Grotte.info Quotidiano -
Marzo 2011 |
31/03/2011 |
Volontariato. Esempio di
legalità dalla Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale" |
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Ingresso |
Viene dall'Associazione "Padre Vinti - Grotte Solidale" Onlus uno dei più
recenti esempi di rispetto delle regole, e pertanto degno di essere posto
all'attenzione dell'opinione pubblica.
Nata come associazione di cittadini desiderosi di offrire un servizio
immediato di trasporto medico tramite ambulanza, col tempo la Onlus grottese
ha intensificato le sue attività, tutte inerenti il volontariato.
Attualmente è impegnata, oltre che nella sua attività principale - svolta
ininterrottamente nell'arco delle 24 ore - anche in altre, non meno
importanti, attività collaterali quali: la raccolta e distribuzione viveri
alle famiglie indigenti (in collaborazione con la Fondazione Banco
Alimentare); la raccolta, pulizia, stiratura e distribuzione di vestiario a
persone in difficoltà economiche; la promozione di attività di screening e
prevenzione di varie patologie (recentemente svolte a sostegno
dell'iniziativa intrapresa con successo dall'Assessorato alla Sanità del
Comune di Grotte).
Come è facile intuire, l'Associazione ha la necessità di trovare sempre
libero l'ingresso al piazzale di sosta delle ambulanze, al fine di poter
intervenire senza ritardi nei soccorsi. Spesso in passato il transito dei
mezzi era reso difficoltoso, quando non impossibile, a causa delle auto in
sosta davanti al cancello o nelle sue immediate vicinanze, e ciò nonostante
i numerosi segnali di divieto verticali ed orizzontali (strisce pedonali,
colorazione convenzionale dei bordi del marciapiede, cartelli di divieto). A
poco è servito il cartello affisso sullo stesso cancello indicante:
"Lasciare libero il transito ai mezzi di soccorso". E' pur vero che un
controllo, anche saltuario, delle Forze dell'Ordine avrebbe potuto risolvere
facilmente il problema, tuttavia quando vi è un ferito in attesa, non c'è
tempo di cercare Tutori della Legge e proprietari di automezzi.
A trovare una soluzione definitiva al problema ci ha pensato il Direttivo
dell'Associazione, guidata dal suo giovane e dinamico Presidente, l'ing.
Davide Magrì: porre due vasi ai lati dell'ingresso per impedire,
materialmente, la sosta abusiva delle auto e consentire un agevole transito
alle ambulanze. Il 20 ottobre 2010 è stata inoltrata al Comune la richiesta
di autorizzazione per l'occupazione del suolo pubblico - relativa ai due
vasi -; autorizzazione concessa il 22 febbraio 2011.
Per quanto sia poco piacevole constatare che a Grotte è preferibile pagare
una tassa al fine di sopperire ai disservizi causati dallo scarso senso
civico di taluni cittadini ed alle carenze del servizio di vigilanza e
controllo sull'ordine pubblico, la Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale" è
da considerare un esempio, oltre che di volontariato, di civiltà.Carmelo Arnone
31 marzo 2011
© Riproduzione riservata. |
Autorizzazione
Ricevuta |
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31/03/2011 |
Lettere. "Pro-vocazione e
richiamo alla responsabilità"; di don Paolo Morreale |
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Don Paolo |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Arrivo al cuore di molti
con una seconda lettera.
Innanzitutto vorrei ringraziare rispettivamente: il Dott. Salvatore Filippo
Vitello per gli stimoli che mi ha dato nelle sue lettere e per la risposta
che ha riportato al valore alto della coscienza come una forza interiore che
ci dona il coraggio di “dire le cose come stanno”; e la Signora Silvia Carli
che ha tracciato la realtà della nuova religione dello sballo. Sono altresì
grato a tutti quei concittadini che si sono fatti sentire come un sostegno
alla mia provocazione.
Parlo di pro-vocazione, cioè di un richiamo a favorire quella che è la
vocazione umana, avulsa da tutte quelle componenti artificiose ed
artificiali che ne snaturano la realtà.
La vocazione dell’uomo, è a mio modesto parere, racchiusa in quel prototipo
umano che è scandito dalle parole inquietanti di un uomo veramente uomo:
Gesù di Nazareth.
Fabrizio De Andrè, da non credente, disse:
Venuto da molto lontano a
convertire bestie e gente non si può dire non sia servito a niente perché
prese la terra per mano vestito di sabbia e di bianco alcuni lo dissero
santo per altri ebbe meno virtù si faceva chiamare Gesù.
Non intendo cantare la gloria né invocare la grazia e il perdono di chi
penso non fu altri che un uomo come Dio passato alla storia ma inumano è pur
sempre l'amore di chi rantola senza rancore perdonando con l'ultima voce chi
lo uccide fra le braccia di una croce.
E per quelli che l'ebbero odiato nel Getsemani pianse l'addio come per chi
l'adorò come Dio che gli disse sia sempre lodato, per chi gli portò in dono
alla fine una lacrima o una treccia di spine, accettando ad estremo saluto
la preghiera l'insulto e lo sputo.
E morì come tutti si muore come tutti cambiando colore non si può dire non
sia servito a molto perché il male dalla terra non fu tolto. Ebbe forse un
po' troppe virtù, ebbe un nome ed un volto: Gesù. Di Maria dicono fosse il
figlio sulla croce sbiancò come un giglio.
Ho voluto mettere tutto il testo della canzone Si chiamava Gesù
perché è estremamente importante come il cantautore ne sottolinei i tratti
caratteristici fondamentali, che per noi, cristiani in genere, non sono né
conosciuti, né praticati unanimemente. Il segreto di quest’uomo, che è
l’immagine del Dio invisibile, è la virtù: quella che i nostri latini
chiamavano vis-roboris, possente come una quercia secolare,
abbarbicata nella terra, svettante dell’aere, irruente nelle fronde,
rigenerante delle anidridi carboniche che inquinano. Per di più, chi la
possiede, ha la capacità di divenire Vir, uomo di grandi capacità
fisico-psichiche, umane, e sovrumane.
Ma per chi ne sa un po’ di più questo Gesù, che volle fare scambio con
l’uomo, donò al terrestre homo la capacità di essere Vir e si
addossò quella umana, troppo umana che disse lo stesso Pilato: Ecce Homo!
Si prese cioè la parte più becera dell’umanità, quella debolezza delle
inclinazioni e delle passioni che rassomigliano l’uomo ad una bestia.
Fatta questa lunga premessa, peraltro fondamentale alla pro-vocazione che
vorrei porre in questa sede, arrivo al nocciolo della questione che presento
a voi Concittadini, e alle autorità preposte.
Siamo tutti a conoscenza dell’aumento vertiginoso del consumo di alcool e
droga negli ultimi anni, che ha snaturato la vocazione umana alla bellezza
della vita, alla libertà dai vizi, e alla affermazione dei valori
fondamentali quali l’amore per se stessi e per il prossimo. Non si vuole
fare una campagna demagogica di controtendenza, ma un richiamo alla
responsabilità di ciascuna agenzia educativa: Famiglia, Comunità Civile e
Politica, Scuola, Comunità Religiosa, Forze dell’Ordine.
Non si può non avere una certa sinergia a minare le basi di questa cultura
dell’indifferenza e dell’apatia che rimette le proprie responsabilità nelle
mani dei vizi, NUOVI PEDAGOGHI dei nostri figli e delle nostre figlie.
Uniamo le forze buone, qualsiasi ne sia l’origine, laica o religiosa, pur di
convergere nella formazione di quell’uomo virtuoso che i nostri antenati
hanno auspicato: abbiamo bisogno di un ritorno all’uomo impegnato
socialmente, politicamente, controtendente alla cultura del pensiero debole
e della coscienza erronea.
Il mio richiamo a tutti i responsabili per la progettazione del futuro.
Anche la Chiesa Cattolica Italiana ha compreso che occorre ripartire per
“Educare alla vita buona del Vangelo”, che è essenzialmente la vita di Gesù,
quel Gesù che a Grotte viene preso in considerazione dalla massa nella festa
della Settimana Santa.
Il mio richiamo è quindi pro-vocatorio:
Come mai a Grotte, durante la Settimana Santa, non si è mai fatta
un’ordinanza che vieta l’assunzione di sostanze alcoliche, e un controllo
più capillare dell’uso e dell’abuso delle sostanze stupefacenti? Eppure lo
sappiamo tutti che i consumi assumono un’impennata vertiginosa in
quell’occasione!
Come mai non si riesce più a garantire una sana e profonda educazione alla
vita sessuale, ma ogni occasione di libertà per i ragazzi e i giovani
diviene l’occasione per mostrare quell’istinto bestiale che non è dell’uomo
virtuoso? Eppure lo sappiamo tutti che con la scusa che si è in giro per la
pasqua (scrivo appunto minuscolo perché non voglio contaminare la Pasqua
cristiana) si è più liberi di consumare attimi di libidine che sforano nella
perdita del valore umano del corpo!
Sono solo due le domande che mi pongo in questa lettera e che rivolgo a
tutti, e a chi ne ha la responsabilità suggerisco di fare, e non di
ignorare. Del resto, alla rinascita del paese, come dei paesani, dobbiamo
partecipare tutti. Non si può far finta di niente, sol perché riusciamo ad
avere quiete apparente a tal punto da mascherare il silenzio con la virtù.
L’uomo buono rantola sulla croce, e sulle croci alle quali abbiamo affisso i
nostri giovani: probabilmente dovremo fare un esame delle responsabilità a
chi, come noi adulti, ha condotto con un’educazione priva di mezzi e di
pedagogia, perché i figli si trovino oggi quasi costretti a dover assaporare
il gusto del proibito e dello sballo per evitare di guardarsi allo specchio
e dire… qualcuno prima di me ha fallito e oggi “io pago”.
Ai ragazzi dico… lo faccio per voi… lo faccio per amore… lo faccio per il
futuro: Buona Settimana Santa!!!
TRIONFO D’AMORE!!!". |
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Don Paolo Morreale |
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30/03/2011 |
Politica. Calpestare o
rispettare le leggi ed i regolamenti; del consigliere comunale Francesco
Vizzini |
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Interrogazione |
Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere comunale dott. Francesco
Vizzini (Gruppo consiliare di Minoranza).
"Caro Carmelo,
in allegato invio copia della interrogazione consiliare che ho formulato
agli Amministratori del nostro Comune, in merito alla verifica di
legittimità della delibera votata dal consiglio comunale il 18/02/2011, e
copia della risposta ricevuta.
La risposta ottenuta conferma che, nonostante esistano principi etici che
impongono a qualsiasi organo che ricopre incarichi di amministrazione e
gestione di Enti pubblici di rispettare le leggi ed i regolamenti, nella
realtà i rappresentanti delle istituzioni, molto spesso, calpestano le leggi
ed i regolamenti.
La pubblicazione di questi documenti consentirà ai cittadini di farsi una
loro opinione in merito e magari di dare un nome a questo capolavoro di
risposta ricevuta dal sindaco di Grotte.
Sarete ulteriormente informati sul seguito". |
Risposta |
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Francesco Vizzini
Consigliere Comunale |
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30/03/2011 |
Attualità. Effetti della
contaminazione radioattiva (1^ parte); dell'ing. Calogero Chiarenza |
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Cartina |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Effetti della
contaminazione radioattiva (Prima parte)
Le recentissime vicende sulla emissione di radioattività nella
centrale nucleare giapponese in avaria impongono delle riflessioni sui
preoccupanti e disastrosi rischi legati alla contaminazione cui vanno
incontro, non soltanto le zone circostanti più vicine al punto di origine
della emissione radioattiva, ma anche le zone più distanti di parecchi
chilometri che possono diventare centinaia o migliaia, allorquando tale
emissione raggiunge alti livelli di intensità.
Forse a qualcuno la frase “Possibile costruzione di una
Centrale Nucleare vicino Grotte” apparsa in un mio articolo precedente,
sarà sembrata una notizia civetta o un modo per attirare l’attenzione, ma
tale affermazione è confermata dai numerosi articoli apparsi sulla stampa e
su internet.
Risultano pubblicate varie mappe sui possibili siti delle
centrali nucleari da realizzare in Italia e in alcune di queste, in
particolare nella regione Sicilia, compare la sola località di Palma di
Montechiaro (vedi cartina allegata) che, ripetiamo in linea d’aria trovasi a
circa 30-40 km dal territorio di Grotte. Una distanza questa direi prossima
se rapportata ai rilevanti rischi derivanti da un incidente con fuga
radioattiva. Ricordiamo che il tratto di costa tra Palma di Montechiaro e
Licata è l’unico in tutta la regione Sicilia con il valore più basso di
sismicità (Zona 4).
Ma quali sono gli effetti della radioattività sulla salute
umana?
Prima di rispondere a questa domanda è opportuno spiegare in breve come si
misura la radioattività assorbita dai tessuti umani, cosa del resto utile,
visto che in questi giorni pervengono notizie sui dati della contaminazione
radioattiva.
Una grandezza per misurare la radioattività assorbita in un determinato
tempo è millisievert (mSv) per un certo tempo, che può essere
per un anno o per sottomultipli quali giorno, ora ecc.).
Giova a questo punto ricordare che esiste una radioattività
naturale sul nostro pianeta non prodotta dall’uomo. La dose di radioattività
naturale assorbita da un essere umano è mediamente pari a 2,4 millisievert (mSv)
in un intero anno, ma varia da luogo a luogo.
Per dare un’idea, oggi una normale radiografia al torace di
solito comporta una dose di radioattività di 1,5 mSv, pari a circa 7
mesi di esposizione al fondo di radioattività naturale. Una TAC comporta 4
mSv pari a 2 anni di esposizione naturale, una scintigrafia sino a 30
mSv pari a 12 anni di esposizione naturale. In altre parole quando ad
esempio una persona è sottoposta ad una TAC totale si becca in quel momento
la radioattività che normalmente assorbe in modo naturale in circa 2 anni.
Va precisato inoltre che la radioattività non è sempre dello
stesso tipo e a parità di dose ha effetti diversi sul corpo umano a seconda
della sua provenienza.
Ad esempio una dose di radioattività prodotta dai cosiddetti
raggi Alfa ha effetti 20 volte più dannosi rispetto a una dose di
radioattività prodotta dai raggi X, beta e gamma.
Il valore massimo accettabile di radioattività assorbita da una
persona umana senza particolari conseguenze varia da 20 mSv a 100
mSv per anno. Superando tali valori si hanno in vario modo conseguenze
sulla salute.
Dalle notizie che arrivano dalla stampa sull’emissione
radioattiva nella centrale nucleare giapponese in avaria si parla anche di
centinaia millisievert per ora (mSv/h).
Che significano tale valori?
Facciamo un po’ di conti. Se, per come sopra detto, ammessa accettabile la
dose massima di radioattività senza significativi danni per la salute umana
di 100 mSv per anno, essendo un anno composto da 8760 ore (365 gg x
24 h), il valore accettabile di radioattività assorbita in una sola ora,
senza particolari danni alla salute umana, è di 100 : 8760, cioè pari a
circa 0 .01 millisievert (mSv) per ora.
Quindi 1 millisievert (mSv) per un’ora è 100 volte superiore al
valore normale; mentre 100 millisievert (mSv) per un’ora è 10.000
volte superiore al valore normale. Chi viene colpito da una dose oltre 2500
volte la dose normale va quasi sicuramente incontro alla morte.
Nel prossimo articolo (Seconda parte) parleremo degli effetti
dannosi ed anche mortali in funzione delle dosi di radioattività assorbite". |
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Ing. Calogero Chiarenza |
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Dalla Redazione.
Per chi volesse approfondire:
"Nucleare", servizio di "Presa diretta"
"L'inganno", servizio di "Report" |
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28/03/2011 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della
settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.
Periodo di Quaresima
I fedeli sono invitati alla preghiera al digiuno ed all'elemosina. Tutti
i venerdi, astinenza dalla carne.
Martedi 29 marzo
- alle ore 17.00, nella chiesa del Purgatorio, ritiro del gruppo mariano.
Venerdi 1 aprile
Venerdi di quaresima: astinenza dalla carne;
- 1° venerdi del mese;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 2°
anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a
tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei
genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.
ALTRI AVVISI
- Tutti i giorni, esclusi i prefestivi ed i festivi, nella chiesa
Madonna del Carmelo, dalle 06.00 alle 06.55, celebrazione comunitaria delle
Lodi Mattutine - aperta ai fedeli di tutte le parrocchie -, a cura dei
fratelli del Cammino Neocatecumenale;
- tutti i mercoledi, alle ore 18.00 nella chiesa Madonna del Carmelo,
riunione del gruppo delle Ancelle della Divina Misericordia. |
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28/03/2011 |
Iniziative. "Al via la IX
edizione del premio di poesia "Nino martoglio"; di Domenico Criminisi |
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Guarda il video
Vedi le foto |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Prende il via la nona edizione del Premio di poesia dialettale “Nino
Martoglio”
Nella magnifica cornice della sala “Carlo Alberto Dalla Chiesa” del palazzo
storico Jung, sede del Consiglio Provinciale di Palermo, si è conclusa
l’ottava edizione del Premio “Nino Martoglio” con la presentazione al
numeroso e attento pubblico palermitano della raccolta di poesie Russania di
Gabriella Rossitto vincitrice dell’edizione 2010.
La manifestazione condotta dalla dott.ssa Melinda Zacco (giornalista TGS) è
stata presieduta dal dott. Marcello Tricoli presidente del Consiglio della
Provincia Regionale di Palermo. Sono intervenuti anche il Sindaco del Comune
di Grotte rag. Paolo Pilato ed il Presidente del Consiglio Comunale dott.
Angelo Collura.
Il regolamento del Premio prevede, per la raccolta di poesie inedite scelta
dalla Giuria, un contratto con la casa editrice Medinova che ne cura la
pubblicazione. A questa peculiarità originale se ne aggiunge un’altra, ha
sottolineato la poetessa nel suo intervento, che rende unico il Premio
Martoglio. Dopo la premiazione dell’opera, la sua pubblicazione,
l’Associazione di Aristotele Cuffaro ne cura anche la diffusione attraverso
una serie di manifestazioni, sponsorizzate dall’Amministrazione Comunale di
Grotte, sempre particolarmente sensibile ai temi culturali.
La silloge “Russania” è stata presentata a Grotte, sede del Premio, a
Palagonia, città di residenza della poetessa, ed oggi qui a Palermo dove il
pubblico che gremiva la sala ha dimostrato di apprezzare l’intervento del
prof. Salvatore Di Marco, presidente della giuria del Premio, la relazione
della prof.ssa Elena Saviano ed ha accolto con calorosi applausi la lettura
di alcuni brani effettuata dalla dott.ssa Fosca Medizza accompagnata dalle
note del flauto del maestro Francesca Milano.
Infine l’editore di Medinova, dott. Antonio Liotta, ha illustrato il bando
della nona edizione del Premio che si svolgerà nel prossimo mese di Agosto
mentre la dott.ssa Eliana Lo Castro - critico -, che ne cura la sezione
cinematografica, ha spiegato, nel suo intervento, il perché di una sezione
dedicata al cinema in un premio di poesia dialettale.
La manifestazione si è conclusa con l’intervento di Aristotele Cuffaro
ideatore e direttore del Premio che ha voluto sottolineare, fra l’altro,
come i componenti della giuria sono rappresentativi delle realtà
linguistiche e culturali delle diverse zone della Sicilia". |
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Prof. Domenico Criminisi |
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Pubblichiamo
alcune immagini della presentazione
(33 foto di © Associazione Culturale "Punto Info") ed il servizio
video realizzato e trasmesso dalla redazione giornalistica di TGS.
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Foto della
presentazione |
Servizio di
TGS |
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27/03/2011 |
Internet. Sondaggio su
LaPasquaDiGrotte, per il premio "Elmetto d'Oro" |
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Vedi il sito |
Con l'approssimarsi delle festività pasquali, riprendono le attività dello
staff del sito LaPasquaDi Grotte.net. La prima iniziativa intrapresa è un
sondaggio sull'assegnazione del premio "Elmetto d'Oro" (del quale ideatore e
promotore è l'ing. Vincenzo Morreale).
La domanda posta è: "Come andrebbe assegnato secondo te il premio Elmetto
d'Oro sul miglior interprete delle rappresentazioni della Pasqua?".
Quattro le possibili risposte:
1) Solo tramite sondaggio;
2) Tramite sondaggio più Commissione che sceglie tre i tre più votati;
3) Solo dalla Commissione;
4) Il premio dovrebbe essere eliminato e non più assegnato.
Come è facile intuire, il sondaggio ha un valore poco più che simbolico e
non vincolante, ma ha senza dubbio il pregio di cominciare a richiamare
l'attenzione sulle rappresentazioni della Settimana Santa e della Pasqua a
Grotte.
Ai lettori, partecipare non costa nulla; è facile ed è un modo per far
sentire la propria vicinanza al laborioso staff del sito che ha il grande
merito di consentire, tramite l'installazione e la gestione di webcam, la
visione in diretta via internet delle rappresentazioni pasquali del nostro
paese. Il sondaggio verrà chiuso sabato 16 aprile.
Partecipa al sondaggio
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27/03/2011 |
Racconti. "A proposito di
Belacqua, il racconto di Venerando Bellomo"; di Salvatore Bellavia |
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Salvatore Bellavia |
Riceviamo e pubblichiamo.
"A proposito di “Belacqua”, il racconto di Venerando
Bellomo.
Parecchi anni fa, intrattenendomi piacevolmente con Venerando, mi sono
ritrovato davanti la breve scalinata della chiesa del Purgatorio.
Presa una sigaretta dal pacchetto: non riuscivo ad accenderla perché un
gentile venticello spegneva ripetutamente la fiammella dell’accendino. Mi
sono messo controvento e finalmente ho potuto aspirare l’ennesima boccata di
fumo.
Il mio sguardo si posò sul vecchio portone di un dammuso che stava e sta in
cima alla salita di fronte alla chiesa: quel legno segnato dal tempo e
dall’età mi fece tornare indietro di parecchi anni: mi sono ritrovato
giovane. Sì perché, anche se qualcuno non vorrà crederci, giovane lo sono
stato anch’io.
Venerando vedendomi affiorare sul mio viso, eternamente imbronciato,
un breve sorriso, conoscendomi, mi chiese a cosa stessi pensando.
Dissi che quella scalinata e quel dammuso avevano pescato negli archivi
della memoria un curioso e ridevole episodio.
Gli raccontai di quando, pur essendo un mediocre e quasi sempre distratto
giocatore, avevo la passione dello “scopone”: gioco che richiede memoria
attenta e furba.
Il sarto, lui sì, bravissimo ed intelligentissimo giocatore, che il quel
vano terrano, tra battute di acre spirito, di imprecazioni e
maledizioni, svolgeva il suo lavoro, a fine giornata, liberava il tavolo da
stoffe, metro e gessetti, e lo apparecchiava per lo scopone.
Una sera ci siamo ritrovati in tre e quindi se non veniva una quarta
persona lo scopone non si sarebbe potuto fare.
Mi proposi di scendere in piazza per cercare di trovare il “quarto”. Mentre
il mio sguardo vagava su una piazza quasi deserta, vidi avanzare verso di
me il compagno di tante giocate e mi rincuorai: la giocata era salva! Ma,
quando lo invitai a salire, mi guardò con occhio feroce: - Sono stanco e non
mi sento di fare questa salita.
Gli dissi che ero disposto a portarlo in braccio fino alla bottega.
Se è così - mi disse - va bene.
Lo presi in braccio e quando lo consegnai agli amici scoppiò un’immensa
sonora risata, mentre lui imperturbabile cominciò a mischiare le carte.
A distanza di qualche anno Venerando Bellomo con arte raffinata e lucida
scrittura, da questo episodio ne ha fatto come un apologo: ha riletti la
situazione ed i personaggi, li ha emendati dal comico e dal ridevole e li
ha vestiti di panni tragicamente esistenziali.
Una magnifica lezione: il comico, il drammatico e il tragico della vita non
esistono di per sé, ma vivono in funzione di soggettive interpretazioni.
Intanto, invito il carissimo Venerando a non far riposare la penna (il
computer) e a regalaci la sua logica e la sua sensibilità che sono di gran
pregio.
A nuovi scritti e a nuove letture". |
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Salvatore Bellavia |
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26/03/2011 |
Televisione. Il dott. Tommaso
Parrinello ospite della trasmissione "Domenica è sempre Domenica" |
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Il dott.
Tommaso Parrinello, Fisico e "Mission Manager" presso l'ESA (Agenzia
Spaziale Europea), sarà ospite della trasmissione "Domenica è sempre
Domenica", nella puntata che andrà in onda domani, domenica 27 marzo alle
ore 10.30, su Teleacras.
Ecco in anteprima gli ospiti della nuova puntata:
-Collegamento telefonico con Angelo Machiavello,giornalista di Studio
Aperto;
-Spazio scuola con i ragazzi del Liceo Scientifico Leonardo accompagnati
dalla vice preside Rosellina Greco;
-Tommaso Parrinello, fisico dell'ESA e responsabile della missione CryoSat;
-Le giornate di Primavera del Fai vengono presentate dai delegati:
Virginia Bellomo, docente
Giuseppe Lo Pilato, agronomo
Valeria Proto, ingegnere
Daniele Traina, docente
accompagnati dall'Assessore Rosalda Passatello
-Francesca Cosentino, cantautrice;
-Spazio medicina con Salvatore Passarello, medico odontoiatra;
-Claudia Casa.
I conduttori Elettra Curto ed Egidio Terrana vi aspettano come sempre
domenica alle 10.30 su Teleacras per trascorrere insieme una bella mattinata
di allegria.
"Domenica è sempre Domenica" va in onda su
Teleacras la domenica mattina alle 10.30, il martedi in prima e seconda serata
e il giovedi alle 15.00. |
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26/03/2011 |
Ora legale. In vigore da
domani, orologi in avanti di un'ora |
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Domani, domenica 27 marzo 2011, torna in vigore l'ora legale.
Le lancette degli orologi dovranno essere spostate in avanti di un'ora; le
ore 02.00 di domenica saranno considerate le ore 03.00.
L'ora "legale" sostituisce l'ora "solare" che abbiamo avuto per tutto il
periodo invernale.
L'ora legale (detta anche ora estiva) è l'ora locale che una
nazione sceglie di adottare per una parte dell'anno,
generalmente portando l'orario avanti di 60 minuti rispetto
all'orario standard ufficiale, (o ora solare). Si tratta di
un sistema che ha lo scopo di sfruttare al meglio la luce
del giorno. L'ora ufficiale viene aggiustata in avanti
durante i mesi primaverili ed estivi, in modo che l'orario
lavorativo o scolastico venga a coincidere meglio con le ore
di luce.
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26/03/2011 |
Cronaca. "Le macchine si
posteggiano in maniera selvaggia"; di Michelangelo Farruggia |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
ti voglio sottoporre un "piccolo" problema che secondo me è anche
fastidioso. Tutte le sere il centro di Grotte e in special modo il tratto
che va dal bar "Ardicasi" fino alla "fontanella", diventa una zona dove le
macchine si posteggiano in maniera selvaggia e bisogna davvero tenere i
nervi a posto per non litigare. E' uno spettacolo penoso che dà il senso
della mancanza totale di civismo. A questo punto bisogna che chi dovrebbe
regolare il traffico si faccia vedere la sera in quella zona per dare una
regolata". |
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Michelangelo Farruggia |
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25/03/2011 |
Comune. "Ora tocca a
voi"; invito ai cittadini beneficiari del referendum sulla rettifica dei
confini |
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Manifesto |
"Viene così coronato con successo un sogno inseguito
da decenni; viene così ripagato il costante impegno profuso..."; queste
le trionfali parole con le quali l'Amministrazione comunale invita i
cittadini dei quartieri Confine, Fico Fantanelle, Montagna Gentile e
Stazione, a fare la loro parte per il successo del referendum che deciderà
le sorti della porzione di territorio e di popolazione formalmente "racalmutesi"
ma sostanzialmente "grottesi". Sarà il primo caso in assoluto, nella Regione
Sicilia, in cui una popolazione potrà decidere liberamente del proprio
destino. "Abbiamo mantenuto fede ad una parola data, ad un impegno preso
in campagna elettorale nel giugno del 2008", si legge nel manifesto a
firma del sindaco Paolo Pilato e del vice sindaco On. Salvatore Caltagirone.
"Ora tocca a voi" è l'esclamazione conclusiva con la quale i
cittadini vengono esortati alla mobilitazione generale per raggiungere il
quorum (50% più 1 degli aventi diritto al voto) e per esprimere, finalmente
dopo decenni di attesa, la propria volontà. E' in via di definizione, da
parte dell'Assessorato
Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, il
decreto di
autorizzazione alla consultazione referendaria, che potrebbe svolgersi
prevedibilmente entro la fine dell'anno. Carmelo Arnone
25 marzo 2011
© Riproduzione riservata. |
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24/03/2011 |
Attualità. "Bentornato a
casa, Leone"; il rientro di un nostro giovane dall'Afghanistan |
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Oggi, giovedi 24 marzo, rientra a Grotte Salvatore
Agnello, dopo sei mesi di missione nel lontano e devastato Afghanistan.
