Pittura.
Antonio Pilato espone a Madrid, nella mostra "Rosso desiderio", alla
Captaloona Gallery
Catalogo
Antonio Pilato
La forza del desiderio
Dall'11 al 18 maggio 2024 la "Captaloona Gallery" di Madrid
ospiterà la mostra d'arte contemporanea "Rosso Desiderio".
Sono stati selezionati 19 artisti italiani, provenienti da diverse
realtà geografiche, come diverse sono le loro interpretazioni del tema,
selezionate in base alla capacità di utilizzare modalità espressive
contemporanee, innovazione e sperimentazione, valore della ricerca
artistica, originalità, utilizzo dei linguaggi in modo trasversale.
Pittura, fotografia, installazione, collage saranno le forme d’arte
esposte dall’11 al 18 maggio 2024 presso Captaloona Gallery,
moderno spazio espositivo di Claudio Fiorentini, galleria sita nel cuore
pulsante di Madrid, in Calle de Andrés Mellado, 55. L’inaugurazione è prevista per sabato 11 maggio alle ore 19.00.
In esposizione: Antonio Pilato, Ademara, Gabriella Bimbo, Iolanda
Bocelli, Carla Caruso, Roger Cavinatto, Gennaro Ceglia, Vittoria
Coppola, Maria Pia Culicchia, Donatella D’angelo, Carlo Draoli, Effe,
Eleonora Firenze, Maria Fraschetti, Mario Lazza, Laura Libera Lupo,
Oriana Papais, Silvia Pastano, Barbara Sebastiani.
Antonio Pilato presenterà la sua opera dal titolo "La
forza del desiderio".
La
forte denuncia sociale è il tema cardine dei quadri di Antonio Pilato,
in cui è evidente l'influenza degli scrittori e dei filosofi che hanno
fatto parte della sua formazione umanistica. Lo sfondo nero, emblema di
paura e smarrimento, la sezione rossa, che evoca la forza della
speranza, e la traccia schematica color bianco dello squalo fanno da
scenario a immagini cariche di naturale simbologia, espressione di
pensieri più personali dell'artista. Col suo occhio fortemente acuto e
critico rappresenta degli squali, i più prepotenti e feroci, che
distruggono l'umanità oppressa e le sue bellezze. Quella di Antonio
Pilato (nella
foto a destra, con la moglie all'inaugurazione della mostra) è un'arte originale ed autentica, che possiede una violenza
critica e che acclama a gran voce i sentimenti di giustizia.
L’esposizione (sfoglia
il catalogo online) è visitabile sino al 18 maggio dalle ore
09.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
Realmonte.
Inaugurazione della "Casa del libro - Pascal Schembri"; martedì 14
maggio
Invito
Pascal Schembri
Venerdì 3 maggio 2024, alle ore 12.00 nella Sala consiliare del Comune
di Realmonte, si terrà la conferenza stampa per ufficializzare la
data dell'inaugurazione della sede dell'Associazione culturale "Casa
del Libro - Pascal Schembri", che avrà luogo martedì 14 maggio
alle ore 09.30.
Nella stessa sede verrà annunciata la stipula di una convenzione fra
la sindaca avv. Sabrina Lattuca - con tutta la Giunta comunale -
e l'Associazione culturale "Casa del Libro - Pascal Schembri".
Inoltre verrà comunicata la data della 3^ edizione del Premio
letterario "Scala dei Turchi - Dina Russiello", che avrà luogo
sabato 31 agosto nella splendida cornice della Scala dei Turchi.
Attualità.
"Filippo, sei l'orgoglio della nostra comunità; abbiamo lottato per
gli stessi ideali"; di Gaspare Agnello
Gaspare Agnello
Intervento di Gaspare Agnello in merito alle
riflessioni del dott. Salvatore Filippo Vitello sul 25 Aprile e la
Costituzione.
*****
Caro
Filippo,
ho letto e riletto con molta attenzione il tuo scritto sul 25 aprile, sul
valore della Resistenza, su la Costituzione italiana e devo dirti che mi
trovo pienamente d'accordo su quanto tu affermi.
Apparteniamo a due generazioni diverse e siamo partiti da posizioni diverse.
Mentre io comiziavo per diffondere il verbo socialista tu frequentavi,
ancora ragazzo, l'Azione Cattolica e ascoltavi con un certo interesse i miei
discorsi.
Io ho abbracciato l'idea socialista come una fede religiosa capace di creare
una società più giusta che potesse vivere in pace.
Da ragazzo mi tormentavano le ingiustizie, le disparità sociali, la
divisioni del mondo in classi.
Il mio socialismo aveva radici nelle teorie marxiane che ho accettato in
parte rifiutando la dittatura del proletariato che ha generato il mostro
staliniano, ma trovava riscontri nella rivoluzione sociale di Jesu che, con
il suo concetto di uguaglianza di tutti gli uomini figli dello stesso padre,
minò dalle fondamenta la società del tempo basata sullo schiavismo.
Oggi il papa venuto da lontano, con origine piemontesi, con le sue
encicliche sociali ha riportato la Chiesa alle origini e a quanto affermato
nei vangeli che da tanto tempo erano stati oscurati.
L'ultima enciclica di Ratzinger e le due encicliche di papa Francesco sono
rivoluzionarie e mi ritrovo perfettamente in esse perché molto spesso vanno
al di là di quelle che sono le teorie socialiste.
Francesco è contro la divinazione del libero mercato, è contro il profitto
che non sia finalizzato al bene comune, è a favore degli "scarti", è contro
coloro che distruggono l'ambiente, insomma nelle encicliche papali c'è un
programma tendente a salvare il mondo dalla distruzione e a creare maggiore
giustizia sociale per tutti i popoli della terra, e su queste posizioni ci
possiamo trovare uniti cattolici e socialisti.
Se i governati del mondo prendessero a modello queste encicliche papali,
l'umanità sarebbe in pace e tutti potrebbero vivere dignitosamente perché le
risorse ci sono.
Un altro discorso è il credere in Dio.
Questo è un problema di fede ed io la fede non l'ho però capisco che l'uomo
ha bisogno di un ente superiore a cui rivolgersi nei momenti di bisogno.
Così l'uomo si crea una divinità (Feuerbach).
I primi uomini adoravano il sole, i greci e i romani adoravano gli dei falsi
e bugiardi, gli arabi Allah e così via.
Io ho avuto la fortuna di conoscere, tramite te, il grande padre Gaetano
Ciranni e tengo una sua foto gigante nella mia stanza da letto.
Nei momenti di sconforto parlo con lui e ho l'impressione che mi segua.
Tutto questo ci porta a una forte convergenza ideale e a una comune
valutazioni dei valori umani quali la libertà e l'uguaglianza nella
diversità.
Ecco l'antifascismo e i valori della resistenza che ha dato libertà
all'Italia e una costituzione che è veramente la più bella del mondo e che
va difesa giorno per giorno.
La lotta di liberazione nazionale ha unito tutte le forze democratiche e le
varie ideologie per combattere un mostro che tentava di governare il mondo.
Socialisti, cattolici, liberali sono andati in montagna per riconquistare la
libertà.
E i rappresentanti di queste tendenze hanno fatto una sintesi dei loro
pensieri e hanno dato vita alla nostra Costituzione che, nei principi
fondamentali, è veramente insuperabile.
Mi ha fatto piacere che tu hai citato il deputato costituente Lelio Basso
che io ho avuto ospite ad Agrigento e che, ai piedi del tempi della
Concordia, mi ha detto che, tornando dal Vietnam, Ho Chi Minh gli ha
affidato un plico da consegnare al Papa.
Sarebbe bello sapere cosa contenesse quel messaggio del capo dei comunisti
vietnamiti al capo della Chiesa di Roma.
Forse con la tua frequentazione del Cardinal Ravasi potremmo sapere qualche
cosa.
Intanto oggi diventa difficile dirsi antifascista e tu lo affermi senza
infingimenti dalla tua posizione di altissimo livello nell'ambito del mondo
giudiziario italiano.
Quel tuo scritto per me è stato come un balsamo e mi ha confermato nelle mie
idee e mi ha dimostrato che alla fine abbiamo lottato per gli stessi ideali
anche se da posizioni diverse (a novant'anni si tiranno le somme del proprio
operato).
Filippo, tu sei una risorsa, sei l'orgoglio della nostra comunità e hai
ancora la missione di diffondere tra i giovani il messaggio di giustizia
sociale, di uguaglianza e di fratellanza, di pace tra tutti i popoli, perché
la guerra - come dice Francesco - è la sconfitta dell'umanità.
Racconti.
"La scunchiudùta di lu matrimoniu";
di Susy Cattano
Susy Cattano
Prete adirato
"La
scunchiudùta di lu matrimoniu"
di Susy Cattano
- “Sì,
Jachì, veni ccà”.
Padre Monreale l’aveva visto avanzare timidamente in senso contrario tra la
fila di parrocchiane che uscivano dalla piccola chiesa di Santu Roccu,
finite le lodi mattutine, stretto nel suo mantello di lana scura, col
berretto in mano che aveva lasciato scoperti pochi e radi capelli grigi,
appiccicati dal freddo.
Mai Jachino Burgio, di professione pastore, era stato particolarmente
affezionato alle funzioni religiose.
Trovarselo davanti, quindi, di prima mattina, era veramente insolito.
Padre Monreale lo precedette davanti alla porta della sagrestia e lo fece
entrare spalancando l’uscio.
- “Sabbenedica” disse Jachino.
- “Santu, figliu, santu”, rispose padre Monreale, indicandogli la sedia di
Bivona posta davanti alla sua scrivania; “Ti vinisti a cunfissari?”.
E anche lì la cosa avrebbe avuto del clamoroso.
Dacché era parroco di Santu Roccu, vale a dire da più di quindici anni, né
lui né qualcun altro della sua famiglia erano mai stati visti ai sacramenti.
- “No, parrì, c’è parlari di na cosa”.
Jachino pareva impacciato, ma d’altra parte aveva dormito poco, la notte
prima, pensando a quello che doveva dire al sacerdote, giungendo alla fine
alla conclusione che c’era una soluzione soltanto, al suo problema.
- “Parla, chi ha bisognu?” lo incoraggiò padre Monreale benevolmente,
sedendosi a sua volta; “Cosi tinti o cosi boni?”.
- “No, cosi boni, parrì, cosi di cunsulazioni”.
- “Chi c’è, maritatina o vattìu? O tutti dù? Vantri siti na bella famiglia
granni…”.
Padre Monreale li vedeva sempre, i figli di Jachino, quando scasavano di
prima mattina dal basso stretto e lungo, annerito dal fumo del focolare,
dove abitavano, per riversarsi a giocare per la strada.
Poco vestiti, d’estate ma anche d’inverno, con i piedi nudi e impolverati in
mezzo alle giache della salita.
I piccoli a giocare, i grandi appresso al padre e alle pecore, risalendo
lungo la strada fuori dall’abitato verso la campagna.
La sera tutti dentro di nuovo, pure il cane Fonzio.
- “Mi nni cunsolu assà assà. Cu si marita?”; sapeva, padre Monreale, che i
figli erano tanti. Sarebbe stata una benedizione, in quella famiglia, se
almeno uno di loro si fosse sposato.
- “Haiu ottu figli, parrì. Tri masculi e cincu fimmini”.
- “Sì, u sacciu. Beddi picciotti, e bravi, e salutivi”.
- “Cu i grazii di Diu. E amurusi cu tutti”.
Jachino sorrise e si avvicinò alla scrivania del sacerdote, rinfrancato.
La sua sagoma magra e scura, asciugata dalla vita all’aria aperta e dal
magro vitto giornaliero, si protese illuminata dalla fioca luce del primo
sole che entrava dalla finestrella della sagrestia.
- “Ora di chissu ci vinni a parlari. Vulissi maritari mè figliu masculu,
Pinu, ca avi diciott’anni, e mè figlia fimmina, Vènnira, ca in famiglia ci
dicemu Veva e n’avi sìdici”.
- “Sta beni. Dù matrimonii sù veru nà grazia di Diu. E dimmi: cu ccu s’avissiru
a maritari?”.
- “No, sbagliu c’è, parrì. Lu matrimoniu è unu”.
“ -Comu, unu?”.
- “Sti du carusi hannu crisciutu sempri ‘nsemmula. Unni c’è Pinu, c’è Veva e
unni c’è Veva, c’è Pinu. Lu catu e la corda. Nun ci ha pututu nenti a falli
alluntanari. Hannu durmutu sempri ‘nsemmula, di quann’eranu nichi, e macari
ora, ca c’è friddu, vonnu stari sempri curcati. Sempri, sempri. Iu ogni
tantu m’arrabbìu e ci dicu a Pinu 'Ma levati di ddrocu e veni a
travagliari!'. E iddru m’arrispunni: 'C’è friddu. Lassami stari cu mè
soru'”.
- “Ma chi sta dicennu?”; padre Monreale si era alzato in piedi, sbalordito,
dalla sua sedia e la sua espressione andava trasformandosi, dal benevolo al
feroce.
- “Chiddu ca ci dicu! È la virità! Si vonnu troppu beni, sti picciotti!
Allura stanotti iu pinsavu: 'Pirchì un si putissiru maritari? Accussì mi
sparagnu puru li spisi di un matrimoniu'. Lei chi dici, parrì? Nun mi la
pinsavu giusta?”.
Jachino aveva parlato con foga, preso dall’entusiasmo per la sua trovata,
senza quindi accorgersi che il sacerdote aveva fatto il giro del tavolo e lo
stava afferrando per le spalle.
- “Ma chi sta dicennu! Chi porci siti?”.
- “Ma comu? Picchì? Ci staiu dicennu ca si vonnu beni assà assà! E sù
picciotti bravi! Travagliatura! La famiglia la ponnu manteniri!”.
- “Pezzu di sceccu, nun lu capisci ca chiddru ca mi dici tu è piccatu
mortali? Piccatu Mortali!!! Vatinni, diavulu!”.
- “Ma comu, forsi nun mi sappi spiegari! Aspittassi!”.
Ma già padre Monreale, furibondo, l’aveva trascinato fuori dalla sagrestia e
spinto verso il pendio in basso, verso il paese.
- “Un ti fari avvìdiri cchiù! Tu e ddri porci di li tò figli! Piccatu
mortali! Piccatu mortali!”.
Il povero Jachino Burgio corse via confuso, stringendosi nelle spalle.
Certe volte la religione era davvero qualcosa d’incomprensibile.
Susy Cattano
Fatto
realmente successo a Grotte, negli anni ‘40, raccontatomi da mia madre,
instancabile narratrice di storie del suo paese.
Ovviamente i nomi sono stati cambiati.
Volontariato.
Filippo Vitello, presidente della Pro Loco "Herbessus", eletto
Consigliere regionale UNPLI Sicilia
Assemblea UNPLI
Vitello e Ruggieri
Ieri, domenica 28 aprile 2024, presso il Centro Fieristico “Le
Ciminiere” di Catania, si è svolta l’Assemblea regionale UNPLI
Sicilia, per il rinnovo del Consiglio Regionale.
(Assemblea regionale UNPLI Sicilia)
L’Assemblea ha avuto come tema “Pro Loco - La Sicilia che accoglie”. A
margine della manifestazione si è tenuta una esposizione e degustazione
di prodotti tipici delle diverse province siciliane; in particolare da
Grotte erano presenti vini di prestigiose cantine locali e alimenti
prodotti da aziende agricole del territorio. Il dott. Filippo Vitello, Presidente della Pro Loco “Herbessus” di
Grotte, è stato eletto e riconfermato consigliere regionale per il
secondo mandato consecutivo.
Questa riconferma segna un passo significativo nell’ambito della Pro
Loco di Grotte, rafforzando il legame tra la realtà locale e la
dimensione regionale.
Presente alla manifestazione anche il dott. Salvatore Ruggieri,
volontario del Servizio Civile Universale presso la Pro Loco “Herbessus”.
L’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) rappresenta la rete delle
Pro Loco presenti su tutto il territorio nazionale, impegnate nella
promozione del patrimonio culturale, artistico, e gastronomico delle
diverse aree geografiche.
Letture Sponsali.
"Sapendo di esserci l'uno per l'altro"
Sposalizio
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
Il
vangelo di questa domenica ci fa riflettere sulla vigna e sul lavoro del
vignaiolo.
È una coltivazione che richiede un lavoro preciso e accurato, nulla è
lasciato al caso e i tempi sono ben scanditi.
Anche la famiglia ha bisogno delle stesse cure, richiede tempo, passione e
sacrificio.
La famiglia ha bisogno di essere alimentata dalla linfa vitale della parola
di Dio, necessita della condivisione reciproca dei coniugi, del reciproco
sostegno, sapendo di esserci l'uno per l'altro.
Anche la correzione reciproca in seno alla famiglia diventa atto di amore,
come il vignaiolo che pota la vigna per portare più frutto.
Facciamo risuonare nel nostro cuore il verbo "Rimanete in me", non solo come
singola famiglia, ma come comunità di famiglie nella Sua chiesa feconda.
Dialoghi.
"Banche e profumi, on. Fassino"; di Giuseppe
Castronovo
Intervento del dott. Giuseppe Castronovo
Trascrizione del dibattito tenutosi al Circolo della Concordia sulla
presunta vicenda che vedrebbe coinvolto l'on. e già Ministro di Grazia e
Giustizia Piero Fassino, figura storica del Partito Democratico.
Giuseppe Castronovo
"BANCHE
E PROFUMI, ON. FASSINO"
- Totò:
Cari amici, talvolta ci riferiscono delle notizie alle quali fatichiamo a
credere.
- Santo: A cosa ti riferisci?
- Totò: Ma sarà vera la storia del profumo che l’On. Fassino avrebbe
asportato, senza pagarlo, dal Duty Free ubicato dentro la stazione
aeroportuale di Fiumicino a Roma?
- Santo: Non so cosa dirti. Ma voci di Transatlantico ci dicono che abbia
sfogata tutta la sua amarezza con una spiegazione alquanto plausibile.
- Nenè: Cioè?
- Santo: Avrebbe detto che si trattava di una confezione con un’etichetta
dove c’era la seguente scritta: "Abbiamo una banca?".
- Ambrogio: Prof. Vezio, che ne dice?
- Vezio: Se è vero quanto ci riferisce l’amico Santo, la mia riflessione è
alquanto semplice.
- Ambrogio: Vale a dire?
- Vezio: Come diceva Carlo Marx "La storia si presenta sempre due volte; la
prima come tragedia, la seconda come farsa".
Agrigento.
Seminario di studi su "Pirandello e il Fascismo"; giovedì 2 maggio alla
Biblioteca Lucchesiana
Locandina
Giovedì 2 maggio 2024, a partire dalle ore 10.00 presso la
Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, si terrà un Seminario di
studi sul tema "Pirandello e il Fascismo".
Marcello Saija, direttore della Scuola SSML (Studi Superiori per
Mediatori Linguistici) "Agora Mundi" di Agrigento, ne discuterà con:
- Rino Caputo, dell'Università di Roma Tor Vergata;
- Piero Meli, autore del volume "Luigi Pirandello: Io sono fascista";
- Carmela Pace, presidente del Centro Studi Pirandelliani.
Lia Fava Guzzetta (dell'Universita LUMSA di Roma) presiederà e
concluderà la tavola rotonda sul tema del convegno con gli interventi
di:
- Beniamino Biondi (Agora Mundi AG);
- Pietro Frassica (Università di Princeton);
- Ada Morreale (Società di Storia Patria di Agrigento);
- Franco Musarra (Università di Lovanio);
- Ulla Schroder (Università di Lovanio);
- Sonia Zaccaria (Agora Mundi AG);
- Sarah Zappulla Muscarà (Università di Catania);
- Ezio Donato (regista-attore).
La manifestazione è promossa da "Agorù Mundi" e dall'istituto Studi
Storici Siciliani, con il patrocinio del Parco Valle dei Templi di
Agrigento, dell'Centro Studi Pirandelliani e del Comune di Agrigento.
Ci sono storie che sembra ti appartengano più di altre, e storie che leggi
con semplice curiosità. "Il viaggio" di Carmelo Rotolo, a mio parere,
appartiene alla prima delle due categorie. L'Autore è un convincente
affabulatore che estrae - dalla memoria dei suoi avi, dalla Storia, dalla
cronaca, dalla fantasia - fatti e circostanze per rielaborarli e produrre
una narrazione credibile e accattivante. Tre le tappe di questo "viaggio":
Grotte, Milano, Marcinelle. Scrive di Grotte ma potrebbe narrare di un
qualsiasi paese del Meridione d'Italia o di una qualsiasi periferia
esistenziale del Sud del Mondo. La stazione di Milano è l'archetipo di ogni
crocevia, di ogni "non luogo", di ogni momento di svolta nella vita di
ciascuno. Marcinelle è ogni meta raggiunta, ma anche ogni disillusione del
mito dinanzi al vero, ogni cruda realtà opposta alle floride aspettative. Un
viaggio nel passato - più che "del" passato - che richiama al trascorso del
lettore attento e coinvolto: le origini, l'amore, le speranze, le scelte, le
sfide, il coraggio, la coerenza. Come si conclude questo viaggio lo
suggerisce l'Autore, ma lo decide il lettore. In ogni caso, a voi che vi
accingere ad iniziarlo, il mio augurio di buon viaggio!
Carmelo Arnone
"Il viaggio"
di Carmelo Rotolo
Valentina racconta la storia della sua famiglia.
Maggio 1950. Mio padre e mia madre, Pietro Castrocaro e Francesca Pasquano,
si sposano nella Chiesa del Purgatorio una mattina nei primi giorni di
maggio, senza enfasi, pochi invitati, compresi i testimoni.
Mio padre, di cinque anni più grande della mamma, era stato licenziato dal
lavoro qualche settimana dopo il matrimonio.
Il lavoro nelle campagne era l’unica prospettiva rimasta, insieme a qualche
miniera di zolfo ancora aperta.
Non vi erano fabbriche o attività commerciali da poter assorbire i tanti
disperati che ancora facevano fatica a collocarsi sul lavoro in maniera
definitiva e soddisfacente.
Nonostante il "Piano Politico Economico" per la ricostruzione dell’Europa
post bellica avesse portato dollari, grano e farina in gran quantità, di
tutto ciò il nostro paese non aveva beneficiato minimamente.
La gente continuava a fatica il lavoro nei campi, a scendere in miniera o a
inventarsi un nuovo lavoro pur di sbarcare il lunario e portare a casa
qualche cosa da mettere nello stomaco.
Tutti comunque avevano voglia di riprendersi quella dignità umana che era
venuta meno durante il periodo della guerra, tutti volevano approfittare
della ventata di ripresa economica che iniziava a vedersi nel resto del
Paese.
A Grotte tante erano le persone che la domenica mattina affollavano Piazza
Marconi, e lo spazio antistante la Chiesa Madre vicino agli uffici della
Camera del Lavoro o di Collocamento.
Con le mani dietro la schiena, le teste basse, gli sguardi tristi e
pensierosi, passeggiavano, a gruppi di due o tre, tutta la mattina e poi il
pomeriggio sino a tarda sera, fino a rendere lucido lo strato superficiale
delle basole di pietra lavica che lastricava la piazza e i
marciapiedi antistanti.
Di tanto in tanto si fermavano vicino al portone della Camera del Lavoro a
leggere il manifesto rosa che da qualche anno ormai faceva bella mostra di
sé dentro la bacheca appesa ad una anta della porta.
"Federazione Carbonifera Belga, Bruxelles. Operai Italiani, Condizioni
particolarmente vantaggiose vi sono offerte per il Lavoro Sotterraneo nelle
Miniere Belghe", leggeva uno del gruppo, mentre qualche altro
continuava: "Salario giornaliero, Premio temporaneo, Tasso di cambio,
Carbone gratuito, Biglietti Ferroviari Gratuiti, Premio di Natalità, Rimesse
di Denaro in Italia, Alloggio".
E avanti così per giorni e giorni a gruppi o singolarmente, questi disperati
del lavoro - come nella Via Crucis del venerdì di Pasqua - passavano davanti
al manifesto, si fermavano, lo leggevano, lo commentavano e dopo averlo
letto e riletto varie volte, ritornavano a casa più tristi e pensierosi di
prima.
Un vero e proprio calvario di sofferenza che giovani e meno giovani, sposati
e non, con figli o senza, si preparavano a percorrere senza la certezza di
una fine sicura e lieta dei loro sogni di benessere.
- Un dramma per intere famiglie e di tutto il paese di Grotte, e di
tantissimi altri centri come il nostro, diceva sempre mio nonno, quando
raccontava di quel periodo -, ripeté con voce commossa Valentina.
Anche lui, Pietro Castrocaro lesse una, due volte quel manifesto; ogni volta
lo rileggeva dall’inizio alla fine, analizzando tutte le parole che vi erano
scritte soprattutto quelle in grassetto che attiravano di più l’attenzione:
- Approfittate degli speciali vantaggi che il Belgio accorda ai propri
minatori.
- Il viaggio dall’Italia al Belgio è completamente gratuito per i lavoratori
firmatari di un contratto annuale di lavoro nelle miniere.
- Il viaggio dall’Italia in Belgio dura in ferrovia solo diciotto ore.
- Compiute le semplici formalità d’uso, la vostra famiglia potrà
raggiungervi in Belgio.
Era dalla fine di giugno del 1946 - dopo quel maledetto accordo con cui il
Governo italiano s’impegnava a fornire ogni settimana duemila giovani sotto
i trentacinque anni alle miniere belghe - che il manifesto era attaccato al
portone della Camera del Lavoro, ed era di quel periodo una frase che i
nostri governanti ripetevano continuamente: "Imparate le lingue ed andate
all’estero".
Pietro non sapeva le lingue, a malapena conosceva qualche parola d’inglese o
di francese.
Figuriamoci lui, cresciuto sotto l’imposizione sistematica di politiche
linguistiche dove persino le insegne e le scritte straniere erano state
italianizzate, trovarsi a parlare francese, inglese o chissà quale altra
lingua del mondo.
Ogni volta che finiva di leggere quel manifesto, s’incupiva sempre di più, e
ricominciava a leggere quel foglio scolorito da cima a fondo, come se in
quelle parole si nascondesse un tranello, un qualcosa di oscuro che lo
faceva ritornare ogni giorno là sotto la bacheca a riflettere sul suo
contenuto.
A sua moglie Francesca non diceva nulla di quello che succedeva durante il
ritrovo con gli amici in piazza, e nemmeno menzionava il manifesto che
quotidianamente vedeva proiettarsi nella sua testa ad ogni ora del giorno e
della notte, fotogramma dopo fotogramma.
Francesca Pasquano aveva vent’anni; nel fior fiore della giovinezza.
Pelle scura color nocciola, capelli nerissimi e lunghi, leggermente mossi,
contornavano il viso ovale nel quale erano incastonati due occhi piccoli
adorni di lunghe e folte ciglia.
Non era molto alta di statura ma bastevole con la sua acerba giovinezza a
farla assomigliare a un fiore d’Iris all’alba.
Trasmetteva con lo sguardo sentimenti profondi e positivi: l’assoluta
fiducia nelle cose della vita, l’amore per il marito e la famiglia, ma
soprattutto la speranza, in un futuro migliore.
A volte ingenua nei sentimenti a tal punto da non accorgersi dell’umore cupo
e taciturno di Pietro.
A volte sembrava intuire qualche forma di disagio, ma per non turbarne
ulteriormente l'umore faceva finta di niente, cercando di attenuare
quell'attimo di tristezza e di penetrare in quella maschera cupa passandogli
accanto, e arruffandogli la capigliatura, o gli si sedeva sulle ginocchia e
dolcemente gli accarezzava il viso e la testa.
Passò così l'estate tra periodi di grande felicità e momenti in cui
ritornava l'umore cupo e l'infelicità di entrambi.
Figli ancora non ne arrivavano e questo, se per Francesca era un motivo di
preoccupazione, per Pietro sembrava quasi un segno del destino a rimarcare
il periodo nero che stavano attraversando.
A dare una svolta alle preoccupazioni di Pietro, che già nella sua testa
aveva preso una decisione e non sapeva come dirlo a sua moglie, e al
crescente tormento di Francesca che vedeva il marito sempre più nervoso e
taciturno, fu l’invito a pranzo di uno zio di lui.
