Grotte.info Quotidiano - Giugno 2016 |
30/06/2016 |
Servizi. Dal 1° luglio in vigore i nuovi orari di apertura al pubblico degli uffici comunali |
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I nuovi orari di apertura al pubblico degli uffici comunali e della
biblioteca di Grotte.
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COMUNE DI
GROTTE
(Provincia di Agrigento)
Il Sindaco
informa
la cittadinanza che, in esecuzione dell'ordinanza n° 10
del 28/06/2016, l'orario di lavoro degli uffici comunali per il periodo 01
luglio 2016 - 31 agosto 2016 sarà così articolato:
- dal lunedi al venerdi dalle ore 07.45 alle ore 14.15;
- mercoledi dalle ore 16.00 alle ore 19.30.
L'orario di lavoro della Biblioteca comunale, per il periodo anzidetto, sarà
così articolato:
- dal lunedi al sabato dalle ore 08.00 alle ore 14.00.
Grotte, lì 30/06/2016 |
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Il Sindaco
Paolino Fantauzzo
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30/06/2016 |
Proteste. Erbacce alla ex
scuola "Sciascia" e pulizia parziale; di Fabio Bellomo |
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Le condizioni degli spazi esterni dell'edificio che ospitava il plesso
"Sciascia" e la parziale eliminazione delle erbacce, nella lettera di
protesta del presidente di una delle associazioni che sono ospitate nella
struttura.
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"Caro Direttore,
scrivo come Presidente del gruppo folk “Herbessus”.
In tutti questi anni, ben 15, siamo stati bistrattati da quasi tutte le
Amministrazioni che si sono succedute tranne quella di Orlando.
In questi giorni, il Comune ha mandato un operatore per pulire la ex scuola
Sciascia (dove molte associazioni fanno attività culturali); ho potuto
constatare che la nostra Amministrazione ha figli e figliastri.
Io più volte ho sollecitato l’Amministrazione alla pulizia della struttura;
mi hanno risposto che a breve dovevano pulirla, cosa che è avvenuta soltanto
venerdì 24 e sabato 25 mattina.
Da dove nasce il mio disappunto, come responsabile del mio Gruppo?
L’operatore mi aveva assicurato che doveva pulire tutta l’intera zona della
ex scuola, come le altre volte; invece sabato ha pulito solo una parte
(sicuramente su comunicazione dell'Amministrazione, davanti al locale di una
associazione che la sera ha utilizzato quello spazio pulito per una festa),
ha raccolto la sua attrezzatura ed è andato via, lasciando il resto della
scuola con tutta l’erbaccia molto alta.
Vorrei sapere il motivo che ha spinto l’Amministrazione a fare un gesto cosi
discriminatorio nei confronti di tutte le altre associazioni che, ripeto e
sottolineo, non hanno goduto della pulizia della scuola, visto che le nostre
attività sono sempre frequenti e il pericolo di punture di insetti e zecche
è sempre maggiore.
Ricordo alla nostra Amministrazione che la mia associazione è composta e
frequentata da più di 80 elementi dai 6 ai 50 anni.
Noi vogliamo rispetto dalle nostre istituzioni, visto che da ben 15 anni
portiamo il nome del nostro paese in giro per il mondo e tutti i nostri
associati non meritano questa discriminazione.
La mia rabbia è doppia, chi sa può intendere quello che voglio dire". |
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Il Presidente del gruppo folk “Herbessus”
Fabio Bellomo
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30/06/2016 |
Viabilità. Divieto di sosta
permanente in Corso Garibaldi, da Via Collegio a Via Orsini |
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Con l'ordinanza che pubblichiamo di
seguito, il Sindaco di Grotte ha istituito il divieto di sosta permanente su
ambo i lati in Corso Garibaldi, nel tratto compreso tra Via Collegio e Via
Orsini (dalla edicola Arnone alla chiesa del Purgatorio).
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COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)
IL SINDACO
ORDINANZA N° 11 DEL 28/06/2016
CONSIDERATO che molti cittadini lamentano che in Corso Garibaldi hanno
spesso difficoltà a percorrere ed attraversare la strada in quanto sia la
carreggiata e sia il marciapiede sono stretti, aggravati dal fatto che la
circolazione dei veicoli spesso è intensa;
RITENUTO di dover accogliere la suddetta istanza per evitare pericoli per i
pedoni;
DATO ATTO che verrà installata apposita segnaletica stradale;
VISTO l’art. 7 del D.L. 30.04.1992 n° 285 “Nuovo Codice della Strada”;
VISTO il D.P.R. 16.12.1992 n° 495 “Regolamento d’esecuzione e di attuazione
del Nuovo Codice della Strada”;
VISTO il D.Lgs 18 agosto 2000 n° 267;
O R D I N A
É vietata la sosta permanentemente su ambo i
lati a tutti i veicoli, nel tratto di strada del Corso Garibaldi,
dalla Via Collegio alla Via Orsini.
Tutti gli Ufficiali e gli Agenti di cui all’art. 12 del Nuovo Codice della
Strada sono incaricati alla esecuzione della presente.
Dalla Residenza Municipale, lì 28 giugno 2016 |
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Il Sindaco
Paolino Fantauzzo
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29/06/2016 |
Racconti. "Il malocchio"; di
Alessandra Agnello |
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Alessandra Agnello
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IL MALOCCHIO
di Alessandra Agnello
Era usanza comune dare spiegazioni magiche agli eventi insoliti.
Fu così che all'amore insolito di due insoliti amanti si diede una sola ed
unica spiegazione: il malocchio.
Nessuno ne parlava, eppure tutti ne erano a conoscenza.
Scesa dalla scalinata che separava l'umile stanza dove vivevano
disperatamente - vista la calura di luglio - i cinque membri della famiglia
Cusumano, Bettina "c'avìa tisa la carìna" s'innamorò.
E non é che si innamorò di uno qualunque, che so, di Tanuzzu, che ogni
mattina passava con la mula verso i campi di pomodoro, o di Gesuele che
portava le pecore a pascolare sui campi mietuti, o - meglio ancora - di quel
benedetto ragazzo che suo padre avrebbe voluto sposasse: Pino "quant'è
bello, quant'è fino"! No!
Bettina s'innamorò dell'unico figlio maschio della più invidiata, ricca e
potente famiglia del paese: i baroni La Greca.
Quell'unico figlio maschio dei baroni La Greca, non era solo unico come
figlio, era unico come donnaiolo, puttaniere, fimminaro,
giocatore accanito d'azzardo, e bello. Bello come il sole.
E così, quand'è che Bettina, accesa dal fuoco dell'amore non corrisposto, si
confessò con padre Ernesto, venuto dalla città a convertire i contadini,
come se non fossero già abbastanza timorosi di Dio, questo, piuttosto che
farne della confessione segreto professionale, chiamò a rapporto i signori
Cusumano: "Chìssa é opera del demonio, malocchio fu!".
E mica gli si poteva dire che i preti a queste cose non ci potevano credere!
Fu padre Ernesto stesso a dichiarare, durante una delle sue prediche, di
come la preghiera forte a Maria Santissima avesse scacciato il malocchio
dalla casa dei Bonfirriato, quando una delle figlie scappò con l'appuntato
dei carabinieri, il signor Angelo Bonadiman "vengo dal Norde". La
signorina Bonfirriato tornò dopo due giorni con la pretesa di sposarsi, con
tanto di velo bianco, in chiesa, dopo la fuitìna.
Insomma, fatto sta che Bettina era stata vittima del malocchio.
La carusa non dormiva, non mangiava,
deperiva di giorno in giorno.
Ma in tutto questo trambusto di vai e vieni di preti, monache, donne di
buona fede con sacchettini rossi e amuleti preziosi, il barone La Greca non
ne sapeva niente.
E meno male! Perché il cornuto, se solo avesse avuto il sentore della cosa,
si sarebbe precipitato sotto casa della poverina e avrebbe iniziato a
intonare melodie d'amore: "Nicuzza duci, Nicuzza bedda".
Ma, per ogni malocchio che si conviene, trovata la magia, svelato l'inganno.
Venne accolta una sera, nella penombra del tramonto, nell'umile stanzina dei
Cusumano, dietro una tenda che separava il letto nuziale dei coniugi dal
resto della stanza dove dormivano i tre figli, una donna misteriosa: sotto
il velo nero, due occhi neri e vivi da far paura e un paio di baffi degni di
un'attrazione da circo.
La misteriosa donna, con la benedizione di padre Ernesto, volle rimanere da
sola nella stanza con la povera Bettina, che ormai si era ridotta a pelle e
ossa, in una pozza di sudore - vista la calura di agosto - e con le viscere
che si contorcevano dal dolore per questo amore non corrisposto.
Le diede una pietruzza di ossidiana tra le mani, che cacciava i malumori.
Poi, convincendola non si sa come, la fece sedere su una sedia sgangherata,
riparata alla meno peggio con della paglia e dei robusti fusti di agave.
Prese una scodella e ci mise prima dell'acqua e poi dell'olio, preziosissimo
in quella casa; con una pezza rossa che ella stessa avevo portato con sé,
creò una sorta di cuscino che poggiò sulla testa di Bettina e vi pose sopra
la scodella piena d'acqua e olio.
Bettina era ferma e immobile, come ipnotizzata.
La misteriosa donna cominciò a mummuriare
una serie di litanie a metà tra il sacro e il profano, e alla fine di ogni
litania si faceva il segno della croce.
Così per circa sette volte, come i gaudi del rosario francescano.
Alla fine di questa pantomima, l'olio nell'acqua che prima creava un'unica
macchia, si era separato in tante goccioline minuscole, come un'emulsione,
non si sa per quale misterioso evento fisico...
Ah si! Si era sciolto il malocchio.
Bettina svenne, forse perché era in quella posizione, seduta su una sedia
sgangherata, al caldo e morta di sete, da circa due ore.
In realtà svenne perché si sciolse il malocchio.
Così la donna misteriosa, ricomposte le sue cose, chiamò in casa i familiari
e padre Ernesto.
Prese la sua parcella, salutò con una "ave Maria" e si dileguò nel
chiaro-scuro della sera, quello stesso chiaro-scuro che nascondeva i gatti
neri col rischio di inciamparci e di cadere: guai i gatti neri!
Bettina quella notte dormì in un sonno profondo, che sembrava fosse caduta
in coma, recuperando un mese di notti passate ad occhi aperti, e la mattina
dopo si svegliò col pititto che conveniva ad
una ragazza della sua età: mangiò latte fresco di capra con pane raffermo e
zucchero, albicocche appena raccolte e ricotta calda calda.
Poi fece pure una passeggiata alla fontana e le signore che battevano i
panni la guardavano come si guarda un morto che resuscita: pallida come il
biancumanciari, camminava incerta,
accompagnata dalla madre e dal fratellino più piccolo, Mimiddu.
Bettina era una sopravvissuta alle pene d'amore, al malocchio.
Piano piano si sparse la voce nel paese e anche nel paese vicino e tutti
volevano sapere come avevano fatto i Cusumano a salvare una figlia dalla
disgrazia certa.
Lunghe file di madri con le loro figlie venivano a trovare Bettina: come ad
una santa portavano regali in dono, in cambio di una magia, di un consiglio,
o semplicemente di una parola di conforto.
Erano tutte ragazze innamorate: chi del proprio cugino, chi del proprio zio,
chi del padrone del campo, chi persino del fratello.
Non si spiegavano come fosse possibile una tale quantità di incesti in quel
paese.
Bettina dispensava cure, amuleti, consigli, sacchettini di ossidiana che
riusciva a far arrivare direttamente da Catania.
E pregava con loro.
La stanza dei Cusumano era diventata un vero e proprio santuario: c'erano
statue della Madonna portate in dono, santine di tutti i tipi degne di una
mostra d'arte, capolavori ottocenteschi! Fiori e lumini in quantità
industriale e persino un sacro profumo d'incenso.
Portavano ceste di frutta, mandorle, conserve di pomodoro, uova, persino
galline vive, purché la "graziata" - così chiamavano Bettina adesso -
salvasse quelle povere fanciulle.
Ormai i Cusumano avevano di che mangiare e di che bere senza la fatica di
dover mandare i figli più piccoli a pascere le pecore del vicino.
Bettina stava tutto il giorno chiusa in quella stanza, con un abito di
mussola bianco portato in dono da una "devota", ed era diventata così
pallida e candida da sembrare davvero una santa in terra.
Finì che quel malocchio sciolto fu una condanna per Bettina, non una
salvezza!
Mentre davanti alla porta dei Cusumano si raccoglievano file di donne, ormai
da tutti i paesi vicini la storia dell'esistenza di una santa "graziata"
arrivò finalmente alle orecchie del barone La Greca, che di tutto si
interessava tranne che del proprio paese.
Non avendo di meglio da fare, e incuriosito da tale faccenda, si finse
puvireddu e, con la complicità di Trisuzza, la
figlia di una delle criate del palazzo La
Greca, si presentò dai Cusumano fingendosi di essere il fratello di Trisuzza
che aveva subìto il malocchio dal signorotto del palazzo.
Tanto bene si era camuffato che nessuno lo riconobbe, nemmeno i Cusumano,
che con tanta parsimonia controllavano chi entrava e usciva da quella casa,
appuntando con un segno - perché nel frattempo non é che erano diventati
edotti - su un quaderno (dono anche questo di una devota) ogni persona che
veniva a trovare Bettina: una sorta di censimento!
Il barone non aveva mai visto Bettina, nonostante fosse egli stesso la causa
delle sue sofferenze e allo stesso tempo la salvezza dei Cusumano.
Bettina aveva lunghi capelli neri, raccolti in una grande treccia ricomposta
in una corona che circondava la sua testa, occhi grandi e neri, la pelle
ormai biancastra.
Assomigliava ad una di quelle attrici che si vedevano al cinematografo,
candide, caste, emblema della pudicizia e timorate di Dio.
Bettina personificava tutto quello che Tommaso, così si chiamava il barone,
aveva evitato fino a quel giorno.
E così il malocchio lo colpì. Se ne innamorò.
Cominciò allora il via vai da casa Cusumano di criate e signori al
servizio dei La Greca con cesti e doni per Bettina.
I Cusumano pensarono che dietro a tutto ciò ci fosse la devozione della
baronessa, che tanto era devota alla Madonna.
Bettina, ormai in uno stato di trans, non sapeva più discernere il giorno
dalla notte: era in uno stato di sonno perenne e non usciva di casa da un
anno.
In quell'anno i Cusumano erano persino riusciti ad acquistare un piccolo
appezzamento terriero in fondo alla valle, dove fecero piantare pistacchi e
ulivi.
Quella gente disgraziata, pur di non vedere la propria figlia disonorata dal
solito barone del paese, preferì tenerla segregata in casa, come un
vegetale, ancor meglio se fruttava denari.
Tommaso ormai non aveva pace: non riusciva ad avvicinare la casa dei
Cusumano, tante erano le devote in fila.
I doni che inviava, svelato l’inganno, venivano rimandati indietro al
palazzo baronale.
Tommaso era disperato e ne fece parola con la madre, che stupita lo credette
infatuato: "malocchio fu!".
Ma Tommaso, ormai trentenne, e riuscito a sfuggire più volte ai tentativi
bigotti e antiquati della madre di sottometterlo alle sue volontà, non
cedette, così preso di coraggio si presentò in caserma dal maresciallo dei
carabinieri denunciando un sequestro di persona.
In quel periodo si faceva strada una corrente politica che si spacciava per
socialismo, ma che poco o nulla aveva del socialismo che oggi conosciamo:
era più un costume che i comunisti reduci dalla guerra usavano per
camuffarsi e vincere nei paesini dell'entroterra siciliano, pieni di
superstizioni e legatissimi alla chiesa.
L'allora sindaco del paese, un finto socialista, che si prodigava in nome
dei contadini e dei minatori, pur di sistemare una volta per tutte amici e
parenti, aveva contribuito anche alla nomina a maresciallo dei carabinieri
del suo amico e compare Cristò.
Si sapeva bene però in paese quanto Cristò fosse devoto seguace del sindaco
e del consiglio comunale, e quanto amava dare filo da torcere a monache e
preti.
Perciò non poté tirarsi indietro quando di persona accolse la denuncia del
barone La Greca:
"Addì 14 settembre dell'anno solare 1952,
il sottoscritto Tommaso Riccardo Maria La Greca,
nato a Pillitteri il 12/12/1922,
e figlio di Giuseppe Benedetto La Greca e Maria Matilde Crocefissa La Greca,
denuncia
il rapimento con sequestro della signorina Bettina Cusumano
ad opera dei coniugi Calogero Cusumano detto Lillo e Linuzza Cusumano.
Dichiara
altresì di essere a conoscenza dello sfruttamento della succitata signorina
a favore di questi ultimi.
Accusa
inoltre la complicità del parroco della parrocchia di Maria Santissima del
Rosario, padre Ernesto Cucchiara.
Pillitteri, 14/09/1952".
Il maresciallo si leccò i baffi e aspetto il momento adatto per fare
irruzione nell' abitazione dei Cusumano con tanto di cavallo e di
pipioni al seguito: alle undici della mattina,
quando la fila per la graziata era più lunga e infernale che mai.
Lo fecero nel migliore dei modi: coi cavalli scalpitanti si fecero spazio
tra la folla di "impazzite" riuscendo a creare un varco e a raggiungere la
scalinata della stanzina dei Cusumano.
Sceso da cavallo il maresciallo intimò la folla di allontanarsi altrimenti
sarebbero scattati gli arresti per sfruttamento di minore e sequestro di
persona anche nei confronti della folla.
Linuzza, la madre di Bettina, tutta in tiro si affacciò alla porta e
dall'alto vide la folla che si disperdeva e i tre carabinieri a cavallo, si
fece il segno della croce, urlò e svenne in un chiaro
stinnicchio siciliano.
Accorsero padre Ernesto e Lillo Cusumano ad aiutarla, mentre il resto delle
devote che erano riuscite a vedere la graziata, facendosi spazio tra i tre
accasciati a terra, si dileguavano timorose dello Stato stavolta e non più
di Dio.
Rimasero in una scena da film western, di quelli che andavano di moda nei
cinematografi, alcuni curiosi, i tre carabinieri, i Cusumano e il prete.
Il sole batteva già alto e caldo.
Cominciava a venir su l'olezzo degli orinali svuotati all'alba dalle
finestre e un leggero venticello portava l'odore dei pollai in fondo alla
strada.
Il silenzio di quell'istante lungo un'eternità veniva ogni tanto interrotto
da qualche bambino che correndo urlava "vinìti cca, u maresciallu".
Tutto il paese taceva.
Era in corso una battaglia, una delle tante, tra Stato e Chiesa; tra
nobiltà, praticamente inesistente, e popolo.
I coniugi Cusumano vennero portati in caserma per essere ascoltati. Il prete
venne accompagnato in chiesa e minacciato.
La povera Bettina coi due fratellini venne portata al palazzo del sindaco,
circondata dalle femmine della casa, che più che premurose verso la
fanciulla, sembravano curiose di sapere come fosse fatta la famosa graziata.
Dopo circa un mese di detenzione in caserma, contro ogni norma vigente
all'epoca, i due coniugi Cusumano vennero ascoltati in udienza da un giudice
di pace, visto che la faccenda era questione di famiglia.
Il giudice non vedeva di buon occhio il sindaco del paese, né il
maresciallo, né i La Greca, ma essendo anche lui arrivato al potere grazie
alla politica non poté giudicare come avrebbe voluto i Cusumano e li
condannò a cinque anni di arresti domiciliari per contrabbando di merci
illegali e magiche.
Cadde l'accusa di sequestro di persona e sfruttamento minorile.
La povera Bettina intanto, in quel mese, sotto le cure delle donne della
casa del sindaco sembrava aver ripreso colore e vivacità: cominciò a parlare
con più vigore, ad uscire al sole, e a desiderare la vita.
Ancora quattordicenne venne accolta a scuola per recuperare almeno la
licenza elementare e imparare a scrivere.
E veniva invogliata dalle figlie del sindaco ad imbellettarsi e ad uscire
per conoscere qualche giovanotto che l'avrebbe potuta sposare.
Intanto Tommaso, che al malocchio non ci credeva, ma che cominciava ad
averne paura, non dormiva più: passava tutte le notti sotto la finestra del
palazzo del sindaco sperando che Bettina s'affacciasse.
Erano notti lunghe e infinite e il poverino aspettava e aspettava.
In paese ormai tutti facevano finta di aver dimenticato la storia della
graziata, e i Cusumano, che avevano perso la patria potestà sulla povera
figliola, tornarono alla loro vita semplice.
Fu così, l’estate dopo, durante la festa di paese della
Maria Santissima del Rosario, in occasione della mietitura, che Tommaso poté
finalmente farsi vedere da Bettina.
La statua della Madonna penzolava di qua e di là sotto le spalle possenti e
incerte dei giovani di Pillitteri.
In capo alla fila c'erano i giovani esponenti delle famiglie più importanti
del paese: non potevano mancare Tommaso e suo cugino, il figlio maggiore
della sorella del padre, che non era La Greca, ma era imparentato.
La processione si apriva con padre Ernesto e i chierichetti in abiti bianchi
con due lunghe strisce rosse sul petto, una serie di donne devote, i
Cusumano a testa alta, appena tornati dalla firma in caserma, coi due
figlioli Mimiddu e Ciccio, la Madonna tenuta in spalla, la banda del paese e
tutto il seguito.
Era una festa desiderata e attesa da tutti, grandi e piccini.
Con l'occasione venivano alcuni commercianti dei paesi vicini ad esporre
animali e attrezzi da lavoro per i campi, c'erano i venditori di caramelle
alla carruba, zucchero filato e mandorle tostate, persino il solito
venditore di semenza tanto amata da giovani e vecchi muniti di dentiera.
Tommaso reggeva la Madonna e sudava: era bello, e ormai correva voce che si
era redento.
Aveva smesso di frequentare il bordello e le sale da gioco, continuava però
a rifiutare i consigli della madre di trovarsi una brava carusa,
maritarsi e mettere su famiglia.
Per Tommaso il pensiero fisso era Bettina.
Questa che ormai aveva assaporato la vita fastosa della casa del sindaco,
accerchiata da tanti giovanotti, nemmeno lo vedeva più quell'aitante e ormai
trentenne suonato di Tommaso.
E questo si struggeva d'amore.
Ma alla festa di paese, incoraggiato dalla Madonna che portava sulle spalle,
lui che non credeva ai santi e che faceva queste cose - come era solito
rivolgersi alla madre - solo per sottolineare l'importanza della famiglia La
Greca, cominciò a mummuriare tra sé e sé "Madunnuzza dammi la
forza".
E quando si trovò davanti Bettina, circondata dalle figlie del sindaco,
azzardò una taliata a siccu, da far girare
la testa: gli occhi verdi, eredità degli arabi del nord, i capelli
nerissimi, e la mascella squadrata, fecero breccia nel cuore appassionato
della quattordicenne Bettina, che cominciò a sudare e, presa da tremori
strani, fece un urlo e cadde a terra tesa come il filo di trama del telaio,
scossa dalla testa ai piedi da tremori sempre più forti da non permetterle
di respirare, tanto che la poverina diventò bianca e poi blu.
Le figlie del sindaco che avevano assistito alla scena, tra lo sgomento
della folla e persino dei Cusumano, che non si erano rasseganti alla perdita
della figlia, chiaramente additarono Tommaso, che a detta loro aveva
stregato la poverina per vendicarsi del malocchio che in paese si diceva la
povera Bettina avesse fatto al ragazzo qualche anno prima.
Bettina venne raccolta dal pavimento, la bocca insanguinata e tutto il corpo
molle, e venne portata in chiesa per la benedizione della Madonna.
Tommaso, che non credeva ai suoi occhi, venne accompagnato in caserma per la
sua versione dei fatti.
Insomma, quella crisi convulsiva, che il dottore spiegò dopo poteva essere
stata l'epilessia che da bambina Bettina era riuscita a vincere, sempre con
l'aiuto della Madonna e della fattucchiera, e che adesso si faceva strada in
occasione dello sviluppo puberale della ragazza, venne interpretata da tutti
come un segno: niente da fare! Bettina doveva sposare Tommaso, o questo
amore a furia di vendette a colpi di malocchio avrebbe rovinato una comunità
intera.
Fu così che, grazie al malocchio, alla magarìa e alle preghiere
sante, Tommaso Riccardo Maria La Greca e Bettina Cusumano in La Greca
poterono consumare il loro amore, lontani da maldicenze e con la benedizione
del Signore.
I Cusumano smerciarono per generazioni pistacchi, olive e… amuleti.
Alessandra Agnello
Pubblicato
dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 29 giugno 2016.
Per gentile concessione dell'Autrice.
© Riproduzione riservata.
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29/06/2016 |
Palermo. Celebrate le due Giornate di
riflessione sul patrimonio storico-artistico dell'Accademia di Belle
Arti |
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Locandina |
Molti gli spunti e i contenuti delle due giornate di riflessione sul
patrimonio storico-artistico dell’Accademia di Belle Arti di Palermo che si
sono tenute presso la sede storica di Palazzo Fernandez nei giorni di
venerdì 24 e sabato 25 giugno.
Due giornate intense in cui si è dibattuto (con l’Assessore alla Cultura del
Comune di Palermo, Andrea Cusumano, e i dirigenti del Ministero
dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Università, del Ministero dei Beni e
delle attività Culturali e del Turismo, dell’Istituto Centrale per la
Grafica di Roma, della Società Italiana di Storia della Critica d’Arte,
dell’Università degli Studi di Palermo, dei dirigenti del Museo Archeologico
Salinas e della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis) di
temi quali i finanziamenti dei progetti volti alla conservazione e alla
valorizzazione dei beni culturali, al perfezionamento dell’alta formazione
artistica in ambiti sempre più specialistici, attraverso l’esperienza
progettuale nell’ambito della catalogazione, della conservazione e della
fruizione pubblica, sempre più necessaria nell’ottica della diffusione
dell’ampio patrimonio artistico delle accademie italiane, che abbraccia vari
ambiti del linguaggio artistico: dalla grafica d’arte (disegni, matrici,
incisioni e stampe, acquaforti, litografie, ecc.) alle gipsoteche (le
storiche raccolte di copie in gesso della statuaria classica e moderna) alle
pinacoteche, ai fondi storici e librari, alle donazioni più recenti dei
maestri e degli artisti che hanno lasciato nelle rispettive accademie i loro
lavori giovanili o le loro opere più mature.
Si tratta di un patrimonio vastissimo, che ogni Accademia cerca di
conservare e valorizzare nei limiti dei propri mezzi organizzativi e
amministrativi.
Soltanto negli ultimi anni è stato avviato un progetto nazionale con
l’obiettivo di lavorare in tal senso, attraverso la costituzione di un
gruppo di lavoro nominato dal Miur-Afam sui Patrimoni delle Accademie di
Belle Arti d’Italia, coordinato da Giovanna Cassese, presente alle due
giornate palermitane.
Ma “Ancora lunga – spiega Giovanna Cassese – è la strada che
conduce alla sistematica ed effettiva sistemazione di un patrimonio così
vasto, che senza una fitta rete di collaborazioni, di sinergie tra enti ed
accademia, difficilmente potrà attuarsi”.
In virtù di tali problematiche, in occasione delle due giornate di studi, il
direttore dell’Accademia di Palermo, Mario Zito, ha volutamente ospitato la
prima conferenza dei direttori delle accademie d’Italia a Palermo, che ha
permesso di estendere il dibattito attivando una tavola rotonda cui ha
partecipato la più ampia rappresentanza dei musei siciliani, da Maria
Concetta di Natale (Direttore del Museo Diocesano di Monreale) a Lucina
Gandolfo (Museo Archeologico Salinas di Palermo) a Carlo Pastena e Sandra
Proto (Cricd – Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione).
Nello specifico, la giornata del 24 giugno ha visto il primo congresso
nazionale di Grafica d'Arte dei docenti delle Accademie di Belle Arti
d'Italia.
A moderare il congresso, Riccardo Mazzarino, docente presso l'Accademia di
Belle Arti di Palermo e coordinatore del corso di Grafica d'Arte
responsabile del Gabinetto dei Disegni, delle Stampe, delle Matrici.
Nello stesso giorno, al gabinetto dei disegni e delle stampe, alla presenza
dei dirigenti dell’Istituto Centrale per la Grafica, il responsabile
Riccardo Mazzarino ha presentato il sistema in rete per la pre-catalogazione
dei disegni, stampe e matrici, realizzato per la prima volta in Accademia
con la collaborazione del Cricd (Centro Regionale del Catalogo della Regione
Siciliana). Inoltre è stato presentato il volume “Segno e Insegno - Atti del
primo Congresso Nazionale dei docenti di grafica d'arte delle Accademie di
Belle Arti italiane”, a cura di Giovanna Cassese e Maria Antonella Fusco,
preceduto dalla visita al Gabinetto dei Disegni, delle Stampe e delle
Matrici dell'Accademia di Belle Arti di Palermo.
La giornata del 25 giugno ha visto la presentazione degli esiti del progetto
Conoscenza, conservazione e divulgazione scientifica della Gipsoteca
dell'Accademia di Belle Arti di Palermo, e del relativo volume “La Gipsoteca
dell'Accademia di Palermo. Conoscenza, conservazione e divulgazione
scientifica” a cura di Giuseppe Cipolla.
Il progetto si è articolato, nello specifico, in diverse fasi di ricerca e
attività, tra cui:
- l’indagine storiografica, tesa a raccogliere tutte le informazioni
storico-artistiche, filologiche, collezionistiche e qualitative della
collezione;
- la digitalizzazione della collezione;
- lo studio delle problematiche conservative attraverso indagini
di diagnostica e monitoraggio ambientale;
- la caratterizzazione dei materiali costituenti e lo studio delle patologie
in atto, gli interventi di pulitura, in un ottica di restauro open
space, durante le fasi di indagine diagnostica conoscitiva delle opere
d’arte e durante la realizzazione dei test di intervento
conservativo, attraverso incontri didattici divulgativi e workshop che hanno
coinvolto la comunità scientifica, gli allievi dell’Accademia e gli studenti
delle scuole di ogni ordine e grado;
- la diffusione e condivisione dei risultati nella piattaforma web internet;
- la creazione di una rete condivisa (mappa virtuale) con i musei
proprietari degli originali rappresentati nella gipsoteca;
- la pubblicazione scientifica cartacea e digitale (ebook), con gli
approfondimenti scientifici.
Il progetto, al fine di diffondere la cultura e valorizzare le risorse, ha
previsto la realizzazione di una piattaforma web dove sono riportati i
risultati delle ricerche storico-artistiche e diagnostico-conservative e gli
interventi di restauro e pulitura.
Un ulteriore strumento di conoscenza è rappresentato da una rete condivisa
(mappa virtuale) con i musei che ospitano gli originali rappresentati nella
gipsoteca, tra cui la Galleria degli Uffizi di Firenze, i Musei Capitolini e
la Galleria Borghese di Roma, la Galleria Interdisciplinare Regionale di
Palazzo Abatellis, la Galleria d’Arte Moderna e Palazzo Ziino di Palermo.
