Grotte.info Quotidiano -
Aprile 2020 |
30/04/2020 |
Chiesa. "Verso la
Pentecoste": catechesi di don Rosario Bellavia; 1° appuntamento |
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Guarda il video |
Nell'approssimarsi della solennità della Pentecoste, la
comunità cristiana - non potendosi incontrare fisicamente a causa delle
limitazioni imposte dalle misure di emergenza in atto contro la diffusione
del Coronavirus - utilizza i nuovi mezzi che la tecnologia mette a
disposizione.
Venendo incontro alle richieste dei fedeli, don Rosario Bellavia,
vicario dell'Unità pastorale di Grotte, propone un itinerario in 5 tappe,
"Verso la Pentecoste", ogni giovedi per 5 settimane consecutive, in
preparazione alla Solennità che ricorda la discesa dello Spirito Santo sui
discepoli riuniti nel Cenacolo. Cinque video da poter seguire agevolmente,
secondo i tempi e le disponibilità di ciascuno, per accogliere la Parola e
rendersi disponibili al soffio dello Spirito Santo. L'appuntamento di oggi è
il primo dei cinque (guarda il video),
verte su primi 7 capitoli degli Atti degli Apostoli e sulla "Dottrina del
Ponte" dal "Dialogo della Divina Provvidenza" di santa Caterina da Siena.
Redazione
30 aprile 2020.
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30/04/2020 |
Chiesa. Mons. Alessandro
Damiano nominato nuovo Arcivescovo Coadiutore di Agrigento |
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Mons.
Alessandro Damiano
Mons.
Alessandro Damiano |
“Oggi c’è una novità che devo darvi, ed è una novità
che fa piacere”; così ha esordito l'arcivescovo di Agrigento, il
cardinale Francesco Montenegro, all'udienza trasmessa in streaming
fissata per le ore 12.00 di oggi nel Palazzo episcopale. Negli ambienti
ecclesiastici è noto che le udienze fissate per le 12.00 sono sempre foriere
di notizie importanti per la vita della diocesi e di tutta la comunità.
“Faccio
una breve premessa: quanto avviene l’ho voluto io” ha detto il Cardinale
prima ancora di dare l'annuncio.
“Sono stato io a parlare col Santo Padre - dicendo che ormai,
riducendosi la mia presenza ad Agrigento, per evitare che si creino dei mesi
di vuoto, perché il vescovo dovrà andare via, e poi ne viene un altro,
quindi la vita pastorale ne risentirebbe -, ho chiesto di poter avere un
coadiutore per poter insieme vivere questi mesi. Alla scadenza io andrò via
ma lui continuerà il suo lavoro. E il Papa ha accolto questa mai proposta.
Ed ecco che l’altra sera mi è arrivata una lettera della Nunziatura
Apostolica datata 27 aprile che mi dice così".
Ed ha dato lettura dell'importante comunicazione.
“Eminenza Reverendissima,
mi reco a doverosa premura di comunicare a Vostra Eminenza Reverendissima
che il Santo Padre ha nominato mons. Alessandro Damiano, del clero di
Trapani, al presente Vicario generale della diocesi di Trapani, nuovo
Arcivescovo coadiutore di Agrigento.
La notizia del provvedimento pontificio sarà resa pubblica alle ore 12.00 di
giovedi 30 aprile 2020, e fino a quel momento deve rimanere, com’è noto, sub
secreto pontificio.
Accludo ad ogni buon fine il curriculum vitae dell’Eletto.
Profitto volentieri della circostanza per confermarmi con sensi di profonda
venerazione,
dell’Eminenza Vostra Reverendissima, devotissimo
Mons. Emil Paul Tscherrig
Nunzio Apostolico”.
La divulgazione della notizia, alle ore 12.00 del 20 aprile 2020, è stata
data in contemporanea si presso il Palazzo episcopale di Agrigento che
presso quello di Trapani e, sempre alla stessa ora, presso la Santa Sede.
Date le attuali circostanze, ancora non è stato fissato il giorno della
consacrazione episcopale e neppure il luogo.
Scopriamo chi è il nuovo Arcivescovo coadiutore dell’arcidiocesi di
Agrigento.
Don Alessandro Damiano è nato a Trapani il 13 luglio 1960.
È stato ordinato diacono nella Basilica San Giovanni in Laterano
nell’ottobre del 1986, per l’imposizione delle mani e la preghiera
consacratoria di S. Em. il Cardinale Ugo Poletti.
È stato ordinato presbitero nella Cattedrale San Lorenzo in Trapani, il 24
aprile 1987, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.
Ecc. mons. Emanuele Romano.
Ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Pontificia Università
Lateranense, a Roma nel 1986; la Specializzazione con Licenza in Teologia
Morale presso l’Accademia Alfonsiana, Istituto Superiore di Teologia Morale,
a Roma nel 1995; la Licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia
Università degli Studi San Tommaso, a Roma nel 2002.
È stato
Parroco Moderatore per la prima Unità pastorale della diocesi di Trapani dal
20 settembre 1990; nominato Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico
Diocesano di Trapani.
È stato Parroco della parrocchia Cristo Re, in Erice - Casa Santa dal 7
settembre 2003 all’1 settembre 2009; poi Parroco della parrocchia Santa
Teresa del Bambino Gesù, in Trapani, dal 20 settembre 2009; ed ancora
Parroco della parrocchia Maria SS. Ausiliatrice, in Trapani, dal 20 dicembre
2009.
Nel 2013 è stato nominato Giudice al Tribunale Ecclesiastico Siculo e dal
2014 è stato Vicario Generale della diocesi e Moderatore della Curia di
Trapani.
Redazione
30 aprile 2020.
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29/04/2020 |
Chiesa. Messaggio di padre
Raniero Cantalamessa in preparazione alla Pentecoste 2020 |
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P. Raniero Cantalamessa
Libri cristiani
Ascolta il canto |
Messaggio di
Padre Raniero Cantalamessa, predicatore di Casa Pontificia e Assistente
ecclesiastico di CHARIS (Catholic Charismatic Renewal International Service
- Servizio Internazionale per il Rinnovamento Carismatico Cattolico), in
preparazione alla Pentecoste 2020.
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"Gli Atti degli apostoli
narrano questo episodio della vita di Paolo:
“La folla allora insorse contro di loro [Paolo e Sila] e i magistrati,
fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli
caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di
fare buona guardia. Egli, ricevuto quest'ordine, li gettò nella parte più
interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi. Verso mezzanotte Paolo
e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad
ascoltarli. D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le
fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le
catene di tutti” (Atti 16, 22-26).
Con le vesti lacere, caricati di colpi, i ceppi ai piedi, Paolo e Sila non
pregano Dio di soccorrerli, ma cantano inni a Dio.
Che messaggio per noi del RCC in questo momento!
L’esempio di Paolo e Sila ci invita a lasciare da parte, almeno da qui a
Pentecoste, ogni discorso sul Corona virus, o almeno a non farne il centro
di tutto; a non fare il torto allo Spirito Santo di considerarlo meno
importante (e meno potente) del virus.
Di più, ci invita a lodare e cantare inni a Dio.
Questo può suonare assurdo e difficile da accettare, specialmente per chi
sta sperimentando sulla propria pelle gli effetti devastanti di questo
flagello, ma nella fede possiamo almeno capire che è possibile.
San Paolo proclama che “tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio”
(Rom 8, 28). Tutto, nulla escluso, quindi anche la presente pandemia!
Sant’Agostino spiega la ragione profonda di ciò: “Essendo supremamente
buono, Dio non permetterebbe mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue
opere, se non fosse sufficientemente potente e buono, da trarre dal male
stesso il bene” (Enchir., 11,3).
Noi non lodiamo Dio per il male che sta mettendo in ginocchio l’umanità
intera; lo lodiamo per quello che siamo sicuri egli saprà trarre di bene
anche da questo male, per noi e per il mondo.
Lo lodiamo, convinti, appunto, che tutto concorre al bene di quelli che
amano Dio, e soprattutto che sono amati da Dio!
Lo dico tremando perché non so se io stesso sarei capace di farlo alla prova
dei fatti, ma la grazia di Dio può fare questo ed altro.
Nella predica dello scorso Venerdì Santo in San Pietro ho provato a
identificare alcuni “beni” che Dio sta già traendo dal male: il risveglio
dall’illusione di salvarci da soli, con la tecnica o la scienza; il
sentimento di solidarietà che il male sta suscitando e che si spinge in
alcuni casi fino all’eroismo.
Ora aggiungerei: il ridestarsi del sentimento religioso e del bisogno della
preghiera.
L’attenzione straordinaria ai gesti e alle parole di papa Francesco, da
parte non solo dei cattolici, ne è un segno.
Ai Tessalonicesi lo stesso apostolo Paolo raccomandava: “In ogni cosa
rendete grazie” (1 Tess 5,18). Lode e ringraziamento, dossologia ed
eucaristia: sono i due doveri primari dell’uomo verso Dio.
Il peccato di fondo dell’umanità, quello da cui, secondo l’Apostolo, deriva
ogni altro peccato, è il rifiuto di questi due atteggiamenti: “Essi
dunque [gli uomini] sono inescusabili perché, pur avendo conosciuto
Dio, non lo hanno glorificato (doxazein) né ringraziato (eucharistein)
come a Dio conviene” (Rom 1, 20-21).
L’esatto opposto del peccato non è dunque la virtù, ma la lode!
La lode di Dio, fatta in condizioni drammatiche come l’attuale, è la fede
spinta al suo grado più alto.
Gesú, sedata la tempesta, non rimproverò gli apostoli per non averlo
svegliato prima, ma per non avere avuto abbastanza fede.
È un’occasione per noi del RCC di tornare alle più pure origini della
corrente di grazia.
Al suo sorgere, esso apparve al resto della cristianità come il popolo della
lode, il popolo dell’Alleluia.
Non eravamo i soli.
La stessa esperienza era in atto tra i fratelli Pentecostali.
Uno dei libri più letti nel RCC, dopo “La
croce e il pugnale” (“The Cross and the Switchblade” di David Wilkerson)
è stato il libro di Merlin Carothers “Dalla
prigione alla lode” (“Prison to Praise”).
L’autore non si limitava a raccomandare l’importanza della lode, ma
dimostrava - Scrittura ed esperienze alla mano - la potenza miracolosa di
essa.
I più grandi miracoli dello Spirito Santo non avvengono in risposta alle
nostre suppliche, ma in risposta alla lode. Anche dei tre fanciulli ebrei,
gettati nella fornace ardente, si legge che “a una sola voce, si misero a
lodare, a glorificare, a benedire Dio, intonando il cantico con cui la
liturgia inizia la preghiera delle Lodi ogni domenica e ogni festa:
“Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri…” (Dan 3, 51 ss.).
Il miracolo più grande della lode è quello che avviene in chi la pratica,
specialmente nella prova.
Dimostra che la grazia è stata più forte della natura.
Il miracolo di Paolo e Sila nella prigione - e dei tre fanciulli nella
fornace ardente - si ripete in infiniti modi e circostanze: liberazione
dalla malattia, dalla dipendenza dalla droga, da una condanna ingiusta,
dalla disperazione, dal proprio passato…Provare per credere, era il
suggerimento che l’autore del libro dava ai lettori.
Affoghiamo dunque il virus nel mare della lode, o almeno sforziamoci di
farlo; opponiamo alla pandemia, la dossologia. Uniamoci a tutta la Chiesa
che nel Gloria della Messa proclama: “Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti
adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa”.
Nessuna supplica, soltanto lode in questa preghiera!
In attesa della Pentecoste, torniamo a cantare con lo slancio di una volta i
canti che hanno fatto versare lacrime a tanti di noi al primo impatto con la
corrente di grazia del RC: “Alabaré, Alabaré”, “Come and Worship, Royal
Piesthood” e tanti altri.
Un
canto vorrei segnalare in particolare per la sua attualità in questo
momento. Fu composto nel 1992 da Don Moen.
Il suo ritornello, nel testo originale inglese, dice:
Oh,
God will make a way
Where there seems to be no way
He works in ways we cannot see
He will make a way for me.
Una traduzione italiana potrebbe essere:
Dio aprirà una via
Dove sembra non ce ne sia.
Non capisco come e perché
Ma una via so che aprirà a me.
Non solo a me, ma all’umanità intera!".
P. Raniero Cantalamessa (O.F.M. Cap.)
29 aprile 2020.
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29/04/2020 |
Comune. 6.700 mascherine
dalla Protezione Civile, saranno distribuite a partire da domani |
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Mascherine dalla Protezione Civile |
Nella
mattinata di ieri, martedi 28 aprile, il Dipartimento Regionale della
Protezione Civile della Regione Siciliana ha consegnato al Comune di Grotte
una fornitura di 6.700 mascherine chirurgiche.
Le mascherine saranno distribuite a tutti i cittadini del paese, una per
ciascun componente del nucleo familiare. La distribuzione dovrebbe
essere effettuata a partire da domani, a cura dei volontari
dell’Associazione “Padre Vinti - Grotte Solidale” Onlus coordinati dal
presidente Davide Magrì e da Giuseppe Di Prima, che si sono
messi a disposizione per una piena collaborazione.
Una ulteriore fornitura è prevista nelle prossime settimane; anche queste
mascherine verranno distribuite alla popolazione.
Redazione
29 aprile 2020.
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Mascherine dalla Protezione Civile |
29/04/2020 |
Politica. On. Rosalba Cimino
(M5S): "Finalmente l'incubo è finito per tanti italiani rimasti
bloccati in Marocco" |
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On. Rosalba Cimino |
Dopo 50 giorni
finisce l’odissea di circa 150 persone, provenienti in maggioranza dalla
Sicilia, bloccate in Marocco dalla seconda settimana di marzo per via del
Coronavirus. Due voli, uno diretto a Catania e uno a Palermo, dopo uno scalo
a Roma, hanno riportato, lo scorso 25 aprile, a casa lavoratori,
viaggiatori, marocchini con famiglia in Italia, rimasti bloccati dopo il
lockdown scattato prima in Italia e poi nella stessa nazione africana che
dall’11 marzo ha chiuso i confini.
Ad occuparsi della questione, in costante contatto con le ambasciate e con
il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il deputato alla Camera del
Movimento 5 Stelle, Rosalba Cimino, impegnata per la risoluzione del
problema lavorando per un aereo che dal Marocco portasse a Roma gli italiani
e i siciliani bloccati in terra straniera. Molti tra questi avevano infatti
rifiutato una diversa soluzione loro proposta: una nave che faceva diversi
scali, tra cui una fermata in Spagna.
"Da più di un mese sono in contatto con i tanti italiani rimasti bloccati
in Marocco. Tra questi c’erano persone con disabilità e persone anziane che
avevano necessità di affrontare in sicurezza il viaggio di ritorno in
Sicilia e mi sono impegnata affinché venissero organizzati dei trasferimenti
che arrivassero direttamente in Italia. Nei primi giorni erano state
proposte altre soluzioni per sopperire al cancellamento dei voli - ha
dichiarato l'on Cimino - ma questi avrebbero portato i nostri
corregionali e tanti altri italiani che arrivano dal Sud, fuori dall’Italia
o comunque troppo distanti. Finalmente l’incubo è finito".
L’aereo con decine di persone appartenenti alle province di Trapani e
Agrigento il 25 aprile è arrivato a Roma e in seguito nei due grandi
aeroporti siciliani, per la gioia di tante famiglie che hanno vissuto con
ansia queste giornate.
"Per 50 giorni sono rimasto bloccato in Marocco - ha spiegato
Vincenzo Rossello, di Castelvetrano, portavoce degli italiani e siciliani
bloccati a Casablanca -; ci avevano prima proposto un aereo per Marsiglia
e uno per Roma nei primi giorni dopo la chiusura ma il nostro obiettivo era
quello di affrontare un viaggio in totale sicurezza. Come me, che devo fare
i conti con alcuni problemi di salute, altre persone non potevano tornare da
altre città senza la certezza di viaggiare in sicurezza. L’onorevole Cimino
con cui siamo stati costantemente in contatto in questi giorni, dopo diverse
interlocuzioni, ci ha prospettato l’occasione del volo per Roma organizzato
appositamente per noi. Finalmente adesso siamo ritornati e per questo
vogliamo ringraziare chi si è impegnato per porre fine al nostro problema".
Redazione
29 aprile 2020.
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29/04/2020 |
Politica. "Atto
gravissimo nei confronti dei cittadini che rispettano le norme"; di Leonardo Cutaia |
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Leonardo Cutaia |
Pubblichiamo una lettera di Leonardo Cutaia (ex Consigliere comunale) in
merito alla celebrazione del 25 Aprile a Grotte in Piazza Umberto I, nel 75°
Anniversario della Liberazione dell'Italia. ***** "Direttore,
ho letto
la nota e ho visto le foto sul suo quotidiano riguardanti la cerimonia
per la ricorrenza del 75° anniversario della Liberazione d’Italia, tenutasi
a Grotte sabato 25 aprile.
Una cerimonia doverosa e a tratti anche commovente, ma vorrei pure
sottolineare che a Grotte è stato compiuto un atto gravissimo nei confronti
dei cittadini che rispettano le norme e sono costretti a rimanere a casa.
La presenza di tutte quelle persone, dal Presidente del Consiglio comunale
agli Assessori ed ex Sindaci, è in palese contrasto con la Circolare del
Ministero dell’Interno del 22 aprile 2020, con la quale sono stati
incaricati i Prefetti delle Province ad autorizzare la cerimonia alla
presenza dell’autorità deponente (Sindaco) e di un solo componente
dell’Associazione dei Partigiani e ribadisce, altresì, l’esigenza che non
siano coinvolte altre Autorità, civili o militari, e che sia esclusa
qualsiasi forma di assembramento.
Visti i ripetuti appelli del nostro Sindaco al rispetto delle misure
restrittive imposte dal Governo, la cosa che più mi rammarica è che sia
proprio gente che ha amministrato e che amministra il nostro amato paese a
non rispettarle e che, anche se presente di propria iniziativa, doveva
essere allontanata o addirittura multata dalle Forze dell’Ordine, invece di
essere immortalata con foto e video insieme al nostro Sindaco.
Vorrei ricordare che in questo particolare triste momento c’è gente che non
può andare a fare visita da mesi ai propri cari defunti per rispetto delle
leggi, c’è gente che da mesi non può andare a Messa a prendere l’Eucaristia
per rispetto delle leggi, c’è gente che per Pasqua è stata costretta a
vedere la Messa in diretta streaming per rispetto delle leggi, c’è gente che
non può andare a lavorare per rispetto delle leggi. La legge è uguale per
tutti. Evidentemente a Grotte c’è chi può e chi non può: loro possono. Frase
del grande Antonio de Curtis in arte (Totò).
Saluti". |
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Leonardo Cutaia
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29/04/2020 |
Scuola. Il preside Emanuele
Giordano consegna computer ad alunni dell'I.C. "A. Roncalli" |
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Guarda il video
Dispositivi
Pc e tablet
Preside e Assistente tecnico
Consegna |
Ieri, martedi 28 aprile 2020, sono stati consegnati
i primi 10 dispositivi informatici ai genitori di alcuni alunni
dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte e Comitini.
A fare gli onori di casa, il dirigente scolastico prof. Emanuele Giordano
(vedi
la nostra intervista).
"Ancora una
volta per consentire a tutti gli alunni, soprattutto ai meno abbienti, di
seguire la didattica a distanza, anche l’Istituto Comprensivo “Angelo
Roncalli” di Grotte-Comitini ha già provveduto e continua a provvedere alla
distribuzione di dispositivi informatici ai genitori degli alunni che si
sono prenotati per il relativo ritiro a scuola" ha esordito il Preside.
Il gruppo dei 10 dispositivi era composto da 2 tablet e 8 notebook, la cui
fornitura, configurazione ed assistenza è stata assicurata da "Cartostyl".
Nei prossimi giorni saranno resi disponibili altri 15 computer portatili,
assicura il DSGA dott. Ivan Bongiorno, che verranno immediatamente
consegnati agli alunni; inoltre l'Istituto ha partecipato ad un bando, in
via di definizione, per il finanziamento di ulteriori 25 dispositivi,
al fine di venire incontro alle esigenze delle famiglie che ne hanno fatto
richiesta.
Il materiale informatico è fornito in comodato d'uso gratuito sino al
termine del periodo di emergenza (e comunque, al massimo, sino al
completamento del ciclo di studi presso l'Istituto), dopo il quale dovrà
essere riconsegnato alla Scuola che lo utilizzerà per integrare il
patrimonio dell'aula di Informatica.
"Tutto ciò ha l’unico obiettivo di assicurare il diritto allo studio a
tutti i nostri alunni - ribadisce il prof. Giordano, che sottolinea
"tutti i nostri alunni" - in modo che nessuno rimanga indietro".
Notevole è stato l'impegno del "Roncalli" (in tutte le sue componenti:
personale scolastico, alunni, famiglie), per far sì che la didattica non si
interrompesse ma che potesse proseguire con maggiore impegno; come ha
confermato il Preside: "Nonostante
il grave disagio causato dal coronavirus, mi preme sottolineare il grande
lavoro di squadra che la nostra scuola di Grotte-Comitini ha già messo in
atto, dove quasi tutti gli operatori si stanno spendendo in un lavoro
quotidiano appassionato e ricco di creatività e di dedizione nei confronti
dell’utenza sia dal punto di vista didattico (le vicepresidi Carmela
Figliola ed Accursia Vitello ed i docenti) sia dal punto di vista
tecnico-amministrativo-organizzativo (il Direttore dei Servizi Generali e
Amministrativo, gli assistenti amministrativi, i collaboratori scolastici e
l'assistente tecnico). Effettivamente, inventarsi ex novo un modo di fare
scuola e di lavorare del tutto inedito e fuori da qualsiasi schema già
consolidato, richiede un grande amore per il proprio lavoro".
L'auspicio è che l'emergenza
epidemiologica termini quanto prima e che l'esperienza della didattica a
distanza e del lavoro agile, ormai patrimonio del sistema scolastico,
costituisca un’ulteriore opportunità di crescita per tutta la scuola.
Pubblichiamo il video dell'intervista al prof. Emanuele Giordano -
guarda il video -
e, a lato, alcune immagini (foto e riprese
© a cura dell'Associazione
Culturale "Punto Info").
Carmelo Arnone
29 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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Consegna
Configurazione
Giordano e Figliola
Giordano, Bongiorno e Figliola |
27/04/2020 |
Iniziative. Mario Gaziano: "Progetto
turistico/culturale per l'estate 2020" |
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Estate 2020
Mario Gaziano |
Mario Gaziano, Direttore del "Pirandello Stable Festival",
propone l'idea per un
progetto turistico/culturale
da svolgersi nel corso dell'estate 2020 (a lato, il
cartellone).
*****
"È
indispensabile creare, oggi, le condizioni per ridare respiro e anima vitale
alla nostra dimensione turistico/culturale. Proprio nel periodo fine
luglio/agosto/settembre 2020.
Fare ristagnare il respiro culturale e turistico di una città con uno dei
più grandi patrimoni archeologici del mondo, con tutto il suo richiamo
turistico/culturale, è sicuramente irrazionale.
Di una città che ha dato i natali a Luigi Pirandello, il più grande
drammaturgo contemporaneo, con il trascurare l’area complessiva e vastissima
del Caos, dove “vive” la sua casa natale museo, è altrettanto irrazionale.
Archeologia e Pirandello: i riferimenti mondiali della nostra città.
È dunque indispensabile un progetto e una programmazione.
Negli spazi larghi, vasti e all’aperto è sicuramente possibile rilanciare
alcune iniziative che diano un forte segnale di continuità. Un forte segnale
di continuità del turismo culturale.
Al Caos esiste il vastissimo spiazzale che fa da area esterna alla
casa-natale museo di Pirandello.
Esiste una struttura predisposta alle attività di turismo culturale di
primissimo livello: il Parco Letterario Pirandello dell’ing. prof. Dino
Barone.
In quella struttura è collocata all’esterno una pedana/palco di m. 8x6. Lì
si può collocare agevolmente - sempre all’esterno - una platea transennata
di 99 posti distanziati di m. 1,50 e realizzare azioni sceniche ridotte
secondo il successivo schema.
Spettacoli con n. 3 repliche (all’aperto) al Caos per un numero massimo di
99 spettatori per replica, con rispetto:
- distanza sociale m. 1,50;
- misurazione temperatura max 37° a spettatori ad ingresso in platea, e a
spettatori fuori platea;
- obbligo di stessa distanza a spettatori fuori platea;
- mascherine per tutti gli spettatori in platea, e fuori platea, e per gli
addetti;
- distanza sociale, artisti in scena max 6;
- controlli distanze dentro e fuori platea, in rispetto delle norme
ufficiali;
- sanificazione, a cura dell’organizzazione esecutiva, di tutto
l’ambiente generale, prima e dopo ogni replica (compresi spazi interni di
servizi);
- sanificazione vastissima area parcheggio;
- organizzazione servizio sanificazione e controlli distanze dentro e fuori
platea.
È un progetto plausibile che fa comunque riferimento alle disposizioni delle
iniziative sportive collettive. Ed è un modo altrettanto plausibile per
mantenere vivo il valore del turismo culturale della nostra città. Per
Agrigento".
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Mario Gaziano
Direttore Artistico “Pirandello Stable Festival”
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27/04/2020 |
Comune. Approvato dal
Consiglio il Piano di Protezione Civile; nota del Sindaco |
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Alfonso Provvidenza |
Il Consiglio comunale di Grotte, nella seduta del 23 aprile
2020, ha approvato - tra i punti in discussione all'ordine del giorno -
anche il Piano di Protezione Civile. Piena soddisfazione è stata espressa
dal sindaco Alfonso Provvidenza ("di questo siamo orgogliosi... siamo
fieri di avere posto in essere uno strumento di tutela del nostro territorio..."),
in una nota resa pubblica nella quale - ringraziando i professionisti che
hanno reso possibile la redazione del Piano - sottolinea l'importanza del
traguardo raggiunto ed i benefici per l'intera comunità cittadina. Di seguito la comunicazione ufficiale. *****
"È stato approvato dall’unanimità dei presenti al Consiglio comunale il
Piano di Protezione Civile e piano interfaccia contrasto agli incendi
boschivi.
Il documento racchiude i riferimenti normativi e operativi che permetteranno
di intervenire in modo valido in base ai vari scenari di rischio (sismico,
incendi, idrogeologico e idraulico), consentendone l’adeguata gestione
dell’emergenza sul territorio comunale.
Tutti i Comuni italiani devono avere un proprio piano di Protezione Civile,
un documento indispensabile per la prevenzione dei rischi e per le
operazioni di emergenza. Finalmente anche il Comune di Grotte si è dotato
del Piano e di questo siamo orgogliosi. Si tratta, infatti, di un fatto
storico per la nostra città, perché fino ad ora il Comune era sfornito di un
Piano di Protezione Civile, fondamentale per affrontare le emergenze in caso
di eventi calamitosi.
Il Piano è dell’intera città e, pertanto, siamo fieri di avere posto in
essere uno strumento di tutela del nostro territorio, mettendo fine ad una
lacuna che durava ormai da troppi anni. Adesso finalmente siamo tra i pochi
comuni che hanno un proprio Piano di Protezione Civile.
Un particolare ringraziamento all’arch. Giuseppe Grimaldi, responsabile
della redazione del Piano, e del suo encomiabile Gruppo di lavoro costituito
dall’arch. Ignazio Infantino, dall’ing. Settimo Puglisi, dall’arch. Sara
Gueli e dall’arch. Daniele Gucciardo.
Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza".
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26/04/2020 |
Comune. Anniversario della
Liberazione d'Italia; cerimonia in Piazza Umberto I |
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Guarda il video
Vedi le foto |
Si è tenuta ieri, sabato 25 Aprile, a Grotte in Piazza
Umberto I, la cerimonia per la ricorrenza del 75°
Anniversario della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e
dal regime fascista.
In considerazione delle misure in atto contro il Covid-19, l'annuale ricorrenza della festa nazionale
è stata celebrata quest'anno senza la
presenza dei cittadini, in rappresentanza dei quali
il sindaco dott. Alfonso Provvidenza ha deposto una corona di fiori presso il Monumento ai Caduti,
in Piazza Umberto I.
In un'atmosfera suggestiva e raccolta, sono stati presenti alla cerimonia,
oltre al Primo Cittadino, il presidente del Consiglio comunale dott. Angelo
Carlisi, gli assessori dott. Antonino Caltagirone e Vincenzo Agnello, il
Responsabile del Corpo di Polizia Municipale isp. capo Antonio Salvaggio
insieme con altri componenti del Corpo.
Presenti anche, di propria iniziativa, gli ex sindaci di Grotte prof. Pietro
Agnello, il sig. Filippo Giambra ed il dott. Giacomo Orlando (assente perché
impegnato fuori sede il dott. Antonio Carlisi).
Commoventi le note dell'Inno nazionale intonate dall'ing. Vincenzo Morreale.
Semplice lo svolgimento della manifestazione: alla deposizione della corona
di fiori dinanzi al Monumento ai Caduti ha fatto seguito il discorso del
Presidente del Consiglio comunale e quello del Sindaco (leggi
il discorso).
Pubblichiamo il video della cerimonia -
guarda il video - con un'intervista al dott. Provvidenza (riprese
© a cura dell'Associazione
Culturale "Punto Info") ed alcune immagini -
vedi le foto - (di
© Giuseppe Figliola).
Redazione
26 aprile 2020.
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26/04/2020 |
Comune. Anniversario della
Liberazione d'Italia; discorso del sindaco Alfonso Provvidenza |
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Alfonso Provvidenza |
Pubblichiamo il discorso pronunciato in Piazza Umberto
I dal sindaco di Grotte, dott. Alfonso Provvidenza (nella foto a lato, di
© Giuseppe Figliola), il 25
aprile in occasione della celebrazione del 75°
anniversario della liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e
dal regime fascista. *****
"Cari concittadini e care concittadine,
oggi celebriamo il settantacinquesimo anniversario della Liberazione dal
nazifascismo; il 25 aprile è il simbolo della vittoriosa lotta di resistenza
militare e politica.
La Resistenza fa parte della nostra storia. Ha rappresentato il bisogno di
pace, di giustizia e di libertà degli italiani, ridando dignità alla
Nazione.
Tutti gli eventi e le passioni della Resistenza italiana devono essere
ricordate costantemente; è necessario scongiurare il rischio di oblio della
memoria.
La Resistenza continua ad essere viva.
Oggi, la pandemia ci costringe a celebrare la Resistenza in circostanze mai
vissute e di dubbi per il futuro.
Le difficoltà attuali devono essere affrontate con lo spirito eroico dei
nostri partigiani.
È necessario dedicare tutte le nostre energie alla tutela della nostra
salute ma allo stesso tempo dobbiamo essere capaci di rilanciare l’economia
in condizioni di sicurezza sanitaria e di rispetto per l’ambiente.
L’azione di rilancio deve essere svolta ad ogni livello istituzionale e
cittadino, politico ed economico, sociale ed intellettuale.
L’unità d’intenti e di azione deve essere vera come la Resistenza lo è
stata.
Viva la libertà, viva l’Italia e viva gli italiani". |
Manifesto |
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Il Sindaco
Alfonso Provvidenza
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26/04/2020 |
Chiesa. "Mi indicherai
il sentiero della vita"; sussidio per la III Domenica di Pasqua in famiglia |
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Sussidio
Foglietto |
"Mi
indicherai il sentiero della vita".
Camminare è il termine che caratterizza le letture proposte dalla liturgia
della Parola in questa III domenica di Pasqua.
Il camminare è sempre uno spostarsi da un punto di partenza verso un altro,
che non necessariamente può definirsi di arrivo; per chi crede, qui sulla
terra non si arriva mai, è un continuo procedere, tra inciampi, cadute,
soste, riprese e nuove marce, passo dopo passo, consapevole della propria
incapacità di raggiungere la meta ma fiducioso nell'infinita misericordia di
Dio.
"Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la
tua presenza" dice Luca negli Atti, riprendendo Davide. Perciò il
cammino del cristiano ha una direzione chiara, e una forza propulsrice nella
speranza della gioia futura alla presenza del Padre. In questi tempi di
emergenza, la nostra sosta è solo apparente, e comunque temporanea:
la fede non si ferma ma si tempra nelle avversità: "Benedirò il
Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode".
Ad Emmaus, i discepoli affranti ("Noi speravamo...") si fermano "perché
si fa sera e il giorno è ormai al tramonto" convinti di essere giunti a
destinazione; ma quando seduti alla mensa, alla frazione del pane ed alla
benedizione riconoscono il Signore, "partirono senza indugio" perché
- dicono - "Non ardeva forse in noi il nostro cuore...?".
Ai cristiani che anelano a pregare
insieme ai propri cari, propongo due validi sussidi.
Il primo è un "Sussidio per la preghiera in famiglia" in assenza della Celebrazione
Eucaristica domenicale (disponibile
qui); schema di riferimento (con preghiere, esame di coscienza, letture,
riflessioni e comunione spirituale).
