Grotte.info Quotidiano -
Febbraio 2022 |
28/02/2022 |
Chiesa.
Orari delle
celebrazioni nel giorno 2 marzo 2022, Mercoledì delle Ceneri |
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Le Ceneri
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Pubblichiamo gli orari
delle celebrazioni liturgiche a Grotte nel giorno 2 marzo 2022, Mercoledì
delle Ceneri.
Mercoledì 2 marzo - Le Ceneri
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (a seguire
Adorazione eucaristica);
- ore 09.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (a seguire
Adorazione eucaristica);
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santa Messa (con imposizione delle
ceneri);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (a seguire
Adorazione eucaristica);
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.30, nella chiesa San Rocco, Adorazione eucaristica per la pace in
Ucraina;
- ore 20.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Redazione
28 febbraio
2022.
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28/02/2022 |
Comune. "Carnival Circus Show" a Grotte, domani
in Piazza Umberto I |
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Locandina |
Domani,
martedì 1 marzo, ricorrenza del Martedì Grasso e ultimo giorno di
carnevale, a partire dalle ore 17.00 Piazza Umberto I a Grotte sarà
la cornice di uno spettacolo di animazione rivolto a tutti. Titolo della
manifestazione: "Carnival Circus Show".
Un pomeriggio di gioia e spensieratezza - dopo due anni di pandemia - per
far vivere, soprattutto ai più piccini, dei momenti di serenità.
La manifestazione è organizzata dall'Assessorato allo Spettacolo del Comune
di Grotte.
Redazione
28 febbraio
2022.
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28/02/2022 |
Volontariato. Assemblea dei soci AVIS, con la
presenza del sindaco Alfonso Provvidenza |
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All'AVIS Grotte |
Sabato scorso, 26 febbraio 2022, si è tenuta l'Assemblea ordinaria dei
soci dell'AVIS comunale di Grotte. All'ordine
del giorno i consueti adempimenti previsti annualmente dalle norme
statutarie.
I lavori d'assemblea, coordinati dal presidente Pietro Zucchetto, si
sono svolti in un clima di calorosa partecipazione. Presente ai lavori anche
il dott. Alfonso Provvidenza, nella doppia veste di socio dell'AVIS
comunale (tessera donatore n° 60) e di Primo Cittadino di Grotte.
Nel corso dell'incontro il presidente Zucchetto ha più volte rimarcato il
notevole impegno profuso, principalmente dal Direttivo ma anche dai tanti
soci, nell'adempiere a tutte le attività preliminari all'avvio del Punto di
Raccolta locale di sangue nella sede di
Via Francesco Ingrao n° 92/94, ribadendo che mancano ormai soltanto un paio
di passaggi burocratici per l'inizio dei prelievi di sangue a Grotte (che
dovrebbe presumibilmente avvenire entro la fine di marzo 2022). Parole di
ringraziamento sono state rivolte al Sindaco e all'Amministrazione comunale,
senza il cui contributo (concessione in comodato d'uso gratuito dei locali,
concessione del patrocinio, fondi della Democrazia partecipata...) l'avvio
dell'attività dell'AVIS comunale avrebbe avuto grandi difficoltà.
Da parte sua il Primo Cittadino ha confermato la vicinanza di tutta
l'Amministrazione all'Associazione, per il meritorio impegno profuso nel
sollecitare il generoso atto della donazione di sangue e nel promuovere, con
ogni mezzo, la salute dei donatori e dei cittadini di Grotte.
Nella foto a lato, il presidente Pietro zucchetto e il sindaco Alfonso
Provvidenza.
Redazione
28 febbraio
2022.
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28/02/2022 |
Chiesa. Parrocchia San Rocco: avvisi e appuntamenti
della settimana |
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Chiesa di San Rocco |
Pubblichiamo il
programma delle attività che si svolgeranno nel corso della settimana presso
la parrocchia San Rocco in Grotte.
Lunedi 28 febbraio
- Quarantore alla Madrice.
Martedi 1 febbraio
- Quarantore alla Madrice.
Mercoledi 2 febbraio - Le Ceneri (giorno di astinenza e
digiuno)
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, santa Messa (con imposizione delle ceneri).
Giovedi 3 febbraio
- 4° giovedì di santa Rita - Vita di famiglia, virtù: pazienza;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Compieta, Coroncina alla Divina
Misericordia, Benedizione eucaristica.
Venerdi 4 febbraio - (giorno di astinenza)
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, santa Messa e Via Crucis.
Sabato 5 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, santa Messa.
Domenica 6 febbraio
- ore 09.30, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 10.00, santa Messa.
Redazione
28 febbraio
2022.
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27/02/2022 |
Letture Sponsali. "Essere aridi come rovi" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
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Dal buon tesoro del tuo cuore.
“L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo
cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti
esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.
Giudicare, guardare la pagliuzza, essere ciechi, essere aridi come rovi,
come spini e alberi cattivi.
Luca propone immagini di aridità, metafore di moralismo, giudizio, chiusura,
imperativi del “No” che non danno spazio, che non consentono all’altro di
esprimersi, di essere ascoltati.
Quanto spesso noi crediamo di sapere, abbiamo già capito tutto, la
situazione ci è chiara: ma il discepolo non è più del Maestro, dice il
Vangelo.
E il Maestro - in cui noi crediamo - è La Verità.
Ritorniamo in noi stessi, pacifichiamo il nostro cuore - cercando di
riconoscere le travi, le pagliuzze che lo bloccano; se non vediamo, se siamo
incapaci di guardare, quali frutti possiamo produrre?
Solo quelli di chi non ascolta, di chi non lascia che lo Spirito Santo soffi
e produca abbondanza di amore come e dove vuole.
Il Signore è il Signore della vita, anche noi sovrabbondiamo nell’amore,
sprechiamo nell’amore verso gli altri, verso coloro che ci stanno vicini
anche coloro - come abbiamo letto nel Vangelo di domenica scorsa - da cui
sappiamo non riceveremo del bene.
Affinché siamo strumenti dello Spirito, senza blocchi, senza chiusure e muri.
Redazione
27 febbraio
2022.
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27/02/2022 |
Attualità. "I Paesi occidentali di fronte
alla guerra"; del dott. Salvatore Filippo Vitello |
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Dott. Vitello |
Intervento del dott. Salvatore Filippo Vitello, Avvocato Generale della Corte
d’Appello di Roma.
*****
Restare lontani dalle immagini di
distruzione, paura, fuga, dolore, bambini spaventati nei rifugi, feriti e
morti, trasmesse dai media, è impossibile.
Mi chiedo e in tanti come me si chiedono perché è successo questo: perché
questa ennesima tragedia di morte.
Mi domando e in molti, accomunati dalla stessa fede, si domandano dove posi
lo sguardo il Dio della vita.
È una domanda che interroga la coscienza dei credenti per la quale la
risposta va ricercata dentro ciascun interrogante. Essa però non può indurre
alla paralisi ed all'inazione.
Anche per chi si pone domande così impegnative, rimane il dovere di
contribuire alla difesa della libertà e della libera determinazione dei
popoli e di agire contro l'aggressione e la tirannia della morte. Tuttavia
si ha la sensazione che noi occidentali non vogliamo andare oltre la difesa
verbale; non siamo portati all'impegno diretto accanto alle forze di difesa
ucraine perché legati alla nostra comoda vita.
Si discute addirittura se sia il caso di adottare sanzioni che possano
causare conseguenze negative per i cittadini dei paesi sanzionanti.
Ci si domanda allora quanto importi a noi occidentali quello che sta
succedendo in Ucraina.
Sicuramente il rischio reale di una terza guerra mondiale impone una
approfondita riflessione ai governanti occidentali per agire con la
necessaria prudenza, al fine di evitare escalation terrificanti.
Purtroppo però sembra che la storia non ci abbia insegnato niente.
In questa terribile vicenda si ripetono scenari evocati nei libri di storia
e nelle immagini cinematografiche e televisive sulla prima e seconda guerra
mondiale.
Forse buona parte di noi, che non ha vissuto quelle esperienze terribili,
non riesce a comprendere fino in fondo la gravità delle conseguenze di
questo orribile incubo ed i rischi di estensione del conflitto.
Sembra quasi di assistere rassegnati all'ineluttabilità degli eventi, come a
dire che la storia dell'uomo ed i suoi sviluppi sono in fondo
contraddistinti da lotte di conquista.
Gli organismi internazionali che ci siamo dati per dirimere i conflitti
(immanenti alla natura umana) sembrano ridotti ad inutili orpelli.
Ci si sente presi dall'angoscia e da un senso di impotenza che si supera con
l'indifferenza. Si esorcizza il conflitto scoppiato in Europa e quindi in
casa nostra, pensando che alla fine si tratta di una vicenda tra Slavi, o
comunque ci si autoconvince che le truppe russe non andranno oltre il
territorio ucraino.
Senza contare che anche così la gravità dell'azione russa non sarebbe
minore, vi è che nessuno può affermare con certezza che l'invasione in atto
si limiti a ciò. Anche all'inizio del movimento dei carri armati russi nei
pressi della frontiera con l'Ucraina si pensava che essi non superassero il
confine, ma così non è stato.
Le città ucraine devastate, la follia prevaricatrice, la potenza di fuoco ci
impressionano ma non ci smuovono con la necessaria forza.
Cosa fare? Come reagire contro l'oppressore? Quale aiuto si può dare alle
popolazioni colpite dalla violenza distruttrice.
I piani di intervento sono diversi ed a vari livelli.
Vi è il fronte internazionale che, pur con tanti limiti, sta dando segni di
unità e compattezza.
Vi è un fronte interno: il pieno sostegno delle forze politiche al Governo.
Vi è un fronte comunitario: la società civile che reagisce con pubbliche
manifestazioni contro l'aggressione ed è pronta ad accogliere i profughi
ucraini.
In tutto ciò rimane una verità ineludibile, l'ha enunciata il presidente
Mattarella: la guerra riguarda tutti noi; nessuno è certo di restarne
immune.
Come ha detto il nostro Presidente gli italiani saranno uniti: questa è la
premessa indispensabile per costruire un fronte unico con gli altri paese
occidentali e realizzare con essi una efficace risposta alla gravissima
aggressione in atto.
La certezza dell'unità del popolo italiano ci rende forti nella speranza di
agire con la necessaria determinazione a difesa della pace e della libertà
dei popoli.
Salvatore Filippo Vitello
27 febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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26/02/2022 |
Racalmuto. Seduta straordinaria del Consiglio
comunale a sostegno delle emittenti televisive locali |
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Sergio Pagliaro |
Ieri sera seduta straordinaria del consiglio comunale di Racalmuto
con un ordine di giorno di interesse collettivo, a sostegno delle
emittenti televisive.
Ieri,venerdì 25 febbraio 2022, il Consiglio comunale di Racalmuto si è
riunito in seduta straordinaria alle ore 19.00; come punto all'ordine del
giorno, la preoccupante situazione che stanno vivendo le emittenti
televisive locali e di prossimità.
"Come la nostra emittente TRS98 - spiega il presidente Sergio
Pagliaro - che svolge da 40 anni un ruolo di primo ordine in
provincia di Agrigento e nella Sicilia Occidentale, circa 60 emittenti
televisive in Sicilia non posso essere cancellate da una norma della
Comunità Europea che le costringe a lasciare la banda di frequenza attuale e
spostarsi sul 5G, con un costo annuo esorbitante che determina entro giugno
il loro oscuramento, negandoci di questo importante servizio pubblico
d'informazione plurale, molto utile alla popolazione e con notevoli perdite
occupazionali. Per queste ragioni noi Consiglieri comunali di Racalmuto
- conclude Pagliaro - ci siamo stretti attorno alle emittenti televisive,
ed in particolare per la nostra amata Studio98 con il suo direttore
Nicola Giangreco e il suo staff, con un Consiglio comunale, chiedendo
al Governo centrale di non avviare il processo dello switch-off e di trovare
una soluzione per continuare l'attività svolta".
Redazione
26 febbraio
2022.
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26/02/2022 |
Attualità. "Il dolore dei popoli"; di Raniero La
Valle |
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Raniero La Valle |
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare.
*****
Con l’azzardo di Putin di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche di
Donetsk e Luhansk (Donbass) la crisi ucraina cambia natura e da conflitto
sulla sovranità degli Stati diventa un conflitto sul diritto e la
liberazione dei popoli.
Se finora la disputa era sul diritto sovrano dell’Ucraina a entrare nella
NATO senza doverne rispondere ad alcuna istanza superiore ad essa e sul
diritto della Russia a muovere le sue truppe dentro i suoi confini per
essere pronta a difendersi, la mossa di Putin introduce un elemento nuovo
che mette al centro della crisi non più solo gli Stati ma i popoli; da un
lato infatti è in gioco il diritto del popolo russo a non avere sulla porta
di casa missili nemici capaci di raggiungere Mosca in trenta secondi,
dall’altro il diritto dei popoli del Donbass a rimettere in discussione il
proprio status nel contesto degli altri popoli e di un potere centrale
percepito come oppressivo e intenzionato ad espropriarli della loro identità
e della loro cultura, dalla lingua alle tradizioni e alla stessa Chiesa
ortodossa che si vorrebbe autonoma dal patriarcato di Mosca.
Ed è sui popoli che ricadono le conseguenze dell’aggravarsi della crisi non
solo per le minacce di guerra ma già per le “sanzioni” annunciate da Biden
con l’esplicita intenzione di provocare “dolore” nelle popolazioni che ne
saranno colpite (ma non nella sua), sanzioni che saranno, come ha detto il
presidente americano, quali la Russia non ha mai subito prima; esse peraltro
colpiranno anche l’Europa e noi.
Per questo le reazioni sono altrettanto devastanti delle azioni, e si
innestano in una spirale perversa che ha preso avvio
dall’internazionalizzazione del conflitto interno dell’Ucraina fino al
coinvolgimento della NATO e quindi alla trasformazione del conflitto
politico in conflitto militare potenzialmente mondiale.
Il mondo assiste attonito al precipitare degli eventi mentre sul territorio
il doloroso esodo degli abitanti in fuga incrocia il movimento temerario
delle armate.
Questo cambiamento della natura del conflitto avrebbe dovuto comportare una
diversa reazione degli Stati ad esso estranei e della stessa comunità
mondiale; la reazione ragionevole sarebbe quella primaria di escludere la
guerra, promuovere un vero negoziato ed esigere che la volontà dei popoli
coinvolti sia urgentemente e debitamente accertata con un controllo
internazionale adeguato.
Purtroppo le reazioni dell’Occidente sono state finora quelle tradizionali
degli Stati che non fanno altro che identificare il nemico e contemplare
come esito finale la guerra.
Nel prendere atto della mutata natura del conflitto bisognerebbe invece
tener conto di due cose.
Anzitutto non ignorare le gravissime accuse mosse dal presidente russo al
potere statale dell’Ucraina responsabile di una gestione della cosa pubblica
riassumibile nella denuncia agostiniana dei regni della terra quando, senza
giustizia, sono solo dei grandi ladrocini.
In secondo luogo bisogna uscire dalla falsa alternativa tra una resa
dell’Occidente o una sua inflessibile reazione fino alla guerra.
Finora la risposta, coerente alla cultura di Biden, ha solo a che fare coi
soldi ed è rivolta allo strangolamento dell’economia e al blocco delle
forniture di gas; ma la difesa militare “di ogni centimetro dell’Ucraina”,
come è stato promesso, sarebbe, per dirla con papa Giovanni, “fuori della
ragione”.
Tutte le guerre intraprese dall’Occidente dopo la seconda guerra mondiale
sono state del resto perdenti e sbagliate, dal Vietnam alle guerre del Golfo
(infatti ce ne sono volute due), dalla guerra contro la Iugoslavia,
addirittura appaltata alla NATO, all’Afghanistan; per non parlare della
guerra contro i migranti combattuta alzando muri e reticolati ai confini,
negando l’approdo nei porti o perfino finanziando i lager libici; ma
quest’ultima guerra, a partire dal cuore dell’Europa, potrebbe essere
veramente quella “finale”.
Al contrario non sarebbe “una resa” quella che si facesse carico della
salvezza dei popoli e costruisse un’alternativa che ne riconoscesse i
diritti fondamentali.
L’affermazione del diritto all’autodeterminazione e alla liberazione dei
popoli vanta in Italia una ricca tradizione, dalle iniziative di Lelio Basso
al Tribunale permanente dei popoli a “Costituente Terra”.
Certamente tale diritto deve essere contemperato col valore della stabilità
dei confini ed essere esercitato con metodi negoziali e non violenti, e con
le necessarie cautele e garanzie per evitare derive populiste e antistatali.
Ma senza dubbio uscire in avanti dalla terribile crisi in atto, in
alternativa agli automatismi della contrapposizione e della vendetta,
sarebbe un passo importantissimo verso un mondo più equo, come quello che
era stato sognato alla fine della guerra fredda, quando si era parlato di
“un dividendo della pace” e di un mondo “libero dalle armi nucleari e
nonviolento”.
Quelle speranze sono state stracciate, benché nel frattempo il mondo sia
entrato in un’epoca nuova, e non solo per il clima; ma purtroppo non se ne
sono accorti i responsabili delle nazioni.
È questo il tempo di riprenderle e realizzarle.
Raniero La Valle
26 febbraio
2022
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25/02/2022 |
Teatro.
"Camilleri, Montalbano & Co." al Circolo Empedocleo di Agrigento;
venerdì 25 febbraio |
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Mario Gaziano |
Riprende
al Circolo Culturale Empedocleo di Agrigento la 5^ stagione di Teatro
da Camera 2021-2022, con la direzione artistica di Giuseppe Adamo e
Mario Gaziano.
Venerdì 25 febbraio 2022 alle ore 18.15 il Circolo Empedocleo e il
Pirandello Stable Festival presentano in esclusiva Giuseppe Crapanzano in “Camilleri,
Montalbano & Co.”, una proposta teatrale per entrare nel mondo di Andrea
Camilleri.
Uno spettacolo vero e proprio tra recitazioni, video e canti camilleriani,
ideato e diretto da Mario Gaziano, con la regia televisiva di Diego Romeo.
Interpreti e personaggi in ordine di apparizione:
- Giuseppe Crapanzano è il commissario Montalbano;
- Alfonso Marchica è il dott. Pasquano;
- Massimo Agozzimo è Minì Augelo;
- Maria Fantauzzo è Filonia, dal romanzo “Il Re di Girgenti”;
- Maria Grazia Castellana è Antigone, dal libro di racconti “Donne”;
- Alfio Russo è Fazio;
- Lillo D’Aleo è Catarella.
E con Antonio Zarcone (folk singer) con la sezione “Gruppo Città di
Agrigento” di Riccardo Cacicia, con Vittorio Lauricella e Luca Cacicia.
