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Grotte.info Quotidiano - Aprile 2011

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Aprile 2011

 

30/04/2011

Attualità. Filippo Giambra nel Consiglio della Camera di Commercio

 

Sig. Filippo Giambra

L'imprenditore Filippo Giambra è stato nominato, con decreto dell'Assessore Regionale alle Attività Produttive Marco Venturi, componente del nuovo Consiglio della Camera di Commercio di Agrigento.
La seduta inaugurale, durante la quale avrà luogo l'insediamento dei nuovi membri, si svolgerà sabato 14  maggio. Nella stessa occasione verrà eletto il nuovo presidente, per la cui carica si prospetta la riconferma di Vittorio Messina. Entro la settimana successiva si svolgeranno le elezioni dei quattro componenti della Giunta.

 

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30/04/2011

Cronaca. Dalla Cassazione una assoluzione per Giovanni Aquilina

 

Dalla Cassazione una assoluzione per Giovanni Aquilina.

Sono state accolte pienamente le tesi dell'avvocato Anna Americo: il suo cliente Giovanni Aquilina non è colpevole di omicidio e soppressione di cadavere in relazione alla morte di Antonio Costanza. La Corte di Cassazione, nell'accogliere il ricorso del legale, ha annullato senza rinvio la sentenza pronunciata dalla Corte di Assise di Palermo che aveva emesso nei confronti di Aquilina una condanna a 14 anni di reclusione.
I fatti risalgono al 1995. Antonio Costanza, ritenuto vicino al boss Antonino di Caro, era stato ucciso da una cosca mafiosa avversaria. Al termine del processo, iniziato nel 1997, la Corte di Assise di Agrigento aveva inflitto la pena dell'ergastolo a Giuseppe Gambacorta, Leoluca Bagarella e Giuseppe Fanara; Giovanni Aquilina non era stato ritenuto colpevole dell'omicidio ma di soppressione e distruzione di cadavere. La sentenza della Corte di Cassazione, sancendo con questa sentenza l'estraneità di Aquilina ai fatti imputatigli, chiude così il lungo iter processuale.

 

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29/04/2011

Chiesa. Domenica 1° maggio si celebra la Festa della Divina Misericordia

 

Domenica 1° maggio si celebra la Festa della Divina Misericordia.
Manifesto

Domenica 1° maggio 2011, a San Pietro in Roma, verrà celebrata la cerimonia di beatificazione del Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II. La data scelta è quella della “Domenica della Divina Misericordia”, festa istituita proprio dal Servo di Dio, il 30 aprile del 2000 durante le Solenne Celebrazione Eucaristica in occasione della Canonizzazione della Beata Suor Maria Faustina Kowalska.
La Festa della Misericordia, ovvero la Domenica II di Pasqua, è la più importante di tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia. Gesù parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: « Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia». La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia.
Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù ha espresso due desideri: che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato; che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia.
La grandezza di questa festa è dimostrata dalla promessa: « In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene » - ha detto Gesù. Una particolare grazia è legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno: « la remissione totale delle colpe e castighi». E’ chiaro che la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia deve essere non solo degna, ma anche adempiere alle fondamentali esigenze della devozione alla Divina Misericordia. La comunione deve essere ricevuta il giorno della festa della Misericordia, invece la confessione può essere fatta prima (anche qualche giorno). L’importante è non avere alcun peccato.

 

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29/04/2011

Comune. Pronta la convenzione attuativa tra Anas e Comune per il finanziamento della "Lumia - Falcia"

 

Comune di Grotte

E' già pronta la convenzione attuativa tra ANAS e Comune di Grotte relativa all'individuazione delle opere di compensazione ambientale ed alle modalità di erogazione delle relative somme. Saranno i legali rappresentanti dei due Enti ad apporre la firma sul documento che darà il via alla realizzazione della strada "Lumia - Falcia 1° stralcio"; per il Comune di Grotte firmerà il sindaco Paolo Pilato mentre per l'ANAS, il direttore regionale ANAS Sicilia Ugo Dibennardo.
L'impegno totale di spesa per la realizzazione dell'opera è pari a 1.000.000,00 di euro. Il 30% della somma verrà versato a favore dell'amministrazione comunale all'atto della stipula della convenzione; il 60% dell'importo complessivo del quadro economico di ogni singolo intervento verrà liquidato ad avvenuta consegna dei lavori; il 10% dell'importo complessivo del quadro economico di ogni singolo intervento verrà liquidato ad avvenuta ultimazione dei lavori.
Questa convenzione segue quella "generale", già firmata lo scorso 23 marzo, tra ANAS, Provincia Regionale di Agrigento ed i Comuni di Favara, Agrigento, Canicatti, Castrofilippo, Grotte e Racalmuto, con la quale sono stati disciplinati i rapporti con gli enti locali e sono stati determinati gli importi spettanti a ciascuna Amministrazione per gli interventi di compensazione ambientale, il cui totale complessivo ammonta a 11.500.000,00 euro.

 

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27/04/2011

Editoria. Presentazione del libro "Il vento della Maddalena", di Margherita Biondo

 

Presentazione del libro "Il vento della Maddalena", di Margherita Biondo.
Locandina

Sabato 30 aprile, alle ore 19.30 presso la Biblioteca Comunale “Martin Luther King” di Grotte, sarà presentato il romanzo “Il vento della Maddalena” di Margherita Biondo, edito dalla casa editrice MonteCovello. Il libro verrà trattato nella rassegna di incontri culturali ideati ed organizzati da Aristotele Cuffaro. L’evento sarà introdotto con i saluti del sindaco Paolo Pilato e dell’assessore Salvatore Rizzo. Relazionerà il dott. Antonio Liotta, mentre le letture saranno curate da Salvatore Milano. L’incontro sarà arricchito da un intervento musicale della clarinettista Lavinia Di Stefano e della flautista Julia Di Stefano. Il testo, che fa parte di una collana editoriale di autori italiani che l’editrice MonteCovello riserva alla cultura, anche se ambientato negli anni ‘50 e ’60, affronta il tema dell’emigrazione che ancora oggi spinge molti giovani del Mezzogiorno a cercare al Nord d’Italia un futuro di più ampie prospettive. Il libro narra le vicende di un giovane siciliano che abbandona il proprio piccolo paese per sfuggire alla dura educazione paterna e per volere sperimentare il fascino della città, delle trasformazioni radicali, del progresso tecnologico che si andavano consolidando nel nord del paese dopo il secondo dopoguerra, anni d’impegno difficile e di diffusa sofferenza nell’evanescenza del miraggio riverberato dalle speranze di sviluppo economico e sociale. Le tappe del suo inquieto divenire portano il protagonista ad essere viandante solitario delle vie e della vita nel rapporto con una società milanese distaccata e crudamente industriale, alla conquista di un nuovo ma sempre più precario equilibrio condizionato anche da una cattiva amicizia e da un amore impossibile. L’atrofia economica, il degrado politico, lo smarrimento della solidarietà familiare e la condizione di disagio psicologico condurranno il protagonista ad un percorso di vicissitudini che si risolveranno nella sua affermazione antropologica e nella consapevolezza della ricerca e della valorizzazione delle proprie radici. Un diario articolato tra i racconti dell’immagine industriale e dello sviluppo urbano sotto lo sbiadito cielo meneghino nel rimpianto della Sicilia soleggiata e romantica. Tema centrale è infatti il recupero della Sicilia come paesaggio ideale, elemento che trova il suo centro unificatore nell’eroica rassegnazione di appartenere a una generazione difficile a cavallo tra i vecchi tempi e i nuovi che avanzano e che si trova a disagio in tutti e due. Con un certo realismo, tuttavia intriso di una componente lirica, dopo diversi anni la Sicilia viene rivisitata dal protagonista con la saggezza dell’età, osservata e rivissuta con straordinaria partecipazione sentimentale che si evidenzia nelle assonanze, nelle sonorità, nell’inesauribile capacità di invenzione stilistica e linguistica soprattutto laddove si staglia la poesia del gioioso e doloroso pellegrinaggio nell’isola espresso attraverso squarci di paesaggio, colori e profumi: indelebili simboli di fedeltà al destino di ogni siciliano.

Presentazione del libro “Il vento della Maddalena”
30 aprile 2011, ore 19.30
Biblioteca Comunale “Martin Luther King”, Grotte
Ingresso gratuito

 

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27/04/2011

Formazione. Convegno sull'innovazione nella Pubblica Amministrazione

 

Convegno sull'innovazione nella Pubblica Amministrazione.
Invito

Giovedi 28 aprile, presso lo Splendid Hotel La Torre a Palermo, si terrà un convegno dal tema: “Innovazione nella pubblica amministrazione: formazione dei funzionari per l'efficienza negli Enti Locali”.
Saranno presenti gli Assessori Regionali Caterina Chinnici (alle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica) e Andrea Piraino (alla Famiglia, alle Politiche Sociali ed al Lavoro).
Al convengo interverrà il prof. Alfonso Provvidenza, docente di Economia degli Intermediari Finanziari e di Economia e gestione delle imprese presso l'Università Kore di Enna.

 

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26/04/2011

Iniziative. Raccolti tremila euro per la Villetta Padre Pio

 

 

Riceviamo e pubblichiamo.

"Un ringraziamento speciale a tutti i cittadini di Grotte per aver contribuito, con le loro offerte, all'acquisto di panchine, fiori ed alla manutenzione della villa "Padre Pio". Il totale delle offerte, pari a 3.000,00 euro, sarà utilizzata esclusivamente per la villa Padre Pio".

 

   

Lina Castelli e Silvia Mancuso

 
Villetta Padre Pio Villetta Padre Pio Villetta Padre Pio Villetta Padre Pio Villetta Padre Pio

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26/04/2011

Internet. Ringraziamenti dallo staff del sito"LaPasquadi Grotte.net"

 

LaPasquaDiGrotte.net
Vedi il sito

Riceviamo e pubblichiamo.

"Concluse le manifestazioni della Settimana Santa 2011, mi preme porgere i dovuti e sentiti ringraziamenti a quanti con il loro contributo e sostegno hanno permesso che, anche quest’anno, il sito LaPasquadiGrotte.net potesse offrire l’opportunità di seguire i momenti salienti delle rappresentazioni ai tanti concittadini che, per motivi diversi, si trovano lontani dal loro paese di origine. Quest’anno anche il sottoscritto, a causa di impegni di lavoro, non ha potuto essere presente nel corso della Settimana Santa, ma nonostante ciò, grazie all’insostituibile aiuto degli altri membri dello staff, è stato possibile portare a termine le attività che il sito annualmente offre.
Vorrei quindi ringraziare personalmente e pubblicamente per il lavoro svolto l’Ing. Filippo Villardita, fondatore con me del sito, per il materiale fotografico e video prodotto, che sarà molto presto pubblicato in rete, e Paolo Carraggi che ha curato nel migliore modo possibile le dirette live del Giovedì e Venerdì Santo. Un ringraziamento particolare e di cuore va alla VSC Produzioni di Calogero Carlisi, per aver fornito gratuitamente le immagini trasmesse in diretta sul sito, e a Daniel Carlisi per il supporto tecnico e logistico per la realizzazione della diretta stessa.
Grazie al Geom. Nino Puma per  l'ospitalità e la concessione gratuita della connessione ADSL necessarie alle trasmissioni effettuate in Diretta Live, a Enzo Greco della ditta Gre-Sal per aver offerto il Premio Speciale "Antonio Burgio" ed al Gruppo dei Giudei "Andrea Infantino" per l'ottima collaborazione e disponibilità.
Un ringraziamento speciale a Carmelo Arnone della redazione di Grotte.info per il sostegno e lo spazio offerto sul quotidiano online. Vorrei, infine, scusarmi per non aver potuto trasmettere la diretta Live dell’Incontro della Domenica di Pasqua, ma un problema di connessione sopraggiunto all’ultimo istante ci ha impedito la messa in onda sul web dell’evento.
Stiamo già pensando a degli interventi migliorativi per l’anno prossimo, sperando così di offrire un servizio migliore".
 

 

   

Vincenzo Morreale

 
 


Vedi il sito LaPasquadiGrotte.net Visita l'argomento
 

 

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25/04/2011

Racconti. "Un tuffo nel passato" - Capitolo 4°; di Carmelo Luparello

 

Prof. Carmelo Luparello
Prof. Luparello


UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello

Cap. IV

          Nella mia cerchia di amici c’era, allora, anche un certo S, un ragazzo come tanti altri, col quale si usciva quando era possibile e che io cercavo di aiutare nello studio quando avevo un po’ di tempo libero. Per questo spesso andavo a trovarlo a casa o veniva lui da me.
          Un giorno all’improvviso tra me e S. i rapporti s’inclinarono, anche se non si interruppero del tutto, perché nessuno di noi due (conoscevo bene il mio amico ed ero pronto come sono pronto anche adesso a mettere una mano sul fuoco circa la sua innocenza) era responsabile di quello di cui ci si accusava. Come si suol dire, un fulmine a ciel sereno.
          Dunque, a una sua zia, “cuomu fu e cuomu nun fu” cioè “comunque siano andate le cose”, vennero a mancare, dalla sua borsetta, cinquecento lire, una bella somma, allora, soprattutto per dei ragazzi che erano sempre squattrinati.
          La buona donna, usando una logica che, poi tanto logica non era, pensò che il nipote S. le avesse sottratto quei soldi (sicuramente dietro mia istigazione, perché il nipote da solo non avrebbe mai pensato di fare una cosa del genere, essendo un ragazzino molto buono) e li avesse consegnati a me che avevo qualche anno in più e quindi, secondo lei, esercitavo sul nipote una certa influenza, perché, si sa, i cattivi amici portano alla rovina. Ed io sarei stato un cattivo amico da tenere alla larga. Ma, questo si sa, è naturale, perché la colpa, da che mondo è mondo, è sempre degli altri. Mai nostra o di chi ci sta vicino.
          Quindi quello che poteva o doveva essere solo un sospetto che sarebbe caduto alla prima seria verifica, divenne, nella mente di quella donna che “si sentiva veramente sperta” cioè accorta e saggia, una certezza, di cui nessuno, e in primis lei, poteva dubitare.
          Pienamente convinta di ciò, informò il fratello, sicura che, così facendo, avrebbe recuperato i suoi soldi. E il fratello, anche lui uomo vissuto ed esperto della vita, perché commerciante, un giorno mi affrontò, deciso a riottenere da me, con le buone o, se fosse stato necessario, anche con le cattive, quelle benedette cinquecento lire di cui io, sinceramente, non conoscevo nemmeno l’esistenza.
          Inutilmente cercai di spiegargli che era tutto assurdo e che io delle cinquecento lire non ne sapevo proprio niente: l’uomo e sua sorella rimasero del loro parere, perché mai mi vennero a dire poi: “Ci siamo sbagliati, scusaci!”
          Quelle cinquecento lire me le sarei prese io e, al più, ne avrei dato qualche piccola percentuale al nipote.
          Mi proibirono, quindi, di continuare a frequentare il nipote. Non so se proibirono anche al nipote di frequentare me.
          Comunque penso che il loro scopo fosse soprattutto quello di spaventare me. Il nipote sarebbe stato solo una povera vittima, come la zia.
          Ancora oggi mi domando: “Non era più semplice pensare che le cinquecento lire alla pia donna fossero cadute da una tasca o dalla borsetta? Per forza il nipote doveva avergliele sottratte? E per forza poi avrebbe dovuto darle a me? Non c’era qualche altro modo, oltre al furto, per spiegare la sparizione di quei soldi ?”
          Mah! La mente umana “unni anninna anninna”, o, come dicono altri, “unni amminghia amminghia”, cioè : “La mente umana, quando si convince che qualcosa è in una determinata maniera, non c’è Cristo che la possa fare ragionare diversamente”.
          Da quella volta comunque l’amicizia tra me e il mio amico si affievolì, e fu forse meglio così. Se non altro, evitammo che quella zia continuasse a sospettare di me e del nipote, nel caso sciagurato, ma sempre possibile, in cui le fossero mancati ancora dei soldi.

Carmelo Luparello

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 25 aprile 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.

 

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23/04/2011

Commenti. "La festa di Pasqua e l'identità dei grottesi"; di Salvatore Filippo Vitello

 

"La festa di Pasqua e l'identità dei grottesi"; di Salvatore Filippo Vitello.

Il Commiato tra Maria e Gesù è una assoluta novità per me, nonostante fino al 1980 non abbia mai perso occasione di assistere alle sacre rappresentazioni.
Dal commento apprendo che il testo era insieme agli altri ma non veniva utilizzato. Direi che era sottovalutato, anche se il Commiato risulta più espressivo e più significativo rispetto agli altri, perché dalle poche parole che ho potuto cogliere (se si potesse avere il testo in sovrimpressione, sarebbe ottimo) evoca in modo mirabile l’umanità di Cristo, umanità che risulta comunque essere la vera cifra di tutta la sceneggiatura pasquale.
L’Autore è sicuramente lo stesso degli altri testi, vi sono alcune parole, che sono tipiche e specializzanti (affanni, tormenti, accenti): ricorrono in tutti i testi. La rima, poi, pare assolutamente  identica.
I due ragazzi sono stati veramente bravi nell’interpretazione, sia come gestualità e sia come intonazione, anche se il pianto ha assunto una funzione prevalente e quindi eccessiva, perché in qualche modo copre tutte i passaggi scenici. Credo che i momenti del pianto vadano collocati a tratti e nei punti salienti, per dare la giusta dimensione alle parole ed ai gesti e non trasformare il forte lirismo che il testo sottende in forme di pietismo, che immiseriscono il valore complessivo del testo e non danno il giusto valore alla bravura degli interpreti. Gli interpreti invece hanno avuto un ruolo fondamentale nella valorizzazione del testo, perché hanno saputo rendere un’atmosfera di intenso “pathos” e di profonda commozione, verosimile obiettivo dell’autore.
Quello che da noi è stato denominato Commiato, nelle rappresentazioni locali di altre città del meridione viene denominato “Spartenza”.
A Trapani, nella Spartenza, Gesù, consapevole della sua morte, si congeda dalla madre e da Giovanni discepolo prediletto. A Butera i due simulacri, quando nel corso della processione giungono davanti alla chiesa Maria SS. delle Grazie, si fermano per il "saluto di addio" tra il Cristo crocifero e l'Addolorata. Ossia la "Spartenza”. Ad Enna, Caltagirone, Calascibetta invece, la Spartenza, avviene dopo la Resurrezione, quando Gesù e Maria, dopo essersi riconosciuti, si dividono.
Nelle rappresentazioni sacre di Delia la “Spartenza” ha un  ruolo identico a quello del nostro Paese. Essa infatti precede tutte le altre rappresentazioni. Tale identità dipende dal fatto che i testi sono del medesimo autore Filippo Orioles. Dico questo con riserva perché non ho mai saputo chi ha scritto i testi della nostra Pasqua. Ho appreso da Carmelo Arnone che sono forse dell’Orioles. A Caltanissetta la “Spartenza” ha un significato ancora diverso, ed è quello della separazione della vara dell’Addolorata dalla Sacra Urna.
Ma il vero significato di Spartenza, pure nelle varie ricostruzioni di ciascun paese, i cui riti  affondano le proprie radici in epoche storiche spesso legati all’agricoltura, come nella nostra tradizione pasquale, è quello proprio del commiato di Gesù a Maria, fino a qualche anno fa sconosciuto alla nostra tradizione locale ed ora felicemente ripreso e adeguatamente valorizzato.
La magica suggestione della nostra festa di Pasqua ha rafforzato l’identità di tutti noi. Non vi è persona di Grotte che non porta in sé i ricordi di quella festa.
Ognuno ricorda le processioni e le musiche che le accompagnano, la “nuttata” del giovedi Santo con i fuochi che noi ragazzi eravamo soliti accendere per riscaldarci, le signore “cu lu tancinu” a fare la “guardia” a “lu Signuri” ed altri particolari che ora non esistono più, perché, come si suol dire, sono cambiati i tempi, ed allora, io fra i vari dettagli, vorrei ricordare il ruolo importante e di partecipazione civica, che avevano una volta le varie categorie sociali, riunite nei vari circoli (combattenti, zolfatari, concordia, commercianti, “nobili”, di quest’ultimo però non sono certo del ricordo), tutti presenti, ciascuno con propria rappresentanza e bandiera listata a lutto, nella visita al Calvario il venerdi mattina.
Mi colpiva in quella processione la serietà e la partecipazione di quelle persone che, riuniti in gruppo, avevano la consapevolezza di rappresentare un ceto e di attendere, con grande dignità, ad un dovere civico prima ancora che religioso.
Sono ricordi di grande valore pedagogico, perché, l’aspetto religioso e quello educativo, erano fusi in una dimensione unitaria, nella quale era presente il contributo attivo alla formazione dei ragazzi e dei giovani.