I suoi cari hanno voluto inviargli un benvenuto attraverso questo
quotidiano. Come prassi avrebbe dovuto trovare spazio tra i "messaggi" e non
tra le "notizie". Abbiamo voluto fare una significativa eccezione, per
tributare il nostro ringraziamento a lui ed a tutti i nostri giovani
impegnati in operazioni di peacekeeping (mantenimento della pace) nelle zone
"calde" del pianeta, definite in gergo militare "fuori area". Tra i numerosi
nostri concittadini che sono via per motivi di lavoro o di studio, ci sono
anche ragazzi che, come Salvatore, sono impegnati, a rischio della propria
vita, a portare aiuto e conforto in quei paesi dove la vita è stata resa
impossibile dalle continue discordie politiche e religiose. Se fosse
accaduta una disgrazia, avremmo onorato con grandi cerimonie la memoria di
un "eroe"; preferiamo fargli sentire il nostro calore e riaverlo tra noi
sano e salvo. Il sorriso e l'affetto del suo paese - oltre che dei suoi cari
- valgono per lui, ne siamo certi, ben più di una medaglia alla memoria.
Caro Salvatore, bentornato a casa!
Carmelo Arnone
24 marzo 2011
Riceviamo e pubblichiamo.
"Sono passati sei lunghi mesi dal giorno della tua partenza per
l'Afghanistan.
Mesi che ci hanno accomunati dal pensiero quotidiano dei rischi che questa
missione comporta, mesi che ci hanno fatto riflettere sull'importanza della
tua missione e soprattutto sul grande amore che ci lega a te!!!
Adesso siamo accomunati dall'infinita voglia di riabbracciarci.
Bentornato a casa "LEONE".
Con grande affetto,
Isabella, mamma, papà, tutta la tua famiglia ed i tuoi amici". |
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23/03/2011 |
Lettere. "Il senso della
nostra storia"; del Dott. Salvatore Filippo Vitello |
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Dott. Vitello |
Riceviamo e pubblichiamo
un intervento del dott. Salvatore Filippo
Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, in risposta alla lettera del
sig. Gaspare Agnello.
"Caro Gaspare, la tua stima
per la mia persona mi lusinga e commuove.
Il nostro piccolo paese ha una storia fatta dell’impegno di tanti. Ognuno,
per la sua parte, ha dato qualcosa.
Io ho da rimproverarmi un’assenza di molti anni.
Lo strumento eccezionale di comunicazione creato dal bravo ed infaticabile
Carmelo Arnone ci ha dato la possibilità di esprimerci in modo collettivo.
E’ un fatto di portata eccezionale, se pensi che nell’arco di un ventennio
(pochissimo tempo in rapporto alle dinamiche socio-economiche classiche) si
è passati dalla forma primigenia di comunicazione dei comizi alla più
generalizzata espressione del pensiero a mezzo internet, che raggiunge in
tempo reale l’intero pianeta.
Questo è l’effetto migliore e più visibile della globalizzazione.
Io ero presente alla cerimonia di premiazione di padre Gaetano Ciranni, che
ho visto di recente qui a Roma (ora lui risiede a Messina). Non ricordavo il
tuo bel discorso che ho letto con piacere su questo sito, nel quale io mi
ritrovo interamente.
Padre Gaetano parla sempre di Grotte e nonostante i suoi novant'anni ed i
parecchi acciacchi ha un’intelligenza fresca e brillante. Ho letto di
recente una sua disquisizione sul tema del carisma del Fondatore del suo
Ordine, il Santo Annibale di Francia, e devo dire che si esprime con un
rigore logico ed una forza persuasiva di prim’ordine. Io rispetto a Lui son
davvero ben poca cosa.
Padre Gaetano è un autentico testimone di questo tempo, dotato di una fede e
di una forza d’animo impareggiabili. Pur essendo per me inarrivabile, con
lui condivido la passione per il nostro amato Paese.
Nutre un grande affetto per te, perché ti ritiene - e non sbaglia - una
persona animata da buoni sentimenti e dotata di una correttezza morale e di
pensiero straordinaria.
Un’altra persona con la quale spesso mi ritrovo a parlare del nostro Paese è
il prof. Angelo Carmona (figlio del famoso chirurgo cui è stata intitolata
la piazzetta).
E’ un eccezionale accademico del diritto penale. E’ titolare della cattedra
di diritto penale presso la prestigiosa Università LUISS di Roma. Con lui ho
una affinità scientifica perché spesso ci si ritrova in convegni
specialistici e con frequenza periodica mi chiama per delle lezioni al suo
corso di specializzazione per i laureati in giurisprudenza. Anche il prof.
Carmona vorrebbe fare qualcosa per il nostro Paese, al quale è legato da
lontani e flebili ricordi. Ma devo dire che il nostro Paese è per lui un
collante che lo lega alla comunità.
Sai, in tutte le occasione in cui io vado a tenere lezioni ai suoi studenti
della Scuola di Specializzazione, nel presentarmi non omette mai il nostro
legame derivante dalla provenienza dallo stesso Paese, sebbene lui sia
sempre vissuto a Messina.
Come vedi i pochi esempi che ti ho indicato solo a titolo esemplificativo
(ve ne sono, infatti, molti altri da citare) dimostrano come il nostro
Paese ha forgiato figure di eccezionale caratura umana, intellettuale e
morale. Ed ha espresso, nel tempo, ed in questo sono pienamente d’accordo
con te, una classe politica, vecchia e nuova (un pensiero grato rivolgo al
Sindaco Pilato per la disponibilità che ha espresso nella recente lettera),
che, al di là dei limiti di ciascuno, connaturati alle formazioni
individuali ed alle singole personalità, ha saputo interpretare il senso
della politica locale, perché comunque amalgamata da un’unica idea: l’amore
smodato per la nostra città.
Ed allora credo che tu abbia ragione nel dire che sia venuto il momento di
discutere, senza retaggi e senza inibizioni, anche della storia della classe
politica locale, nella quale tu e tanti altri avete avuto a pieno titolo un
posto di grande rilievo, per comprendere, insieme ai limiti e ad alcune
iniziative interessate, il senso di responsabilità che comunque ha sorretto
la vostra azione pubblica, nei piccoli come nei grandi progetti.
Sai, mano a mano che si cresce negli anni mi rendo conto che l’unica eredità
che possiamo lasciare a quelli che vengono dopo di noi è il senso della
nostra storia, senza paura di fare emergere i nostri sbagli, i nostri
difetti e, parlo soprattutto per me, le nostre omissioni.
Un caro saluto ed ancora grazie per il Tuo generoso e graditissimo
sostegno". |
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Salvatore
Filippo Vitello |
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23/03/2011 |
Associazioni. La Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale"
ringrazia per le offerte del 5x1000 |
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Volantino |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Cari amici,
desideriamo esprimervi il nostro sincero grazie per la stima ed il sostegno
concreto che ci avete dimostrato in occasione della scelta del 5x1000.
La nostra realtà presente e radicata sul territorio grottese da quasi
10 anni vive principalmente grazie al vostro affetto e al vostro contributo.
Un conferma viene dallo straordinario risultato del "5 per mille 2009" (270
preferenze), testimonianza indiscussa della condivisione e dell'importanza
del nostro operato.
Grazie, perché questa condivisione metterà a disposizione della cittadinanza
e di noi volontari risorse che sono indispensabili per continuare la nostra
attività.
Grazie perché, non avendo altri contributi, siete solo voi cittadini che
credete in noi e continuate a farci andare avanti.
Felici di poter condividere tutto questo con voi!
Da tutti noi volontari GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
Ricordiamo inoltre che anche quest'anno sarà possibile donare il 5x1000...
continuate a sostenerci...".
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Il Presidente
Davide Magrì |
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23/03/2011 |
Satira. "P.A.M."; di
Angelo Costanza |
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Angelo Costanza |
Tra le diverse definizioni del termine satira, una particolarmente
significativa è data da una sentenza della Cassazione: "È quella
manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è
addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare
alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine
di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico,
correttivo cioè verso il bene" (Prima
sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006).
Riceviamo e pubblichiamo l'articolo satirico dal titolo "P.A.M."
(Popolo Anti Mbugie).
Leggi
l'articolo
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Leggi l'articolo |
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22/03/2011 |
Lettere. "Un premio del
Consiglio Comunale di Grotte per il Giudice Vitello"; proposta di
Gaspare Agnello |
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Gaspare Agnello
Consegna Premio
Intitolazione |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Un premio del Consiglio Comunale di Grotte per il
giudice Filippo Vitello?
Filippo Vitello con le sue tre lettere inviate alla Redazione del sito di
Grotte ha dato una grande sferzata al paese sonnolento, acquiescente che è
diventato Grotte che fa finta di non vedere le cose che sono sotto i propri
occhi e che non riesce a “INDIGNARSI” come suggerirebbe il partigiano
francese Hessel.
Probabilmente c’è stato qualche pudore nei confronti dei condannati che sono
figli di nostri amici e che appartengono a famiglie che nulla hanno avuto a
che fare con la mafia o con la violenza.
Però i fatti sono davanti a noi e il Procuratore Capo di Lamezia Terme è
venuto fuori facendo nomi e cognomi ed evidenziando fatti specifici a tutti
noti.
Io voglio dire che sono entrato in politica nel lontano 1952 e da sempre ho
combattuto la mafia in ogni sua manifestazione e quando un uomo politico, in
odor di mafia, mi offrì il suo aiuto per le elezioni regionali del 1967,
allorché io ero candidato, rifiutai in maniera decisa.
Nel 1956 sono stato Vice Sindaco con Totò Carlisi il famoso Ardicasi e posso
affermare che la mafia era fuori dal portone di ferro del municipio, anzi mi
sembrava che a Grotte non esistesse perché nessuna pressione o intimidazione
mafiosa ho subito in quei tempi.
Ho chiuso la mia vita politica facendo l’assessore alla Pubblica Istruzione
con il Professore Antonio Lauricella e anche in quel periodo non ho avuto
sentore di legami mafiosi tra il comune e la malavita e in quel periodo
c’erano tanti lavori pubblici e tante gare di appalto.
Ho sentito puzza di mafia in una mia candidatura alle elezioni provinciali
negli anni 70. Ma il comandante dei carabinieri capì quanto stava avvenendo
a Grotte e, dopo le elezioni provinciali in cui io riportai appena 74 voti,
un secondo candidato di cui non ricordo il nome circa 70 voti e il Professore Lauricella 2000 voti, ci
fu una retata che portò al confino di polizia alcuni esponenti della mafia
locale vecchia e nuova.
Questi sono i miei ricordi che mi fanno dire che se un amministratore si
comporta correttamente e diventa intransigente la mafia viene tenuta ai
margini.
Comunque bene ha fatto Vitello a gettare una pietra nello stagno e ora nulla
può essere più come prima. Ognuno di noi si deve interrogare,
deve selezionare le proprie amicizie, deve stare attento ai propri
comportamenti.
La pubblica amministrazione deve essere cristallina e si deve sapere che
nulla avviene a caso e che dietro ogni azione criminosa ci sono storie che
devono essere scoperte e studiate attentamente.
Si sappia che la moglie di Cesare deve essere più onesta della altre e non
si deve nemmeno sospettare.
Con ciò non voglio teorizzare la teoria del sospetto cara al giustizialista
Orlando, ma voglio dire che bisogna aprire gli occhi, fare pulizia,
allontanare ogni sospetto e i sospettati e dire ai giovani che, con la
mafia, nulla hanno da guadagnare.
I mafiosi o muoiono ammazzati o finiscono i loro giorni nelle patrie galere
creando drammi terribili alle loro stesse famiglie.
Questo in breve ci suscita la lezione del Dr. Vitello che Grotte ha il
dovere di onorare perché è un cittadino che dà prestigio al paese per la
carica che ricopre, per la sua dirittura morale e per il suo grande coraggio
che sta dimostrando in una terra di frontiera.
Io con questa missiva mi rivolgo al Presidente del Consiglio comunale di
Grotte Dr. Angelo Collura per suggerirgli di convocare il Consiglio comunale
per assegnare al Dr. Filippo Vitello il riconoscimento quale cittadino
grottese che si è distinto particolarmente nella sua attività di Magistrato
integerrimo e coraggioso, onorando il paese di nascita e cioè il comune di
Grotte.
E ciò in virtù della delibera del Consiglio comunale di Grotte n. 122 del
26.5.1988 che io ho fatto approvare unitamente al Dr. Antonio Carlisi.
Tale premio è stato assegnato con delibera consiliare n. 185 del 10 agosto
1988 al Reverendo padre Gaetano Ciranni che per ben due volte è stato
Superiore dei Padri Rogazionisti.
La cerimonia di consegna è avvenuta in Grotte presso la sala del Consiglio
comunale in data 7.5.89.
Il premio consisteva in una medaglia d’oro ricordo e in una pergamena.
Io ho avuto l’onore di consegnare a Padre Ciranni la pergamena facendo il
discorso che pubblico a seguito di questo mio scritto. (Leggi
il discorso ).
La cerimonia di consegna del premio al Dr. Vitello dovrebbe diventare una
forte manifestazione contro la mafia e per l’affermazione della legalità con
il coinvolgimento di tutto il paese, delle scuole e di tutte le autorità
provinciali che non mancheranno di essere presenti.
A scanso di equivoci voglio dire che mi sono rivolto di proposito al
Presidente del Consiglio comunale e non al Sindaco perché il premio deve
essere assegnato con la unanimità del Consiglio comunale che rappresenta
tutta la città.
Il Sindaco, anche se rappresenta tutto il paese, può essere considerato come
il rappresentante di una maggioranza e quindi di una parte.
Voglio ancora aggiungere che Filippo Vitello è stato quello che ha voluto la
premiazione del Reverendo Ciranni e che lui è stato presente alla
manifestazione di consegna perché, essendo uomo di fede, è stato sempre
profondamente legato a un sì grandissimo sacerdote, che oggi ha 91 anni, che
fa onore a questa nostra comunità.
Agrigento, lì 20.3.2011". |
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Gaspare Agnello |
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21/03/2011 |
Televisione. "Domenica è sempre Domenica"
ospita la Banda "Verdi", su Teleacras |
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Vedi le foto |
"Domenica è sempre Domenica", programma di Egidio Terrana ed Enza Pecorelli, condotto da
Elettra Curto ed Egidio Terrana, in onda su Teleacras, nella puntata del 20
marzo ha ospitato il Corpo Bandistico "G. Verdi" di Grotte.
In occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, la compagine
grottese ha eseguito diversi brani musicali della tradizione patriottica,
intendendo rendere un omaggio all'Italia. Durante la trasmissione, la
conduttrice Elettra Curto ha intervistato Vincenzo Castronovo, Presidente
del Corpo Bandistico, sulle attività e la storia della banda che risale al
1860 e che festeggia il 151° anniversario dalla sua fondazione.
La puntata sarà trasmessa in replica martedi 22 marzo alle 21.00 e giovedi
24 marzo alle 15.00. Pubblichiamo
alcune immagini della puntata
(48 foto di © Salvo Lo Re "President").
Il Corpo Bandistico "G. Verdi" a "Domenica è sempre Domenica"
"Domenica è sempre Domenica" va in onda su
Teleacras la domenica mattina alle 10.30, il martedi in prima e seconda serata
e il giovedi alle 15.00. |
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21/03/2011 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della
settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.
Periodo di Quaresima
I fedeli sono invitati alla preghiera al digiuno ed all'elemosina. Tutti
i venerdi, astinenza dalla carne.
Mercoledi 23 marzo
- alle ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, incontro di preghiera
del gruppo della Divina Misericordia.
Venerdi 25 marzo - Annunciazione del Signore
Venerdi di quaresima: astinenza dalla carne;
- alle ore 09.00, Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo, animata dal
gruppo della Divina Misericordia;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 2°
anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a
tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei
genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.
Sabato 26 marzo
- alle ore 18.00, nella sala consiliare del Comune, incontro scientifico col
dott. Tommaso Parrinello (Dirigente ESA), preceduto da un intervento e dalla
benedizione impartita dall'arciprete don Giovanni Castronovo.
Domenica 27 marzo
- alle ore 02.00 entra in vigore l'ora legale (portare gli orologi avanti di
un'ora);
- l'orario mattutino delle Sante Messe festive rimane invariato, nel
pomeriggio invece saranno alle ore 18.00 (nella chiesa Madonna del Carmelo)
ed alle 19.15 (al Purgatorio);
- le Sante Messe feriali saranno celebrate alle ore 08.45 (nella chiesa
Madonna del Carmelo) ed alle 18.00 (al Purgatorio).
ALTRI AVVISI
- Sabato 9 aprile, Convegno dei catechisti; per informazioni
rivolgersi ai coordinatori;
- lunedi 6 giugno, nel pomeriggio, all'interno dell'atrio
dell'Istituto scolastico "Roncalli", S.E. Mons. Francesco Montenegro
amministrerà il sacramento della Cresima ai giovani delle tre
parrocchie cittadine. |
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20/03/2011 |
Racconti. "Belacqua", di
Venerando Bellomo |
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Venerando Bellomo |
Negligenza, accidia, lagnusìa; queste le
caratteristiche di Belacqua, personaggio dantesco (IV canto del Purgatorio),
colpevole della perenne procrastinazione "usque ad mortem" di un improbabile
pentimento. Da un personaggio letterario ad uno nostrano, tinteggiato con
icastica verve dalla penna di Venerando Bellomo.
Carmelo Arnone BELACQUA
di Venerando Bellomo Già a mezza sera, Mommo se ne
stava rapace arroccato nella sua postazione, come sempre, come ogni notte,
nella penombra giallastra delle lampade a pera della illuminazione pubblica.
Quasi appoggiato con le spalle all’antico muro del seicentesco Purgatorio,
era lì che attendeva non uno in particolare, non qualcuno, ma chiunque fosse
da li passato: la preda.
Restava immobile, quasi senza respirare, sicuro che l’occhio grifagno
avrebbe, per sua natura e per suo dovere, intercettato l’ombra del passante.
Non aveva preferenze, il suo uomo gli era indifferente, tanto non cercava il
colloquio, il dialogo, ma paziente attendeva il ricettacolo dei suoi
pensieri, delle sue teorie. Non è che non amasse la lotta, il rintuzzare
l’antagonista, ma ciò rappresentava soltanto un’eventualità, non gli era
necessario, non lo saziava. Pago invece anche dello sguardo ovino che gli
avrebbe potuto opporre il suo accompagnatore, purché rappresentasse
l’occasione per l’esternazione delle sue conclusioni pancomprensive.
Per questo aveva, forse inconsapevolmente, ma sicuramente per necessità,
modificato il suo fuso orario, prediligendo lo scuro della notte con i suoi
suoni chalumeau, rimanendo inerte, quasi senza vita, col sole, ad elaborare
i suoi logicismi, suffragato dal riposo.
Questa sua applicazione personalizzata dell’aristotelico insegnamento della
maggior sapienza dell'anima condizionata dal sedentario riposo, aveva
indotto gli altri, unanimemente, a catalogarlo accidioso e perditempo
notturno. Da rifuggire se non fosse stato per la sua nota ed apprezzata
abilità nei vari trastullamenti collettivi.
Ma questa sua estrema competenza, era un’esca, un modo di avvicinare la
preda, ma non lo interessava: era il mezzo al fine.
Ormai, dopo tanta meditazione era giunto ad una visione assolutamente
lineare, quasi analiticamente elementare, delle cose. I fatti erano li,
magari smembrati, a pezzi, bisognava mettere ordine: le tessere di un
puzzle. Così si era convinto che l’errore stava nel pensare allo scienziato,
allo scopritore, al ricercatore: non credeva al quid novi, riconosceva
invece le capacità dell’ordinatore.
Le cose, tutte le cose dicevano di sé stesse, contenendone l’in sé, dovevano
soltanto esser disposte secondo la loro ancestrale armonia. E nello
sporadico colloquio, al quesito dello stolto interlocutore, rispondeva con
un laconico “…e si capisce…” che suonava alla stregua del benevolo
“elementare Watson”.
La sua riconosciuta abilità nei giochi di carte, ne faceva l’ambito compagno
di scopone, gioco in cui era sapiente l’uso che sapeva fare dello spariglio.
Ma il suo recondito fine, l’induceva a non scoraggiare mai l’avversario,
anzi, sebbene con la sottile tecnica dell’algozino, lo adulava, lo lisciava:
gli riconosceva delle capacità potenziali non comuni, anche se ancora da
limare ed aggiustare. Cosa che inorgogliva gli ignari compagni.
Anche quella sera, l’attesa non fu vana, poco dopo, anticipati dal rumore
dei loro passi e delle loro ombre, vennero gli uomini pronti per lo scopone.
E pronta era la saletta, di giorno bottega del sarto, che stava sulla
sommità della stradina che s’inerpicava a fronte della postazione ove Mommo
aveva atteso.
Si fece avanti, quasi di corsa, uno di loro dicendogli compiaciuto che era
lui il compagno.
Ma Mommo, il tentatore, dopo un sorriso lusinghiero, rafforzativo delle
nascoste, ma insussistenti, virtù dell’altro, rispose che proprio non se la
sentiva di salire lassù: troppo fatica.
Così il pervicace compagno gli propose che glielo avrebbe portato in
braccio, tanto era l’importanza della partita.
E fu così che Mommo, soma di quella bizzarra cavalcatura, illuminata da una
beffante luna, pensò “vai or tu su che sei valente ”.
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Venerando Bellomo |
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Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 20 marzo 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.
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20/03/2011 |
Attualità. Centrale nucleare
vicino Grotte e segreti di Stato; dell'ing. Calogero Chiarenza |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"La costruzione di una centrale
nucleare nelle vicinanze di Grotte può essere un segreto di Stato!
Mi riallaccio al mio
scritto recentemente pubblicato su questo sito in ordine alla paventata
possibilità della costruzione di una centrale nucleare nelle vicinanze di
Grotte, intendendo per vicinanze un ambito di territorio entro un raggio
anche sino a 50 Km.
L’unico tratto di costa
marina, tra i più stabili in tutta la Sicilia del punto di vista sismico, è
quello che va da Palma di Montechiaro a Licata, tratto questo distante in
linea d’aria da Grotte tra i 30 e i 50 Km. Mi riferisco alla costa marina in
quanto le centrali nucleari hanno bisogno di moltissima acqua. Per dare
un’idea, in una centrale di 1600 MW servono sino a 70.000 litri (70
tonnellate) di acqua al secondo, una quantità enorme se si pensa che per i
consumi idrici di tutta Grotte servono circa 30 litri al secondo.
Per inciso questo dato dà
l’idea della difficoltà che attualmente hanno i giapponesi a raffreddare i
reattori nucleari in avaria, appunto perché hanno bisogno di immettere quasi
un fiume di acqua.
Ebbene proprio il tratto
costiero tra Palma di Montechiaro e Licata, sempre dal punto di vista
sismico, si presterebbe meglio ad ospitare una centrale nucleare.
Ma i Grottesi, e comunque
tutte le popolazioni circonvicine al sito eventualmente prescelto in tale
zona per la costruzione di una nuova centrale nucleare, potrebbero non
saperlo mai sia dalle autorità, sia dai media (giornali, radio e
televisione), salvo nel momento in cui iniziano i lavori (ma soltanto come
passaparola), proprio perché il governo potrebbe apporre il segreto di Stato
su tale opera, considerata alla stessa stregua di una struttura militare
strategica.
Infatti con Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri 8 aprile 2008 (Gazzetta n. 90 del
16/04/2008) all’art. 5 è scritto che “sono suscettibili di essere oggetto
di segreto di Stato le informazioni, le notizie, i documenti, gli atti, le
attività, i luoghi e le cose attinenti alle materie di riferimento
esemplificativamente elencate in allegato”.
Più in dettaglio nell’allegato
di detta legge vengono indicate quali opere suscettibili di segreto di
Stato, al punto 17): “gli stabilimenti civili di produzione bellica e
gli impianti civili per produzione di energia ed altre infrastrutture
critiche”.
Per tali opere
eventualmente coperte da segreto di Stato non saranno possibili ricorsi,
petizioni popolari, controlli delle aziende sanitarie locali, notizie sui
media. I Comuni e le amministrazioni locali non potranno dare
informazioni, documenti, luoghi e attività. Persino la motivazione della
scelta del sito sarà coperta dal segreto di Stato. In pratica la salute dei
cittadini, garantita come diritto fondamentale dall’art. 32 della
Costituzione, potrà essere oggetto di segreto di Stato.
Impedire allo Stato la
costruzione di una centrale nucleare è molto difficile, se non impossibile.
Per evitare la
costruzione di una centrale nucleare non è sufficiente che le Regioni,
compresa la Regione Siciliana, diano parere negativo o che con legge propria
ne vietino la installazione.
Attualmente in base alla
legge (art. 4 del Decreto Legislativo n. 31/2010) “La costruzione e
l'esercizio degli impianti nucleari sono considerate attività di preminente
interesse statale” ed è autorizzata dallo Stato d’intesa con le Regioni.
Se manca l’intesa con le Regioni, lo Stato può decidere comunque (Art. 13,
comma 11 D. Lgs. 31/2010).
Va ricordato che la Corte
Costituzionale con sentenza n. 331/2010 ha dichiarato incostituzionali le
leggi delle regioni Puglia, Campania e Basilicata con le quali si vietava la
costruzione di centrali nucleari nelle rispettive regioni.
Quindi nessuno può
impedire allo Stato la costruzione delle centrali nucleari in base alle
attuali leggi. Se qualcuno non le vuole l’unico modo è che passi il prossimo
referendum in materia che si dovrebbe svolgere nel giugno 2011.
In un prossimo scritto
parlerò delle conseguenze disastrose provocate dalla contaminazione
radioattiva, direi peggiore di un terremoto". |
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Ing. Calogero Chiarenza |
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Dalla Redazione.
Per chi volesse approfondire:
"Nucleare", servizio di "Presa diretta"
"L'inganno", servizio di "Report" |
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20/03/2011 |
Creatività. "L'avvento dei
folatori"; di Carmelo Arnone |
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Favole |
Nei tempi andati, durante le lunghissime fredde serate
invernali, tutti rannicchiati attorno al fuoco (sulle basse sedie di legno e
con gli scarponi - più volte risuolati - poggiati "ncapu lu pedi di la
brascera"), si ritrovavano bambini e anziani. I primi in silenzio, attenti,
con gli occhi sgranati. I secondi, sbuffando fumo dalle pipe o dal "sicarru"
all'angolo della bocca o dalle artigianali sigarette la cui fabbricazione
era un rito: distensione della cartina, prelievo a misurati pizzichi del "trinciatu",
arrotolamento del foglietto, incollatura finale facendo scorrere l'estremo
lembo cartaceo sulla lingua inumidita. Mentre le fiammelle delle candele
proiettavano danzanti ombre sui muri, la voce profonda del nonno iniziava "lu
cuntu". In parte storie vere, in parte fantasie, affascinavano
irrimediabilmente i piccoli ascoltatori (di nuovo... di nuovo!).
L'eredità di quelle storie non è andata perduta. Si ripropone ai giorni
nostri, con rinnovate vesti. La genialità creativa di un Salvatore Bellavia
o di un Venerando Bellomo, solo per citarne alcuni, trova spazio fertile - e
vasta platea - su questo quotidiano. Essi, come altri, hanno modo di
proporre con arte i loro racconti, tratti da vicende di persone reali ma
trasfigurati in personaggi ed avvenimenti che rappresentano,
tratteggiandoli, vizi privati e pubbliche virtù di uomini antichi e moderni.
Ciascuno con una propria tecnica: chi - come i due autori citati -
raccontando verità presentate come fantasia; altri - taluni involontari
autori - narrando fantasie
spacciate come verità. A tutti, moderni affabulatori e nuovi folatori, la
gratitudine di quanti leggono - unici giudici - liberi di lasciarsi avvolgere
nelle antiche atmosfere o incantare da moderne fole.
Dopotutto, molti di noi
rimaniamo sempre eterni bambini, pronti a sgranare gli occhi increduli, a
credere nonostante tutto alle favole, a seguire ancora pifferai magici ed a ripetere ai novelli incantatori: "di nuovo... di
nuovo!".
Carmelo Arnone
20 marzo 2011
© Riproduzione riservata. |
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20/03/2011 |
Editoria. Premio "Martoglio"
2011; presentazione a Palermo del nuovo bando e del libro "Russània" |
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Locandina |
Giovedi 24 marzo, alle ore 16.30 a Palazzo Jung
(Via Lincoln,
71 - Palermo) si svolgerà la cerimonia di presentazione della IX
edizione del premio di poesia dialettale "Nino Martoglio", ideato e diretto
da Aristotele Cuffaro.
La manifestazione è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio Provinciale
di Palermo e dal Comune di Grotte.
Nella stessa sede, e con l'occasione, sarà presentata anche la raccolta
vincitrice della VIII edizione del Premio.