Conduzione di Lillo Bongiorno. Collaborazione artistica di Andrea Cassaro e
Rosa La Franca. Collaborazione scenografica di Alfonso Mossuto.
Collaborazione tecnica di Lillo Rizzuto. Audioservice di Salvatore Cucchiara.
Ingresso libero con prenotazione, mascherina e green pass.
Redazione
25
febbraio
2022.
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25/02/2022 |
Servizi.
Censimento per il collocamento mirato disabili L. 68/99: proroga
iscrizione al 26 marzo 2022 |
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Centro per l'impiego |
Il Dirigente del Servizio VIII del Centro per l'Impiego, Pasquale Patti,
tramite un avviso pubblico ha fatto sapere che "nell'ambito del censimento
riservato agli iscritti al collocamento mirato L. 68/99 si comunica
che chi non ha aderito, nel periodo previsto dal 08/11/2021 al
10/01/2022, potrà ancora aderire entro il 26 marzo 2022, presentando
apposita richiesta redatta su modulistica da richiedere ai Centri Per
l'Impiego competenti per territorio".
Redazione
25
febbraio
2022.
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24/02/2022 |
Letteratura. "Tra Pirandello e Sciascia"; di Armando Caltagirone |
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Pirandello e Sciascia
Armando Caltagirone
1847: il Re a Grotte |
Seguire il narrato mellifluo e artificialmente edulcorato diffuso dagli
"intellettuali" è opera non impegnativa di facile digeribilità, che ottiene
vasto seguito e suscita innumerevoli imitatori. Altro è proporre - ed
accogliere - una verità differente, che riporta la versione cruda, spoglia e
umana degli "dei" e costringe all'azione - ormai desueta - di mettere in
opera il libero pensiero. Ne è un esempio il testo del dott. Armando Caltagirone,
che pubblichiamo di seguito.
Carmelo Arnone
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"TRA
PIRANDELLO E SCIASCIA"
"Se
la provincia di Agrigento è l’ultima nelle statistiche per reddito pro
capite, qualità della vita, tasso di occupazione tra i giovani e via
dicendo, di sicuro, è prima per geni letterari, avendo dato i natali, tra i
più famosi, al Nobel Pirandello e al quasi Nobel Sciascia. Due comunità
diverse, quelle di Agrigento e Racalmuto, seppur distanti pochi chilometri
l’una dall’altra; la città e il paese; eterno divario.
Collettività diverse, anche nel porsi al cospetto dei propri eroi; come
diversi sono stati i suoi illustri concittadini, Pirandello e Sciascia.
Per gli agrigentini, le cui inflessioni dialettali trasformano la “T”
finale, nell’incontro delle consonanti “n” e “t”, in “D”, così ad esempio
Agrigento diventa Agrigendo, le disgrazie della città sono sintetizzate con
perle di saggezza:
A disgrazia di Agrigendu su stu cazzu di templi, ca unu u ‘nsipò murari a
casuzza.
(La disgrazia di Agrigento sono questi templi che impediscono di costruirsi
la casetta).
E su Pirandello? Altra verità sconosciuta ai più.
Me ziu nni scrissi cosi; cchiossà di Pirandellu, sulu ca u ‘nappi furtuna.
(Mio zio di cose ne ha scritte più di Pirandello, solo che non ha avuto la
stessa fortuna).
L’agrigendino autoctono è quasi una rarità, ormai in via di estinzione; è
quello che un tempo si chiamava Luzzu (diminutivo di Calogero) e
Giurlanneddu (diminutivo di Gerlando), destinatari divertiti delle pubbliche
invettive dell’avvocato Malgioglio che esordiva nei suoi comizi elettorali
con: popolo di Luzzi e Giurlanneddi.
Sui due personaggi si racconta anche un aneddoto.
Un giorno, in piena carestia, Luzzu e Giurlanneddu girovagavano per le
campagne agrigendine in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Mentre
filosofeggiavano sulla psicologia della donna con concetti del tipo, a
fimmina un si marita cu sceccu picchì si scanta ca ci strazza i linzola,
(la donna sposerebbe anche un asino, non lo fa per paura che possa
strappargli le lenzuola) Luzziddu esulta:
-
Giurlannè talia chi truvavu;
Gerlandì guarda cosa ho trovato;
-
Chi truvasti Luzzì
Cosa hai trovato Calogerì.
-
Na fava.
Una fava.
-
Ma duni mezza?
Me ne daresti la metà?
-
E idda mezza è.
E’ solo mezza.
-
Allura mi duni a scorcia.
Allora
mi potresti dare la buccia.
-
Eh u bellu ‘na scorcia è. La
parte più buona è proprio la buccia.
Un popolo, quello agrigendino, multipaesano.
Una città che ha sempre vissuto di burocrazia, dove i burocrati, da
migratori, al tempo della pensione, sono diventati stanziali adattandosi
all’ambiente e respirando a pieni polmoni l’aria cittadina.
Aggregazione variegata priva di tradizioni proprie che conquista quelle
altrui.
La sagra del mandorlo in fiore, la festa di San Calogero, nate in forma
silenziosa, quasi anonima, in quel di Naro, sono diventate simbolo della
città dei templi, di quei templi che sappiamo, essere la rovina della città.
Le tradizioni degli altri sono state fatte proprie.
Il ratto non si è fermato ai soli folclori, si è spinto, come nelle migliori
tradizioni nobiliari, fino all’altare della santità. Ara pacis o
ara bellum?
In passato, dal medioevo in poi, accresceva il prestigio di una famiglia, la
presenza, tra gli avi del nobile casato, di un santo. Quella dei beati era
ben poca cosa, sempre meglio di niente. Nel rispetto delle antiche
tradizioni araldiche, in passato per i blasonati, oggi per le comunità,
s’impone, per dar lustro al campanile, l’esigenza di un santo proprio,
nostrano.
Si dice che, per un Santo, non è importante la città natale, quanto quella
che ospita le spoglie.
Per rendere omaggio alla memoria e alla santità del magistrato Livatino,
nato in quel di Canicattì, gli agrigendini, hanno offerto, ai canicattinesi,
la loro ospitalità.
Mancava solo questo vessillo. A futura memoria
le vestigia di
un'antica cultura; Di
vaga fera le vestigia sparse Cercai per poggi solitarii et ermi (F.
Petrarca).
Che dire dei figli dei paesaneddi diventati cittadini?
Sono quelli che non potendo negare le origini paesane tengono a precisare
che con la comunità degli avi non hanno nulla da spartire; del paese hanno
un vago ricordo, quando il papà li conduceva, per visite di cortesia, da
lontanissimi parenti: i nonni.
Ricordi sbiaditi, legati al freddo e alle viuzze ripide; nessun legame che
possa etichettarli come paisaneddi.
Gran fortuna per Pirandello, anche Lui nato in una località che al tempo era
frazione di Girgenti poi diventata comune di Porto Empedocle, avere a
disposizione tanto materiale umano; materia prima, coperta da fetida ganga,
che l’abile e paziente lavoro di pulitura riesce a scoprire l’interiorità
complessa, fatta di luci e ombre, talvolta meschina, la cui analisi
microscopica giustifica gli apparenti indecifrabili comportamenti esteriori.
La negazione delle origini paesane, quasi plebee, motivo di vergogna, era un
fenomeno presente anche al tempo di Pirandello? L’autore non vi ha fatto mai
cenno.
Forse gli zii di Luzzu e Giurlanneddu che tanto hanno scritto, avranno,
magari, approfondito il tema, solo che non hanno avuto fortuna. Che peccato!
Passano gli anni è la luce astrale si sposta, seppur di pochi chilometri, in
quel di Racalmuto
(dall'arabo Rahal Maut "Villaggio morto").
La comunità, prima dell’evento siderale, ha vissuto in forma anonima; gelosa
delle proprie usanze, anche della fonetica dialettale tutta propria, non
trovando similitudini nel contesto isolano.
Il “si”, universale per l’intero stivale, per i racalmutesi diventa “se”.
Forse in qualche comune della Puglia, tipico il barese, vi può essere un
qualche parallelismo; chissà se
Ettore Fieramosca, eroe della famosa disfida, non avesse origini racalmutesi.
Sfumature dialettali che non hanno eguali
e di cui vanno fieri.
Tradizioni linguistiche come il rafforzamento della “f” iniziale; così “un
fascio di finocchi” diventa “u fffasciu i fffinuocchi” o la
difficoltà nel pronunciare le parole che iniziano con l’incontro delle
consonanti “gr” o “cr”; difficoltà superate con l’eliminazione della “g” o
della “c”, così, “Grutti” (Grotte) diventa “Rutti” e “Crastu”
(Montone)“Rastu”; tipica la frase: I ruttisi annu i rana (I
grottesi hanno i soldi).
Quello racalmutese è un popolo di Liddi (diminutivo di Calogero) e Ruardi
(diminutivo di Eduardo), che ha vissuto in uno spazio limitato, angusto ma,
al contempo, bastevole e appagante, tanto da spingere Liddu a chiedere a
Ruardo: Ruà, ci ‘nnè cchiù paisa duoppu Caniattì? (Eduà ti risulta
che dopo Canicattì ci siano altri paesi?).
Difensori ad oltranza di usi, costumi e personaggi del villaggio, al
contrario dei “Ruttisi”, storicamente rivali di campanile,
dissacratori per vocazione e adulatori, verso lo straniero, per
costituzione.
La vita grama della comunità racalmutese è ricca di piccole storie che,
l’attento narratore, nel focalizzare l’esteriorità, lascia al lettore lo
spiraglio della navigazione in spazi illimitati, di soggettiva rotta e
approdo. Così lo Sciascia prima versione, priva di meritato successo.
L’affermazione arriva quando i suoi racconti, nel periodo post dissenso, si
rivolgono al pubblico dei giovani di sinistra, impegnati culturalmente.
Sono quelli che indossano l’eskimo,
i capelli lunghi, la barba incolta, il giornale dell’Unità sotto un braccio
e l’ultimo libro di Nanà nell’altro.
Impegnati a interpretare i pensieri di Mao, mangiando ciotole di riso sullo
yacht e a chiarire
le teorie marxiste: “La proprietà, degli altri, è un furto”.
I rivali confinanti, difensori per ius soli da un lato e gli
adulatori per vocazione dall’altro, dopo la morte del maestro, hanno
raccontato, qualcuno ha perfino scritto, quali testimoni diretti, episodi
non solo inediti, addirittura in contrapposizione con la storiografia
ufficiale.
A sentir loro era un gran parlatore, quasi chiacchierone che si confidava
dei più intimi pensieri e che ascoltava le imbeccate dei tanti fraterni
amici suggeritori.
Avevo un ricordo completamente diverso; un gran taciturno, restio al
dialogo, bisognava tiragli le parole di bocca con le tenaglie, più incline
alla scrittura.
È
questo il ricordo e l’idea che mi son fatto, quando, udite udite, ho
incontrato il maestro. Anch’io posso fregiarmi di questo raro privilegio,
riservato ai pochi eletti, potendo ben dire: “Un giorno, nella terrazza di
contrada Noce, ho parlato con il maestro”.
Non posso dire: “Lui mi ha detto” perché la sua risposta è stata un
interminabile silenzio.
Il memorabile incontro, nel lontano 1986, è stato provocato da un
istituzionale e occasionale invito rivoltomi dai membri la commissione del
premio letterario “Racalmare”, che, come ogni anno, qualche mese prima della
premiazione ufficiale si recavano in contrada “Noce” per chiedere al maestro
presidente, qual era il libro da premiare, per poi poter dire:
“abbiamo
scelto”, plurale maiestatis.
Qualche tempo prima del fatidico incontro,
per puro caso e per strana coincidenza, rovistando tra i registri
dell’archivio della chiesa Madre, sono attratto dall’annotazione
relativa alla benedizione, officiata dall’arciprete, di cui non ricordo il
nome, alle ore sei del mattino, ricevuta dai reali, nella chiesa Madre, alla
presenza del Sindaco Luparello.
Con l’aiuto dell’arciprete Tortorici che, meravigliato, esordisce con un
“ce”, seguito da una “e” periodica, stile eco, infarcito nel prosieguo
da una serie di superlativi; bravissimo, fortunatissimo, interessantissimo,
rilevantissimo, l’epigrafe, scritta in latino campagnolo, viene
correttamente decifrata. Sorpreso per quanto, invece, narrato nella raccolta “Il
mare colore del vino” sulla visita del Re Ferdinando di Borbone in Sicilia,
approfondisco le ricerche scoprendo che, di quell’incontro, sul Sindaco
Luparello circolava anche un aneddoto.
Si narrava, infatti, dell’imbarazzo del primo cittadino al cospetto di Sua
Maestà che, per l’occasione, come il cerimoniale di Corte imponeva, era
proprio al suo fianco.
Per rompere il ghiaccio, il Sindaco, rivolge la seguente domanda: Eh lu
picciliddu comu sta? (Il bambino come sta?).
Uno sguardo di commiserazione seguito da un regale rimprovero: Sua Maestà
il principino, vorrete dire!
I reali, invece, secondo il racconto, a bordo della carrozza, arrivati in
quel di Grotte, appresa la località, fanno cenno al cocchiere di proseguire
specificando che nelle grotte abitano i lupi.
Racconto del ritrovamento di tal documento agli amici che, dopo diversi
anni, mi vogliono sbalordire sulla presenza dell’annotazione, attribuendo la
scoperta ad anonimi ricercatori e, talvolta, intestandosi direttamente il
ritrovamento.
Mi capitava e mi capita spesso di essere senza nome; nelle storie che
racconto è incorporato l’anonimato anche in presenza di firma, scambiata per
pseudonimo.
Ritornando all’incontro, quel giorno mi unisco al drappello degli anonimi
letterati.
In forma più anonima degli altri, mi sono ritrovato al cospetto dello chef
della narrazione; in contrada Noce, sulla terrazza dei grandi pensieri che
tanti piccini ha
ispirato nell’arte dello scrivere; in un clima da gabellotti trepidanti che
chiedono, al titolare del feudo, il nome del vincitore del premio letterario
dallo stesso presieduto.
Per nulla interessato alle vicende premiali e al nome del vincitore,
Gesualdo Bufalino, oso parlare dell’esistenza di quel documento ufficiale
sulla visita di Re Ferdinando a Grotte.
Non ottengo nessuna risposta; uno sguardo silenzioso simile a quello che si
è sentito addosso, il Sindaco Luparello.
Forse il Vate con il suo mutismo voleva dirmi: “Eh allora? Ignoto
interlocutore non hai ancora capito “ca lu maccu” è il piatto dei
ricchi diventati poveri, mentre la “vellutata” è la prelibatezza dei poveri
diventati ricchi? Chi sei? Il novello
Robin Hood che vuol togliere ai ricchi per dare ai poveri e poi togliere ai
poveri diventati ricchi per ridare ai ricchi diventati poveri?
È
solo una gran fatica!”.
Al silenzio si possono attribuire tanti significati come tanti sono i
pensieri immaginari dei tanti fiabeschi confidenti ispiratori d’idee che il
maestro, a loro dire, sapientemente faceva proprie.
Chissà chi è il suggeritore del controverso pensiero: “professionisti
dell’antimafia”.
Non lo sapremo mai perché i successi hanno tanti padri, gli insuccessi sono
orfani".
Armando Caltagirone
24
febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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22/02/2022 |
Chiesa. "Sante Quarantore: conforto
spirituale e consolazione"; della prof.ssa Graziella Vizzini |
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Quarantore
SS. Sacramento |
Ieri,
lunedì 21 febbraio, nella bellissima chiesa del Monte Carmelo in Grotte
si sono conclusi i quattro giorni delle sante Quarantore.
Giorni di grazia. Celebrazione eucaristica, il perno attorno a cui roteava
tutta la giornata eucaristica, meditazione personale, preghiera comunitaria,
recita del santo Rosario eucaristico cantato e per concludere il canto del
vespro.
Quattro giorni in cui Gesù Eucarestia solennemente esposto sull' altare,
debitamente addobbato, ha elargito tantissime grazie e tante persone hanno
trovato sicuramente conforto spirituale e consolazione.
"L'Eucaristia infiamma talmente l'uomo che lo fa uscire da sé e lo fa
giungere al punto di non vedere più sé per sé, ma se stesso per Dio e Dio
per Dio e il prossimo per Dio" (Santa Caterina da Siena).
L' Eucaristia: un grande mistero! L'Eucaristia è un lungo cammino che va da
Dio a Dio.
"Venite a me!". Venite al mio tabernacolo e là troverete rifugio,
conforto, pace, forza, riposo.
Nel tabernacolo Cristo sempre accogliente, infinitamente paziente, ospite
silenzioso che non si stanca di aspettare.
Davanti al tabernacolo possiamo chiedere, raccontare, parlare a tu per tu
con Gesù, presenza viva, dialogare, guardare quell' Ostia bianchissima che
racchiude il Corpo Santissimo di Gesù, pregare elevando a Dio inni di
ringraziamento; ma si può stare in silenzio, lontano dai rumori e
dall'agitazione del mondo e inebriarsi il cuore di questa dolcezza.
Nei tabernacoli della terra, nelle Ostie consacrate di tutto il mondo noi ti
adoriamo, Cuore di Gesù Eucaristia.
Concludiamo con le parole di Sant'Agostino: "Tardi ti ho amato, bellezza
tanto antica e tanti nuova. O Amore, che sempre ardi e mai ti estingui.
Concedimi quello che comandi e comandami quello che tu vuoi".
Un grazie grande grande a Gesù, e un grazie anche a don Rosario Bellavia
che ha guidato queste quattro giornate eucaristiche.
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Prof. Graziella Vizzini
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22/02/2022 |
Politica. On. Rosalba Cimino (M5S): "La SS
640 sta per essere completata, grazie all'impegno del M5S" |
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Rosalba Cimino |
"Grazie
all’impegno e all’attenzione del Movimento 5 Stelle verso le infrastrutture
viarie siciliane, finalmente la SS 640 sta per essere completata".
La deputata del Movimento 5 Stelle Rosalba Cimino esprime
soddisfazione per l’apertura di uno degli ultimi tratti della SS 640,
importante asse viario che collega Agrigento a Caltanissetta, sino allo
svincolo con l’autostrada Catania-Palermo.
"Con il nostro sottosegretario Giancarlo Cancelleri abbiamo dato un
impulso importante a una strada che, dopo 15 anni dalla posa della prima
pietra, era rimasta un’eterna incompiuta. Abbiamo dovuto far fronte ai
problemi economici delle aziende e alla burocrazia, ma alla fine negli
ultimi 3 anni abbiamo raggiunto un grande risultato, portando alla fine il
progetto di una strada fatta di interruzioni e deviazioni. Dei 27 km che
dovevano essere realizzati - continua Cimino - adesso rimangono solo
gli ultimi 4 km della galleria di Caltanissetta, dove si sta lavorando".