 

   

Salvatore Filippo Vitello

 

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23/04/2011

Pasqua 2011. "Luna Rossa Orchestra" in concerto

 

Pasqua 2011 - "Luna Rossa orchestra" in concerto.
Manifesto

Concerto di Pasqua a Grotte della Luna Rossa Orchestra. Il gruppo musicale si forma nel 2006 per iniziativa di Francesco Catalano e Davide Pendino, ispirato alla famosa "Orchestra Italiana" di Renzo Arbore, che ha rivisitato i vecchi brani della musica napoletana di Renato Carosone e Roberto Murolo, ormai quasi dimenticati dalle nuove generazioni, sposandoli con i ritmi e i generi del mondo, come il blues, il rock, il country, la salsa, per renderli più popolari soprattutto tra i giovani.
L'idea di creare un gruppo che portasse nelle piazze siciliane questi ritmi travolgenti e questi testi poetici, che coinvolgono un pubblico che va dai giovani ai meno giovani, nasce dal fascino delle musiche e dei testi della tradizione popolare napoletana.
Sin dal debutto, il 26 agosto a Sant' Angelo Muxaro (Agrigento), la "Luna Rossa Orchestra" ha collezionato un successo dopo l'altro coinvolgendo, divertendo e emozionando il pubblico nelle varie piazze. L'orchestra è composta da 12 elementi: Peppe Sciortino, Debora Randazzo, Ausilio Polifemo e Giuseppe La Corte alle voci; Lorenzo Puma ai mandolini; Federico Macedonio alle tastiere; Salvatore Sciacca e Lillo Cacciatore alle chitarre; Francesco Nicolosi alla chitarra elettrica; Sergio Guastella alle percussioni; Davide Pendino alla batteria; Francesco Catalano al basso.

Luna Rossa Orchestra in concerto
Grotte, Piazza Marconi
Domenica di Pasqua
24 aprile 2011, ore 21.00

 

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23/04/2011

Pasqua 2011. "La Pasqua del Dio Vivente" - 3^ edizione

 

Pasqua 2011 - "La Pasqua del Dio Vivente" - 3^ edizione.
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Domenica 17 e lunedi 18 aprile, per le antiche vie di Grotte è andata in scena la terza edizione della rappresentazione "La Pasqua del Dio Vivente", progetto e regia di Giovanni Volpe.
Il percorso è iniziato dai piedi della scalinata di Via Romita e si è concluso, dopo circa 300 metri, in Piazza Marconi, cuore del centro storico, ai piedi della scalinata di Via Giacinto. Due i protagonisti dell'azione teatrale: Angelo Costanza ed Antonio Castronovo, con la collaborazione di Luigi Casà, Giuseppe Cimino, Alex Licata, Raimondo Licata, Giuseppe Volpe e Giovanni Volpe.


Pubblichiamo alcune immagini della rappresentazione (62 foto di © Salvo Lo Re "President").

Foto della "Pasqua del Dio Vivente" - 3^ edizione Visita l'argomento

 

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22/04/2011

Musica. Successo al Teatro "Regina Margherita" per il Quinteto Nuevo

 

Successo al Teatro "Regina Margherita" per il Quinteto Nuevo.

Sabato 16 aprile un pubblico entusiasta e caloroso ha partecipato al concerto del Quinteto Nuevo, riempiendo totalmente il Teatro Margherita di Racalmuto e dimostrando la propria soddisfazione attraverso lunghi applausi e la richiesta di due bis. La formazione, costituita da Luigi Amico al violino, Fabrizio Chiarenza alla fisarmonica, Carmelo Mantione al pianoforte, Raimondo Mantione alla chitarra e Giuseppe Castellano al contrabbasso, si è cimentata nel repertorio in cui si sta attualmente specializzando, e cioè il "tango nuevo" di Astor Piazzolla. Oltre a proporre le ormai celebri pagine di Libertango, Oblivion ed Adios Nonino, il quinteto ha interpretato la passionalità, la malinconica tenerezza ed al contempo la grande forza ritmica di brani quali Mumuki, Tangata, Muerte del Angel, Resurrecion del Angel, Contrabajisimo e tanti altri sicuramente non inferiori a quelli più celebri. La perizia tecnica e la grande partecipazione emotiva dei componenti del quinteto ha regalato profonde emozioni al pubblico, incantato dalla musica di Piazzolla.

Successo al Teatro "Regina Margherita" per il Quinteto Nuevo.

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22/04/2011

Lettere. "Alberi in cammino"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Carmelo,
il mio amico Erri De Luca ha scritto che “dopo Cristo il tempo si è ridotto a un ‘frattempo’, a una parentesi di veglia tra la sua morte e la sua rivenuta. Dopo di Lui nessuno è residente, ma tutti siamo ospiti in attesa di un visto”. Ecco, a mio avviso, sentire che forse il mondo di oggi ci sfugge e che la finitudine esistenziale ci spinge altrove deve solo essere un motivo per migliorarlo e vivere così in pienezza. L'attesa del “visto” che vale tutta una vita deve essere uno stimolo potente per innescare in noi un supplemento d'impegno a favore della nostra e altrui umanità. Perchè, a volte, basta una sola fatica fatta con amore per risvegliare in noi la sollecitudine e la voglia di essere e di fare. Io ho fatto mio il consiglio che San Gerolamo dava a una sua amica “Prendi la Bibbia, leggila frequentemente e impara quanto puoi”. E nel Vangelo di Marco ho letto di un miracolo di Gesù a Betsaida. A un uomo cieco fin dalla nascita, Gesù spalma sugli occhi un po’ di terra e di saliva, e il cieco per la prima volta pronuncia il verbo vedere. Dice di vedere gli uomini alberi che camminano. A mio avviso è il più bel complimento rivolto agli esseri umani. Se ne meraviglia anche Gesù che teme di aver dotato il cieco di allucinazione e non di vista. Così ripete il gesto, rimescola la terra con lo sputo e rimette l’impasto sugli occhi. Nel Vangelo è l’unico caso di miracolo ritoccato e ripetuto. Mi commuove questa immagine bellissima dell’uomo visto come albero in cammino, saldo nei valori e radicato in opere di bene. Rivolgo a tutti, i miei auguri di una Santa Pasqua insieme all’auspicio che ciascuno di noi diventi... albero in cammino".

 

   

Silvia Carli

 

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21/04/2011

Pasqua 2011. Rappresentazione del Mercoledi Santo: il commiato tra Maria e Gesù

 

Rappresentazione del Mercoledi Santo: il commiato tra Maria e Gesù.
Guarda il video

Dopo la Domenica delle Palme, con il Mercoledi Santo iniziano le rappresentazioni consecutive riguardanti la Pasqua grottese. E' ormai da diversi anni che viene rievocato, proprio in questo giorno, un momento che, pur non trovando conferme bibliche e storiche, tuttavia suscita emozione: l'addio - definito anche "commiato" - tra Gesù e Maria, sua madre.
Il testo, considerato per lungo tempo poco rilevante dalla tradizione popolare, e perciò escluso dalle rappresentazioni (l'ultima delle quali risale agli inizio del secolo scorso; nel ricordo delle "Signorine Liotta" veniva recitato il Giovedi Santo, prima dell'Ultima Cena), è stato riscoperto grazie alla ricerca condotta da Domenico Vizzini sui testi originali di Filippo Orioles (1687-1793) noto autore di vari drammi sacri dei quali il più famoso è certamente "Il riscatto di Adamo nella morte di Gesù Cristo".
Ed è lo stesso Domenico Vizzini, nel 2005, a riportarlo in scena insieme alla cugina Sofia Vizzini, con la collaborazione di Giuseppe Terrana. Da allora il "commiato" è tornato a costituire parte integrante delle "recite" di Pasqua.
La scena, quasi spoglia, è idealmente divisa in due parti: un interno (tavolo e due sedie) ed un esterno (alcune balle di paglia, un fuoco acceso). Due soli i personaggi protagonisti dell'azione scenica: Gesù e Maria. Un plauso ai due giovani interpreti, Davide Mulè ed Assunta Villardita, per aver saputo condurre, dandogli la corretta intonazione, i settecenteschi dialoghi in rima, nonostante il brusio e l'inevitabile chiacchiericcio: tra bancarelle, furgoni di panini e bibite, bar, venditori ambulanti - è pur sempre una festa di paese - il momento di condivisione sociale ha prevalso, come sempre, sulla linearità dell'azione teatrale. Anche questo contribuisce a rendere unica, particolare e "vissuta" la Pasqua grottese.

Carmelo Arnone
21 aprile 2011
© Riproduzione riservata.

 

 


Pubblichiamo il video della rappresentazione (riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").

Video della rappresentazione Visita l'argomento

 

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21/04/2011

Musica. Il Complesso bandistico "V. Bellini" alla 6^ Rassegna Bandistica di Ispica

 

Il Complesso Bandistico "V. Bellini" alla 6^ Rassegna Bandistica di Ispica
Vedi le foto

Il Complesso Bandistico "V. Bellini" ha partecipato, lo scorso lunedi 18 aprile, alla 6^ "Rassegna Regionale sulla letteratura delle marce funebri di tradizione popolare", svoltasi nella città di Ispica (RG).
Il Complesso, diretto dal M° Salvatore Mercato, ha eseguito due tra le più famose marce, la cui trascrizione è opera del compianto M° Stefano Patanella: "A mia madre", meglio nota come la "40" e "Una lagrima per Felice Cavallotti", detta la "34", le cui partiture originali costituiscono uno dei preziosi cimeli custoditi nell'archivio della Banda.
Sul sito ufficiale del Complesso "Bellini" sono disponibili due video riguardanti l'esibizione ad Ispica, nonché le foto della processione delle "Variceddri" di Caltanissetta svoltasi lo scorso mercoledi.


Pubblichiamo alcune immagini della Rassegna (32 foto di © Orsola Patti).

Foto della Rassegna Visita l'argomento

 

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21/04/2011

Comune. Venerdi Santo gli uffici comunali chiuderanno alle ore 12.00

 

Comune di Grotte

COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)

Si informa la cittadinanza che domani, venerdi 22 aprile, in occasione delle tradizionali celebrazioni liturgiche e popolari per la ricorrenza del Venerdì Santo, gli uffici comunali rimarranno aperti sino alle ore 12.00.

 

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21/04/2011

Musica. Festa d'ingresso per 8 nuovi componenti nella Banda "Verdi"

 

Otto nuovi componenti nella Banda "Verdi".
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Anche quest'anno in occasione delle festività della Santa Pasqua, a conclusione del lungo ed intenso percorso di formazione musicale tenuto dal Maestro Prof. Salvatore Puglisi e dalla Prof.ssa Yulia Di Stefano, entrano a far parte dello storico Corpo Musicale "G. Verdi" di Grotte ben otto nuovi componenti. La tradizionale festa di ingresso è stata particolarmente emozionante per una sede sociale "assediata" da circa 150 persone tra parenti amici e musicisti. Lo spirito di socialità, solidarietà, amicizia e condivisione che da sempre caratterizzano l'associazione bandistica trovano la massima espressione in questi nostri giovani che ne rappresentano la naturale prosecuzione.
A Pietro Amorosi, Davide Cardillo, Lorenza Conti, Desiree Farruggia, Karen Ingrao, Giovanni Miceli, Aurora Pilato e Cristoforo Terrana i più cari auguri e un caloroso benvenuto da parte del Presidente dott. Vincenzo Castronovo, del Direttore M° Salvatore Puglisi e di tutti i componenti del Corpo Bandistico "G. Verdi".

Pubblichiamo alcune immagini della festa (58 foto di © Salvo Lo Re "President").

Foto della festa d'ingresso Visita l'argomento

 

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20/04/2011

Burocrazia. Importanti novità: addio commissione edilizia e atti pubblici sul web; di Calogero Chiarenza

 

Burocrazia - Importanti novità sulla semplificazione amministrativa

Riceviamo e pubblichiamo.

"Importanti novità sulla semplificazione amministrativa: Commissione Edilizia soppressa -  Atti pubblici del comune validi solo se pubblicati su internet.

             Fatto direi storico: la Commissione Edilizia e l’Albo Pretorio cartaceo vanno in soffitta. Vediamone il perché.

Commissione Edilizia soppressa
La Commissione Edilizia, dopo quasi 50 anni di attività, a partire dal giorno 26 aprile 2011 andrà definitivamente in pensione.
             Così ha stabilito la recentissima Legge Regionale del 5/4/2011 n. 5 pubblicata in data 11/4/2011 sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana (G.U.R.S.) n. 16 PARTE PRIMA, ove all’art. 19, comma 1° è scritto testualmente: “Allo scopo di favorire lo snellimento e l’accelerazione del procedimento amministrativo per il rilascio della concessione edilizia, la commissione edilizia comunale è soppressa.
             A questo punto tutto le pratiche edilizie dovranno essere munite di parere rilasciato soltanto dall’Ufficio Tecnico e non più dalla Commissione Edilizia.
             Ritengo che tale soppressione, con decorrenza dal 26/4/2011 (15 giorni dopo la pubblicazione della su citata legge), essendo stabilita da una legge e quindi da una fonte legislativa primaria prevale sulle norme regolamentari, senza quindi necessità di una preventiva modifica del Regolamento Edilizio Comune vigente.
             E’ da molto tempo che veniva auspicata da più parti la soppressione della Commissione Edilizia, perché secondo molti autori rappresentava un’anomalia rispetto al principio sancito dal nostro Ordinamento della distinzione tra Direzione politica e Direzione gestionale, cioè della netta separazione fra le funzioni di indirizzo politico- amministrativo (proprie degli organi politici e di governo) e di quelle di gestione (proprie dei dirigenti o responsabili di posizioni organizzative). Tale principio venne sancito dall’articolo 3 del decreto legislativo 29/93 e poi riaffermato per gli Enti locali dall’articolo 6 della legge 127/97.
Tale anomalia riguardava proprio la Commissione Edilizia Comunale dove era prevista la presenza di organi politici (Sindaco o di un suo delegato), deputato a pronunciarsi su richieste di autorizzazioni, concessioni edilizie che invece appartengono alla sfera gestionale.
 
Atti pubblici validi solo se pubblicati su internet
             La Legge Regionale n. 5/2011 sopra richiamata prevede altresì una serie di provvedimenti volti a conferire, oltre un ulteriore snellimento, anche una maggiore trasparenza agli atti amministrativi.
             In particolare l’art. 12, ai commi 2 e 3 della Legge Regionale 5/2011 stabilisce:
2. I soggetti di cui all’articolo 1 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 10 e successive modifiche ed integrazioni si adeguano alle disposizioni di cui agli articoli 21, 23 e 32 della legge 18 giugno 2009, n. 69, relative agli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale.
3. Tutti gli atti della pubblica amministrazione sono pubblici ed assumono valore legale dal momento del loro inserimento nei siti telematici degli enti a tal fine opportunamente pubblicizzati.”

             Il che tradotto significa che a partire dal 26 Aprile 2011 gli atti amministrativi soggetti all’obbligo della pubblicazione (Delibere, Ordinanze, Concessioni Edilizie ecc.) assumono valore legale dal momento in cui vengono pubblicati dal Comune sul proprio sito telematico e chiunque potrà visionarli su internet da casa per intero senza necessità di recarsi al Comune. Il sito telematico all’uopo predisposto dovrà inoltre essere opportunamente pubblicizzato dal Comune".
 

 

   

Ing. Calogero Chiarenza

 

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20/04/2011

Consultazioni. I referendum abrogativi del 12 e 13 giugno; di Angela Grano

 

I referendum abrogativi del 12 e 13 giugno

Riceviamo e pubblichiamo.

"12-13 giugno: i quattro punti del referendum abrogativo.

All’articolo 75 della Costituzione è disciplinato il referendum popolare abrogativo, che può essere “totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge”, è delineato l’ambito di applicazione, nonché i requisiti per indire un referendum e per parteciparvi. Punto centrale è il raggiungimento di un quorum pari alla maggioranza dei voti validamente espressi, per semplicità, occorre dimostrare che vi siano interessati attivi (che vadano a votare) all’oggetto, causa della diatriba referendaria. Quindi, tutti noi siamo chiamati ad esercitare la singola sovranità popolare al fine di rafforzare la volontà parlamentare o di far cessare gli effetti di  fonti normative, radiandoli dal nostro ordinamento. Sia doveroso per tutti noi, oggi più che ieri, far sentire la nostra voce, quel popolo tanto tirato in ballo dalla parte interessa dalla circostanza e mai, riferendomi a tempi recenti, lucidamente interrogato. Nel tempo in cui tutto si nega e contemporaneamente tutto si afferma, occorre un imperativo morale che ci induca a dare chiarezza.

Il referendum si articolerà in quattro punti.

Legittimo impedimento.
Sono rarissimi i casi in cui gli istituti di “giustizia politica”, o comunque la peculiare tutela dei componenti dell’esecutivo, sono riferite anche agli atti estranei all’esercizio delle funzioni ed è significativo il fatto che si tratti di forme di tutela in parte temperate(Belgio) o comunque assai blande (Spagna). Inoltre, per ragioni storiche, non si è mai teorizzato alcuna forma di vera e propria immunità dell’esercizio delle funzioni dei moderni gabinetti, che invece erano nati (e rimangono) responsabili un tempo davanti al Re, in seguito di fronte al Parlamento e al corpo elettorale. Molto lontano è il legittimo impedimento, che saltando la contrapposizione tra atti funzionali e non, inverte un dato di fatto: qualsiasi politico prima ancora di rivestire qualsiasi carica è cittadino! Il presidente del consiglio invece trascende, non può frequentare i luoghi angusti dei popolani, i tribunali.., perché al Suo dire è legittimamente impedito; e da chi? Legittimato dal popolo che sta in basso e mai alla pari! Errare è umano, ma non può essere un luogo comune per sottrarre onorarietà a chi è dedito alla propria professione ove occorre titolo e capacità, a differenza del politico, per il quale è sufficiente essere un bravo parolaio. Diletta il politico, va di moda, ma ciò che noi vediamo è la parte più bella perché nulla si sa di cosa, in sostanza, si fa in parlamento.
Nello specifico il referendum ci interroga sulla possibilità di eliminare la diseguaglianza tra chi è al potere e chi non lo è, se vogliamo (bisognerà rispondere SI) o non vogliamo (NO) abrogare il decreto promulgato con legge 7 Aprile 2010 n. 51 che all’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6, riconosce, a colui che riveste la carica di Presidente del Consiglio, dei trattamenti differenziati (oserei chiamarli privilegi) nelle dinamiche processuali penali.
Per i costituzionalisti tale legge va eliminata al fine di ripristinare il vecchio contenuto dell’articolo 3 della Costituzione, ove si recita che tutti siamo uguali di fronte alla legge.

Altri due punti riguardano l’acqua; qui la sovranità popolare è tenuta a pronunciarsi.
Oramai il problema dell’acqua si direbbe superato se non ci fosse un interesse privatistico sull’acqua, poiché sgorga limpida nelle tubazioni degli acquedotti e raggiunge con estrema facilità le nostre case. Eppure non è proprio così, perché la facile fruizione del bene-acqua ci ha diseducati ad un razionale utilizzo, altra problematica intrecciata alla questione su cui ci sarebbe veramente tanto da dire. Sarebbe doveroso, per ciascuno, utilizzare l’acqua che sia necessaria, tralasciando la mistificazione pubblicitaria che pur di incentivare prodotti commerciarli inducono la società a credere bisognoso l’uso spregiudicato dell’acqua. Cercando di sorvolare la mia posizione sfacciatamente contraria a qualsiasi forma di privatizzazione su beni primari essenziali, cercheremo di trovare motivazioni ragionevoli e quindi quanto più possibile oggettive che sorreggano questa posizione. Innanzitutto questo effetto dell’uso spregiudicato dell’acqua nasce da una gestione concettualmente poco pubblicistica e universalistica. Altra argomentazione potrebbe essere il rincaro del costo del bene-acqua, infatti uno degli effetti della privatizzazione di un bene è  l’ingovernabilità del prezzo che potrebbe escludere parte della popolazione alla possibilità di acquistarla e ciò non è lecito un paese civilizzato come l’Italia. Sia da escludere che un bene indispensabile come l’acqua sia inaccessibile anche solo per alcuni! Il referendum sottoporrà all’occhio vigile dell’elettore due quesiti relativi all’acqua il cui esito positivo tenterà un ripristino verso la pubblicizzazione della questione: uno riguarda il comma 1 dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale"; l’altro riguarda l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112. Quindi se siete favorevoli ad abrogare questa normativa che ha tentato una privatizzazione dell’acqua, basta rispondere SI al quesito referendario.