Il secondo è il "Foglietto della santa Messa" (disponibile
qui) con le "Letture Sponsali" realizzato dal Gruppo di coppie di
pastorale familiare della Diocesi di Palermo.
Carmelo Arnone
26 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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26/04/2020 |
Letture Sponsali. "La
fiducia e la voglia di ricominciare" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
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Camminare insieme
È davvero illuminante rileggere il Vangelo di oggi in chiave sponsale.
L’episodio è noto: due discepoli di cui per il resto sappiamo molto poco,
ricordati come “di Emmaus” perché in viaggio verso questo piccolo villaggio
della Giudea, che si imbattono, mentre sono per strada, in un viandante come
loro.
Questi in realtà è Gesù, ma loro non Lo riconoscono ed anzi si stupiscono
del fatto che questo fortuito compagno di viaggio sembri ignorare i fatti
che hanno coinvolto di recente Gesù il Nazareno.
I discepoli sono tristi: speravano che Gesù fosse il Salvatore, colui che
avrebbe liberato Israele. E invece è morto appeso alla croce. Però… però è
accaduto qualcosa di strano, di sconvolgente (questa è la parola usata nel
Vangelo!).
Il sepolcro, dove è stato deposto il corpo di Gesù, è stato trovato vuoto.
Allora, il presunto forestiero rimprovera bonariamente i due viandanti
(sembra di sentire il tono severo ma affettuoso del rimprovero rivolto a
Tommaso nel Vangelo di domenica scorsa) e prova a restituire loro il senso
delle vicende che hanno riferito. In qualche modo fa breccia nei loro cuori
tanto che, al momento di congedarsi, i discepoli lo trattengono e lo
invitano e restare con loro per la notte.
Gesù acconsente e siede a tavola con loro. Poi prende il pane, recita la
benedizione, lo spezza e lo porge loro.
E solo a questo punto ai discepoli si aprono gli occhi e Lo riconoscono. Ma
passa un attimo e Gesù sparisce dalla loro vista. Resta però in loro
qualcosa che nel Vangelo viene definito “ardore”: un fuoco che scalda ma non
consuma.
Allora tornano a Gerusalemme e trovano gli apostoli e gli altri discepoli
per condividere quanto accaduto loro. E scoprono che non sono stati gli
unici cui si è manifestato Gesù.
Il cammino dei discepoli di Emmaus, oltre che il cammino di ogni buon
cristiano, dovrebbe essere il cammino di ogni coppia di sposi nel Signore: i
discepoli sono due, come una coppia di sposi; essi sono insieme ma non
riescono a essere felici, manca loro qualcosa, la fede.
Questo li fa disperare; Gesù va in loro soccorso, cammina con loro; pian
piano i ruoli si invertono e Gesù diventa quasi la loro guida: restituisce
un senso alle cose; l’insegnamento di Gesù (la teoria) scalda loro il cuore,
ma è solo quando Egli entra appieno nella loro vita, nella loro quotidianità
e si ferma a mangiare con loro (la pratica) che loro Lo riconoscono per
quello che è: il Salvatore.
Scoprono una gioia troppo grande, che non può rimanere per loro soltanto e
allora vogliono condividerla.
E così entra in scena la Comunità.
Scoprono che condividendo ricevono molto più di quello che hanno dato perché
anche gli altri condivideranno la loro esperienza con Gesù e l’ardore di cui
Gesù ha riempito il loro spirito.
E, come recita il Salmo, sarà “gioia piena alla Tua presenza, dolcezza senza
fine alla tua destra”.
Barbara e Adriano
Punto chiave
In questa terza Domenica di Pasqua, i discepoli di Gesù sono ancora
smarriti.
Il potere della morte sembra aver avuto la meglio, i cuori e gli occhi sono
offuscati dal dolore e dalla delusione.
Anche le parole di Gesù lungo il cammino per Emmaus sembrano non avere
effetto.
Nel momento storico che stiamo vivendo, anche noi siamo smarriti,
disorientati, ansiosi, delusi; ci ritroviamo nelle stesse condizioni di quei
discepoli in cammino, che pur conoscendo le sacre scritture siamo "stolti e
lenti di cuore".
Pietro ci invita a rivedere il percorso di salvezza pensato per noi fin
dall'eternità e a riporre la nostra speranza in colui che ci ha creati per
Amore: "La mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la
mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la
corruzione".
Come possiamo alimentare la fede e la speranza in Colui che ha vinto la
morte?
Possiamo prendere spunto proprio dai discepoli in cammino: dialoghiamo con
Gesù, lui ci lascia parlare, sa ascoltare i nostri dubbi, non ci interrompe
(lui sapeva già di cosa stavano parlando i discepoli, ma si mette umilmente
in ascolto) non è invadente (non si autoinvita, ma lascia a noi la libertà
di chiedergli di restare) in un secondo momento ascoltiamo la sua risposta
(anche se la risposta è diversa da quella che ci aspettiamo) accogliamolo
nella nostra vita, invitiamolo a restare con noi e a cibarci della sua
carne, lasciamoci scaldare il cuore dalla sua voce, e infine testimoniamolo
ai fratelli vicini e lontani.
Ogni sera, nelle nostre case, quando mettiamo a letto i nostri figli,
ripetiamo: "resta con noi, perché si fa sera!".
Incontriamoci con il Risorto, il cuore si riaccenderà e ritornerà la fiducia
e la voglia di ricominciare.
Vera e Francesco
Redazione
26 aprile 2020.
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26/04/2020 |
Chiesa. Oggi in diretta Fb (a cura di Piero Castronovo) la santa Messa delle ore 10.00 in chiesa Madre |
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Chiesa Madre |
Nel perdurare dell'emergenza Coronavirus, le celebrazioni delle sante Messe
con presenza di fedeli sono sospese.
Al fine di favorire la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica, oggi, domenica
26 aprile
2020, la santa Messa della Domenica della Divina Misericordia,
presieduta da don Rosario Bellavia e concelebrata da don
Salvatore Zammito alle ore 10.00 in chiesa Madre, sarà condivisa tramite una diretta facebook sul gruppo
"L'Osservatore Grottese" a cura di Piero Castronovo (ideatore e
moderatore del gruppo).
La liturgia verrà animata dai fratelli delle Comunità neocatecumenali.
Redazione
26 aprile 2020.
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24/04/2020 |
Comune. Anniversario della
Liberazione d'Italia; cerimonia senza pubblico in Piazza Umberto I |
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Manifesto |
Domani, sabato 25 Aprile, ricorre il 75°
anniversario della liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e
dal regime fascista.
Nonostante le misure in atto contro il Covid-19, anche a Grotte verrà
celebrata l'annuale ricorrenza della festa nazionale, quest'anno senza la
presenza dei cittadini, in rappresentanza dei quali, alle ore 11.00
il Sindaco deporrà una corona di fiori presso il Monumento ai Caduti, in
Piazza Umberto I. Non potrà svolgersi, a causa delle restrizioni, il
consueto corteo.
L'Amministrazione comunale di Grotte ha invitato la popolazione a esporre la
bandiera italiana sui balconi delle proprie abitazioni. Per dare la
possibilità a tutti di poter assistere alla manifestazione, l'intera
cerimonia sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook ufficiale del
Comune di Grotte.
Redazione
24 aprile 2020.
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24/04/2020 |
Ambiente. Sabato 25 aprile,
regolare la raccolta differenziata "porta a porta" |
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L'Amministrazione comunale di Grotte
(Servizio Raccolta Differenziata dei Rifiuti) ha diffuso un comunicato con il quale avvisa
i cittadini che domani, sabato 25 aprile (Festa della Liberazione) si svolgerà
regolarmente la consueta raccolta differenziata porta a porta.
Redazione
24 aprile 2020.
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22/04/2020 |
Comune. Il presidente
Carlisi: "Garantiti il rispetto delle norme e la tutela della salute dei
Consiglieri" |
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Angelo Carlisi |
In merito alla convocazione della seduta di Consiglio
comunale per domani, giovedi 23 aprile, il presidente Angelo Carlisi,
contattato dalla nostra Redazione, ha confermato la piena osservanza delle
norme, facendo riferimento al
D.L. n. 18 del 17 marzo 2020 ed alla
Circolare regionale n. 8 del 24.03.2020 dell’Assessorato delle Autonomie
Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana.
L'articolo 73 comma 1 del Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 prevede
testualmente che: "(…) i Consigli dei Comuni (…) e le Giunte Comunali che
non abbiano regolamentato modalità di svolgimento delle sedute in
videoconferenza, possono riunirsi secondo tali modalità, nel
rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità (…) purché siano
individuati sistemi che consentano di identificare con certezza i
partecipanti, sia assicurata la regolarità dello svolgimento delle
sedute e vengano garantiti lo svolgimento delle funzioni di cui all’art.
97 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nonché adeguata
pubblicità delle sedute, ove previsto, secondo le modalità individuate
da ciascun ente".
"Come si evince esplicitamente dall'interpretazione letterale della norma
in questione - ha dichiarato Carlisi -, tale previsione normativa non
rappresenta una fattispecie perentoria ed imperativa da seguire,
rappresentando bensì una eventuale facoltà discrezionale".
Il Presidente del Consiglio comunale di Grotte ha affermato di essersi
confrontato, nei giorni scorsi, con diversi suoi colleghi Presidenti
di Consiglio comunale della provincia e con il Segretario comunale, i quali
gli hanno confermato le attuali difficoltà operative ad utilizzare lo
strumento della videoconferenza (per rispettare i criteri stabiliti dalla
Legge non può essere utilizzato un comune software) per le sedute ufficiali
di Consiglio comunale.
Ad oggi il Comune di Grotte non possiede un sistema informatico specifico
per effettuare sedute in videoconferenza.
"Anche i tecnici addetti ai servizi informatici hanno confermato la
complessità di tale procedura e la difficoltà di avere in tempi brevi un
software che ci consenta di effettuare sedute in videoconferenza in maniera
ufficiale - ha continuato Carlisi -. In ogni caso con il supporto di
Giuseppe Figliola (dipendente comunale) e dei tecnici del software
gestionale Halley, ci si era già attivati per trovare una soluzione per
dotarci di eventuale supporto informatico che possa eventualmente consentire
la videoconferenza nel rispetto della norma nazionale e della circolare
regionale già richiamata. Voglio evidenziare che per eventuali convocazioni
del Consiglio Comunale in videoconferenza è previsto l'utilizzo, non di
un qualsiasi sistema di comunicazione informatico di ricorrente uso comune,
bensì di specifici strumenti e supporti informatici che garantiscano la
sicurezza delle comunicazioni ed al contempo consentano di accertare
l'identità dei partecipanti e la regolarità della seduta con particolare
riferimento alla verifica del numero legale ed allo svolgimento in
simultanea delle votazioni consiliari. Sempre in relazione alle
caratteristiche tecniche, lo stesso software informatico da utilizzare in
ipotetica convocazione di seduta consiliare mediante modalità in
videoconferenza, deve assicurare la registrazione integrale dei lavori
consiliari - ha concluso il presidente Carlisi - ai fini della
conservazione documentale e contestualmente poter trasmettere in 'diretta
streaming' la seduta di Consiglio comunale svolta in videoconferenza nel
rispetto dei principi opportunamente richiamati dall'art. 73 comma 1 del
Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 e
della
Circolare regionale n. 8 del 24.03.2020 dell’Assessorato delle Autonomie
Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana".
In merito alla tutela della salute dei Consiglieri, il Presidente del
Consiglio comunale ha disposto, con la Convocazione della seduta, che: "nella
seduta di Consiglio comunale oggetto della presente convocazione non sarà
consentita la partecipazione del pubblico", e che "i Consiglieri
comunali nello svolgimento della seduta consiliare in oggetto, dovranno
mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro".
L'assenza di pubblico all'interno dell'Aula consiliare potrà consentire ai
tecnici comunali di disporre le postazioni dei Consiglieri in modo tale da
assicurare il distanziamento interpersonale di almeno un metro, e quindi
l'osservanza delle norme in materia di tutela della salute attualmente in
vigore in questo periodo di emergenza sanitaria.
Redazione
22 aprile 2020.
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22/04/2020 |
Politica. "Più di 20 persone
in un'aula di 150 mq: scelta non prudente"; nota del Gruppo consiliare
M5S Grotte |
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Il
Gruppo
consiliare M5S di Grotte preannuncia, con una nota resa pubblica,
l'intenzione di disertare la seduta di Consiglio comunale convocata per
domani, per rispettare il divieto di assembramento stabilito dal DPCM del
10.04.2020 a tutela della salute. Di seguito, il testo della nota.
*****
"In data 17.04.2020 è stato indetto un Consiglio
comunale per giorno 23.04.2020.
Il 20.04.20 il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle Grotte ha richiesto a
mezzo PEC il rinvio del suddetto Consiglio e la convocazione dello stesso in
modalità telematica, pena la nostra unanime assenza.
L'emergenza che stiamo attraversando non è, ahinoi, iniziata l'altro ieri.
Hanno avuto tutto il tempo per attivare Consigli online, proprio come ha
fatto la stragrande maggioranza dei Comuni italiani.
Ad oggi nessuna risposta ci è pervenuta se non la comunicazione, appunto, di
questa adunanza in presenza alla quale, come già anticipato, non abbiamo
nessuna intenzione di partecipare.
Il divieto di assembramento non è opzionale, e di certo non bastano
mascherine e distanze di sicurezza quando all'interno di un'aula di non più
di 150 mq si ritrovano contemporaneamente più di 20 persone.
Una scelta per niente prudente. E noi non intendiamo mettere a repentaglio
la nostra salute e quella dei nostri conviventi.
Nessuno dei componenti del Consiglio comunale e della Giunta, ad oggi, ha la
certezza assoluta di essere negativo al Covid-19".
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I Consiglieri
Costanza Angelo
Casalicchio Mirella
Morreale Salvatrice
Vizzini Giada
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22/04/2020 |
Comune. Convocato il
Consiglio comunale per giovedi 23 aprile alle ore 17.00 |
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Aula consiliare |
L'adunanza del prossimo Consiglio comunale di Grotte, convocato in seduta ordinaria su
determinazione del presidente dott. Angelo Carlisi, è stata fissata per
giovedi 23 aprile,
alle ore 17.00, nella Sala consiliare “Antonio Lauricella”.
Verrà discusso il seguente ordine del giorno:
1) Nomina
scrutatori; lettura ed approvazione verbali delle sedute precedenti;
2) Comunicazione relativa alla deliberazione di Giunta municipale n. 150 del
20.12.2019 (Utilizzo Fondo di riserva art. 116 TUEL);
3) Interrogazione Gruppo consiliare di Minoranza prot. n. 15277 del
18.11.2019 (Richieste suolo cimiteriale);
4) Autorizzazione a chiedere la concessione dell'anticipazione di liquidità
di cui all'art. 1 comma 556 della Legge 27 dicembre 2019, n. 160 (Legge di
Bilancio 2020);
5) Approvazione Piano comunale di Protezione Civile e Piano Interfaccia
contrasto gli incendi boschivi;
6) Approvazione Regolamento di contabilità in conformità al D.Lgs. n. 118
del 23.06.2011.
In caso di mancanza del numero legale la seduta sarà sospesa per un'ora
e, qualora dopo la sospensione non ci fosse ancora la presenza del numero
legale dei Consiglieri, la seduta di seconda convocazione sarà tenuta il
giorno successivo, sempre alla stessa ora. La Convocazione della seduta di
Consiglio comunale riporta inoltre:
"Considerata l'evoluzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 in
atto, ed in rispetto all'art. 1 lettera d) del DPCM 10 aprile 2020, che
vieta ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al
pubblico, nella seduta di Consiglio comunale oggetto della presente
convocazione non sarà consentita la partecipazione del pubblico.
A tal proposito si comunica, che per assicurare il "carattere pubblico"
della seduta consiliare, come da consuetudine, i lavori del Consiglio
comunale saranno trasmessi mediante diretta streaming visualizzabili
nella pagina istituzionale del Comune di Grotte, dove successivamente
rimarrà consultabile la registrazione integrale della stessa.
Si rappresenta altresì, che in ossequio alle misure precauzionali stabilite
dal DPCM 10 aprile 2020 e specificatamente dall'Allegato 4 lettera d) i
Consiglieri comunali nello svolgimento della seduta consiliare in oggetto,
dovranno mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro".
Redazione
22 aprile 2020.
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21/04/2020 |
Politica. Il presidente
Giuseppe Conte: "Piano di riapertura, a partire dal prossimo 4 maggio" |
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Giuseppe Conte |
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha
diffuso oggi le proprie considerazioni sulla gestione della "fase 2" in
Italia. Di seguito, il testo del comunicato. *****
"In queste ore
continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’équipe di
esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della
convivenza con il virus.
Come già sapete, le attuali misure restrittive sono state prorogate sino al
3 maggio.
Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un
significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale
abolizione.
Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di
ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito.
Ripartiamo domattina.
Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini,
ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza
del sistema produttivo.
Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la
curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi
che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme.
In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci
all’improvvisazione.
Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella
prospettiva della ripartenza.
Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte
dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie
produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni.
L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben
strutturato e articolato.
Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione
tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico.
Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché
l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento
della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa
risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti
“tollerabile” soprattutto in considerazione della recettività delle nostre
strutture ospedaliere.
Vi faccio un esempio.
Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il
rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo
predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei
lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi
usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità.
Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza
sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose
“ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative
e decongestionanti?
Questo programma deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una
riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni
lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le
attività commerciali.
Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto
delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del
trasporto in Basilicata non sono le stesse che in Lombardia.
Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a
Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e
dei pazienti di Covid-19.
È per questo che abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro
fianco giorno e notte.
C’è il dott. Angelo Borrelli che sin dalla prima ora ci aiuta, per tutta la
parte operativa, con le donne e gli uomini della Protezione Civile.
C’è il dott. Domenico Arcuri che sta mettendo le sue competenze manageriali
al servizio dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione
individuale e delle apparecchiature medicali di cui le Regioni erano
fortemente carenti (pensate: ad oggi abbiamo fornito alle Regioni 110
milioni di mascherine e circa 3 mila ventilatori per le terapie).
C’è il prof. Silvio Brusaferro che insieme agli altri scienziati ed esperti
sanitari del Comitato tecnico-scientifico ci forniscono un’analisi
scientifica della curva epidemiologica e ci suggeriscono le misure di
contenimento del contagio e di mitigazione del rischio.
Più di recente si è aggiunto il dott. Vittorio Colao che insieme a tanti
altri esperti sta offrendo un contributo determinante per la stesura di un
piano per una graduale e sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i
molteplici aspetti, operativi e scientifici.
È fin troppo facile dire ‘apriamo tutto’. Ma i buoni propositi vanno
tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte
le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo.
Nei prossimi giorni analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne
approfondiremo tutti i dettagli.
Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al
Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci
offrono una preziosa base di valutazione.
Assumeremo le decisioni che spettano alla Politica come abbiamo sempre
fatto: con coraggio, lucidità, determinazione. Nell’esclusivo interesse di
tutto il Paese. Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e
delle Isole.
Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e
mantenere alto lo spirito di comunità.
È questa la nostra forza.
E smettiamola di essere severi con il nostro Paese.
Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo
affrontando questa durissima prova.
Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e
di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione
ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri
Giuseppe Conte".
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21/04/2020 |
Iniziative. "Il ragazzo con
la valigia virtuale": ogni giorno su Instagram Angelo Palermo con il suo
format |
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Selezione dei video |
Ormai è da 36 giorni che, puntualmente alle ore 17.00,
su Instagram, parte la diretta di un format ideato e
realizzato da Angelo Palermo.
“Il ragazzo
con la valigia virtuale” (anzi,
#ilragazzoconlavaligiavirtuale) è il titolo della striscia
quotidiana, durante la quale il giovane presentatore grottese (con una
valigia sullo sfondo, già pronta pronta per la partenza) si intrattiene con
ospiti e propone agli spettatori un periodo di serenità. Spettatori (anzi,
followers) che aumentano numerosi di giorno in giorno ed
interagiscono dal vivo nelle trasmissioni con saluti, commenti, domande.
"Questo
format nasce su Instagram, per dare un po’ di svago alla gente -
dichiara Angelo Palermo -, per staccarci dalla cronaca generale e
trascorrere un’oretta in compagnia di un personaggio, ridendo, giocando,
ogni giorno alle 17.00. Si chiama 'Il ragazzo con la valigia virtuale'
perché viaggio virtualmente raggiungendo altri posti d’Italia per scoprire
vari personaggi".
Ogni giorno,
nella diretta su Instagram (segui
qui la diretta), l'incontro con un personaggio del mondo dello
spettacolo o dell'informazione, o una testimonianza importante legata al
periodo di emergenza che stiamo vivendo (tra le più significative, quella di
ragazzo ventottenne positivo al Covid-19, che è stato in fin di vita ma che
è riuscito a guarire).
Ciascuna puntata dura dai 40 ai 50 minuti (vedi
una selezione delle puntate). Nelle prime battute si parla del
personaggio e della sua storia, poi iniziano i giochi: indovina chi, chi
vuole essere milionario, indovina la sigla, e tanti altri. Gli ospiti,
abituati a dirette dove si parla del più e del meno, con sorpresa si
lasciano piacevolmente guidare dal "padrone di casa", divertendosi a
partecipare ai giochi ed a rispondere alle domande degli spettatori. Tra i
volti più noti, ospiti di Angelo Palermo, Cecchi Paone, Michele
Cucuzza, vari personaggi del Grande Fratello, don Davide Banzato,
Federico Gatti (inviato Mediaset a Londra), Manila Gorio
(modella), Jane Alexander (attrice) e tanti altri.
Il format, andato in diretta ogni giorno anche a Pasqua e Pasquetta,
continuerà per tutto il periodo legato all'emergenza.
Per avere il piacere di seguirlo basta collegarsi al profilo Instagram di
Angelo Palermo:
angelopalermo_official.
Carmelo Arnone
21 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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21/04/2020 |
Comune. Giovedi 23 aprile si
svolgerà il mercatino settimanale; nota del Sindaco |
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Alfonso Provvidenza |
Era già stato preannunciato dal Sindaco nel video
messaggio dello scorso 18 aprile; adesso è arrivata la conferma: giovedi
prossimo 23 aprile riprenderà a Grotte lo svolgimento del mercatino
settimanale (con alcune limitazioni). Di seguito la comunicazione ufficiale. *****
"Si avvisa la cittadinanza che giovedi prossimo 23 aprile 2020 si svolgerà
il mercatino settimanale dalle ore 08.00 alle 13.00.
Si precisa che, secondo quanto previsto dal DPCM del 10/04/2020, potranno
operare esclusivamente gli esercenti residenti nel Comune di Grotte già
autorizzati presso il medesimo mercatino settimanale che svolgono
unicamente attività di vendita di generi alimentari, nonché di
ogni prodotto agricolo.
Gli acquisti potranno essere effettuati esclusivamente da soggetti
residenti nel Comune di Grotte e nella c.d. zona di Confine nel rispetto
delle misure di sicurezza previste (distanza di 1,5 metri, uso di mascherine
e guanti).
Tutti i rifiuti prodotti dovranno essere, a cura dell’esercente, collocati
in appositi sacchetti che dovranno essere chiusi. Non è consentito il
deposito dei rifiuti per terra né durante né alla fine del mercatino.
Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza".
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21/04/2020 |
Dialoghi. "Coronavirus:
gestione all'italiana"; di Giuseppe Castronovo |
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Intervento del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
Nell'esaminare i provvedimenti con i pubblici Poteri stanno affrontando
l'emergenza sanitaria conseguente al Coronavirus, ci siamo chiesti sulla
loro piena legittimità costituzionale. Il prof. Vezio ha criticato i
numerosi provvedimenti emanati dalle Autorità locali dal momento che la
Costituzione assegna espressamente tale materia esclusivamente allo
Stato. Si prenda il caso delle mascherine: alcune ordinanze le consigliano,
altre le obbligano; ma le mascherine non si trovano. Da qui la necessità di
un più stringente coordinamento da parte dello Stato.
Giuseppe Castronovo
"Coronavirus:
gestione all'italiana"
(Dai
Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
Franco: Amici…
Totò: Dì pure.
Franco: Non so se sia solo una mia sensazione. Ma nella gestione
dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus non vi sembra che vi
siano troppi protagonisti?
Ersilio: In effetti sembra che sia venuta a mancare un’unica regia di
comando. Troppe voci: il De Luca, Governatore della Regione Campania, vuole
chiuderei confini della sua Regione e bloccare i treni; il De Luca, Sindaco
di Messina, vuole bloccare i traghetti e non far scendere nessuno a Messina.
E tutto ciò in un momento di grave emergenza sanitaria in cui forse sarebbe
auspicabile, come dicevo prima, un’unica regia di comando. A questi livelli
di frammentazione politico/amministrativa e in mancanza di un coordinamento
a livello nazionale quando potremo uscire dall’emergenza sanitaria?
Nenè: Se la tua domanda, caro Ersilio, fosse rivolta a me, la mia sarebbe
purtroppo una risposta vaga, alquanto vaga. Piuttosto interpellerei il prof.
Vezio.
Vezio: Amici, a dire il vero i diversi attori, nella gestione di questa
grave crisi, non sempre mi sono apparsi finora ispirati da una visione di
interesse unitario. Purtroppo dobbiamo constatare come ancora una volta la
Costituzione non rappresenti più la guida per la nostra classe politica.
Parlando di rispetto della nostra Costituzione il barometro volge purtroppo
anche questa volta verso il basso, e tutto ciò nonostante la gravità
dell’emergenza sanitaria di questo momento. Vedete…
Franco: Prof., che cosa?
Vezio: Ritengo che l’attuale nostra Carta costituzionale sia
sufficientemente chiara nell’individuare il soggetto istituzionale chiamato
a gestire, quanto meno a livello di coordinamento, in modo più stringente e
vincolante di quanto non sia avvenuto finora, la grave situazione sanitaria
di questo momento: è il 2° comma, lettera q, dell’art. 117 a stabilire che “lo
Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: q) dogane,
protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale”.
È una norma talmente chiara che mi fa venire in mente l’antico insegnamento
secondo cui “in claris non fit interpretatio”, ossia nelle questioni
chiare non si dia adito a interpretazioni. Una norma, questa, che appartiene
al patrimonio comune del diritto ma che i nostri politici hanno ignorato.
Amici dinnanzi a una norma - addirittura di rango costituzionale - così
chiara, sarebbe stato sufficiente che tutti quanti ne avessero fatto tesoro;
purtroppo così non è stato. Ecco perché:
Se il coronavirus è una pandemia,
la sua gestione è un pandemonio.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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20/04/2020 |
Chiesa. "Riconfermate le
disposizioni con modifiche, aperte le chiese"; messaggio
dell'Arcivescovo |
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Stemma del card. Montenegro |
Messaggio
dell’arcivescovo card. Francesco Montenegro all’Arcidiocesi di Agrigento,
con nuove disposizioni in merito all'emergenza Conavirus. *****
Francesco Montenegro
Arcivescovo Metropolita di Agrigento
Il Decreto Legge della Presidenza del Consiglio del 10 aprile 2020 ha
prorogato fino al 3 maggio 2020 le limitazioni già in vigore, che
interessano anche l’esercizio pubblico delle attività di culto. Dopo essermi
consultato con la Segreteria della CEI e in ottemperanza alle indicazioni
datemi per lettera, ritengo opportuno riconfermare, sino alla scadenza della
proroga, le disposizioni date per la nostra Arcidiocesi con
lettera del 13 marzo 2020, con le seguenti modifiche:
1. Apertura delle chiese.
Le chiese possono rimanere aperte tutte le mattine fino alle ore 12.00,
esclusivamente per la preghiera personale dei fedeli e a condizione
che il parroco o un altro presbitero o un diacono assicuri
ininterrottamente la presenza, per garantire il rispetto delle norme
vigenti.
2. Preghiera personale dei fedeli in chiesa.
I fedeli che si recano in chiesa per un momento di preghiera personale
devono rispettare le norme date dal Decreto della Presidenza del Consiglio
dei Ministri in data 15 aprile 2020, che per comodità qui trascrivo:
L’accesso ai luoghi di culto è consentito, purché si evitino assembramenti e
si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro. È
possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, intendendo
tale spostamento per quanto possibile nelle prossimità della propria
abitazione. Possono essere altresì raggiunti i luoghi di culto in
occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati
da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino
lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte
delle forze dell’ordine, si possa esibire o rendere la prevista
autodichiarazione. Resta ferma tuttavia la sospensione di tutte le
cerimonie, anche religiose.
3. Celebrazione della messa con alcuni ministri.
Sino alla scadenza della proroga, è consentita ai presbiteri la
celebrazione della messa a porte chiuse e senza concorso di popolo,
facendo anche uso dei mezzi di comunicazione sociale, secondo gli
orientamenti dati per la Settimana Santa. Pertanto possono essere presenti:
accanto al celebrante, un diacono, un ministro all’altare, un organista, un
lettore ed eventualmente due operatori per la trasmissione. Al di fuori di
queste persone chiamate a compiere un preciso servizio, nessun’altra persona
può essere ammessa.
4. Matrimonio.
Le celebrazioni dei matrimoni non sono vietate, ma subiscono una limitazione
nella partecipazione dei fedeli. Sino alla scadenza della proroga, il rito
del matrimonio si può celebrare alla sola presenza del celebrante, dei
nubendi e dei testimoni (cfr. Nota interpretativa del Ministero
dell’Interno del 27 marzo 2020, attuativa del DPCM “Cura Italia” pubblicato
il 9 marzo 2020 e le successive modifiche e integrazioni).
5. Battesimo.
Per il battesimo, come per gli altri sacramenti e sacramentali, sono
confermate le disposizioni date dalla Segreteria Generale della CEI, con
lettera del 17 marzo 2020. Nelle circostanze in cui l’amministrazione del
Battesimo non può essere differita in data successiva alla cessazione
dell’emergenza sanitaria (per esempio, nel caso di bambini con malattie che
li espongono a pericolo di vita), questa avvenga secondo le modalità in
uso nel rito romano.
Si tenga conto delle seguenti indicazioni:
a) il ministro mantenga un’opportuna distanza dal battezzando e dai genitori
e padrini;
b) per le unzioni con l’olio dei catecumeni e il sacro crisma, il ministro
indossi guanti monouso in vinile o nitrile;
c) si omettano il segno della croce sulla fronte del bambino nei riti di
accoglienza e il rito dell’effatà in quelli esplicativi;
d) in casi di particolare urgenza o emergenza, si consideri la possibilità
del rito abbreviato (cfr. Rito per il battesimo dei bambini, ed. it. 1979,
Cap. III).
Sono ammessi alla celebrazione: il celebrante, i genitori con il bambino
da battezzare ed eventuali altri figli e i padrini. Non sono assolutamente
ammessi parenti.
6. Esequie.
Quello delle esequie è il capitolo più doloroso, che si aggiunge al dolore
per la perdita di un familiare o di un amico. Le regole sono molto
stringenti. Sono vietati i funerali in chiesa. Il sacerdote può
recarsi in forma privata al cimitero, dove può celebrare un breve rito della
sepoltura, come previsto dal Rituale per le esequie senza celebrazione
della messa. Durante le esequie al cimitero i presenti devono rispettare la
distanza di almeno un metro imposto dalla normativa. Sono sospesi i
cortei funebri a piedi, sia dalla casa sia verso il cimitero. Al termine
dell’emergenza sarà concordata con la famiglia una messa esequiale.
7. Riconciliazione sacramentale.
La celebrazione avvenga in luoghi ampi e areati e non nel
confessionale. Nell’ascolto delle confessioni si mantenga la distanza di
almeno un metro tra il ministro e il penitente, chiedendo a eventuali
altri fedeli presenti in chiesa di allontanarsi per garantire la dovuta
riservatezza. Sacerdote e penitente indossino la mascherina protettiva.
8. Viatico.
Per quanto possibile sia portato dal sacerdote e non dal ministro
straordinario. Si assumano le medesime precauzioni di cui sopra, avendo
cura di non toccare la bocca del malato mentre viene fatta assumere la
particola. Il sacerdote - prima di comunicare il malato e dopo - deterga
le mani con acqua saponata e le asciughi con carta monouso.
9. Unzione degli infermi.
Si osservino le precauzioni di cui sopra. Il ministro abbia cura di usare
guanti monouso in vinile o nitrile e, in particolare dopo l’unzione,
eviti di toccare con le dita scoperte la superficie del guanto.
10.Celebrazioni comunitarie.
È vietato ogni tipo di convocazione e celebrazione comunitaria di
carattere sia liturgico sia devozionale.
Ancora una volta vi ringrazio per la comprensione per quanto vi sto
chiedendo.
Siamo tutti fiduciosi che, con l’aiuto del Signore, riusciremo a superare
questo momento di prova.
Agrigento, 16 aprile 2020
+ Francesco Card. Montenegro
Arcivescovo.