La Deputata fa un plauso, per l’obiettivo raggiunto, al sottosegretario al
ministero delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri: "Cancelleri ha
seguito passo dopo passo il cantiere, con visite costanti per comprendere
eventuali problematiche da risolvere, così come sta facendo anche per altre
arterie importanti della Sicilia". L'on. Cimino annuncia anche l’apertura
dello svincolo per Agrigento il prossimo 24 febbraio, che eliminerà i
disagi per gli automobilisti che devono raggiungere la provincia.
Redazione
22 febbraio
2022.
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21/02/2022 |
Attualità. "La guerra e l'impegno"; del dott. Salvatore Filippo Vitello |
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Dott. Vitello |
Intervento del dott. Salvatore Filippo Vitello, Avvocato Generale della Corte
d’Appello di Roma.
*****
In questa triste contingenza temporale,
sembra che tutto si rivolti contro la vita.
Oltre alla crisi pandemica, ora si vive nell'apprensione per il rischio di
una guerra europea potenzialmente esplosiva in tutto il continente, per la
potenza e vastità dei dispositivi militari che vi si fronteggiano.
Provo un forte senso di angoscia e di incredulità a pensare che vi possano
essere persone che pur animati dalla ragione possano essere spinti alla
guerra, all'uccisione massiccia di propri simili. Non mi riesco davvero a
capacitare come questo scenario di vigilia di guerra rischi di diventare
realtà.
Si è vissuto qualcosa di simile al tempo dell'invasione della Cecoslovacchia
da parte del Patto di Varsavia. Non c'era solo la questione bellica in
campo, ma il confronto/scontro tra due forme di comunismo.
Tra i cattolici democratici se ne poteva parlare senza l'impaccio del
rigidissimo dogmatismo che all'epoca travagliava ancora i comunisti
italiani. Tutto però avveniva nel ferreo contesto di Jalta e quindi non
c'era il timore dell'estendersi del conflitto.
Ricordo infatti che nei nostri ambienti di Azione Cattolica locale
quell'evento, certamente stigmatizzato come conseguenza di una arrogante
dittatura, non generò un forte e collettivo senso di indignazione, perché
tutto venne circoscritto alla logica assolutista del comunismo, alla cui
area noi fortunatamente non appartenevamo, anzi della quale eravamo sempre
più convinti avversari.
Riprendendo poi le fasi della storia e andando a ritroso nel tempo, devono
ricordarsi le cronache degli anni '30. Il ricordo non può che focalizzarsi
sul 1939, ad un'altra vigilia di guerra.
All'epoca tra i fascismi europei c'era la precisa volontà di scatenare una
guerra continentale per sradicare le democrazie europee. L'Unione Sovietica
sembrava fuori dal campo del conflitto grazie al patto con i nazisti
tedeschi, detto Molotov-Ribbentrop, che le consentì di espandersi in Polonia
e che l'anno successivo le consentì di inglobare impunemente gli stati
"Baltici".
Anche in quegli anni, a leggere la storia, in coloro che non erano coinvolti
nella propaganda del fascismo mussoliniano, si avvertiva un senso di
impotenza nei confronti del fatale scivolamento verso la guerra
continentale. Però se ne parlava molto tra la gente, perché il regime si
impegnò in uno sforzo propagandistico molto intenso, soprattutto dopo i
primi mesi di guerra, quando apparve che tutto sarebbe finito presto con la
vittoria dei nazisti.
La Chiesa non è stata estranea a quegli eventi. Durante il pontificato di
papa Pio XI i cattolici italiani si erano in gran parte fascistizzati. Nel
1939 fu eletto Papa Eugenio Pacelli (Pio XII) che da Segretario di Stato
(dal 1930) era stato corresponsabile di quelle politiche accomodanti verso
il fascismo mussoliniano, avendo anche trattato e firmato per conto della
Santa Sede lo sciagurato concordato con i nazisti del 1933.
Tuttavia da Papa fu in contrasto con Mussolini sulla questione della guerra
europea, che gli era fortemente invisa - come credo fosse naturale per
qualsiasi seguace del Vangelo - per motivi religiosi.
Il 24 agosto 1939 diffuse un radiomessaggio diretto ai "governanti e ai
popoli nell'imminente pericolo della guerra", nel quale gli storici
riconoscono la mano di Montini, che all'epoca lavorava alla Segreteria di
Stato, in cui era scritto tra l'altro: "Oggi che, nonostante le Nostre
ripetute esortazioni e il Nostro particolare interessamento, più assillanti
si fanno i timori di un sanguinoso conflitto internazionale; oggi che la
tensione degli spiriti sembra giunta a tal segno da far giudicare imminente
lo scatenarsi del tremendo turbine della guerra, rivolgiamo con animo
paterno un nuovo e più caldo appello ai Governanti e ai popoli: a quelli,
perché, deposte le accuse, le minacce, le cause della reciproca diffidenza,
tentino di risolvere le attuali divergenze coll’unico mezzo a ciò adatto,
cioè con comuni e leali intese: a questi, perché, nella calma e nella
serenità, senza incomposte agitazioni, incoraggino i tentativi pacifici di
chi li governa".
Come dice un mio collega molto saggio, da cui traggo i principali
riferimenti ed i concetti qui espressi, è con la forza della ragione, non
con quella delle armi, che la Giustizia si fa strada.
La politica emancipata dalla morale tradisce quelli stessi che così la
vogliono.
Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra.
Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare.
Confrontandosi con buona volontà e con rispetto sui reciproci diritti si
accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un
onorevole successo.
La linea politica del dialogo guidò i cattolici democratici negli anni
immediatamente precedenti e seguenti alla caduta del fascismo.
In particolare dopo che, dal 1941, con una serie di radiomessaggi, fu loro
espressamente ordinato di collaborare con tutte le forze per le quali la
pace era rilevante, senza pregiudizi ideologici, a edificare un nuovo ordine
europeo democratico. Cosa che fu fatta.
Quell'impegno per la pace è stato un modello di riferimento nel dopoguerra
per i giovani cattolici democratici, che ispiravano, con entusiasmo, il loro
pensiero agli Sturzo, ai La Pira, ai Moro.
Molto si è perduto di quel patrimonio perché una classe dirigente succeduta
ai padri della resistenza non ha saputo mantenere quel profilo morale che ha
accomunato i protagonisti della stagione costituzionale nella quale è nato
lo Stato democratico.
Quello che oggi manca, almeno apparentemente, è un'azione collettiva
popolare per resistere alla guerra, come quelle che si manifestarono
spontaneamente alla vigilia della prima "Guerra del Golfo". Si è come
incapsulati nel nostro schieramento, rispetto ad un'agenda dettata dai
potenti della terra.
È davvero inaccettabile questa assurda follia che porta ad includere la
guerra come la principale opzione.
In questa mia riflessione mi piacerebbe tanto recuperare quella genuina
passione, animata da valori alti, che coinvolse tanti ragazze e ragazzi
cattolici di Grotte; mi riferisco a Carmela Fantauzzo, le sorelle
Giovanna e Venerina Alaimo, Totò Carlisi, Lillo Patanella,
Mariangela Morreale, e tanti altri dei quali mi scuso per non saperli
indicare, ma che possono ancora dare tanto per continuare ad animare i
ragazzi di oggi sui valori della vita, che hanno ispirato la nostra
crescita.
Tutto ciò non potrà che realizzarsi nella cornice di quel confronto
stimolante
con i tanti amici di Racalmuto (tra i tanti,
Enzo Sardo e Gaetano Savatteri) e con gli interlocutori laici
di spessore delle nostre comunità, con i quali abbiamo sempre condiviso
l'attenzione per la dimensione umana della persona. Mi riferisco a Pietro
Agnello, Egidio Terrana, Salvatore Bellavia, Gandolfo
Mazzarisi, Gaspare Agnello. Ed a quell'enfant prodige che è
sempre stato Enzo Napoli.
Si tratta di iniziative che oggi si possono realizzare anche a distanza,
grazie a due network di grande valore, quali Grotte.info e Malgrado tutto e
consentitemi di aggiungere ad una blogger che tanto stimo per il suo impegno
e dedizione per la nostra terra, quale Patrizia Mangione.
Cari amici riprendiamo l'iniziativa per fare sentire la nostra voce di
uomini liberi a favore della vita e della dignità delle persone.
Ora che questo tremendo evento, la guerra, ci riguarda da vicino, spero si
levi il grido di ribellione delle coscienze contro questo strumento perverso
che indisturbato continua ad essere usato in Stati periferici, anche a noi
vicini, generando morte ed orrore, come sistematicamente ci ricorda con la
forza dell'esecrazione Papa Francesco.
Salvatore Filippo Vitello
21 febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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21/02/2022 |
Chiesa. Parrocchia San Rocco: avvisi e appuntamenti
della settimana |
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Chiesa di San Rocco |
Pubblichiamo il
programma delle attività che si svolgeranno nel corso della settimana presso
la parrocchia San Rocco in Grotte.
Lunedi 21 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Compieta, Coroncina alla Divina
Misericordia e Benedizione
eucaristica.
Martedi 22 febbraio -
Quarantore
- ore 09.30, santa Messa e Adorazione eucaristica (sino alle ore 17.00);
- ore 17.00, Adorazione comunitaria e Vespro solenne.
Mercoledi 23 febbraio -
Quarantore
- ore 09.30, santa Messa e Adorazione eucaristica (sino alle ore 17.00);
- ore 17.00, Adorazione comunitaria e Vespro solenne.
Giovedi 24 febbraio -
Quarantore
- ore 09.30, santa Messa e Adorazione eucaristica (sino alle ore 17.00);
- ore 17.00, Adorazione comunitaria e Vespro solenne.
Venerdi 25 febbraio -
Quarantore
- ore 09.30, santa Messa e Adorazione eucaristica (sino alle ore 17.00);
- ore 17.00, Adorazione comunitaria e Vespro solenne.
Sabato 26 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, santa Messa.
Domenica 27 febbraio
- ore 09.30, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 10.00, santa Messa.
Redazione
21 febbraio
2022.
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20/02/2022 |
Letture Sponsali. "Amate i vostri nemici" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
Per amore dell'Amore.
"Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite
coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano".
Queste parole suonano ancora oggi estranee al sentire comune. Tutti
sperimentiamo quanto sia difficile perdonare chi ci fa qualche torto.
Quanto è ancor più difficile perdonare chi si pone come nostro nemico! Le
parole del Vangelo non sono astratte; in Gesù diventano realtà.
Egli per primo ci mostra che è possibile amare i nemici. E la ragione di
fondo sta nel fatto che nessun uomo per lui è nemico.
Tutti portano iscritto nel cuore i tratti di Dio, fossero anche nascosti nei
recessi più bui e profondi.
Come non ricordare la scena dell'orto degli ulivi quando chiama Giuda
"amico" proprio mentre lo tradisce?
Forse questa immagine è l'icona più bella dell'amicizia, l'immagine più
chiara delle parole "amate i vostri nemici".
Beati noi se sappiamo almeno conservarla nel cuore.
Redazione
20 febbraio
2022.
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20/02/2022 |
Attualità. "Il lutto per la guerra mancata"; di Raniero La
Valle |
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Raniero La Valle |
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare.
*****
Domenica scorsa “La Repubblica” ha annunciato con un lungo articolo a pagina
3 che martedì la Russia avrebbe invaso l’Ucraina, e quindi mercoledì o
giovedì sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale, in quanto Biden e gli
alleati occidentali erano uniti per “far pagare alla Russia il prezzo più
alto che abbia mai visto finora”.
Forse è bene ricordare che tra i prezzi più alti finora pagati dalla Russia
ci sono stati Napoleone alle porte di Mosca e l’assedio nazista di
Leningrado, e che la prima guerra mondiale è scoppiata per molto meno.
A pagina 2 dello stesso numero domenicale della “Repubblica” si dava la
notizia dell’ultimatum di Biden a Putin, a pagina 4 si annunciava che mille
militari italiani avrebbero partecipato a questa nuova campagna di Russia
schierandosi sul fianco Sud-Est; per il “Corriere della Sera” sarebbero
stati duemila, ma mille più o mille meno non importa, l’effetto mediatico è
lo stesso; tutti i giornali informavano inoltre che gli occidentali,
compresi i nostri compatrioti, erano stati invitati dai rispettivi governi e
ministri degli Esteri a fuggire dall’Ucraina prossima all’invasione e a
tornare a casa, ciò che però gli italiani, in un’Ucraina che per parte sua
si diceva tranquilla, si guardavano bene dal fare.
Tutte le notizie sulla minaccia russa la “Repubblica” le aveva sapute dalle
agenzie, che le avevano sapute da Biden, che le aveva sapute
dall’“intelligence” (che tradotto vorrebbe dire “intelligenza”) la quale le
aveva sapute dai generali russi che spensieratamente si comunicavano per
telefono, in linguaggio non cifrato, i piani d’invasione, discutendo
l’alternativa se fare “la terra bruciata” o marciare direttamente su Kiev.
Il “casus belli” era che la NATO voleva estendersi in Europa fino a
inglobare l’Ucraina, giungendo a un passo da Mosca. I russi, sentendosi
minacciati, reagivano schierando la loro armata sul confine. Non potevano
certo, per difendersi, contare come a suo tempo sul “generale Inverno”,
perché il clima intanto si era riscaldato, le divise nemiche erano molto più
pesanti e da fronteggiare non c’erano i fanti o la cavalleria di Napoleone
ma i carri ed i missili dell’alleanza atlantica; del resto i russi si
ricordavano bene che quando Krusciov aveva voluto mettere i missili
balistici a Cuba, in risposta a quelli americani in Turchia, gli Stati Uniti
non ci avevano pensato due volte a mandare la loro flotta e allestire il
blocco navale dell’isola e dunque era altrettanto giustificata ora la loro
reazione di inscenare una dimostrazione di forza sulla linea di confine.
Quella volta era intervenuto papa Giovanni a scongiurare i contendenti a
fermarsi prima di cadere nel baratro; questa volta papa Francesco lo ha
fatto domenica all’Angelus, rivolgendosi ai responsabili politici con una
sobrietà che faceva supporre un suo intervento ben altrimenti pressante.
Lunedì gli americani trasferivano la loro ambasciata da Kiev a Leopoli,
pensando forse che avviata la terza guerra mondiale, il vero problema
sarebbe stato che la loro rappresentanza e la loro bandiera continuassero a
esibirsi in Europa, lontano dal fronte. Le notizie si facevano poi più
incalzanti. Secondo la CNN l’invasione sarebbe avvenuta mercoledì, la CBS
riferiva da parte sua l’affermazione del segretario di Stato americano
secondo cui Putin aveva già messo i suoi obici in posizione di tiro, una
“esperta” a “Otto e mezzo” diceva che avendo Putin schierato tante truppe,
avrebbe fatto una brutta figura se poi non avesse dato corso all’invasione,
dando perciò anche lei la guerra per scontata.
Però né martedì né mercoledì né giovedì l’Ucraina è stata invasa, le
artiglierie pronte all’uso non hanno sparato, un po’ di soldati russi sono
tornati indietro, i militari italiani sono rimasti a casa (perché semmai
deve decidere il Parlamento, e questa è una bella novità); tuttavia Biden
non si è dato pace e ha ripetuto che Putin "pagherà un prezzo immenso",
giornali e televisioni hanno continuato ad accusare la Russia del crimine di
voler stabilire una sua zona d’influenza in Europa, mentre nessuno si era
preoccupato quando alla vigilia del Duemila dei compassati signori negli
Stati Uniti volevano instaurare “il nuovo secolo americano” estendendo la
zona di influenza e la sovranità americana su tutto il mondo.
Dunque la bella notizia è che per ora la terza guerra mondiale non è
scoppiata, per il semplice fatto che una parola rassicurante l’ha detta a
Putin il Cancelliere tedesco ritirando la minaccia di un ingresso
dell’Ucraina nella NATO, e che oggi siamo ancora qui, non inceneriti, a
raccontarlo (anche se il generale americano Allen aveva detto: “il conflitto
è già iniziato”); ma la cattiva notizia è che siamo in mano a degli
irresponsabili che sono al comando delle nazioni, e a dei garruli
informatori che ignorano il senso delle loro parole, per non parlare della
"Stampa" che oggi fa finta di rimpiangere i pacifisti, che chiama i "pacefondai
degli euromissili", ma prendendo il lutto per la guerra mancata per colpa di
Biden "che ha reso poco attrattiva l'opzione militare" di Putin, relega la
notizia a pagina 22-23; e tutti insieme rendono di giorno in giorno più
precario il nostro futuro e la nostra vita.
Se una conclusione da tutto ciò si può trarre è che una grande riforma si
deve fare sul modo di stare sulla Terra, e che bisogna passare dal diritto
sovrano e discrezionale degli Stati alla guerra, al diritto collettivo e
indisponibile dei popoli alla pace; una Costituzione mondiale che “ripudi la
guerra” appare dopo questi fatti politicamente più lontana, ma nel contempo
ancora più necessaria ed urgente, e sono i popoli che ne devono prendere in
mano la causa.
Raniero La Valle
20 febbraio
2022
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19/02/2022 |
Editoria. "Il Sistema Montante" ancora
attuale, nonostante testimonianze e rivelazioni nelle aule dei tribunali |
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Copertina |
Titolo "Il sistema Montante". Sottotitolo "L'ascesa e il declino
degli apostoli dell'antimafia, uomini di Stato infedeli, servizi segreti
deviati e giornalisti spregiudicati" (su
Amazon).
Ben prima che Sallusti assieme a Palamara, con il libro intervista "Lobby &
logge", scoperchiassero il pentolone maleodorante del "sistema" giudiziario
italiano, era stato pubblicato dall'editore Bonfirraro, nell'aprile
del 2019, il primo coraggioso lavoro di denuncia e di esegesi
storica, scritto da Salvatore Petrotto, in cui vengono svelati i
sofisticati meccanismi riguardanti l'amministrazione della giustizia a
vantaggio di alcune lobby. Dalla Confindustria del falso paladino
dell'antimafia, Antonello Montante, sino ad arrivare al corruttore per
eccellenza di una decina di magistrati, l'avvocato Amara, il passo è breve.
"Da Amara a Palamara" - così aveva titolato un suo libro il giornalista Enzo
Basso - passando per Montante, partendo dal verminaio che c'era dentro il
Tribunale di Siracusa, per poi risalire lo stivale, finendo col travolgere
l'intero ordine giudiziario, CSM compreso. Di quest'anatomia del disastro
giudiziario italiano, "Il sistema Montante" è di sicuro la prima vera ed
autentica analisi ed impietosa denuncia.
Tutto il resto viene ed avviene dopo, compresa la voglia, finalmente - ed
era ora -, di rigenerare un'amministrazione della giustizia, condizionata
non solo dalle logiche correntizie, ma completamente prona al cospetto di
bande di criminali, che si presentavano agli occhi dell'opinione pubblica
come degli apostoli dell'antimafia e dei paladini della legalità.