Nucleare.
Esistono, come è consuetudine del XXI secolo, considerazioni talmente distanti da considerarli posizioni di partito, bisogna appartenere ad un gruppo, è considerato isolano chi soffre di un genuino individualismo e coscienza di ciò su cui crede, c’è chi parla di Balle nucleari e altri addirittura scrivono pagine e pagine di calcoli matematici a fondamento del nucleare. La civiltà dell’uomo è distante anni luce. L’uomo non si distanzia per nulla dall’animale anzi spesso cade ancor più basso. Ci sfamiamo, non guardando al di là del proprio naso; pur tuttavia nell’animale permane quel senso di generosità che è proprio della natura, nell’uomo la ragione, almeno così ci dicono. Si dica pure che in termini economici sia conveniente creare le centrali nucleari, forse perchè non si tiene conto del costo che le generazioni future dovrebbero sopportare nel subire eventuali disastri o, nella migliore delle ipotesi, nel smaltire le scorie. Osservando il Giappone paura e ammirazione suscita la non-reazione di un popolo orientale così tanto educato alla compostezza, forma di apparire che per noi siciliani sarebbe pura follia. Popolo focoso e forse  meno frustrato. Nulla può all’interesse. Si può optare per le centrali nucleari o per le fonti di energie rinnovabili; hanno tempestato l’agrigentino del più furibondo amore per la natura, ma il costo dell’energia continua a crescere nell’eterno stato di emergenza mondiale, ansia indottrinata dai più autorevoli. Possibile che non sì è in grado di sedersi attorno ad un tavolo, mettere un punto a tutto quello che è successo, e ragionare sul domani? Occasione per ciascuno sia il referendum sul nucleare, che ha ad oggetto la legge 6 agosto 2008, n. 133, art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare. Se si volesse esprimere parere negativo a questa norma e quindi si volesse abrogare, eliminare tale norma dall’ordinamento basta siglare SI in sede referendaria, al contrario se esistano buone ragioni per interessarsi sul nucleare basti siglare no.

 

   

Angela Grano

 
 

Fonti:
- "Le immunità costituzionali", di Tommaso Giupponi;
- Il fatto quotidiano;
- Fonti normative citate nell’articolo;
- Sito ufficiale dell'Italia dei Valori.

 

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20/04/2011

Chiesa. Concluso il percorso di fede dei fidanzati

 

Chiesa - Concluso il percorso di fede dei fidanzati.
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Con la partecipazione alla celebrazione eucaristica vespertina domenicale del 10 aprile, nella chiesa Madonna del Carmelo, si è concluso il percorso di fede che ha visto impegnati i fidanzati in preparazione al sacramento del matrimonio.
Undici le coppie di fidanzati che hanno ricevuto l'attestato da parte dell'arciprete don Giovanni Castronovo: Cavallaro Giorgio e Falletta Maria Rita; Cavallaro Riccardo e Cocchiara Sandra; Crapanzano Giuseppe e Mossuto Rosetta; Dabbiero Luca e Vitello Annalisa; La Mendola Calogero e Girgenti Antonella; La Mendola Gaetano e Cavallaro Francesca; Mancuso Roberto e Costanza Maria; Martorelli Eugenio e Bellavia Annalisa; Navarra Fabio e Vinci Maria Rita; Salvaggio Giuseppe e Agnello Helenia; Vecchio Antonio e Salvaggio Angela.
L'equipe degli animatori che ha seguito i giovani fidanzati, coordinata da Padre Giovanni Castronovo, è formata dai coniugi Mimmina e Salvatore Carlisi, Anna e Gianni Cipolla, Gabriella e Franco Licata, Giuseppina e Francesco Castronovo.
Al termine della Santa Messa tutte le coppie hanno festeggiato con una cena la conclusione del percorso di fede in preparazione alla vita matrimoniale.

Pubblichiamo alcune immagini della celebrazione (25 foto di © G. Morgante).

Foto della celebrazione Visita l'argomento

 

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19/04/2011

Lettere. Grazie al prof. Luparello; da Antonio Salvaggio

 

 

Riceviamo e pubblichiamo.

"Grazie, Prof. Luparello,
anche se sono molto più giovane di Lei, ho conosciuto molti di questi Personaggi descritti nei Suoi racconti e spero di cuore che continui, come fa ogni tanto anche il Dott. Salvatore Bellavia, a raccontarci tante altre storie come queste, perché riesce a farcele rivivere e farci emozionare con straordinaria semplicità.
In fondo anche se apparentemente anonimi, sono questi, come tanti altri, i personaggi che hanno fatto la storia di Grotte.
Grazie ancora".

 

   

Antonio Salvaggio

 

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19/04/2011

Lettere. Proposte per miglirare la circolazione stradale; da Mirella Salvaggio

 

Proposte per migliorare la circolazione stradale

Riceviamo e pubblichiamo.

"Gentile redazione,
approfitto di questo spazio per rivolgere una domanda al Comando di Polizia Municipale del nostro Comune: "come mai non esiste un servizio di vigilanza all'uscita della scuola dell'infanzia, così come avviene per entrambi i plessi della scuola elementare?".
E' vero che i bimbi più piccoli sono sempre accompagnati dai genitori, ma proprio la grande affluenza di auto che si concentra in via Europa posteggiando su entrambi i lati, impedisce la circolazione a doppio senso e crea quella mezz’oretta di caos che si accentua nei giorni di pioggia.
Potrebbe pertanto essere molto utile la presenza di un vigile che regoli la circolazione, o la predisposizione di un senso unico, limitatamente alle fasce orarie interessate.
Mi permetto inoltre di suggerire un altro senso unico, per i soli giorni del Giovedì e Venerdì Santo, in via Aldo Moro (la strada che costeggia la parte alta del Calvario) dove, in relazione alle celebrazioni della Settimana Santa, il traffico va davvero in tilt. Un tale semplice provvedimento, a mio avviso, consentirebbe ai pellegrini che si recano sotto la Croce in auto, di trovare una circolazione più scorrevole e ordinata e, a quanti vogliono assistere a "li rieciti", di non essere infastiditi dalle continue clacsonate provocate dagli imbottigliamenti delle auto.
Grazie come sempre per questa opportunità e buona Pasqua a tutti
".

 

   

Mirella Salvaggio

 

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19/04/2011

Lavori. Riflessioni sul cantiere della strada Empifosse

 

Riflessioni sul cantiere della strada Empifosse.
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A poche settimane di distanza dagli inizi dei lavori dei cinque cantieri urbani ed extraurbani nel comune di Grotte (vedi articolo del 02/04/2011), molti concittadini si chiedono, non avendo trovato nessuna risposta alla propria riflessione, il perché sia stata scelta, tra tante, la strada esterna Empifosse, come oggetto di finanziamento per i lavori pubblici di manutenzione straordinaria. Le perplessità nascono dal fatto che la strada, non solo è distante dal centro abitato, dove tra l’altro le zone che maggiormente necessitano di manutenzione sono tante, ma i benefici che i lavori ultimati genereranno potranno essere goduti da una piccolissima parte di cittadini, essendo piccola “trazzera” di neanche seicento metri, senza uscita, non di pubblico passaggio. Solo i proprietari dei terreni raggiungibili dalla strada Empifosse, e rispettive famiglie, potranno beneficiare dei ben 111.576,32 euro finanziati a tal proposito con le risorse del Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS).

E il FAS, non dovrebbe, allora, essere destinato solo alla strada Empifosse ed escludere tutti gli altri siti dei cantieri attivi dove c’è maggiore viabilità e quindi non sottoutilizzate?

Chi è l’ente, o altro, che indirizza gli interventi infrastrutturali dei cantieri? E quali i criteri di selezione delle aree?
Non c’è dubbio sul fatto che i cantieri rappresentano una fonte di reddito per le tante famiglie dei lavoratori impegnati nelle attività (obiettivo, tra l’altro, primario del Fondo, per il raggiungimento dell’equilibrio economico-sociale), in particolar modo in un periodo di crisi e di disoccupazione locale ad alta percentuale, ma è pur vero che una corretta analisi delle priorità riguardanti la viabilità urbana ed extraurbana, permette uno sviluppo territoriale a beneficio di tanti, in strade dove gli interventi garantiscono maggiori collegamenti tra diverse aree (come la strada Falcia) e l’accessibilità delle aree interne (come Via Da Procida,Via Lincoln e Piazza Fratelli Bandiera), per altro molto abitate e transitate.

Da segnalare alcune strade che richiederebbero maggiore attenzione in tema di manutenzione, magari oggetto di prossimi cantieri: Via Padre Vinti, Via Sant’Agostino, Via Giubileo del 2000, Via Sandro Pertini (incrocio Via Lazio), Via Gramsci, Via Cavour, e altre.

Sofia Vizzini
19 aprile 2011
 

 

  Pubblichiamo le immagini di alcune buche (28 foto di © Salvo Lo Re "President").

Foto di alcune buche stradali Visita l'argomento

 

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19/04/2011

Pasqua 2011. Rievocazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme e benedizione delle palme

 

Pasqua 2011 - Rievocazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme e benedizione delle palme.
Guarda il video

 

Una giornata soleggiata ma ventosa ha fatto da cornice all'inizio delle festività della Pasqua di Grotte. Domenica scorsa, detta "Delle Palme", dopo una innumerevole serie di prove (le tradizionali "casate"), il Gruppo dei Giudei "Andrea Infantino" ha dato vita alla rievocazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme. I "giudei" hanno percorso il consueto tragitto che da San Rocco, verso piazza Fonte, largo Pagano, Viale Matteotti, Via Pirandello, Viale della Vittoria e Corso Garibaldi, li ha condotti in Piazza Marconi, già gremita di gente. Nella piazza centrale del paese hanno ripetuto, per l'ultima volta, le loro "parti". Al termine della "recita" sono saliti sul palco da dove hanno assistito alla benedizione delle palme, impartita dall'arciprete don Giovanni Castronovo, che ha celebrato, come lo scorso anno, la Santa Messa all'aperto.

Pasqua 2011 - Rievocazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme e benedizione delle palme.
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Pubblichiamo alcune immagini ed il video della rappresentazione e della benedizione delle palme (81 foto di © Salvo Lo Re "President"; riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").
 

 
 

Video della rievocazione in Piazza Marconi Visita l'argomento

Foto della rappresentazione Visita l'argomento

 

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18/04/2011

Racconti. "Un tuffo nel passato" - Capitolo 3°; di Carmelo Luparello

 

Prof. Carmelo Luparello
Prof. Luparello


UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello

Cap. III

          Tra i bambini e le bambine con cui la sera giocavo ce n’era una, che doveva avere qualche anno più di me (forse aveva cinque o sei anni, io ne dovevo avere quattro o cinque) e che s’innamorò di me e decise, bontà sua, che io dovevo essere il suo fidanzato e, poi, naturalmente, una volta grandi, il futuro marito.
          Quando poteva, e questo succedeva spesso, perché ormai aveva “la testa pirciata” cioè si era ficcata in testa, come un chiodo fisso, il pensiero di me, veniva a trovarmi a casa mia e, se non c’era nessuno che ci potesse vedere, il che non era poi tanto difficile perché, data la sua giovanissima età, era insospettabile, mi buttava le braccia al collo, e mi abbracciava forte, mi baciava e mi palpeggiava come un’amante esperta e, bocca sulla bocca, mi sussurrava che io ero il suo unico grande amore e mi ripeteva che da grandi avremmo dovuto continuare a fare così.
          Io contraccambiavo per farla contenta, ma non ero molto convinto perché bisognasse stare proprio stretti stretti, con le labbra incollate le une alle altre, mentre la sua lingua dentro la mia bocca faceva mille acrobazie, impedendo all’aria di circolare liberamente.
          - Non era meglio continuare a giocare all’aria aperta, assieme agli altri bambini? - pensavo tra me e me, ma evidentemente lei doveva essere di diverso avviso, se mi veniva a trovare nelle ore più impensate del giorno e, la sera, mi portava con sé nei posti più bui, - per farmi - diceva lei ai miei genitori - giocare.
          Poi, però, suo padre preferì trasferirsi in un altro paese, ed io, malgrado la promessa di eterno amore fattaci, non vidi più quella che doveva essere la mia futura moglie. Non seppi mai che fine avesse fatto.
          In via Corano, dove la bambina aveva l’abitazione, si affacciava e si affaccia tuttora quella che era la seconda porta della mia casa, che serviva anche da entrata alla “putia”, cioè alla bottega di mio padre che riparava scarpe e ne creava di nuove, a detta di tanti, molto belle e, soprattutto, resistenti.
          Piano piano, poi, il lavoro del calzolaio andò scemando, sia perché incominciarono ad arrivare le scarpe “a vetrina”, cioè le scarpe fatte in fabbrica che venivano esposte, appunto, in una vetrina perché chi passava le potesse vedere, sia perché di calzolai ormai ce ne erano tanti, e la concorrenza incominciava a farsi sentire con tutta la sua forza.
          Non solo, ma spesso succedeva che chi veniva per una riparazione cercava di tirare, il più possibile, sul prezzo, perché quello che mio padre chiedeva, era, secondo lui, sempre troppo alto. Come faceva “la zà Lilla”, cioè “la zia” Calogera, che pure di soldi ne doveva avere tanti.
          Come dicevo, la concorrenza stava diventando di giorno in giorno più spietata, e ognuno cercava di accaparrarsi nuovi clienti, abbassando i prezzi, molto spesso a scapito della qualità.
          Chi non resisteva, sarebbe stato costretto a chiudere, come aveva fatto più di una volta mio padre che era andato a lavorare in Argentina ai tempi del Presidente Peron.
          Tanto per fare solo qualche esempio di quanti calzolai ci fossero in paese, ne ricorderò alcuni che erano, poi, quelli che, per un motivo o l’altro, conoscevo meglio.
          A non più di dieci metri dalla bottega di mio padre lavorava “lu zì Ricu Olivieri”, cioè “zio Enrico Olivieri”, dove zio non stava ad indicare un grado di parentela, ma era una parola che veniva usata per indicare rispetto verso le persone più grandi. Più tardi, se non ricordo male, avrebbe trasferito la sua bottega, “la so putia”, in Largo Pagano.
          C’era, poi, mio cugino Michele che aveva una bottega in via Machiavelli, proprio nel punto in cui la strada, dopo una salita assai ripida, si unisce alla più centrale via Crispi, bottega che però, qualche anno dopo, mio cugino chiuse, preferendo emigrare in Campania.
          In via Machiavelli lavorava anche “lu zì Vicienzu Di Lorenzo”, un uomo “ca un si faciva muntuari”, cioè un uomo che non disturbava nessuno e si faceva gli affari suoi e quindi non era nella bocca di nessuno.
          In Via Cavour c’era “lu zì Masuzzu Castigliuni”, cioè “zio Tommaso Castiglione.”
          Calzolaio, o forse un semplice ciabattino, doveva essere forse anche “lu zì Calciadò”, cioè “zio” Calcedonio, che abitava all’inizio di via Washington, che io però conobbi soltanto da vecchio, quando non lavorava più. Me lo ricordo bassino, curvo e robusto.
          Ricordo anche che aveva un piccolo appezzamento di terra con una casetta in contrada Lumia; una casa lillipuziana si sarebbe detta, tanto era piccola, nascosta tra gli alberi, vicino al podere di mia zia Maria Gianforcaro, sorella di mia madre, dove, nei mesi estivi, si trasferiva con la moglie.
          In Via Buonarroti c’era un altro calzolaio: “lu zì Totu Minnulia”, cioè zio Antonio Mendolia, il quale, poveretto, era claudicante. Molto amico di mio fratello Angelo, era “liccu”, cioè amante, di uccelli, specialmente cardellini. Ne teneva, infatti, sempre qualcuno dentro una gabbia appesa alla parete della sua bottega; che, stando a quello che diceva lo stesso “zì Tutu”, sapeva modulare almeno un centinaio di melodie.
          Chissà perché, ma sono sempre i propri uccelli che cantano meglio degli altri.
          Calzolaio doveva essere pure “zio” Vincenzo Vitello, ma dove avesse la bottega non lo so. Forse verso il Sacramento.
          Un po’ più sotto della bottega “di lu zi Totu Minnulia” aveva il negozio di generi alimentari “la zà Sarda”, cioè “la zia Sarda”. Un negozio che, per quei tempi, era uno dei più rinomati del paese, conosciuto da tutti con il soprannome della titolare. “La Sarda”, era, infatti, un soprannome; il vero nome della padrona del negozio non l’ho mai saputo, d’altra parte non era necessario. Bastava il soprannome.
          C’era chi vendeva anche vino. Uno lo vendeva vicino alla vecchia caserma ed era il signor La Vecchia. L’altra, che abitava vicino casa mia, era “la zia” Carmela Palermo.
          Nel corso Garibaldi, assai vicino alla via Confine, c’era “lu zì Giuggiu Caltagiruni”, cioè “zio Giovanni Caltagirone”.
          Di lui ricordo la “tabbacchera” cioè la tabacchiera, sempre piena di tabacco in polvere. Ogni tanto ne prendeva un pizzico, se lo metteva davanti alle narici, lo aspirava e, subito dopo, faceva degli starnuti tali che era un piacere sentirli.
          Era questo, infatti, il bello del portare la polvere del tabacco alle narici: il potere starnutire.
          Dopo due o tre sonori “eccì”, “lu zì Giuggiu” visibilmente soddisfatto, riponeva nella tasca del grembiule o nel cassetto “di lu bancarieddru”, cioè del tavolo, dove teneva gli attrezzi per potere svolgere la sua attività, la tabacchiera che riprendeva un po’ più tardi, ad intervalli più o meno regolari, per prenderne lo stesso pizzico di tabacco ed annusarlo e fare nuovamente “eccì”. Una piccola, grande soddisfazione.
          Lo faceva annusare anche a me, quando glielo chiedevo.
          Il tabacco in polvere aveva anche delle proprietà terapeutiche, infatti veniva usato spesso da chi era raffreddato e aveva “lu nasu attuppatu” cioè il naso otturato dal muco.
          Più avanti ancora, proprio nella curva dove il marciapiedi si allargava, a una decina di metri dal Calvario, lavorava “ lu zì Viciu Emanueli”, cioè lo “zio Vincenzo Emanuele”, anche lui un bravo calzolaio oltre che una squisitissima persona.
          Calzolaio era pure un certo Salvatore Morreale, inteso “Mummiddra” che era pure il primo clarinetto della banda musicale di Grotte.
          A proposito di musica, molto bravo era Lorenzo Terrana che amava soprattutto il clarinetto e il pianoforte, almeno secondo quello che mi racconta Mario Terrana, un caro amico mio. Lorenzo Terrana in seguito emigrò in America, anche lui, come tanti altri, in cerca di fortuna.
          Vicino “a la putia di lu zì Viciu Emanueli” lavorava “lu zì Pepé”, cioè “zio” Giuseppe.
          Era uno dei più bravi fabbri del paese, un uomo molto simpatico e, soprattutto, buono, un uomo che, se fosse dipeso da lui, il male nel mondo non sarebbe esistito. Anzi, quando un giorno, divenuto io più grande, gli chiesi un favore, che nessuno sicuramente mi avrebbe fatto, nemmeno il parente più stretto, fu prontissimo ad accontentarmi, senza farselo dire due volte.
          Me lo ricordo ancora, con un grembiule forse di “lona”, cioè di tela di canapa, mentre col martello batteva sull’incudine un pezzo di ferro rovente, per trasformarlo in qualche attrezzo o in una parte “di una firrata” cioè di una inferriata.
          Ero molto amico del figlio, S., che, purtroppo, morì molto giovane, in seguito, mi pare, ad un incidente stradale.
          Un ragazzo tale e quale il padre, molto buono e solare, che una volta mi portò anche in campagna, un piccolo appezzamento di terra non molto lontano dal paese, se non ricordo male, nella parte alta del paese, a due passi dal Calvario.
          Ci andai una mattina d’inizio di  primavera e c’era tanta verdura (tra cui ricordo i cardi) dalle foglie ancora bagnate perché la sera prima aveva piovuto molto. Tutto intorno, sole, fresco e uccellini saltellanti di ramo in ramo e cinguettanti allegramente. Alcuni di loro, spaventati dal nostro parlare, seppure sommesso, si alzavano dal suolo dove stavano pizzicando baccelli di piselli e volavano lontano. Un piccolo pezzo di paradiso terrestre.
          Tutte queste erano persone che io conoscevo assai bene o di cui sentivo spesso parlare. Fra queste ultime ce n’era pure una, che, secondo quello che mi raccontava spesso mia madre, aveva comprato del cuoio da mio padre, ma poi si era rifiutata di pagarglielo, minacciandolo anche d’informare “la Finanza”, se mio padre avesse insistito nella richiesta di essere pagato.
          E la “Finanza” allora, come del resto ora, non scherzava e chiedeva anche il pagamento della cosiddetta “ricchezza mobile”, una tassa che colpiva i mobili che un povero diavolo aveva “intra la putia” cioè dentro la bottega, cosicché mio padre, il lunedì, in cui generalmente la “Finanza” arrivava, era costretto a chiudere o, in alternativa, a lavorare con la porta chiusa.
          Ed io incominciai ad odiare la Finanza che, ai miei occhi di bambino, non si faceva “i cazzi propri”, ma preferiva disturbare i poveri calzolai che, come mio padre, a stento, ma molto a stento, riuscivano a sbarcare il lunario. E incominciai a pensare che i finanzieri fossero tutti nemici dei lavoratori, che avevano un solo scopo: quello di togliere i soldi a chi se li guadagnava col sudore della fronte e “cu lu pigliarisi colari cu li cristiani”, cioè col prendersi dispiaceri con le persone che tante volte non volevano pagare con la scusa o che non avevano soldi o che il cuoio delle loro scarpe era di qualità scadente.
          I carabinieri e i poliziotti erano diversi, perché quelli almeno andavano a caccia dei delinquenti che tanto male facevano alle persone oneste.
          Così il lunedì mattina, quando potevo, mi facevo un giro per la piazza per vedere se c’erano finanzieri e, in caso positivo, correvo ad avvisare mio padre, che chiudeva subito la bottega.
          Di quel periodo ricordo anche un signore, un certo “zì Totu”, cioè “zio Antonio” che andava per le strade a vendere le scarpe e, per richiamare le gente e invitarla a comprare, gridava: “Grandi fallimientu di manicomiu”, volendo significare che il prezzo delle sue scarpe era basso perché c’era stato un fallimento tale che era un manicomio.
          Oltre ai calzolai, c’erano pure dei falegnami e dei sarti.
          Tra i primi ricordo “lu zì Caliddru Signuruzzu”, cioè “zio” Calogero, il piccolo Signore”, che se ne stava, giorno e notte, a piallare nella sua modesta bottega, in una strada non molto lontana dalla mia, via Archimede.
          Un altro falegname lavorava nelle vicinanze della chiesa di San Nicola, un altro ancora lo ricordo accanto alla chiesa Madre, mentre in via Fonte, quasi di fronte alla Via Trinacria, c’era “don Giurlannu”, cioè don Gerlando V. un uomo molto distinto, e anche “buonu cumminatu”, cioè benestante. Non per niente il suo nome era preceduto dal “don”, appellativo denotante rispetto e che veniva dato alle persone importanti o ricche o, quanto meno, agiate.
          Un altro falegname, se non ricordo male, era nella stessa via Fonte o sotto la piccola e stretta scalinata che da via Fonte porta in via Machiavelli, vicino alla fontana. Forse doveva chiamarsi Morreale.
          Anche in via Crispi c’era un falegname: Filippo Infantino.
          Quando usciva, era sempre elegante e portava il cappello. Ma era una persona buona e, se la memoria non mi tradisce, anche socialista. Era così bravo nel suo mestiere che tanti lo chiamavano “Maestro”. E di questo, lui andava orgoglioso.
          Un altro falegname aveva la bottega in via Calatafimi, un po’ prima di arrivare al quartiere San Rocco. Era “lu zì Turiddru”, cioè “zio Salvatore”, del quale, però, non so dire nulla, perché tra lui e la mia famiglia, almeno per quanto ne ricordi io, non c’erano particolari rapporti di amicizia. Ma era uno che lavorava e si faceva gli affari suoi. Un altro, ancora, lavorava vicino al Municipio: Era “masciu Giuvanninu Aviteddra”, cioè maestro Giovannino, detto Aviteddra, che dovrebbe significare, se non vado errato, quel recipiente di legno dove i muratori impastavano il gesso.
          Sicuramente i falegnami non erano solo questi, ce ne dovevano essere degli altri, come sicuramente ci saranno stati altri calzolai, oltre a quelli elencati, ma io non li conoscevo o, almeno, non li ricordo.
          Anche di sarti ce ne erano tanti, ma nella mia memoria ce ne sono ormai pochi.
          Uno aveva la “putia”, cioè la sartoria vicino alla mia casa. Era il signor Zaffuto che lavorava in un pianoterra di corso Garibaldi, più o meno di fronte alla discesa che porta ai gabinetti pubblici, che oggi sono ubicati sotto la piazza, mentre una volta erano all’esterno, di fronte alla sacrestia, riparati, a mala pena, da una parete di cemento con delle fessure in basso e in alto per fare girare l’aria ed evitare, così, che l’odore delle urine ristagnasse.
          Il signor Zaffuto teneva, in un piccolo vano ricavato sopra la porta d’ingresso, decine e decine di “passeri gialli” che erano la sua passione e che, durante tutto il giorno, con il loro melodioso cinguettio, gli facevano compagnia.
          Io mi fermavo spesso davanti a quella porta e guardavo, estasiato, tutti quei passeri che volavano e “cantavano” in quello spazio, sebbene molto angusto. Ma forse erano felici perché erano tutti insieme; infatti, quando si è in compagnia, anche un piccolo spazio diventa un grande spazio dove poter cantare e forse anche sognare. Come è più dolce un tozzo di pane, anche senza companatico, quando a mangiarlo siamo in tanti.
          Un sarto era proprio a pochi metri da casa mia: era il signor Figliola che, quando andavo a casa sua, mi accoglieva sempre con un sorriso.
          L’altro sarto si chiamava forse Calogero Morreale e lavorava in via Cavour, “vicinu a la Beddra Matri Catina” cioè “vicino alla nicchia della Madonna della Catena”, in un vano rialzato che aveva preso in affitto da mia zia Maria Gianforcaro, quando essa aveva chiuso il negozio di alimentari.
          In quello stesso locale andò in seguito a lavorare un altro sarto,Vittorio, il cui cognome non ricordo più, (aveva, questo sì che lo ricordo, i capelli neri e ricci, le labbra un po’ sporgenti, la carnagione scura) che, dopo qualche tempo, quando anche il lavoro del sarto incominciò a non essere più remunerativo, preferì emigrare, tornando in paese solo molto raramente. Seppi poi che aveva divorziato.
          Nella grande scalinata accanto a quello che una volta era stato il tabacchino “di la zà Pruvinzina” cioè della “zia Provvidenza” lavorava un altro sarto, Lillo Fattomeo, che, però, conobbi quando io non ero più bambino.
          Me lo presentò “Totu Pilatu”, cioè Antonio Pilato, un mio amico allora abitante “a la Funtana” oggi emigrato in Lombardia dove, mi hanno detto, insegna. Un giovane molto bravo anche nella pittura, tanto che gli fu affidato, quand’era in paese, il compito di restaurare le immagini della nicchia della “Madonna Catina”, cioè della Madonna della Catena, che stavano andando in rovina.
          In breve tempo Lillo ed io diventammo amici, perché era un uomo di una grande semplicità e molto buono. Non ci vedevamo spesso, ma, quando eravamo liberi, “Totu Pilatu” ed io andavamo a trovarlo a casa, dove la madre ci accoglieva sempre con piacere.
          L’unico cruccio non averlo potuto salutare quando lui emigrò in cerca di un lavoro più remunerativo.
          Qualche anno dopo seppi che era morto, stroncato, forse, da un infarto.
          C’erano allora, in paese, cinque rivendite di tabacchi: quattro erano “a la chiazza” cioè in piazza (con questo nome a quei tempi si intendeva tutto il corso Garibaldi) ed uno (quello che apparteneva alla signora Maria, vedova Pilato, finanziere morto in combattimento durante la seconda guerra mondiale) in via Archimede. In questa rivendita io mi recavo spesso, quando avevo qualche oretta libera, perché alla mamma della titolare, donna Enrichetta, che rimaneva quasi sempre a casa, piaceva molto giocare a carte. Le piaceva vincere e, se perdeva, si arrabbiava. Ogni giorno non vedeva l’ora che arrivassi io e, infatti, appena mettevo piede nel tabacchino, m’invitava a fare una partita a carte.
          Molto centrale, diremmo oggi, era il tabacchino di Concetta e Venera Terrana, oggi che ha cambiato titolare, spostato un po’ più a sinistra.
          Accanto a questa rivendita, a sinistra, c’era un bar gestito da Michele Terrana e dalla moglie Maria Lo Bello.
          Erano quegli gli anni in cui le sigarette (scamuzzuna) erano vendute anche ad una ad una. Solo quelli “che lo potevano fare” le compravano a pacchetti interi. Ricordo che la tabaccaia (in genere era una donna che badava al tabacchino), quando qualcuno le chiedeva delle sigarette, si girava dalla sedia se le sigarette richieste erano sistemate dietro le sue spalle o si alzava, se erano più lontano, ne prendeva un pacchetto da un piccolo scaffale, lo apriva con cura se non le era capitato di farlo prima, e dopo averne sollevato con un dito il fondo per evitare che le sigarette si rovinassero, ne prendeva quante gliene erano state richieste, quindi riponeva il pacchetto al suo posto e tornava a sedersi sempre con la faccia rivolta verso l’entrata, per osservare anche chi passava e controllare magari se fumava e se era un suo cliente. In caso contrario, quello sarebbe stato un figlio di puttana o un cornutaccio.
          C’era anche chi le sigarette le comprava “a cridenza” contraendo cioè un debito: le avrebbe pagate appena possibile.
          In questi casi la tabaccaia scriveva il conto su un quaderno che nascondeva nei posti più impensati per evitare che “la Finanza”, trovandoglielo, gli facesse la contravvenzione perché sui fogli del conto non c’erano le marche che attestavano il pagamento delle tasse sul credito, cioè, in fondo, sulla povertà.

