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"Leggere e amare" di Giovanna Lauricella di GIOVANNA LAURICELLA
 

Molto forte, incredibilmente vicino
di Jonathan Safran Foer (ed. Guanda, 2005)

 

Jonathan Safran Foer: Molto forte, incredibilmente vicino

Il romanzo è uno di quelli che in un primo momento spiazza: ci sono pagine di cui non si riesce a cogliere il senso ed altre con una sola parola, tratti di penna rossa, parti che sembrano slegate, foto di particolari ingranditi a dismisura.
Ma è solo un’impressione momentanea, perché il tema centrale è di quelli che, a cinque anni di distanza, continuano a sconvolgerci: l’attacco alle torri gemelle dell’11 settembre.
In effetti però, come scopriremo a poco a poco, il tema vero è forse quello del dolore universale o anche, se si preferisce, del desiderio di esorcizzare il più grande di tutti i dolori, quello legato alla perdita delle persone care.

Protagonista è un bambino: sì perché questa immensa tragedia è rivissuta attraverso il cuore e la mente del piccolo Oscar, che ha ascoltato, da solo, a casa, la registrazione delle telefonate del padre, rimasto imprigionato in una delle torri e che non ha avuto il coraggio di rispondere all’ultima, quella, concitata e convulsa, che precede il silenzio.
La storia parte da lì, ed è una storia che assume anche i contorni di una favola, perché Oscar, alla ricerca costante, nella sua muta disperazione, di qualcosa che lo tenga legato al suo amatissimo papà, trova, dentro un vaso azzurro, una chiave ed una busta con un nome, “Black”.

Chi è Black? Quale serratura apre quella chiave? E qual è il mistero che avvolge anche la famiglia di suo padre, sopravvissuta, alla fine della seconda guerra mondiale, al tremendo bombardamento di Dresda? Sì, perché la tragedia dell’11 settembre richiama altre tragedie, quasi a chiudere il cerchio del dolore universale: oltre a Dresda, c’è infatti anche un richiamo ad Hiroshima, ma alla fine , a poco a poco, le varie storie si legano, tutti i misteri si ricompongono ed anche quelle pagine senza senso e quelle foto trovano una loro logica.

Gli ingredienti della favola – anche se di una favola tragica - ci sono però tutti, a partire dal protagonista, senza macchia e senza paura (veste solo di bianco), che inizia la sua ricerca (la queste degli antichi romanzi cavallereschi) in un mondo pieno di insidie (non usa mai i mezzi pubblici e percorre a piedi tutte le strade di una New York ferita a morte), anche se con i piedi pesanti (un’espressione americana che indica la tristezza) e con un accompagnatore improbabile, come lo sono spesso gli accompagnatori dei grandi personaggi della letteratura, come il Sancho Panza di don Chisciotte.

Una composizione assolutamente geniale, che sorprende tanto più se si pensa alla giovane età dell’autore, Jonathan Safran Foer (nato nel 1977), il quale già nel 2002, col suo romanzo di esordio, Ogni cosa è illuminata (da cui è stato di recente tratto un film), aveva stupito la critica di tutto il mondo e che è riuscito a confermare e consolidare tale stupore con questo nuovo straordinario romanzo.
(Giovanna Lauricella)

L’AUTORE
Jonathan Safran Foer è nato a Washington nel 1977 e vive a New York. Il suo romanzo d’esordio, Ogni cosa è illuminata, è stato pubblicato da Guanda nel 2002.

I GIUDIZI:
"Il secondo romanzo di Jonathan Safran Foer è quanto di meglio si potesse desiderare: ambizioso, pirotecnico, enigmatico e soprattutto, nel suo ritratto dell'orfano Oskar, estremamente commovente. Ha ogni diritto di racchiudere in sé la tragedia dell'11 settembre... Un risultato eccezionale."
Salman Rushdie

"Uno scrittore straordinario."
Fernanda Pivano

"Jonathan Safran Foer è l'impassibile bambino prodigio della letteratura americana."
D di Repubblica


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