Grotte.info Quotidiano -
Maggio 2011 |
31/05/2011 |
Lettere. "Orgoglioso di
dire... io sono di Grotte"; del Dott. Salvatore Filippo Vitello |
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Dott. Vitello |
Riceviamo e pubblichiamo
una lettera del dott. Salvatore Filippo
Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, in riferimento alla
sua partecipazione alla "Giornata della Legalità", lo scorso 27 maggio,
presso la Scuola Media di Grotte.
"Caro Carmelo,
sono tornato qualche ora fa a Roma e da qui provo a riflettere con distacco
sulle intense emozioni provate nel mio incontro con tutti voi a Grotte.
Nella mia riflessione il posto principale è il tuo. Tutto ciò è accaduto
grazie a te. Mi hai dato, mio caro Carmelo, la possibilità di riconciliarmi
con me stesso.
Ho sempre provato un senso di colpa per non avere saputo esprimere il senso
dell'impegno nel mio paese e tra la mia gente.
La tua disponibilità, generosità e passione mi hanno consentito di superare
questo gap psicologico e mi hanno fatto vedere come i sentimenti, espressi
con il cuore, sono l'essenza della nostra vita.
La genuinità dei sentimenti è stata la cifra di questo incontro.
Tutto ha ruotato sulle emozioni generate dall'affetto che il tempo non ha
minimamente eroso.
Mi sono trovato con te come amico di sempre. Ho ritrovato gli amici di una
volta.
Mi ha sorpreso e commosso l'accoglienza della Preside Stefania Morreale.
E' una eccellente dirigente. Ha costruito una scuola, anzi è più esatto dire
una comunità scolastica, che è da prendere a modello di riferimento, come
paradigma organizzativo a livello nazionale. Lei ha parlato di eccellenze,
ma la vera eccellenza è lei, perchè nel deserto esterno ha costruito una
piccola oasi di enorme valenza pedagogica.
In quella scuola operano in piena sinergia le varie componenti che
convergono con intensa motivazione sul medesimo obiettivo di offrire ai
ragazzi dei modelli e degli stili di vita esemplari.
Gli insegnanti che ho visto presenti li conosco uno per uno ed ognuno di
loro ha un profilo ed una storia di impegno e serietà.
Giovanna Costanza Scinta, Salvatore Carlisi, Pasqualina Fantauzzo, mia
cugina Accursia, sono quelli che ricordo meglio per i comuni percorsi di
crescita nel paese nostro e dei nostri genitori.
Ma ho visto l’impegno di altri più giovani professori.
Quella di Grotte è un modello di scuola pubblica che si colloca tra i più
avanzati modelli a livello europeo. I nostri ragazzi sono in questo
fortunati, perché ricevono una formazione, opportunità di confronto nella
realtà sociale, per il cammino successivo, che non è solo quello immediato
della scuola superiore, ma è anche (e forse soprattutto) quello di sviluppo
non solo di carattere ma anche della personalità che sarà alla base delle
loro scelte di vita ed il fondamento di una rinnovata affermazione della
cultura e dei valori di cittadinanza. In questo ho davvero avuto un tuffo al
cuore quando nella mia scuola, il bravissimo Egidio Terrana, ha dato il via
all’incontro facendoci tutto intonare l’inno nazionale.
La scuola di Grotte, grazie a questo eccellente lavoro di squadra, svolge
una importante funzione catalizzatrice.
Riesce a coinvolgere tutti: istituzioni, forze politiche, sociali,
imprenditoriali, del mondo delle professioni, dell’associazionismo e del
volontariato.
Il mio amico Tano Grasso, che dell’associazionismo ne ha fatto ragione di
vita è rimasto felicemente impressionato.
Vedere insieme tutti, le Forze di Polizia, nella triplice rappresentanza
istituzionale (Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza), la
Polizia Municipale, che mi si dice svolgere, pur tra difficoltà interne (che
mi auguro si possano superare con spirito di solidarietà e di reciproca
comprensione), un buon lavoro.
D’altronde coloro che compongono il nostro corpo locale di polizia sono
ottime persone sono cresciute con noi, ci si conosce da ragazzini. Con
Antonio Salvaggio abbiamo avuto un comune percorso di crescita nell’azione
cattolica, dove era apprezzato per il suo impegno. Con gli altri ci si è
sempre trovati in piazza. Il comune denominatore di queste persone è poi il
senso del dovere che nasce dal fatto che sin da ragazzini li ho visti
impegnati nel lavoro e nella famiglia.
Sono questi connotati che individuano la stragrande maggioranza dei ragazzi
di allora e che oggi si trovano a gestire, in ragione dei sacrifici
compiuti, posti di responsabilità, come il mio caro amico Vincenzo Chiarenza,
oggi segretario comunale a Grotte.
Sono stato felice di incontrare il sindaco Paolo Pilato. E’ una persona che
dà tutto quello che può in questo suo impegno. Lo fa con passione e umiltà,
con i limiti imposti dalla penuria di mezzi e dalla condizioni sociali
attuali. L’ho visto molto coinvolto sul piano emotivo. Ha sentito questo
incontro come una giornata felice per tutta la comunità. Gli si leggeva
negli occhi. In tempi in cui la politica vive solo di forme mediatiche,
cogliere la sostanza di sentimenti così belli è molto importante.
A lui ed al Presidente del Consiglio Comunale Angelo Collura, va il mio
pensiero riconoscente.
Così come sono davvero riconoscente all’assessore Piero Castronovo. E’ un
bravissimo giovane. E’ l’espressione riuscita del futuro costruito, con
fatica e sacrificio, ma con grande dignità, dalla generazione degli ultra
sessantenni, che nel periodo della mia gioventù, hanno, con responsabilità,
costruito belle famiglie e svolto ruoli di governo della comunità.
In questo confronto generazionale una menzione privilegiata merita Paolino
Fantauzzo, figlio di Sarino. Una famiglia stupenda quella di Sarino,
genitori generosi che hanno dato del loro. Paolino, insieme ai suoi numerosi
fratelli, ha ricevuto una eredità pesante in termini di impegno sociale. Ma
lui ha saputo continuarla con onore.
A questo proposito il pensiero corre alle persone che erano lì presenti:
Vittorio Castronovo, Filippo Giambra e Gaspare Agnello. Gasparino nonostante
l’età non ha minimamente diminuito la sua passione per l’impegno sociale. E’
un connotato del suo DNA. Gaspare Agnello è uno che lì per lì si accalora,
ma poi, quale persona generosa, riesce a trovare le ragioni del dialogo. Ha
una storia politica di battaglie civili a favore delle classi più deboli e,
probabilmente per questa sua formazione originaria, nutre un’ammirazione
sconfinata per Francesco d’Assisi.
Un altro esponente della cultura e dell’impegno civile del nostro paese è
Salvatore Bellavia. Ha un talento innato per il teatro. E’ bravissimo. Lo
ricordo nel ruolo di Zi Dima nella Giara di Pirandello. Ho visto compagnie
teatrali nazionali impegnate in questa piece, ma credetemi nessuna mi ha
così appagato come la rappresentazione di Salvatore Bellavia.
Ho fatto solo un esempio, ma sono tante rappresentazioni teatrali curate da
Salvatore, facendo, ogni volta, per la qualità e la bravura degli artisti,
opera di vera cultura. Un’altra cosa che rimane immemore nel mio ricordo è
il Cineforum, che Salvatore aveva organizzato con il compianto Lillo
Agnello. Che esperienza stimolante ed esaltante per noi ragazzi. Uno dei
primi film del cineforum fu Milano Trevigo. Un film che affrontava i temi
del contrasto di sviluppo endogeno, Nord e Sud, e quello dell’emigrazione.
La bellissima scena della fetta di mortadella comprata dal povero emigrato
con il primo stipendio da operaio alla Fiat. E poi i conflitti
socio-economici. Insomma tanto materiale per discutere del nostro futuro.
Ho poi provato un certo orgoglio familiare. Intorno a me si sono riuniti
tutti i miei parenti: Vitello e Terrana.
Mi sono sentito importante per questo e non, come spesso la gente pensa, per
il ruolo istituzionale che ricopro.
Insieme ai tanti ho visto numerosi miei amici d’infanzia. Mi ha emozionato
la commozione del mio amico Totò Carlisi. Ed ho sentito la partecipazione
del figlio Angelo, di questo bello e bravo ragazzo, come qualcosa di simile
alla soddisfazione di un congiunto.
Mi ha davvero colpito la sincera ed evidente gioia di Pietro Agnello. Pietro
è un modello d’impegno per il nostro paese. Sin da giovane ha profuso le
migliori energie per questa comunità. Io poi che gli sono vicino anche per
ragioni familiari, avendo condiviso con lui momenti di grande tristezza, per
la perdita di amati congiunti ad entrambi comuni, l’ho sempre visto come il
fratello più grande, da cui trarre lo spirito necessario per costruire
occasioni di impegno civile.
Ma al di là di tutto la cosa che ha più mi ha colpito è il grande affetto,
manifestatomi con la sua presenza anche dal mio amico e collega Walter
Carlisi, che i ragazzi e tutti i presenti hanno voluto mostrarmi.
Affetto, amicizia e considerazione come quelle espresse dall’arciprete
Castronovo. Io ero ragazzo, ma ricordo perfettamente, dopo la morte
dell’Arciprete Agrò e la nomina di padre Tortorici alla Madrice, l’arrivo
del giovane sacerdote palmese. Il giorno in cui arrivò a Grotte io e credo
Totò Carlisi gli andammo incontro e salimmo sulla sua macchina per
indicargli la strada.
Gli affetti e le relazioni che tali sentimenti generano hanno reso autentico
e dato significato al nostro incontro, curato con eccezionale maestria da
Egidio Terrana, che ha saputo valorizzare e fare apprezzare, nella sua
genuina dimensione, anche a coloro che non avevano dimestichezza con il
nostro paese. Mia moglie e lo stesso Tano Grasso sono rimasti entusiasti
della bravura di Egidio per la leggerezza, facilità ed intelligenza con cui
pone le questioni e per l’equilibrio e l’abilità tecnica con le quali
coinvolge serenamente i suoi interlocutori.
Il tempo non ha affievolito le relazioni affettive, gli anni non le hanno
invecchiate, è bastato un incontro, una genuina stretta di mano o un
abbraccio sincero per riprendere il filo di un dialogo sospeso sì ma mai
interrotto.
Al di là delle parole credo che sia soprattutto questo il messaggio
trasmesso, ai ragazzi ma anche agli adulti. Sono sicuro che Silvia Carli,
sensibile intellettuale, che ha voluto esprimere la sua stima con la sua
presenza, abbia colto questo importante valore che solo la vita di paese,
con la sua intensa e vissuta solidarietà, sa realmente esprimere.
Siete voi tutti miei cari amici i custodi e sponsor dell’immagine positiva
del nostro paese. Grazie a voi sono orgoglioso di dire, quando mi si chiede
da dove vieni, io sono di Grotte.
Grazie di cuore". |
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Salvatore
Filippo Vitello
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31/05/2011 |
Lettere. Poco democratico un
referendum senza quorum; di Michelangelo Farruggia |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
voglio solo esprimere un mio parere sul referendum che si dovrà tenere
presso l'Istituto Comprensivo di Grotte per dare un'indicazione sulla
questione della settimana corta.
Ho letto che non ci sarà un quorum da raggiungere e questo mi sembra poco
democratico in quanto non terrebbe conto di un consistente numero di
genitori che opterebbero contro la settimana corta, e ho paura che il fatto
di non contemplare un quorum sia alla fine un pretesto per i docenti di fare
approvare dal Consiglio d'Istituto la settimana corta, anche con pochi voti
a favore". |
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Michelangelo Farruggia
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Dalla Redazione.
Come è noto, l'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte ha
indetto un referendum con il quale i genitori degli alunni delle classi
terze, quarte e quinte della scuola elementare e delle classi prime e
seconde della scuola media sceglieranno, il prossimo sabato 4 giugno
dalle 08.00 alle 13.00 al plesso "Roncalli", gli orari di lezione che
osserveranno i propri figli a partire dal prossimo anno scolastico.
Le opzioni proposte sono le seguenti:
- la cosiddetta "settimana corta", dal lunedi al venerdi, dalle 08.00 alle
13.40 (sabato tutti a casa);
- la settimana "normale", dal lunedi al sabato, dalle 08.10 alle 13.10
(dalle 08.30 alle 13.30 al plesso "Sciascia").
La mancanza del quorum (numero minimo di votanti tra gli aventi diritto al
voto) non credo sia un pretesto: i docenti, avendo la maggioranza in
Consiglio d'Istituto, avrebbero potuto far approvare la "settimana corta"
anche senza il referendum. Piuttosto ritengo che la decisione di far votare
i genitori sia da apprezzare. Nel segreto dell'urna i genitori (uno per
ogni alunno) potranno scegliere in piena libertà. Quelli che hanno a
cuore l'interesse della scuola, nella quale crescono i propri figli, si
recheranno a votare. La previsione di un quorum, in caso di mancato
raggiungimento, avrebbe vanificato il referendum e lasciato il problema
senza soluzione. In questo caso si terrà conto della scelta della
maggioranza dei votanti. Qualunque sia.
Carmelo Arnone
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30/05/2011 |
Comune. Apertura dell'isola
ecologica per la raccolta differenziata |
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Riceviamo e pubblichiamo.
Apertura del Centro Comunale di Raccolta
L'1 giugno 2011 sarà il primo giorno di apertura del
Centro Comunale di Raccolta o isola ecologica, sito in via F. Ingrao
(piazzale dei magazzini comunali). Questa iniziativa, realizzerà un duplice
obbiettivo/beneficio per i cittadini residenti:
- il primo consisterà nella salvaguardia dell’ambiente attraverso un più
adeguato smaltimento di alcune tipologie di rifiuti in maniera
differenziata;
- il secondo sarà costituito da un guadagno economico per il singolo
cittadino direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti conferiti
che andrà a detrarsi nella successiva bolletta della Tassa dei Rifiuti
Solidi Urbani.
Bisogna precisare, per quanti non lo sapessero, che il nuovo Centro Comunale
di Raccolta non riceverà tutti i rifiuti, ma solo alcune tipologie come
carta, cartone, plastica, vetro, lattine, barattoli, pile e farmaci scaduti.
Cosa dovrà fare il cittadino:
- selezionare presso la propria abitazione i rifiuti come è indicato nella
tabella allegata;
- consegnare al personale addetto, presso l’isola ecologica, i rifiuti già
selezionati e ritirare lo scontrino indicante la relativa pesatura e il
rispettivo rimborso (il personale addetto peserà ogni singolo rifiuto
ricevuto dal cittadino e rilascerà uno scontrino con l’indicazione sia dei
chilogrammi che dell'importo del relativo rimborso per singolo rifiuto
conferito).
Al maggior conferimento di rifiuti corrisponderà una maggiore riduzione
della bolletta “TARSU”.
Nel confidare in un adeguato utilizzo dell’isola
ecologica si informa che gli orari di apertura saranno:
lunedì dalle 07,30
alle 13,30
martedì dalle 07,30 alle 13,30
mercoledì dalle 12,00 alle 18,00
giovedì dalle 07,30 alle 13,30
venerdì dalle 07,30 alle 13,30
sabato dalle 07,30 alle 13,30
Di seguito si riportano tutte le tipologia di rifiuti che è ammesso
conferire:
Carta e Cartone
di questa tipologia è ammesso conferire:
giornali e riviste; libri e quaderni; fotocopie e fogli vari (togliendo
parti adesive in plastica o in metallo); scatole di pasta; scatole per
alimenti; cartoni piegati; imballaggi di cartone;
di questa tipologia non è ammesso conferire: nylon; cellophane;
copertine plastificate; carta oleata, unta o sporca di colla; carta chimica
o autocopiante; carta carbone; fazzoletti di carta sporchi; pergamena.
Plastica
di questa tipologia è ammesso conferire:
bottiglie di acqua e bibite; flaconi di detersivi, detergenti e shampoo;
flaconi di cosmetici liquidi; contenitori per liquidi in genere; vasetti di
yogurt; confezioni di uova; cassette di frutta; pellicole per alimenti;
polistirolo; blister; tutti gli imballaggi indicanti le sigle: PE – PP – PS
– PET – PVC;
di questa tipologia non è ammesso conferire: tutto ciò che non è
imballaggio; tutti gli arredi (sedie, tavoli etc.); plastica dura
(giocattoli etc.); elettrodomestici; piatti e posate in plastica.
Vetro
di questa tipologia è ammesso conferire:
bottiglie e bicchieri; barattoli senza tappo metallico; vasetti senza tappo
metallico;
di questa tipologia non è ammesso conferire: vetri di finestre e
specchi; pirofile e vetri da forno; oggetti in ceramica e porcellana;
lampadine e neon; occhiali.
Lattine e barattoli
di questa tipologia è ammesso conferire: lattine
contenenti cibo per animali; scatolette e lattine in banda stagnata; lattine
per bevande e per alimenti con il simbolo “AL” (tonno, carne, pesce
conservato, legumi e cereali); contenitori in metallo (pelati etc.);
chiusure metalliche per vasetti di vetro; vaschette in alluminio; tappi a
corona applicati sulle bottiglie; scatole in acciaio;
di questa tipologia non è ammesso conferire: barattoli con resti di
colore e vernice; contenitori etichettati “T” e/o “F”.
Pile
di questa tipologia è ammesso conferire:
batterie alcaline; pile a stilo (per torce e radio); pile a bottone (per
calcolatori o orologi);
di questa tipologia non è ammesso conferire: batterie esauste per
autoveicoli; accumulatori per auto.
Farmaci scaduti
di questa tipologia è ammesso conferire: farmaci
scaduti; medicinali non utilizzati;
di questa tipologia non è ammesso conferire: siringhe; rifiuti
ospedalieri.
Si ricorda inoltre, che è possibile ritirare la “compostiera” facendone
richiesta al Comune, allo scopo di depositare la sezione umida del rifiuto
all’interno del proprio giardino attiguo all’abitazione, la quale da diritto
ad una riduzione del 10% sulla bolletta “TARSU” . All’interno della
compostiera il rifiuto umido si trasforma in ottimo concime per le piante.
Per ulteriori informazioni rivolgersi all’Assessore Piero Castronovo, al
dirigente Arch. Piero Calì o al personale in servizio presso l’isola
ecologica.
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L’Assessore all’Ecologia
Rag. Piero Castronovo
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Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato |
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30/05/2011 |
Iniziative. Il dott. Luigi
Sanfilippo modera incontri culturali all'Università di Palermo |
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Manifesto |
L'associazione culturale “Triskele” ha organizzato un
ciclo di Seminari sul tema "Sicilia: Cultura, Arte e Sapori".
Tre incontri, realizzati nell’ambito del programma dell’Università degli
Studi di Palermo per la promozione delle attività culturali e sociali degli
studenti (legge 428/85), che trovano la loro sede nella Sala Multimediale
“San Saverio”, nei quali approfondire temi inerenti la scoperta
dell'identità e dello sviluppo siciliano.
Il primo incontro si è già tenuto il 19 maggio, sul tema “Sicilia:
tradizione e futuro”; relatori il prof. Nino Sala ed il prof. Gianni Li
Vigni.
Il secondo incontro è previsto per martedì 31 maggio alle ore 18.00,
sempre nella sala multimediale "San Saverio" della residenza universitaria
di Palermo. La dott.ssa Francesca Fontana e la dott.ssa Angela Fusco
relazioneranno su “Radici linguistiche siciliane”.
Il terze ed ultimo incontro di questo ciclo culturale si svolgerà martedi
7 giugno, nella stessa sede alle ore 18.00. “Unità d’Italia: verità
nascoste” sarà il tema che affronterà il prof. Tommaso Romano insieme al
prof. Ignazio Coppola.
Il coordinamento e la moderazione di tutti gli incontri sono a cura del
dott. Luigi Sanfilippo.
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30/05/2011 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della
settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.
Martedi 31 maggio
- ritiro spirituale dei cresimandi del 2° anno insieme ai cresimandi adulti;
raduno alle ore 08.30 nella chiesa Madonna del Carmelo, partecipazione alla
Santa Messa delle ore 08.45 e partenza per l'Oasi "Sacra Famiglia" di
Contrada Zaccanello;
Venerdi 3 giugno
- 1° venerdi del mese;
- ritiro spirituale dei cresimandi del 1° anno; raduno alle ore 08.30 nella
chiesa Madonna del Carmelo, partecipazione alla Santa Messa delle ore 08.45
e partenza per l'Oasi "Sacra Famiglia" di Contrada Zaccanello;
- alle ore 18.00, nella chiesa del Purgatorio, Santa Messa e NOVENA DI
PENTECOSTE (continuerà per tutta la durata della novena alla stessa ora,
sempre al Purgatorio);
- dalle ore 18.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, i 3 sacerdoti cittadini
sono a disposizione di padrini e madrine per le confessioni (in preparazione
alla celebrazione della cresima); nella stessa occasione, in una breve
pausa, si svolgeranno le prove del rito della cresima.
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30/05/2011 |
Fotografia.
"Il valzer di un giorno" di Franco Carlisi su Rai Radio3, nel
programma "Qui comincia..." |
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Vedi il sito |
E' stata dedicata interamente alle bellissime fotografie del volume "Il
valzer di un giorno" di Franco Carlisi, la puntata di giovedi 26 maggio del
programma radiofonico a diffusione nazionale "Qui comincia...", in onda in
diretta tutti i giorni su Radio3, dalle 06.00 alle 06.45.
