Grotte.info Quotidiano -
Aprile 2011 |
30/04/2011 |
Attualità. Filippo Giambra
nel Consiglio della Camera di Commercio |
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L'imprenditore Filippo Giambra è stato nominato, con
decreto dell'Assessore Regionale alle Attività Produttive Marco Venturi,
componente del nuovo Consiglio della Camera di Commercio di Agrigento.
La seduta inaugurale, durante la quale avrà luogo l'insediamento dei nuovi
membri, si svolgerà sabato 14 maggio. Nella stessa occasione verrà
eletto il nuovo presidente, per la cui carica si prospetta la riconferma di
Vittorio Messina. Entro la settimana successiva si svolgeranno le elezioni
dei quattro componenti della Giunta. |
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30/04/2011 |
Cronaca. Dalla Cassazione una
assoluzione per Giovanni Aquilina |
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Sono state accolte pienamente le tesi dell'avvocato
Anna Americo: il suo cliente Giovanni Aquilina non è colpevole di omicidio e
soppressione di cadavere in relazione alla morte di Antonio Costanza. La
Corte di Cassazione, nell'accogliere il ricorso del legale, ha annullato
senza rinvio la sentenza pronunciata dalla Corte di Assise di Palermo che
aveva emesso nei confronti di Aquilina una condanna a 14 anni di reclusione.
I fatti risalgono al 1995. Antonio Costanza, ritenuto vicino al boss
Antonino di Caro, era stato ucciso da una cosca mafiosa avversaria. Al
termine del processo, iniziato nel 1997, la Corte di Assise di Agrigento
aveva inflitto la pena dell'ergastolo a Giuseppe Gambacorta, Leoluca
Bagarella e Giuseppe Fanara; Giovanni Aquilina non era stato ritenuto
colpevole dell'omicidio ma di soppressione e distruzione di cadavere. La
sentenza della Corte di Cassazione, sancendo con questa sentenza
l'estraneità di Aquilina ai fatti imputatigli, chiude così il lungo iter
processuale. |
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29/04/2011 |
Chiesa. Domenica 1° maggio si
celebra la Festa della Divina Misericordia |
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Manifesto |
Domenica 1° maggio 2011, a San Pietro in Roma, verrà
celebrata la cerimonia di beatificazione del Servo di Dio Papa Giovanni
Paolo II. La data scelta è quella della “Domenica della Divina
Misericordia”, festa istituita proprio dal Servo di Dio, il 30 aprile del
2000 durante le Solenne Celebrazione Eucaristica in occasione della
Canonizzazione della Beata Suor Maria Faustina Kowalska.
La Festa della Misericordia, ovvero la Domenica II di Pasqua, è la più
importante di tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia. Gesù
parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor
Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto
riguardava il quadro: « Io desidero che vi sia una festa della Misericordia.
Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente
benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la
festa della Misericordia». La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un
suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero
pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia.
Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù ha espresso due
desideri: che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente
benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato; che i sacerdoti
parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina e in
tal modo risveglino nei fedeli la fiducia.
La grandezza di questa festa è dimostrata dalla promessa: « In quel giorno,
chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione
totale delle colpe e delle pene » - ha detto Gesù. Una particolare grazia è
legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno: « la remissione
totale delle colpe e castighi». E’ chiaro che la Comunione ricevuta nella
festa della Misericordia deve essere non solo degna, ma anche adempiere alle
fondamentali esigenze della devozione alla Divina Misericordia. La comunione
deve essere ricevuta il giorno della festa della Misericordia, invece la
confessione può essere fatta prima (anche qualche giorno). L’importante è
non avere alcun peccato. |
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29/04/2011 |
Comune. Pronta la convenzione
attuativa tra Anas e Comune per il finanziamento della "Lumia - Falcia" |
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E' già pronta la convenzione attuativa tra ANAS e Comune di Grotte relativa
all'individuazione delle opere di compensazione ambientale ed alle modalità
di erogazione delle relative somme. Saranno i legali rappresentanti dei due
Enti ad apporre la firma sul documento che darà il via alla realizzazione
della strada "Lumia - Falcia 1° stralcio"; per il Comune di Grotte firmerà
il sindaco Paolo Pilato mentre per l'ANAS, il direttore regionale ANAS
Sicilia Ugo Dibennardo.
L'impegno totale di spesa per la realizzazione dell'opera è pari a
1.000.000,00 di euro. Il 30% della somma verrà versato a favore
dell'amministrazione comunale all'atto della stipula della convenzione; il
60% dell'importo complessivo del quadro economico di ogni singolo intervento
verrà liquidato ad avvenuta consegna dei lavori; il 10% dell'importo
complessivo del quadro economico di ogni singolo intervento verrà liquidato
ad avvenuta ultimazione dei lavori.
Questa convenzione segue quella "generale", già firmata lo scorso 23 marzo,
tra ANAS, Provincia Regionale di Agrigento ed i Comuni di Favara, Agrigento,
Canicatti, Castrofilippo, Grotte e Racalmuto, con la quale sono stati
disciplinati i rapporti con gli enti locali e sono stati determinati gli
importi spettanti a ciascuna Amministrazione per gli interventi di
compensazione ambientale, il cui totale complessivo ammonta a 11.500.000,00
euro. |
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27/04/2011 |
Editoria. Presentazione del
libro "Il vento della Maddalena", di Margherita Biondo |
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Locandina |
Sabato 30
aprile, alle ore 19.30 presso la Biblioteca Comunale “Martin Luther King” di
Grotte, sarà presentato il romanzo “Il vento della Maddalena” di Margherita
Biondo, edito dalla casa editrice MonteCovello. Il libro verrà trattato
nella rassegna di incontri culturali ideati ed organizzati da Aristotele
Cuffaro. L’evento sarà introdotto con i saluti del sindaco Paolo Pilato e
dell’assessore Salvatore Rizzo. Relazionerà il dott. Antonio Liotta, mentre
le letture saranno curate da Salvatore Milano. L’incontro sarà arricchito da
un intervento musicale della clarinettista Lavinia Di Stefano e della
flautista Julia Di Stefano. Il testo, che fa parte di una collana editoriale
di autori italiani che l’editrice MonteCovello riserva alla cultura, anche
se ambientato negli anni ‘50 e ’60, affronta il tema dell’emigrazione che
ancora oggi spinge molti giovani del Mezzogiorno a cercare al Nord d’Italia
un futuro di più ampie prospettive. Il libro narra le vicende di un giovane
siciliano che abbandona il proprio piccolo paese per sfuggire alla dura
educazione paterna e per volere sperimentare il fascino della città, delle
trasformazioni radicali, del progresso tecnologico che si andavano
consolidando nel nord del paese dopo il secondo dopoguerra, anni d’impegno
difficile e di diffusa sofferenza nell’evanescenza del miraggio riverberato
dalle speranze di sviluppo economico e sociale. Le tappe del suo inquieto
divenire portano il protagonista ad essere viandante solitario delle vie e
della vita nel rapporto con una società milanese distaccata e crudamente
industriale, alla conquista di un nuovo ma sempre più precario equilibrio
condizionato anche da una cattiva amicizia e da un amore impossibile.
L’atrofia economica, il degrado politico, lo smarrimento della solidarietà
familiare e la condizione di disagio psicologico condurranno il protagonista
ad un percorso di vicissitudini che si risolveranno nella sua affermazione
antropologica e nella consapevolezza della ricerca e della valorizzazione
delle proprie radici. Un diario articolato tra i racconti dell’immagine
industriale e dello sviluppo urbano sotto lo sbiadito cielo meneghino nel
rimpianto della Sicilia soleggiata e romantica. Tema centrale è infatti il
recupero della Sicilia come paesaggio ideale, elemento che trova il suo
centro unificatore nell’eroica rassegnazione di appartenere a una
generazione difficile a cavallo tra i vecchi tempi e i nuovi che avanzano e
che si trova a disagio in tutti e due. Con un certo realismo, tuttavia
intriso di una componente lirica, dopo diversi anni la Sicilia viene
rivisitata dal protagonista con la saggezza dell’età, osservata e rivissuta
con straordinaria partecipazione sentimentale che si evidenzia nelle
assonanze, nelle sonorità, nell’inesauribile capacità di invenzione
stilistica e linguistica soprattutto laddove si staglia la poesia del
gioioso e doloroso pellegrinaggio nell’isola espresso attraverso squarci di
paesaggio, colori e profumi: indelebili simboli di fedeltà al destino di
ogni siciliano. Presentazione del libro
“Il vento
della Maddalena”
30 aprile 2011, ore 19.30
Biblioteca
Comunale “Martin Luther King”, Grotte
Ingresso gratuito |
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27/04/2011 |
Formazione. Convegno
sull'innovazione nella Pubblica Amministrazione |
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Invito |
Giovedi 28 aprile, presso lo Splendid Hotel La Torre a Palermo, si terrà un
convegno dal tema:
“Innovazione
nella pubblica amministrazione: formazione dei funzionari per l'efficienza
negli Enti Locali”.
Saranno presenti gli Assessori Regionali Caterina Chinnici (alle Autonomie
Locali e della Funzione Pubblica) e Andrea Piraino (alla Famiglia, alle
Politiche Sociali ed al Lavoro).
Al convengo interverrà il prof. Alfonso Provvidenza, docente di Economia
degli Intermediari Finanziari e di Economia e gestione delle imprese presso
l'Università Kore di Enna. |
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26/04/2011 |
Iniziative. Raccolti tremila
euro per la Villetta Padre Pio |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Un ringraziamento speciale a tutti i cittadini di Grotte per aver
contribuito, con le loro offerte, all'acquisto di panchine, fiori ed alla
manutenzione della villa "Padre Pio". Il totale delle offerte, pari a
3.000,00 euro, sarà utilizzata esclusivamente per la villa Padre Pio". |
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Lina Castelli
e Silvia Mancuso |
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26/04/2011 |
Internet. Ringraziamenti dallo
staff del sito"LaPasquadi Grotte.net" |
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Vedi il sito |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Concluse le
manifestazioni della Settimana Santa 2011, mi preme porgere i dovuti e
sentiti ringraziamenti a quanti con il loro contributo e sostegno hanno
permesso che, anche quest’anno, il sito LaPasquadiGrotte.net potesse offrire
l’opportunità di seguire i momenti salienti delle rappresentazioni ai tanti
concittadini che, per motivi diversi, si trovano lontani dal loro paese di
origine. Quest’anno anche il sottoscritto, a causa di impegni di lavoro, non
ha potuto essere presente nel corso della Settimana Santa, ma nonostante
ciò, grazie all’insostituibile aiuto degli altri membri dello staff, è stato
possibile portare a termine le attività che il sito annualmente offre.
Vorrei quindi ringraziare personalmente e pubblicamente per il lavoro svolto
l’Ing. Filippo Villardita, fondatore con me del sito, per il materiale
fotografico e video prodotto, che sarà molto presto pubblicato in rete, e
Paolo Carraggi che ha curato nel migliore modo possibile le dirette live del
Giovedì e Venerdì Santo. Un ringraziamento particolare e di cuore va alla
VSC Produzioni di Calogero Carlisi, per aver fornito gratuitamente le
immagini trasmesse in diretta sul sito, e a Daniel Carlisi per il supporto
tecnico e logistico per la realizzazione della diretta stessa.
Grazie al Geom. Nino Puma per l'ospitalità e la concessione gratuita della
connessione ADSL necessarie alle trasmissioni effettuate in Diretta Live, a
Enzo Greco della ditta Gre-Sal per aver offerto il Premio Speciale "Antonio
Burgio" ed al Gruppo dei Giudei "Andrea Infantino" per l'ottima
collaborazione e disponibilità.
Un ringraziamento speciale a Carmelo Arnone della redazione di Grotte.info
per il sostegno e lo spazio offerto sul quotidiano online. Vorrei, infine,
scusarmi per non aver potuto trasmettere la diretta Live dell’Incontro della
Domenica di Pasqua, ma un problema di connessione sopraggiunto all’ultimo
istante ci ha impedito la messa in onda sul web dell’evento.
Stiamo già pensando a degli interventi migliorativi per l’anno prossimo,
sperando così di offrire un servizio migliore".
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Vincenzo
Morreale |
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Vedi il sito LaPasquadiGrotte.net
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25/04/2011 |
Racconti. "Un tuffo nel
passato" - Capitolo 4°; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello
Cap. IV
Nella mia cerchia di amici c’era, allora, anche un certo S, un ragazzo come
tanti altri, col quale si usciva quando era possibile e che io cercavo di
aiutare nello studio quando avevo un po’ di tempo libero. Per questo spesso
andavo a trovarlo a casa o veniva lui da me.
Un giorno all’improvviso
tra me e S. i rapporti s’inclinarono, anche se non si interruppero del
tutto, perché nessuno di noi due (conoscevo bene il mio amico ed ero pronto
come sono pronto anche adesso a mettere una mano sul fuoco circa la sua
innocenza) era responsabile di quello di cui ci si accusava. Come si suol
dire, un fulmine a ciel sereno.
Dunque, a una sua zia,
“cuomu fu e cuomu nun fu” cioè “comunque siano andate le cose”, vennero a
mancare, dalla sua borsetta, cinquecento lire, una bella somma, allora,
soprattutto per dei ragazzi che erano sempre squattrinati.
La buona donna, usando
una logica che, poi tanto logica non era, pensò che il nipote S. le avesse
sottratto quei soldi (sicuramente dietro mia istigazione, perché il nipote
da solo non avrebbe mai pensato di fare una cosa del genere, essendo un
ragazzino molto buono) e li avesse consegnati a me che avevo qualche anno in
più e quindi, secondo lei, esercitavo sul nipote una certa influenza,
perché, si sa, i cattivi amici portano alla rovina. Ed io sarei stato un
cattivo amico da tenere alla larga. Ma, questo si sa, è naturale, perché la
colpa, da che mondo è mondo, è sempre degli altri. Mai nostra o di chi ci
sta vicino.
Quindi quello che poteva
o doveva essere solo un sospetto che sarebbe caduto alla prima seria
verifica, divenne, nella mente di quella donna che “si sentiva veramente
sperta” cioè accorta e saggia, una certezza, di cui nessuno, e in primis
lei, poteva dubitare.
Pienamente convinta di
ciò, informò il fratello, sicura che, così facendo, avrebbe recuperato i
suoi soldi. E il fratello, anche lui uomo vissuto ed esperto della vita,
perché commerciante, un giorno mi affrontò, deciso a riottenere da me, con
le buone o, se fosse stato necessario, anche con le cattive, quelle
benedette cinquecento lire di cui io, sinceramente, non conoscevo nemmeno
l’esistenza.
Inutilmente cercai di
spiegargli che era tutto assurdo e che io delle cinquecento lire non ne
sapevo proprio niente: l’uomo e sua sorella rimasero del loro parere, perché
mai mi vennero a dire poi: “Ci siamo sbagliati, scusaci!”
Quelle cinquecento lire
me le sarei prese io e, al più, ne avrei dato qualche piccola percentuale al
nipote.
Mi proibirono, quindi, di
continuare a frequentare il nipote. Non so se proibirono anche al nipote di
frequentare me.
Comunque penso che il
loro scopo fosse soprattutto quello di spaventare me. Il nipote sarebbe
stato solo una povera vittima, come la zia.
Ancora oggi mi domando:
“Non era più semplice pensare che le cinquecento lire alla pia donna fossero
cadute da una tasca o dalla borsetta? Per forza il nipote doveva avergliele
sottratte? E per forza poi avrebbe dovuto darle a me? Non c’era qualche
altro modo, oltre al furto, per spiegare la sparizione di quei soldi ?”
Mah! La mente umana “unni
anninna anninna”, o, come dicono altri, “unni amminghia amminghia”, cioè :
“La mente umana, quando si convince che qualcosa è in una determinata
maniera, non c’è Cristo che la possa fare ragionare diversamente”.
Da quella volta comunque
l’amicizia tra me e il mio amico si affievolì, e fu forse meglio così. Se
non altro, evitammo che quella zia continuasse a sospettare di me e del
nipote, nel caso sciagurato, ma sempre possibile, in cui le fossero mancati
ancora dei soldi.
Carmelo Luparello
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 25 aprile 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata. |
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23/04/2011 |
Commenti. "La festa di Pasqua
e l'identità dei grottesi"; di Salvatore Filippo Vitello |
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Il Commiato
tra Maria e Gesù è una assoluta novità per me, nonostante fino al 1980 non
abbia mai perso occasione di assistere alle sacre rappresentazioni.
Dal commento apprendo che il testo era insieme agli altri ma non veniva
utilizzato. Direi che era sottovalutato, anche se il Commiato risulta più
espressivo e più significativo rispetto agli altri, perché dalle poche
parole che ho potuto cogliere (se si potesse avere il testo in
sovrimpressione, sarebbe ottimo) evoca in modo mirabile l’umanità di Cristo,
umanità che risulta comunque essere la vera cifra di tutta la sceneggiatura
pasquale.
L’Autore è sicuramente lo stesso degli altri testi, vi sono alcune parole,
che sono tipiche e specializzanti (affanni, tormenti, accenti): ricorrono in
tutti i testi. La rima, poi, pare assolutamente identica.
I due ragazzi sono stati veramente bravi nell’interpretazione, sia come
gestualità e sia come intonazione, anche se il pianto ha assunto una
funzione prevalente e quindi eccessiva, perché in qualche modo copre tutte i
passaggi scenici. Credo che i momenti del pianto vadano collocati a tratti e
nei punti salienti, per dare la giusta dimensione alle parole ed ai gesti e
non trasformare il forte lirismo che il testo sottende in forme di pietismo,
che immiseriscono il valore complessivo del testo e non danno il giusto
valore alla bravura degli interpreti. Gli interpreti invece hanno avuto un
ruolo fondamentale nella valorizzazione del testo, perché hanno saputo
rendere un’atmosfera di intenso “pathos” e di profonda commozione,
verosimile obiettivo dell’autore.
Quello che da noi è stato denominato Commiato, nelle rappresentazioni locali
di altre città del meridione viene denominato “Spartenza”.
A Trapani, nella Spartenza, Gesù, consapevole della sua morte, si congeda
dalla madre e da Giovanni discepolo prediletto. A Butera i due simulacri,
quando nel corso della processione giungono davanti alla chiesa Maria SS.
delle Grazie, si fermano per il "saluto di addio" tra il Cristo crocifero e
l'Addolorata. Ossia la "Spartenza”. Ad Enna, Caltagirone, Calascibetta
invece, la Spartenza, avviene dopo la Resurrezione, quando Gesù e Maria,
dopo essersi riconosciuti, si dividono.
Nelle rappresentazioni sacre di Delia la “Spartenza” ha un ruolo identico a
quello del nostro Paese. Essa infatti precede tutte le altre
rappresentazioni. Tale identità dipende dal fatto che i testi sono del
medesimo autore Filippo Orioles. Dico questo con riserva perché non ho mai
saputo chi ha scritto i testi della nostra Pasqua. Ho appreso da Carmelo
Arnone che sono forse dell’Orioles. A Caltanissetta la “Spartenza” ha un
significato ancora diverso, ed è quello della separazione della vara
dell’Addolorata dalla Sacra Urna.
Ma il vero significato di Spartenza, pure nelle varie ricostruzioni di
ciascun paese, i cui riti affondano le proprie radici in epoche storiche
spesso legati all’agricoltura, come nella nostra tradizione pasquale, è
quello proprio del commiato di Gesù a Maria, fino a qualche anno fa
sconosciuto alla nostra tradizione locale ed ora felicemente ripreso e
adeguatamente valorizzato.
La magica suggestione della nostra festa di Pasqua ha rafforzato l’identità
di tutti noi. Non vi è persona di Grotte che non porta in sé i ricordi di
quella festa.
Ognuno ricorda le processioni e le musiche che le accompagnano, la “nuttata”
del giovedi Santo con i fuochi che noi ragazzi eravamo soliti accendere per
riscaldarci, le signore “cu lu tancinu” a fare la “guardia” a “lu Signuri”
ed altri particolari che ora non esistono più, perché, come si suol dire,
sono cambiati i tempi, ed allora, io fra i vari dettagli, vorrei ricordare
il ruolo importante e di partecipazione civica, che avevano una volta le
varie categorie sociali, riunite nei vari circoli (combattenti, zolfatari,
concordia, commercianti, “nobili”, di quest’ultimo però non sono certo del
ricordo), tutti presenti, ciascuno con propria rappresentanza e bandiera
listata a lutto, nella visita al Calvario il venerdi mattina.