A partire dal 2007 Salvatore Petrotto aveva iniziato a scandagliare quanto
stava avvenendo in Sicilia, a causa di alcune evidenti derive istituzionali
che avevano finito col favorire, in maniera illecita, alcune ben individuate
lobby di potere, una delle quali faceva capo all'ex presidente di
Confindustria Sicilia e vice presidente di Confindustria Nazionale,
Antonello Montante, già condannato a 14 anni di reclusione in primo grado ed
il cui processo d'appello, in corso presso il Tribunale di Caltanissetta, si
concluderà tra marzo ed aprile.
Tra le mille pieghe del "Sistema Montante" non passa inosservata la
cosiddetta "antimafia sociale" che in diversi casi ha cristallizzato
situazioni di potere e rendite di posizione in contrasto con la selettività
meritocratica e la trasparenza delle procedure, in particolare il mondo
dell'editoria e del giornalismo che in gran parte hanno consentito ad
Antonello Montante di abusare delle funzioni o di sfruttare la finta
identità legalitaria.
Redazione
19 febbraio
2022.
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19/02/2022 |
Comune. Ringraziamenti del Sindaco per la
conclusione della giornata vaccinale |
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Alfonso Provvidenza |
Ringraziamento del sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza
al personale impegnato ieri, venerdì 18 febbraio, nella "Open
day" vaccinale.
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"Conclusa
un'altra giornata di vaccinazione a Grotte che ha consentito di
somministrare un centinaio di dosi di vaccino antiCovid. I ringraziamenti
vanno al direttore del Distretto Sanitario dott. Giuseppe Miccichè e,
come sempre, al responsabile del Presidio Sanitario di Base di Grotte dott.
Antonio Carlisi che ha coordinato il team di lavoro (medici,
infermieri, collaboratori amministrativi, volontari dell'Associazione Padre
Vinti Grotte Solidale Onlus, Vigili Urbani e impiegati comunali) efficiente
come sempre".
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Il
Sindaco
Alfonso Provvidenza.
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19/02/2022 |
Chiesa.
Programma delle Quarantore nella chiesa San Rocco |
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Programma |
Inizieranno martedì 22 febbraio 2022, e si protrarranno sino a venerdì 25
febbraio, le funzioni per le Quarantore nella chiesa parrocchiale di San
Rocco in Grotte. Di seguito il programma delle celebrazioni.
Martedì 22 febbraio
- ore 09.30, santa Messa, omelia, Esposizione eucaristica;
- ore 10.00, Liturgia delle Ore (Lodi e Ora media);
- ore 11.00, Rosario eucaristico della gioia;
- ore 12.00, Rosario eucaristico della luce;
- ore 13.00, Rosario eucaristico della dolore;
- ore 14.00, Rosario eucaristico della gloria;
- ore 15.00, Ora della Divina Misericordia;
- ore 15.30, adorazione silenziosa;
- ore 16.00, Rosario e litanie al Santissimo;
- ore 17.00, Ora santa comunitaria;
- ore 18.00, Vespri solenni e benedizione eucaristica.
Mercoledì 23 febbraio
- ore 09.30, santa Messa, omelia, Esposizione eucaristica;
- ore 10.00, Liturgia delle Ore (Lodi e Ora media);
- ore 11.00, Rosario eucaristico della gioia;
- ore 12.00, Rosario eucaristico della luce;
- ore 13.00, Rosario eucaristico della dolore;
- ore 14.00, Rosario eucaristico della gloria;
- ore 15.00, Ora della Divina Misericordia;
- ore 15.30, adorazione silenziosa;
- ore 16.00, Rosario e litanie al Santissimo;
- ore 17.00, Ora santa comunitaria;
- ore 18.00, Vespri solenni e benedizione eucaristica.
Giovedì 24 febbraio
- ore 09.30, santa Messa, omelia, Esposizione eucaristica;
- ore 10.00, Liturgia delle Ore (Lodi e Ora media);
- ore 11.00, Rosario eucaristico della gioia;
- ore 12.00, Rosario eucaristico della luce;
- ore 13.00, Rosario eucaristico della dolore;
- ore 14.00, Rosario eucaristico della gloria;
- ore 15.00, Ora della Divina Misericordia;
- ore 15.30, adorazione silenziosa;
- ore 16.00, Rosario e litanie al Santissimo;
- ore 17.00, Ora santa comunitaria;
- ore 18.00, Vespri solenni e benedizione eucaristica.
Venerdì 25 febbraio
- ore 09.30, santa Messa, omelia, Esposizione eucaristica;
- ore 10.00, Liturgia delle Ore (Lodi e Ora media);
- ore 11.00, Rosario eucaristico della gioia;
- ore 12.00, Rosario eucaristico della luce;
- ore 13.00, Rosario eucaristico della dolore;
- ore 14.00, Rosario eucaristico della gloria;
- ore 15.00, Ora della Divina Misericordia;
- ore 15.30, adorazione silenziosa;
- ore 16.00, Rosario e litanie al Santissimo;
- ore 17.00, Ora santa comunitaria;
- ore 18.00, Vespri solenni e benedizione eucaristica.
Da
lunedì a sabato santa Messa alle ore 17.30, domenica santa Messa alle ore
10.00.
Redazione
19 febbraio
2022.
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19/02/2022 |
Chiesa.
Programma delle Quarantore nella chiesa Madonna del Carmelo |
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Locandina |
Sono già
iniziate, ieri venerdì 18 febbraio 2022, le funzioni per le Quarantore
nella chiesa parrocchiale della Madonna del Carmelo in Grotte. Di
seguito il programma delle celebrazioni.
Venerdì 18 febbraio
- ore 09.15, Lodi mattutine;
- ore 09.30, santa Messa;
- ore 10.00 - 12.00, visita al SS. Sacramento e adorazione personale;
- ore 12.00, Ora sesta e Angelus;
- ore 15.30 - 17.30, adorazione personale;
- ore 17.30, Rosario eucaristico cantato;
- ore 18.00, Vespri e benedizione.
Sabato 19 febbraio
- ore 09.15, Lodi mattutine;
- ore 09.30, santa Messa;
- ore 10.00 - 12.00, visita al SS. Sacramento e adorazione personale;
- ore 12.00, Ora sesta e Angelus;
- ore 15.30 - 17.30, adorazione personale;
- ore 17.30, Rosario eucaristico cantato;
- ore 18.00, santa Messa (prefestiva).
Domenica 20 febbraio
- ore 09.00, santa Messa;
- ore 11.30, santa Messa;
- ore 17.30, santa Messa.
Lunedì 21 febbraio
- ore 09.15, Lodi mattutine;
- ore 09.30, santa Messa;
- ore 10.00 - 12.00, visita al SS. Sacramento e adorazione personale;
- ore 12.00, Ora sesta e Angelus;
- ore 15.30 - 17.30, adorazione personale;
- ore 17.30, Rosario eucaristico cantato;
- ore 18.00, Vespri e benedizione.
Redazione
19 febbraio
2022.
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19/02/2022 |
Dialoghi. "Nella Repubblica Italiana capita
anche questo"; di
Giuseppe
Castronovo |
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Intervento del dott.
Giuseppe Castronovo.
Le recenti elezioni per il Quirinale hanno lasciato, nel confermare
nell'incarico il Presidente uscente Sergio Mattarella, dell'amaro
nell'attuale presidente del Consiglio Mario Draghi. Questi, infatti, ha
dichiarato agli "amici" che gli propongono un altro "posto" dopo avergli ha
rifilato il pacco che un lavoro "se lo trova da solo". Nella nostra
Repubblica capita anche questo.
Giuseppe Castronovo
"NELLA REPUBBLICA ITALIANA CAPITA ANCHE QUESTO"
Totò: Amici, ho l’impressione che le recenti elezioni per la carica di
Presidente della Repubblica abbiano dato due risultati alquanto differenti
fra loro.
Santo: In che senso?
Totò: il presidente uscente Sergio Mattarella, sebbene avesse già iniziato
il trasloco verso la sua casa presa in affitto in Roma, risulta confermato e
sistemato al Quirinale per altri 7 anni. Il presidente del Consiglio Mario
Draghi si trova invece a cercar lavoro, e ai tanti politici “amici”, dopo il
pacco che gli hanno rifilato in occasioni di queste elezioni e che ora lo
candidano a questo e a quel posto, ha così risposto: “… un lavoro me lo
trovo da solo”.
Nenè: Una vicenda che, per le modalità e il luogo in cui si è sviluppata e
per i protagonisti che ha visto coinvolti, risulta alquanto insolita e
curiosa.
Santo: Prof. Vezio quale insegnamento possiamo trarne?
Vezio: Per una persona che trova una sistemazione, ce n’è un’altra comunque
che un lavoro, per sua stessa ammissione, se lo dovrà a breve cercare.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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17/02/2022 |
Chiesa. "Origini e
significato delle Quarantore"; riflessione a cura della prof.ssa Graziella Vizzini |
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SS. Sacramento |
L'origine di
questa devozione che porta il titolo di “Oratio quadraginta horarum”, è
incerta.
La prima testimonianza di tale pratica la troviamo tra i Battuti di Zara
presso la chiesa di San Silvestro, già prima del 1214, dove sorse pure la
confraternita “In Coena Domini” delle Quarant'Ore.
L'uso di esporre il SS. Sacramento all'adorazione dei fedeli per quaranta
ore continue al fine di propiziarsi l'intervento del Signore, specie in
tempi di calamità e di guerre, avvenne per la prima volta nel 1527 presso la
chiesa del Santo Sepolcro a Milano, per iniziativa dell'agostiniano Antonio
Bellotti di Ravenna (1528), che istituì anche la scuola del Santo Sepolcro,
legata a tale scopo, avviando l'uso di ripetere le Quarantore anche fuori
della Settimana Santa, quattro volte all'anno.
In tale occasione, però, il SS. Sacramento non veniva esposto, poiché
l'adorazione avveniva davanti al tabernacolo chiuso.
E' controverso chi abbia per primo incominciato ad esporre per l'occasione
il Sacramento, tra speciale rilievo di luci e addobbi.
Sembra che la cosa sia incominciata a Milano, o nel 1534 per opera di Padre
Bono da Cremona, barnabita, o nel 1537 per opera del cappuccino Padre
Giuseppe da Fermo, al quale ad ogni modo va soprattutto il merito, oltre che
di avere diffuso la pratica in altre importanti città italiane, di aver
disposto che l'esposizione e l'adorazione del Sacramento passasse da una
chiesa all'altra nella stessa città, in modo da creare un ciclo completo di
adorazione durante tutto l'anno (Adorazione perpetua).
Il Papa Paolo III, mediante la richiesta del vicario generale di Milano
fatta a nome del governatore e del popolo milanese, approvò questa pratica
con breve apostolico del 28 agosto 1537 e assegnò le prime indulgenze.
I Cappuccini, a cui si unirono anche i Minoriti, furono ferventi propagatori
dell'uso delle Quarantore; altrettanto zelo fu espresso anche dai Gesuiti, i
quali diffusero quest'uso in tutta l'Europa e in Italia.
Il Papa Urbano VIII con l'enciclica “Aethernus rerum conditor” del 6 agosto
del 1623, prescrisse a tutte le chiese del mondo la celebrazione delle
Quarant'Ore. Nei secoli successivi vari papi si sono occupati di esse con
vari documenti, vanno ricordati: “Instructio” di Paolo V nel 1606 e di
Innocenzo XI nel 1681.
Per quanto riguarda la prassi, dall'indagine storica si rilevano due forme:
-1) un turno annuale ininterrotto d'adorazione di chiesa in chiesa, che si è
affermata e mantenuta solo nelle grandi città per ragioni di disponibilità
di chiese e fedeli;
- 2) la forma sporadica, legata solo ad alcuni momenti dell'anno, fatta
spesso senza l'adorazione notturna, che è quella più diffusa e in uso ancora
oggi in molte comunità parrocchiali.
Nel sec. XVII e XVIII questa seconda forma fu introdotta nei tre giorni
precedenti il mercoledì delle Ceneri come funzione riparatrice da opporre
alle intemperanze del carnevale, sostenuta e diffusa dai Gesuiti.
A Roma ebbe un grande fautore in san Filippo Neri.
Il papa Clemente VIII nel 1592, diede una prima regolamentazione, disponendo
che con l'esposizione delle Quarantore, si creasse a Roma in tutto l'anno
“una catena ininterrotta di preghiere... ad ogni ora del giorno e della
notte”.
Finalmente Clemente XII, nel 1731, stabilì tutto il cerimoniale con cui si
devono praticare le Quarantore con una istruzione che porta il nome di
“Istructio Clementina”.
Le Quarantore previste dalla “Istructio Clementina” si devono praticare solo
in quelle città che hanno molte chiese. La pratica, però, non tardò ad
estendersi anche nei centri minori, almeno come esercizio annuale,
specialmente dopo che nella città di Macerata nel 1556, due missionari
gesuiti organizzarono l'esposizione delle Quarantore con particolare
solennità per contrastare la messa in scena di un carnevale profano.
Questa iniziativa piacque anche al Papa, Leone XIII, che estese a tutte le
chiese del mondo le indulgenze che alla pia pratica erano state concesse
nella città di Roma. Le Quarantore, ininterrotta esposizione del Sacramento,
sono un tempo di grazia.
L'espansione incominciò non appena Paolo III ne approvò la “pia pratica”.
Le prime regioni in cui si organizzarono le Quarantore furono L'Emilia, le
Marche, il Lazio. Poi si diffusero in Germania, nei Paesi Bassi, in Svizzera
e in quasi tutta l'Europa.
Il II Concilio di Baltimora le introdusse negli Stati Uniti. Molti papi ne
caldeggiarono la diffusione. Ai Barnabiti si unirono i Gesuiti. Il Concilio
Vaticano II nell' “Eucharisticum misterium” dettò alcune norme per questa
devozione.
Il beato Giovanni Paolo II nella “Lettera Dominici Cenae del Giovedì Santo
1980” affermò: “L'animazione e l'approfondimento del culto eucaristico sono
prova di quell'autentico rinnovamento che il Concilio si è posto come fine e
ne sono il punto centrale. La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del
culto eucaristico. Gesù ci aspetta in questo Sacramento d'amore. Non
risparmiamo il nostro tempo per andarlo ad incontrare nell'adorazione, nella
contemplazione piena di fede. Non cessi mai la nostra adorazione!”.
Tra le manifestazioni del culto eucaristico, restano ancora attuali le
Quarantore, una volta così diffuse e così solenni da costituire un tempo di
rinnovamento spirituale e sociale, di preghiera e di penitenza, di comunione
tra il clero e il popolo, tra ricchi e poveri, tra superiori e sudditi.
L'adorazione coinvolgeva tutte le categorie di persone che, giorno e notte,
si avvicendavano in preghiera. Esse si richiamano in particolare alle 40 ore
che Nostro Signore passò nel sepolcro e forse traggono la loro origine
nell'adorazione che si faceva tra il Giovedì Santo e il Venerdì Santo
davanti alla “Reposizione del Sacramento”, che appunto veniva erroneamente
chiamata “Sepolcro”.
Le Quarantore nel nostro paese inizieranno quest'anno
giorno
18 febbraio nella chiesa del Monte Carmelo, a seguire nella Chiesa San Rocco
e infine nella Chiesa Madre fino al giorno 1 marzo 2022.
Approfittiamo di questo tempo di grazia per chiedere a Gesù Eucaristico
solennemente esposto tutte le grazie che il nostro cuore desidera.
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Prof. Graziella Vizzini
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17/02/2022 |
Salute.
"Open day" vaccinale anti-Covid a Grotte; venerdi 18 febbraio al
Presidio sanitario |
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Vaccinazione |
Venerdì 18 febbraio, presso il Presidio Sanitario di Base (zona Confine) si
terrà una "Open day" vaccinale; una giornata di vaccinazione, organizzata dall'ASP
e dal Comune di Grotte, rivolta a tutti senza necessità di prenotazione.
Nel corso della mattina e del pomeriggio saranno somministrate ai
richiedenti le dosi di vaccino, sia che si tratti di prima, di seconda o di
terza dose.
"Tutti i cittadini che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale
sono invitati a presentarsi presso i locali di via Confine - scrive il
sindaco Alfonso Provvidenza -. Vi aspettiamo".
Redazione
17 febbraio
2022.
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16/02/2022 |
Politica. Decisione della Corte Costituzionale:
no al referendum su "omicidio del consenziente" |
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Corte Costituzionale |
La Corte
costituzionale si è riunita ieri, martedì 15 febbraio, in camera di
consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum denominato "Abrogazione
parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)".
In attesa del deposito della sentenza, che avverrà nei prossimi giorni,
l’Ufficio Comunicazione e Stampa della Consulta ha rilasciato un comunicato
nel quale fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito
referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale,
della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, "non
sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita
umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e
vulnerabili".
"Questa per noi è una brutta notizia - ha dichiarato Marco Cappato,
dell'associazione "Luca Coscioni" promotrice del referendum -. È una
brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a
lungo. Una brutta notizia per la democrazia. Sull'eutanasia proseguiremo con
altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj
Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia
legale contro eutanasia clandestina".
"Hanno prevalso il «principio di indisponibilità della vita», la cui
«estromissione dall'ordinamento determinerebbe un insanabile vuoto
normativo», e «la mancanza di chiarezza del quesito, essendo imprevedibili e
incerti gli effetti derivanti dalla parziale abrogazione proposta, in
contrasto con la trasparenza che dovrebbe orientare la volontà dell'elettore",
è il commento della presidente del "Comitato per il No all'omicidio del
consenziente" Assuntina Morresi.
Redazione
16 febbraio
2022.
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14/02/2022 |
Volontariato. Sarà in presenza, il 26 febbraio,
l'Assemblea Ordinaria dei soci dell'AVIS Comunale di Grotte |
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AVIS di Grotte |
Novità
sull'annuale
Assemblea dei soci dell'Avis comunale di Grotte.
Il presidente Pietro Zucchetto ha diramato una comunicazione,
successivamente alla
convocazione
dell'Assemblea, con la quale informa i soci di due varianti:
- l'inizio della seconda convocazione è fissato per le ore 16.00 di
sabato 26 febbraio;
- l'Assemblea si terrà in presenza, ne locali della
sede sociale
(Via
Francesco Ingrao n° 92/94, Grotte).
Rimane invariato il previsto
Ordine del giorno.
Redazione
14 febbraio
2022.
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14/02/2022 |
Chiesa. Parrocchia San Rocco: avvisi e appuntamenti
della settimana |
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Chiesa di San Rocco |
Pubblichiamo il
programma delle attività che si svolgeranno nel corso della settimana presso
la parrocchia San Rocco in Grotte.
Lunedi 14 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione
eucaristica.
Martedi 15 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione
eucaristica.
Mercoledi 16 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione
eucaristica.