Nella trasmissione dedicata all'opera del fotografo grottese, il giornalista
Attilio Scarpellini, assistito alla consolle da Massimiliano Capitolo, è
riuscito nella sapiente operazione culturale di "mostrare", nonostante i
limiti intrinseci propri del mezzo radiofonico, e di far cogliere agli
ascoltatori non soltanto il contenuto delle opere fotografiche ma anche il
valore universale del messaggio e delle emozioni che attraverso di esse
l'autore vuole comunicare. Pubblichiamo
l'intera puntata del programma, che è possibile anche riascoltare o
scaricare in podcast dal sito
di ufficiale di "Qui comincia".
Ascolta
qui la puntata del 26 maggio
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Franco Carlisi |
30/05/2011 |
Racconti. "Un tuffo nel
passato" - Capitoli 9° e 10°; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello
Cap. IX
Tra le persone corrette di quel tempo, (qualcuno che lo ha conosciuto e
praticato lo ha definito onestissimo), c’era anche “Sasà” cioè Rosario.
Faceva lo spazzino, anche se negli ultimi tempi badava all’Ufficio
sanitario.
Era amico di tutti e non
litigava mai con nessuno, per questo tutti gli volevano bene. E tutti,
grandi e piccini, lo chiamavano Sasà, e lui non si offendeva mai, se anche
un bambino gli dava del tu. Ecco per cui il cognome non l’ho mai saputo se
non in tempi assai recenti: era per tutti Sasà. Il cognome non era
necessario. E come Sasà lo voglio ricordare, sebbene adesso ne conosca anche
il cognome.
Era questo, purtroppo, un
periodo piuttosto triste per tanta gente. Non per niente era stato creato l’ECA,
cioè l’Ente comunale di assistenza che, nelle intenzioni di chi l’aveva
istituito, avrebbe dovuto aiutare i più diseredati elargendo loro dei
sussidi, sia in denaro sia in natura. La sede dell’ECA era all’inizio di via
Fonte, in un palazzo di proprietà del Comune.
Capo dell’ufficio era
“don Filippu Gueli” coadiuvato da un certo signor Gaetano Buscemi.
In quegli anni non era
difficile che arrivasse in paese, forse dalla provincia di Palermo o di
Catania, il cantastorie che attorno a sé attirava sempre tanta gente,
specialmente “di li chiazzalora”, cioè di tutti coloro che, non avendo altro
da fare, trascorrevano il loro tempo in piazza.
Il cantastorie si fermava
al centro della piazza, sistemava alla meglio un treppiede, vi stendeva
sopra una tela suddivisa in vari riquadri ognuno dei quali conteneva
un’immagine che rappresentava un episodio della storia che il bravo uomo si
accingeva a cantare, aiutandosi con una bacchetta e con la chitarra.
Ricordo che ogni storia
iniziava, più o meno, con questi versi:
“Ascuntati miei cari
signori, / una storia vi vuogliu cuntari”, cioè:
“Ascoltate miei cari
signori, / una storia vi voglio raccontare”.
Quando gli assassini (o
l’assassino) venivano presi, (perché la storia narrata aveva quasi sempre
come tema, un omicidio la cui descrizione aveva strappato le lacrime a molti
che stavano ad ascoltare) non mancava mai uno scroscio d’applausi sinceri
per i carabinieri che li avevano scoperti ed arrestati.
Alla fine il cantastorie
passava attraverso la folla che, “per non sentirsi costretta a pagare”
comprando la storia in versi che aveva appena ascoltato, incominciava, prima
lentamente, poi sempre più velocemente, a diradarsi fino a scomparire del
tutto.
Talvolta incontravo un
uomo lacero, con una gabbia che teneva al collo. Dentro la gabbia aveva un
pappagallino che, quando gli apriva il piccolo sportello, prendeva col becco
“la pianeta” perché il padrone la consegnasse, dietro il pagamento di una
ben misera moneta, a qualcuno che l’aveva richiesta perché potesse sapere,
in anteprima, qualcosa del suo futuro.
“La pianeta” era infatti
un foglio di carta piegato su cui era scritto un oroscopo. Ogni “pianeta”
costava, se non ricordo male, dieci lire.
Solo gli impiegati e i
minatori se la passavano bene, anche se questi ultimi spesso, per avere i
soldi, dovevano scendere in sciopero. Ed io li vedevo in corteo per le
strade, mentre gridavano: “Li sordi vuliemu”, cioè: “Vogliamo i soldi”.
In proposito mi racconta
il signor Salvatore Caltagirone, ex consigliere al Comune di Grotte per la
socialdemocrazia che anni prima, in difesa dei minatori, si era levata forte
la voce di Peppe Del Monte che era un comunista, uno di quelli che alla
politica ci credevano veramente, come mezzo di difesa dei lavoratori,
chiedendo che ai minatori fossero pagate tutte le spettanze.
Per questo ci furono
delle risse durante una delle quali in mano ai padroni sarebbe spuntata una
pistola che doveva servire per dare una lezione al giovane Peppe Del Monte
che, figlio di un miserabile stagnino, si era permesso di aizzare i minatori
contro di loro.
Pensavano certamente che
davanti ad una pistola, il Del Monte avrebbe avuto paura e se ne sarebbe
stato zitto e avrebbe fatto magari marcia indietro.
Ma non fu così perché
Peppe Del Monte denunciò il fatto ai carabinieri, chiedendo che fossero
interrogati, come testimoni, anche i minatori.
Me questi, forse per
paura di rappresaglie da parte del padrone che sicuramente li avrebbe
licenziati, negarono ogni cosa, asserendo di non avere visto nessuna arma da
fuoco.
Peppe Del Monte venne
condannato e forse da quel momento pensò di emigrare in America, cosa non
facile perché allora non poteva trasferirsi in America, intendendo per
America gli Stati Uniti, chi era comunista o manifestava simpatie per quel
partito che, in tutto l’Occidente, era additato come servo dell’Unione
Sovietica. Erano gli anni della guerra fredda, durante i quali anche i preti
erano schierati contro l’URSS, di cui si dicevano peste e corna.
Comunista allora
significava rivoluzionario ed essere contro tutto il mondo occidentale. Come
oggi alcuni aderenti a certi movimenti estremisti islamici.
Secondo alcune voci,
Peppe Del Monte avrebbe aggirato l’ostacolo con una pubblica abiura della
sua fede politica, secondo altre avrebbe chiesto scusa al padrone delle
miniere che, con un atto di magnanimità, lo avrebbe perdonato,
permettendogli, in questo modo, di attraversare l’Oceano. O forse se ne
voleva solo sbarazzare togliendoselo dai piedi. Si dice che sia tornato per
qualche giorno in paese, in occasione del funerale di una parente, ma che
poi abbia fatto rientro in America dove morì.
Cap. X
Tra gli impiegati, mi sono rimaste impresse nella mente “alcune guardie
comunali”. Una era “don Lillu Zaffutu”, cioè “don Calogero Zaffuto” che io
ricordo sempre vestito di nero per un terribile lutto che lo aveva colpito:
la morte del figlio in un incidente stradale accaduto nel Corso Garibaldi,
proprio dove la strada si restringe, a pochi metri dalla sua abitazione.
Non ricordo che tra lui e
la mia famiglia ci fossero particolari legami di amicizia, tuttavia, per il
suo modo di fare sempre gentile, mi riusciva assai simpatico.
L’altra era “don Mimiddru
La Rosa”, cioè don Domenico La Rosa, l’altra ancora era Licata, amico intimo
di mio padre, che aveva anche un fratello calzolaio, che lavorava a “Santa
Nicola”.
Infine ricordo il
comandante delle guardie, Stefano Zaffuto, genero del sindaco Bellomo.
“A la funtana” aveva il
suo ufficio, forse per ragioni di servizio, in una piccola casa fatta di un
solo vano a pianoterra e oggi sparita, perché abbattuta per rendere più
spaziosa la piazza, il guardiano dell’acqua, Totò Vinti, a cui le donne
spesso si rivolgevano quando non si potevano mettere d’accordo su chi
dovesse, per prima, attingere l’acqua.
Tante volte, per questo
motivo, quando il signor Vinti non c’era, le donne se le davano di santa
ragione e ognuna rompeva la “quartara” dell’altra.
- Accussì, né tu, né iu,
pezza di buttana”. Cioè: Così né tu, né io, pezza di puttana.
- Buttana a mia? La vera
buttana si tu, che ti rii la vesta e ti la fa cu “don Luigiuzzu Pinnàcula”,
cioè : - La vera puttana sei tu, che ti sollevi la veste e te la fai con
“don Luigino detto Pinnacula” ovvero “Sbrendolino”.
E la battaglia riprendeva
in mezzo alle grida e talvolta anche alle risate, ma più spesso alle
imprecazioni, delle altre donne e degli uomini che avevano fretta di
riempire le “quartare” e tornare a casa perché magari in quel momento aveva
incominciato a piovere o faceva freddo.
Di quei tempi ricordo
ancora “lu vanniaturi”, cioè il banditore che, dietro una certa ricompensa,
andava in giro per le strade principali del paese ad annunciare, con voce
alta, lo smarrimento di qualche animale o un’ordinanza del Sindaco.
“O signuri me - lo
sentivo spesso gridare - cu ha truvatu na crapa, ca c’è lu viviraggiu”,
cioè: “O signori miei, chi ha trovato una capra che c’è la ricompensa!”.
C’era anche “lu stiddraru,”
che era un taglialegna e, con una grossa scure sopra la spalla, andava in
giro per le strade del paese, gridando: “Cu a va fari steddri!” cioè: “Chi
deve spaccare la legna!”.
Quando qualcuno lo
chiamava, egli subito si metteva a lavoro e, manovrando la scure con tutte e
due le mani, spaccava la legna, riducendola “a steddri” cioè in parti tali
che potevano entrare nel focolare o “nella cucina economica”, che doveva
essere una cucina a legna, ma con più fornelli.
Se si trattava di un
grosso ceppo, “lu stiddraru” usava “lu cugnu” che era uno strumento
tagliente da un capo e grosso dall’altro a piramide che, percosso da una
grossa mazza, aveva la forza di penetrare e fendere il ceppo.
Nel mese di settembre
arrivavano “li caramignuoti”, che erano delle persone abili nel potare gli
alberi. Si fermavano in paese alcuni mesi, perché, dopo la potatura dei
mandorli, bisognava potare anche gli ulivi. E non era cosa che in paese
tutti sapevano fare. I più bravi dei “caramignuoti” erano quelli che
provenivano da Messina, “li missinisi”, cioè messinesi, sinonimo, appunto,
di provetti potatori.
Una o due volte la
settimana arrivava da Racalmuto “lu salinaru”, cioè il salinaio che, con il
mulo o con l’asino, veniva a vendere il sale, girando per le strade del
paese.
“Cincu liri un munnieddru
di sali”, cioè: “Per cinque lire vi dò un mondello di sale”, gridava il
salinaio, mentre con una mano tirava, per la cavezza, il mulo o l’asino.
Cinque lire corrispondono
oggi, più o meno, ad un quarto di centesimo, valore che dalle moderne zecche
europee non viene preso più in considerazione, ma che allora permetteva di
comprare non solo quella quantità di sale, ma anche altro.
Un mondello corrisponde,
all’incirca, a litri quattro, ed è la quarta parte del “tumminu”, cioè del
tumulo.
Quando mia madre sentiva
gridare il salinaio, usciva in strada e comprava il sale, generalmente un
mondello, o anche di più, se doveva salare le acciughe o fare l’estratto di
pomidoro.
C’era anche chi
s’improvvisava commerciante e vendeva “vesti miricani”, cioè vesti
provenienti dall’America, che le donne di quella terra non indossavano più.
Ogni veste, che era
piuttosto grande, larga, e dai fiori di un colore sgargiante, simbolo
dell’opulenza statunitense, veniva venduta per duecento - duecentocinquanta
lire.
L’arrivo di queste vesti
fu l’occasione buona perché tante donne potessero avere un cambio più
frequente di abiti, comprati a un prezzo, tutto sommato, molto contenuto.
Di commercianti “di vesti
miricani” ne ricordo soltanto uno, ma sicuramente dovevano essere di più.
Si chiamava “lu zì Jacu
P.” cioè “lo zio” Giacomo P.
Era un uomo, me lo
ricordo benissimo, assai buono, non alto, anzi basso, e col volto scavato,
emaciato, direi, che lavorava giorno e notte, e non solo in campagna.
Metteva le vesti in una “bardanella”, che era come una grande stoffa
impermeabile, se la caricava sulle spalle e girava per le vie e non solo di
Grotte, a vendere “vesti miricani”.
Per qualche tempo prese
in affitto anche un locale a pianoterra, in via Giovanni Meli, sotto la
chiesa Madre, proprio di fronte al cinema Marconi.
In quel locale “Lu zì
Jacu” vi teneva esposte, appese a un filo di ferro, attaccato alle pareti,
“li vesti miricani”.
Capitava spesso, che io,
essendo molto amico dei figli, lo incontrassi in casa, ma lui, a qualsiasi
ora ci andassi, non dava mai segni d’insofferenza, anzi se aveva qualcosa
conservata, l’andava a prendere e me l’offriva.
Ugualmente gentile era la
moglie, ma non ne ricordo il nome, forse, “la zà Tota”, cioè “la zia Antonia”.
C’era anche P., la
sorella di Totu, una ragazza a posto, senza grilli per la testa e molto
studiosa.
Un negozio che allora
andava per la maggiore e che esiste ancora oggi era quello di stoffe del
cav. Morreale che ogni sera si riempiva di venditori ambulanti che vi
compravano tutta la roba che avrebbero rivenduto (o speravano di rivendere)
il giorno dopo nei vari paesi e che sistemavano nella bardanella come “zio”
Giacomo P.
Mi ricordo che pure mia
madre ci andava qualche volta per comprarmi uno scampolo per farmi
confezionare un vestito dal suo sarto di fiducia.
Un altro negozio di
tessuti si trovava in Piazza Marconi ed era gestito dal signor Francesco
Cipolla. Un po’ più sotto, nello stesso lato della Chiesa Madre, secondo
quello che mi raccontano, ma io non lo ricordo, ci doveva essere un altro
negozio di tessuti, gestito da don Giovannino Napoli o, molto più
probabilmente, da sua madre signora Teresa chiamata in dialetto “la za Trisa”.
Di quei tempi ricordo
pure “lu zì Totu Maida” cioè “lo zio” Antonio Maida che abitava nel
quartiere Acquanova ed era un coltivatore diretto. Mi offriva, ogni volta
che andavo a casa sua, una bottiglia di vino. E se tentavo di rifiutarla,
lui insisteva tanto che, alla fine, dovevo per forza accettarla.
- Itici a pigliari na
buttiglia di vinu a Carmilinu -, cioè: - Andate a prendere una bottiglia di
vino a Carmelino - diceva ai figli, che l’andavano a prendere.
E se mi incontrava per la
strada, non mancava mai di offrirmi, invece del vino che non aveva appresso,
un sorriso di gioia per avermi rivisto.
Persone buone queste,
soprattutto perché quello che offrivano, lo offrivano col cuore e non
nascondevano mai un secondo fine.
Carmelo Luparello
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 30 maggio 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.
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30/05/2011 |
Lettere. L'insegnamento del
dialetto a scuola, una legge da apprezzare; di Aristotele Cuffaro |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Com'è ben noto è stato approvato, in maniera bipartisan, il disegno di
legge regionale sull’insegnamento del dialetto a scuola, per meglio
precisare, sull’insegnamento della storia, della letteratura e del
patrimonio linguistico siciliano. Primo firmatario e relatore è un deputato
dell’UDC, l’onorevole Totò Lentini che spiega la necessità della legge, nei
tre gradi scolastici, per ampliare l’offerta formativa salvaguardando il
patrimonio linguistico culturale.
Volevo rendere, pertanto, pubblica la mia soddisfazione per una legge che
permetterà di dare consapevolezza della propria storia letteraria
dialettale, nello sviluppo formativo, alle future giovani generazioni. Nel
1953 Pier Paolo Pasolini nella rivista “Belli” di Mario dell’Arco aveva
posto dei quesiti ai poeti dialettali maggiormente affermati nella penisola
di quel periodo:
1) Perché
scrivi in dialetto e non nella lingua letteraria?
2) La
poesia dialettale fa parte della letteratura italiana o di quella regionale?
3) Ci sono
delle specifiche istanze di impegno sociale nell’uso del dialetto?
Da quella inchiesta Pasolini pubblica, nel numero di maggio della stessa
rivista, le conclusioni.
Per la maggior parte dei poeti:
1)
l’utilizzo del dialetto, nel componimento poetico, è indispensabile perché
ha delle qualità proprie del “mezzo espressivo immediato”;
2) la loro
opera si collocava nella sfera poetica e non letteraria;
3)
l’impegno sociale non era stato inteso nel senso più moderno e attuale della
parola.
Pasolini capì che si stava vivendo un periodo di transizione passando da una
letteratura poetico -dialettale bozzettistica e populista ad una realistica
politicamente impegnata. Tra i poeti che hanno consolidato negli anni del
secondo Novecento l’impegno sociale nelle proprie fatiche letterarie,
Ignazio Buttitta, Nino Pino, Santo Calì ed altri. In quel periodo ed
esattamente tra il 1957 ed il 1960 in Sicilia vengono pubblicate due
antologie: “Poesia Dialettale di Sicilia” a cura del gruppo poeti siciliani
“Alessio Di Giovanni” (Palermo) ed a Catania “Poeti Siciliani d’oggi” a cura
di Aldo Orienti e Carmelo Molino. Le due antologie, anche se non offrono un
panorama completo della presenza di poeti dialettali nell’isola, hanno
l’importante merito di aver fatto uscire la poesia dialettale
dall’isolamento immettendola nel circuito della cultura contemporanea.
Dall’ultimo trentennio ad oggi, a mio avviso, la poesia dialettale in
Sicilia si configura in una doppia veste ed esattamente come “esame di
coscienza” e “caparbia battaglia morale e culturale”. I poeti più
rappresentativi di questa forma presenti nelle diverse aree dialettali della
Sicilia sono: Salvatore Di Marco di Palermo, Umberto Migliorisi e Pippo di
Noto di Ragusa, Gaetano Capuano dell’ennese, dell’area nissena Lina
Riccobene, Mimmo Galletto di Agrigento, del trapanese Marco Scalabrino, del
messinese Filippo Giordano, Paola Fedele ecc… .
La forza del dialetto e della sua poesia si avverte quando vi è l’esigenza
di un linguaggio più adatto a trasmettere sensazioni e concetti complessi di
non facile comunicazione. Il poeta dialettale si rende consapevole del fatto
che la propria tensione ideologica e sociale non può essere espressa con la
lingua nazionalmente parlata.
Attenzione! La mia considerazione è a tre anni luce di distanza dal
fanatismo Leghista che vuole trasformare il padano in lingua ufficiale del
nord.
Noi abbiamo una bellissima lingua ufficiale che dobbiamo custodire con molta
gelosia e che ci ha aiutato nel processo di unificazione nazionale,
attraverso l’abbattimento dell’analfabetismo, specie nel meridione
peninsulare. Nello stesso tempo, però, “La Madre Lingua” rafforza e
caratterizza la tradizione, il costume, la storia di un popolo. Finalmente
una legge da apprezzare". |
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Aristotele Cuffaro
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29/05/2011 |
Scuola. Elena Degan vincitrice
del
Premio Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia - Scuola" |
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Locandina
Vedi le foto
Video 1^ parte
Video 2^ parte |
Entusiasmo, partecipazione, spontaneità; queste le
caratteristiche della 4^ edizione del premio letterario "Racalmare -
Leonardo Sciascia - Scuola", promosso dall'Istituto Comprensivo "Angelo
Roncalli" e dal Comune di Grotte.
Gli interventi della cerimonia conclusiva, di votazione e proclamazione del
vincitore, che si è svolta il 21 maggio 2011, sono stati coordinati da
Egidio Terrana. La manifestazione è iniziata con il saluto al presidente
della Giuria - lo scrittore e giornalista Gaetano Savatteri - e la
presentazione delle tre autrici finaliste:
Alessia Shadow,
con il libro "Alex alla scoperta dei mondi
magici",
edizioni Gruppo Albatros Il Filo;
Maria Giovanna
Mirano, con il libro "Il mercante di pace", edizioni Flaccovio;
Elena Degan, con il libro "Ma l'aria non c'era", edizioni Gruppo Albatros Il
Filo. Dopo l'Inno di Mameli, la parola è passata al Dirigente Scolastico
dott.ssa Stefana Morreale, che ha dato il saluto di benvenuto alle autrici
ed agli ospiti, ringraziando quanti hanno collaborato alla realizzazione del
premio. Un saluto ed un incoraggiamento è venuto anche dal dott. Nicolò
Lombardo, già Provveditore agli Studi della provincia di Agrigento. Il
sindaco di Grotte, rag. Paolo Pilato, nel suo intervento, ha riconfermato
l'impegno dell'Amministrazione comunale - che ha promosso e supportato
finanziariamente l'iniziativa - nel favorire la diffusione della cultura,
soprattutto nei riguardi del giovani.