Si tratta dell'opera dal titolo "Russània", di Gabriella Rossitto, edita in
volume da Medinova.
Il programma della manifestazione, i cui interventi saranno moderati dalla
giornalista Melinda Zacco, prevede:
- Saluti
Marcello Tricoli, Presidente Consiglio Provinciale di
Palermo
Paolo Pilato, Sindaco di Grotte
Salvatore Rizzo, Assessore al Comune di Grotte
- Relatori
Prof. Tommaso Romano
Prof.ssa Elena Saviano
Prof. Salvatore Di Marco
- Letture
Fosca Medizza
- Interventi musicali
M° Francesca Milano.
- Conclusioni
Aristotele Cuffaro, Presidente dell'Associazione "Nino
Martoglio" |
Invito |
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19/03/2011 |
Televisione. Il Corpo
Bandistico "G. Verdi" ospite di "Domenica è sempre Domenica", su
Teleacras |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Carissimo Carmelo,
in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, il Corpo Bandistico
"G. Verdi" è stato ospite della trasmissione "Domenica è sempre
Domenica", condotta da Egidio Terrana ed Elettra Curto.
Il Corpo Bandistico si è esibito in tre diversi momenti della trasmissione,
oltre ad avere avuto la possibilità di parlare della lunghissima storia
della banda musicale con la proiezione di alcune foto storiche. I 151 anni
della banda di Grotte si sono inseriti in un qualificatissimo dibattito, con
gli illustrissimi ospiti della trasmissione provenienti dal mondo della
scuola, dello spettacolo, dello sport e delle libere professioni.
Conserviamo un ottimo ricordo per l'elevato contenuto simbolico e culturale
di cui siamo stati anche noi protagonisti.
La puntata andrà in onda domenica 20 marzo 2011 alle ore 10.15 circa, con le
relative repliche nei giorni successivi.
Non senza ringraziarti per il tuo instancabile lavoro, ti giungano i miei
più cari saluti.
Un grazie di cuore a Salvo Lo Re". |
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Vincenzo Castronovo
Presidente Corpo Bandistico "G. Verdi" |
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19/03/2011 |
Attività. Prosegue la
campagna antiabusivismo di Girgenti Acque |
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Ogni settimana il personale tecnico di Girgenti Acque
S.p.A. individua un numero notevole di utenze allacciate abusivamente alla
rete nei comuni dove gestisce il servizio idrico.
Questo comportamento, assolutamente illegale, è un reato e come tale viene
punito secondo le norme vigenti, come è accaduto di recente a Campobello di
Licata e Ribera, dove cinque persone sono state tratte in arresto.
L'allacciamento abusibo alla rete idrica non lede soltanto gli interessi di
Girgenti Acque S.p.A. ma danneggia principalmente l’intera comunità poiché
viene meno il principio “pagare tutti per pagare meno” e pregiudica i
principi di legalità e rispetto delle regole senza i quali non vi può essere
crescita sociale.
E' proprio per garantire gli utenti virtuosi che Girgenti Acque S.p.A. ha
potenziato la campagna antiabusivismo, collaborando con le Forze dell’Ordine
e, entro il 2011, si pone l’obiettivo di effettuare ulteriori controlli
sulle utenze per individuare, in tal modo, i cittadini allacciati
abusivamente alla rete idrica. |
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19/03/2011 |
Lettere. "Alla legge si
obbedisce, alla giustizia si orienta la mente e il cuore"; di Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Carissimo Dottor Vitello,
leggere le sue lettere è sempre una grande e bella esperienza, perchè
permettono di riflettere sulle nostre realtà, i nostri limiti, gli
avvenimenti che capitano e per questo le voglio esprimere tutta la mia
gratitudine.
Si, ritengo sia un errore identificare legge e giustizia. Esse non sono
sinonimi e neanche binari necessariamente paralleli. Addirittura, credo che
a volte la legge può rappresentare anche un intralcio sulle strade della
giustizia. Ma neanche questo permette di dire che l’una sia la negazione
dell’altra. Legge e giustizia sono concetti, che spiegano la tensione che
esiste, che deve esistere, che dobbiamo sempre fare esistere perchè la legge
non soffochi il senso reale della giustizia e perchè la giustizia non resti
un velleitario appello solo al rigore, incapace di creare percorsi virtuosi
e, perciò, sempre destinato a perdersi nei meandri dei palazzi e degli
interessi.
In poche parole, alla legge si obbedisce, alla giustizia si orienta la mente
e il cuore.
E non è una differenza da poco, vero Dottor Vitello?
Dottor Vitello, in certe circostanze, in alcuni momenti, le ragioni del
diritto possono cedere alle ragioni della giustizia?
Può succedere che l’applicazione di una norma giuridica provochi un
ingiustizia ancora più grande della sua eventuale non applicazione?
Certo, mettere in perfetto equilibrio il diritto (tecnica solo umana) con la
giustizia (qualità solo morale) deve essere un esercizio molto difficile. Ma
secondo lei, è possibile?
Sette giorni su sette il governo si vanta dei mafiosi latitanti scovati in
Sicilia, dei camorristi catturati in Campania, della ndrangheta sgominata in
Calabria. Come se il merito di queste vittorie fosse del governo, anzi, del
Ministro Maroni, e molto addirittura del Presidente del Consiglio
Berlusconi.
Non è così. La gran parte del merito va equamente distribuita tra le forze
dell’ordine che fanno le indagini e la magistratura che le coordina. Sono
gli atti concreti e non le chiacchiere a confermare la strada intrapresa dal
governo: perpetua guerra alla magistratura denigrata fino agli insulti
("peggio dei criminali, eversivi"), innalza difese per gli indagati, specie
se classe dirigente, secreta il risultato delle indagini imbavagliando la
stampa, vuol tagliare drasticamente i tempi e i modi delle intercettazioni.
Difficile fare il proprio dovere quando bisogna difendersi da pulsioni che
vorrebbero ridurre la magistratura a inutile strumento.
Grazie, di vero cuore". |
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Silvia Carli |
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19/03/2011 |
Iniziative. 150° anniversario dell'Unità d'Italia;
punto celebrativo in farmacia |
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Singolare, l'iniziativa realizzata dalla Farmacia Ciraolo di
Grotte, in ricordo del 150° dell'Unità d'Italia.
All'interno dell'esercizio è stato allestito un "corner", un raccolto quanto
significativo spazio espositivo, destinato a contenere in mostra statica
alcuni cimeli rievocativi dell'anniversario. Si tratta di copie originali di
numeri ormai introvabili de "La Domenica del Corriere", con alcune delle più
belle "tavole" di Achille Beltrame, pubblicate in occasione del 100°
anniversario della stessa ricorrenza. Nello spazio centrale, dietro la
protezione in plexiglass, alcuni reperti storici (medaglie, cartoline "dal
fronte", foto... ) appartenenti alle famiglie Ciraolo e Licata.
L'esposizione, già in visione clienti dallo scorso lunedi, sarà fruibile
ancora per qualche giorno. |
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18/03/2011 |
Comune. 150° anniversario dell'Unità d'Italia;
incontro in sala consiliare |
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Vedi le foto |
Lo scorso mercoledi 16 marzo, in occasione delle
celebrazioni per la ricorrenza del 150° anniversario della proclamazione
dell'Unità d'Italia, nella sala consiliare del
Comune di Grotte si è svolto un incontro-dibattito sul tema "Con sentimento
unitario e di condivisione dell'Unità Nazionale".
L'inno nazionale ha segnato l'inizio del dibattito, che è stato introdotto
dal saluto da parte del sindaco Paolo Pilato ed è proseguito con le
relazioni e gli interventi. Hanno preso la parola, tra gli altri: Angelo
Collura, Antonio Carlisi, Paolo Fantauzzo, Mimmo Butera, Pino Mancuso,
Salvatore Bellavia, Nino Agnello, Gaspare Agnello, Giovanni Volpe.
Per sottolineare la ricorrenza, la facciata del Palazzo Municipale è stata
illuminata da fasci di luce, creando l'effetto di una grande bandiera
italiana. Pubblichiamo
alcune immagini dell'incontro
(15 foto di © Salvo Lo Re "President").
Incontro per il 150° dell'Unità d'Italia
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Manifesto |
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18/03/2011 |
Comune. "Qualche riflessione
sulla lettera del dott. Filippo Vitello"; dal Sindaco di Grotte |
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Il Sindaco Pilato |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Qualche riflessione sulla lettera del Dott. Filippo Vitello Procuratore
della Repubblica
Ho letto con molto interesse le lettere che ha fatto pervenire al sito di
Carmelo Arnone, “Grotte. info” che, concordo, rappresenta per la nostra
comunità una importantissima vetrina che consente fra l’altro a molti nostri
concittadini che vivono fuori per diverse ragioni, di mantenere un contatto
quasi reale con il nostro paese e la nostra comunità.
Avrei voluto esprimere il mio pensiero ed alcune riflessioni anche prima, ma
l’impegnativo ruolo istituzionale di Sindaco, che cerco di assolvere al
meglio, che in ogni caso svolgo dedicandomici con tutte le mie energie, le
mie forze, la mia passione, non mi consente, a volte e per diverse ragioni,
di consultare il sito, anche se amerei farlo.
Condivido con il Dott. Vitello che si può fare sempre di più e sempre
meglio, anche perché ho improntato la mia vita alle parole di Martin Luther
King quando dice “qualunque cosa voi siate, siate il meglio di quello che
siate, se non potete essere il pino nella vetta, siate il cespuglio della
valle, ma siate il miglior cespuglio, se non potete essere strada maestra,
siate un sentiero”.
Sono certo che questo sentire appartiene all’intera comunità grottese che ho
l’onore di rappresentare.
Sono contento anche del fatto che il Dott. Filippo Vitello, che colgo
l’occasione per salutare affettuosamente, dimostra di amare il paese dove è
nato e di averne a cuore le sorti, il futuro, specie dei giovani che
rappresentano certamente il vivaio umano nel quale edificare la società di
domani.
Sono rammaricato del fatto che forse la differenza di soli pochi anni non mi
ha consentito di conoscerlo a quel tempo e non avere avuto la fortuna di
condividere con lui le stesse esperienze di vita giovanile.
So che quando può, il Dott. Filippo Vitello viene a Grotte. Spero al più
presto di poterlo incontrare per potergli testimoniare la mia stima come
persona, ma anche come uomo delle istituzioni, impegnato in prima linea per
l’affermazione dei valori della legalità e della giustizia, in virtù
dell’importantissimo e gravoso ruolo che svolge con forte passione e
tensione morale che è quello di Procuratore della Repubblica in una delle
più difficili Procure italiane, quella di “Lamezia Terme”.
Potremmo altresì concordare tempi e modalità per una iniziativa a Grotte che
possa contribuire alla crescita della nostra comunità nella direzione da lui
auspicata.
Grotte, 17.03.2011 |
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Paolo Pilato
Sindaco di Grotte |
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18/03/2011 |
Lettere. La nostra forza
interiore: la coscienza; dal Dott. Salvatore Filippo Vitello |
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Dott. Vitello |
Riceviamo e pubblichiamo
un intervento del dott. Salvatore Filippo
Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, sulle lettere di don
Paolo Morreale, Silvia Carli, e sul ruolo del magistrato.
Proponiamo, per facilitarne la
lettura, una versione stampabile:
Lettera del dott. Vitello .
***** "Quello che facciamo trae origine dalla
nostra forza interiore, perchè abbiamo un problema: la nostra coscienza. La
nostra coscienza si è formata sulla base di certi valori dove l'onestà e
l'amore per gli altri hanno un peso notevole. Se sentiamo il dovere morale
di fare qualcosa la facciamo, perchè così riusciamo a stare bene con noi
stessi. Non siamo incoscienti, perchè sappiamo bene quali sono i pericoli.
Ma vi è in noi un imperativo categorico che in qualche modo ci obbliga a
dire le cose come stanno.
Mi è piaciuto molto l'articolo di don Paolo Morreale. Un sacerdote con i
fiocchi. Un giovane di elevata spiritualità, portato ad un impegno umano e
sociale eccezionale. Da noi perfino il parlare è difficile. Siamo abituati
al mormorio e a dirci le cose all'orecchio per paura che quello che ci sta
accanto possa sentire. L'articolo di don Paolo è favoloso (lo ringrazio e
gli esprimo la mia ammirazione) ed al contempo inquietante perchè ha
descritto una realtà angosciosa ed angosciante che non conoscevo.
Grotte ha perso davvero la sua identità, è irriconoscibile. E tutto ciò
succede sotto gli occhi di tutti ma nessuno fa niente, neanche ne parla.
Questo è il dramma. No, non si può continuare a tacere.
Noi ci siamo cresciuti in questa terra non possiamo permettere che sia
occupata dai disvalori ed inquinata dai falsi miti della ricchezza e dello
sballo.
Silvia Carli chiama in causa la mia responsabilità di magistrato.
Pone una giusta domanda alla quale rispondo con sincerità. E' senza dubbio
vero che la gente non denuncia perchè non ha fiducia nella giustizia. La
giustizia come tutte le istituzioni terrene è fatta di uomini. Non tutti
quelli che l'amministrano sono all'altezza del compito.
Il lavoro di magistrato (perchè comunque è un lavoro) è pervasivo, si deve
sentire come un dovere alto perchè da esso dipende la vita di molte persone.
La consapevolezza di tale responsabilità (che non tutti hanno) coinvolge
ogni spazio della tua vita. Essere magistrato comporta una dedizione piena
che porta ad identificare la tua vita con il servizio.
Se non si sente questa responsabilità non si rende un buon servizio.
Ma il lavoro di magistrato è fatto di regole, che hanno, come è giusto che
sia, una funzione di garanzia.
La ricerca della verità mediata dalle regole. Questo è in estrema sintesi il
processo.
Dico alla Carli che nella giustizia degli uomini la verità processuale non
sempre coincide con la verità storica.
Da qui la possibilità che la prima sia diversa dall'altra. Anzi dico di più:
quasi mai coincidono.
Ed è giusto che sia così perchè la verità storica è conosciuta solo ai
protagonisti della vicenda investigata che la rappresentano secondo la loro
visione e non può assurgere a giudizio definitivo se non attraverso la
dialettica processuale, che consente di dare un giudizio imparziale sul
fatto e sulle persone. Questa è la giustizia istituzionale che non può
coincidere con il giudizio popolare, perchè altrimenti si rischia di
condannare Gesù e di liberare Barabba.
La forza del magistrato risiede in quelli che sono i due principi che
caratterizzano la funzione secondo la Costituzione (e la C maiuscola è
proprio voluta). Il magistrato si deve connotare per indipendenza ed
autonomia.
Indipendenza e autonomia devono non solo esser garantite al magistrato, ma
anche dallo stesso pretese nell'espletamento della funzione. Esse non sono
solo diritti, ma doveri.
Mi piace pensare al magistrato come servitore dello Stato. Specie in questo
periodo è bello ritagliarsi un ruolo finalizzato all'interesse pubblico,
ribadire la funzionalità alla collettività e non il contenuto e la forza del
potere che si esercita.
L'indipendenza è l'in se della funzione ed è, allo stesso tempo, il
parametro con cui operare. L'indipendenza deve essere una pretesa, un
diritto fondamentale di cui non si può ammettere contestazione alcuna da
parte di chicchessia (l'unica dipendenza ammessa dev'essere quella -
consapevole ed informata - dalla norma giuridica).
Essa deve esser pretesa non solo verso l'esterno, ma anche verso l'interno
della magistratura. Non vi possono esser condizionamenti di sorta su quello
che è il binario su cui deve marciare la nostra funzione, proprio perchè
attraverso indipendenza e autonomia si deve garantire l'esplicazione del
potere giudiziario. E non bisogna dimenticare che qualsiasi potere pubblico
non è fine a se stesso, ma deve garantire l'interesse pubblico, cioè della
collettività.
Corollario dell'indipendenza deve esser l'autonomia da chiunque, poiché
senza l'una l'altra perde di significato.
E' evidente che il magistrato deve anche apparire (oltre che essere)
indipendente e autonomo anche all'esterno. E' questo un suo compito e sforzo
imprescindibile.
Tutto ciò implica per il magistrato la presenza di un CORAGGIO ed una forza
d'animo di particolare spessore nello svolgere il suo lavoro (ognuno di noi
conosce - o dovrebbe - lo struggimento e la solitudine della decisione in
casi particolarmente complessi).
Ed in questo ambito, solo in esso, si può ragionare su quale sia il ruolo
del magistrato oggi.
Ecco perchè non mi scandalizzo se le giustizia in alcuni casi non appare
essere quella voluta.
Quello che conta è il funzionamento complesso del sistema.
E' palese che nello svolgere la funzione il magistrato (proprio perchè
chiamato ad interpretare ed applicare la norma giuridica) svolge un compito
che non può che avere delle valenze politiche - inteso il termine nel senso
più ampio -, ma qui si deve fermare il suo ruolo politico. Non può e non
deve esservi altra partecipazione politica che non sia quella richiestagli
dalla funzione. Difatti se si vuole riconosciuto il proprio ruolo e quindi
la propria autonomia ed indipendenza bisogna esser i primi a rispettarle.
E' evidente peraltro che il ruolo, ed i principi che lo caratterizzano, non
possono che esser difesi con le unghie e con i denti all'esterno. Non si può
ammettere alcun tentativo di condizionamento all'esercizio della funzione.
Si deve esser fermi nella difesa strenua del valore della giurisdizione (e
di tutto ciò che essa implica) in qualsiasi sede ed in ogni momento.
Una riforma della giustizia buona richiede che collaborino la maggior parte
delle formazioni politiche, come avvenne al tempo della Costituente, e che
si rinunci a tutti i pregiudizi correnti e a tutti gli scopi inconfessabili.
Che si considerino le persone, l'organizzazione degli uffici e le norme per
quello che effettivamente sono e per come effettivamente funzionano.
Oggi, però, l'attualità ci sovrasta e ci atterra di fronte ad un progetto
che pare ideato principalmente come reazione a contingenze giudiziarie.
A volte sembra che il mondo della politica voglia recuperare un'area franca
di illegalità dove trafficare senza problemi, cioè senza correre il rischio
di incappare in procedimenti penali. Pare che, al dunque, il consenso non si
possa mantenere o allargare in altro modo. Ma in questo maniera, alla lunga,
come dimostra l'esperienza storica, il crimine finisce per tiranneggiare la
società civile. Lo possiamo accettare? E, come magistrati, possiamo
accettare di vedere il nostro ruolo ridotto a quello di azzeccagarbugli del
principe?
C'è chi, in passato, ha avuto in sorte di vivere un'esperienza storica più
esaltante di questa nostra. Ora siamo entrati in una specie di zona d'ombra,
in cui si assiste al capovolgimento di molti valori importanti e in cui
quindi si è tentati di lasciar perdere, di lasciar fare. Le virtù civiche
sembrano non godere più di riconoscimento sociale.
Eppure nuove generazioni si affacceranno alla ribalta della storia, con un
rinnovato entusiasmo, disgusto per l'esistente mediocre e fiducia nel
futuro: io penso che alla fine ci tireranno fuori da queste brutte acque in
cui siamo capitati".
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Salvatore
Filippo Vitello |
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18/03/2011 |
Lettere. "Quando lo
sballo diventa religione"; di Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro don Paolo,
dalla sua lettera ho capito la grande capacità che ha di incarnarsi nei
fatti della vita coniugando fede e amore, ed è per questo che a lei voglio
dedicare una bellissima frase del mio amico Don Gnocchi, questa: "Come non c
è un Cristo diviso e separato dai suoi fratelli, così non ci può essere un
cristiano separato dai suoi fratelli".
Non so se faccia peggio l’alcool o la droga, so che le due disgrazie, oggi,
si abbinano. Con una velocità spaventosa sono entrati nella vita dei nostri
giovani.
Che gioventù è quella che passa ore e ore in un bar, con un bicchiere in
mano, facendo ragionamenti da analfabeti dello spirito e della storia?
Quando lo sballo diventa religione, i nostri giovani sono già morti dentro e
con loro muore il futuro e la speranza. Sogni, fatiche, avventure positive,
progetti, voglia di cambiare, tutto sparito dai loro schemi. Restano, come
dopo ogni conflitto, detriti di civiltà, scheletri di famiglie.
Perchè la famiglia non è più centro di valori, non è più centro di
convivenza collettiva, con una caratteristica in più: anche nella famiglia è
entrata la soggettività, cioè la determinazione dei suoi componenti di
comportarsi, decidere, pensare solo in base a valutazioni soggettive.
Io stesso sono il capo della famiglia, io stesso sono il responsabile del
mio destino, il corpo è mio, il figlio è mio, il tempo libero è mio, il
lavoro è mio e me li gestisco come voglio. Questa soggettività riduce i
rapporti con tutti, con Dio e anche con il prossimo. Il soggettivismo è la
perdita di un orizzonte comune, è la perdita di principi condivisi, di
valori e riferimenti superiori, oggettivi. Il nostro punto di vista diventa
l’unica cosa di cui tener conto, esiste solo la nostra interpretazione. E
con amarezza dico che c è anche un’eclissi del senso religioso.
Di quest’onda lunga viviamo gli effetti. Tutto questo non è solo il simbolo
del fallimento della famiglia ma anche dei governi che non hanno attuato
politiche capaci di coinvolgere i nostri ragazzi.
Negli ultimi anni nessun governo, ha investito seriamente sui giovani.
Cattiveria: i giovani non votano?
Un abbraccio". |
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Silvia Carli |
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17/03/2011 |
Comune. Incontro tra il
Presidente D'Orsi ed i Sindaci per discutere il problema dei rifiuti |
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Guarda il video
Documento |
Un'occasione più unica che rara, che ha visto la
partecipazione di numerosi Sindaci di vari paesi agrigentini, insieme al
Presidente della Provincia. Lunedi 14 marzo, nella sala consiliare del
Comune di Grotte, si è svolto l'incontro indetto dal Sindaco Pilato per
discutere sul grave problema dei rifiuti solidi urbani, in vista della
scadenza, il 17 marzo, della proroga del contratto tra l'ATO GeSa AG2 e l'ATI
Iseda. In maniera unilaterale i Sindaci dei Comuni di Agrigento, Raffadali,
Favara, Porto Empedocle e Castrofilippo (in rappresentanza della maggioranza
delle quote dell'ATO), riunitisi precedentemente, senza il consenso degli
altri Primi cittadini dei paesi consorziati avevano firmato una ulteriore
proroga alla stessa Associazione Temporanea di Imprese sino al prossimo 31
dicembre. Grande la preoccupazione di tutte le comunità cittadine
interessate. In una prima fase, l'ATI Iseda aveva presentato una consistente
richiesta di aumenti, che sarebbero ricaduti sulle spalle dei contribuenti,
facendo trapelare il messaggio, sostanzialmente privo di fondamento, che i
Sindaci "dissenzienti" volessero il licenziamento degli operai addetti alla
raccolta dei rifiuti (realtà plausibile soltanto con la disdetta del
contratto). In considerazione dei costi già elevati e della impossibilità di
accettare ancora aumenti, i Sindaci si erano adoperati al fine di trovare
una soluzione che non penalizzasse le loro comunità, sia sotto l'aspetto
della temuta sospensione della raccolta, che sotto l'aspetto di un aumento
sconsiderato dei costi del servizio. Nell'incontro di Grotte, oltre al
Presidente D'Orsi ed all'assessore provinciale Volpe, erano presenti 10
Sindaci, 3 Vice Sindaci, 3 Presidenti ed 1 Vice Presidente di Consiglio
Comunale, 4 Assessori e diversi Consiglieri Comunali. L'approfondita
discussione, dai toni a tratti vivaci - segno della gravità del problema -,
ha analizzato varie proposte: dall'organizzazione della raccolta "in house"
(inflazionato termine del linguaggio burocratico-manageriale sostituibile
con un più semplice "in proprio") alla proroga condizionata; dall'incontro
con l'Assessore Regionale Di Mauro (Territorio ed Ambiente) a quello con
l'Assessore Regionale Marino (Energia); dalla "rimodulazione" (altro termine
per indicare una riduzione dei servizi con conseguente riduzione dei costi)
alla consegna delle fasce da Sindaco al Prefetto, come forma estrema di
protesta.
Al termine della discussione, i partecipanti hanno espresso una posizione
unitaria, firmando un documento nel quale chiedono "al liquidatore della
GeSa AG2 di convocare, con ogni urgenza, un'Assemblea della Società al fine
di discutere in merito all'attuale situazione ed adottare provvedimenti
consequenziali".
Carmelo Arnone
17 marzo 2011
© Riproduzione riservata. Pubblichiamo il video
della parte conclusiva dell'incontro
(riprese di © Associazione Culturale "Punto info").
Video dell'incontro
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Incontro
Incontro
Incontro |
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17/03/2011 |
Scienza. Doppio appuntamento
a Grotte, sulla missione CryoSat, del dott. Tommaso Parrinello |
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Tommaso Parrinello
Manifesto
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Sabato 26 marzo il dott. Tommaso Parrinello, dirigente dell’Agenzia Spaziale
Europea, sarà a Grotte per illustrare ai suoi concittadini gli obiettivi
della missione scientifica CryoSat, di cui è responsabile, attraverso un
viaggio spaziale con i satelliti che osservano i continui cambiamenti del
nostro pianeta.
In mattinata sarà gradito ospite della dott.ssa Stefana Morreale, dirigente
dell'Istituto Comprensivo "A. Roncalli", per incontrare, nella palestra del
plesso del Viale della Vittoria, gli alunni delle classi di terza media.
Nel pomeriggio terrà una relazione, aperta a tutti i cittadini, nella sala
consiliare del Comune di Grotte. A fare gli onori di casa, il sindaco Paolo
Pilato e l'assessore Piero Castronovo, organizzatore dei due incontri.
Il Cryosat-2, satellite che studia i ghiacci terrestri è stato
lanciato l’8 aprile 2010
da un razzo Dnepr, dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Dalla sua
orbita polare invia dati per la comprensione del ruolo dei ghiacci nel
sistema Terra, misurare lo
scioglimento dei ghiacci polari e il loro effetto sui cambiamenti climatici.
Obiettivo primario della missione è la misurazione delle variazioni dello
spessore dei ghiacciai dell'Antartide e della Groenlandia, nonché le
variazioni di spessore del ghiaccio relativamente sottile che galleggia
sugli oceani polari. La distribuzione dei dati scientifici agli utenti di
tutto il mondo viene gestita all'Esrin, il centro dell’ESA a Frascati.
Tommaso Parrinello, nato
in Gran Bretagna è cresciuto a Grotte e ad Agrigento, dove ha frequentato il
Liceo Scientifico “Leonardo”. Nel 1991 consegue la laurea in Fisica presso
l’Università di Pavia. L'anno successivo entra nell’Agenzia Spaziale Europea
(ESA) come esperto di “Detriti Spaziali”
presso lo European
Space Operation Centre (ESOC) di Darmstadt, in Germania,
per poi diventare responsabile
del controllo in orbita del satellite astronomico XMM-Newton lanciato
dall’ESA negli anni novanta e ancora attivo. Nel 1999 diventa
vice-responsabile delle operazioni dei satelliti ERS-1 ed ERS-2. Dirige le
operazioni per il salvataggio di quest’ultimo perso a causa di un’avaria.
Ottiene per questo un importante riconoscimento professionale. Nel 2001 si
trasferisce in Italia, dove diventa responsabile della sezione per lo
sviluppo tecnologico dei sistemi informatici dell’ESA. Nel 2002 ottiene il
Dottorato di Ricerca (PhD) in Remote Sensing presso l’università inglese di
Dundee per il quale gli viene conferito il primo premio per la migliore tesi
pubblicata nel Regno Unito nel campo del Telerilevamento Satellitare. Nel
2007 è assegnato al Direttorato per l’Osservazione della Terra dell’ESA a
Frascati, dove - a 40 anni - diventa responsabile della missione Cryosat-2 (Mission
Manager), primo Italiano all’ESA ad avere questo incarico. Vanta al suo
attivo diverse pubblicazioni scientifiche. |
Sito dell'ESA
CryoSat2 |
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17/03/2011 |
Lettere. "Nessuno è profeta in
patria"; di don Paolo Morreale |
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Don Paolo |
Riceviamo e pubblichiamo la lettera del caro amico don Paolo
Morreale, nella quale evidenzia "l’amara
realtà che qui a grotte è presente: un abuso eccessivo di sostanze
stupefacenti a tutti i livelli, che certamente causa un collasso
etico-morale", sollecitando con zelo pastorale un intervento delle
autorità civili e religiose.
"Mi sono innamorato di Dio perché è dentro ogni uomo
e mi sono innamorato dell’uomo perché immagine di Dio. È questo il motivo
per cui ho deciso che tutta la mia vita dovesse essere un dono per Dio e per
gli uomini. E ovunque c’è l’uomo c’è Dio e lì dove c’è Dio c’è un pensiero
fisso per l’uomo. E tra l’uomo e Dio, Gesù, l’uomo-Dio, che ha il suo “tempo
prolungato” in ogni sacerdote.