Lo zio Carmelo aveva riunito la famiglia per comunicare a tutti la decisione
del figlio, quello scapolo, di emigrare in Belgio a lavorare. - Con la
speranza di farsi una posizione e magari anche una famiglia con una di
quelle straniere altissime e biondissime da fare invidia a mezzo paese
-, ripeteva a tutte le persone che entravano in casa.
Raccontava a tutti gli invitati di come altri compaesani andati all’estero
erano riusciti a trovare lavoro e ad ambientarsi, e con grandi sacrifici a
mandare anche qualche franco in paese per far star bene i familiari rimasti.
Gli invitati, almeno quelli di una certa età, lo ascoltavano per educazione,
non credendo a tutto quello che realmente raccontava.
Tanti erano in questi ultimi anni i giovani andati a lavorare all’estero nei
posti più disparati, accettando lavori a volte talmente umili che solo la
disperazione e la fame li convinceva a rimanere lontano dai propri cari e
dalla propria terra.
Gli anziani rimasti lo sapevano; sapevano bene che i loro figli una volta
usciti dal paese e dalle proprie famiglie sarebbero andati incontro a
sacrifici enormi, e qualcheduno non sarebbe ritornato o almeno non prima dei
cinque anni di lavoro se svolto in miniera.
Tante erano le storie che i genitori leggevano nelle lettere che i figli
inviavano dalla Francia, Inghilterra, Belgio, Brasile, Argentina; non tutte
erano storie di gente arricchitasi con il lavoro, in quasi tutte però erano
sistemati con cura tra le pagine delle lettere pochi dollari, franchi, o
sterline a tranquillizzare i familiari e a voler dire: - Vedete, qua
abbiamo trovato l’America, qua si lavora e i soldi non mancano, state
tranquilli -.
Gli unici ad ascoltare con attenzione le parole di zio Carmelo erano il
figlio minore, più allampanato del solito per il vino che stava bevendo, e
Pietro; altri due ragazzotti vicini di casa si erano infilati di straforo in
casa dello zio con la scusa di salutare il figlio, con la speranza di
mangiare qualche tarallo e di bere qualche bicchiere di buon Passito.
La moglie se ne stava in un angolo della cucina, lo sguardo assente e gli
occhi bassi pieni di lacrime, scrutavano il vassoio pieno di paste di
mandorla e di taralli glassati al limone.
Francesca controllava la grande caffettiera napoletana che cominciava a
gorgogliare.
Finito il vino passito, terminate le paste e consumato l’intero caffè, come
per magia la casa di zio Carmelo rimase vuota e silenziosa.
Francesca e Pietro una accanto all’altro rientrarono a casa silenziosi;
nessuno dei due aveva voglia di parlare, ma già nell’aria una nuvola carica
di elettricità stava per scaricare il suo bel carico di pioggia intensa. E
così fu.
Seduto accanto al tavolo della cucina, con le mani sudate che arrotolavano
nervosamente una mollica di pane, Pietro fu il primo a parlare.
- Francesca così non si può andare avanti, ti sembra una vita dignitosa
quella che facciamo, e se poi dovesse arrivare un figlio! -.
Francesca a testa bassa, fingendo di non aver sentito il discorso che Pietro
aveva iniziato, non rispose, e continuò a rassettare il piano della cucina
dandogli le spalle.
- Ieri tuo padre ha portato una cesta di frutta, l’altro ieri mia madre
al mercato a preso due formaggette di pecorino, una per noi e l’altra
l’abbiamo regalato allo zio Carmelo, al lavoro mi hanno regalato delle fave
verdi! È vita questa? Questo mese ho portato a casa venticinquemila lire e
ho lavorato solo venti giorni. Per non parlare dei prezzi che continuano a
salire! -.
E giù un elenco interminabile di quanto costano le cose.
- Il pane a 100 lire il chilo, il latte a 75 lire al litro, la pasta 130
lire il chilo, la carne a 800 lire il chilo, lo zucchero a 275 lire il
chilo, e il caffè! Una tazzina di caffè costa 30 lire, come si può andare
avanti così, come facciamo a mettere da parte qualche lira! -.
E ancora.
- Almeno trovassi un lavoro stabile; portarti la domenica a mangiare al
ristorante o fare qualche gita di piacere, comprare qualche vestito in più
per le feste e perché no anche il frigorifero o la lavatrice come quella
della signora dove vai a servizio. È vita questa! E la casa! Prima o poi una
casa nostra non ti piacerebbe averla? Senza dover ringraziare i tuoi
genitori tutte le sante domeniche per averci ceduto quelle due camere da
letto con il cucinotto! Ah... quanto mi pesa e quanto non sopporto
ossequiare con falsi sorrisi tuo padre, che continua a fare battute sulla
casa e sulla famiglia che deve crescere, come hanno fatto i suoi genitori.
Come se io passassi il tempo al bar con gli amici a giocare a briscola o a
ubriacarmi come un disperato, senza casa e senza famiglia -.
- Pietro io sto bene così, io sono contenta così -, gli disse Francesca con
voce ferma e sicura, girandosi di scatto e facendo cadere dalle mani un
bicchiere di vetro, tanto era il nervosismo che si era accumulato in quei
lunghi interminabili minuti di sfogo di suo marito.
Il frastuono prodotto dal frantumarsi del vetro sul pavimento fece alzare di
scatto Pietro, preoccupato più dalla reazione di Francesca che dalle
migliaia di minuscoli frammenti di vetro scagliati su tutto la
pavimentazione.
Il cuore le batteva all’impazzata mentre il seno prosperoso le schiacciava
il petto costringendola ad ampi respiri strozzati, dando l’impressione di
essersi soffocata.
Senza dare il tempo a Pietro di avvicinarsi e replicare, fece un passo
indietro, e con tutta la forza rimastale continuò:
- Io mi sono innamorata di te pur sapendo quale lavoro facevi e in quali
condizioni economiche ti trovavi, senza averti chiesto niente prima e senza
essermi informata su di te o sulla tua famiglia. È vero la vita è cara,
tutto costa caro e il tuo guadagno basta a malapena a farci vivere
dignitosamente, anche con l’aiuto dei miei genitori e qualche volta anche
dei tuoi. Non siamo mai andati a ristorante e non siamo mai andati in giro a
divertirci. Non abbiamo mai speso soldi in abiti lussuosi e non abbiamo
ancora la lavatrice o il frigorifero, ma hai la dignità e l’umiltà di una
casa sana, di una moglie che lavora tutta la giornata per mantenere questa
dignità e questo calore familiare facendo la sguattera e spaccandomi la
schiena con i lavori più umili e ingrati, senza mai farti mancare una
minestra calda e un pezzo di pane fresco, la casa pulita e profumata, anche
se non è nostra. Insieme abbiamo accettato questa situazione e dobbiamo
superare questo periodo difficile; non ho mai dubitato della possibilità di
farcela, anche se da qualche mese ormai, giorno dopo giorno vedo dentro i
tuoi occhi una tristezza immensa e non ho mai voluto interferire sulle tue
preoccupazioni. Tutte le notti quando ti addormenti, ti guardo cercando di
scoprire un segno anche minimo di questo tuo malessere interiore, di questa
tua preoccupazione, che mi dia la possibilità di aiutarti, di consolarti, di
alleviare questi tuoi turbamenti. Sapevo in cuor mio che alla fine questo
momento doveva venire e speravo che fosse più tardi possibile -.
Si abbassò, facendo finta di raccogliere i cocci di vetro che erano vicino
ai suoi piedi; con la coda dell’occhio notò Pietro, seduto con le mani sulle
tempie, piangere come un bambino che era stato appena rimproverato per aver
commesso chi sa quale guaio, e con estrema dolcezza gli si avvicino e
sedendosi sulle sue ginocchia come tante altre volte aveva fatto, gli prese
le mani e incominciò a baciarle e a stringerle tra le sue.
Il contatto improvviso lo calmò e Francesca dolcemente, ne approfittò per
chiedergli:
- Hai voglia di parlarne, di dirmi cosa ti passa per la testa? -.
E poi ancora.
- Non mi ritieni in grado di ascoltarti, di consigliarti, di darti una
mano? O è così doloroso da tenerlo solo per te? -.
- Francesca, non ce la faccio più, sono mesi che vedo partire i miei
amici per la Svizzera, chi per la Francia o l’Inghilterra. Tutti lavorano e
guadagnano bene e mandano i soldi alle loro famiglie, e qualcuno di loro si
è fatto raggiungere dalla moglie e dai figli direttamente dove lavorano.
Alcuni con i soldi accumulati si sono comprati la casa e qualcuno anche la
terra dove prima lavorava come bracciante -.
E senza nemmeno una pausa continuò:
- Francesca, solo pochi anni di lavoro in Belgio e poi potrai
raggiungermi, e se non ti piace ti prometto che torniamo in paese -.
Il cuore, se prima le batteva all’impazzata adesso sembrava si fosse fermato
e dentro la sua testa arrivavano solo rumori ovattati e un ronzio talmente
fastidioso che sembrava dovesse venir meno, perdere le forze e cadere ai
piedi di Pietro.
Dalla finestra aperta sentiva arrivare le voci dei bambini che giocavano
alla cavallina, e un forte odore di fieno proveniente dalle stalle vicine
aumentò tal punto la sensazione di stordimento che realmente si lasciò
andare sino a perdere i sensi.
Si ritrovò distesa sul lettone con Pietro che con una mano le accarezzava il
viso e con l’altra le rinfrescava la fronte passandole delicatamente un
fazzoletto bagnato.
- Hai già deciso? Hai intenzione di andare a lavorare all’estero? -
disse Francesca, tenendo basso lo sguardo, intuendo già la risposta - A
me non pensi, non ti preoccupa il fatto di lasciarmi qua da sola, per chi sa
quanto tempo? Che cosa diranno in paese? Pensaci bene Pietro! -.
Pietro sembrava non udire; qualsiasi imprecazione, qualsiasi esortazione
erano solo parole al vento senza ritorno alcuno.
Ormai la decisione era presa e Francesca se ne rese conto quando Pietro
allontanò le mani dalle sue.
L’unica cosa che le sue labbra riuscirono a pronunciare, furono: - Lo
faccio per te, per i nostri figli, se un giorno ne arriverà uno. Devo
provare! Ti prometto, se tutto va bene, che tra uno due anni ti farò venire
in Belgio da me -.
- Perdonami se puoi -, e scoppiò in un pianto liberatorio, bagnato da
lacrime dal sapore amaro come fiele.
Ottobre 1950
Stazione ferroviaria di Grotte.
L’attesa.
Ecco, finalmente il fischio annunciò la comparsa della motrice che molto
lentamente si fermò vicino ai piedi di Pietro, come se sapesse che l’unica
persona in partenza quella giornata era proprio lui, Pietro Castrocaro.
Il Capostazione chiuse la porta del vagone e, alzando la bandierina verde
verso la motrice, fischiò energicamente l’autorizzazione alla partenza verso
il Nord d’Italia, verso l’Estero.
Due minuti dopo il treno scompariva dietro il curvone lasciando le due
strisce argentate per terra, mentre la fine del suono del dindon al
passaggio a livello annunciava che ora il transito era possibile.
Stazione centrale di Milano.
La testa del treno aveva superato da poco l’imbocco della grande volta
centrale della stazione di Milano.
Pietro appoggiato al finestrino guardava meravigliato questo groviglio di
pali di ferro grigiastri, che curvando verso l’alto da una parte all'altra
dei grandi piloni laterali, creavano una immensa volta metallica, e con lo
sguardo, lentamente ne accompagnava il passaggio sopra la sua testa.
Una voce metallica in lontananza annunciava: - Milano, Stazione Centrale
di Milano -.
Man mano che il treno avanzava, un affollarsi scoordinato di persone,
scatole, valige, pacchi e pacchettini vari, animava l’interno degli
scompartimenti.
Era affascinato dai cartelloni giganti del China Martini, dell'Amaro Cynar,
dell'Amaro Ramazzotti che continuamente sfilavano davanti ai suoi agli
occhi.
Tutto gli appariva esageratamente grande, abituato com'era al piccolo,
all'essenzialità, al vivere quotidianamente di ciò che poteva offrirgli la
minuscola Grotte.
Pochi metri ancora di corsa lentissima e il treno si sarebbe fermato
perfettamente al capolinea con lo stridere dei freni sulle ruote e il
cigolio delle giunture delle carrozze.
E così fu.
Immancabilmente presente la voce dell'altoparlante che in continuazione
annunciava arrivi e partenze.
Un annuncio su tutti destò la sua attenzione: - I passeggeri arrivati al
binario cinque che devono proseguire per il Belgio e la Francia, dovranno
recarsi in testa al binario ventuno presso la Sala Accoglienza Passeggeri in
Transito per il disbrigo delle pratiche di espatrio e le eventuali visite
mediche d’idoneità al lavoro -.
Presa la valigia e il pacco di cartone dal portapacchi, messa a tracolla la
borsa di tela verde militare, uscì dallo scompartimento e barcamenandosi tra
l’immondizia lasciata a terra attraversò lo stretto corridoio del vagone, e
scese sulla banchina.
Tante erano le persone scese da quel treno e altri ne scendevano,
provenienti da altre zone dell'Italia e tutti, all'annuncio
dell'altoparlante, confluivano verso il binario ventuno.
L’unica voce cui sembravano dare ascolto era proprio la voce metallica che
frequentemente annunciava: - I passeggeri arrivati ai binari sei, cinque
e quattro che devono proseguire per il Belgio e la Francia dovranno recarsi
in testa al binario ventuno, presso la Sala Accoglienza Passeggeri in
Transito per il disbrigo delle pratiche di espatrio e le eventuali visite
mediche d’idoneità al lavoro -.
A gruppi numerosi, Siciliani, Calabresi, Pugliesi, Abruzzesi, ma anche
Veneti ed Emiliani, passavano tra la moltitudine degli altri passeggeri che
sostavano lungo le banchine; ognuno con il proprio carico di bagagli, ognuno
con le proprie preoccupazioni, le proprie paure, le speranze attese.
Più avanti qualcuno del gruppo, tra i primi della lunga cordata si mise a
gridare: - Ecco il binario ventuno, ecco la Sala Accoglienza Passeggeri
in Transito -.
Pietro, stanco, si sedette sulla valigia e cominciò a guardarsi intorno, con
la testa vuota ancora rintronata dal movimento del treno e dalla confusione
che regnava tutt'attorno.
- Pietro, Pietro anche tu a Milano! Pietro, Pietro sono io! Sono io,
Giuseppe, non mi riconosci? - e sorreggendolo con entrambe le mani
continuò: - Stai male? Sei pallidissimo! -.
A sentire la voce di Giuseppe che chiamava continuamente e continuamente lo
scuoteva, sembrò riacquistare vigore e lucidità.
- Giuseppe, Giuseppe, sei tu? Oh Dio benedetto! Oh Santa Venera
benedetta! Come sono contento di vederti! -.
- Stai seduto ancora qualche minuto, finché non ti senti completamente in
forza! -.
Ripresosi, raccontò di come aveva maturato la decisione di emigrare e
dell'angoscia dei preparativi, delle difficoltà di far accettare a Francesca
e ai familiari la scelta di affrontare questo viaggio a pochi mesi dal
matrimonio.
- Sai, Francesca non è venuta nemmeno a salutarmi tanto era arrabbiata, e
mio padre alla partenza da Grotte non mi ha detto una parola di conforto
-.
Emozionato, con gli occhi gonfi di lacrime, rivolto lo sguardo all’inizio
del binario ventuno, sussurrò:
- Chi sa se ho preso la decisione giusta, chi sa cosa ci aspetta una
volta espatriati e come sarà realmente questo Belgio! Avrei dovuto dare
retta a Francesca e a mio padre. Tu mi conosci, sono impulsivo e testardo,
quando vidi il cartellone rosa con la proposta di lavoro in Belgio, nella
mia testa la decisione l’avevo già presa. Non sopportavo più l’idea di
dipendere dai miei suoceri o di fare la vita del miserabile insieme a
Francesca. Mi dispiace soprattutto per lei e per i miei familiari. Ho fatto
tutto il viaggio con un peso dentro il petto pensando alla discussione avuta
con Francesca, e agli occhi di mio padre che dalla banchina, alla partenza
del treno, mi implorava di non partire, di ritardare ancora un po’, di
pensarci bene -.
- E tu, Giuseppe? -.
Giuseppe sistematosi la giacca e tirando verso di sé le valige, gli disse:
- Pietro tu lo sai, io non sono sposato, non ho nemmeno la ragazza. Mio
padre e mia madre sono ancora in buona salute e possono stare ancora da
soli. Tutti i miei coetanei sono partiti, chi per la Francia, chi per il
Belgio, molti addirittura sono andati in Argentina o in Venezuela, qualcuno
anche in Australia. Cosa faccio in questo paese di anziani? Tante sono le
porte e le finestre chiuse in paese, e tante altre se ne chiuderanno in
questi anni se non cambia qualche cosa, almeno per i pochi giovani ancora
rimasti. Pietro, ormai è andata così. Sono sicuro che un giorno ci
ritroveremo in piazza a Grotte o nel mio paese a raccontarci questi momenti
tristi e a rivivere i bei momenti della nostra giovinezza. Ricordi quando si
andava a rubare le ciliegie nei campi, o quando andavamo a raccogliere le
bacche di Caccamo, o si andava a prendere i granchi di acqua dolce lungo il
torrente che costeggia la grande cava di pietre subito fuori dal tuo paese?
-.
Preso dall'emozione dei ricordi, continuò:
- Ti ricordi quando da bambini siamo entrati in quella cava abbandonata e
abbiamo preso la scatola piena di detonatori per dinamite e siamo andati ad
aprirli in campagna dietro casa mia? Che gran botto… e, che abbaglio ci
procurò lo scoppio di quella bomba fatta con la carta dei sacchi di cemento!
Ricordo anche come si arrabbiò tuo padre quando venne a sapere del furto e
del confezionamento della bomba. Quanti bei ricordi e che incoscienti
eravamo! -.
L’eco dell'altoparlante riportò entrambi alla realtà.
- Pietro - disse Giuseppe - vedo che adesso stai bene! Il treno
per Torino è vicino al binario ventuno, vado da uno zio che mi ospita e che
mi ha trovato un lavoro come muratore in un cantiere appena aperto alla
periferia di Torino, ti accompagno per un po’ -.
Un forte e lunghissimo abbraccio, poi senza dire una parola ognuno si avviò
per la sua destinazione.
In fondo alla Sala Accoglienza Passeggeri in Transito, quasi addossate al
muro, tre scrivanie di ferro una di fianco all'altra, delimitavano un
percorso immaginario in cui decine di persone, in piedi o sedute per terra,
aspettavano il loro turno per essere regolarizzati all'espatrio.
Un tanfo incredibile ammorbava l’aria all'interno della grande sala, e più
ci si avvicinava alle scrivanie più si percepiva quest'odore acre di sudore
e di fumo di sigaretta.
Sopra ogni scrivania, inchiodato al muro in bellavista, un cartoncino con
scritto in grassetto a lettere maiuscole: BELGIO, FRANCIA, SVIZZERA,
indicava alle persone il percorso da fare e la destinazione.
In fondo alla sala due porte chiuse con appeso un cartellone con la scritta:
Ufficio Visita medica. Apertura ore 08,00.
Dopo tre giorni di attesa, il primo della fila a raggiungere la scrivania
con scritto Belgio, fu Pietro.
L’Ingegnere seduto davanti a lui, senza nemmeno alzare lo sguardo dal grande
registro che gli stava davanti, con voce calma e girando tra le dita una
grossa penna stilografica, borbottò:
- Avanti, documento per l’espatrio e visto del Comune di appartenenza!
-.
Pietro, presa dalla tracolla la busta con i documenti la mise sulla
scrivania e con la mano tremula e sudata la passo lentamente all'Ingegnere,
che dopo aver guardato e riguardato più volte la documentazione trascrisse i
dati sul registro, e gli ripassò i documenti e la busta che le conteneva.
Compilato un foglio a ricalco, lo fece firmare e ne diede una copia a
Pietro, e con la stessa calma di prima gli disse:
- Prima porta alla mia sinistra! - e indicando la copia che gli aveva
appena passato, continuò - Quella la consegni al medico per la visita
-.
Entrato nella stanza Pietro notò subito, da un lato, un lettino medico con
un paravento che ne copriva parzialmente la lunghezza; per terra un piccolo
sgabello di legno a modo di pedana. Di fronte, seduto dietro la scrivania un
medico dai capelli rossicci e di mezza età scriveva qualcosa con la macchina
da scrivere, e di tanto in tanto con l’indice della mano destra si tirava su
gli occhiali che gli scivolavano dal naso perlato di goccioline di sudore. A
lato, un omone alto dalla faccia simpatica e ben vestito se ne stava semi
seduto con la gamba penzoloni e le braccia conserte ad aspettare.
- Prego si accomodi -, disse il medico indicando la sedia.
Pietro fece un passo avanti, spostò la sedia leggermente di lato e si
sedette.
Notò dall'accento che doveva essere straniero, e ne ebbe la conferma
immediatamente dopo aver ripetuto con tono fermo:
- Si avvicini un po’ di più per favore, sono un medico belga, mi chiamo
Bertrand Jozef, lavoro per il governo Belga. - e indicando l’uomo
accanto appoggiato alla scrivania disse - Quello è l’ing. Marc Janssens,
della Società Mineraria Carbonifera Bois du Cazier a Marcinelle -.
- Buona sera - rispose Pietro tirando davanti a sé la sedia di ferro,
e porgendo il foglio di carta che gli aveva dato l’ingegnere della stanza
accanto.
Il dott. Bertrand lesse il foglio e gentilmente gli disse:
- Signor Castrocaro prego, si tolga la giacca, il maglione, la camicia e
i pantaloni e si sieda sul lettino per la visita; se le sue condizioni di
salute sono buone passerà dall’ing. Janssens per la firma del contratto di
assunzione presso la Società Mineraria Carbonifera di Marcinelle -.
Pietro si alzò dalla sedia evitando di farla stridere, e toltosi gli
indumenti, dopo averli riposti sulla sedia, si sedette sul lettino da visita
appoggiando i piedi sulla pedana di legno che stava lì accanto.
Il dott. Bertrand cominciò a ispezionarlo dalla testa ai piedi, girando
attorno al lettino varie volte; incominciò a toccargli la testa, a
controllare la bocca e il collo. Controllò persino le orecchie sia
all'esterno che internamente. Passò poi ad auscultare il cuore e i polmoni,
e fattolo coricare a pancia su controllò l’addome e l’inguine, prima da un
lato e poi dall'altro.
- Si rimetta seduto, controlliamo la vista -, continuò, indicando la
tavola optometrica, posta di fronte - legga le prime due riga e l’ultima!
-.
Finito il controllo della vista lo fece scendere dal lettino e indicando il
percorso da fare disse di camminare dritto sino alla parete opposta, e di
ritornare poi verso il lettino; e così fece, senza capirne il motivo e senza
avere nemmeno il coraggio di chiederlo tanta era la soggezione che gli
incuteva quell'uomo dai capelli rossicci.
Finito di camminare gli indicò di vestirsi e di sedersi vicino alla
scrivania, poi ancora:
- Abbiamo finito, è idoneo! - e continuò - Vada dall’ing. Janssens
e aspetti là. Gli dica per favore che ho bisogno di parlargli un attimo
-.
Pietro, finito di vestirsi si alzò, ringraziò il dottore e si diresse dietro
il paravento; avvisò l’ingegnere che il dott. Bertrand doveva parlargli e si
sedette.
- Ingegnere - disse il dottore sistemandosi la lente sul naso - il
signor Castrocaro è idoneo, segnalerò sul verbale della visita che ha un
difetto a un piede che gli crea una leggera zoppia da un lato; forse un
trauma dalla nascita. Comunque ciò non pregiudica il lavoro in miniera
-.
Stilò il verbale; una copia la diede all'ingegnere e una copia la mise
dentro un raccoglitore.
L’Ingegnere ritornato verso la scrivania si sedette, prese dei fogli
ciclostilati dalla borsa di pelle e passandoli a Pietro gli disse:
- Lei è idoneo al lavoro in miniera, legga il contratto e firmi in fondo
alla pagina -.
Pietro lesse i tre fogli del contratto due volte, ogni volta che arrivava in
fondo una strana sensazione lo agitava, non riusciva a capirne il contenuto,
colpa della stanchezza, pensò.
Un articolo su tutti gli sembrò chiaro e lo lesse una volta di più,
attirando l’attenzione dell'Ingegnere che si apprestò a dire:
- Legga bene, e se qualche cosa non è chiara non si faccia scrupolo a
chiedere; le ricordo che il contratto ha una durata di cinque anni e che la
rescissione dello stesso prevede sanzioni importanti sino all'espatrio.
Legga bene prima di firmare -.
L’articolo nove del contratto di lavoro dichiarava che "l'impresa belga
s’impegna a fare tutto quanto è nelle sue possibilità per procurare
all'operaio un alloggio conveniente, provvisto dei mobili necessari, al
prezzo di fitto praticato nella regione e rispondente almeno alle condizioni
previste dal codice belga del lavoro".
Rilesse e firmò le due copie.
L’ingegnere prese la sua copia, la controllò, rilesse il verbale medico, e
prima di metterlo dentro la borsa di pelle appose un grosso timbro rosso con
scritto: IDONEO, NO SOTTOSUOLO.
Pietro non capì subito, porse la mano e ringraziò; poi si girò a guardare il
dott. Bertrand e con accenno del capo lo salutò.
- Tra due giorni si trovi con gli altri all'inizio del binario ventuno
per la partenza, destinazione Liegi; segua le indicazioni per il Centro
Accoglienza giù lungo i sotterranei della stazione, dove gli verrà assegnato
un alloggio per questi giorni, e attendere nuove comunicazioni sull'orario
di partenza del treno -.
Salutò e indicò a Pietro di accomodarsi fuori.
Lungo i sotterranei della stazione di Milano vi erano ampi spazi adibiti ad
alloggi e servizi per gli emigranti in transito.
Erano dei veri tuguri maleodoranti.
Letti a castello su due tre piani erano sistemati lungo le pareti dei
corridoi, e dentro grandi spazi ricavati ai lati delle pareti, le latrine,
le docce e i lavabi comuni, davano più l’idea di un rifugio antiaereo, o di
un’abitazione collettiva di infima categoria, senza la benché minima
riservatezza, e nella promiscuità più totale.
Appena entrato nei sotterranei, un tale seduto dietro un tavolino gli
domandò nome e cognome, lo trascrisse sul registro che aveva davanti e gli
diede un bigliettino con scritto il numero di letto e gli orari in cui era
distribuito il pasto; indicò i servizi e il posto comune dove poter
trascorrere del tempo con gli altri, in attesa della partenza.
Pietro prese il biglietto e si avviò verso il posto assegnatogli, solo, cupo
nell'animo e turbato nei pensieri, senza la sua Francesca.
Alla fine di ottobre la città di Liegi si presentava già fredda, anche se il
cielo sgombro di nuvole non permetteva ai raggi del sole di riscaldare
completamente l’ambiente, e soprattutto la grande stazione ferroviaria e
l’ampio piazzale antistante all’uscita.
Pietro e altri venticinque emigranti scesero dal treno con le giacche
completamente abbottonate, il bavero tirato su a coprire il collo e le
coppole di fustagno ben calcate sulle orecchie.
Seguendo le indicazioni dell'Addetto al reclutamento dei lavoranti salito a
Milano e di un Gendarme in borghese, entrarono in una stanza appartata,
nascosta alla vista degli altri passeggeri, riscaldata da una vecchia stufa
a legna ma sufficiente per alleviare il senso di freddo e di torpore che
tutta la persona aveva accumulato durante le numerose ore di viaggio da
Milano a Liegi.
L’Addetto al reclutamento, alto di statura, corpulento e dai modi bruschi
indicò a tutti, parlando un po’ in italiano un po’ in una lingua a metà tra
francese e italiano, di sedersi sulle panchine di legno e di appoggiare i
bagagli per terra.
Disse che dovevano passare ancora un altro controllo medico, e poi avrebbero
accompagnato tutti alle loro destinazioni.
Ad un tratto la porta d’ingresso si aprì facendo entrare una folata di aria
fredda mista ad odore di caffè e latte.