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28/06/2016 |
Dialoghi. "Quando i
politici, come i pesci morti, vanno dove li porta la corrente"; di Giuseppe Castronovo |
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"Dialogo" del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
Recentemente alcuni amici del Circolo della Concordia hanno svolto una
riflessione sul "comportamento" dei politici; in particolare si è tentato di
spiegare quale logica possa aver mosso decine e decine di parlamentari ad
andare ad ingrossare le fila dei renziani, dopo che Renzi ha ricevuto,
dall'allora presidente della Repubblica Napolitano, l'incarico di formare il
nuovo Governo. Il prof. Vezio, attingendo da quella autentica e vera maestra
che è la natura, ci ha così spiegato il fenomeno: "Mentre i pesci morti non
possono che seguire la corrente, solo un pesce vivo può andare contro
corrente".
Giuseppe Castronovo
"Quando i politici, come i pesci morti, vanno dove li porta la
corrente"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )
Totò: Questa del renzismo, a parte l’aspetto prettamente politico, è
una vicenda ancora tutta da studiare.
Romano: Quale aspetto vorresti che venisse approfondito?
Totò: Vorrei che venisse approfondita, anche sotto l’aspetto psicologico,
questa forsennata corsa a diventare renziani.
Giacomo: In effetti non si contano più i bersaniani che da un giorno
all’altro sono diventati renziani.
Alessio: Non solo; penso a tutti quegli ex montiani di Scelta Civica
che senza pensarci una notte sono passati ad ingrossare le fila dei
renziani. Altrettanto dicasi degli ex vendoliani come Migliore
che, andato ad ingrossare le fila renziane, è stato nominato
Sottosegretario alla Giustizia.
Giacomo: Cari amici, un fatto che mi ha particolarmente colpito, in tutta
questa vicenda, sarebbe forse meglio dire in questo modo di fare politica, è
riassumibile nel seguente interrogativo: come mai tutti questi politici
abbiano seguito, senza riflettere più di tanto, la corrente che portava a
Renzi?
Vezio: Domanda spigolosa e pungente ma intelligente, la tua, caro
Giacomo. La risposta richiede solo un po’ di attenta riflessione; ebbene,
mentre i pesci morti non possono che seguire la corrente, solo un pesce vivo
può andare contro corrente.
Ludovico: Prof. Vezio, quindi se ho ben capito molti dei renziani
sono pesci morti.
Vezio: Hai ben capito!
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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28/06/2016 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della Settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 27 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa Madonna delle Grazie, recita del santo Rosario a
cura del gruppo della Medaglia Miracolosa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, incontro di preghiera a cura del Rinnovamento
nello Spirito.
Martedi 28 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 29 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, catechesi a cura di padre Giovanni Fregapane.
Giovedi 30 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa e Adorazione eucaristica.
Venerdi
1 luglio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato 2 luglio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 20.15, a San Francesco, santa Messa animata dalle Comunità
Neocatecumenali.
Domenica 3 luglio
- ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, chiesa san Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa; - ore 18.00, chiesa
Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 19.15, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
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a partire dal martedi 28 giugno , per tutta la settimana non ci saranno
funzioni nella chiesa di san Rocco perché la parrocchia è impegnata nel pellegrinaggio a Medjugorje dal 28 giugno al 3
luglio;
- nei mesi di luglio e agosto non sarà celebrata la santa Messa
domenicale delle ore 11.30 nella chiesa Madonna del Carmelo;
- mancano operai nelle parrocchie; coloro che vogliono mettersi al
servizio nella vigna del Signore, come catechista, come ministro
straordinario della Comunione o per qualsiasi altro impegno pastorale,
possono rivolgersi al più presto al proprio parroco.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 27/03/2016:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.00, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 19.15, chiesa Madre |
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26/06/2016 |
Racconti. "I cardellini
dell'Acquanova"; di
Carmelo Rotolo |
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L'amore è il protagonista indiscusso di tanti racconti della Letteratura di
ogni epoca e luogo. Declinato in tutte le sue sfaccettature: romantico o
passionale, tenero o impetuoso, corrisposto o platonico. Da uno sguardo, dal
suono di una voce scaturisce la scintilla che, se alimentata, scatenerà le
fiamme di fuoco eterno e inestinguibile. I primi acerbi battiti del cuore
sono descritti in questo nuovo racconto di Carmelo Rotolo. L'autore, con un
espediente narrativo collaudato, trova un suo spazio nel testo, facendosi
voce narrante e testimone diretto degli avvenimenti che ci riporta da
cronista fedele. Grazie a lui possiamo essere partecipi di quei momenti, nel
ricordo dei tempi di un passato ancora prossimo.
Carmelo Arnone
I CARDELLINI DELL'ACQUANOVA
di Carmelo Rotolo
Brevissimo racconto di un amore impossibile, realmente accaduto pare, in una
cittadina della Sicilia orientale, a cavallo tra gli anni Settanta e
Ottanta. Sì, un amore impossibile, perché non è mai nato, se non nella mente
innocente del povero protagonista, venditore porta a porta di bombole di
gas.
Ebbene, Gaetano, ventino d'età, secco secco di costituzione e con una rada
barbetta caprina sul viso ancora di fanciullo, si era innamorato perso di
una ragazza altolocata, bionda quanto basta a farla somigliare a una
bambola, e soprattutto studentessa del liceo scientifico della città.
Ecco, gli ingredienti della nostra storia ci sono tutti: il povero,
ignorante e umile lavoratore; la studentessa bionda, istruita e con la puzza
sotto il naso; e poi lui, Cupido.
Ah, dimenticavo! Ci siete anche voi, umili e pazienti lettori dei miei
racconti.
Dicevo...
Gaetano, tutte le mattine, dopo aver sistemato la merce da esporre sul
marciapiede antistante al negozio, se ne stava appostato, con le spalle allo
stipite della porta, a guardare la fiumana di studenti del liceo, che
scendeva dall'inizio dello stradone sino all'Acquanova.
Con la testa ben retta sulle spalle e lo sguardo puntato sul principio della
strada, piano piano, scrutava tutti gli studenti, sino quasi ad
accompagnarli davanti allo stabile del liceo.
A Gaetano però tutta questa gente, fondamentalmente, gli dava fastidio,
perché la sua testa si era completamente persa dietro una chioma di capelli
biondi che, tutte le mattine, da molti mesi ormai, passando davanti al suo
negozio, rapidamente si girava in quella direzione, a guardare una coppia di
cardellini dentro una gabbietta di legno, appesa sotto il balcone, subito a
lato l'entrata del suo negozio.
Tano - come lo chiamava suo padre, quando lo notava perso tra le nuvole dei
suoi pensieri - si era fissato che lo sguardo di quella ragazza era rivolto
a lui. E con il tempo se ne convinse a tal punto da farne una vera e propria
malattia.
La sera, prima di addormentarsi, se ne stava ore a guardare la soffitta,
immaginando, tra le ombre riflesse dalla luce del lampadario, di vedere il
viso sorridente di quella ragazza che ammiccava maliziosamente e,
maliziosamente turbato, si addormentava.
Tutti i giorni la stessa storia: lui sempre più perso tra le nuvole
tempestose dell'infatuazione, aspettando d'incrociare lo sguardo di lei; lei
noncurante di lui, con lo sguardo rivolto alla gabbia dei cardellini.
Unico diversivo a questa monotona situazione di amore controverso era il
padre di Gaetano che vedeva il figlio da giorni completamente rimbambito, e
forse ne aveva intuito il motivo.
Tutte le mattine, all'apertura del negozio, appena gli studenti cominciavano
a scendere lungo il viale, gli si parava davanti e a gran voce, alzando gli
occhi e le mani verso il cielo, cominciava a chiamarlo ad alta voce:
- Tanuzzu... scendi, non è per te! Tanuzzu... sbrigati, i giorni passano!
Tanuzzu scendi!
Povero Gaetano, era così talmente stralunato dall’amore da non accorgersi
che la colpa di tutto era di quella piccola gabbia con i cardellini?
Possibile? Evidentemente sì, poiché il tutto continuò ancora per qualche
mese.
Sul finire dell'anno scolastico, in occasione di una manifestazione
commerciale che si svolgeva nel quartiere Acquanova, Gaetano, suo padre e
tutti i commercianti interessati paravano a festa l'entrata dei negozi. Ai
lati delle vetrine e all'entrata dei negozi, piante di thuja e oleandri
profumati, sopra le porte e le vetrate ricchi archi di luminarie
coloratissimi.
E la gabbia con i cardellini?
Il padre di Gaetano, per paura che le luminarie accese spaventassero i
cardellini, tolse la gabbietta e la mise nel cortile interno della casa, al
riparo dalle luci e dal rumore.
Gaetano non si accorse nemmeno di questo spostamento; non ricordava nemmeno
l'esistenza di queste due creature, preso com’era in questa storia di
singolare passionalità.
Durante tutta la mattina un andirivieni di gente attraversò la strada,
visitò il negozio di Gaetano e degli altri negozianti, ma il grosso dei
visitatori si attendeva nel pomeriggio e nelle prime ore della sera.
Gaetano era nervoso, non aveva ancora visto la ragazza dai capelli biondi e,
durante la notte precedente, non avevo fatto altro che pensare a come
avvicinarla, chiederle almeno il nome, giusto per cominciare.
Era talmente determinato a iniziare questa storia che la mattina appena
alzato si era rasato la barba caprina, profumato e vestito di tutto punto,
facendo divertire il padre che lo guardava di mala maniera.
- Tano, allora ci sei? Ti sei fatto lo sciampo con il profumo?
Seguitava il padre, ogni qualvolta gli passava davanti. Gaetano sembrava non
ascoltarlo, tanto era attento a scrutare le persone e le ragazzine che
affollavano la strada.
Passò così la mattina e il primo pomeriggio senza la benché minima presenza
della studentessa dai capelli biondi. Nel tardo pomeriggio, persa ormai ogni
speranza, notò all’inizio della strada un gruppo di ragazze che
passeggiavano in direzione del liceo. Si allungò ben bene lungo lo stipite
della porta e, con grande meraviglia, vide la studentessa dai capelli
biondi. Era lì in tutto il suo splendore, raggiante di felicità, con i
lunghi capelli biondi mossi dal vento serotino, che rideva e scherzava con
le amiche e gli amici, ignara dei sentimenti del tormentato Tanuzzo.
Gaetano era deciso, pronto a lanciare la freccia messa a disposizione da
Cupido, e non voleva fallire; per mesi si era preparato a quell’incontro.
Miei cari lettori, lo so, vi avevo promesso un breve racconto, ma ahimè, un
poco per solidarietà tra deboli, un poco per giustizia divina nei confronti
di Gaetano - peraltro personaggio a me simpaticissimo - mi sono dilungato
nei dettagli; adesso però è ora di concludere e dare ad ognuno il suo giusto
destino.
Gaetano, agitato, sudato, tremante dall’emozione, appena la ragazza si
avvicinò al negozio, con un balzo felino, gli occhi iniettati di sangue, gli
si piantò davanti e, senza darle il tempo di capire cosa stesse succedendo
le disse:
- Sono mesi che quando passi davanti al mio negozio ti giri a guardare
con fare malizioso, togliendomi il sonno della notte e la tranquillità del
giorno!
Poi Cupido, quasi a voler scoccare l’ultima freccia a sua disposizione, fece
uscire dalla bocca di Tanuzzu la frase risolutiva dell’intera storia
amorosa:
- Io sono mesi che per te vendo bombole!
Lei non capì; giratasi a guardare sotto il balcone l’arco di luminarie
acceso, disse:
- Dov'é la gabbietta con i cardellini che tutte le mattine al mio
passaggio fanno tanta festa?
Gaetano non rispose; ebbe la forza di girarsi a fissare le luminarie, alla
ricerca della gabbietta con i cardellini, mentre la bionda studentessa
ritornò dal gruppo di amiche e continuò la passeggiata verso il liceo.
Carmelo Rotolo
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 26 luglio 2016.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.
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26/06/2016 |
Proteste. "Una adeguata
distribuzione delle isole pedonali estive"; lettera all'Amministrazione
comunale |
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Area
pedonale |
Con una lettera indirizzata al Sindaco di Grotte, alcuni commercianti del
paese hanno esposto le proprie perplessità e rimostranze sulla istituzione
dell'isola pedonale estiva. Nel testo, presentato al Comune il 20 giugno,
gli esercenti propongono come alternativa una turnazione della dislocazione
delle aree pedonali.
*****
"Al Signor Sindaco del Comune di Grotte
Con l'avvicinarsi dell'estate, tutte le attività commerciali si stanno
preparando ad una, seppur breve, stagione lavorativa segnata comunque da una
crisi economica che ormai non lascia più spazio ad una possibilità di lavoro
e di guadagno, sempre meno chiamati dignitosi.
Ed il nostro Comune di Grotte non è da meno, visti in disagi che ha creato
negli ultimi anni con l'attivazione della sua particolare ed incentrata idea
di "Isola Pedonale Estiva" (così la vogliono chiamare); i grottesi, gli
studenti in vacanza, i turisti, si ritrovano per tutta la durata della
nostra speranzosa stagione lavorativa concentrati in un'unica zona, che va
dalla quasi fine di Viale della Vittoria a Piazza Marconi, escludendo
"categoricamente" tutte le altre attività commerciali fatte, vi ricordiamo,
di lavoratori con famiglie, mutui e quant'altro a carico.
Questo è ingiusto nei nostri confronti perché il diritto al lavoro non va
vietato a nessuno, specialmente a chi le tasse le paga comunque.
Ben vengano le cosiddette "Feste Comunali Grottesi" organizzate e spesso
finanziate dal Comune stesso, soprattutto se queste venissero concentrate in
punti strategici a tutti i commercianti o, meglio ancora, a turno nelle
varie "isole pedonali" dislocate dall'istituzione comunale stessa.
Al fine di far girare non solo l'economia nel nostro piccolo paese, ma anche
lo spirito vacanziero dei nostri paesani, chiediamo una adeguata
distribuzione delle isole pedonali estive, che siano a favore della nostra
sopravvivenza e non a sfavore della nostra economia, o l'annullamento
dell'unica isola pedonale che vi siete prefissati di creare, lasciando
aperto il traffico alla libera circolazione di persone e mezzi e agevolando
il lavoro di cittadini onesti e lavoratori quali siamo".
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I commercianti e le attività di Grotte
"Li Ri", "Antica Pasticceria", "Eden"
"Officina del gusto", "Pizza Fantasy", "Sport Game"
"Take Away Garibaldi", "Croce Graziella", "Pizza Flash"
"Edicola Tirone Giovanna", "Bar Italia"
"Bagigia Bar", "Bar Portobello", "QI Clubbing"
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25/06/2016 |
Chiesa. Convegno regionale
del Rinnovamento nello Spirito Santo a Pergusa, con il Card. Montenegro |
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Depliant |
Si terrà oggi, sabato 25 giugno a partire dalle ore 14.00 presso l'Autodromo
di Pergusa (Enna), la 39^ Convocazione regionale del Rinnovamento nello
Spirito Santo.
"La Convocazione Regionale di quest'anno vuole mettere in luce proprio la
necessità (che è insita nell'intimo di tutti gli uomini di ogni condizione,
razza e cultura) di vivere immersi nella Misericordia di Dio per diventare
noi stessi, sotto la potente azione dello Spirito Santo, Cristo
misericordioso che
cammina nel mondo". Con queste parole il coordinatore regionale Pippo
Viola ha invitato i fedeli a partecipare all'appuntamento annuale,
presentando i relatori: "Josè Prado Flores, predicatore di fama
mondiale, con la potenza dei suoi insegnamenti ci farà entrare nel cuore
della Misericordia di Dio che, come dice Papa Francesco, è “l'architrave”
che sorregge la vita della Chiesa. Salvatore Martinez, Presidente
Nazionale, ci guiderà in un cammino di adorazione, di guarigione e di
liberazione nel quale verremo realmente immersi nell'amore misericordioso di
Dio e saremo trasformati in nuovi operatori di misericordia. Mons.
Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, il cui cuore è sempre
vicino ai più poveri, presiederà la Celebrazione Eucaristica e ci aiuterà ad
aprirci con maggiore fiducia alla Misericordia di Dio".
Questo è il programma della convocazione, che avrà come tema "…Ero
straniero e mi avete accolto" (Mt 25,36b):
- ore 14.00 Apertura dei cancelli
- ore 15.30 Saluto del Coordinatore regionale e dell'Autorità Civile
- ore 15.45 Saluto d'indirizzo sul tema di Mons. Rosario Gisana (vescovo
della diocesi di Piazza Armerina)
- ore 16.00 Preghiera di lode
- ore 16.45 Relazione sul tema: "…Ero straniero e mi avete accolto" (Mt
25,36b) in relazione all'opera di misericordia: "Alloggiare i pellegrini".
Relatore: Jose Prado Flores (predicatore di fama internazionale)
- ore 18.00 Testimonianze (dai luoghi simbolo dell'accoglienza)
- ore 18.45 Pausa
- ore 19.00 S. Messa celebrata da S.E.R. Card. Francesco Montenegro,
(Arcivescovo della Diocesi di Agrigento)
- ore 20.30 Pausa cena;
- ore 21.30 Roveto Ardente di preghiera (a cura di Salvatore Martinez,
Presidente Nazionale dell'Associazione RnS Italia)
- ore 23.00 Comunicazioni e commiato.
Josè Prado Flores è fondatore della Scuola di Evangelizzazione
Sant’Andrea (Messico). Nato a Morelia, in Messico, il 15 maggio 1947.
Sposato con Susan, a Cana di Galilea nel 1981. Dal 1970 al '72 è professore
di Bibbia e lingue bibliche. Nel 1971 incontra la comunità “Gesù risorto”
del Rinnovamento carismatico. Nel 1976-77 è diplomato con menzione
speciale all’Istituto internazionale di Pastorale e catechesi, Lumen Vitae,
a Bruxelles. Nel 1980 fonda la Scuola di Evangelizzazione Sant’Andrea, di
cui è direttore. Nel 1998 riceve il premio “Journalism Award” dalla stampa
Associazione cattolica degli Stati Uniti. Nel 2008 è predicatore al 49°
Congresso eucaristico internazionale in Québec. Nel 2012 è invitato da
Benedetto XVI come Uditore al Sinodo dei Vescovi. È del 2014 il Diploma di
Oro de Kal all’Università cattolica di Lublin, in Polonia. Predicatore in 52
Paesi dei 5 Continenti, incluso il Vaticano, è scrittore di 45 libri
tradotti in 26 lingue.
S.E. Card. Mons. Francesco Montenegro è nato a Messina il 22 maggio
1946. Ha compiuto gli studi ginnasiali, liceali e quelli filosofici e
teologici nel Seminario Arcivescovile "S. Pio X" di Messina. Ha ricevuto
l'ordinazione presbiterale l'8 agosto 1969 con incardinazione
nell'arcidiocesi di Messina. Ha frequentato i corsi di Teologia Pastorale
presso l'Ignatianum di Messina; dal 1969 al 1971 ha esercitato il ministero
sacerdotale in una zona periferica della città; dal 1971 al 1978 è stato
Segretario particolare, successivamente, degli Arcivescovi Mons. Francesco
Fasola e Mons. Ignazio Cannavò. È stato negli anni 1978-1987 Parroco della
Parrocchia di S. Clemente in Messina; dal 1988 è stato Direttore della
Caritas diocesana, Delegato Regionale della Caritas e rappresentante
regionale alla Caritas nazionale. Ha pure ricoperto i seguenti incarichi:
Insegnante di Religione, Assistente diocesano del Centro Sportivo Italiano,
Direttore diocesano dell'Apostolato della Preghiera, Mansionario del
Capitolo dell'Archimandritato, Rettore della Chiesa-Santuario di S. Rita e
Padre Spirituale del Seminario Minore. È stato Membro del Consiglio
Presbiterale. Dal 1997 al 2000 è stato Pro-Vicario Generale dell'arcidiocesi
di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e dal 1998 Canonico del Capitolo
Protometropolitano della Cattedrale di Messina. Eletto alla Chiesa titolare
di Aurusuliana e nominato Ausiliare di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela
il 18 marzo 2000, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 29 aprile dello
stesso anno. È Presidente della Commissione Episcopale della CEI per il
servizio della carità e la salute; Presidente della Caritas Italiana;
Presidente della Consulta Nazionale per la pastorale della sanità;
Presidente della Consulta ecclesiale degli organismi socio-assistenziali.
Dal 23/02/2008 è nominato Arcivescovo di Agrigento.
Salvatore Martinez, Presidente Nazionale dell'Associazione RnS
Italia. Nato a Enna, sposato con Luciana, compositore di musica sacra, è
laureato in Paleografia e Filologia musicale. Animatore del RnS dal 1978, è
stato Coordinatore Regionale della Sicilia dal 1991 al 1993. Membro del CNS
dal 1994, è stato Coordinatore Nazionale dal 1997 al 2006. Dal 2007 è
Presidente Nazionale dell'Associazione RnS Italia. Impegnato nel
ministero della Parola in vari Paesi del mondo, è autore di 20 testi di
spiritualità e formazione. Attualmente è Vicepresidente internazionale
di Youth Arise International e Consigliere dell'International
Charismatic Consultation. È il Presidente della Fondazione Istituto
di Promozione Umana “ Mons. F. Di Vincenzo”, impegnata nello sviluppo del
Polo di Eccellenza Sturzo dedicato in particolar modo ai detenuti e alle
loro famiglie. Presiede la Fondazione “Casa Museo Sturzo” e
l'Associazione Pubblica Alleanza del RnS in Moldova. È tra i soci
fondatori dell'Associazione Scienza&Vita ed è membro dell'Ufficio di
Segreteria di Retinopera. Nel 2008, Benedetto XVI lo ha nominato
Consultore del Pontificio Consiglio per i Laici, nel 2009 Consultore
del Pontificio Consiglio per la Famiglia e, nell'aprile del 2012,
Consultore del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. Nel
mese di ottobre 2012, invitato dal Papa Benedetto XVI, ha partecipato ai
lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione come Uditore. È
Presidente della Fondazione Vaticana “Centro Internazionale Famiglia
di Nazareth” per la diffusione del Magistero della Famiglia a partire dalla
Terra Santa.
Pippo Viola, Coordinatore Regionale del RnS. Sposato con Marcella e
padre di due figlie, ha insegnato matematica e fisica in scuole di diverso
ordine e grado. È stato, per diversi mandati, coordinatore di gruppo, membro
del Comitato Diocesano di Servizio di Palermo e del Comitato Regionale di
Servizio della Sicilia. Oggi Coordinatore Regionale del Rinnovamento nello
Spirito Santo - Sicilia.
39^ Convocazione regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo
Autodromo di Pergusa (Enna)
Sabato 25 giugno - ore 14.00
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25/06/2016 |
Volontariato. Domenica 26
giugno,
donazione di sangue presso la sede Adas di Grotte |
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Verrà effettuata domenica 26 giugno, dalle ore 08.00 alle ore 12.15 a Grotte, presso la
sede Adas di Via Francesco Ingrao n° 92-94, la raccolta di sangue che, con
cadenza mensile, coinvolge i donatori grottesi. L'autoemoteca sosterà nel piazzale
interno della struttura.
I donatori dovranno essere a digiuno e dovranno portare il
tesserino Adas, un documento di riconoscimento e le ultime analisi; ciò
consentirà al personale medico, nel massimo rispetto della privacy, di
valutarne lo stato di salute e consentire di effettuare la donazione con più
tranquillità. Donare il sangue è un atto di generosità, gratuito e
disinteressato; un gesto d'amore che gratifica chi lo compie e salva la vita
a chi lo riceve.
Donazione di sangue
Grotte - Via Francesco Ingrao n° 92-94
Domenica 26 giugno - ore 08.00/12.15
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25/06/2016 |
Dialoghi. "Il
camaleontismo di Renzi e la mancata tutela dei risparmiatori"; di Giuseppe Castronovo |
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"Dialogo" del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
I risultati dei ballottaggi per l'elezione dei Sindaci in grandi città come
Roma, Napoli, Torino ed altre sono stati al centro dell'analisi in uno dei
consueti incontri al Circolo della Concordia. Il tema in discussione ha
offerto l'occasione al prof. Vezio di illustrarci un argomento che, in
questi ultimi mesi, sovente ha assunto toni drammatici: il fallimento di
alcuni istituti di credito che ha gettato sul lastrico centinaia di migliaia
di famiglie e che non poche volte ha condotto al suicidio parecchi
risparmiatori. Il prof. Vezio, nell'evidenziare come il risparmio sia
tutelato addirittura da una norma costituzionale (art. 47), ha messo
comunque in dubbio che l'azione del Governo sia stata condotta in modo tale
da garantire la necessaria sicurezza ai risparmiatori.
Giuseppe Castronovo
"Il camaleontismo di Renzi e la mancata tutela del risparmio.
Un commento ai risultati dei ballottaggi"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )
Marco: Amici, anche voi avete notato?
Rino: Che cosa?
Marco: Come la “parola d’ordine” del Partito Democratico di fronte ai
deludenti risultati dei ballottaggi sia “le urne hanno espresso una
richiesta di cambiamento”.
Giacomo: In effetti è stato lo stesso Presidente del Consiglio nonché
segretario del Partito Democratico Matteo Renzi a dichiarare che “trattasi
non di un voto di protesta verso la sua politica, ma una richiesta di
cambiamento”.
Alessio: È la sua tesi e non quella degli analisti politici.
Giacomo: Fin qui potrebbe trattarsi di un’interpretazione, tra le tante, del
voto che ha così pesantemente penalizzato il Partito
Democratico. L’originalità dell’analisi renziana sta nel fatto che se da una
parte Renzi assolve il suo operato governativo, dall’altra si candida a
gestire questa richiesta di cambiamento. Altrimenti detto, sembra voler
dire: anche se gli affari da quando sono io al governo del Paese non sono
andati bene come da me promesso e da voi sperato, ora ricostruiamo;
l’importante comunque che il regista sia sempre io. É un camaleontismo,
questo di Renzi, che rappresenta senz’altro un caso di scuola che merita un
attento esame.
Ludovico: Prof. Vezio, potremmo avere un suo commento su questi risultati
elettorali?
Vezio: Vi sembra, a parte le riflessioni che qualche giorno fa abbiamo
iniziato a fare sulla riforma costituzionale, che il Governo Renzi abbia
tenuto nella dovuta considerazione l’art. 47 della Costituzione?
Ludovico: Scusi la mia scarsa conoscenza della Costituzione; ma cosa dice
questo articolo?
Vezio: Dice che “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le
sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito.
Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione…”.
Secondo voi il Governo Renzi ha tenuto nella dovuta considerazione questa
norma costituzionale? I risparmiatori sono stati sufficientemente tutelati?
Ho l’impressione, ma forse è qualcosa di più di un’impressione, che la
narrazione renziana l’abbia del tutto ignorata, così da non dare la
necessaria sicurezza ai risparmiatori. Sotto il Governo Renzi stiamo
assistendo ad un pericoloso crollo del rapporto fiduciario dei clienti verso
le banche; e tutto ciò essendo venuta meno quella sicurezza del risparmio
che, in Italia, è garantita, come dicevamo prima, addirittura dalla stessa
Costituzione.
Ludovico: In effetti la Banca Etruria del papà Boschi, Banca Marche, Cari
Chieti, Cari Ferrara e da ultimo la Banca Popolare di Vicenza, con un altro
suicidio tra i piccoli risparmiatori che proprio l’articolo illustratoci dal
prof. Vezio impone di tutelare, sono vicende che bocciano la politica di
Renzi. E gli elettori hanno votato tenendone conto.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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23/06/2016 |
Palermo. Giornate di
riflessione sul patrimonio storico-artistico dell'Accademia di Belle
Arti |
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Locandina |
Nei giorni 24 e 25 giugno 2016 si terranno, presso la sede storica di
Palazzo Fernandez dell’Accademia di Belle Arti di Palermo (via
Papireto 20),
due giornate di riflessione sul patrimonio storico artistico della stessa
Accademia. Le manifestazioni in programma offriranno l’occasione per
riscoprire un patrimonio inedito sia per la comunità scientifica che per il
più vasto pubblico, mirando alla valorizzazione e alla fruizione diffusa.
Venerdì 24 giugno, alle ore 17.00, si terrà la presentazione del volume
“Segno e Insegno, atti del primo Congresso Nazionale dei docenti di grafica
d'arte delle Accademie di Belle Arti italiane”, a cura di Giovanna Cassese e
Maria Antonella Fusco; precederà la visita al Gabinetto dei Disegni, delle
Stampe e delle Matrici dell'Accademia di Belle Arti di Palermo.
Sabato 25 giugno, alle ore 10.00, si svolgerà la presentazione del progetto
Conoscenza, Conservazione e Divulgazione scientifica della Gipsoteca
dell'Accademia di Belle Arti di Palermo e del relativo volume “La Gipsoteca
dell'Accademia di Palermo. Conoscenza, conservazione e divulgazione
scientifica”, a cura di Giuseppe Cipolla.
Di seguito il programma in dettaglio delle due giornate.
24 giugno 2016
Ore 17.00 - Palazzo Fernandez - piano terra
Visita al Gabinetto dei Disegni, delle Stampe e delle Matrici, a cura
di Riccardo Mazzarino, Valeria Di Piazza, Vincenza Mercadante
Ore 17.30 - Palazzo Fernandez - aula magna
Presentazione del volume “Segno e Insegno, atti del primo Congresso
nazionale dei docenti di grafica d’arte delle Accademie di Belle Arti
d’Italia”, a cura di Giovanna Cassese e Antonella Fusco
Modera:
Riccardo Mazzarino - Coordinatore del Corso di Grafica d’Arte e
responsabile del Gabinetto dei Disegni, delle Stampe e delle Matrici,
Accademia di Belle Arti di Palermo;
Saluti:
Mario Zito - Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo
Franco Marrocco - Presidente della Conferenza dei Direttori delle
Accademie di Belle Arti d’Italia
Interventi:
Maria Cristina Misiti - Dirigente Ufficio I° staff, Dipartimento per la
Formazione Superiore e per la Ricerca - MIUR
Giovanna Cassese - Accademia di Belle Arti di Napoli - Coordinatore
Gruppo di lavoro MIUR-AFAM sui Patrimoni delle Accademie di Belle Arti
d’Italia
Maria Antonella Fusco - Direttore dell’Istituto Centrale per la
Grafica, Roma
Tavola rotonda con interventi di:
Rita Bernini, Gabriella Bocconi - Istituto Centrale per la Grafica,
Roma
Carlo Pastena, Sandra Proto - Centro Regionale per l'Inventario, la
Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali della Regione Siciliana
Lucina Gandolfo - Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo
Maria Concetta Di Natale - Museo Diocesano di Monreale
25 giugno 2016
Ore 10.00 - Palazzo Fernandez - aula magna
Presentazione del progetto “Conoscenza, conservazione e divulgazione
scientifica della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Palermo” e del
relativo volume “La Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Conoscenza, conservazione e divulgazione scientifica”, a cura di Giuseppe
Cipolla
Modera:
Mario Zito - Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo
Presentazione del progetto:
Giuseppe Cipolla - Responsabile scientifico e docente dell’Accademia di
Belle Arti di Palermo
Saluti:
Antonio La Spina - Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Palermo
Andrea Cusumano - Assessore alla Cultura del Comune di Palermo
Maria Cristina Misiti - Dirigente Ufficio I° staff, Dipartimento per la
Formazione Superiore e per la Ricerca - MIUR
Franco Marrocco - Presidente della Conferenza dei Direttori delle
Accademie di Belle Arti d’Italia
Interventi:
Maria Concetta Di Natale - Direttore del Dipartimento di Cultura e
Società e delegata del Rettore per i Beni Culturali, Università degli Studi
di Palermo / membro della Società Italiana di Storia della Critica d’Arte (SISCA)
di Roma
Gioacchino Barbera - Direttore della Galleria Regionale della Sicilia
di Palazzo Abatellis
Franco Palla - Professore di Biotecnologie applicate ai Beni Culturali
- Coordinatore Corso di Studi in Conservazione e Restauro dei Beni
Culturali, Università degli Studi di Palermo
Conclude:
Giovanna Cassese - Accademia di Belle Arti di Napoli - Coordinatore
Gruppo di lavoro MIUR-AFAM sui Patrimoni delle Accademie di Belle Arti
d’Italia
Accademia di Belle Arti di
Palermo
Giornate di riflessione
sul patrimonio storico artistico
24 e 25 giugno 2016
Palazzo Fernandez - via Papireto 20, Palermo
Redazione
23 giugno 2016.