Giovedi 17 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione
eucaristica.
Venerdi 18 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione
eucaristica.
Sabato 19 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa.
Domenica 20 febbraio
- ore 09.30, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 10.00, santa Messa.
Redazione
14 febbraio
2022.
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13/02/2022 |
Riconoscimenti. L'arcivescovo Damiano nomina
l'avv. Maria Spalanca nel CdA dell'Istituto Diocesano Sostentamento
Clero |
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Avv. Maria Spalanca |
Un
prestigioso riconoscimento per l'avv. Maria Spalanca: l'Arcivescovo di
Agrigento, mons. Alessandro Damiano, l'ha nominata componente del
Consiglio d'Amministrazione dell'IDSC (Istituto Diocesano per il
Sostentamento del Clero).
Con il decreto del 7 febbraio 2022, il Presule agrigentino ha nominato i
nuovi membri del Consiglio di amministrazione e del Collegio dei revisori
dei conti dell’Istituto diocesano per il Sostentamento del Clero (IDSC).
Il nuovo Consiglio di Amministrazione risula formato da:
- dott. Guarasci Francesco, presidente e legale rappresentante dell’Ente;
- don Calogero Putrone, vice presidente;
- don Luigi Giacchetto, consigliere (eletto
dal Consiglio presbiterale);
- don Liborio Lauricella Ninotta, consigliere (eletto
dal Consiglio presbiterale);
- avv. Maria Spalanca, consigliere;
- geom. Calogero Vella, consigliere;
- geom. Calogero Vinti, consigliere.
Il nuovo Collegio dei Revisori dei conti è composto da:
- dott. Giuseppe Antonio Lentini, presidente;
- rag. Leonardo Vento, revisore;
- don Lillo Maria Argento, revisore (eletto
dal Consiglio presbiterale).
Nell’augurare buon lavoro al nuovo Consiglio, l’Arcivescovo ha ringraziato
don Giuseppe Calandra, il dott. Pietro Cerchia e i consiglieri uscenti per
il servizio reso negli ultimi anni a favore della Chiesa agrigentina.
"Per me inizia una nuova esperienza umana e professionale" è
la breve dichiarazione dell'avv. Spalanca.
L’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero è un ente a cui spetta
di provvedere
ad integrare le remunerazioni ai sacerdoti che svolgono servizi pastorali
presso la propria diocesi affiancandoli con funzioni assistenziali e
previdenziali integrative e autonome.
È costituito dal Vescovo diocesano in attuazione dell’art. 21 delle norme
sugli enti e sui beni ecclesiastici approvate dalla Santa Sede e dal Governo
italiano con protocollo del 15 novembre 1984; è persona giuridica canonica
pubblica.
Il fine dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero è di
provvedere all’integrazione della remunerazione spettante al clero, che
svolge servizio a favore della Diocesi, per il suo congruo e dignitoso
sostentamento, con l’amministrazione del patrimonio immobiliare derivato dai
benefici parrocchiali. Svolge anche funzioni assistenziali e previdenziali
integrative e autonome per il clero. Tutti i beni appartenenti all’Istituto
costituiscono il suo patrimonio stabile. Esso può accrescersi anche con
donazioni o lasciti di beni mobili ed immobili.
Ogni
IDSC fa riferimento ed è controllato dall'Istituto Centrale per il
Sostentamento del Clero (ICSC) che ha sede in Roma.
L'integrazione economica apportata dagli Istituti Diocesani all' ICSC
va a sommarsi alle quote provenienti da ogni singola parrocchia stabilite
tramite il numero degli abitanti e alla quota del gettito dei cittadini
destinato alla Chiesa Cattolica tramite l'8 per mille oltre alle offerte
(deducibili) dei fedeli indirizzate direttamente all'ICSC (offerte
liberali). Ogni IDSC su indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana e
della propria Curia computa le remunerazioni dei sacerdoti in funzione della
loro età, dei loro incarichi e mansioni specifiche.
Redazione
13 febbraio
2022.
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13/02/2022 |
Letture Sponsali. "Accogliere la fragilità
dell'altro" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
Le Beatitudini del Vangelo ci descrivono la strada per ricevere la salvezza.
La sequela del Signore nel matrimonio
è il luogo dove possiamo sperimentare la "contraddizione" di uno stato di
gioia in un percorso non certo sempre semplice, ma fatto anche di piccole e
grandi fatiche e talvolta anche croci.
La nostra vocazione difatti, non meno delle altre, vive momenti di povertà e
aridità, di lacrime, di stanchezza, di sconforto, di ingiustizia e
persecuzione.
Dove sta la beatitudine di cui parla Gesù? Chi di noi non si è trovato in
una condizione di nonsenso e confusione dove la strada diventa in salita?
Chi di noi non si sente o non si è sentito fragile? Come sentirsi beato
nella fragilità?
È una domanda che è giusto porsi di fronte a questo discorso di Gesù.
Come si vive il paradiso in questa terra nonostante i tanti momenti
difficili?
È qualcosa sicuramente complicato da spiegare, che si può capire
sperimentando una relazione, una presenza che non ci abbandona, che ci
conosce e ci accompagna. È sentire nel profondo del cuore che nel percorso
in salita Lui è sempre lì ed è sempre nonostante tutto il nostro Dio fedele.
È avere la certezza che "colui che ha iniziato questa opera buona la
porterà a compimento", "che tutto coopera al bene per coloro che
amano Dio".
È in definitiva sperimentare nella nostra debolezza e povertà la Sua
presenza da cui riceviamo tutto! Ed allora il "peso diventa leggero", il
"giogo dolce" e l'Amore si purifica al fuoco della Sua presenza per
preparaci ad accogliere la fragilità dell'altro.
Rosalinda & Francesco
Redazione
13 febbraio
2022.
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12/02/2022 |
Politica. On. Decio Terrana (UDC): "No al
modello Draghi in Sicilia" |
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Decio Terrana |
"No al
modello Draghi in Sicilia, UDC polo di un Centrodestra forte e coeso.
Lagalla sindaco ideale per Palermo 2022". Il Coordinatore regionale
dell'UDC Sicilia, Decio Terrana, responsabile nazionale per gli Enti
Locali del partito, sgombrando il campo da equivoci, illustra le linee guida
ed il programma politico del movimento centrista in vista delle
amministrative che si terranno a Palermo nel 2022.
"Noi restiamo serenamente coerenti e fedeli ai principi che hanno
contraddistinto il nostro percorso, animati ed ispirati da una concezione
politica tangibile, trasposta concretamente nel lavoro quotidiano che gli
esponenti del partito svolgono al servizio del territorio. L'UDC permane
inconfutabilmente un polo di riferimento della coalizione di centrodestra,
su scala nazionale, in Sicilia ed a Palermo. Non giochiamo su più tavoli,
siamo aperti al dialogo ed al confronto per indole, poiché l'unico obiettivo
da perseguire è il bene della collettività. Tuttavia, la posizione dell'UDC
in vista della prossima tornata elettorale a Palermo è molto chiara:
non vi sarà nessuna alleanza con quei partiti del centrosinistra che
sono stati artefici, con una gestione incurante e malsana, dello sfacelo che
ha ridotto al collasso il capoluogo siciliano. Un disastro politico,
infrastrutturale ed economico, che ha generato un degrado trasversale e
scenari incresciosi, con inevitabili ripercussioni di carattere sociale e
relativo impoverimento della qualità della vita per i cittadini palermitani".
"Non vi sarà nessun modello Draghi in Sicilia e verso Palermo 2022
- dichiara Terrana -. Stimo molto il Presidente del Consiglio, profilo
competente, autorevole e qualificato, ma è innegabile che il
commissariamento del Governo nazionale è stato un fallimento di tutta la
politica. Chi è stato designato per adempiere al proprio dovere
istituzionale, grazie alle preferenze degli elettori, avrebbe dovuto mettere
da parte ogni personalismo e bieca logica partitica, spendendosi al fine di
trovare un punto di convergenza virtuoso per il bene del Paese. In
Sicilia la coalizione di centrodestra è forte, radicata e compatta: UDC,
Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Diventerà Bellissima, MPA e Cantiere
Popolare. Roberto Lagalla, esponente di spessore e prestigio sul
piano etico, politico e accademico, sarà il nostro candidato Sindaco per
la Palermo del 2022. La mia formazione politica è figlia della dottrina
di Don Luigi Sturzo e del pensiero di De Gasperi, al centro di tutto c'è
l'uomo e i suoi bisogni, la famiglia, il lavoro. Non amo gli esponenti
autoreferenziali e prevaricatori, la classe politica è contaminata da troppi
soggetti tendenti al protagonismo, portatori di interessi personali ed
intenti a nutrire il proprio ego nei salotti televisivi, anziché curarsi di
istanze dei cittadini e delle impellenze del territorio. Urgono visione,
buon senso e predisposizione al confronto costruttivo, per incentivare
sviluppo, occupazione, funzionalità dei servizi pubblici, valorizzazione
delle risorse umane e territoriali. Ricreare vita e prospettiva nei comuni
dell'entroterra e riqualificare le periferie, smettere di cavalcare logiche
populiste e gettare fumo negli occhi alla gente con proclami privi di
sostanza. Chiediamoci perché i giovani siciliani sono costretti ad andare a
sviluppare attitudini e talento lontani dalla propria terra d'origine,
cerchiamo di dare risposte oneste ed autocritiche al quesito, lavoriamo
insieme per invertire il trend. La crescita di adesioni e consensi, costante
ed esponenziale, registrata dall'UDC in Sicilia - conclude il
Coordinatore dell'UDC in Sicilia - ci conferma che siamo sulla strada
giusta. I siciliani condividono i principi moderati, liberali e democratici
alla base del nostro progetto".
Redazione
12 febbraio
2022.
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12/02/2022 |
Iniziative. Visita gratuita al Sarcofago di
Ippolito e Fedra, per la Giornata Internazionale della Guida Turistica |
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Locandina |
Ricorrerà il prossimo 21 febbraio la Giornata internazionale della Guida
Turistica - edizione 2022, istituita a partire dal 1990 dalla WFTGA
(World Federation of Tourist Guide Associations) e promossa in Italia da
ANGT (Associazione Nazionale Guide Turistiche).
Da 32 anni l'iniziativa ha come obiettivo principale quello di valorizzare
la professionalità delle guide turistiche, quotidianamente impegnate a
presentare a visitatori di tutto il mondo il ricco patrimonio del territorio
italiano.
Le guide dell’Associazione guide turistiche Città di Agrigento celebreranno
la ricorrenza offrendo la visita guidata gratuita di uno dei gioielli
più preziosi della Sicilia di epoca romana imperiale. Il 19 febbraio 2022
dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00 verrà illustrato il
Sarcofago di Ippolito e Fedra, custodito presso la Cattedrale di Agrigento
e citato dai viaggiatori del Grand Tour, tra cui Wolfang Goethe. I
partecipanti saranno divisi in gruppetti di massimo 10 persone e la visita
durerà 30 minuti circa.
Non serve la prenotazione e si seguirà l’ordine di arrivo. Necessario green
pass rafforzato o certificazione esenzione e mascherina FFP2.
Il costo ingresso di 4 euro non è incluso ed è a carico dei partecipanti.
Gratis per minorenni e residenti ad Agrigento e provincia. I biglietti
d’ingresso sono in vendita e acquistabili sul posto.
"Senza la disponibilità di
Padre
Giuseppe Pontillo, Direttore ufficio Beni Culturali ed edilizia di culto
della diocesi di Agrigento, della dott.ssa Domenica Brancato, Direttrice del
Mudia di Agrigento e della dott.ssa Alice Natalello, responsabile di Anthos
Srl, l’evento non sarebbe possibile - dichiarano dall'Associazione
guide turistiche Città di Agrigento -. Per l’occasione la Cattedrale
sarà aperta anche il sabato pomeriggio 19 febbraio e il costo dell’ingresso
sarà di euro 4 anziché 6. Pertanto li ringraziamo moltissimo per sostenere
la nostra iniziativa e per l’ospitalità".
Redazione
12 febbraio
2022.
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10/02/2022 |
Televisione. "Stringetevi tutti attorno a noi,
altrimenti 'Studio 98' chiude"; appello di Nicolò Giangreco |
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Studio 98 |
Entro marzo 2022 numerose emittenti locali rischiano di dover spegnere i
segnali di trasmissione. Non è una previsione apocalittica ma la tragica
conseguenza del "switch-off" che incombe sulle televisioni locali italiane.
Compresa "Studio 98" che da sempre si occupa di informazione con un
riguardo particolare ai centri di Racalmuto, Grotte ed Agrigento.
"Ora
più che mai, vi chiediamo di starci vicini, stringerci con noi in questa
battaglia perché è in atto, da anni ormai, una operazione di oscuramento nei
confronti delle medio-piccole Tv - scrive in un accorato appello il
giornalista Nicolò Giangreco, "anima" di Studio 98 -. Vogliono
eliminarci con metodi e mezzi non degni di un sistema democratico a difesa
dei lavoro. Il nostro paese ancora una volta si dimostra anti-costituzionale
rispetto a quelli che dovrebbero essere i veri principi di tutela della
classe lavoratrice".
Pur essendosi piazzata favorevolmente nella
graduatoria di emittenti concessionarie nel nuovo digitale con tecnologia T2
che sfrutta il 5G, ed avendo potenzialmente la possibilità di continuare a
trasmettere nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo, Enna,
Trapani e Ragusa, l'emittente di Racalmuto deve fare i conti con un
problema al momento insormontabile: corrispondere alla Rai, per il
veicolamento del segnale, un canone annuo di circa 70mila euro; una
cifra fuori portata per l'emittente, come per altre 60 TV storiche
siciliane, che entro marzo dovranno chiudere i battenti.
Lo soluzione immediata, anche se temporanea, è rappresentata da un
emendamento da inserire nel decreto Milleproroghe in discussione alla Camera
dei Deputati che rinvierebbe lo "switch-off" al 31 dicembre 202, consentendo
alle Tv di organizzarsi per trovare una soluzione o per valutare
l’opportunità di mettere al bando nuove frequenze.
Intanto ci uniamo all'appello del collega Giangreco, affinché venga
scongiurato l’oscuramento di emittenti che da anni garantiscono la pluralità
d’informazione legata storicamente all’emittenza locale a supporto di quella
nazionale.
Redazione
10 febbraio
2022.
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10/02/2022 |
Editoria. Antonino Causi e la sua silloge "Ogni
uomo ha la sua isola" sulla rivista "Il Convivio" |
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Copertina |
"Il Convivio", rivista trimestrale di poesia, arte e cultura, periodico
della omonima Accademia Internazionale con sede a Castiglione di Sicilia
(CT), ha dedicato un lungo articolo al poeta Antonino Causi.
Nella pubblicazione n° 87 (Anno XXII numero 4) di ottobre-dicembre 2021, a
pagina 102 spicca il titolo: "Grotte (AG) - Presentazione della silloge
poetica di Antonino Causi 'Ogni uomo ha la sua isola' (Il Convivio
Editore)".
Segue la descrizione - corredata da foto - della partecipata
manifestazione "Caffè letterario - Incontro con l'autore" che si è
svolta il 19 agosto 2021 a Grotte, nel giardino della Torre del Palo. Nelle
due immagini a lato, la
copertina della rivista e l'articolo.
Redazione
10 febbraio
2022.
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Articolo |
09/02/2022 |
Tecnologia. In arrivo SMS truffa che sembrano di
Poste Italiane; come difendersi |
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SMS truffa |
Un
breve segnale acustico del cellulare indica l'arrivo di un messaggio.
Attiviamo lo schermo e ci accorgiamo della notifica di un SMS in entrata.
Apriamo l'SMS e leggiamo: "Posteinfo Attenzione! per motivi di
sicurezza, la invitiamo a consultare il seguente link: ..."; segue
l'indicazione di un collegamento ipertestuale.
Nella giornata di ieri, venerdi 8 febbraio 2022, alla nostra redazione ne
sono pervenuti 4. Identico il testo e il link (vedi
immagine a lato), diversi i numeri telefonici di provenienza.
Nessuna difficoltà nel riconoscere il tentativo di truffa che di
recente ha colpito numerosi utenti. Come già accaduto in passato, a essere
presa di mira è Poste Italiane. Lo scopo della della truffa è quello di
ottenere i dati di accesso per sottrarre denaro dal conto.
Il messaggio, molto generico, invita la vittima a cliccare sul link
malevolo, dal quale viene reindirizzata su un sito web falso (ma identico a
quello di Poste Italiane), nel quale verrà richiesto di accedere con
username, password, e l'inserimento del numero di telefono e della carta di
credito. Al passo successivo verrà richiesto il codice OTP (One Time
Password) ricevuto sul telefono. A quel punto il gioco è fatto: il
malintenzionato potrà operare sul conto della vittima, prelevando il denaro
disponibile.
Poste Italiane (così come gli istituti bancari) avverte i clienti che
non chiederà mai di fornire telefonicamente, attraverso email, SMS o
social network i seguenti dati: password, dati delle carte di credito,
codici OTP, PIN, credenziali, chiavi d’accesso o altri codici strettamente
personali.
Per evitare di cadere in questi tentativi di truffa, Poste Italiane diffonde
alcune raccomandazioni importanti da seguire, che valgono contro ogni tipo
di phishing:
- non rispondere mai ai messaggi di testo, alle mail di persone che non
si conoscono, e non cliccare sui link;
- entrare sul sito di Poste Italiane digitandone direttamente l’indirizzo
sul browser;
- non consegnare il proprio numeri di telefono sui social o altri canali per
ridurre il rischio che sia usato per questo tipo di truffe;
- in generale tutte le banche e Poste Italiane non chiederanno mai i dati di
accesso, né contattano via email o SMS chiedendo di compiere azioni di
questo tipo;
- né i corrieri, né i negozi online mandano link via SMS dove scrivere le
proprie credenziali; inviano solo SMS con il tracciamento del pacco:
- non installare app da SMS o ricevute via mail; tutte le app devono
provenire dall’app store ufficiale;
- aggiornare sempre il sistema operativo del telefono;
- bisogna avere un po’ di buon senso e cautela e in questo modo si possono
evitare molte frodi e truffe.
Carmelo Arnone
9
febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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08/02/2022 |
Editoria. Pubblicato "Pomodamore - Donne, amori,
galantuomini e rivoluzionari di Sicilia"; di Rodolfo Costanza |
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Pomodamore
Rodolfo Costanza |
Lo
scorso 1 febbraio 2022 è stata data alle stampe l'ultima opera di
Rodolfo Costanza, un romanzo dal titolo "Pomodamore", sottotitolo
"Donne, amori, galantuomini e rivoluzionari di Sicilia", edito da "LFA
Publisher".