Come di consueto, dopo la lettura di alcuni brani tratti dai testi
finalisti, tra gli alunni e le autrici si è instaurato un dialogo fatto di
domande che hanno trovato risposte esaustive. Di seguito, il presidente
Savatteri ha dato lettura delle motivazioni per il conferimento delle
pergamene alle autrici. Una novità di questa edizione è stata rappresentata
dal concorso interno di produzione poetica e letteraria, rivolto agli stessi
alunni, dal titolo "Scrittori si diventa". Tra le poesie ed i racconti,
scritti dai ragazzi e pubblicati un blog scolastico dedicato, i tre migliori
sono stati premiati. I loro autori, Claudia Agnello, Alfonso Aquilina e
Sharon Zaffuto, hanno ricevuto due libri dello scrittore Leonardo Sciascia
ed un attestato di "credito formativo" utile ai fini dell'esame di diploma
di scuola secondaria di 1° grado. Tra i finalisti, il titolo di vincitore è
stato assegnato ad Alfonso Aquilina. Guidate dal presidente di giuria, le
operazioni di voto in diretta - da parte della giuria ristretta composta
da trenta alunni, tre per ogni classe, scelti tra coloro che hanno mostrato
particolare motivazione nella lettura delle opere letterarie in concorso - e
di scrutinio si sono svolte in un clima di intensa partecipazione.
Indiscutibile il responso finale che ha visto trionfare il libro "Ma l'aria
non c'era", della più giovane tra le finaliste, Elena Degan, alla sua prima
opera letteraria. "Non sono una secchiona... tutti voi potete arrivare dove
sentite di poter arrivare"; queste le prime parole della vincitrice,
studentessa del liceo classico, visibilmente commossa, che si aggiudica il
premio in denaro di 1.000 euro. Grandi applausi meritati anche alle altre
due finaliste. Dopo due brevi interventi, da parte dell'Assessore alla
Pubblica Istruzione Maria Ausilia Infantino e del Presidente del Consiglio
d'Istituto Giovanni Castronovo, sono stati consegnati diversi omaggi alle
gradite ospiti: fiori, un piatto ornamentale in ceramica ed una copia del
libro fotografico "Valzer di un giorno" di Franco Carlisi - mostra che verrà
presentata prossimamente alla Biennale di Venezia -.
La manifestazione si è conclusa con il saluto del Dirigente Scolastico e
l'arrivederci alla prossima edizione. Carmelo Arnone
29 maggio 2011
© Riproduzione riservata. Pubblichiamo
le immagini e le riprese della manifestazione
(video e 86 foto di © Associazione Culturale "Punto Info").
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Video 3^ parte
Video 4^ parte
Video 5^ parte |
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Foto |
Video 1 |
Video 2 |
Video 3 |
Video 4 |
Video 5 |
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28/05/2011 |
Musica. L'orchestra
scolastica di Grotte al concorso "Euterpe - Mediterraneo in Musica" |
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Manifesto
Al Palacongressi
In Via Atenea
Premiazione |
Si è conclusa, con un ottimo risultato per l'Orchestra
scolastica dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte, la settima
Rassegna-Concorso "Euterpe: Mediterraneo in Musica", che si è svolta ad
Agrigento dal 17 al 21 maggio, manifestazione alla quale hanno partecipato
le scuole secondarie di 1° grado ad indirizzo musicale, provenienti da ogni
parte d'Italia.
L'Orchestra del "Roncalli", arricchita dal coro delle quinte classi della
scuola primaria dello stesso Istituto, ha partecipato al concorso
presentando un progetto interdisciplinare con musica, canzoni e testi, in
ricordo del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Martedi 17 maggio, sul
palco del Palacongressi al Villaggio Mosè, i giovani grottesi diretti dalla
prof.ssa Erika Greco hanno presentato i brani:
Va pensiero,
Inno di Garibaldi,
Addio mia bella addio,
Roma nun fa' la stupida,
Io te voglio bene assaie,
Marenariello,
O sole mio,
Funiculì funiculà,
Il canto degli italiani. Tra le letture proposte, la poesia "Ninna nanna
della Guerra, di Trilussa. Dopo la prova concorsuale, l'intero ensamble si è
portato all'inizio di Via Atenea, ad Agrigento, dove ha riproposto al
pubblico cittadino gli stessi brani, arricchiti da "Bella ciao" e
dall'intervento dell'Ispettrice Scolastica del MIUR dott.ssa Giovanna
Zaffuto, responsabile regionale per l'adozione dello "strumento musicale"
nelle scuole siciliane.
Fra le trentuno scuole partecipanti, l'Istituto grottese è stato uno degli
otto selezionati, quale finalista, per partecipare alla serata conclusiva
del concorso, sabato 21 maggio sempre al Palacongressi del Villaggio Mosè.
Durante la manifestazione, presentata da Egidio Terrana, l'Orchestra del
"Roncalli", diretta per l'occasione dalla prof.ssa Caterina Pistone, ha
proposto il brano "Inno di Garibaldi", al termine del quale ha ricevuto,
dalle mani del prof. Claudio Montesano, il Premio "Valle dei Templi" (ex
aequo con la scuola "Capuana" di Siculiana) per il miglior progetto musicale
interdisciplinare, con la seguente motivazione: "Per l'impegno dimostrato
nel ricordare i valori delle nostre radici siciliane inserite nell'attualità
dell'Unità d'Italia e nel suo 150° anniversario, in un contemporaneo voler
sottolineare i valori positivi della nazione". Oltre alla pergamena, alla
scuola grottese è stato consegnato un premio in denaro di 250 euro. Il
Dirigente Scolastico dott.ssa Stefana Morreale, nel ricevere il Premio, si è
così espressa: "Un progetto che è un fiore all'occhiello della nostra
scuola. La scuola ad indirizzo musicale è stata fortemente voluta dal
collegio dei docenti. Siamo in un periodo in cui sta raccogliendo i frutti.
Dietro questo progetto c'è molto impegno degli insegnanti di strumento
musicale ma anche degli insegnanti curriculari, perchè c'è un'interazione e
una collaborazione molto stretta; e anche delle famiglie che intendo
ringraziare questa sera perchè hanno accompagnato e sostenuto i loro figli,
così come in molte occasioni. Abbiamo avuto la rappresentazione di un
recital molto arricchito nei suoi particolari al teatro Regina Margherita,
giorno 16; li hanno accompagnati giorno 17, li stanno accompagnando adesso,
li hanno sostenuti e incoraggiati perchè hanno ragazzi molto impegnati, che
hanno famiglie impegnate e che credono molto nella nostra scuola ed a quello
che la scuola propone". Nel successivo intervento, la prof.ssa Caterina
Pistone ha ricordato anche l'impegno degli altri colleghi di strumento
musicale e dei docenti di Lettere, che hanno contribuito alla realizzazione
del progetto interdisciplinare, ed ha invitato i presenti ad assistere alla
replica integrale dello spettacolo musicale, mercoledi 1 giugno alle ore
20.30 in Piazza Umberto I a Grotte.
Carmelo Arnone
28 maggio 2011
© Riproduzione riservata. Pubblichiamo
le riprese della manifestazione
(video di © Associazione Culturale "Punto Info").
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Al Palacongressi |
In Via Atenea |
Premiazione
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28/05/2011 |
Comune. Programma della "Notte
Tricolore", per celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia |
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Manifesto |
Il Comune di Grotte e l'Associazione
Politico-Culturale "Città Futura", in occasione dei festeggiamenti per il
150° anniversario dell'Unità d'Italia, promuovono la "Notte Tricolore", con
la Direzione Artistica di Salvatore Bellavia. "Infelice il popolo che non ha
memoria dei suoi eroi", è questo lo slogan scelto per la manifestazione.
Tra le iniziative in programma, mercoledi 1 giugno alle ore 18.30 nel
Palazzo Municipale, un incontro-dibattito sulla fase post-unitaria
dell'Italia sul tema "Tra mito, memoria e tradizione". L'incontro, che sarà
moderato da Egidio Terrana, prevede gli interventi del sindaco Paolo Pilato
e del presidente del Consiglio comunale Angelo Collura. Relazioneranno sul
tema: Giuseppe Mancuso, Valentina Camminneci, Adalgisa Monreale e Mimmo
Butera.
Alle ore 20.30, in Piazza Umberto I, si svolgerà uno spettacolo
dell'Orchestra Scolastica dell'Istituto Comprensivo "A. Roncalli" di Grotte,
diretta dalla Prof.ssa Erika Greco: musiche, canzoni e letture per rievocare
il lungo cammino dell'Italia dal 1860 al 1960.
A seguire, per tutta la notte tra il 1° ed il 2 Giugno - Festa della
Repubblica -, lungo il Viale della Vittoria ed il Corso Garibaldi, "Notte
Tricolore" animata dagli artisti e dalle Associazioni Culturali operanti nel
territorio.
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28/05/2011 |
Lettere. Tagli alla scuola
pubblica e sovvenzioni alle private; di Pietro Zucchetto |
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Pietro Zucchetto |
Riceviamo e pubblichiamo.
"I continui tagli alla scuola pubblica e le sovvenzioni alle scuole private
stanno portando la scuola allo sfascio: però gli unici ad accorgercene siamo
noi utenti, impossibilitati ad iscrivere i nostri figli negli istituti a
pagamento, mentre coloro che “possono” non si accorgono del problema.
Infatti mentre per le scuole pubbliche ci sono sempre meno soldi e si
tagliano oltre che nelle supplenze anche negli insegnanti di sostegno o nei
piccoli acquisti a cominciare dalla carta igienica e dai detersivi, per le
scuole “private” non esiste alcun problema, i finanziamenti comunque
arrivano ed i tagli “non esistono”.
La politica portata avanti in questo periodo dal Governo Nazionale va in
questa direzione e non ci possiamo far niente: dobbiamo subirla e dobbiamo
sperare in altri momenti con altri Amministratori. Ma a livello locale,
forse è meglio che ci diamo una mossa, e se c'è qualcosa che ci sembra non
essere stata concepita per il fine ultimo del bene collettivo o per il bene
dei nostri ragazzi, ci dobbiamo far sentire e dobbiamo cercare di far capire
a chi partorisce queste belle pensate le nostre ragioni. Noi vogliamo solo
il bene dei nostri ragazzi e lavoriamo solo per questo. Quando intravediamo
che certi discorsi serpeggiano in mezzo a noi con il solo fine ultimo di far
quadrare i conti e di ottenere dei vantaggi a livello personale, noi
dobbiamo pretendere che ci ascoltino e dobbiamo cercare in tutti i modi di
far valere il nostro buon fine che altro non è che il bene dei nostri
ragazzi". |
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Pietro Zucchetto
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28/05/2011 |
Scuola. Referendum sulla "settimana
corta", la scelta ai genitori |
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Sabato 4 giugno, dalle ore 08.00 alle ore 13.00, all'interno del
plesso "Roncalli" al Viale della Vittoria, si svolgeranno le operazioni
di voto per la consultazione alla quale sono chiamati i genitori degli
alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola elementare, e
delle classi prime e seconde della scuola media dell'Istituto
Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte.
I genitori sono chiamati ad esprimere il proprio parere sulla cosiddetta
"settimana corta".
E' probabile che il quesito che troveranno sulla scheda sia il seguente:
Si dichiara di
ACCOGLIERE la
proposta deliberata dal Collegio dei docenti
inerente alla settimana corta, per l'anno scolastico 2011/2012;
Orario scolastico dal lunedi al venerdi: dalle ore 08.00 alle ore 13.40.
NON ACCOGLIERE
la proposta deliberata dal Collegio dei docenti
inerente alla settimana corta, per l'anno scolastico 2011/2012;
e di voler mantenere l'attuale orario scolastico.
La consultazione avverrà a scrutinio segreto e potrà
votare un solo genitore per alunno; non sarà necessario raggiungere
un quorum, quindi sarà valida qualunque sia il numero dei votanti. L'opzione
che raggiungerà la maggioranza dei consensi sarà vincolante per la decisione
che verrà successivamente deliberata dal Consiglio d'Istituto.
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27/05/2011 |
Scuola. "Ridurre quei tempi
sarebbe un delitto"; di Carmelo Luparello |
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Istituto "Roncalli" |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Carissimo Direttore,
ho letto l'editoriale
“Grotte,
difendi la tua scuola” e devo dire che sono d'accordissimo con Lei.
Ridurre i giorni di scuola da 6 a 5 sarebbe come dire: Per cinque giorni ti
metto all'ingrasso, poi, il sabato e la domenica, per farti riposare, ti
tengo a digiuno.
A qualcuno, forse, ciò può fare comodo, non certamente ai ragazzi e, penso,
neppure ai docenti che del sabato non saprebbero cosa fare perchè molti
uffici pubblici di sabato sono chiusi.
I ragazzi, per potere apprendere meglio, hanno bisogno, lo sappiamo tutti,
dei loro tempi e non, come si dice a Grotte, di essere
“cafuddrati”.
Ridurre quei tempi sarebbe un delitto.
Cordialmente".
Carmelo Luparello |
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26/05/2011 |
Comune. Nominativi degli scrutatori per i referendum popolari del 12 e 13 giugno
2011 |
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La Commissione Elettorale Comunale, convocata
nella sede del Comune in pubblica adunanza per il giorno 23 maggio 2011,
alle ore 17.00, ha proceduto alla nomina, tramite sorteggio, degli scrutatori
destinati agli uffici di sezione per i referendum popolari di domenica 12
giugno e lunedì 13 giugno 2011.
Pubblichiamo l'elenco degli scrutatori nominati, e la relativa sezione.
Sezione n° 1: Morgante Luana M.; Castronovo Pierina Jaquel; Scibetta
Giuseppina.
Sezione n° 2: Ciraolo Salvatore; Ciraolo Anna; D'Ina Calogera.
Sezione n° 3: Palumbo Salvatore Mich.; Agnello Salvina; Aquilina Calogero.
Sezione n° 4: Ferri Antonio; La Rosa Michele; Alfano Rosetta.
Sezione n° 5: Caltagirone Silvana; Di Bella Giovanna; Agnello Pietro.
Sezione n° 6: Tirone Giuseppe; Rotolo Filippo; Zucchetto Lidia.
Sezione n° 7: Morreale Giusy; Criminisi Carmela; Mule' Carmelo.
Sezione n° 8: Costanza Giuseppe; Di Liberto Raimondo; Zaffuto Melchiorre.
Sezione n° 9: Brucculeri Giovanni; Aquilina Graziella; Cumbo Debora.
Sezione n° 10: Lo Presti Elisa; Carlisi Angelo; Arnone Angelo.
Sezione n° 11: Arnone Venerando; D'Aleo Salvatore; Spitali Giuseppina.
Sezione n° 12: Licata Salvatrice; Sbrazzato Fabio; Casalicchio Mirella.
Il nostro articolo su "La Sicilia"
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25/05/2011 |
Comune. "Unità d'Italia e
ruolo della Sicilia"; conferenza di Gaspare Agnello |
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Inno |
Il Comune di Grotte, in collaborazione con
l'Associazione Culturale "Luchino Visconti" e con l'AICS - Associazione
Italiana Cultura e Sport - (Comitato provinciale di Agrigento), tra le varie
iniziative in occasione della celebrazione del 150° anniversario dell'Unità
d'Italia, propone una conferenza di Gaspare Agnello.
Sabato 28 maggio, alle ore 18.45 presso la biblioteca comunale "M. L. King"
di Grotte, il prof. Agnello relazionerà sul tema: "Unità d'Italia e ruolo
della Sicilia", sulla base della produzione letteraria riferita al periodo
storico in considerazione (Il Gattopardo, I Vicerè, I vecchi e i
giovani...). La manifestazione, che sarà aperta dal saluto del sindaco Paolo
Pilato, sarà introdotta da Salvatore Bellavia e si avvarrà dell'intervento
artistico di Giusy Carreca.
Conferenza di Gaspare Agnello su
"Unità d'Italia e ruolo della Sicilia"
Biblioteca Comunale "M. L. King"
Grotte, 28 maggio 2011 - ore 18.45
Ingresso libero |
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24/05/2011 |
Comune. "Notte
Tricolore" per celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia |
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Manifesto |
Il Comune di Grotte
con le Associazioni Culturali operanti nel territorio
per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia
presentano la
NOTTE TRICOLORE
1° GIUGNO 2011
Appuntamento a tutta la cittadinanza dalle ore 18.00.
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24/05/2011 |
Sport. Rinasce la
Polisportiva "Athena"; non solo tennis |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"LA POLISPRTIVA ATHENA
“RINASCE”
A tutti coloro che
partecipano alle attività della Polisportiva Athena, a chiunque volesse
cominciare a farlo da adesso, e a chi è semplicemente curioso di conoscere
questa grande famiglia fondata sulla voglia di divertirsi e divertire, sulla
passione per lo sport e sull' amicizia.
Domenica 29 Maggio 2011
alle ore 16.00, presso il campo comunale da tennis di Grotte sito in Via
Comitini, si terrà un incontro per discutere di una serie di "impegni" che
la Polisportiva Athena vuole prendersi con i propri soci e con i propri
ragazzi. Impegni che riguardano soprattutto una migliore gestione e
organizzazione delle attività della Polisportiva stessa per guidarla verso
una nuova rinascita, creando un modo migliore di sfruttare le proprie
capacità grazie all'impegno di tutti.
Vogliamo dare a questa
società storica orizzonti più ampi dal punto di vista delle attività.
Vogliamo rinnovarla, migliorarla. Fino ad ora non abbiamo fatto nient'altro
che tenerla in vita grazie all'impegno di pochi, adesso chiediamo la
collaborazione di tutti per portarla avanti e dargli ciò che
realmente merita.
Ci siamo ritrovati a
vedere la società spiccare il volo durante le attività estive tra cui
l'organizzazione del "Grotte Open", torneo tennistico che nella scorsa
edizione ha visto partecipare tennisti provenienti da altri circoli della
provincia, per poi però ricadere nel buio subito dopo.
In questi giorni si
stanno svolgendo alcuni "mini tornei" legati all'iniziativa Giovani in Sport
e ci accorgiamo di quanto attività di questo genere riescano a coinvolgere
e divertire. Pertanto vogliamo creare una struttura che sia
"continuamente" in grado, tramite la creazione di uno staff, di organizzare
attività sportive, gestire e migliorare la società dal punto di vista
economico e strutturale.
Nei cosidetti tempi d'oro
della Polisportiva, questa abbracciava diversi sport oltre al tennis, adesso
non più. Questa è una delle cose che vogliamo ristabilire. Siamo convinti
che se ai giocatori di bocce, di scacchi, di tennis da tavolo, gli si dà il
modo di poter praticare queste attività, questi torneranno a
farlo. L'obiettivo è proprio quello di creare delle basi solide su cui
potersi appoggiare, e se ciò viene fatto bene, il resto verrà da sè.
Abbiamo tante buone idee
da proporre e discutere, facciamolo.
Ricordo che l'invito è
rivolto a tutti i soci, a tutti i tennisti di Grotte, ai bambini al
momento impegnati con le lezioni e ai loro genitori, ma soprattutto a coloro
che sono semplicemente curiosi, perchè dalla curiosità, ne siamo
convinti, può nascere tanto. A chi pensa di non avere niente da
poter condividere con la Polisportiva Athena, noi diciamo che si sta
sbagliando e vogliamo dimostrarlo proprio in occasione di quest' incontro.
Grazie a tutti per
l'attenzione.
Vi aspettiamo domenica
29/05/2011 alle ore 16.00 presso il campo comunale da tennis di Grotte".
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Antonio Villardita |
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24/05/2011 |
Attività. Servizi alla
persona, ai minori ed ai disabili offerti dal Centro servizi
socio-sanitari "Il Girasole" |
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Manifesto |
Laddove i servizi pubblici non riescono a far fronte ai
numerosi bisogni della collettività, in particolar modo alle esigenze
primarie di quella parte della popolazione che necessita di assistenza in
vari campi, qui si registra l'intervento di strutture private che si fanno
carico di dare risposte concrete.
Da Grotte parte l'iniziativa di un Centro Servizi Socio-Sanitari, “Il
Girasole", struttura operante nella provincia di Agrigento, con sede nel
nostro paese, che propone iniziative sociali e sanitarie, e risponde ai
bisogni della persona, dei minori e dei disabili.
Eroga i propri servizi, avvalendosi di operatori qualificati, previa stesura
di progetti individualizzati, nelle seguenti aree:
1) Servizi alla persona:
- assistenza domiciliare;
- servizio di accompagnamento (trasporto);
- disbrigo commissioni varie;
- assistenza ospedaliera;
- servizio infermieristico;
- fisioterapia - neuropsicomotricità;
- logopedia;
- podologia (callista);
- consulenza psicologica;
- segretariato sociale;
2) Servizi ai minori e disabili:
- interventi educativi finalizzati al superamento di difficoltà
(disattenzione, iperattività, basso livello di autostima, basso rendimento
scolastico, difficoltà comunicative e relazionali);
- interventi di promozione al successo scolastico (lezioni di recupero per
alunni di scuole di ogni ordine e grado);
- interventi di promozione di un armonico sviluppo psico-fisico (consulenza
pedagogica, consulenza di logopedia, interventi abilitativi e riabilitativi,
consulenza psicologica);
- servizio di accompagnamento (per la frequentazione di servizi pubblici o
privati - con personale qualificato, baby-sitter).
Il Centro, per l’area dedicata alla persona, propone servizi che consentono
agli utenti di poter rimanere nel proprio contesto familiare. Per l’area
dedicata ai minori e disabili, si occupa di organizzare, gestire e
realizzare (sia a domicilio che in sede) interventi educativi e di
promozione, attraverso consulenze pedagogiche, logopediche e psicologiche. |
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24/05/2011 |
Chiesa. "Famiglia, Chiesa e
vita buona nell'Europa della modernità"; convegno al Seminario di
Agrigento |
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Manifesto |
Sabato prossimo, 28 maggio 2011, a partire dalle ore
09.30 e per tutta la giornata, presso la Sala Chiaramontana del
Seminario Arcivescovile di Agrigento, l'Ufficio Diocesano di
Pastorale Familiare, in comunione con l'Ufficio Cultura e lo Studio
Teologico "San Gregorio Agrigentino", promuove un Convegno di
Studi su "Famiglia, Chiesa e vita buona nell'Europa della modernità".