Carmelo Luparello

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 18 aprile 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.

 

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17/04/2011

Pasqua 2011. Aperte le iscrizioni dei Portatori

 

Aperte le iscrizioni dei Portatori.
Avviso

L'Unità Pastorale di Grotte e l'Amministrazione Comunale, in occasione delle festività della Pasqua 2011, al fine di garantire un ordinato svolgimento delle tradizionali processioni, comunicano un avviso a tutti i portatori.
Tutti coloro che desiderano portare l'urna o il simulacro dell'Addolorata durante le processioni della Settimana Santa, sono invitati a comunicare la loro adesione ai seguenti Responsabili dei portatori: Michelangelo Valenza, Beniamino Provvidenza, Giuseppe Villardita, Giovanni Bonadonna, Andrea Iannello, Angelo Boscarino, Giuseppe Todaro, Giuseppe Di Mino, Giuseppe Agnello. Nel corso delle manifestazioni, i portatori saranno riconoscibili dalle mantelline rosse o blu; i Responsabili porteranno al collo una fascia rossa. Qualora durante le processioni vi fossero fedeli che, non avendo comunicato in tempo la propria adesione (per validi motivi: emigrati, lavoratori fuori sede...), desiderassero ugualmente portare l'urna o l'Addolorata, dovranno rivolgersi ad uno dei Responsabili.

 

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17/04/2011

Volontariato. L'ADAS di Grotte rinnova i vertici e si affida ai giovani

 

ADAS (Associazione Donatori Autonoma Sangue)

Riceviamo e pubblichiamo.

"L’Assemblea Generale dei Soci dell’A.D.A.S., tenutasi sabato 9 aprile scorso alle ore 16.00 in 2^ convocazione presso la sede sociale in Corso Garibaldi, ha rinnovato il Consiglio Direttivo Sezionale, valido per il triennio 2011/2013, chiamando ad un impegno diretto alcuni giovani.
Fanno parte del nuovo Direttivo sezionale: Agnello Calogero, Agnello Gaetano, Aquilina Vincenzo, Giambra Alfonso, Greco Vincenzo, Lo Re Salvatore, Vizzini Alessandra, Vizzini Sofia e Zucchetto Pietro.
Nella seduta del 14/04/2011 il Consiglio Direttivo, riunitosi per assegnare le cariche sociali, dopo breve discussione, ha deliberato di distribuire le stesse nel seguente modo:
- Presidente: Alessandra Vizzini;
- Vice Presidente: Vincenzo Aquilina;
- Segretario: Sofia Vizzini;
- Economo: Agnello Gaetano;
- Consiglieri: Agnello Calogero, Giambra Alfonso, Greco Vincenzo, Lo Re Salvatore, e Zucchetto Pietro.
Come si può notare, l’auspicato ricambio generazionale c’è stato in maniera significativa, con l’innesto di cinque “giovanotti”. Due di questi sono stati chiamati a ricoprire le cariche più prestigiose: quella del Presidente e del Segretario, che sono state assegnate rispettivamente ad Alessandra e Sofia Vizzini.
Entrambe hanno accettato la carica con orgoglio ed onore ed hanno preannunciato un fattivo impegno fin da subito
".

 

   


Per il Direttivo
Pietro Zucchetto

 

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17/04/2011

Lettere. "Una voce limpida come poche"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Carissimo professore Luparello,
lei con i suoi complimenti mi ha messo in crisi. I suoi apprezzamenti sinceri giungono alle mie orecchie come una musica assordante. Si, perchè quella di ricevere complimenti è a mio avviso un’arte, che a me manca completamente. La prego di accettare il mio semplice grazie.
Ma grazie soprattutto a lei, che con i suoi racconti ha evocato in me l’immagine di un uomo saggio che dalla vita ha capito tutto, che svuota il proprio cassetto, traboccante di esperienze, di sogni e di ricordi, li rimescola e li mette in comune con tutti. Le sue storie sono raccontate da una voce limpida come poche. C’è la voce che intreccia e scioglie il passato. C’è lo sguardo straordinario di uno scrittore che possiede una certezza: niente è davvero perduto finché possiamo evocarlo dentro di noi. I luoghi da cui veniamo non ci lasciano con la stessa facilità con cui noi lasciamo loro.
E in questo modo è riuscito a infilare qualche pensiero in un mondo dove aumentano gli oggetti e diminuiscono, appunto, i pensieri.
L’abbraccio...
".

 

   

Silvia Carli

 

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16/04/2011

Chiesa. Programma liturgico della Settimana Santa

 

Programma liturgico della Settimana Santa.

Chiese di Grotte

Pubblichiamo il programma delle celebrazioni liturgiche della Settimana Santa.

Domenica 17 aprile - Le Palme
- alle ore 10.00, nell'atrio della scuola elementare "Roncalli", benedizione delle palme e processione sino alla chiesa Madonna del Carmelo, dove sarà celebrata la Santa Messa;
- alle ore 10.15, nella chiesa San Rocco, benedizione delle palme e Santa Messa;
- alle ore 11.30, in Piazza Marconi, benedizione delle palme e Santa Messa (in caso di condizioni meteo avverse sarà celebrata al Purgatorio);
- alle ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa;
- alle ore 19.00, nella chiesa San Rocco, Santa Messa;
- alle ore 19.15, nella chiesa del Purgatorio, Santa Messa.

Martedi Santo 19 aprile
- alle ore 17.00, nella chiesa San Rocco, amministrazione delle Prime Confessioni.

Mercoledi Santo 20 aprile
- alle ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, amministrazione delle Prime Confessioni.

Giovedi Santo 21 aprile
- alle ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa in "Coena Domini";
- alle ore 18.00, nella chiesa del Purgatorio, Santa Messa solenne in “Coena Domini”;
- alle ore 22.00, nella chiesa del Purgatorio e nella chiesa Madonna del Carmelo, Veglia Eucaristica.

Venerdi Santo 22 aprile
La chiesa invita i fedeli al rispetto del digiuno ed all'astinenza dalla carne;
- alle ore 16.30, nella chiesa del Purgatorio, Azione Liturgica della Passione e Morte del Signore;
- alle ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Azione Liturgica della Passione e Morte del Signore;
- dalle ore 21.00, le parrocchie animeranno la preghiera nella Processione del Cristo e dell’Addolorata (sino al rientro dell'urna).

Sabato Santo 23 aprile

- alle ore 22.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, Veglia Pasquale;
- alle ore 23.00, nella chiesa del Purgatorio, Veglia Pasquale.

Domenica 24 aprile - Pasqua di Resurrezione

- alle ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa;
- alle ore 11.00, nella chiesa chiesa del Purgatorio, Santa Messa;
- alle ore 11.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa;
- alle ore 18.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa;
- alle ore 19.15, nella chiesa del Purgatorio, Santa Messa.

 

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16/04/2011

Lettere. "Ho letto il commento di Silvia Carli..."; di Carmelo Luparello

 

Prof. Carmelo Luparello
Prof. Luparello

Riceviamo e pubblichiamo.

"Spett/le Redazione,
ho letto il commento di Silvia Carli al mio “Un tuffo nel passato” e, senza falsa modestia, devo confessare che non meritavo tanto. Un racconto che non ha niente di speciale ma, che, per me, ha un duplice scopo: riportare alla memoria personaggi comuni che non costituiscono storia e che, quindi, sono destinati a sparire per sempre dalla faccia della Terra perché nessuno, fra qualche anno, li ricorderà più, e quello di immergermi, col ricordo, nel mondo della mia fanciullezza, un mondo, anch'esso, che non tornerà più, ma in cui è sempre bello "tuffarsi", almeno per chi, come me, ha una certa età. Ma forse la profondità non è nel testo, ma nella sensibilità della lettrice che è riuscita a penetrare da una piccola breccia nell'animo, lasciata appena dischiusa.
Il mio racconto non è grande o importante come una piramide nel deserto, visibile a distanza e dove tutti vanno per ammirarne le fattezze. E' un parvum, magari un po' dimesso e privo di notizie eclatanti o fattezze baroccheggianti. E' come un pozzo in una campagna abbandonata, in un plumbeo pomeriggio d'autunno che ne rende difficile la vista. Eppure, chi, come Silvia Carli, è munito di una elevata sensibilità, si avvicina a quel pozzo e vi getta dentro la luce di una torcia, scoprendo una profondità ignota, forse, anche a chi il pozzo lo ha costruito. E così, con la sua luce proiettata in quella gola profonda, contribuisce all'opera da me iniziata: se nessuno leggesse il racconto con tanta penetrante sensibilità, avrei fallito nell'obiettivo di riesumare dall'oblio piccole ma grandi figure di uomini. Quegli uomini di una volta, grandi nella loro normalità, eccezionali nella loro semplicità.
Grazie Silvia".

 

   

Carmelo Luparello

 

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16/04/2011

Lettere. Novità nel "Processo a Gesù"; di Gianni Costanza

 

Novità nel "Processo a Gesù"; di Gianni Costanza.
Nuova biga

Riceviamo e pubblichiamo.

"A Grotte, da oltre due secoli, anche quest’anno si rinnova l’antica tradizione dei riti della Settimana Santa. Personalmente mi preme sottolineare che le diverse sequenze della Passione di Cristo creano in tutti i grottesi, specie per coloro i quali si trovano lontani da Grotte, una particolare atmosfera. Con la morte dell’artigiano falegname Calogero Bellavia alias “Caliddu Signiruzzu”, ai fedeli ed a tanti visitatori non è più consentito visitare ed apprezzare una sua opera artistica: il “Santo Sepolcro”. Ma ritengo che, se non avremo più l’occasione di ammirare ed apprezzare quell’opera artistica, l’Associazione dei Giudei, nel rispetto ferreo della tradizione, quest’anno, per la prima volta nel programma dei riti della Settimana Santa, ha inserito un momento di particolare intensità e devozione: il “Processo a Gesù”, in cui il prefetto di Roma, Ponzio Pilato, arriverà sul luogo del processo su una “Biga romana” trainata da due splendidi cavalli. A Grotte, ne sono convinto, durante la Settimana Santa, la sacralità e l’arte inducono i fedeli alla preghiera ed alla riflessione, che porta innumerevoli visitatori provenienti da tutta la provincia a conoscere ed apprezzare un patrimonio ricco di storia, da inserire nel percorso turistico della provincia di Agrigento".

 

   

Gianni Costanza
Operatore culturale

 
 
Nella foto a lato (© Associazione Culturale "Gruppo dei Giudei - Andrea Infantino") la nuova biga.
 