Mi colpiva in quella processione la serietà e la partecipazione di quelle
persone che, riuniti in gruppo, avevano la consapevolezza di rappresentare
un ceto e di attendere, con grande dignità, ad un dovere civico prima ancora
che religioso.
Sono ricordi di grande valore pedagogico, perché, l’aspetto religioso e
quello educativo, erano fusi in una dimensione unitaria, nella quale era
presente il contributo attivo alla formazione dei ragazzi e dei giovani. |
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Salvatore
Filippo Vitello |
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23/04/2011 |
Pasqua 2011. "Luna Rossa
Orchestra" in concerto |
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Manifesto |
Concerto di Pasqua a Grotte della Luna Rossa Orchestra.
Il gruppo musicale si forma nel 2006 per iniziativa di Francesco Catalano e
Davide Pendino, ispirato alla famosa "Orchestra Italiana" di Renzo Arbore,
che ha rivisitato i vecchi brani della musica napoletana di Renato Carosone
e Roberto Murolo, ormai quasi dimenticati dalle nuove generazioni,
sposandoli con i ritmi e i generi del mondo, come il blues, il rock, il
country, la salsa, per renderli più popolari soprattutto tra i giovani.
L'idea di creare un gruppo che portasse nelle piazze siciliane questi ritmi
travolgenti e questi testi poetici, che coinvolgono un pubblico che va dai
giovani ai meno giovani, nasce dal fascino delle musiche e dei testi della
tradizione popolare napoletana.
Sin dal debutto, il 26 agosto a Sant' Angelo Muxaro (Agrigento), la "Luna
Rossa Orchestra" ha collezionato un successo dopo l'altro coinvolgendo,
divertendo e emozionando il pubblico nelle varie piazze. L'orchestra è
composta da 12 elementi: Peppe Sciortino, Debora Randazzo, Ausilio
Polifemo e Giuseppe La Corte alle voci; Lorenzo Puma ai mandolini;
Federico Macedonio alle tastiere; Salvatore Sciacca e Lillo Cacciatore alle
chitarre; Francesco Nicolosi alla chitarra elettrica; Sergio Guastella alle
percussioni; Davide Pendino alla batteria; Francesco Catalano al basso.
Luna Rossa Orchestra in concerto
Grotte, Piazza Marconi
Domenica di Pasqua
24 aprile 2011, ore 21.00 |
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23/04/2011 |
Pasqua 2011. "La Pasqua del
Dio Vivente" - 3^ edizione |
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Vedi le foto |
Domenica 17 e lunedi 18 aprile,
per le antiche vie di Grotte è andata in scena la terza edizione della
rappresentazione "La Pasqua del Dio Vivente", progetto e regia di Giovanni
Volpe.
Il percorso è iniziato dai piedi della scalinata di Via Romita e si è
concluso, dopo circa 300 metri, in Piazza Marconi, cuore del centro storico,
ai piedi della scalinata di Via Giacinto. Due i protagonisti dell'azione
teatrale: Angelo Costanza ed Antonio Castronovo, con la collaborazione di
Luigi Casà, Giuseppe Cimino, Alex Licata, Raimondo Licata, Giuseppe Volpe e
Giovanni Volpe.
Pubblichiamo
alcune immagini della rappresentazione
(62 foto di © Salvo Lo Re "President").
Foto della
"Pasqua del Dio Vivente" - 3^ edizione |
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22/04/2011 |
Musica. Successo al Teatro
"Regina Margherita" per il Quinteto Nuevo |
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Sabato 16
aprile un pubblico entusiasta e caloroso ha partecipato al concerto del
Quinteto Nuevo, riempiendo totalmente il Teatro Margherita di Racalmuto e
dimostrando la propria soddisfazione attraverso lunghi applausi e la
richiesta di due bis. La formazione, costituita da Luigi Amico al violino,
Fabrizio Chiarenza alla fisarmonica, Carmelo Mantione al pianoforte,
Raimondo Mantione alla chitarra e Giuseppe Castellano al contrabbasso, si è
cimentata nel repertorio in cui si sta attualmente specializzando, e cioè il
"tango nuevo" di Astor Piazzolla. Oltre a proporre le ormai celebri pagine
di Libertango, Oblivion ed Adios Nonino, il quinteto ha interpretato la
passionalità, la malinconica tenerezza ed al contempo la grande forza
ritmica di brani quali Mumuki, Tangata, Muerte del Angel, Resurrecion del
Angel, Contrabajisimo e tanti altri sicuramente non inferiori a quelli più
celebri. La perizia tecnica e la grande partecipazione emotiva dei
componenti del quinteto ha regalato profonde emozioni al pubblico, incantato
dalla musica di Piazzolla. |
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22/04/2011 |
Lettere. "Alberi in
cammino"; di
Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
il mio amico Erri De Luca ha scritto che “dopo Cristo il tempo si è ridotto
a un ‘frattempo’, a una parentesi di veglia tra la sua morte e la sua
rivenuta. Dopo di Lui nessuno è residente, ma tutti siamo ospiti in attesa
di un visto”. Ecco, a mio avviso, sentire che forse il mondo di oggi ci
sfugge e che la finitudine esistenziale ci spinge altrove deve solo essere
un motivo per migliorarlo e vivere così in pienezza. L'attesa del “visto”
che vale tutta una vita deve essere uno stimolo potente per innescare in noi
un supplemento d'impegno a favore della nostra e altrui umanità. Perchè, a
volte, basta una sola fatica fatta con amore per risvegliare in noi la
sollecitudine e la voglia di essere e di fare. Io ho fatto mio il consiglio
che San Gerolamo dava a una sua amica “Prendi la Bibbia, leggila
frequentemente e impara quanto puoi”. E nel Vangelo di Marco ho letto di un
miracolo di Gesù a Betsaida. A un uomo cieco fin dalla nascita, Gesù spalma
sugli occhi un po’ di terra e di saliva, e il cieco per la prima volta
pronuncia il verbo vedere. Dice di vedere gli uomini alberi che
camminano. A mio avviso è il più bel complimento rivolto agli esseri umani.
Se ne meraviglia anche Gesù che teme di aver dotato il cieco di
allucinazione e non di vista. Così ripete il gesto, rimescola la terra con
lo sputo e rimette l’impasto sugli occhi. Nel Vangelo è l’unico caso di
miracolo ritoccato e ripetuto. Mi commuove questa immagine bellissima
dell’uomo visto come albero in cammino, saldo nei valori e radicato in opere
di bene. Rivolgo a tutti, i miei auguri di una Santa Pasqua insieme
all’auspicio che ciascuno di noi diventi... albero in cammino". |
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Silvia Carli |
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21/04/2011 |
Pasqua 2011. Rappresentazione
del Mercoledi Santo: il commiato tra Maria e Gesù |
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Guarda il video |
Dopo la Domenica delle Palme, con il Mercoledi Santo iniziano le
rappresentazioni consecutive riguardanti la Pasqua grottese. E' ormai da
diversi anni che viene rievocato, proprio in questo giorno, un momento che,
pur non trovando conferme bibliche e storiche, tuttavia suscita emozione:
l'addio - definito anche "commiato" - tra Gesù e Maria, sua madre.
Il testo, considerato per lungo tempo poco rilevante dalla tradizione
popolare, e perciò escluso dalle rappresentazioni (l'ultima delle quali
risale agli inizio del secolo scorso; nel ricordo delle "Signorine Liotta"
veniva recitato il Giovedi Santo, prima dell'Ultima Cena), è stato
riscoperto grazie alla ricerca condotta da Domenico Vizzini sui testi
originali di Filippo Orioles (1687-1793) noto autore di vari drammi sacri
dei quali il più famoso è certamente "Il riscatto di Adamo nella morte di
Gesù Cristo".
Ed è lo stesso Domenico Vizzini, nel 2005, a riportarlo in scena insieme
alla cugina Sofia Vizzini, con la collaborazione di Giuseppe Terrana. Da
allora il "commiato" è tornato a costituire parte integrante delle "recite"
di Pasqua.
La scena, quasi spoglia, è idealmente divisa in due parti: un interno
(tavolo e due sedie) ed un esterno (alcune balle di paglia, un fuoco
acceso). Due soli i personaggi protagonisti dell'azione scenica: Gesù e
Maria. Un plauso ai due giovani interpreti, Davide Mulè ed Assunta
Villardita, per aver saputo condurre, dandogli la corretta intonazione, i
settecenteschi dialoghi in rima, nonostante il brusio e l'inevitabile
chiacchiericcio: tra bancarelle, furgoni di panini e bibite, bar, venditori
ambulanti - è pur sempre una festa di paese - il momento di condivisione
sociale ha prevalso, come sempre, sulla linearità dell'azione teatrale.
Anche questo contribuisce a rendere unica, particolare e "vissuta" la Pasqua
grottese.Carmelo Arnone
21 aprile 2011
© Riproduzione riservata. |
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Pubblichiamo
il video della rappresentazione
(riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").
Video della rappresentazione |
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21/04/2011 |
Musica. Il Complesso
bandistico "V. Bellini" alla 6^ Rassegna Bandistica di Ispica |
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Vedi le foto |
Il Complesso
Bandistico "V. Bellini" ha partecipato, lo scorso lunedi 18 aprile, alla 6^
"Rassegna Regionale sulla letteratura delle marce funebri di tradizione
popolare", svoltasi nella città di Ispica (RG).
Il Complesso, diretto dal M° Salvatore Mercato, ha eseguito due tra le più
famose marce, la cui trascrizione è opera del compianto M° Stefano Patanella:
"A mia madre", meglio nota come la "40" e "Una lagrima per Felice
Cavallotti", detta la "34", le cui partiture originali costituiscono uno dei
preziosi cimeli custoditi nell'archivio della Banda.
Sul sito ufficiale del Complesso "Bellini" sono disponibili due video
riguardanti l'esibizione ad Ispica, nonché le foto della processione delle "Variceddri"
di Caltanissetta svoltasi lo scorso mercoledi.
Pubblichiamo
alcune immagini della Rassegna
(32 foto di © Orsola Patti).
Foto della
Rassegna |
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21/04/2011 |
Comune. Venerdi Santo gli
uffici comunali chiuderanno alle ore 12.00 |
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COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)
Si informa la cittadinanza che domani, venerdi 22 aprile, in occasione delle
tradizionali celebrazioni liturgiche e popolari per la ricorrenza del
Venerdì Santo, gli uffici comunali rimarranno aperti sino alle ore 12.00. |
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21/04/2011 |
Musica. Festa d'ingresso per 8
nuovi componenti nella Banda "Verdi" |
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Vedi le foto |
Anche quest'anno in occasione delle festività della Santa Pasqua, a
conclusione del lungo ed intenso percorso di formazione musicale tenuto dal
Maestro Prof. Salvatore Puglisi e dalla Prof.ssa Yulia Di Stefano, entrano a
far parte dello storico Corpo Musicale "G. Verdi" di Grotte ben otto nuovi
componenti. La tradizionale festa di ingresso è stata particolarmente
emozionante per una sede sociale "assediata" da circa 150 persone tra
parenti amici e musicisti. Lo spirito di socialità, solidarietà, amicizia e
condivisione che da sempre caratterizzano l'associazione bandistica trovano
la massima espressione in questi nostri giovani che ne rappresentano la
naturale prosecuzione.
A Pietro Amorosi, Davide Cardillo, Lorenza Conti, Desiree Farruggia, Karen
Ingrao, Giovanni Miceli, Aurora Pilato e Cristoforo Terrana i più cari
auguri e un caloroso benvenuto da parte del Presidente dott. Vincenzo
Castronovo, del Direttore M° Salvatore Puglisi e di tutti i componenti del
Corpo Bandistico "G. Verdi".
Pubblichiamo
alcune immagini della festa
(58 foto di © Salvo Lo Re "President").
Foto della
festa d'ingresso |
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20/04/2011 |
Burocrazia. Importanti
novità: addio commissione edilizia e atti pubblici sul web; di Calogero
Chiarenza |
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Riceviamo e pubblichiamo. "Importanti novità sulla
semplificazione amministrativa: Commissione Edilizia soppressa - Atti
pubblici del comune validi solo se pubblicati su internet.
Fatto direi storico: la Commissione Edilizia e l’Albo Pretorio
cartaceo vanno in soffitta. Vediamone il perché.
Commissione Edilizia soppressa
La Commissione Edilizia, dopo quasi 50 anni di attività, a partire dal
giorno 26 aprile 2011 andrà definitivamente in pensione.
Così ha stabilito la recentissima Legge Regionale del 5/4/2011
n. 5 pubblicata in data 11/4/2011 sulla Gazzetta Ufficiale della Regione
Siciliana (G.U.R.S.) n. 16 PARTE PRIMA, ove all’art. 19, comma 1° è scritto
testualmente: “Allo scopo di favorire lo snellimento e l’accelerazione
del procedimento amministrativo per il rilascio della concessione edilizia,
la commissione edilizia comunale è soppressa.”
A questo punto tutto le pratiche edilizie dovranno essere
munite di parere rilasciato soltanto dall’Ufficio Tecnico e non più dalla
Commissione Edilizia.
Ritengo che tale soppressione, con decorrenza dal 26/4/2011 (15
giorni dopo la pubblicazione della su citata legge), essendo stabilita da
una legge e quindi da una fonte legislativa primaria prevale sulle norme
regolamentari, senza quindi necessità di una preventiva modifica del
Regolamento Edilizio Comune vigente.
E’ da molto tempo che veniva auspicata da più parti la
soppressione della Commissione Edilizia, perché secondo molti
autori rappresentava un’anomalia rispetto al principio sancito dal nostro
Ordinamento della distinzione tra Direzione politica e Direzione gestionale,
cioè della netta separazione fra le funzioni di indirizzo politico-
amministrativo (proprie degli organi politici e di governo) e di quelle di
gestione (proprie dei dirigenti o responsabili di posizioni organizzative).
Tale principio venne sancito dall’articolo 3 del decreto legislativo 29/93 e
poi riaffermato per gli Enti locali dall’articolo 6 della legge 127/97.
Tale anomalia riguardava proprio la Commissione Edilizia Comunale dove era
prevista la presenza di organi politici (Sindaco o di un suo delegato),
deputato a pronunciarsi su richieste di autorizzazioni, concessioni edilizie
che invece appartengono alla sfera gestionale.
Atti pubblici validi solo se pubblicati su internet
La Legge Regionale n. 5/2011 sopra richiamata prevede altresì
una serie di provvedimenti volti a conferire, oltre un ulteriore
snellimento, anche una maggiore trasparenza agli atti amministrativi.
In particolare l’art. 12, ai commi 2 e 3 della Legge Regionale
5/2011 stabilisce:
2. I soggetti di cui all’articolo 1 della legge regionale 30 aprile 1991,
n. 10 e successive modifiche ed integrazioni si adeguano alle disposizioni
di cui agli articoli 21, 23 e 32 della legge 18 giugno 2009, n. 69, relative
agli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi
effetto di pubblicità legale.
3. Tutti gli atti della pubblica amministrazione sono pubblici ed assumono
valore legale dal momento del loro inserimento nei siti telematici degli
enti a tal fine opportunamente pubblicizzati.”
Il che tradotto significa che a partire dal 26 Aprile 2011 gli
atti amministrativi soggetti all’obbligo della pubblicazione (Delibere,
Ordinanze, Concessioni Edilizie ecc.) assumono valore legale dal momento in
cui vengono pubblicati dal Comune sul proprio sito telematico e chiunque
potrà visionarli su internet da casa per intero senza necessità di recarsi
al Comune. Il sito telematico all’uopo predisposto dovrà inoltre essere
opportunamente pubblicizzato dal Comune".
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Ing. Calogero Chiarenza |
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20/04/2011 |
Consultazioni. I referendum
abrogativi del 12 e 13 giugno; di Angela Grano |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"12-13 giugno: i quattro punti
del referendum abrogativo.
All’articolo 75 della Costituzione è disciplinato il referendum popolare
abrogativo, che può essere “totale o parziale, di una legge o di un atto
avente valore di legge”, è delineato l’ambito di applicazione, nonché i
requisiti per indire un referendum e per parteciparvi. Punto centrale è il
raggiungimento di un quorum pari alla maggioranza dei voti validamente
espressi, per semplicità, occorre dimostrare che vi siano interessati attivi
(che vadano a votare) all’oggetto, causa della diatriba referendaria.
Quindi, tutti noi siamo chiamati ad esercitare la singola sovranità popolare
al fine di rafforzare la volontà parlamentare o di far cessare gli effetti
di fonti normative, radiandoli dal nostro ordinamento. Sia doveroso per
tutti noi, oggi più che ieri, far sentire la nostra voce, quel popolo tanto
tirato in ballo dalla parte interessa dalla circostanza e mai, riferendomi a
tempi recenti, lucidamente interrogato. Nel tempo in cui tutto si nega e
contemporaneamente tutto si afferma, occorre un imperativo morale che ci
induca a dare chiarezza.
Il referendum si articolerà in quattro punti.
Legittimo impedimento.
Sono rarissimi i casi in cui gli istituti di “giustizia politica”, o
comunque la peculiare tutela dei componenti dell’esecutivo, sono riferite
anche agli atti estranei all’esercizio delle funzioni ed è significativo il
fatto che si tratti di forme di tutela in parte temperate(Belgio) o comunque
assai blande (Spagna). Inoltre, per ragioni storiche, non si è mai
teorizzato alcuna forma di vera e propria immunità dell’esercizio delle
funzioni dei moderni gabinetti, che invece erano nati (e rimangono)
responsabili un tempo davanti al Re, in seguito di fronte al Parlamento e al
corpo elettorale. Molto lontano è il legittimo impedimento, che saltando la
contrapposizione tra atti funzionali e non, inverte un dato di fatto:
qualsiasi politico prima ancora di rivestire qualsiasi carica è cittadino!
Il presidente del consiglio invece trascende, non può frequentare i luoghi
angusti dei popolani, i tribunali.., perché al Suo dire è legittimamente
impedito; e da chi? Legittimato dal popolo che sta in basso e mai alla
pari! Errare è umano, ma non può essere un luogo comune per sottrarre
onorarietà a chi è dedito alla propria professione ove occorre titolo e
capacità, a differenza del politico, per il quale è sufficiente essere un
bravo parolaio. Diletta il politico, va di moda, ma ciò che noi vediamo è la
parte più bella perché nulla si sa di cosa, in sostanza, si fa in
parlamento.
Nello specifico il referendum ci interroga sulla possibilità di eliminare la
diseguaglianza tra chi è al potere e chi non lo è, se vogliamo (bisognerà
rispondere SI) o non vogliamo (NO) abrogare il decreto promulgato con legge
7 Aprile 2010 n. 51 che all’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6, riconosce, a
colui che riveste la carica di Presidente del Consiglio, dei trattamenti
differenziati (oserei chiamarli privilegi) nelle dinamiche processuali
penali.
Per i costituzionalisti tale legge va eliminata al fine di ripristinare il
vecchio contenuto dell’articolo 3 della Costituzione, ove si recita che
tutti siamo uguali di fronte alla legge.
Altri due punti riguardano l’acqua; qui la sovranità popolare è tenuta a
pronunciarsi.
Oramai il problema dell’acqua si direbbe superato se non ci fosse un
interesse privatistico sull’acqua, poiché sgorga limpida nelle tubazioni
degli acquedotti e raggiunge con estrema facilità le nostre case. Eppure non
è proprio così, perché la facile fruizione del bene-acqua ci ha diseducati
ad un razionale utilizzo, altra problematica intrecciata alla questione su
cui ci sarebbe veramente tanto da dire. Sarebbe doveroso, per ciascuno,
utilizzare l’acqua che sia necessaria, tralasciando la mistificazione
pubblicitaria che pur di incentivare prodotti commerciarli inducono la
società a credere bisognoso l’uso spregiudicato dell’acqua. Cercando di
sorvolare la mia posizione sfacciatamente contraria a qualsiasi forma di
privatizzazione su beni primari essenziali, cercheremo di trovare
motivazioni ragionevoli e quindi quanto più possibile oggettive che
sorreggano questa posizione. Innanzitutto questo effetto dell’uso
spregiudicato dell’acqua nasce da una gestione concettualmente poco
pubblicistica e universalistica. Altra argomentazione potrebbe essere il
rincaro del costo del bene-acqua, infatti uno degli effetti della
privatizzazione di un bene è l’ingovernabilità del prezzo che potrebbe
escludere parte della popolazione alla possibilità di acquistarla e ciò non
è lecito un paese civilizzato come l’Italia. Sia da escludere che un bene
indispensabile come l’acqua sia inaccessibile anche solo per alcuni! Il
referendum sottoporrà all’occhio vigile dell’elettore due quesiti relativi
all’acqua il cui esito positivo tenterà un ripristino verso la
pubblicizzazione della questione: uno riguarda il comma 1 dell'art. 154
(Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3
aprile 2006 "Norme in materia ambientale"; l’altro riguarda l'art. 23 bis
(Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno
2008 n. 112. Quindi se siete favorevoli ad abrogare questa normativa che ha
tentato una privatizzazione dell’acqua, basta rispondere SI al quesito
referendario.
