Grotte.info Quotidiano -
Febbraio 2019 |
28/02/2019 |
Politica. On. Rosalba Cimino
(M5S): "ProteggItalia, il più grande piano contro il dissesto mai
realizzato" |
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On. Rosalba Cimino |
Dichiarazione dell'on. Rosalba Cimino, deputata del Movimento 5 Stelle alla
Camera, su "ProteggItalia", piano per messa in sicurezza del territorio e la
lotta al dissesto idrogeologico.
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"Alla
Sicilia più di 221 milioni dal piano per la messa in sicurezza del
territorio e la lotta al dissesto idrogeologico: finalmente si interviene su
priorità.
Che la messa in sicurezza del fragile territorio del nostro paese fosse una
delle priorità di questo Governo è cosa nota. Stavolta però è possibile
affermare senza timore di smentita che per una volta l'interesse mostrato
non si è limitato e fermato alla contingenza degli avvenimenti emergenziali,
ma è andato ben oltre, con una visione da cui ha preso le mosse il "ProteggItalia",
il più grande piano contro il dissesto mai realizzato. E non si tratta
soltanto di risorse, che sono sì importanti (parliamo su base nazionale di
10,85 miliardi nel triennio 2019-2021) ma di un "sistema organizzativo"
pensato per funzionare in modo snello e lineare che punta a mettere in
relazione tutti i soggetti coinvolti, una sorta di coordinamento che vedrà
in prima linea ministeri, protezione civile ed i Presidenti di regione in
quanto commissari straordinari per il dissesto. Questi dovranno collaborare
per investire le risorse sui territori laddove esistono delle criticità,
ancor prima che si arrivi all'emergenza. Ricordo che proprio la confusione
normativa e la mancanza di strutture di supporto ha determinato una
situazione per la quale, incredibilmente, solo il 7% circa dei fondi
stanziati riuscivano ad essere spesi. Adesso verrà messa in moto una cabina
di regia che troverà nella Presidenza del Consiglio dei Ministri un punto di
riferimento, attento soprattutto laddove si presentassero delle criticità,
perché, ha affermato lo stesso Conte: “È mia intenzione battere palmo a
palmo tutti cantieri insieme ai ministri competenti per seguire
l'avanzamento dei lavori”. Decisamente un cambio di rotta".
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Rosalba Cimino
Deputata M5S Camera
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28/02/2019 |
Ambiente. Grotte aderisce
alla "Giornata del risparmio energetico" e spegne Piazza Umberto I |
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Manifesto |
Venerdi 1 marzo 2019: Giornata del risparmio energetico e degli stili di
vita sostenibili, ideata nel 2005 da Caterpillar e Rai Radio2 e promossa con
lo slogan "M’illumino di meno"; un’iniziativa simbolica e concreta
che fa bene al pianeta e ai suoi abitanti, che il nostro Quotidiano segue
dal 2007 (leggi
la notizia).
"M’illumino di meno" torna anche quest’anno il 1° Marzo 2019
ed è dedicata all’economia circolare. L’iniziativa prevede lo spegnimento
delle luci di casa, uffici, aziende pubbliche e private, per 3 minuti alle
ore 20.00 e contestualmente nelle piazze dei Comuni i cittadini
accenderanno le candele. L’iniziativa è anche patrocinata dalla Presidenza
della Regione Siciliana, dal Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e
promossa dall’Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica
Utilità. Anche il Comune di Grotte aderisce all’iniziativa, spegnendo per
3 minuti le luci di Piazza Umberto I, e invita i cittadini a
partecipare.
Redazione
28 febbraio 2019.
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28/02/2019 |
Comune. Seduta straordinaria ed urgente del
Consiglio comunale: approvati tutti i punti |
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Aula consiliare |
Il Consiglio comunale, nella seduta di martedi 26 febbraio, ha approvato
tutti i punti all'ordine del giorno.
Convocato dal presidente Angelo Carlisi per lunedi 25 febbraio, alle ore
18.00 in seduta straordinaria ed urgente, al primo appello risultavano
presenti sei Consiglieri del gruppo di Maggioranza (assenti solo i
Consiglieri Roberta Di Salvo - impossibilitata a presenziare perché prossima
al parto - ed Aristotele Cuffaro - già impegnato al Teatro della Posta
Vecchia di Agrigento per alcune rappresentazioni nell'ambito della Settimana
del Mandorlo in Fiore -). Tutti assenti i quattro Consiglieri del Movimento
5 Stelle (formalmente assenti ma fisicamente presenti in Aula). Essendo il
numero legale per la validità della seduta stabilito in 7 Consiglieri, e
risultando presenti solo 6 Consiglieri della Maggioranza, la seduta è stata
rinviata di un'ora.
Al secondo appello, alle ore 19.36, la situazione è rimasta invariata:
assenti 2 Consiglieri della Maggioranza; assenti tutti i quattro Consiglieri
del Movimento 5 Stelle (ma ancora fisicamente presenti); mancando il numero
legale la seduta è stata rinviata, in seconda convocazione, al giorno
successivo (leggi il
verbale della seduta).
Al termine del secondo appello, uscendo dal Palazzo municipale, alcuni
consiglieri del M5S hanno rilasciato dichiarazioni (già
riportate da questo Quotidiano).
Martedi 26 febbraio, alle ore 18.00, nella Sala Consiliare “Antonio
Lauricella” è stato chiamato l'appello per la seconda convocazione del
Consiglio comunale (per la cui validità era necessaria la presenza dei 2/5
dei componenti, quindi 5 Consiglieri). Constatando la presenza di 5
Consiglieri di Maggioranza (e di conseguenza la sufficienza del numero
legale) anche i Consiglieri del M5S hanno formalizzato la loro
partecipazione alla seduta del Consiglio. All'apertura dei lavori
risultavano presenti 5 Consiglieri di Maggioranza e 2 di Minoranza (assenti:
Roberta Di Salvo, Salvatore Pecoraro, Lucia Lombardo, Angelo Costanza e
Salvatrice Morreale).
I motivi della convocazione della seduta "straordinaria e urgente", come
illustrato dal Presidente del Consiglio, erano da ricondurre alla scadenza
del 28 febbraio 2019 per la presentazione della
richiesta in
discussione al 2° punto all'ordine del giorno "Autorizzazione a richiedere
la concessione dell’anticipazione di liquidità di cui all’art. 1 commi da
849 a 857 della Legge 20 dicembre 2018, n. 145 (Legge di bilancio 2019)". Si
tratta di una norma presentata dal Governo ed approvata dal Parlamento (a
maggioranza Movimento 5 Stelle e Lega) il 20 dicembre scorso, per
consentire la riduzione dei debiti
commerciali delle Pubbliche Amministrazioni, al fine di evitare di incorrere
nella sanzione della costituzione - a partire dal bilancio 2020 - del "fondo
di garanzia debiti commerciali" che imporrebbe ai Comuni - così come a tutte
le Pubbliche Amministrazioni - di ridurre la spesa corrente. L'istruttoria
per la predisposizione della delibera ha richiesto due settimane di intenso
lavoro da parte dell'Area Finanziaria del Comune guidata dalla rag. Maria
Ortolano.
Inoltre, sempre per il
28 febbraio 2019, era in scadenza il termine per la presentazione
della richiesta di un finanziamento di 3.000,00 euro per la Biblioteca
comunale (per la quale occorreva presentare anche il "Regolamento
della
Biblioteca" che il Comune di Grotte non aveva).
Gli
estremi di
necessità ed urgenza, messi in votazione, sono stati approvati a maggioranza
dal Consiglio (favorevoli i 5 Consiglieri di Maggioranza, contrari i 2
Consiglieri di Minoranza).
Anche per il 3° punto all'ordine del giorno, relativo all'applicazione in
ambito comunale della norma sull'anticipazione di liquidità, approvata anche
dal Movimento 5 Stelle in Parlamento, i 2 Consiglieri
M5S hanno votato contro,
mentre hanno votato a favore i Consiglieri di Maggioranza; il Consiglio ha
approvato a maggioranza (leggi la
delibera).
Approvato a maggioranza (contrari i Consiglieri del M5S) il 4° punto,
relativo a misure correttive a seguito di alcuni
rilievi della Corte dei Conti sul bilancio consuntivo 2015 (accantonamenti
in caso di soccombenza in contenziosi).
L'ultimo punto della seduta, sul Regolamento della Biblioteca Comunale
“Martin Luther King”, è stato approvato (con la presenza anche della
consigliera Lucia Lombardo) all'unanimità.
Carmelo Arnone
28 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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26/02/2019 |
Comune. 2^ convocazione della
seduta straordinaria ed urgente del
Consiglio comunale, oggi alle 18.00 |
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Aula consiliare |
La seconda convocazione dell'adunanza del Consiglio comunale, convocato per
ieri sera lunedi 25 febbraio 2019 alle ore 18.00 in seduta straordinaria ed
urgente su determinazione del presidente dott. Angelo Carlisi, è fissata per
oggi, martedi 26 febbraio 2019,
alle ore 18.00, nella Sala Consiliare “Antonio Lauricella”.
"Consiglio comunale in seduta straordinaria. Arrivo in sala consiliare e
non c'è nessuno; cosa è successo?" chiede l'on. Rosalba Cimino in
una dichiarazione diffusa ieri sera.
A risponderle, la consigliera Giada Vizzini (M5S): "Non si è
presentata la maggioranza, in poche parole. Perché c'era l'urgenza di
approvare alcuni punti che erano in scadenza il 28 di febbraio. Oggi siamo
al 25 e la Maggioranza, siccome ha 'Grotte nel cuore', non si presenta".
"La Maggioranza ha pensato bene di non presentarsi. Sono soltanto in sei,
quindi la seduta è stata rinviata di un'ora; è stato chiamato il secondo
appello: non c'è ancora la Maggioranza" continua la consigliera
Mirella Casalicchio (M5S).
E prosegue il capogruppo M5S in Consiglio Angelo Costanza: "Si
rinvia tutto a domani. Vi terremo aggiornati".
Verrà discusso il seguente ordine del giorno:
1) Nomina
scrutatori;
2) Esame sussistenza degli estremi di necessità ed urgenza;
3) Autorizzazione a richiedere la concessione dell’anticipazione di
liquidità di cui all’art. 1 commi da 849 a 857 della Legge 20 dicembre 2018,
n. 145 (Legge di bilancio 2019);
4) Individuazione misure correttive – “Relazione ex art. 1, comma 186, Legge
finanziaria per il 2006 sul rendiconto della gestione 2015 e bilancio di
previsione 2016 – comunicazione conclusione istruttoria con rilievi” della
Corte dei Conti – Sezione di Controllo per la Regione Siciliana Prot. n.
6650 del 25.07.2018;
5) Approvazione Regolamento della Biblioteca Comunale “Martin Luther King”.
In caso di mancanza del numero legale la seduta sarà sospesa per un'ora
e, qualora dopo la sospensione non ci fosse ancora la presenza del numero
legale dei Consiglieri, la seduta di seconda convocazione sarà tenuta il
giorno successivo, sempre alla stessa ora.
