e senza
guardarla negli occhi, disse alla madre. - Mà io ho bisogno di dormire solo.
Preparami il letto nello sgabuzzino dove teniamo il merlo.
Carmela guardò il figlio che aveva gli occhi pronti al pianto, non
gli chiese ragione di tale richiesta e si limitò a dire: - va bene.
Prima di sera Carmela aiutata dalla Locca, la creata un po’ idiota, preparò
il letto nello sgabuzzino che tutti chiamavano del merlo, vi portò delle
sedie e un piccolo tavolo.
Al capezzale del lettino Carmela volle metterci il viso di un Cristo
devastato dal sangue. Quando tutto fu fatto, Ottavio si sedette a terra e
finalmente sciolse quel nodo di pianto che per tutto il pomeriggio l’aveva
quasi soffocato.
Dopo cena Ottavio diede la buona notte a tutti. Avrebbe voluto salutare
tutti con un bacio, ma non osò fare ciò che in quella famiglia non era né
concepibile né concepito.
Entrò nello stanzino facendosi luce con una piccola lucerna ad olio.
Si stese sul letto e subito spense la lucerna con un soffio. Si spogliò di
ogni indumento e con le mani sfiorò ogni parte del suo corpo, quel corpo
freddo dalla pelle troppo liscia, quel corpo così diverso da quello dei
ragazzi di bottega e dei fratelli.
Si raggomitolò, si giro verso la parete e chiuse gli occhi.
Ad un tratto le sue palpebre sottili avvertirono come se qualcuno avesse
riacceso la lucerna. Si girò per vedere chi avesse violato la sua
solitudine.
Dalle tavole sconnesse del soffitto entrava una chiara e forte luce. La
luna illuminava a giorno quello sgabuzzino. Il merlo che da quella luce era
stato svegliato aveva il becco rivolto al soffitto e stava fermo come preso
da incantamento.
Ottavio guardò il merlo, e come il merlo si mise a guardare il soffitto: la
luce lo aveva fatto ritornare bello come quando era nato. Sorrise. Ad un
tratto avvertì che la musica lo abbandonava: le armonie, le arie, le
sinfonie erano come svaporate in quella luce. Anche l’anima di Ottavio se ne
era andata con esse.
Sul letto giaceva un angelo.
Salvatore
Bellavia
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 19 novembre 2009.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata. |
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19/11/2009 |
Chiesa. Festa di Santa
Venera, tradizione riscoperta |
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"Santa Venera
verginella, il martirio ti fa bella. Il candore verginale rende il nome tuo
immortale. Sposa e martire di Cristo, una vergine si onora. Chi di lei non
s'innamora non ha fede e non ha cuor". I versi del tradizionale "rosario
cantato" in onore della patrona di Grotte hanno fatto da colonna sonora alla
processione che ha visto il simulacro della santa attraversare le vie
principali del paese. E' già il secondo anno consecutivo che, nella data del
14 novembre, viene ripresa l'antica tradizione di festeggiare con grande
rilievo la festa patronale. Già celebrata sino alla metà del secolo scorso,
la festa aveva successivamente conosciuto un periodo di oblio, rimanendo
nell'ambito delle ricorrenze parrocchiali. L'Arciprete don Giovanni
Castronovo, sostenuto da tutta la comunità cittadina ed in pieno accordo con
l'Amministrazione comunale, ha voluto rivalutare la festa anche attraverso
la processione della statua. Una novità di rilievo è stata rappresentata dal
restauro conservativo del simulacro, che ha riportato il manufatto agli
antichi splendori. Unica innovazione, la sostituzione della precedente
palma, segno del martirio subìto a causa della fede, con una nuova in
argento circondata da una triplice corona a significare le attribuzioni
della Santa: Apostola, Vergine e Martire.
I festeggiamenti sono stati animati dalla Banda Musicale "G. Verdi" e dai "Tamburinari
di Herbessus".
Alla solenne concelebrazione ed alla processione erano presenti tutti i
sacerdoti dell'unità pastorale di Grotte, don Giovanni Castronovo, don
Gaspare Sutera e don Julian Mokasse, il seminarista Dario Morreale, il
Sindaco Paolo Pilato ed una rappresentanza del Consiglio Comunale.