Nucleare.
Esistono, come è consuetudine del XXI secolo, considerazioni talmente
distanti da considerarli posizioni di partito, bisogna appartenere ad un
gruppo, è considerato isolano chi soffre di un genuino individualismo e
coscienza di ciò su cui crede, c’è chi parla di Balle nucleari e altri
addirittura scrivono pagine e pagine di calcoli matematici a fondamento del
nucleare. La civiltà dell’uomo è distante anni luce. L’uomo non si distanzia
per nulla dall’animale anzi spesso cade ancor più basso. Ci sfamiamo, non
guardando al di là del proprio naso; pur tuttavia nell’animale permane quel
senso di generosità che è proprio della natura, nell’uomo la ragione, almeno
così ci dicono. Si dica pure che in termini economici sia conveniente creare
le centrali nucleari, forse perchè non si tiene conto del costo che le
generazioni future dovrebbero sopportare nel subire eventuali disastri o,
nella migliore delle ipotesi, nel smaltire le scorie. Osservando il Giappone
paura e ammirazione suscita la non-reazione di un popolo orientale così
tanto educato alla compostezza, forma di apparire che per noi siciliani
sarebbe pura follia. Popolo focoso e forse meno frustrato. Nulla può
all’interesse. Si può optare per le centrali nucleari o per le fonti di
energie rinnovabili; hanno tempestato l’agrigentino del più furibondo amore
per la natura, ma il costo dell’energia continua a crescere nell’eterno
stato di emergenza mondiale, ansia indottrinata dai più autorevoli.
Possibile che non sì è in grado di sedersi attorno ad un tavolo, mettere un
punto a tutto quello che è successo, e ragionare sul domani? Occasione per
ciascuno sia il referendum sul nucleare, che ha ad oggetto la legge 6 agosto
2008, n. 133, art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio
nazionale di impianti di produzione di energia nucleare. Se si volesse
esprimere parere negativo a questa norma e quindi si volesse abrogare,
eliminare tale norma dall’ordinamento basta siglare SI in sede referendaria,
al contrario se esistano buone ragioni per interessarsi sul nucleare basti
siglare no. |
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Angela Grano |
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Fonti:
- "Le immunità costituzionali", di Tommaso Giupponi;
- Il fatto quotidiano;
- Fonti normative citate nell’articolo;
- Sito ufficiale dell'Italia dei Valori. |
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20/04/2011 |
Chiesa. Concluso il percorso
di fede dei fidanzati |
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Vedi le foto |
Con la partecipazione alla celebrazione eucaristica vespertina domenicale
del 10 aprile, nella chiesa Madonna del Carmelo, si è concluso il percorso
di fede che ha visto impegnati i fidanzati in preparazione al sacramento del
matrimonio.
Undici le coppie di fidanzati che hanno ricevuto l'attestato da parte
dell'arciprete don Giovanni Castronovo: Cavallaro Giorgio e Falletta Maria
Rita; Cavallaro Riccardo e Cocchiara Sandra; Crapanzano Giuseppe e Mossuto
Rosetta; Dabbiero Luca e Vitello Annalisa; La Mendola Calogero e Girgenti
Antonella; La Mendola Gaetano e Cavallaro Francesca; Mancuso Roberto e
Costanza Maria; Martorelli Eugenio e Bellavia Annalisa; Navarra Fabio e
Vinci Maria Rita; Salvaggio Giuseppe e Agnello Helenia; Vecchio Antonio e
Salvaggio Angela.
L'equipe degli animatori che ha seguito i giovani fidanzati, coordinata da
Padre Giovanni Castronovo, è formata dai coniugi Mimmina e Salvatore
Carlisi, Anna e Gianni Cipolla, Gabriella e Franco Licata, Giuseppina e
Francesco Castronovo.
Al termine della Santa Messa tutte le coppie hanno festeggiato con una cena
la conclusione del percorso di fede in preparazione alla vita matrimoniale.
Pubblichiamo
alcune immagini della celebrazione
(25 foto di © G. Morgante).
Foto della
celebrazione |
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19/04/2011 |
Lettere. Grazie al prof.
Luparello; da Antonio Salvaggio |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Grazie, Prof. Luparello,
anche se sono molto più giovane di Lei, ho conosciuto molti di questi
Personaggi descritti nei Suoi racconti e spero di cuore che continui, come
fa ogni tanto anche il Dott. Salvatore Bellavia, a raccontarci tante altre
storie come queste, perché riesce a farcele rivivere e farci emozionare con
straordinaria semplicità.
In fondo anche se apparentemente anonimi, sono questi, come tanti altri, i
personaggi che hanno fatto la storia di Grotte.
Grazie ancora". |
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Antonio Salvaggio |
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19/04/2011 |
Lettere. Proposte per
miglirare la circolazione stradale; da Mirella Salvaggio |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Gentile
redazione,
approfitto di questo spazio per rivolgere una domanda al Comando di Polizia
Municipale del nostro Comune: "come mai non esiste un servizio di vigilanza
all'uscita della scuola dell'infanzia, così come avviene per entrambi i
plessi della scuola elementare?".
E' vero che i bimbi più piccoli sono sempre accompagnati dai genitori, ma
proprio la grande affluenza di auto che si concentra in via Europa
posteggiando su entrambi i lati, impedisce la circolazione a doppio senso e
crea quella mezz’oretta di caos che si accentua nei giorni di pioggia.
Potrebbe pertanto essere molto utile la presenza di un vigile che regoli la
circolazione, o la predisposizione di un senso unico, limitatamente alle
fasce orarie interessate.
Mi permetto inoltre di suggerire un altro senso unico, per i soli giorni del
Giovedì e Venerdì Santo, in via Aldo Moro (la strada che costeggia la parte
alta del Calvario) dove, in relazione alle celebrazioni della Settimana
Santa, il traffico va davvero in tilt. Un tale semplice provvedimento, a mio
avviso, consentirebbe ai pellegrini che si recano sotto la Croce in auto, di
trovare una circolazione più scorrevole e ordinata e, a quanti vogliono
assistere a "li rieciti", di non essere infastiditi dalle continue
clacsonate provocate dagli imbottigliamenti delle auto.
Grazie come sempre per questa opportunità e buona Pasqua a tutti". |
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Mirella
Salvaggio |
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19/04/2011 |
Lavori. Riflessioni sul
cantiere della strada Empifosse |
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Vedi le foto |
A poche settimane di distanza dagli inizi dei lavori
dei cinque cantieri urbani ed extraurbani nel comune di Grotte (vedi
articolo del 02/04/2011), molti concittadini si chiedono, non avendo trovato
nessuna risposta alla propria riflessione, il perché sia stata scelta, tra
tante, la strada esterna Empifosse, come oggetto di finanziamento per i
lavori pubblici di manutenzione straordinaria. Le perplessità nascono dal
fatto che la strada, non solo è distante dal centro abitato, dove tra
l’altro le zone che maggiormente necessitano di manutenzione sono tante, ma
i benefici che i lavori ultimati genereranno potranno essere goduti da una
piccolissima parte di cittadini, essendo piccola “trazzera” di neanche
seicento metri, senza uscita, non di pubblico passaggio. Solo i proprietari
dei terreni raggiungibili dalla strada Empifosse, e rispettive famiglie,
potranno beneficiare dei ben 111.576,32 euro finanziati a tal proposito con
le risorse del Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS).
E il FAS, non dovrebbe, allora, essere destinato solo alla strada Empifosse
ed escludere tutti gli altri siti dei cantieri attivi dove c’è maggiore
viabilità e quindi non sottoutilizzate?
Chi è l’ente, o altro, che indirizza gli interventi infrastrutturali dei
cantieri? E quali i criteri di selezione delle aree?
Non c’è dubbio sul fatto che i cantieri rappresentano una fonte di reddito
per le tante famiglie dei lavoratori impegnati nelle attività (obiettivo,
tra l’altro, primario del Fondo, per il raggiungimento dell’equilibrio
economico-sociale), in particolar modo in un periodo di crisi e di
disoccupazione locale ad alta percentuale, ma è pur vero che una corretta
analisi delle priorità riguardanti la viabilità urbana ed extraurbana,
permette uno sviluppo territoriale a beneficio di tanti, in strade dove gli
interventi garantiscono maggiori collegamenti tra diverse aree (come la
strada Falcia) e l’accessibilità delle aree interne (come Via Da Procida,Via
Lincoln e Piazza Fratelli Bandiera), per altro molto abitate e transitate.
Da segnalare alcune strade che richiederebbero maggiore
attenzione in tema di manutenzione, magari oggetto di prossimi cantieri: Via
Padre Vinti, Via Sant’Agostino, Via Giubileo del 2000, Via Sandro Pertini
(incrocio Via Lazio), Via Gramsci, Via Cavour, e altre.
Sofia Vizzini
19 aprile 2011
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Pubblichiamo
le immagini di alcune buche
(28 foto di © Salvo Lo Re "President").
Foto di
alcune buche stradali |
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19/04/2011 |
Pasqua 2011. Rievocazione
dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme e benedizione delle palme |
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Guarda il video
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Una giornata soleggiata ma ventosa ha fatto da cornice all'inizio delle
festività della Pasqua di Grotte. Domenica scorsa, detta "Delle Palme", dopo
una innumerevole serie di prove (le tradizionali "casate"), il Gruppo dei
Giudei "Andrea Infantino" ha dato vita alla rievocazione dell'ingresso di
Gesù a Gerusalemme. I "giudei" hanno percorso il consueto tragitto che da
San Rocco, verso piazza Fonte, largo Pagano, Viale Matteotti, Via
Pirandello, Viale della Vittoria e Corso Garibaldi, li ha condotti in Piazza
Marconi, già gremita di gente. Nella piazza centrale del paese hanno
ripetuto, per l'ultima volta, le loro "parti". Al termine della "recita"
sono saliti sul palco da dove hanno assistito alla benedizione delle palme,
impartita dall'arciprete don Giovanni Castronovo, che ha celebrato, come lo
scorso anno, la Santa Messa all'aperto. |
Vedi le foto |
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Pubblichiamo
alcune immagini ed il video della rappresentazione e della benedizione delle
palme
(81 foto di © Salvo Lo Re "President"; riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").
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Video della rievocazione in Piazza Marconi |
Foto della
rappresentazione |
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18/04/2011 |
Racconti. "Un tuffo nel
passato" - Capitolo 3°; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello
Cap. III
Tra i bambini e le bambine con cui la sera giocavo ce n’era una, che doveva
avere qualche anno più di me (forse aveva cinque o sei anni, io ne dovevo
avere quattro o cinque) e che s’innamorò di me e decise, bontà sua, che io
dovevo essere il suo fidanzato e, poi, naturalmente, una volta grandi, il
futuro marito.
Quando poteva, e questo
succedeva spesso, perché ormai aveva “la testa pirciata” cioè si era ficcata
in testa, come un chiodo fisso, il pensiero di me, veniva a trovarmi a casa
mia e, se non c’era nessuno che ci potesse vedere, il che non era poi tanto
difficile perché, data la sua giovanissima età, era insospettabile, mi
buttava le braccia al collo, e mi abbracciava forte, mi baciava e mi
palpeggiava come un’amante esperta e, bocca sulla bocca, mi sussurrava che
io ero il suo unico grande amore e mi ripeteva che da grandi avremmo dovuto
continuare a fare così.
Io contraccambiavo per
farla contenta, ma non ero molto convinto perché bisognasse stare proprio
stretti stretti, con le labbra incollate le une alle altre, mentre la sua
lingua dentro la mia bocca faceva mille acrobazie, impedendo all’aria di
circolare liberamente.
- Non era meglio
continuare a giocare all’aria aperta, assieme agli altri bambini? - pensavo
tra me e me, ma evidentemente lei doveva essere di diverso avviso, se mi
veniva a trovare nelle ore più impensate del giorno e, la sera, mi portava
con sé nei posti più bui, - per farmi - diceva lei ai miei genitori -
giocare.
Poi, però, suo padre
preferì trasferirsi in un altro paese, ed io, malgrado la promessa di eterno
amore fattaci, non vidi più quella che doveva essere la mia futura
moglie. Non seppi mai che fine avesse fatto.
In via Corano, dove la
bambina aveva l’abitazione, si affacciava e si affaccia tuttora quella che
era la seconda porta della mia casa, che serviva anche da entrata alla “putia”,
cioè alla bottega di mio padre che riparava scarpe e ne creava di nuove, a
detta di tanti, molto belle e, soprattutto, resistenti.
Piano piano, poi, il
lavoro del calzolaio andò scemando, sia perché incominciarono ad arrivare le
scarpe “a vetrina”, cioè le scarpe fatte in fabbrica che venivano esposte,
appunto, in una vetrina perché chi passava le potesse vedere, sia perché di
calzolai ormai ce ne erano tanti, e la concorrenza incominciava a farsi
sentire con tutta la sua forza.
Non solo, ma spesso
succedeva che chi veniva per una riparazione cercava di tirare, il più
possibile, sul prezzo, perché quello che mio padre chiedeva, era, secondo
lui, sempre troppo alto. Come faceva “la zà Lilla”, cioè “la zia” Calogera,
che pure di soldi ne doveva avere tanti.
Come dicevo, la
concorrenza stava diventando di giorno in giorno più spietata, e ognuno
cercava di accaparrarsi nuovi clienti, abbassando i prezzi, molto spesso a
scapito della qualità.
Chi non resisteva,
sarebbe stato costretto a chiudere, come aveva fatto più di una volta mio
padre che era andato a lavorare in Argentina ai tempi del Presidente Peron.
Tanto per fare solo
qualche esempio di quanti calzolai ci fossero in paese, ne ricorderò alcuni
che erano, poi, quelli che, per un motivo o l’altro, conoscevo meglio.
A non più di dieci metri
dalla bottega di mio padre lavorava “lu zì Ricu Olivieri”, cioè “zio Enrico
Olivieri”, dove zio non stava ad indicare un grado di parentela, ma era una
parola che veniva usata per indicare rispetto verso le persone più grandi.
Più tardi, se non ricordo male, avrebbe trasferito la sua bottega, “la so
putia”, in Largo Pagano.
C’era, poi, mio cugino
Michele che aveva una bottega in via Machiavelli, proprio nel punto in cui
la strada, dopo una salita assai ripida, si unisce alla più centrale via
Crispi, bottega che però, qualche anno dopo, mio cugino chiuse, preferendo
emigrare in Campania.
In via Machiavelli
lavorava anche “lu zì Vicienzu Di Lorenzo”, un uomo “ca un si faciva
muntuari”, cioè un uomo che non disturbava nessuno e si faceva gli affari
suoi e quindi non era nella bocca di nessuno.
In Via Cavour c’era “lu
zì Masuzzu Castigliuni”, cioè “zio Tommaso Castiglione.”
Calzolaio, o forse un
semplice ciabattino, doveva essere forse anche “lu zì Calciadò”, cioè “zio”
Calcedonio, che abitava all’inizio di via Washington, che io però conobbi
soltanto da vecchio, quando non lavorava più. Me lo ricordo bassino, curvo e
robusto.
Ricordo anche che aveva
un piccolo appezzamento di terra con una casetta in contrada Lumia; una casa
lillipuziana si sarebbe detta, tanto era piccola, nascosta tra gli alberi,
vicino al podere di mia zia Maria Gianforcaro, sorella di mia madre, dove,
nei mesi estivi, si trasferiva con la moglie.
In Via Buonarroti c’era
un altro calzolaio: “lu zì Totu Minnulia”, cioè zio Antonio Mendolia, il
quale, poveretto, era claudicante. Molto amico di mio fratello Angelo, era “liccu”,
cioè amante, di uccelli, specialmente cardellini. Ne teneva, infatti, sempre
qualcuno dentro una gabbia appesa alla parete della sua bottega; che, stando
a quello che diceva lo stesso “zì Tutu”, sapeva modulare almeno un centinaio
di melodie.
Chissà perché, ma sono
sempre i propri uccelli che cantano meglio degli altri.
Calzolaio doveva essere
pure “zio” Vincenzo Vitello, ma dove avesse la bottega non lo so. Forse
verso il Sacramento.
Un po’ più sotto della
bottega “di lu zi Totu Minnulia” aveva il negozio di generi alimentari “la
zà Sarda”, cioè “la zia Sarda”. Un negozio che, per quei tempi, era uno dei
più rinomati del paese, conosciuto da tutti con il soprannome della
titolare. “La Sarda”, era, infatti, un soprannome; il vero nome della
padrona del negozio non l’ho mai saputo, d’altra parte non era necessario.
Bastava il soprannome.
C’era chi vendeva anche
vino. Uno lo vendeva vicino alla vecchia caserma ed era il signor La
Vecchia. L’altra, che abitava vicino casa mia, era “la zia” Carmela Palermo.
Nel corso Garibaldi,
assai vicino alla via Confine, c’era “lu zì Giuggiu Caltagiruni”, cioè “zio
Giovanni Caltagirone”.
Di lui ricordo la
“tabbacchera” cioè la tabacchiera, sempre piena di tabacco in polvere. Ogni
tanto ne prendeva un pizzico, se lo metteva davanti alle narici, lo aspirava
e, subito dopo, faceva degli starnuti tali che era un piacere sentirli.
Era questo, infatti, il
bello del portare la polvere del tabacco alle narici: il potere starnutire.
Dopo due o tre sonori “eccì”,
“lu zì Giuggiu” visibilmente soddisfatto, riponeva nella tasca del grembiule
o nel cassetto “di lu bancarieddru”, cioè del tavolo, dove teneva gli
attrezzi per potere svolgere la sua attività, la tabacchiera che riprendeva
un po’ più tardi, ad intervalli più o meno regolari, per prenderne lo stesso
pizzico di tabacco ed annusarlo e fare nuovamente “eccì”. Una piccola,
grande soddisfazione.
Lo faceva annusare anche
a me, quando glielo chiedevo.
Il tabacco in polvere
aveva anche delle proprietà terapeutiche, infatti veniva usato spesso da chi
era raffreddato e aveva “lu nasu attuppatu” cioè il naso otturato dal muco.
Più avanti ancora,
proprio nella curva dove il marciapiedi si allargava, a una decina di metri
dal Calvario, lavorava “ lu zì Viciu Emanueli”, cioè lo “zio Vincenzo
Emanuele”, anche lui un bravo calzolaio oltre che una squisitissima persona.
Calzolaio era pure un
certo Salvatore Morreale, inteso “Mummiddra” che era pure il primo
clarinetto della banda musicale di Grotte.
A proposito di musica,
molto bravo era Lorenzo Terrana che amava soprattutto il clarinetto e il
pianoforte, almeno secondo quello che mi racconta Mario Terrana, un caro
amico mio. Lorenzo Terrana in seguito emigrò in America, anche lui, come
tanti altri, in cerca di fortuna.
Vicino “a la putia di lu
zì Viciu Emanueli” lavorava “lu zì Pepé”, cioè “zio” Giuseppe.
Era uno dei più bravi
fabbri del paese, un uomo molto simpatico e, soprattutto, buono, un uomo
che, se fosse dipeso da lui, il male nel mondo non sarebbe esistito. Anzi,
quando un giorno, divenuto io più grande, gli chiesi un favore, che nessuno
sicuramente mi avrebbe fatto, nemmeno il parente più stretto, fu prontissimo
ad accontentarmi, senza farselo dire due volte.
Me lo ricordo ancora, con
un grembiule forse di “lona”, cioè di tela di canapa, mentre col martello
batteva sull’incudine un pezzo di ferro rovente, per trasformarlo in qualche
attrezzo o in una parte “di una firrata” cioè di una inferriata.
Ero molto amico del
figlio, S., che, purtroppo, morì molto giovane, in seguito, mi pare, ad un
incidente stradale.
Un ragazzo tale e quale
il padre, molto buono e solare, che una volta mi portò anche in campagna, un
piccolo appezzamento di terra non molto lontano dal paese, se non ricordo
male, nella parte alta del paese, a due passi dal Calvario.