All'interno del convegno verranno trattati i temi: "Per un'etica della
famiglia cristiana nel nostro tempo"; "Famiglia: fondamenti biblici e
orientamenti per una pastorale della famiglia"; "La famiglia nella chiesa
dei primi secoli. Attualità della prassi pastorale patristica"; "La famiglia
nella società dell'Europa continentale. Opportunità e sfide nella pastorale
familiare in Polonia"; "La famiglia nella società moderna maltese"; "I mezzi
di comunicazione come servizio alla famiglia in Europa"; "Famiglia in
difficoltà e pastorale ecclesiale nel Codice di Diritto Canonico"; "La
famiglia nella società italiana. L'attuale pastorale familiare nella Chiesa
di Agrigento"; "La famiglia e la Chiesa nell'attuale sfida educativa". |
Programma |
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24/05/2011 |
Racconti. "Un tuffo nel
passato" - Capitolo 8°; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello
Cap. VIII
Tra i venditori ambulanti c’era anche “lu zì Manueli”, “zio” Emanuele, che
con delle cassette, divise in vari scomparti pieni di spagnolette, elastico
bianco, rotondo o “chiattu” cioè largo, piccoli specchi, rettangolari o
rotondi, dotati sul retro di un filo di ferro in modo che si potessero
appoggiare anche su una superficie verticale senza che cadessero, pettini e
altra roba del genere, girava per le strade del paese. Era da lui che mia
madre comprava sempre qualcosa: una spagnoletta, un ago, un fermaglio o un
pettine o dei bottoni bianchi per le camicie.
C’era anche “lu
cangiacapiddri”, “il cambiacapelli”, che aveva, più o meno, gli stessi
prodotti “di lu zì Manueli”, ma, come dice lo stesso nome
“cangiacapiddri” non li vendeva, ma li cambiava con i capelli. Infatti,
girava anche lui per le strade gridando: “Cu havi capiddri, ca vi li cangiu!”,
cioè: “Chi ha capelli che ve li cambio!”.
Le donne, che per
settimane avevano messo da parte in un sacchetto i loro capelli,
nascondendoli magari “ai piedi” del materasso, quando passava “lu cangia
capiddri” li barattavano con aghi o con altri prodotti che potessero servire
loro.
Gridava pure per la
strada un vecchio fotografo che veniva da Racalmuto: “Cu sa va fari lu
ritrattu, ca ci lu fazzu!”, cioè: “Chi deve farsi la foto che io gliela
faccio”.
E certamente qualcuno se
la faceva fare la foto, se il fotografo, quasi ogni giorno, veniva, anche a
piedi, da Racalmuto fino a Grotte. E, a detta di tanti, non solo la foto.
Bravissima a fare
fotografie, quasi un’artista, era, invece, la signorina Buscarino, che nella
sua abitazione di via G. Meli aveva uno studio fotografico molto avviato e
rinomato.
E fu proprio da lei che
mia madre mi accompagnò un giorno per farmi una foto da mandare in Argentina
a mio padre che, qualche anno prima, vi era emigrato.
C’erano pure, a quei
tempi, delle signorine che avevano a casa dei macchinari per “allèstiri
pidunetta” cioè per fare calze e con essi si guadagnavano il pane. Alcune le
ricordo in via Roma, altre al Sacramento, altre ancora, come “la za Pascuzza”,
in via Confine.
Anche questo era un
lavoro che non faceva arricchire, tuttavia era sempre qualcosa, in un
periodo in cui il lavoro scarseggiava o era poco remunerativo. D’altra parte
erano moltissime le donne che le calze se le facevano loro stesse a mano,
aiutandosi con degli aghi speciali.
Spesso le vedevo queste
donne sedute, di pomeriggio, al fresco davanti alla porta di casa, che
chiacchieravano del più e del meno o sparlavano di chi vedevano passare e,
nel frattempo, muovevano con maestria le mani per fare le calze, mentre il
gomitolo di lana o di cotone, sistemato “ni la falla”, cioè in quella parte
del grembiule che si posava sulle gambe formando una piccola conca, si
andava lentamente assottigliando.
Tra i commercianti
ricordo un amico di mio padre: “don Turiddru donna Margherita” cioè: “don
Salvatore figlio della signora Margherita”, che, tra le altre cose, vendeva
sapone molle e di colore marrone, utilizzato per fare il bucato.
Io lo andavo a prendere
in un magazzino che “don Turiddru” aveva, più o meno, di fronte alla
sacrestia della chiesa del Carmelo.
Un uomo, questo “don
Turiddru”, secondo quanto mi diceva mio padre e quanto io stesso potevo
quasi ogni giorno appurare, molto corretto, che mi stimava e mi voleva bene.
Me lo ricordo alto,
robusto e con un cappello in testa.
A proposito di biancheria
sporca, ricordo che tante volte essa veniva messa a mollo con le foglie
carnose dell’agave, o “zabbaruni” che aveva una grande forza detergente.
“Don Turiddru” doveva
essere parente di una ragazzina che, da piccolo, mi piaceva tanto. Le andavo
spesso dietro, ma non “ci usciva niente”: forse ero troppo povero per
mettersi con me perché lei aveva un padre che usciva col cappello e
frequentava il Circolo dei nobili.
Ma non era solo lei ad
essere bella, perché in paese di ragazze belle ce ne erano veramente tante.
Ricordo che un giorno, ma, quando successe questo fatto, non ero più
bambino, conobbi ***, una ragazza che aveva alcuni anni meno di me. Segno
che, con il passar degli anni, la bellezza grottese non si era affatto
esaurita, anzi cresceva e si moltiplicava. E se, come fanno i poeti,
paragoniamo le belle ragazze a dei fiori bellissimi, Grotte poteva essere
definita un giardino, senza per questo essere accusati di campanilismo,
tante erano le ragazze belle che vi crescevano. Altre notizie di questa
ragazza adesso mi sfuggono, come mi sfugge anche il suo viso. Qualcuno mi ha
detto che si è laureata e insegna lingue in un liceo, ma nessuno mi ha
saputo dire dove. Forse in continente. Forse, rivedendola, non la
riconoscerei più. Ma forse è meglio così. Forse le persone é meglio
ricordarle come si sono conosciute la prima volta. Ricordo solo, questo sì,
che era, come dice una famosa canzone, una ragazza mora ma carina.
Un’altra ragazza molto
bella che faceva girare la testa a tanti maschietti era Giovanna che abitava
“A lu granatu” e che, purtroppo, è morta giovane. Ricordo che, quando morì,
si formarono, in piazza dei crocchi di persone, tutte intente a leggere gli
avvisi funebri e a commentare la bellezza che lei già aveva, anche quando
era soltanto una ragazzina.
Grotte, d’altronde, aveva
avuto da sempre delle belle ragazze.
A proposito, il signor
Michelangelo Girgenti ricorda ancora Angelina, una donna bellissima, che era
moglie di un carabiniere il quale prestava servizio a Palermo. Un giorno
questa donna andò al mulino San Pietro, che era alla periferia del paese,
per macinare il grano. Siccome c’era molta gente, Angelina lasciò il sacco
di frumento al mugnaio, “Lu zi Sariddru Paradisu”, dicendo che sarebbe
andata in un suo appezzamento di terreno, in contrada “Mandria” per
raccogliere fave verdi. Ma non tornò più al mulino a riprendersi la farina
perché quel giorno fu uccisa, con coltellate alla gola, da un suo spasimante
che si era invaghito di lei e che era stato rifiutato.
Certamente diversi anni
dopo la pensò meglio, anche se commise sempre un errore, ma l’amore spesso
ci fa fare delle cose che, in condizioni normali, mai ci sentiremmo di fare,
un giovane che, respinto da una ragazza, figlia di un carabiniere, non
uccise la ragazza, che del resto non aveva nessuna colpa se si era rifiutata
di sposarlo, ma pose fine alla propria vita gettandosi sotto un treno al
passaggio a livello.
Anche Rosella Seminerio,
sempre secondo il racconto del signor Girgenti, era molto bella e capace di
attirare su di sé gli occhi di tutti gli uomini del paese. Non usciva mai da
sola ma, a quanto riferitomi, in compagnia di una sua cugina, figlia del
professore Smiroldo. Abitava d’estate nella parte alta del paese “a lu pignu”
e un giorno le si sarebbe avvicinato un giovane che le avrebbe chiesto di
sposarlo.
La giovane lo avrebbe
respinto dicendo: “Non sposerò mai un giovane che suo padre stesso ha fatto
vanniari!”.
Rosella si riferiva al
fatto che il padre di quel giovane aveva chiamato un giorno un banditore per
dire a tutti gli abitanti del paese di non prestare più soldi al figlio,
perché da quel giorno in poi non era più sua intenzione saldare i suoi
debiti.
Comunque siano andate le
cose, una cosa è certa: quel giovane non sopportò il rifiuto della ragazza e
le sparò uccidendola.
Carmelo Luparello
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 24 maggio 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata. |
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23/05/2011 |
Editoria. Al Liceo "Politi"
presentazione del libro "La scuola è finita", di Anna Maria Bruno |
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Liceo "Politi" |
Lunedì 23 maggio presso l'Aula Magna del Liceo
Scientifico e delle Scienze Umane “R. Politi” di Agrigento, si terrà la
presentazione del libro "La scuola è finita" di Anna Maria Bruno - docente
dello stesso Istituto - un romanzo la cui dissacrante, ma appassionata,
denuncia di retroscena, anche scandalosi, della scuola italiana, si stempera
ed esalta attraverso una schietta e pungente ironia. L'evento vedrà
l'autorevole intervento di Gaetano Savatteri, noto ed apprezzato giornalista
e scrittore di origini agrigentine, reduce, tra l'altro, dalla recente
fatica letteraria "Stani nostrani".
Veri protagonisti della manifestazione saranno, comunque, gli alunni
dell'Istituto che, mediante interventi e domande, parteciperanno al
dibattito cui interverrà anche Amedeo Bruccoleri, professionista
dell'editoria e operatore culturale agrigentino, titolare della libreria
Capalunga.
Si conclude così il progetto “Incontri d'autore” che, nel corso dell'intero
anno scolastico, con molteplici iniziative, ha teso a promuovere nei giovani
il piacere per la lettura, strumento di crescita umana ed intellettuale
nonché espressione e veicolo del nostro patrimonio di idee. Così il Liceo
Politi, aprendosi alle sollecitazioni culturali del contesto territoriale
nel quale opera, interpreta ancora una volta le istanze formative delle
nuove generazioni. |
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23/05/2011 |
Politica. "Gente di casa
nostra"; di Calogero Parrinello |
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Riceviamo e
pubblichiamo alcune riflessioni di Calogero Parrinello, riferite a
circostanze del passato, ma ancora attuali.
Gente di casa nostra
E’ noto “in sino agli astri” quanto sia pacifico e paziente il popolo
agrigentino. Ognuno si fa i fatti propri. Non arriva l’acqua nei rubinetti
di casa per 10 0 12 giorni? Niente proteste o pacifici girotondi di piazza
che creano solo disagi alla già caotica circolazione e in particolare alla
gente della provincia che si reca in città per il disbrigo delle proprie
faccende.
Dopotutto succede
raramente che l’acqua non arrivi nelle nostre case. Quando ciò accade, c’è
sempre di mezzo la siccità o una casuale rottura della condotta che porta
l’acqua dissalata da Gela ai serbatoi comunali. Possiamo attribuire delle
colpe a chi amministra la città se viviamo in un luogo del globo dove il
sole la fa da padrone e le piogge sono una rarità? Ciononostante la numerosa
comunità marocchina, bene integratasi in questa pacifica città, si stupisce
quando, per fatti imprevisti, viene a mancare il prezioso liquido. <<Ma come
- si domandano questi simpatici nord-africani - hanno il mare a due passi
e nelle case manca l’acqua? A Casablanca mica l’acqua arriva dal cielo, dal
mare arriva>>. Evidentemente questi simpatici amici marocchini, avendo poca
dimestichezza con l’euro, non sanno quanto costa un impianto di dissalazione
e ancor di più la sua gestione. Con le modeste risorse finanziarie del
Comune e della Provincia non possiamo permetterci di fare spese voluttuarie.
E poi. Loro non sanno quanto costa un Sindaco col suo apparato di consulenti
e quanto costano gli assessori e i quaranta consiglieri comunali. La città,
nota al mondo intero per la sua valle in cui insistono reperti archeologici
di inestimabile valore storico, dichiarata anche patrimonio dell’umanità,
non può permettere che il suo Sindaco si rechi al posto di comando con la
sua Fiat 500. Il suo prestigio verrebbe offuscato se non andasse in auto blu
con relativo autista. Lo stesso dicasi per il Presidente del Consiglio
Comunale e per qualche assessore di peso. Mica siamo nell’ottocento quando
un certo Bettino Ricasoli, per citarne uno, nato da nobile famiglia toscana,
si recava al Parlamento in carrozzella pagandola di tasca propria....
Continua la lettura
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22/05/2011 |
Riconoscimenti. Giovane
grottese rappresenta la Sicilia alle Olimpiadi Internazionali di Chimica |
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Premiazione |
Un’altra
soddisfazione per Grotte, che vede così allungare la lista dei propri
concittadini che sono riusciti a distinguersi per particolari meriti nel
campo della cultura.
Sabato 21 maggio, presso la Facoltà di Chimica di Palermo, William Criminisi
- insieme a Kevin Montana Lampo e Valentina Croce - è stato premiato quale
vincitore della Finale Regionale delle “Olimpiadi di Chimica”, che
quest’anno assume un particolare significato in quanto è inserita fra le
manifestazioni per l’Anno Internazionale della Chimica indetto dall’ONU e
organizzate da UNESCO e Unione Internazionale della Chimica Pura ed
Applicata (IUPAC).
Il giovane grottese, che frequenta il secondo anno del Liceo Scientifico
“Leonardo” indirizzo sperimentale “Brocca” di Agrigento, ha così guadagnato
l’accesso alla Finale Nazionale dove, insieme a Kevin Montana Lampo,
rappresenterà la Sicilia nella prestigiosa competizione internazionale che
si terrà il prossimo sabato 28 maggio.
Il raggiungimento di tale risultato è da attribuire anche all’insegnante,
prof. Luigi Valenti, il quale, oltre che per l’indiscussa preparazione nella
materia, si contraddistingue per le grandi doti umane, condizione
imprescindibile per poter valorizzare e trarre il meglio dagli studenti. A
William Criminisi le congratulazioni per l’ambito traguardo.
Il nostro articolo su "La Sicilia"
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22/05/2011 |
Chiesa. Aperte le iscrizioni
per il Campo-Scuola estivo 2011 |
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Edizione 2009 |
Si terrà presso la casa di spiritualità "Corradini",
delle suore Collegine di Raffadali, un'oasi di serenità immersa nelle
campagne tra Joppolo e Raffadali, il campo-scuola estivo 2011 per ragazzi
organizzato dall'Unità Pastorale di Grotte.
Al campo-scuola, che si svolgerà da mercoledi 13 a domenica 17 luglio,
possono partecipare ragazzi e ragazze che hanno un'età compresa tra 10 e 14
anni. Il tema scelto per questa nuova edizione è: "Quanti pani avete? Andate
a vedere...".
La partecipazione al campo-scuola rappresenta per i giovani un'esperienza
davvero unica. Giochi di squadra, cacce al tesoro, momenti di spiritualità,
balli, rappresentazioni teatrali, riflessioni: queste sono alcune delle
coinvolgenti iniziative nelle quali saranno impegnati i partecipanti.
Aiutare i giovani a crescere insieme, in un clima di vera amicizia,
scoprendo la gioia di fare "comunità". Distoglierli dalla banalità
quotidiana, distrarli da televisione e videogiochi, sottrarli a computer e
telefonino per fargli fare l'esperienza di vivere davvero insieme. Questo è
l'impegno degli animatori per il nuovo campo-scuola, nel quale sarà
presente, come costante guida spirituale, uno dei sacerdoti cittadini.
Per ulteriori informazioni ed adesioni è possibile contattare i numeri
320.4871170 e 339.6272850 (Filippo e Monica). |
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22/05/2011 |
Associazioni. La sezione "Enasco"
di Grotte organizza i festeggiamenti in onore di San Desiderio |
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Locandina |
San Desiderio, patrono dei pensionati e commercianti,
il prossimo lunedi 23 maggio sarà festeggiato dai soci della sezione "ENASCO"
di Grotte.
Il programma dei festeggiamenti prevede:
- ore 18.30: raduno dei soci in Piazza Marconi;
- ore 18.45: sfilata con la Banda "Verdi", diretta dal M° Puglisi, lungo
Corso Garibaldi, Viale della Vittoria e Via Ingrao;
- ore 19.30: celebrazione della Santa Messa, presieduta dall'arciprete don
Giovanni Castronovo, nel piazzale della sede dell'associazione in Via Ingrao
92;
- seguiranno i saluti da parte del Sindaco di Grotte e del Presidente della
sezione ed un rinfresco;
- ore 21.00: giochi pirotecnici. |
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21/05/2011 |
Iniziative. "Una riflessione
per un progetto di città"; dell'Associazione Politico-Culturale "Città
Futura" |
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Città Futura |
Riceviamo e pubblichiamo.
ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE
"CITTA' FUTURA"
GROTTE Una riflessione per un progetto di città.
Le riflessioni,
quando non riguardano la ricerca del proprio “IO” nell’assoluto;
quando non sono legate alla ricerca dello spirito dell’essere entità
psicologica;
quando non rientrano nella sfera del rapporto esistenziale a sé, come
singolo, ma come persona nella sua totalità rispetto all’ambiente;
allora riguardano l’“IO” inserito nel sociale e nella sfera del fattore
collettivo che inevitabilmente portano con sè i germi della politica.
Quando la “Persona” prende atto che l’attuale mondo politico si struttura
sulla modalità esistenziale dell’avere, incentrata sul potere, sull’egoismo,
sullo spreco, sull’avidità e molto spesso sulla violenza;
quando la “Persona” prende atto che la stessa è opposta alla modalità
esistenziale dell’essere basata sull’amore, sulla gioia di condividere
l’attività autenticamente produttiva e creativa della quale hanno parlato i
grandi maestri di vita e di pensiero da Gesù Cristo a Marx;
quando si prende atto che è incontestabilmente fallita la grande illusione
che il processo industriale e tecnologico illimitato portasse la felicità “a
tutti”, attraverso il soddisfacimento di tutti i desideri e ristabilisse la
pace sociale e l’armonia dell’uomo con la natura;
Quando ciascuno di noi sente individualmente la mancanza di valori condivisi
nella collettività e di una condizione etica e morale che definisca le norme
equilibrate per una giusta e sana convivenza;
allora in ciascuno di noi nasce, e man mano si matura, l’esigenza di
riflettere, serenamente e con equilibrio, sui temi del cambiamento e
dell’innovazione nel campo sociale, politico, ambientale e di tutte le
attività che coinvolgono la qualità della vita dell’uomo.
Da sempre la politica quando è stata rivolta alla ricerca del vantaggio
individuale, ha occultato la verità dei fatti, ha limitato la libertà di
ciascuno di noi, ha tradito i valori portanti della democrazia e della
libertà.
Valori questi, universalmente riconosciuti come gli unici capaci di dare
senso e dignità all’esistenza dell’uomo.
La politica degli ultimi decenni non ha lavorato per la formazione della
coscienza civile dei giovani tesa a formare i “cittadini” ma, nella
stragrande maggioranza, ha prodotto un sistema basato sul sostegno di una
“tifoseria politica” utilizzando i metodi propri del mondo calcistico.
Così la politica ha perso l’obiettività, che le dovrebbe essere propria.
Ha perso la credibilità e, oggi più di ieri, appare lacerata perché priva di
slanci ideali rivolti alla ricerca del bene comune.
Chi tra i giovani ha capito, e sembrano essere in tanti, non crede più
nella politica, non trova più gli stimoli e l’entusiasmo per iniziare ad
impegnarsi, o per continuare nell’impegno intrapreso.
Questa realtà in tanti giovani produce una sensazione di apatia, di
“indifferenza”, tanto deprecata da coloro che hanno fortemente creduto
nell’uomo, nei valori primari delle idee, nella libertà dell’individuo e
della società, nel primato dell’educazione e della famiglia, in sintesi nel
primato del “Fattore Umano”.
In questa nostra società molti giovani non ritrovano più i simboli, i
significati ed i valori che hanno contraddistinto le generazioni precedenti;
l’avere smarrito quei valori non vuol significare negare alla nuova
generazione la ricerca di nuovi valori e simboli, ma vuol dire che la nuova
generazione inevitabilmente deve ricercarli e ritrovali senza mai perder di
vista “l’Uomo” nella sua vera essenza, nella tradizione della sua cultura,
in altri termini non deve perdere la memoria storica ed andare avanti
nell’unità della conoscenza da gestire con la sovranità della ragione.
L’uomo contemporaneo è diventato un ingranaggio dell’immensa macchina
burocratica, alienato, manipolato dall’industria dai mass-media, dai
governi, continuamente esposto a pericoli ecologici, ambientali, al rischio
di guerre o disastri nucleari.
E’ un fatto ormai noto a tutti che la politica, a prescindere dagli opposti
schieramenti, in generale ha ulteriormente perso il rapporto con la società
civile, che l’attuale sistema elettorale tende sempre più ad evidenziare
quando, per esempio, in nome della garanzia di una migliore governabilità,
che il tempo ha dimostrato essere stato un fallimento avendone disatteso
tutte le aspettative, ha negato ai cittadini la libertà di scelta del
candidato, ormai imposta dalle segreterie dei partiti politici, negando cosi
la naturale selezione della classe politica.