"L'anno prossimo, sono convinto che onoreremo ancora di più Santa Venera che
è la nostra patrona", ha affermato nel saluto finale il Sindaco Pilato.
Al termine della benedizione, l'Arciprete ha concluso con queste parole:
"Ringraziamo il Signore. Ringraziamo Santa Venera per questo momento di fede
interiore che ci ha dato e nello stesso tempo rinnoviamo a tutte le Venera,
a tutte le Veneranda ed i Venerando e a tutte le Parasceve i nostri migliori
auguri. Viva Santa Venera!".
Carmelo Arnone
19 novembre 2009
© Riproduzione riservata.
Pubblichiamo le immagini della Festa (77 foto di
© Salvo Lo Re "President").
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Manifesto |
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Video
della Festa di Santa Venera |
Foto
della Festa di Santa Venera |
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16/11/2009 |
Chiesa. Programma della
settimana |
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Programma dell'Unità Pastorale di Grotte per la prossima settimana:
- mercoledi 18 novembre, ore 17.00 nella chiesa Madonna del Carmelo,
riprendono le attività del gruppo delle Ancelle della Divina Misericordia;
- mercoledi 18 novembre, ore 18.45 a Racalmuto, incontro foraniale
per gli operatori pastorali;
- giovedi 19 novembre, ore 20.00 a San Francesco, inizia il corso di
formazione per gli operatori di pastorale familiare dell'Unità
Pastorale (incontro guidato dai coniugi Palumbo);
- venerdi 20 novembre, ore 19.30 a San Rocco, inizia il cammino di fede dei
cresimandi adulti;
- domenica 22 novembre a San rocco, dopo la Santa Messa delle 17.30,
riunione dei genitori dei bambini di 1^ Confessione di tutta l'Unità
Pastorale;
- ogni martedi e venerdi alle ore 20.15 a San Francesco, proseguono le catechesi
tenute dai fratelli del Cammino Neocatecumenale, la partecipazione è
aperta a tutti i fedeli.
La chiesa Madre è temporaneamente chiusa per lavori di ristrutturazione. Per
tutto il periodo di chiusura, l'attività parrocchiale verrà svolta nella
chiesa del Purgatorio. |
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14/11/2009 |
Comune. I "Grandi vini rossi
siciliani" presentati a Grotte |
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Interviste
Vedi le foto
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Sabato 7 novembre alle ore 19.00 nella biblioteca
comunale di Grotte si è svolta una sessione della 7^ Rassegna Regionale dei
Grandi Vini Rossi di Sicilia organizzata dall’Organizzazione Nazionale
Assaggiatori di Vino (O.N.A.V.), in collaborazione con l’Amministrazione
Comunale di Grotte.
Tra i relatori della sessione anche il Dott. Giovanni Giardina, col quale il
Comune di Grotte ha organizzato diverse iniziative mirate alla
valorizzazione del vino, ed in particolare un prodotto d’eccellenza
rappresentato dal “nero d’Avola di alta collina”, tipico del territorio
grottese cha ha una lunga tradizione vitivinicola e che, come sostiene il
Sindaco Paolo Pilato “ha vissuto e deve continuare a vivere di agricoltura
ed in particolar modo di vitivinicoltura”.
L’importante Rassegna è stata caratterizzata da momenti di assaggio e di
guida alla degustazione di vini pregiati, grandi rossi, abbinati con
prodotti tipici locali.
Attraverso queste iniziative, l’auspicio è che si possa promuovere il
prodotto della vite per poter ridare fiato all’economia del territorio e
favorire sempre più condizioni di crescita e sviluppo per un settore che ha
rappresentato la struttura portante dell’economia locale.