Ci andai una mattina
d’inizio di primavera e c’era tanta verdura (tra cui ricordo i cardi) dalle
foglie ancora bagnate perché la sera prima aveva piovuto molto. Tutto
intorno, sole, fresco e uccellini saltellanti di ramo in ramo e cinguettanti
allegramente. Alcuni di loro, spaventati dal nostro parlare, seppure
sommesso, si alzavano dal suolo dove stavano pizzicando baccelli di piselli
e volavano lontano. Un piccolo pezzo di paradiso terrestre.
Tutte queste erano
persone che io conoscevo assai bene o di cui sentivo spesso parlare. Fra
queste ultime ce n’era pure una, che, secondo quello che mi raccontava
spesso mia madre, aveva comprato del cuoio da mio padre, ma poi si era
rifiutata di pagarglielo, minacciandolo anche d’informare “la Finanza”, se
mio padre avesse insistito nella richiesta di essere pagato.
E la “Finanza” allora,
come del resto ora, non scherzava e chiedeva anche il pagamento della
cosiddetta “ricchezza mobile”, una tassa che colpiva i mobili che un povero
diavolo aveva “intra la putia” cioè dentro la bottega, cosicché mio padre,
il lunedì, in cui generalmente la “Finanza” arrivava, era costretto a
chiudere o, in alternativa, a lavorare con la porta chiusa.
Ed io incominciai ad
odiare la Finanza che, ai miei occhi di bambino, non si faceva “i cazzi
propri”, ma preferiva disturbare i poveri calzolai che, come mio padre, a
stento, ma molto a stento, riuscivano a sbarcare il lunario. E incominciai a
pensare che i finanzieri fossero tutti nemici dei lavoratori, che avevano un
solo scopo: quello di togliere i soldi a chi se li guadagnava col sudore
della fronte e “cu lu pigliarisi colari cu li cristiani”, cioè col prendersi
dispiaceri con le persone che tante volte non volevano pagare con la scusa o
che non avevano soldi o che il cuoio delle loro scarpe era di qualità
scadente.
I carabinieri e i
poliziotti erano diversi, perché quelli almeno andavano a caccia dei
delinquenti che tanto male facevano alle persone oneste.
Così il lunedì mattina,
quando potevo, mi facevo un giro per la piazza per vedere se c’erano
finanzieri e, in caso positivo, correvo ad avvisare mio padre, che chiudeva
subito la bottega.
Di quel periodo ricordo
anche un signore, un certo “zì Totu”, cioè “zio Antonio” che andava per le
strade a vendere le scarpe e, per richiamare le gente e invitarla a
comprare, gridava: “Grandi fallimientu di manicomiu”, volendo significare
che il prezzo delle sue scarpe era basso perché c’era stato un fallimento
tale che era un manicomio.
Oltre ai calzolai,
c’erano pure dei falegnami e dei sarti.
Tra i primi ricordo “lu
zì Caliddru Signuruzzu”, cioè “zio” Calogero, il piccolo Signore”, che se ne
stava, giorno e notte, a piallare nella sua modesta bottega, in una strada
non molto lontana dalla mia, via Archimede.
Un altro falegname
lavorava nelle vicinanze della chiesa di San Nicola, un altro ancora lo
ricordo accanto alla chiesa Madre, mentre in via Fonte, quasi di fronte alla
Via Trinacria, c’era “don Giurlannu”, cioè don Gerlando V. un uomo molto
distinto, e anche “buonu cumminatu”, cioè benestante. Non per niente il suo
nome era preceduto dal “don”, appellativo denotante rispetto e che veniva
dato alle persone importanti o ricche o, quanto meno, agiate.
Un altro falegname, se
non ricordo male, era nella stessa via Fonte o sotto la piccola e stretta
scalinata che da via Fonte porta in via Machiavelli, vicino alla fontana.
Forse doveva chiamarsi Morreale.
Anche in via Crispi c’era
un falegname: Filippo Infantino.
Quando usciva, era sempre
elegante e portava il cappello. Ma era una persona buona e, se la memoria
non mi tradisce, anche socialista. Era così bravo nel suo mestiere che tanti
lo chiamavano “Maestro”. E di questo, lui andava orgoglioso.
Un altro falegname aveva
la bottega in via Calatafimi, un po’ prima di arrivare al quartiere San
Rocco. Era “lu zì Turiddru”, cioè “zio Salvatore”, del quale, però, non so
dire nulla, perché tra lui e la mia famiglia, almeno per quanto ne ricordi
io, non c’erano particolari rapporti di amicizia. Ma era uno che lavorava e
si faceva gli affari suoi. Un altro, ancora, lavorava vicino al Municipio:
Era “masciu Giuvanninu Aviteddra”, cioè maestro Giovannino, detto Aviteddra,
che dovrebbe significare, se non vado errato, quel recipiente di legno dove
i muratori impastavano il gesso.
Sicuramente i falegnami
non erano solo questi, ce ne dovevano essere degli altri, come sicuramente
ci saranno stati altri calzolai, oltre a quelli elencati, ma io non li
conoscevo o, almeno, non li ricordo.
Anche di sarti ce ne
erano tanti, ma nella mia memoria ce ne sono ormai pochi.
Uno aveva la “putia”,
cioè la sartoria vicino alla mia casa. Era il signor Zaffuto che lavorava in
un pianoterra di corso Garibaldi, più o meno di fronte alla discesa che
porta ai gabinetti pubblici, che oggi sono ubicati sotto la piazza, mentre
una volta erano all’esterno, di fronte alla sacrestia, riparati, a mala
pena, da una parete di cemento con delle fessure in basso e in alto per fare
girare l’aria ed evitare, così, che l’odore delle urine ristagnasse.
Il signor Zaffuto teneva,
in un piccolo vano ricavato sopra la porta d’ingresso, decine e decine di
“passeri gialli” che erano la sua passione e che, durante tutto il giorno,
con il loro melodioso cinguettio, gli facevano compagnia.
Io mi fermavo spesso
davanti a quella porta e guardavo, estasiato, tutti quei passeri che
volavano e “cantavano” in quello spazio, sebbene molto angusto. Ma forse
erano felici perché erano tutti insieme; infatti, quando si è in compagnia,
anche un piccolo spazio diventa un grande spazio dove poter cantare e forse
anche sognare. Come è più dolce un tozzo di pane, anche senza companatico,
quando a mangiarlo siamo in tanti.
Un sarto era proprio a
pochi metri da casa mia: era il signor Figliola che, quando andavo a casa
sua, mi accoglieva sempre con un sorriso.
L’altro sarto si chiamava
forse Calogero Morreale e lavorava in via Cavour, “vicinu a la Beddra Matri
Catina” cioè “vicino alla nicchia della Madonna della Catena”, in un vano
rialzato che aveva preso in affitto da mia zia Maria Gianforcaro, quando
essa aveva chiuso il negozio di alimentari.
In quello stesso locale
andò in seguito a lavorare un altro sarto,Vittorio, il cui cognome non
ricordo più, (aveva, questo sì che lo ricordo, i capelli neri e ricci, le
labbra un po’ sporgenti, la carnagione scura) che, dopo qualche tempo,
quando anche il lavoro del sarto incominciò a non essere più remunerativo,
preferì emigrare, tornando in paese solo molto raramente. Seppi poi che
aveva divorziato.
Nella grande scalinata
accanto a quello che una volta era stato il tabacchino “di la zà Pruvinzina”
cioè della “zia Provvidenza” lavorava un altro sarto, Lillo Fattomeo, che,
però, conobbi quando io non ero più bambino.
Me lo presentò “Totu
Pilatu”, cioè Antonio Pilato, un mio amico allora abitante “a la Funtana”
oggi emigrato in Lombardia dove, mi hanno detto, insegna. Un giovane molto
bravo anche nella pittura, tanto che gli fu affidato, quand’era in paese, il
compito di restaurare le immagini della nicchia della “Madonna Catina”, cioè
della Madonna della Catena, che stavano andando in rovina.
In breve tempo Lillo ed
io diventammo amici, perché era un uomo di una grande semplicità e molto
buono. Non ci vedevamo spesso, ma, quando eravamo liberi, “Totu Pilatu” ed
io andavamo a trovarlo a casa, dove la madre ci accoglieva sempre con
piacere.
L’unico cruccio non
averlo potuto salutare quando lui emigrò in cerca di un lavoro più
remunerativo.
Qualche anno dopo seppi
che era morto, stroncato, forse, da un infarto.
C’erano allora, in paese,
cinque rivendite di tabacchi: quattro erano “a la chiazza” cioè in piazza
(con questo nome a quei tempi si intendeva tutto il corso Garibaldi) ed uno
(quello che apparteneva alla signora Maria, vedova Pilato, finanziere morto
in combattimento durante la seconda guerra mondiale) in via Archimede. In
questa rivendita io mi recavo spesso, quando avevo qualche oretta libera,
perché alla mamma della titolare, donna Enrichetta, che rimaneva quasi
sempre a casa, piaceva molto giocare a carte. Le piaceva vincere e, se
perdeva, si arrabbiava. Ogni giorno non vedeva l’ora che arrivassi io e,
infatti, appena mettevo piede nel tabacchino, m’invitava a fare una partita
a carte.
Molto centrale, diremmo
oggi, era il tabacchino di Concetta e Venera Terrana, oggi che ha cambiato
titolare, spostato un po’ più a sinistra.
Accanto a questa
rivendita, a sinistra, c’era un bar gestito da Michele Terrana e dalla
moglie Maria Lo Bello.
Erano quegli gli anni in
cui le sigarette (scamuzzuna) erano vendute anche ad una ad una. Solo quelli
“che lo potevano fare” le compravano a pacchetti interi. Ricordo che la
tabaccaia (in genere era una donna che badava al tabacchino), quando
qualcuno le chiedeva delle sigarette, si girava dalla sedia se le sigarette
richieste erano sistemate dietro le sue spalle o si alzava, se erano più
lontano, ne prendeva un pacchetto da un piccolo scaffale, lo apriva con cura
se non le era capitato di farlo prima, e dopo averne sollevato con un dito
il fondo per evitare che le sigarette si rovinassero, ne prendeva quante
gliene erano state richieste, quindi riponeva il pacchetto al suo posto e
tornava a sedersi sempre con la faccia rivolta verso l’entrata, per
osservare anche chi passava e controllare magari se fumava e se era un suo
cliente. In caso contrario, quello sarebbe stato un figlio di puttana o un
cornutaccio.
C’era anche chi le
sigarette le comprava “a cridenza” contraendo cioè un debito: le avrebbe
pagate appena possibile.
In questi casi la
tabaccaia scriveva il conto su un quaderno che nascondeva nei posti più
impensati per evitare che “la Finanza”, trovandoglielo, gli facesse la
contravvenzione perché sui fogli del conto non c’erano le marche che
attestavano il pagamento delle tasse sul credito, cioè, in fondo, sulla
povertà.
Carmelo Luparello
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 18 aprile 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata. |
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17/04/2011 |
Pasqua 2011. Aperte le
iscrizioni dei Portatori |
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Avviso |
L'Unità Pastorale di Grotte e l'Amministrazione Comunale, in occasione delle
festività della Pasqua 2011, al fine di garantire un ordinato svolgimento
delle tradizionali processioni, comunicano un avviso a tutti i portatori.
Tutti coloro che desiderano portare l'urna o il simulacro dell'Addolorata
durante le processioni della Settimana Santa, sono invitati a comunicare la
loro adesione ai seguenti Responsabili dei portatori: Michelangelo Valenza,
Beniamino Provvidenza, Giuseppe Villardita, Giovanni Bonadonna, Andrea
Iannello, Angelo Boscarino, Giuseppe Todaro, Giuseppe Di Mino, Giuseppe
Agnello. Nel corso delle manifestazioni, i portatori saranno riconoscibili
dalle mantelline rosse o blu; i Responsabili porteranno al collo una fascia
rossa. Qualora durante le processioni vi fossero fedeli che, non avendo
comunicato in tempo la propria adesione (per validi motivi: emigrati,
lavoratori fuori sede...), desiderassero ugualmente portare l'urna o
l'Addolorata, dovranno rivolgersi ad uno dei Responsabili. |
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17/04/2011 |
Volontariato. L'ADAS di
Grotte rinnova i vertici e si affida ai giovani |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"L’Assemblea Generale dei Soci dell’A.D.A.S.,
tenutasi sabato 9 aprile scorso alle ore 16.00 in 2^ convocazione presso la
sede sociale in Corso Garibaldi, ha rinnovato il Consiglio Direttivo
Sezionale, valido per il triennio 2011/2013, chiamando ad un impegno diretto
alcuni giovani.
Fanno parte del nuovo Direttivo sezionale: Agnello Calogero, Agnello
Gaetano, Aquilina Vincenzo, Giambra Alfonso, Greco Vincenzo, Lo Re
Salvatore, Vizzini Alessandra, Vizzini Sofia e Zucchetto Pietro.
Nella seduta del 14/04/2011 il Consiglio Direttivo, riunitosi per assegnare
le cariche sociali, dopo breve discussione, ha deliberato di distribuire le
stesse nel seguente modo:
- Presidente: Alessandra Vizzini;
- Vice Presidente: Vincenzo Aquilina;
- Segretario: Sofia Vizzini;
- Economo: Agnello Gaetano;
- Consiglieri: Agnello Calogero, Giambra Alfonso, Greco Vincenzo, Lo Re
Salvatore, e Zucchetto Pietro.
Come si può notare, l’auspicato ricambio generazionale c’è stato in maniera
significativa, con l’innesto di cinque “giovanotti”. Due di questi sono
stati chiamati a ricoprire le cariche più prestigiose: quella del Presidente
e del Segretario, che sono state assegnate rispettivamente ad Alessandra e
Sofia Vizzini.
Entrambe hanno accettato la carica con orgoglio ed onore ed hanno
preannunciato un fattivo impegno fin da subito". |
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Per il Direttivo
Pietro Zucchetto
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17/04/2011 |
Lettere. "Una voce
limpida come poche"; di
Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Carissimo
professore Luparello,
lei con i suoi complimenti mi ha messo in crisi. I suoi apprezzamenti
sinceri giungono alle mie orecchie come una musica assordante. Si, perchè
quella di ricevere complimenti è a mio avviso un’arte, che a me manca
completamente. La prego di accettare il mio semplice grazie.
Ma grazie soprattutto a lei, che con i suoi racconti ha evocato in me
l’immagine di un uomo saggio che dalla vita ha capito tutto, che svuota il
proprio cassetto, traboccante di esperienze, di sogni e di ricordi, li
rimescola e li mette in comune con tutti. Le sue storie sono raccontate da
una voce limpida come poche. C’è la voce che intreccia e scioglie il
passato. C’è lo sguardo straordinario di uno scrittore che possiede una
certezza: niente è davvero perduto finché possiamo evocarlo dentro di noi. I
luoghi da cui veniamo non ci lasciano con la stessa facilità con cui noi
lasciamo loro.
E in questo modo è riuscito a infilare qualche pensiero in un mondo dove
aumentano gli oggetti e diminuiscono, appunto, i pensieri.
L’abbraccio...". |
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Silvia Carli |
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16/04/2011 |
Chiesa. Programma liturgico della
Settimana Santa |
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Pubblichiamo il programma delle celebrazioni liturgiche della Settimana
Santa.
Domenica 17 aprile - Le Palme
- alle ore 10.00, nell'atrio della scuola elementare "Roncalli", benedizione
delle palme e processione sino alla chiesa Madonna del Carmelo, dove sarà
celebrata la Santa Messa;
- alle ore 10.15, nella chiesa San Rocco, benedizione delle palme e Santa
Messa;
- alle ore 11.30, in Piazza Marconi, benedizione delle palme e Santa Messa
(in caso di condizioni meteo avverse sarà celebrata al Purgatorio);
- alle ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa;
- alle ore 19.00, nella chiesa San Rocco, Santa Messa;
- alle ore 19.15, nella chiesa del Purgatorio, Santa Messa.
Martedi Santo 19 aprile
- alle ore 17.00, nella chiesa San Rocco, amministrazione delle Prime
Confessioni.
Mercoledi Santo 20 aprile
- alle ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, amministrazione delle
Prime Confessioni.
Giovedi Santo 21 aprile
- alle ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa in "Coena
Domini";
- alle ore 18.00, nella chiesa del Purgatorio, Santa Messa solenne in “Coena
Domini”;
- alle ore 22.00, nella chiesa del Purgatorio
e
nella chiesa Madonna del Carmelo, Veglia Eucaristica.
Venerdi Santo 22 aprile
La chiesa invita i fedeli al rispetto del digiuno ed all'astinenza dalla carne;
- alle ore 16.30, nella chiesa del Purgatorio, Azione Liturgica della
Passione e Morte del Signore;
- alle ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Azione Liturgica della
Passione e Morte del Signore;
- dalle ore 21.00, le parrocchie animeranno la preghiera nella Processione del Cristo e dell’Addolorata
(sino al rientro dell'urna).
Sabato Santo 23 aprile
- alle ore 22.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, Veglia Pasquale;
- alle ore 23.00, nella chiesa del Purgatorio, Veglia Pasquale.
Domenica 24 aprile - Pasqua di Resurrezione
- alle ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa;
- alle ore 11.00, nella chiesa chiesa del Purgatorio, Santa Messa;
- alle ore 11.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa;
- alle ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa;
- alle ore 19.15, nella chiesa del Purgatorio, Santa Messa. |
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16/04/2011 |
Lettere. "Ho letto il
commento di Silvia Carli..."; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Spett/le Redazione,
ho letto il commento di Silvia Carli al mio
“Un tuffo nel
passato” e, senza falsa modestia, devo confessare che non meritavo
tanto. Un racconto che non ha niente di speciale ma, che, per me, ha un
duplice scopo: riportare alla memoria personaggi comuni che non
costituiscono storia e che, quindi, sono destinati a sparire per sempre
dalla faccia della Terra perché nessuno, fra qualche anno, li ricorderà più,
e quello di immergermi, col ricordo, nel mondo della mia fanciullezza, un
mondo, anch'esso, che non tornerà più, ma in cui è sempre bello "tuffarsi",
almeno per chi, come me, ha una certa età. Ma forse la profondità non è nel
testo, ma nella sensibilità della lettrice che è riuscita a penetrare da una
piccola breccia nell'animo, lasciata appena dischiusa.
Il mio racconto non è grande o importante come una piramide nel deserto,
visibile a distanza e dove tutti vanno per ammirarne le fattezze. E' un
parvum, magari un po' dimesso e privo di notizie eclatanti o fattezze
baroccheggianti. E' come un pozzo in una campagna abbandonata, in un plumbeo
pomeriggio d'autunno che ne rende difficile la vista. Eppure, chi, come
Silvia Carli, è munito di una elevata sensibilità, si avvicina a quel pozzo
e vi getta dentro la luce di una torcia, scoprendo una profondità ignota,
forse, anche a chi il pozzo lo ha costruito. E così, con la sua luce
proiettata in quella gola profonda, contribuisce all'opera da me iniziata:
se nessuno leggesse il racconto con tanta penetrante sensibilità, avrei
fallito nell'obiettivo di riesumare dall'oblio piccole ma grandi figure di
uomini. Quegli uomini di una volta, grandi nella loro normalità, eccezionali
nella loro semplicità.
Grazie Silvia". |
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Carmelo Luparello |
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16/04/2011 |
Lettere. Novità nel "Processo
a Gesù"; di Gianni Costanza |
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Nuova biga |
Riceviamo e pubblichiamo.
"A Grotte, da
oltre due secoli, anche quest’anno si rinnova l’antica tradizione dei riti
della Settimana Santa. Personalmente mi preme sottolineare che le diverse
sequenze della Passione di Cristo creano in tutti i grottesi, specie per
coloro i quali si trovano lontani da Grotte, una particolare atmosfera. Con
la morte dell’artigiano falegname Calogero Bellavia alias “Caliddu
Signiruzzu”, ai fedeli ed a tanti visitatori non è più consentito visitare
ed apprezzare una sua opera artistica: il “Santo Sepolcro”. Ma ritengo che,
se non avremo più l’occasione di ammirare ed apprezzare quell’opera
artistica, l’Associazione dei Giudei, nel rispetto ferreo della tradizione,
quest’anno, per la prima volta nel programma dei riti della Settimana Santa,
ha inserito un momento di particolare intensità e devozione: il “Processo a
Gesù”, in cui il prefetto di Roma, Ponzio Pilato, arriverà sul luogo del
processo su una “Biga romana” trainata da due splendidi cavalli. A Grotte,
ne sono convinto, durante la Settimana Santa, la sacralità e l’arte inducono
i fedeli alla preghiera ed alla riflessione, che porta innumerevoli
visitatori provenienti da tutta la provincia a conoscere ed apprezzare un
patrimonio ricco di storia, da inserire nel percorso turistico della
provincia di Agrigento". |
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Gianni Costanza
Operatore culturale |
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Nella foto a lato
(© Associazione Culturale "Gruppo dei Giudei - Andrea Infantino") la nuova
biga. |
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15/04/2011 |
Volontariato. La Onlus "Padre
Vinti - Grotte Solidale" al 3° raduno regionale "Volontari con un
sorriso" |
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Vedi le foto |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
ti scriviamo per condividere con tutti i lettori del quotidiano Grotte.info
l’esperienza che l’Associazione “Padre Vinti - Grotte Solidale” ha potuto
vivere lo scorso fine settimana.