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20/04/2020 |
Comune. "Riapriamo
parzialmente il mercato, ma continuiamo a fare attenzione"; messaggio
del Sindaco |
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Alfonso Provvidenza |
Il Sindaco di Grotte, dott. Alfonso Provvidenza, in
un video messaggio di sabato scorso, 18 aprile 2020, ha fatto il punto della
situazione in paese, ed ha annunciato gli orientamenti dell’Amministrazione
per quanto riguarda un possibile, ma molto graduale, ritorno alla normalità.
Anzitutto ha confermato la buona notizia che non a Grotte non ci sono
casi “positivi”, e che ben 23 tamponi sono risultati “negativi”.
Tuttavia “vi ricordo che continuiamo ad essere in guerra; vi ricordo che
abbiamo ancora una pandemia in corso - ha detto il Primo Cittadino -
e che se le cose sono andate bene sino ad adesso, non significa che non ci
possano essere delle ricadute. Quindi l’invito è sempre lo stesso, cioè
quello di rimanere a casa. Ci saranno dei controlli molto più accurati”.
L’idea dell’Amministrazione è quella di far ripartire l’economia cittadina,
consentendo “in via assolutamente sperimentale”, il prossimo
giovedi 23 aprile, lo svolgimento del mercato settimanale. Si
tratterà di una riapertura parziale in quanto si darà la possibilità solo
ai mercatisti grottesi (di generi alimentari e di generi di prima
necessità per l’igiene e la pulizia) di lavorare. Agli ambulanti
residenti negli altri Comuni l’Ordinanza Regionale vieta l’esercizio
dell’attività al di fuori del proprio Comune. I commercianti saranno
disposti ad almeno 10 metri l’uno dall’altro. L’accesso al mercato sarà
regolato dalle Forze dell’Ordine, coadiuvate da volontari, per garantire
agli acquirenti (muniti di guanti e mascherine) il corretto
distanziamento sociale. A regime, ipotizza il Sindaco, si potrebbe
consentire il mercato anche due a settimana.
Per quanto riguarda i “buoni spesa”, prosegue la consegna a domicilio agli
aventi diritto.
Avendo avvisato della possibilità di controlli a campione sulle
autocertificazioni, nel corso della settimana ci sono già state circa 15
disdette. “A tutti può capitare di fare degli errori - ha ribadito
Provvidenza -. L’obiettivo è consentire di fare la spesa a tutte le
famiglie in stato di necessità”. Al momento ammontano a circa 200 le
famiglie grottesi che hanno diritto al bonus. Con le risorse giunte
dallo Stato, circa 52.000 euro, l’Amministrazione potrà riuscire a coprire
le richieste sino alla prima settimana di giugno. “Stiamo facendo il
necessario per avere altre risorse, circa 110.000 euro, che metterà a
disposizione la Regione, sempre per i buoni famiglia - ha continuato il
Sindaco -; queste risorse spero potranno essere utilizzate a giugno, dopo
che saranno terminate le risorse del Governo”.
Al fine di “immettere liquidità nel sistema”, la prossima settimana
sarà portata in Consiglio comunale la proposta di una richiesta di un
mutuo per 450.000 euro, che potrà consentire di pagare tutti coloro che,
al 31 dicembre 2019, avevano crediti verso il Comune di Grotte.
Qualora il Consiglio comunale approvasse la delibera, con i 450.000 euro si
avrà la possibilità di pagare le cooperative sociali che fanno servizio
per il Comune (agli anziani, ai disabili, gli Asacom nelle scuole). Le
cooperative, a loro volta, potranno pagare gli operatori, dando respiro alle
imprese che operano nel territorio.
Sempre in merito al reperimento di ulteriori risorse, Provvidenza ha
confermato che, con la collaborazione degli altri Sindaci del Distretto
socio-sanitario, sono state sbloccate altre somme; il Comune di Grotte
avrà la possibilità di utilizzare 180.000 euro (il Sindaco ritiene
che saranno assegnati nel giro di un paio di mesi), che saranno utilizzati
per avviare alcuni servizi per i soggetti più bisognosi - in particolare i
disabili - quali il pagamento di una parte delle bollette (utenze di
acqua, luce e gas) alle persone che sono in difficoltà.
Cambiando argomento, il Primo Cittadino ha confermato che ci sono stati
alcuni problemi con la fornitura idrica, per cui ha invitato i
cittadini a ridurre nei prossimi giorni, per quanto possibile, il
consumo di acqua.
Riguardo il tema dell’igiene ambientale, continueranno le attività di
sanificazione - ha assicurato Provvidenza -, inizierà il discerbamento
delle vie urbane e della cinta periferica, inoltre sono stati montati
i cestini multi-materiale e gli spegni-sigarette.
Per quanto concerne la riapertura delle chiese, “non significa che è
un’altra scusa per uscire - è stato l’avvertimento del Sindaco -;
qualcuno che è uscito per andare a fare la spesa o in farmacia, potrà
fermarsi in chiesa per la preghiera personale. Vi invito alla cautela e alla
massima attenzione”.
In materia di prevenzione, il Comune sta facendo scorta di mascherine
(nel caso ci fosse una ricaduta) che attualmente ammonta a circa 1.500
pezzi, ed altri 1.000 ne dovrebbero arrivare presto. I cittadini che ne
avessero bisogno, possono richiederle (anche informalmente tramite un
messaggio whatsapp o una telefonata) e gliele saranno recapitare a casa.
“Siamo in grande pericolo: il nemico è dietro l’angolo - ha infine
concluso Provvidenza -. Dovete stare a casa, fare attenzione, e ricordare
ai vostri figli che non è arrivato il tempo di andare in giro con biciclette
e motorini”.
Redazione
20 aprile 2020.
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19/04/2020 |
Solidarietà. La Fotografia
che fa (del) bene: opera di Franco Carlisi in un progetto di sostegno
attraverso l'arte |
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Opera di Franco Carlisi |
La Fotografia che fa (del) bene.
Franco Carlisi, Francesco Cito e Daniele Vita contribuiscono con una
loro opera fotografica all’iniziativa “ArtistiperForcella” che si propone di
sostenere le persone e le famiglie bisognose a Forcella, uno dei tanti
quartieri napoletani in difficoltà, ulteriormente esasperate in questo
periodo di emergenza sanitaria.
Grazie a un’approfondita conoscenza del territorio, l’Associazione “Amici di
Carlo Fulvio Velardi” onlus, promotrice dell'iniziativa, è in grado di
individuare persone e famiglie in condizioni particolarmente disagiate, alle
quali è destinato il sostegno economico che si sta cercando di realizzare
con la vendita delle opere fotografiche degli artisti aderenti.
Un aiuto concreto per la sopravvivenza attraverso l’arte e in nome della
solidarietà umana.
Per maggiori informazioni sull’iniziativa e sulle opere (in vendita ad un
prezzo promozionale) visitare il sito "artistiperforcella".
Redazione
19 aprile 2020.
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19/04/2020 |
Salute. Emergenza Coronavirus:
il Presidente della Regione fa partire la "fase 2", verso la normalità |
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Emergenza Coronavirus |
Il Presidente della Regione Siciliana, con l'ordinanza
contingibile e urgente n° 17 del 18 aprile 2020, ha dato inizio anche in
Sicilia alla "fase 2" consentendo piccoli ma significativi passi verso la
normalizzazione delle attività.
I provvedimenti adottati, in sintesi, sono i seguenti:
- solo nei giorni feriali, è consentita, in quanto riconducibile a
“situazione di necessità” finalizzata a sopperire alle esigenze alimentari
ed ai lavori di manutenzione per la prevenzione degli incendi, l’attività
non imprenditoriale necessaria per la conduzione di terreni agricoli, per la
cura dell’orto e degli animali. L’uscita, è consentita una sola volta
al giorno e ad un solo componente del nucleo familiare;
- è disposta la chiusura al pubblico di tutti gli esercizi commerciali
attualmente autorizzati nei giorni domenicali, del 25 aprile e
del 1° maggio. È fatta eccezione per le farmacie e per le edicole. È,
tuttavia, consentito nelle superiori giornate domenicali e festive
il servizio di consegna a domicilio dei prodotti alimentari e dei
combustibili per uso domestico e per riscaldamento; conseguentemente,
anche i ristoranti e le pizzerie potranno consegnare a domicilio le loro
produzioni;
- è consentito, in caso di necessità, alle persone affette da
disabilità intellettive, relazionali e/o motorie, con l'assistenza di
un accompagnatore, compiere una uscita giornaliera di breve durata e
in prossimità della propria abitazione;
- Gli spostamenti con l’animale di affezione, per le sue esigenze
fisiologiche, sono consentiti solamente in prossimità della abitazione;
- è consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità
della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di
almeno un metro da ogni altra persona;
- le uscite per gli acquisti essenziali, ad eccezione di quelle per i
farmaci, sono limitate ad una sola volta al giorno e ad un solo
componente del nucleo familiare.
Continuano a restare valide le restanti misure restrittive.
Redazione
19 aprile 2020.
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19/04/2020 |
Aneddoti. "Avessi ali
così grandi..."; di Innocenzo Infantino |
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Innocenzo Infantino
Ali |
C'è una cosa che non sopporto: la mediocrità, il
menefreghismo verso chi resta negli angoli e tace, e mentre tace, soffre.
E chi può, non fa. E magari si limita solo a proclami politici che riempiono
le bacheche ma non prendono su di sé la fatica di quelle ossa.
Avessi ali così grandi proteggerei quei tanti cuori muti nascondendoli
accanto al mio, che da ognuno di loro ha da imparare come si continua a
vivere anche nei giorni in cui si resta senz'aria.
Per questo la politica mi delude.
Per questo sono scomodo quando scelgo di restare piccolo e dire la mia.
Che senso ha collezionare titoli, ruoli e poltrone? Accaparrare privilegi?
Vinci chi ami! E chi ami, non ti verrà tolto.
Mai.
Innocenzo Infantino
19 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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19/04/2020 |
Chiesa. "Il suo amore è
per sempre"; sussidio per la Domenica della Divina Misericordia in famiglia |
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Sussidio
Foglietto |
"Il suo
amore è per sempre".
Ci sono frasi semplici, dirette, che gettano un faro di luce nelle notti
buie che talvolta oscurano l'esistenza. Sapere con certezza che "Il suo
amore è per sempre" è una di queste luci. Ripetuta più volte, come per
sottolineare l'eternità di quel "per sempre".
Così come "Pace a voi", anche questa frase ripetuta dal
Risorto che viene a "stare in mezzo" ai suoi amici.
Non si è mai soli, "anche se ora dovete essere, per un po' di tempo,
afflitti da varie prove". Sappiamo quali sono, in questo periodo, le
prove che ci affliggono, eppure perseveriamo, come i primi cristiani che "Ogni
giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle
case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio".
Chi crede, è chiamato a vivere la domenica da cristiano non solo seguendo la
Messa in Tv o su internet, ma anche celebrando in famiglia la Liturgia della
Parola (spezzando il pane nelle case), nella piena dignità del
proprio battesimo.
La Domenica della Divina Misericordia, che celebriamo, sia per tutti di
benedizione e di conforto umano spirituale.
Ai cristiani che anelano a pregare
insieme ai propri cari, propongo due validi sussidi.
Il primo è un "Sussidio per la preghiera in famiglia" in assenza della Celebrazione
Eucaristica domenicale (disponibile
qui); schema di riferimento (con preghiere, esame di coscienza, letture,
riflessioni e comunione spirituale).
Il secondo è il "Foglietto della santa Messa" (disponibile
qui) con le "Letture Sponsali" realizzato dal Gruppo di coppie di
pastorale familiare della Diocesi di Palermo.
Carmelo Arnone
19 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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18/04/2020 |
Chiesa. "Domenica 19 aprile
2020: Festa della Divina
Misericordia"; a cura della prof.ssa Graziella Vizzini |
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Divina Misericordia |
Domenica 19
aprile 2020, Festa della Divina Misericordia.
Con i Primi Vespri della II Domenica di Pasqua ha inizio la festa della
Divina Misericordia che verrà celebrata il 19 aprile.
La misericordia è una nuova luce che si è accesa nella Chiesa, Chiesa come
grembo che accoglie e dona la misericordia per mezzo dei sacerdoti
attraverso il sacramento del perdono.
La festa è stata istituita da san Giovanni Paolo II il 30 aprile del 2000
nella ricorrenza della canonizzazione di suor Faustina Kowalska, religiosa
polacca, vissuta nei primi decenni del 1900; era nata infatti il 25 Agosto
del 1905 a Glogovic.
La festa della Divina Misericordia è stata voluta da nostro Signore.
Il 22 febbraio del 1931 Gesù apparendo a suor Faustina disse queste parole:
“Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la festa della Divina
Misericordia. Desidero che la festa della Divina Misericordia sia riparo e
rifugio per tutte le anime e soprattutto per i poveri peccatori. Spanderà
un mare di grazie sulle anime che si accosteranno alla fonte, a questo
recipiente della mia misericordia”.
La festa della Divina Misericordia è preceduta dalla recita della “Novena”
da iniziare il Venerdì Santo, il cui testo è stato dettato dal Redentore
stesso a suor Faustina.
La misericordia è un miracolo continuo.
Chiunque può attingere le grazie, i frutti come li chiama papa Francesco,
alla sorgente della misericordia.
Anche se i peccati di un’anima fossero come scarlatto basta aver fiducia in
Dio che è Amore infinito che ci ama senza misura.
La misura dell’amore è amare senza misura. “Di nulla l’uomo ha bisogno
quanto della Divina Misericordia”.
Nel diario di santa Faustina si legge: “L’umanità non troverà pace,
finché non si rivolgerà con fiducia alla mia Misericordia”.
Gesù è la Misericordia in persona. Egli è il re di misericordia. I due
raggi: uno rosso, l’altro pallido che escono dal costato aperto di Gesù
rappresentano il sangue e l’acqua.
Il raggio pallido significa l’acqua che giustifica l’anima, mentre il raggio
rosso significa il sangue che è la vita dell’anima.
Per diffondere questo messaggio rivolto al mondo intero, Dio sceglie suor
Faustina, una giovane e umile suora terza di 10 figli.
Anima molto privilegiata, segretaria e apostola della Divina Misericordia.
Santa Faustina, ponte tra il 2° e il 3° millennio, fu il testimonio vivente
della Divina Misericordia. Nasce il 25 agosto del 1905 e muore il 5 ottobre
del 1938 a soli 33 anni dopo lunghe sofferenze.
Fu canonizzata il 30 aprile del 2000 da Giovanni Paolo II, oggi san
Giovanni Paolo II. Quest’anno si ricordano gli 82 anni della sua nascita in
cielo.
La domenica della Divina Misericordia è stata arricchita dal dono
dell’indulgenza plenaria. Tanti sono i volti della misericordia: vicinanza,
compassione, condivisione, tenerezza.
Il nome di Dio è misericordia, la carta d’identità di Dio è misericordia,
compassione. Dio non si stanca mai di spalancare la porta del cuore per
dirci che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita.
Dio si è fatto uno di noi, simili a noi fuorché nel peccato. La Madre della
misericordia con la dolcezza del suo sguardo ci accompagni sempre per
diventare anche noi testimoni e strumenti della Misericordia di Dio
seguendo anche l’esempio di santa Faustina. |
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Prof.ssa Graziella
Vizzini
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18/04/2020 |
Comune. Da Enel,
donazione di 1000 mascherine FFP2; ringraziamento del Sindaco e
dell'Assessore |
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Mascherina FFP2 |
Ancora una donazione da parte di una società privata,
Enel, a favore della comunità grottese.
Questa volta oggetto della donazione è una fornitura di 1000 mascherine del
tipo FFP2 (Filtro Facciale Protezione 2).
"Il
sindaco Alfonso Provvidenza e l'assessore Antonino Caltagirone a nome
dell'intera collettività - scrivono i due Amministratori in una nota
resa pubblica - ringraziano il dott. Stefano Terrana, Responsabile degli
Affari Istituzionali di Enel, per aver donato 1000 mascherine formato FFP2,
dimostrando ancora una volta la vicinanza al comune di Grotte".
Redazione
18 aprile 2020.
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18/04/2020 |
Letture Sponsali. "L'amore
dona tutto senza condizioni" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
*****
Amore è fiducia.
Le letture di questa domenica ci parlano di un valore (che dovrebbe essere)
fondamentale nella vita di ogni coppia: la fede.
Nel Vangelo di oggi, in particolare, è riportato il celebre episodio
dell’apostolo Tommaso, che ha creduto solo dopo aver constatato con i propri
sensi la presenza di Gesù. Ma ciò che più conta è l’ammonimento di Gesù
stesso a Tommaso (e a tutti noi): “Perché mi hai veduto, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.
San Paolo, nella seconda lettura, chiosa: “Voi lo amate, pur senza averlo
visto e ora, senza vederlo, credete in Lui. Perciò esultate di gioia
indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la meta della vostra fede: la
salvezza delle anime”.
E infine, nel passo degli Atti degli Apostoli che costituisce la prima in
questo percorso a ritroso lungo le letture di questa domenica, troviamo la
descrizione della nascita delle prime comunità cristiane, dei “battezzati” o
dei “credenti” - come sono definiti nel brano - nella predicazione degli
Apostoli. Ed è un’immagine quasi idilliaca quella che ci viene restituita: “…spezzando
il pane nelle case, prendevano il cibo con letizia e semplicità di cuore,
lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo…”.
Il messaggio è chiaro: avere fede dà letizia; dà gioia indicibile; dà
beatitudine.
E se questo è vero nei confronti di Dio e di Gesù, che è Dio, lo è
certamente anche verso il nostro prossimo; verso il nostro sposo o la nostra
sposa; e verso noi stessi.
Bisogna avere fiducia: essere capaci di affidarsi.
Sarebbe bello se in una coppia si procedesse sempre affiancati. Sarebbe
bello… se solo fosse vero!
A volte - più spesso di quanto sembri - l’uno andrà un po’ più avanti e
l’altra resterà un po’ più indietro, l’una sarà più tenace e l’altro si
sentirà mancare le forze.
Ciò che più conta è cercarsi sempre e aver sempre fiducia nella possibilità
di ritrovarsi.
Avere fiducia l'un l’altra. Essere animati da quella fede reciproca che è
anche fede in Dio e da una fede in Dio che diventa fiducia nel prossimo e
nel nostro compagno di vita, che è per tutti noi un prossimo assolutamente
speciale, con il quale sarà bene fare come hanno fatto i primi cristiani
(vedi la prima lettura): avere ogni cosa in comune.
Barbara e Adriano
Punto chiave
“Pace a voi”, queste parole risuonano come dolci note, come un dolce
canto che riscalda il cuore.
Questa pace non è quella del mondo, ma è quella che solo lui può donare, che
va al di là dei nostri limiti e delle nostre paure.
Spesso ci ritroviamo chiusi, spaventati dai nostri limiti dai nostri difetti
e da soli non siamo in grado di affrontare e superare le nostre difficoltà,
ecco che Gesù ci vuole incontrare proprio lì, dove teniamo chiusa la porta
del nostro cuore per difenderci.
Cristo vuole insegnarci a non guardare a noi stessi ma a lui, lui che è più
grande di ciò che temiamo, solo così potremo gioire, guardando lui. Ma
allora possiamo davvero cambiare?
Sì, non con la teoria, ma solo dopo aver fatto esperienza di Cristo.
Il vero bene è autentico soltanto se viene da una esperienza diretta, per
questo Cristo si è fatto carne, per entrare profondamente in intimità con
noi, senza risparmiarsi, poiché l’amore dona tutto senza condizioni.
Lasciamoci quindi visitare, amare come singoli e come comunità, facciamo
“Chiesa” per godere della sua vera presenza “in mezzo a noi”.
Paola e Salvo
Redazione
18 aprile 2020.
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18/04/2020 |
Chiesa. Domani in diretta Fb (a cura di Piero Castronovo) la santa Messa delle ore 10.00 in chiesa Madre |
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Chiesa Madre |
Nel perdurare dell'emergenza Coronavirus, le celebrazioni delle sante Messe
con presenza di fedeli sono sospese.
Al fine di favorire la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica, domani, domenica
19 aprile
2020, la santa Messa della Domenica della Divina Misericordia, celebrata da don
Salvatore Zammito alle ore 10.00 in chiesa Madre, sarà condivisa tramite una diretta facebook sul gruppo
"L'Osservatore Grottese" a cura di Piero Castronovo (ideatore e
moderatore del gruppo).
Redazione
18 aprile 2020.
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18/04/2020 |
Politica. Gli onorevoli Cimino
e Marinello donano 400 mascherine per le Guardie mediche della provincia |
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Cimino e Marinello |
Gli onorevoli
Rosalba Cimino
(Deputata) e Gaspare Marinello (Senatore), del Movimento 5 Stelle, hanno
consegnato ieri più di 400 mascherine ai medici in servizio nella provincia
di Agrigento, impegnati quotidianamente nella lotta al Coronavirus. Le
protezioni (FFP2) saranno distribuite ai sanitari che in questi giorni sono
in servizio nelle guardie mediche della provincia. La consegna è avvenuta
alla presenza del Presidente dell’ordine dei medici di Agrigento, Giovanni
Vento, che si occuperà della distribuzione.
"In un momento così difficile, medici, infermieri e sanitari sono
costretti a far fronte a una emergenza senza precedenti - hanno spiegato
i due Onorevoli - insieme a chi continua a lavorare per soddisfare le
esigenze dei cittadini. Con questo gesto vogliamo dimostrare, ai medici
impegnati in prima linea per combattere il virus, la nostra vicinanza in un
momento di sacrificio e lavoro intenso, ringraziandoli per quello che stanno
facendo".
Redazione
18 aprile 2020.
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16/04/2020 |
Racconti. "Giufà e la
guerra", di Carmelo Rotolo |
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Carmelo Rotolo |
Un racconto del dott. Carmelo Rotolo,
nella speranza che anche questa "guerra" termini presto, e nella
consapevolezza che ciascuno può - e deve - fare la propria parte.
GIUFÀ E LA GUERRA
di Carmelo Rotolo
L'odore agliaceo del gas di acetilene, fuoriuscito
dal beccuccio di bronzo, stagnava basso sulla tavola apparecchiata.
Nel cucinotto a lato la pentola d'alluminio, annerita da anni di sacrificato
lavoro e appoggiata sui cerchioni in ghisa della cucina a legna, sfrigolava
rumorosamente, fumante di odore di menta, aglio fritto e pomodoro.
L'uovuruttu all'acqua era pronto e pronti erano i piatti nel cui
fondo grosse fette di pane di semola cosparse di pecorino e spolverate da
una generosa presa di pepe nero aspettavano il connubio con la zuppa
bollente.
Vicino alla citalena, una padella mezza ammaccata e con il manico
bruciacchiato aspettava placida il suo turno piena di peperoni verdi, patate
e qualche melanzana, tutto rigorosamente fritto. Di tanto in tanto una
falena, scansato il pericolo dell’azzurra fiamma della lanterna, si andava a
tuffare nella padella, ora sui peperoni ora sulle fette di pane odorose di
formaggio appena grattugiato.
Sulla tovaglia quadrettata una ciotola con le olive verdi condite completava
la mensa.
Di lato, un piatto con le sarde appena dissalate e tuffate nell'olio e
origano era stato furtivamente adagiato a coprire una grossa macchia d’olio
caduta sulla tovaglia. Non ultima una pagnotta di pane rigorosamente
crocifissa sul crostone superiore e rigorosamente con la segnatura rivolta
verso l'alto alto, basannò li parrini ciancinu, come si era d’uso
ripetere ogniqualvolta qualcuno dei commensali, vuoi per sbaglio, vuoi di
proposito, girava il pane all’ingiù.
Ed è proprio da questa serata del 9 luglio 1943 che la nostra storia prende
corpo e si sviluppa in tutta la sua interezza.
Fu così infatti che Jachineddru Insàlaco soprannominato Giufà in quella
calda sera d’inizio luglio, obbligato a cenare da amici di famiglia nella
casa di campagna, ne combinò a sua insaputa una delle sue.
Sì, ho detto bene, obbligato poiché mentre Giufà si trovava nel tardo
pomeriggio ancora a perdere tempo, babbuliannu, per le campagne di
Santo Rocco, una sventagliata di mitraglia gli cadde così vicino che, ancora
con le braghe inzuppate di pipì dalla paura, si lanciò di corsa verso la
casa di don Carmilinu, compare di battesimo di suo padre.
Egli, a vedere Giufà più morto che vivo, pallido in viso e sudato marcio
dalla corsa, prima lo fece sedere, gli porse un bicchiere di acqua e poi lo
prese a male parole:
- Che ci fai a quest’ora in giro in mezzo alla campagna? Non li senti gli
aerei, ti ammazzano come un cane e va a finire che non trovano nemmeno la
carcassa in mezzo a questa desolazione! Ma tuo padre lo sa? Che razza di
compare! Ah, mi sente, sai! Adesso però calmati, questa sera rimani a
mangiare e a dormire da noi. Mando qualcuno ad avvisare tua madre, che sarà
preoccupata.
Poi giratosi di colpo, gli mollò un ceffone dietro la nuca che la
mitragliata di poco prima, a confronto, fu come acqua di rose.
E continuò a madonnare:
- Ma per la miseria, è possibile... la guerra è guerra e non guarda in
faccia a nessuno, uomini, donne, ricchi, poveri e bestie come te. Vah..., li
senti? Ormai mitragliano notte e giorno continuamente, senza tregua di qua e
di là a caso, ma poi a sparare a chi? La gente è stanca, ha fame.
Da giorni e soprattutto già dalla mattinata del 2 luglio, numerosi aerei
avevano sorvolato a bassa quota l’abitato di Grotte, ove era stato
trasferito il deposito di armi ed equipaggiamenti del distretto militare di
Agrigento vigilato da pochi militari e da qualche ufficiale.
Nelle terre già pronte per la trebbiatura gli agricoltori erano spaventati
dalle raffiche di mitraglia dei caccia delle portaerei angloamericane
operanti lungo la costa con l’ordine di mitragliare tutto ciò che si
muovesse. Da gennaio in poi, tutta la Sicilia era stata sottoposta a uno
spietato martellamento aereo che aveva l’obiettivo psicologico di far
crollare i nervi alla popolazione civile.
Giufà e gli altri commensali aspettavano l’ordine di don Carmilinu
per sedersi alla mensa: chi se ne stava seduto in cucina, chi in un angolo
della terrazza, chi appoggiato al muretto a guardare la campagna.
Mentre tutt’attorno e all’orizzonte, l'arco superiore del sole sulla collina
gettava sonnecchiante gli ultimi tepori della giornata, lungo la vallata al
di qua del mare i pochi raggi del sole ombreggiavano l'intera altura che,
dalla Montagna, a giro a giro va verso la Rupe Atenea e la piccola
insenatura che, all'orizzonte, apre uno spicchio luccicante di mare.
Gli ultimi rondoni e le poche rondini sfrecciavano nell'ambrato cielo alla
ricerca dell'agognato riposo serotino.
Qualche lumiera qua e là illuminava appena le poche finestre della vallata,
principiando un minimo di vita notturna. Mentre i randagi ululavano e
abbaiavano al proprio eco riflesso, speranzosi in una giornata a venire
migliore.
L'ultimo grillo della valle salutava, con l'acuto suo trillare, i raggi
rossastri del sole dormiente. Tra le canne e i sommacchi più in basso, una
coppia di tortore attenuavano il loro tubare, rispettosi della quiete degli
altri inquilini.
Un pipistrello svolazzava vorticosamente nell'aria, attratto dal fruscio
frenetico di qualche falena troppo lenta ancora a iniziare la lunga nottata.
Nel cielo una stella cominciava il suo brillare aspettando le sue sorelle
che numerose scintilleranno nella Via Lattea, mentre la luna prepotente
attendeva diafana l'oscurità imminente.
Don Carmilinu con la sua barba biancastra se ne stava seduto in
veranda, in penombra, con la poca luce ovattata che di tanto in tanto gli
arrivava addosso, irradiandolo dalla testa ai piedi e facendolo sembrare un
san Giuseppe. La testa e il mento adagiati sulla mano a scrutare con lo
sguardo perso l'orizzonte e oltre, tra lo spettro buio del castello di Naro
e le terre dei paesi vicini.
Si stupiva di come, in un attimo, tutto il rumore della guerra così vicina
si fosse dileguato: come se entrambe le parti belligeranti avessero stretto
un patto di mutua riflessione, intima e profonda, per dare al mondo
un’ultima possibilità di apprezzare ciò che di bello si stava perdendo.
Ma don Carmilinu era uomo vissuto, sapeva riconoscere un silenzio da
un altro e quell’attimo di antica normalità lo angosciava. Lì, la poca luce
che ancora filtrava avvolgeva materna tutto il crinale, in attesa del nuovo
sole che tra molte ore ancora sarebbe sorto sulla vallata. Era serenamente
nostalgico ma fiducioso in un giorno nuovo. Di tanto in tanto, amorevolmente
attorcigliava e lisciava i peli della barba, mentre gli occhi umidi
cercavano, nella poca luce crepuscolare, qualcosa del tempo passato e
qualcos'altro di nuovo a venire.
Una lacrima, un sospiro profondo, poi si girò verso la stanza da pranzo e
con la voce strozzata dal magone, da buon capofamiglia ordinò:
- Spegnete ancora qualche candela e mettete al minimo l’acitalena;
oggi è serata da mangiare al buio! A tavola! E che sia una buona cena,
auspicio di giorni sicuramente migliori di quelli di ieri e di quello di
oggi. Questa notte sarà una lunga notte per tutti. Che Dio ci protegga.
Si fece il segno della croce e con calma sedette a capo della tavolata,
vicino alla porta d’ingresso del cucinino.
Gli altri, ad uno ad uno, lo seguirono. Si spensero le altre candele, fu
serrata la vite di rame dell’acitalena sul tavolo e al chiarore
argenteo della luna piena si misero a mangiare.
La cena sembrò non finire mai, non per la quantità di cibo sulla mensa ma
per la lunga masticazione che ogni commensale metteva in atto per prolungare
il gusto e la sensazione di sazietà che ogni boccone gli procurava.
E dire che nella casa di don Carmilinu, proprietario terriero
benestante, il mangiare non era mai stato centellinato ma le bocche da
sfamare in quell’ultimo periodo erano aumentate a dismisura e in più ogni
tanto quelli del Fascio gli prelevavano, per l’amore della Patria, dei
Camerati e dei MangiaKartofen, tanto di quel frumento che a malapena
riusciva a sfamare la sua famiglia, le bestie e le terre stesse.
Finita la cena, tutti aiutarono a sparecchiare, ognuno con il proprio
compito; anche Giufà fece la sua parte, andando a buttare le poche briciole
rimaste dietro la casa, dove un paio di galline e un cappone mezzo spennato
aspettavano con ansia il loro misero pasto.
Finito di mettere ordine in cucina e messo a posto l’intero terrazzo, don
Carmilinu, chiamò i due figli:
- Salvatò, Totò, andate a controllare le terre e prima di ritornare,
prendete le due mule e le quattro pecore e ricoveratele in fondo alla grotta
di luzì Peppi. Assicuratevi che vi sia paglia a sufficienza. Quando siete
sicuri che tutto è tranquillo, uno di voi ci viene a chiamare, l’altro stia
a guardia della grotta. Ah, assicuratevi che dentro la giara di terracotta,
a lato la mangiatoia, ci sia acqua per tutti.
Ormai da una decina di giorni tutte le sere era diventata abitudine:
spegnere le luminarie, apparecchiare, sparecchiare, controllare le terre,
prendere gli animali e portarli nella grotta, controllare l’acqua nella
giara e il fieno in fondo alla grotta, e dopo aver ricontrollato tutto,
prima le donne con i bambini, poi don Carmilinu e a chiudere i figli,
tutti a dormire tra la paglia in fondo alla grotta.
E chi lo sa ancora quanto tempo doveva durare quella cammurria. Per i
bambini e i giovani era un divertimento, ma per don Carmilinu, sua
moglie e la vecchia zia era una vera e propria tortura soprattutto negli
ultimi giorni quando tutte le notti, tra gli aerei che volavano bassi e il
rumore delle bombe esplose in lontananza, era diventato un vero inferno.
- Giufà! Giufà!
- Chi è?
Rispose Giufà, tutto rosso in viso dall’inaspettato faccia a faccia con
don Carmilinu.
Sceso nella piccola stanza adibita a bagno, di lato
alle scale che dall’esterno del casale portano al primo piano della parte
abitata, Giufà se ne stava appoggiato con una spalla allo stipite della
finestra che dà sulla vasta campagna, giù lungo il promontorio, in attesa
che i figli di don Carmilinu dessero il benestare per andare tutti a
dormire dentro la grotta.