Tutti gli uomini, certamente, sono miei fratelli, e quanto più i miei
concittadini… i grottesi. Eppure, capita che ti trovi con le mani in mano,
perché vorresti aiutare l’uomo, ma la cultura, profondamente umana che è
intrisa dell’omertà innata nei nostri ambienti, non te lo fa aiutare per
come Dio ti suggerisce nel cuore. E ti metti a scrivere per chiedere se c’è
almeno qualcuno che possa aiutarti a CAMBIARE IL MONDO, partendo da Grotte.
È vero: Gesù ha detto che nessuno è profeta nella sua patria; ha anche detto
che “se vedi un tuo fratello sbagliare, correggilo”. Però, la correzione si
scontra con una mentalità tipicamente piena di orgoglio e incorreggibilità,
indifferente alle piaghe sociali, e magari connivente.
Arrivo al dunque. Voglio spiegarvi ciò che mi sta succedendo qui a Grotte da
un po’ di tempo. Almeno, a chi è veramente maturo do la possibilità di
conoscere bene ciò che c’è nel cuore di questo Prete. Il Signore mi ha dato
la grazia, attraverso i vari strumenti di comunicazione, di poter
riallacciare, dopo un decennio circa, delle relazioni con la realtà
giovanile grottese; da almeno un anno tutto il mio tempo libero, sebbene
poco, lo trascorro ben volentieri a casa mia, cioè a Grotte, dove sono nato
e dove spero pure di poter finire i miei giorni. È stata veramente una
occasione favorevole che sia il mio ascendente per i giovani e i loro
problemi, sia l’accoglienza da parte delle giovani generazioni, rendesse
possibile un dialogo, profondo e interessante. Basti pensare che nel giro di
un anno molti sono venuti a contatto con me e hanno voluto aiuti spirituali
e umani in genere. Di questo ringrazio Dio!!! Tuttavia i miei occhi, che non
vedono solo l’esterno, ma scrutano l’uomo, i suoi problemi, le speranze, i
bisogni e le fatiche, mi hanno fatto guardare l’amara realtà che qui a
grotte è presente: un abuso eccessivo di sostanze stupefacenti a tutti i
livelli, che certamente causa un collasso etico-morale dell’uomo, nella sua
interezza, e ne anticipa la rovina. Dapprima, grazie alla mia esperienza
matura del problema, ho voluto soltanto farmi compagno di singoli… che poi
si sono rivelati gruppi: e sono i nostri giovani, maschi e femmine, che
nella libertà hanno solo il pretesto per poter acconsentire ad un vizio che
è solo per la morte. Per cui, ho iniziato ad ammonire personalmente alcuni,
a convincerli che una vita da sballo non è il progetto di Dio. Finché anche
qualche famiglia, che osservava da tempo questi fenomeni, ha aperto gli
occhi volendo porre una fine a questa piaga. Ma quello che sembrava un
semplice lavoro di esortazione, di aiuto, e di incoraggiamento, si è
rivelato invece una battaglia, dura e ardua, contro le forze del maligno,
che si nutrono del bisogno causato dal vizio, e anche di una mentalità
prepotente, bullista e mafiosa.
E sapete qual è stata la parola d’ordine diffusa? Questo prete non è un
prete modello, perché non si fa i fatti suoi! Lui è uno ‘mpami, nessuno gli
deve più parlare. E iniziano le telefonate anonime, le minacce perché mi
faccia da parte, altrimenti ci rimetto. Proprio una storia alla stregua di
Brancaccio, dove Don Pino Puglisi per liberare l’uomo ci ha rimesso la vita;
una storia all’altezza di Cinisi, dove Peppino Impastato ha combattuto
contro don Tano Badalamenti, finendo sotto le rotaie; eppure siamo a due
passi dal paese della Ragione, Racalmuto, e ci vantiamo di avere il Premio
Letterario Racalmare, fondato da Leonardo Sciascia, che ha descritto l’amara
realtà della prepotenza mafiosa e il baratro a cui essa conduce. Per di più,
siamo un popolo che abbiamo una maggioranza di Cristiani, Cattolici e
Protestanti, che hanno uno statuto, quello dell’amore a immagine di Gesù. Ci
vantiamo di avere una festa importante nella Pasqua e invece rimaniamo nei
nostri gravi peccati sociali di una connivenza con la malavita.
E questo Prete, chiamatelo scemo, visionario, sognatore, illuso, o come
volete, non serve a far finta di niente e a chiudere gli occhi, con un gesto
propriamente omertoso, dinnanzi a questa realtà! Questo prete per l’amore
che ha nel cuore per tutti gli uomini, specialmente per i suoi concittadini,
si appella alla responsabilità morale di ciascuno citando le parole d’amore
del Papa Giovanni Paolo II: “Lo dico ai responsabili: Convertitevi! Verrà
una volta il giudizio di Dio”. E dico pure al Primo cittadino di attivarsi
per una crescita umana e sociale del Popolo, che ha nelle nuove generazioni
il futuro, a quanto pare incerto, visto che i migliori sono costretti ad
andare via altrimenti saranno assorbiti da questa mentalità. Lo dico pure al
mio confratello, l’Arciprete Castronovo, di non introdurre al sacramento
della cresima quei giovani che non hanno mostrato una profonda conversione,
e usano questa occasione solo come fattore culturale prettamente meridionale
dell’essere affiancati dal “padrino”: e poi abbandonano i banchi della
chiesa per essere arruolati nelle sale giochi, nei pub, nelle discoteche, a
consumare sesso, alcool e droga. Infine lo dico alle famiglie: a volte miopi
di ciò che succede nella psiche dei loro figli: non è dando tutto che si
assicura il progresso umano, civile, e morale dei giovani. Puntate al
sacrificio e alla conquista, e non fate mancare tanti no, al posto di tanti
si, gratuiti, ma che rasentano un’abdicazione del ruolo genitoriale ai
consumi e ai passatempo.
Vi assicuro, è vero: NESSUNO È PROFETA IN PATRIA, e io lo so che con queste
parole non mi esimo dall’essere biasimato: ma tacere è per me un peso, e
parlare a nome di Dio un obbligo: Guai a me se non predicassi il vangelo!
P.S.: Grazie alla Lettera del mio conterraneo, il Dott. Salvatore Filippo
Vitello, Procuratore Capo di Lamezia Terme, mi sono sentito spinto a fare
udire anche la mia voce. Spero che possiamo tutti entrare in un dialogo
fattivo per il bene di Grotte".
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Don Paolo Morreale |
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16/03/2011 |
Attualità. Possibile
costruzione di una centrale nucleare vicino Grotte; dell'ing. Calogero
Chiarenza |
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Tabella
Cartina |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Cosa penserebbero i grottesi se a pochi chilometri gli costruissero una
centrale nucleare?
Questo è il mio primo
scritto che invio alla redazione di Grotte.info Quotidiano e lo faccio
perché mi preme dare, almeno spero, una preziosa informazione in merito alla
costruzione di centrali nucleari in Italia, secondo il nuovo programma
elettronucleare italiano previsto dal Decreto Legge 112/2008 convertito con
Legge 133/2008, di cui alcuni articoli saranno oggetto di una prossima
consultazione referendaria.
Al di là delle posizioni
pro e contro le centrali nucleari, vorrei far notare che il territorio di
Grotte dal punto vista sismico trovasi in un’isola relativamente felice, in
quanto è ubicato nell’unica zona della Sicilia in pratica non sismica o
comunque a bassissima sismicità, giuridicamente classificata come Zona 4
(ex non sismica).
Di questa Zona 4 fanno
parte ad esempio oltre a Grotte, Racalmuto, Favara, Palma di Montechiaro,
Licata, Naro, Canicattì, Ravanusa, Caltanissetta ecc., vedi tabella a lato.
Se da un lato in fatto di
sicurezza delle costruzioni ciò non può che farci piacere, dall’altro
potrebbe essere una zona accreditata come possibile sito di una centrale
nucleare.
Ripeto, l’unica zona a
bassissima sismicità storicamente non sismica dell’intera Sicilia, è proprio
la zona ove sono ubicati i comuni suddetti tra cui Grotte. Non ve ne sono
altre in tutta la Sicilia. Vedi cartina allegata dove la Zona sismica 4 è
colorata in verde chiaro.
Non è un caso che notizie
giornalistiche e affermazioni da parte di alcune associazioni hanno fatto
girare la voce che tra i siti della Sicilia per la costruzione di una centrale
nucleare è stata individuata la zona di Palma di Montechiaro a bassissima
sismicità (ovviamente ancora non sappiamo nulla di ufficiale).
L’antico detto popolare
“non scherzare col fuoco” è nulla a confronto con il nuovo detto che io
conierei in “non scherzare con il nucleare”.
In questo momento stanno
in varia misura per essere contaminate dalla radioattività decine di milioni
di giapponesi, distanti anche centinaia di chilometri dalla centrale
nucleare in avaria ed è probabile che la nube radioattiva faccia il giro del
mondo.
Immaginate cosa si prova
sapendo che a 30 chilometri da Grotte funziona una centrale nucleare per
decine di anni. E se qualcosa non dovesse funzionare (nessuno giurerebbe che
è impossibile che ciò accada) che ne sarebbe di noi e dei nostri figli?
Ma questa considerazione
vale per tutti gli esseri umani e in qualsiasi parte del mondo.
Mi ripropongo di tornare
sull’argomento". |
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Ing. Calogero Chiarenza |
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Dalla Redazione.
Per chi volesse approfondire:
"Nucleare", servizio di "Presa diretta"
"L'inganno", servizio di "Report" |
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16/03/2011 |
Editoriale. "Grotte, inizia a
farti i fatti tuoi!" |
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Dalla lettera del dott. Salvatore Filippo Vitello e
dalle considerazioni di
Silvia Carli si possono cogliere stimoli che è necessario evidenziare, per
una crescita umana, prima che sociale e culturale, della nostra comunità.
Di fronte a fatti malavitosi eclatanti, spesso si tace soprattutto perchè si
ha l'impressione, se non la piena consapevolezza, di essere soli; non si avverte la solidarietà concreta della
società. Non è un concetto astratto. Nelle altre nazioni europee, coloro che
assistono ad un reato non voltano la faccia dall'altra parte, piuttosto
cercano di bloccare (anche materialmente) il reo e collaborano attivamente
con gli inquirenti. Il malvivente non gode della copertura sociale bensì
diviene oggetto della riprovazione collettiva. Pensiamo
invece a cosa accade dalle nostre parti: io non c'ero, non ho visto,
non mi sono accorto di nulla. A volte gli investigatori si trovano a dover
contestare ai reticenti - anche alle vittime -, magari con il supporto
incontestabile delle immagini di videocamere, la loro
presenza sul luogo del reato. "Fatti i fatti tuoi" è la frase intimidatoria
ricorrente, e supinamente acquisita dalla generalità come modus vivendi.
Si teme la vendetta del malfattore, una volta uscito di prigione. Questo
messaggio non può continuare a passare. Scrivo "continuare" perchè, diciamo
la verità, è ancor oggi corrente non soltanto nella "gente comune" ma anche,
purtroppo, tra chi ha il dovere di ergersi come baluardo a difesa della nostra
società. Per non generalizzare, diamo uno sguardo a Grotte, il nostro paese.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad episodi gravissimi; per citarne
alcuni: incendio del
chiosco "Fuente Loca" nella villetta Green (maggio 2008); atto
intimidatorio contro il Sindaco Pilato (giugno 2009); incendio del
gazebo del bar "Da Franky" (luglio 2010). Non mi pare di aver
visto cortei lungo il corso principale, fiaccolate di solidarietà, comizi
pubblici di condanna. Oltre gli attestati di solidarietà, che in qualche
caso vi sono stati (unico il lenzuolo "nn mollate mai vi vogliamo bene" e la
ricostruzione rapida del gazebo "Da Franky"), il nulla. Non si sono mosse le
Istituzioni. Nessuna scolaresca in piazza, né una veglia di preghiera
all'aperto; nessuno striscione o lenzuolo ai balconi, nessuna manifestazione
pubblica di sostegno e solidarietà. Eppure ne ho visti di incontri, ne ho sentite di parole
sulla Legalità. Mi chiedo dov'erano gli illustri oratori nel momento della
prova. Dove, i protagonisti del circo mediatico "legalità-solidarietà-antimafia"
soliti presenziare a consegne di targhe, medaglie, cittadinanze onorarie,
serate di gala con politici.
Ma soprattutto dove eravamo noi? Tutti noi, sia singolarmente che come corpo
sociale. Non è un "j'accuse", semmai un "mea culpa".
Anche dalle pagine di questo quotidiano avremmo dovuto tenere desta
l'attenzione; non l'abbiamo fatto. E quando in prima persona mi sono mosso
con piccoli ma decisi passi verso la legalità, mi sono trovato solo. Solo.
Mi riferisco alla questione dell'articolo sull'occupazione abusiva di suolo
pubblico, avvenuta sotto gli occhi di tutti, a pochi passi dalla Stazione
Carabinieri e sotto lo sguardo della Polizia Municipale. Ha scritto il dott.
Vitello: "pretendendo con forza più attenzione dalle
autorità cui è demandato il compito della sicurezza". Mi riferisco alle
auto in sosta senza disco orario, ed a quelle lasciate in divieto di sosta
lungo il corso principale. Lungo il corso principale! E' possibile che le
autorità continuino a non accorgersi di niente? Mi riferisco anche a
ringhiere che svaniscono nel nulla, alle continue affissioni abusive
(all'interno ma soprattutto al di fuori degli spazi consentiti)... Lo so,
sono "piccolezze", ma è da tante "piccolezze" che si crea la mentalità del
lasciar correre, lasciar stare per non offendere nessuno. "Chi è
fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è
disonesto anche nel molto" (Lc 16.10). Se non si è in grado di redarguire l'automobilista
indisciplinato così come il ragazzino che getta cartacce per terra (hai
voglia a mettere i cestini portacarta!), come si potrà avere l'autorevolezza
di contrastare sul nascere il fenomeno delinquenziale, prima ancora che
mafioso? Siamo davvero nella convinzione che il "cattivo" sia il tutore
dell'ordine che emette una contravvenzione e non piuttosto il cittadino che
viola le norme? Siamo soddisfatti dell'attuale "pace sociale" ottenuta al
prezzo di abdicare al proprio ruolo volgendo lo sguardo altrove? Io no.
Ricordo anni fa, quasi come forma di ritorsione, mi venne detto: "allora
da oggi ci mettiamo a fare le multe a tutti quelli che vanno in motorino
senza casco e guidano l'auto senza le cinture". Ma questa deve essere la
norma! Per tutti. Non può essere applicata una tantum per ribadire un
presunto potere, ma costantemente come applicazione di un ineludibile
dovere. Non si chiede il pugno di ferro "da oggi chi sbaglia paga"
ma la costante osservanza delle norme affinché nessuno debba pagare mai, che
tutti siano guidati a non sbagliare. Il carabiniere, il vigile, non deve
essere visto (e non deve lui stesso considerarsi) come colui dal quale stare
lontani perchè "può farcela pagare", ma l'amico al quale rivolgerci ed al
quale richiedere il servizio della Sicurezza e della Legalità. Le autorità
amministrative (sindaco, assessori, consiglieri comunali) non devono essere
considerati come "amici" che fanno togliere le multe o che "mettono una
buona parola" per far "chiudere un occhio", bensì come coloro che lavorano
affinché a tutti i cittadini, indistintamente, vengano garantiti pari
diritti ed ai quali venga richiesta l'osservanza di pari doveri. In merito,
non adeguatamente supportate da "chiunque spetti, di osservarle e farle
osservare", a poco sono servite le precise indicazioni dell'assessore alla
Legalità. Occorre acquisire la consapevolezza che insieme, autorità
amministrative, tutori della legge, onesti cittadini, siamo tutti dalla
stessa parte; una consapevolezza che si avvertirà quando non saremo più
soli. "Fatti i fatti tuoi" è l'affermazione che dovremmo cominciare a metter
in pratica assumendo come principio che quanto succede nel nostro paese sono
davvero "fatti nostri". Anche sostenendo con atti concreti chi conduce la
battaglia non solo "per noi" ma "con noi". Altrove sono sorti i comitati
spontanei "Addio pizzo", "Scorta Civica", "Ammazzateci tutti"; a Grotte
occorre la solidarietà aperta e sincera di chi ci sta accanto. Perchè la società siamo noi:
i nostri amici, i nostri parenti, i nostri vicini di casa. Persone come noi, che amano questo paese, ne
conoscono i pregi, ne vedono i difetti e cercano di correggerli. Come
fa ogni buon genitore: richiama il figlio che ama, affinché sia migliore e
vada nel mondo a testa alta. Quando ogni grottese farà la sua parte, Grotte
avrà la possibilità non solo di apparire migliore (un'isola felice
nel territorio agrigentino) ma di esserlo realmente. Me lo auguro. Carmelo Arnone
16 marzo 2011
© Riproduzione riservata.
P.S.: Chiunque si senta in qualche modo "chiamato in causa" ha la
possibilità di replicare facendo pervenire le proprie considerazioni per
iscritto e complete di firma (assumendosene apertamente le responsabilità,
come il sottoscritto), che verranno pubblicate. Gradirei, qualora possibile,
fossero evitate contestazioni telefoniche o "de visu" in assenza di
testimoni.
Parliamone, magari in un dibattito pubblico, apertamente ed a testa alta.
Carmelo Arnone
Si può intervenire tramite la sezione "Contattaci",
con una "E-mail"
o con un commento su
.
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16/03/2011 |
Lettere. "Una coscienza
civile consapevole dei pericoli"; di Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni di una
lettrice sulla lettera del dott. Salvatore Filippo Vitello.
"Purtroppo la mafia ha dimostrato in tutta la sua storia di possedere una
grande capacità di rialzare la testa, anche dopo duri colpi inferti. Non
dobbiamo dimenticare che abbiamo di fronte un fenomeno precedente
all’unità nazionale. E soprattutto non dimentichiamo che la mafia è una
componente organica del sistema di potere.
L’aspetto più appariscente e drammatico della mafia è quello delle uccisioni
e delle stragi, ma il nucleo centrale, il cuore e la mente sono
rappresentati dall’essere titolari di interessi di carattere economico e
politico. Un sistema questo, capace di attivare un circuito perverso che
mette in gioco la dignità stessa delle persone: si sfruttano i bisogni.
Certo, questo fenomeno è sempre esistito, ma fino a quando la legalità era
considerata un valore, lo spazio per il favore personale era minore. I
comportamenti clientelari che ora consideriamo normali devono tornare ad
essere considerati scandalosi. Voglio essere ottimista e motivi di sperare
ne ho tanti.
Alla mafia fanno paura le immagini che ricordano chi si oppose al suo
disegno di sopraffazione e perciò pagò con la vita. Quei simboli incutono
timore perchè, alimentando la memoria, attestano la volontà della parte
seria della società di non piegarsi alla violenza, sostenendo l’azione di
magistrati e forze dell’ordine. Per questo buttano a terra statue e
sfregiano targhe.
Questo mi fa capire che la mafia, non solo teme i simboli che alimentano il
ricordo, ancor più teme una coscienza civile consapevole dei pericoli che la
minacciano, ed è risoluta a non arrendersi. E' da qui che si può e si deve
ripartire.
Voglio fare una domanda al Dottor Vitello.
E' vero, solo nella cultura mafiosa, può dirsi "uomo di rispetto", chi
pratica l’oscuro costume dell’omertà; ma secondo lei, è possibile che a
volte si tace perchè non si ha la certezza di condanne adeguate?
Grazie... con il cuore". |
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Silvia Carli |
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15/03/2011 |
Ambiente. "Munnizza unni
egghiè", di Aristotele Cuffaro |
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Immagine dall'alto
Aristotele Cuffaro |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
colgo l'occasione, dopo aver letto il tuo articolo “Vanno a ruba i nuovi
cestini porta carte”, per fare una seria e preoccupante denuncia sulla
sensibilità di taluni cittadini nel rispetto ambientale, e, soprattutto,
igienico sanitario.
Qualche Giorno fa ho letto, come tanti altri lettori, la segnalazione di un
anziano grottese che vede, ripetutamente, il proprio giardino a ridosso di
via Padre Annibale Maria Di Francia, riempirsi di spazzatura di ogni genere.
Ebbene, l’anziano in questione è il Signor Luigi Cuffaro, padre di chi
scrive.
Pensavamo che dopo la segnalazione fatta, i cittadini avrebbero avuto più
accortezza nel mettere “la palla in buca” ossia il sacchetto dell’immondizia
nel cassonetto. Ma quando mai! I sacchetti si lanciano dalla macchina in
velocità. Non essendo i cittadini dei bravi giocatori di pallacanestro, i
sacchetti lanciati finiscono quasi sempre nel mio giardino.
L’avevo ripulito, per l’ennesima volta, dopo aver fatto, sempre per
l’ennesima volta, le mie rimostranze e segnalazioni agli enti di competenza.
Come ben sappiamo, la gestione rifiuti non è più di competenza comunale ma
dell’ATO. L’Assessore all’Ecologia, si è subito attivato nei confronti dell’ATO
rifiuti per lo spostamento del cassonetto a ridosso del giardino e continua
a richiamare i dipendenti ed i dirigenti di questo Ente che poco sensibili,
meglio dire strafregandosene dell’igiene del quartiere, rimettono il
cassonetto costantemente nella posizione sbagliata con le conseguenze del
caso: “il canestro si manca, il giardino si riempie di immondizia”.
Dobbiamo istallare una videocamera per costringere taluni cittadini a
rispettare l’ambiente ed i dipendenti dell’ATO a fare il proprio dovere per
rendere pulito il pezzettino di terra in questione?
La civiltà del cittadino si misura fondamentalmente nel rispetto
dell’ambiente e del prossimo.
Mi sa che del rispetto non si ha cognizione o si da un’interpretazione
sbagliata come ha ottimamente scritto il Procuratore Vitello. “Il rispetto
si da alla gente onesta e non ai prevaricatori” a mio avviso. Noi chiediamo
solo rispetto dell’ambiente e di un onesto anziano che vuole vedere i propri
carciofi liberi dalla sporcizia.
Allego una foto che ho scattato stamattina". |
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Aristotele Cuffaro
Consigliere Comunale |
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15/03/2011 |
Comune. Più vicino il
referendum per la rettifica dei confini tra Grotte e Racalmuto |
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Leggi la nota |
Il Sindaco di
Grotte lo definisce senza mezzi termini "un eccezionale risultato".
E' la comunicazione ufficiale, da parte dell'Assessorato Regionale delle
Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, dell'avvio dell'iter che porterà
alle urne i cittadini "grottesi" residenti nel territorio del Comune
limitrofo di Racalmuto. Sono oltre mille gli abitanti delle zone interessate
al referendum, divisi in quattro quartieri: Fico Fontanelle, Montagna
Gentile, Confine e Stazione.
Entro un tempo che si preannuncia breve saranno chiamati ad esprimere la
loro volontà di rimanere cittadini di Racalmuto o di "tornare ad essere"
cittadini di Grotte. Questo è quanto auspicato dal Comitato per la rettifica
dei confini, presieduto dal sig. Giuseppe Sollima. La nota dell'Assessorato
riporta testualmente: "... con la presente si da formale comunicazione di
avvio del procedimento di predisposizione del decreto di autorizzazione alla
consultazione referendaria, relativa alla rettifica dei confini tra i comuni
di Grotte e Racalmuto, riguardante il passaggio al Comune di Grotte di
porzione di territorio e di popolazione, facenti parte, a tutt'oggi, del
comune contermine di Racalmuto".
Ormai il processo di indizione del referendum può dirsi avviato, secondo
quanto stabilito con la sentenza n° 2662/10 del TAR Sicilia, dopo il
ricorso, presentato dal Comune di Grotte, che tendeva a far annullare
parzialmente il Decreto Assessoriale n° 1073 del 30 novembre 2009, nella
parte in cui individuava la popolazione chiamata a partecipare alla
consultazione referendaria. Secondo l'Assessorato, tutti i cittadini di
Racalmuto si sarebbero dovuti recare alle urne. Ciò avrebbe determinato il
verificarsi di due ipotesi, entrambe negative. La prima sarebbe stata il
mancato raggiungimento del quorum: sarebbe stato difficile portare alle urne
il 50% più uno dei racalmutesi aventi diritto al voto. Nella seconda
ipotesi, ammesso che si fosse raggiunto il quorum, il risultato sarebbe
stato negativo perché è evidente che i racalmutesi avrebbero espresso parere
negativo alla perdita di parte della popolazione e del territorio.
La sentenza del TAR stabilisce invece che ad esprimersi sia soltanto la
popolazione residente nei territori oggetto di variazione, e ciò comporterà
un risultato rispondente alla reale volontà dei cittadini direttamente
interessati.
Dalla decisione del Giudice Amministrativo ad oggi, vi è stata una ulteriore
istruttoria, da parte dell’Assessorato Regionale, con la quale si è chiesto
un parere all’Avvocatura Distrettuale dello Stato, che ha confermato di non
avere intenzione di opporsi alla sentenza, invitando lo stesso Assessorato
ad emanare un nuovo decreto. Ormai il procedimento per indire il referendum
è già avviato, con la nota a firma del Direttore Generale, dott.ssa
Giammanco.
Questo risultato, frutto di anni di sacrificio, premia l'impegno del Sindaco
e dell'Amministrazione Comunale, ma soprattutto dell'Onorevole Salvatore
Caltagirone, vice sindaco di Grotte, che ne ha fatto un suo preciso impegno
di fronte ai cittadini che ancora oggi sperano, soprattutto i più anziani,
di poter avere la gioia di tornare ad essere legalmente "grottesi".
Che lo siano di fatto non vi sono dubbi. Da Grotte assumono servizi
essenziali quali l’erogazione idrica (della quale il Comune di Grotte paga
la tassa di depurazione), lo smaltimento dei rifiuti, il servizio scuolabus,
l'educazione scolastica, i servizi postali, il supporto parrocchiale e
quanto necessario alla vita sociale. A Racalmuto debbono, invece, rivolgersi
per i certificati anagrafici; di quel Comune risultano essere elettori
(costituendo un piccolo ma determinante "serbatoio elettorale"); sempre alla
"città della Ragione" versano gli oneri di urbanizzazione, rimpinguandone le
casse ma non ottenendo le relative opere necessarie, che dovrebbero
derivarne.
Dichiara il sindaco Pilato: "Da consigliere provinciale, il 3 luglio
1987, sono riuscito a fare votare favorevolmente, adducendo le ragioni -
identiche da allora ad oggi – in tal senso, il Consiglio Provinciale. Altro
allora non potevo fare in quanto la responsabilità passava
all’amministrazione locale. Oggi da Sindaco sono fiero di poter dare seguito
a quella decisione. Oggi la concretezza delle azioni e dell’impegno costante
porta al raggiungimento di questo risultato e l'Amministrazione Comunale di
Grotte, che mi onoro di guidare, sarà attenta affinché l’indizione del
referendum avvenga in tempi rapidi; il risultato odierno ne è la prova".
Se tutto dovesse procedere come previsto, è plausibile che la consultazione
referendaria possa svolgersi entro sei mesi.Carmelo Arnone
15 marzo 2011
© Riproduzione riservata.
Pubblichiamo
a lato la nota dell'Assessorato
Regionale
delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica. |
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14/03/2011 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della
settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.
Periodo di Quaresima
I fedeli sono invitati alla preghiera al digiuno ed all'elemosina. Tutti
i venerdi, astinenza dalla carne.
Mercoledi 16 marzo
- alle ore 08.45, Santa Messa nella chiesa del Purgatorio;
- alle ore 17.00, Santo Rosario e Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo
(1° giorno del Triduo di San Giuseppe).
Giovedi 17 marzo
- alle ore 08.45, Santa Messa nella chiesa del Purgatorio;
- alle ore 17.00, Santo Rosario e Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo
(2° giorno del Triduo di San Giuseppe);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 1°
e 2° anno di cresima (della chiesa Madre).
Venerdi 18 marzo
Venerdi di quaresima: astinenza dalla carne;
- alle ore 08.45, Santa Messa nella chiesa del Purgatorio;
- alle ore 17.00, Via Crucis e Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo
(3° giorno del Triduo di San Giuseppe);
- alle ore 19.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, riunione dei genitori,
cresimandi, padrini e madrine dei giovani del 2° anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo),
in preparazione alla Consegna della Bibbia - domenica prossima -;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a
tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei
genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.
Sabato 19 marzo - Festa di San Giuseppe (Festa del papà)
- le Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo saranno celebrate alle ore
09.00, 11.00 e 18.30 (prefestiva).