La Rassegna, realizzata per l’edizione 2009 nei tre Comuni dove si produce
la maggior parte di nero d’Avola in Sicilia: Racalmuto, Naro e Grotte, è una
manifestazione che da anni si organizza in provincia di Agrigento e quest’anno
ha avuto anche visibilità al di fuori dell’ambito della regione. Infatti la
rassegna è stata presentata a Milano, con la partecipazione del cantante ed
autore Cristiano Malgioglio. Ed ancora a Milano, nella prossima
manifestazione denominata “Il vitigno principe siciliano si presenta a
Milano”, la Rassegna presenterà ufficialmente i vini vincitori del 7° Banco
d’Assaggio e, con l’occasione, promuoverà i migliori vini dell’Isola.
La sessione grottese della Rassegna ha affrontato il particolare tema della
viticoltura di alta collina, punto fermo del programma politico del Sindaco
di Grotte, attraverso una tavola rotonda nella quale sono emersi gli aspetti
delle varie viticolture nei diversi tipi di terreno.
Carmelo Arnone
14 novembre 2009
© Riproduzione riservata.
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Invito |
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Video
delle interviste a Pilato e Giardina |
Foto
della Rassegna a Grotte |
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14/11/2009 |
Comune. Corso di
approfondimento sull'olio extra vergine di oliva |
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Manifesto |
La Sezione Operativa di Assistenza Tecnica 100 (SOAT
100), diretta dal Dott. Massimo Brucato, ed il Comune di Grotte promuovono
un corso di approfondimento sull'olio extra vergine di oliva.
Il corso, che si terrà dal 16 al 18 novembre alle ore 18.00 in Via
Pirandello, presso i locali della ex scuola media, è rivolto ai coltivatori,
produttori, commercianti ed a tutti gli addetti al settore.
La partecipazione al corso è auspicata anche per tutte le persone che si
interessano, anche nell'ambito domestico, all'acquisto ed all'utilizzo
dell'olio extra vergine di oliva.
Particolare interesse sarà dedicato alle tecniche di riconoscimento della
qualità dell'olio e delle sue caratteristiche organolettiche.
E' possibile iscriversi al corso rivolgendosi alla SOAT 100, Via Pirandello
n° 5, o telefonando ai numeri 0922.947577 e 380.4699614. L'iscrizione ed il
corso sono totalmente gratuiti. |
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13/11/2009 |
Fotografia. Esposizione di
Franco Carlisi a Venezia |
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Franco Carlisi espone Iavaivoi - lavoro fotografico sul
sentimento di appartenenza e sulla globalizzazione - all'interno della
ventunesima edizione di "Immagini di Autore".
Dal 14 novembre al 2 dicembre, all'Auditorium Monteverdi di Venezia.
Già arrivata alla ventunesima edizione, prosegue la sua interessante
carriera la mostra fotografica indetta ogni anno dall'associazione Marghera
Fotografia con il suo direttore Paolo Croci.
Quest'anno la rassegna si divide in due esposizioni consecutive: la prima va
dal 14 novembre al 2 dicembre, la seconda dal 5 al 20 dicembre. Le
esposizioni raccolgono mostre personali di 15 fotografi provenienti da
tutta Italia e presentano immagini immortalate in diversi angoli del mondo:
dal Nord-Est italiano a Mosca, dall'Etiopia a Londra. |
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13/11/2009 |
Comune. L'accordo tra
l'Amministrazione e Trenitalia per i problemi dei pendolari |
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Leggi l'accordo |
Nell'incontro che si è svolto lo scorso 22 ottobre a
Palermo, tra l'Amministrazione Comunale di Grotte e la Direzione Regionale
Sicilia di Trenitalia, sul tavolo vi erano le proposte di soluzione dei
problemi degli studenti pendolari.
Dopo aver illustrato nel dettaglio le difficoltà ed aver ascoltato le varie
proposte, la delegazione grottese, composta dal Sindaco Paolo Pilato e
dall'Assessore Domenico Criminisi, ha esplicitamente richiesto che gli
impegni presi da Trenitalia venissero messi "nero su bianco" e firmati.
Alla riunione erano presenti anche rappresentanti dei Comuni di Racalmuto e
Licata, anch'essi portatori di richieste da parte delle rispettive comunità
cittadine.