Spinta da un magrissimo ragazzotto dai capelli rossicci e arruffati sulla
fronte, una grossa carriola di zinco fumante fece la sua comparsa
all'interno della stanza.
Sulla parte superiore di questo portavivande, due contenitori di latta con
un rubinetto in basso ricoprivano quasi per intero la superficie; a lato una
cesta di vimini coperta da una tovaglia colorata a disegni quadrettati da
cui fuoriuscivano lunghi filoni di pane dorato.
In basso uno sportello aperto mostrava le decine di ciotole di alluminio e
il contenitore dei cucchiai.
Marc "Le Rouge", come lo chiamano tutti alla stazione e nei vari uffici dove
portava le sue pietanze, distribuì ad ognuno una ciotola di latte e caffè
colma sino all'orlo e un pezzo di baguette, chiedendo, a chi aveva servito
per primo e aveva già terminato, se ne desiderasse ancora.
- Rouge di capelli, ma generoso e dal cuore d’oro -, disse il
Gendarme, guardando l’Addetto al reclutamento che se ne stava appartato a
controllare delle carte e a contare continuamente con lo sguardo tutte le
persone presenti.
Finita la distribuzione del cibo ripassò a ritirare ciotole e cucchiai ai
primi serviti, e poi agli ultimi, che si attardavano ad assaporare sino
all'ultima goccia il caffellatte come se dovesse essere l’ultima colazione
della loro vita.
Pietro fu il primo a ringraziare quel ragazzotto magro dai capelli rossi e
dal cuore generoso, e così fecero gli altri che man mano gli restituivano la
ciotola vuota.
Marc ripose il tutto sotto l’apertura della carriola, sistemò la cesta ormai
completamente vuota, e si avvicinò verso il gendarme a ritirare la copia di
una ricevuta.
Salutò tutti, e come era entrato nella stanza, alla stessa maniera ne uscì,
chiudendo rumorosamente la porta.
L’Addetto al reclutamento e il gendarme fecero segno di rivestirsi e
riprendere i bagagli, e quando tutti furono pronti uscirono dalla porta
posteriore della stanza, attraversarono un piccolo cortile interno dello
stabile e rientrarono in uno stanzone simile a quello della Stazione
Centrale di Milano.
La visita medica fu più accurata di quella effettuata a Milano, ma tutti e
venticinque ottennero il visto definitivo e la destinazione.
Pietro e altre dieci persone formarono il gruppo diretto a Marcinelle, le
altre quattordici persone il gruppo diretto verso le miniere del Nord del
Belgio.
Siciliani, Calabresi, Pugliesi, Abruzzesi, Veneti ed Emiliani si salutarono
in un unico forte abbraccio e si avviarono verso la destinazione assegnata,
ogni gruppo con la propria nuova guida.
Da Liegi a Charleroi il viaggio fu una vera impresa.
Sistemati su un treno adibito al trasporto del carbone, seduti per terra,
dentro un vagone lurido, pieno di calcinacci e polvere di carbone, con una
finestrella sbarrata da grossi tondini di ferro, appena sufficiente a
permettere alla luce di rischiararne l’interno e di guardare all’esterno.
In fondo al vagone una grossa latta fungeva da latrina.
Seduti uno accanto all'altro silenziosi, scuri in viso, sia per la fuliggine
che aleggiava nell'aria, sia per il trattamento a cui erano sottoposti come
animali in un carro bestiame, se non peggio.
A diminuire la tensione e la rabbia che ognuno accumulava dentro, fu Pietro:
- Mi sono rimaste sette sigarette - disse prendendo il pacchetto e
scuotendolo con la mano per assicurarsi di aver visto e contato bene.
Offrì il pacchetto alla persona subito alla sua destra, questo presane una
la divise a metà, una parte per sé l’altra metà con il pacchetto la passò
all'uomo accanto, e così man mano fecero gli altri del gruppo.
Ognuno accese la sua metà; qualcuno la conservò nel taschino della giacca.
- Io mi chiamo Antonio, ho venticinque anni e vengo da un paesino della
Calabria, ho lasciato a casa mio padre e mia madre; un fratello più grande
di me è in Australia - disse all'improvviso un ragazzo seduto appena più
avanti a Pietro.
- E tu, da dove arrivi? - rivolto a un altro ragazzo seduto accanto a
lui.
- Io mi chiamo Giacomo, vengo dall'Abruzzo, ho ventinove anni, ho
lasciato a casa la fidanzata e i miei genitori; faccio il pastore! -.
Un altro:
- Io mi chiamo Felice, sono Veneto e ho ventisette anni; faccio
l’agricoltore -.
E così ad uno ad uno tutti cominciarono a raccontare le loro storie, le loro
speranze, le preoccupazioni e i dubbi che si stavano manifestando durante il
viaggio.
Anche Pietro disse la sua; raccontò di Francesca e dei suoi genitori, disse
di non avere figli.
Appartato in un angolo del vagone, quello che sembrava il più giovane del
gruppo se ne stava con le mani a coprirsi il viso bagnato di lacrime, con
voce tremula dall'emozione rivolto verso Pietro raccontò la sua storia, di
come, venuti a mancare i genitori e una sorellina più piccola durante i
bombardamenti sulla città di Foggia sia rimasto solo a girare, prima tra i
campi profughi poi da qualche parente a lavorare a nero e a vivere di
espedienti, senza un mestiere, senza una casa e senza nessuno che lo
aspettasse.
- Come ti chiami? Devi essere il più giovane di tutti? - disse
Pietro, porgendogli l’ultimo tratto di sigaretta che aveva ancora tra le
dita.
- Mi chiamo Cesare, ho diciannove anni! - rispose il ragazzo,
prendendo il mozzicone della sigaretta e inspirando avidamente, arricciando
il naso in una smorfia per non far scendere il muco che si era accumulato
con il pianto.
Pietro si avvicinò e appoggiandogli il braccio sulla spalla lo tirò
delicatamente a sé, come fa un genitore quando vuole coccolare un figlio,
ciò lo tranquillizzo durante il resto del viaggio.
I cento chilometri che separavano Liegi da Charleroi, trai racconti e le
mezze sigarette di Pietro, furono meno tristi da passare; ancora qualche
chilometro e finalmente sarebbero arrivati a Marcinelle.
Pietro e Cesare furono i primi a scendere dal treno; gli altri otto ad uno
ad uno scesero anche loro.
Ognuno con il proprio carico di bagagli, senza dire una parola si avviarono
dietro la guida verso la parte terminale della banchina, al finire della
stazione.
Attraversarono quattro, cinque file di binari, e varcato un passaggio a
livello si portarono su una strada sterrata, dove un grosso camion coperto
li attendeva.
Il viaggio durò pochissimo, appena il tempo di consumare gli ultimi
mozziconi di sigarette rimaste.
Scesi dal camion la visione che si presentò davanti ai loro occhi fu di una
tale desolazione che qualcuno del gruppo lasciò cadere la valigia per terra,
qualche altro non riuscì nemmeno ad andare avanti tanto era lo shock alla
visione di quell’enorme distesa di baracche di legno, cartone asfaltato e
lamiera ondulata.
Veri e propri campi d’attesa, quasi duemila baracche provvisorie, residuo
dei campi di raccolta costruiti dai nazisti per i prigionieri di guerra
russi e poi riutilizzati dai belgi per internare i tedeschi e i
collaborazionisti, erano perfettamente allineati davanti ai loro occhi.
Sentieri di terra trasformati in fanghiglia dalla pioggia recente,
dividevano le varie file di baracche in settori.
La guida indicò una piccola costruzione di legno situata all'inizio del
campo; sopra il lucernario della porta la grossa scritta: BUREAUX.
Pietro prese la valigia e la scatola di cartone e si avviò verso quella
casa.
Cesare e gli altri lo seguirono.
La guida bussò, aprì la porta e con indifferenza fece entrare tutto il
gruppo chiudendo dietro di se la soglia.
Ad ognuno di loro fu assegnato un alloggio e consegnato un vademecum in
lingua italo-francese.
I dormitori composti di letti di paglia sovrapposti non erano riscaldati, e
non comprendevano armadi.
Nelle baracche non c’erano né acqua, né gas, né elettricità; i gabinetti e i
lavabi erano nel fondo del campo all'aria aperta.
Due rubinetti dovevano bastare per centinaia di persone.
Pietro e gli altri si sentirono traditi da questa sistemazione che non
corrispondeva per niente al contratto firmato alla stazione centrale di
Milano, e soprattutto a quell'articolo nove dello stesso contratto che
dichiarava l’impegno dell'impresa belga a procurare all'operaio un alloggio
conveniente, provvisto dei mobili necessari, al prezzo di affitto praticato
nella regione e rispondente almeno alle condizioni previste dal codice belga
del lavoro.
Cesare, sistemato nella brandina in alto nei rari momenti in cui si
svegliava, sentiva Pietro soffocare le lacrime in un singhiozzare appena
percettibile.
- Dai su dormi Pietro, domani ci assegnano il lavoro e andrà come dovrà
andare -, gli sussurrava piano, sporgendosi dalla sponda del
pagliericcio tanto quanto bastava a non cadere giù e a non disturbare gli
altri che già ronfavano beatamente dalla stanchezza della giornata passata.
Per due, tre volte Cesare chiamò Pietro invitandolo a dormire, poi vuoi che
stanco sino allo sfinimento l’uno mortificato nell'animo e rassegnato
l’altro, entrambi finirono per addormentarsi.
Attraversata la lunga fila di baracche e usciti dal campo, Pietro, Cesare e
tutti gli altri appena arrivati, seguendo i lavoratori più anziani e una
guardia in divisa, si avviarono verso la lunga strada ghiaiata che conduceva
alla miniera Bois du Cazier.
Da lontano le due alte torri dei montacarichi con le grandi ruote e le ampie
cupole di protezione poste una di fronte all'altra, e gli alti edifici di
mattone rosso scuro con le ampie vetrate annerite dalla fuliggine,
cominciavano a disegnarsi davanti ai loro occhi.
La pesante cancellata d’ingresso aperta, con su l’ampio arco di ferro senza
nessuna scritta, accoglieva in entrambe le direzioni una moltitudine di
minatori.
Uomini stanchi con il viso annerito e unto, il casco con la lampada e la
maschera antigas sotto braccio, la lanterna di alluminio spenta alla cintola
per il turno appena finito; altri con il casco in testa, la maschera al
collo, il contenitore di alluminio con il mangiare alla cintura, e il viso
bello pulito e riposato, che si apprestavano ad iniziarlo.
Passati l’arco di ferro, Pietro, Cesare e i nuovi arrivati furono
accompagnati in un ufficio subito a sinistra della grande cancellata, dove
un tizio con una cartella di documenti in mano, chiamandoli per cognome,
assegnava loro la mansione e indicava il caposquadra da seguire.
A Cesare fu assegnato il lavoro nel sottosuolo; Pietro, per la segnalazione
fatta dal medico a Milano, fu assegnato alla gestione e manutenzione dei
montacarichi e di tutte le parti meccaniche esterne della miniera.
Non vi fu nemmeno il tempo per uno sguardo di saluto; ognuno si avviò con il
proprio gruppo ad iniziare il lavoro, senza una spiegazione, senza una
minima preparazione, senza aver mai visto una miniera.
Pietro con il suo caposquadra verso il magazzino degli attrezzi, Cesare e
gli altri direttamente verso la zona dei montacarichi per la discesa nei
pozzi di estrazione.
8 agosto 1956
Nell’aprile del 1953 Pietro, prima dell’arrivo a Marcinelle di Francesca, si
era trasferito in un piccolo appartamentino in vicinanza della miniera.
Non era un vero e proprio appartamento, ma almeno i muri erano di cemento e
mattoni.
Il caldo soffocante delle baracche d’estate e il freddo gelido in inverno,
con le latrine e i lavabi in comune era ormai un ricordo lontano.
In questi tre anni, nonostante i sacrifici e le privazioni, tutto era filato
alla perfezione.
Francesca aveva perdonato Pietro.
Si era ambientata non senza sacrifici a un mondo completamente diverso dal
suo, senza i suoi familiari, senza le amiche e senza i colori e gli odori
che le tradizioni del vivere in paese le davano.
Poi la gravidanza, così a lungo desiderata e quasi del tutto insperata,
aveva ulteriormente colmato di vitalità e gioia questi lunghi mesi d’attesa.
La Chiesa italiana, presente attivamente nella comunità di Marcinelle, aveva
aiutato non poco Francesca ad integrarsi e a ritrovare quel minimo di
socializzazione che altrimenti sarebbe mancata in un ambiente così ostile,
sia nella lingua, sia nelle persone che nei modi di vivere.
Anche Pietro era contento di tutto ciò; essersi riunito con Francesca, aver
trovato una sistemazione provvisoria ma dignitosa, e adesso l’attesa di un
figlio, lo riempivano di orgoglio e rendevano più accettabili le tante
amarezze di questi anni passati in solitudine.
Pietro se ne stava seduto in cucina con lo sguardo perso nei mille ricordi
di questi anni, guardando Francesca che di tanto in tanto con una mano
accarezzava il pancione e con l’altra spingeva in avanti la schiena per
alleggerirne la tensione.
Ogni volta che le passava accanto le prendeva le mani e con garbo
l’abbracciava lungo il pancione.
Delicatamente vi appoggiava la testa e con l’orecchio ben calcato sulla
rotondità stava ad ascoltare i minimi movimenti della creatura che già
scalpitava e si faceva sentire.
Francesca dolcemente si abbassava, gli baciava la testa, e invitandolo ad
andare a letto gli sussurrava premurosamente:
- Dai Pietro che domani devi alzarti presto! -.
- Ancora un po’, ancora due minuti! - rispondeva senza allentare la
stretta, e senza togliere l’orecchio dalla pancia, per non voler perdere
nemmeno un secondo della vitalità che animava l’interno.
Pietro si svegliò presto quella mattina.
Mangiò una grossa fetta di pane con del formaggio, bevve il caffelatte, e
preso il contenitore di alluminio con il mangiare per il pranzo salutò
Francesca dandole un bacio e accarezzando ancora una volta il pancione.
Prima d’uscire afferrò il casco di protezione che stava appeso a lato la
porta, lo sistemò ben bene sulla testa e giratosi verso lei la salutò con un
sorriso.
Il sole dietro la collina di Marcinelle non riusciva ancora ad albeggiare
sulla miniera e la poca luce che rifletteva dal cielo limpidissimo era
appena sufficiente ad illuminare il lungo vialone ghiaiato e la grande
cancellata di ferro dell’ingresso, sempre aperta.
Le due alte torri di accesso ai pozzi cominciavano invece a ricevere i primi
raggi di luce facendole apparire a chi percorreva il viale come due grandi
lanterne, ad indicare che la lunga giornata stava per cominciare, almeno per
chi iniziava il turno, poiché in miniera il giorno e la notte sono un
tutt’uno.
Attraversato l’enorme arco ferrato che sovrasta la cancellata, Pietro
intravide Cesare che se ne stava insieme a un gruppo di minatori già pronti
e bardati per la discesa nei pozzi, in attesa del caposquadra.
Si avvicinò e chiamandolo in disparte gli disse:
- Ehi, guarda che questa sera ti aspettiamo a cena, Francesca ci tiene.
- e aggiunse, quasi a voler anticipare il menù - È arrivato un pacco da
Grotte! -.
Cesare sorrise, ringraziò e con voce commossa, disse:
- Grazie dell’invito, e ringrazia Francesca. - poi aggiunse -
Pietro, mi hai sempre trattato come un fratello e anche di più; a questa
sera! -.
Un ultimo saluto, ed arrivato il caposquadra insieme agli altri minatori si
avviò verso l’entrata dell’ascensore.
Un attimo dopo scomparve nella profondità del pozzo numero uno.
Pietro fermò qualche secondo lo sguardo verso lo spazio vuoto lasciato dalla
cabina dell’ascensore, poi calcò bene in testa il casco di protezione e si
avviò verso il pozzo numero due, di fronte.
Salita la scalinata di ferro che costeggia la torre del pozzo su sino alla
piattaforma che aggancia l’enorme moletta d’acciaio, Pietro cominciò il
lavoro di manutenzione e di lubrificazione, sia dei grossi cavi d’acciaio
che della moletta stessa.
Ogni volta che saliva sulla piattaforma il cuore sembrava fermarsi, guardava
lo spazio sottostante pieno di minatori che a cadenza regolare entravano e
uscivano dagli ascensori, barcollanti dalla stanchezza, con le facce nere,
unti di sudore e fuliggine e si riteneva fortunato, privilegiato da quel
piccolo difetto nella gamba che lo faceva leggermente zoppicare.
Di tanto in tanto rivedeva nei suoi ricordi il viso bonario del dott.
Bertrand che porgeva all’ing. Janssens il foglio della visita medica con su
scritto: IDONEO, NO SOTTOSUOLO, e se ne rallegrava, ed inconsciamente lo
ringraziava del privilegio accordatogli.
Ad un tratto un forte boato proveniente dalla torre del pozzo numero uno
attirò la sua attenzione, si girò di scatto e vide la grande moletta
completamente ferma e una fitta nuvola di fumo nero salire dal pozzo e
riempire tutt’attorno l’aria di un pungente odore di olio bruciato.
Erano le 08.10, i raggi del sole illuminavano ormai tutta la miniera mentre
la grande nuvola di fumo nero oscurava l’entrata del pozzo numero uno.
Pietro capì subito che qualcosa di gravissimo era successo, non aveva mai
visto la moletta fermarsi in questi anni, sempre in moto a far salire e
scendere uomini e materiale di notte come di giorno.
Scese gli scalini della torre due, tre alla volta e man mano che si
avvicinava al suolo sentiva urlare da tutte le parti ed un correre di
persone verso l’imbocco dell’ascensore da cui continuava incessantemente a
uscire fumo nero.
Arrivato vicino alla piazzola della torre, Pietro con gli occhi fissi
all’entrata del pozzo, terrorizzato dalle urla delle persone, soffocato
dall’odore del fumo, cominciò a chiedere a destra e a manca che cosa
succedeva, ma nessuno sembrava ascoltarlo, nessuno sembrava facesse caso a
lui.
Solo un minatore, completamente annerito dalla fuliggine con gli occhi pieni
di lacrime si fermò a raccontare cosa era successo:
- È una tragedia, è una tragedia - farfugliava. E continuò - Nella
corsa di risalita in superficie di una delle gabbie è stato malamente
agganciato un carrello pieno di materiale di scavo che sbattendo contro le
pareti del pozzo ha sradicato una putrella tranciando i fili della corrente
elettrica e la condotta dell'olio. Le scintille hanno innescano il fuoco che
si è propagato velocemente alle impalcature di legno delle gallerie,
alimentato dai ventilatori che immettono aria nel pozzo. Tutti i minatori
che sono scesi questa mattina sono intrappolati. Una tragedia, una tragedia.
- continuava a ripetere, allucinato dal terrore di essere scampato a questa
disgrazia -. Tutti morti, tutti morti - continuava a ripetere.
Pietro rimase lì ore, immobile, come inchiodato a terra con lo sguardo
assente, gli occhi senza una lacrima, impotente, mentre tutt’attorno un
frastuono incredibile di mezzi di soccorso e persone si davano il cambio per
soccorrere quei poveri minatori intrappolati a centinaia di metri
sottoterra.
La voce della tragedia si era ormai sparsa per tutta Marcinelle, arrivando
sino a Charleroi e facendo arrivare in pochissimo tempo una moltitudine di
soccorritori e curiosi.
Per la prima volta, da che Pietro lavorava alla miniera Bois Du Cazier di
Marcinelle, l’enorme cancello di ferro dell’ingresso venne chiuso, e sia i
minatori che le famiglie dei minatori intrappolati furono costretti a
seguire le operazioni di soccorso accalcati lungo le inferriate che
circondano il perimetro della miniera stessa.
Quella sera Cesare non venne a cena, e invano Pietro e Francesca lo
aspettarono nei giorni successivi.
Dopo due mesi dalla tragedia Francesca diede alla luce una bella bambina che
chiamarono Valentina.
Pietro, dal canto suo, lavorava sempre alla manutenzione delle parti
meccaniche in superficie, ma il suo umore non era più lo stesso.
Era taciturno, a volte assente nello sguardo.
A casa se ne stava seduto davanti alla finestra con Valentina sulle
ginocchia a guardare fuori in direzione della torre numero uno, senza dire
una parola, accarezzandole i capelli neri riccioluti.
Da quel giorno quasi tutte le sere gli venivano delle strane febbri che
duravano a volte qualche giorno e lo lasciavano ancora più prostrato e di
malumore.
Era dimagrito parecchio e Francesca era preoccupata.
A lavoro spesso non si presentava, e a volte, quando riusciva a completare
un turno, i pochi amici che gli erano rimasti lo accompagnavano sino davanti
alla porta di casa, per paura di qualche gesto inconsulto.
Così fu.
Una mattina presto dopo aver fatto colazione, salutato Francesca e,
abbracciata Valentina, usci di casa, attraversò il viale e la cancellata con
l'arco di ferro e si portò sotto la torre del pozzo numero due.
Salì la stretta scaletta di ferro sino alla piattaforma e volgendo lo
sguardo verso la torre del pozzo maledetto, gli sembrò di vedere Cesare
davanti all'ingresso dell’ascensore con la sigaretta accesa tra le labbra
che sorrideva e lo salutava.
Gli sembrò che dicesse:
- Pietro, ci vediamo questa sera, a presto -.
Pietro si avvicinò alla ringhiera di protezione, vi salì sopra e salutando
Cesare, gli gridò:
- A questa sera, ti aspetto -.
Carmelo Rotolo
Aprile
2024
Testo pubblicato nel 2016 nella raccolta "La Danza dei Macaoni"; rivisto e
corretto agli inizi di aprile del 2024 per poterlo leggere in attività
culturali dove sono stato invitato.
Il racconto è un testo di pura fantasia, pertanto ogni riferimento a persone
e puramente casuale.
I fatti di cronaca narrati e i periodi storici correlati sono veritieri.
Chiesa.
Presentato ed operativo il Centro di ascolto per ludopatia e
sovraindebitamento
Presentazione
È
stato presentato questa mattina, venerdì 26 aprile, al Palazzo
vescovile di Agrigento, il Centro di ascolto per le persone con
problemi di ludopatia e sovraindebitamento.
Il
Centro di ascolto sarà ospitato nei locali della Fondazione Mondoaltro,
braccio operativo di Caritas diocesana di Agrigento, in Via Barone n.
2 ad Agrigento. Già operativo il numero di telefono 3714481643
a cui rivolgersi per un appuntamento ed un aiuto. Il servizio è gratuito ed attivo tutti i giorni dalle 09.00 alle
13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
Il Centro di ascolto nasce dalla volontà della cooperativa "Sub
tutela Dei" di aiutare quanti si trovano in difficoltà economica a
causa del gioco d’azzardo patologico e del sovraindebitamento.
«Abbiamo letto e analizzato i dati e abbiamo notato - spiega
Stella Vella, presidente della cooperativa Sub Tutela Dei - che
il numero degli accessi ai Sert, ora Serd, è irrisorio rispetto alle
somme giocate, ciò a testimonianza del fatto che è difficile la presa di
coscienza e per pudore non ci si rivolge a chi di competenza. Occorre
quindi intercettare il problema attraverso un canale diverso e di
prossimità, più vicino alla gente e un po' più defilato, quale le
parrocchie, la Caritas parrocchiale; affinchè il coniuge, i parenti, i
colleghi di lavoro, gli amici segnalino il problema, perché il
ludopatico si nasconde, si vergogna, spesso non riconosce di avere un
problema. Il Centro d’ascolto nei locali della Caritas in via Barone ad
Agrigento deve essere il punto di riferimento di chi vuole aiutare un
ludopatico o per lo stesso ludopatico che assume la consapevolezza di
avere un problema».
Il progetto del Centro di ascolto per ludopatici e sovraindebitati è
stato accolto e sostenuto dall’Arcidiocesi di Agrigento, dalla
Caritas diocesana di Agrigento, dalla Fondazione Mondoaltro,
dalla Casa dei Giovani - Comunità Terapeutica e dall’Occ
(Organismo di composizione delle crisi da sovraindebitamento) "I
Diritti del Debitore" di Agrigento.
Comune.
"Endemica carenza idrica": ordinanza del Sindaco per il risparmio
dell'acqua potabile
Risparmiare acqua
Consigli utili
Occorre risparmiare l'acqua potabile. Nella nostra provincia le
piogge invernali e primaverili sono state scarsissime. Le reti idriche
sono ridotte a colabrodo, con una percentuale di perdita del
50,6 % (dati Istat). Gli invasi, senza o con scarsa manutenzione, hanno
raggiunto il minimo storico.
A parlare di "stato di crisi e di emergenza regionale, per la
grave crisi idrica nel settore potabile per le province di
Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani" è la
Giunta Regionale, nella delibera n° 100 dell'11 marzo 2024.
Il Segretario generale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico
della Sicilia, ing. Leonardo Santoro, Commissario delegato alla
realizzazione degli interventi necessari per affrontare, gestire e
superare lo stato di crisi e di emergenza idrica nel settore potabile,
con l'ordinanza commissariale n° 1 del 4 aprile 2024 ha inviato ai
Sindaci dei Comuni interessati un "Vademecum delle azioni e buone
pratiche finalizzate al risparmio idrico potabile ed alla riduzione dei
consumi" (leggi
il Vademecum).
Sulla base di questo documento il sindaco di Grotte Alfonso
Provvidenza, data l’endemica carenza idrica che sta caratterizzando
l’attuale periodo, visto che un corretto uso dell’acqua potabile è
attualmente una necessità primaria, e considerata necessaria l’adozione
di misure di carattere straordinario ed urgente, ha emanato oggi
un'ordinanza (leggi
l'ordinanza) con la quale stabilisce che tutta la cittadinanza
deve adottare i suggerimenti e le buone pratiche riportate nel Vademecum
(leggi
il Vademecum), finalizzate al risparmio idrico potabile ed alla
riduzione dei consumi, con particolare riguardo a:
- innaffiare, se proprio è indispensabile farlo, le piante
del proprio balcone o giardino, la notte (dalle ore 23.00 alle
ore 05.00) l’acqua evaporerà più lentamente, per un risparmio medio
complessivo di circa 5-10 mila litri all’anno;
- non utilizzare l’acqua potabile per il lavaggio dei veicoli privati
e, in ogni caso, utilizzare il secchio anziché il getto continuo, per
poter risparmiare circa 400-500 litri;
- non utilizzare l’acqua potabile per il lavaggio di aree
pertinenziali e piazzali;
- non utilizzare l’acqua potabile per alimentare fontane ornamentali,
vasche e piscine. La grave crisi che attraversiamo ne impone il non
utilizzo;
- attenersi a quanto riportato nel Vademecum (leggi
il Vademecum).
L'invito a non sprecare acqua, gestendo il consumo in modo più
consapevole e sostenibile, e adottando i suggerimenti e le buone
pratiche elaborate nel Vademecum, è teso a favorire il risparmio idrico
reso necessario a causa della peggiore emergenza idrica degli ultimi
anni. Il mancato rispetto dell'ordinanza comporterà la sanzione
amministrativa da 25 a 500 euro.
Ricorrenze.
"La 'liberazione' è un processo in divenire"; del dott. Salvatore
Filippo Vitello
Dott. Salvatore Filippo Vitello
La
“liberazione” è un processo in divenire, che deve continuare di generazione
in generazione.
Le nuove generazioni devono riappropriarsi della cultura e dei valori
dell'antifascismo e le più anziane hanno il dovere della memoria verso le
prime.
Si tratta, allora, di ragionarci sopra.
Si ragiona dialogando sui valori fondamentali della nostra Costituzione,
nata dall'esperienza della Resistenza, e dall'apporto sinergico delle tre
culture protagoniste di quel contesto storico: cattolica, socialista e
liberale.
Proprio grazie al confronto tra le persone che nella partecipazione alla
Resistenza provenivano da questi movimenti culturali, la riforma democratica
dello Stato, che non si volle come riproposizione del vecchio sistema
liberal-democratico riflesso nello Statuto Albertino, evolse nel confronto
con i socialismi italiani durante la guerra di Resistenza.
È indubbio che al pensiero socialista e ad uno dei suoi protagonisti Lelio
Basso, è da attribuire l’art.3, 2° comma, della Costituzione, che sancisce i
il principio dell'uguaglianza sostanziale, secondo cui è compito preciso
dello Stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di
fatto limitano la libertà e l'uguaglianza dei consociati.