Domenica 20 marzo
- alle ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa con la
Consegna della Bibbia ai giovani del 2° anno di Cresima;
- alle ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa "per
famiglie e fidanzati" celebrata dal Presidente del Tribunale Ecclesiastico
dell'Arcidiocesi di Agrigento (e Direttore Diocesano di Pastorale
Familiare). |
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14/03/2011 |
Lettere. La mafia a Grotte e
il silenzio dei troppi; del Dott. Salvatore Filippo Vitello |
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Dott. Vitello
Comizio nel 1958
Carlisi Sindaco
Carlisi Sindaco
Carlisi Sindaco
Agnello nel 1965 |
A distanza di una settimana riceviamo - con piacere - e pubblichiamo
un'altra lettera del nostro concittadino, il dott. Salvatore Filippo
Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme. A fianco alcune
immagini di persone citate nella lettera. Proponiamo, per facilitarne la
lettura, una versione stampabile:
Lettera del dott. Vitello .
***** "Nel documento conclusivo della Settimana Sociale
dei Cattolici Italiani, che Carmelo Arnone ha pubblicato in questo sito, vi
è un capitolo dedicato alla mafia, nel quale si afferma con forza la
necessità della lotta alla mafia comunque denominata ed in ogni area del
paese.
Oggi, da queste colonne, traggo spunto da quella autorevole indicazione,
per lanciare una sfida a tutti noi che abbiamo a cuore le sorti del nostro
paese, che teniamo moltissimo a questo forte legame con la terra d’origine,
per discutere in modo sereno e senza timore della mafia a Grotte.
Cercherò di introdurre l’argomento evitando di far emergere le passioni e
gli umori della cronaca attuale, rievocando nella loro essenzialità alcuni
accadimenti del nostro passato specifico, per come li ricordo e sulla base
di quanto è emerso dai processi celebrati, alcuni oramai definiti con
sentenze passate in giudicato, cercando comunque di rapportare quelle
vicende del nostro territorio ad un contesto più generale.
Parto proprio da quest’ultimo incipit per evidenziare che Grotte è un pezzo
della Sicilia e del sud, che nel tempo non si è rassegnato e che ha vissuto
sempre la tensione per il suo riscatto civile e democratico.
La nostra storia passata è segnata da tante difficoltà, da vicende
drammatiche (il duro lavoro delle miniere, quando si entrava nudi nel
sottosuolo perché era insopportabile la temperatura elevata e la carenza di
ossigeno del sottosuolo e dove si scavava con il piccone), da cadute
amministrative, ma anche da riprese e fermenti.
Una forte spinta innovativa partita dal basso, da una forte presa di
consapevolezza delle persone delle classi sociali più marginali
(bracciantato e zolfatari) ha portato alla vittoria amministrativa di
Salvatore Carlisi Ardicasi eletto sindaco di Grotte, nonostante la forte
opposizione dei potentati locali.
Ardicasi ha rappresentato il superamento di un retaggio storico e sociale
che ha imposto, a Grotte, come in tutto il Sud, un “fossato” tra classe
dirigente “alfabeta” e famiglie di contadini e lavoratori, i quali hanno
sempre impegnato tutto il loro tempo nell’affrontare i problemi di
sopravvivenza, in quello spazio vitale rappresentato dal “dammuso” che era
stalla, stanza da pranzo, stanza da letto, con “rinale”.
Ardicasi rappresentava la vittoria di quelli che non contavano, perché ha
portato nell’amministrazione cittadina gente del popolo (ho visto una
vecchia foto, mi pare su questo sito, dove vi era Ardicasi seduto dietro ad
un tavolo da osteria, ma era il tavolo del sindaco di Grotte, ed accanto
alcuni amministratori, tra cui mio zio Vincenzo Vitello), sconfiggendo per
così dire la borghesia e l’apparato cittadino, e dimostrando che i “fossati”
anche quando si vive in quelle condizioni, è possibile superarli quando il
popolo riesce a trovare una guida affidabile.
Ecco, aggiungo un’altra cosa che riguarda questo tema; in allora, immanente
sempre la presenza mafiosa, Ardicasi e tanti altri non si sono fatti
intimidire.
Ma questi fermenti non si sono consolidati, hanno espresso sì una classe
dirigente di livello ma che non ha saputo o potuto esprimersi in una
leadership duratura. In parte le ragioni sono quelle indicate da Enzo
Napoli, nel suo scritto recente su questo quotidiano, ma in parte sono anche
quelle legate al tipo di società che si è via via sviluppata, tutta
incentrata sui legami di famiglia (il buon partito nel matrimonio), nei
partiti (i tre egemoni dell’epoca, Democrazia Cristina, Partito Comunista e
Partito Socialista, con l’aggiunta dei socialdemocratici e la variabile
PSIUP, rappresentato da Gasparino Agnello, che ricordo con una 500
sgangherata che si annunciava da solo i suoi comizi, scena da Nuovo Cinema
Paradiso), nei rapporti di interessi e di affari.
Tutte queste tre componenti sono state la causa della creazione di una sorta
di limbo sociale che a Grotte ha convissuto (anzi, abbiamo: io non sono
esente, poiché prodotto di quella condizione sociale) con la mafia, che era
esistente nel passato remoto, è stata presente nel passato prossimo e forse
(ma su questo non ho dati aggiornati) è ancora operativa nel presente.
Andiamo per ordine.
Parlo di limbo, richiamando il limbo dantesco. Il luogo delle non scelte.
Nel limbo Dante mette quelli che non sono destinati né all’inferno né al
paradiso, quelli che stanno a metà. Nel nostro limbo possiamo collocare i
tanti che stanno zitti: il silenzio dei troppi.
La questione che oggi pongo è quella di verificare se tutti insieme possiamo
superare quella condizione non tanto virtuale ma disperatamente reale,
chiamata Limbo, prendendo atto dei mutamenti radicali dei nostri stili di
vita e affrontando la questione in spirito di verità e senza timori.
Senza prenderla da lontano, intanto voglio dire che non tolleravo prima e
non riesco a sopportarla tanto più oggi quella situazione che da noi
chiamiamo, nella sua accezione negativa, “rispetto”, per la sua forte carica
di ambiguità.
Il “rispetto” (da qui il proverbio: “lu rispietto è misurato cu lu porta
l’avi purtato”) come parola non viene pronunciata molto ma è richiamata
moltissimo negli atteggiamenti. E’ viva nei modi di rapportarsi, trascina
atteggiamenti e rancori.
L’uso deleterio che la parola ha assunto nel costume grottese (e non solo) è
quello di compiacere la persona da cui ci si attende un vantaggio, una sorta
di interscambio di interessi.
Il “rispettarsi” (così lo descrive don Giacomo Panizza nel libro Qui ho
conosciuto purgatorio inferno e paradiso, dove per Qui è Lamezia Terme)
si mostra con più facce a seconda se è diretto all’amico (a “lu cumpari”,
diciamo in senso buono, perchè poi vi è “lu cumpari” negativo con cui si
fanno accordi criminali), al ricco, al nobile (condizione del passato,
prossimo, oggi da noi pressoché superata), al potente, al mafioso, al
politico.
L’uso del “rispetto” delinea quindi, da un lato, un aspetto dignitoso, direi
di buona educazione, fatta di tradizioni e di valori (il rispetto che si
portavano reciprocamente gli anziani nei loro rapporti sociali, un esempio
di stile eccezionale), e dall’altro uno molto ambiguo, già presente nel
passato, quando il concetto era legato a una sudditanza verso la nobiltà e
verso i ceti più a mezzi (la cosa che ora mi viene in mente è il modo di
relazionarsi dei professionisti di quell’epoca - geometri, medici, avvocati,
notai -, quando si rivolgevano ai poveri contadini con il tu, con un
atteggiamento altero, dall’alto (anzi altissimo) in basso e pretendevano il
voi, con un corredo di attenzioni di dettaglio, quali portare la borsa e
così via).
Oggi nel presente, con il superamento di quei modi borbonici, bisogna capire
se è ancora attuale la parola “rispetto”, perché, nel rispondere
positivamente, aggiungo che oggi come ieri il “rispetto” era anche quello
rivolto al “mafioso”.
Nel Giorno della Civetta di Leonardo Sciascia, soprattutto nel film,
si vede bene questo concetto di “rispetto” rivolto al capitano che comanda
la compagnia dei carabinieri ma rivolto anche al capomafia del posto. Ebbene
questa equazione deve essere distrutta. Il capomafia non merita nessun
“rispetto” è questo il concetto che voglio con forza esprimere.
Per entrare nel concreto, bisogna necessariamente riportarsi alle
dichiarazioni rese nei vari processi riguardanti vicende criminali di
grottesi, per come sono state riportate dai quotidiani locali.
Dagli atti dei vari processi che hanno riguardato l’omicidio di due
cittadini di Grotte, conclusosi mi pare anche in Cassazione, con l’ergastolo
ad un altro grottese, Vincenzo Licata, quale mandante del duplice omicidio,
ma anche da altre vicende di mafia venute alla luce a seguito della
collaborazione di tale Di Gati di Racalmuto, mi pare che siano emerse le
seguenti verità processuali:
- A Grotte era presente
un referente di cosa nostra, che prima del Licata Vincenzo era lu zi Pepè
Chiarenza. Su questo punto bisogna ricordare che lu zi Pepè Chiarenza era
stato sottoposto alla misura di prevenzione antimafia insieme a tanti altri
di Grotte, con obbligo di soggiorno in un paese del Nord-Italia. Alcuni dei
soggetti inviati al Nord poi vi sono rimasti e pare che si siano integrati
molto bene ed onestamente in quei paesi; con quelle misure si è
sostanzialmente colpita una mafia per così dire marginale, di natura
prevalentemente agricola-pastorizia, anche se lo zi Pepè Chiarenza era un
dipendente comunale, con il ruolo di capo dei netturbini, pur non avendo mai
utilizzato la ramazza, ma questo fatto delle mansioni negli uffici pubblici
non corrispondenti ai reali compiti è questione non locale ma nazionale;
- Ma il Chiarenza (che
ricordo benissimo e che perfino io, che oramai ho una certa consuetudine a
praticare simili persone, ho difficoltà a ritenerlo mafioso) a causa della
sua età non era più adeguato al ruolo, da qui l’ascesa del Licata e del suo
amico Aquilina Giovanni;
- Parrebbe, inoltre, che
alcuni giovani, irretiti non si sa da che, facessero a gara per entrare
nelle grazie del Di Gati e quindi in cosa nostra, ed hanno cercato di
dimostrare la loro adeguatezza criminale prestandosi ad alcuni crimini di
basso profilo e soprattutto assumendo un ruolo di pretoriani dell’“onore”
dei loro capi (chi ne parla male viene punito con azioni di danneggiamento).
Mi pare che, sulla base di questa sintetica scheda, sia più che sufficiente
per dire che a Grotte abbiamo convissuto con la mafia.
Ed allora, se così è, le domande sono:
- Perché non se ne parla;
- Perché le varie
amministrazioni non si sono costituite parte civile nei vari processi
di mafia che riguardano vita sociale e sicurezza del paese;
- Perché si è attenuato
il controllo sociale della comunità, che avrebbe dovuto emarginare queste
persone, tenere alla larga e non lusingare con il c.d. “rispetto”.
Ecco queste domande esigono risposte da tutti.
Io, per ora mi limito ad alcune considerazioni.
Grotte non ha avuto nel passato associazioni mafiose, ma ha avuto uomini di
mafia.
La storia recente è diversa, visto che è stata data ospitalità a Brusca
(elemento di spicco dei corleonesi) e considerato il ruolo rivestito in cosa
nostra agrigentina da Licata ed Aquilina.
La mafia del passato era fondata su legami familiari strettamente annodati
da vincoli di parentela con propaggini sulla politica locale. Non sono
infatti mancate intimidazioni di stampo mafioso in qualche comizio politico
negli anni della presenza ardicasiana. Ardicasi raccontava di tali fatti nei
pubblici comizi, che attiravano sempre tanta gente. Si è vero, pur se mezzo
analfabeta, Ardicasi era una sorta di demiurgo, e questo fa ancora di più
onore alla sua grande intelligenza.
Le “aggregazioni” politiche sono cresciute in conformità alle indicazioni
dei partiti nazionali (quelli prima indicati, con l’aggiunta dei
socialdemocratici di Salvatore Caltagirone: ricordo la felicità di quel
piccolo gruppo quando venne eletto Saragat Presidente della Repubblica,
davanti al bar di Vicienzu Muzzuni, tempi davvero mitici), e quindi in base
agli schieramenti di allora.
Le famiglie dominanti, formate dal ceto borghese (commercianti e benestanti)
e professionale, da una parte, si sono aggregate in relazione ai poteri
pubblici condivisi, mentre, dall’altra, le famiglie meno abbienti, a parte
il fenomeno Ardicasi, sono state attratte ora dalle aggregazioni politiche
dominanti ed ora da quelle di opposizione che avevano un caratterizzazione
sociale più marcata, pur se tagliate trasversalmente dalla classe borghese,
di tipo mercantile, che si distribuiva in entrambe le formazioni.
In questo processo aggregativo un peso fondamentale nelle scelte di
appartenenza è stato il vantaggio personale, da identificare nella ricerca
di un posto sicuro nel comune e negli enti locali o banche, che la classe
dominante dell’epoca ha saputo equamente distribuire.
Non è pero mancata la visione ideologica, che ha dato luogo a veri e propri
scontri, soprattutto in periodo elettorale, fra le diverse aggregazioni.
A parte le amministrazione immediatamente successive al secondo dopoguerra,
la classe dirigente locale successiva non mi pare abbia avuto commistioni di
tipo mafioso. E questo è un bene che ci consente di andare a testa alta.
Specie se si considera quello che è avvenuto nei territori limitrofi e in
tutta la realtà isolana, dove si sono accertate collaborazioni diffuse tra
ceto politico e mafia e alleanze nelle diverse amministrazioni degli enti
pubblici, come dimostrano i numerosi scioglimenti di consigli comunali (il
nostro non è mai stato sciolto per mafia e questo vuol dire qualcosa di
positivo).
Mi chiedo, per collegami con Enzo Napoli sulla situazione di diffusa
criminalità attuale, se tutto ciò può avere riflessi nella situazione di
ordine pubblico attuale. Abbozzo un’ipotesi, che appunto è solo un’ipotesi,
non avendo elementi per sostenerla, se non sul piano della esperienza e
della deduzione logica.
Normalmente nelle dinamiche di natura mafiosa vi è un capo (con diversi
livelli di comando, secondo una certa gerarchia interna) e i gregari, ossia
i “lavoratori” (termine usato dai delinquenti, che considerano il delitto un
“lavoro”) del crimine.
Ora, se viene meno il “capo” i lavoratori agiscono in ordine sparso,
delinquono per l’utile immediato, o per acquistare una supremazia nel
gruppo. Si tratta di manovalanza che non ha più una guida, di sbandati del
crimine che mancano delle più elementari regole di vita civile.
Se questa ipotesi dovesse confermarsi nei fatti, questa delinquenza diffusa
deve essere immediatamente debellata, con le denunce, l’emarginazione e
l’esempio, prima che si strutturi in una pericolosa organizzazione criminale
che distrugga quel che resta del tessuto sociale del paese.
Sì con l’esempio, che è fatto di meno apparenza e di più sostanza e con
l’uscita dalla latitanza del silenzio, facendo quando occorre nome e cognome
e soprattutto pretendendo con forza più attenzione dalle autorità cui è
demandato il compito della sicurezza.
La comunità deve reagire unita. Ne va della sua stessa sopravvivenza.
Bisogna avere il coraggio di denunciare queste persone. Devono sentire il
peso e la disapprovazione della comunità. Devono però avere la
consapevolezza che le regole di vita civile sono una cosa seria, e questa
nuova dimensione deve provenire dalle persone oneste, che devono sforzarsi
per prima di osservare loro stessi alcune norme fondamentali e pretenderne
in modo fermo e deciso l’osservanza (e quando occorre la punizione per chi
li viola).
Anche le istituzioni locali devono fare la loro parte. Il segno primo e
visibile dell’istituzione nella comunità è il comune. E’ importante dare
efficienza alla macchina amministrativa del comune. La gente se ha un
problema deve trovare un interlocutore immediato, altrimenti si demotiva e
perde fiducia. Quello più prossimo (ma non il solo) deve essere il suo
amministratore, il suo consigliere comunale, il dipendente del comune, che
non deve fargli pesare la risposta, perché è pagato dalla comunità per
fornire un servizio.
Il comune deve poi avere una funzione di avanguardia per la tutela della
comunità.
Deve raccogliere e catalizzare tutte le forze vive del paese (sono belli gli
esempi dell’associazionismo presente nel territorio) per orientare tutti al
bene comune.
Vedo nell’immediato che è possibile dare un segno in questo senso.
Il comune è chiamato ad utilizzare per finalità sociali i beni confiscati
con le leggi antimafia. A Grotte è stata confiscata la villa di Licata
Vincenzo; come il Comune pensa di utilizzarla?
In Calabria operano tante associazioni antimafia del tipo di Libera
di Don Ciotti, oltre alla stessa Libera.
I Comuni sono soliti affidare a loro i beni confiscati con le legge
antimafia, alle varie associazioni che operano nel contrasto alla mafia ed
all’illegalità.
Nel mio circondario, per esempio, è presente un prete di Brescia che agisce
con molta capacità nell’ambito sociale. Si chiama don Giacomo Panizza, è
stata presentato in televisione da Saviano nella trasmissione con Fazio. Don
Giacomo ha avuto affidati i beni (case e terreni) confiscati ad una efferata
famiglia mafiosa del lametino (i Torcasio). Don Giacomo con la sua Comunità
Progetto Sud, ha su quei beni, costruito, pian piano, un altro modo
di abitarli: insieme con un gruppo di persone, abili e disabili, ha
realizzato dei luoghi di accoglienza, impegnandosi nel cambiamento di un
territorio dove è ancora difficile parlare di diritto, chiederne il
riconoscimento e ottenerne l’affermazione. Sta facendo uno splendido lavoro
con i giovani e le famiglie.
Dico io, perché non provarci anche a Grotte, coinvolgendo anche la chiesa,
specie in un momento così favorevole con un Vescovo cosi eccezionalmente
entusiasta di vivere in mezzo alla gente.
Miei cari amici non bisogna perdere tempo. Rimbocchiamoci le maniche e
vediamo casa s’ha da fare.
Qui non è più tempo di analisi storiche o di inaugurazioni di questa o
quella iniziativa. Vogliamo e dobbiamo pensare al nostro riscatto civile ed
allora incominciamo la nostra autoanalisi e riprendiamoci il nostro
prestigio (che è cosa diversa dal “rispetto”) per restituire ai grottesi
l’orgoglio sottratto da quelle disgraziate vicende, anche per trovare
percorsi utili al recupero di quei giovani che, attratti dai modelli
apparentemente vincenti (lusso sfrenato, macchine e moto di grossa
cilindrata, belle ragazze e quant’altro) pensano alla ricchezza del momento,
che, senza sacrificio, può derivare solo da scelte criminali, che traggono
risorse dalla droga, della quale si diventa comunque schiavi, avviandosi
verso una strada di totale autodistruzione (per dirla tutta: si finisce
morti per dorga o ammazzati dalla concorrenza criminale o in galera).
Miei cari compaesani vogliamo volerci di più bene? Se la risposta è
positiva, parliamone".
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Salvatore
Filippo Vitello |
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13/03/2011 |
Società. La riforma delle
istituzioni politiche, tra gli argomenti della Settimana Sociale dei
Cattolici Italiani |
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Leggi il Documento |
Lo scorso 2 febbraio, il Comitato Organizzatore ha approvato
il Documento Conclusivo della 46^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani,
svoltasi al Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre 2010.
Numerosi e molteplici gli spunti di riflessione proposti dal documento. Ne
riportiamo alcuni (il grassetto è a cura della nostra redazione), lasciando
ai lettori la possibilità di leggere il testo che pubblichiamo in versione
integrale.
Sui nuovi mezzi di comunicazione.
"È
stato ripetutamente sottolineato il ruolo dei media come ambito che,
di fatto, costituisce un luogo di educazione informale che permea la
società, rivolgendosi tanto alla fascia giovanile che a quella adulta.
Con particolare riferimento alla televisione e a internet, è stata
sottolineata la prevalente negatività dei modelli proposti e la necessità di
un codice etico di riferimento che non penalizzi le grandi potenzialità di
cui sono portatori".
Sulla riforma delle istituzioni politiche.
"È stata
particolarmente apprezzata la scelta di dedicare un capitolo dell’agenda e
una sessione tematica della Settimana Sociale al tema del completamento
della transizione e della riforma delle istituzioni politiche. Il tema è
stato affrontato in un confronto franco e condiviso. In particolare i
giovani si sono schierati in modo chiaro contro “lo stare fermi per paura” e
contro il ritiro dalla politica, affermando un impegno direttamente
collegato con la scelta della fede.
Fortemente condivisa è la
necessità di completare la transizione politico-istituzionale, perché il
rischio è veder progredire i ricchi e i capaci e lasciar indietro i poveri,
i giovani o i non qualificati. Occorre salvaguardare la democrazia:
interessano riforme che mettano al centro i cittadini-elettori, che ne
facciano i decisori finali della competizione propria della democrazia
governante. Sulla scorta di questa forte opzione democratica, sono stati
individuati quattro punti e prioritari: due problemi – la democrazia interna
ai partiti e la lotta alla criminalità organizzata – sono stati affiancati
ai due già presenti nel documento preparatorio: la legge elettorale/forma di
governo e il federalismo.
Serve una decisa spinta
verso una maggiore democrazia nei partiti. Come sosteneva già don
Luigi Sturzo, c’è bisogno di una legge – coerente con i correttivi che vanno
apportati alla legge elettorale e alla forma di governo – che disciplini
alcuni aspetti cruciali della vita dei partiti, prevedendone la
pubblicità del bilancio e regole certe di democrazia interna.
In maniera altrettanto
convinta ci si è pronunciati per la revisione della legge elettorale a tutti
i livelli e per tutte le istanze. Occorre dare all’elettore un reale
potere di scelta e di controllo. Bisogna anche affrontare la questione del
numero dei mandati e dell’ineleggibilità di quanti hanno pendenze con la
giustizia.
Il nodo della forma di
governo è stato affrontato in coerenza con la richiesta di restituire il
potere di scelta ai cittadini-elettori. Non è sfuggito il rilievo
costituzionale del tema. La Costituzione italiana è frutto di
un’esperienza esemplare di alto compromesso delle principali culture
politiche del Paese. Eventuali modifiche non devono stravolgerne l’impianto
fondante, definito anzitutto nella prima parte".
Sulla lotta alla mafia.
"Ai temi sopra enunciati
– la centralità decisionale dei cittadini nei momenti cruciali della vita
democratica e il federalismo sussidiario bilanciato da un esecutivo
nazionale più forte – si è voluto aggiungere un ulteriore punto
dell’agenda: la lotta alla mafia in tutte le sue denominazioni e in ogni
area del Paese. Tale lotta va accompagnata da una coerente azione educativa
e dotando l’amministrazione giudiziaria delle risorse atte a favorire la
certezza del diritto.
Le parole pronunciate
da Giovanni Paolo II contro la mafia nella Valle dei Templi presso Agrigento
il 9 maggio 1993 e il gesto di ossequio al sacrificio di Giovanni Falcone
compiuto a Capaci da Benedetto XVI il 3 ottobre 2010 sono memoria ecclesiale
di tutta la Chiesa, che diviene matrice di una comune avventura civile.
I grandi testimoni contemporanei della Chiesa meridionale, come don Pino
Puglisi, Rosario Livatino e altri, appartengono all’intera comunità
ecclesiale. Nella società italiana esiste oggi un tessuto di associazioni e
di movimenti ecclesiali, di realtà di ispirazione cristiana, cioè un ricco e
variegato movimento cattolico che conosce e persegue in modo responsabile il
nesso tra Italia e bene comune e le sue condizioni".
Sugli esempi di giovani forti e liberi.
"I cambiamenti e le
riforme essenziali al Paese sono molto urgenti e non consentono dilazioni.
Essi richiedono un’altissima concentrazione di capacità e di energie, che
soprattutto i giovani possono garantire. Servono i giovani, proprio perché
c’è poco tempo. Servono giovani forti, liberi, spiritualmente formati
anche da un’ascesi profonda, come lo furono in altre stagioni Armida
Barelli, Piergiorgio Frassati, Alberto Marvelli, Salvo D’Aquisto e Rosario
Livatino: saldi e radicati in Cristo. Servono giovani che un’efficace
trasmissione tra generazioni ha reso familiari alla preghiera e allo studio,
all’azione e al sacrifico, alla disciplina, educati e temprati al senso di
giustizia e al coraggio, all’umiltà e alla generosità".
Documento Conclusivo della 46^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
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13/03/2011 |
Comune. Incontro-dibattito di
apertura delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia |
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Manifesto |
Mercoledi 16 marzo, alle ore 19.00 nella sala consiliare del
Comune di Grotte, avrà luogo un incontro-dibattito sul tema "Con sentimento
unitario e di condivisione dell'Unità Nazionale".
L'iniziativa è preludio alle manifestazioni celebrative che
l'Amministrazione Comunale, in collaborazione con tutte le associazioni
culturali presenti sul territorio, hanno in programma di realizzare.
Tra le iniziative previste, e rinviate in attesa di più favorevoli
condizioni climatiche, un convegno ed una "notte tricolore", durante la
quale una serie contemporanea di azioni sceniche, multimediali, pittoriche,
espositive, musicali, coreutiche ed interpretative, imperniate sul senso
delle celebrazioni per l'Unità d'Italia, costituirà un evento eccezionale ed
unico nell'ambito provinciale. |
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13/03/2011 |
Lettere. "Affermare un
rapporto etico con l'ambiente"; di Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Direttore,
fa bene l'assessore Castronovo a farne una questione personale.
E' necessario riconsiderare la nostra identità in termini più ampi, capace
di includere anche l'ambiente in cui viviamo. Sono convinta che ritrovare
attenzione, rispetto e amore per l'ambiente può solo ridare senso, integrità
e direzione alla nostra vita.
E' arrivato il momento di affermare un rapporto etico con l'ambiente:
assumersi una responsabilità, che non vuol dire salire a bordo di una nave
di Greenpeace. Per innescare un cambiamento profondo, per poterlo
realizzare, basta la coerenza unita all'esempio.
Pensiamo a quante cose conosciamo senza che nessuno ce le abbia mai dette:
le abbiamo apprese attraverso l'esempio di chi ci sta accanto. L'educazione
ambientale non fa eccezione. Non si fa passare un messaggio eco a
parole se non è seguito da comportamenti coerenti. Chi predica bene e
razzola male non è credibile.
Ognuno di noi può fare qualcosa, se lo vuole davvero e non è disposto a
rassegnarsi allo stato delle cose".
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Silvia Carli |
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12/03/2011 |
Lettere. "Uno squarcio di
quei fermenti giovanili"; di Venerando Bellomo |
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Vedi il M.A.C. |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
con piacere ed interesse ho avuto modo di apprezzare, in questi ultimi
giorni, le lettere che si sono intersecate sul "Quotidiano". Quasi che il
dott. Vitello, il dott. Carlisi ed Enzo Napoli, abbiano dato la stura a far
ritornare alla memoria "antichi" discorsi che piacevolmente animavano le
serate dell'Azione Cattolica, che in quegli anni frequentavamo tutti: un
caleidoscopio di ricordi, di fotogrammi e di volti.
Ho pensato che i pregevoli scritti abbisognavano anche delle immagini, che
facessero vedere alle nuove generazioni almeno uno squarcio di quei fermenti
giovanili che animavano la vita cittadina. Così, mi sono dato alla "ricerca"
e l'amico Prof. Giuseppe Napoli, che ringrazio per la disponibilità, mi ha
inviato questa bella foto.
Spero proprio che il discorso continui e gli scambi epistolari servano ad
animare le non sopite coscienze.
Augurandoti buon lavoro, ti saluto cordialmente". |
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Venerando Bellomo |
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Nell'immagine a lato il "M.A.C." (Movimento Artistico Culturale), attivo a
Grotte nella metà anni Settanta.
Nella foto: Pina Infantino, Peppe Chiaromonte, Peppe
Sciascia, Enzo Bellavia, Peppino Mulè, Salvino Tascarella, Gianni Costanza,
Franca Vassallo, Armando Caltagirone, Dominique Terrana, Pino Lo Presti,
Pino Morreale, Andrea Infantino, Irene Spoto, Giovanna Spitaleri, Gaetano
Todaro, Luisa Tascarella, Franco Tirone, Giuseppe Napoli, Antonio Morreale,
Arethina Costanza, Nino Vassallo, Pierino Brucculeri, Franco Tirone, Gianni
Cipolla, Totò Bellavia, Mimmo Puglisi, Rosario Alaimo Di Loro, Antonio
Vitello, Anna Morreale, Silvana Morgante, Filippo Vitello e Vincenzina
Russello. |
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12/03/2011 |
Lettere. Al coordinatore di
"Orizzonti" Rino Agnello; da Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Guardandosi attorno c'è poco da stare allegri: corruzione, povertà,
disprezzo per le regole, valori capovolti. E soprattutto un futuro che è
difficile immaginare migliore e diverso rispetto a oggi.
Lei parla di problemi che tutti gli adulti conoscono, e cioè quelli che
questa società l'hanno creata. Quindi, di per sè, si tratta di una
dichiarazione di colpa, perchè non siamo stati all'altezza del compito che
ogni generazione ha: creare un mondo che abbia senso trasmettere ai propri
figli e nipoti.