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22/06/2016 |
Servizi. Chiusura temporanea
dell'isola ecologica, dal 23 al 25 giugno |
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Centro raccolta |
Chiusura temporanea del centro comunale per la raccolta differenziata dei rifiuti,
chiamato comunemente "isola ecologica", da giovedi 23 a
sabato 25 giugno 2016; salvo imprevisti dovrebbe essere aperto da lunedi
27 giugno.
Il conferimento dei rifiuti ingombranti (televisori, frigoriferi, lavatrici,
altri vari elettrodomestici, brande, materassi e vario mobilio, ecc...) è
sempre possibile all'interno del cassone scarrabile posto nei pressi
dell'isola ecologica, dato che per tale operazione non è richiesta la
presenza di un operatore. Si ricorda che il deposito dei rifiuti ingombranti
è sempre vietato lungo le vie cittadine ed accanto ai cassonetti.
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22/06/2016 |
Lavoro. Bando del Servizio
Civile Nazionale: 2 volontari alla proloco "Herbessus" di Grotte |
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Scadrà alle
14.00 di giovedi 30 giugno il termine ultimo per la presentazione delle
domande per la partecipazione ai 2 bandi per la
selezione pubblica di 1 volontario
(per ciascun bando) da impiegare presso la proloco
"Herbessus" di Grotte.
La selezione rientra nel bando più generale emesso dal Dipartimento della
Gioventù e del Servizio Civile Nazionale presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri, per 21.359 volontari da impiegare in progetti di servizio
civile.
I progetti proposti dalla proloco di Grotte sono su: "Eventi e
tradizioni nella Sicilia Occidentale" e "Sicilia tra eventi e
tradizioni".
Il servizio del volontario selezionato partirà dal 1° dicembre 2016, avrà la
durata di 12 mesi e sarà articolato in 30 ore settimanali su 6 giorni
lavorativi. Al volontario spetterà un assegno mensile di 433,80 euro.
Per partecipare alla
selezione occorre avere diversi requisiti, tra cui:
- età compresa tra 18 e 28 anni (non aver compiuto 29 anni);
- non avere prestato in precedenza servizio civile;
- essere cittadini dell'Unione Europea;
- essere in possesso del diploma di Maturità di Scuola media superiore o
diploma di Laurea.
La domanda di partecipazione, in carta semplice, in triplice copia con firma in originale
e con penna blu, dovrà essere presentata direttamente alla sede della
proloco "Herbessus" di Grotte, in Viale Matteotti n° 33, oppure inviata
in pdf tramite pec dell'interessato, o spedita con raccomandata A/R. Il modello di domanda può essere scaricato
dal sito
serviziocivile.it, dal sito
unplisicilia.it o ritirato
presso gli uffici della proloco di Grotte (dal martedi al venerdi, dalle
16.00 alle 20.00).
La prova di selezione si terrà il 20 luglio 2016 alle ore 09.00 presso il Centro
Polivalente "M Abbate" (ex macello comunale) di Caltanissetta.
Carmelo Arnone
22 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
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Leggi i bandi |
21/06/2016 |
Politica. "Cosa dovrei
festeggiare? Il potere logora e soprattutto tenta"; di Giovanni Volpe |
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Giovanni Volpe |
E cosa dovrei festeggiare?
È sparito per sempre ciò in cui ho creduto per trent’anni e dovrei pure
festeggiare?
E non è sparito mica adesso con queste ultime elezioni, no no, è sparito
lentamente e scientemente in tutti quegli anni in cui ha fatto da
scendiletto al peggior episodio della Repubblica Italiana: il berlusconismo.
Poi è arrivato il fiorentino e ha rottamato quanto già rottamato era,
dimostrandosi l’inutilità che è al mero servizio dei potenti.
Ero sono e resto di sinistra senza se e senza
ma.
Il M5S?
Piccoli segnali inquietanti vi sono in mezzo a tanta beltà. Alcuni di loro
sono vere e rare eccellenze e spero non vadano sprecati, il resto è tutto da
costruire; vedremo.
Bisogna tenere gli occhi aperti, saper riconoscere i camaleonti e quelli che
si sono accomodati e si accomoderanno sul carro per amor di lor stessi: il
potere logora e soprattutto tenta... e, troppo spesso, sporca.
Giovanni Volpe
21 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
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21/06/2016 |
Pittura. "Un pezzo del
mio paese a Pavia": la retrospettiva su Renzo Collura; di Maurizio
Bellavia |
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Maurizio Bellavia
Manifesto |
Domenica 19 giugno si è conclusa, nello nello Spazio per le Arti
Contemporanee del Broletto di Pavia, la mostra “Renzo Collura (1920 - 1989)
- Una Retrospettiva”, organizzata e promossa dal Centro Studi Milano ‘900 in
collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia, e il patrocinio
del Comune di Palermo. Di seguito, il commento di Maurizio Bellavia.
*****
"Poi decidi di fare una passeggiata in centro, a Pavia, e ti accorgi che c'è
una mostra su Renzo Collura nella quale vengono raffigurate la Piazza di
Grotte, la Festa di Pasqua, la chiesetta della Madonna delle Grazie.
Poi ti chiedono: “Ma lo conosci?”.
“Abitava nel mio stesso palazzo”.
Di lui, visto che ero molto piccolo, appena 8 o 9 anni, ricordo i suoi
occhiali e la sua Renault 5 rossa.
Un pezzo del mio paese a Pavia: una bella emozione!". |
L'Urna a Grotte
BMV delle Grazie |
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Maurizio
Bellavia
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20/06/2016 |
Politica. "Tira un po' di
aria nuova, anche nel profondo Sud", di Salvino Tirone |
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Salvino Tirone |
Commento di Salvino Tirone sul risultato delle elezioni
amministrative di ieri, 19 giugno 2016.
***** "Il
Belloccio di Firenze dopo i risultati elettorali ha compiuto la sua missione
di disintegrare il PD.
Non so dove Renzi troverà la forza, ma il PD deve rimettersi totalmente in
discussione, e lui fare un atto di umiltà dimettendosi quantomeno da
Segretario del partito.
Tira un po' di aria nuova, anche nel profondo Sud, notoriamente feudo della
vecchia politica; segno che la politica ha totalmente fallito e che i suoi
zombie iniziano un percorso che porta alla morte.
Mi sento di dare un grosso in bocca al lupo al M5S.
Cominceranno le critiche, ci saranno attacchi di vario genere, ma tenere
duro e non fare alleanze politiche alla fine inizia a dare i suoi frutti:
alla fine ci si potrà mettere la faccia nel bene e nel male.
Questo sarà garanzia di trasparenza ma anche assunzione di responsabilità". |
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Salvino Tirone
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20/06/2016 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della Settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 20 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, incontro di preghiera a cura del Rinnovamento
nello Spirito.
Martedi 21 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, prove di canto;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 22 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, catechesi a cura di padre Giovanni Fregapane.
Giovedi 23 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa e Adorazione eucaristica.
Venerdi
24 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato 25 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 20.15, a San Francesco, santa Messa animata dalle Comunità
Neocatecumenali.
Domenica 26 giugno
- Consegna della Bibbia ai cresimandi del 2017 che ancora non l'hanno
ricevuta e consegna del Catechismo (ciascuno nella propria parrocchia,
durante la santa Messa mattutina);
- ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, chiesa san Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa; - ore 18.00, chiesa
Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 19.15, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
- è in preparazione un pellegrinaggio a Medjugorje dal 28 giugno al 3
luglio, sono disponibili ancora pochi posti; per informazioni ed adesioni rivolgersi a padre Gaspare Sutera
presso la parrocchia San Rocco;
- mancano operai nelle parrocchie; coloro che vogliono mettersi al
servizio nella vigna del Signore, come catechista, come ministro
straordinario della Comunione o per qualsiasi altro impegno pastorale,
possono rivolgersi al più presto al proprio parroco.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 27/03/2016:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.00, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 19.15, chiesa Madre |
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20/06/2016 |
Cinema. Guardando "L'uomo
che vide l'infinito"; di Venerando Bellomo |
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Venerando Bellomo
Locandina |
L'UOMO CHE VIDE L'INFINITO di
Matt Brown
Non è
che frequenti molto il cinema, anzi, ci vado proprio di rado. Mi opprime
l'essere immerso nell'oscurità e le immagini, per le mie abitudini visive,
sono gigantografie. Anche la perfezione ed il volume del sonoro non mi sono
confacenti.
Fisime mie; ma così non era quand'ero ragazzo, negli
anni settanta: frequentavo tantissimo le sale cinematografiche, che certo
non avevano la perfezione tecnologica e le comodità attuali. Era però
l'epoca del cinema impegnato, di quello d'autore.
Ma quei film contribuirono tantissimo, nel bene e nel
male, alla mia formazione. Di questo me ne accorsi tanti anni dopo, quando
nell'esporre certi ragionamenti, mi avvedevo che molto di ciò trovava radice
in quelle narrazioni per immagini.
Bene, oggi per andare al cinema, il film mi deve
davvero incuriosire, così stasera mi sono deciso e ne sono soddisfatto. Sono
andato a vedere "L'uomo che vide l'infinito", storia del matematico indiano
Srinivasa Ramanujan, che da autodidatta sfidò i migliori professori di
Cambridge, disvelando soluzioni che questi non erano stati in grado di
intravedere.
Un genio di quella scienza che arriva a profondità tali
da aprire le porte degli abissi della conoscenza, attraverso la creazione di
formule che altro non sono che il fissare la regola della conoscenza stessa.
"Non può esistere un'equazione che non esprima il
pensiero di Dio" è quello che sosteneva Ramanujan. In altri termini
l'eternità della regola preesiste alla sua conoscenza ed è, perciò, missione
della scienza individuare e riconoscere le regole.
Ma l'infinito, ciò che non ha una determinatezza, e la
sua conoscenza può essere indagato soltanto utilizzando il linguaggio
matematico? Credo proprio di no. Le profondità di tutto quello che non è
noto può essere descritto con ogni tipo di linguaggio.
È piuttosto l'uso di questo, degli incastri delle
parole o delle frasi, per esempio, a farci precipitare nell'abisso e creare
quel senso di vertigine, dove i capisaldi sono variabili e stimolano
sensazioni mai provate. Questi sono i capolavori di ogni segmento dello
scibile. Quelli che sfuggono per loro natura alla temporalità e sono
imperituri.
C'est tout.
Venerando Bellomo
20 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
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20/06/2016 |
Lettere. Replica a Salvaggio: "Si
misura con il suo riflesso"; di Antonio Pilato |
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Antonio Pilato |
La replica di Antonio Pilato alle
considerazioni di Antonio Salvaggio.
***** "Carissimo
Direttore,
di quello che sua “eccellenza” l'Ispettore dei Vigili Urbani ha scritto ho
capito soltanto il significato del termine “inerzia”, e che il soggetto in
questione è il suo idolo.
Di tutto il resto nulla.
Anche questo signore, come Renzi, quando scrive si misura col suo riflesso
(alter ego), e se Renzi è il suo idolo se ne faccia una copia e l'adori,
come tutti gli idoli delle false credenze, che hanno da sempre oscurato il
pensiero attivo e creativo.
Qualunque sia la risposta, non avrà più una mia replica, perché resta senza
ricaduta intelligente, cioè inerte.
Un caro, anzi carissimo saluto". |
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Antonio Pilato
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19/06/2016 |
Iniziative. "L'Associazione
'N. Martoglio' porta Nello Musumeci a Grotte"; di Margherita Biondo |
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Musumeci e Cuffaro
Manifesto |
L’Associazione “N. Martoglio” porta Nello Musumeci a Grotte e la sua
magnifica oratoria incanta il pubblico.
É opinione comune che per comunicare ci si avvale di regole, ci si basa su
sistemi di riferimento comuni e su codici condivisi o, per lo meno,
compatibili.
Per spiegare il proprio pensiero è necessario organizzare chiaramente il
discorso, concentrare l’attenzione dell’ascoltatore sui nodi problematici,
suscitare sentimenti ed emozioni.
Atmosfere che ben si adattano alla serata di giovedì scorso presso il Centro
Polifunzionale di Grotte, precisamente il 16 giugno, dove al cospetto di un
pubblico attento e partecipe è intervenuto Nello Musumeci, considerato da
numerosi e autorevoli istituti di ricerca uno tra i più apprezzati politici
siciliani.
Eppure non da politico si è presentato Musumeci bensì da uomo delle
Istituzioni considerata la carica che riveste quale Presidente della
Commissione Regionale Antimafia, incarico molto oneroso tenuto conto che
ancora oggi la grande criminalità organizzata continua a macinare enormi
profitti a discapito di crescita, sviluppo e libertà individuali, servendosi
talvolta anche di infiltrazioni nella Pubblica Amministrazione.
E mafia ed antimafia vengono intese in senso lato dal Presidente Musumeci
che ha inteso far luce su ogni forma di pressione e di “atteggiamento
mafioso” oltre che di vera e propria affiliazione a Cosa Nostra, ponendo
l’accento sui troppi professionisti dell’antimafia in circolazione e sulla
pericolosità della “mafia dell’antimafia” nonché sui consensi elettorali
ottenuti grazie ad ambienti malavitosi.
Argomenti di spiccato interesse per i presenti in una sala gremita da un
pubblico qualificato tra cui l’attuale Sindaco di Grotte, Paolo Fantauzzo,
nonché sindaci delle precedenti amministrazioni.
Un incontro davvero proficuo per i fruitori, ideato ed organizzato dalla
prolifera mente di Aristotele Cuffaro, Presidente dell’Associazione Teatrale
“N. Martoglio”, il quale ha mediato il dibattito con la consueta pacatezza e
pertinenza.
L’iniziativa ha teso in particolare ad evidenziare ed analizzare, attraverso
il confronto diretto con Musumeci, la paradossale posizione di chi si veste
della buona lotta alla mafia a parole per poi scendere a patti nel concreto
con la stessa.
“Legalità ed impegno - ha puntualizzato lo stesso - sono i
prerequisiti di chi amministra la cosa pubblica”. Si consideri che
l’Antimafia regionale negli ultimi anni ha promosso una serie di indagini
sui rapporti tra gli Enti locali e le organizzazioni malavitose operanti
nell’Isola e che, in merito, Musumeci ha dichiarato che “la politica per
tornare credibile ed autorevole deve dotarsi di sufficienti anticorpi che la
rendano impermeabile a qualsiasi contaminazione esterna. La politica ha
perso tuttavia autorevolezza per non avere avuto la capacità di denunciare,
per cui sarebbe necessario spezzare il cordone che da troppo tempo tiene
assieme politici chiacchierati e politici perbene. Bisogna pertanto che la
politica si riappropri del proprio ruolo”.
Musumeci ha esortato, quindi, tutti i presenti, in qualità di cittadini ed
elettori, a resistere alle facili lusinghe di chi non dimostra rispetto per
la nostra regione e per i suoi abitanti e a scegliere di poter andare sempre
a testa alta, vigilando e segnalando chi vende o compra voti. Secondo
Musumeci, infatti, la lotta alla corruzione in Italia deve partire davvero
dal basso.
Il timore è che si tratti di pratiche fin troppo consuete in periodo
elettorale, promesse di voti in cambio di soldi o di posti di lavoro, voti
di scambio, favori in genere. L’esercizio del voto, costituzionalmente
garantito come diritto-dovere civico, dovrebbe costituire il cardine della
democrazia per dare valore etico alla politica e all’onestà sulla quale essa
dovrebbe fondarsi.
E in merito Musumeci ha condannato, in particolare, il fenomeno
dell’astensionismo sostenendo che la società civile ha il dovere morale di
votare e, sicuramente, di farlo secondo coscienza come si conviene in una
democrazia partecipata.
Un incontro all’insegna anche della magnifica oratoria dell’ospite, non mera
retorica, oratoria non apparente ma di sostanza, vivace e convincente, che
ha incantato il pubblico in sala per le capacità verbali e per i contenuti
altamente etici dell’intervento. Non bisogna dimenticare, in merito, che il
Senatore della Repubblica Francesco Storace asserì che “Se c’è un
dispetto che si possa fare ad un uomo politico è quello di farlo parlare
dopo Nello Musumeci”. Nelle parole e nei contenuti, quindi, un’analisi
attenta e ben definita dell'antimafia la quale va predicata e praticata per
recuperare credibilità, e per farlo deve assolutamente dimostrare di essere
impermeabile a qualunque condizionamento esterno ma deve anche garantire il
perseguimento costante della legalità e preferire sempre ciò che appare
giusto e mai ciò che appare utile. Naturalmente Musumeci non ha escluso che
ci possano essere nella politica, a qualsiasi livello, ancora collusioni e
connivenze “ed é proprio per questo - ha aggiunto - che abbiamo il
dovere di isolare, neutralizzare le mele marce per restituire la politica
alla sua bellezza. Ma le denunce vanno accompagnate da nomi e cognomi per
evitare delegittimazioni”.
Margherita Biondo
19 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
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19/06/2016 |
Danza. "La bambola
fantastica": 12° saggio-spettacolo della Elisir Dance; giovedi 30 giugno |
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Manifesto |
Si terrà giovedì 30 giugno, presso il Cine-Teatro
"Odeon" di Canicatti con inizio alle ore 20.30, il 12° saggio-spettacolo di
danza classica, moderna e contemporanea della scuola "Elisir Dance", diretta
dalla M^ Ersilia Morgante.
"Anche quest'anno sono certa di stupirvi - afferma Ersilia - con
una bellissima storia che all'inizio avrà una sfaccettatura fiabesca per poi
sfociare nella cronaca dei giorni nostri. Una storia intrigante e
travolgente che allo stesso tempo farà riflettere". Ad esibirsi, oltre
le allieve della sede di Grotte, ci saranno le allieve della sede di
Castrofilippo. Sul palco ci sarà, anche quest'anno, Raissa Puma, con un
bagaglio di esperienze molto più vasto rispetto quello dello scorso anno,
visto che da settembre si è trasferita a Roma per studiare danza presso la
rinomata Accademia DAF (Dance Arts Faculty). A curare la regia e la
direzione del saggio dal titolo "La bambola fantastica" sarà Ersilia
Morgante; la presentazione della serata sarà a cura di Angelo Palermo. La
partecipazione è aperta a tutti, con ingresso libero.
"La bambola fantastica"
12° saggio-spettacolo di Danza della scuola "Elisir Dance"
Giovedì 30 giugno - ore 20.30
Cine-Teatro "Odeon" - Canicatti.
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19/06/2016 |
Politica. "Tra la teoria
e la pratica: le dichiarazioni del prof. Pilato"; di Antonio Salvaggio |
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Antonio Salvaggio |
Intervento dell'Ispettore Capo Antonio Salvaggio in
merito alle dichiarazioni del prof. Antonio Pilato.
***** "Tra
la teoria e la pratica.
Quasi per inerzia il Prof. Pilato rilascia dichiarazioni - o, se volete,
sentenze filosofiche - su questo periodico indipendente di informazione,
inerenti l’attività del governo Renzi, come se degli sprovveduti alunni
seguissero le sue lezioni in un aula di Stato; purtroppo così non è, qui a
collaborare con la piazza liberale e democratica di Grotte.info ci sono
uomini liberi e di trincea.
Per fare il possibile sul campo ci siamo noi, ovunque operiamo, con i soli
mezzi che ci ritroviamo dopo settant'anni di Repubblica.
Dal Governo non ci attendiamo niente, poiché citare ogni qualsivoglia il
Capo del Governo non implica una proposta concreta da mettere ai voti del
Parlamento ma solo una sommaria valutazione astratta lontana dalle realtà
locali che si nutrono di volenterosi Sindaci i quali operano a mani nude
senza aspettare niente e nessuno.
Chi ha militato nei Partiti della Prima repubblica sa bene che bisogna
necessariamente esporsi in prima linea per garantire fattività, democrazia e
legalità che certamente non è mai venuta meno a Grotte.
É possibile dare un contributo a chi governa usando altri stili, in modo da
offrire un aspetto accattivante, per comunicare al meglio le proprie idee;
in questo modo mi sono regolato da sempre".
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Antonio Salvaggio
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19/06/2016 |
Iniziative. "I professionisti
dell'antimafia": incontro-dibattito con Nello Musumeci |
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Vedi le foto
Manifesto |
Giovedì 16 giugno, presso l’auditorium “San Nicola” a
Grotte, si è tenuto un incontro-dibattito sul tema “I professionisti
dell’antimafia”, con l’on. Nello Musumeci, Presidente della
Commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana.
L’incontro, organizzato dall’associazione teatrale culturale “Nino
Martoglio”, con il patrocinio del Comune di Grotte, è stato moderato da Aristotele Cuffaro.
Dopo i saluti
di rito, l’on. Musumeci ha iniziato il suo intervento dicendo: “Appena
arrivato mi è stato chiesto da un giornalista: ‘Cosa ci dice del suo
percorso politico?’. Non ho risposto a questa domanda perché sono venuto
qua, invitato, nella veste di Presidente della Commissione Regionale
Antimafia all’ARS, e su questo la politica non c’entra; come Presidente
della Commissione io sono abituato ad essere Presidente di tutti, di tutti i
partiti, senza esclusione di nessuno. Per questo non mi sono prestato a
rispondere a questa domanda”.
Rispondendo ad una domanda sulle vicende di sciasciana memoria legate al
celebre articolo dal titolo “I professionisti dell’antimafia”, l’Onorevole
ha argomentato che Sciascia, nel suo scritto, si voleva riferire alle
carriere di due persone: il giudice Paolo Borsellino, che nel curriculum
annoverava l’impegno nella lotta alla mafia, ed il sindaco di Palermo
Leoluca Orlando che aveva fatto una battaglia politica sull’antimafia.
Come testimonianza personale ha riferito di un avvenimento che lo ha visto
protagonista: “Io sono stato sette anni sotto scorta perché, da
Presidente della Provincia di Catania, ho revocato una delibera per un’opera
pubblica del costo di 52 miliardi di lire Avevo capito che quell’affare,
quell’opera pubblica, era sotto gli occhi della mafia, ed ho sentito il
dovere di prendere la decisione di revocare quella delibera. Ovviamente la
mafia catanese me la voleva far pagare; aveva preparato un’autobomba per
fare una strage sotto casa mia. I servizi di sicurezza di allora, che
intercettarono una telefonata tra due mafiosi che stavano organizzando
l’attentato, riuscirono a bloccarmi appena in tempo con una telefonata del
Questore: ‘Presidente, stia a casa che veniamo a prenderla noi’. Di questa
vicenda non ne ho mai fatto una battaglia politica, non mi sono mai vantato
di essere un politico antimafia. Perché ritengo che per una persona che fa
politica, fare legalità non è una cosa straordinaria, è il pane quotidiano;
altrimenti non si può fare politica, non si può rappresentare il popolo”.
Parlando del rapporto tra politica e magistratura, il presidente Musumeci ha
detto che: “Molto spesso siamo noi che chiamiamo in causa la
magistratura, perché se in ogni cosa nella quale non vediamo chiaro
chiamiamo in causa la procura, come spesso accade, è chiaro che la procura
si sostituisce alla Politica come Potere. Certo, le illegalità vanno
perseguite, contrastate, ma ci sono delle situazioni che vanno chiarite sul
nascere e discusse nelle sedi proprie della politica, nelle aule consiliari
o parlamentari; situazioni che vanno anche denunciate in quelle sedi. A
questo serve una buona Opposizione, ad evitare che l’Amministrazione attiva
o il Governo commettano degli abusi o delle illegalità”.
Sul ruolo dei Sindaci, ha spiegato: “Molto spesso le mozioni di sfiducia
ai Sindaci sono strumenti sbagliati, perché - ce ne stiamo occupando
attualmente nella Commissione Antimafia, e non scendo nei particolari perché
i fatti sono coperti da segreto d’ufficio - ci sono alcuni Comuni in cui si
stanno muovendo atteggiamenti trasversali consiliari per sfiduciare il
Sindaco, comuni dove ci sono delle infiltrazioni mafiose inimmaginabili”. Ed
ancora: “Io non condivido che un Sindaco, che ha ricevuto un’investitura
popolare, possa essere sfiduciato, revocato, mandato a casa da 10 o 12
Consiglieri. Il Consiglio dovrebbe dare, nell’eventualità, l’indirizzo, ma
la parola deve tornare al corpo elettorale che ha dato il mandato, deve
essere questi a revocarlo”. E rivolgendosi al Sindaco: “So che oggi è
difficile fare il Sindaco. Da Presidente della Provincia di Catania ero in
contatto con 52 Sindaci, alcuni di paesi grandi, e so il dramma che vive un
Sindaco, che spesso si trova solo, e non deve essere lasciato solo ma deve
trovare collaborazione, perché la sua è un’attività molto delicata, anche in
un paese piccolo. Io, sia come Presidente della Commissione Regionale
Antimafia che come semplice deputato, le offro la mia disponibilità per
quello che avrà bisogno per Grotte”.
Rivolgendosi a chi ostenta la bandiera dell’astensionismo: “L’idea di
non andare a votare è profondamente sbagliata. Mettiamoci nei panni di quei
popoli del mondo che non hanno questa possibilità. Noi abbiamo questa grande
prerogativa, grazie a tutte le battaglie combattute ed al sangue versato per
darci questo diritto. Non andare a votare non è altro che fare scegliere
altri al posto nostro. Si dice: una persona che può fare? Insieme a tante
altre persone può fare tanto; ciascuno deve esercitare questo diritto. Anche
il parlare male della politica solo per il vezzo di parlarne male è sempre
un atteggiamento sbagliato, perché si sfiducia ancora di più la politica.
Quando si dice che il politico è disonesto, molto spesso chi va al potere è
espressione di chi lo vota, molto spesso ci si merita questo. Le persone
perbene, queste devono andare a votare per un politico perbene”.
Questi, e tanti altri, gli argomenti di stretta attualità affrontati, con
competenza e chiarezza, nel corso del dibattito, al termine del quale, dopo
aver ringraziato Aristotele Cuffaro insieme all’Amministrazione comunale per
l’invito e l’ospitalità, il presidente Musumeci ha salutato tutti tra i
fragorosi applausi di approvazione.
Pubblichiamo 16 immagini della manifestazione, realizzate dal dott. Carmelo Capraro (Esperto
di Storia dell'Arte, Critico, Fotografo d'Arte).
Carmelo Arnone
19 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
Dibattito
con l'on. Nello Musumeci (Foto)
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18/06/2016 |
Cronaca. Richiesta di
intervento per un cane in difficoltà in Viale Matteotti |
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Poco prima
della mezzanotte di ieri, venerdi 17 giugno, è giunta in redazione la
seguente segnalazione di un cittadino.
"Caro Direttore,
passando per Viale Matteotti ieri sera ho notato questo cane che zoppicava,
in quanto ha attorcigliato intorno alla zampa anteriore un pezzo di fil di
ferro. Mi rivolgo a lei e al suo quotidiano online affinché questa brutta
vicenda possa concludersi nel migliore dei modi. Un cane con zampa dolorante
è difficile da avvicinare senza le giuste conoscenze e attrezzature".
Nella foto a lato, l'animale in difficoltà.
Pubblichiamo la segnalazione con l'auspicio di un intervento da parte delle
autorità competenti.
Aggiornamento alle 17.00 del 18/06/16.
Dagli uffici comunali apprendiamo che la segnalazione era già pervenuta;
tuttavia sussistono concrete difficoltà nell'individuare il cane e nel porre
rimedio alla sua necessità. Dal momento che occorre fare intervenire il
personale del canile di Siculiana (almeno 60 minuti dalla chiamata), e onde
evitare che l'intervento - il cui costo, in ogni caso, è a carico della
collettività - non vada a buon fine, sarebbe auspicabile che i cittadini
collaborassero con la Polizia Municipale nel segnalare un luogo
frequentato abitualmente dall'animale, nel quale il personale del canile
di Siculiana possa trovarlo con certezza.
Chiunque possa fornire indicazioni sul luogo dove si trovi abitualmente
il cane, possono segnalarne la presenza chiamando la Polizia
Municipale al numero 0922.944197.
Carmelo Arnone
18 giugno 2016.
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18/06/2016 |
Attività. "Il gioco del
fare: alla scoperta dei 5 sensi", laboratorio estivo per bambini; aperte le
iscrizioni |
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Assoc. Paideja |
Inizieranno
mercoledi prossimo, 22 giugno, le attività del laboratorio esperienziale
estivo organizzato dall'Associazione Sociale e Socio-Sanitaria “Paideja
- Officina delle idee”. L'associazione, che si occupa di percorsi di
sostegno e orientamento per bambini e famiglie con la partecipazione di
personale esperto in psicoterapia, pedagogia e sociologia, propone il
laboratorio grazie alla disponibilità dell’Istituto Comprensivo “A. Roncalli” di
Grotte che ha concesso l'uso dei locali.
“Il gioco del fare: alla scoperta dei 5 sensi!” è il motivo
conduttore delle attività con le quali si offrirà ai bambini uno spazio di
espressione, comunicazione, contatto e socializzazione; l’obiettivo è
sperimentare il proprio sé e i 5 sensi, attraverso attività di espressione
corporea e creativa all’interno di un gruppo.
Tutti i laboratori verranno seguiti da educatrici professioniste.
Tra le attività previste:
- risveglio muscolare: attiviamo il corpo tra Dance e Gym;
- l’orto in cassetta: gli odori e i sapori della terra;
- la merenda della nonna: recuperiamo le tradizioni e gustiamo ciò che
prepariamo;
- scopriamo il mondo: dai racconti delle culture conosciamo nuovi suoni,
odori e colori;
- hand made creation: realizzazione di oggetti con materiali poveri;
- giochi di squadra: insieme per crescere e cooperare;
- primo venerdi: visita gratuita alla “Piccola isola dei giganti - San
Leone”;
- secondo venerdi: uscita conclusiva presso Clubhouse Giarrizzo (prevede la
visita del maneggio, giri sul cavallo e giro pizza; con un contributo di
10,00 euro).