Il suo sguardo d’allampanato sognatore, fisso sul cristallo, gli si
rifletteva contro, come a volergli ricordare che la disposizione
malinconica, stravagante e fanciullesca dell’animo che stava attraversando
in quel periodo era dovuta all’incapacità a prendere coscienza di uno stato
di rincoglionimento totale dato sia da una sorta di malattia misteriosa di
quasi diciottino che dal periodo di totale sconvolgimento della quotidianità
dovuto alla guerra che in quell'ultimo periodo si era rivelata pesante per
tutti.
Avvicinata la faccia alla vetrata sino quasi a sfiorarne il vetro con le
labbra, furtivamente gli alitava sopra, roteando delicatamente il capo a
formare uno striminzito alone di vapore rotondo, proiettandovi un'immagine a
lungo stagnata nella testa e pronta lì per lì a materializzarsi nell’umidità
del vapore stesso e uscita più dal cuore che dalla bocca.
Dopo averla fissata a lungo, con l'indice mancino ne definiva i contorni,
asciugava le poche gocce in eccesso che scivolavano in basso e non
soddisfatto del lavoro ottenuto, cancellava il tutto e via, altra alitata,
altro contorno, altra cancellata.
E avanti così per diversi minuti sino a che, al cancellare l'ultima immagine
venuta male, comparve tra l'umidità scomposta e le goccioline fluttuanti
verso il basso il volto duro di don Carmilinu.
- Giufà, cosa fai lì tutto solo? Perché non
raggiungi gli altri, su in terrazza?
Gli domandò don Carmilinu bruscamente, trovandosi davanti Giufà ammutolito e
con lo sguardo ancora fisso dei suoi pensieri sul vetro.
- Niente, niente! Adesso vado!
Rispose Giufà, cercando di cancellare con la mano la scomposta figura che
colava in fini goccioline e che a mala pena si intravvedeva ancora.
- Ahi, Giufà mio, la guerra non guarda in faccia a nessuno e se già è brutta
assai per le persone che di testa stanno bene, figuriamoci per chi la testa
l’ha in confusione come la tua. Sei ancora fortunato ad avere un padre e una
madre che si occupano di te in questo periodo di grandi disgrazie e
sacrifici per tutti. Tanti ragazzi tuoi coetanei, mancano all’appello e
tanti genitori aspettano il loro rientro a casa. Ah, caro Giufà, se per un
verso la mala sorte ti ha fatto debole, per l’altro ti ha risparmiato molte
sofferenze. Povero compare, che disgrazia grande gli ha dato il Signore!
Don Carmilino guardava Giufà e gli occhi gli si riempivano di
lacrime; la durezza del viso si stava cancellando con le ultime goccioline
salate che, striminzite, gli solcavano la guancia scomparendo tra la barba
bianca. Si asciugò gli occhi con la manica della camicia e, scosso da un
attacco d'ira interiore, apostrofò Giufà bruscamente:
- Adesso vai su con gli altri e aspetta, ma prima di salire metti gli scuri
alla finestra e chiudi bene la porta. Dì agli altri che aspettano sopra, di
chiudere tutte le imposte e cominciare a far scendere la zia e la za
Minica, e di aspettare tutti quanti vicino alla scalinata che porta alla
grotta; io vado a chiudere le galline. Arrivo subito. Hai capito?
Giufà annuì, mise gli scuri alla finestra e si avviò verso la terrazza.
Don Carmilinu si avviò verso il retro della casa. Dieci minuti dopo,
tutta la famiglia era riunita attorno al grosso fico d'India che dava inizio
alla discesa dell’angusta scalinata che portava alla grotta di luzì Peppi.
Tutto il casale era avvolto nell’oscurità, tutte le imposte e tutte le porte
erano state chiuse. Sembrava completamente abbandonato da anni, solo la luce
biancastra della luna ne illuminava la fiancata che dà sulla vallata, mentre
l’ampia chioma del pino a lato proiettava immensa la sua ombra a coprire le
rimanenti facciate.
Un prolungato fischio fu il segnale che tutto era tranquillo: per le
campagne non si vedeva anima viva, così come lungo le trazzere che si
diramavano per le varie proprietà.
Fino a dove l’occhio arrivava con lo sguardo, uomini e animali erano spariti
dalla faccia della terra. Solo le piante di mandorlo, d’ulivo, di fico,
qualche grosso pino marittimo qua e là e le immense macchie di sommacco
sembravano fare buona guardia alla terra, in attesa di essere ripopolata.
Ogni tanto all’orizzonte, al di là del Castello di Naro e lungo tutta la
linea all’orizzonte sino alla Rupe, dei lampi rossastri e dei tuoni
interrompevano quest'atmosfera irreale, che nelle ultime ore si stava
intensificando.
Anche il ronzio degli aerei che volavano a bassa quota era enormemente
aumentato nelle ultime ore e sembrava aumentare ancora di più con il passare
del tempo.
Il primo a imboccare la stretta scala di pietra fu uno dei due figli di
don Carmilinu che, tenendo per un braccio la vecchia zia, pian pianino
seguendo il sentiero illuminato dalla luna aprì il corteo della processione
verso la grotta.
L’ultimo della fila era don Carmilinu che, appoggiato alla spalla di
Giufà, arrancava silenzioso verso la grotta girandosi di tanto in tanto a
guardare ora verso il casale ora verso l’orizzonte.
Il cielo minaccioso scintillava di bagliori e lunghe strie colorare.
Arrivati davanti all’ingresso della caverna Gioele, il figlio di don
Carmilinu che era rimasto di guardia, accompagnò la zia e la mamma nella
zona più addentro la grotta, dove la stoppia con la stuoia era stata già
rigirata e arieggiata.
Gli altri si sistemarono alla meglio dove più erano comodi. Giufà invece
accompagnò don Carmilinu a fianco della mangiatoia delle mule, dove i
figli avevano preparato uno spiazzo con la stoppia rastrellata di fresco.
Lui invece si sistemò a lato, spalla a spalla con don Carmilinu, come
a volerlo inconsciamente proteggere dai pericoli di una vecchiaia manifesta.
Sistemato l’anziano patriarca, Giufà gli si avvicinò all’orecchio e piano,
per non farsi sentire dagli altri della famiglia, gli disse con voce fiera
da adulto vissuto:
- Don Carmilì, voi dovete stare tranquillo, qua ci sono io a fare la
guardia questa sera; a vossia, alla zà Minica e alle bestie là
in fondo ci penso io. Dormite tranquillo! Qua la guerra non entra, e nemmeno
questi quattro farabutti che da giorni entrano nelle case delle persone e vi
rubano tutto, persino l’anima vi hanno rubato. Mio padre questo mi raccontò
ieri sera.
Fermò un attimo il discorso, si alzò di colpo e, uscito fuori dalla grotta,
vi rientrò subito dopo con in mano una grossa canna verde con ancora le
foglie attaccate. Si risedette accanto al vecchio e continuò il discorso
piantato a metà, lasciando meravigliato il vecchio da tanto ardire, mai
manifestato sino ad ora:
- Don Carmilì, vede questa canna, è sufficientemente grossa da far
male a chiunque l’assaggi, stia tranquillo, adesso la poso qua vicino a me e
se qualcuno prova ad entrare.
Poi si alzò di colpo e, afferrata la canna con entrambe le mani, la roteò a
destra e a manca, in alto e in basso, rischiando di colpire don Carmilinu
che, preoccupato, seguiva l’evoluzione di quell’arma impropria.
- Santo cielo! Giufà..! Per carità, siediti o spacchi la testa a qualcuno!
Sbraitò il vecchio parandosi la faccia con le mani.
Giufà mortificato posò la canna per terra, arieggiò un poco la stoppia
muovendola con i piedi e vi si sedette sopra senza dire una parola.
Don Carmilinu,
vista la mala faccia di lui e volendo riparare alla vociata dettata dalla
sacrosanta paura di qualche legnata sulla testa, lo pizzicò con il piede due
o tre volte e poi gli disse:
- Giufà se proprio vuoi fare la guardia questa notte e non riesci a dormire,
prendi la canna, ti metti fuori dalla grotta sull’attenti, e controlli che
nessuno entri, e se proprio vedi che la situazione è incerta e pericolosa
allora usala, ma solo se necessario. Giufà mi raccomando usala solo in caso
di pericolo, quella canna nelle tue mani è un’arma impropria.
Giufà avvicinò la canna a sé, tenendola ben a portata di mano, si girò verso
don Carmilinu e annuì contento dell’incarico ottenuto dal vecchio,
poi sprofondò la testa sulla paglia e chiuse gli occhi cercando di riposare
un po’.
Nessuno quella sera riuscì a dormire; calato da ore il sole oltre
l’orizzonte, al di là del promontorio del Castello di Naro, la relativa
quiete delle ore precedenti si trasformò in un crescendo continuo di sordi
tuoni e lampi abbaglianti rossastri che illuminavano tutto, al di là delle
colline.
Da lì a qualche ora tutto sarebbe cambiato. E mentre, ormai da ore, le navi
al largo delle città della costa agrigentina insistentemente bombardavano la
terraferma anche con l’appoggio dell’aviazione, iniziavano anche i
combattimenti nelle città e sul territorio, soprattutto nella zona di
Poliscia e Torre di Gaffe, per la resistenza delle forze italo-tedesche. In
tutta la Sicilia iniziava lo sbarco degli alleati denominato Husky.
E Giufà! Dov’era Giufà?
All’interno della grotta tutti erano svegli, nessuno degli inquilini
riusciva a prendere sonno, nemmeno Giufà che smaniava dall’attesa di un
comando di don Carmilinu che lo esortasse a prendere la canna e a
montare la guardia fuori dalla grotta.
E così avvenne:
- Giufà che fai lì impalato, prendi la canna e vai a vedere fuori cosa
succede, ma stai attento, rimani vicino all’ingresso, non si sa mai combini
qualche guaio!
Disse il vecchio, un po’ preoccupato per aver stuzzicato l’orgoglio assopito
di Giufà.
Giufà si alzò, prese la canna con le foglie ancora attaccate e si parò
dritto davanti all’entrata della grotta. Il cielo stellato e la luna
argentea erano continuamente solcati dalle lunghe strisce brillanti dei
traccianti della contraerea e dai bagliori delle bombe che ripetutamente
continuavano ad esplodere al di là della collina.
Numerosi erano gli aerei che sorvolavano la costa e tutto l’entroterra, e
molti ne passavano sopra la grotta lasciando una scia di vapore in cielo e
una scarica di adrenalina addosso alle persone che, cautamente, se ne
stavano rintanate.
Fu allora che Giufà guardando il cielo stellato, nel seguire la scia di
vapore di un caccia Stuka della Luftwaffe proveniente dalle basi di Siracusa
e diretto sulla costa agrigentina, prese la canna con le foglie penzolanti,
l’alzò in direzione dell’aereo e appoggiato un capo alla spalla destra, con
la mano sinistra ben salda sull’asta della canna, abbassò leggermente il
capo sulla spalla, chiuse l’occhio sinistro e dirigendo l’altro capo della
canna sullo Stuka fece ripetutamente fuoco.
Nello stesso attimo in cui Giufà, con un occhio chiuso e l’altro aperto,
sparava con la canna, un tracciante colpì la testa dello Stuka che, in una
frazione di secondo, esplose in un boato tale che l’intera volta celeste
sulla testa di Giufà sembrò aprirsi e illuminarsi di una miriade di stelle
cadenti rosso fuoco.
Giufà non si avvide del tracciante: restò per qualche minuto ancora con la
canna alzata, tremante dalla paura e incapace di effettuare qualsiasi
movimento. Gli occhi erano fissi al cielo e dalla bocca aperta un rivolo di
saliva gli scendeva giù per il collo. Entrambe le mani erano come saldate
alla canna che dal tremore comincio a vibrare, scuotendosi a tal punto che
le poche foglie rimaste caddero a terra.
- Giufà! Giufà! Che fai lì fermo con quella canna in mano? Vieni dentro, che
non è serata da stare a guardare le stelle! Questa è serata di morte, entra
e vieni a dormire un poco!
Solo il richiamo insistente di don Carmilinu, preoccupato dal suo
ritardato rientro nella grotta, destò Giufà da quello stato di angoscia
mortale che lo agitava tutto, sin dentro gli anfratti più interiori del
corpo.
Giufà abbassò la canna, diede un ultimo sguardo al cielo, ormai sgombro
delle tracce del delitto appena commesso, appoggiò la canna all’entrata
della grotta e si andò a sedere sul pagliericcio accanto a don Carmilinu.
Giufà passò tutta la notte a guardare, fuori dalla grotta, lo spicchio di
cielo che a stento si intravvedeva dal suo giaciglio. Gli occhi si erano
talmente seccati che le palpebre facevano fatica a chiudersi, dando a Giufà
l’aspetto di uno che aveva visto o aveva fatto qualche cosa di veramente
grave.
E don Carmilinu si avvide subito di quel viso allucinato, smorto e
senza il minimo movimento tanto che, spaventato, lo afferrò per un braccio e
scuotendolo lo investì d’interrogazioni:
- Giufà che hai, stai male? Perché non parli? Giufà che hai, parla, per
l’amor di Dio! Cosa è successo, parla! Oh Gesù!
Mentre il vecchio era alle prese con l’accesso catatonico di Giufà, dalla
scalinata che portava alla grotta alcune voci annunciavano:
- Don Carmilì, don Carmilì, la guerra è finita, gli americani
con gli inglesi sono sbarcati a Licata e in tutta la costa agrigentina;
uscite don Carmilì, la guerra è finita.
A sentire la notizia don Carmilinu abbandonò il braccio di Giufà e
arrancando l’alzata dal pagliericcio si portò fuori dalla grotta, a seguire
i due figli e la zà Minica che si trascinava dietro la vecchia zia;
come erano discesi durante la sera prima, alla stessa maniera e con lo
stesso ordine risalirono la stretta scalina, fino al casale.
E Giufà?
Del povero Giufà, nel trambusto della notizia sulla liberazione
dall’oppressore nazifascista da parte delle truppe alleate, si erano
completamente dimenticati.
Solo dopo qualche ora Giufà, riavutosi dallo spavento per aver abbattuto lo
Stuka e per aver provocato la morte del pilota, pian pianino uscì dalla
grotta guardando a destra e a manca, in alto nel cielo e lungo la riga
all’orizzonte, controllando che nulla della nottata passata fosse rimasto.
E ritornò in paese solo e carico di sensi di colpa così come, solo e carico
di paura, era arrivato.
La mattina presto di quel 10 luglio 1943, molte ore prima dell’arrivo dei
raggi del sole, a Grotte arrivò il frastuono del bombardamento dei grossi
cannoni delle navi da guerra anglo-americane. Le campane della Chiesa Madre
annunziarono l’avvenuta invasione e il previsto stato di emergenza.
Era un intrecciarsi di voci, gli usci delle case si serravano, molte
famiglie si riunivano in abitazioni più affidabili contro le eventuali
aggressioni da parte di malviventi e altre, temendo il passaggio delle
truppe d’invasione, si rifugiavano nelle grotte delle vicine campagne.
Mancando le autorità a Grotte, il deposito del Distretto militare rimase
incustodito e fu facile penetrarvi e portare via quanto vi era rimasto di
armi, munizioni, coperte e generi di vestiario.
Fu in questo stato di totale caos che Giufà arrivò nella piazza principale
del paese, dove tante persone si erano riversate per sentire le notizie che
man mano arrivavano dai paesi vicini.
Molti riconoscendolo gli andavano incontro abbracciandolo e baciandolo:
- Giufà stai allegro, la guerra e finita! Giufà è finita…
E lo abbracciavano, lo strattonavano da tutte le parti, gridando:
- È finita, la guerra è finita! Giufà allegro! Ieri sera tanti aerei sono
caduti e tanti morti ci sono stati lungo la costa di Licata, e in tutti i
porti dell’agrigentino e di tutta la Sicilia. Allegro Giufà, allegro. Oggi è
festa anche per te.
Dal fondo della piazza arrivarono anche sua mamma e suo papà, seguiti da
don Carmilinu, dalla zà Minica e dalla vecchia zia che
strascinando i piedi con vigore voleva superare i giovani nipoti. Vedendo
Giufà, don Carmilinu gli disse:
- E bravo Giufà, anche tu ieri hai fatto la tua parte, sei stato un buon
guardiano e un coraggioso ragazzo! Bravo, a te devono darti la medaglia, per
aver difeso questo vecchio e tutta la sua famiglia.
Anche suo padre e la mamma lo abbracciarono, sussurrandogli nell’orecchio:
- Giufà la guerra è finita, andiamo a casa, oggi è festa grande.
Giufà a lato di mamma e papà si era completamente tranquillizzato, e
giratosi verso il Deposito del Distretto Militare, dove gli ultimi disperati
trafugavano le ultime cose rimaste, pensò tra sé e sé:
- Beh..., che ne sanno loro, anche io ho contribuito alla fine della guerra,
ha ragione don Carmilinu, anche a me devono dare la medaglia, lo
Stuka, lo Stuka, boom...
Carmelo Rotolo
Pubblicato
dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 16 aprile 2020.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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16/04/2020 |
Politica. Cordiali saluti al
nuovo Prefetto di Agrigento; messaggio del Gruppo consiliare
M5S Grotte |
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Il
messaggio di
benvenuto al nuovo Prefetto di Agrigento, inviato via pec, da parte del Gruppo consiliare M5S di Grotte.
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"A S.E. Prefetto dott.ssa Maria Rita Cocciufa
Desideriamo esprimere i nostri più cordiali saluti di benvenuto.
Certi di poter continuare un percorso di dialogo istituzionale, da parte
nostra ci sarà la piena e leale collaborazione nell’interesse dei cittadini.
Nell’attesa che si presenti l’opportunità di incontrarla le porgiamo
cordiali saluti".
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I Consiglieri
Costanza Angelo
Casalicchio Mirella
Morreale Salvatrice
Vizzini Giada
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15/04/2020 |
Comune. Da Racalmuto,
donazione di 500 mascherine; ringraziamento del Sindaco |
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Ufficio del Sindaco |
Si susseguono gli atti di generosità da parte di
privati, enti ed istituzioni a favore della comunità grottese.
Oggi l'Associazione Cattolica del vicino paese di Racalmuto ha donato al
Comune di Grotte 500 mascherine (vedi foto a lato), strumenti quanto mai
utili in questo periodo di emergenza sanitaria.
"Un sentito
ringraziamento da parte del Sindaco - ha scritto il dott. Alfonso
Provvidenza - e dell'intera collettività per il gesto degli amici
racalmutesi, in particolare al presidente Martorana ed alla sig.ra Gagliardo".
Le mascherine verranno prioritariamente utilizzate a tutela della salute del
personale comunale che svolge servizio esterno(Polizia Municipale ed altri
operatori).
Redazione
15 aprile 2020.
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15/04/2020 |
Attualità. "Questo vuoto
tra le persone è il male da cui liberarci"; di Raniero La
Valle |
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Raniero La Valle |
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare.
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Questa Pasqua non potrà essere dimenticata.
Insieme a molte altre emozioni, essa ci ha consegnato due immagini potenti,
che sembrano simili, ma veicolano per contro significati assai diversi.
Le due immagini sono la Piazza e la Basilica di san Pietro, entrambe vuote,
pur celebrandovisi i riti.
La Piazza San Pietro l’abbiamo vista deserta, sia la sera della preghiera
solitaria del Papa sul sagrato, il 27 marzo, sia il Venerdì Santo, sia
quando nel pieno sole di mezzogiorno del Lunedì dell’Angelo il Papa si è
affacciato a benedire senza parole, al solo suono delle campane.
L’impatto di quella piazza vuota è stato fortissimo, e tuttavia non tale da
suscitare desolazione e sgomento, non tale da sembrare (almeno a noi)
incompatibile con la natura del luogo.
La Piazza San Pietro è di fatto, e forse così è stata pensata, un grande
palcoscenico. È la tribuna dei grandi annunci, come quelli che comunicano il
“gaudium magnum” dell’elezione di un nuovo papa; è il luogo in cui il papa
eletto si materializza alla vista; è lo scenario, con il suo fondale e le
sue quinte, nel quale va in scena il grande spettacolo della Chiesa di Roma,
dei suoi fasti, della sua presa sul mondo e anche della sua presa del mondo,
con quelle grandi braccia dell’emiciclo protese a stringere tutti, a
gremirsi di una folla docile e fedele, fatta spettacolo anch’essa.
Un palcoscenico vuoto non fa problema, è sempre pronto ad essere riempito,
magari anche da un solo attore, da un primo attore, così come da molti
protagonisti, o anche da cori e voci e presenze invisibili, come è accaduto
proprio quel venerdì di marzo, quando Francesco ha esteso la vecchia e ben
ponderata indulgenza a tutti quanti fossero uniti a quella piazza “anche
solo col desiderio”; come pure è accaduto la sera del Venerdì Santo, quando
la rappresentazione della Via Crucis ha trovato su quel palcoscenico la sua
realizzazione perfetta, non col corredo di immagini sacre pur sempre opache
al mistero, ma perché intessuta delle voci dolenti che raccontavano storie
umanissime di prigionieri e guardie, assassini e vittime, colpevoli e
innocenti, volontari e cappellani, preti e madri: una specie di Antologia di
Spoon River, ma pasquale, non di morti ma di viventi e risorti.
Non si può dire altrettanto della visione della Basilica deserta, durante la
Messa del Giovedì Santo, durante la veglia pasquale, l’”exsultet”, la Messa
senza omelia del giorno di Pasqua, il successivo tenerissimo messaggio al
mondo.
Questa immagine veramente era durissima a viversi. Perché le chiese sì, sono
fatte per riempirsi di fedeli, per fare assemblea, riunire non solo gli
spiriti ma i corpi di quanti seguono un figlio di Dio che è entrato nel
mondo dicendo: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece
mi hai preparato”.
E lo sgomento cresceva al pensare che questa non sarebbe stata solo una
condizione passeggera, ma sarebbe continuata a lungo, per quanto tempo ci
fosse voluto a liberarsi dal virus o a conviverci, come dicono le voci
sempre più preoccupate degli scienziati, che allontanano sempre più nel
futuro la fine della crisi, e come dice la severa analisi di padre Gaël
Giraud sulla Civiltà Cattolica, con la previsione che a questa pandemia ne
seguirà un’altra e per venirne fuori occorrerà un cambiamento dei modi di
produzione, di consumo e di vita, delle relazioni sociali, del sistema
sanitario e bancario, dei beni comuni e del rapporto con l’ambiente, e non
solo.
Dunque, per quanto tempo sarebbero durati questi vuoti?
E passi per il vuoto del palcoscenico, ma come pensare i vuoti tra una
persona e l’altra, tra un corpo e gli altri corpi, la solitudine impedita di
essere colmata, i travisamenti non più proibiti per legge ma obbligatori,
con mascherine, rivestimenti e mute, e interdetta anche l’ora d’aria,
proprio quando grazie all’improvvisa caduta dell’inquinamento le farfalle
sono tornate nei giardini di Londra, e le lucciole a Milano, dove Pasolini
le aveva date per perse, e il clima è stato buono a godersi, come ormai non
si vedeva da tempo?
E come pensare il vuoto entro cui va racchiusa ogni persona, perché ciascuno
resti con il suo virus?
C’è il rischio che diventi sedizioso anche il gesto cristiano per
eccellenza, il gesto supremo e assoluto, quello del Samaritano,
che è tutto espresso in moti del corpo: gli passò accanto, lo vide, fu preso
da misericordia, gli si fece vicino, fasciò le ferite, vi versò olio e vino,
lo caricò sul suo giumento, lo portò a una locanda, se ne prese cura.
È impensabile che questo accada?
Ma se già succede con i migranti che salgono in Europa, incappati in
ladroni, torturatori e trafficanti, percossi e abbandonati nel mare, e lì
lasciati morire perché non c’è più nessuno che va a passare accanto a loro!
Con questi vuoti o distanziamenti tra persona e persona, non prossimi
gli uni agli altri, senza mani che si stringano, voci che si fondino, bocche
che si bacino, carni che si uniscano, il mondo non era mai stato pensato,
nessun creatore lo avrebbe fatto così, né così è stato fatto.
Per un tempo e un altro tempo ancora questo è possibile, è necessario, anzi
è meritevole.
Ma per un tempo senza fine o di cui non sia avvistabile la fine non può
sussistere un mondo così, non sarebbe più neanche un mondo.
Perciò bisogna uscirne al più presto, e per farlo diventa un dovere
imprescindibile, un compito politico necessario ed urgente ciò che fino ad
oggi è sembrato impossibile, togliere sovranità al denaro, rovesciare
la divisa del capitalismo per cui “tutto ha un prezzo, niente ha valore”,
uscire dall’economia che uccide, costruire ospedali e non armi,
bandire le atomiche e le guerre, desistere dallo sfruttamento selvaggio
del suolo, delle foreste, del mare, dei fossili, del cielo, bandire
il “prima noi”, il “salvarsi da soli”, rifondare il diritto, costruire
una Costituzione mondiale, istituire organismi sovraordinati che la attuino
e garantiscano nel pluralismo dei regimi politici e dei governi.
Questo dobbiamo fare perché questo vuoto tra le persone, che nessun
web può colmare né lavoro “da remoto”, è il male da cui liberarci, la
minaccia da sventare, il germe da estirpare prima che attecchisca, prima che
con il suo artificio contamini la cultura, la politica, le relazioni
sociali.
E a dirci che questo può avvenire e avverrà è venuta la Pasqua, che unendo
terra e cielo ha rinnovato l’antica promessa: ce la possiamo fare, se il
Signore è risorto, non è la morte che può vincere, questo l’annuncio che
è risuonato come non mai nel silenzio profondissimo in cui sono echeggiate
queste parole.
Però c’è l’altro vuoto, quello delle chiese, che pur con tutto il suo
dolore e sconcerto parla un tutt’altro linguaggio: non è solo un male a cui
porre fine, ma è anche un segno potente, una pedagogia, un annuncio.
Papa Francesco se ne è fatto carico, assumendolo non come il vuoto di una
Chiesa dispersa, ma come la figura di chi “svuotò se stesso”, scambiando la
sua forma divina con la condizione umana del servo, spogliato di tutto sulla
croce.
E allora come intonare il pianto sugli inabitati spazi e i marmi di San
Pietro, altre volte traboccanti di folle o di vescovi riuniti a Concilio,
quando del tempio di Gerusalemme Gesù aveva detto che non sarebbe rimasta
pietra su pietra?
Come sfidare le autorità civili pretendendo l’apertura delle chiese,
quando doveva venire il tempo, ed è questo, di adorare il Padre in spirito e
verità?
Come non uscire dai recinti sacri per raggiungere le periferie delle
genti, “in ogni regione di quell’umanità a cui apparteniamo e che ci
appartiene”, per farsi “annunciatori di vita in tempo di morte”, come ha
detto il Papa nella notte santa, raccogliendo l’invito del Risorto a
precederlo in Galilea?
E non a caso Francesco ha sottolineato che quella era la regione più lontana
da Gerusalemme, “più distante dalla sacralità della Città santa”, popolata
da genti diverse che praticavano vari culti, la «Galilea delle genti».
Davvero sembra che tutto il pontificato di Francesco sia stato una
preparazione a interpretare quest’ora, dall’annuncio nuovo del Dio della
misericordia, non geloso non violento e fedele, alla Chiesa in
uscita, ospedale da campo e non servizio religioso ai combattenti, da
Lampedusa a Lesbo, dal “chi sono io per giudicare” all’invito ai
confessori di perdonare sempre, anche fuori della confessione sacramentale,
dalla “Laudato sì”” alla Querida Amazonia”, da Abu Dhabi sulla fraternità
umana alla comunione spirituale proposta ogni mattina da Santa Marta, dal
concentrare tutto nel crocefisso e nel vangelo alla consolazione offerta a
quanti nella Chiesa sono privi dell’Eucarestia e degli altri sacramenti,
ma non per questo orfani della mano del Signore posata sopra di loro.
Molti si aspettavano la riforma della Chiesa nei modi da loro sempre
pensati, e si lamentano perché non ne vedono abbastanza tracce, ma intanto
non ci accorgiamo che la riforma di Francesco è ben più profonda e gravida
di futuro dei nostri progetti anche più avanzati, è “capace di quella santa
novità” che solo una Pasqua fino in fondo macinata e vissuta permette di
concepire e generare.
Raniero La Valle
15 aprile 2020.
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15/04/2020 |
Fotografia. "La
strega contadina e la qualità misurata a suon di like"; di Franco Carlisi |
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Gente di Fotografia |
Chiunque
lavori sul passato sa quanto esso sia bisbetico.
Si mettono in fila gli anni incitando a risorgere il ricordo di un luogo, di
una stagione, di un’ora, pur di sentire tra le dita l’aria di quel tempo
come in una fotografia e, inaspettatamente, in una pausa, in un soffio della
memoria come del cuore, ci viene incontro un’altra immagine, seppellita in
chissà quale anfratto del paesaggio dell’infanzia che pensavamo di non
ricordare più: l’immagine di una strega.
Non pensate a una signora di dubbio gusto che ha rifiutato le mie premure. E
neanche a una strega vera. Queste hanno cessato di esistere quando hanno
smesso di bruciarle.
La mia era una strega ordinaria, lontana dai boschi torvi dei sabba, dalle
albe livide sulle brughiere settentrionali popolate da spettri. Una strega
contadina, cotta dalla canicola, che incarnava un residuo di folclore
fantastico del secolo XIX sopravvissuto ancora negli anni ‘70 del secolo XX
in una società di una ruralità ellenica, credula e incredula insieme,
attenta a un esercizio della ragione teso a esorcizzare la morte e a
ricondurre il rapporto con l’aldilà alla tragedia e alla commedia del
quotidiano.
Si chiamava Rosa Filamò e aveva eletto a sua romita e solitaria dimora una
di quelle grotte (da cui il paese prendeva il nome) risparmiata dal boom
edilizio di quegli anni e situata in vetta al centro storico.
Depositaria di un sapere antico tra memoria e credenze popolari, a titolo
gratuito, curava gli ipertesi con sanguisughe, consegnava profumi ed essenze
a ragazze attardate sulla soglia del matrimonio e svolgeva altre attività
riconosciute quasi all’unanimità come taumaturgiche e benedette da Dio.
Il “quasi” riguardava il sottoscritto e un gruppo di miei coetanei ragazzini
sulle cui labbra durava invece una fiaba orrifica che vedeva la ‘za Rosa
come protagonista.
Sicuramente la donna doveva avere una sua terribilità visto che nella
tessitura narrativa della fiaba, per dipingerla, si mescolavano e si
esaltavano parole legate a superstizioni lontane con nuovi miti e riti
appresi dai film.
Così nella fantasia acerba di ragazzini cresciuti al tempo della televisione
quella vecchia vestita di nero come una popolana dell’Ottocento che viveva
da sola in una grotta, diventava una sorta di elegante Dottor Jekyll e Mr.
Hyde, spirito alternatamente caritatevole e diabolico che sgozzava galline e
succhiava il sangue alle persone.
Oppure una sorta di Faust che venduta la sua anima al demonio ne prendeva le
sembianze per possedere fisicamente le tardone.
Naturalmente tale tesi pruriginosa era suffragata da una cospicua
iconografia che riconosceva al demonio sembianze umane e maschili, corna e
coda a parte.
Mai mi sarei aspettato di incontrarla e di farlo per necessità: mi ritrovai,
infatti, nella mano sinistra alcune verruche e mia mamma mi mando dalla ‘za
Rosa a farmele togliere - disse lei - da solo.
Mi avventurai verso la salita che conduceva alla grotta della strega con un
duplice sentimento di paura e di rabbia: come aveva potuto mia mamma espormi
a tanto rischio? Sì, perché era ovvio nella mia mente che nel momento in cui
mi fossi interessato all’occulto, l’occulto si sarebbe interessato a me.
Non c’era un preludio di tuoni e lampi ad accompagnare la mia andatura ma un
sole che spaccava le pietre, l’abbaiare iroso di un cane lontano e il rumore
di finestre sconnesse dal vento. Eppure un buio fisico mi cresceva nelle
ossa e mi spezzava il fiato: se Mr. Hyde - il male assoluto - poteva anche
non essere vero, la strega era vera di sicuro. E l’avrei incontrata di lì a
poco col corpo incurvato e secco, il viso rattrappito stretto tra le falde
di una mantellina azzurra come i suoi occhi malinconici di una fissità
malata.
Si muoveva lenta e greve e accompagnava ogni suo movimento con mugolii,
sospiri garbati, parole smozzicate quasi a spuntare un codice segreto, a
svelare un mistero.
Inquadrai quasi subito la situazione: la strega non era una strega e io
avrei dovuto tenermi le verruche.
La ‘za Rosa mi guardò negli occhi da cui si sentiva scrutata e irrisa e mi
chiese: “Picciriddu, tu mi rispetti?”. Risposi nell’unica maniera possibile:
affermativamente.
Quella dose di spavento insieme alla pozione magica applicata dalla
vecchietta sulle verruche con tanto di formula magica furono sufficienti a
farle sparire definitivamente e a insegnarmi il rispetto per ciò che non si
conosce.