Però, la mia sensazione è che, al contrario di qualche anno fa, ci sentiamo
tutti più responsabili. Sentiamo i problemi della nostra società come
attuali e di tutti. Credo che dipenda dal fatto che oggi c'è un enorme punto
interrogativo sul futuro, che viene avvertito come parte dell'avvenire
collettivo.
E siccome il futuro collettivo è incerto, allora anche il mio viene messo in
discussione. Per questo è aumentato il senso di responsabilità e anche la
partecipazione.
Lei sembra voler iniziare un processo culturale di consapevolezza del
proprio potere e della propria capacità di incidere. Una strada lunga dove
ognuno deve metterci del suo, perchè altrimenti bisognerebbe smetterla di
lamentarsi per questo e per quello.
Trovo il suo " Orizzonte", pieno di suggestione di energia.
Auguri". |
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Silvia Carli |
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12/03/2011 |
Informatica. Un software
utile per il gioco a pronostici; di Giuseppe Rizzo |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Ciao Carmelo,
innanzitutto colgo l'occasione di questo mio articolo per esprimerti
rispetto, amicizia ed apprezzamento per il tipo di giornalismo che fai e che
giudico essere molto professionale, preciso, super partes, aperto ai diversi
contributi e libero da condizionamenti. Complimenti davvero!!!
E' con vivo piacere che ti scrivo perché è da un po’ di tempo che non ci
sentiamo. Sono stato impegnato col lavoro e con la famiglia, ma non ho mai
perso l'abitudine di aprire una finestra sul nostro paese consultando le
pagine web del prezioso Grotte.info.
Come avrai notato, non ho più sentito il desiderio di scrivere qualcosa per
la rubrica "L'angolo della tecnologia": in fondo, Internet offre più
opportunità di lettura e di apprendimento nel capo della tecnologia di
quante ne potevo offrire io!!! Aggiungo anche, mi sarà consentito, che
scrivere per poi sentirsi dire da qualche lettore pignolo che ciò che scrivi
"pecca" di originalità non fa certo piacere (tra il "fare" e il "non fare"
io preferisco sempre la prima...). Comunque, va bene lo stesso...
Leggo quotidianamente sul sito degli ottimi interventi (non ultimo quello
del dott. Vitello, che non ho il piacere di conoscere personalmente, ma che
certamente "onora" il nostro paese per quello che ci ha ricordato e
soprattutto per la professione che esercita).
Vorrei continuare a dare il mio modestissimo contributo a Grotte.info,
magari senza una prefissata cadenza temporale, ma con un obiettivo preciso:
fornire un supporto tecnico nel settore "software, utilities ed applicazioni
web" (settore in cui opero quotidianamente) a tutti coloro che ne avessero
la necessità.
In quest'ottica vorrei cominciare con un piccolo "regalo".
Cari lettori ed appassionati, ricordate la schedina del Totocalcio? La corsa
al famoso "13"?
Un po’ di tempo fa, la maggior parte dei giocatori che puntavano sui
concorsi a pronostici si orientavano sul Totocalcio, organizzandosi anche in
veri e propri gruppi che settimanalmente sognavano di "acchiappare" il "13",
ovvero di azzeccare i 13 pronostici della schedina legati alle partite di
calcio.
I più esperti si affidavano a programmi di calcolo in grado di elaborare dei
"sistemi di gioco" capaci di aumentare la probabilità di vincita.
Ricordo ancora i miei anni da studente in cui, insieme agli amici di sempre,
giocavamo al Totocalcio con lo scopo ovviamente di vincere, ma anche di
divertirsi nella sfida dei pronostici, per poi prendersi in giro sugli
eventuali errori commessi.
La capacità attrattiva di questo famoso gioco a pronostici è andata via via
diminuendo negli anni, a vantaggio di altri tipi di gioco più allettanti (Superenalotto,
Lotto, Gratta e Vinci e tanti altri ancora), seguita parallelamente dalla
crescita delle società di scommesse (quelle riconosciute dallo Stato).
Per chi come me insieme a tanti altri è rimasto appassionato del mondo del
calcio, l'alternativa al Totocalcio è stata la cosiddetta "scommessa",
ovvero una schedina costituita da un certo numero di pronostici su diversi
eventi sportivi (non necessariamente legati al calcio).
I più esperti sanno che la "scommessa" consente al giocatore di stabilire a
priori quanto si vuole aspirare a vincere (entro certi limiti stabiliti
dalla società di scommesse) in base alla somma in Euro scommessa, al numero
di eventi sportivi pronosticati e, soprattutto, alla probabilità legata ad
ogni pronostico espresso dal giocatore. Dunque, per sapere l'importo
dell'eventuale vincita legata alla "scommessa" è necessario effettuare un
calcolo che "apparentemente" risulta essere semplice (prodotto fra l'importo
scommesso in Euro e le quote di tutti gli eventi sportivi pronosticati nella
schedina), ma che in realtà tiene conto di altri fattori complessi.
In quest'ottica sono lieto di fornire, a tutti coloro che ne avessero la
necessità ed a titolo gratuito, un piccolo e modesto strumento di calcolo
della "scommessa", ovvero ProScom ver3.0.
Si tratta di un semplice foglio .xls, funzionante su qualsiasi computer che
abbia uno strumento office, capace di calcolare, inserendo i dati necessari,
l'importo dell'eventuale vincita legata alla "scommessa".
Per quanto concerne le corrette modalità di utilizzo di ProScom ver3.0 vi
rimando alle immancabili istruzioni per l'uso.
Naturalmente scrivetemi per qualunque ulteriore chiarimento sul corretto uso
di ProScom ver3.0.
Compatibilmente con i miei impegni di lavoro e con lo spazio che mi sarà
gentilmente concesso su Grotte.info, a tutti coloro che fossero interessati,
dico che sono disponibile a fornire il mio contributo tecnico per sviluppare
delle soluzioni software utili per la propria attività, così come delle
applicazioni (siti web, strumenti gestionali) basate su Internet.
In conclusione, volevo fare alcune considerazioni che ritengo di primaria
importanza.
Giocare (ovvero scommettere sullo sport) deve essere solo un "passatempo" e
NON un vizio, un'attività a tempo pieno o, peggio, un modo per sperperare i
propri risparmi.
Giocare (ovvero scommettere sullo sport) diventa un sano "passatempo", a mio
parere, quando si gioca non frequentemente, ci si limita nell’importo da
scommettere e soprattutto quando la "scommessa" rappresenta un modo per
divertirsi insieme agli amici e per seguire lo sport.
Saluti". |
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Giuseppe Rizzo (mail:
pepriz@tin.it) |
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ProScom 3.0 istruzioni
ProScom 3.0 |
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12/03/2011 |
Ecologia. "Vanno a ruba" i
nuovi cestini portacarta |
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Vedi le foto |
Ne fa una questione personale. Da quando ha ricevuto la
delega all'Ambiente e Verde Pubblico, l'Assessore Piero Castronovo non ha
trascurato uno solo degli aspetti riguardanti le attività da intraprendere,
mettere in atto, i lavori da rimodulare al fine di rendere il paese di
Grotte ancora più pulito. E ciò, malgrado le continue interruzioni della
raccolta della spazzatura da parte del personale dell'ATI (Associazione
Temporanea di Imprese) ISEDA, o le chiusure della discarica di Siculiana da
parte della ditta Catanzaro. E' una gatta da pelare, questa delega, e
l'Assessore lo sa bene. Lui è il punto di riferimento per i cittadini, il
parafulmine destinato a ricevere gli strali della sua gente, per i
disservizi causati da altri (ormai è noto che la raccolta e lo smaltimento
dei rifiuti solidi urbani non è più competenza diretta dei Comuni). Lo
sa e non si tira indietro, infatti afferma: "Nonostante quello che
possano pensare i cittadini, se riuscirò a rendere Grotte più pulita ed
ordinata, sarà una soddisfazione che da sola mi ripagherà di tutti i
sacrifici". Intanto ha rimodulato il programma di spazzamento manuale,
dando priorità al centro abitato (ma continuando a tenere sotto controllo la
viabilità extraurbana), nel quale sono state incluse Via Madonna delle
Grazie, Viale Matteotti, Largo Pagano, Piazza Renzo Collura, Via Roma, e dal
Bar Italia sino alla stazione ferroviaria. Ha modificato, adattandolo alle
specifiche necessità emergenti, lo spazzamento meccanizzato. Ha provveduto a
far diserbare e ripulire Via Madonna delle Grazie (dall'ingresso lato
Agrigento sino al Boccone del Povero), la Villetta Salvaggio, un primo
tratto del Viale Matteotti, il campo sportivo, Via Ugo Bassi, Via Velina e
via Comaschi. Nel prosieguo dei lavori, l’Assessore si è personalmente
premurato di contattare i privati cittadini, dalle cui proprietà
debordavano, nella pubblica strada, siepi, cespugli e rovi, invitandoli con
il consueto tatto a provvedere al relativo taglio. L'opera di discerbamento
continuerà sino a quando verrà effettuata la pulizia di tutte le vie urbane
e di tutti gli spazi di verde pubblico.
Per rendere più semplice il mantenimento della pulizia dei luoghi
maggiormente frequentati dai cittadini, in particolare dai giovani, ha
provveduto a far installare, ad integrazione dei raccoglitori già esistenti,
nuovi cestini portacarta. Si possono trovare: due davanti la Villetta "N.
Green", vicino al rifornimento Agip, di fronte Costanza Gioielli, davanti al
Bar Portobello, otto lungo il Viale della Vittoria, tre all'interno del
plesso scolastico "A. Roncalli", di fronte al Municipio, due accanto al
gazebo del Bar Diana, di fronte al Purgatorio, due in Piazza Marconi, di
fronte ai bagni pubblici, accanto al Bar Bonsignore, accanto Cartostyl,
quattro nella Villetta Belvedere, all'ingresso ed all'interno della stazione
ferroviaria, accanto la cappelletta “ Ecce Homo”, cinque nei vari ingressi
del cimitero. Ulteriori installazioni sono previste presso il Calvario e
nella Villetta San Rocco.
Un caso a parte è rappresentato da altri due cestini portacarta. Erano
posizionati accanto all'ingresso della scuola dell'infanzia di Via Europa e
all'ingresso della villetta di fronte la stessa scuola. Erano, appunto,
perchè non ci sono più. Non sono stati vandalizzati, come si potrebbe
sospettare; semplicemente sono stati asportati. Qualcuno si è premurato
diligentemente di svitarne i bulloni e di "farsene carico". Che fossero
utili non c'è dubbio, e neanche che fossero eleganti. Era impensabile, però,
che "andassero a ruba". Viene da chiedersi dove l'ignoto asportatore abbia
intenzione di porli ed a quale scopo utilizzarli; riconoscibili come sono, è
difficile che possano passare inosservati anche all'occhio più distratto.
L'Assessore promette che i cestini portacarta saranno rimpiazzati e che
saranno poste in essere tutte le iniziative atte a prevenire ulteriori furti
e ad individuare, qualora possibile, l'autore del reato. L'invito finale che
rivolge fiducioso ai suoi concittadini, è quello di collaborare a rendere
più pulito il paese, anche attraverso l'utilizzo (preferibilmente in loco)
dei nuovi cestini portacarta.
Carmelo Arnone
12 marzo 2011
© Riproduzione riservata.
Pubblichiamo
le immagini dei cestini portacarta
(40 foto di © Associazione Culturale "Punto Info").
Vedi i nuovi cestini portacarta
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Piero Castronovo |
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11/03/2011 |
Lettere. "Il Dottor Vitello
ricorda a tutti che bisogna essere grati"; da Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Non so voi,
ma io ho provato un’emozione fortissima nel leggere la lettera del Dottor
Vitello. Mi ha commossa.
Con le sue parole è riuscito ad attraversare città e barriere temporali, ed
è arrivato a noi e alle tante persone uniche e straordinarie che ha
incontrato nel corso della sua vita. Descritti con una tale intensità e una
precisione folgorante, da penetrare nel presente. Le sue parole scorrono su
memoria, incontri e frammenti di vita, con una soffusa, delicata malinconia.
Con tenerezza. Con giocosità.
Il Dottor Vitello ricorda a tutti, che bisogna essere grati a chi ha
condiviso un pezzo di strada con noi e che c'è una qualità dello stare nella
vita che riguarda proprio la nostra capacità di provare gratitudine.
Purtroppo è una parola che ormai viene usata raramente. Eppure esistiamo
grazie a ciò che ci viene dato, prima dai nostri genitori, poi dalle persone
che incontriamo sulla via: insegnanti, amici, ecc... Non necessariamente
belli, comodi e gentili, non sempre facili e accomodanti, ma sempre
indispensabili per crescere.
Grazie Dottor Vitello.
Fa bene all’anima imbattersi in persone così belle, che dedicano tempo ed
energia perchè il mondo sia un po’ più come tutti lo vorremmo: rispettoso
delle leggi e delle sue creature. La sua lettera infonde una rinnovata
fiducia nelle nuove generazioni. Speriamo che sia contagiosa.
E’ bene ricordarci un dato di fatto importante ma chissà perchè nella
maggior parte dei casi, tendiamo a dimenticarcene: la vita, la nostra vita è
ora. E, salvo prova contraria, ne abbiamo una sola. Non sprechiamola. Diamo
sempre un senso etico a quanto facciamo. Anche perchè, come dice il
personaggio del vecchio filosofo ebreo nel film "Crimini e misfatti" di
Allen: "Ciò che resta di noi, alla fine dell’esistenza, sono le scelte
che abbiamo fatto".
E allora dai, mettiamoci d’impegno". |
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Silvia Carli |
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11/03/2011 |
Lettere. "Grazie a Filippo per
le emozioni che ci ha concesso di rivivere"; dal Dott. Antonio Carlisi |
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Dott. Carlisi |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro
Carmelo,
in questi giorni ho letto e riletto la lettera del nostro concittadino Dott.
Salvatore Filippo Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme,
pubblicata sul sito in data 7 marzo 2011.
Si tratta di un “monumento d’amore” rivolto al Paese natio, che
sgorga dal cuore di una persona che mai ha rinnegato le proprie radici, che
anzi da queste ha tratto quella linfa, fatta di dedizione, sacrificio ed
intelligenza, che gli ha consentito di occupare meritoriamente, prestigiosi
incarichi istituzionali, espletati con genuino senso del dovere e con
generale apprezzamento.
Il tutto, frutto di un lavoro compiuto con grande preparazione, con
cristiano servizio e con profondo senso della missione da compiere:
AMMINISTRARE LA GIUSTIZIA.
Una lettera che vuole trasmettere a tutti noi, una iniezione di speranza, di
presa di coscienza delle nostre capacità di siciliani, chiamati a riscoprire
le energie che sono sicuramente presenti in noi stessi.
Io ho recepito le considerazioni fatte dal Dott. Vitello, come una sorta di
invito, di chiamata ad una grande “ALLEANZA SOCIALE” per costruire il futuro
di queste nostre “contrade” ricche di tante potenzialità, all’insegna della
riscoperta della nostra identità e del nostro impegno, vissuti nella
dimensione della legalità e della solidarietà.
In una parola, c’è un invito forte a credere in questa terra, difficile da
rappresentare correttamente, ma certamente capace di auto-organizzarsi per
andare avanti secondo una logica di proficuo sviluppo.
Sì, Dottore Vitello, nel nostro passato c’è un grande futuro: è vero,
occorre soltanto creare la consapevolezza che siamo una comunità, fatti
tutti della stessa “pasta”.
La “pasta” dell’intrapresa, della sana aspirazione, della fiducia in noi
stessi, respingendo le demagogie, i veleni e le bieche tentazioni
dell’arrivismo.
Grotte possiede un tale patrimonio di civiltà, di esperienza e di saggezza
che gli può consentire certamente di guardare avanti, e raggiungere
traguardi ambiziosi, seguendo il metodo del costante ed onesto impegno del
“giorno dopo giorno”.
Occorre che ciascuno di noi, “accenda” la propria luce!!!
… A tal proposito, mi piace riportare una citazione di Hannah Arendt
(1906-1975), che è stata una filosofa e storica tedesca, naturalizzata
statunitense che così si esprimeva: “Anche nei tempi più oscuri abbiamo
il diritto di attenderci una qualche illuminazione. Ed è molto probabile che
essa ci giungerà non tanto da teorie o da concetti, quanto dalla luce
incerta, vacillante e spesso fioca che alcuni uomini e donne, nel corso
della loro vita e del loro lavoro, avranno acceso in ogni genere di
circostanze, diffondendola nell’arco di tempo che fu loro concesso di
trascorrere sulla terra”.
Desidererei però, volermi brevemente soffermare sulle tante sensazioni ed
emozioni, sui molti ricordi, i “tuffi” al cuore, che ho provato nel leggere
le righe uscite (non dalla penna), ma dal cuore del mio amico di sempre
Filippo Vitello.
E sì, giornate, mesi, anni (tra i più belli) trascorsi insieme.
Un’amicizia che suggellava e continuava quella esistente tra mio padre e la
buonanima di suo padre, lu “Zi Sistinu”.
Lunghe passeggiate, le tante confidenze tra adolescenti, cementate da
un’autentica comunione di vita insieme agli altri nostri inseparabili amici:
Lillo Patanella, Franco Tirone, Filippo Costanza.
Si era felici, perché si stava bene insieme: ci sentivamo più ricchi
dentro!!!
Uniti nel sostenerci, nel maturarci… con il primario impegno del dovere
dello studio.
Era forte la consapevolezza che i nostri sacrifici, aggiunti a quelli dei
nostri genitori, dovevano portarci a quel traguardo che ci avrebbe
consentito una vita migliore e maggiormente ricca di soddisfazioni (“Ad
astra per aspera”, come recita l’antico detto latino).
Piacevolmente e consapevolmente impastati di vita di sacrestia e di
parrocchia: che bel ricordo le tantissime serate trascorse nell’oratorio
parrocchiale, in quella fucina di formazione e di vita che fu l’Associazione
di Azione Cattolica “Pier Giorgio Frassati” della Chiesa Madre.
I nostri assistenti: l’Arc. Agrò prima e l’Arc. Tortorici poi.
Gli incontri di preghiera, i ritiri spirituali, i campi estivi al Seminario
di Favara, il gioco a biliardo, a dama, a scacchi, a carte, l’organizzazione
dei Festival dei bambini, il coro parrocchiale, le rappresentazioni
teatrali, e le frequenti visite agli anziani del Boccone del Povero.
Si, il Prof. Pino Napoli… Giuseppe Benedetto Napoli… una miniera di cultura
e di insegnamenti: quante riflessioni, dibattiti, incontri, scontri (si fa
per dire!!!).
Che prezioso ruolo formativo la scuola elementare e media che abbiamo
frequentato: ai docenti citati da Filippo, voglio aggiungere i miei maestri
delle elementari: il maestro Tascarella di prima elementare (facevamo scuola
in campagna, in una casa in Contrada Lumia di proprietà del Sig. Piazza), il
maestro Morgante (figlio del direttore Morgante) ed il maestro Santanicola.
E sì, caro Filippo… i riferimenti culturali di sempre della nostra comunità:
quella bella e mai dimenticata figura di educatore e formatore culturale che
fu Lillo Agnello, e poi Salvatore Bellavia, lo stesso Pino Napoli, Nino
Agnello, il compianto Prof. Antonio Cimino, Pietro Agnello, Gasparino
Agnello, Mimmo Butera, l’indimenticabile Dott. Franco Romano con la Sua e
Nostra Biblioteca Comunale, la passione per i Suoi e Nostri libri, quei
dibattiti nella Sala Consiliare con i nostri primi interventi in pubblico,
con tanto di batticuore.
Il sempre bravo Egidio Terrana con il suo giornale “Il Pungolo”, tutto
“costruito” in “casa”, ma anche il nostro giornalino parrocchiale.
Furono gli anni quelli, in cui a Grotte fece capolino la prima Radio Locale,
tanto partecipata da giovani e seguita da tutti i Grottesi: anche lì
confronti culturali, giochi, canzoni e tanto divertimento.
…E poi l’Università, la Casa dello Studente Santi Romano, le serate passate
insieme a tutti gli altri studenti Grottesi che abitavamo al Pensionato
Universitario.
E finalmente i traguardi raggiunti, le vie che si sono divise, ma le
amicizie che non si sono mai cancellate.
Abbiamo messo su famiglia, siamo diventati professionisti, qualcuno come
Filippo è andato molto avanti, ma tutti parimenti attaccati alle radici
sicure delle nostre famiglie, del nostro paese, della nostra Comunità
Grottese, sempre coerenti ai valori insegnatici e ad una vita di fede. Che
altro dire…!!!
Grazie a Filippo per le emozioni che ci ha concesso di rivivere.
Anch’io sono sicuro che tutti insieme ce la faremo, riuscendo a rendere
migliore la qualità della vita della nostra bella Città di Grotte.
“A presto, … e Ad maiora”.
Nel ringraziare sempre Carmelo ed il suo Sito, mi preme esprimergli
vicinanza ed apprezzamento per il tipo di giornalismo pulito, puntuale ed
imparziale, aperto a tutti i contributi, ma soprattutto libero da qualsiasi
genere e tipo di condizionamento.
L’ho sempre detto e mi piace tornare a dirlo: Grotte.info Quotidiano è una
tra le più belle gemme sbocciate negli ultimi decenni nella nostra comunità
grottese.
Grazie". |
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Dott. Antonio
Carlisi |
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09/03/2011 |
Lettere. "L'ambizione di un
paese diverso dagli altri"; riflessioni di Enzo Napoli sulla lettera del
Dott. Vitello |
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Enzo Napoli |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
ho letto anch’io, con
emozione, la lettera del dott. Vitello ed ho trovato di enorme interesse le
riflessioni sull’evoluzione economica e sociale della nostra città negli
ultimi decenni. Colpisce soprattutto la forza e la profondità del legame che
egli, nonostante l’importanza e la gravosità del ruolo che ricopre, continua
a coltivare con la sua terra d’origine, regalandoci l’orgoglio di essere
suoi concittadini.
Pur essendo ancora
adolescente negli anni settanta, ricordo perfettamente il clima politico e
culturale che si respirava a Grotte e condivido pienamente la sua lucida
ricostruzione. La sua analisi individua esattamente quali siano state le
ragioni che hanno portato non solo ad uno sviluppo economico più intenso
rispetto alle realtà locali vicine, ma anche ad un fermento culturale assai
fervido ed originale che ha caratterizzato la nostra comunità rispetto a
tutte le altre.
Quella generazione, i cui
protagonisti principali vengono citati dal dott. Vitello, seppe interpretare
assai bene quella fase ed animò, talvolta anche con scontri assai aspri, ma
sempre improntati ad un grande rispetto reciproco, un dibattito di alto
livello caratterizzato da una intensa partecipazione civile.
Vorrei aggiungere come
quel contesto economico, culturale e politico, definisse in modo netto,
un’identità forte e distinguibile della nostra comunità. L’essere
“grottesi”, al di là delle ideologie e del censo, assumeva un significato
assai più intenso del mero dato anagrafico.
M’interrogo sull’eredità
che oggi rimane di quegli anni e sul rischio, a mio avviso assai concreto,
di un declino inesorabile della nostra città non solo dal punto di vista
economico, ma anche per il progressivo deterioramento dei tratti identitari
della nostra comunità.
Mi permetto di aggiornare
sinteticamente l’analisi svolta dal dottor Vitello, che egli stesso
definisce incompleta a causa della sua lontananza, con i mutamenti
intervenuti negli ultimi decenni. Tranne rarissimi casi, la significativa
espansione delle attività commerciali ha subito una regressione consistente
per la crisi congiunturale e per la difficoltà di intraprendere strade
altrettanto proficue; l’agricoltura ha assunto carattere sempre più
marginale e la progressiva globalizzazione dei mercati ha reso evidente la
scarsa competitività delle nostre produzioni; altri settori, quali il
turismo o l’artigianato non hanno mai avuto un ruolo significativo
nell’economia locale; accanto all’appiattimento dei settori economici
principali, la costante emigrazione delle giovani generazioni in cerca di
maggiori opportunità ha assunto caratteri sempre più rilevanti al punto che
pochissimi sono i giovani, soprattutto quelli laureati, che scelgono di
rimanere.
Ne deriva, da questo
quadro, che non solo il tessuto economico e produttivo si è fortemente
indebolito, ma si è impoverita drammaticamente la classe dirigente locale,
rappresentata da ciò che ha resistito all’esodo.
E’ una situazione comune
a tante realtà, soprattutto quelle più piccole, del Mezzogiorno. Quanto
questa tendenza sia reversibile e quanto sia determinabile in ambito locale
una sostanziale inversione di tali processi, non è certo semplice
determinare. Resta il fatto che siamo stati incapaci (e parlo come classe
politica in senso lato), di mettere in atto scelte che tentassero almeno di
arginare, per quanto possibile, tale declino.
Altri comuni hanno
reagito meglio e più prontamente di noi, puntando a valorizzare le
eccellenze e le qualità del territorio che pure vi sono, come quelle portate
ad esempio dal dottor Vitello, e che sono state in grado di reggere
brillantemente la spallata della crisi in atto. Sforzi in tal senso sono
stati e vengono ancora oggi compiuti dalle amministrazioni comunali, ma è
innegabile che non sia prevalsa la giusta consapevolezza della sfida che
avevamo ed abbiamo di fronte.
Isolate e sporadiche
iniziative, per quanto lodevoli e che vanno nella giusta direzione, non sono
sufficienti a mobilitare ogni risorsa disponibile per evitare che Grotte
diventi un paese “fantasma”, come il calo demografico lascia tristemente
presagire.
Più i tempi sono
difficili e più è facile che a prevalere siano il cinismo e la mancanza di
fiducia: qualche anno addietro, uno dei principali esponenti della classe di
governo che oggi la città esprime, affermava in un pubblico comizio con una
stupefacente leggerezza di pensiero, che la cultura è sostanzialmente un
valore inutile e che ciò che egli ambiva a rappresentare era, in buona
sostanza, un pragmatismo che gli derivava dalla sua esperienza lavorativa e
di vita.
Cito questo episodio per
raccontare, anche al dottor Vitello, come la sua appassionata ricostruzione
di un clima fervido di idee ed ideali, di aspirazioni nobili ed improntate
al sacrificio dello studio e del ragionamento, appartiene ad una Grotte che
purtroppo non esiste più e, se ancora qualcosa ne rimane, non riesce ad
assumere una funzione egemone e di guida della Città.
Il contesto di oggi è
caratterizzato, per larga maggioranza, da politici improvvisati che trattano
la cosa pubblica ed il consenso al pari di una merce commerciabile, che
puntano all’indennità di carica come sussidio integrativo del reddito. Mi si
racconta di riunioni del Consiglio Comunale, un tempo sede di un confronto
politicamente alto, oggi ridotto ad un muro di gomma silenzioso anche di
fronte alle puntuali sollecitazioni di taluni Consiglieri Comunali.
Tutto ciò sarebbe poca
cosa se non si aggiungesse, cosa assai più preoccupante, una totale
inconsapevolezza o peggio una consapevolezza impotente di quali altri, ben
più gravi fenomeni abbiano cominciato a configurare la dimensione locale.
La risposta, ad esempio,
che è stata data di fronte ad episodi gravissimi di intimidazione di chiara
matrice mafiosa, di cui sono stati fatti oggetto imprenditori e politici di
primo piano, è stata quasi inesistente e tesa a minimizzare l’accaduto,
quasi a voler negare il rischio della presenza condizionante di una nuova
generazione di criminali, i cui riferimenti culturali non sono certo Giovani
Falcone o Paolo Borsellino.
Credo che il dottor
Vitello, data la sua lunga esperienza, sia concorde con me nell’affermare
che la cultura della legalità e del buon governo, come quella della buona
politica, siano la condizione indispensabile per reagire efficacemente ad
ogni tentativo di infiltrazione e di condizionamento mafioso nella vita
pubblica. Certo non serve il silenzio.
Non credo nemmeno di
essere lontano dalla realtà se affermo che, anche i positivi risultati
conseguiti dall’Amministrazione Comunale con il finanziamento di alcune
importanti opere pubbliche, avranno già destato l’interesse di quell’imprenditoria
non sana, che, in assenza di una adeguata sorveglianza sul piano della
legalità, rischia di soppiantare tanti imprenditori onesti e perbene.
Perché Grotte possa avere
un futuro serve innanzitutto questa consapevolezza, così come è necessario
riaffermare, come avveniva in passato, il valore della cultura, della
parola, del confronto, del protagonismo civile di tanti che, in modo
disinteressato, guardano alla cosa pubblica come un luogo per affermare un
progetto politico e non un vantaggio personale.
So perfettamente che tale
consapevolezza esiste non solo nella parte politica che ho avuto l’onore di
rappresentare nelle ultime elezioni amministrative. Che in tanti, anche tra
coloro che hanno scelto l’altra opzione offerta dal Sindaco in carica,
condividono le mie preoccupazioni e che, anche tra gli amministratori
locali, vi è chi è portatore di un valore politico nobile.