Redazione
26 febbraio 2019.
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26/02/2019 |
Sanità. Disabili gravi non
autosufficienti: presentazione istanze
per accesso ai benefici; entro il 31 marzo |
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Entro il 31 marzo 2919, i diretti interessati o le famiglie
in cui sono presenti disabili gravi di cui art. 3 comma 3 della legge
104/1992 devono presentare apposita istanza (scarica
il modello), con certificazione allegata, presso l'Ufficio Servizi
Sociali del Comune. Questo è quanto comunica
l'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Grotte, a seguito di una
analoga lettera del Distretto Socio-Sanitario D3 (che comprende i Comuni di
Canicatti, Castrofilippo, Campobello di Licata, Naro, Grotte, Racalmuto,
Ravanusa, Camastra) dell'Azienda Sanitaria Provinciale 1 di Agrigento.
Di seguito l'avviso pubblico del Distretto Socio-Sanitario D3 (a firma
dell'Assessore ai Servizi Sociali e del Sindaco del Comune di Canicatti,
Comune capofila del Distretto).
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A.S.P. n. 1
DISABILI GRAVI NON AUTOSUFFICIENTI AI SENSI DELL'ART.3 COMMA 3 L.104/92
AVVISO PUBBLICO
Si informa che ai sensi della circolare n. 42152 del 27/12/2018
dell'Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, sono
aperti i termini per la presentazione delle
istanze per l’accesso al beneficio di forme di assistenza a mezzo
erogazioni di servizi territoriali, destinato ai disabili gravi non
autosufficienti ai sensi dell'art.3 comma 3 L.104/92, secondo quanto
disposto dall'art. 3, comma 4, lett. b) e comma 6 del D.P.R. n. 589 del
31.08.2018.
I diretti interessati, o i loro familiari o rappresentanti legali, dovranno
presentare apposita
istanza di accesso al beneficio, al proprio comune di residenza, entro
il 29 marzo 2019, su apposito
modello ritirabile presso gli Uffici Servizi Sociali o scaricabile dai
siti istituzionali di ogni Comune del Distretto.
L'accesso al beneficio dei servizi territoriali è subordinato alla verifica
da parte dell'Unità di Valutazione Multidimensionale (sociosanitaria) che
dovrà accertare la sussistenza delle condizioni di dipendenza vitale e del
grado di non autosufficienza del soggetto disabile grave, procedere alla
presa in carico del paziente e all'elaborazione di un piano personalizzato,
previa sottoscrizione del patto di servizio in favore del soggetto
beneficiario.
Alla domanda deve essere allegata la seguente documentazione:
- copia della certificazione di riconoscimento della disabilità ai sensi
dell’art. 3 comma 3, della Legge n. 104/1992;
- certificazione ISEE socio-sanitario in corso di validità;
- fotocopia del documento di riconoscimento valido e del codice fiscale
della persona disabile;
- fotocopia del documento di riconoscimento valido e del codice fiscale del
richiedente se delegato o rappresentante legale del beneficiario;
Ulteriori informazioni possono essere richieste agli Uffici dei Servizi
Sociali di ciascun Comune appartenente al Distretto Socio Sanitario D3.
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L'Assessore ai Servizi Sociali
Dott. Davide Lalicata |
Il Sindaco
Avv. Ettore Di Ventura
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25/02/2019 |
Società. "Il senso della
vita e il sentimento dell'amore"; del dott. Salvatore Filippo
Vitello |
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Dott. Vitello |
"Amore" è uno di quei termini che vanno smarrendo, giorno dopo giorno,
il loro significato. Nelle parole del dott. Salvatore Filippo Vitello un
richiamo al senso più profondo del valore dell'amore, che inevitabilmente ci
relaziona con l'Altro e con tutti gli altri. ***** "Il senso della vita e il
sentimento dell'amore in una società complessa.
La ricerca di senso mediante una forma ideale ancorata alla realtà. Ciò che
suole dirsi principio di realtà.
In un mondo dove si propinano continuamente una miriade di informazioni,
diventa quasi impossibile la ricerca di senso per mancanza di riflessione,
di ragionamento, in definitiva di prospettiva. Tutto si consuma in tempo
reale. L'informazione sui social è questione di poco momento, poi viene
archiviata e sostituita da altre, una sorta di ciclo continuo,
interminabile.
Spesso il veicolo informativo sono le volgarità che inducono alla corruzione
del pensiero, al pari delle fake news. Se non ci si eleva dal piano
materiale si rischia di rimanere ancorati alla quotidianità che segue i
ritmi biologici dell'invecchiamento.
L'esempio delle tentazioni ė significativo: se Gesù avesse accettato di
trasformare le pietre in pane avrebbe conquistato il mondo ma sarebbe
rimasto schiavo del potere e delle sue suggestioni. Egli ha rifiutato per la
fedeltà alla verità ed il pane celeste, ossia l'ideale della fede fondato
sull'amore.
È stato coerente. La parola declamata si è fatta testimonianza.
Le persone spesso non riescono a comprendere l'importanza dell'amore,
pensano che l'amore non conti. Invece, nella realtà si comportano in senso
contrario, perché si cercano film romantici e si ascoltano canzoni che
parlano d'amore.
“La maggior parte della gente crede che amare significhi essere amati
anziché amare” (Enrich Fromm in “L'arte di Amare”, 1956).
Tutti noi, qualsiasi cosa si faccia e quale che sia la condizione di vita,
siamo alla ricerca dell'amore: amare ed essere amati.
Non ci sono esperti di amore: alla scuola dell'amore siamo tutti scolari e
apprendisti.
Sull'amore si pongono tre domande fondamentali:
- crediamo nell'amore;
- ci possiamo ancora credere;
- quanto conta nella nostra vita.
La risposta a queste domande è semplice: l'amore non è mai scomparso.
L'amore è dentro di noi, dipende dalle circostanze della nostra vita.
Diceva il card. Newman (John Henry Newman è stato
un cardinale, teologo e filosofo inglese. Già presbitero anglicano, si
convertì al cattolicesimo, fu di nuovo ordinato prete nella Chiesa
cattolica, impiantando la società di vita apostolica degli Oratoriani): “Non
temo che la nostra vita giunga al termine, temo che non abbia mai avuto
inizio”.
Per i ragazzi l'amore è una esperienza. Per molti di loro bisogna fare più
esperienze.
Questo modo di intendere l'amore nasconde però qualcosa di insidioso: ci può
essere sempre qualcosa di meglio.
È un atteggiamento preoccupante perché il disarmo del cuore porta ad una
vita desolata, dalla quale si è incapaci a venirne fuori.
Il contesto che accompagna tale stato d'animo è costellato di inquietudini:
la solitudine.
Senza amore ci si trova soli davanti al dolore. Siamo molto connessi
(pensate a quello che succede sui social) ma poco comunicativi. La
solitudine ci rende muti di fronte al dolore.
Shakespeare nel Macbeth: “Date al dolore la parola; il dolore che non
parla, sussurra al cuore oppresso e gli dice di spezzarsi”.
L'esperienza ci insegna che l'inquietudine del dolore si può superare con la
capacità di immaginare scenari positivi (una ricchezza importante dell'uomo)
e con il dialogo.
L'assenza di responsabilità ci distacca dall'amore. Nel giardino dell'Eden,
quando Dio chiede conto ad Adamo del frutto proibito, Adamo scarica la colpa
su Eva ed Eva a sua volta la scarica sul serpente.
Non è questo l'amore: l'amore è prendersi cura. Non c'è amore senza
responsabilità.
Amore è tornare a vivere la nostra storia, la storia delle nostre relazioni
e delle nostre origini.
Quando penso al dolore che si viveva in quei funerali di nostri
concittadini, emigrati in Belgio, che per ragioni varie, non ultime le gravi
patologie acquisite nelle miniere di carbone, ritornavano da morti a Grotte,
da dove erano partiti in cerca di miglior fortuna, mi prende un senso di
profonda tristezza a vedere come si reagisce oggi sulla questione
dell'immigrazione, perché mi sembra che il tempo ci abbia fatto perdere la
consapevolezza della nostra storia.
Oggi viviamo a ritmi folli e questo ci rende spesso incapaci di percepire
chi ci sta accanto, e così non ci accorgiamo e ci disinteressiamo
dell'altro.
Viviamo oramai in un mondo dove sogno e realtà sono scollegati. Il sogno
deve maturare ed il desiderio ha bisogno di tempo, perché così diventa
avvincente. Oggi invece si vuole tutto e subito.
Questa tendenza edonistica ci fa perdere il valore del sogno, del progetto.
I nostri ragazzi vissuti con questa mentalità mancano di progetto.
Si vive del e nel nulla.
Il tempo, senza progetto, sfibra la volontà.
Cosa c'entra questo con l'amore?
C'entra perché, con le parole di Erich Fromm, “amare qualcuno non è solo
un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno”, e tutto
ciò ha la sua genesi ed il suo sostegno nella volontà, dalla quale nasce il
progetto.
Si conosce chi siamo nello sguardo dell'altro.
È straordinaria la piacevole vertigine che si prova nell'incontro ricercato
degli sguardi e nello stesso tempo essere chiamati per nome.
Non vi è una definizione concettuale di amore appagante; solo il poeta lo
può definire.
Sonetto 116, di William Shakespeare
"Non sia mai ch'io ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento,
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato,
Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato”.
L'amore del poeta è eterno, quello che oggi ci capita di vedere si consuma
come merce.
Perché ciò accade?
Le ragioni sono molteplici.
La prima è l'intendere la libertà come il potere di fare ciò che si vuole.
Una libertà svincolata dalla responsabilità che porta ad una ipertrofia
dell'io. Si è smarrita la consapevolezza che per vivere si ha bisogno
dell'altro.
Nell'Antico Testamento si legge nel Qoelet un bellissimo brano sulla
solitudine:
“E tornai a considerare quest'altra vanità sotto il sole:
il caso di chi è solo e non ha nessuno, né figlio né fratello.
Eppure non smette mai di faticare,
né il suo occhio è mai sazio di ricchezza:
«Per chi mi affatico e mi privo dei beni?».
Anche questo è vanità e un'occupazione gravosa.
Meglio essere in due che uno solo,
perché otterranno migliore compenso per la loro fatica.
Infatti, se cadono, l'uno rialza l'altro.
Guai invece a chi è solo:
se cade, non ha nessuno che lo rialzi.
Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi;
ma uno solo come fa a riscaldarsi?
Se uno è aggredito, in due possono resistere:
una corda a tre capi non si rompe tanto presto” (Qo 4,7-12).
L'amore ha il potere di sollevare la vita dalla sua insignificanza, a
condizione però di parlare reciprocamente la lingua dell'altro, e questo é
possibile solo se si vuole.
È la volontà che ci rende consapevoli del l'illusione del nuovo. Il nuovo dà
l'ebbrezza iniziale ma non soddisfa.
Nel matrimonio o comunque nella vita di coppia l'insidia è la routine. Per
vincerla occorre scoprire il nuovo nello stesso.