(Copertina) Un
romanzo ambientato a Gibilgrotte, piccolo paese dell'entroterra
agrigentino, che molti lettori non faticheranno ad individuare per la
descrizione dei luoghi, delle circostanze, dei modi di dire. All'ombra
dell’epopea degli zolfatari e delle lotte rivoluzionarie della metà
dell'800, le trame politico-mafiose locali coinvolgono e stravolgono la vita
dei protagonisti. Da fatti realmente accaduti, l'Autore tesse con perizia e
pazienza una storia credibile e storicamente sostenibile. Tra le pagine del
romanzo ci si lascia trascinare dalle travagliate vicende dei protagonisti,
a cominciare da Francesca il cui amore per il marito, assassinato, la
porterà a ricercare pervicacemente la verità e il colpevole. Nel dipanarsi
del racconto si scorge un certa "vena sciasciana": gli omicidi mirati, la
borghesia spregiudicata, il popolo piegato e omertoso, la mafia delle
miniere.
È il 1845. Nel paese di Gibilgrotte un minatore, Salvatore Ticchiara,
prende in affitto una miniera considerata esaurita, nella quale scopre un
ricco filone di zolfo. Una banda di delinquenti comincia a minacciarlo per
conto di un notabile del paese che vuole impossessarsi della miniera, pena
l’uccisione dei suoi figli. Salvatore, che con sua moglie Francesca non cede
al ricatto, è ucciso nottetempo in un agguato.
Mentre nel gennaio 1848 la Sicilia e l’Europa sono in fiamme per le rivolte
contro i governi monarchici, a Gibilgrotte Guglielmo Conversano si mette a
capo di un gruppo di giovani per favorire il cambiamento nel paese. Nel
marzo dello stesso anno due gruppi rivali si affrontano in uno scontro a
fuoco in piazza per assicurarsi il potere, compresa la miniera di Salvatore.
Intanto un ingegnere minerario, il francese Leone Loydet, anche lui
interessato alla miniera, scopre l’artefice della morte di Salvatore; quando
si accinge a rivelarne il nome al giudice circondariale viene assassinato
nottetempo con due fucilate.
Dopo la rioccupazione, a maggio del 1849, della Sicilia da parte
dell’esercito borbonico, il giovane intellettuale Guglielmo Conversano è
costretto a fuggire da Gibilgrotte. Due anni dopo, a seguito di un’amnistia,
torna in paese.
Nel giugno 1856 l’anziano don Calogero Ferrante, padrone di due miniere, si
fidanza, per interessi, con una ricca e giovane orfana del paese, Cristina
Marciano, la quale invece ama Guglielmo. La mattina prima delle nozze don
Calogero viene ucciso; della morte è accusato Guglielmo. È lui il vero
assassino di don Calogero?
Dopo vent’anni dalla rivoluzione siciliana del 1848 Alfonso Faina, che aveva
assistito all’assassinio di Salvatore, prende la decisione di denunciare il
mandante dell’omicidio al magistrato del circondario. Non fa in tempo a
denunciarlo: viene trovato morto sotto un mandorlo con un frutto di
ficodindia ficcato in bocca.
L’omicidio è veramente un delitto di mafia?
A Gibilgrotte intanto alcuni intellettuali preparano una rivolta contro i
Savoia. Francesca, con l’aiuto dei tre capi della rivolta, scopre il
mandante dell’omicidio di Salvatore e l’esecutore degli omicidi dell’ing.
francese Leone Loydet e di Alfonso Faina; decide di vendicarsi e prepara un
agguato al responsabile dei tre omicidi. Un pomeriggio lo attende in
campagna con il fucile spianato. L’uomo, vistosi minacciato, è preso dal
panico e confessa tutti i suoi misfatti.
Riuscirà la donna a vendicarsi e a uccidere il responsabile dei tre omicidi?
Intanto verso sera nella bettola di Francesca si riuniscono i rivoltosi, in
attesa che arrivi un segnale da Palermo per insorgere contro i Savoia
responsabili di migliaia di morti nell’Italia del sud e in Sicilia.
Riusciranno i rivoltosi nell’intento di liberarsi del regime dei Savoia?
Dopo tre anni Guglielmo Conversano e un gruppo di simpatizzanti, riunitisi
ancora nella bettola di Francesca, tornano a inneggiare all’indipendenza e
alla libertà dell‘isola, cantando una vecchia canzone che è un inno d’amore
per la Sicilia e per le donne dell’Isola.
Il libro è in vendita presso
Mondadori,
Hoepli,
Unilibro, e nei maggiori store online.
(Rodolfo
Costanza)
L'autore, Rodolfo Costanza, nato a Grotte, ha conseguito la Laurea in
Filosofia presso l’Università degli Studi di Genova. Ha insegnato per
tredici anni Teorie e Filosofie del Nursing e Storia della Medicina con
l’incarico di Professore a contratto nel Corso di Laurea in Scienze
Infermieristiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo
Avogadro".
È
stato per 17 anni Direttore didattico di Scuole per Infermieri della Regione
Piemonte; per due anni responsabile del Settore Formazione-Aggiornamento
dell’ASL di Vercelli. Ha pubblicato: "Storia di una professione figlia di un
dio minore", Casa Editrice Coppo di Vercelli, 2007; "La questione
infermieristica: prendersi cura o curare?", Editrice Ambrosiana (Gruppo
Zanichelli), 2012.
Carmelo Arnone
8
febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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08/02/2022 |
Turismo. "La Sicilia tra fede, arte, natura e
tradizioni popolari", conferenza online mercoledì 9 febbraio |
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Sant'Agata |
“La Sicilia tra fede, arte, natura e tradizioni popolari” è il tema
del corso di formazione online per accompagnatori e guide turistiche,
organizzato da Siciliatourleaders e BCsicilia, nell'ambito del quale
mercoledì 9 febbraio 2022 alle ore 17.00 si terrà una conferenza online
dal titolo “Una lettura storica e archeologica della devozione agatina”.
Dopo la presentazione a cura del dott. Giancarlo Sotera (Presidente
Siciliatourleaders) e del dott. Alfonso Lo Cascio (Presidente regionale
BCsicilia), è prevista la relazione della dott.ssa Maria Teresa Di Blasi
(Storica dell’Arte e Presidente della Sede BCsicilia di Catania).
Nei secoli la figura della Santa patrona di Catania, Agata, si è ammantata
di storie e di leggende che, spesso, hanno offuscato la realtà storica del
suo sacrificio in nome di Cristo. Da alcuni anni, però, eminenti studiosi di
storia locale, archeologi, teologi e storici dell’arte, hanno voluto
ricostruire, anche grazie alle nuove tecnologie, il periodo storico in cui
visse Agata. Il risultato è che gli studi su Catania romana e cristiana
hanno messo in luce una realtà di grandissimo interesse. Il capoluogo etneo
è stato, grazie ai suoi martiri, uno dei centri del cristianesimo più
importanti del Mediterraneo. Nell'incontro verranno ripercorse le tappe
della storia e dei monumenti del periodo in cui vissero sant’Agata e i
martiri catanesi. Per informazioni e prenotazioni inviare una mail a
info@siciliatourleaders.com oppure telefonare al numero 349.8169505.
Nella foto a lato, il dipinto olio su tavola “S. Agata condotta al martirio”
del 1588, opera di Bernardino Nigro.
Redazione
8 febbraio
2022.
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06/02/2022 |
Politica. On. Decio Terrana (UDC): "Incontro
tra DC storica e UDC per la costruzione di un centro moderno" |
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Decio Terrana |
Sabina Scaravaggi, portavoce nazionale della DC storica, trova
l'intesa con l'UDC e scende in campo per le prossime Regionali in
Sicilia.
Due incontri importanti, a Messina e Catania, tra i vertici della DC storica
e dell'UDC Italia guidata in Sicilia dall'on. Decio Terrana. Per la
DC erano presenti Sabina Scaravaggi, portavoce nazionale e vice segretario
vicario organizzativo nazionale, e Giuseppe Soraci, segretario vicario
organizzativo regionale.
È
stato aperto un dialogo per la candidatura alle regionali della Portavoce
nazionale della formazione politica DC facente capo a Franco De Simoni. Il
dialogo tra le due formazioni politiche, DC e UDC, in un clima di intesa e
di comunione di intenti su indicazione del Segretario nazionale UDC, on.
Lorenzo Cesa, è finalizzato alla costituzione di un nuovo centro forte
con la candidatura alle prossime regionali di Sabina Scaravaggi.
Ad annunciare la discesa in campo, la stessa Scaravaggi, dirigente nazionale
della formazione politica DC, componente del direttivo eletto nel XIX
Congresso del 12 settembre 2020, seguendo le indicazioni della sentenza
25999 del 2010 della Suprema Corte di Cassazione che riconosce solo agli
iscritti del '93 l'uso del logo e della dicitura "Democrazia Cristiana".
Raggiunta l'intesa con l'UDC Italia, la portavoce nazionale della DC storica
sarà candidata nella provincia di Messina.
"Diventa un momento importante aver incontrato i vertici della Dc storica
in un clima di costruzione di un centro moderno che ha come obiettivo
principe difendere i valori che mettono al centro l’uomo, i suoi bisogni e
la famiglia", dichiara a bilancio dell’incontro l’onorevole Decio
Terrana.
Redazione
6 febbraio
2022.
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06/02/2022 |
Comune. Inaugurato il campo di calcetto comunale
di Grotte |
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Guarda il video |
Il campo di calcetto
comunale è stato
inaugurato ieri a Grotte
(guarda il video).
Una splendida mattinata di sole ha fatto da cornice, ieri sabato 5
febbraio 2022, all'inaugurazione del campo di calcetto comunale di
Grotte.
La struttura sportiva, dopo i significativi lavori di ristrutturazione (dal
manto in erba sintetica alle tribune, dalle porte agli spogliatoi), viene
messa nuovamente a disposizione della cittadinanza.
Presenti alla cerimonia le Autorità civili, religiose e militari. La
benedizione impartita da don Rosario Bellavia ha dato inizio
all'inaugurazione, cui ha fatto seguito il taglio del nastro da parte del
Sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, e del Presidente Onorario
della Federazione Gioco Calcio Sicilia, Santino Lo Presti. Poi il
Sindaco e l'Assessore allo Sport, Giuseppe Mancuso, hanno scoperto la
targa commemorativa posta all'ingresso della struttura.
Il campo di calcetto, la cui gestione rimane affidata al Comune, potrà
essere prenotato - quando le regole anti-Covid lo consentiranno -
contattando il sig. Giuseppe La Mendola. La quota pro capite ammonta
attualmente ad € 0,50 per i minori ed € 1.50 per gli adulti.
Al termine dell'inaugurazione
abbiamo raccolto dichiarazioni di Alfonso Provvidenza, Giuseppe Mancuso e
Santino Lo Presti.
Pubblichiamo il video delle interviste -
guarda il video
- (riprese
© a cura dell'Associazione
Culturale "Punto Info").
Carmelo Arnone
6 febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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06/02/2022 |
Volontariato. Convocata
l'Assemblea Ordinaria dei soci dell'AVIS Comunale di Grotte |
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AVIS di Grotte |
Manca l'ultimo passo per l'inaugurazione della sede dell'AVIS Comunale di Grotte:
l'autorizzazione da parte del DASOE (Dipartimento per le Attività Sanitarie
e Osservatorio Epidemiologico) della Regione Sicilia. Al rilascio
dell'autorizzazione si potrà iniziare a pieno regime l'attività di prelievo
di sangue in sede. Intanto si avvicina un annuale appuntamento con tutti i soci:
l'Assemblea.
Il presidente Pietro Zucchetto ha
convocato l'Assemblea Ordinaria dei soci (in 1^ convocazione venerdi
25 febbraio alle ore 20.00, in 2^
convocazione sabato 26 febbraio alle ore 09.30) in modalità videoconferenza
sulla piattaforma Google Meet (clicca
qui per accedere)
L'Assemblea discuterà il seguente ordine del giorno:
1) Apertura dei lavori;
2)
Costituzione ufficio di Presidenza e nomina Questori di sala;
3) Relazione
della Commissione Verifica Poteri;
4) Esposizione
della relazione associativa del Consiglio Direttivo;
5) Esposizione
della relazione amministrativa del Revisore dei Conti;
6) Esposizione
del Bilancio Consuntivo 2021;
7) Esposizione
del Bilancio Preventivo 2022;
8) Esposizione
della relazione del Direttore Sanitario;
9) Dibattito
sulla relazione associativa e sui bilanci consuntivo 2021 e preventivo 2022;
10) Approvazione
relazione associativa del Consiglio Direttivo, del Bilancio consuntivo 2021
e ratifica Bilancio preventivo 2022;
11) Nomina
dei delegati all’Assemblea Provinciale Avis ed eventuali candidati delegati
per le Assemblee Regionale e Nazionale AVIS.
La relazione associativa del Consiglio Direttivo, il Bilancio Consuntivo
2021 e il Bilancio Preventivo 2022 sono depositati e consultabili presso i
locali della sede sociale (Via Francesco Ingrao n° 92/94, Grotte).
Carmelo
Arnone
6 febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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06/02/2022 |
Letture Sponsali. "Lasciare tutto ciò che è
superfluo in questa vita" |
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Nozze di Giuseppe e Maria |
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
Lasciarono tutto e lo seguirono.
Cari amici, le letture di oggi ci fanno riflettere sul senso della nostra
fede. "a meno che non abbiate creduto invano"; "lasciarono tutto e
lo seguirono".
Gesù ci invita dunque a lasciare tutto ciò che è superfluo in questa vita
(denaro, potere, successo, proprietà e beni materiale) e seguirlo.
Questo vuol dire di non dannarci l’anima per raggiungere queste cose, ma
pensare a qualcosa di più importante che è la grazia di Dio.
A questo dobbiamo mirare e pensare tutti noi per essere veramente in gloria
di Dio e quindi essere davvero felici.
Annunciamo questa verità a tutti i nostri fratelli come se fossimo pescatori
di anime.
A meno che non abbiamo creduto invano.
Aline e Christian
Redazione
6 febbraio
2022.
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04/02/2022 |
Afghanistan. "Anime senza voce; il giusto
peso ad ogni cosa"; di Innocenzo Infantino |
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Kandahar
Innocenzo Infantino |
Il
commento che riporto mi ha trafitto il cuore; viene direttamente
dall'Afghanistan ed è di Giammarco Sicuro,
un giornalista italiano, inviato speciale RAI. Anime senza voce, a cui
bisognerebbe dare una voce.
(Carcere di Kandahar,
gennaio 2022)
"Mentre
mi trovavo nel carcere, un furgoncino ha portato all'interno
dell'istituto un gruppo di bambini. Erano in condizioni penose
e piangevano disperati. Le mani sporche all'inverosimile, i vestiti
laceri e addosso gli oggetti utili per i lavori che stavano svolgendo. Mi
hanno spiegato che si tratta di bambini di strada che vengono prelevati e
portati in prigione dai talebani. Le guardie mi hanno assicurato che si
tratta solo di controlli necessari all'identificazione e alla restituzione
alle rispettive famiglie. A ogni modo, mi ha colpito e preoccupato molto
vederli dentro un istituto penitenziario" (Giammarco
Sicuro).
Queste sono quelle situazioni di cui si ci dovrebbe indignare e vergognare
nel 2022. Rappresentano sberle a freddo in grado di scuotere qualsiasi
esistenza umana. Altro che indignarsi e fare le battaglie di Pirro per una
performance di Achille Lauro. Cerchiamo di essere più analitici sui tempi
che stiamo vivendo, dando ad ogni cosa il giusto peso che merita.
Innocenzo
Infantino
4 febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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04/02/2022 |
Politica. "La dignità come pietra angolare
del nostro impegno"; messaggio del Presidente della Repubblica |
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On. Mattarella |
Pubblichiamo il testo del
messaggio del Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella, al
Parlamento nel giorno del giuramento.
Roma, 03/02/2022
"Signori Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della
Repubblica,
Signori parlamentari e delegati regionali,
il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno preso la loro
decisione.
È per me una nuova chiamata - inattesa - alla responsabilità; alla quale
tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi.
Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della
rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima
espressione.
Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la
seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica.
Adempirò al mio dovere secondo i principi e le norme della Costituzione, cui
ho appena rinnovato il giuramento di fedeltà, e a cui ho cercato di
attenermi in ogni momento nei sette anni trascorsi.
La lettera e lo spirito della nostra Carta continueranno a essere il punto
di riferimento della mia azione.
Il mio pensiero, in questo momento, è rivolto a tutte le italiane e a tutti
gli italiani: di ogni età, di ogni Regione, di ogni condizione sociale, di
ogni orientamento politico. E, in particolare, a quelli più in sofferenza,
che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti,
rassicurazione, sostegno e risposte al loro disagio.
Queste attese sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno
stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze
avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive
di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di gravi
difficoltà.
Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni
travagliati della scorsa settimana.
Travagliati per tutti, anche per me.
È questa stessa consapevolezza la ragione del mio sì e sarà al centro del
mio impegno di Presidente della nostra Repubblica nell’assolvimento di
questo nuovo mandato.
Nel momento in cui i Presidenti di Camera e Senato mi hanno comunicato
l’esito della votazione, ho parlato delle urgenze - sanitaria, economica,
sociale - che ci interpellano. Non possiamo permetterci ritardi, né
incertezze.
La lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha
molto ridotto i rischi, ma non ci sono consentite disattenzioni.
È di piena evidenza come la ripresa di ogni attività sia legata alla
diffusione dei vaccini che proteggono noi stessi e gli altri.
Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del
nostro futuro.
L’Italia è un grande Paese.
Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà,
lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni
ci hanno permesso di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere
risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione. Ma questa
ripresa, per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di
progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un
vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese.
Nuove difficoltà si presentano. Le famiglie e le imprese dovranno fare i
conti con gli aumenti del prezzo dell’energia. Preoccupa la scarsità e
l’aumento del prezzo di alcuni beni di importanza fondamentale per i settori
produttivi.
Viviamo una fase straordinaria in cui l’agenda politica è in gran parte
definita dalla strategia condivisa in sede europea.
L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa. Siamo i maggiori
beneficiari del programma Next Generation e dobbiamo rilanciare l’economia
all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della
transizione ecologica e digitale.
La stabilità di cui si avverte l’esigenza è, quindi, fatta di dinamismo, di
lavoro, di sforzo comune.
I tempi duri che siamo stati costretti a vivere ci hanno lasciato una
lezione: dobbiamo dotarci di strumenti nuovi per prevenire futuri possibili
pericoli globali, per gestirne le conseguenze, per mettere in sicurezza i
nostri concittadini.
L’impresa alla quale si sta ponendo mano richiede il concorso di ciascuno.
Forze politiche e sociali, istituzioni locali e centrali, imprese e
sindacati, amministrazione pubblica e libere professioni, giovani e anziani,
città e zone interne, comunità insulari e montane. Vi siamo tutti chiamati.