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15/04/2011

Volontariato. La Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale" al 3° raduno regionale "Volontari con un sorriso"

 

La Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale" al 3° raduno regionale "Volontari con un sorriso".
Vedi le foto

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Carmelo,
ti scriviamo per condividere con tutti i lettori del quotidiano Grotte.info l’esperienza che l’Associazione “Padre Vinti - Grotte Solidale” ha potuto vivere lo scorso fine settimana.
A Racalmuto si è svolto il terzo raduno regionale delle organizzazioni di volontariato sul tema “Volontari con un sorriso”; molte associazioni hanno aderito all’iniziativa tra le quali anche la nostra. E’ stata un’esperienza molto significativa perché oltre il grande valore umanitario, ha permesso a tutti i volontari di poter condividere le proprie esperienze. Siamo rimasti colpiti dalla presenza così numerosa di giovani e non, che dedicano, con continuità ed in modo del tutto gratuito, parte del loro tempo a cause solidali. Per noi Volontari dell’Associazione è stata occasione di confronto, dal grande significato formativo, perché, oltre ad aver partecipato attivamente alle simulazioni, abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci su tecniche di soccorso per eventi di grande entità.
La manifestazione è iniziata sabato mattina con l’incorporamento presso la segreteria allestita nella piazza del palazzetto dello sport, in seguito si sono svolte delle simulazioni a sorpresa nelle scuole. Nel pomeriggio, la manifestazione si è trasferita in Piazza Umberto I, dove si è svolta una lezione di ippoterapia per i bambini autistici. La serata si è conclusa con la degustazione di prodotti tipici e uno spettacolo musicale. La giornata di domenica è stata dedicata alla celebrazione della Santa Messa, al meeting “Noi volontari, l’Associazionismo e le istituzioni: un rapporto in crescita” e ad altre simulazioni. Nel pomeriggio, dopo una passeggiata tra le vie di Racalmuto, sono stati consegnati gli attestati alle associazioni partecipanti.
Non resta nient’altro da dire, se non che è stata un’esperienza veramente formativa!
".
 
 
   

I Volontari della Onlus
"Padre Vinti - Grotte Solidale"

 
 


Pubblichiamo alcune immagini della manifestazione (59 foto di © Salvo Lo Re "President").

Foto della manifestazione Visita l'argomento
 

 

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15/04/2011

Pasqua 2011. Programma della Settimana Santa grottese

 

Pasqua 2011 - Programma della Settimana Santa Grottese.
Manifesto


Tutti i personaggi e gli interpreti delle sacre rappresentazioni grottesi.
Interpreti


"Il valzer di un giorno" di Franco Carlisi, in mostra al Palazzo Municipale.
Valzer di un giorno


Pasqua del Dio Vivente - 3^ edizione: la Verità e la Storia
La Verità e la Storia


Pasqua 2011 - "Luna Rossa orchestra" in concerto.
Manifesto

Da sabato 16 aprile a martedi 3 maggio
- Palazzo Municipale: Mostra fotografica “Il valzer di un giorno”, di Franco Carlisi

Sabato 16 aprile
- ore 19.00 Palazzo Municipale: inaugurazione della mostra “Il valzer di un giorno”, di Franco Carlisi
- ore 20.30 Via Rossini (scalinata accanto edicola Arnone) - Via Giacinto (scalinata accanto pescheria):
                   "La Pasqua del Dio Vivente" dell'Ass. Cult. "Artesia" (3^ edizione: La verità e la storia)

Domenica 17 aprile - Le Palme

- ore 11.30 Piazza Marconi: Rievocazione storica "L'entrata di Gesù a Gerusalemme" e benedizione delle palme;
                  seguirà la Santa Messa solenne (in caso di condizioni meteo avverse sarà celebrata al Purgatorio)
- ore 19.15 Chiesa del Purgatorio: Santa Messa solenne
- ore 20.30 Via Rossini - Via Giacinto: "La Pasqua del Dio Vivente" dell'Ass. Cult. "Artesia"

Lunedi 18 aprile
- ore 20.30 Via Rossini - Via Giacinto: "La Pasqua del Dio Vivente" dell'Ass. Cult. "Artesia"

Mercoledi 20 aprile
- ore 20.30 Piazza Marconi: rievocazione storica “Il commiato tra Maria e Gesù”

Giovedi 21 aprile
- ore 18.00 Chiesa del Purgatorio: Santa Messa solenne in “Coena Domini”
- ore 19.30 Piazza Marconi - rappresentazioni:
                  “Ultima Cena” - “Arresto” - “Rinnegazione di Pietro” - “Pentimento di Giuda”
- ore 21.00 Processione del Cristo
- ore 22.00 Chiesa del Purgatorio: Veglia Eucaristica

Venerdi 22 aprile
- ore 11.00 Piazza Marconi: Processo e condanna di Cristo
- ore 12.00 Corso Garibaldi: Via Crucis “Li Caduti”
- ore 13.00 Calvario: Crocifissione di Cristo
- ore 16.00 Processione dell’Addolorata dalla Chiesa del Purgatorio al Calvario
- ore 17.00 Chiesa del Purgatorio: Solenne Liturgia della Passione e Morte del Signore
- ore 17.00 “Cavalcata” dal Viale della Vittoria al Corso Garibaldi
- ore 19.30 Calvario: “Li Rieciti” - Deposizione del Cristo dalla Croce
- ore 21.00 Processione del Cristo e dell’Addolorata
- ore 01.00 Sepoltura del Signore

Sabato 23 aprile
- ore 23.00 Chiesa del Purgatorio: Veglia Pasquale

Domenica 24 aprile - Pasqua di Resurrezione
- ore 11.00 Chiesa del Purgatorio: Santa Messa Solenne
- ore 12.00 Piazza Marconi: Incontro del Cristo Risorto con la Madonna
- ore 19.15 Chiesa del Purgatorio: Santa Messa Solenne
- ore 21.00 Piazza Marconi: Spettacolo Musicale con "Luna Rossa Orchestra"
- ore 24.00 Piazza A. Magnani: Fuochi d’artificio

La manifestazione si avvale della partecipazione dell’Ass. Cult. “Gruppo dei Giudei”, del Gruppo “I Tamburinari di Herbessus”, della Banda Musicale "G. Verdi" diretta dal M° Salvatore Puglisi e della Banda Musicale “V. Bellini” diretta dal M° Salvatore Mercato.

 

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14/04/2011

Chiesa. Libretto per seguire la Via Crucis cittadina

 

Libretto per seguire la Via Crucis cittadina.
Libretto

Ogni anno, il venerdi precedente il venerdi santo, la comunità ecclesiale di Grotte celebra la Via Crucis cittadina. Sarebbe più indicata la celebrazione proprio nel giorno del venerdi santo, ma viene anticipata di una settimana dato che in questo giorno si svolgono le tradizionali "recite" al Calvario seguite dalla lunga processione dell'urna con il simulacro del Cristo morto, con il seguito di lamentatori, bande musicali e grande partecipazione collettiva; manifestazione che da sempre attiene squisitamente alla tradizione culturale locale ed è espressione di una diffusa religiosità popolare - non necessariamente aderente alle indicazioni bibliche ed alle prescrizioni liturgiche -, antico retaggio da custodire e preservare, in un comprensibile clima da "festa di paese" per credenti e scettici, più che da celebrazione ecclesiale comunitaria.
Durante la Via Crucis cittadina (questa sì, espressione esclusiva della liturgia e non della tradizione popolare) invece, i fedeli, in preghiera e raccoglimento, seguono le 14 stazioni poste lungo il corso principale del paese (per consuetudine, dato il tempo di quaresima, viene omessa la 15^ stazione "Gesù risorge dalla morte").
La Via Crucis di domani sera, venerdi 15 aprile, avrà inizio alle ore 20.00 dal "Portobello".
Per seguire meglio la celebrazione, partecipando attivamente nelle risposte corali dell'assemblea, mettiamo a disposizione dei fedeli il libretto predisposto dall'Unità Pastorale di Grotte, secondo lo schema proposto ufficialmente dall'Ufficio Liturgico Diocesano, che è possibile scaricare e stampare.

Libretto della Via Crucis Cittadina Visita l'argomento
 

 

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14/04/2011

Lettere. Ancora spazzatura in Via Lazio; del consigliere comunale Dino Castronovo

 

Ancora spazzatura in Via Lazio; del consigliere comunale Dino Castronovo.

Riceviamo e pubblichiamo.

"Ciao Carmelo,
grazie per aver pubblicato la mia precedente lettera.
Mi duole, però, comunicarti cha dal nove di aprile 2011, giorno della ripresa della raccolta dei rifiuti, a tutt’oggi “13 aprile 2011 ore 15.05” in Via Lazio, i cumuli di rifiuti permangono intatti, anzi, s’ingrandiscono di volume sempre di più, perché la gente continua in modo costante a buttare ogni sorta di rifiuti. Da quei cumuli si sprigionano odori nauseabondi e diventano luogo di insetti, anche pericolosi per la salute degli abitanti della zona.
Il Sindaco, con un’ordinanza urgente, dovrebbe far rimuovere, con ogni mezzo, l’enorme montagna d'immondizia accumulatasi, per la salute degli abitanti della zona.
Ti invio una foto scattata ieri pomeriggio".

 

   

Dino Castronovo
Consigliere Comunale

 
 
Dalla Redazione.
Confermiamo che la spazzatura in Via Lazio occupa ormai metà carreggiata; segno che gli operatori ecologici, benché impegnati costantemente dal 9 aprile in doppi turni giornalieri, non sono ancora riusciti a smaltire la raccolta arretrata.
Segno anche che i cittadini, pur di non impiegare qualche minuto per depositare i rifiuti nei numerosi cassonetti gia svuotati, si limitano a deporli anche in mezzo alla strada, con dimostrazione di scarso senso civico.
Auspichiamo che le autorità competenti possano indirizzare prioritariamente gli operatori nella raccolta della spazzatura nelle sparute zone ove risulta ancora essere alta la concentrazione dei rifiuti.
Carmelo Arnone
 

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13/04/2011

Comune. In pagamento il rimborso abbonamenti per gli alunni pendolari relativo all'anno scolastico 2009/2010

 

Comune di Grotte

Il Comune di Grotte informa che a partire da lunedi 18 aprile sono in pagamento presso l'agenzia locale della Banca Monte dei Paschi di Siena i seguenti contributi relativi agli alunni di scuola secondaria di 2° grado (scuola superiore):

- rimborso degli abbonamenti per gli alunni pendolari relativi all'anno scolastico 2009-2010.

 

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13/04/2011

Attualità. Puzza di bruciato nella "raccolta indumenti usati"

 

Puzza di bruciato nella "raccolta indumenti usati".
Volantino

Ieri mattina, martedi 12 aprile, nelle cassette della posta e sotto i portoni delle abitazioni di Grotte è comparso un volantino col quale una sedicente "fondazione" invitava i cittadini a partecipare alla raccolta di indumenti usati. Nel foglietto è specificato che "La raccolta sarà effettuata anche in caso di pioggia giovedi ore 08.00", ed anche il tipo di materiale oggetto dell'attenzione della "fondazione": vestiti, scarpe, borse, coperte, lenzuola, tende, tovaglie, teli da bagno, giocattoli, peluche, ecc.
Non pochi dubbi sorgono da una analisi del volantino. Da una ricerca effettuata non sono state trovate tracce della presunta "Fondazione A. U. CRISTO FILOS Santa Maria - Torino - Italy", e neppure dell'Antonio Longobardi riportato nella e-mail (unico riferimento; per il resto non un'indirizzo, un numero di telefono, la firma leggibile di un presidente...).
Già la qualità del materiale diffuso (foglietti fotocopiati a scarsa risoluzione, appena leggibili) aveva fatto intendere "puzza di bruciato", confortata dalla presenza di elementari errori grammaticali, quali: "tele da bagno" (potrebbero essere dei quadri da esporre nella stanza adibita all'igiene personale) al posto del più corretto "teli da bagno", e "Volotariati" al posto di "Volontariato". Inoltre da nessuna parte è specificata la destinazione dei beni raccolti. Anche se dall'analisi del testo tutto porta a credere che si tratti di un'attività totalmente al di fuori delle regole, e della quale rimangono volutamente anonimi gli autori, una prima lettura distratta contiene tutti quegli elementi che inducono in errore il lettore. "Fondazione" lascerebbe intendere si tratti di un ente benefico; "A.U." è una sigla interpretabile a piacere (anche Associazione Umanitaria); "Cristo Filos" utilizzati per vantare una qualche legittimazione religiosa; "Santa Maria - Torino - Italy" è leggibile come trattarsi di una parrocchia (da notare la "y" di Italy: un tocco di internazionalità); "Centro Volotariati per il mondo" presunta struttura (al di là dell'errore già citato) utile al fine di far intendere una qualche appartenenza al mondo del volontariato. Da notare anche la finezza "attenzione non si accettano offerte in denaro", a lasciar trasparire una inesistente correttezza formale e sostanziale.
In conclusione: qualche persona anonima, fornendoci false - o almeno non comprovate - generalità, ci chiede di regalarle oggetti (magari "in buono stato d'uso"; non è specificato apertamente ma tra le righe si potrebbe intendere) senza spiegarci cosa ne farà. E' molto probabile che il materiale possa avere come destinazione le bancarelle di qualche mercato cittadino (per gli oggetti seminuovi basta appiccicarvi una qualsiasi targhetta con la scritta "Made in Italy") o dell'usato, con un'ottimo guadagno netto a costo zero da parte degli anonimi raccoglitori.
Ciascun proprietario può "disporre in modo pieno ed esclusivo della cosa", anche regalandola a chiunque, ma se si volesse fare un'opera socialmente utile sarebbe opportuno utilizzare i numerosi inconfondibili cassonetti gialli posizionati all'interno del centro abitato. Di questo tipo di raccolta sappiamo tutto. E' opera della cooperativa sociale "Sanlorè", nata su impulso di Don Mimmo Zambito, ha sede ad Agrigento presso la chiesa di San Pietro, ha come scopo "l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati", porta avanti il progetto "Abito qui" per il quale cura la raccolta permanente di abiti usati ed accessori di abbigliamento attraverso 20 contenitori dislocati nei Comuni della provincia di Agrigento.
Da non sottovalutare anche la meritoria opera della Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale" che si occupa pure della raccolta, pulizia, stiratura e distribuzione degli indumenti usati, a beneficio delle famiglie indigenti di Grotte; oppure dell'azione delle suore agrigentine della comunità di "Porta Aperta", il cui motto è "contemplativi nell'azione", (raggiungibili attraverso le "Caritas" parrocchiali) che raccolgono lo stesso materiale per redistribuirlo ai poveri dell'arcidiocesi.
Alla sensibilità di ciascuno dare il proprio contributo materiale a stimati ed ammirevoli enti ed associazioni operanti nel sociale o ad emeriti sconosciuti.

Carmelo Arnone
13 aprile 2011
© Riproduzione riservata.

Per approfondimenti, vedere la pagina "Attività" del sito www.sanlore.it Visita l'argomento.

 

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13/04/2011

Pasqua 2011. Tutti i personaggi e gli interpreti delle sacre rappresentazioni grottesi

 

Tutti i personaggi e gli interpreti delle sacre rappresentazioni grottesi.
Manifesto

Dal 17 al 24 aprile, i componenti dell'Associazione Culturale "Gruppo dei Giudei - Andrea Infantino" daranno vita agli immancabili appuntamenti che contraddistinguono la principale e più antica festività del paese.
Sono stati resi noti ufficialmente i nomi degli interpreti delle sacre rappresentazioni della settimana santa grottese:
- Gesù: Davide Mulè
- Pietro: Fabrizio Lazzaro
- Giovanni: Domenico Falco
- Giacomo: Antonio Vella
- Giuda: Michelangelo Vizzini
- Centurione: Salvatore Infantino
- Caifas: Giovanni Carlisi
- Misandro: Maurizio Neglia
- Nizec: Giovanni Agnello
- Malco: Filippo Terrana
- Rabam: Pietro Costanza
- Stelle: Fabio Cipolla
- Longino: Filippo Iannello
- Putifar: Giacomo Vaccarello
- Rubinit: Salvatore Cipolla
- Pilato: Gerlando Terrana
- Quintilio: Gabriele Russello
- Giuseppe: Giuseppe Messina
- Nicodemo: Alessandro Licata
- Simon Celidio: Alfonso Aquilina
- Simon Lebbroso: Antonio Miceli
- Cireneo: Antonio Lattuca
- Barabba: Antonio Lattuca
- Maria: Assunta Villardita
- Veronica: Noemi Miceli
- Maddalena: Cristina Costa
- Popolano: Giovanni Todaro
- Popolano: Salvatore Greco
- Popolano: Antonio Todaro.

 

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12/04/2011

Lettere. "Il prof. Luparello e... quel bisogno di continuità"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Carmelo,
ho letto i racconti del professor Luparello "Un tuffo nel passato".
Già il titolo mi ha fatto capire di essere davanti a qualcosa che valeva la pena di essere letto. E infatti, i suoi racconti sono bellissimi. Non trovo altri aggettivi, e la forma superlativa, mi sembra quella più adeguata e meritata.
Questi racconti sono un capolavoro di delicatezza, di umanità gentile, di sentimenti profondi. Quelli più difficili da descrivere, per intenderci, ma lui ci riesce con rara suggestione e intensità.
Un uomo, con lo sguardo perennemente aperto a cogliere l'unità e l'irripetibilità di ogni cosa, di ogni emozione, questo è il professor Luparello.
E densità e pienezza di evocazione sono i doni dei suoi racconti. Anzi, più che raccontare storie, in cui apparentemente non accade niente, il professor Luparello riflette e invita a riflette su quel bisogno di continuità a cui aspira ogni essere umano, tra il passato e il presente nel fluire disordinato delle nostre vite.
Un montaggio di ritratti, perchè è la memoria la vera ricchezza di ognuno. Memoria intesa non come consolazione o nostalgia, ma come coscienza di "esserci".
Grazie professor Luparello... di cuore".

 

   

Silvia Carli

 

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12/04/2011

Fotografia. "Il valzer di un giorno" di Franco Carlisi, in mostra al Palazzo Municipale

 

"Il valzer di un giorno", di Franco Carlisi, in mostra al Palazzo Municipale.
Invito


"Il valzer di un giorno" di Franco Carlisi, in mostra al Palazzo Municipale.
Invito


"Il valzer di un giorno" di Franco Carlisi, in mostra al Palazzo Municipale.
Manifesto

Dal 16 aprile al 3 maggio, presso il Palazzo Municipale di Grotte, sarà in esposizione al pubblico la mostra fotografica di Franco Carlisi "Il valzer di un giorno", con il patrocinio del Comune di Grotte.
L'inaugurazione della mostra, sabato 16 aprile alle ore 19.00, sarà l'occasione per la presentazione ufficiale nel suo paese dell'omonimo libro fotografico, che grande successo di critica e di pubblico ha riscosso in tutte le numerose e qualificate manifestazioni che lo hanno visto protagonista.
Alla presentazione del libro interverranno:
- Salvatore Bellavia;
- Mimmo Butera.
Gli interventi artistici saranno a cura di:
- Annamaria Apa;
- Alessandra Marsala;
- Claudia Palermo;
- Isabella Villani.
Franco Carlisi, fotografo professionista, da anni impegnato nella ricerca espressiva attraverso le immagini, già considerato tra i maggiori esponenti italiani della Fotografia Contemporanea, alterna la sua attività professionale con la partecipazione alle manifestazioni nelle quali è invitato ad esporre le sue opere. La sua "fotografia" è mezzo espressivo, strumento di comunicazione artistica, elemento descrittivo di emozioni e sentimenti, attraverso un meta-linguaggio che dischiude al mondo, cristallizzandoli per sempre, fugaci istanti di eternità. Dalla Francia agli USA, da Oxford a San Pietroburgo, le sue fotografie parlano un linguaggio universale superando barriere culturali, sociali, politiche e linguistiche.
Le sue immagini di Grotte, dei grottesi, della loro quotidianità, rendendo testimonianza di un mondo fugace, dagli occhi giungono al cuore eludendo ogni forma di interpretazione-mediazione e raccontano dell'intera umanità.
Questa mostra, offerta ai propri concittadini, è un atto d'amore verso il suo paese, dal quale nonostante le possibilità professionali ed artistiche offerte altrove, non riesce a (meglio: non vuole) staccarsi.

Carmelo Arnone
12 aprile 2011
© Riproduzione riservata.