Il laboratorio inizierà mercoledi 22 giugno e si concluderà giovedi
7 luglio. Sarà attivo dal lunedi al venerdi, dalle ore 09.00 alle
ore 12.30.
Le attività, rivolte ai bambini dai 5 ai 10 anni, si svolgeranno nella palestra e nell'atrio del plesso
"Roncalli", con ingresso dal cancello di Via Madonna delle Grazie.
Il contributo richiesto, per il costo dei materiali e per le spese di
organizzazione, è di 40,00 euro.
Per informazioni ed iscrizioni è possibile rivolgersi ad uno dei seguenti
numeri: 320.1976674 (dott.ssa Alice Napoli), 338.2987757 (dott.ssa
Margherita Sferrazza), 328.2888772 (dott.ssa Roberta Cardella), 327.7006150
(dott.ssa Serena Cardella).
Aggiornamenti sulla iniziativa saranno disponibili sulla pagina
facebook dell'associazione.
Redazione
18 giugno 2016.
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17/06/2016 |
Iniziative. "Passo e...
spasso!", la "Passeggiata della Salute"; percorso di
venerdi 17 giugno |
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Appuntamento
settimanale del venerdi con
"Passo e... spasso!", la
passeggiata "della salute".
Questo sarà il programma ed il nuovo percorso di oggi, venerdi 17 giugno:
ore 20.15 raduno in piazza mercato (Piazza A. Magnani);
ore 20.30 partenza
percorso extraurbano a sorpresa, per apprezzare l'aria fresca della
campagna...,
arrivo
Piazza Magnani.
Per partecipare, del tutto gratuitamente, basta calzare comode scarpe ed
avere un pizzico di buona volontà. Non si tratta di una corsa ma di una vera
e propria passeggiata lungo un percorso per nulla difficoltoso.
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17/06/2016 |
Attualità. Campagna di
raccolta firme per Referendum Sociali su scuola, beni comuni, trivelle e
inceneritori |
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Referendum |
Sono disponibili presso l' Ufficio Segreteria del Comune di Grotte, negli
orari di lavoro, i moduli per la raccolta di firme per aderire al Referendum
Sociale su scuola, beni comuni, trivelle ed inceneritori.
Questi i 6 quesiti e la petizione formulati dal comitato promotore:
1) Abrogazione di norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche
o private (legge 107/2015);
2) Abrogazione di norme sul potere di scegliere i docenti da premiare
economicamente e sul comitato di valutazione (legge 107/2015);
3) Abrogazione di norme sull'obbligo di almeno 400/200 ore di alternanza
scuola lavoro (legge 107/2015);
4) Abrogazione di norme sul potere discrezionale del dirigente scolastico di
scegliere e confermare i docenti nella sede (legge 107/2016);
5) Bloccare nuove attività di prospezione, ricerca e coltivazione di
idrocarburi (legge 9/1991);
6) Bloccare il piano nazionale per nuovi e vecchi inceneritori, abrogazione
parziale dell'art. 32 della legge 133/2014;
- Petizione popolare ai sensi dell'art. 50 della costituzione per legiferare
in materia di diritto all'acqua e di gestione pubblica e partecipativa del
servizio idrico integrato.
I moduli firmati dai cittadini dovranno essere restituiti al comitato
promotore, a cura del Comune, entro il 25 giugno 2016.
Redazione
17 giugno 2016.
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Referendum |
16/06/2016 |
Servizi. Chiusura temporanea
dell'isola ecologica, dal 16 al 18 giugno |
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Centro raccolta |
Chiusura temporanea del centro comunale per la raccolta differenziata dei rifiuti,
chiamato comunemente "isola ecologica", da oggi, giovedi 16, a
sabato 18 giugno 2016; salvo imprevisti dovrebbe essere aperto da lunedi
20 giugno.
Il conferimento dei rifiuti ingombranti (televisori, frigoriferi, lavatrici,
altri vari elettrodomestici, brande, materassi e vario mobilio, ecc...) è
sempre possibile all'interno del cassone scarrabile posto nei pressi
dell'isola ecologica, dato che per tale operazione non è richiesta la
presenza di un operatore. Si ricorda che il deposito dei rifiuti ingombranti
è sempre vietato lungo le vie cittadine ed accanto ai cassonetti.
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16/06/2016 |
Politica. Intervista al dott.
Gaetano Lombardo, portavoce comunale di Fd'I-AN |
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Guarda il video |
Il dott. Gaetano Lombardo, neo portavoce della sezione di Grotte del partito
Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, nell'intervista di Carmelo Arnone.
Dall'impegno giovanile nel Movimento Sociale Italiano (sfociato nella
candidatura a Sindaco di Favara) all'adesione ad Alleanza Nazionale. Dopo la
recente esperienza nella passata amministrazione di Licata, in qualità di
Vice Sindaco, l'attuale impegno politico come "portavoce" (incarico
equivalente a "Segretario" o "coordinatore" di sezione) comunale nel partito
Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale.
La posizione del partito nei confronti dell'Amministrazione di Grotte ed i
progetti per il prossimo futuro.
Redazione
16 giugno 2016.
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16/06/2016 |
Dialoghi. "Roma alle urne
tra topi, formaggi e rifiuti"; di Giuseppe Castronovo |
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"Dialogo" del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
La campagna elettorale per le elezioni della Capitale d'Italia è stata negli
ultimi giorni ravvivata dalla polemica seguita dalla proposta di candidare
Roma alle Olimpiadi del 2024. Ne abbiamo discusso al Circolo della Concordia
dove, durante il dibattito, alcuni amici memori della favola di Esopo il
"Topo di campagna e il topo di città" hanno interpretato in modo del tutto
originale le posizioni dei contendenti alla poltrona di Sindaco della
Capitale, in merito alla richiesta del calciatore della Roma Totti di
candidare la Capitale alle Olimpiadi del 2024.
Giuseppe Castronovo
"Roma alle urne tra topi, formaggi e rifiuti"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )
Franco: Amici, anche la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 è
entrata a pieno titolo in campagna elettorale.
Totò: Anche questo delle Olimpiadi è diventato un caso politico che potrebbe
cambiare le sorti del ballottaggio.
Vanni: In effetti il nostro presidente del Consiglio Renzi, in questi ultimi
giorni di campagna elettorale, ha fatto propria la proposta di Totti
appoggiando la candidatura di Roma per ospitare le Olimpiadi del 2024.
Nico: Ricordo che il Movimento 5 Stelle sin dall’inizio si è schierato
apertamente contro questa candidatura dopo la triste vicenda di “Mafia
Capitale”, un vero e proprio vaso di Pandora. Una vicenda che vede
pesantemente coinvolti anche autorevoli personaggi nel malaffare capitolino.
Giacomo: Eppure Renzi è convinto della bontà dell’operazione a tal punto che
anche il candidato Sindaco del Partito Democratico Giachetti ne fa una
bandiera del suo programma elettorale.
Ludovico: Come mai questa posizione di Renzi e del Partito Democratico se le
cose stanno come ce le ha descritte l’amico Nico? Non sarebbe il caso che
una volta tanto il Partito di Renzi se ne stesse lontano dalle tentazioni e
dalle occasioni di peccato?
Giacomo: Hai ragione caro Ludovico; ma vedi…
Ludovico: Che cosa?
Giacomo: Stralciare questa iniziativa sarebbe, per il Partito Democratico,
come allontanare il topo dal formaggio.
Ludovico: Se è per questo la nostra Capitale, con le montagne di rifiuti che
invadono le strade cittadine, è invasa da vere e proprie colonie di topi che
con i rifiuti ingrassano e ci stanno anche proprio bene.
Giacomo: Ma caro Ludovico e amici tutti, dobbiamo anche capire che se i
topi se la passano bene con i rifiuti e non soffrono la fame, con il
formaggio se la passerebbero ancora meglio.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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15/06/2016 |
Scrittori. "Bufalino a
venti anni dalla morte", nelle memorie del Premio Racalmare; di Gaspare
Agnello |
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Bufalino, Agnello e Sciascia
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Bufalino a venti anni dalla morte.
Conobbi la scrittura di Gesualdo Bufalino leggendo “Diceria dell’untore”
mentre ero ricoverato in un centro di pneumologia toracica situato nella
Conca d’oro di Palermo; non so se era la stessa struttura dove lo scrittore
comisano curò la sua tubercolosi. Lascio immaginare quali sensazioni si
possono provare nel leggere quel libro in quel clima ospedaliero che è
quello rievocato nel romanzo.
Poi seguì la vicenda del premio letterario Racalmare con la presidenza di
Leonardo Sciascia e così ho potuto conoscere di persona mastro Don Gesualdo
“mastro di scrittura”.
Nella prima edizione del Premio, che si svolse al cinema Marconi di Grotte e
che vide premiato Matteo Collura, Bufalino non era presente. Venne a Grotte
nella seconda edizione del 1986 allorché fu premiato per il suo libro
“L’uomo invaso ed altre invenzioni”.
Questa scelta è stata la più tormentata e infatti il Premio non si celebrò
per ben quattro anni perché la giuria e Sciascia non trovarono mai l’accordo
su un nome da premiare. Sciascia ci propose di premiare un libro di un certo
Greppi e noi non lo abbiamo accettato, ci propose di premiare Antonio
Castelli e né io né il Preside Cimino fummo d’accordo (Castelli poi si
suicidò).
Avevamo proposto a Sciascia di dimettersi per premiarlo ma respinse
decisamente la proposta finché lo stesso Sciascia, visto che noi volevamo
dargli un tributo di riconoscenza, ci propose di dare a lui la cittadinanza
onoraria di Grotte e di premiare Gesualdo Bufalino con il libro “L’uomo
invaso”.
A tal proposito Carmela Linda Criminisi scrive: “É
Leonardo Sciascia a 'segnalare' Bufalino scrittore sessantacinquenne già
vincitore del Campiello nel 1981 con il romanzo 'Diceria dell’untore'. Per i
componenti della commissione del Premio, nonché per i lettori grottesi
vicini al 'Racalmare', l’incontro con questo intellettuale acuto e
raffinatissimo è un’autentica rivelazione. Ma è anche l’inizio di un lungo e
affettuoso sodalizio tra il 'Racalmare' e lo scrittore comisano, che sarà
nominato - a partire dalla quinta edizione del 1989 - consulente letterario
della manifestazione, assieme a Matteo Collura prima e poi anche a Vincenzo
Consolo”.
Veniva ogni volta alla cerimonia di consegna del Premio e portava sua moglie
che già era stata colpita da ictus. Faceva tappa alla Noce da Sciascia e al
pranzo che, quasi sempre, si svolgeva al ristorante “Caliatu” di Racalmuto,
Bufalino serviva con amorevole pazienza la moglie invalida che mia moglie
seguiva standole accanto per tutta la manifestazione in quel di Grotte.
Nel novembre 1989 morì Leonardo Sciascia e tutti abbiamo pensato di
sostituirlo con il suo amico Bufalino.
Ci siamo recati a Comiso per convincerlo ad accettare la nomina, ma fu molto
riluttante per via delle sue situazioni familiari che erano veramente
disastrose. La moglie semi paralizzata, la mamma centenaria e quindi da
accudire non gli consentivano di allontanarsi dalla sua Comiso. La sera
doveva assolutamente rientrare a casa.
L'ho incontrato a Enna dove ha ritirato, al teatro comunale, il premio
intitolato a Nino Savarese e, subito dopo la manifestazione, è andato via in
fretta per far ritorno a casa.
Accettò di presiedere il Premio per una sola edizione, in attesa di trovare
un nuovo presidente e ci consigliò, per il futuro, di coinvolgere nella
giuria del Premio qualche liceo della zona per invogliare i giovani alla
lettura.
Noi abbiamo coinvolto le quinte classi delle scuole elementari di Grotte e
la scuola media che, nell’anno successivo, hanno presentato elaborati sul
libro premiato l’anno precedente, e l’esperimento ebbe risultati veramente
positivi.
Il 16 giugno 1990 la Giuria del premio Racalmare si riunì nell'abitazione di
Gesualdo Bufalino a Comiso e decise di assegnare il Premio della sesta
edizione alla scrittrice Luisa Adorno (pseudonimo di Mila Stella) per il suo
libro “Arco di luminara” con la seguente motivazione: “Arco di luminara
è la rappresentazione esemplare di un microcosmo di provincia e delle sue
umili ma preziose intimità familiari, così come una donna le ha vissute e
memorizzate nel giro lungo degli anni”.
La cerimonia di consegna avvenne nella piazza antistante il municipio di
Grotte il giorno 30 settembre 1990 ed ebbe uno strascico polemico molto duro
con Vincenzo Consolo, il quale si dimise da consulente del premio motivando
le sue dimissioni col fatto che non si poteva assegnare un premio
letterario, celebrato con finanziamenti pubblici, mentre la mafia, a pochi
chilometri di distanza il 21 settembre dello stesso anno, uccideva il
giudice Rosario Livatino. Bufalino ebbe a dare a Consolo una risposta molto
dura affermando che la mafia si combatte appunto con la cultura e
diffondendo i libri che sono in grado di espugnare una fortezza.
É nota la posizione di Bufalino che
affermava che la mafia la possono combattere i maestri delle scuole
elementari formando le coscienze delle giovani generazioni.
Non ricordo più se, dopo quella cerimonia, sia tornato altre volte a Grotte.
Il 14 giugno del 1996 muore in un incidente stradale avvenuto lungo la
strada Vittoria-Comiso, al ritorno di una visita alla moglie.
Un uomo che non aveva mai guidato una macchina e che, come il suo amico
Sciascia, non aveva la patente di guida, muore, ironia della sorte, a
seguito di un incidente di macchina, guidata da un amico, favorito da un
temporale estivo.
La Giuria del premio Racalmare non dimenticò il suo Presidente onorario e,
nello stesso anno della morte, gli assegnò la nona edizione del Premio alla
memoria per il suo ultimo romanzo “Tommaso e il fotografo cieco” nonché per
la sua intera produzione letteraria. Il premio venne ritirato dalla moglie
Giovanna Leggio alla presenza del sindaco Antonio Carlisi, del ministro
della Repubblica di Malta Evarist Bartolo e del sindaco della cittadina
maltese Attard, Henry Frenda. Nel corso della cerimonia Matteo Collura dirà:
“Per Sciascia, scrivere rappresenta la maniera per avvicinarsi alla
verità della vita e ridare dignità all’uomo, per Bufalino è un modo per
ingannare l’attesa della morte e dare un senso all’umana esistenza”.
L’incontro con Bufalino, come l’incontro con Sciascia e con Consolo, ha
cambiato la mia vita perché questi uomini mi hanno avvicinato ai libri e mi
hanno fatto conoscere il valore della letteratura.
Bufalino era un uomo semplice che non fu affatto influenzato dal grande
successo letterario. Restò l’uomo di sempre vestito con il suo solito
berretto e d’inverno con il solito cappotto. L’ho visto a tavola mentre
aiutava a mangiare la moglie; l’ho visto in un bar della 640; al funerale di
Sciascia; a casa sua dove sono stato alcune volte per ragioni del Premio.
Mi diceva che non amava le nuove tecnologie e che invece aveva appreso a
manovrare il registratore collegato al televisore che lui sistemava
perché gli registrasse i film antichi che venivano trasmessi a notte
inoltrata mentre lui dormiva. Era un grande cinofilo e amava i film del
neorealismo e i film americani.
Sciascia diceva che Bufalino era uno scrittore “umido” mentre lui era uno
scrittore asciutto.
Umido come la terra umida da cui nascono frutti e fiori copiosi. Certamente
è stato lo scrittore più raffinato del secondo Novecento la cui prosa è
veramente sublime e degna di essere studiata nei licei per insegnare ai
giovani studenti il piacere dello scrivere in maniera elegante.
Quando Sciascia morì, Bufalino disse che lo aveva preceduto e quindi si era
quasi offeso perché la precedenza nella morte toccava a lui che era più
anziano.
Con la morte Bufalino aveva un particolare rapporto. “Mi gira attorno”,
disse in una bellissima intervista concessa a Chiambretti per la
trasmissione “Il laureato” che la RAI dovrebbe proporre al grande pubblico
perché quella è un'intervista veramente molto bella.
E la morte se lo prese, ironia della sorte, in una notte d’estate, con un
incidente di macchina, mentre tornava da Vittoria dopo avere fatto visita
alla donna della sua vita e ritornava a casa dalla vecchia mamma che, a
cento anni, pianse il figlio Dino.
E noi tutti “ce ne ricorderemo, di questo grande uomo, mastro della
scrittura”.
Agrigento, lì 14.6.2016 |
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Gaspare Agnello
(gaspareagnello.it)
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15/06/2016 |
Riflessioni. "Nihil est in
intellectu quod prius non fuerit in sensu"; di Antonio Pilato |
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Antonio Pilato |
Riflessione del prof. Antonio Pilato, docente di
Filosofia e Pedagogia, e Pittore.
"Nihil
est in intellectu quod prius non fuerit in sensu.
Niente è nell’intelletto se non ciò che prima risiede nei sensi.
“Non si deve essere più idealisti! Occorre ascoltare i bisogni del
popolo!”.
Così urla, grida il fantomatico rottamatore, leader di questo Parlamento,
nonché segretario nazionale del PD, in risposta alla minoranza, che si
agita contro per tenerlo in equilibrio sulle rotaie della sinistra storica,
senza però riuscirci.
Ma a quale popolo il Presidente del consiglio si riferisce?
A quale folla?
A giudicare le sue azioni, i suoi interventi e provvedimenti
politici, egli rivolge il suo pensiero non a quello della piazza, alla
massa anonima e inascoltata, che vive come semplice soma e trascina il carro
con la forza delle braccia, a fatica, unica ricchezza che gli resta, da
vendere ai padroni e capitalisti, per produrre quei beni d’uso e consumo che
lui stesso non riesce facilmente ad acquistare.
Ma tornando alla sua demonizzazione degli ideali, vorrei rispondere alla sua
saccenteria, alla vanità di possedere il sapere più di tutti gli altri che
lo stanno ad ascoltare.
Signor Presidente non di tutti gli italiani: se per idealismo lei intende
quello di Hegel, secondo cui l’idea, che nasce astratta entro la mente che
pensa, è il motore della storia politica economica, sociale e culturale,
ossia lo spirito che si concretizza e storicizza nei modi prestabiliti
dall’autorità razionale, che si identifica col potere, come voluto da Dio,
allora concordo con lei.
Ma se non esiste nella storia dell’umanità nessun uomo dotato della sola
testa con le ali e senza corpo, tutto è falso.
O forse questo immaginario ritratto è quello che lei fa di se stesso?
I veri idealisti, quelli che lei non sopporta hanno corpo e piedi
legatissimi alla terra; sono quelli che producono per tutti, nessuno
escluso; e le idee, i concetti che loro esprimono sono modelli che la mente
ritaglia dai contorni dei contenuti materiali che le arrivano dal corpo, dai
bisogni reali materiali realmente esistenti e sempre documentabili.
Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu.
Forse le parole astratte, senza peso e direi anche senza senso, sono le sue;
tanto è vero che lei va diritto, senza nemmeno ascoltare i compagni del suo
stesso partito, che resta ghettizzato in minoranza, solo perché si permette
di suggerirle, giustamente, di restare sul binario della storia dei fatti,
per il bene suo e di tutti.
La legalità, ispirata all’etica, in un paese democratico non ha limiti, non
è di una sola persona o di un gruppo, ma del popolo tutto, nessuno escluso.
Perciò mediti.
Ascolti la voce non soltanto dello spirito, ma soprattutto e
prioritariamente del corpo, che si esprime attraverso le parole, i concetti,
le idee, che sono le finestre concrete della struttura della
realtà materiale.
Ripassare un po’ C. Marx non fa male.
A futura memoria".
Antonio Pilato
15 giugno 2016
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14/06/2016 |
Lettere. "Alcune vecchie foto
di famiglia", ricordando le origini; di Christie Morreale |
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Christie Morreale
Vedi le foto
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La dott.ssa Christie Morreale scrive dal Belgio,
ricordando con orgoglio le proprie origini grottesi, alla ricerca dei suoi
parenti. Ci invia alcune vecchie foto di famiglia, il cui valore supera
l'ambito familiare descrivendo, dietro le persone immortalate nei ritratti,
parte della nostra storia del secolo scorso.
Christie Morreale, dopo gli studi universitari in Criminologia è stata, ed è
attualmente, impegnata attivamente in politica. Eletta Vice Presidente
nazionale del Partito Socialista nel 2003, ha lavorato all'interno del
Partito per 8 anni. Nel dicembre 2011 è stata eletta Senatrice (per elezione
diretta), carica che ha ricoperto sino al gennaio 2013. Da ottobre dello
stesso anno, eletta Deputata, siede nel Parlamento della
Regione Wallonne e della Federazione Wallonie-Bruxelles.
Vive nella città di Esneux-Tilff, impegnata come componente
dell'Amministrazione comunale. Il suo motto è: "Fare
politica per la gente è una passione".
Di seguito, la sua lettera e le foto.
*****
"Bongiorno,
la mia famiglia è originaria di Grotte.
Mio nonno si chiamava Girolamo “Mommo” Morreale e la nonna Alfonsa “Fofa”
Cimino. Lui è emigrato nel 1954 qui in Belgio, ad Ougrée. La nonna, con due
bambini (Calcedonio e Lillo) lo ha raggiunto 4 anni dopo.
Ho certamente molti parenti a Grotte, per lo più cugini e cugine. Mi farebbe
piacere conoscerli.
Sono venuta un paio di volte a Grotte, ma è stato un breve
soggiorno, ospite da “Tota” Ciranni (la famiglia della mia nonna) al Viale
della Vittoria.
Sono stata Senatrice in Belgio, attualmente sono Deputata; una prova in più
che l'integrazione è andata bene.
Vi invio alcune vecchie foto della mia famiglia Morreale-Cimino.
Grazie per l’interesse dimostrato". |
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Christie
Morreale
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Vecchie foto della Famiglia Morreale-Cimino (Foto)
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14/06/2016 |
Lettere. "Premio Racalmare:
auguri di buon lavoro"; di Lillo Agnello |
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Lillo Agnello
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Il commento del prof. Lillo Agnello in merito alla
nuova edizione del
Premio Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte".
*****
"Si
potrebbe dire: e vissero tutti felici e contenti.
Finalmente ha trovato soluzione il problema del Premio Racalmare. É troppo
presto per dare un giudizio di qualsivoglia natura.
Ci si augura che si tengano nel dovuto conto i suggerimenti che, nel tempo,
sono stati dati per rendere il Premio più interessante e fuori da certe
logiche poco confacenti con le finalità del Premio stesso.
Auguri di buon lavoro a tutti". |
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Lillo Agnello
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13/06/2016 |
Letteratura. Presentata la
nuova edizione del Premio "Racalmare - Leonardo Sciascia" |
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Vedi le foto
Video - 1^ parte
Video - 2^ parte
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Sabato 11 giugno è stata
presentata ufficialmente alla stampa, a Grotte presso l'auditorium "San
Nicola", la nuova edizione del Premio letterario
"Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte". Alla
manifestazione sono intervenuti: il sindaco Paolino Fantauzzo, l'assessore
alla Cultura Giusy Cimino, il presidente onorario Dario Costantino ed il
direttore artistico Salvatore Bellavia. Nell'introdurre l'edizione 2016, il
Sindaco ha
comunicato i
nomi dei componenti della Commissione selezionatrice (o Giuria tecnica):
Nino Agnello, Annamaria Apa, Enrico Bellomo, Giovanna Catanese, Linda
Criminisi, Dario Di Fiore, Agata Gueli, Alessandra Marsala (alla quale è
stato affidato il compito collaborare all’organizzazione del Premio), Zino
Pecoraro, Rosa Ricciardi, Gaspare Spalanca e Giovanna Zaffuto.
Queste le parole del Primo Cittadino: "Oggi ho il piacere di annunciare
alla Città che dopo un anno di riflessione siamo addivenuti alla decisione
di volere continuare con maggiore vigore, con maggiore forza, il Premio
‘Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte’. Il Premio nasce nel 1980.
Permettetemi di ricordare a me stesso ed a voi che sono stato tra coloro i
quali hanno voluto fortemente - nel 1980, essendo io consigliere comunale -
il Premio Racalmare. Il Premio ha avuto come primo presidente Leonardo
Sciascia e, come il grande maestro Nanà soleva spesso ripetere, quello che
si fa a Grotte è un premio diverso. É un premio diverso perché si fa a
Grotte che, pur essendo un piccolo centro, grazie a questo Premio ha varcato
i confini di questa nostra Sicilia ed ha assunto carattere di livello
internazionale. Abbiamo voluto che questo premio tornasse alle origini, come
diceva il maestro, deve essere un premio fatto in casa. E abbiamo avuto il
piacere, in questi giorni, di incontrare un professore che, pur se giovane,
ha un curriculum di rispetto, è un docente di lettere classiche e la qual
cosa ci ha riempito ancor più di gioia. Ho il piacere di presentarvi il
prof. Dario Costantino, il quale ha accettato di buon grado di essere
Presidente onorario di questo Premio, e che da subito si è messo all’opera
per individuare gli scrittori che parlassero della nostra sicilianità. Posso
annunciarvi che abbiamo ricomposto la giuria tecnica. Una giuria ben
composita. Molto di questo merito va al dott. Bellavia, il quale si è messo
subito a disposizione del Premio, ha aiutato l’amministrazione in questo
difficile compito e, conoscendo la volontà ferrea del dott. Bellavia,
sicuramente questo Premio continuerà ad essere quello che è stato negli anni
passati".
Di seguito è intervenuto il nuovo Presidente onorario del Premio, prof.
Dario Costantino, che ha indicato le linee guida della nuova edizione: "Probabilmente
sarà un premio letterario in cui non vogliamo premiare gli scrittori, molte
volte gli scrittori diventano personaggi - in realtà proprio Sciascia ci ha
dato un esempio di umiltà -; è un premio che noi analizziamo. Tutto quello
che è passato è stato di grandissimo valore ed è una nostra eredità. La
letteratura è uno strumento di conoscenza, dell’uomo, e il valore di
letterarietà è un valore di umiltà e un valore di cultura, perché credo che
sia la cosa più bella, premiando i libri. È un premio letterario in cui si
farà “Italiano”: ovvero in cui si cercherà di ragionare sulla scrittura
creativa. Sono tanti i generi, e se posso aggiungere qualcosa al grande
maestro Sciascia, sarà una scrittura anche emozionante, perché credo che
oggi la scrittura sia uno strumento introspettivo per scandagliare l’animo
umano, che è ricco di quelli che si chiamano in astrofisica i “black holes”,
i buchi neri; noi stessi non conosciamo quali oscuri meandri dell’anima
possiamo avere. Sciascia era straordinario nel sondarli, faceva uno spaccato
della psicologia dei personaggi mirabile, e per questo è straordinariamente
ammirato. Sarà un premio letterario che vuole ricondurre alla letteratura,
vuole ricondurre alla cultura, perché la letteratura è l’insieme di tanti
generi a 360°. Indubbiamente la letteratura non è soltanto un genere
specifico che possa contemplare i libri che hanno come oggetto le storie di
mafia o meno - non perché non abbiano grande dignità letteraria, non perché
non possano avere una forza straordinariamente educante - ma la Sicilia e
l’Italia non sono solo queste; sono anche storie meravigliose di amore, sono
storie autobiografiche, storie biografiche e tanto altro. Si parlerà di
tante cose. Credo che l’uomo debba essere analizzato a 360°. Quindi solo con
l’umiltà di poter conoscere un uomo nei suoi - e attraverso i suoi -
innumerevoli difetti, perché ne abbiamo tanti, e quei pochi pregi che
ciascuno ha; credo che così si possa riscrivere una pagina molto bella di
letteratura. E credo che Grotte e i grottesi questo se lo meritano.
L’edizione 2016 è un una sorta di “new deal”, di nuovo corso - ho già
abbondantemente chiarito che il nuovo corso non implichi la presunzione di
una qualità migliore o peggiore del passato, non vanno mai strumentalizzate
le affermazioni -. Noi siamo qua. Con grande umiltà cercheremo di creare
questo in una lunga durata, in una fase di progettualità. Per quest’anno -
dato che amiamo fare passi piccoli però ben supportati - ci sarà sicuramente
la sezione narrativa; non è peregrina l’idea che dall’anno prossimo ci potrà
essere una sezione saggistica o addirittura una sezione per le giovani
promesse, per i famosi “inediti”. Mi chiedono delle anticipazioni. Gli
autori, sicuramente di grande valore umano, culturale, che si
confronteranno, sono autori che amano raccontare e raccontarsi. Credo che
sia un premio in cui si ami il gusto della narrativa, il gusto del
raccontare e raccontarsi. Forse uno scrittore di valore racconta storie;
credo che Sciascia raccontasse “Storie” perché abbia amato fortemente
raccontare l’Uomo. É un po’ questo il principio di circolarità, di
familiarità, che di base - per me - vuol dire il principio di umiltà
culturale, col quale tutti noi intendiamo concepire il Premio".
Il riferimento al contributo dato dal compianto prof. Antonio Cimino, nel
ricordo della figlia Giusy, attuale Assessore alla Cultura: "Sono legata
a questo premio per due motivi. Un motivo di natura affettiva, perché questo
evento evoca in me la figura di mio padre, che è stato tra i primi
sostenitori e promotori nella fondazione del premio, assieme all’allora
professore Pietro Agnello, Sindaco, ed al qui presente dottore Bellavia -
premio che è stato istituzionalizzato nel 1980 e che nell’82 ebbe la sua
prima edizione - e mio padre partecipò a questa edizione ed anche alle
successive in qualità di relatore. Ricordo con quanta passione dedicava
tante ore seduto alla scrivania ed era sempre alla ricerca di quelle parole
che potessero toccare l’animo dei cittadini e li potessero avvicinare a
questa forma di arte. Ma anche perché è con la “cultura” che si diventa
civili - dal latino “colere” cioè coltivare - quindi coltivare i rapporti
all’interno di un gruppo, coltivare lo scambio di opinioni, idee, e quindi è
qui, in questo momenti di aggregazione, che si manifesta quel valore
altissimo “civile” del Premio".
Le indicazioni sul progetto e sulle manifestazioni collaterali sono state
esposte dal dott. Salvatore Bellavia, Direttore artistico e - nelle parole
del sindaco - "cuore pulsante della manifestazione": "Mi corre l’obbligo
di ringraziare Mario Gaziano, perché la sua adesione al progetto ha
consentito la conoscenza del presidente Costantino e mi ha dato delle dritte
sicuramente di uomo sapiente e conoscitore degli eventi culturali. Quando il
sindaco Fantauzzo e l’assessore Aquilina mi hanno chiesto se ero disponibile
a dare una mano affinché si realizzasse quest’anno il Premio Racalmare, non
me lo sono fatto dire due volte (perché la mediocrità purtroppo impera -
delle volte - per cui se io sono di parte politica diversa, secondo un
concetto barbaro, non avrei dovuto preoccuparmi di fare il Premio). Io ho
sostenuto in un’occasione che la cultura non ha bisogno di bandiere ma di
idee, e se ha bisogno di idee significa che tu ti metti a servizio di chi
quelle idee le vuole fare camminare, come diceva Sciascia in una sua
intervista.