A Racalmuto si è svolto il terzo raduno regionale delle organizzazioni di
volontariato sul tema “Volontari con un sorriso”; molte associazioni hanno
aderito all’iniziativa tra le quali anche la nostra. E’ stata un’esperienza
molto significativa perché oltre il grande valore umanitario, ha permesso a
tutti i volontari di poter condividere le proprie esperienze. Siamo rimasti
colpiti dalla presenza così numerosa di giovani e non, che dedicano, con
continuità ed in modo del tutto gratuito, parte del loro tempo a cause
solidali. Per noi Volontari dell’Associazione è stata occasione di
confronto, dal grande significato formativo, perché, oltre ad aver
partecipato attivamente alle simulazioni, abbiamo avuto l’opportunità di
confrontarci su tecniche di soccorso per eventi di grande entità.
La manifestazione è iniziata sabato mattina con l’incorporamento presso la
segreteria allestita nella piazza del palazzetto dello sport, in seguito si
sono svolte delle simulazioni a sorpresa nelle scuole. Nel pomeriggio, la
manifestazione si è trasferita in Piazza Umberto I, dove si è svolta una
lezione di ippoterapia per i bambini autistici. La serata si è conclusa con
la degustazione di prodotti tipici e uno spettacolo musicale. La giornata di
domenica è stata dedicata alla celebrazione della Santa Messa, al meeting “Noi
volontari, l’Associazionismo e le istituzioni: un rapporto in crescita” e ad
altre simulazioni. Nel pomeriggio, dopo una passeggiata tra le vie di
Racalmuto, sono stati consegnati gli attestati alle associazioni
partecipanti.
Non resta nient’altro da dire, se non che è stata un’esperienza
veramente formativa!".
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I Volontari della Onlus
"Padre Vinti - Grotte Solidale" |
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Pubblichiamo
alcune immagini della manifestazione
(59 foto di © Salvo Lo Re "President").
Foto della
manifestazione
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15/04/2011 |
Pasqua 2011. Programma della
Settimana Santa grottese |
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Manifesto
Interpreti
Valzer di un giorno
La Verità e la Storia
Manifesto |
Da sabato 16 aprile a martedi 3 maggio
- Palazzo Municipale: Mostra fotografica “Il valzer di un giorno”, di Franco
Carlisi
Sabato 16 aprile
- ore 19.00 Palazzo Municipale: inaugurazione della mostra “Il valzer di un
giorno”, di Franco Carlisi
- ore 20.30 Via Rossini (scalinata accanto edicola Arnone) - Via Giacinto
(scalinata accanto pescheria):
"La Pasqua del Dio Vivente" dell'Ass. Cult. "Artesia" (3^ edizione: La
verità e la storia)
Domenica 17 aprile - Le Palme
- ore 11.30 Piazza Marconi: Rievocazione storica "L'entrata di Gesù a
Gerusalemme"
e benedizione delle palme;
seguirà la Santa Messa solenne (in caso di condizioni meteo avverse sarà
celebrata al Purgatorio)
- ore 19.15 Chiesa del Purgatorio: Santa Messa solenne
- ore 20.30 Via Rossini - Via Giacinto: "La Pasqua del Dio Vivente"
dell'Ass. Cult. "Artesia"
Lunedi 18 aprile
- ore 20.30 Via Rossini - Via Giacinto: "La Pasqua del Dio Vivente"
dell'Ass. Cult. "Artesia"
Mercoledi 20 aprile
- ore 20.30 Piazza Marconi: rievocazione storica “Il commiato tra Maria e
Gesù”
Giovedi 21 aprile
- ore 18.00 Chiesa del Purgatorio: Santa Messa solenne in “Coena Domini”
- ore 19.30 Piazza Marconi - rappresentazioni:
“Ultima Cena” - “Arresto” - “Rinnegazione di Pietro” - “Pentimento
di Giuda”
- ore 21.00 Processione del Cristo
- ore 22.00 Chiesa del Purgatorio: Veglia Eucaristica
Venerdi 22 aprile
- ore 11.00 Piazza Marconi: Processo e condanna di Cristo
- ore 12.00 Corso Garibaldi: Via Crucis “Li Caduti”
- ore 13.00 Calvario: Crocifissione di Cristo
- ore 16.00 Processione dell’Addolorata dalla Chiesa del Purgatorio al
Calvario
- ore 17.00 Chiesa del Purgatorio: Solenne Liturgia della Passione e Morte
del Signore
- ore 17.00 “Cavalcata” dal Viale della Vittoria al Corso Garibaldi
- ore 19.30 Calvario: “Li Rieciti” - Deposizione del Cristo dalla Croce
- ore 21.00 Processione del Cristo e dell’Addolorata
- ore 01.00 Sepoltura del Signore
Sabato 23 aprile
- ore 23.00 Chiesa del Purgatorio: Veglia Pasquale
Domenica 24 aprile - Pasqua di Resurrezione
- ore 11.00 Chiesa del Purgatorio: Santa Messa Solenne
- ore 12.00 Piazza Marconi: Incontro del Cristo Risorto con la Madonna
- ore 19.15 Chiesa del Purgatorio: Santa Messa Solenne
- ore 21.00 Piazza Marconi: Spettacolo Musicale con "Luna Rossa Orchestra"
- ore 24.00 Piazza A. Magnani: Fuochi d’artificio
La manifestazione si avvale della partecipazione dell’Ass. Cult. “Gruppo dei
Giudei”, del Gruppo “I Tamburinari di Herbessus”, della Banda Musicale "G.
Verdi" diretta dal M° Salvatore Puglisi e della Banda Musicale “V.
Bellini” diretta dal M° Salvatore Mercato. |
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14/04/2011 |
Chiesa. Libretto per seguire
la Via Crucis cittadina |
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Libretto |
Ogni anno, il venerdi precedente il venerdi santo, la comunità ecclesiale di
Grotte celebra la Via Crucis cittadina. Sarebbe più indicata la celebrazione
proprio nel giorno del venerdi santo, ma viene anticipata di una settimana
dato che in questo giorno si svolgono le tradizionali "recite" al Calvario
seguite dalla lunga processione dell'urna con il simulacro del Cristo morto,
con il seguito di lamentatori, bande musicali e grande partecipazione
collettiva; manifestazione che da sempre attiene squisitamente alla
tradizione culturale locale ed è espressione di una diffusa religiosità
popolare - non necessariamente aderente alle indicazioni bibliche ed alle
prescrizioni liturgiche -, antico retaggio da custodire e preservare, in un
comprensibile clima da "festa di paese" per credenti e scettici, più che da
celebrazione ecclesiale comunitaria.
Durante la Via Crucis cittadina (questa sì, espressione esclusiva della
liturgia e non della tradizione popolare) invece, i fedeli, in preghiera e
raccoglimento, seguono le 14 stazioni poste lungo il corso principale del
paese (per consuetudine, dato il tempo di quaresima, viene omessa la 15^
stazione "Gesù risorge dalla morte").
La Via Crucis di domani sera, venerdi 15 aprile, avrà inizio alle ore 20.00
dal "Portobello".
Per seguire meglio la celebrazione, partecipando attivamente nelle risposte
corali dell'assemblea, mettiamo a disposizione dei fedeli il libretto
predisposto dall'Unità Pastorale di Grotte, secondo lo schema proposto
ufficialmente dall'Ufficio Liturgico Diocesano, che è possibile scaricare e
stampare.
Libretto della Via Crucis Cittadina
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14/04/2011 |
Lettere. Ancora spazzatura in
Via Lazio; del consigliere comunale Dino
Castronovo |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Ciao Carmelo,
grazie per aver pubblicato la mia precedente lettera.
Mi duole, però, comunicarti cha dal nove di aprile 2011, giorno della
ripresa della raccolta dei rifiuti, a tutt’oggi “13 aprile 2011 ore 15.05”
in Via Lazio, i cumuli di rifiuti permangono intatti, anzi, s’ingrandiscono
di volume sempre di più, perché la gente continua in modo costante a buttare
ogni sorta di rifiuti. Da quei cumuli si sprigionano odori nauseabondi e
diventano luogo di insetti, anche pericolosi per la salute degli abitanti
della zona.
Il Sindaco, con un’ordinanza urgente, dovrebbe far rimuovere, con ogni
mezzo, l’enorme montagna d'immondizia accumulatasi, per la salute degli
abitanti della zona.
Ti invio una foto scattata ieri pomeriggio". |
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Dino Castronovo
Consigliere Comunale |
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Dalla Redazione.
Confermiamo che la spazzatura in Via Lazio occupa ormai metà carreggiata;
segno che gli operatori ecologici, benché impegnati costantemente dal 9
aprile in doppi turni giornalieri, non sono ancora riusciti a smaltire la
raccolta arretrata.
Segno anche che i cittadini, pur di non impiegare qualche minuto per
depositare i rifiuti nei numerosi cassonetti gia svuotati, si limitano a
deporli anche in mezzo alla strada, con dimostrazione di scarso senso
civico.
Auspichiamo che le autorità competenti possano indirizzare prioritariamente
gli operatori nella raccolta della spazzatura nelle sparute zone ove risulta
ancora essere alta la concentrazione dei rifiuti.
Carmelo Arnone |
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13/04/2011 |
Comune. In pagamento il
rimborso abbonamenti per gli alunni pendolari relativo all'anno scolastico 2009/2010 |
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Il Comune di Grotte informa che a partire da lunedi 18 aprile sono in
pagamento presso l'agenzia locale della Banca Monte dei Paschi di Siena i
seguenti contributi relativi agli alunni di scuola secondaria di 2°
grado (scuola superiore):
- rimborso degli abbonamenti per gli alunni pendolari relativi all'anno
scolastico 2009-2010. |
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13/04/2011 |
Attualità. Puzza di bruciato
nella "raccolta indumenti usati" |
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Volantino |
Ieri mattina, martedi 12 aprile, nelle cassette della posta e sotto i
portoni delle abitazioni di Grotte è comparso un volantino col quale una
sedicente "fondazione" invitava i cittadini a partecipare alla raccolta di
indumenti usati. Nel foglietto è specificato che "La raccolta sarà
effettuata anche in caso di pioggia giovedi ore 08.00", ed anche il tipo di
materiale oggetto dell'attenzione della "fondazione": vestiti, scarpe,
borse, coperte, lenzuola, tende, tovaglie, teli da bagno, giocattoli,
peluche, ecc.
Non pochi dubbi sorgono da una analisi del volantino. Da una ricerca
effettuata non sono state trovate tracce della presunta "Fondazione A. U.
CRISTO FILOS Santa Maria - Torino - Italy", e neppure dell'Antonio
Longobardi riportato nella e-mail (unico riferimento; per il resto non un'indirizzo, un numero di telefono, la firma leggibile di un
presidente...).
Già la qualità del materiale diffuso (foglietti fotocopiati a scarsa
risoluzione, appena leggibili) aveva fatto intendere "puzza di bruciato",
confortata dalla presenza di elementari errori grammaticali, quali: "tele da
bagno" (potrebbero essere dei quadri da esporre nella stanza adibita
all'igiene personale) al posto del più corretto "teli da bagno", e "Volotariati"
al posto di "Volontariato". Inoltre da nessuna parte è specificata la
destinazione dei beni raccolti. Anche se dall'analisi del testo tutto porta
a credere che si tratti di un'attività totalmente al di fuori delle regole,
e della quale rimangono volutamente anonimi gli autori, una prima lettura
distratta contiene tutti quegli elementi che inducono in errore il lettore.
"Fondazione" lascerebbe intendere si tratti di un ente benefico; "A.U." è
una sigla interpretabile a piacere (anche Associazione Umanitaria); "Cristo
Filos" utilizzati per vantare una qualche legittimazione religiosa; "Santa
Maria - Torino - Italy" è leggibile come trattarsi di una parrocchia (da
notare la "y" di Italy: un tocco di internazionalità); "Centro Volotariati
per il mondo" presunta struttura (al di là dell'errore già citato) utile al
fine di far intendere una qualche appartenenza al mondo del volontariato. Da
notare anche la finezza "attenzione non si accettano offerte in denaro", a
lasciar trasparire una inesistente correttezza formale e sostanziale.
In conclusione: qualche persona anonima, fornendoci false - o almeno non
comprovate - generalità, ci chiede di regalarle oggetti (magari "in buono
stato d'uso"; non è specificato apertamente ma tra le righe si potrebbe
intendere) senza spiegarci cosa ne farà. E' molto probabile che il materiale
possa avere come destinazione le bancarelle di qualche mercato cittadino
(per gli oggetti seminuovi basta appiccicarvi una qualsiasi targhetta con la
scritta "Made in Italy") o dell'usato, con un'ottimo guadagno netto a costo
zero da parte degli anonimi raccoglitori.
Ciascun proprietario può "disporre in modo pieno ed esclusivo della cosa",
anche regalandola a chiunque, ma se si volesse fare un'opera socialmente
utile sarebbe opportuno utilizzare i numerosi inconfondibili cassonetti
gialli posizionati all'interno del centro abitato. Di questo tipo di
raccolta sappiamo tutto. E' opera della cooperativa sociale "Sanlorè", nata
su impulso di Don Mimmo Zambito, ha sede ad Agrigento presso la chiesa di
San Pietro, ha come scopo "l'inserimento lavorativo di soggetti
svantaggiati", porta avanti il progetto "Abito qui" per il quale cura la
raccolta permanente di abiti usati ed accessori di abbigliamento attraverso
20 contenitori dislocati nei Comuni della provincia di Agrigento.
Da non sottovalutare anche la meritoria opera della Onlus "Padre Vinti -
Grotte Solidale" che si occupa pure della raccolta, pulizia, stiratura e
distribuzione degli indumenti usati, a beneficio delle famiglie indigenti di
Grotte; oppure dell'azione delle suore agrigentine della comunità di "Porta
Aperta", il cui motto è "contemplativi nell'azione", (raggiungibili
attraverso le "Caritas" parrocchiali) che raccolgono lo stesso materiale per
redistribuirlo ai poveri dell'arcidiocesi.
Alla sensibilità di ciascuno dare il proprio contributo materiale a stimati
ed ammirevoli enti ed associazioni operanti nel sociale o ad emeriti sconosciuti. Carmelo Arnone
13 aprile 2011
© Riproduzione riservata.
Per approfondimenti, vedere la pagina
"Attività" del sito
www.sanlore.it . |
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13/04/2011 |
Pasqua 2011. Tutti i
personaggi e gli interpreti delle sacre rappresentazioni grottesi |
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Manifesto |
Dal 17 al 24 aprile, i componenti dell'Associazione Culturale "Gruppo dei
Giudei - Andrea Infantino" daranno vita agli immancabili appuntamenti che
contraddistinguono la principale e più antica festività del paese.
Sono stati resi noti ufficialmente i nomi degli interpreti delle sacre
rappresentazioni della settimana santa grottese:
- Gesù: Davide Mulè
- Pietro: Fabrizio Lazzaro
- Giovanni: Domenico Falco
- Giacomo: Antonio Vella
- Giuda: Michelangelo Vizzini
- Centurione: Salvatore Infantino
- Caifas: Giovanni Carlisi
- Misandro: Maurizio Neglia
- Nizec: Giovanni Agnello
- Malco: Filippo Terrana
- Rabam: Pietro Costanza
- Stelle: Fabio Cipolla
- Longino: Filippo Iannello
- Putifar: Giacomo Vaccarello
- Rubinit: Salvatore Cipolla
- Pilato: Gerlando Terrana
- Quintilio: Gabriele Russello
- Giuseppe: Giuseppe Messina
- Nicodemo: Alessandro Licata
- Simon Celidio: Alfonso Aquilina
- Simon Lebbroso: Antonio Miceli
- Cireneo: Antonio Lattuca
- Barabba: Antonio Lattuca
- Maria: Assunta Villardita
- Veronica: Noemi Miceli
- Maddalena: Cristina Costa
- Popolano: Giovanni Todaro
- Popolano: Salvatore Greco
- Popolano: Antonio Todaro. |
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12/04/2011 |
Lettere. "Il prof.
Luparello e... quel bisogno di continuità"; di
Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
ho letto i racconti del professor Luparello "Un tuffo nel passato".
Già il titolo mi ha fatto capire di essere davanti a qualcosa che valeva la
pena di essere letto. E infatti, i suoi racconti sono bellissimi. Non trovo
altri aggettivi, e la forma superlativa, mi sembra quella più adeguata e
meritata.
Questi racconti sono un capolavoro di delicatezza, di umanità gentile, di
sentimenti profondi. Quelli più difficili da descrivere, per intenderci, ma
lui ci riesce con rara suggestione e intensità.
Un uomo, con lo sguardo perennemente aperto a cogliere l'unità e
l'irripetibilità di ogni cosa, di ogni emozione, questo è il professor
Luparello.
E densità e pienezza di evocazione sono i doni dei suoi racconti. Anzi, più
che raccontare storie, in cui apparentemente non accade niente, il professor
Luparello riflette e invita a riflette su quel bisogno di continuità a cui
aspira ogni essere umano, tra il passato e il presente nel fluire
disordinato delle nostre vite.
Un montaggio di ritratti, perchè è la memoria la vera ricchezza di ognuno.
Memoria intesa non come consolazione o nostalgia, ma come coscienza di
"esserci".
Grazie professor Luparello... di cuore". |
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Silvia Carli |
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12/04/2011 |
Fotografia. "Il valzer di un
giorno" di Franco Carlisi, in mostra al Palazzo Municipale |
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Invito
Invito
Manifesto |
Dal 16 aprile al 3 maggio, presso il Palazzo Municipale di Grotte, sarà in
esposizione al pubblico la mostra fotografica di Franco Carlisi "Il valzer
di un giorno", con il patrocinio del Comune di Grotte.
L'inaugurazione della mostra, sabato 16 aprile alle ore 19.00, sarà
l'occasione per la presentazione ufficiale nel suo paese dell'omonimo libro
fotografico, che grande successo di critica e di pubblico ha riscosso in
tutte le numerose e qualificate manifestazioni che lo hanno visto
protagonista.
Alla presentazione del libro interverranno:
- Salvatore Bellavia;
- Mimmo Butera.
Gli interventi artistici saranno a cura di:
- Annamaria Apa;
- Alessandra Marsala;
- Claudia Palermo;
- Isabella Villani.
Franco Carlisi, fotografo professionista, da anni impegnato nella ricerca
espressiva attraverso le immagini, già considerato tra i maggiori esponenti
italiani della Fotografia Contemporanea, alterna la sua attività
professionale con la partecipazione alle manifestazioni nelle quali è
invitato ad esporre le sue opere. La sua "fotografia" è mezzo espressivo,
strumento di comunicazione artistica, elemento descrittivo di emozioni e
sentimenti, attraverso un meta-linguaggio che dischiude al mondo,
cristallizzandoli per sempre, fugaci istanti di eternità. Dalla Francia agli
USA, da Oxford a San Pietroburgo, le sue fotografie parlano un linguaggio
universale superando barriere culturali, sociali, politiche e linguistiche.
Le sue immagini di Grotte, dei grottesi, della loro quotidianità, rendendo
testimonianza di un mondo fugace, dagli occhi giungono al cuore eludendo
ogni forma di interpretazione-mediazione e raccontano dell'intera umanità.
Questa mostra, offerta ai propri concittadini, è un atto d'amore verso il
suo paese, dal quale nonostante le possibilità professionali ed artistiche
offerte altrove, non riesce a (meglio: non vuole) staccarsi. Carmelo Arnone
12 aprile 2011
© Riproduzione riservata. |
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11/04/2011 |
Racconti. "Un tuffo nel
passato" - Capitolo 2°; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello
Cap. II
Un altro discorso che ritornava spesso era quelle sulle “donne”.
Le “donne”, in questo
caso, erano gli spiriti di cui tanto si favoleggiava.
Venivano dipinte come
degli esseri mostruosi, coi capelli arruffati e sporchi e gli occhi di
fuoco, che si divertivano a fare il male.