L’esempio ci è stato offerto da medici, operatori sanitari, volontari, da
chi ha garantito i servizi essenziali nei momenti più critici, dai sindaci,
dalle Forze Armate e dalle Forze dell’ordine, impegnate a sostenere la
campagna vaccinale: a tutti va riaffermata la nostra riconoscenza.
Questo è l’orizzonte che abbiamo davanti.
Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia
del dopo emergenza.
È ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte la nostra Patria,
ben oltre le difficoltà del momento.
Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che
ci attorniano.
Un Paese che cresca in unità.
In cui le disuguaglianze - territoriali e sociali - che attraversano le
nostre comunità vengano meno.
Un’Italia che offra ai suoi giovani percorsi di vita nello studio e nel
lavoro per garantire la coesione del nostro popolo.
Un’Italia che sappia superare il declino demografico a cui l’Europa sembra
condannata.
Un’Italia che tragga vantaggio dalla valorizzazione delle sue bellezze,
offrendo il proprio modello di vita a quanti, nel mondo, guardano ad essa
con ammirazione.
Un’Italia impegnata nella difesa dell’ambiente, della biodiversità, degli
ecosistemi, consapevole delle responsabilità nei confronti delle future
generazioni.
Una Repubblica capace di riannodare il patto costituzionale tra gli italiani
e le loro istituzioni libere e democratiche.
Rafforzare l’Italia significa, anche, metterla in grado di orientare il
processo per rilanciare l’Europa, affinché questa divenga più efficiente e
giusta; rendendo stabile e strutturale la svolta che è stata compiuta nei
giorni più impegnativi della pandemia.
L’apporto dell’Italia non può mancare: servono idee, proposte, coerenza
negli impegni assunti.
La Conferenza sul futuro dell’Europa non può risolversi in un grigio
passaggio privo di visione storica ma deve essere l’occasione per definire,
con coraggio, una Unione protagonista nella comunità internazionale.
In aderenza alle scelte della nostra Costituzione, la Repubblica ha sempre
perseguito una politica di pace. In essa, con ferma adesione ai principi che
ispirano l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il Trattato del Nord
Atlantico, l’Unione Europea, abbiamo costantemente promosso il dialogo
reciprocamente rispettoso fra le diverse parti affinché prevalessero i
principi della cooperazione e della giustizia.
Da molti decenni i Paesi europei possono godere del dividendo di pace,
concretizzato dall’integrazione europea e accresciuto dal venir meno della
Guerra fredda.
Non possiamo accettare che ora, senza neppure il pretesto della competizione
tra sistemi politici ed economici differenti, si alzi nuovamente il vento
dello scontro; in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e
della Seconda guerra mondiale.
Dobbiamo fare appello alle nostre risorse e a quelle dei Paesi alleati e
amici affinché le esibizioni di forza lascino il posto al reciproco
intendersi, affinché nessun popolo debba temere l’aggressione da parte dei
suoi vicini.
I popoli dell’Unione Europea devono anche essere consapevoli che ad essi
tocca un ruolo di sostegno ai processi di stabilizzazione e di pace nel
martoriato panorama mediterraneo e medio-orientale. Non si può sfuggire alle
sfide della storia e alle relative responsabilità.
Su tutti questi temi - all’interno e nella dimensione internazionale - è
intensamente impegnato il Governo guidato dal Presidente Draghi; nato, con
ampio sostegno parlamentare, nel pieno dell’emergenza e ora proiettato a
superarla, ponendo le basi di una stagione nuova di crescita sostenibile del
nostro Paese e dell’Europa. Al Governo esprimo un convinto ringraziamento e
gli auguri di buon lavoro.
I grandi cambiamenti che stiamo vivendo a livello mondiale impongono
soluzioni rapide, innovative, lungimiranti, che guardino alla complessità
dei problemi e non soltanto agli interessi particolari.
Una riflessione si propone anche sul funzionamento della nostra democrazia,
a tutti i livelli.
Proprio la velocità dei cambiamenti richiama, ancora una volta, al bisogno
di costante inveramento della democrazia.
Un’autentica democrazia prevede il doveroso rispetto delle regole di
formazione delle decisioni, discussione, partecipazione. L’esigenza di
governare i cambiamenti sempre più rapidi richiede risposte tempestive.
Tempestività che va comunque sorretta da quell’indispensabile
approfondimento dei temi che consente puntualità di scelte.
Occorre evitare che i problemi trovino soluzione senza l’intervento delle
istituzioni a tutela dell’interesse generale: questa eventualità si traduce
sempre a vantaggio di chi è in condizioni di maggiore forza.
Poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e a imporsi, aggirando
il processo democratico.
Su un altro piano, i regimi autoritari o autocratici tentano ingannevolmente
di apparire, a occhi superficiali, più efficienti di quelli democratici, le
cui decisioni, basate sul libero consenso e sul coinvolgimento sociale,
sono, invece, più solide ed efficaci.
La sfida - che si presenta a livello mondiale - per la salvaguardia della
democrazia riguarda tutti e anzitutto le istituzioni.
Dipenderà, in primo luogo, dalla forza del Parlamento, dalla elevata qualità
della attività che vi si svolge, dai necessari adeguamenti procedurali.
Vanno tenute unite due esigenze irrinunziabili: rispetto dei percorsi di
garanzia democratica e, insieme, tempestività delle decisioni.
Per questo è cruciale il ruolo del Parlamento, come luogo della
partecipazione. Il luogo dove si costruisce il consenso attorno alle
decisioni che si assumono. Il luogo dove la politica riconosce, valorizza e
immette nelle istituzioni ciò che di vivo emerge dalla società civile.
Così come è decisivo il ruolo e lo spazio delle autonomie. Il pluralismo
delle istituzioni, vissuto con spirito di collaborazione - come abbiamo
visto nel corso dell’emergenza pandemica - rafforza la democrazia e la
società.
Non compete a me indicare percorsi riformatori da seguire. Ma dobbiamo
sapere che dalle risposte che saranno date a questi temi dipenderà la
qualità della nostra democrazia.
Quel che appare comunque necessario - nell’indispensabile dialogo
collaborativo tra Governo e Parlamento è che - particolarmente sugli atti
fondamentali di governo del Paese - il Parlamento sia posto in condizione
sempre di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati. La forzata
compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore
di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi.
Appare anche necessario un ricorso ordinato alle diverse fonti normative,
rispettoso dei limiti posti dalla Costituzione.
La qualità stessa e il prestigio della rappresentanza dipendono, in misura
non marginale, dalla capacità dei partiti di esprimere ciò che emerge nei
diversi ambiti della vita economica e sociale, di favorire la
partecipazione, di allenare al confronto.
I partiti sono chiamati a rispondere alle domande di apertura che provengono
dai cittadini e dalle forze sociali.
Senza partiti coinvolgenti, così come senza corpi sociali intermedi, il
cittadino si scopre solo e più indifeso. Deve poter far affidamento sulla
politica come modalità civile per esprimere le proprie idee e, insieme, la
propria appartenenza alla Repubblica.
Il Parlamento ha davanti a sé un compito di grande importanza perché,
attraverso nuove regole, può favorire una stagione di partecipazione.
Anche sul piano etico e culturale è necessario - proprio nel momento della
difficoltà - sollecitare questa passione che in tanti modi si esprime nella
nostra comunità. Tutti i giovani in primo luogo, tutti, particolarmente
loro, sentono sulle proprie spalle la responsabilità di prendere il futuro
del Paese, portando nella politica e nelle istituzioni novità ed entusiasmo.
Rivolgo un saluto rispettoso alla Corte Costituzionale, presidio di garanzia
dei principi della nostra Carta.
Nell’inviare un saluto alle nostre Magistrature - elemento fondamentale del
sistema costituzionale e della vita della società - mi preme sottolineare
che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante
della giustizia.
Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto
perdere di vista gli interessi della collettività.
Nella salvaguardia dei principi, irrinunziabili, di autonomia e di
indipendenza della Magistratura - uno dei cardini della nostra Costituzione
- l’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della
Magistratura devono corrispondere alle pressanti esigenze di efficienza e di
credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini.
È indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a
compimento affinché il Consiglio Superiore della Magistratura possa svolgere
appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte
professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di
appartenenza che, per dettato costituzionale, devono restare estranee
all’Ordine giudiziario.
Occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore.
In sede di Consiglio Superiore ho da tempo sottolineato che indipendenza e
autonomia sono principi preziosi e basilari della Costituzione ma che il
loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini: questo sentimento è
fortemente indebolito e va ritrovato con urgenza.
I cittadini devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza
verso la giustizia e l’Ordine giudiziario. Neppure devono avvertire timore
per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con
la certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone.
Va sempre avvertita la grande delicatezza della necessaria responsabilità
che la Repubblica affida ai magistrati.
La Magistratura e l’Avvocatura sono chiamate ad assicurare che il processo
riformatore si realizzi, facendo recuperare appieno prestigio e credibilità
alla funzione giustizia, allineandola agli standard europei.
Alle Forze Armate, sempre più strumento di pace, elemento significativo
nella politica internazionale della Repubblica, alle Forze dell’ordine,
garanzia di libertà nella sicurezza, esprimo il mio apprezzamento,
unitamente al rinnovo del cordoglio per quanti hanno perduto la vita
nell’assolvimento del loro dovere.
Nel salutare il Corpo Diplomatico accreditato, ringrazio per l’amicizia e la
collaborazione espressa nei confronti del nostro Paese.
Ai numerosi nostri connazionali presenti nelle più diverse parti del globo
va il mio saluto affettuoso, insieme al riconoscimento per il contributo che
danno alla comprensione dell’identità italiana nel mondo.
A Papa Francesco, al cui magistero l’Italia guarda con grande rispetto,
esprimo i sentimenti di riconoscenza del popolo italiano.
Un messaggio di amicizia invio alle numerose comunità straniere presenti in
Italia: la loro affezione nei confronti del nostro Paese in cui hanno scelto
di vivere e il loro apporto alla vita della nostra società sono preziosi.
L’Italia è, per antonomasia, il Paese della bellezza, delle arti, della
cultura. Così nel resto del mondo guardano, fondatamente, verso di noi.
La cultura non è il superfluo: è un elemento costitutivo dell’identità
italiana.
Facciamo in modo che questo patrimonio di ingegno e di realizzazioni - da
preservare e sostenere - divenga ancor più una risorsa capace di generare
conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo economico. Risorsa
importante particolarmente per quei giovani che vedono nelle università,
nell’editoria, nelle arti, nel teatro, nella musica, nel cinema un approdo
professionale in linea con le proprie aspirazioni.
Consentitemi di ricordare, per renderle omaggio, una grande protagonista del
nostro cinema e del nostro Paese: Monica Vitti.
Sosteniamo una scuola che sappia accogliere e trasmettere preparazione e
cultura, come complesso dei valori e dei principi che fondano le ragioni del
nostro stare insieme; scuola volta ad assicurare parità di condizioni e di
opportunità.
Costruire un’Italia più moderna è il nostro compito.
Ma affinché la modernità sorregga la qualità della vita e un modello sociale
aperto, animato da libertà, diritti e solidarietà, è necessario assumere la
lotta alle diseguaglianze e alle povertà come asse portante delle politiche
pubbliche.
Nell’ultimo periodo gli indici di occupazione sono saliti - ed è un dato
importante - ma ancora tante donne sono escluse dal lavoro, e la marginalità
femminile costituisce uno dei fattori di rallentamento del nostro sviluppo,
oltre che un segno di ritardo civile, culturale, umano.
Tanti, troppi giovani sono sovente costretti in lavori precari e malpagati,
quando non confinati in periferie esistenziali.
È doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le
difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a
superare squilibri e contraddizioni.
La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo.
Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto
il freno per ogni prospettiva reale di crescita.
Nostro compito - come prescrive la Costituzione - è rimuovere gli ostacoli.
Accanto alla dimensione sociale della dignità, c’è un suo significato etico
e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera
società.
La dignità.
Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la
coscienza di ognuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni
lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita.
Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in
fabbrica per un progetto scuola-lavoro.
Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario
dovere del nostro Paese.
Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni
intollerabili, non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza, fisica
o verbale, ma alla coscienza di ognuno di noi.
Dignità è impedire la violenza sulle donne, piaga profonda e inaccettabile
che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura,
dell’educazione, dell’esempio.
La nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non
siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti
dignità umana agli altri.
È anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la
tratta e la schiavitù degli esseri umani.
Dignità è diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento
del divario tecnologico e digitale.
Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla
solitudine, e neppure possono essere privi di un ruolo che li coinvolga.
Dignità è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte
che purtroppo mortifica le speranze di tante persone.
Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità.
Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il
reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di
sicurezza.
Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le
persone con disabilità devono affrontare. Confidiamo in un Paese capace di
rimuovere gli ostacoli che immotivatamente incontrano nella loro vita.
Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, libero
anche dalla complicità di chi fa finta di non vedere.
Dignità è assicurare e garantire il diritto dei cittadini a un’informazione
libera e indipendente.
La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra
passione civile.
A questo riguardo - concludendo - desidero ricordare in quest’aula il
Presidente di un’altra Assemblea parlamentare, quella europea, David
Sassoli.
La sua testimonianza di uomo mite e coraggioso, sempre aperto al dialogo e
capace di rappresentare le democratiche istituzioni ai livelli più alti, è
entrata nell’animo dei nostri concittadini.
“Auguri alla nostra speranza” sono state le sue ultime parole in
pubblico.
Dopo avere appena detto: “La speranza siamo noi”.
Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica.
Viva la Repubblica, viva l’Italia!".
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Il Presidente della Repubblica
On. Sergio Mattarella
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04/02/2022 |
Lettere. "Nomina ad Assessore: congratulazioni al
geometra Carlisi"; di Gaetano Lombardo |
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Gaetano Lombardo |
Congratulazioni al geometra Vincenzo Carlisi, da parte del dott. Gaetano Lombardo.
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"Egregio Direttore,
desidero formulare i miei più sentiti e sinceri auguri al nostro grande
geometra Vincenzo Carlisi per la sua
nomina ad Assessore al Comune di Racalmuto, certo che saprà mettere a
disposizione la sua grande esperienza maturata lungo il corso del suo lavoro
svolto al Comune di Grotte.
'L'uomo giusto al posto giusto'.
Complimenti al Sindaco di Racalmuto per la scelta.
Ad maiora semper, Enzo!".
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Gaetano Lombardo
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03/02/2022 |
Attualità. "Il vero rischio è una deriva
verso il presidenzialismo monocratico"; di Raniero La
Valle |
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Raniero La Valle |
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare.
*****
La
rielezione di Mattarella a presidente della Repubblica, che ha suscitato un
generale consenso, può tuttavia prestarsi a manovre di sovvertimento
costituzionale che è necessario fronteggiare.
La prima consiste nella delegittimazione dell’attuale sistema per l’elezione
del capo dello Stato che invece si è dimostrato validissimo. Esso è giunto
al risultato in soli cinque giorni, fortemente rallentati peraltro dalla
pandemia che ha costretto alla rarefazione del voto.
Ha anche efficacemente fermato la corsa di candidature del tutto
inappropriate: prima di tutto l’autocandidatura di Berlusconi che la
procedura di tipo parlamentare rendeva irrealistica ma che una procedura
plebiscitaria attraverso un voto popolare avrebbe invece reso possibile;
allo stesso modo un’elezione popolare avrebbe reso plausibile il falsissimo
argomento di una dovuta alternanza tra “presidente di sinistra” e
“presidente di destra”, aprendo la strada ai Trump e ai Goldwater di turno.
Si è pure confermata la validità del sistema parlamentare integrato dalle
rappresentanze regionali che prevede come salutare il formarsi di
maggioranze diverse per le elezioni al Parlamento e quella al Quirinale
mediante la intenzionale esclusione della sincronia tra esse, con evidente
vantaggio per la divisione e il reciproco controllo dei poteri.
Il risvolto negativo è semmai che il raddoppio di un lungo settennato possa
portare con sé un’errata percezione di un rapporto di necessità tra il
destino di una persona e il destino del Paese, con l’idea sullo sfondo
dell’Uomo della Provvidenza o dell’uomo solo (e non certo della donna!) al
comando.
Né vale l’argomento che i social e le maratone televisive polarizzino oggi
l’attenzione dell’opinione pubblica sui palazzi del potere, come settanta
anni fa, quando questo processo elettorale fu concepito, non era
prevedibile, perché anzi questo argomento lo avvalora per il più largo
coinvolgimento che comporta; d’altra parte anche in questo caso una
ragionevole durata dello spettacolo elettorale mentre è servita a dare il
pane ai giornalisti (anche se sempre gli stessi con inevitabile usura dei
rispettivi volti) non ha bloccato per troppo tempo i lavori in corso nel
Paese.
Il vero rischio è oggi quello di una deriva verso il presidenzialismo, non
solo per la suggestione esercitata dal rinnovo del mandato a Mattarella, ma
anche per la esplicita diffamazione dei partiti e delle loro leadership che
è stata perpetrata durante tutta la vicenda, mentre proprio le leadership (e
non i “peones” come con altrettanto disprezzo sono stati celebrati come
protagonisti i semplici parlamentari) hanno condotto il gioco compreso il
suo esito, deciso nel vertice finale mentre centinaia di grandi elettori
erano tenuti in surplace con l’astensione.
Il vero regista dell’operazione è stato del resto il segretario del partito
più sperimentato, Enrico Letta, che col realismo di una lunga esperienza
parlamentare ha sempre saputo di non avere in mano le carte se non per la
conferma di Mattarella. Ciò lo ha condotto a non fare mai alcun nome, tanto
meno dell’unico veramente desiderato, cosa resa più agevole dal grande
successo mediatico del trasloco degli scatoloni presidenziali e ha permesso
ai suoi luogotenenti di “farlo crescere” nelle urne, come è stato
apertamente ammesso, nella ben assecondata disattenzione generale.
Il rischio di una caduta in un presidenzialismo monocratico mediante
un’elezione popolare diretta è ora aumentato per il fatto che l’ha esaltato,
come il proprio “sogno”, l’attore politico che, conformemente al ruolo di
guastatore abituale che si è ritagliato nell’attuale congiuntura, ha
sbarrato la strada all’unica candidata apprezzata da tutti e giunta fino a
un passo dall’elezione.
L’attore politico è stato Renzi, e la candidata era Elisabetta Belloni, che
è entrata in scena come parte di una rosa proposta da Cinque Stelle, Lega e
Fratelli d’Italia, con la partecipazione straordinaria di Letta, in grado
dunque di coagulare una maggioranza schiacciante dell’Assemblea elettorale.
È stato questo fausto evento, a un passo dal realizzarsi, che ha
miracolosamente prodotto la repentina conclusione della vicenda, l’inopinato
ritorno in campo del presidente Mattarella, la rinuncia definitiva di
Draghi, la reprimenda del ministro degli Esteri Di Maio al suo capopartito
Conte, e il tripudio finale.
