Non credo a questo natale
infiocchettato e pieno di luci.
Non credo a un natale
usuale e vuoto.
Non credo che sia natale
con le bombe e i morti per la via.
Non credo ad un natale
ricco di liturgia ma povero di amore.
Natale è ogni giorno
quando abbracciamo il diverso.
Il povero, l’immigrato, chi ha bisogno di noi.
Fino a quando non succederà
sarà solo illusione.
Un frenetico rito
che ci travolge e ubriaca e
che impropriamente noi
chiamiamo natale.
Poesia.
"Vindica te tibi", di
Michelangelo Palermo
Michelangelo Palermo
Braccia conserte
Sembra di vederlo
ancora, lui, la “Grande Anima”, avvolto nella sua semplice tunica bianca,
seduto, i piedi incrociati, il dolce sorriso sulle labbra. Pare suo questo
inno alla dignità umana, alla ribellione contro ogni forma di oppressione.
Questo grido potente, invito alla consapevolezza. Per riflettere sul nostro
ruolo nella società, sulle dinamiche di potere che la governano. Una poesia
che trascende i confini del contesto storico e sociale, divenendo
un'esortazione universale a lottare per la giustizia e l'uguaglianza.
Semplice e diretto il linguaggio, mostra come un gesto apparentemente
insignificante, incrociare le braccia, possa diventare un atto di resistenza
e un simbolo di speranza. Un invito a ribaltare le gerarchie, a interrogarci
sul senso del nostro lavoro e sulla necessità di costruire un mondo più
giusto ed equo. Ironico il finale, un ringraziamento rivolto ai 'padroni';
raggiunta consapevolezza dell’autore. Anch’io ho un sogno: una lotta senza
nessuna violenza, senza alcun atto di forza, semmai con un semplice atto di
rinuncia e di debolezza: lasciar fare, lasciar scorrere.
Carmelo Arnone
“VINDICA TE TIBI”
(I have a dream too)
Basterebbe
che tutti i lavoratori,
gli sfruttati i soldati i servi e i deboli
dopo aver risposto buongiorno
mettessero le braccia conserte.
Adesso signori
padroni della nostra vita
e della nostra morte
fate voi, fate da soli.
Fate tutto quello
che da sempre abbiamo fatto noi
con le nostre mani
con i nostri pensieri
con le nostre sofferenze
con i nostri lutti
dacché Iddio ha creato questo ordine.
Da oggi fatelo voi. Da soli.
E, dimenticavo,
naturalmente molte grazie.
Anche noi sappiamo essere cortesi.
Gli esseri umani
leggono libri spirituali.
Un libro non è per leggerlo
o soltanto per sfogliarlo,
il libro ha un contenuto
e vuole dire qualcosa a chi lo legge.
La persona legge e pensa:
“Devo ricordarmi questa frase”.
Caro amico, se tu inserisci questa frase
come beneficio per la tua vita,
questa frase potrebbe aiutarti
nel tuo modo di pensare
e di comportarti.
Gli esseri umani
vanno nelle chiese per trovare Dio,
e non lo trovano.
Non lo trovano recitando il Rosario,
e nemmeno in preghiere formulate,
litanie e nell’Eucaristia.
Gli esseri umani
invocano in preghiera i loro santi
che sono loro di esempio.
E malgrado tutto,
in questo mondo
si fa sempre più buio.
Gli esseri umani
senza alcuna pietà
uccidono milioni di animali
in occasione della festa dell’amore
e a tavola mangiano animali
che sono morti in modo atroce.
Gli esseri umani
sono contenti per la gioia di ritrovarsi
tra persone che si amano,
sia tra famigliari che tra amici,
sia per Natale
che per l’ultimo dell’anno,
e per un giorno o due
non si sentono soli.
Gli esseri umani
cercano di divertirsi qua e là,
per esempio in locali
o in interi centri di divertimento,
e si sentono lo stesso
interiormente vuoti e soli.
Gli esseri umani
fanno amicizie,
trovano compagni,
concludono matrimoni
e fanno figli,
e ciò nonostante nel corso del tempo
ognuno si sente solo.
I giorni passano per l’essere umano
e ognuno fa le proprie esperienze,
qualcuno ha avuto occasioni di divertirsi,
un’altro ha sopportato
tanta sofferenza e preoccupazioni,
pene e afflizioni, anche in famiglia.
I giorni passano per gli esseri umani
e nella vecchiaia, riflettono su sé stessi
e sul proprio passato,
facendo emergere in loro
immagini di gioia e di vita
che permettono di riconoscere
che, in fondo, è stato tutto buono e bello,
anche ciò che è stato meno buono.