Ricordiamoci che siamo creature di Dio.
Il mistero del Creatore è tutto nella sua creatura, che non conosce
distinzioni di razza o di colore.
Il volto di Dio è quello di colui che ci sta accanto.
Lo ha fatto capire con mirabili parole don Lorenzo Milani nel suo
testamento:
“Caro Michele, caro Francuccio, cari ragazzi, non ho punti debiti verso
di voi, ma solo crediti.
Verso l'Eda invece ho solo debiti e nessun credito.
Traetene le conseguenze sia sul piano affettivo che su quello economico.
Un abbraccio affettuoso, vostro Lorenzo.
Caro Michele, caro Francuccio, cari ragazzi, non è vero che non ho debiti
verso di voi.
L'ho scritto per dar forza al discorso!
Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento
a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto.
Un abbraccio, vostro Lorenzo”.
L'amore che trascende, come diceva ben don Milani, s'incarna ed ha bisogno
di gesti concreti.
Simone Weil diceva che l'attenzione è la più alta forma di amore.
L'idea che l'amore si consumi è del tutto sbagliata. Giulietta diceva a
Romeo: “più do a te e più ho per me”.
L'amore genuino ha il sapore di Dio.
La celestiale lettura del Cantico dei Cantici ti dà il senso di questa
trascendenza.
La poesia dell'amore oggi è stata completamente sostituita dalla volgarità
del linguaggio. La perdita della trascendenza ha sottratto l'armonia, la
bellezza, la ricerca di significato.
La pressione del mondo ed il mito dell'efficienza ha degradato la qualità
della relazione.
Bisogna tornare ad innamorarsi della vita, a provare stupore e meraviglia
per tutto ciò che ci circonda, ad apprezzare la gratitudine (ciò che hai non
è scontato), a vivere la vita come un dono.
In questo senso si potrà capire che l'amore è il punto finale al quale
l'essere umano possa innalzarsi.
È l'insegnamento supremo di Viktor Frankl, di origini ebraiche,
sopravvissuto alla prigionia nei campi di concentramento.
“L'uomo può essere nel suo intimo più forte del destino che gli viene
imposto dall'esterno”, così si esprime questa persona straordinaria nel
libro “Uno psicologo nei lager” dopo aver appreso che, in campi di
concentramento diversi dal suo, erano morti i genitori, il fratello e la
moglie".
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Salvatore
Filippo Vitello
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25/02/2019 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della settimana. |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 25 febbraio
- ore 09.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Martedi 26 febbraio
- ore 09.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 27 febbraio
- ore 09.30, nella chiesa Madonna delle Grazie, santa Messa (Quarantore);
- ore 15.30, nella chiesa Madonna delle Grazie, santo Rosario animato dal
Gruppo della Medaglia Miracolosa;
- ore 16.00, nella chiesa Madonna delle Grazie, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Giovedi 28 febbraio
- ore 09.30, nella chiesa Madonna delle Grazie, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa Madonna delle Grazie, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Venerdi
1 marzo
- ore 09.30, nella chiesa Madonna delle Grazie, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa Madonna delle Grazie, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato
2 marzo
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, in chiesa Madre, santa Messa (Quarantore);
- ore 17.00, in chiesa Madre, Ora santa (Quarantore);
- ore 18.30, santa Messa prefestiva.
Domenica 3 marzo
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa san Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa (Quarantore);
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 16.00, in chiesa Madre, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede per i fidanzati);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
Da mercoledi 13 febbraio sono iniziate le sante
Quarantore (santa Messa alle ore 09.30, Ora santa alle 16.00); per informazioni rivolgersi in parrocchia.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 17.30, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco
ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del
Carmelo ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo
ore 18.45, chiesa Madre |
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24/02/2019 |
Associazioni. L'on. Decio
Terrana confermato nel Comitato Esecutivo Nazionale MCL |
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Terrana e Costalli |
Sabato 23 febbraio si è riunito a Roma il Consiglio generale del Movimento
Cristiano Lavoratori per eleggere gli organi sociali dopo il XIII Congresso
Nazionale. Presidente del Consiglio è stato eletto Antonio Di Matteo,
a lungo vicepresidente del Movimento e figura impegnata nell'ambito
cattolico. Di Matteo nel suo messaggio di saluto ha evidenziato la stagione
che sta vivendo il Movimento e le indicazioni emerse dal Congresso
nazionale. Successivamente è stato confermato alla guida del MCL Carlo
Costalli, che già in sede congressuale aveva dato la disponibilità a
proseguire il suo impegno al servizio del movimento. Il MCL si è dato una
nuova "governance" associativa confermando diversi dirigenti ed inserendo
negli organi sociali giovani e donne.
L’on. Decio Terrana è stato confermato nel Comitato Esecutivo
Nazionale. Nelle prossime riunioni del Comitato Esecutivo verranno
trattati gli Enti di Sevizio promossi dal Movimento con l’elezione dei nuovi
organi e la definizione delle strategie per essere sempre più vicini alle
persone che vivono nel disagio e nelle difficoltà.
"Il Movimento Cristiano Lavoratori è un movimento eccezionale, sociale e
popolare - ha detto Decio Terrana - un valido punto di riferimento
della società e della Chiesa italiana, tutti dobbiamo impegnarci con
rinnovata responsabilità per promuovere l' attualità della Dottrina sociale
della Chiesa in una stagione densa di muove sfide e opportunità".
Redazione
24 febbraio 2019.
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24/02/2019 |
Lingua. "Origini del
vernacolo siciliano e della lingua italiana" (12); di Rodolfo Costanza |
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Brano di
Jacopo da Lentini
Prof. Rodolfo Costanza |
Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
(Puntata n° 12)
12.
Il Seicento e
l’Accademia della Crusca
12.1 Il
ruolo dell’Accademia della Crusca
Cosimo I dei Medici, granduca di Toscana, va
ricordato per i suoi tenaci tentativi compiuti allo scopo di promuovere lo
studio e la codificazione della lingua con il compito di ridurre ogni
scienza nel volgare toscano. A tal fine egli aveva riconosciuto con un
decreto, l’Accademia fiorentina e le aveva affidato il compito di
fissare per iscritto le regole della lingua. I suoi desideri di mecenate non
furono realizzati dall’Accademia che aveva creato, ma furono invece
soddisfatti in parte da un’altra accademia che era nata come libero
sodalizio di alcuni membri della brigata dei Buontemponi con l’intenzione di
contrapporsi alla pedanteria di certi intellettuali.
Per Pietro Pomponazzi le vecchie lingue del mondo
classico (latino e greco) erano un impedimento alla divulgazione della
conoscenza. Infatti, la filosofia doveva essere trasferita dalle lingue
classiche a quella volgare con abbondanza di traduzioni e conseguente
modernizzazione e democratizzazione della cultura. Ciò indusse l’Accademia
degli Infiammati, all’inizio della prima metà del Cinquecento, di
svolgere un’azione primaria, poiché essa organizzò gli intellettuali per
discutere delle più rilevanti questioni culturali del momento.
Tuttavia la più famosa accademia nacque ufficialmente
nel 1583, per opera di Leonardo Salviati, ed ebbe il nome di Accademia
della Crusca. Il Vocabolario degli
Accademici della Crusca uscì dunque nel 1612. Sul frontespizio portava
l’immagine del frullone o buratto, lo strumento che si usava, per separare
la farina dalla crusca, con sopra, in un cartiglio, il motto “Il più bel
fiore ne coglie”, ricavato da un verso del Petrarca, allusivo alla
selezione compiuta nel lessico. I suoi membri passarono pertanto per essere
chiamati “Crusconi” invece che “Buontemponi”.
L’Accademia si propose la preparazione e la
pubblicazione di un vocabolario concepito come tesoro della lingua e che
registrasse tutte le parole dell’uso fiorentino attestato dagli autori
maggiori della letteratura del Trecento.
L’Accademia della Crusca decise di curare la
lessicografia del volgare dal 1591 e gli stessi accademici concordarono sul
modo di elaborare il Vocabolario. Essi, tenendo conto delle indicazioni di
Salviati, composero l’opera secondo le caratteristiche avverse alle
indicazione della Prosa di Bembo. Gli autori minori del Trecento, infatti,
furono considerati meritevoli di stare a fianco dei grandi.
L’Accademia divenne in quel tempo nota per la diatriba
messa in atto da un suo membro, Salviati, contro La Gerusalemme liberata
del Tasso di cui di seguito riportiamo alcuni brani.
Gerusalemme liberata
“Era la notte, e ‘l suo stellato velo
chiaro spiegava e senza nube alcuna;
e già spargea rai luminosi e gelo
di vive perle la sorgente luna.
L’innamorata donna iva co’l cielo
le sue fiamme sfogando ad una ad una;
e secretari del suo amore antico
fea i muti campi e quel silenzio amico”.
“Qual in membro gentil piaga mortale
tocca s’inaspra e in lei cresce il dolore,
tal da i dolci conforti in sì gran male
più inacerbisce medicato il core”.
Il Vocabolario degli Accademici della Crusca
uscì a Venezia nel gennaio del 1612. Il rigore applicato nel preparare il
Vocabolario era lo stesso che aveva portato Leonardo Salviati a condannare
il Tasso per le sue innovazioni linguistiche e a lodare l’Ariosto per la sua
capacità di usare le espressioni classiche anche nella lingua volgare. Il
vocabolario registrava, infatti, in appendice, le forme accettabili attinte
da testi del Cinquecento. Tanta intransigenza di Salviati suscitò subito la
reazione di alcuni, tra i quali il Tassoni, cosicché gli Accademici
credettero opportuno allargare lo spoglio ad altri autori nella seconda
edizione.
Lo stesso Salviati condusse un intervento sul testo del
Boccaccio per spurgarlo dalle parti ritenute moralmente censurabili.
L’intervento di una censura moralistica fu dunque, per paradosso,
l’occasione per la nascita e lo sviluppo di un’attenzione filologica per il
testo del Decameron. Nel 1590 l’Accademia decise di rivedere e correggere
anche il testo della Commedia di Dante.
La Crusca ebbe scarsa considerazione nei riguardi della
nuova evoluzione del volgare, poiché il Tasso aveva preso le distanze dal
modo di poetare dell’Ariosto e proponeva la differenziazione tra fiorentino
del Trecento e quello moderno, dichiarando che i fiorentini non potevano
pretendere di essere giudici più retti di altri. Egli affermava che il
volgare era ormai separato dalla parlata del popolo, essendo ormai un
vernacolo colto, non legato più al volgo.
A prescindere delle diatribe l’Accademia della Crusca
ebbe una grande rilevanza. Essa si fece carico di portare a termine il
disegno di restituire a Firenze il primato della lingua e costrinse tutti
gli intellettuali di tenere conto di questa realtà.