Il progetto.
Io non sono in grado di reggere tutto quello che penso di dover fare, per
cui ho pregato Alessandra Marsala di darmi un valido aiuto
nell’organizzazione, perché in questo premio, i libri questa volta devono
andare incontro ai cittadini. Abbiamo programmato, d’accordo con
l’Amministrazione e col Presidente, che i libri che la Commissione tecnica
selezionerà, che saranno tre, saranno portati in mezzo alla gente, con delle
presentazioni sintetiche e con delle letture delle pagine dei libri
selezionati. Come diceva Gustavo Zagrebelsky nel libro dal titolo “Fondata
sulla cultura” riferendosi alla Costituzione, lo studiare, l’essere erudito
può perfezionare la persona, ma se il sapere non è tra la gente, se non fa
comunità, se non fa circolarità diventa una cosa arida, da élite; il Premio
Racalmare non può essere un premio da élite. Il Premio Racalmare ha bisogno,
perché continui ad esistere, della gente, dei giovani; non a caso il Sindaco
nel ricomporre la Commissione tecnica ha introdotto parecchi giovani. E
questo connubio tra la visione giovanile della letteratura e la visione
storica sicuramente produrrà un buon risultato.
Le manifestazioni.
Accanto alla lettura di alcune pagine dei libri, che saranno fatte in tre
quartieri, faremo delle attività collaterali anche leggére, faremo “Occhio
di capra”, in una versione con riferimento a Sciascia e con gli aneddoti
paesani, per cui faremo in modo che il libro non diventi un mostro sacro ma
diventi pane quotidiano, pane fatto di conoscenza. Portare il libro in
piazza so che è una sfida. E a me piacciono tanto le sfide, perché le cose
semplici le vivo con disinteresse. Grotte è un paese particolare, ha una
grande curiosità; io vado con fiducia verso la gente portando i libri,
portando la lettura con le attrici della Luchino Visconti - che sono
professioniste di ottimo livello - e qualche attrice la prenderò anche dal
Club di Mario Gaziano, e vi assicuro che la piazza sarà piena, anche perché
coinvolgerò, là dove andremo, gli abitanti del quartiere, perché saranno
momenti in cui si torna al famoso “cuntu”. Noi porteremo i libri nella
speranza di essere in grado di raccontarli, di fare innamorare di quelle
idee, di quelle frasi".
Intervenendo con una domanda sulle sezioni del Premio, il prof. Mario
Gaziano - tra i fondatori dell'importante appuntamento letterario grottese -
ne ha ripercorso in breve le origini: "Nel 1980 ho ideato e proposto,
all’allora sindaco Pietro Agnello - c’era anche il presente Sindaco,
giovanissimo a quei tempi - di inserire questa idea di premio “Racalmare”
(il nome deriva dal fatto che io, venendo a Grotte spessissimo, vedevo un
grande muraglione che andava verso le campagne su cui era scritto
“Racalmare”, che poi è scomparso, che mi ha affascinato molto). Ho proposto
al Sindaco (ne avevo parlato, per la verità - voi lo ricordate - col dottore
Romano con cui avevo una interlocuzione di carattere culturale, che era
allora Direttore della nascente biblioteca comunale) questo Premio. Nel 1980
abbiamo portato avanti un progetto dal titolo “Iniziative Grottesi”. Sul
premio, quando abbiamo parlato ed abbiamo considerato i vari aspetti (poi il
premio si fece a distanza di due anni, col sindaco Filippo Giambra) abbiamo
pensato di proporre per la presidenza il maestro Leonardo Sciascia, e siamo
andati a trovarlo. Ricordo che c’era anche, assieme a noi, il grande
professore Pietro Amato. Il Premio aveva una strutturazione particolare,
nella proposta era un premio che doveva toccare, soprattutto, la
letteratura, la narrativa e la saggistica del Sud del Mondo, con due sezioni
specifiche: la narrativa e la saggistica (il professore Sciascia ha
condiviso pienamente il premio del quale ha accettato la presidenza),
precisando che intendevamo per narrativa, la narrativa pura degli scrittori.
Io negli anni ho fatto diverse osservazioni e riflessioni sulla differenza
tra narrativa pura e narrativa giornalistica, tutte e due di grande dignità.
La narrativa pura dello scrittore che si ripiega sul proprio tavolo di
studio, come faceva Sciascia con gli orari precisi, e la narrativa
giornalistica, hanno la differenza fondamentale almeno di costruzione
iniziale, di ispirazione e di creatività. Considerando che la narrativa
giornalistica nasce più dalla cronaca che non da una analisi - come faceva
Sciascia - antropologica, sociologica del territorio. Sciascia fu
contentissimo e condivise pienamente questa nostra indicazione e la scelta
di questo premio, e l’accettò con grande piacere".
Al termine della conferenza stampa, il presidente Costantino ha consegnato
presso gli uffici comunali le copie dei nove libri che verranno esaminate
dalla Commissione selezionatrice (nove testi per ciascun componente), tra i
quali sarà scelta la terna finale. Il prof. Costantino ha anche fatto
omaggio alla biblioteca comunale di varie copie di alcuni libri di cui è
autore. É già in moto la macchina organizzativa diretta dal dott. Bellavia,
con la preziosa collaborazione di Alessandra Marsala, per la definizione
delle iniziative collegate al Premio, mentre sarà convocata in tempi brevi,
con molta probabilità entro fine settimana, la Commissione selezionatrice.
Pubblichiamo alcune immagini e la ripresa integrale della conferenza stampa
(32 foto e video di
©
Associazione Culturale "Punto Info").
Carmelo Arnone
13 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
Presentazione del Premio "Racalmare - Leonardo Sciascia" (Foto)
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13/06/2016 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della Settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 13 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario e Adorazione eucaristica;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, incontro di preghiera a cura del Rinnovamento
nello Spirito.
Martedi 14 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, prove di canto;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 15 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario in onore del Sacro Cuore di Gesù;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, catechesi a cura di padre Giovanni Fregapane.
Giovedi 16 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario in onore del Sacro Cuore di Gesù;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa e Adorazione eucaristica.
Venerdi
17 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario in onore del Sacro Cuore di Gesù;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato 18 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 20.15, a San Francesco, santa Messa animata dalle Comunità
Neocatecumenali.
Domenica 19 giugno
- ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, chiesa san Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa; - ore 18.00, chiesa
Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 19.15, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
- è in preparazione un pellegrinaggio a Medjugorje dal 28 giugno al 3
luglio; per informazioni ed adesioni rivolgersi a padre Gaspare Sutera
presso la parrocchia San Rocco;
- mancano operai nelle parrocchie; coloro che vogliono mettersi al
servizio nella vigna del Signore, come catechista, come ministro
straordinario della Comunione o per qualsiasi altro impegno pastorale,
possono rivolgersi al più presto al proprio parroco.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 27/03/2016:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.00, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 19.15, chiesa Madre |
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13/06/2016 |
Viabilità. Divieto di sosta e
transito in Corso Garibaldi, stasera durante la partita di calcio della
Nazionale |
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Stasera, dalle ore 20.30 alle 23.00, è
istituito il divieto di sosta e transito in Corso Garibaldi, nel tratto
compreso tra il numero civico 117 al numero 133, in concomitanza con la
trasmissione in diretta della partita di calcio della Nazionale italiana.
*****
COMUNE DI GROTTE
(Provincia di Agrigento)
IL SINDACO
ORDINANZA N° 8 DEL 10/06/2016
VISTA l’istanza presentata dal Sig. Bonsignore Giuseppe, prot. 6559 del
09/06/2016, titolare dell’esercizio commerciale (BAR) denominato
“Food&Drink” con sede a Grotte in Corso Garibaldi n.119, con la quale chiede
per il giorno 13 p.v. dalle ore 20.30 alle ore 23.00, l’inibizione al
transito del tratto del Corso Garibaldi, dal civico n° 117 al Civico n° 133,
in occasione dell’incontro di calcio della Nazionale Italiana trasmesso in
televisione;
RITENUTO di dover accogliere la suddetta istanza stante che la cittadinanza
verrà coinvolta riunendosi nella Piazza principale del Comune;
CONSIDERATO che per il normale svolgimento della manifestazioni si rende
necessario inibire parte del Corso Garibaldi;
DATO ATTO che verrà installata apposita segnaletica stradale;
VISTO l’art. 7 del D.L. 30.04.1992 n° 285 “Nuovo Codice della Strada”;
VISTO il D.P.R. 16.12.1992 n° 495 “Regolamento d’esecuzione e di attuazione
del Nuovo Codice della Strada”;
VISTO il D.Lgs 18 agosto 2000 n° 267;
O R D I N A Giorno 13
giugno 2016, dalle ore 20.30 alle ore 23.00, è istituito il divieto di
transito e di sosta per tutti i veicoli in Corso Garibaldi, tratto compreso
tra il civico 117 ed il civico 133.
Tutti gli Ufficiali e gli Agenti di cui all’art. 12 del Nuovo Codice della
Strada sono incaricati alla esecuzione della presente.
Dalla Residenza Municipale, lì 10 giugno 2016 |
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Il Sindaco
Paolino Fantauzzo
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12/06/2016 |
Iniziative. "I professionisti
dell'antimafia": incontro-dibattito con Nello Musumeci; giovedi 16
giugno |
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Manifesto |
Giovedì 16 giugno, alle ore 20.00 presso l’auditorium “San Nicola” a
Grotte, l’associazione teatrale culturale “Nino Martoglio”, con il
patrocinio del Comune di Grotte, presenta un incontro-dibattito sul tema “I
professionisti dell’antimafia”, con l’on. Nello Musumeci, Presidente della
Commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana.
L’incontro ha l’intento di dialogare con il presidente Musumeci ed
analizzare la paradossale posizione di chi, rivestendosi a parole della
buona lotta alla mafia, in concreto scende a patti con la stessa. Un
paradosso tipicamente pirandelliano; un concetto anticipato, in maniera
lungimirante, da Leonardo Sciascia.
L’incontro sarà moderato da Aristotele Cuffaro, Presidente dell’associazione
“Nino Martoglio”.
“I professionisti dell’antimafia”
Incontro-dibattito con l’on. Nello Musumeci
Giovedì 16 giugno, ore 20.000
Auditorium “San Nicola” - Grotte.
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10/06/2016 |
Dialoghi. "Riforme
renziane: quando con una elezione ti prendi tre poltrone"; di Giuseppe Castronovo |
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"Dialogo" del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
Le votazioni per il rinnovo dei Consigli comunali, che si concluderanno con
gli eventuali ballottaggi domenica 19 giugno corrente anno, ci hanno offerto
l'occasione per trattare della riforma costituzionale così tenacemente
voluta dal nostro Presidente del Consiglio Renzi. Dal dibattito è emersa la
necessità che la stessa dovesse essere esaminata congiuntamente alla nuova
legge elettorale, anch'essa voluta da Renzi, e alla legge che avrebbe
abolito le Province. Tutto ciò per avere una visione d'insieme e
organicamente congiunta delle tre leggi. Ne è venuto fuori un aspetto
raramente esaminato nei dibattiti televisivi e sulla carta stampata; aspetto
costituito dal fatto che il candidato eletto Sindaco di una delle 21 Città
metropolitane automaticamente diverrà Presidente dell'Area metropolitana e
Senatore della Repubblica. La qual cosa ha fatto dire all'amico Giacomo
"Renzi ha escogitato un sistema per cui colui che viene eletto Sindaco di
una Città metropolitana pesca un terno. Altro che promozioni da supermercati
paghi uno prendi due".
Giuseppe Castronovo
"Riforme renziane: quando con una elezione ti prendi tre poltrone"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )
Romano: Come antipasto della nuova Costituzione voluta da Renzi non c’è che
dire!
Totò: Non ho proprio capito. Esprimi compiutamente il tuo pensiero.
Romano: Vedete, al supermercato ci hanno abituati allo slogan “paghi uno
prendi due”. Renzi è riuscito a fare di più!
Marco: Cioè?
Romano: Con le leggi renziane altro che supermercato! Con lui, il nostro
Matteo nazionale, tutto oramai è musica da oscar. Tutto ciò che Renzi tocca
diventa oro. Dovete sapere che…
Ennio: Che cosa?
Romano: Con lui chi vince una elezione può occupare anche tre poltrone. In
altri termini concorri per una poltrona e se vinci te ne prendi tre.
Ludovico: Ma io non ho ancora capito!
Romano: Vediamo se riesco a spiegarmi in modo semplice e chiaro. Ebbene, se
leggiamo con attenzione la riforma costituzionale di Renzi e la coordiniamo
con la legge del Ministro Del Rio che avrebbe abolito le Province,
apprendiamo che per chi viene eletto Sindaco di una delle ventuno Città
metropolitane si spalancheranno non solo le porte del Municipio della sua
Città ma anche: - le porte per andare ad occupare la poltrona di Presidente
dell’Area Metropolitana; - le porte per andare ad occupare uno scranno al
nuovo Senato della Repubblica. Ecco dunque la chiave di lettura della mia
precedente affermazione secondo cui “concorri per una poltrona e se vinci
te ne prendi tre”. É il caso che faccia un’ulteriore puntualizzazione
dicendo che l’Area Metropolitana non è nient’altro che il nome con il quale
viene ora chiamata la vecchia Provincia.
Giacomo: Adesso incomincia ad essere tutto più chiaro; ma mi chiedo: sicuro
che Renzi abbia escogitato questa diavoleria? Devo confessarvi che si tratta
di un aspetto della riforma che l’amico Romano ci ha illustrato molto bene.
Un aspetto del quale però non ho ad oggi sentito parlare. Ma se è così , a
parte il giudizio politico sulla riforma, devo dire che sarà difficile
trovare un manager di catene di supermercati che possa reggere il confronto
con il nostro Matteo nazionale. Questa ovviamente è la mia idea personale.
Ennio: Giacomo non enfatizzare più di tanto la riforma renziana! Non
possiamo mettere a confronto salsicce, prosciutti e mozzarelle con le tre
poltrone che occuperà il Sindaco di una Città metropolitana?
Giacomo: Prof. Vezio, non può starsene in silenzio ad ascoltare noi. Qual è
la sua idea?
Vezio: Quanto illustrato dall’amico Romano costituisce il risultato del
“combinato disposto tra Riforma costituzionale, Legge Del Rio sulle Province
e Legge elettorale”. É appena il caso di ricordare che nell’Ordinamento
italiano le leggi non sono mai svincolate tra loro; anzi si integrano e si
interpretano l’una per mezzo delle altre. Devono comporre, in ogni diverso
momento della loro vigenza, un’unità inscindibile e convivere in perfetta
armonia. Compito della Corte costituzionale è quello di garantire la
permanenza di quest’armonica convivenza tra le centinaia di leggi che
costituiscono l’ordinamento giuridico. Quanto illustrato dall’amico Romano
costituisce nient’altro che il corollario di quanto ho appena illustrato.Ad
alcuni può piacere, ad altri no, ma è così.
Ludovico: Ma se è così questi Sindaci quanto lavoreranno! Non li invidio
affatto.
Mirco: Certo che Renzi, se continua così, ci stupirà sempre più.
Giacomo: Renzi, è innegabile, ha escogitato un sistema per cui colui che
viene eletto Sindaco di una Città Metropolitana pesca un terno. Altro che
promozioni da supermercati “paghi uno prendi due”!
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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10/06/2016 |
Iniziative. "Passo e...
spasso!", la "Passeggiata della Salute"; percorso di
venerdi 10 giugno |
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Appuntamento
settimanale del venerdi con
"Passo e... spasso!", la
passeggiata "della salute".
Questo sarà il programma ed il nuovo percorso di oggi, venerdi 10 giugno:
ore 20.15 raduno in piazza mercato (Piazza A. Magnani);
ore 20.30 partenza
Via
Machiavelli, Via G. Da Procida, Via Alfieri, Via Cavour, Via Gramsci, Via
delle Mimose, Contrada Crisiella, Contrada Falcia, Via Madonna delle Grazie,
Via Padre Pio, Via F. Ingrao,Via Mattarella,
arrivo
Piazza Magnani.
Per partecipare, del tutto gratuitamente, basta calzare comode scarpe ed
avere un pizzico di buona volontà. Non si tratta di una corsa ma di una vera
e propria passeggiata lungo un percorso per nulla difficoltoso.
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10/06/2016 |
Chiesa. Grest 2016: iscrizioni
aperte sino a domenica 12 giugno |
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Locandina |
Uno staff di 60 animatori, giovani entusiasti pieni di energie, è già al
lavoro per organizzare il Grest 2016, che si svolgerà a Grotte dal 24 luglio
al 7 agosto. L'iniziativa è organizzata dall'oratorio interparrocchiale,
sotto la guida di padre Giovanni Fregapane. Le iscrizioni sono aperte ai
ragazzi dalla 1^ elementare alla 3^ media. Ogni giorno, dalle ore
17.30 alle 19.30 davanti alla chiesa Madre, gli animatori saranno
disponibili per ricevere le adesioni.
Domenica prossima, 12 giugno, termine ultimo per le iscrizioni, sarà
possibile dare l'adesione dalle ore 10.30 alle 2.30 e dalle 18.00 alle 20.00.
Redazione
10 giugno 2016.
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09/06/2016 |
Rifiuti. Chiusa la discarica
di Siculiana; il Sindaco: "Aumentare la differenziata per ridurre i
costi" |
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Lettera Iseda
"Taglia la tua bolletta" |
Ancora una volta si ripropone in tutta la Sicilia il
problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Con la chiusura della
discarica di Siculiana, disposta dal competente Assessorato Regionale, per i
Comuni dell'agrigentino scattano i provvedimenti per evitare l'emergenza.
Con una
lettera del 7 giugno, la ditta Iseda, che gestisce la raccolta dei
rifiuti, ha comunicato di non aver potuto effettuare lo svuotamento degli
auto-compattatori e di rimanere in attesa di indicazioni dai singoli Comuni,
paventando possibili danni agli automezzi rimasti carichi.
Finalmente, dopo l'ennesima proroga semestrale dell'attuale sistema di
smaltimento dei rifiuti in Sicilia, provvedimento concesso in extremis
(proroga che da molti anni viene proposta ciclicamente come "ultima"), nella
giornata di ieri è arrivata l'indicazione, dall'Assessorato Regionale, delle
discariche autorizzate a consentire il conferimento. Il Comune di Grotte
dovrà conferire la spazzatura in una discarica in provincia di Catania. Ciò
comporta un evidente e notevole aumento dei costi, dovuti alla distanza
quadruplicata rispetto a Siculiana: sia per il consumo di carburante, sia
per gli straordinari del personale (che impiegherà molte ore lavorative
nella percorrenza e nell'attesa per lo svuotamento in discarica), sia per
l'ammortamento dei mezzi.
Per cercare di contenere i costi che inevitabilmente avranno una
ripercussione negativa in bolletta, l'unica alternativa è quella di ridurre
al minimo il materiale depositato nei cassonetti, incrementando la raccolta
differenziata dei rifiuti (da consegnare presso l'isola ecologica).
Differenziando plastica, carta e cartone, vetro, lattine, pile esauste,
medicinali scaduti, ed utilizzando correttamente le compostiere è possibile
ridurre di oltre il 90% la spazzatura nei cassonetti, con la conseguente
riduzione dei costosi viaggi degli auto-compattatori.
"Abbiamo
appreso da parte dell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti, che
la ditta Catanzaro Costruzioni S.r.l., nella qualità di gestore della
discarica di Siculiana, ha negato l’accesso all’impianto al nostro automezzo
addetto alla raccolta dei rifiuti. Questo è l’effetto immediato della
chiusura della discarica di Siculiana, sprovvista dell’impianto di
trattamento meccanico-biologico. Nei prossimi giorni si profilano lunghi e
costosissimi viaggi verso la discarica di Lentini; solo per rendere l’idea
del costo del trasposto, il rapporto è di 1 a 4; oltre allo straordinario
effettuato dal personale. La chiusura della discarica di Siculiana
comporterà, oltre a costi esagerati e non sostenibili dall’utenza, anche
disagi e ritardi nella raccolta giornaliera dei rifiuti, con il relativo
svuotamento dei cassonetti. Stiamo valutando ogni possibilità onde evitare
disagi"; queste le parole del sindaco Paolino Fantauzzo, che
continua con un invito: "La
raccomandazione che facciamo ai cittadini è quella di aumentare la
differenziata e di abbandonare nei cassonetti solo ed esclusivamente
l’umido; la quale cosa ci permetterà di diminuire in maniera sostanziale i
viaggi giornalieri verso la discarica di Lentini, con un notevole
abbattimento dei costi. Si confida nella collaborazione dei cittadini,
al fine di non aumentare eccessivamente i costi".
Carmelo Arnone
9 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
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09/06/2016 |
Servizi. Avviamento al lavoro
dei "forestali": selezione dalle ore 11.00 del 10 giugno nella sezione
di Grotte |
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Forestali
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Si svolgeranno domani, venerdi 10 giugno, a partire dalle ore 11.00 presso
la sezione di Grotte del "Centro per l'Impiego" di Canicatti, le selezioni
per l'avviamento al lavoro dei lavoratori "forestali" centunisti e
centocinquantunisti, addetti alla prevenzione e allo spegnimento degli
incendi. Di seguito, la nota ufficiale. *****
"Oggetto: Richiesta nulla-osta al lavoro addetti AIB per la campagna
2016.
Si comunica che dal 07/06/2016 sono in pubblicazione presso il Centro per
l'Impiego Canicatti, sezione recapito di Grotte, le richieste di avviamento
al lavoro per gli addetti alla prevenzione e spegnimento incendi
appartenenti alla fascia garanzia occupazionale per 151 e 101 giornate
lavorative, con le rispettive qualifiche, del VI Distretto per un periodo
presumibile di giorni 23 (ventitre).
I lavoratori interessati all'avviamento, inseriti in graduatoria, dovranno
presentarsi a partire dalle ore 11.00 del giorno 10/06/2016 nei locali
della sezione recapito di Grotte, per partecipare alla selezione tra i
lavoratori presenti in ufficio, muniti di documento di riconoscimento e
della dichiarazione di immediata disponibilità".
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Il Funzionario Direttivo
Geom. Michele Morreale
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08/06/2016 |
Televisione. Convegno sulla
Legalità: speciale di
"Domenica è sempre domenica" su Teleacras |
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Aggiornamento
alle ore 13.50 del 12/06/2016.
A causa di problemi tecnici, alle ore 10.30 di questa mattina non è andato
in onda il programma.
Sarà trasmesso oggi, 12 giugno 2016, alle ore 15.30 e domani
sera, lunedi 13, alle ore 21.00 circa.
Rimane invariata la programmazione di
martedi 14 giugno alle
ore 21.00 e giovedi
16 alle ore 15.00.
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Andrà in onda
domenica 12 giugno alle ore 10.30 sull'emittente televisiva Teleacras (canale 88 del digitale terrestre
e in streaming sul sito dell'emittente), uno speciale della
trasmissione "Domenica è sempre domenica" condotta da Egidio Terrana.
La puntata è dedicata al
Convegno sulla Legalità "... per non dimenticare le vittime innocenti
della mafia", che si è svolto lo scorso 4 giugno presso l'auditorium San
Nicola a Grotte, con la testimonianza della dott.ssa Leonarda Gebbia (dell'Associazione
"Libera" e familiare di vittima innocente di mafia) e
del dott. Filippo Vitello (Procuratore della Repubblica di Siena).
La trasmissione sarà trasmessa, in replica,
martedi 14 giugno alle
ore 21.00 e giovedi
16 alle ore 15.00 (gli orari di inizio delle repliche possono
subire piccole variazioni).
Redazione
8 giugno 2016.
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08/06/2016 |
Riconoscimenti. L'80°
compleanno di Pippo Baudo, ricordando il "Premio Nino Martoglio 2015" |
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Pippo Baudo, conduttore,
presentatore ed autore televisivo, giornalista, ha festeggiato ieri, martedi
7 giugno, il suo 80° compleanno. Tra gli innumerevoli messaggi di auguri
giunti al "Pippo Nazionale", anche quello di Aristotele Cuffaro, ideatore e
direttore del Premio "Nino Martoglio" la cui edizione 2015 è stata dedicata
proprio al celebre conduttore televisivo.
La 13^ edizione del Premio "Nino
Martoglio" - Città di Grotte si è svolta il 31 ottobre ed ha avuto come
ospiti - oltre Pippo Baudo -
Vincenzo
Morgante (giornalista, Direttore della Testata Giornalistica Regionale della
Rai, a cui è stato attribuito il Premio Speciale “Francesco Pillitteri”) e
Domenico Tempio (giornalista, vicedirettore ed editorialista de La Sicilia).
Alla manifestazione sono stati presenti
tre poeti le cui opere sono risultate vincitrici in
alcune delle passate edizioni: Laura La Sala di Palermo, vincitrice dell'edizione 2014 con la silloge
"Mai diri fimmina"; Gabriella Rossitto di Ragusa, vincitrice dell'edizione 2010 con la silloge
"Russania"; Alessandro Giuliana di San Cataldo (CL), vincitore dell'edizione 2011 con
la silloge "Pinsera".
La cerimonia di conferimento dei Premi è stata animata dal cantastorie Nonò Salamone
e presentata da Francesco Bellomo (produttore teatrale e
direttore artistico).
L'intera cerimonia è stata trasmessa dall'emittente Agrigento Tv (canale 96
dei digitale terrestre); la trasmissione è disponibile online divisa in
prima parte e
seconda parte.
In ricordo della manifestazione, pubblichiamo alcune immagini del Premio (66
foto di
©
Salvo lo Re "President").
Premio "Nino Martoglio" Edizione 2015 (Foto)
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Manifesto |
08/06/2016 |
Letteratura. Premio "Racalmare - Leonardo
Sciascia": sabato 11, presentazione della nuova edizione |
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Sabato 11 giugno verrà
presentata ufficialmente alla stampa, a Grotte presso l'auditorium "San
Nicola", la nuova edizione del Premio letterario
"Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte".
Di seguito la comunicazione dell'Amministrazione comunale.
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COMUNE DI
GROTTE
(Provincia di Agrigento)
Oggetto:
Premio letterario
"Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte"
Il giorno 11 c.m., alle ore 10.30 presso il Centro Polifunzionale San Nicola
di Grotte, è indetta una conferenza stampa sulla nuova edizione del Premio letterario
"Racalmare - L. Sciascia - Città di Grotte".
Interverranno:
- Paolino Fantauzzo Sindaco
- Giusy Cimino Assessore alla Cultura
- Salvatore Bellavia Direttore del Premio
- Dario Costantino Presidente Onorario del Premio. |
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Il Sindaco
Paolino Fantauzzo
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08/06/2016 |
Pittura. "A Renzo Collura: lo
zio di Palermo", visita alla mostra di Pavia; di M. Rita Salvaggio |
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Locandina
Palazzo Broletto
Autoritratto |
3
giugno 2016, eccomi a Pavia.
Sono davanti alla splendida cornice di Palazzo Broletto che ospita la mostra
di Renzo Collura.
Sbircio dal vetro delle porte ancora chiuse, scorgo i quadri già sistemati:
ci sono.
Arriva l’orario di apertura, inizio il giro: che emozione!
Non ho le competenze specifiche per definire l’artista o descriverne
dettagliatamente le sue opere, ma ero lì per onorare un uomo, la sua
passione e il suo talento coltivati con forza tra le tante difficoltà della
vita e dei tempi di guerra.
É stato il fratello di mia nonna, lo zio di Palermo, che veniva a trovarci
nel suo paese natale, Grotte, quando la voglia di famiglia e di pace paesana
si facevano sentire in lui.
Si stava a tavola tutti insieme a raccontare e raccontarci: storie lontane e
vicine, progetti e possibilità.
Coglieva scorci di paese, lo zio Renzo: quelli ancora visibili o scolpiti
nella sua memoria di ragazzo; scorci di vita quotidiana e della sua
rappresentazione, di persone passate e di coetanei, di luoghi identitari
della sua Sicilia.
Li ha fatti rivivere e resi immortali con forme e colori che sanno destare
precisi ricordi.
Li ho guardati e riguardati uno ad uno, quei lavori esposti. Non ho colto,
sicuramente, tutti i particolari, ma ne ho profondamente apprezzato
l’esistenza di ciascuno quale testimonianza viva, espressiva, del suo
pensiero e del suo sentire, anche - o soprattutto - in quelle immagini di
morti vivi: maschere dentro precisi ruoli.
Ho colto la bellezza del luogo ospitante, l’interesse dei partecipanti,
l’emozione e la fierezza dei due figli e dei nipoti.
Non credo si pensi a tutto questo mentre si dà forma all’opera del proprio
ingegno, e non so come immaginasse il futuro dei suoi lavori, lo stesso
Renzo Collura; ma la vita sa regalare soddisfazioni anche postume, ed io non
posso che augurargliene tante, e ancora più grandi.
É stato un piacere esserci.
Spero di riviverlo presto, magari proprio nella sua e nostra Sicilia.
M. Rita Salvaggio
8 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
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Con Athos Collura
"Dolores"
L'Urna a Grotte
Madonna delle Grazie |
07/06/2016 |
Legalità. Convegno sulle
vittime innocenti della mafia; saluto del sindaco Paolino Fantauzzo |
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Paolino Fantauzzo |
Convegno sulla
legalità "... per non
dimenticare le vittime innocenti della mafia".
Saluto di Paolino Fantauzzo (Sindaco di Grotte).
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"Buonasera e
benvenuti,
quella di oggi è una giornata importante per la nostra città, una giornata
voluta fortemente da questa Amministrazione per non dimenticare i morti
innocenti di mafia.
Il fatto simbolico di poco fa, alla Villetta Collodi, può sembrare solo un
fatto simbolico ma così non è, perché la villetta è il cuore pulsante della
nostra città dove si incontrano diverse generazioni, dai più piccoli ai più
grandi.
E la lapide che poco fa abbiamo messo in evidenza farà sicuramente
riflettere i giovani sul fatto che la vita è un bene prezioso.
Allora questa giornata la dobbiamo dedicare soprattutto alla vita, che è il
bene unico, essenziale che abbiamo e che bisogna salvaguardare al di sopra
di qualsiasi interesse ci possa essere.
Chi poteva partecipare a questo convegno, oggi, meglio della dott.ssa
Leonarda Gebbia? Che porta nel cuore questo dramma di un fratello
assassinato innocente, per caso, perché si trovava in quel momento, in
quell’istante, in quel fatidico luogo.
Così come il procuratore Vitello che è stato anche Giudice in prima linea
contro la ‘ndrangheta in Calabria.