Perché se gli incantesimi sono frutto di fantasia, sul fatto che quella
crema funzionò esattamente come funzionerebbe un unguento medicale, non ci
piove. Ed è pure indubbio che quella vecchietta che pure strega non era e
neanche medico era, sapeva guarire le persone.
Succede così anche con le fotografie.
Ci sono fotografie che funzionano.
Funzionano perché provocano un interno sommovimento, una inquietudine, un
travaglio.
Oppure, semplicemente, perché pacificano col mondo, restituiscono armonia e
bellezza. In altre parole, funzionano perché sono arte senza scomodare
alcuna definizione di arte.
Non conta il linguaggio utilizzato, la tecnica di ripresa, la difficoltà nel
realizzarle, questi sono parametri che attengono al mondo dell’artigianato,
e poco importa se chi le ha realizzate si proclamerà fotografo.
Una di queste fotografie è sicuramente l’immagine icona di Falcone e
Borsellino scattata da Tony Gentile.
È questa, solo questa, l’immagine che è sopravvissuta dei due giudici
palermitani.
Non le bombe, non le macerie, ma l’amicizia del loro coraggio che questa
foto consacra. Per sempre.
E in virtù della sua potenza iconica chi potrebbe dubitare della sua
artisticità in qualunque accezione?
Sembra incredibile ma la sentenza di un tribunale afferma proprio il
contrario.
Tony Gentile ha perso una battaglia al Tribunale di Roma contro la Rai sui
diritti d’autore: «Questo collegio è dell'idea che la fotografia dell'attore
non sia opera autoriale ovvero opera d’arte» (Tribunale di Roma, sezione
XVII, nella causa civile di I grado iscritta al n. 75066 R.G.A.C. dell’anno
2017, posta in decisione all’udienza del 07/03/2019).
Non entro ovviamente nel merito dell'applicazione della legge che non mi
permetto di contestare e non voglio dilungarmi in un commento della sentenza
(altri giornalisti lo hanno già fatto e bene). Mi permetto una breve nota e
una seria provocazione.
Pare dunque, stando alla sentenza, che l’immagine di Gentile siccome è una
semplice fotografia non sia arte, e che, per definire artistica una
fotografia, bisogna ricorrere agli stessi parametri di giudizio di un
quadro.
Nulla di nuovo sotto questo cielo. Sembriamo ripiombati all’epoca di
Baudelaire che sosteneva che la fotografia fosse un’ancella dell’arte. Il
problema è che Baudelaire lo diceva nell’Ottocento, il collegio emerito
invece ha emesso la sentenza nel XXI secolo. Il che fa un po’ di
impressione. Anzi mi addolora e mi sento oltraggiato.
Di fatto, se manca questa forma di fondamentale rispetto per la fotografia
significa che tutta la letteratura al riguardo si può cestinare. Rosalind
Krauss si può cestinare e Roland Barthes e Vilem Flusser e molti altri
eccellentissimi che hanno fatto insieme con i fotografi la storia della
Fotografia.
E dopo averli cestinati, se qualcuno ancora, insieme al collegio emerito,
avesse qualche dubbio sull’artisticità della fotografia, mi permetto di
proporre loro il seguente brano: «La fotografia non è condannata a seguire
le orme della pittura né a essere un prodotto ibrido, a metà strada tra la
pittura e un processo meccanico senza essere mai né l'una né l'altro. Al
contrario: rispettando i limiti del mezzo, non esistono restrizioni per
l'immaginazione e la capacità creativa del fotografo. […] Egli è artista
prima e dopo lo scatto dell'apparecchio: cerca e scopre il soggetto, esplora
le angolazioni e l'illuminazione migliore, taglia e stampa il negativo
ottenuto... Anche la fotografia più riuscita conterrà sempre gli aspetti
unici e misteriosi di una realtà sospesa, quegli stessi aspetti che
differenziano la tecnica fotografica dalla pittura… e che le riservano di
diritto un posto tutto particolare nel grande mondo dell’arte» (H. Schwarz,
Arte e fotografia: precursori e influenze “Art and Photography. Forerunners
and Influences”, a cura di P. Costantini, Bollati Boringhieri, Torino 1992,
p. 6).
Eppure, come dicevo, a voler fare una provocazione, non c’è da sorprendersi
se il Tribunale abbia preso una tale decisione.
Non vi è disciplina tanto complessa come la fotografia che non abbia subito,
in tutte le sue forme, selvagge semplificazioni, riduzioni, opposizioni,
ghettizzazioni, revisioni ed esaltazioni senza riuscire a trovare un punto
che metta tutti d’accordo. Ne ha avuto contezza Leonardo Sciascia: «In
quanto alle altre intelligentissime cose che sulla fotografia sono state
dette da Valery, Savinio, Barthes e Cartier-Bresson (e da tanti altri), si
può forse azzardare il giudizio che sono troppo intelligenti: e vanno
benissimo, funzionano, convincono se lette isolatamente, a giusta distanza
di tempo l’una dall’altra; ma si aggrovigliano, si confondono e confondono
il lettore, se si tenta di accozzarle assieme. Acutissime: ma si
contraddicono» (L. Sciascia, Cruciverba, Adelphi, Milano 1988, p. 188).
E ravvisava, a mio parere, una fondamentale mancanza di rispetto nei
confronti della fotografia che lo spingeva a scrivere: «a me sembra che
meditazioni, teorie e regole relative alla fotografia nascano come se
l’oggetto, il fatto fotografico, il mezzo espressivo fosse pregiudizialmente
o inconsciamente considerato in sé insufficiente, se non addirittura
indegno, di una organizzazione, di una sistemazione mentale, di pensiero, e
servisse soltanto come occasione, come provocazione a un libero gioco
d’intelligenza, di agudezas» (L. Sciascia, Cruciverba, Adelphi, Milano 1988,
p. 188).
Agudezas che hanno accompagnato la fotografia nel suo evolversi, nelle sue
metamorfosi, e che hanno dato vita a un fertilissimo dibattito che sembra
non possa finire mai - su l’istante decisivo e la democratizzazione degli
istanti, sulla sua natura di indice e di messaggio con un codice debole,
sulla ricerca di una cifra estetica e sulla sua contemporanea negazione - in
cui spesso e clamorosamente la voce mancante è stata quella dei fotografi.
Allora come orientarsi nella classificazione di una fotografia se non col
rispetto che si deve alle cose che non si conoscono?
Ad averne le competenze, si può imboccare la strada del trattato di estetica
consapevoli che tutte le esperienze precedenti non hanno portato a definire
parametri assoluti.
Oppure si può seguire il cosiddetto senso comune. In altre parole ci si può
guardare intorno.
E la situazione, al di là dei casi lapalissiani come quello in questione,
non è proprio chiara.
Quale percezione ha della fotografia italiana un uomo di buona cultura che
non frequenta il mondo della fotografia?
Tralasciando le dinamiche mercantili, le uniche opere di qualità indiscussa
sono quelle dei grandi maestri, categoria in estinzione per ragioni
anagrafiche - pare che non ne nasca uno da oltre sessanta anni - mentre la
qualità delle opere epigone di innumerevoli maestrini viene misurata a suon
di like.
A dispetto del vero talento, della vera opera di ricerca in un mondo che
proclama tutti scrittori, tutti poeti, tutti artisti quindi nessuno artista,
Todos Caballeros alla maniera di Carlo V ad Alghero.
Franco Carlisi
(Editoriale al n° 75 di
Gente di Fotografia)
15 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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Franco Carlisi |
14/04/2020 |
Comune. "Siete stati
straordinari. Ma dobbiamo continuare a combattere il virus"; messaggio
del Sindaco |
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Alfonso Provvidenza |
Il Sindaco di Grotte, dott. Alfonso Provvidenza, con un
video messaggio diffuso nel pomeriggio, ha dato indicazioni ai cittadini in
merito alle norme in materia di contenimento della pandemia, in vigore da
oggi, e su alcune delle iniziative messe in atto dall'Amministrazione.
Pubblichiamo di seguito la trascrizione del messaggio. *****
"Buonasera a tutti, cari concittadini e care concittadine.
Questo incontro ormai è divenuto quasi una costante per aggiornarvi sulla
situazione del virus e soprattutto questa sera per parlare degli
aggiornamenti normativi che sono stati effettuati.
Come sapete è iniziato un nuovo periodo. Le precedenti misure di
contenimento si sono concluse il 12, da oggi partono nuove misure di
contenimento, che sostanzialmente sono le stesse di quelle precedenti.
C’è qualche piccola apertura però, in realtà, le misure di contenimento sono
sempre le stesse.
Questo messaggio serve a ricordarvi la necessità di rispettare queste misure
di contenimento. Stamattina forse c’era troppa gente in giro. Mi rendo conto
che questi due giorni di stare a casa… anzi con l’occasione voglio
ringraziare tutti voi grottesi: siete stati straordinari. Pasqua e
Pasquetta sono stati veramente due giorni di serenità, di tranquillità;
avete rispettato le norme e per questo vi voglio ringraziare.
Purtroppo dobbiamo continuare a combattere il virus, quindi l’invito è
sempre lo stesso: dovete assolutamente rimanere a casa e limitare le
uscite, rispettando le misure di contenimento.
Prima di approfondire le nuove misure di contenimento da parte del Governo e
da parte del Presidente della Regione Siciliana, vi voglio rappresentare
alcuni dati.
Innanzitutto voglio sottolineare che in Sicilia sono morte 171 persone, e
purtroppo i contagi sono presenti in molti Comuni a noi vicini, purtroppo
sono aumentati i contagiati a Canicatti, a Menfi, a Porto Empedocle; c’è
stato anche un caso a Milena. Dobbiamo stare all'erta. Dobbiamo
proteggere questa sicurezza che siamo riusciti a conquistare sino ad adesso.
Dobbiamo essere prudenti, limitare le uscite e stare a casa.
In questi giorni sono aumentati i tamponi che sono stati fatti da parte
dell’ASP; ben 15 tamponi hanno dato esito negativo (e questo è
particolarmente importante) però sono stati effettuati tanti altri tamponi
di cui aspettiamo l’esito. Anche a Grotte ci sono ancora altre persone che
stanno vivendo la quarantena. E vi posso assicurare che la stanno
rispettando in maniera esemplare. Continua l’emergenza, non immaginiamo che
la crisi sia finita, che la guerra sia finita; siamo ancora in guerra e
quindi, mi raccomando, continuiamo a rispettare le misure di contenimento.
Per evitare assembramenti siamo riusciti - di questo ringrazio i miei
collaboratori - a distribuire ben 187 buoni prima di Pasqua. Siamo
riusciti, grazie alle somme messe a disposizione dal Governo, a distribuire
buoni per 7.835 euro; esattamente 187 famiglie hanno potuto fare la spesa
serenamente durante il periodo pasquale. Sono arrivate altre 15-20 domande
che saranno processate nei prossimi giorni.
Naturalmente voglio sottolineare che questi buoni sono stati dati sulla
base di una autodichiarazione ed è chiaro che adesso partiranno i
controlli. Quindi se qualcuno ha sbagliato a fare la domanda, o
magari ha dimenticato di essere percettore di una pensione, di essere
percettore del reddito di cittadinanza, ha magari dimenticato o non sapeva
che coloro che hanno comunque delle disponibilità liquide importanti non
potevano fare la domanda, poiché hanno autodichiarato qualcosa di diverso,
naturalmente sono ancora in tempo a ritirare la domanda e rappresentare che
magari c’è stato un errore.
Perché, vi ripeto, dalla prossima settimana, cominceranno i controlli.
Tutte le dichiarazioni che risulteranno essere false, per i soggetti che
hanno dichiarato il falso ci sarà la segnalazione della Procura della
Repubblica. Vi invito alla prudenza. Il Comune sta lavorando con grande
velocità alla richieste dei buoni e, vi ripeto, abbiamo messo tutti nella
possibilità di fare la spesa per Pasqua. Evitate di dichiarare il falso.
Se qualcuno ha sbagliato, può ritirare la domanda.
Un altro aspetto che volevo sottolineare è il conto corrente che abbiamo
messo a disposizione dei cittadini per coloro che volessero fare delle
donazioni. Abbiamo già raccolto 900 euro, e questa è una cosa
importante. Ma non solo, voglio ringraziare tutti coloro che si sono messi a
disposizione. Per esempio ci sono state delle persone che mi hanno dato
dei buoni, li hanno pagati loro direttamente nei supermercati e li hanno
dati a me - e di questo non posso fare altro che ringraziarli per la fiducia
- per la distribuzione alle persone che ne hanno bisogno. Poi ci sono
stati altri esempi di generosità; non ultimo quello della Chiesa
Evangelica - e quindi voglio ringraziare pubblicamente il pastore
Giuseppe Infantino per la grande collaborazione che ha dato in questi
giorni -.
Come sapete abbiamo distribuito diversi pacchi spesa grazie alla Chiesa,
grazie alla collaborazione di don Totò Zammito, e devo ringraziare
anche Stefano Maida per l’enorme collaborazione che ci ha prestato.
Fatte queste premesse, vediamo di capire quali sono le novità in materia di
misure di contenimento.
Vi ricordo che essendo in Sicilia siamo soggetti sia alla normativa del
presidente Conte - quindi il DPCM - ma anche alle ordinanze del Presidente
della Regione che sono un po’ più restrittive.
Io ho deciso come Sindaco di non adottare ulteriori misure restrittive
- quindi a Grotte ci saranno le misure restrittive che sono state previste
sia a livello nazionale che a livello regionale - proprio perche ci siamo
comportati bene, e quindi questo è un atto di fiducia che il Sindaco dà alla
popolazione di Grotte. Cerchiamo di rispettare le misure che ci sono.
Siccome ci siamo comportati bene e siamo stati un esempio a livello
provinciale, abbiamo deciso di non adottare ulteriori misure restrittive.
Vi ricordo quelle più importanti.
Continua a permanere il divieto di uscire da casa se non per
comprovati motivi di lavoro, di salute o di urgente necessità.
Quindi, si può uscire una volta al giorno per gli acquisti essenziali.
Vi ricordo sempre che è vietata la pratica di ogni attività sportiva
all’aperto, quindi non si può uscire per fare passeggiate, per fare
corsette.
È consentito - e questo lo voglio sottolineare - solo in caso di necessità,
alle persone che sono affette da disabilità intellettive o relazionali, di
uscire con un accompagnatore.
A parte queste poche eccezioni, il vincolo principale permane: quello di
rimanere a casa e di uscire una volta al giorno, esclusivamente per motivi
di necessità.
Quindi anche per andare a fare la spesa ma, vi ripeto, non è necessario
andare a fare la spesa tutti i giorni perché non abbiamo nessun tipo di
problema per quanto concerne la disponibilità di generi alimentari; quindi
la spesa la potete fare benissimo ogni 3-4 giorni. E questo lo dovete fare
per tutelare la vostra salute e quella dei vostri cari.
Vi ricordo ancora una volta che non è possibile spostarsi da un Comune ad
un altro, quindi non si può andare ad Agrigento, non si può andare a
Racalmuto, non si può andare a Canicatti, ed è vietato anche agli ambulanti
di altri paesi. Non possono venire a Grotte a vendere le loro merci. Per
adesso, purtroppo, questo non è possibile; il commercio ambulante, al
momento, è riservato solo ed esclusivamente agli ambulanti di Grotte. Non è
ammesso il commercio da parte degli ambulanti che non sono residenti.
Tutti mi chiedono sull’apertura al pomeriggio.
Come sapete, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ha
individuato quelli che sono gli esercizi che possono rimanere aperti; c’è
una tabella, quindi non ci sono limitazioni per quanto riguarda la chiusura.
Poi ci sono tanti altri negozi che come sapete devono rimanere chiusi.
È fondamentale che gli esercizi commerciali che sono aperti devono
rispettare tutta una serie di regole. Innanzitutto devono sempre
rispettare la distanza interpersonale, tutti gli esercizi commerciali
devono garantire un adeguato ricambio di aria, e ci deve essere
l’ampia disponibilità per consentire la disinfezione delle mani.
I commerciati devono utilizzare obbligatoriamente le mascherine,
devono utilizzare i guanti usa e getta; inoltre senza necessità da
parte del Sindaco, gli esercenti devono regolamentare e scaglionare
l’ingresso nei propri negozi, attraverso degli ampliamenti delle fasce
orarie (c’è chi ha deciso di fare l’orario continuato).
Poi vi ricordo che nei piccoli negozi (nei locali fino a 40 mq) potrà
accedere una sola persona alla volta; quindi ci sono due operatori che
possono lavorare e un solo cliente; gli altri clienti devono aspettare fuori
rispettando la distanza interpersonale di un metro.
Questo per quanto riguarda le misure per gli esercizi commerciali.
Naturalmente è opportuno ricordare le misure igienico sanitarie che tutti
dobbiamo rispettare, in particolare quella di lavarsi le mani.
Evitiamo il contatto fisico, baci, strette di mano. Sono dei
comportamenti che ormai sono entrati nella quotidianità, però non li
dobbiamo dimenticare. Mai portare mani alla bocca, naso, occhi. Mi
raccomando, questi sono comportamenti importantissimi che ci consentiranno
di salvare la nostra vita.
Per concludere, riepilogando, non è cambiato molto.
Sostanzialmente le misure di contenimento sono state posticipate fino al 3
maggio.
Come Sindaco ho ritenuto opportuno non aggravare la nostra situazione e,
quindi, un atto di fiducia nei confronti della mia cittadinanza, nei
confronti di noi grottesi; non ci saranno ulteriori misure restrittive.
La platea dei negozi che potranno aprire è aumentata, ad esempio le
librerie; anche i fiorai - ad esempio - possono rimanere aperti.
Poi, per delle singole situazioni potete chiamarmi e chiedere chiarimenti.
Allo studio ci sono altre idee per cominciare a dare un minimo di respiro,
di normalità ad alcune iniziative: poi ne parleremo meglio nei prossimi
giorni.
Vi ripeto: sempre è fondamentale il rispetto per chi sta morendo di
Coronavirus. Vi ricordo che tuttora in Italia ogni giorno muoiono centinaia
di persone.
Anche in Sicilia abbiamo dei morti, 171 morti, ed i contagiati continuano ad
aumentare nella nostra provincia. Quindi dobbiamo essere bravi, dobbiamo
essere intelligenti. Da un lato dobbiamo rispettare le misure di
contenimento: rimanere a casa, avere rispetto di chi sta rischiando la
propria vita per la nostra tutela, e dall’altro, quando sarà necessario
uscire, usciamo ma da soli, mantenendo sempre le distanze, lavandoci le mani
e continuando a tutelare la nostra salute.
Per il resto, come sempre, spero che abbiate passato un buona Pasqua e una
buona Pasquetta, anche se a casa.
In molti abbiamo provveduto a fare la classica grigliata nel balcone o sul
terrazzo, però questa è una situazione contingente. Spero che presto la
situazione migliori.
L’Amministrazione comunale è sempre a vostra disposizione, mi potete
chiamare, mi potete mandare Whatsapp, messaggi: risponderemo a tutti.
Grazie dell’attenzione e buona settimana.
Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza".
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14/04/2020 |
Cronaca. Grotte rende
l'estremo saluto al tabaccaio Roberto Chiarenza |
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Guarda il video
Necrologio |
È stato reso stamattina l'estremo saluto a Roberto
Chiarenza, il tabaccaio grottese
ucciso lo scorso mercoledi 8 aprile.
Alla cerimonia dell'ultimo omaggio, presso il cimitero, erano presenti le
Autorità cittadine: il sindaco Alfonso Provvidenza, il comandante
della Stazione Carabinieri Maresciallo Capo Alfonso David Contrafatto,
il responsabile della Polizia Municipale Ispettore Capo Antonio Salvaggio,
il parroco don Salvatore Zammito. A svolgere i delicati compiti
operativi di accoglienza, trasposto e tumulazione, un ristrettissimo numero
di addetti, tra il personale del Comune e quello dell'Agenzia funebre.
Le norme di contrasto alla diffusione del Coronavirus hanno vietato - in
questo come in tutti gli altri casi di decessi intervenuti nel corso
dell'emergenza - la partecipazione della popolazione. Sarebbe stata
consentita la presenza di un paio di familiari, ma il nucleo familiare del
tabaccaio era composto dallo sfortunato Roberto, dal fratello Pietro autore
dell'omicidio al momento ristretto in carcere, e dal fratello maggiore
Vincenzo ricoverato presso una struttura ospedaliera di Sciacca. Alla
dolorosa assenza di stretti congiunti (per tutte le incombenze tese a
rendere una dignitosa vestizione e sepoltura della salma) ha supplito
l'anonima generosità grottese, nonché il pubblico omaggio delle massime
Autorità locali.
Toccanti le parole di don Salvatore Zammito, pronunciate -
nell'impossibilità di celebrare il funerale - nel corso della benedizione
impartita al compianto Roberto. "La Chiesa è Madre, sempre pronta ad
accogliere tutti i suoi figli, guidandoli verso la risurrezione in cui
crediamo" ha detto il parroco.
Roberto Chiarenza, 56enne titolare di una delle più antiche
tabaccherie di Grotte, ha perso la vita mercoledi 8 aprile. Dell'insano
gesto si è autoaccusato
il fratello Pietro, di 64 anni, il quale dopo l'accoltellamento ha chiamato
le Forze dell'Ordine. Le indagini in atto mirano ad accertare il movente e
le modalità dell'omicidio.
Nelle immagini che pubblichiamo (guarda
il video), la benedizione della salma e l'intervista a don Salvatore
Zammito.
Carmelo Arnone
14 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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13/04/2020 |
Viabilità. Controlli a Grotte
per Pasqua e Pasquetta; le
Forze dell'Ordine: "È andata
benissimo" |
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Passaggio a livello
Rotonda "Casotto" |
"È
andata benissimo. I grottesi hanno risposto bene". È semplice e diretto
il Responsabile del Corpo di Polizia Municipale di Grotte, l'Ispettore
Capo Antonio Salvaggio, nel descrivere l'andamento della situazione
della viabilità a Grotte. I divieti sono stati rispettati con scrupolo dai
cittadini del paese. Questo è quanto è emerso dai continui e costanti
controlli operati, durante tutto il periodo dell'emergenza, dalle Forze
dell'Ordine che a Grotte sono rappresentate, oltre che dalla Polizia
Municipale, anche dai militari della Stazione Carabinieri agli ordini
del Maresciallo Capo Alfonso David Contrafatto. In questi due ultimi
giorni in particolare, Pasqua e Pasquetta, su indicazione della Questura di
Agrigento sono state raddoppiate le pattuglie di Polizia Municipale e
Carabinieri: 2 la mattina e 2 il pomeriggio; così come sono stati
raddoppiati tutti i servizi.
Non c’è stata
necessità di multe o denunce. Alla guida delle poche automobili in
circolazione, cittadini che si recavano in farmacia, infermieri di rientro
dagli ospedali, personale medico in transito per servizio o allevatori
diretti alle campagne per assistere i propri animali; tutti muniti di
autocertificazioni, prontamente verificate. I controlli della Polizia
Municipale sono stati effettuati anche tramite un drone; da stamattina già 3
voli hanno dato esito negativo: nessun fuoco acceso né fumo e neppure
assembramenti su terrazze o giardini.
Grazie all'opera di informazione da parte dell'Amministrazione, ai controlli
delle Forze dell'Ordine, alla diligenza dei cittadini, Grotte si conferma
ancora immune da casi di Coronavirus.
Ad oggi sono 98 i soggetti che hanno completato il periodo di quarantena, 15
i soggetti con esito tampone negativo, infine 8 i soggetti in attesa
dell’esito del tampone.
Carmelo Arnone
13 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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13/04/2020 |
Solidarietà. Nel silenzio, la
generosità della Chiesa Evangelica Pentecostale "L'Eterno Nostra
Giustizia" |
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Chiesa Pentecostale
Pastore Infantino |
Il vero "bene" si fa con discrezione, nel silenzio, nel
nascondimento. Senza ricerca di visibilità, tanto meno di pubblicità a basso
costo, o solo per farsi ammirare. "Quando
invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua
destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel
segreto, ti ricompenserà", si legge nel Vangelo di Matteo (Mt 6,3-4).
Parole che i componenti della Chiesa Evangelica Pentecostale "L'Eterno
Nostra Giustizia" di Grotte, guidata dal pastore Giuseppe Infantino,
hanno fatto proprie e messo in atto senza compromessi.
Dall'inizio dell'emergenza legata al diffondersi dell'epidemia, la Chiesa
pentecostale grottese ha avviato una continua e costante campagna di
sostegno verso i componenti più fragili della comunità cittadina; campagna
che si è concretizzata nella considerevole raccolta di viveri affidati alla
Chiesa Madre di Grotte (che costituisce punto di conferimento in paese delle
varie iniziative di raccolta dei generi alimentari, e provvede alla loro
distribuzione presso chi ne ha bisogno).
"In questi giorni di difficoltà un ruolo importante a sostegno
della nostra comunità è stato svolto dal pastore Giuseppe Infantino e dalla
Chiesa Evangelica Pentecostale "L'Eterno Nostra Giustizia" - ha scritto
Alfonso Provvidenza, Sindaco di Grotte - con la donazione ai
bisognosi di generi alimentari di prima necessità. Ringrazio di cuore il
pastore Infantino per la sua presenza concreta a Grotte e per la sua
cordiale disponibilità".
La Chiesa
Evangelica Pentecostale "L'Eterno Nostra Giustizia" è attiva a Grotte dal
2008, nella sede della Chiesa Valdese fondata nel 1874. Dal 26 ottobre 2008,
data della nuova inaugurazione del luogo di culto (dopo un periodo di
chiusura e dopo i successivi lavori di ripristino), la Chiesa pentecostale è
presente ed attiva, anche nelle opere di concreta e silenziosa carità.
Carmelo Arnone
13 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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Eterno Nostra Giustizia |
13/04/2020 |
Comune. Ringraziamenti per il
contributo di solidarietà alla comunità grottese; nota del Sindaco |
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Alfonso Provvidenza |
Il ringraziamento del sindaco Alfonso Provvidenza al Lions
Club, per la donazione di generi alimentari. *****
"Desidero esprimere un sincero plauso al dott. Angelo Collura, Governatore
Regionale dei Lions, per il sensibile contributo di solidarietà fornito alla
Comunità grottese.
Un grazie particolare va al dott. Salvatore Trigona presidente nazionale
SOSAN.
Ringraziamo per la collaborazione il club Zolfare e il dott. Calogero
Patanella, Presidente del Direttivo Lions Club Aragona
Comitini-Grotte-Racalmuto Zolfare.
A nome dell’Amministrazione comunale e della cittadinanza un sentito grazie.
Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza".
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12/04/2020 |
Ambiente. A Pasquetta,
regolare la raccolta differenziata "porta a porta" |
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L'Amministrazione comunale di Grotte
(Servizio Raccolta Differenziata dei Rifiuti) ha diffuso un comunicato con il quale avvisa
i cittadini che domani, lunedi 13 aprile (Pasquetta) si svolgerà
regolarmente la consueta raccolta differenziata porta a porta.
Redazione
12 aprile 2020.
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12/04/2020 |
Scuola. "L'apprendimento
è veicolato dall'amore"; auguri del prof. Emanuele
Giordano |
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Emanuele Giordano |
Prof. Emanuele Giordano,
Dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte e
Comitini.
***** Al personale docente e ATA
Agli alunni e ai genitori
Carissimi tutti,
da quasi due mesi viviamo un periodo di complessità e di una preoccupazione
tali che possiamo definirlo di emergenza assoluta.
La nostra scuola, sanificata e pulita, è fisicamente chiusa, ma le nostre
attività procedono quotidianamente sia a livello didattico che
amministrativo-contabile, in modo da poter affrontare questo difficile
momento con il massimo di partecipazione, di formazione, di relazione, di
interazione, seppur a “distanza”.
La nostra scuola c’è e ogni giorno si spende per assicurare la sanificazione
dei locali, l’organizzazione del cosiddetto “smart working” per tutto il
personale di segreteria, il comodato d’uso di pc e tablet per la didattica a
distanza, lo studio di modalità e di strumenti adeguati all’età degli alunni
e al loro grado di competenza, la formazione del personale, nonché il
supporto tecnico e anche psicologico per affrontare al meglio qualche
momento di incertezza e smarrimento.
Tutto il personale scolastico, gli alunni e i loro genitori ha espresso, in
una situazione oggettivamente inedita e nello stesso tempo drammatica, uno
spirito di collaborazione e di solidarietà che sembrava quasi eroico fino a
poco tempo fa. In questo modo, oltre a mantenere rapporti e relazioni già
costituiti nella didattica “in presenza”, tutto il personale scolastico, a
partire dai meravigliosi docenti, ha mostrato livelli tali di impegno e di
partecipazione che hanno permesso ai nostri cari alunni di poter usufruire
ugualmente del sacrosanto diritto all’istruzione che, in effetti, esprime la
missione di fondo di ogni istituzione scolastica autonoma.
Tutti stiamo lavorando in modo creativo ed innovativo per conseguire
risultati soddisfacenti che non mirano tanto alla “misurazione” degli esiti,
ma alla valorizzazione delle competenze di ciascuno e al successo formativo
di tutti gli alunni in un’ottica inclusiva e rispettosa delle differenze
individuali.
Se tutti lavoriamo, ognuno con il proprio ruolo, per conseguire un obiettivo
comune, il lavoro diventa più “leggero”, perché il “peso” è portato da tutti
e non da pochi. L’apprendimento nasce dalla meraviglia ed è veicolato
dall’amore che ogni insegnante sa suscitare nel cuore dei propri alunni.
L’antico filosofo Aristotele diceva: “Solo una mente educata può capire un
pensiero diverso dal suo senza la necessità di accettarlo." Se la scuola ha
il compito di garantire un servizio, ancor di più deve prendersi cura di
“formare bene” e senza costrizioni la mente delle persone.
Buona e Serena Pasqua a tutti!
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Il Dirigente scolastico
Prof. Emanuele Giordano
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12/04/2020 |
Politica. "Un abbraccio da
lontano ai grottesi. Buona Pasqua"; auguri dell'on. Rosalba Cimino |
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On. Rosalba Cimino |
Messaggio di auguri dall'on.
Rosalba Cimino.
*****
“La tradizione pasquale durante la Settimana Santa nel nostro piccolo paese
è sempre stata molto importante per noi grottesi.
In questi giorni abbiamo sentito tutti una stretta al cuore ricordando
l’Urna e vedendola, in qualche video passato, uscire dalla Chiesa Madre in
una piazza gremita di gente con il sottofondo della banda musicale.
In questi giorni così difficili per tutta l’Italia, stiamo vivendo una
Quaresima particolare in quarantena, rinunciando ai piccoli piaceri della
vita, come abbracciare un amico, un familiare lontano, prendersi un caffè al
bar, o semplicemente andare al lavoro.
Lo capisco ed è per questo che lo stiamo sentendo così forte dentro questo
sentimento di profonda unione nel dolore e nella rinuncia.
Ma stiamo anche imparando a trarre da questa triste esperienza, i valori
importanti della nostra esistenza, mettendoci alla prova.
Spero che la solidarietà e il sentimento di comunità permangano anche dopo
questa crisi. Affinché si compia realmente in noi, una Pasqua di
Resurrezione o di Rinascita.
Un abbraccio da lontano ai grottesi, al mio paese e a tutti gli italiani che
ogni giorno lottano a causa di questo virus e di tutte le altre malattie.
Buona Pasqua!
Rosalba”.
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12/04/2020 |
Chiesa. "Cristo è
risorto!"; sussidio per la preghiera della Domenica di Pasqua in famiglia |
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Sussidio
Foglietto |
Cristo è risorto! Questo è il cuore del messaggio cristiano, il primo
annuncio, il fondamento della fede, la verità che scardina le certezze e
realizza la speranza.
"Cristo è risorto!" è il saluto col quale si riconoscono tutti i
credenti.
"È veramente risorto!" è la risposta al saluto, e la conferma che
davvero, anche oggi, le vite dei fedeli sono trasformate dall'Uomo della
croce. "Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il
Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa"; con queste parole
ci fa pregare la liturgia pasquale.
Stamattina l'Alleluia, il canto dei redenti, risuona nelle chiese vuote, ma
ancor di più nelle "chiese domestiche", e soprattutto nel cuore e nella
mente dei cristiani.
Questa mattina, nella Basilica
di San Pietro, in assenza di fedeli, papa Francesco celebrerà la
santa Messa (in diretta su Rai 1 dalle ore 11.00); al termine
impartirà la benedizione "Urbi et orbi". Chi è solo in
casa, se lo desidera, può unirsi spiritualmente alla celebrazione di Sua
Santità e riceverne la benedizione.
Ai cristiani che oltre a "guardare" la Messa anelano a pregare
insieme ai propri cari, propongo due validi sussidi.
Il primo è un "Sussidio per la preghiera in famiglia" in assenza della Celebrazione
Eucaristica domenicale (disponibile
qui); schema di riferimento (con preghiere, esame di coscienza, letture,
riflessioni e comunione spirituale).