Gli Accademici fornirono il meglio della lingua del
Trecento, arrivando a integrarlo con l’uso moderno. La fortuna del
dizionario della Crusca è confermata dalle due edizioni pubblicate nel XVII
secolo: la prima del 1623 e la seconda del 1693, quest’ultima composta da
tre tomi al posto di uno. La nuova Crusca del 1623 tenne conto del
linguaggio scientifico, includendo Galileo fra gli autori presi in
considerazione. Una forte trasformazione si ha vari decenni dopo con la III
edizione del vocabolario pubblicato nel 1693 che accettava anche la lingua
del Tasso.
12.2 L’opposizione alla crusca e la varietà della prosa
Il primo a contrastare l’Accademia della Crusca fu
il professore dell’Università di Padova, Paolo Beni, ammiratore del Tasso e
autore di una Anticrusca (del 1612) nella quale erano contrapposti al
canone di Salviati gli scrittori del Cinquecento, e in particolare il Tasso,
l’escluso dagli spogli del Vocabolario del 1612. La maggior parte del
trattato di Beni è dedicata a polemizzare contro la lingua usata da
Boccaccio, indicandone le irregolarità e gli elementi plebei. Egli
condannava, in nome della superiorità dei moderni sugli antichi, i vincoli
del passato.
Alessandro Tassoni, autore del celebre poema
eroicomico, La secchia rapita, protesta contro la dittatura
fiorentina sulla lingua, proponendo di adottare nel Vocabolario, espedienti
grafici per contrassegnare con evidenza le voci antiche e le parole da
evitare. Tema fondamentale della riflessione del Tassoni è dunque
l’improponibilità dell’arcaismo linguistico e degli idiotismi fiorentini.
Daniello Bartoli, gesuita, scrittore molto noto per la
sua elegante prosa, non fa una polemica diretta e violenta nei confronti del
Vocabolario, ma riesaminando i testi del Trecento sui quali si fonda il
canone di Salviati, dimostra che proprio lì si trovano oscillazioni tali da
far dubitare della perfetta coerenza di quel canone grammaticale. Bartoli
usa, non di rado, una pungente ironia nei confronti di ogni forma di
rigorismo grammaticale voluto dagli accademici della Crusca.
Nei secoli XVI-XVII si ha la nascita di una letteratura
dialettale cosciente di essere tale ma contrapposta alla letteratura
toscana. Va osservato che la tradizione letteraria italiana è caratterizzata
dalla grande vitalità della letteratura in dialetto. Aumentano le
possibilità di scrivere e di utilizzare il volgare, a volte usato anche da
persone di poca cultura. Mentre le scritture popolari e semi-popolari sono
definite da dialettismi e regionalismi.
L’idea di un paradigma uniforme di volgare toscano
diffuso s’impose con il successo delle teorie di Bembo, con l’aumentata
creazione di regole grammaticale e la consistente produzione lessicografica
che agiva sui letterati.
12.3 Il linguaggio della scienza, il melodramma e il Barocco nella
lingua volgare del Seicento
La Chiesa fu tra i protagonisti della storia
linguistica dal Concilio di Trento alla fine del Seicento. La lingua
ufficiale della Chiesa restò il latino, ma il problema del volgare emerse
nella catechesi e nella predicazione.
Il rapporto fra la chiesa e la lingua volgare fu
affrontato pure nel dibattito che si svolse al Concilio di Trento. Una volta
ammesso che il volgare fosse da adottare solo nel momento specifico
dell’omelia, restava da stabilire che forma e qualità esso dovesse avere. Il
primo elemento di cui si deve prendere atto è la forte influenza del
bembismo anche nel campo della predicazione. Francesco Panigarola, propose
alla Chiesa di aderire ai principi fiorentini di Bembo, ma, in più, di
riconoscere il primato della lingua fiorentina parlata, giudicata come la
più adatta al pulpito.
Il Concilio discusse la legittimità delle traduzioni
della Bibbia, tuttavia di tutti questi buoni propositi alla fine, come al
solito, a causa del conservatorismo della Chiesa non se ne fece nulla.
La lingua della scienza.
L’architettura fu una delle discipline in cui i
vocaboli tecnici in prosa si affermarono, di fatto, e molte parole inerenti
questo settore si diffusero in altre lingue europee. Numerose furono le
traduzioni di opere dal latino che dimostrarono in questo settore la
maturità del volgare, il quale predominava nei settori delle scienze
operative e non in quelle universitarie.
La prosa del Settecento deve molto allo sviluppo del
linguaggio scientifico, che in questo secolo raggiunse esiti elevati, per
merito di Galileo il quale pure scegliendo il volgare, non si collocò mai a
un livello basso di linguaggio e periodava in un tono elegante e medio,
utilizzando chiarezza terminologica e sintattica. Egli si staccava nei suoi
scritti dalla casta universitaria. Infatti, il suo intento era divulgativo è
quindi riconoscibile dimostrando fierezza per la lingua toscana.
Il latino assunse la funzione di termine di confronto
negativo, cui rivolgersi in una sorta di controcanto polemico: ciò è
evidente nel Saggiatore (1623), dove sono riportate le tesi
dell’avversario scritte in latino e confutate in italiano.
Galileo raggiunse un grande rigore logico-dimostrativo
e una eccezionale chiarezza linguistico-terminologica. Vi sono termini per i
quali ha badato a fissare il significato in maniera univoca.
Galileo, dunque, quando nomina e definisce un concetto
o una cosa nuova, preferisce attenersi ai precedenti comuni ed evita di
introdurre terminologia inusitata o troppo colta. Migliorini ha osservato
come Galileo, più che alla coniazione di vocaboli nuovi, si affidasse alla
tecnificazione di termini già in uso.
Si pensi allo strumento che egli nominò all’inizio come
cannone o occhiale e che poi prese il nome di cannocchiale. Osserva ancora
Migliorini che ogni qual volta troviamo un’invenzione galileiana designata
con un nome dotto, possiamo dire con quasi assoluta certezza che il nome fu
modellato da altri.
Galileo in seguito si rese conto che il volgare aveva
lo svantaggio di limitare la circolazione internazionale del sapere. Galileo
e gli altri scienziati erano coscienti del fatto che l’italiano era in quel
momento molto meno vantaggioso del latino per una comunicazione con gli
scienziati degli altri stati europei.
Il seicento è il secolo della scienza: astronomia,
fisica, medicina. È proprio in questo periodo che si affermano numerosi
vocaboli di origini scientifiche come: macchie solari, candore, pendolo,
resistenza, telescopio, ecc.
Nel Settecento i grecismi si affermarono anche nel
linguaggio della scienza e in special modo in medicina come: termometro,
anatomia, emorroidi, chirurgo, papilla, patologia, pleura, ecc.
Numerose sono le parole di origine spagnola e francese
come: lacchè, parrucca, regimento, plotone, cerimoniale, te, pipa,
vigliacco, gabinetto, casco. Termini come: folla, opera, posta, cartone,
concerto, brillante; e poi alcuni prefissi come: semi, uni, proto, arci,
vice e alcune parole composte.
Il melodramma.
L’Italia assunse per lungo tempo una posizione
egemonica per ciò che riguarda la produzione di opere liriche. Il canto fu
un nuovo canale di diffusione dei modelli della prosa letteraria italiana.
Il melodramma si caratterizza come uno spettacolo di
élite, e questo ci aiuta a definire la sua rilevanza letteraria nel lingua.
Esso permette di affrontare la questione del rapporto fra parola e musica.
Il melodramma del primo Seicento fu un tentativo di ricreare la tragedia
antica.
Il rapporto tra musica e poesia era considerato
stretto: tuttavia una semplice utilizzazione della poesia da parte dei
musicisti ci permetterebbe solamente di affermare che il canto fu un altro
canale di diffusione dei modelli della prosa letteraria italiana. Mentre il
rapporto fra la parola e la melodia fu già affrontato in maniera più
profonda e sistematica nel Dialogo della musica antica del 1581, in
lingua italiana, da Vincenzo Galilei.
Il teatro del Cinquecento era stato recitato, non
cantato, e la musica era rimasta confinata negli intermezzi. Peri e Caccini,
nella partitura di Euridice, diedero una svolta al canto, un canto
che permetteva finalmente di comprendere il testo senza deformazioni. Il
melodramma si caratterizza come uno spettacolo di élite, e questo ci aiuta a
delimitare la sua influenza linguistica nella giusta dimensione, quella
della nobiltà delle corti principesche dell’Italia del Sei-Settecento.
Il linguaggio poetico del melodramma s’inserisce nella
linea della lirica petrarchesca, rivisitata attraverso la memoria del Tasso,
in particolare dell’Aminta. Gli schemi metrici e le cadenze ritmiche
sono ancora quelle petrarchesche.
Le concatenazioni di “e”, i giochi di
opposizione già tipici della lirica tassiana, si diffusero ulteriormente
attraverso il melodramma, in cui si accentuò la propensione per la poesia
cantabile, per i versi brevi, per le ariette. A partire dall’inizio del
Seicento, con Marino, le innovazioni nella lirica si fanno ancora più
rilevanti.
Il rinnovamento tematico comporta un rinnovamento
lessicale che si produce attraverso la poesia barocca che allarga l’elenco
dei argomenti e delle circostanze che possono essere accettate come
contenuto di poesia. La poesia e i poeti barocchi utilizzano un’ampia gamma
di nomi di piante e di animali e utilizzarono gli stessi strumenti della
scienza.
Il Barocco.
Con Marino e il marinismo, a partire
dall’inizio del Seicento, le innovazioni si fanno ancora più rilevanti. Il
catalogo degli oggetti poetici si allarga notevolmente.
La poesia barocca estende il repertorio dei temi e
delle situazioni che possono essere assunte come oggetto di poesia, e il
rinnovamento tematico comporta un rinnovamento lessicale. Di seguito si
riporta una delle più note poesie del poeta Giovan Battista Marino.
Guerra di baci
Feritevi, ferite,
viperette mordaci,
dolci guerriere ardite
del Diletto e d’Amor, bocche sagaci!
Saettatevi pur, vibrate ardenti
l’armi vostre pungenti!
Ma le morti sien vite,
ma le guerre sien paci,
sian saette le lingue e piaghe i baci.
Un consistente filone della poesia barocca
che fa capo a Marino utilizza dunque il lessico scientifico. Sempre Marino,
nell’Adone, parla anche dell’anatomia dell’occhio umano, usa parole
come nervi, orbicolare, pupilla e cristallo, anche se questo lessico, nuovo
nella poesia, è poi utilizzato nell’ambito del tradizionale linguaggio
poetico.
La presenza del lessico scientifico nella poesia di
Marino conferma dunque la tendenza al rinnovamento. Sono usati cultismi,
grecismi, latinismi, non di rado di provenienza scientifica.
La produzione di libretti, dal Sei-Settecento, fu,
infatti, di rilevanti quantitativi. Uno dei più grandi librettisti a
riguardo fu il romano Pietro Metastasio, pseudonimo di Pietro Trapassi. Egli
è stato un poeta, librettista, drammaturgo e considerato il riformatore del
melodramma italiano. Ciò gli permise di incidere in modo notevole anche
sulla poesia, sul lessico e la lingua italiana del Settecento.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 24 febbraio 2019.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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23/02/2019 |
Fotografia. Athos Collura
presenta la mostra "La Cina di Zeng Yi - Immagini di un recente
passato"; a Pavia |
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Manifesto |
"Davvero onorato di aver scritto per lui!"; così
il Maestro Athos Collura presenta la mostra "La Cina di
Zeng Yi - Immagini di un recente passato" che verrà inaugurata oggi,
sabato 23 febbraio 2019, alle ore 17.30 a Pavia.