In particolare, per quanto riguarda Grotte, il documento riporta: "Il
Sindaco di Grotte lamenta l'inadeguatezza del materiale in composizione ai
treni 8705 delle ore 7.13 e 8707 delle ore 7.27, la DR Sicilia assicurerà,
in presenza di materiale rotabile diverso da quello programmato (minuetto la
cui capacità complessiva dei due treni è di 300 posti a sedere ed oltre 600
posti complessivi), l'attivazione di un servizio di BUS integrativo in
numero adeguato. Inoltre il Sindaco richiede il ritardo di 8 minuti del
treno 8708/8720 dalle 13.52 alle 14.00 in partenza da Agrigento Bassa, per
consentirne l'utilizzo da parte di una buona parte degli studenti di Grotte
e Racalmuto. La DR Sicilia, tenuto conto che gli orari dei treni sono stati
concordati con i presidi delle diverse scuole agrigentine, si dichiara
disponibile a valutarne la possibilità proponendo la modifica ai dirigenti
scolastici".
In una riunione successiva, in merito agli orari dei treni che utilizzano
gli studenti al termine delle lezioni, sono state concordate delle
modifiche. Per la tratta Agrigento-Grotte-Racalmuto-Canicatti, i treni
partiranno dalla stazione di Agrigento Contrale alle ore 13.10, 14.05 e
14.30.
Carmelo Arnone
13 novembre 2009
© Riproduzione riservata.
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13/11/2009 |
Culti. La cantante "Regina" nella
Chiesa Cristiana Evangelica "L'Eterno Nostra Giustizia" |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"La
Comunità Cristiana 'L'Eterno Nostra Giustizia' invita tutti quanti
desidereranno partecipare all'evento che si svolgeranno presso la nostra
chiesa in Grotte (in Piazza Umberto I).
Domenica 15 novembre, durante il culto delle ore 18.00, sarà con noi la cantante-lodatrice
cristiana 'Regina'. Oltre a coinvolgerci nella
lode e adorazione a Dio ci racconterà la sua conversione al
Cristianesimo. Sicuramente udremo una testimonianza molto toccante.
Cari lettori e concittadini, saremo lieti di ospitarvi nella nostra chiesa.
Cordiali saluti dalla Comunità Cristiana 'L'Eterno Nostra Giustizia'.
Dio benedica tutti voi".
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Chiesa
Cristiana Evangelica "L'Eterno Nostra Giustizia" |
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12/11/2009 |
Musica. Fabrizio Chiarenza in
concerto a Sciacca, con il "Quinteto Nuevo" |
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Musica contemporanea, venerdì 13 novembre alle ore
18.00, presso l'ex Chiesa S. Margherita in Sciacca. Andrà in scena il
concerto “Omaggio ad Astor Piazzolla” in occasione della settimana UNESCO
ESS 2009 “Città e Cittadinanza”.
Un concerto che ripercorre alcune tappe fondamentali della musica Argentina
del Novecento, attraverso brani che hanno segnato il percorso del tango: il
“nuevo tango” di Astor Piazzolla.
Protagonisti sul palco saranno:
- il Fisarmonicista Fabrizio Chiarenza;
- il Pianista Carmelo Mantione;
- il Chitarrista Raimondo Mantione;
- il Violinista Luigi Amico;
- il Contrabbassista Giuseppe Castellano.
La serata è organizzata dall’ente promotore "Comunità Z", con il patrocinio
del Comune di Sciacca e con la collaborazione delle Associazioni l’AltraSciacca
e Cooperativa Arcobaleno.
Durante l'intervallo del concerto sarà affrontata una discussione sul tema
dei Diritti Umani, attraverso la proiezione di filmati, diapositive e
testimonianze. Relazionerà il Dott. Rino Marinello, sull'esperienza vissuta
in terra d'Africa. |
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12/11/2009 |
Chiesa. Festa di Santa
Venera, Patrona di Grotte |
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Manifesto |
Programma dei festeggiamenti in onore di
Santa Venera Vergine e Martire, Patrona di Grotte, che saranno celebrati
nella chiesa Beata Maria Vergine del Monte Carmelo.