La politica esercitata con la stessa logica del calcio, annulla o limita
fortemente la facoltà di discernimento del valore delle azioni umane.
Non lavora per fare sviluppare la coscienza sulla nostra identità;
non lavora per accrescere la voglia di ricerca del bene comune;
non crea le occasioni di un progetto politico socialmente rilevante,
partecipativo ed il più possibile condiviso;
non offre a molti la possibilità di fare uscire fuori le capacità che in
noi sono innate e che sono celate dentro noi stessi;
non agevola la coscienza a prendere atto della indissolubilità tra “Libertà”
e “Persona”.
La condivisione di questa attitudine ad individuare, nell’intreccio tra
libertà e persona, il nucleo vitale possibile e portante di ogni idea di
società ci ha portato alla scelta di una collaborazione politica e culturale
fra componenti laici e cattolici, tra uomini e donne di diverso schieramento
politico.
Crediamo nell’impegno dei giovani e delle donne attivamente impegnate nel
sociale e in politica.
Siamo per la libera formazione di opinioni che tendono ad esprimere un voto
libero, indipendente, consapevole e maturo per realizzare una democrazia
sempre più partecipativa e una classe dirigente politica, anche a livello
locale, il più possibile all’altezza del compito che è chiamata a svolgere,
anche se siamo consapevoli che nessun tipo di società è mai stata
completamente felice, siamo fortemente convinti che la condizione umana
nella società può essere resa sempre più giusta, sempre più a dimensione
d’uomo.
I tempi sono maturi per una riflessione che coinvolga il cuore e le
coscienze di tutti e che da tutti sia rivolta alla ricerca del bene comune
procedendo ad una ampia revisione e riorganizzazione dei valori
intellettuali in una società percorsa da tensioni senza precedenti.
Siamo coscienti che, nel nostro contesto della realtà di Grotte e della
Sicilia, in generale, ogni iniziativa mossa da valori non assimilabili al
“tradizionale”, al “già conosciuto”, assimilazione già resa mentalità
dominante dai centri del potere politico, economico e perché no anche molto
spesso, dai centri di informazione, provoca un certo senso di diffidenza,
una certa paura al cambiamento ed alla sperimentazione di nuovi codici.
Non abbiamo paura del dialogo e del confronto delle idee vogliamo farlo nel
rispetto della “Persona” e delle sue idee;
vogliamo farlo liberamente senza imposizioni e senza l’ausilio di falsi vati
e predicatori.
La consapevolezza della inscindibilità della politica dalla cultura;
la convinzione che politica e la cultura debbono correre parallele nel campo
delle idee e delle azioni umane;
la convinzione che sia arrivato il momento di prendere coscienza della
necessità di ritrovare antiche e nuove regole, antichi e nuovi principi
etici, e perché no, morali, per gestire i grandi mutamenti a cui è
sottoposta la nostra società, hanno portato un gruppo di amici, di diverso
orientamento politico, ad impegnarsi in tal senso creando, con
l’Associazione, lo strumento di incontro, di confronto e di proposta sia in
campo politico che in quello culturale, per cui convintamene fiduciosi nella
bontà del progetto hanno costituito l’Associazione politico-culturale “Città
Futura”.
Una associazione apartitica ma non apolitica, ispirata da una visione non
ideologica della società e della politica, un’associazione ispirata dai
valori laici e dai valori cristiani.
Un’associazione culturale tra amici rivolta all’uomo per l’uomo per dare
senso alla vita ed una motivazione all’azione umana il più possibile giusta
ed equilibrata.
Forti di queste convinzioni ed aspirazioni la nostra Associazione si
ripromette di diventare una fucina, un laboratorio di cultura e di politica.
In questa direzione vuole offrire anche un modesto contributo.
Ci proponiamo di farlo organizzando conferenze, convegni, dibattiti pubblici
utilizzando primariamente risorse e competenze culturali del nostro
territorio, individuando le forme e gli strumenti più adeguati per mettere
in circolazione e confrontare le analisi, le idee e i giudizi che man mano
verranno a maturarsi.
Per questo daremo vita a cicli di seminari condotti da nostri associati
nell’ottica di un “laboratorio” sempre aperti ad approfondimenti, dibattiti
e sviluppi in cui tutti i partecipanti si sentano particolarmente coinvolti,
liberi e stimolati ad intervenire e a contribuire con le loro opinioni.
Secondo lo spirito fondativo dell’associazione “Città Futura” alla fine del
2009 ha fatto sentire la sua voce:
vuole che la gestione dell’acqua resti “pubblica”;
vuole che l’acqua resti un “bene comune”.
Con varie manifestazioni ha sensibilizzato i cittadini che hanno sentito
anche loro la richiesta e generosamente e convintamene hanno partecipato
alla raccolta delle oltre mille e duecento firme.
Per questo l’Associazione ha ringraziato i cittadini con un manifesto
pubblico.
La raccolta delle firme ha raggiunto gli scopi prefissati:
per il 12 ed il 13 giugno è indetto il referendum per il quale attualmente
l’Associazione è impegnata ad organizzare una campagna di sensibilizzazione
con incontri di vario tipo con i cittadini.
Unitamente all’Amministrazione Comunale, “Città Futura” con sentimento di
proficua collaborazione, organizzano le celebrazioni del 150° anniversario
dell’unità d’Italia.
L’incontro dibattito, aperto a tutti i cittadini, dal titolo “Tra mito
memoria e tradizioni un dibattito sulla fase post-unitaria dell’unità
d’Italia” si terrà nel pomeriggio del 1° giugno ed aprirà le manifestazioni
celebrative che si protrarranno per tutta la notte, per l’occasione chiamata
“Notte Tricolore” fino al 2 giugno (festa della Repubblica) che vedrà
impegnate, a titolo gratuito, e con la direzione artistica della
manifestazione del dott. Salvatore Bellavia, la maggior parte delle
associazioni culturali operanti nel nostro territorio.
Queste manifestazioni daranno l’occasione di celebrare con orgoglio ed
entusiasmo “L’Italia” e darà l’occasione per introdurre e discutere sui temi
per i quali riteniamo non ancora conclusa la questione meridionale e
procedere ad una accurata riflessione sulle ragioni che riteniamo essere la
causa della non completamente raggiunta unità nazionale, cause che a tutti
fanno percepire un sentimento di precarietà, di incertezza, di confusione
globale e per questo di sfiducia complessiva nella politica coinvolta a
qualsiasi livello.
Il fatto che le associazioni culturali parteciperanno alle manifestazioni a
titolo gratuito assume il significato che in atto qualcosa è già cambiato in
questa nostra realtà:
“l’IO” prevale sull’EGOISMO per meglio far vivere il cuore;
“L’INDIFFERENZA” non fa più da padrone e non esercita più l’incontrastato
dominio;
“IL FATTORE UMANO” muove la consapevolezza e la coscienza di tanti.
Per questo “Città Futura” esprime un vivo ringraziamento a tutte le
associazioni e a quanti presteranno la loro arte, il loro sapere per la
riuscita delle celebrazioni in onore della nostra Patria.
IL CAMBIAMENTO E’ POSSIBILE
VENITE CON NOI, INCONTRIAMOCI.
PER INNOVARCI ED INNOVARE
IL SENSO E LA QUALITA’ DELLA VITA.
PER CREARE NUOVI ORIZZONTI PER LA CITTA’. |
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Associazione Politico-Culturale "Città Futura"
Il Consiglio Direttivo |
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20/05/2011 |
Cronaca. Aggressione da parte
di randagi: testimonianza diretta |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Carissimo Direttore,
Lei sa che io amo Grotte. E' il mio paese; in esso sono nato e in esso sono
sepolti i miei genitori. E questo amore mi spinge a tornare ogni giorno al
“vecchio
borgo natio”
sia per fare la spesa che per trovare gli amici, quei pochi che ancora mi
sono rimasti, ma che mi fanno rivivere, coi loro ricordi, i giorni più belli
della mia gioventù.
Purtroppo ieri sera mi è successo un episodio increscioso che Le voglio
raccontare. Sono arrivato a Grotte intorno alle 19.15 e ho parcheggiato la
macchina in Via Cesare Terranova a pochi metri dall'incrocio con Via Crispi,
avendo intenzione di raggiungere la vicina edicola
“L.
Sciascia”.
Immediatamente tre cani randagi mi si sono parati davanti e, mostrando le
acute zanne, hanno tentato di saltarmi addosso, sicuramente non per
abbracciarmi o farmi una carezza. Era fin troppo evidente il loro spirito
bellicoso!
“Fatta
mi vinni”
mi sono tolto la giacca e, impugnandola a mo' di clava, ho ingaggiato con i
cani un corpo a corpo. Il loro latrare, rabbioso e forte, ha attirato
l'attenzione di alcuni passanti, di un camionista e della commessa del
vicino panificio che sono subito corsi in mio aiuto, dissuadendo così i cani
dal continuare la battaglia e costringendoli a battere in ritirata.
Ora io dico: a me, a parte lo spavento, è finita bene. Ma se al posto mio ci
fosse stato un bambino, come sarebbe finita? Dobbiamo per forza aspettare,
come al solito, che succeda qualcosa per prendere dei provvedimenti e
rendere in questo modo innocui questi pericolosi animali? Oppure dobbiamo
sperare che questi randagi mordano le autorità cittadine? In questo caso
sono sicuro che, nell'arco di 24 ore, questi cani sparirebbero dalle strade.
Intanto io, venendo a Grotte e dovendo raggiungere alcune zone del paese, mi
armerò di bastone. Sarà, sicuramente, un deterrente superiore e più
persuasivo di una leggera giacca.
Nel ringraziarla per l'ospitalità, Le invio cordiali saluti". |
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Carmelo Luparello |
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19/05/2011 |
Lettere. Le grotte di Grotte
ed i Sassi di Matera; di Antonio Salvaggio |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Buongiorno Carmelo,
ho letto con piacere che nei giorni scorsi sono state organizzate delle
visite guidate alle grotte per portare alla conoscenza dei giovani alunni
della scuola elementare (sarebbe il caso anche di farle conoscere anche ai
meno giovani) il grande patrimonio storico-culturale che ha caratterizzato
la nostra civiltà. E non è un caso se il nostro paese, quello "delle
spelonche", è chiamato Grotte o per
i
“forestieri”, in dialetto, “li Grutti”.
Apprezzo molto queste iniziative che denotano buoni e incoraggianti segnali
di “risveglio”
culturale - grazie anche alla professionalità e preparazione della
cara Mirella Salvaggio - che meritano di essere approfondite e prese
veramente sul serio; forse il paragone è un po’ troppo azzardato, ma
“i
Sassi di Matera”,
che sono diventati Patrimonio dell'UNESCO, dovrebbero farci riflettere su
come attraverso la conoscenza, il rispetto e la salvaguardia del proprio
passato e quindi del patrimonio storico-artistico (anche se apparentemente
di scarso valore) si possono trovare gli spunti necessari per rilanciare lo
sviluppo economico del proprio territorio.
Questo è un auspicio da parte mia, per continuare a sviluppare la conoscenza
su queste importantissime tematiche, anche al di là dei più alti livelli
degli ambiti scolastici.
Un saluto e buon lavoro". |
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Antonio Salvaggio |
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19/05/2011 |
Comune. Lunedi 23 maggio,
nomina degli scrutatori per i referendum popolari del 12 e 13 giugno
2011 |
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REFERENDUM POPOLARI
DI DOMENICA 12 GIUGNO E LUNEDÌ 13 GIUGNO 2011
CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE ELETTORALE COMUNALE
PER LA NOMINA DEGLI SCRUTATORI
IL SINDACO
Visti gli articoli 19 e 40 della legge 25 maggio 1970,
n. 352, recante norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla
iniziativa legislativa del popolo, e successive modificazioni;
Visto l’articolo 2 della legge 22 maggio 1978, n. 199, come sostituito
dall’articolo 2 della legge 7 maggio 2009, n. 46, recante modifiche
all’articolo 1 del decreto-legge 3 gennaio 2006, n. 1, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 22, in materia di ammissione
al voto domiciliare di elettori affetti da infermità che ne rendano
impossibile l’allontanamento dall’abitazione;
Visto l’articolo 9 della legge 23 aprile 1976, n. 136, recante norme sulla
riduzione dei termini e sulla semplificazione del procedimento elettorale, e
successive modificazioni;
Visto l’articolo 6 della legge 8 marzo 1989, n. 95, recante norme per
l’istituzione dell’albo delle persone idonee all’ufficio di scrutatore di
seggio elettorale, e successive modificazioni;
Visti i decreti del Presidente della Repubblica 23 marzo 2011, pubblicati
nella Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 77 del 4 aprile 2011, con i
quali sono stati convocati per i giorni di domenica 12 giugno e lunedì 13
giugno 2011 i comizi per lo svolgimento di quattro referendum popolari
previsti dall’articolo 75 della Costituzione;
RENDE NOTO
che la Commissione Elettorale Comunale è convocata
nella sede del Comune in pubblica adunanza per il giorno 23 maggio 2011,
alle ore 17.00, per procedere alla nomina degli scrutatori che saranno
destinati agli uffici di sezione per i referendum popolari di domenica 12
giugno e lunedì 13 giugno 2011.
Grotte, addì 19 maggio 2011 |
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Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato |
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18/05/2011 |
Chiesa. Eletto il nuovo
Pastorale di Servizio del Rinnovamento nello Spirito di Grotte |
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Nuovo Pastorale |
In un clima di preghiera e raccoglimento, nel
pomeriggio del 16 maggio si sono svolte, presso la chiesa del Purgatorio, le
elezioni per il rinnovo del “Pastorale di servizio” del gruppo “Gesù Salva”
del Rinnovamento nello Spirito di Grotte.
Dopo aver partecipato alla Santa Messa, celebrata da Padre Giuliano Mokasse,
il gruppo si è riunito in preghiera per invocare dallo Spirito Santo il dono
del discernimento. In rappresentanza del Coordinatore Diocesano, in piena
comunione con il Rinnovamento Regionale e Nazionale, erano presenti
Giuseppina Miceli e Giovanni Bellanca, nuovi componenti del Comitato
Diocesano di Servizio del RnS.
A seguito delle operazioni di voto, alla guida del Gruppo “Gesù Salva” per
il triennio 2011-2014, sono stati scelti: Paola Maida, Maria Ingoglia e Totò
Brucculeri (già componenti del Pastorale nel triennio precedente), Enzo
Spitali e Giuseppe Bonsignore (al loro primo incarico nel Pastorale di
Servizio). Come coordinatrice del Pastorale è stata indicata Maria Ingoglia.
L’attività del nuovo Pastorale è iniziata con esortazione di San Pietro ai
cristiani di tutti i tempi: “Rendete ragione della speranza che è in voi” (1
Pt 3,15). Gli incontri di preghiera del gruppo "Gesù Salva" si svolgono ogni
lunedi alle ore 19.30 nella chiesa del Purgatorio, dove si tengono anche,
ogni mercoledi alle ore 19.00, le catechesi di formazione e crescita. Tutte
le attività del RnS (Rinnovamento nello Spirito), compresi i convegni
diocesani, regionali e l'annuale convocazione nazionale che si svolge a
Rimini, sono aperti alla libera partecipazione dei fedeli.
Foto di Alex Vaccarello. |
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18/05/2011 |
Scuola. I libri finalisti del
Premio Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia - Scuola" |
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Locandina |
Si svolgerà sabato prossimo, 21 maggio 2011, la 4^
edizione del Premio Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia - Scuola",
promosso dall'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" e dal Comune di Grotte.
L'iniziativa, che mira a valorizzare i testi rivolti all'età scolare ed a
diffonderne la lettura tra i giovani, costituisce di fatto la sezione
"junior" dell'omonimo Premio Letterario del quale lo scrittore racalmutese
è stato il primo Presidente - ed al quale, alla sua scomparsa, lo stesso
Premio è stato dedicato -. Originale e coinvolgente la formula del premio,
voluta dall'attuale Presidente, lo scrittore e giornalista Gaetano
Savatteri. I numerosi testi in concorso pervenuti alla segreteria vengono
letti da una giuria popolare - nel caso del "Racalmare - Leonardo Sciascia -
Scuola" si tratta di alunni delle classi di Secondaria di 1° grado - che
seleziona i tre libri finalisti. Durante la cerimonia di premiazione, una
giuria ristretta (composta da trenta alunni, tre per ogni classe, scelti
tra coloro che hanno mostrato particolare motivazione nella lettura delle
opere letterarie in concorso), dopo aver colloquiato con gli autori sui temi
trattari nelle rispettive opere, in diretta vota a scrutinio segreto per
scegliere il libro vincitore del Premio.
Per questa 4^ edizione sono risultati finalisti i libri:
- "Alex alla scoperta dei mondi
magici" di
Alessia Shadow,
edizioni Gruppo Albatros Il Filo;
- "Il mercante di pace" di
Maria Giovanna
Mirano, edizioni Flaccovio;
- "Ma l'aria non c'era" di Elena Degan, edizioni Gruppo Albatros Il
Filo.
A tutti i finalisti viene assicurato il rimborso delle spese di viaggio e
soggiorno, mentre il primo classificato si aggiudica il premio di 1.000,00
euro.
Nelle edizioni precedenti sono stati premiati i libri: "Sassi" di Antonio
Ferrara; "Billy - Il pappagallo dalle piume di arcobaleno" di Loredana
Mazza; "Angeli e orchi" di Nicolò Angileri.
Durante la stessa cerimonia saranno premiati tre alunni vincitori di un
concorso interno di produzione poetica e letteraria. Nel corso dell'anno
scolastico i ragazzi sono stati invitati ad esprimere la loro creatività
creando poesie o racconti e pubblicandoli su un blog, all'interno del quale
hanno ricevuto i commenti dei loro compagni. Gli autori delle tre opere che
hanno avuto il maggior numero di consensi riceveranno in premio un libro di
Leonardo Sciascia. Carmelo Arnone
18 maggio 2011
© Riproduzione riservata. |
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Vedi il sito ufficiale del Premio "Racalmare - Leonardo Sciascia - Scuola"
Vedi il blog degli alunni
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18/05/2011 |
Scuola. Gli alunni del
"Roncalli" alla scoperta del territorio di Grotte |
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Istituto "Roncalli" |
Nel mese di aprile, gli alunni delle classi terze e
quarte della scuola primaria hanno vissuto un’esperienza significativa,
prevista dal Piano dell’Offerta Formativa, relativa alla conoscenza del
nostro territorio. Diversamente dagli altri anni, in cui l’attenzione si è
concentrata sull’adozione di un singolo monumento, quest’anno si è voluta
allargare la conoscenza a quella tipologia abitativa che caratterizza il
nostro paese: “le grotte”. Sotto l’odierno abitato, infatti, si estende un
insediamento sotterraneo, che gli studiosi fanno risalire all’età bizantina
e che i nostri antenati, per lo più dediti all’agricoltura, alla pastorizia
e all’attività mineraria, utilizzavano, oltre che per esigenze lavorative,
come vera e propria abitazione. Per effettuare la visita nelle “grotte”, gli
insegnanti si sono avvalsi della preziosa collaborazione della
vicepresidente del Consiglio d’Istituto, dott.ssa Mirella Salvaggio, esperta
in “Restauro di Manufatti Archeologici”, che ha accolto con gioia l’invito,
ritenendo che solo “attraverso la conoscenza i bambini possono imparare ad
apprezzare, per poi eventualmente amare ciò che li circonda e l’ambiente in
cui vivono”. Purtroppo, attualmente, l’esistenza delle grotte risulta
sconosciuta non solo ai bambini, ma anche agli adulti. Per i bambini,
protagonisti di questa esperienza, è stato un momento di grande entusiasmo
ed interesse. L’entusiasmo è scaturito in diverse occasioni:
- poter mettere piede in un ambiente diverso dalle moderne abitazioni;
- aver toccato con le proprie mani una mangiatoia ancora intatta o piena di
paglia o vecchi attrezzi di lavoro lasciati lì come se fossero stati usati
il giorno prima;
- aver individuato una crepa o un rivoletto di un’infiltrazione d’acqua;
- aver osservato come l’intonaco si sia staccato dal muro, lasciando a vista
d’occhio la roccia viva.
Infatti, armati di torce elettriche, si sono avventurati senza esitazioni
all’interno di questi ambienti bui, freddi, dal pavimento sconnesso e pieni
di ragnatele. I bambini si sono resi conto anche di quanto le grotte siano
state trasformate nel tempo per essere adattate alle moderne necessità
diventando, ad esempio, un negozio, una cantina, un modernissimo studio
tecnico o un semplice garage sul quale è stata costruita una casa. Tutto ciò
è stato possibile anche perché gli alunni sono stati guidati da una figura
competente che, in un ruolo diverso dall’insegnante, li ha portati a
riflettere sul valore di questi manufatti del passato. Il forte
coinvolgimento dei bambini in questa esperienza ha dato conferma della
validità dell’iniziativa e dell’opportunità di poterla riproporre nei
prossimi anni. |
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17/05/2011 |
Attività. Ridotta la
distribuzione idrica per le prossime 16 ore |
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A partire dalle ore 09.00 di oggi, martedi 17 maggio,
Siciliacque ha interrotto l’esercizio dell’acquedotto Fanaco a valle del
partitore Montedoro II, per consentire l’esecuzione di interventi di
riparazione al tratto di condotta che attraversa contrada Graziano, nel
territorio di Canicatti.