La mostra di Zeng Yi è organizzata dal Settore Cultura, Istruzione e
Politiche Giovanili del Comune di Pavia ed è ospitata al Castello
Visconteo dal 23 febbraio al 7 aprile 2019.
La mostra sarà aperta al pubblico da martedi a venerdi dalle ore 14.30 alle
18.00; sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00.
Tra i protagonisti della fotografia cinese dei decenni a cavallo tra XX e
XXI secolo, Zeng Yi (nato nel 1949) ha documentato una Cina che oggi sembra
contrastare con l'immagine tecnologica e iper-industrializzata di grandi
megalopoli come Shangai, Pechino, Hong Kong. Quello che egli testimonia è un
paese di piccoli villaggi rurali, luoghi quasi del tutto abbandonati dagli
adulti, partiti in cerca di fortuna per i grandi centri urbani, e abitati da
vecchi e bambini che vivono in condizioni essenziali, ai margini di una
società che, agli occhi del mondo, pare, invece, svilupparsi a ritmi di
crescita esorbitanti. Originario dello Shandong, la culla del
Confucianesimo, provincia costiera della parte più orientale della
Repubblica Popolare Cinese, Zeng Yi ha fin da ragazzo coltivato l'ambizione
di diventare fotografo, una passione trasmessagli dal padre insegnante, che
gli aveva regalato un libro sui metodi e le tecniche fotografiche di Wu
Yinxian, uno dei fotografi che ha coniato l'immagine pubblica di Mao. Dai
primi anni '70, perfezionati le tecniche di sviluppo e i segreti del
mestiere, Zeng attraversa in bicicletta le campagne dello Shandong e inizia
a scattare foto di famiglia, di matrimoni e di bambini; via via si convince
sempre più che la fotografia può essere usata non solo per registrare la
bellezza dei paesaggi e l'espressività dei volti delle persone, ma anche per
documentare la realtà sociale e prendere coscienza delle responsabilità e
degli obblighi che ogni individuo ha nei confronti della comunità. Sono
immagini prevalentemente (ma non solo) in bianco e nero, dove la qualità
tecnica si accompagna sempre a un alto grado di umanità. Esse documentano la
quotidianità delle comunità rurali attraverso una serie di ritratti di
gruppo o di singoli - contadini, allevatori, pescatori, artigiani - colti
nel contesto di una realtà che appare ancora dominata da usanze e costumi in
netta antitesi con lo stile di vita dei centri urbani, una realtà a rischio
di estinzione di cui occorre preservare la memoria.
Il Maestro Athos Collura ebbe modo di conoscere Zeng Yi (fotografo
famosissimo in patria e noto a livello internazionale) in occasione della
VII Biennale Internazionale di Fotografia di Jinan 2018, in Cina. Zeng
Yi, nel Comitato direttivo della Biennale, affidò ad Athos Collura
l’incarico di curatore generale dell’esposizione per lo spazio Italia.
Il catalogo della mostra "La Cina di Zeng Yi - Immagini di un recente
passato" - Nomos Edizioni - è a cura del Maestro Athos Collura con la
collaborazione di Susanna Zatti.
Carmelo Arnone
23 febbraio 2019.
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23/02/2019 |
Salute. A Grotte, visite
senologiche e dermatologiche gratuite per la diagnosi precoce dei tumori |
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Manifesto |
A partire da sabato 16 marzo sarà avviata a
Grotte una campagna di screening per la diagnosi precoce dei tumori.
L'iniziativa dell'Amministrazione comunale - Assessorato ai Servizi
Sociali -,
in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori (LILT)
e con l’Associazione di Volontariato “Padre Vinti”, vedrà impegnati i
medici senologi dott. Pasquale Borsellino e dott.ssa Carmela Di
Caro ed il dermatologo dott. Gianluca Sciortino della
sezione Provinciale LILT di Agrigento.
Verranno effettuate gratuitamente 50 visite senologiche e 30 visite
dermatologiche.
Le visite verranno eseguite nei locali dell’Associazione di Volontariato
“Padre Vinti”, in Via Pirandello n.3, a partire dalle ore 08.30 di sabato 16
marzo 2019. Per le prenotazioni (entro il numero di visite
programmate) occorre telefonare al numero 0922.947512 (servizio
comunale).
Redazione
23 febbraio 2019.
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22/02/2019 |
Politica. Banchetto
informatico del Movimento 5 Stelle, domenica 24 febbraio a Grotte |
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Locandina |
Domenica prossima, 24 febbraio 2019, dalle ore 09.00
alle 13.30 in Piazza Marconi a Grotte, sarà allestito un banchetto
informativo a cura del Movimento 5 Stelle. Scopo dell'iniziativa è quello di
comunicare ai cittadini le recenti iniziative del Governo, ed in particolare
le misure economiche riguardanti:
- il Reddito di Cittadinanza;
- Quota 100;
- le Pensioni di Cittadinanza.
Saranno presenti gli attivisti del meetup di Grotte ed i Consiglieri
comunali del Gruppo M5S al Comune di Grotte.
Redazione
22 febbraio 2019.
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22/02/2019 |
Attualità. "Un momento
drammatico per la Chiesa"; di Raniero La
Valle |
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Raniero La Valle |
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare. È autore di numerose pubblicazioni. É
direttore di "Vasti - Scuola di Critica delle Antropologie"; presidente del
Comitato per la Democrazia Internazionale; promotore del "Manifesto per la
sinistra cristiana" nel quale propone il rilancio della partecipazione
politica e dei valori del patto costituzionale del '48 e la critica della
democrazia maggioritaria; presidente dei Comitati Dossetti per la
Costituzione.
*****
"Care amiche ed amici,
è un momento drammatico per la Chiesa; film, libri e giornali
l’accusano, vecchie storie e nuove denunce si affollano, mentre essa stessa,
con la riunione di tutti i Presidenti delle Conferenze episcopali a Roma
insieme col Papa fa una scelta di campo definitiva contro gli abusi
sessuali, di coscienza e di potere del suo stesso clero, pur tra le
proteste di qualche porporato riottoso.
Ma dietro questa facciata c’è un’altra partita anche più seria che si sta
giocando: è la partita di quanti mirano a uno scisma nella Chiesa, gli uni
per distruggerla, gli altri per distaccarla dalla guida di papa Francesco.
Tra i primi ci sono gli officianti del pensiero unico, che ritengono ormai
incompatibile la persistenza della predicazione evangelica con la volata
finale di un mondo senza pensiero forgiato e governato dal denaro nella sua
ultima forma globale di liberismo selvaggio. A questo fronte senza saperlo
dà un notevole apporto la campagna della destra teologica che in nome della
tradizione si oppone al rinnovamento dell’annuncio evangelico “in quella
forma - come chiedeva papa Giovanni - che i nostri tempi esigono”;
la lettera del cardinale Müller contro il magistero di papa Francesco ne è
l’ultimo esempio.
Tra i secondi c’è un’area progressista e riformista che critica papa
Francesco “da sinistra”, accusando di immobilismo la sua Chiesa perché sono
finora mancate riforme istituzionali, come la riforma della Curia,
un’avanzata collegialità, una vera “democratizzazione”; ne è l’ultimo
esempio il saggio di un professore di Bergamo, Marco Marzano su “Francesco e
la rivoluzione mancata”, rilanciato dal “Fatto quotidiano” e anche da
qualche sito cattolico. Esso invita “i progressisti a tentare la via della
mobilitazione diretta” per denunciare la paralisi “imposta a un miliardo di
fedeli cattolici da un’élite di anziani maschi celibi” e “a minacciare, se
persisterà l’assoluto immobilismo, l’abbandono della barca e l’approdo ad
altri territori ecclesiali più sensibili e interessati ad un rapporto meno
ostile con la modernità e i suoi valori”, ossia “il metodo di Lutero”. È
superfluo sottolineare qui la catastroficità di tale posizione
apparentemente “innovatrice”. Vogliamo solo dire quanto sia sbagliata e
conservatrice l’analisi di chi concepisce il rinnovamento della Chiesa solo
come un cambio di carattere istituzionale e non come una rigenerazione del
suo annuncio e della sua più profonda identità, lo stesso errore dei
tradizionalisti che hanno sempre ridotto la Chiesa alla sua dimensione
giuridicistica e fattuale.
Al contrario la Chiesa è rinnovata dalla Parola. L’istituzione ne è
determinata. E non si può negare che la grande rivoluzione portata da
papa Francesco sia stata quella della Parola, fino a una nuova rivelazione
di Dio, delle religioni e della Chiesa.
Del resto questo non succede solo nella Chiesa. Ci sono discorsi, magari non
subito seguiti dai fatti, che hanno cambiato il corso della storia.
Si pensi al discorso di Gesù nella sinagoga di Nazaret, che introdusse una
nuova ermeneutica selettiva dell’Antico Testamento, separò la misericordia
di Dio dalla sua vendetta e introdusse una lettura non sionista, non
nazionalista cioè, delle Scritture ebraiche.
Si pensi al discorso di Paolo all’Areopago di Atene, che consegnò “il Dio
ignoto” alle religioni e alle culture di tutti i popoli, senza rivendicarne
l’esclusiva a una sola tradizione.
Si pensi al discorso di Gregorio Magno ai fedeli di Roma, straziati dai
Longobardi di Agilulfo: “perito il popolo, scomparsi i potenti, assente
il Senato, la città vuota ed in fiamme”, eppure il papa guarda al mondo
nuovo che comincia, all’ascesa dei popoli nuovi, e fonda l’Europa.
E per venire a tempi più recenti, si pensi al discorso di Luigi Sturzo del
1905 a Caltagirone, che mutò l’identità dei cattolici italiani facendone non
più sudditi del papa e araldi delle sue rivendicazioni temporali nella
questione romana, ma cittadini dello Stato, fautori della democrazia,
promotori della proporzionale e autonomi nelle loro scelte politiche,
premessa necessaria del ruolo che essi avrebbero giocato dopo il fascismo.
Si pensi al discorso di Giovanni XXIII per l’inaugurazione del Concilio, nel
quale attestò la Chiesa sulla frontiera della misericordia (“la
medicina della misericordia invece delle armi del rigore”),
l’attrezzò per l’”aggiornamento” dello stesso annuncio evangelico e sognò il
sogno di una “Chiesa di tutti e soprattutto Chiesa dei poveri”.
Si pensi al discorso di Togliatti del 1963 a Bergamo sul “destino
dell’uomo”, in cui il leader comunista riposizionava il suo partito, e
l’idea stessa del comunismo, non più solo sul terreno delle lotte economiche
e sociali, ma su quello di una nuova antropologia universalistica, per la
quale la stessa coscienza religiosa, posta di fronte ai drammatici problemi
del mondo contemporaneo, era chiamata in causa e poteva essere di stimolo al
cambiamento della società.