Oltre all'apporto socialista vi fu un significativo contributo del movimento
resistenziale cattolico alla “ribellione” partigiana combattente, come
appunto fu quello della formazione che pubblicava Il Ribelle di
Teresio Olivelli, medaglia d’oro al valor militare, proclamato, già da
qualche anno, Beato a Vigevano.
Fondamentale per il lavoro sulla nuova democrazia da parte cattolica fu il
rapporto con i comunisti italiani guidati da Palmiro Togliatti.
Gli elementi culturali del marxismo furono fondamentali perché tramite essi
si ebbe un'analisi realistica dei fatti sociali, sviluppata molto
efficacemente, giungendo ad individuare nelle dinamiche dei conflitti di
classe i fattori di criticità sociale.
Quest’ordine di idee fu assimilato dal cattolicesimo democratico.
Naturalmente divergevano le soluzioni.
Il cattolicesimo democratico, che non era e non è sovrapponibile alla
dottrina sociale della Chiesa, inquadra i conflitti di classe
nell’interclassismo, in cui le classi e il relativo conflitto non sono
negati nella loro realtà sociale ma in cui le dinamiche conflittuali
avvengano in un quadro istituzionale di procedure democratiche e di tutela
dei diritti fondamentali della persona, sia di libertà personali che
politici, sindacali e sociali, in costante sviluppo verso forme sempre più
evolute di partecipazione.
Ne scaturì una Costituzione repubblicana fondamentalmente imperniata, in una
felice sintesi, sui valori riconosciuti dal pensiero socialista e da quello
cattolico.
Grazie a questo illuminato dialogo essa può dirsi incentrata intorno a due
norme: l’art. 2 della Costituzione: "La Repubblica riconosce e garantisce
i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni
sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei
doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale",
principio fondamentale sul riconoscimento della dignità della persona,
espressione di puro cattolicesimo democratico; e l’art. 3, 2° comma,
sull'uguaglianza sostanziale, che è espressione del socialismo democratico.
Una Costituzione che, proprio per la dinamica impressa da queste due norme,
fu pensata come in costante evoluzione verso forme più avanzate.
Questa evoluzione corrisponde ad una costante azione di “liberazione” che
prosegue quella culminata il 25 aprile 1945 con l’insurrezione milanese.
In questo “nostro” 25 aprile che oggi celebriamo, penso sia coerente con il
pensiero che è alla base di quei fondamentali valori, riflettere
sull'attualità e chiedersi che apporto è stato dato in questi anni
all’evoluzione dei processi democratici (penso alla riforma sanitaria ed
all'estensione del welfare) verso forme più avanzate di liberazione dalle
sofferenze sociali.
In che misura sono stati estesi i diritti sociali delle persone più fragili.
In che misura si è riusciti a trasmettere la democrazia alle generazioni più
giovani.
E, soprattutto, occorre interrogarci, soprattutto noi che abbiamo goduto di
uno straordinario periodo di pace e prosperità, in che misura sentiamo oggi
il dovere dell'impegno contro le guerre, la morte e la devastazioni che esse
generano.
Concludo riportando le parole di un mio caro amico e collega Paolo Borgna,
contenuto nell'articolo ripreso oggi da Malgradotutto:
"Davanti alle immagini di immense distruzioni che dal febbraio 2022 ci
accompagnano ogni giorno, spesso siamo tornati ad una indimenticabile pagina
di Stalingrado di Vasilij Grossman. È quella in cui il contadino-soldato
Pëtr Vavilov entra in Stalingrado «uccisa, distrutta». E di fronte alle
rovine che ancora trasudano il calore dell’incendio come fosse l’alito delle
persone vissute fra quelle mura; di fronte alle macerie che svelano l’enorme
patrimonio necessario per la ricostruzione, capisce fino in fondo la guerra
e scandisce a se stesso tre parole: «Hitler è questo»".
È partendo da quelle macerie che i nostri genitori hanno costruito il nostro
benessere e difeso la nostra libertà, fondando collettivamente un’Europa che
ci ha difesi da nuove guerre.
Chiesa. Il gruppo "San Domenico Savio" di Grotte
al 70° Convegno diocesano dei Ministranti
Foto di gruppo
Servizio all'altare
Servizio all'altare
Animazione
Presente e attivo il gruppo dei ministranti "San Domenico Savio",
della parrocchia Madonna del Carmelo di Grotte, al 70° Convegno
diocesano dei Ministranti.
Si è
svolto oggi, giovedì 25 aprile, presso il Seminario arcivescovile di
Agrigento, il 70° Convegno diocesano dei Ministranti, organizzato
dall'equipe del Centro Diocesano Ministranti. Un convegno al quale non
potevano mancare i "chierichetti" della parrocchia grottese vincitori,
lo scorso anno, del gagliardetto diocesano.
Accompagnati dalla loro animatrice Tiziana Marsala, dal parroco
don Sergio Sanfilippo, dal seminarista Giuseppe La Mendola
e dai genitori, 19 ministranti hanno partecipato attivamente alla
giornata; dall'accoglienza e animazione alla santa Messa celebrata della
cattedrale di san Gerlando.
Alla celebrazione eucaristica i ministranti grottesi hanno prestato
servizio all'altare venendo accolti sui seggi riservati al Capitolo, nel
coro della chiesa. Attualmente il gruppo "San Domenico Savio" è formato
da 22 ministranti: 5 ragazzi e 17 ragazze.
"Il momento tanto atteso per il gruppo 'San Domenico Savio' di Grotte
è stato il servizio all'altare in cattedrale - ha dichiarato Tiziana
Marsala, da 5 anni animatrice del gruppo -. Grazie a don Calogero
Putrone, a tutti i ragazzi del Centro Diocesano Ministranti, ai
seminaristi, a don Sergio Sanfilippo, a tutti i presbiteri, alle
famiglie e ai miei cari ministranti".
A rallegrare l'animazione mattutina e le attività pomeridiane è stata
chiamata l'associazione grottese "Cartoon Mania", con Filippo La
Mendola e Monica Bellavia.
"Questa
è stata la giornata di oggi - hanno affermato i due coniugi
animatori -: una giornata unica, indimenticabile, ricca di emozioni,
gioia, preghiera, condivisione, unione, giochi e tanto divertimento.
Grazie a don Calogero Putrone e a tutto il suo staff per averci voluto
accanto per condividere la gioia di stare insieme".
Al termine della giornata i ministranti di Grotte hanno consegnato il
gagliardetto ai loro "colleghi" di una parrocchia di Aragona.
Comune.
Il sindaco Alfonso Provvidenza alla cerimonia provinciale di Siculiana
per il 25 Aprile
Sindaco di Grotte
Autorità
La cerimonia provinciale per il 25 Aprile, 79° anniversario della
liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista,
si è svolta quest’anno a Siculiana.
Presenti alla manifestazione: l’arcivescovo Alessandro Damiano, il
prefetto Filippo Romano, il questore Tommaso Palumbo, le autorità civili
e militari nonché numerosi cittadini.
L’inizio della manifestazione è stato dato dalla celebrazione della
santa Messa nel Santuario del Santissimo Crocifisso; di seguito, in
Piazza Umberto I, si è svolta la cerimonia militare, con le
rappresentanze delle Forze Armate, delle Forze di Polizia, di soccorso,
dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.) e della
Fanfara del 6° Reggimento Bersaglieri di Trapani.
In prima fila il Comune di Grotte rappresentato dal sindaco Alfonso
Provvidenza; questo il suo commento affidato ai social: “Oggi
a Siculiana per la ricorrenza del 79° anniversario della Liberazione
d’Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo. Viva l'Italia libera
dal nazifascismo”.
Ricorrenze.
"25 Aprile - Festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo"
25 Aprile
Il 25
aprile si celebra la festa della liberazione dell'Italia dall'occupazione
nazista e dal regime fascista.
Non una generica "festa della liberazione" né, a maggior ragione, una "festa
della libertà". Occorre ricordarlo di anno in anno, affinché la Storia non
si ripeta.
Il 25
aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale
Alta Italia (CLNAI) - del quale era componente il futuro presidente
della Repubblica Sandro Pertini - proclamò l'insurrezione generale
in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte
le forze partigiane attive nel Nord Italia, facenti parte del Corpo
volontari della libertà, di attaccare i presidi fascisti e tedeschi,
imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate.
È un giorno fondamentale per la Storia d'Italia, come simbolo della lotta
condotta dai partigiani e dall'esercito a partire dall'8
settembre 1943, e segna il coronamento della resistenza italiana al nazifascismo.
Questa è Storia.
Il 28 giugno 1960, Sandro Pertini, allora presidente della Camera,
pronunciò un discorso memorabile sui valori della Resistenza e
dell’antifascismo nella vita democratica del Paese. In quell’occasione, di
fronte alla folla genovese che protestava contro il congresso del Movimento
Sociale Italiano, Pertini disse: “Il fascismo non è un’opinione, è un
crimine. E ogni atto, ogni manifestazione, ogni iniziativa di quel
movimento è una chiara esaltazione del fascismo, poiché il fascismo, in ogni
sua forma è considerato reato dalla Carta costituzionale”.
Sandro Pertini spiegò in un’intervista perché non può esserci spazio per
il fascismo in un Paese democratico come l’Italia: “Sono pronto a
difendere con la vita chi non la pensa come me, ma il fascismo lo
combatto perché è l’antitesi delle vere fedi politiche, perché opprime
tutti quelli che la pensano diversamente”.
La posizione del rimpianto presidente della Repubblica Italiana Sandro
Pertini era chiarissima: “Io non sono credente, ma rispetto la fede dei
credenti; io sono socialista, ma rispetto la fede politica degli altri e la
discuto, polemizzo con loro, ma loro sono padroni di esprimere liberamente
il pensiero. Il fascismo no, il fascismo lo combatto con altro animo: il
fascismo non può essere considerato una fede politica; il fascismo è
l’antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi
politiche perché il fascismo opprimeva chi non la pensava come lui”.
Ricordiamo ancora la Storia.
"Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo
di questa associazione a delinquere”, pronunciò il capo del fascismo
in un discorso divenuto storico e che aprì la strada alla definitiva svolta
dittatoriale dell’Italia dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti. Il fascismo è stato un'associazione a delinquere; per l'Italia e per gli
italiani è stato il Male, quanto di più aberrante, brutale, crudele,
disumano "il capo di questa associazione a delinquere", insieme ai
suoi interessati accoliti, poteva concepire e mettere in atto.
È il 30 maggio del 1924 quando il deputato socialista firma, con un discorso
alla Camera, la sua condanna a morte.
Il corpo di Matteotti viene ritrovato solamente il 16 agosto del 1924.
Mussolini ordina al ministro degli Interni Luigi Federzoni di preparare
imponenti funerali da tenersi però a Fratta Polesine, città natale di
Matteotti, in modo da tenere lontana l’attenzione dell’opinione pubblica. La vedova Velia Matteotti scrive a Federzoni e chiede che al
funerale non fossero presenti esponenti del PNF e della Milizia.
"Chiedo che nessuna rappresentanza della Milizia fascista sia di
scorta al treno: nessun milite fascista di qualunque grado o carica
comparisca, nemmeno sotto forma di funzionario di servizio. Chiedo
che nessuna camicia nera si mostri davanti al feretro e ai miei occhi
durante tutto il viaggio, né a Fratta Polesine, fino a tanto che la salma
sarà sepolta. Voglio viaggiare come semplice cittadina, che compie il suo
dovere per poter esigere i suoi diritti; indi, nessuna vettura-salon, nessun
scompartimento riservato, nessuna agevolazione o privilegio; ma nessuna
disposizione per modificare il percorso del treno quale risulta dall’orario
di dominio pubblico. Se ragioni di ordine pubblico impongono un servizio
d’ordine, sia esso affidato solamente a soldati d’Italia" (Dal Corriere
della Sera del 20 agosto 1924).
A pesare sull’omicidio è il celebre discorso nel quale venivano denunciati i
brogli e le violenze del regime durante le elezioni. Ma Matteotti stava
anche per presentare alla Camera un dossier riguardante le tangenti e le
mazzette che la Sinclair Oil americana pagava al Duce e al Re per poter
trivellare il suolo siciliano e per i suoi interessi sul suolo libico. E non
è un caso che volesse rivelare l’illecito proprio in occasione della
riapertura dell’Aula di Montecitorio il 10 giugno, il giorno in cui fu
rapito e ucciso.
Questa è Storia.
Aveva ragione il compianto presidente Pertini a dichiarare: "rispetto
la fede politica degli altri e la discuto, polemizzo con loro, ma loro sono
padroni di esprimere liberamente il pensiero". Si può essere "conservatori", "reazionari", "tradizionalisti", "di
destra" contrapponendosi ai "riformisti", ai "progressisti", alla
"sinistra", senza necessariamente essere "fascisti"; perché - per citare
ancora Sandro Pertini - "il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche".
Il fascismo è l'antitesi della democrazia e della libertà; è
oppressione, violenza, sopraffazione, codardia. L'italiano vero non è stato quello che ha manganellato, assassinato,
trucidato, magari eseguendo ciecamente da balordo criminale ordini di
criminali ancor più balordi; italiano vero, sincero patriota, è stato chi
ha combattuto per la libertà, chi ha dato la propria vita per difendere
i deboli, gli inermi, gli oppressi.
Ricordiamocelo sempre! Per questo dobbiamo ancora continuare a celebrare il 25 Aprile, come la
Festa della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime
fascista.
E dobbiamo farlo tutti; che siamo progressisti o conservatori, di
sinistra, di destra o di centro. Perché la libertà deve essere
patrimonio comune di tutte le persone, a prescindere dal loro credo
politico.
Come non abbiamo nessun timore nel dichiararci contro i totalitarismi e le
dittature (se ne siamo convinti), così non dovremmo avere nessuna remora nel
dichiararci apertamente antifascisti. Delle due l'una: o si sostiene quella
"associazione a delinquere" o se ne prendono le distanze.
Gli italiani che amano la libertà (propria e degli altri) hanno già scelto.
Televisione.
Domani a "Geo
& Geo" su Rai 3 la puntata con le immagini registrate a
Grotte
Sagramola e Biggi
Aggiornamento: la puntata sarà trasmessa in data successiva.
Sarà
trasmessa domani, mercoledì 24 aprile 2024, alle ore 16.30 su Rai
3, la puntata del
programma "Geo
& Geo" - condotto da Sveva Sagramola ed Emanuele Biggi - con le
immagini registrate a Grotte.
Lo scorso giovedì 4 aprile,
Angela Seracchioli insieme alla troupe del programma è stata a Grotte, lungo
il percorso della Magna Via Francigena, per effettuare
delle riprese sui beni storico-architettonici e sui murales, accompagnata
dall'assessore alle Biblioteche e all'Archivio Storico Gianni Lombardo
e da Alessandra Marsala dell'Associazione "La Biddina".
Scuola.
Istituto Comprensivo "A. Roncalli": ponte del 25 Aprile; il 26 sospesa
l'attività didattica, si rientra il 29
Scuola chiusa
Ponte
del 25 Aprile anche per gli alunni dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte e Comitini.
Il dirigente scolastico prof.ssa Antonina Ausilia Uttilla, con una
circolare, ha comunicato che venerdì
26 aprile 2024 l’attività didattica sarà sospesa. La sospensione è stata
deliberata dagli Organi Collegiali dell'Istituto.
L'ultimo giorno di attività, prima della festività del 25 Aprile -
Festa della Liberazione
dell'Italia dal nazifascismo -, sarà mercoledì 24 aprile. Le
lezioni riprenderanno regolarmente lunedì 29 aprile.
Sport. Riapre la piscina comunale di Villaseta,
dopo quattro anni di chiusura
Piscina di Villaseta
Autorità
Riapre la piscina comunale di Villaseta: un nuovo polo sportivo per
la città. Dopo quattro anni di chiusura, la piscina comunale di
Villaseta torna finalmente a disposizione degli agrigentini.
La
cerimonia di inaugurazione si è svolta lo ieri, lunedì 22 aprile 2024,
alla presenza del sindaco di Agrigento Franco Miccichè, del
viceprefetto vicario Massimo Signorelli in rappresentanza del
Prefetto di Agrigento, del deputato nazionale Lillo Pisano, dei
vertici delle forze dell'ordine e di una numerosa rappresentanza della
cittadinanza.
L'intervento del viceprefetto Signorelli ha sottolineato l'importanza
della sinergia tra le istituzioni e i privati per il raggiungimento di
obiettivi concreti che migliorano la qualità della vita dei cittadini.
"La riapertura della piscina di Villaseta - ha affermato
Signorelli - rappresenta un segnale di rinascita e di vitalità per il
territorio agrigentino. Un luogo dove praticare sport, stare insieme e
socializzare, soprattutto per i nostri giovani".
I lavori di ristrutturazione della piscina hanno riguardato la caldaia,
la struttura e le aree esterne. L'impianto è ora pronto ad accogliere
nuotatori di tutte le età, con corsi e attività per tutti i gusti.
L'apertura della piscina comunale di Villaseta rappresenta un nuovo
tassello importante per la crescita di Agrigento. Un segno di attenzione
verso lo sport, la salute e il benessere dei cittadini.
Attualità. "Tratta degli esseri umani": convegno
al Teatro Pirandello di Agrigento; martedì 23 aprile
Migranti
La tratta degli esseri umani sarà oggetto di un convegno che
affronterà tecnicamente gli argomenti della "identificazione e tutela
delle vittime nell'ambito del sistema multi-stakeholder" e del
"Meccanismo Nazionale di Referral".
L'incontro, organizzato dalla Prefettura di Agrigento, si terrà
martedì 23 aprile 2024 , a partire dalle ore 09.00, presso
il Teatro Pirandello di Agrigento.
La manifestazione, moderata dal dirigente dell'ufficio immigrazione
della Prefettura di Agrigento, dott. Gabriele Barbaro, sarà
arricchito dagli interventi del procuratore della Repubblica di
Agrigento, dott. Giovanni Di Leo, della coordinatrice Sud e
Sicilia del Progetto Med.e.a. dell'OIM, dott.ssa Rita Duca, del
referente del Numero Verde Anti Tratta, dott. Gianfranco Della Valle,
delle operatrici specializzate dell'Ente Anti Tratta Cooperativa Sociale
Proxima, dott.sse Caterina Poidomani, Veronica Modica e
Giulia Iurato e della protection associate di UNHCR, dott.ssa
Antonella Basilone.
Grazie al patrocinio dell'Ordine degli Assistenti Sociali della Regione
Sicilia, sono concessi 4 crediti formativi e 1 credito deontologico
validi per la formazione continua degli assistenti sociali.
L'incontro si inquadra nel percorso di formazione che il prefetto
Filippo Romano ha avviato sin dal suo insediamento in favore di
tutte le componenti istituzionali e del privato sociale, al fine di
favorire momenti di confronto e di dialogo su temi di rilevante e comune
interesse.
Scuola.
Istituto Comprensivo "A. Roncalli": domani iniziano i viaggi
d'istruzione degli alunni della primaria
I.C. "Roncalli"
A
partire da domani, martedì 23 aprile, gli alunni delle classi di scuola
primaria dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte e Comitini
parteciperanno ai viaggi d'istruzione.
Saranno le classi quinte a dare il via, martedì 23 aprile, a
questa serie di esperienze; per loro è prevista una visita a Palermo e al
Bioparco di Carini.
La partenza è prevista da Grotte per le ore 07.30,
con appuntamento in Piazza Anna Magnani, per le classi quinte dei plessi
Roncalli e Sciascia; alle ore 07.15 da Piazza Umberto I di Comitini per la
pluriclasse terza-quarta-quinta del plesso Ciranni. Il rientro è previsto
per le ore 19.00.
Poi sarà la volta delle classi prime e seconde, che partiranno
lunedì 29 aprile diretti alla Fattoria Didattica "Vassallo" di Licata.
Per loro l'appuntamento a Grotte è alle ore 08.00 ancora dalla Piazza Anna
Magnani, per le classi prime e seconde dei plessi Roncalli e Sciascia; alle
ore 07.15 da Piazza Umberto I di Comitini per la pluriclasse prima e seconda
del plesso Ciranni. Il rientro è previsto per le ore 17.00.
Le classi terze partiranno martedì 30 aprile, con destinazione
Agrigento, la Valle dei Templi e il giardino della Kolymbethra. La
partenza è fissata alle ore 08.00 dalla Piazza Anna Magnani di Grotte. Il
rientro è previsto per le ore 17.30.
Infine le classi quarte andranno, martedì 30 aprile, a
visitare il Planetario di Agrigento, Porto Empedocle e i luoghi di
Camilleri. Partiranno alle ore 08.00 dalla Piazza Anna Magnani di
Grotte. Il rientro è previsto per le ore 17.00.
A tutti i partecipanti è raccomandata la massima puntualità. Gli alunni
indosseranno T-shirt, cappellino della scuola e scarpe da ginnastica.
Porteranno con sé l'acqua, la merenda e il pranzo a sacco. Ai genitori è
vivamente consigliato di non affidare agli alunni smartphone, per evitare
smarrimenti e danneggiamenti.
I viaggi d'istruzione rappresentano un'esperienza unica per tutti gli
studenti di ogni ordine e grado; sono l'occasione per vivere una giornata
all'insegna della socializzazione, dell'esperienza diretta sul campo,
dell'apprendimento attrattivo e gioioso; in genere sono viaggi che rimangono
indelebilmente impressi nella memoria.
Ambiente.
Ordinanza del Sindaco di Grotte per la prevenzione degli incendi estivi
(dal 15 maggio al 31 ottobre)
Incendio
Dal 15 maggio al 31 ottobre 2024 sarà vietato accendere fuochi e
bruciare residui agricoli e forestali su tutto il territorio comunale di
Grotte.
Lo ha stabilito il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza, con
l'ordinanza n° 6 del 20 aprile 2024 (leggi
l'ordinanza), constatato che, in particolare nella stagione estiva
il fenomeno degli incendi boschivi inclusi quelli che si propagano anche
su aree di interfaccia urbano-rurale, provocano gravi ed ingenti danni
al patrimonio forestale, al paesaggio, alla fauna e all’assetto
idrogeologico del territorio comunale, nonché rappresentano un grave
pericolo per la pubblica e la privata incolumità; e tenuto conto delle
analisi e delle informazioni sull’andamento del fenomeno incendi
contenute nel piano regionale di previsione, prevenzione e lotta agli
incendi boschivi, dal quale si evince che il periodo maggiormente a
rischio di incendi boschivi, per il territorio comunale, è quello
compreso fra il 15 giugno e il 15 ottobre di ogni anno.
Pertanto il sindaco ha ordinato, in riferimento al periodo dal 15
maggio al 31 ottobre 2024, il divieto di:
- accendere fuochi di ogni genere;
- far brillare mine o usare esplosivi;
- combustione di residui vegetali agricoli e forestali;
- usare apparecchi a fiamma od elettrici per tagliare metalli;
- usare motori (fatta eccezione per quelli impiegati per eseguire i
lavori forestali autorizzati e non in contrasto con le PMPF ed altre
norme vigenti), fornelli o inceneritori che producano faville o brace;
- fumare, gettare fiammiferi, sigari o sigarette accese e
compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo
immediato o mediato di incendio;
- esercire attività pirotecnica, accendere fuochi d’artificio, lanciare
razzi di qualsiasi tipo e/o mongolfiere di carta meglio note come
lanterne volanti dotate di fiamme libere, nonché altri articoli
pirotecnici;
- transitare e/o sostare con autoveicoli su viabilità non asfaltata
all’interno di aree boscate fatta eccezione per i mezzi di servizio e
per le attività agro-silvo-pastorali nel rispetto delle norme e dei
regolamenti vigenti.
Con la stessa ordinanza (leggi
l'ordinanza) vengono indicate particolari disposizioni, prescrizioni
generali e attività di prevenzione, al fine di prevenire ed eliminare
gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza
urbana.
Teatro.
"La ciociara" di Moravia, con Lia Rocco; venerdì 26 aprile al Circolo
Empedocleo di Agrigento
Locandina
Proseguono le iniziative della 7^ stagione di Teatro da Camera 2023/2024
promosse dal Pirandello Stable Festival di Mario Gaziano e dal
Circolo Empedocleo presieduto da Giuseppe Adamo.
Venerdì 26 aprile 2024, alle ore 18.15 presso il Circolo
Culturale Empedocleo di Agrigento,Lia Rocco porterà in scena
"La ciociara" di Alberto Moravia.
L'adattamento del testo, l'ideazione, la direzione e l'interpretazione è di
Lia Rocco; con la partecipazione straordinaria del M° Angelo Sanfilippo.
Ingresso gratuito sino ad esaurimento dei posti. Per informazioni è
possibile chiamare il numero 3282156066.
Editoria.
Presentazione del libro "Raccontami Agrigento", di
Elio Di Bella; lunedì 22
aprile al Circolo Empedocleo
Copertina
Si conclude ad Agrigento l’iniziativa di BCsicilia (Beni Culturali Sicilia)
"30 libri in 30 giorni" edizione 2024 che ha visto presentare, in giro per
la Sicilia, 30 volumi che sintetizzano varie esperienze editoriali con
particolare attenzione al nostro patrimonio culturale e ambientale. L’ultimo
libro che chiude la rassegna di quest’anno è dedicato all’antica Akragas. Lunedì 22 aprile 2024 alle ore 17.30 presso il Circolo
Empedocleo di Agrigentoverrà presentato il libro "Raccontami
Agrigento" di Elio Di Bella, Presidente del gruppo cittadino di
BCsicilia.
Dopo i saluti di Giuseppe Adamo, presidente del Circolo Culturale
Empedocleo, sono previsti gli interventi di Benedetto Comparetto, Salvatore
Indelicato, Giuseppina Mendola e Alberto Todaro. Sarà presente l’Autore.
Conclusioni di Alfonso Lo Cascio, presidente regionale BCsicilia.
Il libro "Raccontami Agrigento" è un’antologia di testi, raccolti da diversi
anni da Elio Di Bella, storico agrigentino. Il libro non è una delle tante
guide della città siciliana ma ritrae la Città dei Templi attraverso le voci
di coloro che l’hanno vissuta, anche in secoli lontani.
La raccolta di racconti e testimonianze presentata nel volume non è solo un
omaggio alla ricchezza storica e culturale di Agrigento, ma si erge anche
come un fondamentale catalizzatore per una riflessione più ampia sulla
conservazione della memoria urbana e sull'identità collettiva dei suoi
abitanti. Attraverso il dialogo tra passato e presente, il testo propone una
visione complessa su come una comunità possa interagire con la propria
storia, preservando le proprie radici pur navigando le inevitabili
trasformazioni del tempo e i giovani di Agrigento potranno attingere dalle
esperienze e dalle narrazioni dei loro antenati non solo per comprendere la
propria eredità, ma anche per riflettere su come vogliono modellare il
futuro della città.
L’autore, Elio Di Bella, è un docente in quiescenza di storia e filosofia.
Laureato nelle medesime materie presso l’Università di Lettere e Filosofia
di Catania, con il massimo dei voti e con una tesi sul romanzo storico di
Pirandello "I Vecchi e i Giovani", che ha ottenuto nel 1986 il premio
Mursia. Ha un baccalaureato in teologia con indirizzo pedagogico, con il
massimo dei voti.
Cronista del Giornale di Sicilia dal 1984 e attualmente anche sul quotidiano
online Balarm. Ricopre l’incarico di addetto stampa del Circolo culturale
Empedocleo di Agrigento. Ha realizzato servizi giornalisti e rubriche di
storia per TV locali. Numerose le sue pubblicazioni in riviste, quotidiani e
nei giornali online locali e regionali. Il giornalismo e la conoscenza della
storia locale sono la sua passione.
È responsabile cittadino di BCsicilia, dirigente provinciale per il settore
cultura di AICS, responsabile regionale per la cultura del sindacato dei
giornalisti SAGI (Sindacato Autonomo Giornalisti Italiani).
Editoria.
Presentato alla Fondazione "Sciascia" il libro "Lublino Leopoli Racalmuto", di Enzo Sardo
Guarda il video
Locandina
Presso la Fondazione "Leonardo Sciascia"' di Racalmuto (AG), sabato 20
aprile 2024 si è svolta la presentazione del libro "Lublino Leopoli
Racalmuto" (Armando Siciliano Editore), scritto da Enzo Sardo(guarda
il video).