Grazie per essere venuti qui e grazie per l’onore che ci state dando". |
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Paolino
Fantauzzo
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07/06/2016 |
Legalità. Convegno sulle
vittime innocenti della mafia; saluto della Presidente Rosellina
Marchetta |
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Rosellina Marchetta |
Convegno sulla
legalità "... per non
dimenticare le vittime innocenti della mafia".
Saluto di Rosellina Marchetta (Presidente del Consiglio comunale di Grotte).
*****
"Buonasera,
porgo il saluto mio personale e quello del Consiglio comunale, che ho
l’onore di presiedere, alla dottoressa Leonarda Gebbia dell'Associazione
Libera, al dottore Filippo Vitello, Procuratore della Repubblica di Siena, e
a tutte le autorità civili e militari presenti.
Oggi il sindaco Fantauzzo e l’assessore Piero Castronovo ci invitano a
questo importante convegno sulla legalità, dal tema “... per non
dimenticare le vittime innocenti della mafia”.
Con questo convegno il Comune di Grotte mira a formare una diversa e più
efficace cultura della legalità, facendo acquisire, attraverso il dott.
Vitello, la consapevolezza e l’importanza che il cittadino riveste, in tutte
le sue azioni quotidiane, nella costruzione della legalità. A tal proposito
desidero esprimere il mio vivo compiacimento verso l’amministrazione attiva,
ed in particolare verso l’assessore Piero Castronovo che, con impareggiabile
impegno, contribuisce a costruire una cultura dei valori nel rispetto della
legalità. La legalità va costruita anche sotto tutti i profili e ovviamente
anche attraverso la legalità economica.
Anche se oggi viviamo in un periodo storico nel quale la criminalità
economica è molto diffusa, ogni giorno i mass-media comunicano fatti di
corruzione, aggiotaggio, cartelli, trust, contrabbando, usura, contrasti di
interessi, criminalità economica, falso in bilancio, fondi neri, riciclaggio
di denaro, ecc. ecc., questi sono tra i più comuni reati contro l’economia.
L’illegalità economica diventa più grave quando è esercitata in forma
organizzata e strutturata, non rispettando le norme e la trasparenza dei
mercati che sono il sale di un'economia sana. Oggi va sottolineato che il
sistema economico italiano è in difficoltà, la responsabilità va ricercata
in alcuni operatori economici che molto spesso prestano il fianco ai gruppi
dediti al malaffare.
Anche la pubblica amministrazione ha le sue responsabilità; il quadro che
emerge negli ultimi tempi è allarmante: frodi finanziarie, reati ambientali,
contraffazione ed alterazione di prodotti, che oltre a creare un danno per
la vera economia, creano un danno anche alla nostra salute.
La criminalità all’interno del sistema economico crea impoverimento
dell’economia, facendo perdere capacità di competitività al nostro impianto
produttivo e quindi minore ricchezza al nostro territorio nazionale, creando
marginalizzazione del sistema socio-economico. L’impressione che oggi danno
le diverse istituzioni dello Stato, compresa la politica, non è edificante
e non ci aiuta ad uscire da questa situazione, basti dare uno sguardo a
quello che avviene nel settore degli appalti pubblici.
Il tema della legalità economica è un problema che investe tutti i governi
del mondo, nessuno può pensare di sfuggire a questa responsabilità. Per
questa ragione serve una cooperazione internazionale. Oggi, purtroppo,
assistiamo alla svilente attività di “mercimonio” che gran parte dei governi
attuano con disinvoltura. Praticamente abbiamo una politica sottomessa agli
interessi prevalenti ed assoluti delle grandi corporazioni economiche.
Questo atteggiamento, purtroppo, allontana i cittadini dai governi e crea un
malessere sociale, ingenerando nella popolazione tutta solo un diffuso
allontanamento dalle Istituzioni.
Dalla fine della prima Repubblica (1992), a seguito dell’ormai non più
tollerabile “questione morale”, la “seconda” (Repubblica) se così si può
chiamare, nata appunto per eliminare il “malaffare”,
è stata anch'essa affossata dalla questione morale. Questo avvenimento è
stato “devastante”, in considerazione del fatto che tanti movimenti
e partiti politici sono nati all’insegna della moralità, ma i fatti hanno
dimostrato che la moralità stava solo nelle parole.
Al primo punto di una società cosiddetta civile deve primeggiare il concetto
di legalità ed economia, intesi non solo come modello ideale di valori e di
scopi da raggiungere, ma come modus vivendi et operandi.
Se in un Paese non c’è legalità non ci sarà una vera democrazia, secondo il
sacro principio sancito fin dall’antichità che recita: “Solo il rispetto
delle regole rende il cittadino libero”.
Cari amici,
se non dovessimo promuovere una vera e propria cultura della legalità, cosi
come magistralmente portano avanti le forze dell’ordine (cercando di dare
corpo a quei diritti che non solo sono sanciti nella Costituzione ma i quali
rappresentano il primo e fondamentale precetto del Diritto Naturale che
differenziano una società civile, con futuro sicuro, certo e affidabile, da
una società incerta fondata sull'assoluta prevaricazione e con l’assenza dei
diritti fondamentali), l’uomo e la società sono destinati a scivolare
nell’oblio.
Infine, a mio modesto avviso, l’economia deve essere fondata sulla moralità.
Un sistema economico che non considera il valore morale dei protagonisti
dell’economia, come valore basilare del sistema stesso, è destinato a
collassare e a trasformare l’economia in diseconomia, così come soleva
affermare don Luigi Sturzo.
Se gli uomini, le pubbliche amministrazioni, a tutti i livelli, non
costruiscono la cultura della legalità, si finisce per favorire solo gruppi
criminosi e quindi la mafia".
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Rosellina Marchetta
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07/06/2016 |
Legalità. Convegno sulle
vittime innocenti della mafia; saluto dell'assessore Piero Castronovo |
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Piero Castronovo |
Convegno sulla
legalità "... per non
dimenticare le vittime innocenti della mafia".
Saluto di Piero Castronovo (Assessore alla Legalità del Comune di Grotte).
*****
"Rivolgo
innanzitutto un saluto ed un ringraziamento ai presenti.
Un saluto ed un ringraziamento rivolgo a Leonarda Gebbia, per aver voluto
annoverare alla sequela delle iniziative “... per non dimenticare le vittime
innocenti di mafia” anche Grotte. Ho avuto il piacere di conoscere una
persona seria e determinata, una persona la cui direzione di vita è stata
completamente cambiata a seguito della morte innocente del fratello Filippo
rimasto vittima nella prima strage di mafia a Porto Empedocle nel 1986.
Un saluto ed un ringraziamento rivolgo a Carmelo Arnone il quale, ci tengo a
precisarlo, ha accettato di moderare il convegno che si tiene oggi a titolo
completamente gratuito. Grotte.info Quotidiano, testata giornalistica della
quale Carmelo è direttore, è stata per me da sempre un vero e proprio
strumento di Legalità, oltre che un riferimento per tutti i grottesi sparsi
nel mondo.
Un saluto ed un ringraziamento di cuore lo rivolgo al dottor Salvatore
Filippo Vitello, Procuratore della Repubblica di Siena. Abbiamo rinviato
cinque volte questo convegno per cercare una data conciliabile con gli
impegni del dottor Vitello.
Signor Procuratore, il suo messaggio di Legalità è importante per la Nostra
e la Sua Grotte, quella Grotte di cui lei è stato giovane eccellente,
studioso ed assiduo frequentatore dell’Azione Cattolica assieme ad amici
come Toto Carlisi. É innegabile che Grotte è, e rimane, nel suo cuore con
tutte le esperienze e con tutti i ricordi. Di questo noi grottesi gliene
siamo grati ed io, ripeto, le sono grato oggi per avere accettato il nostro
invito.
Abbiamo voluto cogliere l’occasione per consegnare simbolicamente alla città
di Grotte il nuovo sistema di videosorveglianza cittadino. É il secondo
impianto di cui il Comune si dota.
Questo nuovo è un impianto che vede diverse telecamere installate su tutto
il territorio comunale, con riprese ad alta risoluzione, capaci di captare
immagini in notturna, e con un ampio immagazzinatore di dati. Un
investimento per la sicurezza del cittadino. Per questo devo ringraziare il
Responsabile del Corpo di Polizia Municipale Ispettore Capo Carmelo Alaimo
per essersi prodigato senza sosta per la messa in funzione dello stesso.
Ma adesso due parole per il tema di cui stiamo trattando.
Legalità non può rimanere una semplice enunciazione del termine. Non può
essere un mero momento di passerella. Legalità significa assumere un
comportamento positivo e strutturale. Legalità significa rispetto delle
leggi, rispetto del diritto altrui, adempimento scrupoloso del dovere,
rispetto dell’ambiente. Il rispetto della Legalità deve essere un argomento
che deve interessare fattivamente il popolo delle persone oneste. Il
fenomeno criminale, come il fenomeno delinquenziale, se operato
individualmente è un fenomeno pericoloso ma facilmente neutralizzabile.
Questo diventa più pericoloso se invece di essere individuale si articola in
varie criminalità “organizzate”. Ecco che in questi ultimi casi la risposta
del popolo delle persone oneste, che non può permettere che ad occuparsi di
tali fenomeni siano solo ed esclusivamente i Magistrati o le sole Forze
dell’Ordine. Ad un fenomeno criminale organizzato deve contrapporsi una
resistenza civile tale da ergersi a muro di protezione sociale, solo così
possiamo sperare risultati lusinghieri. Mi chiedo inoltre se le istituzioni,
soprattutto quelle a livello centrale, investono per la formazione nelle
scuole, per la Legalità. Sarebbe necessario, a mio giudizio, introdurre una
disciplina che si chiami proprio “Educazione alla Legalità”.
Voglio chiudere adesso questo mio intervento di saluto citando una frase che
mi è molto piaciuta, scritta da Alfonso Bugea (capo della redazione di
Agrigento del Giornale di Sicilia) nelle prime pagine di un suo libro
intitolato “Cosa muta”, sui delitti di mafia negli anni '80-'90: “ …alle
vittime di mafia a quelle innocenti a cui la violenza ha negato il diritto
alla vita. Ma anche a chi, cresciuto con la morte nel cuore nessuno ha
saputo insegnare ad amare la vita”.
Grazie". |
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Piero Castronovo
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07/06/2016 |
Legalità. Convegno sulle
vittime innocenti della mafia; relazione del dott. Filippo Vitello |
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Dott. Vitello
Video
Amici di gioventù |
Convegno sulla
legalità "... per non
dimenticare le vittime innocenti della mafia".
Relazione del dott. Filippo Vitello (Procuratore della Repubblica di Siena).
*****
"Miei cari
amici,
carissima Dottoressa, caro Carmelo,
io vengo a casa mia, e non è la prima volta che vengo per stare insieme, a
fare i miei ragionamenti - come diceva la Lei prima, dottoressa - con i
concittadini, con gli amici con cui sono stato sin da piccolo.
Ogni volta che sento una testimonianza di un parente di una vittima della
mafia mi sento coinvolto emotivamente, così come immagino lo siate stati
anche voi.
Di vittime della mafia se ne contano tantissime, se ben ricordo nel Giorno
della Memoria se ne contano 900. E sono tutte vittime innocenti, perché non
avevano niente a che fare con le faide mafiose, con i killeraggi delle varie
cosche mafiose (parliamo di mafia ma intendiamo anche ‘ndrangheta in
Calabria, camorra in Campania, la sacra corona unita pugliese), cioè tutta
gente che passava lì per caso o che stava godendo un momento di tranquillità
e si è vista attinta senza colpa.
Famiglie distrutte, persone che hanno perso il senso della ragione, in
alcuni casi; persone che non hanno più i loro familiari. Ecco, questa è la
realtà.
Quando si parla di mafia, e la si vuole abbinare al concetto di legalità, si
è già fatto un passo avanti perché prima della illegalità, la mafia è totale
disumanità: nega l’uomo.
Uccidere un bambino nell’acido significa negare l’uomo, negare l’umanità.
Uccidere persone che non si conoscono significa negare l’umanità.
Quando nella mia attività sento parlare di “gente di rispetto” mi viene da
sorridere, perché non può definirsi “uomo di rispetto” - quale che sia
l’accezione - colui che nega l’umanità.
Però il problema è - e qui entra il concetto di legalità - che questa gente
ha rispetto in quelle zone grigie, in quelle debolezze umane che portano a
considerare queste persone come gente di rispetto.
Ed io oggi, con voi, voglio fare un ragionamento. Perché dobbiamo parlare
con “spirito di verità”. È scritto nel vangelo di Giovanni “La verità vi
farà liberi”, e noi dobbiamo parlare da liberi.
Che cos’è la legalità?
È una parola molto semplice: significa avere delle regole per consentire
alla comunità civile di sopravvivere - perché se non ha regole, la comunità
civile è anarchia, non sopravvive - e rispettarle.
Ma la legalità è un concetto molto più complesso, che si atteggia in vari
modi.
Per l’esperienza che ho io, la legalità nelle zone di mafia significa “non
uccidere”, perché quello è il problema principale.
Se parliamo dell’Italia centrale, della Capitale, legalità significa “no al
malcostume politico-amministrativo”.
Se parliamo di legalità nelle zone dove sto operando, significa rispettare
le leggi economiche, le leggi tributarie.
È sempre legalità ma ha diverse accezioni.
Ma vedete, il concetto di legalità ha un suo abbinamento essenziale, che è
quello di democrazia, perché riguarda il modo con cui si producono le
regole, che poi vengono applicate dai giudici.
E quando si parla di regole, si parla di rappresentanza politica, che ha
come suo presupposto l’esercizio della sovranità. E quando si parla di
sovranità, si parla di cittadini, titolari di diritti.
Allora, se noi dovessimo interpellare i cittadini e chiedere cosa pensano
della loro rappresentanza politica, sono convinto - senza bisogno di
ricorrere a sondaggi o statistiche - che la risposta sulla loro
rappresentanza politica - per usare un eufemismo - è “critica”, se non
negativa, perché il cittadino ha sfiducia. Soprattutto nelle regioni in cui
si fa mercimonio del voto.
Ha sfiducia perché vi è una sorta di “propensione all’illegalità”. Qui
chiamo in causa la stessa responsabilità del cittadino.
Ha sfiducia perché ritiene che l’operato dei suoi rappresentanti, della sua
classe politica, si fonda sulla illegalità.
Questa generale sfiducia si compensa con i controlli doverosi che sui
pubblici poteri vengono affidati a un soggetto terzo, estraneo alla
rappresentanza politica, ma che esercita la sua funzione in nome del popolo
italiano, in nome di quei cittadini che hanno sfiducia.
Perché attraverso questo sistema di controlli si deve - talvolta ci si
riesce, altre no - reintegrare il sistema della rappresentanza attraverso la
legittimità delle condotte.
Però vedete, la Magistratura - mi riferisco ad essa - che interviene come
soggetto terzo esterno sul controllo dei pubblici poteri, interviene per
eliminarne le patologie, ma guai quando si pensa che il magistrato debba
inserirsi nei meccanismi di decisione dei pubblici poteri, perché diventa
partecipe e questo è contro il sistema della democrazia, degli equilibri
istituzionali.
Il potere, se non è esercitato con criteri legali, è illegittimo, è
diabolico, perché ha nella sua essenza la sopraffazione e la violenza. Il
potere mafioso è violenza, è un potere organizzato che esercita violenza, ed
è disumano, e si basa sull’arroganza.
Vi è una bella scena nel film “Il Marchese del Grillo” con Alberto Sordi che
dice ai villici “... perché io so’ io, e voi non siete…” dico io “niente” ma
la parola è un’altra.
Questa è l’arroganza mafiosa: “io sono io e voi non siete niente”. Quindi tu
sei niente e ti posso distruggere.
La legalità è fonte di diritti e di legittimazione, e questa legittimazione
risiede nella sovranità popolare, che è la massima espressione della dignità
di ciascun individuo.
L’individuo recupera il massimo della sua sovranità popolare, il massimo dei
suoi diritti nell’espressione del voto.
Guai a cercare il mercimonio del voto, guai!
Si è delegittimati, prima dalla propria coscienza e poi davanti alla gente.
Quest’antinomia tra legalità e illegalità è visibile plasticamente quando si
entra in un carcere. Il carcere è l’espressione dello Stato che afferma la
legalità contro chi ha deviato, quindi contro l’illegalità.
Ma lo Stato è responsabile della persona che ha deviato, ne assume la totale
responsabilità perché assume in carico quella persona, perché intende
ricondurla a un percorso di “rieducazione”; io la voglio chiamare (perché il
termine è un po’ equivoco, comunque è la Costituzione che lo chiama
“rieducazione”) “risocializzazione”.
Interesse dello Stato non è buttare dentro una cella una persona e poi, come
si suol dire, buttare via la chiave. Interesse dello Stato, principalmente,
è quello di far capire alla persona, che ha deviato, che ha fortemente
deviato, che ha sbagliato; renderlo consapevole e restituirlo alla società
in una maniera diversa, rispetto a quello che era l’uomo del delitto.
È questa la missione della istituzione penitenziaria: riportare l’uomo del
delitto nella società. Ed è un compito ed un dovere che non riguarda solo
l’istituzione statale, il carcere, riguarda soprattutto la comunità, perché
“colui che devia” è espressione della comunità in cui vive.
Io ricordo benissimo, agli inizi della carriera a Torino, quando ho iniziato
ad occuparmi di fenomeni di delinquenza organizzata - mi occupavo dei
mafiosi di Catania -, che c’era un ragazzo di questi, che poi si è pentito,
e ci diceva (a me e ad un altro magistrato): “Guardi che per me non è facile
parlare dei delitti commessi con queste persone, perché io con queste
persone ci sono cresciuto, siamo stati insieme, abbiamo vissuto insieme
tutta la vita. Parlare di loro e accusarli di questi omicidi non è una cosa
semplice”.
C’è un problema, quindi, della comunità che non ha saputo prevenire quei
fatti. E la comunità è responsabile di quei detenuti, che hanno sbagliato e
che vanno sicuramente instradati verso un percorso di risocializzazione.
Ma questa è un’operazione delicata, e va fatta con onestà intellettuale.
Io non mi scandalizzo che detenuti, o ex detenuti condannati vengano qui a
parlare delle loro esperienze carcerarie.
Non mi scandalizzo, è normale che sia così, è una testimonianza che danno e
che bisogna recepire; ma attenzione, perché la comunità deve farsi pure
carico di queste cose.
Attenzione: vi deve essere onestà intellettuale, perché da un lato non si
può pensare di isolare queste persone - l’isolamento è deleterio, significa
relegarle alla morte civile -; dall’altro, l’indifferenza significa cinismo;
dall’altro ancora, la comunità deve essere irremovibile su un punto: tu
esprimi la tua testimonianza sulla base dei valori condivisi che la comunità
vive.
Guai a pensare che si possa riprendere una logica di potere che è stata
condannata nelle aule di giustizia; guai!
Guai a pensare che tutto ciò che è avvenuto nelle aule di giustizia è niente
perché poi il potere riprende la sua dimensione normale. E noi prestiamo
rispetto a questo. Guai! Perché significa tradire la propria comunità e la
propria dignità di cittadini.
Questa è l’essenza della democrazia, ragazzi! (come direbbero gli
americani): rispetto della dignità di ciascuno.
E rispetto della dignità vuole che chi ha sbagliato deve ritenersi
consapevole dei propri errori e dare testimonianza di pentimento di quello
che ha fatto.
Lo deve fare, ma la comunità deve essere irremovibile nel non volere, nel
non accettare logiche di potere che hanno portato a quella devianza. Non si
può pensare, nell’avvicinarsi a chi ha espiato la sua pena ed ha ristabilito
un percorso di avvicinamento alla comunità, che si possa ristabilire un
sistema di potere ed avvicinarsi ad esso. Non è accettabile.
La legalità, quindi, è una pratica quotidiana, è la pratica quotidiana che
richiama ciascuno alle proprie responsabilità: dobbiamo evitare le
scorciatoie e certe abitudini improntate al clientelismo ed alla sudditanza.
Bisogna evitare questo e si recupera la dignità di cittadino.
Non potete pensare quanto sia bello andare in un ufficio e dire: “Mi chiamo
‘X’, sono qui per un certificato”, e trovare l’impiegato disponibile: “Ecco
il suo certificato”.
Quanto è fastidioso andare dall’amico, e poi dall’amico dell’amico, per
ottenere una cosa che mi spetta. Ma non solo è fastidioso: è umiliante.
Determina, naturalmente direi, un fatto di “attrazione” - da parte di chi è
più forte - di quell’area al potere criminale. Ed il potere criminale occupa
subito quell’area.
E allora bisogna denunciare il malcostume, ma attenzione alle
strumentalizzazioni!
Il malcostume bisogna denunciarlo perché è contrario ai diritti di ciascuno,
ma non bisogna farne un’opera di strumentalizzazione politica.
Perché anche qui si fa lo stesso errore di quelli che praticano il
malcostume. Bisogna avere il coraggio, la forza, e lo si fa se si è insieme,
se si fa rete.
La mafia - ve ne parlo perché le ho viste, queste cose - ha facile gioco a
far valere la propria posizione di supremazia per ottenere “rispetto” e il
controllo delle relazioni sociali. Il potere mafioso si impronta sul
controllo delle persone, che poi è anche controllo dei territori.
Giù dov’ero io, non c’era bisogno di pistole e di minacce - le utilizzavano
pure, per carità! -; le signore mogli dei mafiosi andavano nei negozi,
prendevano capi firmati (perché lì, se non sono firmati non hanno valore):
“Poi passa mio marito”. Ovviamente non passava nessuno.
La cosa che mi ha colpito di più nelle mie esperienze da procuratore (che mi
ha fatto arrabbiare da morire, e il giorno dopo sono sceso in piazza; non ho
imbarazzo a parlare di queste cose in piazza - lo riprendo dopo questo
discorso per rispondere a qualcuno -: non ho nessun imbarazzo, perché quando
si parla di sangue versato da vittime innocenti non bisogna avere imbarazzi,
di nessun tipo, bisogna essere chiari) è un avvenimento.
Lì ogni ‘ndrina ha il controllo di una zona. Se si va in una certa zona,
immediatamente lo sanno i controllori mafiosi.
Un giorno un carabiniere, che voleva stare in intimità con una ragazza, sale
su una zona controllata da certi mafiosi. Dopo due secondi due, gli arriva
una scarica di pistolettate. Lì non ci si poteva stare perché i mafiosi non
volevano.
Capite qual è il problema della legalità.
Che non si combatte solo con la forza della legge, si combatte con la forza
dei cittadini che devono scendere in piazza e dire “no” a questo sistema.
Perché i mafiosi sono la gente più debole che ci sia: si sentono forti
quando stanno insieme ma presi uno per uno sono dei vigliacchi. E sono
ignobili perché sono pronti a tradire chicchessia. Tant’è vero che c’è il
termine “tragidiatore” per chi tradisce.
Ma il tradimento tra di loro è normale perché devono, in qualche modo,
salvaguardare la vita. Fanno una vita - scusatemi l’espressione - di m…,
perché hanno paura soprattutto di essere ammazzati, e poi stanno sempre in
guardia perché hanno il timore di uscire, ma poi ancora temono di essere
pure arrestati. Quindi è una vita blindata.
La migliore risposta a questi signori sono i ragazzi, i giovani. Io andavo
nelle scuole a parlare anche ai figli dei mafiosi per dire: “Guardate che
avete sbagliato tutto, che il futuro è la vita, non la morte”.
Vi è un libro che riguarda la nostra storia - ecco perché importante parlare
di queste cose anche da noi -, che ha scritto Gaetano Savatteri, s’intitola
“Ragazzi di Regalpetra”.
Un passaggio mi ha impressionato assai, perché poi è la verità.
Savatteri racconta che ad un certo punto nel ’91, quando nascono tutte
queste vicende criminali, tra stiddrari e cosa nostra - detti anche “cudi
chiatti” -, il capomafia di Racalmuto, tale Alfonso Alfano Burruano detto
“zì Fofò”, riceve la rappresentanza di un prete, un politico ed un dirigente
comunale, per dire: “Zi Fofò, ci metta la buona parola e faccia smettere
tutte queste tensioni”.
Il cittadino, il rappresentante di un’istituzione che si rivolge al mafioso,
all’anti-Stato, per istituire l’ordine nella sua comunità, tradisce la
propria comunità, e non è degno di farne parte. Non è assolutamente degno di
farne parte.
Bisogna smettere di pensare che i problemi di “relazioni sociali” li possa
risolvere il mafioso. Bisogna smettere di pensare che ci possa essere “U zì
Fofò” o “U zì Pepè” che possa risolvere queste questioni. Queste cose
bisogna rinnegarle e denunciarle.
Ecco perché è venuto il momento, miei cari, che sulla mafia di Grotte si
apra una pagina di verità.
Ha cercato di farlo, con quel bell’intervento
che vi ha fatto Gasparino Agnello, quando ha parlato di queste cose l’altro
giorno, ai sessant’anni della vita politica di Grotte.
Ma bisogna farlo in maniera più approfondita perché, quando Gasparino dice:
“Abbiamo avuto un assessore che era un capobastone” - parlo di Grotte -
qualcuno mi deve spiegare come è stato nominato. E qualcuno mi deve spiegare
perché poi quell’assessore faceva il sorvegliante di tutti gli spazzini, la
mattina.
Queste cose ce le dobbiamo dire, perché altrimenti rimane tutto nel limbo,
rimane tutto nel grigio, e rimane quel silenzio omertoso che favorisce
comportamenti mafiosi. Non magari la mafia, che non è, diciamo, una realtà
“vigente” così come l’abbiamo conosciuta - perché l’abbiamo conosciuta, e
ora vi dico quando - ma bisogna parlarne e dirci la verità.
E qualcuno ce lo deve dire, a noi che non c’eravamo, come si è arrivati alla
nomina di questo assessore, e come ce lo siamo tenuti come “quadro”
comunale.
Perché la mafia vive di simboli, e il fatto di dare disposizioni la mattina,
se lo fa il mafioso è un simbolo, che perpetua il potere mafioso, lo fa
crescere. Questo sistema non è accettabile, non è tollerabile. E non è
tollerabile perché da questa cosa apparentemente innocua, poi si producono
morti, vittima innocenti di mafia.
Allora, amici miei, è venuto il momento di dire - di avere il coraggio della
verità, soprattutto il coraggio della verità a Grotte per rendere onore a
quella persona che è in quella foto (NdR: Filippo Gebbia), perché altrimenti
il suo sangue è stato inutilmente versato - bisogna dire perché a Grotte è
esistito un potere che ha causato due vittime innocenti: Calogero Zaffuto e
Angelo Carlisi, che sono iscritti nell’elenco dei 900 di Libera.
Vittime innocenti di mafia, espressione solo di sopraffazione criminale.
(Come quando ero procuratore a Lamezia: che si ammazzano due spazzini perché
la ditta aggiudicataria della raccolta della nettezza urbana apparteneva ad
una cosca contraria, quindi anziché prendersela tra di loro, si ammazzano i
due spazzini: espressione di sopraffazione criminale).
Bisogna riconoscere e fare memoria di queste due vittime innocenti. Su
queste persone è caduto l’oblio totale, non è più accettabile che due
vittime dell’arroganza e della vigliaccheria mafiosa siano completamente
trascurate dalla comunità.
L’antimafia dei fatti, miei cari, ha il dovere di ricordare e di fare
memoria di queste persone come di quei nostri ragazzi poco più che trentenni
che hanno lasciato le loro famiglie, perché la loro morte, il loro sangue
innocente non sia caduto invano.
Il loro sacrificio (se vogliamo dare senso alla nostra comunità, e se
vogliamo dare senso alla parola “legalità” altrimenti leviamoci mano, è un
inutile rito che non serve a nessuno) deve essere additato alle nuove
generazioni, come monito, perché non si indietreggi, si abbia la schiena
dritta e si abbia la reazione pronta perche simili fatti non accadano più da
noi.
Mi è stato chiesto di dire se sono imbarazzato.
No. Sono orgoglioso di parlare di questi fatti davanti a chiunque.
Quando si parla di vittime innocenti la polemica politica deve fare un passo
indietro, perché dobbiamo stare tutti insieme a difendere questi valori, che
sono i valori di tutti.
Si sbaglia, si sbaglia di grosso a pensare che ci si possa dividere in
queste circostanze.
Bisogna stare insieme e poi riprendere la polemica e il contrasto politico e
denunciare i fatti che si reputano ingiusti e non corretti.
Bisogna farlo con lo stesso coraggio con cui bisogna difendere i valori
condivisi a tutela delle vittime innocenti della mafia. Tenete alta
l’attenzione, miei cari che mi avete scritto, siate vigili perché a voi qui,
a loro, e a quelli che stanno fuori noi consegniamo il testimone della
legalità.
Ed io oggi voglio condividere con voi un sogno, che è il sogno di ritornare
in quel paese felice in cui stavo così bene, ma così bene. Non avevamo
niente ma stavamo bene.
Un paese felice che mi ha avviato alla vita sociale facendomi capire i veri
valori, che spero, miei cari, voi ricorderete quando io raggiungerò i miei
cari in quel bel panorama che si avvia verso il viale dell’Acquanova".
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Filippo
Vitello
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07/06/2016 |
Legalità. Convegno sulle
vittime innocenti della mafia; intervento della dott.ssa Leonarda Gebbia |
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Leonarda Gebbia
Video
Filippo Gebbia
Lapide
Foto di gruppo |
Convegno sulla
legalità "... per non
dimenticare le vittime innocenti della mafia".
Intervento della dott.ssa Leonarda Gebbia (familiare di vittima innocente di
mafia).
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"Buonasera,
sono veramente emozionata.
Quest’oggi è stato importante, con la scopertura di questa lapide sulla
quale sono incise le mie parole, il costante dolore che ormai mi porto
dietro da trent’anni.
Il fatto è successo nell’86 e io ero una matricola universitaria. Era la
prima strage di Porto Empedocle.
Vi sembrerà strano, ma io ho saputo come si sono svolti i fatti da un mio
concittadino famoso: Andrea Camilleri, che è stato un testimone oculare
della strage di Porto Empedocle.
Sapete, nei nostri paesi siamo abituati a “ricamare”, a “mettiri i frinzi”:
chi diceva che Filippo era seduto al bar, chi diceva che Filippo stava
entrando, chi diceva che Filippo stava mangiando un gelato, ma non è vero.
Non è stato così.
Filippo si trovò a passare quando partì il fuoco dei kalashnikov. Nell’arco
dei miei trent’anni mi sono fatta una cultura, ahimè; ho visto tanti falsi
paladini.
Sono arrabbiata.
Noi siamo quelli che facciamo ogni giorno il “21 di Marzo”, ogni giorno
onoriamo i nostri morti. Io ho avuto modo di incontrare molte persone che
hanno vissuto il mio stesso dramma. Solamente all’incrocio degli sguardi
scendono le lacrime.
La mia è una storia triste perché Filippo era l’unico fratello maschio,
l’orgoglio di mio padre.