Il secondo è il "Foglietto della santa Messa" (disponibile
qui) con le "Letture Sponsali" realizzato dal Gruppo di coppie di
pastorale familiare della Diocesi di Palermo.
Carmelo Arnone
12 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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11/04/2020 |
Politica. Auguri di una
serena santa Pasqua, dal Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle Grotte |
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Messaggio di auguri del
Gruppo consiliare M5S di Grotte.
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“L’uomo non
può perdere mai la speranza nella vittoria del bene, questo giorno diventi
per noi l’esordio della nuova speranza” (Giovanni Paolo II).
.Auguriamo a tutti i nostri concittadini una serena santa Pasqua. |
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Gruppo consiliare M5S Grotte
Costanza Angelo
Vizzini Giada
Casalicchio Mirella
Morreale Salvatrice
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11/04/2020 |
Politica. Auguri di buona
Pasqua e donazioni dal Circolo "Lega - Salvini Premier" di Grotte |
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Piazza Umberto I |
I componenti del Circolo "Lega - Salvini Premier" di Grotte si sono recati
oggi al Palazzo municipale per la consegna al Sindaco di due lotti di
mascherine (vedi foto a lato); un dono per il personale della Polizia
Municipale e della locale Stazione Carabinieri. Di seguito il comunicato del
Circolo. *****
"Nella giornata di oggi 11.04.2020, una delegazione del Circolo “Lega
Salvini Premier” di Grotte, composta dal commissario locale sig. Joel
Butera e dai componenti il direttivo sigg.ri Salvatore Salvaggio,
Gianfranco Pilato, Antonio Vella e Luca Bonsignore,
attesa la perdurante pandemia da Covid-19, ha provveduto ha fare dono
all’Amministrazione Comunale ed alla locale Stazione dei Carabinieri di due
lotti di mascherine, presidi assolutamente indispensabili per lo svolgimento
dei loro delicati ed insostituibili compiti d’istituto.
Per l’Amministrazione comunale presente il sindaco dott. Alfonso
Provvidenza ed il responsabile della Polizia Municipale isp. capo
Salvaggio.
Il Sindaco, a nome dell’Amministrazione tutta, ha espresso vivo
compiacimento per l’iniziativa, ringraziando tutti i presenti per
l’importante gesto di solidarietà.
Il Circolo “Lega Salvini Premier”, sensibile al gravissimo momento di
ristrettezze che tutti i cittadini stanno vivendo, ha anche aderito
all’iniziativa “Spesa Solidale”, contribuendo sensibilmente alla raccolta di
generi di prima necessita.
Il Commissario, il Direttivo e tutti i Componenti, porgono alla cittadinanza
un sincero augurio di una santa Pasqua.
Il Commissario Cittadino
Joel Butera".
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11/04/2020 |
Letture Sponsali. "Ci ha
insegnato come risorgere a vita nuova" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
*****
Era ancora buio.
Quel mattino del terzo giorno, come oggi, viviamo nell'angoscia dell'assenza
di qualcosa, o di qualcuno. Un'assenza importante per noi, ognuno la può
rintracciare nelle proprie dolorose esperienze.
Signore, immaginiamo il tuo sepolcro vuoto e possiamo solo riconoscerci
piccoli e bisognosi di Te, perché come i primi discepoli non possiamo
comprendere la Scrittura se ci affidiamo solo ai nostri sensi o alla
ragione.
Infine anche Giovanni entrò nel sepolcro, lo vide vuoto e poi credette.
Perché è a partire dalla risurrezione che si inizia a vedere e a credere,
perché Tu sei la luce che illumina il buio, la vita che vince la morte e per
mezzo del tuo sacrificio passiamo ad una nuova condizione.
Allora forse possiamo ripercorrere a ritroso le tappe della tua vita, e
delle nostre, come individui e come coppie per (ri)aprire gli occhi ogni
giorno alla tua luce.
Smetteremo di comportarci come se Cristo fosse morto per sempre, perché la
sua luce risplende oggi nelle nostre famiglie, e tutto questo accade
quotidianamente.
Perché la fede, come l'amore, non si limita ad un'esperienza emotiva, ma è
frutto di una volontà, in lotta con le nostre tensioni interiori
(principalmente) e con le volontà altrui.
Lorenza e Gianluca
Punto chiave - Perché Cristo risorge dalla morte?
Si potrebbe sbrigativamente rispondere a questa domanda dicendo che Egli
risorge per dimostrare di essere Dio: ciò che a tutti gli uomini è precluso
- sconfiggere la morte, essere immortali - a Lui è possibile perché Egli è
Dio.
In tal senso la Resurrezione di Gesù segnerebbe un solco ancor più profondo,
una distanza ancor più marcata tra l’essere Dio e l’essere uomo. Ciò, però,
bisogna riconoscerlo, sarebbe in aspra contraddizione con la vita e le opere
di Cristo.
Come sarebbe possibile che lo stesso Dio che a tal punto ha voluto essere
Figlio dell’Uomo da affrontare la sofferenza e la morte, dopo appena due
giorni prenda così apertamente le distanze dall’uomo?
E, in effetti, a ben rifletterci, Gesù non è stato il primo a risorgere
dalla morte. Pensiamo a Lazzaro, di cui Egli stesso ha avuto pietà. Pensiamo
alla figlia di uno dei capi (es. Mt, cap. 9), la cui morte si è trasformata
in sonno grazie all’intervento di Gesù. Pensiamo perfino al Vangelo di
domenica scorsa quando, subito dopo che Gesù emise lo spirito, “…i sepolcri
si aprirono e molti corpi dei santi, che erano morti, risuscitarono…”.
Forse Gesù è risorto non per Se stesso ma per noi.
Gesù sarebbe meno Dio se non fosse risorto? Se il Suo Vangelo si
interrompesse nel momento più tragico, quello della morte, sarebbe meno
grande l’amore che Egli ci ha dimostrato? Perché Cristo ha voluto dunque
anche risorgere?
Non è facile rispondere a una domanda come questa.
Noi pensiamo che ogni istante della vita e delle opere di Gesù sia un dono.
Questo è stato l’ultimo, il Suo più grande dono: subito dopo averci
insegnato come morire, ci ha insegnato come rinascere, come risorgere a vita
nuova.
Nessuna colpa, nessuna caduta, nessun peccato, nessun fallimento sarà mai
troppo grande perché, grazie a Gesù, grazie a tutto ciò che Egli incarna in
sé e a cui noi possiamo e dobbiamo aspirare, ci si potrà rialzare.
Nelle nostre vite, individuali, di coppia, comunitarie: Gesù è la forza che
dà vita nuova
e rende sempre possibile l’atto del ricominciare.
Barbara e Adriano
Redazione
11 aprile 2020.
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10/04/2020 |
Comune. Auguri di "Buona
Pasqua, per guardare al futuro con ritrovata speranza" |
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Carlisi e Provvidenza |
Il sindaco Alfonso Provvidenza ed il presidente del
Consiglio comunale Angelo Carlisi, a nome di tutto il Consiglio e della
Giunta municipale di Grotte, nel ricordare il valore delle tradizioni anche
nel difficile momento che stiamo vivendo, formulano gli auguri pasquali a
tutti i cittadini. (Nella foto a lato, di ©
Giuseppe Figliola, il Sindaco ed il Presidente del Consiglio comunale). *****
COMUNE DI GROTTE
(Libero Consorzio Comunale di Agrigento)
Cari
Concittadini,
la ricorrenza della Santa Pasqua è un momento importante per la nostra
comunità cittadina che da sempre vive intensamente i riti della fede e le
tradizioni della Settimana Santa.
Le tradizioni rappresentano l'essenza e l'identità di ogni comunità umana:
un paese senza tradizioni è un paese senza anima.
Per noi grottesi, la Pasqua è in assoluto la tradizione più importante.
Dalla Domenica delle Palme fino alla Domenica di Pasqua ci siamo sempre
ritrovati immersi a vivere un'atmosfera particolare ed intensa, scandita da
diversi momenti di rappresentazione scenica e di suggestive processioni,
animate dalla partecipazione popolare, dalle bande musicali del paese e
dall'instancabile impegno e passione profuso dall'Associazione "Gruppo dei
Giudei Andrea Infantino" a cui va riconosciuto il merito di tramandare e
custodire le nostre tradizioni pasquali.
Purtroppo quest'anno sarà per tutti noi una Pasqua diversa dal solito,
caratterizzata dall'attuale emergenza epidemiologica da Covid-19 e dalle
stringenti misure precauzionali per contrastare il contagio, che dobbiamo
rispettare al fine di tutelare il bene più prezioso che possediamo: la
nostra salute, la salute pubblica e quella dell'intero Paese.
Unità, collaborazione e senso di responsabilità sono indispensabili in
questo imprevedibile ed inaspettato contesto che stiamo vivendo.
A tal proposito, un particolare ringraziamento va ai medici, agli
infermieri, agli operatori della sanità, agli addetti dei supermercati, ai
trasportatori, alle forze dell’ordine, ai volontari, ai sacerdoti ed a
coloro che con il loro silenzioso lavoro quotidiano, con abnegazione e senso
del dovere, garantiscono a tutti noi servizi indispensabili e beni di prima
necessità.
Consapevoli delle difficoltà e delle preoccupazioni del momento, dobbiamo
tutti insieme riscoprire il senso di appartenenza alla nostra comunità.
Essere comunità significa condividere valori e prospettive comuni da
costruire insieme.
Essere comunità significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in
misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese.
Con questi sentimenti, a nome delle Istituzioni municipali, formuliamo un
sincero augurio di Buona Pasqua a Voi, cari concittadini, perché insieme
possiamo guardare al futuro con ritrovata speranza ed entusiasmo.
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Il Presidente del Consiglio comunale
Dott. Angelo Carlisi |
Il Sindaco
Dott.
Alfonso Provvidenza
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09/04/2020 |
Salute. Emergenza
Coronavirus: Ordinanza del Presidente della Regione per Pasqua e
Pasquetta |
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Emergenza Coronavirus |
Il Presidente della Regione Siciliana, on. Nello Musumeci, in previsione
delle imminenti festività ha firmato una nuova Ordinanza, la n° 15 del 2020,
nella quale ribadisce alcuni divieti e stabilisce altri. Di seguito i punti
principali dell'Ordinanza.
Negli esercizi commerciali di vendita e distribuzione di generi alimentari,
anche all'aperto, gli operatori sono tenuti:
a) all'uso costante di mascherina;
b) all'utilizzo di guanti monouso o, in alternativa, al frequente
lavaggio delle mani con detergente disinfettante.
Le uscite per gli acquisti essenziali, ad eccezione di quelle per i
farmaci, sono limitate ad una sola volta al giorno e ad un solo
componente del nucleo familiare.
È inibito l'ingresso nel territorio comunale ai venditori ambulanti
al dettaglio, se provenienti da altri Comuni.
La chiusura domenicale e nei giorni festivi si applica anche ai servizi
di consegna a domicilio, fatta eccezione per i farmaci e per i prodotti
editoriali.
Da sottolineare l'obbligo di chiusura domenicale e nei giorni festivi
(quindi anche a Pasquetta) delle attività commerciali di vendita e
distribuzione di generi alimentari.
Redazione
9 aprile 2020.
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09/04/2020 |
Dialoghi. "Shuld: una
parola condiziona i rapporti tra i Paesi europei"; di Giuseppe Castronovo |
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Intervento del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
È così che la pandemia da "Coronavirus" ha messo in ginocchio il sistema
economico dell'intero pianeta. È così bastata quella che inizialmente era
considerata una semplice influenza per assistere all'imprevedibile: migliaia
di persone, in preda alla paura di restare prive del "pane quotidiano", che
si dirigono verso i supermercati e svuotare in poche ore gli scaffali. Anche
di questo abbiamo parlato al Circolo della Concordia dopo aver riflettuto
con il prof. Vezio di come una semplice parola - Schuld - possa condizionare
così profondamente i rapporti fra i Paesi del continente europeo.
Giuseppe Castronovo
"Shuld:
una parola condiziona i rapporti tra i Paesi europei"
(Dai
Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
Santo: Amici, avrete notato anche voi come stiamo assistendo ad un altro
duro scontro tra i 27 Paesi europei; uno scontro avente questa volta ad
oggetto modalità e tempi di reperimento delle risorse finanziarie per
affrontare la crisi economico/sociale che sta coinvolgendo l’intero
continente europeo - e non solo - a seguito dell’emergenza sanitaria del
Coronavirus. Avrete anche notato come l’Italia, a causa del suo fardello di
debito pubblico troppo elevato sia, ancora una volta, l’osservato speciale
tra i 27.
Romano: Purtroppo lo scontro in atto sta a dimostrare come ancora sia lunga
la strada che porta ad una vera e autentica integrazione dei Paesi europei.
Ersilio: Amici, una cosa è certa, e non si tratta di una novità dell’ultima
ora: a livello europeo è da tempo che si respira poca fiducia nell’Italia.
Non sono pochi, infatti, a dubitare che l’Italia possa non dico ridurre, ma
almeno contenere l’enorme debito pubblico che oramai ha superato, con il suo
130 % del PIL, di gran lunga il livello di guardia. Purtroppo l’Agenzia di
rating Goldman Sachs ha recentemente ridato fiato ai Paesi critici e
diffidenti verso l’Italia diramando due fosche previsioni per l’Italia. Ha
previso infatti che nel 2020:
- il PIL possa registrare un crollo vicino al 10%;
- il rapporto debito pubblico/P. I. L. possa pericolosamente avvicinarsi al
150%.
Si tratta di previsioni che hanno allarmato non poco gli altri partner
europei nel sentire l’Italia che chiede nuovi aiuti. Allarme, a dire il
vero, più che giustificabile: in Italia infatti negli ultimi 50 anni il
debito pubblico è più che triplicato, passando dal 40% del PIL del 1970
all’attuale 130% che, come dicevo prima, potrebbe schizzare anche al 150% a
causa della crisi provocata dal coronavirus. Attualmente il debito pubblico
della Germania, capofila dei paesi scettici verso l’Italia, è invece pari al
60% del PIL. Comprensibile quindi in un simile contesto e in presenza di
questi dati in particolare (130% italiano contro il 60% tedesco) la
diffidenza verso di noi in sede europea della Cancelliera tedesca Angela
Merkel! E la diffidenza questa volta sta assumendo i contorni di un vero e
proprio scontro da quando è diventato evidente come la crisi sanitaria alla
fine sia diventata anche una questione di soldi, di tanti soldi necessari
per evitare il collasso delle economie dei Paesi europei. Ora, tutti gli
Stati europei, compresa l’Italia, per contenere nei limiti del possibile gli
effetti negativi del Coronavirus sul tessuto economico/sociale dei
rispettivi Paesi, devono adottare dei provvedimenti per sostenere la ripresa
delle attività produttive attraverso:
- prestiti di denaro alle imprese, nello sforzo comune di salvare il maggior
numero possibile di posti di lavoro;
- aiutare economicamente chi è rimasto senza lavoro.
Per fare tutto questo gli Stati devono sostenere nuove spese, e poiché non
dispongono delle risorse necessarie devono reperirle sul mercato. E poiché
l’Europa è una realtà nella quale convivono Paesi con un alto rapporto
debito/PIL come, ad esempio l’Italia, e Paesi che, come la Germania, hanno
invece un più basso rapporto debito/PIL, capirete come non sempre risulti
facile adottare misure capaci di accomunare e conciliare situazioni così
differenti fra loro. Da qui molto spesso la formazioni di due gruppi che
propongono soluzioni non sempre compatibili fra loro. E anche questa volta i
27 arrivano all’appuntamento con questa nuova crisi divisi fra loro: da una
parte Italia, Spagna, Grecia ed altri facenti parte dell’Europa meridionale
e Germania, Olanda, Austria, Finlandia dall’altra, facenti parte dell’Europa
settentrionale. Per affrontare l’attuale crisi economica da coronavirus il
primo gruppo propone l’emissione dei cosiddetti “Coronabond” cioè di “Titoli
comunitari” emessi direttamente dalla Unione Europea; titoli che verrebbero
garantiti in solido dai 27 Stati. Si tratta di una proposta che viene
respinta dai Paesi del Nord Europa - Germania in primis - che non vogliono
farsi carico dei rischi per i debiti dei Paesi del Sud Europa, Italia in
primis. Il secondo gruppo propone invece l’apertura di crediti a favore dei
singoli Stati che ne faranno richiesta attraverso il MES. In questo caso
poiché i prestiti ottenuti non sarebbero coperti da una garanzia europea i
Paesi richiedenti verrebbero esposti a pericolose speculazioni del mercato
finanziario. Ecco perché l’Italia e i Paesi con un debito elevato non
vogliono ricorrere a questo strumento. Questo è il quadro della situazione
che, stante la sua complessità, non risulta di facile illustrazione. Spero
che la mia relazione sia stata sufficientemente all’altezza del problema.
Nenè: Non senza aver prima ringraziato il dott. Ersilio per il suo
intervento, do la parola al prof. Vezio.
Vezio: In verità il problema che volevo sottoporre alla nostra riflessione
parte da una constatazione finora non adeguatamente evidenziata dalla
stampa.
Nené: Quale?
Vezio: Oramai risulta chiaro come Germania, unitamente all’Olanda, alla
Danimarca, all’Austria, alla Finlandia formino un gruppo caratterizzato da
un comune atteggiamento di tendenziale freddezza, per non dire di aperta
ostilità, verso i Paesi con un elevato debito sovrano come la Grecia,
l’Italia, la Spagna e gli altri Paesi mediterranei.
Michele: Prof. Vezio, nel condividere la tua osservazione ritengo che la
stessa non sia stata ancora attentamente esaminata così come invece
meriterebbe. In effetti, tra i Paesi nordici da Lei citati si sta
diffondendo sempre più un pericoloso atteggiamento di diffidenza e
progressiva chiusura nei confronti delle richieste di aiuto da parte dei
paesi mediterranei con elevati debiti sovrani che per loro risulta sempre
più difficile onorare. Le chiedo quindi di approfondire il problema appena
evidenziato.
Vezio: Amici miei, oggi nell’Europa di Schengen, finalmente quasi senza
frontiere, e dove si tende a mandare in soffitta una volta per tutte le
ultime frontiere ancora esistenti, purtroppo sta venendo su una nuova
frontiera molto più pericolosa di quelle che eravamo abituati a vedere.
Nenè: Prof., a che tipo di frontiere si riferisce?
Vezio: Si tratta di frontiere che poggiano le loro fondamenta non sul
cemento come il famigerato “Muro di Berlino”, ma su profondi sentimenti
etico religiosi. Frontiere che poggiano su fattori, direi, più spirituali
che materiali, ovvero psicologici più che monetari.
Nenè: Ci può spiegare meglio?
Vezio: I giornali, finora, ci hanno abituato ad affrontare il tema del
confronto tra Paesi mediterranei e Paesi nordici prevalentemente, se non
esclusivamente, in termini finanziari. Non sarà sfuggito a nessuno di voi
come i termini più ricorrenti nel dibattito siano P.I.L., spread, debito,
fiscal compact, rapporto debito/PIL, Coronabond, MES e via dicendo.
Franco: È vero.
Vezio: È un’impostazione, questa fin qui seguita, alquanto limitativa che ci
impedisce di comprendere appieno la vera essenza del problema. Innanzi
tutto, come fin qui è stato ben evidenziato, ai Paesi mediterranei si oppone
la Germania e con essa una serie di Stati nordici accomunati dal fattore
religioso: il Protestantesimo. Il fenomeno religioso si sta, in effetti,
sempre più affermando quale elemento più di divisione che di coesione
all’interno della Comunità Europea creando di fatto due blocchi nei quali la
Germania è di fatto simbolo e guida dei Paesi nordici, mentre la Grecia anni
addietro e ultimamente l’Italia a causa della grave crisi che sta
attraversando sono di fatto diventati il simbolo dei Paesi mediterranei.
Questi ultimi costituiscono una realtà economico/sociale caratterizzata dal
fatto di avere tutti quanti un elevato debito pubblico, mentre i primi hanno
un debito pubblico molto più contenuto. Non solo! Sottopongo alla vostra
attenzione quest’ulteriore riflessione: quelli mediterranei sono Paesi a
religione prevalentemente cattolica, mentre quelli nordici sono Paesi a
religione prevalentemente protestante.
Totò: Non posso non constatare come molto raramente l’analisi sia stata
svolta in questi termini. Mi scusi prof. per l’interruzione.
Nenè: Prof., prosegua pure.
Vezio: Per comprendere appieno il problema dei rapporti tra i Paesi del Nord
e quelli del Sud Europa al fenomeno religioso va associato anche quello
linguistico. Dovete sapere che nella lingua tedesca troviamo il termine
“schuld” che viene correntemente tradotto con il termine “debito”.
Ma il problema è alquanto più complicato di quanto si possa pensare. Dovete
infatti sapere…
Franco: Che cosa?
Vezio: La lingua tedesca include nel termine “schuld”, oltre al già
ricordato “debito”, altri termini di uso abbastanza comune tra noi
italiani. Tra questi ricordiamo colpa, misfatto, delitto, obbligo morale.
Non si tratta, amici miei, di semplice differenze semantiche, ma di termini
che stanno a testimoniare le profonde differenze culturali tra Cattolici e
Protestanti. E poiché in lingua tedesca le parole “debito” e “colpa” sono
sinonimi, chi non riesce a onorare un debito è un “colpevole”, e quindi una
“persona moralmente obbligata” verso il creditore. Secondo questa chiave di
lettura quello che lega creditore e debitore, da rapporto squisitamente
monetario diventa anche rapporto etico/morale. A sostegno della tesi della
sinonimia tra “debito” e “colpa” possiamo richiamare la preghiera del Padre
nostro nella versione ufficiale della Chiesa Cattolica che viene recitato
anche nelle funzioni religiose. Ebbene, trattasi del testo dell’apostolo
Matteo che dice così: “Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo
nome… dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori…”. Sinonimia ancor più evidente
nel testo del Vangelo di San Luca dove leggiamo: ”Padre, sia santificato il
tuo nome, … perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni
nostro debitore…”. Non vi sarà sfuggito come per San Luca il “debito” è di
per sé un peccato e viceversa il peccato è un debito. Anche per la lingua
tedesca c’è piena simmetria tra i due termini “debito” e“colpa” nel senso
che poiché il debito è associato alla colpa, anche la colpa va associata al
debito. Altrimenti detto, per la lingua tedesca, il debito è di per sé una
colpa e viceversa. Ora se per il protestante il debito è l’amaro frutto
avvelenato di un peccato, diventa più comprensibile la diffidenza dei Paesi
del nord Europa verso i Paesi mediterranei. Concetti, questi, che fan parte
del DNA della Cancelliera tedesca Merkel, figlia di un Pastore luterano.
Ecco dove affonda anche le sue radici il difficile rapporto tra le
“formiche” del Nord Europa e le “cicale” mediterranee. Questa è la cultura
di cui sono impastati i cittadini del Nord Europa, e di questo non possiamo
non tenere conto. E poiché è arrivata l’ora delle decisioni, forse su tutto
questo bisognerebbe riflettere più di quanto non abbiamo fatto finora.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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09/04/2020 |
Chiesa. "Andrà tutto bene!";
messaggio dei bambini del 2° anno si iniziazione cristiana |
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Guarda il video |
Sulle note
della canzone “Rinascerò. Rinascerai” di Roby Facchinetti, i bambini del
2° anno del cammino di iniziazione cristiana, dell'Unità Pastorale di
Grotte, guidati dai loro accompagnatori nella fede (Angela Licata, Franca
Ciccotto, Maria Martorelli, Anna Agnello, Stefano Maida e Piera Castronovo),
hanno voluto riunirsi idealmente (tramite le loro foto) e condividere con
tutti il messaggio: "Andrà tutto bene, perché insieme di può" (guarda
il video).
"Questo
video è stato realizzato grazie al contributo dei bambini del 2° anno
del cammino di iniziazione cristiana e con la collaborazione dei loro
genitori, ai quali a il nostro grazie - scrivono gli accompagnatori -.
Nel corso degli incontri di catechesi con i bambini abbiamo incontrato e
conosciuto la figura di Noè e del significato dell’arcobaleno che porta a
conclusione l’evento del diluvio universale, segno che ristabilisce
l’alleanza tra Dio e l’uomo. I bambini sono segno visibile di speranza e
tutti i loro arcobaleni disegnati vogliono lanciare un messaggio forte a
tutti gli uomini e le donne di oggi, affinché ristabiliscano e mantengano
viva l’alleanza con Dio. Lui ce lo dice nel Vangelo di Giovanni: “Io sono la
vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché
senza di me non potete far nulla” (Gv15,5). Inoltre questa iniziativa vuole
essere un omaggio e un ringraziamento ai nostri medici, agli infermieri, a
tutto il personale sanitario, ai tanti volontari, a tutte le forze
dell’ordine, a tutte le autorità istituzionali e a quanti continuano ad
espletare i lavori utili e necessari alla nostra comunità. Vuole essere un
messaggio di speranza che in fondo al tunnel c’è la luce, ma soprattutto che
Dio è sempre con noi e non ci lascia mai da soli".
Redazione
9 aprile 2020.
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08/04/2020 |
Salute. Nessun contagio:
negativi 7 tamponi effettuati a Grotte. Il Sindaco: "Non abbassiamo la
guardia" |
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Al momento Grotte si conferma immune dal contagio di Coronavirus.
Nella giornata di ieri è arrivata la comunicazione dei risultati dei primi
7 tamponi effettuati a cittadini di Grotte; tutti hanno dato esito
negativo. Si attendono ancora i risultati di altri tamponi eseguiti
successivamente.
Attualmente i soggetti in isolamento, presenti nel paese, sono 18;
per loro sono state attivate le
speciali procedure previste per la raccolta dei rifiuti presso le loro
abitazioni. L'Amministrazione comunale conferma di essere in grado di
assicurare il protocollo per la raccolta dei rifiuti presso i soggetti
contagiati, nel malaugurato caso in cui ci dovessero essere.
"Naturalmente, non abbassiamo la guardia" dichiara il sindaco Alfonso
Provvidenza, che continua a raccomandare: "Restiamo a casa!".
Redazione
8 aprile 2020.
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08/04/2020 |
Cronaca. Tragedia a Grotte:
ucciso il tabaccaio Roberto Chiarenza |
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Corso Garibaldi
Via Orsini |
Roberto Chiarenza, 56enne titolare di una delle più antiche
tabaccherie di Grotte, è stato ucciso. La tragedia è accaduta verso
le ore 08.00 di stamattina, mercoledi 8 aprile 2020, in Via Orsini. Da una
prima ricostruzione dei fatti pare che a compiere l'insano gesto sia stato
il fratello maggiore, Pietro, di 64 anni, prontamente tratto in stato di
fermo dai militari della locale Stazione Carabinieri immediatamente
intervenuti sul posto.
Le indagini, coordinate dalla dott.ssa Cecilia Baravelli,
Sostituto
Procuratore presso la Procura della Repubblica di Agrigento, sono
svolte dai Carabinieri di Grotte e dal nucleo investigativo del Comando
provinciale di Agrigento.
Gli operatori del 118, chiamati per prestare soccorso alla vittima, non
hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Sempre nella mattinata,
presso l'abitazione di Via Orsini dove è accaduto l'omicidio, è stato svolto
un
circostanziato sopralluogo da parte della Sezione Investigazioni
Scientifiche del Comando provinciale Carabinieri di Agrigento (vedi immagini
a lato), al termine del quale è stata rimossa la salma.
Sullo svolgimento dei fatti, l'ipotesi prevalente è quella che Pietro
Chiarenza abbia atteso il fratello Roberto sulla porta di casa, per colpirlo
al collo con numerose coltellate. Sulle motivazioni dell'omicidio indagano
gli inquirenti.
I due fratelli - i cui rapporti sembra che da tempo fossero deteriorati -
coabitavano al piano superiore dell'antica tabaccheria del Corso Garibaldi,
insieme ad un terzo fratello.
Redazione
8 aprile 2020.
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Tabaccheria
Investigazioni Scientifiche |
07/04/2020 |
Salute. Nuova sanificazione e
disinfezione delle vie di Grotte; mercoledi 8 e giovedi 9 aprile |
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Sanificazione |
Domani, mercoledi 8, e dopodomani, giovedi 9 aprile 2020, sarà
effettuato un nuovo intervento di sanificazione e disinfezione delle vie
di Grotte. Dopo quello già realizzato dal 14 al 18 marzo, nei prossimi
due giorni, indicativamente a partire dalle ore 21.30 sino alle ore 24.00,
operatori specializzati procederanno nuovamente a sanificare tutto il centro
abitato e la cinta periferica, attraverso la diffusione tramite atomizzatore
con lancia manuale di una miscela di acqua e prodotti specifici (rispondenti
alle norme in vigore).
Nelle immagini a lato, alcuni momenti dell'intervento di marzo.
Redazione
7 aprile 2020.
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Sanificazione |
06/04/2020 |
Solidarietà. Sul conto
corrente del Comune è possibile effettuare donazioni per l'emergenza
Covid-19 |
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Donazione solidale |
Da oggi è possibile effettuare le donazioni solidali, per affrontare
l'emergenza Coronavirus, sul conto corrente intestato al Comune di Grotte
n. IT72R 02008 83050 000103240955 (Unicredit) con la causale
"Donazioni Emergenza Covid-19". A darne notizia è l'Amministrazione
comunale con un avviso diramato in mattinata.
L’Ordinanza della Presidenza Del Consiglio Dei Ministri - Dipartimento Della
Protezione Civile del 29 marzo 2020 “Ulteriori interventi urgenti di
protezione civile in relazione all'emergenza relativa al rischio sanitario
connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali
trasmissibili” ha autorizzato i Comuni all'apertura di appositi conti
correnti bancari presso il proprio tesoriere onde fare confluire le citate
donazioni. Questa mattina il Comune di Grotte ha avuto il via libera dalla
Banca.
"Desidero ringraziare il dott. Arnone della sede Unicredit di Agrigento
per essersi prontamente attivato per l’apertura del conto - ha
dichiarato il sindaco Alfonso Provvidenza -. Preciso che tutte le
donazioni verranno fatte sul conto corrente del Comune e che le stesse -
ha tenuto a chiarire il Primo Cittadino - confluiranno su un sub-conto
attivato con vincolo n. 100003 'Donazioni Emergenza Covid-19'".
Redazione
6 aprile 2020.
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06/04/2020 |
Racconti. "Anche della
gatta" (Racconto in forma quasi dialogica); di
Salvatore Bellavia |
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Salvatore Bellavia
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Riproponiamo questo racconto di Salvatore Bellavia, per regalare un sorriso
ai nostri lettori.
Un testo che tocca corde sensibili dell'animo umano, mostrando senza remore
"miserie certe e presunte nobiltà" di una società ormai dimenticata. Preso
per mano, il lettore viene accompagnato lungo una strada che, se vorrà,
dovrà continuare a percorrere da solo, libero di ricreare con la fantasia
quel mondo in cui la ragione si contrappone al sentimento, lasciando
prevalere - a propria insindacabile scelta - l'una o l'altro.
Un'altra di quelle preziose miniature che solo Salvatore Bellavia, con
paziente e minuzioso lavoro di penna, cuore e memoria, riesce a creare e
regalare.
Carmelo Arnone
ANCHE DELLA GATTA
(Racconto in forma quasi dialogica)
di Salvatore Bellavia
Il catunìu nel giro di qualche ora, come un fiume in piena, invase
via Giovanni Da Procida per poi slargarsi nelle vie adiacenti, nelle vie a
valle e in Corso Garibaldi. Mano a mano che passavano le ore prendeva forza
e sostanza tali da inerpicarsi per le vie e le scalinate che portavano nei
quartieri in cima alla collina sulla quale Grotte si era edificata.
Il catunìu si era scatenato quando la lavandaia Barcillunisa,
in confidenza, in stretta ed assoluta confidenza, ad una sua amica che le
chiedeva del perché andasse tutti i giorni e da tanti giorni in casa
Moranti, spiegò che era stata chiamata per lavare e stirare il corredo della
signorina.
E poiché, come da consuetudine, si faceva il bucato del corredo in
prossimità del matrimonio, fu chiaro e certo che la signorina Dorotea da lì
a poco sarebbe convolata a giuste nozze.
Qualche curioso volle sincerarsi che la notizia - il cicaleccio ormai era
già diventato notizia - fosse vera e quindi, come per caso, passò da Via
Giovanni Da Procida per constatare se veramente il corredo era steso ad
asciugare. Della biancheria nel grande terrazzo, adornato da tantissimi vasi
di gerani, garofani e rose, non vi era traccia. Quasi deluso, concluse che
forse qualcuno si era divertito ad inventare un matrimonio per una
ventiseienne signorina, ormai, per quei tempi, troppo avanti negli anni.