Sottotitolo: "Tra storia e microstoria guerre amicizie unioni".
Attualità.
Antonio Scurati: "Lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa
della democrazia italiana"
Antonio Scurati
Lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere stasera, durante la
trasmissione “Che sarà” su Rai3, un monologo incentrato sul tema del 25
aprile; l'intervento è stato invece annullato. Ne riportiamo integralmente
il testo pubblicato da Repubblica.it.
*****
“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del
1924.
Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano,
professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di
Benito Mussolini.
L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario,
l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura
fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce
del sole.
Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita.
Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere.
Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata
malamente con una lima da fabbro.
Mussolini fu immediatamente informato.
Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che
avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito.
Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della
vittima nel cassetto della sua scrivania.
In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio
politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste
perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei
fascisti italiani, nel 1944.
Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei
luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue
freddo migliaia di inermi civili italiani.
Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono
addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose - primavera del ’24, primavera
del ’44 - proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza
storica - non soltanto alla fine o occasionalmente - un irredimibile
fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista.
Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?
Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del
2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista
oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del
Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si
è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura
neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze
indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei)
senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato
sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti
repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della
Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la
parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).
Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della
Liberazione dal nazifascismo.
La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare
palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici,
siano essi di sinistra, di centro o di destra.
Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci
governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della
democrazia italiana”.
Antonio Scurati
Ricerche.
L'ing. Mariella Mulè, cattura la CO2 realizzando tecnologie per il
Pianeta
Mariella Mulè
Ridurre
le emissioni di anidride carbonica, catturare la CO2, migliorare la qualità
dell'aria e contribuire a mantenere "green" il Pianeta; questa è la "mission"
dell'ing. Mariella Mulè.
Dopo la laurea in Ingegneria Chimica nel 2008, ottenuta col massimo dei voti
presso l'Università degli Studi di Palermo, Mariella Mulè ha iniziato la sua
carriera nel settore delle energie rinnovabili, come capofila del progetto
di sviluppo e produzione di prodotti chimici a base di biomassa.
Dal 2018 lavora presso la Ecospray Technologies, dapprima come
ingegnere di progetto a supporto del Project Manager nella gestione,
installazione e messa in servizio di progetti dell'impianto EGCS (Exhaust
Gas Cleaning Systems) - Sistemi di depurazione dei gas di scarico -. Dal 2020 è Project Manager. È responsabile della gestione Progetti
EGCS nel settore marino settore per i clienti dei Mercati europei e
asiatici. Coordina e gestisce tutte le fasi del progetto, dai contratti agli
impianti alla messa in servizio. In tale contesto ha dimostrato di possedere
forti capacità organizzative e di gestione dei rapporti con i vari interni
reparti, fornitori e clienti esterni, nonché di risoluzione dei problemi e
capacità di leadership per gestire la fase di progetto passo dopo passo.
L’ing. Mariella Mulè è titolare del brevetto registrato nel 2011 al n° US
US9084981 B2 su “Regenerative purification of a pretreated biomass
stream Study of inhibitor removal section” (Purificazione rigenerativa di un
flusso di biomassa pretrattata. Studio della sezione di rimozione degli
inibitori). In altre parole, il brevetto ottenuto dall'ing. Mulè riguarda
uno studio di
ricerca condotto per la rimozione di componenti indesiderati in una corrente
dell'impianto pilota di produzione di etanolo di seconda generazione.
La Ecospray Technologies, nella quale opera l'ing. Mulè, è una
società italiana specializzata in soluzioni integrate per la riconversione
sostenibile delle industrie marittime e terrestri. Negli ultimi 20 anni
Ecospray ha sviluppato uno dei più grandi portafogli di EGCS (Exhaust Gas
Cleaning Systems) per il settore marittimo, con oltre 700 sistemi installati
su navi da crociera, traghetti e navi commerciali, con centinaia di migliaia
di ore di funzionamento e prestazioni comprovate nella riduzione delle
emissioni. Nell’ambito della Carbon Capture, Ecospray ha sviluppato diverse
tecnologie per aiutare gli armatori a trovare la soluzione migliore in
termini di decarbonizzazione con differenti applicazioni in base alle
necessità operative. Due soluzioni per la cattura della CO2 sono basate
sull’assorbimento chimico utilizzando ammine o idrossido di calcio e sono
attualmente pronte per il mercato. Un’altra tecnologia è basata su celle a
combustibile a carbonati fusi - Molten Carbonate Fuel Cells (MCFC), che
riducono i costi e l’impatto ambientale abbinando alla cattura della CO2 la
produzione simultanea di energia pulita.
Queste tecnologie consentono di catturare, in condizioni specifiche, sino
all’80% della CO2 emessa durante la navigazione.
Dietro ciascun passo nella progettazione, sviluppo, implementazione e emessa
in opera di queste tecnologie possiamo intravedere un pizzico di Grotte,
attraverso l'opera dell'ing. Mariella Mulè.
Riflessioni.
"Sbaglia il prof. Canfora quando dice che la Meloni è nazista nel fondo
dell'anima"; di Antonio Pilato
Antonio Pilato
Il mondo in cui viviamo
è il mondo dei dati di senso, vero, reale, concreto, scientificamente
conoscibile e descrivibile con il linguaggio proprio e pubblico.
Sbaglia il prof. Canfora quando dice, a Rai Tre, nella trasmissione delle
20.30, con la Gruber, che la Meloni è nazista nel fondo dell’anima; facendo
anche riferimento all’Es freudiano.
Il prof. Canfora pretende, dotandosi di ali artificiali, fittizie, di poter
oltrepassare i limiti naturali della conoscenza umana, trasferendosi, come
si fa con l’immaginario della metafisica, nell’Io spirituale della
Presidente del Consiglio.
Il prof. Canfora esprime un giudizio insensato, che fa crollare la sua
rinomata cultura come fatta di sabbia.
Si scrive questa lettera alla Direzione del Quotidiano non per parte o
apologia, ma per oggettività logica, come direbbe Ludwig Wittgenstein.
Comune. Il sindaco Provvidenza e l'assessore
Lombardo a Ecomed, la tre giorni della Green Expo del Mediterraneo
Lombardo e Provvidenza
Ecomed
Si conclude oggi, venerdì 19 aprile 2024, Ecomed, la
Green Expo del Mediterraneo, che si è svolta dal 17 presso il Centro
Sicilia Fiera di Misterbianco (Catania).
(Giovanni Lombardo e Alfonso Provvidenza)
Nella giornata di ieri, tra i convegni in programma, uno è stato dedicato al tema "Water 360°:
soluzioni tecnologiche dalla scienza e dalle imprese per i gestori del
Servizio Idrico Integrato"; nel corso del "focus dedicato alle criticità presentate da alcuni dei
gestori invitati" una relazione è stata proposta dal dott.
Alfonso Provvidenza, nella qualità di Presidente dell'Assemblea dei
Sindaci di AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini).
Nel pomeriggio il Primo Cittadino di Grotte, accompagnato dall'assessore
Giovanni Lombardo, ha partecipato alla Prima "maratona" dei Sindaci dei
Comuni virtuosi in Protezione Civile della Sicilia.
Il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana ha
riconosciuto la buona amministrazione di sindaci, assessori, tecnici e del
loro volontariato, in tema di resilienza, prevenzione, organizzazione e
gestione delle emergenze nonché di pianificazione di protezione civile,
capacità di spesa dei fondi e valorizzazione delle associazioni
specializzate, mediante un format che mette a confronto le varie componenti
del sistema.
Nelle foto a lato, il sindaco Provvidenza e l'assessore Lombardo a Ecomed.
Editoria.
Presentazione del libro "La vera storia di Vitti 'na crozza", di
Sara Favarò; sabato 20
aprile a Comitini
Locandina
Sara Favarò
Nell’ambito dell’iniziativa “30 Libri in 30 Giorni”, promossa da BCsicilia,
si presenta sabato 20 aprile 2024 alle ore 18.00, presso il
Palazzo Baronale Bellacera a Comitini, il volume di Sara Favarò “La
vera storia di Vitti ‘na Crozza. Autori, Misteri, Morte, Miniere”.
Sono previsti gli interventi di Luigi Nigrelli (sindaco di Comitini),
Benedetto Ranieri (presidente della Biblioteca comunale di Comitini) e
Mariza Rusignolo (critico letterario).
Conclusioni di Alfonso Lo Cascio (presidente regionale BCsicilia). Coordina
l’incontro Viviana Caparelli. Sarà presente l’autrice. L’incontro è
organizzato BCsicilia e dal Comune di Comitini.
La canzone “Vitti 'na Crozza” è conosciuta per il suo orecchiabile
ritornello ed è spesso considerata un inno della Sicilia. Tuttavia, la sua
origine risale agli anni Cinquanta ed è ambientata nell’atmosfera tremenda
e disumana delle miniere di estrazione dello zolfo siciliane. Sara Favarò ha
eseguito uno studio analitico della canzone, restituendo la veridicità delle
sue origini e del suo significato. L'Autrice svela il nome del suo autore e
del suo compositore. Quest'ultimo ha dovuto lottare per il riconoscimento
della paternità musicale del brano che è stato oggetto di varie
rielaborazioni testuali e musicali, fino all'aggiunta del "larallallerulallerulalà",
che suona come un'offesa alla dignità di quanti morirono nel ventre della
terra. La prima versione della canzone è quella che si può ascoltare come
sigla del film "Il cammino della speranza" di Pietro Germi.
Sara Favarò, insignita dal Presidente della Repubblica dell'onorificenza di
Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per il suo
impegno e dedizione nel campo culturale e artistico, è una scrittrice
sensibile ai temi sociali, che tratta nei suoi testi di narrativa e poetica.
La sua produzione letteraria è variegata: narrativa, saggistica, teatro,
letteratura per l'infanzia, ricerche etno antropologiche. Giornalista
pubblicista, collabora con testate nazionali ed estere. Fondatrice, nel
1980, del rruppo etno-rock Sikelia, ha portato in giro per il mondo la loro
musica lontana da abusati cliché folcloristici. Autrice di testi teatrali
che porta in giro con il Gruppo Arte Sikelia da lei fondato, recita per il
cinema, il teatro e la televisione.
Fotografia. "Uomini senza corpo"; di Franco Carlisi
Gente di Fotografia
Una
menzogna ben raccontata può diventare una verità. Una vita immaginata può
diventare una vita vera, senza esserlo realmente. La vita esiste anche
attraverso il racconto che si fa di essa.
La mia storia personale - come quella di tanti - si nutre di parole scritte,
di immagini, di musica, del suono del nome delle cose, delle persone, del
borbottio di una caffettiera. Oppure. Del rumore che fa l’otturatore di una
macchina fotografica quando si chiude e accende la nostalgia di un tempo
appena perduto e già rimpianto. Per sempre.
La mia storia personale è la storia dei miei occhi, delle mie orecchie,
delle mie mani, del mio corpo e della mia mente, insomma.
Giacché tutto ciò che posso esperire - sensazioni, emozioni, sentimenti -
passa attraverso il mio corpo. Il corpo che io sono.
Non importa che non sia tutto vero quello che raccontiamo, l’importante è
che la storia riesca a tenere in piedi ricordi e speranze, che rievochi
bellezza. Quella bellezza necessaria che almeno una volta abbiamo sentito
dentro noi stessi.
Si fatica per anni a sciogliere i nodi, a cercare di aderire all’idea che
abbiamo di noi stessi, quando, senza volerlo, d’un tratto ci ritroviamo
perfettamente aderenti alla storia raccontata da un altro. E spesso per una
forma di innocenza che ci fa procedere negli anni senza ascoltare i dubbi,
la fiducia nelle storie raccontate dagli altri - rimasta immutata -,
irretisce la vita in una credulità miope e ci disarma di fronte a sentimenti
che nascono da promesse astratte e incorporee.
Viviamo dunque in bilico tra realtà e immaginazione. In assenza di un
pensiero concreto che sia capace di separare il reale da quello che non lo
è. Su questo crinale la verità appare come una secante che attraversa
idealmente sia la realtà sia l’immaginazione restituendo sé stessa come
valore. Un valore a cui aderisco facilmente perché mi somiglia: è la sintesi
del mio credo, dei miei desideri, delle mie nostalgie. Qualsiasi evento
vissuto nella sfera della mia soggettività che io abbia ricostruito nella
memoria diviene dunque, senza tante storie, per me, la verità.
Tuttavia, non bisogna affezionarsi alla verità, neanche alla propria perché
la mente non è una macchina fotografica: è più simile all’intelligenza
artificiale. L’IA riceve informazioni testuali e restituisce immagini
perfettamente realistiche sebbene inesistenti, esattamente come spesso fa la
nostra mente. Questa somiglianza tra la nostra mente e l’IA ci impone
un’interrogazione: siamo il risultato di un costrutto? Le nostre stesse vite
che cosa divengono se ne collezioniamo i pezzi fondamentali come immagini
nella memoria? Immagini che non sono la traduzione pedissequa di un momento
spazio-temporale, non aderiscono alla visione persa nel tempo, ma vengono
ricostruite, trasfigurate, rappresentate per divenire memoria. La nostra
mente funziona dunque come l’obiettivo immaginario di un’IA? O come
un’ideale macchina fotografica in cerca di un referente dentro e fuori di
noi? Ecco il punto. Una questione che ci riguarda fino in fondo. Fino in
fondo alla nostra infanzia e al nostro presente, fino in fondo alla
fotografia.
Negli ultimi decenni il percorso di tanti fotografi è stato quello di una
progressiva rinuncia: da spiegazione del mondo secondo parametri
condivisibili ad attestazione dell’impossibilità di raccontare
compiutamente, di riconoscere il vero al di fuori della dimensione
soggettiva.
La tecnologia ci cambia, modifica la percezione che abbiamo di noi stessi;
ci obbliga, ancora una volta, a una profonda revisione dei concetti di
immagine, di spazio, di rappresentazione e di memoria. Non è vero che le
tecnologie siano degli strumenti neutri. Il loro uso provoca una dipendenza
percettiva ed esistenziale. Provate a spegnere i cellulari, a spegnere il
computer, a non usare gli apparecchi multimediali, la macchina fotografica,
vi sembrerà di non poter più percepire il mondo per come quotidianamente lo
percepiamo col nostro corpo. Per dirla con A.G. Biuso, siamo un ibrido tra
organismo e apparecchi tecnici, a tal punto che senza la tecnologia che uso
quotidianamente «improvvisamente, mi sento assottigliato, il mio corpo ha la
sensazione di essere separato da qualcosa che ormai era parte di sé: era il
mio corpo proprio anche se diffuso nello spazio» (A.
G. Biuso, Cyborgsofia, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2004, p. 13).
Siamo immersi in un mondo fatto di immagini in grado di confermare e di
smentire qualsiasi cosa, vere e false insieme, pronte per la tessitura
narrativa di ogni storia, per ogni cultura, per ogni finalità. Icone
generate nel giro di un istante che possono esistere senza alcun fardello di
tipo etico e morale nei confronti di una verità difficile da identificare.
Mentre cambia il modo stesso di assegnare senso a quelle che crediamo siano
le manifestazioni del reale.
Perché allora, insieme alla curiosità e al fascino che esercitano su di noi
questi simulacri digitali di esseri umani che ci consegna l’IA, ne
avvertiamo anche la distanza e la loro estraneità?
Al di là di tutte le serie implicazioni sociali e antropologiche, la loro
vista ci mette inquietudine: «Fa paura ciò che destabilizza, che sottrae
ogni cosa alla sua natura. Che cosa è ciò che destabilizza e dunque fa
paura? Ciò che si mostra e si nasconde, cosicché ogni cosa nonostante la
vicinanza rimane assente» (M. Heidegger, «The Thing», in Poetry,
Language, Thought, Harper and Row, London 1971, p.166). Eppure,
l’estetica delle immagini di sintesi è ampiamente riferibile alla messa in
codice della fotografia. I mondi alternativi proposti finiscono
inevitabilmente per fare riferimento al concetto di somiglianza. Queste
immagini hanno bisogno di sembrare fotografie per essere accettate. Hanno
bisogno di cadere all’interno del dominio dell’umana esperienza; cercano
nell’estetica della fotografia, la loro legittimazione come, ai suoi albori,
la fotografia l’ha cercata nella pittura. E comunque, superata la
fascinazione iniziale legata alla precisione dell’immagine, guardandole ci
sembra di aprire una finestra di contemplazione su una realtà muta e
assente. La bellezza dell’immagine non ci consente di superare la sua
condizione di separatezza dal mondo. Nonostante la loro capacità mimetica e
forse anche per questo, non riusciamo a ricondurle al nostro vissuto. In
altre parole, non riusciamo a compulsarle come una fotografia. Succede nella
fotografia ma anche nel cinema che risulti spontaneo e naturale cercare una
connessione con le vite di esseri umani che appaiono genuine anche se
sappiamo non essere esenti da un alto tasso di affettazione.
Questa connessione ci permette di vivere e far vivere le fotografie.
Consente di accogliere un frammento della vita di un altro come fosse la
nostra. Aiuta a dilatare il tempo, a espandere e allontanare l’orizzonte
della nostra vita. Con le immagini generate dall’intelligenza artificiale
questa connessione viene meno. Quando conosciamo la loro origine non
riusciamo a proiettarci, a immedesimarci nei soggetti rappresentati.
Nonostante la somiglianza, non riusciamo ad accoglierle nella nostra vita
come invece facciamo naturalmente con il soggetto di una fotografia. Forse
per una sorta di disagio che l’essere umano avverte nel rapportarsi con
entità artificiali, che sembra crescere al crescere della loro
verosimiglianza.
Con il varo nell’Unione Europea dell’AI ACT, i contenuti generati con
l’intelligenza artificiale ma non segnalati come tali diventeranno illegali.
Avremo quindi la certezza che ciò che vediamo non è stato. Nelle
nuove immagini l’essere umano diventa, come ogni altro oggetto, qualcosa che
può essere plasmato e generato tecnicamente: un simulacro, la figura di un
corpo che non esiste.
Sarà questo il motivo principale del nostro turbamento: la nostra resistenza
a rinunciare alla corporeità e quindi a negare noi stessi.
L’IA rappresenta - e il verbo è sbagliato di sicuro - uomini senza corpo che
vivono luoghi senza altrove in un presente senza passato.
Certo per rapportarci con queste immagini abbiamo bisogno di una nuova
grammatica, di una nuova metafisica per capire che cosa rappresentano per
noi. Lo so, siamo agli inizi e so anche che un atteggiamento attento, di
questi tempi, scatenerebbe accuse di cospirazionismo, di negazionismo, di
complottismo e giù di lì fino al titolo di nemico del progresso.
Allora mi guardo intorno e, con cautela, espongo il cartello: AAA cercasi
fotografo, consapevolmente.
Salute.
"H-Open Week sulla salute della donna"; venerdì 19 aprile visite
gratuite all'ospedale di Agrigento
H-Open Week
“H-Open Week sulla salute della donna”, servizi diagnostici e informativi
offerti gratuitamente dall’Asp presso diversi reparti ospedalieri aziendali.
Iniziativa resa possibili grazie al conferimento di tre “bollini rosa” da
parte dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna all’ospedale di
Agrigento.
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento offrirà alcuni servizi
clinico-diagnostici e informativi gratuiti alla popolazione femminile in
occasione dell’H-Open Week sulla salute della donna.
Per la giornata di domani, venerdì 19 aprile, dalle 08.30 alle
14.00 sarà possibile svolgere visite e consulenze reumatologiche
gratuite presso l’ambulatorio dell’Unità operativa complessa di medicina
interna sito al quarto piano, scala B, del presidio
ospedaliero “San Giovanni di Dio” di Agrigento.
Martedì 23 aprile alle 9.30 è invece in programma l’evento divulgativo dal
titolo “Metti in agenda la Prevenzione. Cosa sapere e cosa fare. Uno spazio
dedicato in Rosa" in collaborazione con il con il Polo didattico “ARENTRA”
di via Mazzini 122, Agrigento. L’incontro-seminario è rivolto alle
studentesse di quinto anno e al personale docente.
Cronaca.
Operazione antidroga "Locu" a Catania; gli arresti domiciliari
per Salvatore Di Maggio
L'operazione
"Locu", dello scorso mese di marzo, aveva portato all'arresto di
Salvatore Di Maggio, 39 anni di Grotte, con l'accusa di aver
acquistato sostanze stupefacenti per rivenderle. Il Tribunale della
libertà di Catania, accogliendo in parte l'istanza di riesame dei
difensori, gli avvocati Alfonso Neri ed Evelyna Di Maggio,
ha modificato la misura cautelare da custodia in carcere ad arresti
domiciliari.
L'operazione antidroga "Locu", eseguita dalla polizia, ha evidenziato i
traffici di droga nel quartiere catanese di San Cristoforo e ha colpito
il clan "Cappello-Bonaccorsi".
Di Maggio, insieme a Filippo Crisafulli, Francesco Maugeri, Biagio
Querulo e Domenico Querulo (tutti in carcere), è accusato di aver
ricevuto, da marzo a giugno 2021, due distinte partite da un chilo
ciascuna di cocaina, altrettante da un chilo di marijuana-skunk e una
partita di un chilo e mezzo di hashish.
Spettacolo. Meeting "Primavera in Danza"
Csen, 2^ edizione; domenica 21 aprile al Palacongressi
Manifesto
La prossima domenica 21 aprile 2024, ad Agrigento, si terrà la 2^
edizione del meeting "Primavera in danza" Csen (Centro Sportivo
Educativo Nazionale).
La manifestazione, organizzata dal Comitato provinciale Csen di Agrigento e
dal suo presidente Antonio Sciarratta, vedrà la partecipazione di
diverse scuole di danza della provincia, con il coinvolgimento attivo di
circa 300 giovani ballerini che si esibiranno nella splendida cornice del
Palacongressi al Villaggio Mosè di Agrigento.
Il meeting avrà inizio alle ore 17.30.
Salute.
"Giornata della prevenzione" ad Agrigento; screening gratuiti sabato 20
aprile in Piazza Cavour
Manifesto
“Giornata della Prevenzione” ad Agrigento: gli internisti scendono in piazza
per promuovere la cultura del prevenire e offrire screening gratuiti alla
popolazione.
La città di Agrigento sarà l’unico capoluogo siciliano ad ospitare la prima
“Giornata nazionale della prevenzione” organizzata dalla Società
Scientifica degli Internisti Ospedalieri (FADOI) e dall’Associazione
Nazionale Infermieri Medicina (ANìMO).
La manifestazione, patrocinata dall’Azienda Sanitaria Provinciale di
Agrigento, si svolgerà sabato prossimo, 20 aprile, dalle ore 10.00 alle
17.00, e vedrà coinvolti i medici e gli infermieri dei reparti di
medicina interna dei presidi ospedalieri della provincia, per effettuare
screening e counselling per la prevenzione delle patologie cardiovascolari e
metaboliche.
L’idea generale è quella di promuovere la cultura della prevenzione come
“un’arma” fondamentale per prevenire l’insorgenza delle principali patologie
croniche e per questo che i medici internisti intendono sensibilizzare la
popolazione proprio sulla prevenzione e sui rischi che uno stile sbagliato
di vita porta con sé. Non sarà necessario prenotarsi ma basterà recarsi presso la Piazza
Cavour di Agrigento per essere sottoposti ad uno screening gratuito
ed essere valutati da un medico.
L’iniziativa è patrocinata, oltre che dall’ASP di Agrigento, dall’Istituto
Superiore di Sanità, dalla Regione Siciliana, dalla Croce Rossa Italiana,
dalla Medicina di Genere, dal Comune e dall’Ordine dei Medici di Agrigento.
Attività. Concluso il corso per operatori di
tatuaggio e piercing, indetto dall'ASP di Agrigento
Consegna attestati
Con un esame finale si è conclusa la quarta edizione del “Corso di
formazione obbligatorio per operatori di tatuaggio e piercing” organizzato
dal Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di
Agrigento.
Nutrita la partecipazione di discenti provenienti anche da fuori provincia:
in diciotto hanno ottenuto l’idoneità professionale sanitaria per eseguire i
trattamenti.
L’ASP di Agrigento, fra le poche aziende pubbliche siciliane ad offrire
questo tipo di formazione, conta in futuro di indire ulteriori edizioni del
corso vista la crescente domanda da parte degli utenti.
L’attività è stata condotta secondo quanto previsto dalle linee guida del
decreto Regione Sicilia del 31 luglio 2003 in materia di tatuaggi e piercing.
Editoria.
Presentazione del libro "Lublino Leopoli Racalmuto", di Enzo Sardo;
sabato 20 aprile
Locandina
Sabato 20 aprile 2024, alle ore 17.30 presso la Fondazione
"Leonardo Sciascia" di Racalmuto verrà presentato l'ultimo libro di
Enzo Sardo dal titolo "Lublino Leopoli Racalmuto", sottotitolo "Tra
storia e microstoria guerre amicizie unioni" (Armando Siciliano Editore).
Il libro racconta le vicende culturali di Racalmuto e di altre città
europee, evidenzia l'esaltazione e l'importanza del concetto di solidarietà
umana ed il valore della pace che in questo periodo assume un significato
straordinario.
"Le mie parole vi sembreranno ovvie e scontate - dice l'Autore -.
Ma sappiate che nel terzo millennio esistono ancora dirigenti politici che
invece di pensare a come sistemare il clima, a come combattere i piromani
che bruciano migliaia di ettari di bosco e come ad incentivare la ricerca
scientifica per combattere le malattie di questo secolo (che non voglio
nemmeno nominare) pensano alla violenza fine a stessa e alle aggressioni per
qualche pezzo di terra. Anche questi dimenticano che prima o poi devono
lasciare questo mondo per cui sarebbe auspicabile che pensassero di lasciare
un mondo migliore di come lo hanno conosciuto".
Alla manifestazione, coordinata da Gero Difrancesco (condirettore della
Rivista Studi Storici Siciliani) porteranno i saluti:
- Vincenzo Maniglia, sindaco di Racalmuto;
- Danylo Tkanko, docente all'Università Marie Curie-Sklodowska (Polonia).
Interverranno:
- Alfonso Luzzi, Presidente Nazionale Movimento Cristiano Lavoratori;
- Giovanni Tesè, avvocato e scrittore;
- l'Editore e l'Autore.
Letture a cura di Adele Troisi, docente di lingue straniere ed interventi
musicali affidati a "Isola Sonora".
La manifestazione verrà trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook
e sul canale Youtube della Fondazione "Sciascia".
Servizi.
Dal 19 aprile al 20 giugno chiuso per lavori l'Ufficio Postale di Grotte
Ufficio postale di Grotte
Progetto "Polis"
Con
una
lettera indirizzata al sindaco Alfonso Provvidenza, il direttore
della filiale di Agrigento di Poste Italiane ha comunicato che l’Ufficio
postale di Grotte, in Viale della Vittoria 126, da venerdì 19 aprile resterà
chiuso al pubblico perché sarà interessato da interventi di
ammodernamento per migliorare la qualità dei servizi e dell’accoglienza.
(Ufficio postale di Grotte)
La sede di Grotte è inserita nell’ambito di “Polis – Casa dei Servizi
Digital”, il progetto di Poste Italiane (presentato
a Roma il 30 gennaio 2023) per rendere semplice e veloce l’accesso ai
servizi della Pubblica Amministrazione nei Comuni con meno di 15mila
abitanti con l’obiettivo di favorire la coesione economica, sociale e
territoriale del nostro Paese e il superamento del digital divide.
Durante il periodo dei lavori, Poste Italiane garantirà ai cittadini di
Grotte la continuità di tutti i servizi attraverso l’Ufficio postale di
Racalmuto, in via Vittorio Emanuele 24, disponibile dal lunedì al
venerdì dalle ore 08.20 alle 19.05 e il sabato dalle ore 08.20 alle
12.35. Nella sede di Racalmuto è a disposizione anche un ATM Postamat,
attivo sette giorni su sette e in funzione 24 ore su 24 per i prelievi di
denaro contante e per tutte le operazioni consentite.
Salvo imprevisti l'Ufficio postale di Grotte dovrebbe riaprire giovedì 20
giugno 2024.