Di papa Francesco non si può ancora dire quale sarà il discorso che farà
storia, dopo il quale la Chiesa, tutt’altro che immobile, non sarà mai più
quella di prima.
Si potrebbe dire l’“Evangelii gaudium” in cui questa nuova Chiesa è
disegnata, la “Laudato si’ ” che coinvolge tutti gli abitanti del
pianeta nella salvezza della Terra, i discorsi sulla misericordia che
piantano il “Dio inedito” nel cuore di tutti gli uomini, oltre ogni
diversità di religione, i discorsi ai movimenti popolari che esortano alla
lotta, e non solo alla rivendicazione di un altro modo possibile, il
discorso all’Europa per l’uscita dal regime di cristianità, i discorsi agli
Stati per una rivoluzione degli ordinamenti che escludono e dell’economia
che uccide, o il discorso con cui ha rovesciato fin nel catechismo una
secolare dottrina che ammetteva la pena di morte. Più probabilmente, al di
là di un singolo discorso, sarà il magistero globale di papa Francesco che
avendo finalmente pensato la riforma della Chiesa a partire dalla riforma
del papato (Santa Marta!) ha di fatto già realizzato quello che i suoi
critici malevoli rifiutano, e che i suoi critici benevoli reclamano.
Lo scisma è ormai fuori tempo.
È chiaro che questo non può bastare; il governo non è solo profezia, è anche
istituzione, e un papa “governa” la Chiesa.
Ma ogni cosa ha i suoi tempi, e in tempi selvatici come questi non si
possono fare corti circuiti e false partenze.
Ma di certo, se la Chiesa rimarrà fedele, “l’istituzione seguirà”; forse non
oggi le riforme che tutti noi abbiamo nel cuore, ma certamente domani".
Raniero La Valle
22 febbraio 2019
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22/02/2019 |
Iniziative. Inaugurazione
della "Panchina
Rossa" a Grotte, contro la violenza sulle donne |
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Vedi le foto
Guarda il video |
Giovedi 14 febbraio, ricorrenza di San Valentino,
è stata
inaugurata a Grotte la "Panchina Rossa", per iniziativa di "Donna con Te" (format ideato, organizzato e
diretto da Angelo Palermo) da 5 anni contro la violenza sulle donne, in collaborazione con
l'Amministrazione comunale e il Centro Antiviolenza e Antistalking
Telefono Aiuto di Agrigento.
La manifestazione è iniziata in Aula Consiliare con una cerimonia nella
quale, ai saluti istituzionali, sono stati alternati momenti di riflessione
con letture di testi; è proseguita presso la Villetta “Antonio Cimino”, a
pochi passi dal Palazzo Municipale, nella quale è stata installata la
"Panchina Rossa", inaugurata alla presenza delle Autorità cittadine.
Ben oltre un semplice elemento di arredo urbano, la "Panchina Rossa"
rappresenta un importante simbolo contro la violenza sulle donne e contro
ogni forma di violenza, in ricordo di tutte le vittime di femminicidio.
Quando sarà dimenticato il clamore mediatico della manifestazione, gli
applausi, le bolle di sapone, i fiori ed i palloncini, rimarrà ancora
quella panchina rossa; ricorderà a tutte le donne che è possibile
interrompere la spirale della violenza, che quando vorranno chiedere
aiuto avranno un numero a cui telefonare, lo 0922.22922 di Telefono Aiuto,
e vi sarà una voce amica disponibile ad ascoltarle ed aiutarle.
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (64 foto di
© "Donna con Te" e riprese di
© Angelo Baldo).
Redazione
22 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
Inaugurazione della "Panchina Rossa" (Foto)
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Manifesto |
21/02/2019 |
Agrigento. "Newpolitan
Passion", Rita Lupo in concerto; domenica 24 febbraio |
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Locandina |
"Newpolitan
Passion" è il titolo dell'appuntamento con Rita Lupo che ammalierà ancora
una volta gli spettatori interpretando le più intense canzoni della musica
napoletana colta contaminata da blues, tango e bossa nova. Il suo repertorio
spazia da Mia Martini a Modugno, da Lucio Dalla a Pino Daniele e tanti
altri.
Domenica 24 febbraio, a partire dalle ore 18.30 presso l'Openspace Theater
(Via Empedocle, 159) di Agrigento, l'Artista sarà in concerto accompagnata
da Gery Cuffaro al pianoforte e da Salvo Scibetta alla chitarra.
La manifestazione, condotta da Giusy Carreca, sarà animata dalle coreografie
dell'A.S.D. "Bailart". Direzione artistica di Gemma Amico.
Redazione
20 febbraio 2019.
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21/02/2019 |
Sport. Giovane promessa del
motociclismo: Sami Salvaggio alla "Qatar Motorsports Academy" |
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Sami Salvaggio
Guarda il video
Alla QMA
Alla QMA
Alla QMA |
Classe 2005, 14 anni ancora da compiere ed un grande
sogno che si
avvia a diventare realtà. Lui è Sami Salvaggio, giovane promessa del
motociclismo mondiale, ammesso a frequentare la prestigiosa QMA "Qatar
Motorsports Academy".
Nato in Belgio (la sua famiglia paterna ha origini grottesi ed il padre, il
Commendatore della Repubblica Italiana Salvino Salvaggio, ha ricevuto nel
dicembre 2018 il
riconoscimento di "Cittadino Benemerito" di Grotte), vive da sempre in
Qatar dove frequenta una scuola internazionale inglese. Segue diverse
passioni (è portiere in una delle squadre di calcio della sua scuola,
pratica arti marziali, disegna, ascolta musica, suona la batteria) e trova
anche il tempo per gironzolare con gli amici.
Quando, a novembre dello scorso anno, la
"Qatar
Motorsports Academy" ha organizzato varie selezioni, Sami Salvaggio,
insieme a decine e decine di ragazzi e ragazze, si è presentato per
dimostrare la sua passione per le 2 ruote, le capacità di pilotaggio e la
motivazione. Benché i ragazzi con pregressa esperienza in moto fossero
avvantaggiati, per essere ammessi alle selezioni non era richiesto di saper
andare in moto ma di dimostrare volontà, grinta, impegno e dedizione nonché
rispetto per i compagni per gli istruttori. Nel gruppo dei ragazzi che non
avevano mai praticato moto prima dei test, Sami è stato selezionato ed ha
iniziato il percorso formativo a fine novembre 2018. In totale sono circa
una trentina i fortunati ragazzi di varie nazionalità ad essere stati
ammessi nella QMA, gruppo composto sia da neofiti (come Sami) che da ragazzi
più esperti che guidano la moto da diversi anni.
La "Qatar
Motorsports Academy" è una piattaforma ufficiale e di eccellenza per portare
i giovani dai 6 ai 16 anni nel motorsport mondiale da competizione. Si
tratta di un'iniziativa congiunta unica al mondo per formare la futura
generazione di piloti da corsa, nata da un progetto comune tra la società
sportiva del circuito internazionale di Lusail in Qatar (LCSC), la Dorna
Sports (società che detiene i diritti e gestisce il MotoGP), la Aspire
Academy, il Presidente della Federazione Nazionale di Sport Motori del Qatar
(QMMF) e il Presidente della Federazione Internazionale di Motorsport (FIM).
I giovani selezionati per questa stupenda avventura entrano a fare parte di
una squadra dove vengono inquadrati e seguiti da un gruppo di affermati
professionisti che fanno loro da allenatori, istruttori tecnici, maestri e
guide. Il responsabile operativo della formazione motociclistica è Jose Luis
Cardoso, ex pilota MotoGP e SuperBike.
Dall'ammissione alla QMA, nell’arco
di 8 settimane Sami ha fatto enormi progressi, passando da una prima
mini-moto con cambio automatico e piccola cilindrata (meno di 70cc) ad una
moto da corsa su pista da 150cc 70kg con cambio manuale e capace di alta
velocità, accelerazione e frenata da competizione (guarda
il video). I consigli degli istruttori lo aiutano ad avvicinarsi
progressivamente al livello dei ragazzi con maggiore esperienza.
Abbiamo voluto fargli alcune domande, alle quali ha risposto con grande
slancio.
- Sami, raccontaci di questa avventura. Com’è nata?
- Le moto mi piacciono da quando ero piccolo. Avevo 4 anni e già
chiedevo a papà di portarmi al circuito per assistere alle corse. Tutti gli
anni andiamo al Gran Premio del Qatar e mi sono sempre divertito un sacco.
Dalla mia prima volta al MotoGP, ero come pazzo per questi tre giorni che
sono una grande festa dei motori, del rumore, della competizione. E quando
vedevo il MotoGP sognavo di fare moto pure io, ma i miei genitori non
volevano perché loro dicevano che è troppo pericoloso. Poi il Qatar ha
creato questa Accademia tre mesi fa e io mi sono iscritto per fare il
provino. Pensavo che non sarei stato selezionato perché non ero mai andato
in moto prima. Papà e mamma mi hanno lasciato fare le prove della selezione,
che io ho fatto con la mountain bike e la mini-moto da cross perché non ero
capace di andare su una moto da corsa. Anche se pensavo che sarebbe stato
difficile essere ammesso, ho dato il massimo e ho fatto del mio meglio. E
poi sono stato preso.
- I tuoi genitori cosa dicono?
- Credo che non sono molto contenti, però mi aiutano. Papà dice che gli
viene l’infarto ogni volta che mi porta all’allenamento. E mamma mi ripete
che quando mi vedeva andare veloce si sentiva male dalla paura. Ma mi
lasciano andare perché siamo controllatissimi e non possiamo fare gli scemi,
ci sono gli istruttori, il medico, l’ambulanza. E gli istruttori mi
incoraggiano a continuare e dicono ai miei genitori che sono abbastanza
bravo. E poi noi corriamo sulla pista e non si fa il pazzo per le strade in
mezzo al traffico e alle macchine. E gli istruttori sono molto attenti alla
sicurezza ma anche al fair play tra di noi. Ci insegnano ad essere
competitivi ma dobbiamo avere un comportamento educato, rispettoso e pulito
tra di noi, altrimenti veniamo puniti con sospensioni.
- Comunque è uno sport pericoloso, non credi?
- Un po’ di pericolo c’è, ma c’è anche la passione. La velocità, i motori,
le gare, i sorpassi, il cuore che ti batte nella testa, è troppo forte. E la
soddisfazione quando vinci è al massimo! E siamo anche un bel gruppo,
andiamo d’accordo e non vogliamo fare male agli altri perché ora sono
diventati amici. Ieri nella piccola gara a fine allenamento sono partito
bene ed ero primo alla prima curva. Ma dopo alla fine del primo giro sono
caduto. Sono ripartito ultimo e alla fine sono arrivato terzo dopo avere
sorpassato quasi tutti. È stato mitico e divertente. Una volta sono caduto
male e ho sbattuto forte il ginocchio. Mi hanno portato con l’ambulanza
all’ospedale. Era tutto organizzatissimo. Alla fine non era niente di serio,
e dopo due giorni sono tornato sulla moto. Però quando si corre si deve
sempre stare molto attenti, e non fare i pazzi, per evitare il pericolo.