Per tale ragione credo la
lettera del dottor Vitello possa rappresentare un contributo assai utile a
farci riflettere e sollecitare le energie migliori a non rassegnarsi e
riconsegnarci l’ambizione di un paese diverso dagli altri, di una città
migliore".
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Enzo Napoli |
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09/03/2011 |
Attività. Grande
partecipazione alla festa di carnevale organizzata dall'Associazione "Cartoon-mania" |
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Vedi le foto |
Era prevedibile la partecipazione dei più piccoli, in
gran numero, alla festa di carnevale organizzata dall'Associazione Culturale
"Cartoon Mania" nei locali della discoteca Blue Night. In un ambiente sicuro
ed accogliente i bambini hanno trascorso due ore in allegria tra balli,
canti, giochi e sorprese. Forti della loro esperienza, i due animatori
Filippo La Mendola e Monica Bellavia hanno saputo ammaliare i bambini
facendoli esprimere nelle forme comunicative più diverse, per trascorrere
insieme una festa che rimarrà impressa a lungo nella loro mente. Pubblichiamo
alcune immagini della festa
(28 foto di © Associazione Culturale "Cartoon Mania").
Festa di carnevale al Blue Night
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09/03/2011 |
Comune. Rinviate le
manifestazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia |
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Le previste manifestazioni in occasione della
ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia (l'incontro-dibattito
di domenica 13 marzo e la "notte tricolore" del 16 marzo) sono state
rinviate.
Comunicato dell'Amministrazione Comunale.
Considerate le temperature che si sono verificate negli ultimi giorni, visto
che non è immaginabile una ripresa rapide delle condizioni climatiche e per
evitare di vanificare gli sforzi che riguardano tante associazioni,
considerato che alcune esibizioni comportavano lo svolgimento in
abbigliamento leggero che sicuramente avrebbe penalizzato da un lato gli
attori ed artisti che si dovevano esibire, dall’altro, il clima rigido
avrebbe fatto riflettere molti cittadini, che avrebbero preferito rimanere a
casa per non esporsi alla pesantezza del clima, considerato che l’obiettivo
era quello di coinvolgere l’intera comunità e far sì che tutti
partecipassero a questo importante avvenimento, visto che tutto il 2011 è
considerato l’anno della ricorrenza del 150° anniversario, si è deciso
concordemente tra il Sindaco, l’Amministrazione comunale, le associazioni ed
il direttore artistico, di rinviare tutte le manifestazioni ad una data da
destinarsi per favorire, con l’avanzamento della stagione primaverile,
una maggiore partecipazione dei cittadini.
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Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato |
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08/03/2011 |
Politica. Il coordinatore PDL
di Grotte, Rino Agnello, presenta "Orizzonte" |
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Vedi il sito |
Riceviamo e pubblichiamo.
"ORIZZONTE
Note di informazione a cura del coordinamento cittadino Pdl Grotte (www.pdlgrotte.it).
Bene, avete visto Orizzonte?
Innanzitutto, vi dico, che Orizzonte nasce dalla necessità di elevarci da
terra e volgere lo sguardo più in alto per diventare puntini della retta che
unisce la Terra e il Cielo.
È un progetto ambizioso che condivideremo insieme a: Fabiola, Ignazio,
Antonio, Giuseppe, Alex, Alessandro, Decimo, Innocenzo, Pietro, Chiara, e
aperto a quanti vorranno assieme a noi dire la loro.
Vedete, oggi, tanti sono i "RUMORI" che affollano la nostra coscienza e tra
i giochi delle parti non riusciamo più a venire fuori e restiamo soggiogati
da quello che ci versano addosso, non riuscendo a trovare quel silenzio che
porta al discernimento, alla educazione, alla formazione. Per questo è
necessario estrapolare dalla contestualità, soprattutto di quella "gravosa",
fatta da critica preconcetta, di dicerie, di odiosità, di invidia, di
accuse, per elevarci e volgere lo sguardo ad analisi più attente, che pregne
di memoria del passato e ricerche di attente valutazioni del presente
possano spronarci a un impegno di crescita civile, sociale ed economica del
nostro paese.
Spesso queste ultime parole le sentivamo pronunciare ai politici, ai
sindacalisti e altri del passato, e ritenevamo fossero le note di una
Musicalità Retorica. Oggi dobbiamo fare più memoria di queste parole e
chiederci se mai, la crescita sociale, civile ed economica fossero delle
astrazioni, dei percorsi così naturali come quelle cose che si trovano a
gratis, o che semmai bisogna curarli, ampliarli, custodirli.
E allora bisogna fare un po' di manutenzione se no quei percorsi rischiamo
di perderli.
Lo ripeto, spesso, che non tutto è garantito, ma va conquistato
quotidianamente con l'impegno di tutti - a quello che rompeva le pietre (il
terzo) disse: io rompo le pietre per costruire una cattedrale (cit.
Fabiola).
Dobbiamo riscoprire il senso della testimonianza di una vita buona e sana.
Dobbiamo aprirci al dialogo, alla tolleranza, all'accoglienza.
Vediamo, come in queste ore i popoli vicini del Magreb versano il proprio
sangue per un anelito di libertà, di giustizia e per la fame. La libertà, la
giustizia, la dignità umana, la democrazia, rappresentano i gradini di una
scala di valori che l'uomo deve costruire con il suo contributo quotidiano.
Per questo in Orizzonte ci impegneremo in approfondimenti, in informazione,
in formazione per essere con voi e per voi".
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Il Coordinatore
Rino Agnello |
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08/03/2011 |
Chiesa. Presentazione dei
cresimandi della parrocchia San Rocco |
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Foto di gruppo
Guarda il video |
Domenica 6 marzo, nella parrocchia San Rocco, si è
svolta la cerimonia di presentazione alla comunità dei giovani che si stanno
preparando a ricevere il sacramento della Confermazione. Sono ragazzi che
frequentano il primo anno di scuola superiore e stanno facendo il cammino di
formazione per la Cresima.
Riceviamo e pubblichiamo.
"Il battesimo vi è stato imposto... voi non potevate
scegliere.
Ora che avete scelto voi di Confermare la vostra Fede, diventate testimone
del Cristo Risorto.
Auguri ragazzi.
Un grazie di vero cuore va anche alle catechiste Giuseppina e Franca e
naturalmente al nostro prete, padre Gaspare".
Patrizia Mangione Pubblichiamo un breve video dell'impegno
solenne dei cresimandi di fronte alla comunità
(riprese amatoriali).
Cresimandi di San Rocco
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08/03/2011 |
Lettere. "Vecchi cancelli,
ferrate e maioliche antiche", di Pietro Zucchetto |
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Pietro Zucchetto |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Un paio di giorni addietro su Grotte.info avevo letto il tuo articolo
del 03/03/11 sullo stato dei lavori, sulle opportunità future di utilizzo e
principalmente sui ritrovamenti nei sottosuoli dell’ex Chiesa di “Santa
Nicola”.
Onestamente erano poche ma belle fotografie: si vedevano delle maioliche
artigianali di un tempo che fu, c’erano tanti resti di molti nostri
antenati: si vedevano ammucchiati femori, omeri, teschi… .
Era un bell’articolo corredato da delle foto uniche ed importantissime, che
sancivano le abitudini di un tempo lontano e cioè di tumulare i poveri resti
umani nei sotterranei delle chiese.
Ieri ho letto il tuo ennesimo sfogo dopo le occhiate storte, dopo gli inviti
a farti i fatti tuoi di alcuni mesi addietro, ora qualcuno ti ribadisce che
non ti sei fatto i fatti tuoi, che non avresti dovuto pubblicare, che non
avresti dovuto scrivere, insomma tu con questa finestra sul mondo, che fai
vedere la realtà che quotidianamente scorre lenta ed inesorabile verso fatti
nuovi ed imprevedibili, tu dai fastidio.
Ti vogliono zittire.
Vorrei credere nella buona fede delle persone, ma ho la vaga impressione che
come per il “vecchio cancello” del Municipio non si è saputo più niente,
anche se qualcuno mormora a bassa voce dove può essere finito; anche per
queste belle maioliche antiche o per altri eventuali oggetti ritrovati il
luogo sicuro dove andarli a posizionare, di certo, non si voleva che fosse
un luogo aperto al pubblico, ma un luogo privato e personale. Speriamo di
poterle di nuovo ammirare da qualche parte.
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Pietro Zucchetto |
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P.S.: Nell’articolo del 03/03/11 oggi non ho rivisto le maioliche ed i resti
umani, che sono spariti, o non bisognava far sapere al “popolo ignorante”
quello che era stato rinvenuto. Mi voglio augurare che tu non sia stato
costretto ad occultare quelle foto.
Sai, ricordo di una ferrata, lunga una cinquantina di metri, di Via C. A.
Dalla Chiesa: si è poi ritrovata? Esiste ancora? E se esiste, dove è stata
portata, visto che era e rimane di proprietà comunale?".
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Pietro Zucchetto |
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Dalla Redazione.
Procediamo con ordine:
- il senso dell'articolo citato è quello di difendere la libertà
d'informazione e respingere decisamente ogni tentativo di limitarla (si cita
il fatto senza alcun riferimento all'autore: tutti possiamo sbagliare);
- il "vecchio cancello" del Municipio si trovava oltre il portone
principale, dopo il piccolo corridoio d'ingresso (anticamente pavimentato
con blocchi di pietra lavica), e delimitava l'accesso all'atrio interno; se
ne sono perse le tracce dopo i lavori di ristrutturazione dell'edificio; se
qualcuno è a conoscenza del destino del manufatto può rendercene partecipi;
- le belle maioliche antiche verranno restaurate e riposizionate nella loro
collocazione originaria; potremo ammirarle dal vivo (controlleremo che ci
siano, non abbiamo motivo di dubitarne) dopo la cerimonia di inaugurazione
del centro polifunzionale"San Nicola";
- eventuali tentativi di costrizione ad agire contro coscienza
(principalmente) e contro i principi deontologici dell'informazione, ormai
dovrebbe essere chiaro che, lungi dall'ottenere l'effetto desiderato (omertà
e silenzio), provocano la reazione opposta di un'immediata denuncia pubblica
del fatto, con relativa amplificazione della notizia che si voleva
censurare;
- le foto citate non erano di nostra proprietà (sarebbero rimaste
pubblicate); l'autore, che in base alle norme è titolare dei diritti (le
aveva inviate via e-mail ma non avevamo l'autorizzazione firmata - era
tacita - relativa alla pubblicazione) ne ha esplicitamente chiesto il ritiro
(ne ha facoltà, e noi non condividiamo ma rispettiamo la sua decisione ed i
suoi diritti);
- sulla lunga ferrata di Via Carlo Alberto Dalla Chiesa, purtroppo non
abbiamo notizie; qualora le Autorità competenti volessero inviarcele, ne
daremo comunicazione ai lettori. |
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Carmelo Arnone |
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08/03/2011 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della
settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.
Programma delle Quarantore
Continuano sino a martedi 8 marzo, nella nella chiesa Madonna
del Carmelo (giornata di celebrazione comunitaria);
Mercoledi 9 marzo
LE SACRE CENERI - Giornata di digiuno ed astinenza dalla carne
- alle ore 09.30, Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo, con la
cerimonia di imposizione delle ceneri;
- alle ore 18.00, Santa Messa nella chiesa del Purgatorio (tutte le
successive Sante Messe feriali saranno alle ore 18.00).
Giovedi 10 marzo
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 1°
e 2° anno di cresima (della chiesa Madre).
Venerdi 25 febbraio
Venerdi di quaresima: astinenza dalla carne;
- alle ore 08.45, Santa Messa e Via Crucis nella chiesa Madonna del Carmelo;
- alle ore 17.30, Via Crucis ed alle ore 18.00 Santa Messa nella chiesa del
Purgatorio;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 1°
e 2° anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a
tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei
genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli. |
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07/03/2011 |
Lettere. "Grotte ha le
risorse per sperare e vincere"; dal Dott. Salvatore Filippo Vitello |
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Dott. Vitello |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Seguo questo sito da anni, posso
dire di averlo consultato pressoché tutti i giorni (tranne alcuni periodi di
assenza dall’Italia per lavoro, ma in alcuni casi mi sono collegato anche
dalle postazioni estere ove mi trovavo, ricordo sicuramente una volta da
Sidney), sin dal momento che è stato istituito.
La consultazione del sito - dico subito: opera veramente meritoria ed
esempio classico di volontariato privato, del tutto disinteressato - mi ha
dato modo di apprezzare gli articoli del suo direttore, sia quelli di
impronta giornalistica sia quelli di natura religiosa e letteraria.
In entrambi i casi l’aspetto che mi ha colpito è l’elevata competenza e
soprattutto lo spessore culturale dell’autore. Peccato che fin quando sono
stato a Grotte non ho avuto modo di incontrarlo e conoscerlo.
In ogni suo scritto, di agevole lettura per la prosa ricca e fluida, i
riferimenti non sono mai fuori posto.
Anche negli articoli di cronaca, quando viene riferito di un evento, vi è
sempre un ampio resoconto, che si estende financo ai dettagli, ma sempre nel
rispetto delle regole basilari dell’attività giornalistica: continenza delle
espressioni, interesse pubblico della notizia, rispetto della dignità delle
persone.
Ed ho anche notato - cosa oggi molto importante, specie per chi segue i TG
nazionali o le vicende degli incarichi di direzione nelle reti RAI - che il
sito ospita tutti, senza alcun pregiudizio o privilegi, ma dico tutti quelli
che operano nel sociale o che si interessano di politica a Grotte.
Per questo mi stupisce molto la critica (forse è un eufemismo) che il
direttore di questo sito ha subito per un articolo assolutamente innocuo.
Ricordo che da ragazzino e da accanito frequentatore di sacrestie con
l’arciprete di allora, don Salvatore Agrò, vennero ritrovati resti di
sepolcri cimiteriali nei sottorranei della chiesa del Purgatorio. Resti
simili erano palesi nei sotterranei della Chiesa Madre e così mi sembra
naturale, che vi fossero nella Chiesa di S. Nicola, che apprendo dalle
informazioni del sito essere stata la Chiesa più antica. Non vedo proprio di
cosa ci si debba dolere. Purtroppo la nostra mentalità non riesce a superare
alcuni pregiudizi e stereotipi di vecchia maniera.
Invito il caro amico Salvatore Bellavia ad occuparsene in uno dei suoi
deliziosi racconti che mi fanno tornare indietro nel tempo ed ancora di più
nel paese della mia fanciullezza, fatto di carovane di contadini a dorso di
mulo, che, al tramonto, risalendo la via fonte, intonavano, con un’armonia
spontanea, canzoni della tradizione popolare locale. Grazie mio caro
Turiddu.
Manco da Grotte da tanto tempo. E spesso mi faccio prendere da una nostalgia
lacerante, che in qualche modo supero dedicandomi anima e corpo al mio
lavoro.
Sono comunque consapevole che questo (della nostalgia) non è il sentimento
corretto per una approccio intelligente al mio paese.
La nostalgia diceva mons. Bregantini (già vescovo di Locri ed oggi di
Campobasso) produce frutti acerbi.
Bisogna amare il proprio paese con intelligenza, senza emotività, così da
conservare una razionale capacità di leggere gli eventi in modo
contestuale. Occorre discutere delle nostre vicende pacatamente e con
serenità. In questo modo è possibile una vera analisi, superando l’emotività
del momento ed il pericolo di letture frammentate.
Sono gli insegnamenti della cultura contadina, che è la nostra originaria
cultura e rappresenta la cifra della nostra identità.
Sì la nostra identità, l’identità di Grotte e dei suoi abitanti, della
Sicilia, del Sud.
Se dovessi fare una differenza tra Nord e Sud, tema di forte attualità oggi,
nell’imminenza della esecutività del federalismo fiscale, direi che il SUD
ha bisogno di ritrovare la sua identità ed il Nord invece il valore della
reciprocità.
Certo manco da tanto dal mio paese e quindi ho qualche difficoltà a seguire
bene le vicende perché mi manca la conoscenza diretta delle persone.
Rispetto alla mia generazione, che si può considerare fine anni 60 e inizi
70, la nuova classe dirigente locale è tutta rinnovata, o quasi: ogni tanto
vedo comparire il mio amico carissimo, Totò Carlisi con il quale ho in
comune l’adolescenza e la gioventù, anni felici, senza grandi pretese,
ma vivificati da un affetto tanto autentico quanto disinteressato.
Quanto tempo è passato.
I momenti di convivenza e di strettissima amicizia vissuti insieme. Tutto
tenuto dalla comune identità di valori e dalla comune fede, elementi che
hanno poi plasmato la nostra vita, nelle rispettive strade, che seppur
lontane erano e sono rimaste unite dalla stessa base ideale.
Noi ex ragazzi di quella generazione (oggi attempati cinquantenni), quando i
giovani protagonisti della vita sociale, culturale e politica del
paese (solo perché venivano un po’ prima in età !!) erano Pietro Agnello ed
il compianto fratello Lillo (il sig. Arnone dovrebbe dedicare qualche parola
a quel bravo insegnante perché in qualche modo li vedo uniti dal medesimo
spirito di volontariato mediatico, avendo Lillo dato vita, insieme ad altri,
alla prima radio grottese), Salvatore Bellavia, e tanti altri, pur nella
diversità di vedute, ci si considerava e rispettava come amici.
Fu quello un periodo molto fecondo, nascevano associazioni
culturali, giornalini vari (ricordo il Pungolo con direttore Egidio Terrana)
ci si cimentava nel teatro, la politica locale e nazionale era al centro
delle nostre discussioni. Si discettava di filosofia e di economia globale
(era un vanto avere iniziato a leggere il Capitale di Marx, anche se nessuno
aveva capito granché). Certo si aveva una certa supponenza da parte di chi
si sentiva di far parte del filone culturale all’epoca egemone (mi riferisco
a quello di sinistra) ma noi (di estrazione cattolica, come peraltro erano
anche “loro”) pur consapevoli di questo, dialogavamo e ci confrontavamo
senza complessi di inferiorità. E questo nonostante gli steccati che allora
esistevano tra i due filoni culturali del Paese (cattolici e sinistra).
Teorico di questa forte distinzione e di una caratterizzazione da “guerra
fredda” era il prof. Pino Napoli, maestro di molti ed anche mio.
Devo però precisare che con il tempo qualcosa mutò in questa
rappresentazione schematica.
Soprattutto all’interno della Diocesi di Agrigento maturarono nuovi
fermenti, che traevano spunto e stimolo dalle iniziative di Dom Franzoni,
l’ex Abate di San Paolo Fuori Le Mura e fondatore del movimento Com Nuovi
Tempi. Quel filone di pensiero fu portato avanti da alcuni sacerdoti della
Diocesi, tra cui Luigi Sferrazza, Damiano Zambito di Castrofilippo ed il
Direttore dell’Amico del Popolo Claudio Di Giovanna. Il Vescovo all’epoca
era Mons. Giuseppe Petralia, persona di grande levatura culturale, che però
ebbe una forte e - secondo me - eccessiva reazione contro il nascente
movimento tanto che arrivò a sanzioni pesanti per i preti che vi aderirono e
lo diffusero. Quel movimento a Castrofilippo, grazie alla presenza in allora
dell’ex prete Zambito e di giovani molto impegnati nel sociale, da me
conosciuti nell’azione cattolica diocesana e poi divenuti miei grandi amici,
ebbe una larga diffusione. Ma naufragò insieme alle vicissitudini dei
sacerdoti che allora lo seguivano (mi pare che quelli che ho citato hanno
abbandonato tutti il sacerdozio).
La cosa ebbe pesanti riflessi sulla mia visione delle cose, perché alla fine
mi resi conto che al di là di tutto lo spirito che animava quelle iniziative
era di vera giustizia sociale, la cui sostanza tutti condividevamo, e questo
mi fece apparire agli occhi degli altri amici (ma soprattutto del maestro di
tutti, e tale veramente era, Pino Napoli) come uno tendenzialmente eretico.
Che belli quei tempi. Le discussioni infinite nell’oratorio dell’azione
cattolica della madrice. Lottavo come un leone, anche se era difficile
competere con l’erudito professore Napoli (non c’era proprio gioco) e con i
livelli di pensiero di Totò Carlisi e di Lillo Patanella (altro compagno di
merende!).
Tutto ciò era bello perché avveniva innanzitutto senza malanimo e solo per
l’intima convinzione di essere reciprocamente nel giusto.
E’ stata insieme quella amicizia e quel ritrovo parrocchiale una grandissima
palestra di formazione.
Qualcosa di unico che si arricchiva di continuo nel confronto (talvolta
anche aspro ma sempre molto rispettoso) con gli amici più grandi dell’altro
filone culturale.
Riflettendoci oggi credo di poter dire che il mio senso della vita, e quindi
l’impegno, la volontà di riuscire, di raggiungere con il sacrificio (e
quanti sacrifici fatti di studio continuo ed incessante, nella casa dello
studente S. Romano, dove tutti noi abitavamo, scandivamo con certosina
regolarità i tempi dello studio, del pranzo e del passatempo: non si perdeva
tempo!) la meta desiderata, di affermarsi da soli con le proprie forze e con
il proprio esclusivo impegno, sia il risultato di quella lotta ideale che
abbiamo vissuto in quel periodo. Una bella lezione di pedagogia, fondata non
solo sulle parole ma soprattutto sui fatti.
Nessuno, dico proprio nessuno ci ha regalato niente!
Un ruolo importante è stato anche quello della Scuola.
Vedo con molto piacere che questa bella tradizione non è venuta meno ed anzi
è oggi ancor più valorizzata dalla nuova dirigente scolastica Stefanina
Morreale, con la quale ci conosciamo da bambini, quando lei abitava con i
suoi genitori e le sue sorelle in via Cavour, accanto (ma proprio accanto,
porta cu porta) a quella dei miei nonni e dei miei zii.
Sì la scuola, quella elementare, dove insegnanti del calibro di Vincenzo
Poliziotto, Giuseppe Costanza Scinta, Francesco Spoto, la sig.na Mancuso,
Lillo Agnello, hanno segnato la vita sociale e la formazione delle nuove
generazioni.
Quegli insegnanti facevano crescere bene, perché ci conoscevano.
Se posso fare una proposta per le iniziative culturali del paese, credo che
occorra dedicare un giorno di testimonianza a quelle persone, non solo
per la formazione che hanno trasmesso ma soprattutto per i valori che hanno
diffuso con la loro testimonianza di vita, occupandosi anche con le proprie
risorse di ragazzi in difficoltà.
Che è successo dopo.
Beh!, è intervenuto lo sviluppo economico e commerciale.
Il paese ha cambiato identità. La forte spinta commerciale ha fatto affluire
una notevole liquidità che è stata impiegata quasi tutta nell’edilizia,
favorendo una ascesa repentina di quel settore.
I due settori trainanti, edilizia e commercio, hanno portato allo
spopolamento delle campagne ed all’abbandono dell’agricoltura tradizionale,
con una forte spinta anche verso l’emigrazione di quelle fasce di
popolazione contadina che non riuscivano ad inserirsi nei settori locali.
La stessa concezione dell’agricoltura è cambiata, poiché, dalla produzione
di cereali, si è iniziato a pensare a metodi di coltivazione che portavano
forti ed immediati vantaggi economici (l’installazione di vigneti di uva
Italia).
Insieme ai metodi di produzione della ricchezza sono cambiati gli stili di
vita.
E poiché l’economia funziona per cicli, la fine naturale ed inevitabile di
quella parabola ha portato alla recessione economica e all’economia di
stagnazione che oggi affligge il nostro territorio, in un contesto peraltro
di grave crisi mondiale, per una sorta di arretramento della produzione a
vantaggio della finanza.
Ora senza fare grossi discorsi che non servono a niente, credo sia opportuno
chiedersi perché una realtà commercialmente e socialmente dinamica come
quella grottese non ha saputo rinnovarsi e adattarsi ai mutamenti sociali e
di costume.
Vi sono stati tentativi di cambiamento, quando ci si è accorti che la
vendita di corredi non era più possibile perché era venuta meno la
tradizione della visita del c.d. “letto matrimoniale”, una sorta di
esposizione della dote matrimoniale della sposa, con il cambiamento di
articoli, soprattutto tappeti e pellicce, ma non credo che quel commercio
abbia funzionato bene, per il semplice fatto che intanto opera su un mercato
ristretto e poi è destinato a saturarsi nel breve tempo.
In alcuni casi invece l’intelligenza imprenditoriale ha prevalso e si sono
create aziende di eccellenza come quelle della Cantina Morgante e
dell’azienda Mancuso (Gelati).
Io sono stato testimone diretto di quanto il prodotto grottese sia
conosciuto all’estero e non solo in Europa ma nei paesi più lontani del
Pianeta. Mi trovavo a Brasilia (capitale del Brasile, ai confini della
foresta Amazzonica, città abitata in prevalenza da impiegati e da militari)
e facevo parte della delegazione italiana ospite di quel Parlamento. Nel
ristorante dove noi e le delegazioni di altri Paesi fummo accompagnati vi
era una esposizioni di vini. Uno dei vini che primeggiava era proprio il
Nero d’Avola Morgante. Chiesi al titolare, con una punta di emozione, come
quel vino era loro arrivato (per Brasilia da Roma in aereo, si impiega 15
ore) e lui mi spiegò che quello era un vino di classe che importavano dagli
Stati Uniti. Ero orgoglioso di vedere il mio piccolo paese presente in una
manifestazione di quel livello e cercavo di far capire a tutti come io fossi
nato a Grotte, dove avviene la produzione di quel vino.
Allora, per ritornare alla domanda, perché Carmelo Morgante (detto Totu di
don Carmelo) dalle botti di vino che teneva in un magazzino stirrupato
vicino a Fontana Pazza, è riuscito a creare una azienda di respiro mondiale.
Non so dare una risposta sul caso specifico.
Sento però di fare alcune considerazioni di ordine generale.
Sicuramente ciò che ha ispirato la logica della famiglia Morgante è stata di
tipo economico e non assistenziale.
L’azienda si è sentita espressione della comunità, del proprio territorio e
la si è gestita in una dimensione legale.
Ho la sensazione che tutta la comunità avverte l’orgoglio di quella impresa
ed è pronta a difenderla.
Ho sentito io, che manco dal 1980, l’orgoglio della Cantina Morgante.
Immagino perciò che lo stesso avvenga per chi continua a vivere ed operare
nel nostro paese.
Posso dire, per l’esperienza che ho maturato nel mio lavoro, prima
all’antiterrorismo ed alla direzione antimafia di Roma e soprattutto ora in
una realtà di forte presenza mafiosa come è la Calabria, che quando la
Comunità sente come propria una realtà, nonostante il clima di omertà e di
intimidazione che pervade il territorio, trova la forza per difenderla e
realizzare quei meccanismi di solidarietà utili alla difesa dell’impresa
produttiva.
E’come stringere un’alleanza tra l’essere ed il fare, perché l’opera diviene
parte della stessa identità.
Occorre creare la consapevolezza che siamo una comunità, fatti tutti della
stessa pasta.
E’ necessario perciò abbandonare le logiche individualiste, dirette a
dimostrare chi è più bravo perché è riuscito ad avere un piano di più nella
propria casa o perché ha avuto più invitati, magari di quelli che contano,
al battesimo o al matrimonio.
Le imprese sane, che producono ricchezza non bisogna lasciarle sole; fanno
parte del tessuto vitale della comunità ed essa deve sentirne tutta la
responsabilità.
In generale, se posso dire, questa maturazione a Grotte (come nel meridione
in genere, ovviamente con le debite eccezione) non vi è stata.
Se si vuole la responsabilità della politica, di quella locale in
particolare, sta in questo: nel non avere sollecitato le forze vive del
paese in questa direzione, rifugiandosi dietro gli alibi dello Stato che non
c’è, e dietro gli stereotipi del Sud senza speranza e via dicendo.
E cosa ancora più grave nell’avvantaggiarsi, per finalità esclusivamente di
consenso elettorale, di un costume fatto di assistenza spicciola: la
promessa del posto, il ricorso all’amico per ottenere qualsiasi servizio
pubblico, persino il certificato comunale. In una parola nel mortificare la
dignità di ciascuno, facendo degradare diritti fondamentali a meri favori.
Ha imperversato e forse continua ad operare la logica bieca e da
sottosviluppo del favoritismo.
Rispetto della dignità significa creare il contesto giusto perché ciascuno
possa essere avere uguali opportunità, cosicché ciascuno possa realizzarle
secondo il proprio merito.
In fin dei conti, è questa la base della legalità, poiché nelle sue varie
accezioni, essa confluisce su un unico denominatore, il rispetto della
persona, che esige ovviamente la condizione di reciprocità.
Se non siamo capaci di difendere, tutti insieme, la nostra dignità di
cittadini, non possiamo coltivare nessuna speranza.