Come previsto nell'ambito del progetto Polis, al termine dei lavori
nell’ufficio postale del Viale della Vittoria saranno richiedibili i servizi
INPS per i pensionati, in particolare il cedolino della pensione, la
certificazione unica e il modello "OBIS M" riassuntivo dei dati informativi
relativi all’assegno pensionistico. Successivamente saranno a disposizione
anche diversi altri servizi della pubblica amministrazione, quali la
richiesta di carta identità elettronica, passaporto, certificati di stato
civile e anagrafici, autodichiarazioni di smarrimento, denuncia di
detenzione e trasporto di armi (gestiti dal Ministero dell'Interno);
richiesta di riemissione di codice
fiscale, estratto conto posizioni debitorie, visura planimetrie
catastali, esenzione canone Rai, deleghe soggetti fragili (gestiti
dall'Agenzia delle Entrate); certificati giudiziari (gestiti dal Ministero
della Giustizia); Isee, estratto contributivo; rilascio patente
nautica, denuncia e richiesta duplicati patente (gestita dal Ministero per
le Infrastrutture).
Iniziative. Alfonso Provvidenza (AICA) a Ecomed,
la tre giorni della Green Expo del Mediterraneo
Alfonso Provvidenza
Ecomed
Torna Ecomed, a Catania dal 17 al 19 aprile 2024, tre giorni con la
Green Expo del Mediterraneo.
Oltre 250 gli espositori presenti, tra italiani e stranieri, che si
confronteranno nella grande agorà sui temi dell’ambiente, dell’energia,
della sostenibilità e dell’economia circolare con le istituzioni, gli enti
di ricerca, le imprese e le start up innovative per un ruolo strategico nel
Mediterraneo.
Sarà un’edizione intensa, piena di stimoli di discussione, quella di Ecomed
2024, Green Expo del Mediterraneo. Dal 17 al 19 aprile 2024, nel
quartiere fieristico di Misterbianco a SiciliaFiera, prenderà vita la
tre giorni che ospiterà operatori professionali provenienti da tutta Italia
e dai Paesi del bacino del Mediterraneo, con una presenza stimata di oltre
250 espositori, italiani e stranieri.
La Green Expo del Mediterraneo si propone come occasione di confronto e
opportunità di business nel settore energetico e della sostenibilità
ambientale, che si arricchisce quest’anno del patrocinio del CNR (Consiglio
Nazionale delle Ricerche) e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza
Energetica.
Sono 30 i convegni specialistici, un distretto dell’economia circolare,
giornate dell’acqua e dei rifiuti, giornate dell’energia, giornate
dell’ambiente, un Villaggio dell’Università e della Ricerca con progetti
internazionali di ricerca, premiazioni delle start up più innovative nel
campo della sostenibilità ambientale, corner on-demand per attività B2B,
eventi di premiazione per le scuole e spazi dedicati ai giovani con il
Villaggio Green e la maratona dei Sindaci siciliani con la Protezione Civile
Regionale. Tra i convegni in programma, uno sarà dedicato al tema "Water 360°:
soluzioni tecnologiche dalla scienza e dalle imprese per i gestori del SII"
e si terrà giovedì 18 aprile, dalle ore 09.30 alle 13.30 nella Sala
Ionio; nel corso del "focus dedicato alle criticità presentate da alcuni dei
gestori invitati" è stato invitato a portare il suo contributo il dott.
Alfonso Provvidenza, nella qualità di Presidente dell'Assemblea dei
Sindaci di AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini).
Il convegno è organizzato congiuntamente da CS e CTPI di ECOMED Gruppo
Gestione Impianti Trattamento Acque in Sicilia, BIOREAL, Università di
Catania - Centro Universitario per la Gestione e la Tutela degli Ambienti
Naturali e degli Agroecosistemi (CUTGANA) e Associazione nazionale di
Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (AIAT), con il patrocinio del
Commissario Straordinario Unico per la Depurazione.
Chiesa.
Diocesi di Roma: "Per le questioni più delicate e urgenti il riferimento
è il vicegerente S.E. mons. Baldo Reina"
S.E. Baldo Reina
In un comunicato ufficiale, la Diocesi di Roma ha reso noto che il suo
Vescovo, Sua Santità Francesco, non intende per il momento nominare un nuovo
Vescovo ausiliare per il settore centro.
Per il medesimo settore, privo attualmente di un Vescovo di riferimento,
Francesco ha nominato il sacerdote mons. Francesco Pesce, attualmente
Parroco di Santa Maria ai Monti e responsabile dell’Ufficio diocesano per la
pastorale sociale, del lavoro e cura del Creato, nuovo coordinatore
pastorale del settore centro.
Nella nota la Diocesi fa sapere che "Per le questioni più delicate e
urgenti il riferimento sarà comunque il Vicegerente della Diocesi, S.E.
Mons. Baldo Reina".
Spettacolo.
Concluso il "Festival della Coreografia - Valle dei Templi", con 1900
ballerini di 65 associazioni
Sul palco
Sabato 6 e domenica 7 aprile 2024, presso il Palacongressi di Agrigento, a
pochi passi dalla magnifica Valle dei Templi, si è svolto il "Festival
della Coreografia - Valle dei Templi".
Alla manifestazione hanno preso parte 1.900 ballerini provenienti da
tutta la Sicilia, in rappresentanza di 65 associazioni, che si sono
esibiti nei diversi stili di danza: classica, moderna/contemporanea, hip
hop, ma anche ballo caraibico e latino con balli di gruppo, passi a due e
solista.
L'iniziativa, organizzata - per il primo anno ad Agrigento - dalla Libertas
di Caltanissetta ed Agrigento, sotto la direzione artistica di Rocco Lo
Guzzo e diretta dall'instancabile Lucia Minoldo, ha riscontrato una grande
partecipazione di ballerini e pubblico.
Bella la località che, con il suo teatro al Villaggio Mosè con più di 1400
posti in poltrona, un palco magnifico, spazi enormi dove potersi cambiare e
fare riscaldamento, ha lasciato a bocca aperta tutti i partecipanti.
Ottima l'organizzazione che si è avvalsa della professionalità di 7 Vigili
del Fuoco del Comando di Agrigento, di 20 tra personale "safety" e
"security", di un'ambulanza con il relativo personale dell'associazione
G.I.S.E. E.T.S.- ODV di Porto Empedocle, di 18 tra hostess e personale
volontario che hanno garantito la buona riuscita del Festival.
"Un grazie va anche al Consorzio Valle dei Templi - ha dichiarato
Salvatore Rizzo, presidente di Libertas Caltanissetta - ed al
personale del Teatro per la disponibilità e la cortesia. Per ultimo e non
per ordine di importanza si ringraziano tutte le Scuole di Danza provenienti
da tutta la Sicilia che hanno partecipato, i loro maestri ed i genitori che
hanno accompagnato i più piccoli".
Attualità.
"La Valle dei Templi si è ritrovata paralizzata"; nota delle Guide
Turistiche di Agrigento
Guide turistiche
Nella giornata di domenica 14 aprile, nella Città dei Templi si è
svolta la Mezza Maratona della Concordia e contemporaneamente il
Gran Fondo di ciclismo.
Nulla in contrario alla realizzazione di questi eventi, purché non siano
causa di instabilità ma di arricchimento.
Una calda domenica di aprile, ormai in “alta stagione”, anche se sono stati
varati dal Comune di Agrigento diversi provvedimenti per disciplinare la
viabilità.
La Valle dei Templi si è ritrovata paralizzata, frastornata, bloccata
e per certi versi aggredita.
Una situazione che ha destato non poche preoccupazioni sia tra i residenti
locali che tra i turisti, mettendo in evidenza la necessità di adottare
soluzioni efficaci per garantire un accesso agevole e sicuro a uno dei siti
storico-culturali più importanti del mondo, patrimonio dell’umanità UNESCO.
Nulla in contrario alla realizzazione di questi eventi ma l’associazione
Guide Turistiche “Citta di Agrigento” aderente a Confcommercio non può fare
a meno di evidenziare significative difficoltà di accesso al sito
archeologico da parte dei visitatori.
Paradossalmente, una città turistica, nonché Capitale della Cultura Italiana
2025, che non riesce a gestire a pieno un appuntamento sportivo in una
giornata così importante, anche in termini di flussi turistici alla Valle
dei Templi che deve far riflettere e chi di dovere deve, assolutamente,
correre ai ripari.
Purtroppo, tanti sono stati i bus turistici bloccati, con i nostri
visitatori in balia del caos causato da un’organizzazione non all’altezza
che onestamente preoccupa in vista, appunto, di “Agrigento Capitale della
Cultura 2025”, che già quest’anno vedrà i primi importantissimi risultati in
termini di presenze.
È essenziale affrontare questa problematica in modo tempestivo e efficace,
coinvolgendo le autorità locali, gli organizzatori degli eventi sportivi e
altre parti interessate, tra cui appunto le guide turistiche, che svolgono
un ruolo fondamentale per la promozione della città.
Sono necessarie misure mirate per ottimizzare la gestione del traffico,
garantendo al contempo la sicurezza dei visitatori e il rispetto
dell’importanza storico-culturale del sito.
In questo contesto, l’auspicio è quello della collaborazione, l’invito alla
partecipazione attiva di tutte le parti coinvolte, al fine di individuare
soluzioni sostenibili e durature, dal quale non si può esimere nessuno.
La salvaguardia della Valle dei Templi e dell’esperienza dei suoi visitatori
deve rimanere una priorità assoluta, e solo attraverso un impegno congiunto
possiamo garantire un accesso fluido e senza intoppi a questo
straordinario patrimonio dell’umanità e garantire - oltre l’importanza degli
eventi sportivi che si susseguono nel tempo -, la necessità che per le guide
turistiche così come per tutti gli operatori turistici coinvolti, queste
preziose giornate lavorative, non siano giornate perse; così come per
visitatori del sito archeologico, le stesse giornate, non diventino
difficoltose e stressanti ma servano individuare, con maggiore
responsabilità, le possibili soluzioni per meglio interpretare i bisogni
dei propri visitatori e quindi dare le giuste risposte a tutti.
Associazione Guide Turistiche “Città di Agrigento” 15 aprile
2024
Volontariato. Ieri la 7^ giornata
di donazione di sangue, nel 2024, presso l'Avis comunale di Grotte
AVIS di Grotte
"Anche
questa settima giornata di donazione di sangue del 2024 è scivolata via
senza intoppi o intasamento, infatti con grande soddisfazione notiamo che i
nostri Soci Donatori sono rispettosi della fascia oraria loro assegnata"; questa la
dichiarazione a caldo del presidente Pietro Zucchetto a
conclusione della 7^ giornata di donazione di sangue
presso
il punto di raccolta
dell'Avis Comunale di Grotte, in Via Francesco Ingrao 92/94.
Al termine della mattinata
si sono contati: 13 donazioni, 3 prime donazioni, 1 predonazione e 1
controllo annuale.
"È
indubbio che visto il risultato odierno - ha continuato Zucchetto -,
noi tutti del Direttivo ci carichiamo ancora di più per guardare con sempre
più fiducia al traguardo ambizioso di quota 450 sacche".
Per la prossime giornate di donazione, che saranno nelle domeniche 21
aprile, 5 e 19 maggio, 9 e 23 giugno,
è possibile
prenotarsichiamando
il numero 377.0974739 oppure il 320.4434713.
Agrigento. Convegno sul tema "Contrasto al
fenomeno del randagismo"; giovedì 18 aprile
Manifesto
Si terrà
giovedì 18 aprile 2024, alle ore 15.30, presso la
Biblioteca Comunale "Franco La Rocca" di Agrigento (Piazzale Aldo Moro,
3), un convegno sul tema “Contrasto al fenomeno del randagismo e del
maltrattamento animale. Focus sulla legge regionale 15/2022”.
Alla manifestazione, organizzata dall’UAS (Unione Avvocatura Siciliana) e
dall’Ordine degli Avvocati di Agrigento, con il patrocinio del Comune di
Agrigento, porteranno i saluti:
- avv. Alessandro Scalia, presidente regionale UAS;
- dott. Francesco Micciche, sindaco di Agrigento;
- dott. Lorenzo Alfano, direttore ASP 1 Veterinaria Agrigento;
Presiederà il convegno l’avv. Marco Mule, presidente sezione DAS Agrigento.
All’incontro, moderato dall’avv. Maria Elena Nocera, interverranno:
- dott. Pietro Schembri, direttore responsabile dell'Ufficio speciale per la
sanità veterinaria della Regione Sicilia;
- dott. Gino Raso, dirigente ASP 1 Veterinaria distretto di Sciacca;
- dott. Giovanni Giacobbe Giacobbe, garante regionale dei diritti degli
animali;
- dott. Aurelio Trupia, vice-sindaco ed assessore con delega alla Tutela
degli Animali Comune di Agrigento
- Ten. Col. Vincenzo Castronovo, comandante del Centro Anticrimine
Natura dei Carabinieri di Agrigento.
Il convegno rappresenta un'importante occasione di dialogo e confronto sulle
tematiche del benessere animale e della lotta contro il randagismo e il
maltrattamento degli animali. La legge regionale 15/2022 sarà al centro
della discussione, con un focus particolare sulle nuove politiche e
strategie per affrontare questi problemi in Sicilia. Esperti del settore,
rappresentanti istituzionali e autorità locali si riuniranno per dibattere e
proporre soluzioni, evidenziando l'importanza di una collaborazione
sinergica tra enti pubblici, associazioni e cittadini.
L'incontro sottolinea l'impegno della comunità nel promuovere la tutela dei
diritti degli animali e nel migliorare la qualità della vita sia degli
animali che dei cittadini.
Iniziative.
Concluso il 1° Torneo di Biliardo, "Città di Grotte" organizzato
dall'Associazione "Nino Martoglio"
Cuffaro e Garifi
Cuffaro e Fazio
La prima
edizione del Torneo di Biliardo "Città di Grotte" si è rivelata un
evento di successo, grazie all'organizzazione dell'Associazione "Nino
Martoglio" di Aristotele Cuffaro e alla partecipazione entusiasta dei
giocatori presso l'Aster Games Bayta.
La competizione, le cui partite finali si sono disputate sabato 13 aprile,
ha visto emergere il talento del giovane Gabriele Garifi, che ha
conquistato il primo posto con grande merito, aggiudicandosi premi
prestigiosi come una stecca di biliardo, una coppa e una medaglia. Luigi Fazio (di Canicatti) e Mario Vizzini (di Grotte) si sono
distinti rispettivamente per il secondo e terzo posto, dimostrando
abilità e sportività.
Il gesto di gratificare ogni partecipante con una medaglia di partecipazione
ha voluto sottolineare lo spirito di comunità e il valore dell'impegno di
tutti i giocatori.
Letture Sponsali.
"È nei semplici gesti che riconosciamo la persona amata"
Sposalizio
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
Tutte le letture di questa domenica ripercorrono brevemente le vicende della
crocifissione, della morte e della resurrezione di Cristo.
Come a volerci dire: “ciò che era stato stabilito, è avvenuto. Adesso tocca
a voi!”.
E cosa esattamente dobbiamo fare? Come dice Giovanni, la prova di averlo
conosciuto sta nell’osservanza dei comandamenti.
Gesù si è sacrificato per la nostra salvezza, adesso la nostra fede e la
luce che essa è in grado di gettare sulle nostre azioni dovranno
accompagnare il nostro cammino.
Ogni grande gesto d’amore va accolto e ad esso occorre rispondere
prontamente con fede. Senza incredulità.
Il Vangelo fa seguito alla celebre pagina dei discepoli di Emmaus, che
riconobbero Gesù nel gesto dello spezzare il pane.
Oggi ritroviamo gli undici, increduli e atterriti, disposti a credere di
avere innanzi Gesù in carne ed ossa solo quando questi mangiò una porzione
di pesce arrostito. E, ancora una volta, Cristo risorto non si sottrae:
mangia per farsi riconoscere.
È nei semplici gesti che riconosciamo la persona amata. Bisogno guardare a
essi con il cuore aperto.
Così, la vita di due sposi è fatta da tanti, semplici gesti quotidiani, che
rendono viva e vera la loro unione.
Ma cosa fa la differenza? Ce lo dice Giovanni nella seconda lettura: "...
chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto...".
Chiediamo dunque al Signore di far risplendere su di noi la luce del suo
volto affinché l'amore che ci unisce al nostro amato o alla nostra amata sia
benedetto dal suo sguardo.
Barbara e Adriano.
Sanità.
Il dott. Stefano Cipolla relatore al XLVIII Congresso della Società
Oftalmologica Siciliana
Dott. Stefano Cipolla
È in
svolgimento, da giovedì 11 a sabato 13 aprile 2024, presso lo
"Splendid Hotel La Torre" di Palermo, il XLVIII Congresso della Società
Oftalmologica Siciliana. Tema dell'importante raduno è l'oftalmologia
pediatrica. Il Congresso ha l’obiettivo di aggiornare gli oculisti siciliani
su argomenti di interesse medico e chirurgico.
(Dott. Stefano Cipolla)
Il focus del congresso è incentrato sulla oftalmologia pediatrica, sulla
prevenzione delle patologie che possono insorgere già alla nascita, stenosi
delle vie lacrimali, cataratta congenita, glaucoma congenito, vizi
refrazione, ambliopia. Tra i relatori, nella sessione plenaria di ieri, venerdì 12 aprile, per
la Tavola rotonda su "Le terapie intravitreali oggi e domani" è stato
chiamato il dott. Stefano Cipolla, che ha presentato il suo lavoro su "Desametasone
intravitreale: esperienza clinica".
Nella chirurgia in diretta, dove vengono utilizzate apparecchiature di
ultima generazione, sono eseguiti interventi chirurgici sia carico del
segmento anteriore che posteriore. Particolare attenzione viene data alla
formazione dei giovani con un corso teorico-pratico con wet lab dedicato
alla chirurgia della cataratta. Un focus particolare verrà fatto sulle
terapie delle maculopatie, sulle molecole per uso intravitreale presenti e
future. Tutte le generazioni di oculisti si stanno confrontando in modo
spontaneo, coinvolgente, stimolante e formativo nei talk interattivi
condotti da esperti sugli argomenti, sulla base delle pubblicazioni
scientifiche ed alle esperienze professionali maturate.
Il dott. Stefano Cipolla è Dirigente medico presso l’Unità Operativa
di Oftalmologia del Presidio Ospedaliero San Giovanni Di Dio di Agrigento;
inoltre svolge pratica clinica presso i suoi studi oculistici avanzati di
Agrigento e Grotte.
"Onorato di aver partecipato al XLVIII Congresso della Società
Oftalmologica Siciliana per l'alto profilo scientifico e l'ottima chirurgia
live" ha dichiarato il dott. Stefano Cipolla.
Attività.
50&Più Agrigento: premiazione dei Maestri del Commercio
Guarda il video
Premiati
Direttivo
Venerdì
12 aprile 2024, presso la Sala Convegni del Grand Hotel Mosè in Via Leonardo
Sciascia, si è svolta la cerimonia di premiazione dei Maestri del
Commercio organizzata da 50&Più Agrigento
(guarda
il video).
(Guarda il video)
L’onorificenza è assegnata a tutti i soci 50&Più che hanno svolto la propria
opera nei comparti del commercio, del turismo o dei servizi per almeno 25
anni.
Durante la cerimonia l’Associazione ha premiato i commercianti con 25, 40 e
50 anni di attività rispettivamente con le Aquile d’Argento, d’Oro e di
Diamante, per il loro apporto nella vita sociale ed economica del
territorio.
Numerose le autorità che hanno portato i propri saluti; il dott. Fabio
Magnano (Vice Prefetto aggiunto), il direttore dell’Inps Agrigento dott.
Gerlando Piro, l’ing. Salvo Iacono e l’assessore alla Cultura e Turismo
Costantino Ciulla del Comune di Agrigento.
Presenti i vertici di Confcommercio: il presidente regionale Gianluca
Manenti, il presidente provinciale Giuseppe Caruana, il vice presidente Gero
Niesi e Francesco Picarella (Vice Presidente Regionale di Federalberghi).
A fare gli onori di casa i vertici dell’associazione 50&Più: il
presidente provinciale Calogero Collura, Salvatore Catania (Presidente
regionale), il coordinatore regionale Rosario Paternicò e il vice presidente
nazionale Sebastiano Casu.
Sono stati 35 gli imprenditori premiati:
- 23 aquile d’argento: Accurso Tagano Giuseppe, Braccieri Angelo,
Calandra Aldo, Cipolla Calogero, Collura Giuseppe, Danile Antonella, Ferlisi
Armando, Gallì Francesco, Infantino Filippo Maria, Infantino Giovanni,
Infantino Ignazio, Infantino Stefano, Malli Calogero, Morreale Settimo, Nicastro Nicolò, Panarisi Alberto, Rotulo Domenico, Salvaggio Giuseppe,
Sclafani Maria Luisa, Sprio Carmelo, Taibi Giovanni, Troisi Pasquale e
Valenza Alfonso;
- 8 aquile d’oro: Ascolese Aniello, Cantavenera Rosario, Coniglio
Teresa Maria, Costanza Pietro, Di Benedetto Riccardo, Errore Angelo,
Giambra
Filippo e Vassallo Gaspare;
- 4 aquile di diamante: Agnello Carmelo, Marino Salvatore, Nicastro
Filippo e Vella Giovanni.
Un pranzo conviviale ha concluso l'importante momento associativo.
Nelle interviste: Calogero Collura e Ignazio Infantino.
Le immagini sono di Agrigentooggi.it
(guarda
il video).
Televisione.
Il prof. Giuseppe Ciraolo al TGR Sicilia di Rai3: tecnologia e
agricoltura
Guarda il video
Il
prof. Giuseppe Ciraolo al TGR Sicilia di Rai3: tecnologia e agricoltura
(guarda
il video).
Lo scorso mercoledì 10 aprile 2024, su RAI3, al TGR Sicilia, è stato mandato
in onda un servizio, a cura del giornalista Giuseppe Marino, sulla
sperimentazione di un team di studiosi dell'Università di Palermo sulla
tecnologia a servizio dell'agricoltura; in particolare sull'utilizzo di
satelliti e droni con telecamere termiche per la microirrigazione delle
piante.
Il prof.
Giuseppe Ciraolo, coordinatore dei corsi di laurea in Ingegneria
Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile e laurea magistrale in
Ingegneria e Tecnologie Innovative per l’Ambiente, insieme ad altri
ricercatori, ha spiegato come le tecnologie innovative per l’Ambiente
possono aiutare a ridurre il consumo di acqua per l’irrigazione,
fondamentale in una Sicilia in emergenza siccità.
Uno dei punti di forza del corso di laurea in Ingegneria Ambientale per lo
Sviluppo Sostenibile è quello di avvalersi di strumenti e tecniche
innovativi, indispensabili per fornire risposte e soluzioni a situazioni di
alterazione dell’ambiente.
Ed è proprio quello che sta facendo il team di ricercatori del laboratorio
di Telerilevamento del Dipartimento di Ingegneria di Unipa incrociando i
dati di sensori a terra, i dati rilevati da satelliti europei e da droni,
per studiare le diverse colture a partire dalla loro impronta idrica,
evidenziandone lo stress idrico, al fine di ottimizzare la quantità d’acqua
da somministrare per irrigazione.
Le immagini sono di Rai News - TGR Leonardo
(guarda
il video).
Attualità.
"Il 25 Aprile, le elezioni europee, la lista Pace Terra Dignità"; di Raniero La Valle
Raniero La Valle
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare.
*****
Si avvicina il 25 aprile, e non lontane sono ormai anche le elezioni
europee. Che legame c’è tra queste due cose?
Il legame consiste nel fatto che se non ci fosse stato il 25 aprile,
non ci sarebbe nemmeno l’Europa unita e tanto meno il Parlamento
europeo. Basta leggere le lettere dei condannati a morte della
Resistenza europea.
E non ci sarebbe nemmeno la pace che stiamo perdendo, o meglio che
abbiamo perduto.
Ma chi mette insieme le cose? C’è un libro, di Salvatore Maira, che racconta come perfino le
lotte contadine in Sicilia furono stroncate da chi cancellava il ricordo
della Resistenza: è la storia di Ettore Messana che era stato
questore fascista di Trieste ma prima aveva installato e diretto
la Questura di Lubiana in Slovenia durante l’occupazione italiana,
organizzando camere di tortura, espulsioni, internamenti e persecuzioni
di ebrei e di altri cittadini sospetti: fu indicato come
criminale di guerra dalla Commissione delle Nazioni Unite ma poi
riciclato e inviato come Ispettore generale di Polizia in Sicilia, dove
ha trescato con la mafia favorendo nei processi i padroni
espropriati dei feudi e rapportandosi con la banda Giuliano fino
alla strage di Portella della Ginestra.
E in questa storia c’è pure l’uccisione di Accursio Miraglia, un
sindacalista di Sciacca, a cui è dedicato il romanzo di Salvatore Maira.
E mentre alle elezioni europee i partiti si preparano dilaniandosi tra
loro, e perciò allontanando sempre più i cittadini dalla politica e dal
voto, considerati ormai come ininfluenti sulla vita quotidiana delle
persone, ci sono anche richiami più seri che avvertono come tutto invece
può dipendere dalla politica e dall’Europa, perché è da loro che viene
la pace o la guerra, come si vede in Ucraina e a Gaza.
Tra questi richiami c’è anche un bel documento del Consiglio pastorale
di Milano, e del suo Arcivescovo Delpini, esplicitamente dedicato alle
prossime elezioni europee, per raccomandare alla responsabilità dei
cristiani il “sogno d’Europa”, messo alla prova dalle istituzioni e dal
Parlamento europeo che dalle elezioni derivano.
Ed è un fatto notevole dopo che per tanto tempo la Chiesa è sembrata
prendere le distanze dalla politica, a cominciare dalla politica
italiana.
Ma chi può rovesciare l’attuale politica europea?
Di questo infatti si dovrebbe trattare, dato che l’attuale scelta
dell’Europa sembra tutta per la guerra e per le armi, e per un
dirottamento di una parte significativa del Prodotto interno lordo (il
famoso PIL) verso la spesa per l’industria delle armi.
C’è una delle ultime risoluzioni del Parlamento europeo approvata a
schiacciante maggioranza (451 a 97 tra contrari e astenuti) che
praticamente dichiara guerra alla Russia e addirittura dettaglia quanto
è necessario alla guerra: “sofisticati sistemi di difesa aerea,
missili a lungo raggio, come i missili TAURUS, Storm Shadow/SCALP e
altri, moderni aerei da combattimento, vari tipi di artiglieria e
munizioni (in particolare da 155 mm), droni e armi per contrastarli”.
Il Parlamento europeo inoltre “sollecita i governi degli Stati membri
ad avviare immediatamente un dialogo con le imprese del settore della
difesa al fine di garantire che la produzione e la consegna, in
particolare, di munizioni, proiettili e missili” e a “esplorare
le possibilità di joint venture e di stretta cooperazione con le
industrie della difesa al fine di fornire le munizioni necessarie”. Tra le iniziative di contrasto c’è anche la lista “Pace Terra
Dignità” targata La Valle-Santoro, che afferma come “la salvezza
può cominciare dall’Europa se riscopre sé stessa e, a partire dalla
riconciliazione tra la Russia, gli Stati Uniti e l’Occidente si rivolge
al mondo per costruire la pace” ma anche per preservare la Terra e
rivendicare la Dignità di tutte le creature.
C’è però una legge di contrasto alle nuove formazioni politiche, che
richiede entro il 25 aprile (data simbolica!) 75.000 firme autenticate
(e 1500 in ogni regione) per poter partecipare alle elezioni; ciò che
soprattutto in regioni molo piccole, come la Val d’Aosta e molto grandi
come la Sicilia insieme alla Sardegna, è assai difficile da conseguire.
Perciò mi permetto chiedere a tutti gli amici di darci una mano a
raccogliere queste firme. L’invito è a farlo in molte piazze e città
dove sabato pomeriggio e domenica saranno allestiti appositi banchetti.
Per il resto, la mail a cui ci si può rivolgere è
organizzazione@paceterradignita.it; se si usa il telefonino,
potrebbe essere necessario ruotare lo schermo.
Chiesa.