 

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11/04/2011

Racconti. "Un tuffo nel passato" - Capitolo 2°; di Carmelo Luparello

 

Prof. Carmelo Luparello
Prof. Luparello


UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello

Cap. II

          Un altro discorso che ritornava spesso era quelle sulle “donne”.
          Le “donne”, in questo caso, erano gli spiriti di cui tanto si favoleggiava.
          Venivano dipinte come degli esseri mostruosi, coi capelli arruffati e sporchi e gli occhi di fuoco, che si divertivano a fare il male.
          Spesso si raccontavano di loro storie così raccapriccianti, così orripilanti, che facevano accapponare la pelle e rizzare i capelli a chi le ascoltava, molto meglio che se ci avesse passato il sego. Si diceva che esse andassero armate di catene per colpire specialmente chi non era di loro gradimento. Si diceva anche che amassero il buio.
          E “Tota la Fitusa”, cioè “Antonia la Puzzolente”, giovane moglie di “don Caliddru lu carrittieri”, cioè di “don Calogero il carrettiere”, una ragazza non ancora trentenne dai capelli lunghi e biondi che “faciva trimari lu munnu, tantu ca anchi lu parrinu, patri *** ci aviva misu l’uocchi d’incuoddru, nun putiennucci mintiri li mani”, cioè “faceva tremare il mondo, tanto che anche il prete, padre*** ci aveva messo gli occhi sopra, non potendoci mettere le mani”, ne doveva sapere certamente qualcosa, dato che aveva le spalle sempre sanguinanti e la testa, molto spesso, fasciata.
          La poveretta, tante volte, “si privava”, cioè evitava, di scendere nella stalla a dare il fieno al mulo, perché proprio là c’erano le “donne” che pareva l’aspettassero al varco, con le catene in mano. Sembravano nascoste nella rastrelliera, ché, appena essa toccava il foraggio, saltavano fuori come belve inferocite.
          Qualche volta anche sul letto gliele davano, quando lei, per paura, passava qualche giorno senza recarsi nella stalla.
          E inutilmente lei si stringeva a suo marito, che l’abbracciava forte forte per difenderla (anche di questo particolare i cosiddetti bene informati erano a conoscenza!) ché le “donne” sapevano come fare per colpirla, senza sfiorare il marito, che non si accorgeva per niente della loro presenza, tranne che per le grida della moglie.
          Tante volte il poveretto, durante la notte, si svegliava di soprassalto, alle urla di lei, accendeva la luce e, afferrata una sedia e puntandola in direzione della moglie vicino alla quale ci dovevano essere “le donne”, gridava, pieno d’ira e di sonno: - Facitivi abbidiri si aviti curaggiu, figli di buttana, ca vi spaccu li corna! - cioè: - Fatevi vedere se avete coraggio, figlie di puttana, che vi spacco le corna.
          Ma una risata forte, terribile, quasi irreale, e per questo più spaventosa, accoglieva le sue parole.
          Qualche volta il povero uomo, non potendone più, era arrivato anche a scagliare la sedia che naturalmente aveva sì mandato in frantumi lo specchio del comò, ma “alle donne” non aveva fatto neppure il solletico, anzi tutte quelle volte, la risata gli era sembrata, se era possibile, ancora più forte, come una grandinata improvvisa e violenta che si abbatte, talvolta, sui vetri delle case nei mesi estivi. Una vera “scaccaniata”, una sghignazzata insomma.
          Esse, forse per paura di lui, che sapevano pronto a menare le mani, quando qualcuno faceva del male alla moglie, non si facevano mai vedere, anche se, dispettose com’erano, continuavano ad essere presenti e a tormentare la povera donna, sicché l’uomo decise, a un certo punto, di “iri a ricurriri”, cioè di andare in caserma a denunciare il fatto.
          Il maresciallo, un uomo della provincia di Caltanissetta, (almeno così diceva chi lo conosceva, ché i marescialli non possono certo dare confidenza a tutti, ma solo a pochi privilegiati, se no che marescialli sarebbero?) che aveva la pancia grossa, il pizzo sul mento e i baffi sopra la bocca (quasi a bilanciare quei pochi capelli che ancora gli rimanevano e che lasciavano intravedere, quasi scoperto, il cuoio che nei tempi passati doveva essere anche capelluto), e la bandoliera a tracolla, che sembrava il re Vittorio Emanuele in persona, basso di statura come era pure lui, si era dichiarato incompetente e gli aveva consigliato di andare dal parroco per farsi benedire la casa.
          Secondo voci non ben controllate, il vecchio sottufficiale, che ormai ci voleva poco per andare in pensione dopo tanti anni passati in ufficio a coordinare il lavoro dei suoi carabinieri leggendo carte e giornali, più spesso i giornali, che gli arrivavano gratis, con “le donne” non ci voleva avere a che fare, ché poi si potevano vendicare sulla moglie. E, al solo pensiero di quello che poteva accadere alla sua dolce metà, tremava di paura.
          Perciò, per non irritarle, non aveva verbalizzato nulla della venuta di quel marito in caserma.
          “Perché “le donne” denunciate non si sa mai come la pigliano” pensava.
          Qualcuno, però, spiegava la cosa diversamente, dicendo che “al maresciallo ci annoiava lavorare”.
          In paese si bisbigliava anche che il suo motto era: “Lascia che la pioggia cada, tanto, prima o poi, tutto si asciugherà!”. Così lui non metteva un dito all’acqua calda. E nemmeno in quella fredda.
          Ma certamente queste dovevano essere solo delle infamità, delle calunnie, messe in giro da chi si riteneva offeso per qualcosa che il maresciallo gli aveva fatto, magari qualche contravvenzione, e che, secondo lui, invece, non gli doveva fare se non altro perché, quando s’incontravano, lui lo salutava con un : “Buon giorno marescià” e per Natale e Pasqua gli aveva portato sempre un cappone o una damigiana di vino.
          Era quello, probabilmente, lo stesso sottufficiale al quale si presentò, dopo l’ennesima furibonda lite col marito, una signora per esporre contro il coniuge una denuncia-querela e, quindi, lasciarlo.
          Il maresciallo, secondo quello che sentivo spesso dire, le avrebbe detto che non era il caso di adire le vie legali, in quanto il marito sicuramente si sarebbe riappacificato con lei. D’altra parte lo stesso proverbio lo dice: “Tra moglie e marito non mettere il dito”.  A maggior ragione non bisogna mettere un maresciallo.
          Aggiunse comunque il sottufficiale, quasi per mettersi la coscienza a posto, che lei poteva sempre ritornare in caserma e sottoscrivere la denuncia-querela, se le cose fossero andate diversamente.
          E le cose, purtroppo, erano andate diversamente, ma la donna non aveva avuto il tempo di tornare in caserma, perché la notte stessa della rappacificazione il marito l’aveva uccisa, mi pare, con una coltellata alla gola.
          - Chissà quanto soffrirà il maresciallo - diceva spesso mia madre, quando parlava del fatto con le sue amiche - che, per colpa sua, la povera donna era morta! Gli peserà sicuramente sulla coscienza!
          - Figurati cosa gliene frega a quello! Un morto ammazzato in più o in meno per lui fa lo stesso - aveva risposto comare Adelina, una piccola donna che abitava nella strada di fronte la chiesa del Purgatorio nel punto in cui la strada si biforcava.
          Comunque il marito di “Antonia la Fitusa” aveva voluto seguire i consigli del maresciallo e aveva chiamato il prete della parrocchia perché benedicesse la sua casa.
          E quando gli era sembrato che l’acqua dell’aspersorio non fosse più sufficiente per bagnare tutte le pareti, (lui per una migliore riuscita della cosa le voleva proprio inzuppate) specialmente quelle della camera da letto e della stalla, aveva preso l’acqua della quartara e ne aveva riempito “na vacilata”, cioè ne aveva riempito una catinella, così sarebbe stato sicuro che nemmeno un centimetro della sua casa sarebbe rimasto senza benedizione.
          Anche l’arciprete a un certo punto aveva scomodato, perché - così gli avevano spiegato coloro coi quali si era lamentato di non riuscire a cacciare via “le donne” - un arciprete, essendo di grado superiore al prete, doveva conoscere per forza delle preghiere assai speciali, capaci di allontanare qualsiasi spirito maligno (non per niente era arciprete) e quindi “forsi ci putiva miegliu”, cioè “forse era più potente e sarebbe riuscito sicuramente a cacciare le donne”.
          Ma era stato tutto inutile. “Le donne” non avevano voluto saperne di andar via.
          Qualcuno, che era “istruito” e alle “donne” non ci credeva, diceva che era tutta una montatura del marito, che era lui a bastonare la moglie, perché essa gli metteva le corna  ma lei, per non essere reputata puttana, ne addossava la colpa alle “donne”.
          Il marito, a sua volta, per non apparire cornuto, assecondava la versione della moglie, raccontando anche di tutte quelle risate fortissime nel cuore della notte, tanto forti che i bicchieri, che teneva nella credenza chiusa per prudenza a chiave, si rompevano, e le lancette dell’orologio, che aveva sul comodino, per controllare l’orario durante la notte, si fermavano, anche se lui, ogni sera “ci dava la corda”, cioè lo caricava.
          In conclusione “Curnutu e vastuniatu”, cioè cornuto e bastonato.
          Tante volte “le donne” se la prendevano anche con i bambini. Spesso - si diceva - le mamme la sera andavano a coricare i bambini “frischi cuomu li rosi”, cioè che godevano di ottima salute, e l’indomani li trovavano morti stecchiti. Oppure legavano i capelli dei bambini a forma di treccia ma in modo tale che non si potessero sciogliere più e, se per assurdo le mamme avessero loro tagliato i capelli, i bambini sarebbero morti, per questo nessuna mamma, che avesse avuto un bambino con i capelli legati “dalle donne” si permetteva di sciogliere o tagliare la treccia.
          Perché “le donne” sono dispettose e “vinciuddri”, cioè vogliono vincere sempre e sono pronte a vendicarsi se qualcuno si permette di contraddirle o mettere loro il bastone tra le ruote.
          Per questo, quando si parlava di “donne”, spesso ci si faceva il segno della croce.
          “Lu Signori na va scanzari” cioè “Il Signore ce ne liberi” erano le parole che più si sentivano quando si parlava di “donne”.

Carmelo Luparello

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info l'11 aprile 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.

 

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11/04/2011

Comune. In pagamento i contributi libri relativi agli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011

 

Comune di Grotte

Il Comune di Grotte informa che a partire sono in pagamento presso l'agenzia locale della Banca Monte dei Paschi di Siena i seguenti contributi relativi agli alunni di scuola secondaria di 1° e 2° grado (scuola media e scuola superiore):
- contributo libri anno scolastico 2009-2010 (saldo);
- contributo libri anno scolastico 2010-2011 (intero contributo).

 

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10/04/2011

Lettere. Spazzatura e modifica del paesaggio geografico; del consigliere comunale Dino Castronovo

 

Spazzatura e modifica del paesaggio geografico; del consigliere comunale Dino Castronovo.

Riceviamo e pubblichiamo.

"Grotte (AG) - Già, Grotte, piccolo paesino in provincia di Agrigento.
E’ opportuna la precisazione, in quanto le immagini, oramai abbastanza familiari, riconducono immediatamente ad una realtà, quella napoletana, che, seppur vicina, era considerata fino a pochi giorni fa, qualcosa di “altro”, che poco aveva a che fare con noi Siciliani.
Ed invece, da una decina di giorni, assistiamo sgomenti alla modifica del paesaggio geografico del nostro paese, in cui colline di spazzatura sorgono e si ingrandiscono ai bordi delle strade e delle scuole pubbliche, con il rischio di gravi infezioni e incolumità per la popolazione.
Mi viene spontaneo porre due domande (anche se non arriveranno mai delle risposte):
- Ma le normative vigenti prevedono l’interruzione continua di un pubblico servizio essenziale come la Raccolta dei Rifiuti?
- Ci sarà una norma di legge in base alla quale si possono garantire alla Società che gestisce la raccolta dei rifiuti, due e più anni di proroga, al costo di 40 milioni di euro l’anno, senza gara di appalto?
E, poi, cosa c’entrano i cittadini di Grotte, che, con grande sacrificio, pagano regolarmente le salate bollette all’ATO GE.S.A. AG2?".

Spazzatura e modifica del paesaggio geografico; del consigliere comunale Dino Castronovo.

   

Dino Castronovo
Consigliere Comunale

 
 
Dalla Redazione.
La raccolta dei rifiuti è ripresa ieri, sabato 9 aprile.
Quanto alle domande, non ci resta che girarle alle autorità competenti, in attesa delle risposte.
Carmelo Arnone
 

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10/04/2011

Musica. Il "Quinteto Nuevo" col M° Fabrizio Chiarenza in concerto al Teatro Regina Margherita

 

Il "Quinteto Nuevo" del M° Fabrizio Chiarenza in concerto al Teatro Regina Margherita.
Quinteto Nuevo

Sabato 16 aprile, alle ore 20.00 presso il Teatro Regina Margherita di Racalmuto, il "Quinteto Nuevo" col M° Fabrizio Chiarenza si esibirà in un concerto. Il repertorio sarà basato su brani da tango argentino del musicista e compositore Astor Piazzolla, composto appositamente per un quintetto formato da violino, fisarmonica, chitarra, pianoforte e contrabbasso. Del "Quinteto Nuevo" fanno parte i Maestri: Luigi Amico (al violino), Fabrizio Chiarenza (alla fisarmonica), Raimondo Mantione (alla chitarra), Carmelo Mantione (al pianoforte) e Giuseppe Castellano (al contrabbasso).
Il concerto gode del patrocinio del Comune di Racalmuto.

Il "Quinteto Nuevo" del M° Fabrizio Chiarenza in concerto al Teatro Regina Margherita.
Manifesto

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09/04/2011

Lettere. "I miei complimenti all'assessore Vizzini"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Carmelo,
vedere un politico occuparsi dei problemi della sua comunità in modo concreto, fa enome piacere. E' un'immagine davvero bella, di solito siamo abituati a vedere politici avviati solo su se stessi. Vedi, responsabilità e solidarietà sono legate a doppio filo: sono due modi di fare quello che si può sia individualmente che insieme agli altri. Ambedue sono necessarie. E non c è
possibilità di trasmetterli se non si è anche di esempio.
I miei complimenti all'assessore Vizzini".

 

   

Silvia Carli

 

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09/04/2011

Cronaca. Sospeso lo sciopero e ripresa la raccolta dei rifiuti

 

Ripresa la raccolta dei rifiuti.

Dopo oltre dieci giorni di sciopero, alle prime luci dell'alba di stamattina è ripresa la raccolta della spazzatura accumulatasi lungo le strade e nelle piazze di Grotte, così come in tutti gli altri paesi della provincia di Agrigento facenti parte dell'Ato GeSa AG2. I lavoratori della Iseda, incaricati del servizio, erano entrati in agitazione a causa del mancato pagamento degli ultimi 3 mesi di stipendio. La situazione si è finalmente sbloccata dopo un tumultuoso incontro, l'ennesimo tra tutti i sindaci e le parti interessate, svoltosi ieri nella sede della GeSa AG2. Con anticipazioni e versamenti vari si sono trovati i fondi per far fronte a questa ulteriore emergenza, che è facile prevedere non sarà l'ultima. La promessa, al momento solo quella, di pagare entro una settimana gli arretrati, ha convinto i lavoratori, che avevano incrociato le braccia, a riprendere l'attività. Attualmente la ripresa è stata effettuata con l'orario lavorativo regolare, 6 ore al giorno, pertanto con questo ritmo i tempi per la raccolta di tutti i rifiuti arretrati si prospettano molto lunghi. I primi cassonetti ad essere stati svuotati, insieme ai cumuli depositati nei pressi, sono stati quelli del corso principale del paese: Viale della Vittoria, Corso Garibaldi e Via Crispi. A meno che la GeSa AG2 non decida di richiedere agli operai i doppi turni, per ritornare a vedere il paese completamente pulito occorreranno diverse settimane. Le lamentele degli operai, al momento sopite, riprenderanno sicuramente se non sarà loro garantito il pagamento regolare dello stipendio; ed uno sciopero durante i caldi mesi estivi non potrà che ripercuotersi negativamente sulla vivibilità di Grotte così come di tutti i paesi dell'intero Ambito Territoriale Ottimale, con gravi conseguenze di carattere igienico-sanitario ed ambientale. Per non parlare delle ricadute negative sull'immagine del paese e sul rientro estivo degli emigrati.

Carmelo Arnone
09 aprile 2011
© Riproduzione riservata.

Nelle immagini a lato, riprese alle 08.30 del 9 aprile 2011, la raccolta nei pressi del vecchio mulino e della villetta Belvedere.

Ripresa la raccolta dei rifiuti.

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09/04/2011

Chiesa. Percorsi formativi per fidanzati, giovani coppie e famiglie: quarto incontro

 

Percorsi formativi per fidanzati, giovani coppie e famiglie.
Locandina

Domenica prossima, 10 aprile 2011, dalle ore 16.00 alle 18.00 nei locali del Seminario Arcivescovile di Agrigento (aula magna) - in attesa della grande assemblea insieme all'Arcivescovo S.E. Mons. Montenegro che si terrà sabato 4 giugno - avrà luogo il quarto dei percorsi formativi per fidanzati, giovani coppie e famiglie dell'Arcidiocesi.
Tema del pomeriggio “La crisi di coppia: il conflitto come risorsa”.
Il ciclo di incontri è organizzato dall’èquipe diocesana di Pastorale Familiare.

Percorsi formativi per fidanzati, giovani coppie e famiglie.
Brochure

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09/04/2011

Lettere. "Facta, non verba!" (Bravo Rosario); di Angelo Costanza

 

Angelo Costanza
Angelo Costanza

Riceviamo e pubblichiamo.

Facta, non verba!
(Bravo Rosario)

Spesso siamo bombardati da tante inutili parole di politici che da oltre 30 anni riscaldano, le poltrone del nostro comune.
Oggi un nostro assessore è andato oltre i soliti bla-bla-bla… ed è passato al fare (vero!), per il bene di tanti lavoratori e dei cittadini di Grotte.

Complimenti assessore Vizzini!

 

   

Angelo Costanza

 
 
Dalla Redazione.
Ci uniamo ai complimenti verso l'assessore Vizzini, del quale abbiamo riportato l'attività, così come in precedenza abbiamo dato notizia dell'attività di altri assessori.
Carmelo Arnone
 

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08/04/2011

Attività. Interrotta la distribuzione idrica sino a domenica

 

Girgenti Acque S.p.A.

Dalle 20.00 di ieri (giovedi 7) e sino alle 08.00 di domenica 10, è stato interrotto l’esercizio dell’acquedotto del Consorzio Tre Sorgenti, nel tratto compreso tra Cozzo Tondo e il partitore di Grotte, per consentire l’esecuzione di interventi di riparazione sulla condotta consortile in località di Muxarello e Passo Funnutu.
Secondo quanto comunicato dal Consorzio Tre Sorgenti, durante i lavori di riparazione vi è una riduzione di portata per i comuni di Canicattì, Castrofilippo, Campobello di Licata e Ravanusa, mentre sono in assenza di approvvigionamento idrico i comuni di Grotte e Racalmuto.
Girgenti Acque SpA sta predisponendo tutte le manovre al fine di limitare i disservizi alla popolazione interessata dall’interruzione; la regolarizzazione della distribuzione avverrà al termine dei lavori di riparazione effettuati dal Consorzio Tre Sorgenti, nel rispetto dei necessari tempi tecnici.

 

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08/04/2011

Attualità. L'assessore Vizzini e gli operatori commerciali puliscono Piazza Magnani

 

L'assessore Vizzini e gli operatori commerciali puliscono Piazza Magnani.

Attrezzata con guanti, ramazze e tanta buona volontà, ieri pomeriggio una squadra di operatori commerciali del settore ambulante, guidata dall'assessore comunale Rosario Vizzini, ha provveduto alla pulizia di Piazza Magnani, al fine di consentire lo svolgimento del mercatino settimanale rinviato a domenica prossima, 10 aprile.
L'iniziativa è stata messa in atto a seguito di un incontro con il sindaco Paolo Pilato il quale, date le condizioni igienico-ambientali in cui versava piazza mercato da giovedi 31 marzo, a tutela della salute e dell'incolumità pubblica aveva emesso un'ordinanza di sospensione del consueto mercatino. Gli operatori commerciali, unanimemente e con l'impegno fattivo dell'assessore Vizzini (nelle foto, al lavoro) si sono impegnati col Primo Cittadino ad assicurare la pulizia della piazza sia prima che dopo il mercatino che si svolgerà domenica prossima. In tal modo verranno garantite le condizioni minime per lo svolgimento delle attività commerciali ambulanti, assicurando così una giornata di lavoro agli imprenditori e l'opportunità di acquisto per i cittadini.

L'assessore Vizzini e gli operatori commerciali puliscono Piazza Magnani.

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08/04/2011

Comune. Diffida contro la sospensione del servizio di nettezza urbana

 

Comune di Grotte

Riceviamo e pubblichiamo.

COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)

AREA URBANISTICA

Prot. del 07/04/2011

OGGETTO: Sospensione del servizio di nettezza urbana. DIFFIDA.

Alla Ge.SA. AG.2  S.p.a.

All’A.T.I. Capogruppo ISEDA
SAP ICOS ECOIN

Alla Ditta Catanzaro S.r.l.

e p.c.,              Al Sub Commissario per l’Emergenza Rifiuti

alla Prefettura di Agrigento

          Con la presente si diffidano codeste Società a voler garantire la ripresa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, considerato che questo Comune è in regola con tutti i pagamenti relativi agli anni precedenti, nonché è disponibile ad un’eventuale anticipazione del corrispettivo per l’anno 2011.

          Considerato che si configura un’interruzione non autorizzata di pubblico servizio, si declina qualsiasi responsabilità per la mancata ripresa della raccolta dei rifiuti per danni a persone, animali e cose, che dovessero derivare loro in conseguenza di tale disservizio.