So invece, perché Grotte è il paese dove sono nato, dove hanno vissuto i
miei da generazioni, dove sono cresciuto e mi sono formato ed al quale sono
grato per avermi dato l’opportunità di riuscire in un lavoro che amo come la
mia vita; so quindi che Grotte ha le risorse per sperare e vincere e, senza
alcuna piaggeria, il suo sito ed il suo encomiabile lavoro, nella ricerca
della nostra identità e del nostro futuro, sono i segni tangibili di questa
speranza che bisogna coltivare. Tutti insieme riusciremo a rendere migliore
la nostra qualità di vita. Ne sono sicuro.
Grazie e buon lavoro". |
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Salvatore
Filippo Vitello
Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme |
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Dalla Redazione.
Gentile Dott. Vitello,
siamo noi che ringraziamo Lei per la Sua testimonianza viva e sentita, dalla
quale emerge in maniera splendida il legame profondo con il paese di Grotte
e l'amore filiale verso una terra (persone, luoghi, avvenimenti) che è a
tutti noi cara. Le Sue parole, per noi di stimolo e sprone, costituiscono
per tutti i grottesi un'iniezione di energia ed ottimismo, con la certezza
finale "Ne sono sicuro" che pienamente condividiamo.
I nostri auguri a Lei per il Suo lavoro, ben più importante del nostro! |
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Carmelo Arnone |
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Per approfondimenti suggeriamo:
-
biografia di Dom Giovanni Franzoni su wikipedia
-
sull'attività del Procuratore Vitello
-
sul gruppo facebook "Io sto con Salvatore Vitello - Comitato Scorta Civica
Calabria" |
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07/03/2011 |
Attività. Firmato il decreto
di accreditamento del centro commerciale naturale "La Grua" |
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Leggi il Decreto |
Lo scorso 3 marzo, con la firma del decreto da parte
dell'assessore regionale alle Attività Produttive Dott. Marco Venturi, il
Consorzio Centro Commerciale Naturale "La Grua" è stato "accreditato" e
conseguentemente iscritto dell'Elenco Regionale dei centri commerciali
naturali.
Il riconoscimento fa seguito all'istanza del 3 novembre 2009, inoltrata dal
sindaco di Grotte Paolo Pilato, ed alle successive note ed integrazioni
richieste dalla Regione. "E' un importante riconoscimento per la nostra
comunità - ha dichiarato il Primo Cittadino -, un'indispensabile strumento
per consentire ai nostri commercianti di fare rete, per il rilancio del
settore, tra i prioritari per la ripresa della nostra economia". Anche il
Presidente del Consorzio, l'imprenditore Antonio Mancuso, ha manifestato la
propria soddisfazione per il risultato raggiunto, qualificandolo come il
primo passo certo del lungo cammino ancora da percorrere, che porterà
innegabili benefici a tutto il comparto e consentirà futuri investimenti e
possibilità di sviluppo all'intera comunità di Grotte. |
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06/03/2011 |
Volontariato. Il Presidente
della Camera dei Deputati On. Fini incontra la Delegazione AIDO Sicilia |
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Incontro |
Il Presidente della Camera dei Deputati On. Gianfranco
Fini, martedi 1 marzo ha ricevuto la delegazione dell’AIDO Sicilia guidata
dal Presidente Giuseppe Cammarata e composta dal vice Presidente Vicario
Pietro Zucchetto, il Segretario Antonio Sperandeo, l’Amministratore Luciano
Incontro, il vice Presidente Vicario dell’AIDO prov.le di Trapani Benigno
Martinez, dall’Amministratore AIDO provinciale Mariella Crivello, e dal
Segretario provinciale del SIULP di Trapani Antonio Cusumano. Il Presidente
dell’Aido Sicilia ha portato anche i saluti del Dr. Vito Sparacino
Coordinatore del Centro Regionale Trapianti che per un emergenza in Ospedale
non ha potuto partecipare all’incontro.
Il Presidente dell’AIDO Sicilia Cammarata ha ringraziato il Presidente Fini
per la sensibilità dimostrata nel sollecitare le Istituzioni nel dedicare
delle vie ed una piazza a dei giovani donatori di organi della Provincia di
Trapani.
Il Presidente Fini si è congratulato per l’opera meritoria dell’AIDO
provinciale di Trapani che ha dedicato il 1° Monumento dei donatori di
organi di Sicilia il 23 settembre 2010 e per l’attenzione che l’AIDO Sicilia
dedica alle famiglie dei donatori di organi e per l’impegno nella diffusione
della cultura della donazione degli organi con molteplici attività, inoltre
ha ribadito l’importanza di divulgare il messaggio della solidarietà della
donazione, ha auspicato, che al contempo le Istituzioni sappiano essere
vicine in modo adeguato a chi decide di adottare con coraggio e generosità
questa scelta.
Il Presidente dell’AIDO Sicilia Cammarata, ha donato al Presidente il dvd
fatto in collaborazione con il Sindacato di Polizia SIULP, AIDO Sicilia,
AVIS e AIDO provinciale di Trapani e Questura di Trapani, per prevenire le
stragi del sabato sera che rientra nella manifestazione denominata: “Insieme
per la vita”.
Durante l’incontro si è anche congratulato con il Segretario provinciale del
SIULP di Trapani Antonio Cusumano per le iniziative a difesa della legalità.
Il cordiale incontro è durato quasi un ora. |
Dono |
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05/03/2011 |
Editoriale. San Nicola, la
liberta d'informazione ed il piccolo orticello |
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Giovedi 3 marzo, ore 19.52, squilla il mio cellulare.
Sul display compare un numero sconosciuto. Rispondo. Dall'altra parte una
voce maschile, si qualifica, è un conoscente. Senza convenevoli espone con
decisione le sue domande: "come ti sei permesso?", "chi ti ha dato
l'autorizzazione?" e "chi ti ha fornito le informazioni?". L'oggetto del
contendere: il mio articolo del 3 marzo sui ritrovamenti nel sottosuolo
della ex chiesa di San Nicola. Cerco di capire quale sia il senso della
telefonata, i motivi della rabbia chiaramente espressa, la causa di tale
incomprensibile attrito. L'interlocutore, non volendo sentire ragioni, si
stupisce delle mie perplessità. "Mi sono permesso" di fare cosa? Scrivere un
articolo giornalistico su un fatto, tutto sommato, positivo per la comunità
di Grotte? Perchè mai non avrei dovuto? E perchè avrei dovuto chiedere
l'autorizzazione? Inutile cercare di spiegare che in Italia la libertà di
pensiero è stabilita dall'art. 21 della Costituzione: "Tutti hanno
diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta
ad autorizzazioni o censure". Anche ribadirlo è inutile: io, a suo dire,
avrei dovuto essere autorizzato alla pubblicazione del materiale che avevo
acquisito; anzi se, quando e cosa fossi stato
autorizzato a pubblicare non era decisione che spettava a me, ma a lui.
Incredibile! Anzi, del tutto assurdo! La telefonata è un continuo di
rimproveri e accuse gratuite quanto infondate, del tipo: "anche l'altra
volta hai scritto delle falsità, e questa è la seconda volta che lo fai".
Riporto, per la cronaca, le presunte precedenti falsità: "Una
realizzazione promossa e seguita nelle prime fasi dall'allora
Sindaco di Grotte, Dott. Giacomo Orlando, dal Dott. Angelo Collura,
attuale Presidente del Consiglio Comunale e dall'Arch. Ignazio Infantino,
progettista dell'opera" (vedi
l'articolo del 21/02/10 ).
Ricordo la sua telefonata in quell'occasione (sempre sullo stesso tono) alla
quale avevo risposto invitandolo a replicare all'articolo e ad inviarmi
ulteriore materiale informativo; ancora aspetto.
Lo invito ad espormi i motivi per cui non avrei dovuto pubblicare
il materiale in mio possesso: per telefono non può dirmeli, si riserva di
comunicarmeli di presenza, chissà quando. Replico che io non ho nulla da
nascondere, non temo intercettazioni e sono disposto a cogliere anche
telefonicamente le sue ragioni. Non è possibile. Saranno mica segreti di
Stato?
Con tutta la buona volontà ho cercato di comprendere il senso di tutto ciò.
L'unica considerazione alla quale sono arrivato è che, probabilmente, avrò
invaso il suo piccolo orticello: l'esclusiva sull'ex chiesa di San Nicola.
Come tutti quelli che tengono a mettersi in mostra, dichiara ripetutamente
che non ci tiene affatto (ma intanto telefona, rimprovera, accusa, pretende
spiegazioni, rifiuta sdegnosamente gli inviti ad intervenire). La telefonata
prosegue con lui che ripete sempre lo stesso ritornello, come un disco
rotto, non lasciandomi spazio. Improvvisamente "cade la linea" (detto
fuor di metafora, mi chiude il telefono in faccia; quando questo accade per
cause naturali - termina il credito o si esaurisce la batteria - di solito
l'interlocutore richiama, prima possibile, per i saluti finali: non è
successo).
A beneficio del mio interlocutore e di quanto fossero interessati, riporto
l'articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963: «E' diritto
insopprimibile dei giornalisti la libertà d'informazione e di critica,
limitata dall'osservanza delle norme di legge dettate a tutela della
personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità
sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e
della buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino
inesatte e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti
a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò
sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di
collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la
fiducia tra la stampa e i lettori».
Dalla Carta dei doveri del giornalista:
- Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto
all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni
notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della
verità e con la maggiore accuratezza possibile;
- Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse
nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro e compie
ogni sforzo per garantire al cittadino la conoscenza ed il controllo degli
atti pubblici;
- Il giornalista è tenuto ad osservare il segreto professionale, quando ciò
sia richiesto dal carattere fiduciario delle sue fonti. In qualsiasi altro
caso il giornalista deve dare la massima trasparenza alle fonti.
Ferma restando la possibilità di replica (che ribadisco per l'ennesima
volta) per il mio interlocutore telefonico o per chiunque altro desiderasse
intervenire, riconfermo con forza la mia indipendenza ed il mio diritto
insopprimibile alla libertà d'informazione e di critica, anche a costo
d'invadere altri "piccoli orticelli". Carmelo Arnone
5 marzo 2011
© Riproduzione riservata. Si può intervenire tramite la sezione "Contattaci",
con una "E-mail"
o con un commento su
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04/03/2011 |
Televisione. "Domenica è sempre Domenica"
ospita Grotte.info, su Teleacras |
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Guarda il video |
"Domenica è sempre Domenica", celebre trasmissione televisiva su Teleacras,
nella puntata del 27 febbraio ha ospitato Grotte.info Quotidiano. Il
programma di Egidio Terrana ed Enza Pecorelli, condotto da
Elettra Curto ed Egidio Terrana, ormai immancabile appuntamento settimanale
con gli approfondimenti culturali, l'attualità, lo spettacolo, lo sport e
molto altro ancora, all'interno dello spazio dedicato all'informazione
online ha intervistato il direttore del nostro sito, Carmelo Arnone. Nella
stessa puntata, trasmessa in replica martedi 1 marzo alle 21.00 e giovedi 3
marzo alle 15.00, sono stati ospiti: Sandro Provvisionato, giornalista,
scrittore conduttore del settimanale Terra (in collegamento telefonico); il
preside, i docenti e gli alunni dell'IPIA FERMI di Agrigento, con i
collaboratori Lucia Alessi e l'ingegnere Luigi Guagenti; il Sindaco di
Agrigento, Marco Zambuto; il dott. Giuseppe Carbone, veterinario; Giovanna Lauricella e Alessandra Grassi
organizzatrici ad Agrigento di "SE NON ORA, QUANDO"; Gabriela
Mangione e la Vocal Talent Luigina Morello; il cantante Christian Lo Zito.
Ringraziamo, per lo spazio dedicatoci, l'emittente televisiva Teleacras,
tutto lo staff della trasmissione "Domenica è sempre Domenica", i conduttori
Elettra Curto ed Egidio Terrana.
Pubblichiamo la parte della trasmissione relativa all'intervista e la
canzone finale di Christian Lo Zito "Fermati"
(riprese di © Teleacras).
Grotte.info a "Domenica è sempre Domenica"
"Domenica è sempre Domenica" va in onda su
Teleacras la domenica mattina alle 10.30, il martedi in prima e seconda serata
e il giovedi alle 15.00. |
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04/03/2011 |
Feste. Martedi 8 marzo in
piazza a Grotte, per la "Carnival Night 2011" |
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Locandina |
L'Associazione spontanea "L'isola ke nn c'è", col
patrocinio del Comune di Grotte, in occasione del prossimo martedi grasso, 8
marzo 2011, organizza la manifestazione "Carnival Night 2011".
Il Presidente dell'associazione, Daniel Carlisi, insieme a tutto il suo
staff, assicura una serata all'insegna dell'allegria, con balli, animazioni
e tante sorprese.
L'appuntamento, per grandi e piccini (rigorosamente in maschera, forniti di
coriandoli, stelle filanti e tanta voglia di divertimento) è in Piazza
Umberto I (piazza municipio), dove è già stato approntato il palco, dalle
ore 19.30 alle 24.00 circa. |
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03/03/2011 |
Antichità. Scoperte e
ritrovamenti nel sottosuolo della chiesa di San Nicola |
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San Nicola |
Stanno per essere completati i lavori di
ristrutturazione dell'edificio anticamente dedicato a San Nicola. Della
struttura preesistente erano rimaste soltanto le mura perimetrali ed una
piccola parte della volta; tutto il resto versava in condizioni di rovina,
degrado ed abbandono, costituendo fonte di pericolo per i cittadini a causa
della concreta possibilità di crolli.
I lavori di ripristino, su progetto dell'architetto Ignazio Infantino, hanno
portato alla luce alcune scoperte che confermano l'importanza storica della
piccola chiesetta, la prima ad essere edificata a Grotte e l'unica
riportata, da fonti documentali dell'archivio Arcivescovile di Agrigento,
come già esistente nel 1300 e nota come "Pieve di Grotticelle".
Sotto la pavimentazione della chiesa è stata rinvenuta
una
cripta, costituita da due ambienti comunicanti, dalle dimensioni di metri
2.50 x 2.50 circa, disposta centralmente alla chiesa e chiusa con copertura
a volta. All'interno di essa sono stati ritrovati numerosi scheletri
scomposti di adulti e bambini; tra essi si sono potuti contare circa 60
teschi. I resti ossei sono stati raccolti con estrema attenzione, posti in
cassette di legno e traslati al cimitero, dove sono stati adagiati
nell'ossario comunale. Trattandosi di una ex chiesa, ormai sconsacrata, non
avrebbero potuto essere riposizionati in loco. Il ritrovamento dimostra
ancora una volta che il sottosuolo dei luoghi di culto, anche a Grotte,
veniva utilizzato per deporvi le salme dei fedeli defunti, non essendo stati
istituiti, a quel tempo, i cimiteri pubblici. E' molto probabile che
maggiori e più ricchi ritrovamenti sarebbero possibili qualora venissero
effettuati lavori di ricerca storica al di sotto della chiesa Madre (nei
ricordi ancestrali di alcuni anziani sembra affiorare, sotto il pavimento,
l'esistenza di un locale ampio quanto la chiesa stessa) e della chiesa del
Purgatorio (della quale l'esistenza di una cripta con scheletri è suffragata
dai ricordi di persone anche più giovani). La riscoperta, il restauro e la
valorizzazione di queste strutture costituirebbe di certo un "unicum" in
tutto il territorio circostante, un punto di forza per la salvaguardia, la
tutela e la promozione della cultura e della memoria storica del paese di
Grotte.
Una ulteriore scoperta è stata fatta rimuovendo le macerie della chiesa di
San Nicola; sotto i detriti è stato ritrovato, in buono stato di
conservazione, parte del pavimento in maioliche ottocentesche la cui origine
è attribuita ai laboratori artigianali di Napoli. I manufatti policromi sono
stati rimossi con cura e, dopo essere stati sottoposti ad un attento
restauro, verranno ricollocati nella loro posizione originaria. Al termine
dei lavori, l'ex chiesa è destinata a diventare un centro polifunzionale -
che manterrà il nome di "San Nicola" - da adibire a sala convegni, mostre,
proiezioni ed altre attività culturali. Carmelo Arnone
3 marzo 2011
© Riproduzione riservata. |
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03/03/2011 |
Comune. Finanziati oltre 5
milioni e mezzo di euro per il cinema ed il "Collegio di Maria" |
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Palazzo Municipale |
Una ulteriore "boccata d'ossigeno" si prospetta per il
territorio comunale, sia in termini occupazionali che di utilizzo delle
infrastrutture esistenti nell'ambito urbano. All'interno del P.O. FESR
2007-2013 (Programma Operativo - Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale),
in attuazione dell'Asse VI
“Sviluppo
urbano sostenibile”, sono stati ammessi alla 2^ finestra, i seguenti
interventi da realizzare nel Comune di Grotte:
- Lavori per recuperare, riqualificare e fornire di infrastrutture
sociali l'area comunale "Ex Collegio di Maria" - per un importo di euro
3.950.000,00;
- Lavori di riqualificazione di infrastruttura culturale "ex cinema-Teatro
Marconi" da adibire a centro di aggregazione e spazio teatrale a uso
territoriale - per un importo di euro 1.591.710,00.
Il totale dei finanziamenti relativi ai due interventi saranno precisamente
di
5.541.710,00 euro.
Particolarmente soddisfatto si è dichiarato il Sindaco Paolo Pilato,
affermando che questo è un risultato che fa onore a Grotte e che è difficile
da riscontrare anche per Comuni di più grandi dimensioni; segno evidente
della grande attenzione che la politica locale e regionale sta ponendo nei
riguardi della nostra realtà cittadina. |
Il Sindaco Pilato |
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02/03/2011 |
Comune. Gemellaggio tra
Grotte e Militello Rosmarino, all'insegna dei "Neri di Sicilia" |
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Guarda il video
Onda TV
Vedi le foto |
Una splendida giornata di sole ha fatto da cornice alla
cerimonia di gemellaggio tra i Comuni di Militello Rosmarino e Grotte.
Domenica 27 febbraio una folta delegazione di Amministratori, imprenditori
locali e rappresentanti di Associazioni è partita da Grotte per recarsi nel
Comune messinese; ad accoglierla, nella piazza del paese, l'intera comunità
guidata dalle Autorità locali. Dalla piazza, in festoso e ordinato corteo,
la comitiva si è mossa, ammirando le cime innevate dei Nebrodi, verso il
palazzo municipale. All'interno della sala consiliare si è svolta la
cerimonia di gemellaggio. Il ricco programma della manifestazione ha
previsto numerosi e qualificati interventi, mirati alle possibilità di
sviluppo dell'economia locale dei due centri siciliani, con particolare
riferimento al settore del turismo legato all'enogastronomia. Da un lato la
produzione del "Suino nero dei Nebrodi", presidio alimentare caratteristico
del territorio di Militello Rosmarino; dall'altro il "Nero d'Avola di Alta
Collina", eccellente frutto della lavorazione dei vigneti del territorio di
Grotte. Dall'incontro tra questi due "Neri di Sicilia", suggellato dal
patrocinio di Slow Food Valdemone, è iniziato questo percorso che le due
comunità intendono seguire insieme, al fine di far conoscere ed incrementare
la commercializzazione delle due specialità. Gli amministratori, come hanno
ribadito nel corso degli interventi, intendono scommettere sullo sviluppo
dell'enogastronomia locale, definita "volano" di tutte le altre attività
economiche e commerciali dei due paesi.
Nella prima parte della cerimonia, che è stata moderata da Rosario Gugliotta,
fiduciario Slow Food Valdemone, hanno preso la parola i Presidenti dei due
Consigli comunali, Calogero Blogna e Angelo Collura, i due Sindaci, Calogero
Lo Re e Paolo Pilato, e l'arciprete don Calogero Oriti. Il momento centrale
della manifestazione è stato la firma del protocollo d'intesa tra i due
Comuni, che così recita: "Impegno solenne di gemellaggio. Comune di Grotte.
Comune di Militello Rosmarino. Noi, Calogero Lo Re Sindaco di Militello
Rosmarino e Paolo Pilato Sindaco di Grotte, dichiariamo solennemente nel
nome delle nostre rispettive comunità, la nostra volontà di avviare
relazioni solide e durature di amicizia, di operare alla promozione di
collaborazione in tutti i campi: culturali, economici e sociali. Facciamo
appello a tutti i nostri concittadini, a tutte le associazioni e
collettività, al fine di consolidare il confronto per scambi concreti e
fruttuosi tra Militello Rosmarino e Grotte. In fede noi sottoscriviamo tutto
quanto detto sopra, nella casa municipale di Militello Rosmarino, il giorno
27 febbraio 2011". Nella seconda parte sono intervenuti: l'On. Roberto
Corona, deputato all'ARS; lo stesso moderatore Rosario Gugliotta, in qualità
di fiduciario Slow Food Valdemone; Vincenzo Pruiti, Dirigente SOAT Castell'Umberto;
Rosaria D'Arrigo, Responsabile Sviluppo Italia Sicilia; Salvatore Scalisi,
Presidente Associazione Siciliana Paese Albergo. Molto attesi gli interventi
dei quattro chef che hanno elaborato singolari specialità culinarie
utilizzando il "Suino nero dei Nebrodi" in abbinamento col "Nero d'Avola di
Alta Collina": Sergio Mei, Executive Chef dell'hotel Four Seasons di Milano;
Carmelo Chiaromonte, il "Cuciniere Errante"; Giuseppe Pappalardo, docente di
ristorazione all'IPSSART di Papazzolo Acreide; Calogero Pintaudi, Chef di
"Villa Rantù".
Al termine della cerimonia il rappresentante del Complesso Bandistico
"Vincenzo Bellini" di Grotte, Silvio Salvaggio, ha consegnato in omaggio al
Sindaco di Militello Rosmarino una foto dell'intera Banda Musicale ed una
targa ricordo.
Le degustazioni che sono seguite hanno incontrato il favore dei presenti,
che ripetutamente si sono accostati ai tavoli, esprimendo compiacimento agli
chef ed agli organizzatori.
Nel pomeriggio la delegazione grottese è stata accompagnata in visita presso
"Villa Rantù", rinomato albergo- ristorante del luogo, e presso l'azienda
"Di Stefano", dove il suino nero dei Nebrodi viene allevato con cura stato
semibrado.
Il prossimo appuntamento del gemellaggio, la cui data è ancora da definire,
sarà la visita di una delegazione di Militello Rosmarino a Grotte. Carmelo Arnone
2 marzo 2011
© Riproduzione riservata. Pubblichiamo alcune immagini ed il video del convegno
(31 foto e riprese di © Associazione Culturale "Punto info").
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Programma
Programma |
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Foto del gemellaggio |
Video del
gemellaggio |
Servizio di Onda TV |
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02/03/2011 |
Comune. Condoglianze alla
Famiglia Vassallo per la scomparsa del Generale Antonino |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Appena appresa la triste notizia ho manifestato, con un telegramma, la
vicinanza alla Famiglia Vassallo per l’immatura scomparsa del nostro
concittadino, Generale Antonino Vassallo, a nome mio personale ma anche a
nome della Giunta, della Presidenza e del Consiglio Comunale tutto.
La dipartita del nostro concittadino mi ha profondamente colpito, in quanto
conoscevo la persona della quale ho apprezzato l’umiltà ed il profondo senso
di appartenenza alle istituzioni, che lo ha accompagnato nella lunga
carriera al servizio dello Stato, che lo ha visto raggiungere incarichi di
massimo prestigio - quale quello di Comandante di un importante distretto
militare come quello di Lecce - e che ha concluso ricevendo la nomina al
grado di Generale di Brigata.
Questi risultati sono stati, per l’intera comunità di Grotte, motivo di
vanto e di orgoglio anche a seguito della disponibilità che il Generale
Antonino Vassallo riservava ai propri concittadini.
Un aspetto che mi ha particolarmente colpito è l’attaccamento che ha sempre
voluto mantenere con la propria famiglia, con le persone che da giovane ha
conosciuto e frequentato, con l’intera comunità di Grotte e con i luoghi che
gli hanno dato i natali, dei quali peraltro intendeva intensificare la
frequenza proprio a seguito del raggiungimento del traguardo della pensione.
Ritenendo di interpretare il pensiero di tutti i cittadini e dell’intera
comunità che mi onoro di rappresentare, rinnovo ai familiari i sentimenti di
profondo cordoglio e vicinanza". |
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Il Sindaco di Grotte
Paolo Pilato |
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02/03/2011 |
Necrologio. "La morte del
nostro Generale Antonino Vassallo", di Gianni Costanza |
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Vedi le foto |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Sabato 26 febbraio, a Lecce, è morto il Generale Antonino Vassallo di
Grotte.
La notizia ha colto tutti di sorpresa. Ricordare il generale da giovane è
come volere rispolverare un po’ di ricordi di alcuni grottesi della stessa
sua età. Seguito dall'amore infinito di una madre e di un padre che hanno
fatto tutto il possibile per fargli completare le scuole superiori
in Agrigento. Da giovane studente ha praticato l'atletica leggera, ha
imparato a suonare la fisarmonica, suo strumento preferito, che in diverse
occasioni di feste ha avuto modo di suonare. Felice quando incontrava degli
amici che soleva invitare nella sua splendida casa di campagna in Contrada
Noce. Non ancora ventenne, ha lasciato il suo paese, Grotte, per iniziare un
percorso militare pieno di sacrifici ma anche di riconoscimenti degni della
sua persona. Il suo carattere docile, affettuoso e rispettoso dei suoi
genitori e della propria famiglia, ma determinato nel servire l'Esercito,
che ha ampiamente ricompensato i suoi sacrifici fino ad avergli assegnato il
comando del Distretto militare di Lecce, uno dei più prestigiosi d'Italia.
Disponibile con quanti chiedevano dei consigli, non si è mai sottratto ad
aiutare i giovani di Grotte che hanno voluto intraprendere la carriera
militare. E' stato comandante di compagnia corazzata, addetto all'ufficio
addestramento della scuola truppe corazzate di Lecce, responsabile
del settore informatico alla scuola di Carrismo prima e di Cavalleria dopo.
Promosso Colonnello il primo gennaio del 1999, fra il 2000 e il 2001 è stato
capo ufficio coordinamento corsi. Componente della commissione valutativa
alla scuola di fanteria di Cesano. Il Vassallo è stato insignito del titolo
"Cavaliere al merito della Repubblica", medaglia Mauriziana, medaglia di
bronzo al merito di lungo comando. Croce d'oro per anzianità di servizio
militare. Ha partecipato alle operazioni di soccorso per il terremoto in
Campania e in Basilicata. All'ufficiale è stata conferita la "Melvin Jones",
ossia la massima onorificenza del Lions International. Anche le più alte
cariche del Rotary Club, presso l'Appia Palace Hotel, hanno apprezzato una
sua conversazione sulla storia del Tricolore italiano che proprio quest'anno,
in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, sarà
la massima attrazione di tutte le manifestazioni pubbliche. A Grotte nessuno
era riuscito prima a ricoprire una carica così importante e prestigiosa.
Esemplare marito, modello di padre che alla figlia, siamo certi, ha
trasmesso sani principi, sani insegnamenti ed inconfutabili nozioni di vita.
A nome mio personale e di tutti i grottesi, desidero formulare le mie più
sentite condoglianze alla sua famiglia, alla sorella Marina e famiglia ed
alla cara ed affettuosa mamma, Giuseppina Zaffuto.
Ciao, caro mio grande amico e mio grande Generale". |
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Gianni Costanza
(Operatore culturale ) |
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Dalla Redazione.
Il 3 maggio 2006, nella sala consiliare del Comune di Grotte, si era svolta
una cerimonia in onore del Gen. Vassallo.
Allora avevamo pubblicato alcune immagini della manifestazione.
Foto della
cerimonia
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01/03/2011 |
Posta. Calendario dei
pagamenti delle pensioni INPS presso l'ufficio di Grotte |
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Calendario |
Calendario dei turni
relativi ai pagamenti delle pensioni INPS nel mese di marzo, per lettera iniziale del cognome:
giorno 1 - martedi: in pagamento la lettera A;
giorno 2 - mercoledi: in pagamento la lettera B;
giorno 3 - giovedi: in pagamento la lettera C;
giorno 4 - venerdi: in pagamento dalla lettera D alla I;
giorno 5 - sabato: in pagamento la lettera L;
giorno 6 - domenica: chiusura settimanale;
giorno 7 - lunedi: in pagamento la lettera M;
giorno 8 - martedi: in pagamento dalla lettera N alla P;
giorno 9 - mercoledi: in pagamento dalla lettera Q alla S;
giorno 10 - giovedi: in pagamento dalla lettera T alla Z.
Ricordiamo che, in alternativa, è possibile richiedere l'accredito diretto
della pensione nel libretto postale o nel conto Bancoposta; l'importo sarà
immediatamente disponibile dalla data di accredito, e sarà prelevabile anche
tramite postamat, senza necessità di fare estenuanti attese allo sportello.
Pubblichiamo a lato il calendario dei pagamenti per l'intero anno 2011, che
è disponibile anche nella pagina "Posta".
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Leggi il calendario |
Vedi la pagina "Posta" |
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