Papa Francesco ha nominato S.E. mons. Baldo Reina responsabile diocesano
per la tutela dei minori
S.E. Baldo Reina
Papa Francesco ha nominato S.E. mons. Baldo Reina, (attualmente
Vescovo ausiliare e Vicegerente della Diocesi di Roma), nuovo
Responsabile del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone
vulnerabili, per la Diocesi di Roma.
Prende il posto di S.E. mons. Riccardo Lamba, nominato lo scorso 23 febbraio
Arcivescovo metropolita di Udine.
Mons. Baldo Reina, dal 27 maggio 2022 Vescovo titolare di Acque di
Mauritania e ausiliare di Roma, dal gennaio 2023 è Vicegerente della Diocesi
di Roma.
Nel ruolo di Vicegerente attualmente svolge le funzioni (non per nomina
ma come supplenza in sede vacante) di Vicario di Sua Santità per la Diocesi
di Roma, essendosi concluso il mandato del precedente Vicario Generale cardinale Angelo De Donatis, nominato
nuovo Penitenziere Maggiore.
Ambiente. Primo ciclo di
derattizzazione del centro abitato; a partire da lunedì 15 aprile
Derattizzazione
Un primo
ciclo di derattizzazione del centro abitato di Grotte, della durata di
3 settimane, verrà eseguito a partire da lunedì 15 aprile 2024; di
seguito il comunicato dell'Amministrazione municipale.
*****
COMUNE DI
GROTTE
(Libero Consorzio Comunale di Agrigento)
SI
AVVISA
la cittadinanza che
lunedì 15 aprile 2024 si effettuerà il 1° ciclo di derattizzazione
e monitoraggio dei roditori
all'interno del centro abitato e nelle zone periferiche. La gestione del
servizio avrà una durata di circa 6 settimane.
Dalla Residenza municipale, lì 11 aprile
2024
Editoria.
In uscita "Se Colapesce si stancasse", il nuovo libro di Alan David
Scifo
Locandina
Alan David Scifo
Esce il 26 aprile “Se Colapesce si stancasse”, il nuovo libro del
giornalista Alan David Scifo edito da Navarra Editore.
Un viaggio-inchiesta nella Sicilia più inquinata che racconta volti e storie
dei tanti “Colapesce” che cercano di combattere contro l’inquinamento dei
poli petrolchimici dell’isola, contro il potere che cerca il denaro a
discapito della salute, nei territori distrutti dal “progresso” che invece
ha portato morte e malattie.
Il libro parte dalla leggenda di Colapesce, l’essere mitologico che
sosterrebbe una delle colonne che regge la Sicilia.
Adesso anche lui si trova a combattere contro l’inquinamento dell’isola e
deve combattere contro quell’uomo per cui aveva deciso di sacrificarsi:
dalle dune di plastica di Acate fino ai poli petrolchimici di Gela, Milazzo
e Augusta, per finire a Lampedusa e nelle fabbriche mai bonificate, “Se
Colapesce si stancasse” è un viaggio che cerca di reclutare nuovi paladini
che vogliono aiutare l’eroe mitologico a sostenere la Sicilia affinché non
affondi definitivamente.
Il testo verrà presentato al Salone internazionale del libro di Torino, il
12 maggio, ma prima ancora il viaggio di Colapesce partirà da Agrigento,
il 18 aprile, nella sede della biblioteca Lucchesiana, alle ore 19.00,
per una anteprima che anticipa l’uscita e all’Università di Palermo, il 23
aprile, alle ore 16.00, nel dipartimento della Scienza della terra e del
mare.
Il libro è il secondo scritto dal giornalista Alan David Scifo, dopo “Sud
del Sud”, pubblicato nel 2019.
Ricorrenze.
Il Comune di Grotte al 172° anniversario della fondazione della Polizia
di Stato
Foto di gruppo
Ieri, mercoledì 10 aprile 2024 la Polizia di Stato ha celebrato il 172°
anniversario della sua fondazione. Manifestazioni si sono svolte in
tutt'Italia. Ad Agrigento la cerimonia si è tenuta al Palacongressi del
Villaggio Mosè, alla presenza del prefetto di Agrigento Filippo Romano
e del questore della Città dei Templi Tommaso Palumbo.
Presente anche una delegazione di Grotte guidata dal sindaco Alfonso
Provvidenza.
"Considerare la sicurezza pubblica come un processo vuol dire - ha
dichiarato il questore Palumbo nel suo discorso - che essa non può essere
ottenuta attraverso un singolo intervento o una misura isolata, ma richiede
un approccio olistico che consideri molteplici fattori. E la prevenzione del
crimine, da parte della polizia, è solo uno di questi. Ma tra i tanti
fattori, la costruzione di relazioni virtuose tra noi e le comunità è
sicuramente il più importante. E in questo, la sinergia con tutti i sindaci
della provincia è essenziale. Sinergia di cui sono testimone e che, nel mio
pur breve periodo di permanenza dal mio insediamento, vedo crescere ogni
giorno e di cui sono grato".
"La sinergia dell'Amministrazione comunale con le Forze dell'Ordine è un
valore irrinunciabile e caratterizzante del nostro modo di essere";
queste le parole del sindaco Provvidenza (nella
foto a lato, presente alla cerimonia con altri Primi Cittadini).
Attualità. "Indigniamoci quando vengono
lesi i diritti dei poveri, degli emarginati..."; di don Carmelo La Magra
Carmelo La Magra
Sullo
spot di un nota marca di patatine, che ha suscitato
vaste
reazioni negative, la riflessione di don Carmelo
La Magra, parroco a Racalmuto (già parroco di Lampedusa).
*****
Anche a
me ha dato fastidio l'utilizzo della simbologia Eucaristica per
sponsorizzare una marca di patatine; l'Eucaristia è ciò che di più prezioso
i cristiani e che li costituisce nella loro stessa identità: "Sine
dominico non possumus".
Detto questo, sarebbe bello che i cattolici tirassero fuori più spesso
questo spirito di indignazione che ha portato l'azienda a ritirare lo spot,
naturalmente temendo più la cattiva pubblicità e il danno economico che lo
sguardo minaccioso dei credenti.
Vorrei che questa indignazione così animata uscisse fuori quando vengono
lesi i diritti dei poveri, degli emarginati, dei piccoli, dei soli, delle
minoranze, degli stranieri, degli scartati in generale che costituiscono la
carne di Cristo tanto quanto il Sacramento Eucaristico (Mt 25).
Sarebbe bello che quanti hanno smesso di acquistare o vendere le famose
patatine (chissà fino a quando) smettessero di acquistare o vendere prodotti
che, è risaputo, sfruttano i poveri e i piccoli per la loro realizzazione.
Sarebbe bello svegliarsi una mattina sommerso da post di ferventi cattolici
che si schierano contro il sostegno che i nostri governi (destre e sinistre
allo stesso modo) hanno dato e continuano a dare a torture, segregazioni e
genocidi vari su esseri umani già fragili; magari quei governi, temendo più
la perdita del consenso che Dio stesso, avrebbe proposto altre politiche e
si sarebbe salvata qualche vita.
Non ci accada che, pensando di dover difendere Dio, dimentichiamo che lui è
difensore dei suoi piccoli.
Indigniamoci, sì... ma sempre.
Spettacolo. Il giornalista Ivan Scinardo nella
giuria del Premio "Nino Martoglio"
Ivan Scinardo
Premio "Nino Martoglio"
Il Premio "Nino Martoglio" si arricchisce della competenza e
dell'esperienza di Ivan Scinardo, figura di rilievo nel panorama
giornalistico e cinematografico italiano. La sua formazione accademica in
Scienze e Tecniche Psicologiche e la sua lunga carriera come direttore della
sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia lo rendono un membro
prezioso per la giuria.
La sua visione sarà sicuramente un valore aggiunto nella valutazione delle
personalità da premiare con il “Martoglio”.
Insieme a lui, Eliana Lo Castro Napoli e Maria Lombardo,
entrambe giornaliste con una solida esperienza nel campo della critica
cinematografica, completano una giuria che promette di portare un'analisi
approfondita e variegata delle opere presentate.
Questo trio di professionisti rappresenta un equilibrio tra competenze
accademiche, esperienza sul campo e una profonda conoscenza del cinema,
elementi essenziali per un giudizio equo e informato. Il Premio “Nino Martoglio” di Grotte (AG) è un riconoscimento
culturale che celebra e promuove le eccellenze siciliane nel settore
della cultura.
Il Premio - ideato e diretto da Aristotele Cuffaro - del quale lo
scorso anno è stata celebrata la XX edizione, si compone di diverse
categorie, tra cui il Premio Speciale “Gregorio Napoli”, il Premio Speciale
“Francesco Pilitteri” e il Premio Speciale per i meriti artistico-musicali.
Sport.
L'Akragas 2018 Under 18, con 5 giocatori grottesi, si è aggiudicata il
titolo provinciale di categoria
Festeggiamenti
I grottesi
La squadra di calcio dell’Akragas 2018 Under 15, guidata dal tecnico
Emiliano Bellavia, si è aggiudicata il titolo provinciale di categoria,
dopo un lungo ed esaltante testa a testa con i cugini del Canicattì. Al
secondo posto del campionato il Canicatti; la Virtus Favara si è
classificata al terzo posto.
La giovane compagine biancazzurra è risultata anche la migliore
realizzatrice, con ben 86 reti fatte; migliore marcatore Alessandro Salvi,
con 21 reti segnate.
Tra i giovani calciatori dell’Akragas in campo ben 5 grottesi:
Michele Cirino, Salvatore Arcieri, Stefano Infantino,
Antonio Rizzo e Giovanni Salvaggio(nella
foto a lato, con i mister Antonio Pillitteri e Luca Cirino,
con i quali hanno imparato le basi e alimentato la passione per il calcio).
Grande festa in casa Akragas domenica scorsa; in occasione della gara
interna tra la maggiore squadra e l’Acireale, ha visto i giovanissimi Under
15 ricevere gli applausi della propria Società e dei tantissimi tifosi
accorsi allo stadio Esseneto.
Cinema. "Non sai quanti nomi ti ho dato", di
Franco Carlisi; recensione di Gaspare Agnello
Locandina
Gaspare Agnello
Al
cinema Ciak di Agrigento, il primo marzo di questo 2024 è stato proiettato
il film corto “Non sai quanti nomi ti ho dato”, opera prima del
fotografo d'arte Franco Carlisi, che si è improvvisato regista
raggiungendo o risultati veramente eccezionali, avendoci dato un prodotto di
grande spessore artistico.
Tante recensioni positive sono state scritte e tra esse quella del filosofo
Alfonso Maurizio Iacono che ha fatto considerazioni di altissimo livello,
sulla tematica della vecchiaia e di tutti i drammi che essa assomma,
mostrandoci la dimensione di carattere filosofico e di introspezione
psicologica del film che solo un vecchio di 90 anni può capire fino in
fondo.
Ho detto a Carlisi che io ho capito del film più di quanto egli abbia
scritto, perché quello che lui ha voluto dire io lo vivo con i miei 90 anni,
col dramma della solitudine, col pensiero della morte prossima ventura.
Mi stanno bene tutte le recensioni e le considerazioni sul film, che io non
chiamo cortometraggio anche se è dura meno di mezz'ora; però la più bella
cosa che io posso dire, e che supera tutte le altre osservazioni, è che io,
vedendo il film, ho pianto a dirotto, perché in esso ho ritrovato tutti i
miei sentimenti di uomo di 90 anni.
Ho rivisto la mia terribile solitudine, la paura di andare avanti perché
avanti c'è il burrone, il nulla eterno, la dimenticanza.
Il vecchio soffre la mancanza dell'amore che è il motore di tutto, e quando
si dice amore non si vuol dire eros, sesso, ma affetto, compagnia, carezza.
Cos'è Laura e, intanto, chi è Laura: è Maria, è Rita, è Rosa e tante altre
che tu immagini, che hai amato.
Sono le amiche che ti stanno vicino, che ti comprendono, che ti portano al
cinema o a mangiare una pizza.
Senza Laura il vecchio muore prima di morire.
Non sempre il vecchio ha una Laura.
Perché, quasi sempre, Laura ha paura del vecchio, ha paura di trovarsi di
fronte al mostro e tutto questo acuisce maggiormente la solitudine e la
rabbia.
È evidentemente il film esamina solo la condizione del vecchio e non
affronta altre tematiche.
Però il problema del vecchio ammalato e sul punto di morire e le sue
problematiche sono state affrontate con grande competenza e con una
interpretazione di Giovanni Volpe che è stata superba, perché ha saputo
entrare pienamente nel personaggio fino al punto di portarmi alla commozione
e al pianto.
Non entro nei particolari tecnici del lavoro perché non ne ho la competenza
e perché dovrei vederlo un'altra volta.
Però quando un film arriva al cuore dello spettatore, quando riesce a
mettergli in subbuglio il cuore e il cervello, vuol dire che è opera
d'arte. La regia di Carlisi è stata professionale. Noemi Castronovo, che ha interpretato il ruolo di Laura, è stata
eterea, svolazzante, come il sogno del vecchio scrittore, e anche lei ha
contribuito a turbare la mia psiche perché ha saputo riportarmi agli anni
dei miei amori giovanili.
Infine devo osservare che il fotografo Carlisi ama far parlare i suoi
personaggi con gli occhi, e anche in questo piccolo e grande lavoro, molto
spesso, i suoi personaggi parlano con gli occhi. L'opera prima di Franco Carlisi mi ha coinvolto, mi ha convinto, mi ha
emozionato.
I premi ricevuti dal film avvalorano il mio giudizio positivo.
Ci sarà un seguito?
Intanto godiamoci quello di cui disponiamo, sempre sperando.
Rivedrò il film per dare un giudizio più approfondito.
Sanità. Rinnovo delle esenzioni ticket per
reddito, anche online (informazioni e modelli)
Esenzione ticket
Informazioni
Le
esenzioni ticket per reddito (E01-E02-E03-E04
),
in scadenza al 31 marzo 2024 possono essere rinnovate a partire dallo
scorso 1 aprile.
RINNOVO ONLINE
Il rinnovo delle certificazioni di esenzione ticket per reddito
(E01-E02-E03-E04) può essere richiesto anche senza recarsi personalmente
allo sportello ma attraverso una procedura online collegandosi al
portale Sistema TS (Tessera Sanitaria) attraverso l’indirizzo web
https://sistemats1.sanita.finanze.it/portale/it/web/guest/esenzioni-da-reddito-cittadini
(clicca
qui).
I cittadini possono accedere al sistema se muniti di SPID, Tessera sanitaria
come Carta nazionale dei servizi (TS-CNS) o con Carta d’Identità
Elettronica. Sul portale è possibile inserire i dati personali per
un’autocertificazione con richiesta esenzione per motivi di reddito
ottenendo immediatamente l’attestato.
RINNOVO AUTOMATICO
Sempre a partire da lunedì 1 aprile 2024 sono rinnovati automaticamente
i codici di esenzione dal ticket sanitario E01, E03, E04, se persistono i
requisiti dell’anno precedente, per gli aventi diritto, sulla base
dei dati forniti dal Ministero Economia e Finanze (MEF), pertanto non è
necessario rivolgersi agli sportelli dell’ASP per richiedere il rinnovo di
queste esenzioni. Il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta
che ha in carico il paziente può effettuare la verifica sugli elenchi
aggiornati degli utenti aventi diritto.
RINNOVO PRESSO IL PRESIDIO DI GROTTE
Chi si trova nelle condizioni di dover rinnovare l'esenzione ticket può
rivolgersi al Presidio di Grotte (Via Confine n° 23, Tel. 0922.733782),
aperto tutte le mattine dal lunedì al venerdì, portando:
- l'autocertificazione,
debitamente compilata e firmata, attestante il diritto all'esenzione (scarica
qui il modello da compilare e stampare);
- fotocopia del documento di identità del titolare;
- tessera sanitaria del titolare (il modello originale, non la
fotocopia). I maggiorenni impossibilitati a recarsi negli uffici del Presidio
possono delegare un familiare:
- compilando l'apposito modello di delega (scarica
qui il modello da stampare) firmato dal delegante e dal delegato;
- allegando le fotocopie dei documenti di identità (del delegante e
del delegato) e le tessere sanitarie in originale (non
fotocopie).
La delega (scarica
il modello qui) è necessaria anche per i figli minorenni; non è
necessaria tra i coniugi. Le Tessere Sanitarie vanno esibite esclusivamente in formato originale.
Chiesa.
A S.E. mons. Baldo Reina le funzioni di Vicario Generale di Sua Santità
per la diocesi di Roma
S.E. Baldo Reina
Il recente cambiamento nella leadership del Vicariato di Roma segna
un momento significativo nella vita della Chiesa nella capitale italiana.
Con la conclusione del mandato del Cardinale Angelo De Donatis - nominato
nuovo Penitenziere Maggiore - come Vicario di Sua Santità per la Diocesi
di Roma, si apre una nuova fase sotto la guida del Vicegerente, S.E.
mons. Baldassare Reina.
La transizione delle responsabilità è un processo ben delineato dalla
Costituzione Apostolica "In Ecclesiarum Communione", assicurando così una
continuità nella gestione delle funzioni del Vicariato.
S.E. mons. Baldassare Reina, nato a San Giovanni Gemini (AG) il 26 novembre
del 1970, dal 27 maggio 2022 Vescovo titolare di Acque di Mauritania e
ausiliare di Roma, dal gennaio 2023 è Vicegerente della Diocesi di Roma.
Ieri, lunedì 8 aprile 2024, papa Francesco ha incontrato i membri del
Consiglio episcopale del Vicariato di Roma. L'incontro di Papa Francesco con
i membri del Consiglio episcopale riflette l'importanza di un dialogo
continuo e di un coinvolgimento attivo nella guida spirituale e
amministrativa della Diocesi. Questi eventi non solo rafforzano la struttura
interna della Chiesa, ma anche il suo impegno verso la comunità di fedeli a
Roma e nel mondo.
Sua Santità Francesco, ricevendo ieri il Consiglio episcopale di Roma, ha
invitato i vescovi suoi collaboratori in Roma a "continuare il ministero
pastorale e le attività già avviate", in attesa del nuovo Vicario di
Roma.
Come già detto, al momento tutte le funzioni proprie del Vicario Generale
sono nelle mani del Vicegerente, il vescovo
S.E. mons. Baldassare Reina.
Comune. Convocato il
Consiglio comunale in seduta ordinaria per lunedì 15 aprile alle ore
18.00
Aula consiliare
L'adunanza del prossimo
Consiglio comunale di Grotte, convocato in seduta
ordinaria
presso la sala consiliare del Comune di Grotte,
su determinazione del presidente Angelo Carlisi, è stata fissata
per
lunedì 15 aprile, alle ore 18.00.
Verrà discusso il seguente ordine del giorno:
1) Nomina scrutatori;
2) Approvazione Bilancio di Previsione Finanziaria Triennio 2024-2026 e
relativi allegati.
In caso di mancanza del numero legale la seduta sarà sospesa per un'ora e,
qualora dopo la sospensione non ci fosse ancora la presenza del numero
legale dei Consiglieri, la seduta di seconda convocazione sarà tenuta il
giorno successivo, sempre alla stessa ora.
Canicatti.
"Uva da tavola, cambiamenti e sinergie"; dibattito sul futuro del
comparto
Foto di gruppo
Canicattì è stata al centro del dibattito sul futuro di un intero comparto
ieri, domenica 7 aprile, in occasione dell’incontro “Uva
da tavola, cambiamenti e sinergie”.
Una mattinata di confronto tra diverse realtà territoriali ed esperti del
settore provenienti dalla Sicilia ma anche dalla Puglia che si è conclusa
con un appello comune alla collaborazione e al fare fronte e squadra per
vincere le sfide del futuro, sia per quanto riguarda la tutela e la
commercializzazione del prodotto, sia per quello che concerne le numerose
emergenze che riguardano l’agricoltura, da ultimo quella della carenza
idrica.
“Questa
giornata
- ha detto
Gianni Raniolo,
presidente del Consorzio Igp Uva da tavola di Mazzarrone -
è servita a creare una sinergia per portare avanti la produzione siciliana
di questo comparto. L’obiettivo deve essere quello di creare nuove idee e
nuove tendenze che possano portare soluzioni alla crisi e migliorare la
parte economica per i produttori”.
“La
nostra
- ha spiegato
Vincenzo Di Piazza,
presidente dell’associazione Uva da tavola siciliana -
è un’associazione nata nel giugno del 2021 con l’obiettivo di rappresentare
il valore del comparto, ma anche di mettere in luce i suoi problemi. Abbiamo
attraversato certamente delle annate terribili per il settore, oggi il fatto
nuovo è che diversi soggetti importanti della filiera si trovano insieme a
confrontarsi e a provare a fare rete”.
Un appello alla partecipazione, è arrivato anche da
Michele La Porta,
presidente del Consorzio Uva di Puglia Igp: “Serve
creare massa critica
- ha detto -
per andare sul mercato e provando a gestire la parte commerciale. Questo
possiamo farlo solo con la partecipazione degli agricoltori”.
Soddisfatto il presidente del Consorzio Igp Uva di Canicatti
Marsello Lo Sardo
per la riuscita dell’appuntamento: “Oggi
le massime autorità del settore dell’uva da tavola sono a Canicattì per
ragionare insieme del futuro di questo settore. Sono ancora oggi troppo
pochi gli imprenditori che si avvicinano al consorzio. Per questo voglio
lanciare un appello ai viticoltori delle province di Agrigento e
Caltanissetta, affinché investano sul sociale e comprendano come Consorzi
come il nostro siano l’unico strumento per dare visibilità alle nostre uve.
Il marchio Igp, infatti, è sempre più ricercato dai compratori di tutta
Italia e di tutta Europa, e non possiamo farci trovare impreparati”.
L’iniziativa, ospitata dal Comune di Canicatti, aveva il patrocinio del
Comune di Mazzarrone, il supporto dall’associazione Uva da tavola siciliana,
dell’Igp Uva di Puglia, dell’Igp Uva da tavola di Mazzarrone e della Cut
(Commissione Uva da Tavola). Redazione
8 aprile
2024
Racalmuto.
"Il berretto a sonagli" di Luigi Pirandello, sabato 20 aprile al
Teatro Regina Margherita
Locandina
La compagnia "RamuliArte" presenta "Il berretto a sonagli",
un'opera teatrale
di Luigi Pirandello
che continua a essere rappresentata con successo.
Questa commedia, scritta originariamente in siciliano e poi adattata in
italiano, esplora temi come l'ipocrisia sociale e la maschera dell'apparenza
che gli individui sono costretti a indossare.
La storia si concentra su Beatrice Fiorica, una donna che scopre il
tradimento del marito e si trova di fronte alla decisione di salvaguardare
l'onore della famiglia o di svelare la verità.
La rappresentazione, per la
regia di Simone Luglio,
promette di essere un adattamento coinvolgente, con un cast talentuoso che
include
Lillo Zarbo
nel ruolo dello scrivano Ciampa,
Luisa Lo Verme
come Beatrice (la signora),
Serena Bonsangue
come il delegato Spanò,
Claudia Cammilleri
come Fana (serva della signora Beatrice),
Angelo Castellano
come Fifì La Bella (fratello della signora Beatrice),
Serena Bonsangue
come La Saracena (rigattiera) e
Nina Ciampa
come Nina Ciampa (giovane moglie di Ciampa).
La rappresentazione si terrà
al Teatro Regina Margherita di Racalmuto, sabato 20 aprile alle ore 20.30,
un luogo storico che aggiunge ulteriore fascino all'esperienza teatrale.
Per chi è interessato a immergersi nell'universo pirandelliano (informazioni
e prenotazioni allo 0922.949579) e a riflettere sulle complessità della
natura umana, questo spettacolo rappresenta un'occasione imperdibile. Redazione
8 aprile
2024
Comune.
Obbligo di censimento dei beni mobili o immobili in cui è presente
amianto; entro il 15 giugno 2024
Censimento amianto
Il Comune di Grotte ha avviato un
censimento di beni mobili ed immobili nei quali siano presenti materiali o
prodotti contenenti amianto
(ai sensi della L.R. n° 10 del 29/04/2014 e s.m.i.).
L’amianto rappresenta un rischio per la salute per le fibre aero-disperse
nell’aria che respiriamo, tuttavia se gestito correttamente, non reca danni
all’ambiente e alle persone.
L’obiettivo del Comune di Grotte è avere chiara e piena conoscenza della
presenza di amianto sul territorio al fine di fornire una corretta
informazione ai propri cittadini e gestire, ove necessario, le situazioni
più critiche senza creare inutili allarmismi.
Con un
avviso pubblico,
il Sindaco di Grotte ha rivolto un invito a tutti i proprietari
e/o amministratori di beni mobili ed immobili nei quali siano presenti
materiali o prodotti contenenti amianto, libero o in matrice friabile,
nonché titolari o legali rappresentanti di unità produttive (a seguito di
riapertura dei termini, ai sensi dell’art.29 della L.R. n.8/2016)
di provvedere entro il termine del 15 giugno 2024
ad effettuare il censimento degli stessi.
In merito, il Comune ha predisposto i seguenti moduli:
-
lettera di trasmissione schede di autonotifica;
-
scheda autonotifica individuale;
-
scheda autonotifica ditte;
da restituire, debitamente compilati, presso il protocollo del Comune sito
nel palazzo comunale in Piazza Umberto I - Grotte (AG), oppure a mezzo posta
elettronica certificata (PEC) all’indirizzo
comunedigrotte@pec.it.
Sarà cura del Comune, trasmettere le segnalazioni pervenute agli organi
competenti (A.R.P.A. - D.R.P.C.).
Le violazioni degli obblighi di autonotifica determinano l’applicazione
delle sanzioni, che vanno da un minimo di € 2.582,2 ad un massimo di
€5.164,57.
L’obbligo di autonotifica viene esteso anche ai soggetti i quali abbiano già
presentato, prima di questo avviso, le schede di autonotifica. Redazione
8 aprile
2024
Nomine.
Il prof. Santino Lo Presti nella Commissione esaminatrice del concorso
per dirigenti scolastici
Santino Lo Presti
Un
nuovo prestigioso riconoscimento per l'ing. prof. Santino Lo Presti.
Con
decreto del Direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la
Sicilia, dott. Giuseppe Pierro, firmato in data 3 aprile 2024, Santino Lo
Presti è stato nominato componente della
Commissione esaminatrice del Concorso a posti di dirigenti scolastici
nei ruoli regionali presso le istituzioni scolastiche statali (di cui al
D.D.G. 18 dicembre 2023 n. 2788).
Una nomina che viene a coronare una brillante carriera professionale vissuta
nell'ambito dell'educazione, dell'istruzione e della formazione di giovani e
adulti.
La commissione, presieduta dal dott. Gioacchino Lavanco (Professore di I
fascia dell'Università degli Studi di Palermo), è formata da un
Dirigente Tecnico dell'U.S.R. Sicilia (la dott.ssa Viviana Assenza) e da
un Dirigente Scolastico (scelto tra tutti i Dirigenti Scolastici
degli istituti siciliani), l'ing. prof. Santino Lo Presti.
Della Commissione fanno parte, come membri aggregati, un esperto in Lingua
Inglese (la prof.ssa Francesca Leone) e un esperto di Informatica (il prof.
Mario Inguglia). Le funzioni di Segretario sono affidate alla dott.ssa
Marisa Franzone, Funzionario dell'U.S.R. Sicilia.
Attualmente Santino Lo Presti è Dirigente Scolastico del Centro Provinciale
per l'Istruzione degli Adulti (CPIA) di Agrigento, e ricopre anche il ruolo
di Presidente Onorario della FGCI - Lega Nazionale Dilettanti Sicilia, e
di
Coordinatore Nazionale per la FIGC degli esport - Capo Delegazione squadra
Nazionale femminile dell’under 20 di calcio.
Servizi.
Crisi idrica: Assemblea dei Sindaci di AICA alla presenza del Prefetto
di Agrigento
Assemblea di AICA
La crisi idrica al centro dell’Assemblea dei Sindaci di Aica,
presenziata dal prefetto di Agrigento dott. Filippo Romano, che si è
svolta nel pomeriggio di giovedì scorso, 4 aprile 2024, nell’aula Luigi
Giglia del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Un’Assemblea partecipata durante la quale si è cercato di individuare
tempestive soluzioni alla severità idrica che interessa l’Agrigentino così
come altre province dell’Isola.