Le circostanze e le concomitanze sono tali che incuriosisce la domanda sul
perché la candidatura Belloni sia stata così facilmente sventata. Non
potendo ammettersi che la causa ne sia stata una parossistica misoginia di
tutto il sistema, occorre accogliere la motivazione addotta e presa per
buona che non si potesse portare alla presidenza della Repubblica la
responsabile (da sette mesi) dei Servizi di Sicurezza.
Ma allora resta da chiedersi il perché.
Non si trattava infatti di fare presidente della Repubblica il capo della
Stasi, del KGB, della CIA, del Mossad o magari della Spectre, a volerci
mettere dentro anche una tipologia di jamesbondiana memoria; si trattava
invece della direttrice generale dei Servizi “segreti” italiani, a capo dei
quali c’è il presidente del Consiglio.
Per quanto essi in passato siano stati deviati, si dovrebbe spiegare perché
oggi sia infamante o inabilitante dirigerli; o chiedersi se vi sia qualche
norma di purità rituale o pericolo per qualcuno a far sì che una persona con
più di cinquant’anni investita di tale incarico sia la sola in Italia a non
godere del diritto civile e politico di fare il presidente della Repubblica;
questa sì che sarebbe una “sgrammaticatura” costituzionale, come è stato
ammesso dallo stesso segretario Letta, mentre non è credibile che a
preoccuparsi della grammatica costituzionale sia chi a suo tempo ne voleva
sovvertire la sintassi dimezzando la rappresentanza e abolendo il Senato.
A meno che a non volerlo fosse qualche Servizio, per nulla segreto,
straniero, dal momento che sarebbe un “delirio”, come ha sostenuto
platealmente Cacciari sull'Espresso, eleggere qualcuno che non goda “della
fiducia delle grandi potenze economico-finanziarie da cui dipendono i nostri
destini”, o magari fosse l’Arabia Saudita.
Così il segreto rimane: ma “per favore” la prossima volta ditelo sui tetti.
Raniero La Valle
3 febbraio
2022
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03/02/2022 |
Editoria. Presentazione della raccolta "Poesie
sotto il pino. Vientu e stizzania", di Piero Carbone; sabato 5 febbraio |
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Copertina
Piero Carbone |
Sabato 5 febbraio, a partire dalle ore 18.00, in
diretta sulla pagina Facebook di
Spazio Cultura Libreria Macaione (vedi
la pagina) si terrà la presentazione raccolta "Poesie
sotto il pino. Vientu e stizzania" di
Piero Carbone, novità editoriale di
Spazio Cultura Edizioni pubblicata nella collana "Spazio Poesia"
diretta da
Nicola Romano.
L'ultima produzione di Carbone è una raccolta di poesie scritte in lingua
siciliana col testo a fronte in italiano e una poesia finale in lingua
spagnola seguita dalle traduzioni in siciliano e in italiano.
Il programma della diretta prevede una breve introduzione dell'editore
Nicola Macaione, l'invito alla lettura del direttore
Nicola Romano; seguirà una conversazione tra il poeta Piero Carbone,
il
prof. Salvatore Lo Bue, il
prof. Salvatore C. Trovato (autore della prefazione al libro) e il
Maestro Salvatore Caputo (autore dell'opera pittorica in copertina
"Immagine mediterranea").
Nel corso della diretta l'attore
Enzo Rinella leggerà alcune poesie tratte dalla silloge. La
conclusione è affidata a
Gloria Anita Mas Bardalez, che tradurrà in lettura la poesia finale
"Una maleta de rosas".
Scrive Trovato nella prefazione: "Tutto un insieme di suoni, di note
i suoi versi, apparentemente a schema libero, ma con cadenze musicali che
prescindono dalla conta delle sillabe o che la inseguono in una lingua che
non è quella ufficiale, l’italiano, ma un dialetto particolare, vissuto
dal poeta fin dalla più tenera età e da lui sapientemente piegato alla
musica... Parole che legano alla sua piccola città il poeta ma che, nella
visione poetica, superano l’orizzonte del pino, per essere proiettate su
dimensioni più alte".
Piero Carbone (classe 1958), autore racalmutese, vive e lavora a Palermo.
In dialetto ha pubblicato: A lu Raffu e Saracinu (1988); La luna
(1994); Pensamenti (2008); Venti di sicilinconia (2009);
The Poet Sing For All / Lu Pueta canta pi tutti (2014), con traduzione
inglese di Gaetano Cipolla. Ha promosso l’attività di alcuni pittori
siciliani e realizzato cartelle d’arte.
Fra ricerca e innovazione, ha curato le rappresentazioni: La Vinuta di la
Madonna di lu Munti (1980); Zmaragdos. Arti in coordinamento e
ricerche etnografiche (1985); Nivuretta. Storii di carrittera e
lavanneri (1988); Dialogo nel bosco (2002).
Diversi suoi testi sono stati musicati.
Ha pubblicato diversi libri in lingua tra cui Il mio Sciascia,
Sicilia che brucia, Il giardino della discordia. Racalmuto nella
Sicilia dei Whitaker.
Redazione
3 febbraio
2022.
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02/02/2022 |
Attualità. L'Osservatore Romano: "Achille Lauro:
non ci sono più i trasgressori di una volta" |
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Achille Lauro |
"Chiamati
in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a
dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi.
Perché Sanremo è Sanremo. L'Osservatore è L'Osservatore". Con queste
parole Andrea Monda, direttore del quotidiano della Città del
Vaticano,
interviene con un articolo dal titolo "Trasgressioni a Sanremo"
sull'esibizione di Achille Lauro durante la prima serata del Festival.
(Achille Lauro)
"Volendo essere a tutti i costi trasgressivo - continua il Direttore
-, il cantante si è rifatto all'immaginario cattolico. Niente di
nuovo. Non c'è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello
del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la
recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David
Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta".
Di "solito teatrino dèja vu" parla l'Avvenire (a pagina 22
dell'edizione del 2 febbraio 2022, nell'articolo "Doppio festival di fede e
speranza"). "Per ora dobbiamo accontentarci di Achille Lauro - scrive
l'inviata a Sanremo Angela Calvini - che, accompagnato dall’Harlem
Gospel Choir, ha aperto ieri sera la kermesse all’Ariston cantando la sua
Domenica fra ancheggiamenti, tatuaggi e furbe provocazioni. Il “pio” Achille
- prosegue il Quotidiano di ispirazione cattolica - finisce con
l’inginocchiarsi sul finale a tutto gospel per cospargersi d’acqua il capo a
mo’ di pseudobattesimo. Una dedica, dice lui, a sua madre, cattolica
impegnata nel sociale, che ha compiuto ieri 61 anni: «Le madri sono
esseri divini, ci danno la vita ogni giorno. Oggi, in un nuovo inizio, vi
omaggio del mio battesimo. Che Dio ci protegga. Hallelujah». Viva la mamma,
però è il solito teatrino dèja vu".
Per le due autorevoli testate giornalistiche cattoliche, quindi, nessuno
scandalo.
A quanti hanno parlato di "gesto dissacratore e blasfemo" risponde il
parroco di Racalmuto (già parroco di Lampedusa) don Carmelo La Magra:
"Ma è possibile che tutta la cattolicità vi viene fuori quando canta
Achille Lauro? Scandalizzatevi per altro e fatevela una risata ogni
tanto!".
Carmelo Arnone
2
febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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02/02/2022 |
Sanità. Storie di ordinarie attese al Pronto
Soccorso di Agrigento; dal punto di vista dei pazienti |
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Pronto Soccorso |
Avventurarsi al Pronto Soccorso dell'Ospedale San Giovanni Di Dio di
Agrigento rappresenta spesso l'inizio di un calvario al quale molti
pazienti, dopo ore di vana attesa, preferiscono rinunciare. Pur non
imputando responsabilità dirette, rimane l'amara constatazione delle
condizioni in cui sia il personale sanitario che i pazienti sono costretti a
vivere. Che vi siano doverosi amplissimi margini di miglioramento
(peggiorare è difficile) è più che evidente. Riportiamo il resoconto di
una giornata di "ordinaria" attesa, dal punto di vista e nelle parole di
Almaria Dominici, Presidente dell'Associazione "L'Itaca di Argo".
Pronto soccorso. Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Percorso che
deve sopportare un paziente medio.
Ore 11.00: accesso al Triage ed assegnazione codice.
Ore 11.10: il paziente viene fatto accomodare in sala d'attesa. La sala
d'attesa conta mediamente 20 persone sofferenti.
Ore 12.00: la situazione rimane invariata. Gli stessi lamenti, le stesse
sofferenze, tutti contengono pazientemente il dolore.
Ore 13.00: stessi volti, stesso dolore, si iniziano a sentire i primi
lamenti.
Ore 15.00: il vecchietto che mi sta di fronte ha la stessa postura dalle ore
11.00. Testa china sul torace, gambe rannicchiate su una sedia a rotelle
trovata in modo rocambolesco dopo 2 ore di attesa. La sua condizione è uno
schiaffo all’Italia intera. Soffre e sospira, ignaro della patologia che
l'ha condotto oggi in ospedale. Non conosce il codice a lui assegnato ma sa
bene che deve sopportare tutto in silenzio. In corsia è tutto un via vai di
gente e di urla, nessuno si accorge di lui e lui lo sa.
Ore 16.00: due signore si dirigono di corsa verso la porta di entrata che
conduce alle stanze dei medici (i medici al Pronto Soccorso sono solo 2.
Mi tornano in mente le parole di super Mario: "I problemi che ha
l'Italia dipendono dai non vaccinati").
Cosa succede? Si alzano tutti preoccupati perché, ormai, si è una grande
famiglia. Una ragazzina che avrà più o meno 16 anni si accascia a terra, era
in attesa dalle 11.00. Perde i sensi ed il personale sanitario finalmente
riesce a visitarla.
Ad Agrigento questa situazione nulla ha a che fare con l'emergenza
sanitaria in corso.
Ore 17.15: non è ancora finita.
Ore 17.35: da quella porta che conduce alla luce, si affaccia una giovane
dottoressa bionda (arrivata dopo il cambio turno). Chiama ad alta voce il
cognome dell'anziano signore.
Risponde il figlio: "Siamo qui". "E chi ci fate qui? Dovevate già
essere in astanteria da un pezzo!", dice la dottoressa.
"Ma io l'ho fatto presente ai suoi colleghi, gliel'ho detto
insistentemente per ben 7 volte e mi hanno detto di aspettare qui",
risponde il figlio dell'anziano.
Ore 17.40: il vecchietto finalmente entra.
Ore 18.37: una signora con un filo di voce chiede ad un infermiere che esce
da quella porta: "Scusi, sto male, come mai non mi visitano? Sono qui
dalle 11.00".
Sarcastico e spavaldo con il suo bel camice verde, l’infermiere
risponde: "I medici stanno facendo l'ultima partita a carte, ora che
finiscono la visitano".
La professionalità è indiscutibile.
Ore 20.25: si chiede il risultato di una tac effettuata alle ore 16.00.
Risposta dal Pronto Soccorso: "Non è arrivato l'esisto".
4 ore e 30 minuti per la trasmissione di un esisto dalla radiologia?!
È normale?
Ore 22.00: rimane un solo paziente delle ore 11.00. Ormai, stremato più
dall'attesa che dal male che ha, chiede di parlare con un medico e capire
perché quel risultato ancora non arriva.
Il medico risponde: "Sono arrivato adesso, abbia pazienza, non si
preoccupi che arriverà il suo turno, deve aspettare, ho tutta la notte
davanti".
"Devo aspettare pure la notte per capire cosa ho? Ho già impiegato un
giorno, vorrei usare la notte per riposare e mangiare qualcosa" risponde
spazientito il paziente.
Il medico indisposto: "Metronotte, metronotte, butti fuori il signore,
subito!!!".
Ore 22.45: l'ultimo paziente delle ore 11.00, dopo 12 ore di attesa,
viene ricevuto dal medico. Riscontrano un problema di salute
sufficientemente serio, iniziano la terapia farmacologica e dispongono altri
esami di indagine.
Aveva ragione il medico, lui ha tutta la notte davanti, il paziente anche.
Redazione
2 febbraio
2022.
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02/02/2022 |
Servizi. Sospesa a tempo indeterminato
l'attività dello sportello periferico AICA di Grotte, causa Covid |
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(Sito ufficiale) |
La sospensione dell'attività dello sportello periferico dell'AICA (Azienda Idrica Comuni
Agrigentini) di Grotte è divenuta a tempo indeterminato.
L'Azienda, nel nuovo comunicato ufficiale, ha spiegato che "Causa il
perdurare dell’attuale situazione epidemiologica sul territorio servito, e,
inoltre, a seguito dell’Ordinanza del Ministero della salute che ha disposto
il passaggio in zona arancione di Abruzzo, Friuli, Piemonte e Sicilia dal
giorno 24 gennaio 2022,spiace comunicare che siamo costretti a prorogare la
chiusura temporanea degli sportelli periferici AICA adibiti a
ricevimento dell’Utenza, nei comuni di Grotte, Montevago, Naro,
Raffadali, San Giovanni Gemini, Sambuca di Sicilia. A tal riguardo,
informiamo che la proroga della sospensione dovrà intendersi fino a
quando le condizioni ci consentiranno di effettuare diverse valutazioni.
Considerando che il servizio di ricevimento dell’utenza debba essere
comunque garantito, informiamo che l’utenza potrà essere regolarmente
servita, nel pieno rispetto delle norme anti COVID-19, presso gli
sportelli della sede operativa di Viale Mediterraneo in Aragona e presso
gli sportelli periferici di Sciacca, Ribera e Licata che non subiranno,
momentaneamente, alcuna variazione.
AICA si scusa con l’utenza per i disagi".
Redazione
2 febbraio
2022.
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02/02/2022 |
Politica. Il geometra Vincenzo Carlisi nominato
assessore a Racalmuto, nella giunta del sindaco Maniglia |
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Maniglia e Carlisi
Giunta Maniglia |
Il
geometra Vincenzo Carlisi è stato nominato assessore dal sindaco di
Racalmuto Vincenzo Maniglia.
Nell'ambito della rimodulazione della propria Giunta, il 31 gennaio scorso,
il Sindaco di Racalmuto ha nominato tre nuovi Assessori.
Tra il nuovi Amministratori del Comune di Racalmuto anche il grottese
Vincenzo Carlisi, già dipendente del Comune di Grotte - oggi in
pensione - che ha rivestito per diversi mandati l'incarico di
Responsabile di Posizione Organizzativa dell'Area Tecnica.
A Carlisi il sindaco Maniglia ha affidato le deleghe ai Lavori Pubblici,
Urbanistica, Progetti Europei.
Della Giunta Maniglia fa anche parte Paolo Agrò, dipendente del
Comune di Grotte con la qualifica di Collaboratore Amministrativo, al quale
sono state conferite le deleghe ai Servizi Sociali, Pubblica Istruzione,
Attività Produttive e Randagismo.
Confermata nell'incarico l'assessore Angela Penzillo, nominata
vicesindaco, a cui vanno le deleghe allo Sport, Spettacolo e Turismo,
Promozione del territorio, Centro storico e periferie, Manutenzione
ordinaria e arredo urbano, Volontariato e Associazionismo, Politiche
dell'infanzia e giovanili, Gemellaggi.
Completa la Giunta il neo assessore Giuseppe Guagliano, con le
deleghe: Bilancio e Tributi, Igiene, Decoro e verde pubblico, Agricoltura,
Personale, Rapporti con il Consiglio comunale.
Rimane in carico al Primo Cittadino la delega alla Cultura, nell'attesa di
una probabile nomina - quale Consulente alla Cultura - dell'assessore
uscente Enzo Sardo.
Nell'immagine a lato, la giunta Maniglia (foto di TRS98).
Redazione
2 febbraio
2022.
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02/02/2022 |
Onorificenze. Medaglia d'oro conferita al Caporal
Maggiore Salvatore Agnello |
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Consegna
Salvatore Agnello
Medaglia d'oro
Pergamena |
Al Caporal Maggiore
dell'Esercito Italiano Salvatore Agnello la Medaglia d'oro per le vittime
del terrorismo, conferita dal Presidente della Repubblica.
Lunedi 31 gennaio 2022, alle ore 16.30, nella Sala della Chiesa di Villa
Whitaker, sede della Prefettura di Palermo, si è svolta la cerimonia di
consegna delle onorificenze della Repubblica. Tra gli insigniti, anche il
Caporal Maggiore dell'Esercito Italiano Salvatore Agnello, a cui è stata
consegnata la "Medaglia d'oro per le vittime del terrorismo". Il
riconoscimento, con decreto datato 7 luglio 2021 a firma del Presidente
Mattarella e del Ministro Lamorgese, è stato conferito su proposta del
Ministro dell'Interno.
Presenti alla cerimonia le Autorità civili e militari, insieme ai familiari
degli insigniti.
"A nome dell'Amministrazione comunale e dell'intera città di Grotte
esprimo sentimenti di orgoglio e commozione per l'Onorificenza conferita dal
Presidente Mattarella al nostro concittadino Salvatore Agnello"; questa
la dichiarazione del sindaco Alfonso Provvidenza.
"Oggi abbiamo anche il riconoscimento di vittima del terrorismo di un
nostro sottufficiale impegnato nelle missioni all'estero - ha dichiarato
il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani - e quindi una
onorificenza significativa. Sono distinzioni che vogliono sottolineare il
senso di responsabilità e l'impegno che ciascuno degli insigniti hanno non
solo nell'assolvimento dei propri doveri ma anche nell'interesse della
collettività nelle quali sono inserite".
L'episodio alla base del conferimento della
Medaglia d'oro per le
vittime del terrorismo risale al 18 giugno 2012. Quel lunedi,
alle ore 10.30 locali (08.00 in Italia), una pattuglia della Task Force
South East,
su base 1°
reggimento bersaglieri di Cosenza, impegnata
in Afghanistan
in
un’attività di Key Leaders Engagment (KLE;
presa di contatto con i capi dei villaggi locali), fu coinvolta
nell’esplosione di un ordigno improvvisato (IED - Improvised
Explosive Device), a seguito della quale due militari rimasero contusi.
L’esplosione avvenne a circa 1,5 Km a nord-ovest della FOB (Forward
Operating Base) "Lavaredo", nell’area di Bakwa, settore di responsabilità
Italiana. I bersaglieri contusi, che comunque rimasero sempre coscienti,
ricevettero le prime cure sul posto e, rientrati in base, sono furono
sottoposti ad ulteriori accertamenti. Gli stessi soldati informarono
personalmente i propri familiari. La pattuglia portò a termine regolarmente
l'attività prevista, volta a migliorare le condizioni di sicurezza e di vita
della popolazione locale.
Carmelo Arnone
2
febbraio
2022
© Riproduzione riservata.
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