Mio padre era un uomo rigido ma molto buono. Diceva sempre: “Bisogna essere
umili e lasciare profumo”, ed io ne ho fatto un comandamento. Sono
trent’anni che sono sulle barricate e grido l’innocenza di mio fratello.
É stato un periodo bruttissimo, quello dell’86, i morti non si contavano
più. Si eliminavano a vicenda, queste due famiglie che volevano prendere il
potere. Un giorno cadeva uno di una fazione, l’altro giorno ne cadeva un
altro della fazione opposta.
La parola mafia è molto pesante, che a noi non toccava; avevamo sentito
parlare di mafia ma per me era distante anni luce. Erano anni di piombo e
nessuno usciva più di casa.
Una circostanza particolare mi è rimasta impressa, del fattaccio. É successo
l’indomani. Ero stata incaricata di prendere i vestiti neri per vestirci a
lutto. Ricordo mia madre tutta ammantata di nero.
Lo scenario era orribile: non potrò mai cancellare dalla memoria i fori
lasciati dai proiettili sul muro.
Abbiamo vissuto un dramma dentro il dramma. Nel senso che ci sono stati dei
giornalai - non giornalisti - che hanno seminato il dubbio.
Mi ricordo che sono diventata grande di botto: da studentessa sono diventata
capofamiglia, perché i miei genitori si sono annientati. Andavo appresso a
mia madre che voleva andare da suo figlio. Mia madre stava dietro la porta
ad aspettare Filippo. Quando io salivo le scale, lei chiamava: “Filippo!”,
ma Filippo non c’era più.
Quando i miei genitori sono stati chiamati a testimoniare, nella fase
istruttoria, il giudice disse a mia madre: “Signora, vada a casa a piangere
suo figlio”.
Non abbiamo avuto mai modo di avere a che fare con la Giustizia. Abbiamo
dovuto rivendicare l’innocenza di mio fratello con le nostre tasche. Mi sono
rivolta al mio avvocato: “Cosa devo difendere, l’innocenza di mio
fratello?”.
Mio fratello era già stato escluso dalle indagini la sera stessa, mentre un
giornale aveva scritto “Nella strage di Porto Empedocle non ci sono vittime
innocenti”.
Ho preteso un articolo in prima pagina, con la foto di mio fratello, e le
pubbliche scuse.
C’è stato un periodo in cui ho rinunciato alle mie radici, me ne volevo
andare, non volevo avere più nulla a che fare con il mio paese. Ma ho
riflettuto e mi sono detta: no!
Io sono quella che si occupa a 360° del sociale, che ha investito nella
propria terra, sui miei conterranei, che crede ancora agli ideali - come mi
ha inculcato mio padre -, alla famiglia, che è il bene più prezioso. Sono
rimasta l’ultimo baluardo della famiglia Gebbia. Eravamo in tre: mio
fratello stroncato dalla mano mafiosa, mia sorella da una brutta malattia ed
io… che tengo alta la memoria. Mi è rimasta solo mamma. Il mio dolore lo
esprimo solo attraverso i miei “pensieri” - è troppo grande dire “poesie” -.
Mi ricordo che ho scritto una poesia dedicata a mia mamma, nel giorno in cui
abbiamo sepolto mio fratello, e ve la voglio dire.
In memoria di tutte le mamme che hanno vissuto il dolore più grande: la
perdita di un figlio, così, per mano brutale.
“Matri, matruzza mia beddra,
ti taliu e vaiu ripitennu pi la via
quantu è granni lu duluri di na matri.
Ti tincisti di nivuru comu a Maria,
a Maria Addulurata a li pedi di la cruci.
Mamà, chi t’arristà?
Na fridda balata,
na fotografia e du sciuriddri.
Oh matruzza mia beddra,
s’avissi nu putiri ranni
e fussi comu a Domini
ti lu purtassi iu lu figliceddru to
accussì ti lu putissitu vasari.
Ma iu, cara matruzza, non pozzu fari nenti,
sugnu sulu na povira murtali
ca chianci lu fratuzzu so
mortu nnuccenti”.
Tutti i miei pensieri, le mie riflessioni, le mie poesie, sono scritte in
siciliano, volutamente, perché sono orgogliosa di dire che sono siciliana,
di dire che sono agrigentina, di dire che non sono mafiosa, di battermi per
la legalità, per le cose giuste. Sono orgogliosa e fiera, e non ho mai
pensato a rinunciare alle mie radici, alla mia terra agrigentina, che è
ricca di storia, di cultura.
Vi lascio con un altro pensiero, di cui fa parte la frase che è incisa nella
lapide.
“Vulennuci pinzari,
la granni storia dell’omu nasci da un fattu criminali:
Abeli fu ammazzatu di Cainu.
Si, Abeli fu ammazzatu di Cainu.
Chianci lu criaturi pi l’omu senza onuri,
pi l’omu senza nomu,
pi l’omu senza dignità,
pi l’omu senza pietà,
chi ammazza e nun talia
li tanti Abeli sparsi ni la via,
lassannu patri senza figli e figli senza patri,
soru senza frati e frati senza soru,
matri senza figli,
senza chiù lacrimi
e senza chiù cunsigli.
Famigli distrutti,
famigli scunzulati…
scacciati de la morti
senza pietati.
Morti senza na raggiuni,
morti senza un motivu…
Morti pi ccù?”.
L’emozione questa sera la fa da padrona, ma io voglio lasciarvi questo
invito, come dico ai ragazzi facendo i campi scuola sulle terre confiscate:
“Restate liberi, pensate con la vostra testa e camminate sulle vostre
gambe”.
Proprio ieri Filippo è stato ricordato dal Comune di Favara:
l’Amministrazione di Favara ha voluto dedicare una via a Filippo Gebbia".
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Leonarda
Gebbia
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07/06/2016 |
Legalità. "Per non
dimenticare le vittime innocenti della mafia"; foto e video
integrale del convegno |
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Vedi le foto
Video - 1^ parte
Video - 2^ parte
Video - 3^ parte
Lapide
Filippo Gebbia
Manifesto |
"... per non
dimenticare le vittime innocenti della mafia". Questo è stato il tema del convegno
che si è tenuto a Grotte lo scorso sabato 4 giugno, con la partecipazione
della dott.ssa Leonarda Gebbia (familiare di vittima innocente di mafia) e
del dott. Filippo Vitello (Procuratore della Repubblica di Siena).
La manifestazione è iniziata presso la Villetta Collodi, dove è stata
scoperta una lapide in memoria degli innocenti caduti per mano mafiosa.
Incisi sul marmo, alcuni versi della dott.ssa Gebbia: “Famigli
distrutti, famigli scunzulati… scacciati di la morti senza pietati. Morti
senza na raggiuni, morti senza un motivu… Morti pi ccù?”.
“Lo
scenario era orribile” ha raccontato la dott.ssa Gebbia nella sua
toccante testimonianza, quella di una ragazza la cui vita, e quella dei suoi
familiari, venne completamente stravolta dalla morte del fratello. Filippo
Gebbia aveva 30 anni e stava passeggiando con la fidanzata lungo Via Roma, a
Porto Empedocle, la sera del 21 settembre 1986, quando venne raggiunto dai
proiettili sparati da un commando mafioso nel corso di un regolamento di
conti contro una cosca rivale.
Non ebbe scampo. Morto senza una ragione, morto senza un motivo. Vittima
innocente. Leonarda, allora giovane studentessa universitaria, si ritrovò ad
affrontare l'immenso dolore della perdita, insieme al dramma di doverne
difendere la memoria contro tutte le insinuazioni giornalistiche, e di dover
raccogliere le fila di quella famiglia distrutta: con un padre annichilito
dal dolore e ridotto ad un'ombra rispetto a quel grande uomo che era stato;
una madre rimasta in perenne e vana attesa del rientro del figlio; una
sorellina da crescere ed accudire come una mamma.
“Mi ricordo che sono diventata grande di botto: da studentessa sono
diventata capofamiglia, perché i miei genitori si sono annientati”.
Più volte, nel corso del suo racconto, la voce s'incrina e si ferma, per non
cedere alle lacrime, per superare ancora, con coraggio, quel dolore che mai
si placherà. Eppure con tenace coraggio incoraggia:
“Restate
liberi, pensate con la vostra testa e camminate sulle vostre gambe”.
Filippo Gebbia è stato uno dei numerosi caduti innocenti della mafia.
L'associazione
“Libera” di don Luigi Ciotti ne elenca 900. Tra questi anche due
giovani grottesi. Li ha ricordati il dott. Filippo Vitello nel corso della
sua relazione:
Calogero Zaffuto e Angelo Carlisi; “Bisogna riconoscere e fare memoria di
queste due vittime innocenti. Il loro sacrificio deve essere additato alle
nuove generazioni, come monito, perché non si indietreggi”.
“La mafia è totale disumanità” ha detto il Procuratore, il quale ha
ribadito che “il potere, se non è esercitato con criteri legali, è
illegittimo, è diabolico, perché ha nella sua essenza la sopraffazione e la
violenza. Il potere mafioso è violenza, è un potere organizzato che esercita
violenza, ed è disumano, e si basa sull’arroganza”, mentre “la
legalità è fonte di diritti e di legittimazione, e questa legittimazione
risiede nella sovranità popolare, che è la massima espressione della dignità
di ciascun individuo. L’individuo recupera il massimo della sua sovranità
popolare, il massimo dei suoi diritti nell’espressione del voto. Guai a
cercare il mercimonio del voto, guai! Si è delegittimati, prima dalla
propria coscienza e poi davanti alla gente”.
Sulla possibilità che ex detenuti intervengano a pubbliche manifestazioni,
il dott. Vitello ha detto parole di chiarezza: “Io non mi scandalizzo che
detenuti, o ex detenuti condannati vengano qui a parlare delle loro
esperienze carcerarie. Non mi scandalizzo, è normale che sia così, è una
testimonianza che danno e che bisogna recepire; ma attenzione: vi deve
essere onestà intellettuale, perché da un lato non si può pensare di isolare
queste persone - l’isolamento è deleterio, significa relegarle alla morte
civile -; dall’altro, l’indifferenza significa cinismo; dall’altro ancora,
la comunità deve essere irremovibile su un punto: tu esprimi la tua
testimonianza sulla base dei valori condivisi che la comunità vive. Guai a
pensare che si possa riprendere una logica di potere che è stata condannata
nelle aule di giustizia; guai!”.
Nel passato anche il paese di Grotte ha subìto, in minima parte, il fenomeno
mafioso, ed ora, ha detto il dott. Vitello “... è venuto il momento che
sulla mafia di Grotte si apra una pagina di verità. Ha cercato di farlo, con
quel bell’intervento
che vi ha fatto Gasparino Agnello, quando ha parlato di queste cose l’altro
giorno, ai sessant’anni della vita politica di Grotte. Ma bisogna farlo in
maniera più approfondita perché, quando Gasparino dice: 'Abbiamo avuto un
assessore che era un capobastone', qualcuno mi deve spiegare come è stato
nominato. E qualcuno mi deve spiegare perché poi quell’assessore faceva il
sorvegliante di tutti gli spazzini, la mattina. Queste cose ce le dobbiamo
dire, perché altrimenti rimane tutto nel limbo, rimane tutto nel grigio, e
rimane quel silenzio omertoso che favorisce comportamenti mafiosi. Non
magari la mafia, che non è, diciamo, una realtà “vigente” così come
l’abbiamo conosciuta - perché l’abbiamo conosciuta, e ora vi dico quando -
ma bisogna parlarne e dirci la verità. E qualcuno ce lo deve dire, a noi che
non c’eravamo, come si è arrivati alla nomina di questo assessore, e come ce
lo siamo tenuti come 'quadro' comunale”. Il riferimento è agli anni
'60-'64 del secolo scorso, all'assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe
Chiarenza, in seguito condannato con sentenza passata in giudicato.
Invece risale al 21 aprile 1993 l'omicidio, avvenuto in contrada Caos a
Porto Empedocle, di Angelo Carlisi e Calogero Zaffuto, due pescivendoli di
Grotte uccisi dalla mafia per punire un presunto "sgarbo". Due vittime
innocenti per la cui morte sono stati condannati Luigi Putrone, Joseph
Focoso, Vincenzo Licata, Salvatore Fragapane, Giulio Albanese e Alfonso
Falzone.
Ed è proprio sulla memoria di vittime come queste che il richiamo del dott.
Vitello si è fatto più incisivo: “... quando si parla di sangue versato
da vittime innocenti non bisogna avere imbarazzi, di nessun tipo, bisogna
essere chiari. Mi è stato chiesto di dire se sono imbarazzato. No. Sono
orgoglioso di parlare di questi fatti davanti a chiunque. Quando si parla di
vittime innocenti la polemica politica deve fare un passo indietro, perché
dobbiamo stare tutti insieme a difendere questi valori, che sono i valori di
tutti. Si sbaglia, si sbaglia di grosso a pensare che ci si possa dividere
in queste circostanze. Bisogna stare insieme e poi riprendere la polemica e
il contrasto politico e denunciare i fatti che si reputano ingiusti e non
corretti. Bisogna farlo con lo stesso coraggio con cui bisogna difendere i
valori condivisi a tutela delle vittime innocenti della mafia”.
Nel concludere la sua relazione, il Procuratore ha rivolto un invito a
tutti, in particolare ai giovani: “Tenete alta l’attenzione, siate vigili
perché a voi qui, e a loro, a quelli che stanno fuori noi consegniamo il
testimone della legalità”.
All'inizio del convegno, organizzato dall'Assessorato alla Legalità del
Comune di Grotte, hanno preso la parola per un breve saluto agli ospiti ed
ai partecipanti: l'assessore Piero Castronovo, la presidente del Consiglio
comunale Rosellina Marchetta ed il sindaco Paolino Fantauzzo. L'occasione è
stata propizia per la consegna simbolica alla città, da parte dell'Assessore
Castronovo, del nuovo sistema di videosorveglianza già in funzione, che
costituisce un ulteriore strumento a tutela dei cittadini.
Per le immagini della manifestazione, che pubblichiamo, un sentito
ringraziamento va a Giorgia Castronovo autrice delle foto, ad Alessandro
Licata autore delle riprese alla Villetta Collodi, ed a Sara Arnone autrice
delle riprese nell'auditorium "San Nicola".
Carmelo Arnone
7 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
"...per non dimenticare le vittime innocenti della mafia" (Foto)
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06/06/2016 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della Settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 6 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario in onore del Sacro Cuore di Gesù;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, incontro di preghiera a cura del Rinnovamento
nello Spirito.
Martedi 7 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, prove di canto;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 8 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario in onore del Sacro Cuore di Gesù;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, catechesi a cura di padre Giovanni Fregapane.
Giovedi 9 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario in onore del Sacro Cuore di Gesù;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa e Adorazione eucaristica.
Venerdi
10 giugno
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, a san Rocco, santo Rosario in onore del Sacro Cuore di Gesù;
- ore 18.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato 11 giugno
- ore 08.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, inizio ritiro spirituale
dei giovani del cammino per la cresima;
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.00, a san Rocco, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 20.15, a San Francesco, santa Messa animata dalle Comunità
Neocatecumenali.
Domenica 12 giugno
- ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, chiesa san Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa; - ore 18.00, chiesa
Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 19.15, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
- dal 6 al 12 giugno sono aperte le iscrizioni al Grest, presso la
chiesa Madre, per i ragazzi dalla 1^ elementare alla 3^ media;
- mancano operai nelle parrocchie; coloro che vogliono mettersi al
servizio nella vigna del Signore, come catechista, come ministro
straordinario della Comunione o per qualsiasi altro impegno pastorale,
possono rivolgersi al più presto al proprio parroco.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 27/03/2016:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.00, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo ore 18.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 19.15, chiesa Madre |
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06/06/2016 |
Racalmuto. Presentazione del
libro "Critica a 'Rights of Man' di Thomas Paine"; di Vincenzo Fontana |
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Manifesto |
Nell'ambito della Giornata di studi su "Diritti universali dell'uomo e
libertà costituzionali", promossa dall'associazione "Agorà delle Donne",
dalla Fondazione "Leonardo Sciascia", dal Comune di Racalmuto e dal
Movimento Cristiano Lavoratori, venerdi 10 giugno, a partire dalle ore 18.00
presso la Fondazione Leonardo Sciascia, avrà luogo la presentazione del
libro di Vincenzo Fontana "Critica a 'Rights of Man' di Tomas Paine" (Bonfirraro
editore).
Il programma della manifestazione sarà il seguente:
- Presiede
Enzo Sardo (saggista e scrittore)
- Saluti
Emilio Messana (Sindaco di Racalmuto)
Salvatore Picone (Assessore alla Cultura del Comune di Racalmuto)
Don Diego Martorana (Arciprete di Racalmuto)
Maria Grazia Brandara (Presidente dell'associazione "Agorà delle
Donne")
- Relazione
Giovanni Tesè (Avvocato, docente di discipline giuridiche ed
economiche)
- Interventi
Salvatore Vaiana (Storico)
Vincenzo Fontana (Autore del libro)
- Conclusione
Rosario Crocetta (Presidente della Regione Sicilia).
La manifestazione sarà animata da: interventi musicali a cura di Vittorio
Lauricella e Mattia Capitano; lettura di brani a cura di Concetta Montana
Lampo e Alessia Guccione; proiezioni immagini a cura di Riflessi Studios.
Nel corso della giornata di studi si darà inizio ad una raccolta firme per
sostenere l'abolizione del numero chiuso nelle università italiane.
Presentazione del libro
"Critica a 'Rights of Man' di Tomas Paine"
Venerdi 10 giugno, ore 18.00
Fondazione "Leonardo Sciascia" - Racalmuto.
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06/06/2016 |
Ambiente. Disinfezione e
disinfestazione del centro abitato; 2° ciclo tra il 20 e il 21 giugno |
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Il 2° ciclo di disinfezione e disinfestazione del centro abitato di Grotte
verrà eseguito nella notte tra lunedi 20 e martedi 21 giugno 2016; di
seguito il comunicato dell'Amministrazione municipale.
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COMUNE DI
GROTTE
(Provincia di Agrigento)
SI
AVVISA
la cittadinanza che nella notte tra il 20 e
21 giugno 2016
si effettuerà
all'interno del centro abitato e nelle zone periferiche dello stesso il 2° ciclo di disinfezione e disinfestazione
con prodotti insetticidi a largo spettro.
Pertanto si invitano i cittadini a non mantenere in ambienti esterni
qualsiasi sostanza alimentare.
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L'Amministrazione Comunale
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05/06/2016 |
Comune. Ordinanza per la
prevenzione degli incendi estivi |
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Ordinanza del Sindaco di Grotte per la prevenzione degli
incendi estivi a tutela della pubblica incolumità.
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COMUNE DI
GROTTE
(Agrigento)
IL SINDACO
Ordinanza n° 6 del 25/05/2016
Viste le Leggi n. 225
del 24/02/1992 e n. 353 del 21/11/2000;
Viste le LL. RR. n. 16 del 06/04/1996 e n. 14 del 31/08/1998;
Visto il Decreto Legislativo n. 112 del 31/03/1998;
Visto l’art. 38 della Legge n. 142 del 08/06/1990, recepita dalla Legge
Regionale n. 48 del 11/12/1991 e successive modifiche ed integrazioni;
Visto il Decreto Legislativo n.267 del 18/08/2000;
Visti gli art. 449 e 650 del Codice Penale;
Vista la delibera di C.C. n. 23 del 26/04/2007 con la quale è stato
approvato il nuovo regolamento comunale per l’impiego dei fuochi controllati
nelle attività agricole ex art. 40 L.R. 16/96;
Considerato che il territorio comunale può essere soggetto a gravi danni
causati da incendi con suscettività ad espandersi su aree cespugliate o
arborate, comprese eventuali strutture ed infrastrutture antropizzate poste
all’interno delle predette aree, oppure su terreni coltivati, incolti e/o
abbandonati e pascoli limitrofi a dette aree, specie nel periodo estivo;
Ritenuto necessario, per evitare ed attenuare la recrudescenza del fenomeno,
predisporre per tempo, approssimandosi la stagione estiva, misure atte a
prevenire, per quanto possibile, il sorgere ed il diffondersi degli incendi
con conseguenze per la pubblica incolumità;
Richiamate tutte le leggi ed i regolamenti vigenti nella Regione Siciliana,
ed in particolare quelle in materia di Pubblica Sicurezza e di Polizia
Forestale;
nel periodo compreso tra il 1° giugno ed il
30 settembre 2016
ORDINA
1) Di non accendere fuochi, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o
elettrice in aree boscate;
2) Di non usare motori, fornelli ed inceneritori che producono faville o
brace nelle aree boscate, cespugliose o in ogni caso in presenza sul terreno
di materiale infiammabile;
3) Di non fumare o compiere ogni altra operazione che possa creare pericolo
immediato di incendio nei boschi e nelle aree interessate dalla presenza di
cespugli, erba secca, macchia, stoppie, ecc.;
4) Di non bruciare stoppie, materiale erbaceo e sterpaglie;
5) Di non usare fuochi d’artificio, in occasione di feste e solennità, in
aree diverse da quelle appositamente individuate dall’Ufficio Tecnico
Comunale di concerto con quello di Polizia Urbana.
6) Ai proprietari ed ai conduttori dei terreni, compresi tra le aree boscate,
cespugliate, arborate, nonché quelli coltivati, incolti e/o abbandonati e
pascoli limitrofi a dette aree, nonché prospicienti le strade comunali,
provinciali, regionali ecc., di procedere, sotto la propria diretta
responsabilità penale e civile per l’intera estensione dell’area
interessata, alla pulizia di stoppie, frasche, cespugli, arbusti, residui di
coltivazione ed altre lavorazioni di pascoli nudi nonché incolti, ed al
mantenimento dei terreni in condizioni tali da impedire il proliferare di
erbacce, sterpaglie ed altre forme di vegetazione spontanea al fine di
garantire la sicurezza antincendio.
7) Nei terreni di cui all’articolo precedente, ove l’estensione degli stessi
sia superiore a mq 3.000 (tremila) è ammessa, in sostituzione della pulizia
dell’intera estensione dell’area, l’apertura di viali parafuoco distanti
almeno metri 6 (sei) dal confine con le proprietà limitrofe al terreno, ed
estendibile a metri 10 (dieci) in presenza di alberi di alto fusto nelle
vicinanze, fermo restando la responsabilità in capo al proprietario e/o
conduttore di attivare tutti gli accorgimenti atti a scongiurare l’innesco
di incendi radenti.
Qualora gli organi di polizia individuino il/i soggetto/i inadempiente/i, a
carico di questo/i ultimo/i sarà emesso specifico provvedimento con il quale
- entro 5 (cinque) giorni dalla notifica dello stesso - sarà imposta la
pulitura dell’area e/o l’apertura di viali tagliafuoco.
In caso di inadempienza all’ottemperanza di quanto sopra si procederà con
l’esecuzione d’ufficio ed a spese del/i trasgressore/i, nonché con
l’applicazione degli artt. 450 e 650 del Codice Penale.
Fermo restando quanto espressamente previsto dalla materia penale in
materia, le violazioni alle disposizioni suddette saranno punite con la
sanzione amministrativa pecuniaria di somma variabile da €. 51,65 (£.
100.000) a €. 258,23 (£. 500.000) per ogni ettaro o sua frazione incendiato,
così come prescritto dall’art. 40, comma 3, della L.R. 16/96 ivi comprese le
aggravanti in caso di danno ai soprassuoli.
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Il Sindaco
Paolino Fantauzzo
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05/06/2016 |
Scuola. Le "Mini Olimpiadi
2013" dell'Istituto comprensivo "Roncalli" di Grotte |
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Vedi le foto |
Allo
stadio comunale di Grotte, martedi 31 maggio hanno avuto luogo le Mini
Olimpiadi edizione 2016 dell'Istituto comprensivo "Angelo Roncalli". Sei
studenti per ogni classe, tre maschi e tre femmine, dalla terza classe alla
quinta, per un totale di 66 atleti hanno gareggiato, ciascuno nella propria
categoria, in una gara campestre non agonistica.
Margherita Serafino, referente del progetto racconta: “È stata veramente
una splendida mattinata all’insegna dello sport, della sana competizione,
del divertimento. Come in ogni gara ci sono stati vincitori e vinti, ma lo
sport è anche questo, è un’occasione per mettersi alla prova, imparare a
vincere o a perdere. Ciò che conta è che tutti si siano divertiti. Non è
stato facile mettere su a costo zero questa manifestazione, ma ci siamo
riusciti. Per questo dobbiamo dire grazie ai nostri collaboratori
scolastici, Alfonso Sciortino e Giuseppe Galluzzo, ai volontari
dell’Associazione Padre Vinti, allo sponsor, Conad Grotte, al dottor Antonio
Carlisi, a Giovanni Miceli, il nostro tecnico speciale”.
Anna Gangarossa, dirigente scolastico spiega: “L’anno scolastico volge
ormai al termine. Questi per i nostri studenti sono giorni intensi di
attività ed emozioni. Per quanto il tempo possa lenire i ricordi accumulati
nel percorso scolastico di ogni alunno, sono certa che le esperienze fatte
nella scuola primaria difficilmente potranno essere cancellate. Tra i bei
ricordi i nostri ragazzi archivieranno anche questa mattinata. I presupposti
per il successo della manifestazione del resto c’erano tutti, bastava solo
farli funzionare. E così è stato. per questo ringrazio tutti, ma proprio
tutti per aver partecipato e reso con la vostra presenza questa giornata
veramente indimenticabile”.
Alla manifestazione sono intervenuti il sindaco di Grotte, Paolino
Fantauzzo, l’assessore allo Sport Diego Aquilina e il vice sindaco Salvatore
Rizzo.
Questa è la classifica finale:
- classe 3^ A/B/C/D, categoria femminile: 1^ Garreffa Brenda, 2^ Cutaia
Manuela, 3^ Sferlazza Evelin;
- classe 3^ A/B/C/D, categoria maschile: 1° Agnello Pietro, 2° Manta
Salvatore, 3° Morreale Daniele;
- classe 4^ A/B/C/D, categoria femminile: 1^ Puma Giorgia, 2^
Morreale Anastacia, 3^
Vella Eleonora;
- classe 4^ A/B/C/D, categoria maschile: 1° Salvaggio Gaetano, 2° Arnone
Vincenzo, 3° Puma Simone;
- classe 5^ A/C/D, categoria femminile: 1^
La Mendola Asia, 2^
Palumbo Chiara, 3^
Caltagirone Fabiana;
- classe 5^ A/C/D, categoria maschile: 1° Puma Simone, 2° Carlisi Salvatore,
3° Alongi Mattia.
Pubblichiamo alcune immagini della manifestazione (15 foto di
©
Piero Arnone).
Mini Olimpiadi 2016 (Foto)
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05/06/2016 |
Sport. 40 squadre alla seconda
edizione del Raduno di Minivolley "Herbessus" |
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Premiati |
Lo scorso lunedì 30 maggio si è svolta, nell'atrio
dell'Istituto comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte, la seconda edizione
del Raduno di Minivolley Herbessus. All'interno dell'ampio cortile
scolastico sono stati allestiti ben 6 campetti da pallavolo in cui si sono
sfidate le diverse squadre.
Il raduno è stato organizzato dall'A.C.S.D. "New Star" di Grotte, in
collaborazione con il Comitato provinciale CSEN di Agrigento presieduto da
Salvatore Rizzo, e con il Comune di Grotte (del quale è anche vice sindaco).
Alla manifestazione hanno partecipato 210 atleti divisi nelle categorie
minivolley (nati nel 2006-2007-2008) e superminivolley (nati nel 2004-2005),
per un totale di 40 squadre appartenenti alle società sportive: New Star
Grotte, Virtus Ravanusa, New Volley Canicatti, New Volley Favara, Volley
Fontanelle, Petrarca Volley Agrigento, Real Volley Agrigento, Volley
Ribera.La prima Classificata della categoria Minivolley e' stata la Volley
Ribera e del Superminivolley la Virtus Ravanusa.
La competizione si è conclusa alle ore 20.30 con la premiazione di tutti gli
atleti con medaglie e delle prime quattro squadre classificate per ogni
categoria.
"Una giornata davvero intensa, all'insegna dello sport e dell'attività
all'aperto - ha dichiarato Salvatore Rizzo -. Un grazie và al
Supermercato Conad di Grotte e alla ditta Mancuso Gelati per aver
distribuito a tutti gli atleti bibite e gelati gratuitamente, e per essere
sempre disponibili ed attenti alle iniziative sportive e culturali".
Redazione
5 giugno 2016.
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04/06/2016 |
Dialoghi. "Francia o
Spagna purché se magna"; di Giuseppe Castronovo |
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"Dialogo" del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
Era il 1882, Presidente del Consiglio era Agostino Depretis. Con lui che, in
quell'anno, invita pubblicamente gli esponenti della Destra a entrare nel
suo Governo, nasce il "trasformismo". Altri tempi dirà qualcuno. É vero!
Però se i fenomeni vanno valutati tenendo anche conto dei numeri delle
persone che coinvolgono, non c'è alcun dubbio che i numeri di queste ultime
legislature ci presentano il trasformismo quale fenomeno che da fisiologico
è diventato patologico. Basta ricordare che nella precedente legislatura i
cambi di casacca furono in tutto 160, nell'attuale (XVII) sono già più di
300. E, in non pochi casi, chi ha cambiato casacca l'ha fatto in cambio di
qualcosa: ora s'è trattato della Presidenza di una Commissione, ora di un
posto da Sottosegretario e così via. Ma questa volta l'oggetto di scambio è
stato addirittura la modifica della nostra carta costituzionale, modificata
in varie parti con maggioranze di volta in volta diverse tra loro.
Di questo abbiamo parlato al Circolo della Concordia e, a dire il vero, non
sono mancate critiche aperte a questi cambi di casacca che qualcuno di noi
ha definito, per il loro elevato numero, "transumanza".
Giuseppe Castronovo
"Francia o Spagna purché se magna"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )
Romano: Amici, non vi sembrano un po’ troppi coloro che sono già saliti o
che continuano a salire sul carro di Renzi?
Totò: Direi che oramai trattasi di vere e proprie truppe cammellate!
Franco: Il guaio è che Renzi, quelli del suo partito e i protagonisti di
questa transumanza non si rendono conto di quanto discredito arrecano alla
politica.
Alessio: Si spiega anche così l’elevata percentuale di astensionismo alle
elezioni.
Ludovico: Quando i cambi di casacca raggiungono i 250 tra Senatori e
Deputati in appena tre anni, tutti noi comprendiamo come siano milioni gli
elettori privati del loro punto di riferimento politico.
Giacomo: È stata, a tutti gli effetti, un’operazione di reclutamento da
parte di Renzi e del suo Partito. Solo così ha potuto far approvare dal
Parlamento le sue riforme costituzionali, anche se non è riuscito a
convogliare sulle sue riforme i 2/3 dei Parlamentari, così come prescritto
dall’art. 138 della Costituzione, per evitare il referendum.
Ennio: La vicenda comunque, amici miei, è molto più inquietante di quanto si
possa pensare.
Romano: Ennio, spiega compiutamente il tuo pensiero.