Mercoledi 11 novembre
Ore 17.00 - Santo Rosario
Ore 17.30 - Svelatura, benedizione del simulacro di Santa Venera e
Celebrazione Eucaristica
Giovedi 12 novembre
Ore 17.00 - Santo Rosario
Ore 17.30 - Celebrazione Eucaristica
Venerdi 13 novembre
Ore 17.00 - Santo Rosario
Ore 17.30 - Celebrazione Eucaristica e Vespri solenni
Sabato 14 novembre
Ore 09.30 - Santa Messa
Ore 11.00 - Santa Messa
Ore 16.00 - Sfilata per le vie della Processione dei «Tamburinari di
Herbessus» Città di Grotte
Ore 17.00 - Santo Rosario
Ore 17.30 - Solenne Concelebrazione Eucaristica
Ore 18.30 - Processione del Simulacro per le vie del paese con la Banda
Musicale "G. Verdi".
Il percorso della processione sarà:
Chiesa del Carmelo, Corso Garibaldi,
Via F. Crispi, Via Machiavelli, Piazza Fonte, Via Gueli, Via Arno, Largo
Pagano, Viale Matteotti, Portobello, Viale della Vittoria, Corso Garibaldi,
Chiesa del Carmelo.
La
cittadinanza è invitata ad addobbare i balconi dove passerà la processione.
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L'Arciprete
Sac. Giovanni Castronovo |
Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato |
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12/11/2009 |
Lirica. Il M° Salvatore
Salvaggio si esibirà in Germania |
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Ormai siamo abituati alle sue performances in giro per
tutto il mondo. Lo vediamo calcare le scene dei più celebri teatri
internazionali, accanto ad altri Grandi della lirica. Il prossimo sabato 14
novembre il M° Salvatore Salvaggio si esibirà in un recital lirico a
Wolfsburg in Germania. Questa potrà essere una gradita occasione, per i
tanti concittadini che vivono e lavorano nella cittadina o nei paesi vicini,
di poterlo vedere ed ascoltare. L'indirizzo completo è: Congress Park
Wolfsburg Heinrich-Heine-Straße 1 D-38440 Wolfsburg. |
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12/11/2009 |
Comune. Il 100° compleanno
della "nonnina" di Grotte |
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Guarda il video
Vedi le foto |
“Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per
i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci
dileguiamo". Così si esprimeva il salmista, che di certo non aveva
conosciuto la “nonnina” di Grotte. Perché Anna Cimino, longeva trisnonna, di
anni ne ha collezionati ben 100. L’invidiabile traguardo non poteva passare
inosservato, infatti non solo i parenti ma tutta la cittadinanza del paese
si è mobilitata per esserle accanto. Sabato 7 novembre è stato un giorno di
festa per tutti. Dapprima in chiesa, per una celebrazione eucaristica di
ringraziamento, poi in municipio. Nella sala consiliare, alla presenza delle
Autorità cittadine, la Signora Cimino è stata ospite d’onore. Per porgerle
gli auguri sono intervenuti il Sindaco Paolo Pilato, il Vice Sindaco
Salvatore Caltagirone, il Presidente del Consiglio Comunale Angelo Collura,
il Vice Presidente Giacomo Costanza, l’Arciprete don Giovanni Castronovo e
l’Assessore Piero Castronovo che si è prodigato per la riuscita
dell’iniziativa.
L’occasione è stata propizia per ribadire l’importanza che avevano e che
hanno gli anziani nelle comunità locali. Sono essi a rappresentare la
memoria vivente del nostro passato, le nostre origini, il mondo contadino
dal quale veniamo. Essi che hanno vissuto periodi storici molto tristi e che
sono sopravvissuti a drammi e tragedie. Essi che sopportando privazioni e
sostenendo fatiche immani hanno permesso ai loro figli e nipoti un futuro
migliore. Dalle labbra della “nonnina” soltanto poche parole: “Grazie a
tutti”. Dei suoi sentimenti inespressi si è fatta portavoce, anche a nome di
tutta la famiglia, la nipote Anna (non poteva chiamarsi diversamente). Nel
fare l’ingresso in sala, la grande torta illuminata, accompagnata dal
consueto coro “tanti auguri a te”, ha suscitato un applauso sentito. La
cerimonia si è conclusa con un omaggio floreale consegnato dal Sindaco e con
l’auspicio di poter festeggiare tanti altri compleanni.