          Si comunica sin d’ora che saranno adite le vie legali per l’accertamento di responsabilità in merito alle conseguenze igienico-sanitarie per la popolazione, nonché per il risarcimento dei danni di qualsiasi natura, non ultimo quello d’immagine.

 

 

 

Il Dirigente UTC -  Area Urbanistica
Arch. Pietro Calì

Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato

 

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07/04/2011

Comune. Si svolgerà domenica 10 il mercatino settimanale

 

Si svolgerà domenica 10 il mercatino settimanale.
Manifesto

Riceviamo e pubblichiamo.

AVVISO ALLA CITTADINANZA

Si comunica che a seguito di un incontro con gli esercenti della categoria e con le organizzazioni sindacali rappresentative del settore, il mercato settimanale che si sarebbe dovuto svolgere per giovedì 07 Aprile  2011 si svolgerà domenica 10 Aprile in Piazza Anna Magnani e lungo la discesa attigua (Via Piersanti Mattarella ).

 

 

 

L'Amministrazione Comunale

 

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07/04/2011

Lavori. Livellato manto stradale nei pressi del Calvario

 

Livellato manto stradale nei pressi del Calvario.


Livellato manto stradale nei pressi del Calvario.

In prossimità delle festività pasquali, delle manifestazioni religiose e tradizionali che si svolgeranno durante la settimana Santa, l’Amministrazione Comunale sta provvedendo a far risistemare parte del manto stradale che permette l’accesso al Calvario dalla via Aldo Moro. Il livellamento dell’asfalto, con aggiunta di altro calcestruzzo, elimina il rischio di inciampare nei tanti cocuzzoli creati dalle radici degli alberi che, se da una parte abbelliscono l’ingresso, dall’altra hanno sollevato cumuli di cemento creando dei pericolosi dossi.
Per gli anziani, principalmente, ma non solo, che hanno segnalato la rischiosità di quel tratto, soprattutto in presenza di tanta gente o durante le ore serali quando la luce artificiale non penetra a fondo come i raggi del sole”, ci riferisce uno degli addetti ai lavori.
Adesso si spera che abbia presto termine lo sciopero degli operatori ecologici dell'ATO GESA AG2, affinché venga resa sicura la zona da problemi di carattere igienico-sanitario e vengano ripristinati ordine e pulizia in un luogo tradizionalmente tra i più importanti del nostro paese.

Sofia Vizzini
07 aprile 2011
© Riproduzione riservata.

Livellato manto stradale nei pressi del Calvario.

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06/04/2011

Comune. Sospeso domani il mercatino settimanale per problemi di carattere igienico-ambientale

 

Comune di Grotte

Riceviamo e pubblichiamo.

COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)

CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE

ORDINANZA N° 7 DEL 6 APRILE 2011

IL SINDACO

PREMESSO che il Comune di Grotte fa parte dell’ATO GESA 2 e, che da diversi giorni le strade ed i marciapiedi di questo Comune sono invasi da depositi di rifiuti;
CONSIDERATO che il protrarsi dello sciopero dei lavoratori addetti alla raccolta dei rifiuti e lo svuotamento dei cassonetti, può determinare gravi problemi di carattere igienico ambientali;
VISTO che lo svolgimento del mercatino settimanale del giovedì, potrebbe rischiare di compromette ancora di più, la situazione, con evidenti problemi per l’igiene pubblica;
SI rende necessario sospendere il mercatino settimanale, del giorno 7 aprile 2011;

O R D I N A

la sospensione del mercato settimanale di Giovedì 07 aprile 2011 per gravi problemi di carattere igienico ambientali.

Tutti gli Ufficiali ed agenti di cui all’art. 12 del Nuovo Codice della Strada sono incaricati dell’esecuzione della presente.

Dalla Residenza Municipale lì, 06 aprile 2011
 

 

 

Il Responsabile di P.O. N° 1
Isp. Capo Antonio Salvaggio

Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato

 

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06/04/2011

Volontariato. L'ADAS di Grotte verso il rinnovo delle cariche sociali

 

L'ADAS di Grotte verso il rinnovo delle cariche sociali.
Manifesto

L'ADAS di Grotte verso il rinnovo delle cariche sociali.
Convocazione

Riceviamo e pubblichiamo.

"
Carissimo Carmelo,
come hai letto nell’allegato, sabato 09/04/11 alle ore 16.00, in seconda convocazione, presso la sede dell’ADAS, avrà luogo l’Assemblea Generale dei Soci che procederà all’elezione del nuovo Consiglio Direttivo della Sezione di Grotte. Subito dopo gli eletti procederanno alla elezione del Presidente, del Vice Presidente e di un Segretario – Amministratore più un paio di Consiglieri, che servono sempre.
Vorrei cogliere l’occasione per invitare la nostra sana e bella gioventù a farsi avanti per un giusto ricambio generazionale, ricordando a tutti noi che, normalmente, quando si cambiano le persone al vertice, di solito quelli che subentrano, portano sempre una ventata di aria nuova, piena di idee buone e propositive e per un certo periodo c’è una gran voglia di fare. Poi magari ci si adagia di nuovo, però nel frattempo sopraggiungono le nuove elezioni e così si va sempre avanti.
Diversamente siamo sempre costretti a vedere le stesse facce e sentire le stesse cose dalle stesse persone e questo è monotonia, appiattimento, e la gente è autorizzata a dire “siemu stufi di vidiri li stessi facci”.
Bisogna darsi una mossa e fare in modo che le idee propositive vengano dai nostri amati giovani".
 

 

   

Per il Direttivo
Pietro Zucchetto

 

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05/04/2011

Racconti. "Un tuffo nel passato"; di Carmelo Luparello

 

Prof. Carmelo Luparello
Prof. Luparello

Una lunga carrellata di ricordi, un flashback che ci riporta indietro ai primi decenni del secolo scorso. La matura, consapevole e disillusa sensibilità di chi, volgendosi indietro, rivede luoghi e personaggi con un distacco "partecipato". Non si tratta di pura invenzione, parto della fantasia, quanto dell'opera di un archeologo della mente che ritrova, passo dopo passo, elementi di una civiltà scomparsa: i "Grottesi" del passato. Riemergono dalla polvere dell'oblio nomi e "nciùrie" delle quali si erano smarrite le tracce; vie, piazze, "curtigli" le cui sole, silenziose rovine rimangono a muta testimonianza di un florido trascorso.
Ci accompagnerà per molto tempo, il prof. Carmelo Luparello, con la sua personalissima testimonianza. Ci farà dono, puntualmente per tante prossime settimane, dei suoi scritti in cui il "sapore antico" emerge con un linguaggio arcaico, puntualmente tradotto, interpretato con perizia (certamente frutto di tanti anni di "pedagogia applicata" nell'insegnamento), a beneficio dei lettori più giovani diseducati alla lingua degli avi.
Iniziando la pubblicazione del 1° capitolo di questo tuffo nel passato, rivolgiamo al prof. Luparello un sentito ringraziamento per questa ricca "eredità immateriale" della quale ci costituisce beneficiari, augurando a tutti una buona lettura.
Carmelo Arnone

UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello

Cap. I

          Quand’ero bambino, abitavo a Grotte, nel Corso Garibaldi, di fronte “lu zì ‘Ntoniu vardiddraru”, cioè di fronte al signor Antonio il sellaio, al numero 86 secondo la vecchia numerazione, da anni ormai cambiata.
          Vi ero nato con l’assistenza della zia Antonietta sposata Polizzotto, una delle due mammane del paese, che, a detta di tutti, era anche la più brava e, quindi, si direbbe oggi, la più gettonata.
          La casa è ancora esistente, anche se non è stata più abitata da quando, nei primi anni Sessanta, è stata venduta. Essa, ormai divenuta fatiscente, è ubicata, grosso modo, in quella parte del Corso che è tra il Calvario e la chiesa Madre, dove un marciapiedi, un po’ più largo, dà inizio alla Via Corano.
          Dopo la scalinata di Via Corano, la strada diventa, per un tratto almeno, pianeggiante, ma allora essa era resa più stretta da tre scale all’aperto: una, grande e piuttosto ripida, che ora non esiste più, apparteneva “a li Ziccarieddri”, soprannome che dovrebbe significare “piccole zecche”. Ma allora, cioè quando ero bambino, “li nciuri”, o soprannomi, non avevano, almeno nelle intenzioni di chi le usava per designare gli altri, nulla di offensivo, servivano soltanto ad individuare meglio le famiglie, anche se era sempre bene usarle lontano dalle orecchie del diretto interessato che, nel migliore dei casi, avrebbe protestato con l’incauto personaggio, ricordandogli che lui un nome e un cognome li aveva.
          Quando, infatti, si voleva capire e far capire agli altri di quale persona o famiglia si parlava, si chiedeva  (o si diceva) sempre: “la nciuria”, cioè : “Il soprannome”.
          Tante volte, infatti, il nome della famiglia, anche se ci abitava accanto, era sconosciuto.
          Tra i soprannomi ne ricordo solo alcuni, ma ce ne dovevano essere tantissimi. Oltre a “Li ziccarieddri” e “Lu vardiddraru”: Addrinaru, Addruzzi, Aviteddra, Baravà, Beccamuortu, Cammaratisi, Carcarazzu, Cientumisi, Cipiciapi, Ciurliddra, Crapuzza, Culu nivuru, Cuntapassi, Druvieri, Facciazza, Farinara, Firticchiu, La pastara, Littichera, Lu fitusu, Lu pupu, Lu tuortu, Macinati, Manchinu, Masharà, Muliddru, Muzzuni, Nascazza, Pipiteddra, Pirpisiddri, Piscialiettu, Puripù, Santarieddru, Scursuni, Signuruzzu, Tariulu,T’inchiappu, Zichi-zichi.
          Il non sapere il nome della famiglia o il fare finta di non conoscerlo era, d’altra parte, almeno in certe occasioni, di aiuto per chi non voleva esporsi a certi rischi. Se, infatti, alla porta di una casa bussavano i carabinieri in cerca di una famiglia di cui conoscevano soltanto il cognome, l’interpellato chiedeva a sua volta: “ Cuomu ci dicinu di nciuria?”, cioè: “Qual è il soprannome?”
          E alla risposta naturalmente negativa dei militari, il malcapitato rispondeva: “Beddra Matri, cca cu stu nomu nun canusciu a nuddru!” cioè: “Ve lo giuro sulla Madonna, qui con questo cognome non conosco nessuno” e chiudeva la porta con una spranga per timore che i carabinieri, non proprio convinti di quello che era stato detto loro, potessero ripensarci, scardinare quindi la porta e penetrare nella sua abitazione.
          Quello che è certo è, però, che “li nciuri” nacquero con un significato negativo. Scrive Antonino Traina sul suo Vocabolario Siciliano-Italiano: “Inciuria, soprannome ridicolo che si appiccica ad alcuno”.
          E il Garzanti, alla voce soprannome, scrive: “Appellativo familiare, scherzoso o ingiurioso, di una persona, diverso dal cognome e dal nome proprio, che prende generalmente spunto da qualche caratteristica individuale”.
          Comunque sia, “la nciuria” era destinata a trasmettersi di padre in figlio, per diverse generazioni. Essa serviva, insomma, a catalogare le persone.
          Nella scala “di li Ziccarieddri” io, a differenza di altri bambini, che tante volte si andavano a sedere proprio sull’ultimo gradino, quello più alto, difficilmente salivo, perché, fin da piccolo, soffrivo di vertigini ed essa era alta e piuttosto ripida.
          L’altra scala, che poteva avere quattro o cinque gradini e terminava in una specie di pianerottolo abbastanza largo, apparteneva “a la zà Caluzza Todaru”, cioè “alla zia Calogera Todaro”, che aveva una casa piccola ma comoda e, soprattutto, sempre pulita, anche se i mattoni erano di “crita”, cioè di argilla, perché la povera donna che vi abitava, se non ricordo male, assieme a una sua sorella, la scopava ogni giorno. Anche di questa scala, oggi, si è perduta la memoria: anni fa è stata abbattuta per creare più spazio, trovandosi essa in un punto dove la strada faceva angolo e quindi si restringeva.
          Ricordo che dalle travi di legno che sorreggevano il tetto di una stanza della casa “di la zà Caluzza”, quella più interna, dalla porta quasi sempre chiusa, pendevano “li trizzi di pumadoru a piruni”, cioè delle reste di pomidoro adatto ad essere conservato per l’inverno per la sua buccia molto resistente e che aveva la forma di una piccola susina. Accanto ad esse c’erano dei meloni gialli che venivano conservati per essere mangiati, anch’essi, nel periodo invernale. Per questo motivo, essi erano chiamati “muluna d’immiernu”, cioè “meloni d’inverno”.
          Una volta che “la zà Caluzza” venne a pranzo a casa mia, invitata da mia madre, ce ne portò uno molto gustoso. Ricordo che ci disse: “Oggi è la giornata più bella della mia vita!”
          A quei tempi ci voleva veramente poco per rendere felice una persona. Perché allora non c’erano le esigenze di oggi e dei vestiti firmati nessuno aveva mai sentito parlare. E, tante volte, in casa i vestiti passavano dal figlio più grande a quello più piccolo, o anche da un cugino all’altro. E di pizzerie ce n’erano poche, almeno nelle nostre parti, perché ancora non era frequente l’uso di andare a mangiare, la sera, una pizza in gruppo. Esistevano, invece, delle trattorie, come quella di “la za Caluzza littichera”, che preparavano, però, solo “roba cotta”, cioè interiora di animali macellati, e “sangunazzu”, cioè sangue di maiale o di vitello cotto, ma esse erano frequentate solo da povera gente che vi si recava per il piacere di ubriacarsi insieme ad altri e ridere dei sollazzi che il vino faceva nascere quasi spontanei, salvo magari poi mettere fuori un lungo coltello, spuntato all’improvviso non si sa come, se oggetto del sollazzo era una della famiglia o del parentado. Ieri come oggi, gli altri li possiamo denigrare e riderci sopra, i nostri…beh nessuno ce li deve toccare, se no sono guai.
          La terza scala, esistente ancora oggi, portava ad una farmacia. Non so chi della famiglia fosse il titolare, se il marito o la moglie, poichè, spesso, tutti e due “servivano” i clienti, ma, con molta più probabilità, la moglie.
          Avevano un figlio solo, ma molto bello. “Un Bambino Gesù” lo avreste detto, per il suo viso paffutello e i capelli lunghi, “a bucculi”, cioè inanellati e di colore biondo, tendente al rosso.
          I locali della farmacia si affacciavano anche in Via Chiasso Leone.
          Qui era il mio regno perché qui conoscevo tutti, ed ero da tutti ben conosciuto, (per tutti ero il figlio “di lu zì Ramunnu”, cioè il figlio “dello zio” Raimondo) e qui la sera, specialmente nel periodo estivo, quando ancora “nunn’avivamu scinnutu fori”, cioè non ci eravamo ancora trasferiti in campagna, prima di andare a letto la sera, giocavo con altri bambini e bambine del vicinato.
          Le strade, allora, si riempivano di gente, specialmente di donne, vecchie e meno vecchie o, addirittura giovani, che, sedute sulle sedie che si erano portate “d’intra”, cioè da casa, o sullo “scalone” davanti a una porta, prendevano, come si suol dire, due piccioni con una fava. Esse, infatti, sparlando di questo o di quello, passavano il tempo e risparmiavano anche i soldi “della luce” o “del petrolio” perché le lampade o il lume erano tenuti spenti per tutto il tempo che esse stavano fuori.
          Le più fortunate tenevano accesa solo una piccola lampada votiva, posta su una mensola, davanti alla foto di un loro prossimo congiunto morto, padre o marito. E quella luce fioca impediva loro di andarsi a sbattere quando, mezze addormentate, rientravano a casa, come di notte la stella polare impedisce ai naviganti di andare a finire in posti non desiderati, magari sugli scogli.
          Lo sparlare era il passatempo preferito un po’ da tutti, e ogni donna si adoperava a non far mancare ad esso il proprio personale contributo, arricchendolo con notizie in suo possesso. Poi magari, tutte insieme, recitavano il Santo Rosario, così, una volta che c’erano, adempivano anche il loro dovere di brave cristiane.
          A sentirle parlare, soltanto esse erano senza difetti: tutte le altre non si potevano minimamente paragonare a loro, vuoi per morigeratezza dei costumi, vuoi per la perfezione del loro corpo, unico al mondo.
          “La canusciti a la figlia di la zà Sabbeddra? Iu la vitti aieri matina a la funtana, doppu tantu tiempu ca nun la vidiva; mamma mia chi si fici ladia! Fa scuncirtari lu stomacu! Prima unn’era accussì, quann’era carusa! E può ddru piettu! Ci l’atu vistu lu piettu? Pari ca ci havi  du chiumazza ca ci puonnu addrattari du scecchi! E lu culu? L’havi quantu lu tunnu di ma nanna!- Mancu si fussi na matri batissa!” diceva una donna. Cioè: “ Conoscete la figlia di zia Isabella? Io l’ho vista ieri mattina alla fontana, dopo tanto tempo che non la vedevo; mamma mia com’era brutta! fa vomitare! Prima non era così, quando era ragazza! Glielo avete visto il petto? Sembra che ci abbia due cuscini! Talmente grande che lo possono succhiare due asini. E il culo? Ce l’ha quanto il tavolo rotondo di mia nonna! Nemmeno una madre badessa ce l’ha così!”
          E un’altra, sospirando e con una punta d’invidia: “Eppuru un muorsu di maritu lu capità sta cosa ladia, e anchi buonu cumminatu, ca havi na grossa proprietà e lu sceccu! Certi fimmini cchiù ladi su, cchiù furtunati sunnu; si può su bagasci, miegliu ancora, ca l’uomini su cuomu li muschi, quannu vidunu lu meli: ci cadinu ca è ‘na meraviglia”, cioè: “Eppure uno straccio di marito lo ha trovato, questa cosa brutta, e anche benestante, perché ha una grossa proprietà e l’asino! Certe donne più brutte sono, più sono fortunate! Se poi sono bagasce, meglio ancora, perché gli uomini sono come le mosche, quando sentono l’odore del miele: ci cascano che è una meraviglia!”
          Discorsi di questo genere erano, quasi ogni sera, all’ordine del giorno tra le donne, quando, però, gli uomini, genitori o fratelli o anche vicini, non potevano sentire, se no avrebbero potuto pensare male di loro e sparlarle col pericolo che poi non si sarebbero potute maritare. E questo per una donna era, allora, quanto di più terribile si potesse temere, anche se mia madre, buon’anima, era solita dire: “Ni restano spichi a metiri? E mancu fimmini a maritari!” cioè :” Rimangono forse nei campi delle spighe da mietere? Così non rimangono neppure donne da sposare!” Ma non si sa mai! Meglio evitare certi discorsi o certi atteggiamenti compromettenti.
          Davanti agli uomini bisognava, perciò, mantenere un certo decoro e non solo nel vestire, ma anche nel parlare. Per questo le vesti erano lunghe e le camicie bene abbottonate, anche se ognuna di loro avrebbe preferito essere ammirata e di nascosto cercava di capire se quel giovanotto che passava davanti alla sua porta, quando lei era affacciata o seduta sullo scalone di casa, la guardava magari di sottecchi. L’importante non farlo capire.
          “Se no, c’hanna a diri li cristiani?”, cioè : “Che cosa deve pensare la gente?”
          Perché, a quei tempi, si faceva ogni cosa in funzione della gente. E certe cose si sarebbero fatte volentieri solo se gli altri non lo avessero saputo.
          “La genti nun sa va fari parlari”, cioè ”bisogna sempre fare in modo che la gente non parli” (dove per parlare si intendeva sparlare).
          Di me le donne si fidavano, forse perché ero bambino e, secondo loro, certe cose non le potevo capire e, non capendo, anche se le sentivo, o non ci avrei fatto caso o le avrei subito dimenticate. Almeno secondo loro.

Carmelo Luparello

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 5 aprile 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.