L’interruzione dell’acquedotto Fanaco causerà una riduzione di portata ai
comuni di Grotte, Racalmuto, Canicatti, Ravanusa, Campobello di Licata,
Castrofilippo e Naro. Secondo quanto comunicato da Siciliacque, la fornitura
sarà ripristinata entro le prossime 16 ore. Pertanto, Girgenti Acque SpA,
pur mettendo in atto tutte le dovute manovre alla rete, con l’obiettivo di
limitare i disagi agli utenti, non può garantire la regolarità del servizio
di distribuzione. |
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17/05/2011 |
Fotografia.
Assegnato a Franco Carlisi il "Premio Marco Bastianelli 2011" |
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Franco Carlisi |
Lunedì 9 maggio, si è riunita presso la sede della
Editrice Reflex la giuria del Premio Marco Bastianelli per valutare le opere
ricevute ed assegnare il premio per il miglior libro fotografico pubblicato
nel 2010.
La giuria, presidente Elisabetta Portoghese, composta da Gianfranco Arciero,
Piergiorgio Branzi, Giulio Forti, Luca Forti ed Eugenio Martorelli, dopo
attenta valutazione e approfondita discussione, ha assegnato il Premio Marco
Bastianelli 2011 a:
IL VALZER DI UN GIORNO di Franco Carlisi pubblicato da Polyorama Edizioni.
Motivazione.
"Raccogliere un ventaglio di quasi 200 fotografie di matrimonio.
Organizzarle in una successione che è in sé un racconto senza parole.
Chiudere il raggio d'azione alla Sicilia non è opera da poco. La raccolta
comprende fotografie scattate tra il 1999 ed il 2009, eppure quel sapore di
Sud, quella testimonianza del 'giorno più bello' con protagonisti e comparse
senza nome è sempre presente. Da Vittorio De Sica di Matrimonio all'Italiana
a questo lavoro ci sono quasi 40 anni. Ma la sensazione che per certi riti
il tempo si sia fermato è forte e tipica di un territorio carico di
tradizioni".
La cerimonia di premiazione con la presentazione degli autori e la
discussione sulla loro opera si svolgerà a Roma, lunedi 23 maggio presso
l’Associazione Civita, Piazza Venezia 11. Inizio ore 11.00.
L’invito e rivolto a tutti gli interessati, ingresso libero. |
Mostra a Grotte |
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17/05/2011 |
Iniziative. Incontri a Favara
nel decennale della morte di Antonio Russello |
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Gaspare Agnello |
Il 26 maggio 2011 il Comune di Favara e il Centro
Studi “Antonio Russello” ricorderanno il decimo anniversario della morte
dello scrittore favarese Antonio Russello con una giornata di studi su “La
narrativa di Antonio Russello e la questione sociale”.
Nella mattinata, al Castello Chiramontano, ben otto licei della provincia di
Agrigento relazioneranno sulle opere di Antonio Russello. I lavori saranno
coordinati dal critico letterario prof. Salvatore Ferlita, docente
all’Università Kore di Enna.
Il pomeriggio alle ore 18.00 avrà luogo una tavola rotonda con:
- Isabella Panfido, scrittrice, poetessa e giornalista del Corriere della
Sera;
- Ferruccio Mazzariol, scrittore e titolare della casa editrice Santi
Quaranta;
- Calogero Sorce, biografo dello scrittore;
- Alessandro Russello, direttore del Corriere Veneto.
Sono previsti interventi di Carmelo Castronovo del Centro Studi e
dell'editore Antonio Liotta.
L’attrice del piccolo teatro pirandelliano Giusy Carreca leggerà alcuni
brani delle opere di Russello. La serata sarà diretta da Gaspare Agnello,
Direttore scientifico del Centro Studi.
Il Commissario Regionale Cascino, oltre a portare il saluto del Comune,
consegnerà la medaglia della Presidenza della Repubblica al Presidente del
Centro Studi Signora Lina Russello.
La manifestazione vuole rimarcare il fatto che il primo decennio del XXI
secolo è stato caratterizzato dalla riscoperta di questo scrittore appartato
di cui la Santi Quaranta ha pubblicato: La grande sete, L’Isola innocente,
La luna si mangia i morti, Siciliani prepotenti, Storia di Matteo, La danza
delle acque, A Venezia, Finestre sul Canal Grande, Il Direttore d’orchestra
e In viaggio con la macchina ferma (testo che arriverà in libreria in
occasione delle manifestazioni del decennale).
Russello è un narratore tra i più significativi del secondo novecento, che
ha descritto la sua Sicilia, con tutte le sue contraddizioni e le sue
bellezze; pertanto va posto accanto agli scrittori siciliani che hanno fatto
grande la letteratura italiana del ‘900. Uno scrittore “impegnato”, rimasto
legato alla sua terra. |
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16/05/2011 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della
settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.
Martedi 17 maggio
- al teatro "Regina Margherita" di Racalmuto sarà rappresentato "Cuore di
carne" di Giovanni Volpe; ore 18.00 prima visione, ore 21.00 seconda
visione.
Mercoledi 18 maggio
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione del gruppo liturgico
interparrocchiale:
- ultimo giorno della scuola di formazione cristiana.
Venerdi 20 maggio
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a
tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei
genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.
Domenica 22 maggio
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione interparrocchiale dei catechisti
dei cresimandi.
Tutti i giorni dei mesi di maggio e giugno
- alle ore 21.00, presso la cappelletta del Sacramento, recita del Santo
Rosario. |
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16/05/2011 |
Racconti. "Un tuffo nel
passato" - Capitolo 7°; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello
Cap. VII
C’era, però, gente che esercitava mestieri ancora più umili, e che quindi
guadagnava meno degli altri, come “Cicciu”, cioè Ciccio, un giovane che
abitava “a la funtana” e che faceva “l’ammolacuteddra”, cioè l’arrotino, un
mestiere da povera gente.
C’era pure “lu boiacani”,
ma quest’ultimo era molto inviso e non solo ai cani che, come se lo
sapessero, preferivano girargli alla larga.
In proposito non mi viene
in mente nessun nome, anche se qualcuno doveva, forse, abitare “a la funtana”
ed era armato di due forche in cerca di cani da prendere per portarli via in
un canile, che forse doveva essere situato tra la piazza dove oggi c’è il
mercato e l’orto che costeggiava quella che poi fu chiamata via Romita,
dove, se il padrone non si fosse fatto vedere per pagare la multa entro
alcuni giorni, i poveri animali sarebbero morti avvelenati o impiccati. E
tanti animali innocenti morivano o perché non avevano un padrone o perché il
padrone non era in grado di pagare la multa.
Fu questo il motivo per
cui incominciai ad odiare il boia cane, che tante volte vedevo in giro per
le strade in cerca di cani da portar via. E quando un cane stava per essere
catturato, sia io sia gli altri ragazzini cercavamo di farlo scappare
gridandogli per spaventarlo.
E il boia cane, per farci
allontanare, ci gridava minaccioso: “Si vi ‘ngagliu vi scassu lu culu, figli
di buttana!”, cioè: “Se vi prendo vi rompo il culo, figli di puttana!”.
Il boiacane era, per noi
bambini, anche un traditore perché, quando vedeva un cane, per evitare che
gli sfuggisse, nascondeva le forche dietro le spalle e, facendo una faccia
indifferente, cercava di avvicinarsi al povero animale che si accorgeva
troppo tardi di essere caduto nella trappola.
Certamente il boiacane
faceva questo lavoro perché incaricato dal Comune, ma alla popolazione,
specialmente ai bambini, tutto questo non interessava: il boiacane era
solamente un delinquente, un bastardo, che si divertiva ad ammazzare poveri
animali, responsabili solo di esistere. Per questo motivo, bisognava tenerlo
alla larga. Anche perché il povero cristo, forse perché continuamente vicino
agli animali o più verosimilmente per mancanza d’acqua, faceva una puzza
tale da fare vomitare chi, per avventura, si fosse trovato vicino a lui.
Carmelo Luparello
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 16 maggio 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata. |
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15/05/2011 |
Associazioni. Preparativi per
il nuovo Groest, all'insegna della scuola di Harry Potter |
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Hogwarts |
Per il secondo anno consecutivo l'Associazione "L'isola
ke nn c'è", con la direzione artistica di Daniel Carlisi, propone un
progetto aperto a bambini e ragazzi da svolgersi durante il periodo estivo.
Dopo il successo dell'edizione precedente, il "Groest" (Grotte Estiva) 2011
viene organizzato sulla scia della saga (letteraria e cinematografica) di
Harry Potter. Infatti il titolo della manifestazione sarà "Hogwarts", come
la celebre scuola dei film sulle avventure del piccolo mago.
Come lo scorso anno, l'ambientazione locale sarà nella ex scuola elementare
"Leonardo Sciascia" di Contrada Palo, dove è stata allestita la scenografia
e le postazioni dei giovani partecipanti che concorreranno suddividi nelle 4
squadre: tasso rosso, serpe verde, corvo nero e grifondoro. Nel giorno
dell'accoglienza, i ragazzi verranno indirizzati dal "cappello parlante"
verso una delle squadre e successivamente, accompagnati dai rispettivi
animatori, si recheranno a "Diagon Alley" per acquistare la propria
bacchetta magica ed il proprio libro di magia (e tutto il resto del
materiale necessario durante l'intero progetto). Tra i tanti giochi, nei
quali i giovani concorrenti si sfideranno, vi sarà anche il "quidditch" per
la conquista del boccino d'oro.
Ai tanti ragazzi che vorranno partecipare è vivamente consigliata, prima
dell'inizio del progetto, la visione del primo film della serie (Harry
Potter e la pietra filosofale), in modo da trovarsi preparati ad affrontare
le sfide che li attenderanno.
Intanto sono già aperte le iscrizioni per gli animatori. Per informazioni è
possibile rivolgersi a: Daniel Carlisi, Valerio Vella, Giuseppe Morreale
oppure presso il negozio “Live Animals” di Corso Garibaldi. |
L'isola ke nn c'è |
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14/05/2011 |
Scuola. Il "Roncalli" di
Grotte celebra il 150° dell'Unità d'Italia al Teatro Regina Margherita
di Racalmuto |
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Oltre 140 ragazzi raccontano la storia d'Italia, tra musica, canzoni,
riflessioni e pensieri. Gli alunni delle classi quinte della scuola primaria
e delle classi prime, seconde e terze della scuola secondaria di 1° grado
dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte saranno protagonisti,
il prossimo lunedi 16 maggio al teatro Regina Margherita di Racalmuto, di
una iniziativa per celebrare la ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità
d'Italia. Attraverso un articolato percorso storico-musicale, elaborato
durante il corrente anno scolastico dagli alunni, in collaborazione con i
loro docenti, e con l'impegno particolare dei professori di Strumento
Musicale, i 74 elementi dell'orchestra scolastica - tra allievi di
pianoforte, chitarra, clarinetto e tromba - ed il coro composto da 60
ragazzi della scuola elementare, proporranno le principali tappe della
storia d'Italia attraverso l'ascolto dei più famosi e significativi brani
della produzione musicale italiana, a partire dal 1860 e sino agli anni '60
del secolo scorso.
Il periodo risorgimentale sarà rievocato da quattro brani: l'Inno di Mameli,
il "Và pensiero", "Addio mia bella addio" e l'Inno di Garibaldi. "Roma nun
fà la stupida stasera" - tratto dalla commedia musicale "Rugantino" di
Garinei e Giovannini - rappresenterà gli anni della "Roma papalina" che
precedono la Breccia di Porta Pia. Nel post-Risorgimento avranno spazio
celebri brani della tradizione napoletana, quali 'O Marenariello,
O sole mio e Funiculì funiculà. Il successivo periodo storico,
sino al 1917, verrà proposto attraverso le canzoni: Mamma mia dammi cento
lire, Voce 'e notte, Torna a Surriento e 'O surdato 'nnammurato.
Le canzoni "Mamma" e "Voglio vivere così" ricorderanno gli anni '20 e '30.
Il successivo periodo, sino agli anni '50, sarà ricordato con i brani
Bella ciao, Avevo un bavero, Malafemmina, Luna Caprese.
Immancabili, per gli anno 60, i celeberrimi "Sapore di sale" e "Quando
quando". A conclusione del lungo percorso, tre brani del festival di San
Remo: Volare (di Domenico Modugno), Il cielo è sempre più blu
(di Rino Gaetano) e Chiamami ancora amore (di Roberto Vecchioni).
La presentazione delle canzoni, molte delle quali saranno proposte in
versione medley - eseguite consecutivamente senza interruzioni - sarà
alternata alla lettura di testi che spaziano da poesie di Trilussa ad
articoli della Costituzione Italiana.
Alla manifestazione, resa possibile grazie al coordinamento del Dirigente
Scolastico Stefana Morreale, parteciperà anche Paolo Pilato, Sindaco di
Grotte, e Salvatore Petrotto, Sindaco di Racalmuto - Comune che ha
patrocinato l'iniziativa attraverso la concessione del Teatro cittadino -.
Parte dello spettacolo rappresenterà l'Istituto Comprensivo "Angelo
Roncalli" di Grotte al Concorso "Euterpe - Mediterraneo in Musica", che si
svolgerà ad Agrigento il prossimo 19 maggio.
Lo spettacolo sarà proposto all'aperto, a tutti i cittadini, in replica
integrale, il 1° giugno a Grotte, all'interno delle celebrazioni cittadine
per il 150° dell'Unità d'Italia.
Carmelo Arnone
14 maggio 2011
© Riproduzione riservata. |
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13/05/2011 |
Premi. Il Regolamento della
IX edizione del "Martoglio" |
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Regolamento
Aristotele Cuffaro |
Il 24 marzo 2011 è stato presentato ufficialmente al Palazzo Jung di Palermo
il regolamento della IX edizione del Premio di Poesia Dialettale “Nino
Martoglio” Città di Grotte. Alla presentazione sono intervenuti il
Presidente di Giuria Prof. Salvatore Di Marco, il membro speciale per la
cinematografia Dott. Eliana Lo Castro Napoli e per la sezione “Francesco
Pillitteri” il figlio Avv. Salvino Pillitteri. È stata data ampia
spiegazione sulla finalità del Premio: volere lanciare nel mercato librario
il poeta dialettale meritevole di contratto con la casa editrice Medinova
del Dott. Antonio Liotta. Alla presenza di giornalisti, emittenti e poeti
dialettali, nella sala Carlo Alberto Dalla Chiesa, sono stati distribuite
copie del regolamento per la più ampia diffusione. Alla segreteria sono
iniziate a pervenire le prime partecipazione al concorso. I plichi devono
essere spediti entro e non oltre il 30 giugno 2011. L’organizzazione dopo la
manifestazione celebrativa di consegna del contratto, si occupa, pubblicata
la raccolta, della promozione e presentazione della stessa organizzando
diversi incontri tra Grotte, il paese d’origine dell’autore ed il capoluogo
regionale. La formula adottata ha reso unico il premio ed ha dato una
specificità molto apprezzata negli ambienti di critica letteraria. Negli
anni il livello culturale dei partecipanti e la qualità del contenuto
poetico dialettale è cresciuto sempre più. I vincitori di contratto degli
anni precedenti sono stati: Carmine Elisa Moschella con la raccolta
“Zuccaru e Sali”, da Messina; Salvatore Gaglio con “La Natura e la Sorti”,
da Agrigento; Michele Sarrica con “Ogni Jornu… la vita”, da Bagheria;
Gabriella Rossitto con “Russania”, da Palagonia.
Regolamento della IX edizione del Premio "Nino Martoglio" |
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12/05/2011 |
Lettere. "Recentemente ha
fatto visita a questo Comune la figlia dell'On. Pietro Ingrao" |
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Il sindaco Pilato |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Recentemente ha fatto visita a questo Comune la figlia dell’On. Pietro
Ingrao, allo scopo di visitare il paese di origine della sua famiglia. Il
bisnonno è l'illustre grottese Francesco Ingrao, autore del libro “La
bandiera degli elettori italiani”, garibaldino mazziniano e politico
impegnato nella seconda metà dell'ottocento, fuggito a Lenola perchè
ricercato per motivi politici, città dove hanno dimorato i suoi discendenti
compreso il nonno Pietro Ingrao, Presidente Emerito della Camera dei
Deputati al quale questo Comune ha conferito la cittadinanza onoraria.
Ho avuto l’onore di ricevere, in qualità di Sindaco, la Signora Ingrao,
insieme al Presidente del Consiglio comunale e ad una folta delegazione
composta da ex Sindaci, amministratori attuali e passati e numerosi
cittadini, molti dei quali sono stati protagonisti o testimoni sia del
conferimento della cittadinanza onoraria al padre, che del gemellaggio con
la città di Lenola. Al termine del saluto di benvenuto, nell’aula consiliare
del Comune, la figlia dell’On. Ingrao ha chiesto di essere accompagnata al
quartiere San Rocco, per visitare la casa di origine della sua famiglia.
La Signora ha avuto parole di apprezzamento per la nostra Comunità; in
particolare mi è rimasto impresso l'epilogo del suo discorso: “Sono venuta
in gita in Sicilia ed ogni giorno mio padre (oggi ultranovantenne) mi
telefonava per dirmi Ma ancora non sei stata al Paese? Vai a visitare il
nostro paese! A causa della sua continua insistenza sono venuta a
Grotte, ed adesso ringrazio mio Padre perchè mi ha fatto un bellissimo
regalo”.
Parole che denotano l'identico attaccamento a questo nostro Paese da parte
di tutti i grottesi, indipendentemente dalle diverse strade percorse, dalle
condizioni sociali, economiche e culturali esistenti tra gli stessi.
Alla Signora Ingrao, al suo papà On. Pietro ed a tutta la sua famiglia il
più caloroso saluto a nome mio personale e di tutta la comunità che mi onoro
di rappresentare, con l’invito a ritornare presto nella nostra cittadina". |
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Il Sindaco
Paolo Pilato |
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12/05/2011 |
Lettere. Commosso
ringraziamento dall'On. Pietro Ingrao |
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On. Pietro Ingrao |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Sindaco,
vorrei inviare a lei, al Presidente del Consiglio comunale, agli ex-sindaci
ed a tutta la cittadinanza di Grotte un ringraziamento commosso per
l'accoglienza che avete voluto dare a mia figlia e per l'affetto che
continuate a dimostrare nei miei confronti.
La prego di voler trasmettere questo ringraziamento a tutti ed invio i miei
calorosi saluti.
Dal vostro concittadino". |
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Pietro Ingrao |
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11/05/2011 |
Diritti. "I Referendum del
12-13 giugno: note informative"; di Mariachiara Alberton |
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M. Alberton |
I referendum del 12-13 giugno 2011: note informative
di Mariachiara Alberton,
Ricercatrice EURAC,
Istituto per lo Studio del Federalismo e del Regionalismo
Il referendum abrogativo è uno strumento di esercizio
della sovranità popolare ed è uno strumento di democrazia diretta perchè
permette agli elettori di esprimere direttamente il proprio volere su un
tema specifico.
Per poter esprimere un giudizio quanto più consapevole possibile sui temi
oggetto di referendum abrogativo è necessaria un’adeguata informazione.
A questo scopo sono state scritte le righe che seguono.
Il 12 e il 13 giugno gli elettori sono chiamati ad esprimersi sui seguenti
quattro quesiti referendari:
1) Abrogazione di norma sulle Modalità di
affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
2) Abrogazione parziale di norma sulla
determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base
all’adeguata remunerazione del capitale investito.
3) Abrogazione parziale di norme sulle Nuove
centrali per la produzione di energia nucleare.
4) Abrogazione di norme della legge 7 aprile
2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del
Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale
risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte
Costituzionale.
1) Con il quesito n. 1 si chiede la cancellazione
(abrogazione) dell’articolo 23-bis della legge 133 del 2008, come
modificato in particolare dalla legge 166/2009, nota come “decreto Ronchi”,
sulla modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di
rilevanza economica.
Il quesito riguarda i servizi pubblici locali di rilevanza economica (acqua,
rifiuti, trasporti locali), ad eccezione dei settori esclusi (distribuzione
di gas naturale ed energia elettrica; gestione delle farmacie comunali;
trasporto ferroviario regionale). Tra i servizi pubblici locali di rilevanza
economica c’è dunque il servizio idrico integrato oggetto della campagna
referendaria. Esso è costituito dall’insieme dei servizi pubblici di
captazione, adduzione e distribuzione di acqua per usi civili, di fognatura
e depurazione delle acque reflue.
Per capire meglio la portata del quesito referendario n. 1 occorre ricordare
che il servizio idrico locale è stato di recente interessato da due riforme:
I) La prima riforma, introdotta dalla legge n. 166/2009 (di
conversione del D.L. n. 135/2009, cosiddetto “Decreto Ronchi”), ha
riguardato le modalità di conferimento della gestione dei servizi pubblici
locali, tra i quali quelli idrici. Non riguarda quindi la privatizzazione
delle risorse idriche e delle infrastrutture idriche che rimangono di
proprietà pubblica. La legge 166/2009 ha modificato l’art. 23 bis della
legge 133 del 2008. Nella nuova formulazione l’art. 23 bis distingue tra
forme di affidamento “in via ordinaria” ed “in deroga”. Le modalità di
affidamento in via ordinaria sono:
a) in favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite
individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica (ovvero
tramite gara);
b) in favore di società a partecipazione mista pubblica e privata, a
condizione che la selezione del socio avvenga mediante procedure competitive
ad evidenza pubblica (ovvero tramite gara), le quali abbiano ad oggetto, al
tempo stesso, la qualità di socio e l’attribuzione di specifici compiti
operativi connessi alla gestione del servizio e che al socio privato sia
attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento.