Spesso si raccontavano di
loro storie così raccapriccianti, così orripilanti, che facevano accapponare
la pelle e rizzare i capelli a chi le ascoltava, molto meglio che se ci
avesse passato il sego. Si diceva che esse andassero armate di catene per
colpire specialmente chi non era di loro gradimento. Si diceva anche che
amassero il buio.
E “Tota la Fitusa”, cioè
“Antonia la Puzzolente”, giovane moglie di “don Caliddru lu carrittieri”,
cioè di “don Calogero il carrettiere”, una ragazza non ancora trentenne dai
capelli lunghi e biondi che “faciva trimari lu munnu, tantu ca anchi lu
parrinu, patri *** ci aviva misu l’uocchi d’incuoddru, nun putiennucci
mintiri li mani”, cioè “faceva tremare il mondo, tanto che anche il prete,
padre*** ci aveva messo gli occhi sopra, non potendoci mettere le mani”, ne
doveva sapere certamente qualcosa, dato che aveva le spalle sempre
sanguinanti e la testa, molto spesso, fasciata.
La poveretta, tante
volte, “si privava”, cioè evitava, di scendere nella stalla a dare il fieno
al mulo, perché proprio là c’erano le “donne” che pareva l’aspettassero al
varco, con le catene in mano. Sembravano nascoste nella rastrelliera, ché,
appena essa toccava il foraggio, saltavano fuori come belve inferocite.
Qualche volta anche sul
letto gliele davano, quando lei, per paura, passava qualche giorno senza
recarsi nella stalla.
E inutilmente lei si
stringeva a suo marito, che l’abbracciava forte forte per difenderla (anche
di questo particolare i cosiddetti bene informati erano a conoscenza!) ché
le “donne” sapevano come fare per colpirla, senza sfiorare il marito, che
non si accorgeva per niente della loro presenza, tranne che per le grida
della moglie.
Tante volte il poveretto,
durante la notte, si svegliava di soprassalto, alle urla di lei, accendeva
la luce e, afferrata una sedia e puntandola in direzione della moglie vicino
alla quale ci dovevano essere “le donne”, gridava, pieno d’ira e di sonno: -
Facitivi abbidiri si aviti curaggiu, figli di buttana, ca vi spaccu li
corna! - cioè: - Fatevi vedere se avete coraggio, figlie di puttana, che vi
spacco le corna.
Ma una risata forte,
terribile, quasi irreale, e per questo più spaventosa, accoglieva le sue
parole.
Qualche volta il povero
uomo, non potendone più, era arrivato anche a scagliare la sedia che
naturalmente aveva sì mandato in frantumi lo specchio del comò, ma “alle
donne” non aveva fatto neppure il solletico, anzi tutte quelle volte, la
risata gli era sembrata, se era possibile, ancora più forte, come una
grandinata improvvisa e violenta che si abbatte, talvolta, sui vetri delle
case nei mesi estivi. Una vera “scaccaniata”, una sghignazzata insomma.
Esse, forse per paura di
lui, che sapevano pronto a menare le mani, quando qualcuno faceva del male
alla moglie, non si facevano mai vedere, anche se, dispettose com’erano,
continuavano ad essere presenti e a tormentare la povera donna, sicché
l’uomo decise, a un certo punto, di “iri a ricurriri”, cioè di andare in
caserma a denunciare il fatto.
Il maresciallo, un uomo
della provincia di Caltanissetta, (almeno così diceva chi lo conosceva, ché
i marescialli non possono certo dare confidenza a tutti, ma solo a pochi
privilegiati, se no che marescialli sarebbero?) che aveva la pancia grossa,
il pizzo sul mento e i baffi sopra la bocca (quasi a bilanciare quei pochi
capelli che ancora gli rimanevano e che lasciavano intravedere, quasi
scoperto, il cuoio che nei tempi passati doveva essere anche capelluto), e
la bandoliera a tracolla, che sembrava il re Vittorio Emanuele in persona,
basso di statura come era pure lui, si era dichiarato incompetente e gli
aveva consigliato di andare dal parroco per farsi benedire la casa.
Secondo voci non ben
controllate, il vecchio sottufficiale, che ormai ci voleva poco per andare
in pensione dopo tanti anni passati in ufficio a coordinare il lavoro dei
suoi carabinieri leggendo carte e giornali, più spesso i giornali, che gli
arrivavano gratis, con “le donne” non ci voleva avere a che fare, ché poi si
potevano vendicare sulla moglie. E, al solo pensiero di quello che poteva
accadere alla sua dolce metà, tremava di paura.
Perciò, per non
irritarle, non aveva verbalizzato nulla della venuta di quel marito in
caserma.
“Perché “le donne”
denunciate non si sa mai come la pigliano” pensava.
Qualcuno, però, spiegava
la cosa diversamente, dicendo che “al maresciallo ci annoiava lavorare”.
In paese si bisbigliava
anche che il suo motto era: “Lascia che la pioggia cada, tanto, prima o poi,
tutto si asciugherà!”. Così lui non metteva un dito all’acqua calda. E
nemmeno in quella fredda.
Ma certamente queste
dovevano essere solo delle infamità, delle calunnie, messe in giro da chi si
riteneva offeso per qualcosa che il maresciallo gli aveva fatto, magari
qualche contravvenzione, e che, secondo lui, invece, non gli doveva fare se
non altro perché, quando s’incontravano, lui lo salutava con un : “Buon
giorno marescià” e per Natale e Pasqua gli aveva portato sempre un cappone o
una damigiana di vino.
Era quello,
probabilmente, lo stesso sottufficiale al quale si presentò, dopo l’ennesima
furibonda lite col marito, una signora per esporre contro il coniuge una
denuncia-querela e, quindi, lasciarlo.
Il maresciallo, secondo
quello che sentivo spesso dire, le avrebbe detto che non era il caso di
adire le vie legali, in quanto il marito sicuramente si sarebbe
riappacificato con lei. D’altra parte lo stesso proverbio lo dice: “Tra
moglie e marito non mettere il dito”. A maggior ragione non bisogna mettere
un maresciallo.
Aggiunse comunque il
sottufficiale, quasi per mettersi la coscienza a posto, che lei poteva
sempre ritornare in caserma e sottoscrivere la denuncia-querela, se le cose
fossero andate diversamente.
E le cose, purtroppo,
erano andate diversamente, ma la donna non aveva avuto il tempo di tornare
in caserma, perché la notte stessa della rappacificazione il marito l’aveva
uccisa, mi pare, con una coltellata alla gola.
- Chissà quanto soffrirà
il maresciallo - diceva spesso mia madre, quando parlava del fatto con le
sue amiche - che, per colpa sua, la povera donna era morta! Gli peserà
sicuramente sulla coscienza!
- Figurati cosa gliene
frega a quello! Un morto ammazzato in più o in meno per lui fa lo stesso -
aveva risposto comare Adelina, una piccola donna che abitava nella strada di
fronte la chiesa del Purgatorio nel punto in cui la strada si biforcava.
Comunque il marito di
“Antonia la Fitusa” aveva voluto seguire i consigli del maresciallo e aveva
chiamato il prete della parrocchia perché benedicesse la sua casa.
E quando gli era sembrato
che l’acqua dell’aspersorio non fosse più sufficiente per bagnare tutte le
pareti, (lui per una migliore riuscita della cosa le voleva proprio
inzuppate) specialmente quelle della camera da letto e della stalla, aveva
preso l’acqua della quartara e ne aveva riempito “na vacilata”, cioè ne
aveva riempito una catinella, così sarebbe stato sicuro che nemmeno un
centimetro della sua casa sarebbe rimasto senza benedizione.
Anche l’arciprete a un
certo punto aveva scomodato, perché - così gli avevano spiegato coloro coi
quali si era lamentato di non riuscire a cacciare via “le donne” - un
arciprete, essendo di grado superiore al prete, doveva conoscere per forza
delle preghiere assai speciali, capaci di allontanare qualsiasi spirito
maligno (non per niente era arciprete) e quindi “forsi ci putiva miegliu”,
cioè “forse era più potente e sarebbe riuscito sicuramente a cacciare le
donne”.
Ma era stato tutto
inutile. “Le donne” non avevano voluto saperne di andar via.
Qualcuno, che era
“istruito” e alle “donne” non ci credeva, diceva che era tutta una montatura
del marito, che era lui a bastonare la moglie, perché essa gli metteva le
corna ma lei, per non essere reputata puttana, ne addossava la colpa alle
“donne”.
Il marito, a sua volta,
per non apparire cornuto, assecondava la versione della moglie, raccontando
anche di tutte quelle risate fortissime nel cuore della notte, tanto forti
che i bicchieri, che teneva nella credenza chiusa per prudenza a chiave, si
rompevano, e le lancette dell’orologio, che aveva sul comodino, per
controllare l’orario durante la notte, si fermavano, anche se lui, ogni sera
“ci dava la corda”, cioè lo caricava.
In conclusione “Curnutu e
vastuniatu”, cioè cornuto e bastonato.
Tante volte “le donne” se
la prendevano anche con i bambini. Spesso - si diceva - le mamme la sera
andavano a coricare i bambini “frischi cuomu li rosi”, cioè che godevano di
ottima salute, e l’indomani li trovavano morti stecchiti. Oppure legavano i
capelli dei bambini a forma di treccia ma in modo tale che non si potessero
sciogliere più e, se per assurdo le mamme avessero loro tagliato i capelli,
i bambini sarebbero morti, per questo nessuna mamma, che avesse avuto un
bambino con i capelli legati “dalle donne” si permetteva di sciogliere o
tagliare la treccia.
Perché “le donne” sono
dispettose e “vinciuddri”, cioè vogliono vincere sempre e sono pronte a
vendicarsi se qualcuno si permette di contraddirle o mettere loro il bastone
tra le ruote.
Per questo, quando si
parlava di “donne”, spesso ci si faceva il segno della croce.
“Lu Signori na va
scanzari” cioè “Il Signore ce ne liberi” erano le parole che più si
sentivano quando si parlava di “donne”.
Carmelo Luparello
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info l'11 aprile 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata. |
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11/04/2011 |
Comune. In pagamento i
contributi libri relativi agli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011 |
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Il Comune di Grotte informa che a partire sono in
pagamento presso l'agenzia locale della Banca Monte dei Paschi di Siena i
seguenti contributi relativi agli alunni di scuola secondaria di 1° e 2°
grado (scuola media e scuola superiore):
- contributo libri anno scolastico 2009-2010 (saldo);
- contributo libri anno scolastico 2010-2011 (intero contributo). |
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10/04/2011 |
Lettere. Spazzatura e
modifica del paesaggio geografico; del consigliere comunale Dino
Castronovo |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Grotte (AG) - Già, Grotte, piccolo paesino in provincia di Agrigento.
E’ opportuna la precisazione, in quanto le immagini, oramai abbastanza
familiari, riconducono immediatamente ad una realtà, quella napoletana, che,
seppur vicina, era considerata fino a pochi giorni fa, qualcosa di “altro”,
che poco aveva a che fare con noi Siciliani.
Ed invece, da una decina di giorni, assistiamo sgomenti alla modifica del
paesaggio geografico del nostro paese, in cui colline di spazzatura sorgono
e si ingrandiscono ai bordi delle strade e delle scuole pubbliche, con il
rischio di gravi infezioni e incolumità per la popolazione.
Mi viene spontaneo porre due domande (anche se non arriveranno mai delle
risposte):
- Ma le normative vigenti prevedono l’interruzione continua di un pubblico
servizio essenziale come la Raccolta dei Rifiuti?
- Ci sarà una norma di legge in base alla quale si possono garantire alla
Società che gestisce la raccolta dei rifiuti, due e più anni di proroga, al
costo di 40 milioni di euro l’anno, senza gara di appalto?
E, poi, cosa c’entrano i cittadini di Grotte, che, con grande sacrificio,
pagano regolarmente le salate bollette all’ATO GE.S.A. AG2?". |
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Dino Castronovo
Consigliere Comunale |
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Dalla Redazione.
La raccolta dei rifiuti è ripresa ieri, sabato 9 aprile.
Quanto alle domande, non ci resta che girarle alle autorità competenti, in
attesa delle risposte.
Carmelo Arnone |
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10/04/2011 |
Musica. Il "Quinteto
Nuevo" col M° Fabrizio Chiarenza in concerto al Teatro Regina
Margherita |
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Quinteto Nuevo |
Sabato 16 aprile, alle ore 20.00 presso il Teatro
Regina Margherita di Racalmuto, il "Quinteto Nuevo" col M° Fabrizio Chiarenza si esibirà in un concerto. Il repertorio sarà basato su brani da
tango argentino del musicista e compositore Astor Piazzolla, composto
appositamente per un quintetto formato da violino, fisarmonica, chitarra,
pianoforte e contrabbasso. Del "Quinteto Nuevo" fanno parte i Maestri: Luigi
Amico (al violino), Fabrizio Chiarenza (alla fisarmonica), Raimondo Mantione
(alla chitarra), Carmelo Mantione (al pianoforte) e Giuseppe Castellano (al
contrabbasso).
Il concerto gode del patrocinio del Comune di Racalmuto. |
Manifesto |
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09/04/2011 |
Lettere. "I miei
complimenti all'assessore Vizzini"; di
Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
vedere un politico occuparsi dei problemi della sua comunità in modo
concreto, fa enome piacere. E' un'immagine davvero bella, di solito siamo
abituati a vedere politici avviati solo su se stessi. Vedi, responsabilità e
solidarietà sono legate a doppio filo: sono due modi di fare quello che si
può sia individualmente che insieme agli altri. Ambedue sono necessarie. E
non c è
possibilità di trasmetterli se non si è anche di esempio.
I miei complimenti all'assessore Vizzini". |
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Silvia Carli |
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09/04/2011 |
Cronaca. Sospeso lo sciopero
e ripresa la raccolta dei rifiuti |
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Dopo oltre dieci giorni di sciopero, alle prime luci
dell'alba di stamattina è ripresa la raccolta della spazzatura accumulatasi
lungo le strade e nelle piazze di Grotte, così come in tutti gli altri paesi
della provincia di Agrigento facenti parte dell'Ato GeSa AG2. I lavoratori
della Iseda, incaricati del servizio, erano entrati in agitazione a causa
del mancato pagamento degli ultimi 3 mesi di stipendio. La situazione si è
finalmente sbloccata dopo un tumultuoso incontro, l'ennesimo tra tutti i
sindaci e le parti interessate, svoltosi ieri nella sede della GeSa AG2. Con
anticipazioni e versamenti vari si sono trovati i fondi per far fronte a
questa ulteriore emergenza, che è facile prevedere non sarà l'ultima. La
promessa, al momento solo quella, di pagare entro una settimana gli
arretrati, ha convinto i lavoratori, che avevano incrociato le braccia, a
riprendere l'attività. Attualmente la ripresa è stata effettuata con
l'orario lavorativo regolare, 6 ore al giorno, pertanto con questo ritmo i
tempi per la raccolta di tutti i rifiuti arretrati si prospettano molto
lunghi. I primi cassonetti ad essere stati svuotati, insieme ai cumuli
depositati nei pressi, sono stati quelli del corso principale del paese:
Viale della Vittoria, Corso Garibaldi e Via Crispi. A meno che la GeSa AG2
non decida di richiedere agli operai i doppi turni, per ritornare a vedere
il paese completamente pulito occorreranno diverse settimane. Le lamentele
degli operai, al momento sopite, riprenderanno sicuramente se non sarà loro
garantito il pagamento regolare dello stipendio; ed uno sciopero durante i
caldi mesi estivi non potrà che ripercuotersi negativamente sulla vivibilità
di Grotte così come di tutti i paesi dell'intero Ambito Territoriale
Ottimale, con gravi conseguenze di carattere igienico-sanitario ed
ambientale. Per non parlare delle ricadute negative sull'immagine del paese
e sul rientro estivo degli emigrati. Carmelo Arnone
09 aprile 2011
© Riproduzione riservata.
Nelle immagini a lato, riprese alle
08.30 del 9 aprile 2011, la raccolta nei pressi del vecchio mulino e della
villetta Belvedere. |
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09/04/2011 |
Chiesa. Percorsi formativi per
fidanzati, giovani coppie e famiglie: quarto incontro |
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Locandina |
Domenica prossima, 10 aprile 2011, dalle ore 16.00 alle
18.00 nei locali del Seminario Arcivescovile di Agrigento (aula magna) - in
attesa della grande assemblea insieme all'Arcivescovo S.E. Mons. Montenegro
che si terrà sabato 4 giugno - avrà luogo il quarto dei percorsi formativi
per fidanzati, giovani coppie e famiglie dell'Arcidiocesi.
Tema del pomeriggio “La crisi di coppia: il conflitto come risorsa”.
Il ciclo di incontri è organizzato dall’èquipe diocesana di Pastorale
Familiare. |
Brochure |
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09/04/2011 |
Lettere. "Facta, non verba!"
(Bravo Rosario); di
Angelo Costanza |
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Angelo Costanza |
Riceviamo e pubblichiamo.
Facta, non verba!
(Bravo Rosario)
Spesso siamo bombardati da tante inutili parole di politici che da oltre 30
anni riscaldano, le poltrone del nostro comune.
Oggi un nostro assessore è andato oltre i soliti bla-bla-bla… ed è passato
al fare (vero!), per il bene di tanti lavoratori e dei cittadini di Grotte.
Complimenti assessore Vizzini! |
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Angelo Costanza |
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Dalla Redazione.
Ci uniamo ai complimenti verso l'assessore Vizzini, del quale abbiamo
riportato l'attività, così come in precedenza abbiamo dato notizia
dell'attività di altri assessori.
Carmelo Arnone |
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08/04/2011 |
Attività. Interrotta la
distribuzione idrica sino a domenica |
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Dalle 20.00 di ieri (giovedi 7) e sino alle 08.00 di
domenica 10, è stato interrotto l’esercizio dell’acquedotto del
Consorzio Tre Sorgenti, nel tratto compreso tra Cozzo Tondo e il partitore
di Grotte, per consentire l’esecuzione di interventi di riparazione sulla
condotta consortile in località di Muxarello e Passo Funnutu.
Secondo quanto comunicato dal Consorzio Tre Sorgenti, durante i lavori di
riparazione vi è una riduzione di portata per i comuni di Canicattì,
Castrofilippo, Campobello di Licata e Ravanusa, mentre sono in assenza di
approvvigionamento idrico i comuni di Grotte e Racalmuto.
Girgenti Acque SpA sta predisponendo tutte le manovre al fine di limitare i
disservizi alla popolazione interessata dall’interruzione; la
regolarizzazione della distribuzione avverrà al termine dei lavori di
riparazione effettuati dal Consorzio Tre Sorgenti, nel rispetto dei
necessari tempi tecnici. |
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08/04/2011 |
Attualità. L'assessore
Vizzini e gli operatori commerciali puliscono Piazza Magnani |
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Attrezzata con guanti, ramazze e tanta buona volontà, ieri pomeriggio una
squadra di operatori commerciali del settore ambulante, guidata
dall'assessore comunale Rosario Vizzini, ha provveduto alla pulizia di
Piazza Magnani, al fine di consentire lo svolgimento del mercatino
settimanale rinviato a domenica prossima, 10 aprile.
L'iniziativa è stata messa in atto a seguito di un incontro con il sindaco
Paolo Pilato il quale, date le condizioni igienico-ambientali in cui versava
piazza mercato da giovedi 31 marzo, a tutela della salute e dell'incolumità
pubblica aveva emesso un'ordinanza di sospensione del consueto mercatino.
Gli operatori commerciali, unanimemente e con l'impegno fattivo
dell'assessore Vizzini (nelle foto, al lavoro) si sono impegnati col Primo
Cittadino ad assicurare la pulizia della piazza sia prima che dopo il
mercatino che si svolgerà domenica prossima. In tal modo verranno garantite
le condizioni minime per lo svolgimento delle attività commerciali
ambulanti, assicurando così una giornata di lavoro agli imprenditori e
l'opportunità di acquisto per i cittadini. |
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08/04/2011 |
Comune. Diffida contro la
sospensione del servizio di nettezza urbana |
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Riceviamo e pubblichiamo.
COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)
AREA URBANISTICA
Prot. del 07/04/2011
OGGETTO: Sospensione del servizio di nettezza urbana. DIFFIDA.
Alla
Ge.SA. AG.2 S.p.a.
All’A.T.I. Capogruppo ISEDA
SAP ICOS ECOIN
Alla Ditta Catanzaro S.r.l.
e p.c.,
Al Sub Commissario per l’Emergenza Rifiuti
alla Prefettura di Agrigento
Con la presente si diffidano codeste Società a voler garantire la ripresa
del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, considerato che
questo Comune è in regola con tutti i pagamenti relativi agli anni
precedenti, nonché è disponibile ad un’eventuale anticipazione del
corrispettivo per l’anno 2011.