Carmelo Arnone
12 novembre 2009
© Riproduzione riservata.
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Anna Cimino |
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Video
della cerimonia in Comune |
Foto
della cerimonia in Comune |
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09/11/2009 |
Psicologia. 3° Convegno sulle
Psicotecnologie, organizzato dal Dott. Filippo La Paglia |
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Locandina
Castello Utveggio
Programma |
Si terrà a Palermo, dal 23 al 25 novembre, nella
prestigiosa sede del Castello Utveggio, il III Convegno Internazionale della
Società Italiana di Psicotecnologie e Clinica dei nuovi Media, che vede come
componente del Comitato organizzatore il Dott. Filippo La Paglia.
Il Convegno, presieduto dal Prof. Daniele La Barbera, è organizzato con il
patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Medicina e
Chirurgia, Dipartimento di Neuroscienze - Sezione di Psichiatria.
Il Convegno intende approfondire le ripercussioni delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione sulla qualità della vita umana,
sulle relazioni interindividuali, sul modo di percepire ed elaborare gli
effetti ed i legami sulla cultura e lo sviluppo della civiltà, sulla
formazione delle nuove generazioni, ma anche sul modo di intendere la cura e
la malattia, nonché sulla genesi di alcune delle più attuali forme di
addiction.
La partecipazione al convegno comporta l’acquisizione dei crediti E.C.M.
(Educazione continua in medicina).
I numerosi ed autorevoli relatori affronteranno, tra gli altri argomenti:
problematiche relative all'uso dei social network; dinamiche dell'incontro e
della relazione in Facebook; relazioni reali e quelle virtuali in Second
Life; nuovi modelli della comunicazione con il Web 2.0; opportunità e rischi
degli adolescenti alle prese con la banda larga; telemedicina; realtà
virtuale in psicologia clinica; nuovi sviluppi della Cybercriminologia;
Cyberbullismo; realtà dei Tech Abusers e nei Nativi Digitali.
Per maggiori informazioni, programma e modalità d' iscrizione è a
disposizione il sito
www.siptech.it.
Considerata la rilevanza internazionale del Convegno, il comitato
organizzatore si è avvalso del sostegno di imprese ed aziende private. Altre
aziende che desiderano sostenere l'iniziativa hanno ancora la possibilità di
dare la propria disponibilità, che sarà segnalata evidenziata con
l'inserimento del logo aziendale sul programma finale, sui manifesti e sulle
locandine, nonchè con la presenza di un proprio rappresentante al Convegno.
Per informazioni, contattare il Dott. La Paglia inviando una e-mail a
filippolapaglia@gmail.com.
Carmelo Arnone
9 novembre 2009
© Riproduzione riservata. |
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09/11/2009 |
Chiesa. Programma della
settimana |
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Programma dell'Unità Pastorale di Grotte per la prossima settimana:
- Triduo in onore di Santa Venera;
- mercoledi 11 novembre, ore 17.00 Santo Rosario; ore 17.30 benedizione del
simulacro di Santa Venera e Santa Messa;
- giovedi 12 novembre, ore 17.00 Santo Rosario; ore 17.30 Santa Messa;
- venerdi 13 novembre, ore 17.00 Santo Rosario; ore 17.30 Santa Messa e
Vespri solenni
- sabato 14 novembre, Festa di Santa Venera, Sante Messe alle ore 09.30 e
11.00; ore 17.00 Santo Rosario; ore 17.30 Concelebrazione Eucaristica; ore
18.30 Preocessione del simulacro di Santa Venera per le vie del paese (con
rientro nella chiesa Madonna del Carmelo);
- ogni martedi e venerdi alle ore 20.30, presso la parrocchia Madonna del
Carmelo, avranno luogo le catechesi del Cammino Neocatecumenale, al termine
delle quali i partecipanti saranno invitati ad aderire al Cammino.