Quando Filippuzzu - questo era il nome del curioso - quella sera nella
bettola di Iacu molinello, intervenne, in una agitatissima e gridata
discussione infarcita di mille imprecazioni e di altrettante bestemmie, per
dire di ciò che aveva verificato, e che quindi il fatto del matrimonio era
soltanto uno scherzo e una maldicenza, fu zittito con:
- Sei il solito babbu, parli senza sapire!
Era intervenuto il mezzadro dei signori Moranti che, quando il vino
cominciava a produrre i suoi effetti, parlava in un suo italiano.
- Devi sapire, tutti àta sapire, che il corredo viene steso ad asciugare nel
grande cortile interno della casa, e io, quando portai il mosto in cantina,
il magnifico e ricco corredo l’ho visto, bianchissimo e splendenti.
Assodato che la signorina si preparava per le nozze, restava da sciogliere
un grande e capitale mistero: e lo sposo? L’uomo che era riuscito a non
subire la mortificazione di uno sprezzante "No", quel "No" che aveva
fulminato ed ucciso le speranze dei tanti pretendenti, che non vantando
nobili natali, avevano osato chiedere la mano di donna Dorotea Moranti, chi
era?
Pruriginosa e insistente domanda che in paese tanti si facevano e facevano,
ma che per parecchi giorni non trovò risposta se non in fumose ipotesi e
ardue fantasie.
Luzza, la vicina dirimpettaia di casa Moranti, mentre era intenta a ricamare
ebbe come una folgorazione e pescò nella sua vivace memoria l’immagine di un
forestiero, non più giovane ma distinto nel portamento ed elegantemente
vestito, che una volta, qualche mese addietro, aveva visto entrare in casa
Moranti: "forse" era proprio questo signore il promesso sposo. Di questo suo
vago ricordo Luzza ne parlò con il marito.
E quella stessa sera Corrado, mentre aspettava il suo turno dal barbiere,
orgoglioso di sapere cose che altri non immaginavano neppure, eliminando il
"forse" della moglie, disse che la signorina Dorotea si era fidanzata con un
signore forestiero benestante, di ottima ricca e nobile famiglia.
Gaspare Loiotta, che in quel momento aveva affidato la barba alle cure delle
delicate mani di Giuvanninu, che odoravano di cipria e di alcool, non si
fece sfuggire l’occasione per fare intendere che lui tutto sapeva e che di
questo fidanzamento non ne aveva mai parlato per rispetto del segreto che
Erminio, il fratello di Dorotea, gli aveva affidato.
Conoscendo la vocazione alle fantasiose bugie per le quali il Loiotta era
conosciuto, nessuno gli credette. E intanto, per non essere da meno e
accreditarsi come uno che sapeva, il mediatore Sciabolona affermò di
avere visto quel forestiero vestito alla foggia cittadina in compagnia
proprio del fratello di donna Dorotea.
Il chiacchiericcio lentamente si sciolse nella musica: due mandolini e una
chitarra cominciarono le prove delle arie e delle canzoni da eseguire nella
prossima serenata che qualche giovane avrebbe portato sotto il balcone
dell’innamorata, a rischio di qualche fucilata o di una doccia maleodorante
a opera di un padre geloso.
Donna Ersilia timidamente bussò. Un suono simile ad un grugnito le fece
intendere che poteva entrare. Trovò il marito seduto alla scrivania, intento
come al solito a cercare di dare ordine all’immenso archivio di famiglia.
Casse, bauli e scaffali ospitavano molti libri e i
tantissimi secolari documenti: dai contratti prematrimoniali degli avi di
Don Raimondo, agli atti di acquisto e di vendita dei feudi, nonché tutte le
carte delle tantissime cause civili intentate; Don Raimondo orgogliosamente
affermava che lui mai aveva litigato con qualcuno, perché lui faceva
litigare le carte.
Ormai, dal giorno in cui decise di affidare la cura e
l’amministrazione delle terre e dei tre palazzi, che aveva acquistato a Palermo, ai due figli maschi, viveva chiuso in quella stanza in piacevole
solitudine assieme al suo cane da caccia, ormai vecchio anch’esso, che se ne
stava quietamente accucciato su una vasta poltrona vigilando sulle ingrate
fatiche d’archivista del suo compagno di lontane ed epiche battute di
caccia.
Marito e moglie si davano del "voi". Quel "voi" che i quarant’anni di
matrimonio non erano riusciti a mutare in "tu".
- Che cosa è successo? Cosa volete?
- Mi dovete scusare se vi ho disturbato. Una persona di fiducia mi ha
riferito che vostra nipote Dorotea sta per sposarsi.
- E perché lo venite dire a me, pur sapendo che quella famiglia per me, per
voi, per i tuoi figli, per tutto il parentado non esiste più?
Mentre pronunciava queste parole, il viso gli si avvampò e la voce da pacata
e quasi sussurrante diventò acuta e stridula.
A donna Ersilia vennero le lacrime agli occhi, aspettò che si calmasse:
-
Ma se a compromettere l’onorabilità e il decoro della sua famiglia e di
tutto il casato è stato vostro fratello, i vostri nipoti, i suoi figli, che
colpa ne hanno, poveretti?
- Si, ma… perché siete venuta a dirmi di queste nozze?
- Ho pensato che Dorotea non ha nessuno che il giorno del matrimonio
l’accompagni all’altare…
- E per questa incombenza, sono sicuro che avete pensato a me. Brava, brava,
brava!
Don Raimondo era innamoratissimo della moglie e vedendole le guance
devastate da fluentissime lacrime si addolcì, si alzò dalla scrivania e le
diede un bacio in fronte.
- Ci penso e più tardi ne parliamo con calma.
Donna Ersilia, nella certezza che il marito avrebbe fatto ciò che lei gli
aveva chiesto, uscì dalla stanza quasi sorridendo.
Don Raimondo, agitato com’era, non tornò alle sue carte. A grandi falcate si
mise a calpestare l’elegante pavimento di mattoni smaltati di "valenza",
finemente decorati con aurei gigli su sfondo azzurro.
Si chiese se la moglie non avesse ragione nel sostenere che i figli di quel
debosciato non avevano colpa alcuna dello sfregio arrecato al casato e che
quindi non meritavano di essere trattati come estranei, anzi peggio.
Ormai erano anni che don Raimondo quando, seppure raramente, gli capitava di
parlare - e questo accadeva soltanto in famiglia - di quel suo fratello, non
ne pronunciava il nome: per lui era il debosciato.
Attilio, questo era il nome del fratello, posseduto dal demone del gioco
d’azzardo, piano, piano, anno dopo anno, sconciò in maniera irreparabile il
patrimonio di famiglia e se i beni della moglie non fossero stati protetti
dal vincolo dotale avrebbero fatto la stessa fine delle terre e delle case
che il debosciato aveva ricevuto in eredità dai genitori.
Anche se il danno ormai era già fatto, don Raimondo, d’accordo con la
cognata e con Dorotea, fecero interdire Attilio, che disperato e mortificato
non uscì più da casa.
Dopo che furono celebrati i funerali di donna Erminia, morta di crepacuore,
don Raimondo e tutti i parenti, anche collocati nei rami più estremi
dell’albero genealogico, decisero di non mettere più piede nella casa
abitata da colui che aveva così gravemente compromesso la dignità e
l’onorabilità del casato.
Una mattina Dorotea, entrando nella stanza nella quale stava rinchiuso come
segregato, trovò il padre morto; in mano stringeva un mazzo di carte da
gioco.
Don Raimondo mandò a chiamare, con la criata Fofò, lu milucchisi,
fedele uomo di fatica tuttofare.
- Vai da mia nipote Dorotea per dirle che tra un’ora andrò a trovarla.
Poi entrò nel salotto, dove era certo di trovare la moglie intenta a
ricamare.
- Andate a prepararvi. Appena sarete pronta andremo a trovare i nostri
nipoti.
Donna Ersilia sorrise e poi gli sussurrò, mentre poggiava il telaio sul
tavolo che le stava davanti:
- Grazie. Io so che siete buono ed ero certa che mi avreste accontentata.
L’annuncio che da lì a poco sarebbero venuti in visita don Raimondo e la
zia Ersilia mise in grande agitazione Dorotea, che non riusciva a spiegarsi
come mai dopo tanti anni di assoluto silenzio e disinteresse, ora gli zii si
fossero decisi a varcare la soglia di casa sua.
Tre colpi di batacchio la riscossero da ogni pensiero, e si precipitò ad
aprire il portone tirando la cordicella legata ad un gancio in cima alla
scala.
Con passo esitante e timoroso scese per andare incontro agli ospiti.
Don Raimondo, senza dire una parola, salutò Dorotea con una stretta di mano,
mentre le due donne si abbracciarono.
Quando si accomodarono nel salotto che Dorotea, in attesa della visita,
aveva messo in ordine, don Raimondo si decise a parlare.
- Cara nipote, a dire il vero se qualche ora fa qualcuno mi avesse detto che
oggi avrei messo piede in questa casa l’avrei preso per pazzo provocatore.
Se sono qua lo devi a tua zia.
- Zio, scusate ma non capisco. Intanto vi ringrazio per essere venuto, ma mi
piacerebbe capire la ragione che… cosa vi ha spinto a...
- Cara Dorotea, la vita alle volte ti chiama ad assolvere dei doveri così
importanti tali da costringerti a derogare anche a quelle decisioni che
ritenevi solide e immutabili.
Intanto il collo e il viso di Dorotea erano stati invasi da chiazze
rossastre, segno di grande agitazione e preoccupato nervosismo, mentre il
suo sguardo si faceva sempre più ansioso e smarrito.
Donna Ersilia, per rasserenare la nipote:
- Tranquillizzati, perché lo zio e io siamo venuti per annunciarti una
giusta e bella decisione.
Don Raimondo appoggiò le spalle allo schienale della comoda poltrona,
tossicchiò, diede un’occhiata d’intesa alla moglie:
- Essendo io il più anziano del nostro casato devo adempiere a tutti quei
doveri che il ruolo m’impone, e tra questi doveri sicuramente c’è quello di
fare le veci di tuo padre. Tua zia ed io abbiamo pensato che, oltre che
giusto, è anche doveroso che sia io ad accompagnarti all’altare…
- Ma zio, perché dovreste accompagnarmi all’altare? A quale altare?
- Ma… non vorrai sposarti senza che io ti consegni al tuo sposo?
Don Raimondo, fulminando lo sguardo la moglie che già aveva dato la stura
alle lacrime:
- Ogni volta che, per accontentarvi, vi do ascolto e faccio quello che mi
suggerite, mi fate fare fesserie, per non dire altro…; vostra nipote, è
chiaro che non ha gradito la nostra visita. Alzatevi e andiamo via da questa
casa!
- Ma chi vi ha dato notizia di questo mio presunto matrimonio?
Donna Ersilia si asciugò gli occhi e il naso, poi con voce tremolante:
- Giugiuzza, la nostra criata, tornando da fare la spesa, mi raccontò che
nella pescheria si parlava di te, del tuo fidanzato, che è un forestiero
benestante, e del corredo che per giorni la barcillunisa ha lavato
e stirato.
Dorotea sentendo ciò si lasciò andare ad una così forte e lunga e quasi
sguaiata risata da fare stralunare gli zii che, per un momento, temettero
fosse uscita di senno.
- Ho capito. Ho capito tutto. Se per favore venite con me vi spiego il
mistero del corredo.
Dorotea si avviò, seguita dagli zii, lungo un ampio e spoglio corridoio,
poi presa la chiave dalla tasca aprì la porta:
- Questa è la stanza dei corredi.
Entrando, Don Raimondo e donna Ersilia si trovarono in un ambiente spoglio
di arredi e mobili, allineati lungo una parete c’erano tre grandi bauli con
il coperchio a botte che sembravano antichi sarcofagi.
- Il baule di destra contiene il corredo di mia nonna Celestina, nel baule
che sta al centro vi è il corredo della buonanima di mia madre e in questo
c’è il mio corredo; corredo che penso proprio mai avrò modo di usarlo. Vi
spiego. Da sempre, per evitare che ingialliscano, ad anni alterni li faccio
lavare. Quando sono scoppiata a ridere, magari in maniera esagerata e per
questo vi chiedo scusa, ho pensato che se ogni volta che ho fatto fare il
bucato dei corredi mi fossi sposata, oggi dovrei essere vedova di almeno
venti mariti.
A queste parole anche gli zii si misero a ridere.
Mentre tornavano in salotto Don Raimondo chiese notizie di Oreste.
Il viso di Dorotea s’incupì.
- É andato a Fanara per un poco di frutta, a momenti sarà di ritorno.
A rompere il pesante silenzio che aveva invaso quella stanza ci pensò donna
Ersilia.
- Ti sei fatta triste, cos’è che ti ha turbato?
Dorotea respirò profondamente, abbassò gli occhi, come ad evitare lo sguardo
degli zii e trattenendo a stento un singhiozzo:
- Il mio caro fratellino mi sta consegnando alla tomba, e sono così
disperata che sarei proprio felice di morire.
- Ma, cosa è accaduto? Perché desideri morire? - le chiese Don Raimondo.
- Perché Oreste vuole coprire questa disgraziata nostra famiglia di un’altra
vergogna, come se non fosse bastata quella procurataci da quella buonanima
di vostro fratello.
- Perché, anche lui gioca d’azzardo?
- No. E poi con quali soldi se con quello che ricaviamo dalla terra possiamo
appena campare?
- E allora?
- Dice che vuole sposarsi.
- Ma che un giovane possa desiderare di farsi una propria famiglia non penso
proprio che sia una vergogna.
- Dite così perché non sapete chi è la giovane che Oreste vorrebbe
impalmare.
- Devo ritenere che avrà avuto il buon gusto di scegliere qualcuna degna di
entrare nel nostro casato.
- E questo è, caro zio, il guaio. Si è invaghito di una certa Filippa,
figlia di uno zolfataro. Da mesi mi tormenta, e più di una volta ha
minacciato di fare qualche follia: vuole che mi rechi a casa di Ntoniu
cuozzu luordu per chiedere la mano di questa ragazza.
- Ora che viene ci penso io. Da ora in poi questo damerino avrà da fare con
me e stai certa che gli farò passare questa voglia insana.
Donna Ernestina, che in perfetto silenzio aveva espresso il suo pensiero -
come suo solito - piangendo, si decise a parlare per dire che quel nipote
aveva ereditato la testa leggia del cognato.
- Cari zii, non immaginate neppure quanti sacrifici faccio per farlo andare
lindo e ben vestito, perché non si abbia a pensare che la nostra famiglia
viva di stenti. Per fargli fare bella figura con gli amici, la domenica gli
do i soldi per comprarsi un pacchetto di Serraglio, le sigarette
profumate che tanto gli piacciono. E lui cosa fa? Una persona fidata mi ha
riferito che da quando si è incapricciato di questa giovane, le sigarette
non le compra più e i soldi li spende per comprare dei dolci che porta a
casa di quella famiglia. Ormai è diventato la favola di tutto il paese.
- Ma se non c’è fidanzamento ufficiale, come mai lo accolgono in casa? -
disse sospirando donna Ernestina.
- Cara moglie, voi non capite che quelle persone sono gentaglia e non
conoscono né pudore, né puntiglio, e pur di accalappiare un Moranti
farebbero fare alla figlia anche… cose indecenti.
Un rumore di passi provenienti dalla scala fece cessare ogni discussione.
Quando Oreste entrò nel salotto, nel vedere Don Raimondo e Donna Ersilia, la
sua leggera balbuzie si acuì al punto da non riuscire a profferire il
doveroso saluto.
- I nostri cari zii oggi hanno voluto onorarci di una visita, dimostrando
così che ci vogliono bene e che non si sono scordati di noi.
Rincuorato dalle parole della sorella si calmò e finalmente, accompagnato da
un largo sorriso, abbracciò Don Raimondo e diede una calorosa stretta di
mano alla zia. Poi si sedette pure lui.
Gli occhietti acquosi e puntuti di Don Raimondo si posarono su Oreste:
- Tua sorella ci ha informati della tua volontà di sposarti. Allora ci siamo
chiesti, non avendo tu né arte né parte, come pensi di mantenere una
famiglia? Tu sai bene, e se ancora non l’hai capito te lo spiego io, che il
poco che si è riusciti a salvare dalla furia distruttiva di quel… - stava
per dire debosciato, ma si trattenne - di quella buonanima di mio fratello,
a forza di sacrifici e rinunce fatte soprattutto da tua sorella, basta
appena a farvi vivere dignitosamente. Ma, al di là delle difficoltà
economiche che avresti per sostenere una tua eventuale famiglia, difficoltà
che in un modo o nell’altro potremmo aiutarti a superare, ciò che non può
essere da noi e dal nostro casato accettato è il fatto che il tuo cervello
balzano abbia potuto concepire l’idea che un Moranti possa insozzare il suo
nobile sangue con il sangue della figlia di uno zolfataro. Ti dico subito
che se intendi persistere, dopo quello che ti ho detto, nell’ignobile
desiderio di volere sposare quella ragazza, quanto è vero Dio, ti faccio
interdire, come… oppure ti faccio chiudere in manicomio.
Quando don Raimondo, sbattendo con violenza una mano sul bracciolo della
poltrona, cessò il suo rabbioso discorso, Oreste, afflitto com’era dalla
balbuzie, con gli occhi rossi di pianto e di rabbia cominciò a smozzicare
parole, mentre si agitava sulla sedia come un tarantolato.
Non riuscendo Don Raimondo a capire quello che il nipote andava dicendo, o
che almeno tentava di dire, si rivolse a Dorotea:
- Che dice, non ho capito una sola parola?
- Dice che non intende rinunciare alla ragazza e che ormai si è affezionato
a quella famiglia di zolfatari, tanto da essere innamorato anche della gatta.
Salvatore
Bellavia
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 2 maggio 2016.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.
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06/04/2020 |
Salute. Avvisi ai cittadini:
adesione elenco esercizi commerciali anche dopo il 6 aprile e pagamento
entro 5 giorni |
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Alfonso Provvidenza |
Ad integrazione delle disposizioni precedenti (leggi
gli
articoli di marzo, del
01.04.20, del
02/04/20 e del
03.04.20), i nuovi avvisi del Sindaco
di Grotte, dott. Alfonso Provvidenza. *****
"Avviso - Emergenza COVID-19 -
Avviso pubblico agli esercizi commerciali di prodotti alimentari o di
prima necessità.
Si avvisa che le adesioni potranno essere presentate anche oltre la scadenza
originariamente fissata al 6 aprile.
Si precisa, altresì, che il rimborso dei costi agli esercenti avverrà a
seguito di rendiconto settimanale, con pagamento entro cinque giorni dal
ricevimento.
Si comunica, infine, che possono aderire tutti gli esercizi commerciali
operanti nel Comune di Grotte e quindi anche quelli con sede nella c.d. zona
di Confine.
Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza".
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05/04/2020 |
Attualità. "Quando
arriva la Pasqua il nostro cuore si rivolge a Grotte"; di Salvatore Filippo Vitello |
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Dott. Vitello
Mostra foto storiche |
Salvatore
Filippo Vitello, Procuratore della Repubblica di Siena.
***** In un'atmosfera mesta, piena di incertezze, si
apre la Settimana Santa.
La Domenica delle Palme è il momento di inizio di una festa antica e per noi
identitaria, che evoca lieti ricordi: incontri, raduni, riunioni familiari,
rituali laici e religiosi. Questa Domenica delle Palme del 2020 è diversa da
tutte le altre.
A mia memoria ma anche a memoria di quelli più grandi di me e penso di
almeno due generazioni passate, non è mai successa una cosa del genere.
Forse potrà essere accaduto nel periodo di epidemia di spagnola, subito dopo
la prima guerra mondiale, ma nei racconti di mia nonna non si è fatto cenno
ad una tale evenienza, che sicuramente avrebbe fatto notizia anche per le
future generazioni.
Quest'anno la nostra Domenica delle Palme non si terrà. Non vi sarà il
popolo che osanna l'entrata del "Re novello", né la tipica processione e la
sua naturale conclusione con la Santa Messa di mezzogiorno, dove si legge, a
tre voci, il lungo Vangelo di Matteo, c.d. Passio, che ripercorre le vicende
che hanno portato alla morte di Gesù per opera di Ponzio Pilato e dei
giudei.
L'assenza delle rappresentazioni, attese da mesi e preparate con cura dai
giovani, che si passano il testimone, di anno in anno, ci porta a rifugiarci
nei ricordi e nella memoria delle ricorrenze passate.
Capita così di vedere sui social foto e video delle feste pasquali.
Le guardo con cura preso dall'ansia di riconoscere le persone che vi
compaiono, molte delle quali, per le foto risalenti nel tempo, non sono
purtroppo più presenti.
Vi sono foto di fine anni ‘60 e degli anni ‘70 (NdR: vedi
mostra di foto storiche) dove si coglie l'aspetto dimesso degli adulti e
lo sguardo allegro dei giovani e dei ragazzi. Soprattutto è resa evidente la
semplicità di quella realtà sociale, che trova la sua origine nella sua
prevalente economia contadina.
In quelle immagini è rappresentata una comunità di persone umili e semplici,
che riuscivano, con sofferenza ed a costo di duri sacrifici, a vivere di
poco ma con grande dignità.
L'umiltà di allora si è in parte smarrita nel corso del tempo. Il progresso
ed il benessere ci hanno dato una migliore qualità della vita ma ci hanno
fatto essere più esigenti e soprattutto meno umili nelle relazioni con gli
altri.
La chiusura, e l'isolamento imposti dal pericolo di contagio da Coronavirus,
ci restituisce ricordi e riflessioni che dimostrano la nostra debolezza, e,
per quanto mi riguarda, mi riportano a quel modo di vivere semplice e
generoso, che nel tempo si è del tutto smarrito.
In questo tempo in cui la tecnica ed il benessere ci hanno fatto sentire
onnipotenti, occorre necessariamente ricominciare dall'umiltà.
L'umiltà nasce dall'umiliazione. La vita ci insegna che è l'umiliazione che
ci rende umili.
Il Monaco Enzo Bianchi, lucido religioso e priore della Comunità di Bose, ci
dice che "non basta essere umili ed è possibile essere umili per
orgoglio. Solo vivendo le umiliazioni inflitte dalla vita e dagli altri si
impara ad essere umili".
La vita in questo momento di buio ci sta infliggendo molte umiliazioni.
Limitazioni delle libertà personali, sospensione ed in alcuni casi perdita
del posto di lavoro, crisi del commercio e di molti settori produttivi, con
pesante arretramento dell'economia, rinuncia alle nostre abitudini ed ai
piaceri quotidiani, la paura di ammalarsi e forse di morire.
Siamo e ci sentiamo umili.
Molti scambiano l'umiltà per autosvalutaione di se stessi, la
svalorizzazione dei nostri talenti.
Non è così. Ricordiamoci che siamo stati creati non per la depressione ma
per la vita, che si nutre di progetti e di orizzonti nuovi.
L'umiltà è assenza di superbia.
La parola infatti deriva dal latino humus, che significa fertilità della
terra, terra fecondata da organismi che si sacrificano generosamente per
renderla produttiva.
Essa, nel suo significato originario, costituisce il paradigma del modo di
vivere dei lavoratori della terra della nostra comunità, a cui si deve la
nascita ed il mantenimento della nostra tradizione pasquale, che ha lasciato
e lascia tuttora un'impronta indelebile su ciascuno di noi.
Potremmo cambiare persino pianeta, ma quando arriva la Pasqua il nostro
cuore si rivolge a Grotte, al nostro amatissimo paese.
La nostra festa nasce proprio dall'umiltà.
Umiltà ci conduce alla generosità, perché grazie ad essa la vita fiorisce,
così come l'hanno fatta fiorire, nel poco e nella semplicità, i nostri
genitori, i nostri nonni, i nostri bisnonni.
Coloro che hanno provato la durezza della vita, che hanno saputo resistere
ad essa rimanendo forti e solari.
Un poeta straordinario, Umberto Saba, ne Il Canzoniere, con poche parole ma
fortemente incisive, come solo i poeti sanno fare, ci ricordava il valore
dell'umiltà:
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un'oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall'osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l'infinito
nell'umiltà.
L'Infinito è sceso e si è fatto carne. Gesù ha abbracciato la nostra fragile
umanità.
L'umiltà di Gesù che dal cielo è sceso sulla terra possa aiutarci a vedere
il suo orizzonte di luce, per condurci dalla terra al cielo.
Buona Pasqua.
Salvatore Filippo Vitello
5 aprile 2020.
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05/04/2020 |
Chiesa. "Ricordati di
santificare le feste"; sussidio per la Domenica delle Palme in famiglia |
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Sussidio
Foglietto |
Oggi la Chiesa celebra la Domenica delle Palme. Nonostante gli edifici di
culto siano chiuse ai fedeli, la "Chiesa", comunità di persone che
proclamano "Gesù è il Signore", e che credono che Dio lo abbia resuscitato
dai morti (Cfr Rm 10,9-10), anche oggi continua a professare la propria fede
ed a celebrare nelle piccole comunità domestiche familiari.
Spoglia di tutte le manifestazioni esteriori, questa Settimana santa
ci sta
insegnando che possiamo fare a meno di tante cose superflue, persino di
tante cose utili, ma non possiamo fare a meno di recuperare la nostra
umanità, la "vicinanza" gli uni agli altri. La liturgia odierna, nel
ricordare l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, ci presenta in realtà
il suo annientamento, la sua condanna, il
suo supplizio, la sua morte. Questa mattina, alle ore 11.00, in una Basilica
di San Pietro ancora una volta vuota, papa Francesco celebrerà la
santa Messa (in diretta su Rai1 alle ore 11.00). Chi è solo in
casa, se lo desidera, può unirsi spiritualmente alla celebrazione di Sua
Santità.
Ai cristiani che vogliono non soltanto "guardare" la Messa ma pregare
insieme ai propri cari, propongo due validi sussidi.
Il primo è un "Sussidio per la preghiera in famiglia" in assenza della Celebrazione
Eucaristica domenicale (disponibile
qui); schema di riferimento (con preghiere, esame di coscienza, letture,
riflessioni e comunione spirituale).
Il secondo è il "Foglietto della santa Messa" (disponibile
qui) con le "Letture Sponsali" realizzato dal Gruppo di coppie di
pastorale familiare della Diocesi di Palermo.
Carmelo Arnone
5 aprile 2020
© Riproduzione riservata.
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04/04/2020 |
Letture Sponsali. "Il
mistero più grande della vita: quello della morte" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui
i grottesi Vera e Francesco).
*****
È quanto mai difficile commentare queste pagine del Vangelo di Matteo in cui
è descritta la Passione di Cristo.
Ogni interpretazione, ogni considerazione aggiuntiva, rischia di togliere
immediatezza alle parole dell’Evangelista, che ci restituiscono un’immagine
di Gesù certamente diversa da quella cui siamo abituati.
Non più un Cristo profetante o fautore di miracoli, ma un Cristo umano, che
prova tristezza e angoscia; che vacilla, lasciandosi attraversare anche solo
per un istante dal dubbio di poter rinunciare al proprio destino, al calice
che è stato chiamato a bere; che, quasi in punto di morte, rivolge a Dio
Padre quell’invocazione, così sconvolgente se pronunciata dal Figlio di Dio,
che è Dio Egli stesso: “… mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”.
Perché la lettura di queste pagine del Vangelo, nonostante siano
conosciutissime, continua a suscitare in noi un turbamento interiore, una
commozione, uno sgomento che solo l’aspettativa della vicina Resurrezione
riesce a mitigare?
In queste pagine, Gesù ci mette di fronte al mistero più grande della Vita:
quello della Morte.
L’unico mistero al quale noi esseri umani, in quanto esseri viventi, non
possiamo sottrarci e che, proprio per questo - caso più unico che raro - ci
rende solidali nonostante per noi sia così difficile essere fratelli nello
spirito.
Morirà il ricco e morirà il povero, moriranno il saggio e lo stolto… Perfino
Gesù, che è Dio, è dovuto morire per essere appieno il Figlio dell’Uomo.
Cristo non ci svela il mistero, ma ci mostra come affrontarlo. Ci dimostra,
con la Sua stessa morte, che ciò che più conta non è 'se' moriremo ma 'come'
moriremo.
Moriremo da “giusti”? Moriremo avendo dato frutti? Moriremo dicendo: “…
però, non come voglio io, ma come vuoi Tu… si compia la tua volontà!”.
E, se sì, qual è la volontà del Signore?
Gesù non sarebbe potuto essere più esplicito di quanto lo sia stato nel
capitolo 22 di questo Vangelo quando, alla domanda del dottore della legge
sul comandamento più grande, ha risposto: “… Amerai il Signore Dio tuo
con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente…”
e “… Amerai il prossimo tuo come te stesso…”.
Il tuo prossimo. Non tanto, dunque, il fratello lontano senza un volto, ma
il tuo prossimo. Chi ti sta accanto.
Difficile, per noi sposi nel Signore, non pensare innanzitutto proprio al
nostro sposo o alla nostra sposa: a coloro i quali hanno cessato di essere
due “Io” e sono divenuti un solo “Noi” (“… i due saranno una sola carne”).
Barbara e
Adriano
Redazione
4 aprile 2020.
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04/04/2020 |
Chiesa. Domani in diretta Fb (a cura di Piero Castronovo) la santa Messa delle ore 10.00 in chiesa Madre |
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Chiesa Madre |
La sospensione di tutte le attività pastorali, disposta
dall'Arcivescovo di Agrigento, compresa celebrazione della Santa Messa e la
chiusura di tutti i luoghi di culto, ha privato i fedeli dell'appuntamento
domenicale.
Al fine di favorire la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica, domani, domenica
5 aprile
2020, la santa Messa della Domenica delle Palme, celebrata da don
Salvatore Zammito alle ore 10.00 in chiesa Madre, sarà condivisa tramite una diretta facebook sul gruppo
"L'Osservatore Grottese" a cura di Piero Castronovo (ideatore e
moderatore del gruppo).
Redazione
4 aprile 2020.
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04/04/2020 |
Salute. Emergenza
Coronavirus: attenzione alle nuove norme per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani |
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Rifiuti pericolosi |
L'emergenza Coronavirus in corso richiede una
maggiore attenzione, da parte di tutti i cittadini, nella corretta
differenziazione dei rifiuti domestici. Lo ribadisce il Sindaco di
Grotte con un avviso, diffuso oggi (leggi
l'Avviso), nel quale ricorda che una recente Ordinanza del Presidente
della Regione Siciliana individua tre tipologie di rifiuti:
- rifiuti di tipo "A", prodotti nelle case dei soggetti positivi
al tampone in isolamento o quarantena obbligatoria; in questi casi la
raccolta differenziata è sospesa, tutti i rifiuti andranno rinchiusi in
due sacchetti uno dentro l'altro - non schiacciandoli - utilizzando guanti
monouso, verranno ritirati a cura dell'ASP1 di Agrigento secondo un
calendario che verrà comunicato;
- rifiuti di tipo "A1", prodotti nelle case dei soggetti in
permanenza domiciliare fiduciaria (quarantena con sorveglianza attiva);
in questi casi la raccolta differenziata è sospesa, tutti i rifiuti
andranno rinchiusi in due sacchetti uno dentro l'altro - non schiacciandoli
- utilizzando guanti monouso, verranno ritirati una volta a settimana nel
giorno di ritiro del rifiuto secco indifferenziato;
- rifiuti di tipo "B", prodotti nelle case delle persone non
positive al tampone, non in isolamento, non in quarantena obbligatoria;
in questi casi si deve effettuare la raccolta differenziata, solo a
scopo precauzionale, fazzoletti, rotoli di carta, mascherine e guanti
utilizzati devono essere smaltiti nei rifiuti indifferenziati rinchiusi in
due sacchetti uno dentro l'altro - non schiacciandoli - utilizzando guanti
monouso, la raccolta differenziata viene effettuata secondo il previsto
calendario giornaliero.
Tutte le informazioni sono disponibili nell'Avviso.
Redazione
4 aprile 2020.
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04/04/2020 |
Salute. Emergenza Coronavirus:
ulteriori misure restrittive per i cittadini di Grotte, sino al 13
aprile |
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Emergenza Coronavirus |
Il Sindaco di Grotte, con l'ordinanza
n° 15 del 2 aprile 2020, nell'ambito delle "misure per la prevenzione
e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 nel territorio del
Comune di Grotte", ha stabilito "ulteriori misure restrittive" in
vigore dal 4 al 13 aprile 2020.