Sono affidamenti in deroga, dunque eccezionali e giustificati sulla base di
“situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche
economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale
di riferimento, non permettono un efficace ed utile ricorso al mercato”e
sottoposte ad autorizzazione da parte dell’Autorità garante del mercato;
c) quelli a società a capitale interamente pubblico, partecipata dall’ente
locale, che abbia i requisiti richiesti dall’ordinamento comunitario per la
gestione in house.
Viene poi previsto anche un regime transitorio per i servizi pubblici locali
di rilevanza economica a seconda che si tratti di affidamento in house, di
affidamenti a società miste e di affidamenti a società a partecipazione
pubblica quotate in borsa.
L’art. 23 bis riduce drasticamente, dunque, le ipotesi di affidamento
diretto e, in particolare, quelle di gestione in house che sono attualmente
quelle prevalenti in Italia, imponendo invece l’affidamento a gara e
l’ingresso del socio privato (mediante gara) nelle società pubbliche. Si
ricorda, peraltro, che la sentenza n. 325 del 2010 della Corte
Costituzionale ha affermato che l’affidamento in house del servizio idrico
integrato, come di altri servizi pubblici a rilevanza economica, è invece
compatibile con l’ordinamento europeo. Il fine del quesito n. 1 è di
escludere l’applicazione dell’articolo 23-bis (come risultante dalle
modifiche della L. 166/2009), che limita, rispetto al diritto comunitario,
le ipotesi di affidamento diretto e, in particolare, quelle di gestione in
house dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (acqua, rifiuti,
trasporti locali).
II) La seconda riforma riguardante i servizi idrici è stata
introdotta dalla legge n. 42/2010 che ha previsto la soppressione, poi
prorogata al dicembre 2011, delle autorità d’ambito (cioè quei soggetti
pubblici costituiti tramite convenzioni o consorzi di comuni che hanno il
compito di organizzare, affidare e controllare la gestione del servizio) e
contemporaneamente l’identificazione di nuovi soggetti cui demandare
l’organizzazione e il controllo della gestione del servizio idrico locale.
Le Regioni, in assenza di ulteriori indicazioni normative, sono quindi
libere di decidere l’assegnazione delle funzioni a Province o comuni oppure
a enti posti a livello regionale, o di studiare altre opzioni.
Da un lato, quindi, si accelerano processi di privatizzazione della gestione
dei servizi (Riforma I: riguardante i soggetti gestori), e dall’altro si
eliminano gli attuali enti preposti alla vigilanza, regolazione e controllo,
e all’affidamento del servizio, lasciando alle Regioni il compito di
identificare i nuovi soggetti e le loro funzioni (Riforma II: riguardante i
soggetti regolatori/controllori).
⇒ In caso di esito positivo del referendum (quesito n. 1), verrebbe
cancellato l’articolo 23-bis della legge 133 del 2008, come successivamente
modificato, e si applicherebbe immediatamente nell’ordinamento italiano la
normativa comunitaria (meno restrittiva rispetto a quella oggetto del
referendum) relativa alle regole concorrenziali minime in tema di gara ad
evidenza pubblica per l’affidamento della gestione di servizi pubblici
locali di rilevanza economica.
2) Con il quesito n. 2 si chiede la cancellazione
(abrogazione) di un’inciso del comma 1 dell’articolo 154 del decreto
legge 152 del 2006 che riguarda la determinazione delle tariffe del
servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale
investito.
Il comma citato attualmente in vigore stabilisce che “la tariffa del
servizio idrico integrato è determinata tenendo conto della qualità della
risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti
necessari, dell’entità dei costi di gestione delle opere, dell’adeguatezza
della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle
aree di salvaguardia, nonché di una quota parte dei costi di funzionamento
dell’Autorità d’ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale
dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero
dei costi e secondo il principio “chi inquina paga”. Tutte le quote citate
della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo”.
A questo proposito, la Corte Costituzionale ha precisato nella sentenza n.
26 del 26 gennaio 2011 che il servizio idrico integrato è un servizio a
rilevanza economica, cioè deve essere svolto con metodo economico, ovvero
secondo il principio della copertura dei costi mediante i ricavi.
Essenziale, quindi, secondo questa interpretazione è la sola copertura dei
costi. Pertanto, secondo la Corte Costituzionale, il carattere remunerativo
della tariffa, ovvero la remunerazione del capitale investito, non può
essere definito elemento caratterizzante la nozione di «rilevanza» economica
del servizio idrico integrato.
⇒ In caso di esito positivo del referendum (quesito n. 2), verrebbe
cancellata la parte “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale
investito” dell’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006, così
escludendo che la tariffa sia calcolata anche tenendo conto del profitto del
gestore. Rimarrebbe fermo solo il principio della copertura dei costi di
investimento e di esercizio, rendendo estraneo alle logiche del profitto il
governo e la gestione dell’acqua.
3) Con il quesito n. 3 si chiede la cancellazione
(abrogazione) delle norme che permettono la realizzazione nel territorio
nazionale di impianti di produzione di energia nucleare. La sorte di
questo quesito è per ora sospesa, dal momento che il Senato ha approvato in
data 20 aprile 2011 l’inserimento in un decreto-legge, cosiddetto “decreto
omnibus”, di un emendamento col quale verrebbero abrogate tutte le norme
oggetto del quesito referendario e farebbe quindi venir meno i presupposti
del quesito stesso, ma anche su questo per ora non c’è chiarezza
(L’emendamento recita: “al fine di acquisire ulteriori evidenze
scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare,
sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo
tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello
di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del
programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio
nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”). Dopo
l’approvazione del Senato, spetta ora alla Camera approvare a sua volta
l’emendamento inserito nel decreto, che dovrà poi essere promulgato dal
Presidente della Repubblica. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale,
si dovrà esprimere la Corte di Cassazione per esaminare le novità e decidere
in merito al quesito referendario sul nucleare. L’ufficio centrale per i
referendum presso la Corte di Cassazione potrebbe anche infine investire
della questione la Corte Costituzionale. Dunque, per il momento, il quesito
referendario sul nucleare resta ancora valido e dipenderà dalla Corte di
Cassazione (ed in ultima eventuale istanza dalla Corte Costituzionale)
deciderne il destino.
4) Con il quesito n. 4 si chiede di cancellare
(abrogare) la legge n. 51 del 7 aprile 2010 “Disposizioni in
materia di impedimento a comparire in udienza”. Tale legge, costituita
da un solo articolo, prevede per il Presidente del Consiglio dei Ministri e
per i Ministri che l’esercizio delle attività previste dalle leggi e dai
regolamenti (cioè tutte le attività istituzionali), nonchè di ogni attività
comunque coessenziale alle funzioni di Governo, costituisce legittimo
impedimento a comparire nelle udienze dei procedimenti penali in cui sono
imputati. I giudici in base a questa legge sono obbligati ad accettare la
richiesta di legittimo impedimento e rinviare il processo ad altra udienza.
L’impedimento si applica anche ai processi penali in corso, in ogni fase,
stato o grado.
La sorte di questo quesito era rimasta sospesa per la sentenza della Corte
Costituzionale n. 23 del 13 gennaio 2011. La Corte Costituzionale
pronunciandosi sulla legittimità costituzionale della legge n. 51 del 7
aprile 2010, aveva infatti dichiarato, per violazione degli artt. 3 («tutti
i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
...») e 138 (che prevede una procedura rafforzata per l’approvazione delle
revisioni costituzionali) della Costituzione, l’illegittimità dell’art. 1,
comma 4, della legge n. 51/2010 relativo all’ipotesi di impedimento
continuativo e attestato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, e
l’illegittimità dell’art. 1, comma 3, nella parte in cui non prevede che il
giudice valuti in concreto l’impedimento addotto. A seguito della sentenza
della Corte Costituzionale, l’Ufficio Centrale per il referendum presso la
Corte di Cassazione ha stabilito, con ordinanza del l febbraio 2011, che il
referendum sul legittimo impedimento debba esser comunque effettuato e il
quesito referendario riformulato tenendo presente quanto deciso dalla Corte
Costituzionale, ovvero l’illegittimità costituzionale di alcune norme e
l’interpretazione di altre norme della legge 7 aprile 2010, n. 51.
⇒ In caso di esito positivo del referendum, verrebbero quindi
cancellate le norme della Legge n. 51 del 7 aprile 2010 che non sono state
ritenute illegittime dalla sentenza n. 23/2011 della Corte
Costituzionale.
Bolzano, 2 maggio 2011 |
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Mariachiara Alberton |
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10/05/2011 |
Associazioni. Il 5x1000 per la Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale" |
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Volantino |
Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
volevo far presente a tutti i visitatori del Quotidiano Grotte.info, che
anche quest’anno è possibile donare il 5 per mille in favore della nostra
Associazione. Chiunque può donare in favore della nostra Associazione, è
facile e non costa nulla!
Per noi e per la nostra comunità è molto importante.
La destinazione della quota del 5 per mille è complementare (cioè si
aggiunge) all’opzione del più classico 8 per mille destinato allo Stato e
alle confessioni religiose riconosciute. E’ possibile quindi, assegnare sia
l’otto per mille che il cinque per mille.
Donare il 5 per mille all’Associazione Padre vinti è semplicissimo: si deve
apporre la firma nella casella “Sostegno delle organizzazioni non
lucrative…” ed indicare unicamente il codice fiscale dell’Associazione che è
02248420842.
In allegato il volantino che troverete presso i commercialisti, i Caf Acli e
i principali esercizi commerciali del nostro paese.
Grazie di vero cuore". |
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Davide Magrì |
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10/05/2011 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della
settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.
Tutti i giorni dei mesi di maggio e giugno
- alle ore 21.00, presso la cappelletta del Sacramento, recita del Santo
Rosario.
Venerdi 13 maggio
- alle ore 19.00, al Purgatorio, prove di canto interparrocchiali;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 2°
anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a
tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei
genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.
Martedi 17 maggio
- al teatro "Regina Margherita" di Racalmuto sarà rappresentato "Cuore di
carne" di Giovanni Volpe; ore 18.00 prima visione, ore 21.00 seconda
visione. |
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09/05/2011 |
Ricorrenze. Messaggio del
Presidente Napolitano nel Giorno della Memoria delle vittime del
terrorismo |
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On. Napolitano |
Il 9 maggio è il giorno del ricordo e del pubblico
riconoscimento che l'Italia deve alle vittime del terrorismo. E' il giorno
del sostegno morale e della vicinanza umana alle loro famiglie. Ed è il
giorno della riflessione su quel che il nostro paese ha vissuto in periodi
tra i più angosciosi della sua storia e che non vuole mai più, in alcun
modo, rivivere.
Già negli anni scorsi, al Quirinale, ho voluto mettere l'accento sul
sacrificio di uomini di legge, per sottolineare come da magistrati,
avvocati, docenti di diritto venne un contributo peculiare di fermezza, di
coraggio e insieme di quotidiana serenità e umanità nello svolgimento di una
funzione essenziale per poter resistere all'ondata terroristica e averne
ragione : la funzione dell'amministrare la giustizia secondo legge e secondo
Costituzione, sempre, contro ogni minaccia e ogni prevaricazione.
La pubblicazione che il Consiglio Superiore della Magistratura ha curato con
impegno partecipe e solidale vuole onorare i magistrati che al pari di tanti
altri servitori dello Stato pagarono col sacrificio della vita i servigi
alle istituzioni repubblicane, cadendo vittime della follia omicida di
gruppi terroristici o dello spietato attacco delle mafie.
Con essa si è cercato di restituire alla memoria riconoscente di ogni
cittadino l'immagine - i volti, i percorsi di vita e di morte - dei
magistrati caduti. I percorsi di vita, innanzitutto : perché non è
accettabile che quegli uomini siano ricordati solo come vittime, e non come
persone, che hanno vissuto, hanno avuto i loro affetti, il loro lavoro, il
loro posto nella società, prima di cadere per mano criminale.
In queste pagine, un mosaico di fitte testimonianze ci racconta la loro
dedizione e la loro professionalità, la passione civile e il coraggio che li
hanno animati nella lotta contro le forze della violenza eversiva, del
crimine, dell'anti-Stato.
Negli anni degli attentati terroristici, l'Italia corse rischi estremi.
Sapemmo uscirne nettamente, pur pagando duri prezzi, e avemmo così la prova
di quanto profonde fossero nel nostro popolo le riserve di attaccamento alla
libertà, alla legalità, ai principi costituzionali della convivenza
democratica, su cui poter contare. Ebbene, quelle riserve vanno
accuratamente preservate, ravvivate, e messe in campo contro ogni nuova
minaccia nella situazione attuale del paese e del mondo che ci circonda.
E' infatti necessario tenere sempre alta la guardia sia contro il
riattizzarsi di focolai di fanatismo politico e ideologico sia contro
l'aggressione mafiosa.
No alla violenza e alla rottura della legalità in qualsiasi forma : è un
imperativo da non trascurare in nessun momento, in funzione della lotta che
oggi si combatte, anche con importanti successi, soprattutto contro la
criminalità organizzata, ma più in generale in funzione di uno sviluppo
economico, politico e civile degno delle tradizioni democratiche e del ruolo
dell'Italia.
Sono convinto che anche questo sia il contributo che può venire - specie
alle nuove generazioni - da una sempre più ricca pratica della memoria.
Lo facciamo nello spirito che Vittorio Bachelet seppe, con lucida
consapevolezza, indicarci prima di essere colpito dalla barbarie dei
terroristi: "La testimonianza dei caduti per la libertà non sia solo onorato
ricordo ma si traduca in un impegno morale ed uno sforzo di pratica
efficienza per la difesa della libertà, per la costruzione di una convivenza
civile più umana e serena che sappia cogliere e ordinare, in un disegno di
giustizia, la tumultuosa crescita della nostra società".
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Roma, 08/05/2011 |
Il Presidente
della Repubblica
Giorgio Napolitano |
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Testo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal titolo "Il
nostro omaggio", che apre il libro "Nel loro segno" del Consiglio Superiore
della Magistratura, presentato al Quirinale il 9 maggio 2011.
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09/05/2011 |
Racconti. "Un tuffo nel
passato" - Capitolo 6°; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello
Cap. VI
Nel suo locale, per la verità assai pulito, “lu zì ’Ntoniu Fungiddra”
vendeva un caffé così buono che era veramente la fine del mondo. Lo
preparava lui stesso. Comprava a sacchi il caffé crudo e lo abbrustoliva.
In quei momenti l’aroma
si spargeva non solo nelle vicinanze del piccolo negozio, ma raggiungeva le
vie adiacenti e ne impregnava l’aria. E tutti andavano a comprare il caffé
“di Fungiddra” (come se “Fungiddra” fosse una marca), fino a quando alcuni
negozianti, che non riuscivano più a vendere il loro caffé, non si rivolsero
ai carabinieri, ai quali dissero che i locali, dove “lu zì Ntoniu Fungiddra”
abbrustoliva il caffé, non erano idonei a quell’attività, perché predisposti
solo alla vendita di generi alimentari, non ad abbrustolire il caffé.
I carabinieri, dopo
quella circostanziata denuncia, furono costretti ad intervenire, diffidando
“lu zì ‘Ntoniu” dal continuare ad abbrustolire il caffé, rinunciando così,
anche loro, a una tazza di caffé veramente genuino, preparato a casa o
magari anche in caserma, quando non sapevano cosa fare.
Chissà cosa avranno detto
i bravi carabinieri quando erano stati costretti ad intervenire “contra lu
zì ‘Ntoniu Fungiddra”! Avranno sicuramente pensato: - Chissi ddruocu ci
stannu rumpiennu li cugliuna -, cioè - Codeste persone ci stanno rompendo i
coglioni! -, ma non lo dicevano davanti agli altri, perché, davanti agli
altri, dovevano far vedere che applicavano la legge, senza guardare in
faccia nessuno e, soprattutto, senza usare termini volgari che non si
addicono ai tutori della legge.
Comunque da quella volta
“lu zì ‘Ntoniu”, che non voleva avere a che fare con la giustizia, non
abbrustolì più il suo caffé, che fino ad allora aveva venduto a peso, e
nessuno ne sentì più il caratteristico profumo.
Tanti, per risparmiare,
erano tempi tristi quelli, preparavano a casa il loro caffé ricuocendo “lu
tufaru”, cioè i fondi di caffé, che si facevano dare dall’amico barista.
Uno dei bar più
importanti del paese, forse perché storico o perché situato al centro del
paese, era quello “di Muzzuni”, che aveva tanti clienti, specialmente tra i
giovani.
Un altro me lo ricordo in
alcuni locali che si affacciavano nella piazzetta di fronte al bar “di
Muzzuni” e che in seguito sarebbero stati venduti al Banco di Sicilia.
Il bar di via Roma fu
aperto molto più tardi ad opera di “lu zì Turiddru Brunaccini” detto “Crapuzza”,
un uomo che era davvero un signore. Mai che gli avessi sentito una parola
fuori luogo. Me lo ricordo ancora, spesso assieme alla moglie, Giuseppa che,
quando era dentro il bar, fungeva da cassiera.
Non molto antico, al
contrario del bar di “Liuzza” anch’esso nel cuore del paese, era pure il bar
di “Lu zì Mariu Castrogiovanni”, cioè “dello zio Mario Castrogiovanni”.
Amica di tutti perché
amava scambiare sempre quattro chiacchiere con tutti, grandi e piccini, era
Carminuzza “Giacchiteddra”, soprannome derivante, forse, dal nome di un
piccolo uccello. Carminuzza era, infatti, una donna piccola di statura, ma
molto buona. Me la ricordo che viveva svolgendo umili lavori, come le
pulizie negli uffici pubblici.
Era un periodo quello in
cui fare questi lavori era considerato degradante, e molte persone
preferivano non farli anche se poi soffrivano la fame. Certo il lavoro non
era ben retribuito, però era sempre meglio che non fare niente.
Era quello anche il
periodo in cui la pasta si vendeva a peso, e ognuno ne comprava i grammi che
voleva o che il portafogli, non sempre pieno, gli permetteva.
Mi ricordo che “li
putiara”, cioè i negozianti, la pasta la tenevano in una cassa di legno ben
capiente, una specie di cassapanca e, a richiesta, la prendevano con le mani
che magari avevano toccato prima qualche altra cosa non sempre pulita,
magari “petroliu”, ovvero “grassoni” cioè il petrolio per accendere il lume,
e che vendevano generalmente “a un quartu di litru” cioè “a un quarto di
litro”. La pasta veniva sistemata sulla bilancia per pesarla, e poi la
incartavano.
Qualche negoziante, che
ci teneva un po’ di più all’igiene, sul piatto della bilancia, prima della
pasta, ci metteva la carta. Ma nascevano ugualmente delle lamentele perché
il negoziante veniva accusato di vendere la carta allo stesso prezzo della
pasta, dato che i grammi della pasta comprendevano anche il peso della
carta. In questo caso, infatti, la pasta non veniva venduta a peso netto.
C’era anche “la carta di
pasta” che, in genere, era di 5 kg e, fatti i conti, costava di meno e
durava di più, ma non tutti erano in grado di affrontare quella spesa in
una volta sola. Il costo era, quando me la ricordo io, di 600 lire,
corrispondenti, oggi, più o meno, a 30 centesimi. Però bisogna tenere
presente che allora 600 lire erano una bella somma, anche se non grande.
Davanti alla porta del
negozio non mancava mai, ben visibile, un barile con le sarde salate che “lu
putiaru”, per non sporcarsi le mani di sale, prendeva con un certo utensile,
somigliante a una grossa pinza, fatto apposta per prendere le sarde dal
barile o con una vecchia forchetta.
Ugualmente, però,
capitava che il negoziante le mani se le sporcasse e allora se le puliva
strofinandole sui pantaloni o sul grembiule.
Capitava anche che,
attratto dall’odore del sale, al barile delle sarde si avvicinasse un cane
che, se il negoziante era all’interno, vi faceva la pipì.
Tante volte il
negoziante, che se ne accorgeva, “assicutava a vastunati”, cioè metteva in
fuga a bastonate il temerario animale, apostrofandolo con “Talia cca stu
figliu di lorda buttana”, cioè: “Ma guarda un po’ questo figlio di una
sporcacciona puttana”.
Se poi nelle vicinanze
c’era qualcuno, che il negoziante sospettava avesse visto lo spettacolo,
aggiungeva: “ Mi cunsumà, ca ora mi tocca ittarli li sardi”, cioè: “Mi ha
rovinato, che ora mi tocca buttarle le sarde”, ma poi, rimasto solo, si
guardava bene dal buttarle per davvero.
Nei negozi di generi
alimentari si poteva comprare, anche il baccalà o “a pala” oppure a
pezzetti, secco o bagnato, come del resto avviene ancora oggi.
Davanti a un negozio di
alimentari non poteva mancare un sacco “cu lu zuccaru a piezzu”, cioè un
sacco contenente lo zucchero a forma di pietra di varie dimensioni.
Accanto a “ lu zì ‘Ntoniu
Fungiddra” ricordo che c’era il negozio di frutta e verdura che “lu zì
Vicinzinu”, cioè “ lo zio Vincenzino”, gestiva assieme alla moglie.
Siccome eravamo parenti,
mia madre mi ci portava spesso, e il buon uomo, che aveva un cuore d’oro, mi
regalava sempre un po’ di frutta, specialmente pere e arance.
Un negozio di alimentari,
che sicuramente nessuno oggi più ricorda perché molto povero di prodotti,
era gestito dalla famiglia Bellavia, per intenderci i familiari di Lillo d’Ati,
cioè di Calogero, figlio di Agata.