- Come hai fatto per passare in 2 mesi dalla bici alla moto da corsa?
- I nostri istruttori tecnici sono bravissimi, Andrea, Jose, Luis, Ruben,
Alberto hanno la moto nel sangue e ci trasmettono la loro passione e quello
che loro sanno. Tutto il team di QMA è fantastico. Ci divertiamo molto ma ci
insegnano anche tantissimo, loro hanno un’enorme esperienza e ad ognuno di
noi ci dicono come fare, come migliorare, come evitare certi errori. Si, è
vero che in poche settimane sono passato dalla mountain bike a una moto da
corsa che fa più di 100km all’ora e pesa il doppio di me. Ma io faccio
esattamente come i miei istruttori mi dicono e seguo sempre i loro consigli
così posso fare passi da gigante. E poi da un paio di settimane gli
istruttori ci danno pure le pagelle che ci indicano dove siamo più deboli e
ci aiutano a correggere i nostri errori.
- Insomma, ti danno la pagella come a scuola?
- Si, è proprio così! Però per potere rimanere nella squadra corse
dell’Accademia, non solo devi essere bravo in moto, ma la QMA richiede anche
i risultati scolastici tutti i mesi, e devono essere buoni altrimenti si
torna a casa per sempre e per davvero. Allora chi è bravo in moto ma è un
asino a scuola rischia di essere cacciato via dalla squadra corse. A questo
punto, da gennaio mi sono messo a studiare di più a scuola proprio perché
non voglio smettere con la moto!
- Ti piacerebbe essere un pilota professionista? E con chi vorresti
gareggiare? Marc Marquez, Andrea Dovizioso, Valentino Rossi?
- È molto
difficile diventare un professionista e non ci penso troppo. Per ora voglio
imparare e divertirmi in pista. Ma non mi do per vinto e ci metto tutta la
mia energia per migliorare a ogni allenamento. Gli istruttori mi aiutano
proprio tanto tanto, tutti. Sono stupendi con me! Si, ovvio, mi piacerebbe
essere pilota professionista. Ma per ora sono solo un ultra-debuttante che
praticamente non sa ancora niente ma che ha la fortuna di fare parte di una
bella avventura. Penso che sia LCR Honda la mia squadra MotoGP preferita.
Lucio Cecchinello è un grande campione e una persona gentilissima con un
cuore grande come una casa e tutti quelli del suo team, Oskar, Elisa, Fabio
e gli altri sono lo stesso. Correre con Cal Crutchlow sarebbe... wow...
meraviglioso!
Redazione
21 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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21/02/2019 |
Politica. On. Rosalba Cimino
(M5S): "Riqualificare una delle villette comunali, idea bellissima" |
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On. Rosalba Cimino |
Dichiarazione dell'on. Rosalba Cimino, deputata del Movimento 5 Stelle alla
Camera, a favore della
mozione - presentata dai Consiglieri comunali di Grotte del Gruppo di
opposizione - sulla riqualificazione della Villetta "Antonio Cimino".
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"Quella di riqualificare
una delle villette comunali per renderla più adatta alle esigenze dei nostri
piccoli e arricchirla con giochini anche per i bambini diversamente abili è
una bellissima idea.
Semplice e di sicuro gradimento per la cittadinanza.
Parte della somma di 70.000 euro stanziata con la legge di bilancio e
destinata a Grotte per interventi su strade, scuole e patrimonio comunale,
potrebbe proprio essere utilizzata così.
Con una mozione i Consiglieri di opposizione del Movimento Cinque Stelle
hanno chiesto di valutare questa possibilità che permetterebbe di
incrementare la fruibilità degli spazi all’aperto per i più piccoli, che
oggettivamente non sono mai sufficienti.
Mi auguro quindi che la proposta (così come altre che potranno arrivare
dalla cittadinanza), venga recepita in maniera positiva ed accolta secondo
uno spirito costruttivo che dovrebbe vedere tutti gli attori, non soltanto
politici, agire secondo un interesse collettivo e comune volto al
miglioramento della vita cittadina".
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Rosalba Cimino
Deputata M5S Camera
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21/02/2019 |
Scuola. In pagamento
all'Ufficio Postale la Borsa di Studio per gli studenti delle scuole
superiori |
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Sito ufficiale |
Erogazione delle Borse di studio relative all’anno
scolastico 2017/2018.
Borse di studio "Fondo unico per il Diritto allo Studio" è una iniziativa
del MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca) per il contrasto alla dispersione scolastica e il
potenziamento del Diritto allo Studio, dedicata agli studenti delle
scuole secondarie di secondo grado con reddito basso (vedi
il sito ufficiale).
Gli studenti beneficiari sono stati individuati dalle rispettive Regioni
tramite apposito Bando o anche sulla base di graduatorie già esistenti e
finalizzate all'erogazione di analoghi benefici.
Per ritirare la borsa di studio, gli studenti che sono stati inseriti
dalle rispettive Regioni all'interno degli elenchi dei soggetti beneficiari,
possono recarsi presso qualsiasi Ufficio Postale, senza necessità di
utilizzare o esibire la Carta dello Studente IoStudio, ma semplicemente
richiedendo all'operatore di sportello di incassare una borsa di studio
erogata dal MIUR attraverso un "Bonifico domiciliato" ed esibendo i codici
fiscali e i documenti di identità in corso di validità.
Per gli studenti beneficiari minorenni è necessario che il minore
- munito di documento di identità in corso di validità e codice fiscale -
venga sempre accompagnato presso l'Ufficio Postale da entrambi i genitori,
anch'essi muniti di documento di identità e codice fiscale.
Per gli studenti beneficiari maggiorenni, è sufficiente che il
beneficiario si presenti in un qualsiasi Ufficio Postale munito di documento
d'identità valido e del proprio codice fiscale, comunicando all'operatore di
sportello di dovere incassare una borsa di studio erogata dal MIUR
attraverso un Bonifico domiciliato.
La scadenza per recarsi in ufficio postale e ritirare la borsa di
studio in pagamento è stata prorogata fino al giorno 30 marzo 2019.
Redazione
21 febbraio 2019.
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20/02/2019 |
Iniziative. Al 74° Mandorlo
in Fiore, "Dance Well - movimento e ricerca per Parkinson" |
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Locandina |
Nell'ambito delle iniziative del 74° Mandorlo in
Fiore, dal 28 febbraio al 3 marzo 2019, presso il Museo
"Pietro Griffo" di Agrigento (Via Passeggiata Archeologica), si terranno
- su proposta dell'associazione culturale "La Biddina" di Grotte - una serie di incontri su "Dance Well -
movimento e
ricerca per Parkinson".
L'iniziativa consiste in una pratica artistica rivolta principalmente a
persone affette da morbo di Parkinson, attivata, ideata e promossa nel 2013
dal CSC Casa della Danza di Bassano del Grappa (guarda il
video di presentazione del progetto). Non danza-terapia, ma pratica
artistica in museo.
Per Dance Well il fine è l’arte attraverso l’espressione del proprio corpo,
i partecipanti sono "dancers", e proprio come danzatori - non come "persone
col Parkinson" - affrontano le classi di danza (vedi
una testimonianza).
Elemento fondamentale della pratica è il luogo: nel caso specifico il Museo
che, in quanto scrigno d’arte e punto di riferimento culturale per il
territorio, è fonte di ispirazione per i danzatori; l’ambiente è a tutti gli
effetti parte integrante del progetto e dev'essere artisticamente denso, per
essere ispirante, favorire il lavoro di costruzione dei movimenti, e
permettere l’incontro con i visitatori stessi del Museo.
Dance Well è un progetto dal grande valore sociale e culturale, che permette
ai malati di Parkinson di uscire dall'isolamento indotto dalla malattia e di
renderli nuovamente attivi nel panorama culturale che li circonda.
Quest'anno il progetto viene proposto all'interno del Mandorlo in Fiore
perché, essendo un "momento di danza", tale danza rappresenta lo "strumento"
privilegiato per l'incontro con gli altri - caratteristica intrinseca del
Festival agrigentino - e con il mondo della cultura nel senso più
"classico", cioè proprio la cultura racchiusa all'interno del Museo
regionale di Agrigento.
Le classi sono gratuite e aperte a tutti (è consigliabile prenotare),
familiari, amici, danzatori, anziani, cittadini, studenti, richiedenti
asilo, in un vero momento inclusivo, poiché la "classe mista" permette la
crescita collettiva, il sostegno reciproco e non emargina nessuno dei
partecipanti.
Questi gli appuntamenti (tutti presso il Polo regionale di Agrigento per i
siti culturali - Museo "Pietro Griffo"):
- giovedi 28 febbraio, ore 18.30, Sala conferenze, Conferenza di
presentazione (con la partecipazione dell'Ordine dei Medici di
Agrigento);
- venerdi 1 marzo ore 18.00, Sala Zeus, Classe di danza;
- sabato 2 marzo ore 17.30, Sala Zeus, Classe di danza;
- domenica 3 marzo ore 20.30, Sala Zeus "Dance Well - Oro l'arte di
resistere. Spettacolo di danza".
Da un’idea di Francesca Foscarini e Cosimo Lopalco, coreografie di
Francesca Foscarini, drammaturgia di Cosimo Lopalco, supporto al
processo creativo a cura di Anna Bragagnolo e Cristina Pulga, co-prodotto da
CSC Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa.
Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare la segreteria al
numero 333.3897042.
Redazione
20 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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20/02/2019 |
Scuola. Presentazione domanda di contributo
per la fornitura gratuita dei libri di testo; entro il 22 marzo |
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Scarica il modello per la fornitura gratuita dei libri di testo
Per l'anno
scolastico 2018/19 è possibile presentare
domanda, per la fornitura gratuita
o semigratuita dei libri di testo, da parte delle famiglie a basso reddito,
con attestazione ISEE pari o inferiore a euro 10.632,94
(l'attestazione ISEE in corso di validità deve essere stata rilasciata dal
15 gennaio 2019), con figli che frequentano scuole secondarie di primo e di secondo grado,
statali e paritarie. Le procedure per l'erogazione degli stanziamenti sono
state attivate da parte dell'Assessorato Regionale dell'Istruzione e della
Formazione Professionale (leggi la
Circolare).
La richiesta di contributo, che deve essere formulata utilizzando lo schema
di
domanda
allegato, dovrà essere corredata dai seguenti documenti:
1) Fotocopia del documento di riconoscimento del soggetto richiedente il
beneficio (padre, madre o tutore) in corso di validità;
2) Fotocopia del Codice Fiscale del richiedente.