In particolare, il Sindaco ha ordinato:
1. la chiusura domenicale di tutti gli esercizi commerciali
attualmente autorizzati, fatta eccezione per le farmacie di turno,
nonché per le edicole con obbligo di chiusura alle ore 13.00;
2. la chiusura al pubblico alle ore 14.00 fino alle ore 6.00 del giorno
successivo negli altri giorni della settimana (dal lunedi al sabato)
di tutte le attività commerciali al dettaglio (compresi i
distributori automatici ad esclusione del solo commercio al dettaglio di
carburante per autotrazione in esercizi specializzati) ad eccezione delle
farmacie e degli esercizi autorizzati alla vendita di generi alimentari
(supermercati, macellerie, panifici, frutta e verdura, ecc..);
3. la chiusura dalle ore 14.00 alle 16.00 e dalle 18.00 fino alle ore
6.00 del giorno successivo negli altri giorni della settimana (dal
lunedi al sabato) dei tabaccai e dei relativi distributori automatici;
4. l’attività
di consegna a domicilio, da parte delle attività non sospese, è
consentita attraverso richieste telefoniche o da remoto, ponendo in
essere quanto necessario per il rispetto delle misure di sicurezza, tra le
quali indossare una mascherina e guanti monouso, nel rispetto delle norme
igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto; è
in ogni caso vietato l'asporto da parte dei cittadini.
Inoltre tutti gli esercizi commerciali e le attività hanno l'obbligo
di provvedere alla pulizia e disinfezione quotidiana dei locali con
soluzioni detergenti e disinfettanti idonee.
Sino al 13 aprile rimangono chiusi gli impianti sportivi, l’Asilo Nido
comunale e la Biblioteca comunale.
Sempre sino alla stessa data è stata disposta la chiusura del cimitero
al pubblico; sono consentite le sole attività di trasporto, ricevimento,
inumazione, tumulazione delle salme, con la presenza per l’estremo
saluto dei parenti e degli affini di primo grado per un massimo di tre
persone.
Redazione
4 aprile 2020.
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03/04/2020 |
Politica. Decio Terrana
(UDC): "Questo Governo nazionale continua a remare contro la
Sicilia" |
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Decio Terrana |
Il Coordinatore regionale dell’UDC Italia in Sicilia,
on. Decio Terrana, lancia l’allarme sui Fondi Europei della Regione
Siciliana: 4 miliardi che la Sicilia può ancora spendere per lo sviluppo
delle imprese siciliane e del territorio.
“Sarebbe un evento storico gravissimo - commenta il Coordinatore
regionale dell’UDC Sicilia -. Al Governo nazionale non bastano tutte le
imposte che i siciliani sono costretti a pagare a Roma; adesso vogliono
requisire anche il futuro di questa terra, tutti quei fondi destinati alle
imprese siciliane che l’Assessorato alle Attività Produttive ha già
destinato nei bandi PSR 2014/2020 in prossima uscita, misure rimaste
bloccate dall’Emergenza Covid-19. Per altro quest’azione sarebbe in totale
contrasto con ciò che abbiamo chiesto nei giorni scorsi, ovvero che venisse
alleggerita la burocrazia di tutti i bandi europei per poter spendere con
più immediatezza i fondi a disposizione”.
L’on. Decio Terrana commenta anche le decisioni che in questi giorni sta
prendendo il Governo guidato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“Capisco il momento d’emergenza, capisco anche la difficoltà
nell’affrontare un nemico così forte che ci ha costretto a fermarci e
restare nelle nostre case. Ma questo non vuol dire che possiamo privare del
futuro i nostri concittadini col solo scopo di affrontare le emergenze del
presente. Questo Governo continua a remare contro la Sicilia. Le misure di
sicurezza in ambito sociale e sanitario vanno di certo prese con urgenza, ma
non si possono requisire i fondi destinati ai siciliani. La Sicilia è una
terra che ha bisogno di sviluppo, di liquidità e di innovazione. E questi 4
miliardi di fondi europei sono stati destinati allo sviluppo del nostro
territorio. Il Governo cerchi fondi altrove. Da un anno ormai elargisce
misure assistenzialistiche senza senso, venendo poi a rubare il futuro delle
nostre imprese e dei nostri figli”.
Redazione
3 aprile 2020.
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03/04/2020 |
Politica. "Rimborso dei
voucher agli esercenti entro 5 giorni"; richiesta del Gruppo consiliare
M5S Grotte |
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Il
Gruppo consiliare M5S di Grotte
ha presentato ieri, giovedi 2 aprile 2020, una richiesta all'Amministrazione
comunale al fine di poter consentire il rimborso agli esercenti del valore
del "Buoni Spesa" entro 5 giorni dalla rendicontazione e "a rendiconto ogni
30 giorni". Di seguito il testo della richiesta.
*****
"Al Sig. Sindaco
e, p.c. alla Giunta comunale
Oggetto: Rimborso dei costi agli esercenti. Visto
l' 'avviso
pubblico agli esercizi commerciali' reso noto in data 01/04/20 per
la 'costituzione di un elenco di esercizi commerciali con sede presso il
comune di Grotte per l'accettazione dei buoni spesa utilizzabili per
l'acquisto di generi alimentari o di prodotti di prima necessità';
preso atto che
'Le modalità di gestione dei voucher' in esso indicate e, nello
specifico, che 'Il rimborso dei costi agli esercenti avverrà a
rendiconto, ogni trenta giorni';
ritenuto
immotivato ed inopportuno chiedere agli esercenti ulteriori sacrifici,
ovvero aspettare 30 giorni per poter riscuotere i voucher in questione
(costringendoli ad anticipare soldi che il Comune ha già in cassa);
il Gruppo consiliare Movimento5Stelle Grotte
chiede
di rettificare la frase contenuta nell'avviso pubblico agli esercizi
commerciali del 01/04/2020, che prevede 'Il rimborso dei costi agli
esercenti avverrà a rendiconto, ogni trenta giorni' nel modo seguente 'Il
rimborso dei costi agli esercenti avverrà entro cinque giorni dalla
rendicontazione' ed inoltre di integrare la seguente frase 'I voucher
incassati dagli esercenti potranno essere rendicontati anche settimanalmente'".
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I Consiglieri
Costanza Angelo
Casalicchio Mirella
Morreale Salvatrice
Vizzini Giada
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03/04/2020 |
Salute. Avvisi ai cittadini,
da parte del Sindaco: in pagamento il personale impegnato nei cantieri
di lavoro |
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Alfonso Provvidenza |
Ad integrazione delle disposizioni precedenti (leggi
gli
articoli di marzo, del
01.04.20 e del
02/04/20), i nuovi avvisi del Sindaco
di Grotte, dott. Alfonso Provvidenza. *****
"Avviso - Emergenza COVID-19
Avviso rivolto agli operai dei Cantieri di Lavoro.
Considerata l’attuale situazione di crisi dovuta all’emergenza COVID-19 in
corso e stante che alla data odierna la Regione Siciliana non ha ancora
provveduto al pagamento delle somme dovute, nonostante i numerosi
solleciti di questa Amministrazione, ho dato mandato agli Uffici comunali
di procedere al pagamento delle spettanze di novembre a tutto il personale
impiegato nei due cantieri realizzati, anticipando la somma con fondi del
bilancio comunale.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti i lavoratori per il pregevole lavoro
svolto.
Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza".
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03/04/2020 |
Comune. Buoni spesa:
informazioni su destinatari, importo, distribuzione, utilizzo e modulo
per richiederli |
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Buono spesa |
Il Comune di Grotte ha reso pubblico un avviso
contenente le informazioni sui Buoni spesa di prossima distribuzione. Di
seguito il testo dell'avviso. *****
COMUNE DI GROTTE EMERGENZA COVID-19
AVVISO PUBBLICO MISURE URGENTI DI SOLIDARIETÀ ALIMENTARE (BUONI SPESA)
I soggetti maggiormente esposti agli effetti negativi dell’attuale crisi
occupazionale ed economica derivante dall’emergenza epidemica del virus
Covid-19 che versano, quindi, in grave stato socio-economico possono
presentare istanza per beneficiare degli interventi di cui all’Ordinanza n.
658 del 29/03/2020 (Buono Spesa).
Tale istanza, redatta su
modello scaricabile dal sito istituzionale del Comune (scarica
il modulo), al fine di evitare assembramenti, vietati dalla legge, deve
essere presentata con una delle seguenti modalità:
- compilando il form on-line (di prossima attivazione) presente sul sito del
comune di Grotte http://www.comunedigrotte.it;
- a mezzo e-mail: affarigenerali@comunedigrotte.org;
- in casi eccezionali, consegna a mano presso gli uffici comunali.
Gli elenchi saranno aggiornati con cadenza settimanale.
DESTINATARI
Possono accedere al beneficio tutti i nuclei familiari che a causa
della sopravvenuta emergenza sanitaria stanno vivendo una forte crisi
economica e non sono coperti da adeguata tutela; nello specifico,
soggetti in stato di bisogno per i seguenti motivi:
- chiusura o sospensione di attività lavorativa, propria o svolta in qualità
di dipendente;
- mancato ottenimento di ammortizzatori sociali o impossibilità ad accedere
a forme di ammortizzatori sociali (comprese quelle previste da Autorità
Statali e Regionali per l’emergenza covid-19);
- assenza di altre fonti di sostentamento.
La platea dei beneficiari è individuata prioritariamente tra le persone e
nuclei familiari in condizione di indigenza o necessità, con priorità:
- per quelli non assegnatari di sostegno pubblico ovvero: soggetti già
seguiti dai servizi sociali che non usufruiscono di prestazioni
assistenziali (RdC, Rei, Naspi, Indennità di mobilità, CIG, altre forme di
sostegno previste a livello locale o regionale), oppure che usufruiscono di
prestazioni non significative dal punto di vista del reddito;
- nuclei familiari monoreddito il cui titolare ha richiesto trattamento di
sostegno al reddito o il datore di lavoro ha richiesto ammissione al
trattamento di sostegno del reddito ai sensi del DL. 18/2020 o il datore di
lavoro abbia sospeso o ridotto l’orario di lavoro per cause non
riconducibili a responsabilità del lavoratore;
- nuclei familiari monoreddito che hanno sospeso o chiuso attività in base
ai suddetti DPCM e che non hanno liquidità per il proprio sostentamento;
- nuclei familiari monoreddito con lavori intermittenti e comunque tutti
quei soggetti, che non riescono, in questa fase dell’emergenza Covid-19, ad
acquistare beni di prima necessità alimentare.
L’Ufficio Assistenza valuterà altresì altre particolari condizioni di
difficoltà del nucleo familiare richiedente come, ad esempio, l’assenza di
qualsiasi forma di reddito all’interno del nucleo familiare o la presenza
nel nucleo familiare di minori.
IMPORTO E DISTRIBUZIONE DEI BUONI
I buoni spesa, numerati e non cedibili, saranno consegnati alle
famiglie aventi diritto direttamente a domicilio. L’esercente è
obbligato a controllare l’identità del fruitore del buono.
Il quantum spettante sarà commisurato al numero dei componenti del nucleo
familiare, così stabilito:
- euro 35,00 per nuclei familiari fino a 2 persone;
- euro 40,00 per nuclei familiari fino a 3 persone;
- euro 45,00 per nuclei familiari fino a 4 persone;
- euro 50,00 per nuclei familiari oltre 4 persone.
Ogni singolo buono spesa sarà composto da tre cedole singolarmente
spendibili anche in esercizi commerciali diversi (ad esempio il buono da
40,00 euro sarà composto da due cedole di 15,00 euro e una cedola di 10,00
euro).
Ogni nucleo familiare non potrà richiedere più di un buono per ogni
settimana per un massimo di tre buoni al mese.
UTILIZZO DEI BUONI
I buoni spesa potranno essere spesi presso gli esercenti individuati dal
Comune per l’acquisto di beni di prima necessità (pasta, pane, farina,
zucchero, carne, pesce, latte, biscotti, frutta, verdura, olio, prodotti per
l’igiene personale, prodotti per l’igiene della casa, farmaci, combustibile
per uso domestico).
Non è consentito l’acquisto di alcolici, superalcolici, tabacchi,
combustibile per auto e, in ogni caso tutti quei prodotti non riconducibili
alle tipologie sopra riportate.
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
(Articolo 13 del Regolamento U.E. 2016/679)
Per il Comune il titolare del trattamento è il Comune di Grotte. I dati
personali sono trattati secondo le
specifiche finalità previste dai singoli procedimenti amministrativi. La
finalità del trattamento è definita
dalle fonti normative che disciplinano i singoli procedimenti. Il
Responsabile del trattamento dei dati è il Responsabile della P.O.n.4 dott.
Carmelo Alaimo.
PUBBLICITA’
Il presente avviso viene pubblicato sul sito istituzionale del Comune di
Grotte.
Contatti per il presente avviso:
- Responsabile Ufficio Servizi Sociali Dott. Carmelo Alaimo Tel: 3358421976.
- PEC: comunedigrotte@pec.it.
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Il Responsabile di P.O. n. 4
Carmelo Alaimo |
Il Sindaco
Alfonso Provvidenza
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02/04/2020 |
Editoria. Giovanni Volpe
esordisce come scrittore; in uscita "Tonino", il suo primo romanzo |
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Copertina
Giovanni Volpe
1^ e 4^ di copertina |
È in uscita
il primo
romanzo di Giovanni Volpe: "Tonino" (Edizioni
Medinova, Favara, 180 pagine).
Questo romanzo segna l’esordio letterario di Giovanni Volpe. Libro
avvincente che racconta la storia drammatica di Tonino, sviluppata
all’interno di una Sicilia viva e di un giro per il mondo che porta anche
alle famose Torri Gemelle che incrociano il suo destino umano. Pagine anche
drammatiche intrise di storia, memoria, tradizioni, vissuti raccontati sul
filo dell’eleganza letteraria.
Leggiamo sulla quarta di copertina: "Su Erbesso il tramonto
arrivava di taglio anche quando, come quel giorno, il sole era pallido.
Calava a sera e il sereno. Mi versai da bere e andai al balcone. L’estate di
San Martino era alle porte e io brindavo a Tonino, al suo ritorno, al suo
coraggio, alla sua vita, al nostro futuro incerto. Non sarebbe stato facile
e non lo fu, ma stavamo per scrivere un altro importante capitolo della
nostra storia. (...) C’ero riuscito, ero in piena saudade e stavolta
non solo la mia stanza ma anche Erbesso, il suo Calvario, le sue case, i
suoi alberi, i suoi vicoli, il suo lembo di cielo, la Sicilia intera,
parlavano di me e della mia assurda felicità di essere triste. (...)
Siamo cresciuti bene io e Tonino".
Il libro narra
di un legame nato in un piccolo paese della Sicilia (Erbesso,
in provincia di Argento; chissà dove sarà...) si dipana e conclude
dentro la grande morsa del mondo. Un viaggio lucido e doloroso, sognante e
razionale, scandito da un montaggio ardito e avvolgente, alla ricerca di
risposte al perché non siamo ancora ciò che già potremmo essere.
Una storia di incroci, gli scambi della vita, sul palinsesto più complessivo
dei grandi eventi storici, che culminano in quell'incredibile 11 Settembre.
Non esiste più un altrove. Bella o brutta che sia la Sicilia è sempre più
metafora, e alla fine davvero ognuno di noi può essere artefice del proprio
destino.
"Ci sono
persone che non debbo ringraziare, ma che voglio ringraziare - scrive
l'Autore -. Che cominci da Antonio Liotta, patron di MediNova può apparire
scontato, ma non lo è. Difficilmente in questa Italia ci si imbatte in
persone così davvero libere, limpide, dritte, soprattutto in ambienti quali
l'editoria o il variopinto mondo della produzione a qualsiasi ramo sia
riconducibile queste parola. Grazie a Franco Carlisi che ha fatto sì
che la sua Arte si unisse in qualche modo alle mie parole. Grazie al M°
Salvatore Salvaggio che mi ha concesso di montare la traccia VIII della Playlist
di Franco traendo i brani dal CD da lui curato 'Voci e suoni della
Passione'. Ringrazio chi leggendo in anteprima ha accettato di confrontarsi
con me, in particolare citerò Barbara Lazzarin, Gaetano Gucciardo, Lillo
Picone, Margherita Ebraico, Chiara Mulè e Marianna
Rotolo. Ringrazio Gabriele Ciraolo che in questi ultimi mesi
ha corretto le bozze e la confezione stessa di questo libro con un amore
filiale che è pari solo a quello che a lui, paternamente, mi lega".
Il romanzo di Giovanni Volpe contiene tre dediche: "A Maria Antonietta
Pascarella, luce purissima nella mia vita. A Domenico Agnello,
poeta. Ai ragazzi Tèsia, sognatori; io, loro e il cielo sappiamo il
perché".
"Tonino" (progetto grafico e impaginazione di Elisa Finotti,
foto di copertina di Franco Carlisi della serie "Iàvàivòi"; vedi il
BookTrailer su Vimeo) è già disponibile su Amazon (vedi
la pagina), in attesa della prossima uscita in libreria.
Giovanni Volpe è nato a Grotte (AG) il 6 marzo
1962. Autore, regista, attore. Laurea Magistralis in Lettere - tab. XXIV
Discipline dello Spettacolo. Regia - conseguita con 110 e lode presso la
Facoltà di Scienze Umanistiche - Dipartimento dello Spettacolo - Centro
Teatro Ateneo – Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, discutendo
una Tesi Sperimentale di Regia con il Prof. Ferruccio Marotti.
È autore di svariate sceneggiature e di oltre venti spettacoli teatrali; ha
all’attivo cinquantasei regie teatrali e dieci regie cinematografiche, tutte
indipendenti, delle quali due sono lungometraggi; ha ricoperto, da attore,
diversi e svariati ruoli per diverse produzioni. Suoi spettacoli e regie
sono stati rappresentati in diversi teatri italiani.
Redazione
2 aprile 2020.
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02/04/2020 |
Salute. Avvisi ai cittadini:
vietate le passeggiate genitori-figli; costituzione elenco esercizi
commerciali |
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Alfonso Provvidenza |
Ad integrazione delle disposizioni precedenti (leggi
gli
articoli di marzo e del
01.04.20), i nuovi avvisi del Sindaco
di Grotte, dott. Alfonso Provvidenza. *****
Nota della redazione: per l'erogazione dei buoni spesa, il Comune
informa che sta provvedendo ad individuare i fornitori (con evidenza
pubblica; gli
esercizi commerciali di prodotti alimentari o di prima necessità possono
presentare domanda entro le ore 12.00 di lunedi 6 aprile) e scegliere
i criteri di assegnazione degli stessi buoni. Nel più breve tempo possibile
sarà diramato un avviso con tutti i dettagli per le modalità di
presentazione delle richieste (preferibilmente online) e di consegna
dei buoni (direttamente a casa degli aventi diritto, secondo criteri di
tutela della privacy).
"Avviso - Emergenza COVID-19 - Passeggiate genitori-figli.
Si informa la cittadinanza che la Circolare del Ministero dell'Interno
non sarà applicata in Sicilia, poiché nel territorio Regionale vige
l'ordinanza n. 6/2020 del Presidente Musumeci che ordina:
1. Le uscite per gli acquisti essenziali, ad eccezione di quelle per i
farmaci, vanno limitate ad una sola volta al giorno e ad un solo componente
del nucleo familiare.
2. È vietata la pratica di ogni attività motoria e sportiva
all’aperto, anche in forma individuale.
Il Presidente Musumeci ha specificato che "solo se ci sono i
certificati medici, i bambini possono fare un breve giro sotto casa, insieme
al genitore".
Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza
Avviso - Emergenza COVID-19 - Avviso pubblico agli esercizi commerciali
di prodotti alimentari o di prima necessità. Scadenza presentazione domanda
ore 12.00 di lunedi 6 aprile.
Costituzione di un elenco di esercizi commerciali con sede presso il Comune
di Grotte per l’accettazione dl buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di
generi alimentari o di prodotti di prima necessità.
L’Amministrazione Comunale intende avviare una procedura di manifestazione
di interesse per individuare gli operatori economici interessati ad aderire
all’iniziativa prevista dall’Ordinanza n. 658 del 29 marzo 2020 del Capo del
Dipartimento della Protezione Civile, di erogazione di “buoni spesa” rivolti
ai nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti
dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e a quelli in stato di
bisogno, sotto forma di voucher spendibili per l’acquisto di generi
alimentari o di prodotti di prima necessità presso esercizi commerciali con
sede a Grotte.
FINALITÀ
Con il presente Avviso il Comune intende costituire un elenco di esercizi
commerciali interessati ad accettare i buoni spesa sotto forma di voucher
per l’acquisto di prodotti alimentari o di prima necessità in vendita presso
i propri punti vendita. A tal scopo gli esercizi commerciali operanti nel
Comune di Grotte sono invitati a manifestare il proprio interesse ad aderire
alla iniziativa in oggetto. Il Comune provvederà a pubblicare sul proprio
sito internet istituzionale l’elenco degli operatori economici che hanno
manifestato il proprio interesse ai sensi del presente Avviso.
MODALITÀ Dl GESTIONE DEI VOUCHER
I voucher da utilizzare per la spesa di generi alimentari o per prodotti di
prima necessità, saranno rilasciati ai soggetti individuati
dall’Amministrazione, conformemente a quanto previsto dall’Ordinanza n. 658
del 29 marzo 2020 del Capo del Dipartimento della Protezione Civile. I buoni
spesa legittimeranno il loro possessore all’acquisto di prodotti presso uno
o più esercizi convenzionati. In caso di sconto offerto dall’esercente,
verrà prima applicato lo sconto e poi sottratto il valore del voucher. Il
rimborso dei costi agli esercenti avverrà a rendiconto, ogni trenta giorni.
Il trattamento dei dati di cui sopra dovrà avvenire nel rispetto assoluto
della vigente normativa sulla privacy.
REQUISITI RICHIESTI
Possono presentare istanza le ditte con sede/unità locale a Grotte e
iscritti presso la Camera di Commercio con i seguenti codici ATECO:
CODICE ATECO 47.11 - Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati
con prevalenza di prodotti alimentari e bevande.
CODICE ATECO 47.21 - Commercio al dettaglio di frutta e verdura in esercizi
specializzati.
CODICE ATECO 47.22 - Commercio al dettaglio di carni e di prodotti a base di
carne in esercizi specializzati.
CODICE ATECO 47.23 - Commercio al dettaglio di pesci, crostacei e molluschi
in esercizi specializzati.
CODICE ATECO 47.24 - Commercio al dettaglio di pane, torte, dolciumi e
confetteria in esercizi specializzati.
CODICE ATECO 47.25 - Commercio al dettaglio di bevande in esercizi
specializzati.
CODICE ATECO 47.29 - Commercio al dettaglio di altri prodotti alimentari in
esercizi specializzati.
CODICE ATECO 47.73.10 - Farmacie.
CODICE ATECO 47.73.20 - Parafarmacie commercio al dettaglio in altri
esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica.
CODICE ATECO 47.78.40 - Commercio al dettaglio di combustibile per uso
domestico e per riscaldamento.
La finalità del trattamento è definita dalle fonti normative che
disciplinano i singoli procedimenti. Il Responsabile del trattamento dei
dati è il Responsabile della P.O. n. 4 dott. Carmelo Alaimo. L’operatore
economico aderente all’iniziativa dovrà garantire la tutela dei dati
personali ai sensi del Regolamento U.E. 2016/679 in merito al trattamento
degli stessi derivanti dalla gestione dei voucher.
PUBBLICITÀ
Il presente avviso viene pubblicato sul sito istituzionale del Comune di
Grotte ed è finalizzato esclusivamente alla ricezione di manifestazione di
interesse per favorire la partecipazione e consultazione del maggior numero
di punti vendita potenzialmente interessati. Il presente avviso
viene consegnato agli esercizi commerciali di prodotti alimentari o di
prodotti di prima necessità, per avere la massima diffusione. II presente
avviso è finalizzato ad una manifestazione di interesse, non ha
valore vincolante per l’Amministrazione Comunale né valore precontrattuale.
L’Amministrazione Comunale si riserva di interrompere in qualsiasi momento,
per ragioni di interesse pubblico, la presente procedura senza che gli
operatori economici istanti possano vantare pretese.
Il
Responsabile di P.O. n. 4
Dott. Carmelo Alaimo
Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza".
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01/04/2020 |
Musica. Il CD "Voci e suoni
della Passione" in ascolto gratuito da venerdi 3 aprile |
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Copertina
M° Salvaggio |
Il prossimo venerdi 3 aprile verrà pubblicato su
Youtube, per l'ascolto gratuito, il CD "Voci e Suoni della Passione",
registrazione delle musiche e dei canti eseguiti durante i riti e le
celebrazioni della Settimana Santa di Grotte.
La realizzazione del disco, effettuata nel 2002, è stata curata dal M°
Salvatore Salvaggio, con le parti vocali eseguite dal Coro
Filarmonico “G. Rossini” diretto dallo stesso Maestro, con la
partecipazione del Complesso Bandistico "V. Bellini" di Grotte
diretto dal M° Salvatore Mercato, e con gli interventi dei
lamentatori Gioacchino Ciraolo, Salvatore Catanese e
Antonio Brucculeri.
"Sicuramente non sarà come assistere di persona alla nostra amata festa
- dichiara il M° Salvaggio - ma almeno ne possiamo alimentare il ricordo,
nella speranza di poter festeggiare una Pasqua di Risurrezione mondiale il
prima possibile".
Di seguito pubblichiamo i link dei singoli 8 brani del CD per accedere all'ascolto gratuito:
01. Li
lamienti di Grutti (ascolta)
02. Pianto materno - A. Matrella (ascolta)
03. Crucem tuam
(ascolta)
04.
Jesu Rex admirabilis - G. P. Da Palestrina (ascolta)
05. A mia madre - marcia funebre detta la n°40 - (ascolta)
06. Alle cinque piaghe (ascolta)
07. Lamento di Agrigento (ascolta)
08. Una lacrima sulla tomba di mia madre - A. Vella - la n°37- (ascolta).
Redazione
1 aprile 2020.
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01/04/2020 |
Dialoghi. "COVID-19:
segreti governativi"; di Giuseppe Castronovo |
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Intervento del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
Da quanti mesi le nostre Autorità governative avevano notizie sull'attuale
crisi sanitaria denominata Coronavirus? Da una puntuale ricostruzione de "Il
Fatto Quotidiano" era dai primi giorni di gennaio che a Palazzo Chigi ne
erano a conoscenza.
Ne abbiamo parlato al Circolo della Concordia perché colpiti dall'elevato
numero di personale sanitario, deceduto nel quotidiano espletamento del
servizio di assistenza sanitaria perché privo di adeguati presidi sanitari
protettivi, anche più elementari quali le ormai arcinote mascherine.
Giuseppe Castronovo
"COVID-19:
segreti governativi"
(Dai
Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
Totò:
Amici, mi sembra che il virus del Coronavirus continui a disorientare e ad
agitare, in questi giorni più del solito, le acque all’interno del nostro
Governo.
Franco: In effetti oramai sono già due mesi che stiamo vivendo l’incubo
dell’emergenza Coronavirus e ancora oggi mancano mascherine e presidi
sanitari a tutela dello stesso personale chiamato ad operare nelle strutture
ospedaliere.
Ersilio: A dire il vero, caro Franco, possiamo già parlare di mesi tre. Il
Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Marco Travaglio, ci dice infatti
che già il cinque gennaio il Ministero della Salute inviava una nota,
piuttosto allarmante, all’Istituto Superiore di Sanità avente ad oggetto il
termine “Polmonite…” nella quale si parlava di “febbre e difficoltà
respiratorie che interessano entrambi i polmoni”. Tutto era già noto ma,
annota il Fatto Quotidiano, nulla fu attivato dal Ministero guidato da
Speranza; e tutto ciò con le conseguenze funeste che tutti noi oggi
conosciamo.
Marco: Ogni giorno ci riserva la sua novità!
Nenè: Prof. Vezio, che ne dice?
Vezio: Dal Catechismo della Chiesa Cattolica apprendiamo che le virtù
teologali sono tre: Fede, Speranza e Carità.
Nené: E quindi?
Vezio: Amici, smarrita la Speranza possiamo aggrapparci alla Fede e alla
Carità da qualunque parte esse arrivino.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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01/04/2020 |
Salute. Avvisi ai cittadini, da parte del
Sindaco: istanze per i buoni spesa |
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Alfonso Provvidenza |
Ad integrazione delle disposizioni precedenti (leggi
gli
articoli), i nuovi avvisi del Sindaco
di Grotte, dott. Alfonso Provvidenza. *****
"Avviso - Emergenza COVID-19
Il Governo nazionale ha provveduto ad accreditare ai Comuni le somme
destinate al Fondo di Solidarietà Alimentare per i Buoni Spesa che saranno
distribuiti ai nuclei familiari che avendone i requisiti faranno richiesta.
Da domattina (NdR: oggi, mercoledi 1 aprile 2020) avvieremo l’iter
consequenziale di convenzioni con le attività commerciali e il recepimento
delle istanze.
Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza".
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01/04/2020 |
Sanità. "Ospedale di
Canicatti non idoneo a reparto COVID-19"; lettera dei Sindaci del
Distretto |
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Ospedale di Canicatti |
Il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza,
congiuntamente agli altri Sindaci del Distretto socio-sanitario di
Canicatti, ha scritto una lettera indirizzata al
Presidente
della Regione Sicilia, all’Assessore Regionale per la Salute, al Prefetto di
Agrigento ed al Direttore del Distretto Sanitario, evidenziando le
disfunzioni del Presidio Ospedaliero "Barone Lombardo" e ribadendo
l'inidoneità delle condizioni dello stesso ospedale per allestire un reparto
destinato ai pazienti affetti dal COVID-19.
Di seguito il testo della lettera.
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"Al Presidente della
Regione Sicilia - Palermo
All’Assessore Regionale per la Salute - Palermo
A S.E. Il Prefetto - Agrigento
Al Direttore del Distretto Sanitario - Canicatti
Oggetto: Disfunzioni Presidio Ospedaliero “Barone Lombardo” e inidoneità
condizioni per allestire reparto covid-19.
I sottoscritti Sindaci dei Comuni appartenenti al distretto sanitario di
Canicatti, avendo preso atto della situazione in cui versa il presidio
ospedaliero “Barone Lombardo” di Canicattì, dove affluisce la popolazione
dei comuni del Distretto,
denunziano
-la mancanza di trasparenza nella comunicazione e l’assoluta carenza di
informazioni (sia nei confronti dei Sindaci, quali Autorità sanitarie
Locali, sia nei confronti dell’opinione pubblica) per quanto riguarda la
gestione dell’emergenza Covid 19 con particolare riferimento:
-1) al possibile focolaio epidemico che potrebbe aver messo a repentaglio la
salute pazienti in vari reparti, essendo risultati positivi al tampone
rino-faringeo unità di personale medico e infermieristico;
-2) alla sanificazione dei reparti in cui hanno prestato la loro attività le
unità di personale poi risultate positive al covid-19 e di tutti gli altri
reparti e locali del presidio;
-3) alla mancata messa a disposizione dei dispositivi di sicurezza e di
tutti gli strumenti che consentano a tutto il personale medico,
infermieristico e a ogni altra categoria di personale di lavorare in
sicurezza e con efficacia;
-4) al numero di tamponi effettuati per il personale in servizio presso il
Presidio Ospedaliero e all’urgenza di sottoporre a tampone rino-faringeo
tutto il personale non ancora sottopostovi;
-5)alla paventata istituzione di un ricovero per l’isolamento dei pazienti
positivi (o sospetti positivi) nel reparto attualmente destinato alla
chirurgia, senza che sussistano le oggettive condizioni effettive per
l’individuazione sicura di un percorso specifico che non metta a repentaglio
la salute del personale ospedaliero e dei pazienti e/o comunque non li
esponga al pericolo d’infezione.
I sottoscritti Sindaci chiedono pertanto
un intervento immediato degli Organi in indirizzo, al fine di essere
tempestivamente informati e costantemente coinvolti nei processi decisionali
che riguardano l’importante presidio ospedaliero e al fine di scongiurare
l’allestimento all’interno dell’ospedale “Barone Lombardo” di un reparto per
l’isolamento dei pazienti positivi (o sospetti positivi) al covid_19, in
quanto è materialmente impossibile - nelle condizioni date - allestire un
percorso specifico che non metta a repentaglio la salute del personale
ospedaliero e dei pazienti e/o comunque non li esponga al pericolo
d’infezione.
I Sindaci.
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01/04/2020 |
Attualità. Ore 12.00: deposta
una corona di fiori al cimitero di Grotte, per tutti i defunti |
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Guarda il video |
Questa mattina, alle ore 12.00, presso il Cimitero
comunale di Grotte, il Sindaco di Grotte ha deposto una corona di fiori in
memoria dei defunti. La manifestazione si è svolta in forma estremamente
ristretta, con la sola partecipazione delle Autorità civili, militari e
religiose cittadine. Il significativo gesto di deposizione dei fiori ai
piedi dell'altare del Cimitero è stato compiuto come commosso omaggio a
tutti i concittadini che hanno perso la vita in questo periodo di emergenza,
e che non hanno potuto ricevere le consuete onoranze funebri, i saluti di
commiato ed i funerali. La cerimonia (trasmessa sulla pagina Facebook del
Comune di Grotte, a cura di Giuseppe Figliola -
guarda il video -) si è conclusa con la benedizione impartita dal
parroco don Salvatore Zammito.
A lato, alcune immagini della manifestazione (foto di G. Figliola).
Redazione
1 aprile 2020.
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