Era in via Giovanni Meli,
e uno se lo trovava proprio di fronte quando terminava la discesa di via
Collegio. Ricordo che non aveva nessuna insegna per essere individuato,
forse anche per evitare i controlli della Finanza, e la porta era “a
banniddruzza” cioè socchiusa, ma ci andava sempre qualcuno, specialmente del
vicinato a comprare qualcosa.
E sicuramente sono pochi,
e solo tra gli anziani, coloro che si ricordano di “ Zio Mommu Ciambella” al
secolo Girolamo Spitali, che doveva avere un negozio, secondo alcuni di
ferramenta, secondo altri di alimentari, nello stesso magazzino dove oggi
c’è il negozio della signora Spitali.
Purtroppo di lui non so
dire altro.
Tutta gente modesta, ma
soprattutto onesta, che cercava di sbarcare il lunario col proprio lavoro,
e sicuramente non nuotava nell’oro e che non voleva avere a che fare con la
giustizia e per la quale la visita degli uomini in divisa era magari motivo
di disagio, oltre che di paura.
Di disagio perché la
gente, vedendo i carabinieri bussare alla porta di una famiglia, avrebbe
sicuramente pensato male di essa e avrebbero detto: “Ni ddra famiglia na
vota ci ieru li carrabbunera”, cioè: “Da quella famiglia una volta ci sono
andati i carabinieri”. Era, insomma, una vergogna che si doveva a qualunque
costo evitare.
Di paura anche perché
l’arrivo dei carabinieri in una casa avveniva soltanto o per eseguire un
arresto o per chiedere o dare informazioni se era successo qualcosa di grave
per quella famiglia. Perciò era naturale che nessuno vedesse di buon occhio
un carabiniere davanti alla sua porta.
Carmelo Luparello
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 9 maggio 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata. |
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07/05/2011 |
Scuola.
Riconoscimenti per giovani poeti e scrittori del "Roncalli" di Grotte |
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Che gli alunni dell'Istituto Comprensivo "Angelo
Roncalli" di Grotte riescano ad emergere e ad affermarsi in ambito regionale
e nazionale non costituisce una novità. Sia nei concorsi che alle varie
manifestazioni alle quali partecipano, i giovani grottesi dimostrano
costantemente la loro preparazione. Merito della professionalità dei
docenti, dell'impegno delle famiglie, della guida del Dirigente scolastico
Stefana Morreale e della collaborazione di tutto il personale della scuola.
Due i recenti concorsi nei quali i giovani del "Roncalli" si sono distinti.
Il primo è il Concorso II Rassegna regionale di poesia e narrativa "Premio
Filippo Alessandro Maria Collerone", organizzato dal V Circolo Didattico "M.
L. King" di Caltanissetta, nel quale, tra i vincitori figurano:
- Alessio Alfano della II B (Scuola Primaria - Plesso "Roncalli"), secondo
classificato che conquista un premio in denaro da 100 euro, con la poesia
"Solidarietà in famiglia";
- Riccardo Virga della II B (Scuola Primaria - Plesso "Roncalli"), terzo
classificato che ottiene un premio in denaro da 50 euro, con la poesia "La
mia natura".
Il secondo è il Concorso "Angelo Signorelli ...la magia delle favole",
indetto dal I Circolo Didattico "De Amicis" di Enna. Il concorso, aperto a
tutte le scuole primarie del territorio nazionale, prevedeva la
realizzazione di favole in lingua italiana incentrate su temi quali il
valore della famiglia, della scuola, il rispetto dell'ambiente (natura,
cose, persone) o la mitologia legata al proprio territorio. L'Istituto
Comprensivo grottese è risultato essere tra i vincitori, nella categoria
"Favole multimediali", con l'opera "L'orso e la volpe". La giuria del
concorso comunicherà la graduatoria dei vincitori nel corso della cerimonia
di premiazione che si terrà i prossimo 23 e 24 maggio presso il Teatro
Comunale di Enna. Alla manifestazione, nella quale saranno presenti i
rappresentanti di tutte le scuole partecipanti, parteciperà in qualità di
relatore il prof. Livio Sossi, critico letterario ed esperto di letteratura
per l'infanzia, titolare di cattedra presso l'Università degli Studi di
Udine.
Carmelo Arnone
07 maggio 2011
© Riproduzione riservata. |
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06/05/2011 |
Attualità. Morto Osama, viva
Obama! - La Giustizia secondo Barak |
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Obama e Osama |
Sono trascorsi 5 giorni dal 1° Maggio, data memorabile. Nella tarda serata
di quel giorno un soddisfatto Presidente USA annunciava agli americani, a
reti unificate: "Justice has been done!". Giustizia è fatta. Motivo del
discorso, la morte di Osama Bin Laden. Subito per le strade e nelle piazze
gente festante con bandierine, balli, slogan. Come al tempo dell''impero
romano, ancora oggi la gente vuole "panem et circenses"; il minimo per
sopravvivere e lo spettacolo truculento. Esultare per la morte di chiunque,
fosse il più terribile delinquente mai esistito, non mi pare segno di
civiltà. E' proprio strano il senso della Giustizia che si evince da questi
fatti. Come può definirsi "giustizia" l'assassinio di un uomo, senza
processo, senza condanna?
E' sconcertante il "balletto" delle dichiarazioni sulla morte di Osama: è
stato colpito durante il conflitto a fuoco; è stato ucciso mentre cercava di
farsi scudo con la moglie; è stato fatto bersaglio perchè non si è arreso
alzando le mani; è stato liquidato da un suo fidato collaboratore per non
essere catturato vivo; è stato sommariamente giustiziato. L'unico dato
univoco è che è morto con un colpo alla testa. Come avviene per le
esecuzioni. Davvero non c'è stato modo di assicurarlo alla Giustizia
catturandolo vivo (magari ferito ma vivo)? Oppure c'è stata la volontà di
chiudere immediatamente la faccenda, evitando il processo con tutte le
conseguenze e le rivelazioni che avrebbe potuto portare?
La Casa Bianca ha deciso di non mostrare le foto del cadavere di Osama
perchè sarebbero "immagini atroci" (come se le Tv si facessero scrupolo nel
mostrare quotidianamente immagini orripilanti). Un colpo alla testa,
un'affrettata cerimonia funebre per sbarazzarsi dell'ingombrante corpo,
buttandolo a mare, e la faccenda è chiusa. Una volta per tutte.
Il Premio Nobel per la Pace 2009 Hussein Barak Obama II, 44° Presidente
degli Stati Uniti d'America, rivendica con determinazione il proprio ruolo
nella morte dell'uomo più ricercato al mondo, interpretando in modo
estensivo il motto latino "Si vis pacem para bellum". "Se vuoi la pace
prepara la guerra" diventa nella consolidata prassi USA "se vuoi la pace fai
la guerra preventiva". Osama Bin Laden, fondatore e capo indiscusso del
movimento paramilitare terroristico Al-Qaeda (La Base), era accusato
dell'organizzazione dell'attentato terroristico alle Torri Gemelle avvenuto
l'11 settembre 2001.
Ieri, giovedi 5 maggio, in una toccante cerimonia ufficiale a Ground Zero,
Obama consegnava medaglie e riconoscimenti ai familiari delle vittime.
Sarebbe stato più significativo rendere Giustizia attraverso la verità su
quanto realmente avvenuto.
Non vi sono dubbi sul fatto che i terroristi di Al-Qaeda abbiano dirottato 4
aerei di linea con l'intento suicida di colpire significativi bersagli sul
suolo americano. Le terribili immagini di quei giorni sono ancora dinanzi ai
nostri occhi. Eppure qualche domanda rimane ad oggi senza una risposta
plausibile. Anche volendo tralasciare la caduta verticale dei due
grattacieli crollati sulla propria base alla velocità di 6 piani al secondo,
e letteralmente polverizzati, almeno tre questioni meritano approfondimento.
1) Perchè è sbriciolato in pochi secondi, sempre in perfetta verticale,
l'edificio WT7 ("World Trade 7", un grattacielo di 47 piani), non colpito da
nessun aereo (mentre gli edifici 3, 4, 5 e 6, più vicini alle due Torri
Gemelle e più colpiti dai crolli sono rimasti parzialmente in piedi)?
2) Com'è possibile che il Boeing 757 dell'American Airlines, con un'apertura
alare di 47 metri e un'altezza di 16, si sia disintegrato completamente non
lasciando quasi traccia, scomparendo in un foro di soli 3 metri di diametro
contro la facciata del Pentagono?
3) Com'è possibile che nessun caccia militare dell'USAF (United States Air
Force) sia intervenuto per intercettare uno solo degli aerei dirottati,
liberi di scorrazzare nei cieli degli Stati Uniti complessivamente per
circa due ore?
Non ho tesi o risposte preconcette, mi pongo solo delle domande.
Giustizia è fatta. Da parte di una Nazione che legittima l'utilizzo di forme
di tortura (come il "waterboarding"), i sequestri di persona illegali (le
"extraordinary renditions"), la detenzione a tempo indeterminato senza
processo e senza diritti (come nel carcere di Guantanamo).
Come nella migliore tradizione americana - nelle battaglie tra gli indiani
(legittimi abitanti) ed i soldati "giacche blu" (invasori) -, il cattivo è
morto ed i buoni hanno trionfato.
L'importante è che "giustizia è fatta"; il resto... sono solo dettagli. Carmelo Arnone
06 maggio 2011
© Riproduzione riservata.
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Per approfondimenti:
Report "Confronting the evidence"
"Inganno globale"
"Qualcuno sapeva?"
"How did World Trade Center 7 fall?" |
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05/05/2011 |
Fotografia.
"Il valzer di un giorno", mostra di Franco Carlisi a Grotte |
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Mostra
Presentazione |
Basta guardare qualche opera di Franco Carlisi per rendersi immediatamente
conto della differenza tra fotografie e Fotografia. Con la diffusione degli
apparecchi digitali assistiamo all'inutile moltiplicazione esponenziale di
immagini di ogni genere, destinate banalmente ad intasare le memorie dei
computer domestici. Quasi la totalità di questa "spazzatura digitale" non
vedrà mai la luce su carta stampata. Franco Carlisi ci dimostra che ancora
oggi è possibile trasformare uno scatto in un gesto artistico. Come il
pittore usa i pennelli, così l'artista padroneggia obiettivi e fari,
esposimetri e grandangolari. Non dal caso ma da una continua progressiva
opera di ricerca ed applicazione vengono via via fuori le opere esposte
nella mostra "Il valzer di un giorno", allestita al Palazzo Municipale di
Grotte ed aperta al pubblico dal 16 aprile al 3 maggio.
Nel silenzio di quello che fu un chiostro, sulle pareti compaiono figure
attuali dal sapore antico. Grottesi, che riconosciamo, sembrano emergere da
un lontano passato. Situazioni recenti appaiono catapultate indietro di
decenni. Nelle opere, Franco Carlisi pare divenire il padrone del tempo e
dello spazio. Un tempo che sembra sganciato da un "prima" e un "dopo",
fissato in un eterno presente. Uno spazio chiaramente definito eppure
decisamente universale. Riprese in situazioni "normali", le persone ritratte
perdono la loro quotidianità per assumere il ruolo di protagonisti di un
mondo onirico. Attraverso le sue inquadrature, uomini e donne, adulti e
bambini rivelano un'esistenza inaspettata. Dalla lacrima al sorriso, dal
saluto allo sguardo nulla è "in posa", nessuno è "attore", ciascuno è se
stesso, immortalato come mai avrebbe pensato di apparire. E forse la nostra
terra è proprio così, e lui, il Maestro, Franco Carlisi, riesce con assoluta
padronanza a togliere i tanti filtri che ci impediscono di cogliere
l'essenza della nostra realtà. Di fronte alle sue opere si rimane attoniti,
a fissare quanto di antico vi è nel presente. Ben consapevoli di non
osservare una semplice foto ma di trovarsi ad ammirare un "Carlisi". Carmelo Arnone
05 maggio 2011
© Riproduzione riservata. Pubblichiamo
alcune immagini della presentazione
(45 foto di © Salvo Lo Re "President") e della mostra
(52 foto di © Associazione Culturale "Punto Info").
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Invito
Invito
Manifesto |
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Foto della
presentazione |
Foto della
mostra |
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04/05/2011 |
Editoria. Presentato a Grotte
"Il vento della Maddalena", recente opera di Margherita Biondo |
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Vedi le foto |
Serata in biblioteca comunale per la presentazione del
libro “Il vento della Maddalena” di Margherita Biondo. Una piacevole
chiacchierata tra il Dott. Antonio Liotta e l’autrice, moderata da
Aristotele Cuffaro, ha calamitato l’attenzione del pubblico presente in
sala. Il tema centrale, costantemente attuale, emerso dalle letture di
alcuni brani del volume, interpretate dal Direttore Salvatore Milano, è
stato il fenomeno emigratorio che ha visto protagonista un giovane siciliano
nel dopoguerra. Arrivato a Milano dopo varie vicissitudini, che lo hanno
portato ad una vera crisi quasi esistenziale, riscopre l’amore per la
propria terra d'origine rafforzando un legame in realtà mai scomparso. “La
Sicilitudine” è un aspetto inscindibile dall’identità dell’emigrato
siciliano. Le melodie della flautista Julia Di Stefano, che ha eseguito
colonne sonore di celebri film, hanno fatto da cornice. Soddisfatto il
Sindaco il quale ha ricordato, nell’intervento di saluto iniziale, il forte
legame che la comunità grottese ha con l’autrice. Margherita Biondo ha
moderato sia gli “Incontri alla Torre”, in diverse occasioni, ed ha
allestito una personale di pittura nel Palazzo di Città durante la settima
edizione del “Premio Nino Martoglio”. La serata si è conclusa con l'invito,
da parte del relatore, a leggere attentamente "Il Vento della Maddalena" per
capire, come scrive la stessa autrice, che “L’emigrazione è una filosofia
di vita… ricerca di nuovi lidi non deriva sempre da una congiuntura di crisi
generale ma può dipendere dal senso di vuoto, di solitudine o d’
inquietudine quali fattori di perturbazione di meccanismi di regolazione
dell’ individuo”.
Pubblichiamo
alcune immagini della manifestazione
(34 foto di © Salvo Lo Re "President").
Foto della
presentazione
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03/05/2011 |
Lettere. "Seguire
Cristo... oltrepassare le frontiere dell'ovvio"; di
Silvia Carli |
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Riceviamo e pubblichiamo.
"Caro Carmelo,
nel giorno dell’ordinazione diaconale di Dario, voglio rivolgere a lui e
alla sua famiglia i miei più affettuosi auguri.
C’è una tale caduta di banalità in tutta la vita contemporanea. Ormai siamo
tutti abituati a vivere al ribasso. La nascita di una vocazione religiosa
non è prevista nel listino dei nostri desideri. Certo, non dico che tutti
debbano sentire la stessa musica, ma che almeno non la censurino per sordità
selettivamente morale. Un mondo di sordi è un mondo nel quale la musica non
può esistere più.
Voglio dire che, non fa paura un figlio che dice di non credere, fa invece
paura un figlio che dice di credere così tanto da voler seguire Cristo con
la ricerca di una vita consacrata a Lui e al prossimo. Il vangelo ci dice
che la gente correva dietro a Cristo. A noi viene detto ogni giorno di stare
fermi per
non rischiare di oltrepassare le frontiere dell’ovvio. In una società dove
qualunque “avanguardia” viene vista come un fenomeno da guardare con
attenzione, un giovane che vuole dedicarsi alla preghiera viene invece
presupposto come destinato al fallimento, quando invece sappiamo tutti che è
anche lui un’avanguardia che ci precede su un terreno e verso realtà con le
quali, prima o poi, tutti noi dovremo confrontarci. I genitori di Dario e
Paolo hanno compreso che una vocazione religiosa che nasce è il trionfo
della libertà, perchè capace di non uniformarsi a un ideale di
autorealizzazione
sociale. Hanno accettato una scelta totalizzante, accurata, ad alta
progettualità proprio in un contesto in cui, per tanti motivi, prevale la
cultura della frammentarietà o quella di vivere più condizioni
contemporaneamente. E' facile oggi condividere con i figli una sorta di
mentalità progressista fatta soprattutto di valori: solidarietà, ecologia,
convivenza pacifica, cordialità, giustizia... E' difficile invece far
riverberare i segni di tale valori nella propria e nella altrui vita.
Credere viene da cordare “dare il cuore”.
I genitori di Dario e di don Paolo hanno “dato il cuore” ai loro figli che
sognavano così la loro vita". |
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Silvia Carli |
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02/05/2011 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della
settimana |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.
RIPRENDONO TUTTE LE ATTIVITA' PASTORALI
Martedi 3 maggio
- alle ore 17.00, presso la cappelletta dell'Ecce Homo, celebrazione della
Santa Messa;
- alle ore 17.30, nella parrocchia SS. Trinità di Agrigento, ordinazione
diaconale di Dario Maria Salvatore Morreale.
Mercoledi 4 maggio
- ritiro spirituale dei ragazzi di 1^ Comunione delle tre parrocchie;
appuntamento alle ore 08.30 nella chiesa Madonna del Carmelo.
Venerdi 6 maggio
- 1° venerdi del mese;
- alle ore 19.00, al Purgatorio, prove di canto interparrocchiali;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 2°
anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a
tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei
genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.
Domenica 8 maggio
- alle ore 10.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, 1° turno di
amministrazione del sacramento della 1^ Comunione a 12 ragazzi della chiesa
Madre;
- la Santa Messa domenicale delle ore 11.30 è anticipata alle ore 10.30. |
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02/05/2011 |
Racconti. "Un tuffo nel
passato" - Capitolo 5°; di Carmelo Luparello |
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Prof. Luparello |
UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello
Cap. V
In quella stessa parte del Corso dove c’era “lu tabacchinu “di la za
Pruvinzina” ma nel lato opposto, c’era il negozio di ferramenta “di don
Lillu lu gnuri”, cioè del signor Calogero, detto “lu gnuri” che significa
“signore”. Un soprannome più azzeccato non poteva trovarsi per definire
quest’uomo che, per il suo carattere, era veramente un signore, un uomo che
si faceva gli affari suoi e non dava mai fastidio a nessuno. Non ricordo mai
di averlo visto in giro. Un uomo tutto casa e negozio che, proprio dentro il
negozio, per non perdere tempo, faceva, la mattina, colazione col pane
inzuppato nel latte. Certe volte nel negozio c’era la moglie e, solo
raramente, ci vedevo anche la figlia, una bella ragazza dai capelli neri,
leggermente ondulati.
Il fratello di don Lillo
mi pare si chiamasse Giovanni e aveva anche lui un negozio, in via
Washington, ma, forse per evitare concorrenza col fratello, vendeva solo
articoli casalinghi e da regalo.
Molto conosciuto in paese
era sicuramente “lu zì ‘Ntoniu Fungiddra”, cioè “zio Antonio dalla piccola
bocca sporgente”, che aveva un negozio di “Alimentari” nel Corso Garibaldi,
precisamente “all’Abatia”, negozio che gestiva assieme alla moglie, una
donna, me la ricordo ancora, piccola come lui. Che io sappia, non avevano
figli. L’abatia, come dice lo stesso nome, doveva essere, nei tempi più
antichi, un convento, sotto la guida di un superiore detto abate. L’abatia,
o collegio di Maria, come veniva pure chiamata, in tempi relativamente più
recenti (primi decenni del Novecento, forse) fu adibita a scuola materna.
C’era anche un giardino. In seguito vi sorse un pastificio. Durante la
seconda guerra mondiale fu occupata dagli sfollati provenienti da Porto
Empedocle, mentre la chiesa del Purgatorio fu utilizzata per nascondervi
materiale bellico. I soldati, invece, furono alloggiati nelle aule
dell’Evangelica, ubicate sotto il Municipio. A proposito di materiale
bellico, se ne trovava in quel periodo un po’ ovunque, e non solo nel
territorio di Grotte, perché abbandonato dai tedeschi e dai soldati italiani
che non volevano più continuare una guerra che appariva ormai inutile.
Mi raccontava il signor
Michelangelo Girgenti che nell’estate del ’43 quando gli angloamericani
sbarcarono in Sicilia, un drappello di bersaglieri provenienti da Palma di
Montechiaro giunse di notte nella sua campagna andando verso Palermo. I
militari, oltre a chiedergli informazioni per raggiungere Palermo, gli
chiesero del pane e dell’acqua.
Quasi a volerlo
ringraziare, dopo che ebbero ottenuto ciò di cui avevano avuto bisogno,
anche se in misura inferiore rispetto alla loro fame e alla loro sete, gli
lasciarono, quasi come ricompensa, delle armi tra cui una mitragliatrice, di
cui volentieri volevano disfarsi.
Con quest’ultima arma,
quando i bersaglieri se ne furono andati, il Girgenti, quasi per gioco,
sparò ad un aereo che sorvolava la zona.
L’aereo si allontanò, ma
poco dopo tornò per bombardare il luogo da dove erano partiti i colpi di
mitragliatrice. Per fortuna il signor Girgenti si era nascosto e non fu
colpito. Ma l’indomani quando suo padre lo raggiunse in campagna e trovò le
armi, per evitare brutte sorprese, le distrusse e ne sotterrò le varie
parti.
All’abatia fece le sue
prime prove di drammatizzazione anche quello che più tardi sarà una delle
figure più familiari dell’emittente televisiva Teleacras, Egidio Terrana.
Mi ricordo che la
rappresentazione fu molto applaudita e che tra i numerosi spettatori c’erano
pure i coniugi Tirone.
Carmelo Luparello
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 2 maggio 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata. |
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