Considerato che si
configura un’interruzione non autorizzata di pubblico servizio, si
declina qualsiasi responsabilità per la mancata ripresa della raccolta
dei rifiuti per danni a persone, animali e cose, che dovessero derivare loro
in conseguenza di tale disservizio.
Si comunica sin
d’ora che saranno adite le vie legali per l’accertamento di
responsabilità in merito alle conseguenze igienico-sanitarie per la
popolazione, nonché per il risarcimento dei danni di qualsiasi natura,
non ultimo quello d’immagine.
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Il Dirigente UTC - Area Urbanistica
Arch. Pietro Calì |
Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato |
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07/04/2011 |
Comune. Si svolgerà domenica
10 il mercatino settimanale |
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Manifesto |
Riceviamo e pubblichiamo.
AVVISO ALLA CITTADINANZA
Si comunica
che a seguito di un incontro con gli esercenti della categoria e con le
organizzazioni sindacali rappresentative del settore, il mercato settimanale
che si sarebbe dovuto svolgere per giovedì 07 Aprile 2011 si svolgerà
domenica 10 Aprile in Piazza Anna Magnani e lungo la discesa attigua (Via
Piersanti Mattarella ). |
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L'Amministrazione Comunale |
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07/04/2011 |
Lavori. Livellato manto
stradale nei pressi del Calvario |
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In prossimità delle festività pasquali, delle
manifestazioni religiose e tradizionali che si svolgeranno durante la
settimana Santa, l’Amministrazione Comunale sta provvedendo a far
risistemare parte del manto stradale che permette l’accesso al Calvario
dalla via Aldo Moro. Il livellamento dell’asfalto, con aggiunta di altro
calcestruzzo, elimina il rischio di inciampare nei tanti cocuzzoli creati
dalle radici degli alberi che, se da una parte abbelliscono l’ingresso,
dall’altra hanno sollevato cumuli di cemento creando dei pericolosi dossi.
“Per gli anziani, principalmente, ma non solo, che hanno segnalato la
rischiosità di quel tratto, soprattutto in presenza di tanta gente o durante
le ore serali quando la luce artificiale non penetra a fondo come i raggi
del sole”, ci riferisce uno degli addetti ai lavori.
Adesso si spera che abbia presto termine lo sciopero degli operatori
ecologici dell'ATO GESA AG2, affinché venga resa sicura la zona da problemi
di carattere igienico-sanitario e vengano ripristinati ordine e pulizia in
un luogo tradizionalmente tra i più importanti del nostro paese.
Sofia Vizzini
07 aprile 2011
© Riproduzione riservata. |
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06/04/2011 |
Comune. Sospeso domani il
mercatino settimanale per problemi di carattere igienico-ambientale |
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Riceviamo e pubblichiamo.
COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)
CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE
ORDINANZA N° 7 DEL 6 APRILE 2011
IL SINDACO
PREMESSO che il Comune
di Grotte fa parte dell’ATO GESA 2 e, che da diversi giorni le strade ed i
marciapiedi di questo Comune sono invasi da depositi di rifiuti;
CONSIDERATO che il protrarsi dello sciopero dei lavoratori addetti alla
raccolta dei rifiuti e lo svuotamento dei cassonetti, può determinare gravi
problemi di carattere igienico ambientali;
VISTO che lo svolgimento del mercatino settimanale del giovedì, potrebbe
rischiare di compromette ancora di più, la situazione, con evidenti problemi
per l’igiene pubblica;
SI rende necessario sospendere il mercatino settimanale, del giorno 7 aprile
2011;
O R D I N
A
la sospensione del
mercato settimanale di Giovedì 07 aprile 2011 per gravi problemi di
carattere igienico ambientali.
Tutti gli Ufficiali ed agenti di cui all’art. 12 del Nuovo Codice della
Strada sono incaricati dell’esecuzione della presente.
Dalla Residenza Municipale lì, 06 aprile 2011
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Il
Responsabile di P.O. N° 1
Isp. Capo Antonio Salvaggio |
Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato |
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06/04/2011 |
Volontariato. L'ADAS di Grotte
verso il rinnovo delle cariche sociali |
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Manifesto
Convocazione |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Carissimo Carmelo,
come hai letto nell’allegato, sabato 09/04/11 alle ore 16.00, in seconda
convocazione, presso la sede dell’ADAS, avrà luogo l’Assemblea Generale dei
Soci che procederà all’elezione del nuovo Consiglio Direttivo della Sezione
di Grotte. Subito dopo gli eletti procederanno alla elezione del Presidente,
del Vice Presidente e di un Segretario – Amministratore più un paio di
Consiglieri, che servono sempre.
Vorrei cogliere l’occasione per invitare la nostra sana e bella gioventù a
farsi avanti per un giusto ricambio generazionale, ricordando a tutti noi
che, normalmente, quando si cambiano le persone al vertice, di solito quelli
che subentrano, portano sempre una ventata di aria nuova, piena di idee
buone e propositive e per un certo periodo c’è una gran voglia di fare. Poi
magari ci si adagia di nuovo, però nel frattempo sopraggiungono le nuove
elezioni e così si va sempre avanti.
Diversamente siamo sempre costretti a vedere le stesse facce e sentire le
stesse cose dalle stesse persone e questo è monotonia, appiattimento, e la
gente è autorizzata a dire “siemu stufi di vidiri li stessi facci”.
Bisogna darsi una mossa e fare in modo che le idee propositive vengano dai
nostri amati giovani".
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Per il Direttivo
Pietro Zucchetto |
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05/04/2011 |
Racconti. "Un tuffo nel
passato"; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
Una lunga carrellata di ricordi, un flashback che ci riporta indietro
ai primi decenni del secolo scorso. La matura, consapevole e disillusa
sensibilità di chi, volgendosi indietro, rivede luoghi e personaggi con un
distacco "partecipato". Non si tratta di pura invenzione, parto della
fantasia, quanto dell'opera di un archeologo della mente che ritrova, passo
dopo passo, elementi di una civiltà scomparsa: i "Grottesi" del passato.
Riemergono dalla polvere dell'oblio nomi e "nciùrie" delle quali si erano
smarrite le tracce; vie, piazze, "curtigli" le cui sole, silenziose rovine
rimangono a muta testimonianza di un florido trascorso.
Ci accompagnerà per molto tempo, il prof. Carmelo Luparello, con la sua
personalissima testimonianza. Ci farà dono, puntualmente per tante prossime
settimane, dei suoi scritti in cui il "sapore antico" emerge con un
linguaggio arcaico, puntualmente tradotto, interpretato con perizia
(certamente frutto di tanti anni di "pedagogia applicata"
nell'insegnamento), a beneficio dei lettori più giovani diseducati
alla lingua degli avi.
Iniziando la pubblicazione del 1° capitolo di questo tuffo nel passato,
rivolgiamo al prof. Luparello un sentito ringraziamento per questa ricca
"eredità immateriale" della quale ci costituisce beneficiari, augurando a
tutti una buona lettura.
Carmelo ArnoneUN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello
Cap. I
Quand’ero bambino, abitavo a Grotte, nel Corso Garibaldi, di fronte “lu zì
‘Ntoniu vardiddraru”, cioè di fronte al signor Antonio il sellaio, al numero
86 secondo la vecchia numerazione, da anni ormai cambiata.
Vi ero nato con
l’assistenza della zia Antonietta sposata Polizzotto, una delle due mammane
del paese, che, a detta di tutti, era anche la più brava e, quindi, si
direbbe oggi, la più gettonata.
La casa è ancora
esistente, anche se non è stata più abitata da quando, nei primi anni
Sessanta, è stata venduta. Essa, ormai divenuta fatiscente, è ubicata,
grosso modo, in quella parte del Corso che è tra il Calvario e la chiesa
Madre, dove un marciapiedi, un po’ più largo, dà inizio alla Via Corano.
Dopo la scalinata di Via
Corano, la strada diventa, per un tratto almeno, pianeggiante, ma allora
essa era resa più stretta da tre scale all’aperto: una, grande e piuttosto
ripida, che ora non esiste più, apparteneva “a li Ziccarieddri”, soprannome
che dovrebbe significare “piccole zecche”. Ma allora, cioè quando ero
bambino, “li nciuri”, o soprannomi, non avevano, almeno nelle intenzioni di
chi le usava per designare gli altri, nulla di offensivo, servivano soltanto
ad individuare meglio le famiglie, anche se era sempre bene usarle lontano
dalle orecchie del diretto interessato che, nel migliore dei casi, avrebbe
protestato con l’incauto personaggio, ricordandogli che lui un nome e un
cognome li aveva.
Quando, infatti, si
voleva capire e far capire agli altri di quale persona o famiglia si
parlava, si chiedeva (o si diceva) sempre: “la nciuria”, cioè : “Il
soprannome”.
Tante volte, infatti, il
nome della famiglia, anche se ci abitava accanto, era sconosciuto.
Tra i soprannomi ne
ricordo solo alcuni, ma ce ne dovevano essere tantissimi. Oltre a “Li
ziccarieddri” e “Lu vardiddraru”: Addrinaru, Addruzzi, Aviteddra, Baravà,
Beccamuortu, Cammaratisi, Carcarazzu, Cientumisi, Cipiciapi, Ciurliddra,
Crapuzza, Culu nivuru, Cuntapassi, Druvieri, Facciazza, Farinara, Firticchiu,
La pastara, Littichera, Lu fitusu, Lu pupu, Lu tuortu, Macinati, Manchinu,
Masharà, Muliddru, Muzzuni, Nascazza, Pipiteddra, Pirpisiddri, Piscialiettu,
Puripù, Santarieddru, Scursuni, Signuruzzu, Tariulu,T’inchiappu,
Zichi-zichi.
Il non sapere il nome
della famiglia o il fare finta di non conoscerlo era, d’altra parte, almeno
in certe occasioni, di aiuto per chi non voleva esporsi a certi rischi. Se,
infatti, alla porta di una casa bussavano i carabinieri in cerca di una
famiglia di cui conoscevano soltanto il cognome, l’interpellato chiedeva a
sua volta: “ Cuomu ci dicinu di nciuria?”, cioè: “Qual è il soprannome?”
E alla risposta
naturalmente negativa dei militari, il malcapitato rispondeva: “Beddra Matri,
cca cu stu nomu nun canusciu a nuddru!” cioè: “Ve lo giuro sulla Madonna,
qui con questo cognome non conosco nessuno” e chiudeva la porta con una
spranga per timore che i carabinieri, non proprio convinti di quello che era
stato detto loro, potessero ripensarci, scardinare quindi la porta e
penetrare nella sua abitazione.
Quello che è certo è,
però, che “li nciuri” nacquero con un significato negativo. Scrive Antonino
Traina sul suo Vocabolario Siciliano-Italiano: “Inciuria, soprannome
ridicolo che si appiccica ad alcuno”.
E il Garzanti, alla voce
soprannome, scrive: “Appellativo familiare, scherzoso o ingiurioso, di una
persona, diverso dal cognome e dal nome proprio, che prende generalmente
spunto da qualche caratteristica individuale”.
Comunque sia, “la nciuria”
era destinata a trasmettersi di padre in figlio, per diverse generazioni.
Essa serviva, insomma, a catalogare le persone.
Nella scala “di li
Ziccarieddri” io, a differenza di altri bambini, che tante volte si andavano
a sedere proprio sull’ultimo gradino, quello più alto, difficilmente salivo,
perché, fin da piccolo, soffrivo di vertigini ed essa era alta e piuttosto
ripida.
L’altra scala, che poteva
avere quattro o cinque gradini e terminava in una specie di pianerottolo
abbastanza largo, apparteneva “a la zà Caluzza Todaru”, cioè “alla zia
Calogera Todaro”, che aveva una casa piccola ma comoda e, soprattutto,
sempre pulita, anche se i mattoni erano di “crita”, cioè di argilla, perché
la povera donna che vi abitava, se non ricordo male, assieme a una sua
sorella, la scopava ogni giorno. Anche di questa scala, oggi, si è perduta
la memoria: anni fa è stata abbattuta per creare più spazio, trovandosi essa
in un punto dove la strada faceva angolo e quindi si restringeva.
Ricordo che dalle travi
di legno che sorreggevano il tetto di una stanza della casa “di la zà
Caluzza”, quella più interna, dalla porta quasi sempre chiusa, pendevano “li
trizzi di pumadoru a piruni”, cioè delle reste di pomidoro adatto ad essere
conservato per l’inverno per la sua buccia molto resistente e che aveva la
forma di una piccola susina. Accanto ad esse c’erano dei meloni gialli che
venivano conservati per essere mangiati, anch’essi, nel periodo invernale.
Per questo motivo, essi erano chiamati “muluna d’immiernu”, cioè “meloni
d’inverno”.
Una volta che “la zà
Caluzza” venne a pranzo a casa mia, invitata da mia madre, ce ne portò uno
molto gustoso. Ricordo che ci disse: “Oggi è la giornata più bella della mia
vita!”
A quei tempi ci voleva
veramente poco per rendere felice una persona. Perché allora non c’erano le
esigenze di oggi e dei vestiti firmati nessuno aveva mai sentito parlare. E,
tante volte, in casa i vestiti passavano dal figlio più grande a quello più
piccolo, o anche da un cugino all’altro. E di pizzerie ce n’erano poche,
almeno nelle nostre parti, perché ancora non era frequente l’uso di andare a
mangiare, la sera, una pizza in gruppo. Esistevano, invece, delle trattorie,
come quella di “la za Caluzza littichera”, che preparavano, però, solo “roba
cotta”, cioè interiora di animali macellati, e “sangunazzu”, cioè sangue di
maiale o di vitello cotto, ma esse erano frequentate solo da povera gente
che vi si recava per il piacere di ubriacarsi insieme ad altri e ridere dei
sollazzi che il vino faceva nascere quasi spontanei, salvo magari poi
mettere fuori un lungo coltello, spuntato all’improvviso non si sa come, se
oggetto del sollazzo era una della famiglia o del parentado. Ieri come oggi,
gli altri li possiamo denigrare e riderci sopra, i nostri…beh nessuno ce li
deve toccare, se no sono guai.
La terza scala, esistente
ancora oggi, portava ad una farmacia. Non so chi della famiglia fosse il
titolare, se il marito o la moglie, poichè, spesso, tutti e due “servivano”
i clienti, ma, con molta più probabilità, la moglie.
Avevano un figlio solo,
ma molto bello. “Un Bambino Gesù” lo avreste detto, per il suo viso
paffutello e i capelli lunghi, “a bucculi”, cioè inanellati e di colore
biondo, tendente al rosso.
I locali della farmacia
si affacciavano anche in Via Chiasso Leone.
Qui era il mio regno
perché qui conoscevo tutti, ed ero da tutti ben conosciuto, (per tutti ero
il figlio “di lu zì Ramunnu”, cioè il figlio “dello zio” Raimondo) e qui la
sera, specialmente nel periodo estivo, quando ancora “nunn’avivamu scinnutu
fori”, cioè non ci eravamo ancora trasferiti in campagna, prima di andare a
letto la sera, giocavo con altri bambini e bambine del vicinato.
Le strade, allora, si
riempivano di gente, specialmente di donne, vecchie e meno vecchie o,
addirittura giovani, che, sedute sulle sedie che si erano portate “d’intra”,
cioè da casa, o sullo “scalone” davanti a una porta, prendevano, come si
suol dire, due piccioni con una fava. Esse, infatti, sparlando di questo o
di quello, passavano il tempo e risparmiavano anche i soldi “della luce” o
“del petrolio” perché le lampade o il lume erano tenuti spenti per tutto il
tempo che esse stavano fuori.
Le più fortunate tenevano
accesa solo una piccola lampada votiva, posta su una mensola, davanti alla
foto di un loro prossimo congiunto morto, padre o marito. E quella luce
fioca impediva loro di andarsi a sbattere quando, mezze addormentate,
rientravano a casa, come di notte la stella polare impedisce ai naviganti di
andare a finire in posti non desiderati, magari sugli scogli.
Lo sparlare era il
passatempo preferito un po’ da tutti, e ogni donna si adoperava a non far
mancare ad esso il proprio personale contributo, arricchendolo con notizie
in suo possesso. Poi magari, tutte insieme, recitavano il Santo Rosario,
così, una volta che c’erano, adempivano anche il loro dovere di brave
cristiane.
A sentirle parlare,
soltanto esse erano senza difetti: tutte le altre non si potevano
minimamente paragonare a loro, vuoi per morigeratezza dei costumi, vuoi per
la perfezione del loro corpo, unico al mondo.
“La canusciti a la figlia
di la zà Sabbeddra? Iu la vitti aieri matina a la funtana, doppu tantu
tiempu ca nun la vidiva; mamma mia chi si fici ladia! Fa scuncirtari lu
stomacu! Prima unn’era accussì, quann’era carusa! E può ddru piettu! Ci l’atu
vistu lu piettu? Pari ca ci havi du chiumazza ca ci puonnu addrattari du
scecchi! E lu culu? L’havi quantu lu tunnu di ma nanna!- Mancu si fussi na
matri batissa!” diceva una donna. Cioè: “ Conoscete la figlia di zia
Isabella? Io l’ho vista ieri mattina alla fontana, dopo tanto tempo che non
la vedevo; mamma mia com’era brutta! fa vomitare! Prima non era così, quando
era ragazza! Glielo avete visto il petto? Sembra che ci abbia due cuscini!
Talmente grande che lo possono succhiare due asini. E il culo? Ce l’ha
quanto il tavolo rotondo di mia nonna! Nemmeno una madre badessa ce l’ha
così!”
E un’altra, sospirando e
con una punta d’invidia: “Eppuru un muorsu di maritu lu capità sta cosa
ladia, e anchi buonu cumminatu, ca havi na grossa proprietà e lu sceccu!
Certi fimmini cchiù ladi su, cchiù furtunati sunnu; si può su bagasci,
miegliu ancora, ca l’uomini su cuomu li muschi, quannu vidunu lu meli: ci
cadinu ca è ‘na meraviglia”, cioè: “Eppure uno straccio di marito lo ha
trovato, questa cosa brutta, e anche benestante, perché ha una grossa
proprietà e l’asino! Certe donne più brutte sono, più sono fortunate! Se poi
sono bagasce, meglio ancora, perché gli uomini sono come le mosche, quando
sentono l’odore del miele: ci cascano che è una meraviglia!”
Discorsi di questo genere
erano, quasi ogni sera, all’ordine del giorno tra le donne, quando, però,
gli uomini, genitori o fratelli o anche vicini, non potevano sentire, se no
avrebbero potuto pensare male di loro e sparlarle col pericolo che poi non
si sarebbero potute maritare. E questo per una donna era, allora, quanto di
più terribile si potesse temere, anche se mia madre, buon’anima, era solita
dire: “Ni restano spichi a metiri? E mancu fimmini a maritari!” cioè :”
Rimangono forse nei campi delle spighe da mietere? Così non rimangono
neppure donne da sposare!” Ma non si sa mai! Meglio evitare certi discorsi o
certi atteggiamenti compromettenti.
Davanti agli uomini
bisognava, perciò, mantenere un certo decoro e non solo nel vestire, ma
anche nel parlare. Per questo le vesti erano lunghe e le camicie bene
abbottonate, anche se ognuna di loro avrebbe preferito essere ammirata e di
nascosto cercava di capire se quel giovanotto che passava davanti alla sua
porta, quando lei era affacciata o seduta sullo scalone di casa, la guardava
magari di sottecchi. L’importante non farlo capire.
“Se no, c’hanna a diri li
cristiani?”, cioè : “Che cosa deve pensare la gente?”
Perché, a quei tempi, si
faceva ogni cosa in funzione della gente. E certe cose si sarebbero fatte
volentieri solo se gli altri non lo avessero saputo.
“La genti nun sa va fari
parlari”, cioè ”bisogna sempre fare in modo che la gente non parli” (dove
per parlare si intendeva sparlare).
Di me le donne si
fidavano, forse perché ero bambino e, secondo loro, certe cose non le potevo
capire e, non capendo, anche se le sentivo, o non ci avrei fatto caso o le
avrei subito dimenticate. Almeno secondo loro.