Ad aprire i lavori è stato il prefetto Romano che ha fatto il punto della
situazione e ha fornito una prima soluzione: “Lo stato di emergenza è
alle porte ma ci sono delle cose che potremmo fare noi - ha detto il
prefetto Romano -. Intanto, dobbiamo capire se veramente stiamo
utilizzando tutte le risorse disponibili o se ci sono fonti anche private
per le quali, ritengo, ci siano gli estremi per la requisizione che deve
comportare, ovviamente, anche un indennizzo. Dovremmo, quindi, cominciare da
un censimento. In tal senso, chiedo ad Aica e ai sindaci di farci sapere da
quali fonti scaturisce l’approvvigionamento di acqua. Spetta ad Aica il
compito di esaminarne la qualità così da stabilire se può essere utilizzata
per uso umano o irriguo. È necessaria la collaborazione di tutti”.
Diversi gli interventi dei sindaci, tra i quali il sindaco Miccichè che si è
detto “pronto a restituire il titolo di Agrigento Capitale Italiana della
Cultura 2025 se la città dovesse essere ancora irrimediabilmente
attanagliata dalla crisi idrica”.
“L’Assemblea - ha affermato il dott. Alfonso Provvidenza,
presidente dell’Assemblea dei Sindaci di Aica - è stata particolarmente
interessante perché ha visto la presenza di quasi tutti i sindaci e,
soprattutto, perché abbiamo avuto l’onore di avere la presenza del prefetto
Romano, sempre attento ad ascoltare le problematiche della nostra provincia.
La situazione idrica è in piena emergenza e occorre individuare delle
soluzioni che consentano di uscire dalla crisi con una serie di interventi
nel brevissimo periodo. Nel corso dell’Assemblea, si è discusso della
possibilità di requisire dei pozzi per soddisfare la domanda di acqua. La
carenza della risorsa idrica può essere superata non solo attraverso un
migliore utilizzo delle risorse che abbiamo a disposizione ma anche con
l’uso delle risorse dei pozzi, i quali devono essere messi a disposizione
dai privati a favore dei cittadini. Si è anche parlato del possibile
utilizzo dei dissalatori per il quale, ritengo, ci vorrà un po’ di tempo per
mettere in funzione uno dei moduli, così come rappresentato dal sindaco di
Palma di Montechiaro. Questa è una questione che i sindaci non possono
affrontare da soli, per questo chiediamo l’aiuto della Regione e dello Stato
anche, se necessario, attraverso l’intervento della Protezione civile”.
Hanno presenziato alla riunione anche il Consiglio di amministrazione e i
dirigenti dell'Azienda Idrica dei Comuni Agrigentini.
Nella foto a
lato, da sinistra: Alfonso Provvidenza (presidente dell'Assemblea dei
Sindaci), Filippo Romano (prefetto di Agrigento), Settimio Cantone
(presidente del CdA di AICA).
Chiesa.
"L'amore è rivoluzione": incontro con il Movimento Pro Sanctitate;
sabato 13 aprile a Palermo
Locandina
Il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, vescovo e fondatore del
Movimento Pro Sanctitate, è ricordato per il suo impegno nella
promozione della santità come vocazione universale dell'uomo.
La sua vita e il suo ministero sono stati caratterizzati da un profondo
amore per Dio e un instancabile servizio alla Chiesa.
Il Movimento Pro Sanctitate, fondato a Roma nel 1947, continua a
diffondere il suo messaggio e la sua eredità spirituale, invitando tutti
a vivere la chiamata alla santità nella vita quotidiana. Sabato 13 aprile 2024, alle ore 17.00 presso l'Auditorium
di San Mattia ai Crociferi di Palermo, si terrà un incontro sul
tema "L'amore è rivoluzione"; sarà un'occasione per riflettere
sull'attualità del suo messaggio e sul significato profondo dell'amore
come forza rivoluzionaria, in linea con la visione di Giaquinta. Il
saluto introduttivo sarà proposto dalla prof.ssa Santina Mitra,
responsabile del Movimento Pro Sanctitate di Palermo.
La presenza di figure ecclesiastiche come il consulente nazionale del
Movimento Pro Sanctitate S. Ecc. mons. Salvatore Di Cristina
(arcivescovo emerito di Monreale), e l'Arcivescovo di Palermo S. Ecc.
mons. Corrado Lorefice, insieme alle esibizioni dell'Aeolian
Vocal Ensemble diretto dal M° Monica Faj, contribuirà a
rendere questo momento un'esperienza di comunione e ispirazione.
Editoria.
In libreria e negli store online il romanzo "Tacito silenzio" di Armando Caltagirone
Copertina
Armando Caltagirone
È in distribuzione, stampato da Salvatore Sciascia Editore,
il romanzo "Tacito Silenzio", opera prima di Armando Caltagirone -
Salvatore Sciascia Editore -.
Le
copie del libro sono
reperibili a Grotte presso "L'Edicola" di Michelangelo Arnone
(Corso Garibaldi, 157).
Chi volesse riceverlo direttamente a casa può ordinarlo negli store
online: su Amazon (qui),
IBS libri (qui),
Feltrinelli (qui),
Libreria Universitaria (qui),
Unilibro (qui),
Libraccio (qui),
EmozioniMediaStore (qui).
Il romanzo è stato presentato ufficialmente a Grotte lo scorso 23
dicembre, alle ore 17.30 presso l'auditorium "San Nicola - Stella
Castiglione"(guarda il video).
Successivamente è stato presentato ad Agrigento, giovedì 7 marzo,
presso il salone di rappresentanza della Prefettura (guarda il video).
Quanto mai attuale - in periodo di continui femminicidi - il tema
trattato dal libro (con la prefazione di Gaetano Savatteri), che prende spunto da un terribile fatto di cronaca
accaduto a Grotte nella metà del secolo scorso. Il 7 settembre 1945 il
paese è scosso da una notizia agghiacciante: una giovane e bella ragazza
- la sedicenne Rosetta, per qualcuno la più bella del paese - è stata
assassinata da uno spasimante ventenne. Questa la realtà, dalla quale
attinge l'Autore per cercare di fare luce sui risvolti affettivi,
economici, sociali e soprattutto culturali della vicenda.
Nelle immagini a lato, la copertina del romanzo (foto di Franco
Carlisi) e l'Autore.
Volontariato.
Zainetto da trekking in regalo ai soci donatori dell'Avis comunale di
Grotte
Zainetto AVIS
Uno
zainetto da trekking personalizzato con il logo dell'AVIS
Comunale di Grotte OdV (Organizzazione di Volontariato) verrà donato
a tutti i soci che hanno effettuato una donazione nell'anno 2024.
A darne notizia è il presidente Pietro Zucchetto: "Si
informano tutti i soci donatori di sangue di Grotte che, anche se in
ritardo, sono arrivati i gadget che dovevano arrivare molto prima di
Pasqua. È stato deliberato dal Consiglio Direttivo - continua
Zucchetto - di regalare a tutti coloro che hanno donato per noi, Avis
Comunale di Grotte OdV, nell'anno 2024 o che doneranno in seguito, uno
zainetto da trekking personalizzato.
Pertanto, chi ha già donato lo può ritirare nelle nostre prossime
giornate di donazione: domenica 14 e domenica 21 aprile; agli altri
verrà consegnato subito dopo la donazione".
Anniversari.
120 anni fa nasceva a Grotte il chitarrista Harry Volpe; il 22 giugno un
concerto in suo onore
Harry Volpe
Harry Volpe
Salvatore Salvaggio
Oggi ricorre il 120° anniversario della nascita di
un grande concittadino dimenticato e mai celebrato a Grotte, che fu una vera e propria leggenda del Jazz: il chitarrista Harry Volpe
(Onofrio Volpe).
Harry Volpe (nato a Grotte il 7 aprile 1904 e morto a Miami il
16 gennaio 1995) è stato uno dei primi chitarristi jazz e pioniere
dell'editoria musicale, nonché compositore e didatta. Dopo l'introduzione e la divulgazione della
chitarra nel jazz negli anni '20, da parte di Eddie Lang, Harry Volpe fu
tra i primi virtuosi chitarristi jazz, il cui stile divenne noto nel
panorama mondiale. Ha suonato con i più importanti e celebri jazzisti
dell’epoca quali Django Reinhardt, Charlie Christian, Carl Kress, Dick
McDonough, Al Valenti e Frank Victor, esibendosi nei maggiori teatri degli
Stati Uniti d’America.
Harry Volpe fondò una delle prime etichette discografiche jazz del mondo:
la
Grotte Records, in onore dell’amato paese natio; incise inoltre per
le maggiori etichette internazionali quali Decca, RCA, Paramounth, Columbia
Records.
La sua fama e notorietà porto la Epiphone, uno dei più blasonati
marchi di costruttori di chitarre, a dedicargli un modello di chitarra:
la "Epiphone
Harry Volpe Model 1955". Concluse la sua carriera artistica dedicandosi
all’insegnamento presso il Miami-Dade Junior College.
Un concerto di musica jazz in onore di Harry Volpe,
organizzato - per la prima volta in assoluto - dall'Associazione Musicale “G. Rossini”,
con la collaborazione del Comune di Grotte e il
supporto della
testata giornalistica "Grotte.info Quotidiano", sarà
realizzato il prossimo 22 giugno 2024 in Piazza Renzo Collura
(già piazza Fonte).
Finanziato con i fondi della Democrazia Partecipata, il concerto,
nel quale sarà ricordata
la figura e le opere del grande chitarrista, con l'esecuzione delle sue più significative
composizioni musicali, insieme ad alcune celebri composizioni jazz del
panorama internazionale, sarà l'occasione per raccontare l'avvincente
storia del nostro concittadino Harry Volpe e del percorso che lo ha reso una
leggenda del jazz mondiale.
"Il
7 aprile del 1904 nasceva a Grotte uno dei più importanti chitarristi
della storia: Onofrio Volpe in arte Harry Volpe - scrive il M°
Salvatore Salvaggio, promotore del concerto - . Un compleanno
arricchito con la meravigliosa notizia che il 22 giugno 2024 in piazza
Renzo Collura (Fontana) terremo finalmente il tanto atteso concerto in
suo onore. I particolari saranno resi noti prossimamente".
Letture Sponsali.
"Il dubbio non ha resistito innanzi alle prove"
Sposalizio
Le "Letture
Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una
prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal
gruppo "Amore è..." (vedi
il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per
favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità
ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i
grottesi Vera e Francesco).
*****
Gesù ha il potere di unire ciò che è diviso e di renderlo una cosa sola.
Coloro che erano diventati credenti erano una moltitudine; eppure, grazie
all'amore del Signore e per il Signore, avevano un cuore solo e un'anima
sola.
Come i discepoli che, chiuse le porte, cercavano nella loro unione la forza
necessaria per sconfiggere la paura dei Giudei e, raggiunti da Gesù, la
trovavano nel soffio divino attraverso cui hanno ricevuto lo Spirito Santo.
Solo Tommaso, lontano dagli altri, si è concesso di dubitare. Ma il dubbio
non ha resistito innanzi alle prove offerte dal Signore.
Che cosa sono e a cosa servono le "prove"? A volte sono ostacoli da
superare, altre testimonianze concrete di verità.
Tommaso, a ben vedere, le incontra entrambe: la sua incredulità è l’ostacolo
oltre il quale gettare il cuore, per trovare Gesù.
Per saltare, essa ha bisogno di uno slancio. Tale bisogno, però, ci fa
sentire Tommaso un po’ più vicino a noi e alle nostre debolezze.
A questa debolezza, Gesù offre un sostegno. Perché, come recita il Salmo, il
Signore è buono.
Lo stesso accada tra gli sposi: l'amore che ci unisce, in quanto figli e
creature di Dio, è fatto a somiglianza dell'amore di Dio.
Coloro che consacrano il loro amore nel nome di Gesù, "... non sono più
due, ma una carne sola (una caro)" (Mt 19.6).
Cronaca.
Nel pomeriggio domato incendio in Cortile Fonte: intervento dei Vigili
del fuoco nella casa disabitata
Cortile Fonte
Nel
pomeriggio di oggi, sabato 6 aprile 2024, un incendio ha colpito una
vecchia abitazione disabitata a Grotte, situata nello stretto vicolo
denominato Cortile Fonte, alle spalle di Piazza Renzo Collura,
causando allarme tra i residenti del centro storico.
I Vigili del Fuoco del distaccamento di Canicattì sono intervenuti
prontamente, nonostante le difficoltà logistiche dovute alla strettezza del
vicolo. Dopo aver estinto le fiamme, hanno lavorato per assicurare la
sicurezza dell'edificio, dichiarato inagibile.
I tecnici comunali hanno preso misure precauzionali, isolando l'area. Di
grande importanza si è rivelata la rapida risposta delle squadre di
emergenza nell’affrontare la situazione, nonostante le vie di accesso
inadeguate.
Politica.
"La signora Frola e il signor Ponza"; di Enzo
Napoli
Enzo Napoli
Dopo la Basilicata e il
Piemonte la signora Frola (Elly Schlein) ed il signor Ponza (Giuseppe Conte)
continuano a litigare regalando alla destra, con ottime probabilità, anche
la Puglia.
Pirandello si sarebbe divertito tantissimo a vedere i personaggi della sua
novella reincarnati in questi due leaderucoli che vivono la loro
personalissima sfida interpretando un ruolo ben al di sopra delle loro
capacità.
Come se la posta in gioco non fosse il destino del paese e la vitale
necessità di costruire un'alternativa credibile alla Meloni, stanno
ricoprendo di ridicolo i loro rispettivi partiti e la stessa coalizione,
ridotta oggi ad un campo desolato.
In una democrazia con un minimo di senso, sarebbero stati già cacciati a
pedate dalle loro rispettive organizzazioni, come ci si aspetta quando si
determinano tante sconfitte, ma nell'era della politica da cortile, ai polli
(di manzoniana memoria) che litigano, le tifoserie battono le mani.
Avremmo dovuto già capirlo da quanto avvenuto in Sicilia qualche tempo fa,
dove la tragedia è diventata farsa, con i cinque stelle che si sono anche
qui defilati dalle primarie solo qualche giorno prima.
Un segretario di un partito può piacere o meno, ma quando la sua linea
politica si dimostra ogni giorno di più un fallimento, ha il dovere di fare
non uno, ma due passi indietro e lasciare la guida a chi può ricostruite
credibilmente un progetto politico ed una indispensabile alleanza.
La Signora Frola e il signor Ponza, che stiano a Roma o a Palermo, invece
continuano a raccontarci balle, a far finta di dirigere il condominio e
rafforzare le destre, che continuano a governare godendosi lo spettacolo di
questa sgangherata opposizione senza pagare neanche il biglietto.
Sport.
Giochi Cinofili della Magna Grecia, III edizione, al campo comunale di
calcetto di Grotte
Guarda il video
Giochi
Cinofili della Magna Grecia, III Edizione, Campo comunale di Grotte(guarda
il video).
Sono in svolgimento, nei giorni 5, 6 e 7 aprile 2024, presso il campo
comunale di calcetto di Grotte, i Giochi Cinofili della Magna Grecia,
giunti alla terza edizione.
Società.
Genitori iperprotettivi; a Grotte imperversa il dibattito sui social
Genitori protettivi
Da qualche giorno sui social locali è in atto un vivace dibattito
sul ruolo dei genitori nella crescita dei propri figli.
"Sta mania di far primeggiare i propri figli su tutto e tutti vi sta
sfuggendo di mano - scrive Stefano -. Commento a seguito di un
episodio che mi hanno riferito e che fortunatamente non mi tange. E
insomma...
Lasciateli "perdere" ogni tanto: li fortifica.
Lasciateli "vivere" serenamente: ve ne saranno grati col senno di poi.
Lasciateli "sbagliare": gli servirà a crescere e ad imparare.
Seguite le loro propensioni senza forzarli.
Il mondo sì ha bisogno di supermegadirettoriintergalattici, come ha bisogno
di gente comune al servizio della comunità.
E non vi accanite al mero scopo di far bella figura voi.
Lasciateli vivere, sorridere e gioire delle piccole cose".
Così commenta Valentina: "È bello insegnare ai propri figli a
gioire dei successi; purtroppo non li educhiamo mai ai fallimenti e agli
insuccessi, che peraltro sono quelle circostanze che - più di ogni altra
situazione - li fanno crescere e maturare".
"Sono ormai arcistufo di vivere queste situazioni sia in prima persona,
quando i miei figli erano piccoli, che da spettatore - aggiunge
Gandolfo -. I figli degli altri sono i migliori. I tuoi no. I miei
hanno imparato arti e mestieri in assoluto silenzio, senza fare chiasso. I
figli di questa gente invece sono letteralmente spariti dai radar locali,
alla ricerca non si sa di cosa. I risultati inizio a vederli adesso e ho
capito il perché: non sono andati via alla ricerca di lavori o attitudini
particolari come dicono, sono letteralmente scappati via dai genitori perché
stanchi di essere sopravvalutati".
"Tanta verità nelle tue parole - è l'intervento di Tiziana -,
bisogna fare sapere ai propri figli che noi ci saremo sempre quando ne
avranno bisogno, ma intanto devono fare le loro esperienze. Vigilare e non
soffocare".
"Sono d'accordo - conclude Daniela -. La vita non è fatta
solo di belle apparenze, ma anche di errori e sono proprio quelli che ti
insegnano come raggiungere i successi".
Politica.
Decio Terrana (UDC): "Intesa con la Lega: rinnovato impegno dei
cattolici in politica"
Cesa, Minardo e Terrana
Sull'intesa Udc-Lega, così dichiara Terrana: "In Sicilia grande spazio e
attenzione all'area di centro democratica cristiana".
“L’intesa con la Lega sarà uno strumento per una fase nuova dell’impegno
dei cattolici in politica che troverà nell’UDC e nello scudocrociato un
contenitore aperto, pronto a rinnovarsi e a rendere i territori protagonisti
della politica”; lo dice il coordinatore regionale dell’UDC in Sicilia
Decio Terrana.
“Lorenzo Cesa e Matteo Salvini - continua Terrana - hanno creato
le condizioni preziose per un rinnovato impegno di quanti vogliono rimettere
al centro i valori cristiani e si riconoscono nella tradizione democratica
cristiana. In Sicilia c’è grande spazio e attenzione per questa iniziativa e
lavoreremo con l’amico Nino Minardo per creare uno spazio nuovo che consenta
a quanti nelle istituzioni regionali e locali e soprattutto nei territori
desiderano impegnarsi nel segno di una grande tradizione politica che si
richiama ai valori di un partito cattolico e moderato - conclude il
Coordinatore regionale UDC - ma soprattutto fedele alla tradizione
culturale e politica del nostro territorio”.
Televisione.
"Geo & Geo" a Grotte, lungo la Magna Via Francigena, con Angela
Seracchioli
Guarda il video
Geo &
Geo" a Grotte, lungo la Magna Via Francigena, con Angela Seracchioli(guarda
il video).
Angela Seracchioli percorre un'altra tappa del Cammino dei Cappuccini alla
scoperta di una deliziosa cittadina siciliana, Grotte, lungo la Magna Via
Francigena.
Stamattina, giovedì 4 aprile 2024, insieme alla troupe del programma "Geo
& Geo" (di Rai 3), la "voce del cammino" è stata a Grotte per effettuare
delle riprese sui beni storico-architettonici e sui murales, accompagnata
dall'assessore alle Biblioteche e all'Archivio Storico Gianni Lombardo
e da Alessandra Marsala dell'Associazione "La Biddina".
La scelta di "Geo & Geo" di realizzare un servizio dedicato al paese di
Grotte evidenzia il valore delle risorse culturali presenti nel territorio e
delle attività portate avanti dall'intera comunità cittadina.
Nelle immagini, alcuni istanti delle riprese
(guarda
il video).
Comune.
I privati che hanno contribuito alla Pasqua di Grotte 2024:
ringraziamento dell'Amministrazione
Provvidenza e Todaro
Pasqua in Piazza Marconi
Si sono concluse le
manifestazioni della Settimana Santa a Grotte, che tanto successo di
pubblico e partecipazione popolare hanno riscosso (vedi a lato la
foto di Piazza Marconi a Pasqua). Sono 27 i privati e le aziende che
hanno contribuito economicamente alla realizzazione della festa, per un
importo complessivo di 14.650,00 euro: Sicily Food S.r.l., Palitalia S.r.l.,
Well Tech Engineering S.r.l., Pam S.r.l., Itaca Società Cooperativa, Arli
S.r.l., Banca di Credito Cooperativo Agrigentino, Prospettive future Coop
Sociale, Il pozzo di Giacobbe Soc. Coop., Cooperativa Sociale Assistenza,
Universitypoint S.r.l.s., Gavi S.r.l. (Farmacia Santa Venera), Iseda S.r.l.,
Mancuso Costruzioni S.r.l., Coedil di Fabio Cipolla, Bonsignore Cafè,
Central Bar, Bar Marconi, CM Costruzioni, Pasticceria Puglisi Bar del Viale,
Panificio Marotta Giuseppe, Farmacia Ciraolo, Studio Criminisi Società tra
professionisti, My Dream S.r.l., La Mendola Store S.r.l., Agnello S.r.l. e
Fanara Renato.
"L'Amministrazione comunale ringrazia di cuore i privati - si legge
nel comunicato ufficiale del Comune a firma del sindaco Alfonso
Provvidenza e dell'assessore Anna Maria Todaro (vedi
foto a lato) - che hanno voluto contribuire alla realizzazione della
festa di Pasqua 2024".
Iniziative. "1° Trofeo Città di Palermo": contest
di barberia organizzato da Rino Palumbo
Locandina
Il Saracen Hotel di
Palermo si appresta a diventare il fulcro dell'eccellenza nel settore
della barberia e dell'estetica con il Primo contest che si terrà nei giorni
di domenica 7 e lunedì 8 aprile 2024.
Il “1° Trofeo Città di Palermo”, che si preannuncia come uno dei più
significativi a livello nazionale e regionale, vedrà la partecipazione di
oltre 120 professionisti già iscritti, segno dell'attesa e dell'importanza
che riveste.
Organizzatore della manifestazione è Rino Palumbo, campione mondiale
OMC Hairworld e coordinatore Fiam (Federazione Italiana acconciatori misti)
di Agrigento, con la collaborazione di Alfredo Corradino (coordinatore
sezione Fiam di Palermo).
Ospite d'onore sarà Davide Greco, barbiere e influencer.
Con le numerose categorie del concorso (old school, razor fade, crop fade,
mullet…), l'evento si preannuncia come una vetrina di talenti emergenti,
molti dei quali affronteranno la loro prima competizione.
Il supporto di figure come Fausto Palumbo, Noemi Palumbo,
Salvatore Grasso, Rosario Corradino ed Eliana Macaluso,
tutti impegnati in ruoli di coordinamento, è garanzia di un concorso che si
prospetta indimenticabile per tutti i partecipanti e gli appassionati del
settore.
Cronaca. Incidente
tra due moto; due giovani in ospedale con fratture multiple
Luogo dell'incidente
L'incidente
Un pomeriggio di
Lunedì di Pasquetta funestato da un incidente stradale a Grotte.
Erano le 15.30 circa di oggi, lunedì 1 aprile 2024, quando è accaduto il
fatto. Due moto da cross, guidate da due giovani (A. V. e F. V.)
hanno avuto un violento scontro frontale. Il luogo dell'incidente è una
stradina che collega Via Madonna delle Grazie con il cimitero comunale (vedi
foto a lato).
Alle ore 16.00 un elicottero della Avincis Aviation Italia S.p.A. (che
gestisce i servizi medici di emergenza, di ricerca e soccorso Aereo)
proveniente dall'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta è atterrato a qualche
centinaio di metri dal luogo dell'incidente. L'elisoccorso è ripartito alle
16.38, portando a bordo uno dei due giovani (A. V.), e 10 minuti dopo è
atterrato nella piazzola del nosocomio nisseno. L'altro ragazzo (F. V.) è
stato trasportato in ambulanza all'ospedale San Giovanni di Dio di
Agrigento.
Ad entrambi sono state riscontrate fratture multiple ma non sono in
pericolo di vita.
Appresa la notizia, così ha dichiarato il sindaco Alfonso Provvidenza:
"Questa giornata di festa è stata, purtroppo, rovinata da un grave
incidente che ha coinvolto due giovani del nostro paese. I ragazzi sono
stati trasportati in ospedale. Siamo vicini alle famiglie dei due nostri
giovani e preghiamo per loro affinché tutto possa risolversi nel migliore
dei modi".
Chiesa.
Veglia pasquale in chiesa Madre: saluto del presidente del Consiglio
comunale Angelo Carlisi
Angelo Carlisi
Pubblichiamo
di seguito l'intervento di saluto del Presidente del Consiglio comunale
di Grotte, dott. Angelo Carlisi, pronunciato
la
sera di sabato 30 marzo 2024, in chiesa Madre, nel corso della Veglia pasquale.
*****
"Le
celebrazioni pasquali, con il mistero della Resurrezione, rappresentano il
momento più importante della fede cristiana.
Anche quest’anno ci ritroviamo a vivere la santa Pasqua in un una cornice di
guerra, di smarrimento e di incertezza. Mi riferisco al protrarsi della
guerra portata avanti dalla Russia in Ucraina ed al recente conflitto
israelo-palestinese nella striscia di Gaza che sta causando una catastrofe
umanitaria. Quanto descritto conduce il nostro pensiero alle sofferenze
patite dal Cristo durante la “Via Crucis”.
È proprio mediante la “Via Crucis”, la strada che Cristo percorse, con la
croce sulle spalle, dal tribunale di Pilato fino al luogo della
crocifissione, sulla cima del Calvario che ci immergiamo nel significato
profondo della croce, attraverso Simone di Cirene, il cosiddetto Cireneo:
egli è l’esempio tangibile di colui che, senza porsi troppe domande, decide
di abbracciare la croce altrui, condividendo dolore e sofferenza.
Tale episodio è anche descritto dall’evangelista Luca con le seguenti
parole: “mentre lo portavano via, presero un certo Simone di Cirene, che
veniva dalla campagna, e gli misero addosso la croce perché la portasse
dietro a Gesù”.
La figura evangelica del Cireneo non parla quindi soltanto alla nostra fede,
ma al nostro senso civico ed al nostro tempo: Simone di Cirene era un uomo
qualunque, poco importante, per giunta straniero, che ad un tratto si
ritrova a sorreggere uno sconosciuto abbandonato da tutti e condannato al
supplizio della morte in croce. Poteva scappare, sottrarsi al comando,
accampare una scusa, ed invece si carica la croce divenendo l’icona di chi
non si volge dall’altra parte.
Come spesso ci ricorda Papa Francesco “abbracciare la croce significa
trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente”.
L’esempio fornitoci dal Cireneo, attraverso le scritture, deve spronarci
nell’impegno ad essere comunità.
Essere comunità significa condividere valori e prospettive comuni da
costruire insieme.
Essere comunità significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in
misura più o meno grande, protagonista di comuni prospettive.
La ricorrenza della Santa Pasqua è un momento importante per la nostra
comunità cittadina che da sempre vive intensamente i riti della fede e le
tradizioni della settimana santa.
Le tradizioni rappresentano l'essenza e l'identità di ogni comunità umana:
un paese senza tradizioni è un paese senza anima.
Per noi grottesi, la Pasqua è in assoluto la tradizione più importante.
Durante tutta la settimana santa, dalla Domenica delle Palme fino alla
Domenica di Pasqua ci siamo sempre ritrovati immersi a vivere un'atmosfera
particolare ed intensa, scandita da diversi momenti di fede, di
rappresentazione scenica e di suggestive processioni, animate dai nostri
sacerdoti, dalle bande musicali del paese e dall'instancabile impegno e
passione profuso dall'Associazione "Gruppo dei Giudei Andrea Infantino" a
cui va riconosciuto il merito di tramandare e custodire le nostre tradizioni
pasquali.
Con questi sentimenti, e con la gioia del Cristo Risorto, a nome mio
personale e di tutto il Consiglio comunale che ho l’onore di rappresentare,
formulo un sincero augurio di buona Pasqua a ciascuno di voi ed alle vostre
famiglie, perché insieme possiamo guardare al futuro con ritrovata speranza
ed entusiasmo".
Il
Presidente del Consiglio comunale
Angelo Carlisi