La chiesa Madre è temporaneamente chiusa per lavori di ristrutturazione. Per
tutto il periodo di chiusura, l'attività parrocchiale verrà svolta nella
chiesa del Purgatorio. |
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06/11/2009 |
Comune. Grandi vini rossi
siciliani; manifestazione a Grotte |
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Invito |
Si chiama "Grandi Vini Rossi di Sicilia" la
manifestazione che vede coinvolti i Comuni di Racalmuto, Grotte e Naro. Tra
le iniziative previste:
- VII Rassegna Regionale dei Grandi Vini Rossi Siciliani;
- VII Banco d'Assaggio Regionale del Nero d'Avola;
- VI Concorso Eno-Gastronomico "Il Nero d'Avola in Cucina".
- Degustazione di Prodotti Tipici Locali;
- Promozione dei Vini Vincitori in Manifestazioni Nazionali.
La sessione che si svolgerà a Grotte, sabato 7 novembre, prevede:
- ore 19.30, Biblioteca Comunale
Mostra "Il Vitigno Principe" - Varietà di uve autoctone
e alloctone in esposizione;
- ore 20.00, Biblioteca Comunale
Tavola rotonda
"Aspetti paesaggistici di viticolture internazionali da
scoprire ed imitare";
Interverranno:
Paolo Pilato - Sindaco del Comune di Grotte
Germano Boccadutri - Presidente Ordine Agronomi e
Forestali (AG)
Gianni Giardina - Espereto degustatore internazionale
Interventi vari:
Tecnici, Produttori e Personalità presenti.
- ore 20.30, Biblioteca Comunale
"Rossi Siciliani di Classe & Formaggi d'Autore"
Degustazione guidata dall'Enologo Gianni Giardina
- ore 21.30, Atrio Palazzo Municipale
Degustazione dei vini della Provincia di Agrigento
in abbinamento ai prodotti tipici locali. |
Programma |
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06/11/2009 |
Comune. Programma della festa
per la nonnina centenaria |
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Manifesto |
COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)
Sabato 7 novembre avranno luogo i festeggiamenti in occasione del
CENTENARIO
della concittadina Signora Anna Cimino secondo il programma che segue:
ore 16.30
Celebrazione Eucaristica presso la chiesa del Carmelo
ore 18.00
Aula Consiliare "Antonio Lauricella" cerimonia augurale
accoglienza e saluto del Sindaco e delle Autorità locali
ore 19.00
Rinfresco e torta presso l'atrio del Comune di Grotte (primo piano)
Il Sindaco, l'Amministrazione Comunale, il Presidente del Consiglio
ed il Consiglio tutto invitano la cittadinanza a partecipare ed a
condividere la gioia della signora
ANNA CIMINO
per i 100 anni compiuti
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L'Assessore Municipale
Rag. Piero Castronovo |
Il Sindaco
Rag.
Paolo Pilato |
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05/11/2009 |
Comune. Grotte in festa per la
nonnina centenaria |
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Anna Cimino |
Era il lontano 1909 quando veniva alla luce. E'
trascorso esattamente un secolo da quell'evento e la signora Anna Cimino si
appresta ad affrontare l'ardua impresa di spegnere ben 100 candeline.
In ringraziamento, nel giorno del compleanno centenario, il prossimo sabato
7 novembre alle ore 16.15, nella chiesa Madonna del Carmelo, l'Arciprete Don
Giovanni Castronovo celebrerà una Santa Messa. Alla funzione religiosa , la
nostra concittadina parteciperà accompagnata da una schiera di nipoti,
pronipoti e pro-pronipoti.
Dopo la celebrazione eucaristica, alle ore 18.00 circa nella Sala Consiliare
del Comune di Grotte, il Sindaco Paolo Pilato, l'Amministrazione e tutto il
Consiglio Comunale festeggeranno l'evento con una cerimonia alla quale si
unirà tutta la cittadinanza. |
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04/11/2009 |
Comune. Solenne celebrazione
del 4 novembre |
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Oggi 4 novembre, Festa dell'Unità Nazionale, delle Forze Armate e giornata
di commemorazione in ricordo dei caduti di tutte le guerre,
l'Amministrazione Comunale di Grotte celebrerà la ricorrenza con una solenne
cerimonia.