Ennio: Apprendiamo dalla stampa che molti, tra coloro che hanno partecipato
a questa transumanza, sono stati “premiati” con l’ascesa a posti
governativi. E questo getta un’ombra profonda sulla reale motivazione che ha
spinto costoro a fare un simile passo.
Giacomo: Prof. Vezio, stante la rilevanza del tema in esame, sarebbe
auspicabile un suo intervento.
Vezio: Amici miei, dobbiamo purtroppo riflettere sul fatto che tra i 250 di
cui parlava l’amico Ludovico - a me risultano essere almeno 300, ma non è
questo il problema - sono molti coloro che di casacca ne hanno cambiata più
di una! Capite che alcuni Parlamentari cambiano partito ogni sei mesi. Sono
costoro a screditare la politica. Possiamo dire che: sono persone che hanno
come motto “Francia o Spagna purché se magna”; sono persone tra i cui
difetti rientra senz’altro quello di “muoversi per convenienza al seguito
del vincitore di turno”.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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04/06/2016 |
Sport. Triangolare "Memorial
Giuseppe Sollima", con gli allievi della Scuola Calcio Peppe
Castiglione |
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Domenica 29 maggio, nella sede
sociale dell' ASD Universal Gym "Scuola Calcio Peppe Castiglione" in Contrada Fico-Troiana (sulla statale Grotte-Racalmuto),
si è disputato il Triangolare di calcio "Memorial Giuseppe Sollima" a
cui hanno partecipato, oltre alla formazione di casa, le scuole calcio Polisportiva "Atletico
Maccalube" di Aragona e l'ASD Akrasoccer di Agrigento.
La manifestazione, dedicata alla memoria di una persona, Giuseppe "Josè" Sollima, che è rimasta nel cuore dei tanti cittadini che lo
hanno conosciuto, apprezzato e stimato, ha segnato la conclusione del corso
di preparazione atletica 2015-2016 della "Scuola Calcio Peppe Castiglione".
I giovani atleti dei "primi calci", classe 2007-2008, hanno dato il massimo
impegnandosi nelle partite, sempre all'insegna dello sport e dell'agonismo,
ma soprattutto del rispetto degli avversari e del gioco leale.
"É stato
fantastico vedere tante famiglie partecipare ed assistere a questa
manifestazione, che è stata una bellissima giornata di sport nella quale
tutti i bambini anno ricevuto medaglie e coppe - ha dichiarato il mister
Peppe Castiglione -. La scuola calcio si è conclusa con questo torneo e
riprenderà a settembre. Anche quest’anno è stato un successo. La nostra
scuola calcio, in netta crescita, è una grande realtà del territorio che
promuove lo sport".
Il triangolare ha avuto come "padrino" Derio Garufo, calciatore
professionista grottese del Calcio Catania, formazione che milita in Lega
Pro.
Per la cronaca, al primo posto del
torneo si è classificata la "Scuola Calcio Peppe Castiglione" con le
reti di Giuseppe Sollima e Giuseppe Agnello; in seconda posizione la
Polisportiva "Atletico Maccalube" di Aragona; al terzo posto l'Akrasoccer di
Agrigento.
Carmelo Arnone
4 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
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04/06/2016 |
Lettere. "I sogni di
Martina sono diventati realtà"; di Giuseppe Lo Re |
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Complimenti e
congratulazioni per Martina Vizzini e tutta la sua famiglia.
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"I sogni di Martina sono diventati realtà.
Grazie alla sua creatività e fantasia è riuscita a regalare all'intera
comunità grottese un parco giochi, luogo di divertimento e ritrovo per molti
bambini.
Martina è la dimostrazione di come l'impegno, la determinazione e le
capacità vengono sempre premiate.
Pertanto i complimenti miei e della mia famiglia vanno a questa bambina dal
sorriso tenero e dai sogni colorati, augurandole di poter concretizzare
anche in futuro tutti i suoi desideri.
E congratulazioni anche al papà Gioacchino, alla mamma Maria ed al fratello
Gianluca; una famiglia speciale che ha saputo dare a Martina il senso dei
valori più importanti della vita, indicandole la via dell'altruismo e della
generosità".
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Giuseppe Lo Re
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03/06/2016 |
Comune. Venerdi 3 giugno,
chiusura uffici comunali per disinfestazione |
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Pubblichiamo la nota ufficiale del Comune sulla chiusura odierna degli
uffici comunali. *****
COMUNE DI
GROTTE
(Provincia di Agrigento)
IL SINDACO INFORMA
la cittadinanza che, in esecuzione all’ordinanza n. 7 del 26.05.2016,
il giorno 3 giugno 2016 gli uffici Comunali, la Biblioteca Comunale
e l’Asilo Nido resteranno chiusi per disinfestazione.
Saranno comunque garantiti i servizi essenziali comunali.
Dalla Residenza Municipale, lì 30/05/2016 |
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Il Sindaco
Paolino Fantauzzo
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03/06/2016 |
Iniziative. "Passo e...
spasso!", la "Passeggiata della Salute"; percorso di
venerdi 3 giugno |
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Appuntamento
settimanale del venerdi con
"Passo e... spasso!", la
passeggiata "della salute".
Questo sarà il programma ed il nuovo percorso di oggi, venerdi 3 giugno:
ore 20.15 raduno in piazza mercato (Piazza A. Magnani);
ore 20.30 partenza
Via
Mattarella, Via Ingrao, Contrada Arena, Via Crispi, Via Saragat, Via
Livatino, Via Abruzzo, Via Romita, Via Machiavelli, Via Fonte, Via
Washington, Via Scoppettieri, Via Anita, Via San Giovanni, Via Entello, Via
Nievo, Via G. Da Procida, Via Mercurio,
arrivo
Piazza Magnani.
Per partecipare, del tutto gratuitamente, basta calzare comode scarpe ed
avere un pizzico di buona volontà. Non si tratta di una corsa ma di una vera
e propria passeggiata lungo un percorso per nulla difficoltoso.
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03/06/2016 |
Equitazione. Successo di
Vincenzo Mancuso: 1° classificato a Palermo nel "Salto ostacoli - D100
stile" |
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Guarda il video
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Il migliore in campo nella
categoria "D100 stile". Non hanno avuto dubbi i giudici di gara che, nel
concorso ippico disputatosi sabato 21 maggio negli impianti del centro CIR
di Palermo, hanno assegnato la coppa di 1° classificato al giovane grottese
Vincenzo Mancuso.
Nel capoluogo siciliano, sabato 21 e domenica 22 maggio, si è svolta la
tappa regionale del "Progetto
Giovani Fase Regionale +B", il circuito voluto dalla FISE (Federazione
Italiana Sport Equestri) per incentivare e migliorare lo stile dei giovani
cavalieri ed amazzoni nella disciplina del salto ostacoli.
Diversi binomi (cavallo e cavaliere) si sono confrontati sui campi del
circolo palermitano, sotto l’attento sguardo dei giudici di stile inviati
dalla Federazione per giudicare le diverse categorie in programma.
Vincenzo Mancuso, che si è cimentato nel "Salto ostacoli" - una
disciplina dell'equitazione nella quale è impegnato il binomio uomo-cavallo
nell'interpretazione e risoluzione di un percorso ad ostacoli -
partecipandovi nella categoria "Children" (età compresa tra i 12 e i 14
anni), si
allena da tempo presso il Centro Ippico Giarrizzo di Favara, sotto la
guida dell'istruttore F.I.S.E. Carlo Ceccarelli.
Nella struttura equestre, affiliata F.I.S.E., il giovane ha conseguito il
patentino "B" (Brevetto) che gli ha consentito la partecipazione alla
competizione regionale di Palermo.
Sono stati 15 i "binomi" cavallo-cavaliere che sabato 21 maggio hanno
partecipato alla gara "Livello 1 Children" nella categoria
"D100 stile"; a cavallo del suo "Amarcord lift"
- una giovane "sella italiana" di 8 anni - Vincenzo Mancuso, con 0 penalità
ed il punteggio di 72,50, si è aggiudicato il primo premio.
Una passione, quella per i cavalli, che Vincenzo ha coltivato sin da
piccolo, e che gli ha consentito di instaurare una perfetta sintonia con il
suo "Amarcord Lift".
(Pubblichiamo il video della gara: riprese di
©
R. Mancuso).
Carmelo Arnone
3 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
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02/06/2016 |
Ricorrenze. "Sessant'anni
dopo... la politica": mostra e conferenza sulle elezioni del 27 maggio
1956 |
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Vedi le foto
Manifesto
Discorso (video) |
“Sessant’anni dopo… la politica” è stato il tema della mostra e della
conferenza che si sono svolte a Grotte, sabato
28 maggio, per celebrare il
sessantesimo
anniversario delle elezioni amministrative del 27 maggio 1956.
Una manifestazione rievocativa alla quale hanno partecipato tutti gli ex
sindaci viventi dell'ultimo sessantennio, gli onorevoli Maria Iacono,
Calogero Pumilia, Antonio Venturino, Angelo Capodicasa, Giuseppe Lauricella,
e un folto pubblico che ha ascoltato con interesse gli interventi -
coordinati da Santino Lo Presti -, la relazione di Gaspare Agnello e
l'intermezzo artistico a cura di Isabella Villani. L'iniziativa, promossa
dal Comune di Grotte e dalla Proloco Herbessus, è stata arricchita
dall'esposizione di fotografie e documenti, e da una degustazione di
prodotti tipici locali.
A lato, alcune immagini della manifestazione (vedi anche il
servizio di Teleacras). Di seguito, il testo della
relazione di Gaspare Agnello.
*****
"Gentili
Signore e Signori,
per me parlare delle elezioni amministrative del 27 maggio 1956 è veramente
motivo di grande emozione perché mi riaffiorano tante cose, tanti pensieri
ma soprattutto il grande coraggio, l’affetto, la semplicità, l’onestà dei
miei compagni di avventura che non ci sono più e che io voglio ricordare con
questa manifestazione.
Oggi siamo appunto qui riuniti per ricordare gli eroici compagni di un tempo
che scrissero una pagina gloriosa e importante della nostra storia politica
unitamente ai quattro consiglieri della minoranza democristiana. Lo scontro
allora fu molto duro, aspro e rischioso.
La minoranza era capeggiata dal professore Antonio Lauricella con cui ho
condiviso l’ultima mia esperienza politica. Lui sindaco e io assessore negli
anni Ottanta.
Parlando del 1956 non posso fare a meno di ricordare i carri armati di
Budapest che hanno soffocato la rivolta ungherese. Io in quella occasione ho
portato i ragazzi delle scuole medie al monumento dei caduti per onorare i
martiri della libertà di Budapest mentre ho subìto un attacco scomposto del
mio sindaco comunista che plaudiva, come tutti i comunisti, la causa
sovietica, salvo poi, a sessant'anni di distanza, rivedere le proprie
posizioni e assistere a Napolitano che porta un mazzo di fiori sulla tomba
di Imre Noge, non sappiamo se bene accetti.
Il mio percorso è stato lungo: ho iniziato a 21 anni come Vice Sindaco di
Totò Carlisi comunista, sono stato eletto altre tre volte in questo civico
consesso e ho chiuso come assessore di una amministrazione di centrosinistra
appunto con Antonio Lauricella.
Però voglio dire che la storia non è fatta di date e non cammina a sbalzi ma
è frutto di maturazione lunga, di avvenimenti che si succedono uno dietro
l’altro essendo uno conseguenza dell’altro.
Quindi la storia delle amministrazioni di sinistra di Grotte ha un
retroterra antico che affonda le proprie radici nel periodo risorgimentale.
Grotte con i fratelli Monreale era un centro garibaldino e mazziniano,
tant’è che la prima bandiera tricolore in Sicilia ha sventolato sulla Rocca
della Pietra per opera di patrioti grottesi. Una conferenza su questi
avvenimenti è stata tenuta dalla professoressa Adalgisa Monreale che è molto
documentata.
Non a caso nel 1868 scoppia una rivolta mazziniana capeggiata da Francesco
Ingrao e che si conclude nel sangue.
Poi ci fu lo scisma religioso capeggiato da padre Sciarratta che aveva
profonde motivazioni politiche e ideologiche addirittura di natura
calvinista.
Ci fu certamente l’influsso anarchico di Saverio Friscia che operò per ben
20 anni nella nostra provincia e si dice addirittura che Bakunin fosse stato
esule nella terra di Grotte.
Quindi le lotte dei minatori che si concludono con il convegno minerario di
Grotte del 1893 nel quale si sancirono diritti importanti per i minatori,
per i carusi e di cui parla Pirandello ne “I vecchi e i giovani” e
ora Simonetta Agnello nel suo libro “Caffè amaro”, data che è stata
solennemente ricordata a 120 anni di distanza il 12 ottobre 2013.
Le influenze europee portarono a Grotte il valdismo, che fu un movimento
religioso e culturale di grande spessore, anche perché operò nel mondo dell’
istruzione istituendo scuole che contribuirono ad alfabetizzare tantissima
gente e a preparare anche a un mestiere molti giovani.
Tutti questi movimenti portano alla nascita a Grotte del Partito Socialista,
e ne è testimonianza il Memorandum dei socialisti di Grotte del 1896, in cui
si denunziano con coraggio leonino tutte le malefatte della camarilla
grottese che si era impossessata della cosa pubblica.
Questo documento che Luigi Granata, Segretario Provinciale della Federazione
Socialista di Agrigento, ha voluto pubblicare, dovrebbe essere portato a
conoscenza di tutti i cittadini di Grotte per capire chi siamo e da dove
veniamo (chi vuole, lo può scaricare gratuitamente dal mio blog
gaspareagnello.it).
Quindi ci fu la lotta al fascismo di cui alfiere è stato Gerlando Cimino,
con Matteo Chiarenza, Turiddu Cillu, i Fantauzzo che hanno pagato prezzi
altissimi per via delle persecuzioni fasciste.
Arrivano a Grotte gli americani con uno spiegamento di forze imponente, in
quanto qui è stato trasferito il Distretto militare. Gli americani vengono
accolti come liberatori con applausi e noi sciuscià ricevevamo caramelle ed
altre leccornie.
I grottesi assaltarono la chiesa del Purgatorio che era deposito
dell’esercito e barattavano pane con coperte con i militari che erano
asserragliati nelle scuole del palazzo municipale.
Tutti questi fatti hanno contribuito a formare una coscienza democratica che
si è subito manifestata con la nascita di una sezione socialista molto
attiva subito dopo la caduta del fascismo, come potrete vedere da un
quaderno che è esposto nella nostra mostra e che riporta i nomi degli
aderenti al partito che sono nomi di artigiani, contadini, zolfatari,
intellettuali.
Questo portò alla vittoria della Repubblica nel referendum del 2 giugno 1946
mentre in tutto il meridione vinceva la monarchia.
E del resto a Grotte ha vinto il divorzio, ha vinto l’aborto, conquiste
civili per le quali mi sono impegnato personalmente con comizi di quartiere
che hanno dato risultati positivi di civiltà e di progresso.
Inizia così la battaglia democratica per la conquista del comune.
La prima amministrazione democraticamente eletta è stata una amministrazione
democristiana capeggiata da un galantuomo: l’Ing. Calogero Picone.
Erano tempi duri, tempi di carestia.
Ricordo l’assalto alla casa del fascio e l’assalto di una folla inferocita
al palazzo comunale da dove il Sindaco Picone è dovuto fuggire dileggiato
dai dimostranti.
Dopo qualche tempo il Sindaco Picone si è dovuto dimettere ed è diventato
Sindaco Salvatore Bellomo.
Su questo passaggio io non ho le idee chiare ma spero che qualche studioso
voglia fare una tesi sulla storia di questo nostro centro perché attraverso
la micro storia si può interpretare la grande storia.
Finisce subito l’era democristiana e infatti nel 1951, alle regionali, vince
la coalizione PCI-PSI e nel 1952 il blocco del popolo conquista il comune
con una lista di artigiani, contadini, braccianti, zolfatari e pensionati,
senza alcun diplomato o laureato. Diventa sindaco Pietro Morgante che poi
viene disarcionato dal mitico Ardicasi che durò due legislature.
La seconda è stata appunto l’amministrazione eletta nel 1956 che oggi noi
ricordiamo e che vide Sindaco lo stesso Salvatore Carlisi e Vice Sindaco il
sottoscritto.
Allora era difficile amministrare. La sanità faceva carico al comune e noi
dovevamo pagare le rette ospedaliere e le medicine ai poveri. E qui era il
dramma, nel dover distinguere tra poveri e non poveri, ma il dramma peggiore
era la mancanza di soldi per cui eravamo soggetti agli scioperi delle
farmacie e dei dipendenti che non venivano regolarmente pagati.
Era un via vai da Grotte a Palermo in cerca di anticipazioni di cassa ma
dovevamo far fronte anche ai continui scioperi degli zolfatari che non
venivano pagati. Per cui anche per loro c’era il ricorso all’assessorato
all’Industria per avere anticipazioni di cassa a fondo perduto.
In queste nostre missioni a Palermo eravamo assistiti dall’on. Francesco
Renda che era sempre a disposizione dei sindaci di sinistra.
E poi per noi non c’erano lavori pubblici per via dell’embargo dei governi
regionali nei confronti delle amministrazioni di sinistra.
Allora c’era il rito della firma che altri esercitavano come strumento di
potere.
Per ogni cosa occorreva una montagna di certificati, che dovevano essere
firmati dagli amministratori, e noi su questo siamo stati solerti e abbiamo
tolto la schiavitù della firma, essendo tutti disponibili a firmare ovunque
e comunque.
La gente apprezzò il nostro comportamento e votò a sinistra anche nel 1960,
quando ci fu il pari tra i due schieramenti e il DC Salvatore Arnone fu
eletto Sindaco, perché un suo compare eletto nelle liste della sinistra lo
votò e lo sostenne per l’intera legislatura.
Io devo dire che nel 1956 ho vissuto il più grande dramma della mia vita,
perché dopo un anno della mia elezioni ho dovuto scegliere tra la politica e
l’impiego. Ho scelto di fare il burocrate e ho lasciato. Dopo che si è stati
eletti con voto plebiscitario non si deve lasciare. Io ho lasciato e per
questo ho pagato un prezzo molto alto con la politica. Sono rientrato in
consiglio altre tre volte.
Quindi a Grotte si sono succeduti tanti sindaci di vario colore, nati da
campagne elettorali infuocate e aspre.
Nessuno deve dimenticare che il sottoscritto ha subito una condanna penale a
duemila lire di ammenda con la iscrizione nel cartellino penale per questua
abusiva, in quanto ho raccolto i fondi per la festa del Primo Maggio e
Pietro Agnello ha subito un lungo processo per avere costruito dei loculi e
affrancare la povera gente da ricatti.
Comunque a distanza di anni, dopo che la bufera si è chetata, dobbiamo dire
che tutti i Sindaci hanno lavorato nell’interesse del comune e della
popolazione.
Tutti i partiti hanno trovato alla fine il modo per collaborare, se è vero
che si sono fatte a amministrazioni tra socialisti e democristiani e anche
tra comunisti e DC.
Non ci sono stati scandali dovuti a ruberie, si sono fatte le strade, le
fognature, la rete idrica, le scuole per tutti gli ordini e gradi, le varie
strade di acceso al comune.
Insomma, la cittadina ha assunto l’aspetto di un paese moderno e ben
sistemato, anche se Grotte ha i problemi di tutti i centri quali quello del
centro storico.
I sindaci che si sono succeduti meritano di essere ricordati tutti con
affetto e stima e io li voglio nominare tutti: Salvatore Arnone, Antonio
Lauricella, Michele Di Mino, Prof. Di Liberto, Maresciallo Calì, Mimmo
Morreale, Dr. Castrogiovanni, Pietro Agnello, Decio Terrana, Stella
Castiglione, Filippo Giambra, Antonio Morreale, Gandolfo Mazzarisi, Antonio
Cimino, Dr. Giacomo Orlando, Paolo Pilato e infine Paolino Fantauzzo che
ringrazio per questa bella e significativa manifestazione.
La mafia, nella maggioranza dei casi, è stata tenuta fuori dalla Pubblica
Amministrazione e solamente qualche volta ha lambito il portone di ferro del
comune; ma su questo tema bisogna fare una riflessione più attenta, anche
perché c’è stato un caso in cui un capo bastone (riconosciuto tale da una
sentenza) è stato eletto consigliere comunale e quindi assessore.
A questo punto però debbo dire che Grotte è diventata bella, è stata bene
amministrata, ma i grottesi non ci sono più perché la Sicilia è stata mal
governata, l’autonomia è stata una grande delusione, i governi centrali non
hanno investito sul meridione per cui i nostri cittadini sono emigrati e i
giovani continuano ad andar via.
Negli anni Ottanta sono stato a Liegi e lì ho trovato tutti i miei elettori
del 1956, per cui ho detto che la politica ha fallito.
Dovrei fare un’analisi delle mie vicende politiche quali l’avventura del
PSIUP e l’epoca craxiana, ma queste le rimandiamo ad altre occasioni.
Di Craxi conservo la cravatta che a Rimini ha regalato a tutti i delegati.
Delle trasformazioni politiche avvenute dal 1992 ad oggi parleranno i
parlamentari che interverranno dopo di me.
Io dico soltanto che siamo ancora in una fase di transizione, con partiti
leaderisti, con un PD che ancora non ha una sua identità ben precisa, con il
meridione che è stato abbandonato al suo destino.
Certamente non tornerà la democrazia partecipata di prima, non torneranno le
sezioni dei partiti perché i nuovi mezzi di comunicazione hanno sconvolto
tutto, ma i problemi restano quelli di prima.
La questione meridionale di gramsciana memoria resta attuale, e io mi auguro
che il meridione possa tornare ad essere al centro dell’agenda politica, per
arrestare l’emorragia delle giovani generazioni e per evitare che la Sicilia
diventi solo un ricovero per vecchi.
Alle giovani generazioni, nel nome dei vecchi ed eroici consiglieri del 1952
e del 1956, dico di ritornare alla politica, alle grandi ideologie, per non
lasciare campo libero a coloro che della politica fanno strumento privato.
Purtroppo ora ha vinto la Destra, e l’Europa che decide è in mano ai
banchieri e ai poteri forti.
La battaglia che si prospetta a voi è dura, ma se voi state alla finestra
sarete sicuramente perdenti.
A voi giovani affidiamo la bandiera della liberta e della democrazia, per lo
sviluppo e l’uguaglianza di tutti i popoli.
Qualcuno pensa che siano morte le idealità della sinistra del ‘900. No, sono
morti quei partiti, ma quelle idee tornano ancora anche se attraverso vie
inusitate quali le vie tracciate con grande forza da Papa Francesco con la
sua Enciclica “Laudati Si’”, che è un documento sconvolgente e che va oltre
certe rivendicazioni portate avanti dalla sinistra italiana.
Se si facesse un programma con le linee tracciate dalle encicliche
“Caritas
in veritate”
e
“Laudati Si’”
si potrebbe creare un partito europeo socialista di ispirazione cattolica,
capace di unificare movimento operaio e ceto medio produttivo, per creare un
blocco sociale capace di trasformare la nostra economia e quindi la nostra
società.
Giovani, non scoraggiatevi, prendete in mano le bandiere della democrazia,
della giustizia, dell’uguaglianza e andate avanti memori delle battaglie
gloriose dei vostri avi.
Grotte, lì 28.5.2016". |
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Gaspare Agnello |
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"Sessant'anni dopo... la politica" (Foto)
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01/06/2016 |
Comune. Il prof. Dario
Costantino nominato Presidente del Premio "Racalmare - Leonardo
Sciascia" |
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Il Premio letterario
"Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte" ha un nuovo presidente: è
il prof. Dario Costantino.
La nomina ufficiale è arrivata oggi. Il sindaco di Grotte Paolino Fantauzzo,
con la propria determinazione n° 7 del 01/06/2016, tenuto conto del
curriculum vitae e delle qualità culturali e professionali del prof.
Costantino, lo ha nominato Presidente Onorario della Commissione del
Premio Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte".
Ai sensi dell'art. 8 dello Statuto del Premio, la Commissione è formata dal
Presidente Onorario, dal Presidente (il Capo dell'Amministrazione pro
tempore), dai Componenti e dal Segretario della Commissione (Funzionario del
Comune).
Con una successiva determinazione sindacale saranno nominati gli altri
componenti della Commissione, ad integrazione dei dimissionari. In
precedenza era già stato nominato Direttore Artistico del Premio il
dott. Salvatore Bellavia.
Il prof. Dario Costantino, docente di Latino e Greco al Liceo Classico
Internazionale Statale "Giovanni Meli" di Palermo, già docente di Pedagogia
Generale e Pedagogia Sociale all'Università degli Studi di Palermo, vanta un
ricco curriculum culturale ed una vasta bibliografia.
La data prevista per la cerimonia di conferimento del Premio è l'ultima
domenica di agosto, e sarà preceduta da una settimana di manifestazioni
collaterali.
Carmelo Arnone
1 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
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01/06/2016 |
Iniziative. La grande festa
per Martina Vizzini: inaugurazione del
parco giochi nella Villetta "Collodi" |
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Lunedi 30 maggio è stata
davvero una giornata speciale, indimenticabile, che le rimarrà nella mente e
nel cuore. Capita di rado che un'intera comunità avvolga col suo affetto una
ragazzina per dirle "grazie". É quello che è accaduto a Martina Vizzini:
grazie alla sua creatività e fantasia, messa in opera disegnando il suo
parco giochi ideale, ha vinto il concorso "Disegna il tuo parco a colori"
indetto da Conad e Ferrero. Questa vittoria ha consentito alla città di
Grotte di beneficiare del finanziamento di 15.000 euro per la
riqualificazione e ristrutturazione del parco giochi all'interno della
Villetta Collodi.
L'inaugurazione della struttura è stata una festa, alla presenza di Martina,
del sindaco Paolino Fantauzzo, della dirigente scolastica Anna Gangarossa e
del direttore generale di Conad Sicilia Natale Lia.
Alla prima parte della cerimonia di inaugurazione, in piazza Umberto
I, si sono ritrovati i circa 400 alunni di tutte le classi di scuola
primaria e delle prime classi di scuola secondaria di primo grado
dell'Istituto comprensivo "Angelo Roncalli", che hanno assistito
all'esibizione dell'orchestra scolastica. La
mascotte della Kinder, presente alla manifestazione, che ha offerto ai
bambini la merenda insieme ai succhi di frutta a marchio Conad.
Nel suo intervento, il sindaco Fantauzzo ha dichiarato: "Oggi per noi è una giornata importante.
Grazie a questa iniziativa, voluta
fortemente da due aziende leader in Italia che sono la Kinder Ferrero e la
Conad, disegna il tuo parco a colori, alla quale i nostri ragazzi hanno ben volentieri
aderito. E tra questi, la nostra Martina Vizzini che, grazie
alla sua creatività, ha fatto sì che il suo sogno potesse diventare realtà.
Abbiamo rivalutato
una nostra villetta che ormai era obsoleta, la Villetta Collodi, che
abbiamo ridato alla città nel pieno splendore. La villetta è un punto
d’incontro per tutte le generazioni, ma soprattutto per tanti ragazzi che,
lontano dalle devianze della strada, si incontrano in questo luogo
fraternizzando e socializzando. Io devo dare un saluto speciale a Martina
che, grazie alla sua creatività, ha fatto sì che questa villetta potesse
essere oggi funzionale. A tutti i ragazzi ed i bambini che sono qui affido
simbolicamente la villetta: devono esserne i custodi. Voglio fare un ringraziamento sia alla Conad che
alla Kinder Ferrero perché sono sempre vicine a quelle che sono le
problematiche soprattutto dei ragazzi e della terza età. Auguro che
queste iniziative possiate nel tempo continuare a prendere e che possiate
avere, grazie alla creatività dei nostri ragazzi, un occhio particolare per
la nostra comunità".
Al Sindaco, hanno fatto seguito le parole della
dirigente scolastica Anna Gangarossa: "Il messaggio da dire, come dirigente, è che la scuola è il
veicolo importante perché questi messaggi possano arrivare ai ragazzi.
É la
scuola che dà la possibilità, insieme a tutti gli altri fattori presenti
nelle comunità, di incrementare i sogni e anche di realizzarli,
perché questo parco - permettetemi di dire - è stato realizzato grazie al
lavoro dei docenti e dei bambini che hanno sicuramente approfittato
dell’opportunità offerta da Conad e Kinder.
Martina, siamo felici e orgogliosi di essere rappresentati tutti da te oggi.
Grazie al tuo lavoro e al tuo impegno godiamo di questo premio e di questa
bellissima giornata di festa. Non solo, il risultato di questo lavoro
resterà a disposizione di tutti gli altri bambini, anche quando tu andai
alle superiori, e non sarai più una nostra alunna, comunque lascerai un
segno importantissimo per il comune di Grotte e noi ti ringraziamo".
Così si è espresso il direttore generale di
Conad Sicilia Natale Lia: "Facciamo festa insieme. Il nostro
compito è quello di creare sviluppo sostenibile. La nostra attenzione è
altissima nei confronti di tutte le iniziative che possono spingere ad
investire sul territorio. Questa iniziativa mi è piaciuta moltissimo perché
invita i ragazzi a riscoprire il senso del gioco, per uno stile di vita sano. E questo è un po’ lo scopo che si devono
dare le grandi aziende, cioè creare sviluppo sostenibile per poter puntare ad
una crescita che garantisca la sostenibilità per la salute. Noi siamo
orgogliosi di poter essere presenti, come siamo presenti in tantissime altre
iniziative".
La significativa dichiarazione del direttore del supermercato Conad di
Grotte Ignazio Infantino: "Sono orgoglioso, sono contento di questa giornata. Ma il messaggio di questa
giornata qual è? É che dobbiamo uscire fuori da un modo di vedere in maniera
individualista le cose, dobbiamo metterci assieme, pubblico e privato,
imprese, associazioni, dobbiamo fortemente valorizzare questo territorio.
Come attraverso questa iniziativa. Martina ha avuto il coraggio, in un
momento in cui il cambiamento sembra difficile, di credere in questo disegno
e soprattutto di realizzare il suo parco ideale. Lei ci ha creduto, ha fatto
il disegno, è stato scelto e noi oggi godiamo di questo parco.
É un parco
che viene dato a tutta la città e soprattutto ai nostri ragazzi, che sono il
futuro della nostra società. Grazie a tutti, grazie al Sindaco, grazie alla
Dirigente ed ai docenti per la collaborazione. Ci siamo spesi ed il risultato è stato
questo. Siamo orgogliosi e contenti di questa giornata. Grazie ancora".
Dopo la consegna a Martina Vizzini di un omaggio floreale e di una targa
ricordo, in ringraziamento da parte dell'Amministrazione comunale,
presso la Villetta Collodi si è svolta la seconda parte della cerimonia di
inaugurazione, con il taglio del nastro a cura di Martina, alla presenza di
numerose Autorità religiose, civili e militari, e la scopertura di una targa
in ricordo della manifestazione.
Carmelo Arnone
1 giugno 2016
© Riproduzione riservata.
Inaugurazione del
"Parco a Colori" nella Villetta Collodi (Foto)
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