Carmelo Luparello
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 5 aprile 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata. |
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04/04/2011 |
Scienza. Incontro sulla
missione CryoSat e Riconoscimento del Comune al dott. Tommaso Parrinello |
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Video
Intervista da Egidio
VG di Teleacras
Incontro 1^ parte
Incontro 2^ parte
Incontro 3^ parte |
Due giorni
intensi ed impegnativi, ma pieni di grande soddisfazione. Il 25 e 26 marzo
il dott. Tommaso Parrinello, primo italiano a rivestire l'incarico di "Mission
Manager" presso l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), è stato impegnato nel
campo della divulgazione scientifica ad Agrigento ed a Grotte. Il giovane
scienziato è stato ospite, il primo giorno, presso il Liceo Scientifico
"Leonardo", del quale era stato eccellente alunno oltre 25 anni prima. Nel
pomeriggio ha accettato l'invito presso gli studi di Teleacras, ospite
d'onore della trasmissione "Domenica è sempre Domenica", condotta da Egidio
Terrana ed Elettra Curto. Il 26 mattina ha incontrato gli alunni
dell'Istituto Comprensivo "A. Roncalli" di Grotte, le cui aule lo hanno
visto diligente e studioso alunno. Nell'occasione erano presenti, insieme al
Dirigente Scolastico Stefana Morreale, anche il Sindaco Paolo Pilato,
l'Assessore Piero Castronovo ed il Presidente del Consiglio d'Istituto
Giovanni Castronovo. I ragazzi, dopo aver assistito in silenzio alla
relazione dello scienziato, hanno colto l'occasione per rivolgergli
spontaneamente alcune domande, alle quali il dott. Parrinello ha risposto
mostrando, al di là delle specifiche competenze, una grande capacità
divulgativa unita ad una innata simpatia; caratteristiche apprezzate anche
dai docenti e dai collaboratori scolastici.
Nel pomeriggio ha partecipato, in qualità di relatore e gradito ospite,
all'incontro scientifico avente come tema: "Dalla Terra per la Terra",
svoltosi nella sala consiliare "Antonio Lauricella" del Comune di Grotte.
L'incontro ha visto la partecipazione dell'Arciprete di Grotte, don Giovanni
Castronovo, che nel ricordare l'impegno giovanile del dott. Parrinello, lo
ha additato come esempio alle nuove generazioni. L'assessore Piero
Castronovo (organizzatore degli incontri con gli alunni del "Roncalli" e con
tutta la cittadinanza), nel suo intervento ha evidenziato l'orgoglio del
paese di Grotte nel vedere un suo "figlio" raggiungere incarichi di
prestigio e di rilievo non soltanto in campo nazionale ma anche
internazionale. Di seguito hanno preso la parola il Vice Presidente del
Consiglio comunale Giacomo Costanza, il Consigliere Paolo Fantauzzo ed il
Presidente del Consiglio comunale Angelo Collura.
La prima parte dell'incontro si è conclusa con l'intervento del Primo
Cittadino Paolo Pilato.
Durante la sua relazione, il dott. Parrinello ha illustrato brevemente il
lungo cammino dell'uomo dapprima alla conquista dello spazio, rivolto verso
gli altri corpi celesti, poi l'utilizzo dei satelliti alla scoperta del
nostro pianeta: "Dalla Terra per la Terra". Ha spiegato come le conquiste
della scienza nel campo dell'esplorazione spaziale, lungi dall'essere
lontani da un riscontro pratico, in realtà coinvolgano quasi ogni aspetto
della nostra quotidianità. Si pensi ai sistema di navigazione (il "Tom tom"
solo per fare un nome), ai rilevatori di posizione GPS, alle comunicazioni
tramite cellulari, allo scambio di dati ed informazioni per il funzionamento
di reti di comunicazione (come internet), alle immagini meteo, nonché
all'impiego in ambito civile delle numerose tecnologie nate proprio dalla
ricerca nel campo spaziale (dalle prime scarpe ginniche "Mecap" alle moderne
fotocamere digitali...). La relazione è proseguita con la presentazione
della missione spaziale CryoSat, diretta dallo scienziato grottese, avente
lo scopo di acquisire informazioni essenziali sui cambiamenti continui del
nostro pianeta. Per la prima volta si potrà misurare con grande
accuratezza e precisione lo scioglimento dei ghiacciai marini nell'Artico e
dei ghiacci continentali; attraverso tali dati si potrà capire quali saranno
le conseguenze sul clima nei prossimi 50 anni. Emozionati, per il pubblico
in sala, le immagini del lancio del satellite, accompagnate dalla
descrizione del dott. Parrinello che è riuscito a trasmettere efficacemente
la carica emotiva di quegli storici momenti. Un lungo scrosciante applauso
ha accompagnato la conclusione della relazione, al temine della quale il
Sindaco Pilato ha consegnato al Fisico una targa recante la dicitura: "Al
concittadino Dott. Tommaso Parrinello, per il prestigioso ruolo svolto
presso l'Agenzia Spaziale Europea come primo italiano Missione Manager.
Orgogliosi, le Istituzioni Municipali e la comunità grottese tutta, plaudono
al Suo successo". Da parte dell'ESA, per il Comune di Grotte, in omaggio un
bassorilievo della Groenlandia (oggetto degli studi del satellite) recante
la scritta "CryoSat". In conclusione dell'incontro, un omaggio floreale, da
parte dei parenti, al dott. Parrinello ed il taglio e la degustazione di una
grande torta a tema. Carmelo Arnone
04 aprile 2011
© Riproduzione riservata. Pubblichiamo
a lato:
- alcune immagini degli incontri
(12 foto di © Associazione Culturale "Punto Info" e 62 foto di ©
Salvo Lo Re "President");
- il video della puntata di "Domenica è sempre Domenica";
- il servizio video del VG di Teleacras;
- il video integrale dell'incontro al Comune di Grotte.
Si ringrazia per la disponibilità lo staff di Teleacras, della trasmissione
"Domenica è sempre Domenica" e di Studio 98.
Un particolare ringraziamento per la preziosa collaborazione a Salvo Lo Re "President"
ed a Sara Arnone. |
Foto al "Roncalli"
Foto al Comune
Tommaso Parrinello
Manifesto
Sito dell'ESA |
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04/04/2011 |
Musica. La Banda Bellini alla
"Rassegna Regionale delle marce funebri" di Ispica |
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Foto di Gruppo
Manifesto |
L'antica
tradizione delle marce funebri grottesi, con le sue caratteristiche di
unicità, sarà uno dei temi principali della "Rassegna Regionale sulla
letteratura delle marce funebri di tradizione popolare", giunta alla 6^
edizione, che si svolgerà ad Ispica il prossimo 18 aprile. A rappresentare
la cultura musicale grottese sarà il Complesso Bandistico "V. Bellini",
diretto dal M° Salvatore Mercato, che eseguirà due tra le più famose marce,
la cui trascrizione è opera del compianto M° Stefano Patanella: "A mia
madre", meglio nota come la "40" e "Una lagrima per Felice Cavallotti",
detta la "34". Le partiture originali, vergate a mano, sono tra i più
preziosi cimeli custoditi nell'archivio della Banda.
Il successivo 20 aprile, il Complesso Bandistico, guidato dal Presidente
Calogero Todaro, sarà a Caltanissetta per partecipare attivamente alla
processione delle "Variceddri".
Ulteriori informazioni sulla storia e le attività del Complesso Bandistico
"V. Bellini" sono disponibili sul nuovo sito della Banda.
Vedi il sito del Complesso Bandistico "V. Bellini" |
Vedi il sito |
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02/04/2011 |
Comune. Iniziati i lavori di cinque
cantieri per il miglioramento della viabilità |
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Via Da Procida
Via Da Procida |
Sono iniziati lo scorso 22 marzo e si concluderanno
entro l'11 giugno i lavori dei cinque
cantieri, in svolgimento a Grotte, finanziati con le
risorse del Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS) 2007-2013.
Nelle attività trovano impiego 15 lavoratori per ciascun cantiere, nonché
diversi architetti ed ingegneri in qualità di "direttore dei lavori" e di
"coordinatore della sicurezza".
Dei cinque cantieri, tre riguardano strade comunali interne:
- manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Via G.
Da Procida (euro 113.965,16); è una traversa di Corso Garibaldi, nel centro
del paese;
- manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Piazza
Fratelli Bandiera, nel tratto compreso tra Via Bentivegna e Via Dante (euro
106.790,48); si tratta della piazzetta antistante la chiesa di San Rocco;
- manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Via
Lincoln, nel tratto compreso tra la Via Acquanova e la Via Cairoli ed il
Cortile Pisacane (euro 113.559,20); ampia zona abitata nei pressi del
"Sacramento".
Gli altri due cantieri interessano strade comunali esterne, ed in dettaglio:
- manutenzione straordinaria della strada esterna comunale Falcia, nel
tratto compreso tra la S.P. n° 15 Grotte - Bivio Caldare e la strada
comunale Falcia - Racalmare - San Benedetto (euro 113.865,20); tale strada
rappresenta un importante punto di collegamento tra le due principali
arterie extraurbane che congiungono Grotte con il capoluogo e con le
direttrici verso Palermo e Caltanissetta; l'importanza di questa bretella
stradale sarà accresciuta con i due interventi previsti relativi al
rifacimento della via di fuga "Grotte-San Benedetto" e della realizzazione
della strada di collegamento tra Piazza Antonio Carlisi (piazza cimitero) e
la stessa via di fuga;
- manutenzione straordinaria della strada esterna comunale Empifosse (euro
111.576,32); strada senza uscita di ridotto traffico veicolare a servizio
prevalente dei fondi rurali raggiunti.
I cantieri, i cui finanziamenti in totale superano i 500.000 euro,
rappresentano un'occasione di reddito per le famiglie dei numerosi
lavoratori impiegati nelle attività, nonché un investimento per il
miglioramento della viabilità stradale urbana ed extraurbana.
Carmelo Arnone
02 aprile 2011
© Riproduzione riservata. |
Strada Empifosse
Strada Empifosse |
Piazza F.lli Bandiera |
Piazza F.lli Bandiera |
Via Lincoln |
Via Lincol |
Strada Falcia |
Strada Falcia |
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02/04/2011 |
Lettere. "Verso quale
bene orientare i nostri passi"; di Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
ho letto le lettere di don Paolo e del dott. Vitello, ancora una volta
dimostrano di essere capaci di vedere e non di guardare. Vedi, "guardare" è
una forma di comprensione della realtà che si sofferma solo su alcuni
aspetti della sua totalità, quelli più appariscenti e meno importanti, e che
soddisfa un riflesso fisiologico. Appaga la percezione visiva, ma rimane una
sorta di limbo superficiale, che non coinvolge nel profondo.
"Vedere" la realtà, al contrario, è comprenderla tutta, entrarci dentro,
partecipare e abbracciarla. Don Paolo e il dott. Vitello, sono capaci di
sguardi in grado di "vedere".
Detto questo, io dico che nella vita occorre un po’ di fortuna. Non mi
riferisco al vincere al lotto oppure al nascere belli, alti e biondi, ma a
quella fortuna che è fatta soprattutto di forza interiore, di capacità di
affrontare la durezza della vita, di sapersi rimettere in piedi dopo ogni
inciampo. Ciò che dice il dottor Vitello è verissimo. Se le persone che ci
circondano continuano a proteggerci, non andremo troppo lontano, tanta
bambagia intorno non aiuta. Quella che può sembrare la fortuna di essere
protetti, si può rivelare, la sfortuna di non imparare a farcela da soli.
Georges Bernanos, sentendo pronunciare al sacerdote che lo assisteva sul
letto di morte parole di conforto, rispose "Io non sono responsabile per
quello che ho creato, sono responsabile solo di quello che non sono riuscito
ad essere".
La famiglia non può essere il naturale bastione contro l’inesorabile
erosione del mondo. Il nucleo familiare non può mettere al riparo
dall’insieme delle nostre continue omissioni. Quello che può fare, è
consentire di poter rimediare agli errori personali, e in modo forse
indiretto ma non per questo con riflessi meno immediati sul piano sociale,
aiutare a trasformare anche la sfera morale. Rendendo capaci di mettere in
atto, una revisione dei comportamenti. Una sorta di riesame fatto di
approfondimenti significativi, che spinga ad ampliare non solo il campo
delle opinioni ma anche di quelli che, con un termine a volte fin troppo
sfruttato, chiamiamo orizzonti.
Tra i giovani c è un ritardo esistenziale che per molti rischia di diventare
disagio. Ma in giro ci sono anche tanti trentenni e quarantenni creativi,
attivi, combattenti, che occupano già da tempo posizioni di prestigio, in
grado di incidere sulla società. Ecco, io mi chiedo perchè per loro il
ritardo esistenziale non c'è stato, dato che stanno cambiando logiche
socio-economiche e culturali che sembravano immutabili. Mentre tanti altri
impegnano le proprie energie a compiangersi, a lamentare la mancanza di
opportunità senza muovere un dito per crearle.
Non sarà forse anche l’atteggiamento individuale, la capacità di assumersi
responsabilità, la voglia di farlo, la propensione a essere artefici della
propria vita a fare la differenza?
Si, è anche in questa direzione che occorre indirizzare gli sforzi. Io sono
convinta che il benessere individuale, e quindi di una società, passi
attraverso la possibilità di perseguire la propria realizzazione come
persona, in tutti i momenti della vita. E la consapevolezza che ognuno di
noi è chiamato a farlo.
Le leggi possono e devono favorirlo. Ma non possono sostituirsi alla
responsabilità dei singoli a proposito della propria vita. Non farò un
appello a tornare a certi valori, anche perchè il mio amico Camus, diceva
che i valori se non hanno un gancio al quale reggersi sono destinati a
cadere.
D'altronde che cos’è un valore e che cosa non lo è, lo sappiamo tutti. La
libertà, la vita, la famiglia, l’educazione, la scuola, l’onestà, la
competenza, la politica, la fede, l’amore... sono tutti valori.
Quello che invece non sappiamo è il come interiorizzarli, come proporli e
che cosa fare per renderli concreti nella nostra e nell’altrui vita.
Per questo io sostengo che prima dei valori bisogna parlare del loro
fondamento. E su cosa è questo fondamento, io non ho dubbi: è l’uomo.
L’uomo non può essere solo il centro della vita, ma ne deve essere il
fondamento stesso. Rendendo testimonianza alla vita, magari senza grandi
parole, semplicemente manifestando il senso delle sue scelte.
Bisogna saper vivere il nostro tempo, anche perchè non ne abbiamo un altro.
E anche se difficile e complicato, esso resta l’unico da vivere, da capire.
Magari riflettendo lucidamente sul male che esso veicola.
Potrebbe essere un’occasione per scegliere verso quale bene orientare i
nostri passi.
Cordiali saluti". |
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Silvia Carli |
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01/04/2011 |
Attualità. Segnalazione di
pericolo per un pitbull randagio; di Gioacchino Allegro |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Ciao Carmelo,
mentre mi recavo con la moto a gettare l'immondizia nel cassonetto che si
trova in via Padre Annibale Di Francia, all'altezza del Panificio Costanza,
un pittbul di colore bianco intento a rovistare tra le immondizie ha tentato
di aggredire un ragazzo su di un ciclomotore; poi ha tentato di aggredire
anche me.
Se fosse stato un bastardino non mi sarei preoccupato, ma era un pericoloso
pittbul, credo randagio (non aveva la museruola).
Ho visto in piazza un vigile a cui ho riferito l'accaduto. Mi ha detto che
non essendoci a Grotte un canile non possono fare niente.
Dobbiamo aspettare che aggredisca un bimbo prima di intervenire!?
Puoi fare qualche cosa tu?
Grazie e cordiali saluti". |
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Gioacchino Allegro |
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Dalla Redazione.
Noi possiamo segnalare il fatto, affinché gli organi competenti si sentano
sollecitati ad agire di conseguenza, ed i nostri concittadini siano
coscienti del pericolo.
Grazie a Lei per essersi attivato nell'informarci dell'accaduto, e per la
fiducia nei riguardi della nostra redazione. |
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Carmelo Arnone |
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01/04/2011 |
Lettere. "Un serio esame di
coscienza"; del Dott. Salvatore Filippo Vitello |
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Dott. Vitello |
Riceviamo e pubblichiamo
un intervento del dott. Salvatore Filippo
Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, in riferimento alla lettera di
don Paolo Morreale.
"La lettera di don Paolo è
davvero commovente perché esprime una genuinità ed
una intensità di sentimenti che induce in
ciascuno di noi un serio esame di coscienza.
Nella mia vita da qualche anno viene spesso, a cadenza più o meno
semestrale, il tempo di bilanci. La lettera di don Paolo rappresenta una
sollecita vibrazione a ritornare ad uno di quei momenti.
Se mi guardo nella sincerità della mia coscienza e cerco di riassumere il
senso di quello che sono, penso di non andare lontano dal vero nel
definirmi, in ogni senso in cui ciò può essere inteso, un non combattente.
Fin da ragazzo ho rifiutato ogni tipo di violenza e quando anche, da bambino
e fino alla prima adolescenza, l'ho qualche volta esercitata me ne sono
sempre disgustato e pentito. Inizialmente era una prospettiva inconsapevole
poi è diventato qualcosa di riflesso. Direi che in questa mia posizione sono
diventato un estremista, anche tra i cattolici.
Questo mio orientamento che ho cercato di esprimere mi ha portato ad essere
piuttosto schivo, da qui il mio errore di fondo, che è quello di avere
trascurato per anni il mio paese, che è stato come negare un po’quello che
sono, poiché tutto quello che sono lo devo al luogo in cui sono nato e
cresciuto ed ai miei concittadini, con cui ho condiviso il percorso più
importante della mia vita, vale a dire la crescita.
Ha dunque perfettamente ragione don Paolo, miei cari adulti se non sappiamo
guidare i percorsi di crescita dei nostri giovani abbiamo fallito. Avremmo
dato loro un finto benessere. Nel momento in cui nostro ruolo cesserà non
sapranno andare avanti da soli e cadranno nella disperazione.
Ho da poco colto l’importante strumento che ci offre con sacrificio ma anche
con amore il bravo Carmelo Arnone. Carmelo, con il suo sito, ci offre, molto
più chiaramente di prima, il panorama del nostro mondo che è fatto di
tantissime divisioni e polemiche, personali e collettive, oltre che di alte
idealità e di impegno civile talvolta intensissimo (quello di don Paolo, che
non conoscevo, è veramente esemplare, ma se ho capito bene don Paolo ha
colto una bella eredità, che è quella del padre, Pino Morreale, persona
molto impegnata nella vita civile del paese e dotato di grande entusiasmo.
Pino, lo ricordo bene ha lavorato con noi all’epoca giovani e ci ha aiutato
a crescere, il figlio ne ha raccolto l’eredità).
Il nostro è un ambiente piuttosto difficile, anche se non so quanto ce ne
rendiamo conto, appunto perché solitamente ce ne stiamo, vorrei sbagliarmi,
con quelli della nostra fazione e quindi ci muoviamo sempre “schierati”, con
una sorta di pregiudizio, che oramai non ha veramente più senso, anche
perché i problemi, come racconta don Paolo, sono trasversali e coinvolgono
la responsabilità di tutti.
Con i miei interventi su questo sito, ho cercato di proporre una prospettiva
diversa. Mi pare anche di essere stato inteso talvolta. Ma vedo che quasi
sempre poi le divisioni prendono il sopravvento.
Allora penso che se riuscissimo a conoscerci meglio scopriremmo
probabilmente di pensarla allo stesso modo su molti argomenti.
Forse mi sbaglio ma credo che la dirigenza locale debba preoccuparsi di
creare maggiori occasioni di incontro. E' una cosa della quale mi preme
molto lasciare traccia ed è soprattutto per questo che scrivo, traendo
spunto da quello che si dibatte in questi nostri fori telematici. Ma, in
fondo, mi sono accorto che non ho scritto solo per voi, miei interlocutori
espliciti, ma in primo luogo per lasciare qualche cosa di più chiaro su di
me ed i miei figli, ed ai figli del mio amato paese. E, in effetti, facendo
mostra di trattare delle nostre cose, ho ripercorso la mia vita e quella
delle generazioni che con me hanno condiviso, l’esperienza scolastica,
l’impegno nella chiesa e nella società civile, e poi la mia vita
professionale e religiosa.
Perché miei cari amici attempatelli come me non iniziamo a percorrere, tutti
insieme, questa strada?
Io qui in Calabria vado spesso in tutte le scuole di ogni ordine e grado ed
i giovani mi chiedono di parlare del mio lavoro e della mia vita e vedo che
sono contenti, perché hanno bisogno del seme della testimonianza per far
germogliare una vita migliore.
Cari paesani dobbiamo con orgoglio dire grazie a don Paolo ed alla sua
famiglia per averci regalato un giovane di questa tempra". |
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Salvatore
Filippo Vitello |
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