Alla presenza dei reduci di guerra, delle associazioni combattentistiche,
delle classi dell'Istituto Comprensivo "A. Roncalli", del Sindaco Paolo
Pilato e di rappresentanti delle Forze Armate e delle Forze dell'Ordine,
l'Arciprete Don Giovanni Castronovo celebrerà una Santa Messa, nella chiesa
Madonna del Carmelo, che avrà
inizio alle ore 10.30.
Al termine della funzione religiosa, in Piazza Umberto I, il Sindaco terrà
un discorso con il quale ricorderà i caduti e ribadirà i valori fondamentali
della Repubblica Italiana.
I caduti grottesi nelle due guerre mondiali, elencati ciascuno per nome,
saranno salutati con gli onori militari.
Nell'occasione verranno scoperte le lapidi, ristrutturate di recente, che
riportano i nomi dei caduti; elenco aggiornato comprendente anche i "caduti
dimenticati" nella prima stesura. |
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03/11/2009 |
E-mail. "4 novembre, una
promessa mantenuta", di Gaspare Agnello |
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Gaspare Agnello |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Finalmente il 4 novembre del 2009, anche i caduti e
i dispersi in Russia della guerra 1940/43 avranno una targa con scritti i
loro nomi accanto ai caduti di altre guerre. Questo è un atto di grande
umanità per ricordare i giovani che hanno perduto la loro vita nelle steppe
della Russia in una guerra ingiusta e di conquista.
Le famiglie dei dispersi in Russia di Grotte, con profonda commozione,
ringraziano il Sindaco e l’Amministrazione comunale per avere adempiuto a
una promessa di qualche anno addietro.
Noi speriamo che mai più giovani italiani abbiano a morire a causa di guerre
anche se la realtà è diversa e drammatica.
Il 4 novembre i familiari dei dispersi in Russia saremo a Grotte, davanti il
monumento ai caduti, per ricordare tutti i nostri concittadini caduti in
tutte le guerre".
Grotte, 2 novembre 2009 |
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Gaspare Agnello |
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02/11/2009 |
Chiesa. Programma della
settimana |
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Programma dell'Unità Pastorale di Grotte per la prossima settimana:
- lunedi 2 novembre, Commemorazione dei fedeli defunti, Santa Messa al
cimitero alle ore 10.30;
- lunedi 2 novembre, Sante Messe nella parrocchia Madonna del Carmelo alle
ore 08.00 e 09.00;
- lunedi 2 novembre, con la Santa Messa delle ore 08.00, ha inizio
l'Ottavario dei defunti; chi volesse aderire può contattare Bettina Cutaia
(le Sante Messe successive saranno ogni giorno alle ore 09.00);
- ogni martedi e venerdi alle ore 20.30, presso la parrocchia Madonna del
Carmelo, avranno luogo le catechesi del Cammino Neocatecumenale, al termine
delle quali i partecipanti saranno invitati ad aderire al Cammino;
- giovedi 5 novembre alle ore 19.00, nella chiesa Madonna del Carmelo,
riunione dei Lettori (aperta a tutti quelli che proclamano o vorrebbero
proclamare la Parola di Dio durante le Sante Messe);
- giovedi 5 novembre alle ore 20.00, nella chiesa Madonna del Carmelo,
riunione degli animatori di pastorale familiare (gruppi delle coppie,
preparazione coppie di sposi, preparazione cammino dei fidanzati);
- venerdi 6 novembre è il 1° venerdi del mese; Sante Messe alle ore 09.00
(chiesa Madonna del Carmelo) e 17.00 (chiesa Madre);
- venerdi 6 novembre ricorre l'anniversario della traslazione di Padre
Vinti, Santo Rosario alle ore 16.30 seguito dalla Santa Messa;
- domenica 8 novembre la raccolta, durante le Sante Messe delle chiese
cittadine, verrà devoluta alle popolazioni di Messina (diocesi dalla quale
proviene il nostro Arcivescovo), colpite dall'alluvione. |
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