 

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04/04/2011

Scienza. Incontro sulla missione CryoSat e Riconoscimento del Comune al dott. Tommaso Parrinello

 

Video
Il dott. Tommaso Parrinello ospite di "Domenica è sempre Domenica" su Teleacras
Intervista da Egidio

Servizio dei VG di Teleacras sull'incontro scientifico a Grotte con il dott. Tommaso Parrinello
VG di Teleacras

Incontro scientifico con il dott.Tommaso Parrinello
Incontro 1^ parte

Incontro scientifico con il dott.Tommaso Parrinello
Incontro 2^ parte

Incontro scientifico con il dott.Tommaso Parrinello
Incontro 3^ parte

Due giorni intensi ed impegnativi, ma pieni di grande soddisfazione. Il 25 e 26 marzo il dott. Tommaso Parrinello, primo italiano a rivestire l'incarico di "Mission Manager" presso l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), è stato impegnato nel campo della divulgazione scientifica ad Agrigento ed a Grotte. Il giovane scienziato è stato ospite, il primo giorno, presso il Liceo Scientifico "Leonardo", del quale era stato eccellente alunno oltre 25 anni prima. Nel pomeriggio ha accettato l'invito presso gli studi di Teleacras, ospite d'onore della trasmissione "Domenica è sempre Domenica", condotta da Egidio Terrana ed Elettra Curto. Il 26 mattina ha incontrato gli alunni dell'Istituto Comprensivo "A. Roncalli" di Grotte, le cui aule lo hanno visto diligente e studioso alunno. Nell'occasione erano presenti, insieme al Dirigente Scolastico Stefana Morreale, anche il Sindaco Paolo Pilato, l'Assessore Piero Castronovo ed il Presidente del Consiglio d'Istituto Giovanni Castronovo. I ragazzi, dopo aver assistito in silenzio alla relazione dello scienziato, hanno colto l'occasione per rivolgergli spontaneamente alcune domande, alle quali il dott. Parrinello ha risposto mostrando, al di là delle specifiche competenze, una grande capacità divulgativa unita ad una innata simpatia; caratteristiche apprezzate anche dai docenti e dai collaboratori scolastici.
Nel pomeriggio ha partecipato, in qualità di relatore e gradito ospite, all'incontro scientifico avente come tema: "Dalla Terra per la Terra", svoltosi nella sala consiliare "Antonio Lauricella" del Comune di Grotte.
L'incontro ha visto la partecipazione dell'Arciprete di Grotte, don Giovanni Castronovo, che nel ricordare l'impegno giovanile del dott. Parrinello, lo ha additato come esempio alle nuove generazioni. L'assessore Piero Castronovo (organizzatore degli incontri con gli alunni del "Roncalli" e con tutta la cittadinanza), nel suo intervento ha evidenziato l'orgoglio del paese di Grotte nel vedere un suo "figlio" raggiungere incarichi di prestigio e di rilievo non soltanto in campo nazionale ma anche internazionale. Di seguito hanno preso la parola il Vice Presidente del Consiglio comunale Giacomo Costanza, il Consigliere Paolo Fantauzzo ed il Presidente del Consiglio comunale Angelo Collura.
La prima parte dell'incontro si è conclusa con l'intervento del Primo Cittadino Paolo Pilato.
Durante la sua relazione, il dott. Parrinello ha illustrato brevemente il lungo cammino dell'uomo dapprima alla conquista dello spazio, rivolto verso gli altri corpi celesti, poi l'utilizzo dei satelliti alla scoperta del nostro pianeta: "Dalla Terra per la Terra". Ha spiegato come le conquiste della scienza nel campo dell'esplorazione spaziale, lungi dall'essere lontani da un riscontro pratico, in realtà coinvolgano quasi ogni aspetto della nostra quotidianità. Si pensi ai sistema di navigazione (il "Tom tom" solo per fare un nome), ai rilevatori di posizione GPS, alle comunicazioni tramite cellulari, allo scambio di dati ed informazioni per il funzionamento di reti di comunicazione (come internet), alle immagini meteo, nonché all'impiego in ambito civile delle numerose tecnologie nate proprio dalla ricerca nel campo spaziale (dalle prime scarpe ginniche "Mecap" alle moderne fotocamere digitali...). La relazione è proseguita con la presentazione della missione spaziale CryoSat, diretta dallo scienziato grottese, avente lo scopo di acquisire informazioni essenziali sui cambiamenti continui del nostro pianeta.  Per la prima volta si potrà misurare con grande accuratezza e precisione lo scioglimento dei ghiacciai marini nell'Artico e dei ghiacci continentali; attraverso tali dati si potrà capire quali saranno le conseguenze sul clima nei prossimi 50 anni. Emozionati, per il pubblico in sala, le immagini del lancio del satellite, accompagnate dalla descrizione del dott. Parrinello che è riuscito a trasmettere efficacemente la carica emotiva di quegli storici momenti. Un lungo scrosciante applauso ha accompagnato la conclusione della relazione, al temine della quale il Sindaco Pilato ha consegnato al Fisico una targa recante la dicitura: "Al concittadino Dott. Tommaso Parrinello, per il prestigioso ruolo svolto presso l'Agenzia Spaziale Europea come primo italiano Missione Manager. Orgogliosi, le Istituzioni Municipali e la comunità grottese tutta, plaudono al Suo successo". Da parte dell'ESA, per il Comune di Grotte, in omaggio un bassorilievo della Groenlandia (oggetto degli studi del satellite) recante la scritta "CryoSat". In conclusione dell'incontro, un omaggio floreale, da parte dei parenti, al dott. Parrinello ed il taglio e la degustazione di una grande torta a tema.

Carmelo Arnone
04 aprile 2011
© Riproduzione riservata.

Pubblichiamo a lato:
- alcune immagini degli incontri (12 foto di © Associazione Culturale "Punto Info" e 62 foto di  © Salvo Lo Re "President");
- il video della puntata di "Domenica è sempre Domenica";
- il servizio video del VG di Teleacras;
- il video integrale dell'incontro al Comune di Grotte.

Si ringrazia per la disponibilità lo staff di Teleacras, della trasmissione "Domenica è sempre Domenica" e di Studio 98.
Un particolare ringraziamento per la preziosa collaborazione a Salvo Lo Re "President" ed a Sara Arnone.

Incontro scientifico con il dott.Tommaso Parrinello
Foto
al "Roncalli"

Incontro scientifico con il dott.Tommaso Parrinello
Foto
al Comune

Tommaso Parrinello "Mission Manager" all'Agenzia Spaziale Europea.
Tommaso Parrinello

Sabato 26 marzo, doppio appuntamento a Grotte, sulla missione CryoSat, del dott. Tommaso Parrinello
Manifesto


Sito dell'ESA

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04/04/2011

Musica. La Banda Bellini alla "Rassegna Regionale delle marce funebri" di Ispica

 

Banda "V. Bellini" - Grotte
Foto di Gruppo

La Banda Bellini alla "Rassegna Regionale delle marce funebri" di Ispica
Manifesto

L'antica tradizione delle marce funebri grottesi, con le sue caratteristiche di unicità, sarà uno dei temi principali della "Rassegna Regionale sulla letteratura delle marce funebri di tradizione popolare", giunta alla 6^ edizione, che si svolgerà ad Ispica il prossimo 18 aprile. A rappresentare la cultura musicale grottese sarà il Complesso Bandistico "V. Bellini", diretto dal M° Salvatore Mercato, che eseguirà due tra le più famose marce, la cui trascrizione è opera del compianto M° Stefano Patanella: "A mia madre", meglio nota come la "40" e "Una lagrima per Felice Cavallotti", detta la "34". Le partiture originali, vergate a mano, sono tra i più preziosi cimeli custoditi nell'archivio della Banda.
Il successivo 20 aprile, il Complesso Bandistico, guidato dal Presidente Calogero Todaro, sarà a Caltanissetta per partecipare attivamente alla processione delle "Variceddri".
Ulteriori informazioni sulla storia e le attività del Complesso Bandistico "V. Bellini" sono disponibili sul nuovo sito della Banda.

Vedi il sito del Complesso Bandistico "V. Bellini" Visita l'argomento

Banda "V. Bellini" - Grotte
Vedi il sito

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02/04/2011

Comune. Iniziati i lavori di cinque cantieri per il miglioramento della viabilità

 

manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Via G. Da Procida
Via Da Procida

manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Via G. Da Procida
Via Da Procida

Sono iniziati lo scorso 22 marzo e si concluderanno entro l'11 giugno i lavori dei cinque cantieri, in svolgimento a Grotte, finanziati con le risorse del Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS) 2007-2013.
Nelle attività trovano impiego 15 lavoratori per ciascun cantiere, nonché diversi architetti ed ingegneri in qualità di "direttore dei lavori" e di "coordinatore della sicurezza".
Dei cinque cantieri, tre riguardano strade comunali interne:
- manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Via G. Da Procida (euro 113.965,16); è una traversa di Corso Garibaldi, nel centro del paese;
- manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Piazza Fratelli Bandiera, nel tratto compreso tra Via Bentivegna e Via Dante (euro 106.790,48); si tratta della piazzetta antistante la chiesa di San Rocco;
- manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Via Lincoln, nel tratto compreso tra la Via Acquanova e la Via Cairoli ed il Cortile Pisacane (euro 113.559,20); ampia zona abitata nei pressi del "Sacramento".
Gli altri due cantieri interessano strade comunali esterne, ed in dettaglio:
- manutenzione straordinaria della strada esterna comunale Falcia, nel tratto compreso tra la S.P. n° 15 Grotte - Bivio Caldare e la strada comunale Falcia - Racalmare - San Benedetto (euro 113.865,20); tale strada rappresenta un importante punto di collegamento tra le due principali arterie extraurbane che congiungono Grotte con il capoluogo e con le direttrici verso Palermo e Caltanissetta; l'importanza di questa bretella stradale sarà accresciuta con i due interventi previsti relativi al rifacimento della via di fuga "Grotte-San Benedetto" e della realizzazione della strada di collegamento tra Piazza Antonio Carlisi (piazza cimitero) e la stessa via di fuga;
- manutenzione straordinaria della strada esterna comunale Empifosse (euro 111.576,32); strada senza uscita di ridotto traffico veicolare a servizio prevalente dei fondi rurali raggiunti.
I cantieri, i cui finanziamenti in totale superano i 500.000 euro, rappresentano un'occasione di reddito per le famiglie dei numerosi lavoratori impiegati nelle attività, nonché un investimento per il miglioramento della viabilità stradale urbana ed extraurbana.

Carmelo Arnone
02 aprile 2011
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manutenzione straordinaria della strada esterna comunale Empifosse
Strada Empifosse

manutenzione straordinaria della strada esterna comunale Empifosse
Strada Empifosse

manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Piazza Fratelli Bandiera
Piazza F.lli Bandiera
manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Piazza Fratelli Bandiera
Piazza F.lli Bandiera
manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Via Lincoln
Via Lincoln
manutenzione straordinaria della strada comunale interna denominata Via Lincoln
Via Lincol
manutenzione straordinaria della strada esterna comunale Falcia
Strada Falcia
manutenzione straordinaria della strada esterna comunale Falcia
Strada Falcia

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02/04/2011

Lettere. "Verso quale bene orientare i nostri passi"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Carmelo,
ho letto le lettere di don Paolo e del dott. Vitello, ancora una volta dimostrano di essere capaci di vedere e non di guardare. Vedi, "guardare" è una forma di comprensione della realtà che si sofferma solo su alcuni aspetti della sua totalità, quelli più appariscenti e meno importanti, e che soddisfa un riflesso fisiologico. Appaga la percezione visiva, ma rimane una sorta di limbo superficiale, che non coinvolge nel profondo.
"Vedere" la realtà, al contrario, è comprenderla tutta, entrarci dentro, partecipare e abbracciarla. Don Paolo e il dott. Vitello, sono capaci di sguardi in grado di "vedere".
Detto questo, io dico che nella vita occorre un po’ di fortuna. Non mi riferisco al vincere al lotto oppure al nascere belli, alti e biondi, ma a quella fortuna che è fatta soprattutto di forza interiore, di capacità di affrontare la durezza della vita, di sapersi rimettere in piedi dopo ogni inciampo. Ciò che dice il dottor Vitello è verissimo. Se le persone che ci circondano continuano a proteggerci, non andremo troppo lontano, tanta bambagia intorno non aiuta. Quella che può sembrare la fortuna di essere protetti, si può rivelare, la sfortuna di non imparare a farcela da soli.
Georges Bernanos, sentendo pronunciare al sacerdote che lo assisteva sul letto di morte parole di conforto, rispose "Io non sono responsabile per quello che ho creato, sono responsabile solo di quello che non sono riuscito ad essere".
La famiglia non può essere il naturale bastione contro l’inesorabile erosione del mondo. Il nucleo familiare non può mettere al riparo dall’insieme delle nostre continue omissioni. Quello che può fare, è consentire di poter rimediare agli errori personali, e in modo forse indiretto ma non per questo con riflessi meno immediati sul piano sociale, aiutare a trasformare anche la sfera morale. Rendendo capaci di mettere in atto, una revisione dei comportamenti. Una sorta di riesame fatto di approfondimenti significativi, che spinga ad ampliare non solo il campo delle opinioni ma anche di quelli che, con un termine a volte fin troppo sfruttato, chiamiamo orizzonti.
Tra i giovani c è un ritardo esistenziale che per molti rischia di diventare disagio. Ma in giro ci sono anche tanti trentenni e quarantenni creativi, attivi, combattenti, che occupano già da tempo posizioni di prestigio, in grado di incidere sulla società. Ecco, io mi chiedo perchè per loro il ritardo esistenziale non c'è stato, dato che stanno cambiando logiche socio-economiche e culturali che sembravano immutabili. Mentre tanti altri impegnano le proprie energie a compiangersi, a lamentare la mancanza di opportunità senza muovere un dito per crearle.
Non sarà forse anche l’atteggiamento individuale, la capacità di assumersi responsabilità, la voglia di farlo, la propensione a essere artefici della propria vita a fare la differenza?
Si, è anche in questa direzione che occorre indirizzare gli sforzi. Io sono convinta che il benessere individuale, e quindi di una società, passi attraverso la possibilità di perseguire la propria realizzazione come persona, in tutti i momenti della vita. E la consapevolezza che ognuno di noi è chiamato a farlo.
Le leggi possono e devono favorirlo. Ma non possono sostituirsi alla responsabilità dei singoli a proposito della propria vita. Non farò un appello a tornare a certi valori, anche perchè il mio amico Camus, diceva che i valori se non hanno un gancio al quale reggersi sono destinati a cadere.
D'altronde che cos’è un valore e che cosa non lo è, lo sappiamo tutti. La libertà, la vita, la famiglia, l’educazione, la scuola, l’onestà, la competenza, la politica, la fede, l’amore... sono tutti valori.
Quello che invece non sappiamo è il come interiorizzarli, come proporli e che cosa fare per renderli concreti nella nostra e nell’altrui vita.
Per questo io sostengo che prima dei valori bisogna parlare del loro fondamento. E su cosa è questo fondamento, io non ho dubbi: è l’uomo.
L’uomo non può essere solo il centro della vita, ma ne deve essere il fondamento stesso. Rendendo testimonianza alla vita, magari senza grandi parole, semplicemente manifestando il senso delle sue scelte.
Bisogna saper vivere il nostro tempo, anche perchè non ne abbiamo un altro. E anche se difficile e complicato, esso resta l’unico da vivere, da capire.
Magari riflettendo lucidamente sul male che esso veicola.
Potrebbe essere un’occasione per scegliere verso quale bene orientare i nostri passi.
Cordiali saluti".

 

 

 

Silvia Carli

 

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01/04/2011

Attualità. Segnalazione di pericolo per un pitbull randagio; di Gioacchino Allegro

 

Segnalazione di pericolo per un pitbull randagio

Riceviamo e pubblichiamo.

"Ciao Carmelo,
mentre mi recavo con la moto a gettare l'immondizia nel cassonetto che si trova in via Padre Annibale Di Francia, all'altezza del Panificio Costanza, un pittbul di colore bianco intento a rovistare tra le immondizie ha tentato di aggredire un ragazzo su di un ciclomotore; poi ha tentato di aggredire anche me.
Se fosse stato un bastardino non mi sarei preoccupato, ma era un pericoloso pittbul, credo randagio (non aveva la museruola).
Ho visto in piazza un vigile a cui ho riferito l'accaduto. Mi ha detto che non essendoci a Grotte un canile non possono fare niente.
Dobbiamo aspettare che aggredisca un bimbo prima di intervenire!?
Puoi fare qualche cosa tu?
Grazie e cordiali saluti".

 

   

Gioacchino Allegro

 
 
Dalla Redazione.
Noi possiamo segnalare il fatto, affinché gli organi competenti si sentano sollecitati ad agire di conseguenza, ed i nostri concittadini siano coscienti del pericolo.
Grazie a Lei per essersi attivato nell'informarci dell'accaduto, e per la fiducia nei riguardi della nostra redazione.
 
   

Carmelo Arnone

 

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01/04/2011

Lettere. "Un serio esame di coscienza"; del Dott. Salvatore Filippo Vitello

 

Dott. Salvatore Filippo Vitello - Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme
Dott. Vitello

Riceviamo e pubblichiamo un intervento del dott. Salvatore Filippo Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, in riferimento alla lettera di don Paolo Morreale.

"La lettera di don Paolo è davvero commovente perché esprime una genuinità ed una intensità di sentimenti che induce in ciascuno di noi un serio esame di coscienza.

Nella mia vita da qualche anno viene spesso, a cadenza più o meno semestrale, il tempo di bilanci. La lettera di don Paolo rappresenta una sollecita vibrazione a ritornare ad uno di quei momenti.
Se mi guardo nella sincerità della mia coscienza e cerco di riassumere il senso di quello che sono, penso di non andare lontano dal vero nel definirmi, in ogni senso in cui ciò può essere inteso, un non combattente. Fin da ragazzo ho rifiutato ogni tipo di violenza e quando anche, da bambino e fino alla prima adolescenza, l'ho qualche volta esercitata me ne sono sempre disgustato e pentito. Inizialmente era una prospettiva inconsapevole poi è diventato qualcosa di riflesso. Direi che in questa mia posizione sono diventato un estremista, anche tra i cattolici.
Questo mio orientamento che ho cercato di esprimere mi ha portato ad essere piuttosto schivo, da qui il mio errore di fondo, che è quello di avere trascurato per anni il mio paese, che è stato come negare un po’quello che sono, poiché tutto quello che sono lo devo al luogo in cui sono nato e cresciuto ed ai miei concittadini, con cui ho condiviso il percorso più importante della mia vita, vale a dire la crescita.

Ha dunque perfettamente ragione don Paolo, miei cari adulti se non sappiamo guidare i percorsi di crescita dei nostri giovani abbiamo fallito. Avremmo dato loro un finto benessere. Nel momento in cui nostro ruolo cesserà non sapranno andare avanti da soli e cadranno nella disperazione.

Ho da poco colto l’importante strumento che ci offre con sacrificio ma anche con amore il bravo Carmelo Arnone. Carmelo, con il suo sito, ci offre, molto più chiaramente di prima, il panorama del nostro mondo che è fatto di tantissime divisioni e polemiche, personali e collettive, oltre che di alte idealità e di impegno civile talvolta intensissimo (quello di don Paolo, che non conoscevo, è veramente esemplare, ma se ho capito bene don Paolo ha colto una bella eredità, che è quella del padre, Pino Morreale, persona molto impegnata nella vita civile del paese e dotato di grande entusiasmo. Pino, lo ricordo bene ha lavorato con noi all’epoca giovani e ci ha aiutato a crescere, il figlio ne ha raccolto l’eredità).

Il nostro è un ambiente piuttosto difficile, anche se non so quanto ce ne rendiamo conto, appunto perché solitamente ce ne stiamo, vorrei sbagliarmi, con quelli della nostra fazione e quindi ci muoviamo sempre “schierati”, con una sorta di pregiudizio, che oramai non ha veramente più senso, anche perché i problemi, come racconta don Paolo, sono trasversali e coinvolgono la responsabilità di tutti.
Con i miei interventi su questo sito, ho cercato di proporre una prospettiva diversa. Mi pare anche di essere stato inteso talvolta. Ma vedo che quasi sempre poi le divisioni prendono il sopravvento.

Allora penso che se riuscissimo a conoscerci meglio scopriremmo probabilmente di pensarla allo stesso modo su molti argomenti.

Forse mi sbaglio ma credo che la dirigenza locale debba preoccuparsi di creare maggiori occasioni di incontro. E' una cosa della quale mi preme molto lasciare traccia ed è soprattutto per questo che scrivo, traendo spunto da quello che si dibatte in questi nostri fori telematici. Ma, in fondo, mi sono accorto che non ho scritto solo per voi, miei interlocutori espliciti, ma in primo luogo per lasciare qualche cosa di più chiaro su di me ed i miei figli, ed ai figli del mio amato paese. E, in effetti, facendo mostra di trattare delle nostre cose, ho ripercorso la mia vita e quella delle generazioni che con me hanno condiviso, l’esperienza scolastica, l’impegno nella chiesa e nella società civile, e poi la mia vita professionale e religiosa.

Perché miei cari amici attempatelli come me non iniziamo a percorrere, tutti insieme, questa strada?

Io qui in Calabria vado spesso in tutte le scuole di ogni ordine e grado ed i giovani mi chiedono di parlare del mio lavoro e della mia vita e vedo che sono contenti, perché hanno bisogno del seme della testimonianza per far germogliare una vita migliore.

Cari paesani dobbiamo con orgoglio dire grazie a don Paolo ed alla sua famiglia per averci regalato un giovane di questa tempra".

 

   

Salvatore Filippo Vitello

 
         

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