La
domanda di partecipazione dovrà essere presentata, a pena di esclusione,
entro e non oltre venerdi 22 marzo 2019 esclusivamente presso
l'Istituto scolastico frequentato, che provvederà successivamente a
trasmetterla al Comune di residenza. I Comuni invieranno le istanza in unica
copia cartacea, entro il 14 giugno 2019, al Dipartimento Regionale
Istruzione e Formazione Professionale il quale, sulla base del numero degli
alunni, accrediterà le somme a favore dei Comuni che a loro volta
provvederanno ad erogare il contributo.
Redazione
20 febbraio 2019.
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20/02/2019 |
Agrigento. "Naturale o
Minerale?"
di Achille Campanile, per il Teatro da Camera al Circolo
Empedocleo |
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Cartellone |
"Naturale o Minerale?" è il quinto spettacolo
della terza stagione teatrale di Teatro da Camera all'Empedocleo di
Agrigento, con la direzione artistica di Giuseppe Adamo e Mario
Gaziano.
Viene proposto uno spettacolo ensemble sulla storia dell'umorismo italiano,
con il caposcuola Achille Campanile, di cui vengono rappresentati
scene e calembour tra i più importanti del grande Autore teatrale di cui si
propone l'azione scenica "Naturale o Minerale?", capolavoro primario
dello scrittore surreale con altre famose scene umoristiche quali "La
fuga" e "La moglie nervosa".
Sono protagonisti di questo quinto accattivante spettacolo della Stagione
Teatrale 2018-2019:
- Rosaria Leto, pungente, intelligente, ironicamente irritante;
- Antonio Garufo,vittima e padrone, furbo e dubbioso, contraddittorio e
determinato, reale e irreale, in un intreccio umoristico sottile e
insinuante;
- Lillo D'Aleo, maggiordomo sagace che regola il traffico intricato degli
umoristi italiani;
- Tonino Migliaccio, potente e coinvolgente, protagonista del canto
narrativo e coinvolgente, con canzoni anni '50 e '60.
La regia dello spettacolo, tra recitazioni, mottetti e canzoni è curata dai
due protagonisti, Rosaria Leto e Antonio Garufo.
Una stagione teatrale programmata dal Pirandello Stable Festival di
Mario Gaziano e dal Circolo Culturale "Empedocleo" di Agrigento, presidente
Giuseppe Adamo.
Collaborazioni artistiche di Maria Grazia Castellana, Giuseppe Gramaglia e
Massimiliano Arena.
Filmaker Diego Romeo. Service Salvatore Cucchiara.
Venerdi 22 febbraio 2019 alle ore 18.15. Ingresso libero per soci e
appassionati di Teatro da Camera.
Redazione
20 febbraio 2019.
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20/02/2019 |
Politica. On. Rosalba Cimino
(M5S): "Solidarietà e vicinanza agli Assessori di Porto Empedocle" |
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On. Rosalba Cimino |
Dichiarazione dell'on. Rosalba Cimino, deputata del Movimento 5 Stelle alla
Camera, in merito ai comportamenti violenti subiti da Giuseppe Sicilia e
Salvatore Urso, Assessori al Comune di Porto Empedocle.
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"Non esiste nulla che possa
giustificare i comportamenti violenti messi in atto nei confronti degli
assessori al comune di Porto Empedocle Giuseppe Sicilia e Salvatore Urso.
Per questo mi sento di esprimere loro la massima solidarietà e vicinanza,
consapevole del coraggio e dell’impegno che mettono ogni giorno
nell’amministrare insieme ad Ida Carmina un ente con enormi difficoltà
finanziarie.
Ma alimentare un clima di tensione capace di sfociare nella violenza non
sarà certamente utile a risolvere alcunché, se non a squalificare chi se n’è
reso protagonista".
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Rosalba Cimino
Deputata M5S Camera
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20/02/2019 |
Teatro. La Compagnia "Nino
Martoglio" ad Acquaviva Platani con "Il segreto del Principe di
Casadoro" |
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Manifesto |
Sabato 23 febbraio, alle ore 20.00 presso l'auditorium
"Salvatore Quasimodo" di Acquaviva Platani (CL) la Compagnia
teatrale "Nino Martoglio" di Grotte, porterà in scena l'esilarante
commedia "Il segreto del Principe di Casadoro", per la regia di
Aristotele Cuffaro (che ne è anche autore).
I personaggio, in questa edizione, saranno interpretati da: Aristotele
Cuffaro (il Principe), Giorgia Calì (la fidanzata), Gabriele
Russello (il Sindaco), Santy Costanza (la cameriera), Agnese
Licata (l'artista).
La rappresentazione è realizzata nell'ambito della II Rassegna Teatrale
2019, promossa dal Comune di Acquaviva Platani, alla quale partecipano
quattro compagnia teatrali delle province di Caltanissetta ed Agrigento.
Nella serata conclusiva della Rassegna, sabato 30 marzo, verrà conferito il
"Premio Salvatore Quasimodo 2019".
Redazione
20 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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20/02/2019 |
Sport. "Coppa Carnevale" e
Raduno Mini Volley, dal 21 al 27 febbraio al campo polivalente "F.
Morvillo" |
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Manifesto
Manifesto |
L'Associazione Culturale Sportiva Dilettantistica "New Star" di Grotte
con il Centro Provinciale "Libertas" di Agrigento organizzano - presso il
campo polivalente coperto "Francesca Morvillo" con il patrocinio del Comune
di Grotte, Assessorato alla Cultura, Sport, Spettacolo e Pubblica Istruzione
- due manifestazioni sportive rivolte ai giovanissimi.
Lunedi 25 febbraio, a partire dalle ore 15.00, si terrà il
Raduno di Mini Volley, appuntamento annuale della "New Star" giunto alla
14^ edizione.
Dal 21 al 27 febbraio, sullo stesso terreno di gioco, si svolgerà la
"Coppa Carnevale - Calcio Giovanile - Città di Grotte", che vedrà
impegnati giovani atleti di età compresa tra 5 e 15 anni, secondo il
seguente calendario:
- giovedi 21, alle ore 15.00, Esordienti (calcio a 6), nati negli anni
2006-2007;
- venerdi 22, alle ore 15.00, Pulcini (calcio a 6), nati negli anni
2008-2009;
- sabato 23, alle ore 15.00, Primi Calci (calcio a 6), nati negli anni
2010-2011;
- martedi 26, alle ore 15.00, Piccoli Amici (calcio a 6), nati negli anni
2012-2013-2014;
- mercoledi 27, alle ore 15.00, Giovanissimi (calcio a 5), nati negli anni
2004-2005.
Redazione
20 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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19/02/2019 |
Politica. "Riqualificare
gli spazi ricreativi per i bambini"; nota del
Gruppo consiliare
M5S |
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Con una nota resa pubblica, il Gruppo
consiliare del Movimento 5 Stelle di Grotte
ribadisce
l'opportunità - già presentata come mozione in Consiglio comunale, ma non
ancora discussa - di riqualificare gli spazi ricreativi per i bambini, con
particolare riferimento alla Villetta "Cimino" (area gioco antistante la
biblioteca comunale).
*****
"La legge di bilancio 2019 ha
assegnato ai Comuni con popolazione fino a 20.000 abitanti contributi per la
realizzazione di investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade,
edifici pubblici e patrimonio comunale.
Al nostro Comune sono stati assegnati 70.000 euro.
Ben coscienti della condizione della viabilità urbana ed extraurbana, questa
è l’occasione per riqualificare spazi ricreativi rendendoli sicuri per i
bambini, destinando a tale scopo una parte del finanziamento ministeriale
concesso.
Lo scorso ottobre, il Gruppo consiliare del M5S ha presentato la mozione
riguardo la riqualificazione di dette aree e l’installazione di giochi anche
per bambini diversamente abili. Mozione rinviata, non ancora discussa dal
Consiglio.
Tra le tante aree gioco, è opinione diffusa che quella antistante la
biblioteca comunale debba essere migliorata: le attuali condizioni non
consentono la fruizione in condizioni di sicurezza.
Nello specifico la proposta avanzata verte a:
1. verificare lo stato attuale delle attrezzature ludiche presenti;
2. sostituire ed integrare giochi inadeguati, usurati e in alcuni casi non a
norma;
3. dotare lo spazio di videosorveglianza al fine di aumentare la sicurezza e
limitare atti vandalici;
4. mettere in sicurezza l’accesso prospiciente su strada carrabile;
5. eliminare all’interno di tale area “cordoli ed oggetti/arredi/impianti”
che possano recare danno ai fruitori.
Questo è un primo passo per colmare la mancanza di opportunità di gioco
libero all’aperto ed è anche la prima importante occasione di socialità per
i più piccoli al di fuori della scuola".
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Il Gruppo
Consiliare M5S Grotte
(Angelo Costanza, Salvatrice Morreale,
Mirella Casalicchio, Giada Vizzini)
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19/02/2019 |
Comune. "Servizio civico
comunale" per i grottesi meno abbienti: richieste entro il 31 marzo |
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Servizio civico comunale |
Aggiornamento al 01/03/2019.
Il termine per la presentazione delle richieste (28 febbraio) è stato
prorogato al 31 marzo 2019.
"Per la nostra Amministrazione rappresenta davvero un modo concreto per
dare una mano ai nostri concittadini che si trovano in difficoltà economica",
così il sindaco Alfonso Provvidenza presenta il "Servizio civico comunale",
una iniziativa - di concerto con l'assessore ai Servizi Sociali Miriam
Cipolla e con tutta la Giunta municipale - rivolta alle persone ed alle
famiglie che versano in situazioni di disagio economico, attraverso il loro
coinvolgimento in attività di interesse e di utilità sociale (leggi
l'avviso pubblico).
"Si tratta di venire incontro alle esigenze dei nostri concittadini
valorizzandone la dignità personale - continua il Primo Cittadino -,
favorendone l'integrazione sociale e promuovendone il mantenimento ed il
potenziamento delle capacità personali".
Le persone interessate a svolgere il "Servizio civico comunale" possono
presentare richiesta entro il (il termine del 28 febbraio 2019 è
stato prorogato) 31 marzo 2019 (scarica il
modulo per l'istanza e la
dichiarazione sostitutiva). Gli ammessi riceveranno un contributo
socio-assistenziale di 300,00 euro mensili, per un'attività di 15 ore
al mese per un periodo di tre mesi per anno.
Possono presentare istanza i cittadini che hanno i seguenti requisiti
(posseduti entro il 31 marzo 2019):
- residenza nel Comune di Grotte;
- se stranieri, essere in regola con il permesso di soggiorno e residenza
nel territorio del Comune almeno da 24 mesi;
- ISEE in corso di validità non superiore ad euro 7.500,00;
- età compresa tra 18 anni e raggiungimento dell'età pensionabile;
- stato di disoccupazione/inoccupazione;
- certificato medico attestante l'idoneità fisica a svolgere le attività di
Servizio civico;
- assenza di coperture assicurative o altre forme di tutela da parte di enti
pubblici;
- assenza di programmi di inserimento lavorativo sostenuti da un
finanziamento pubblico.
I cittadini ammessi a svolgere il Servizio civico comunale potranno essere
impiegati dall'Amministrazione per svolgere servizi di utilità collettiva,
come, ad esempio:
- servizio di custodia, vigilanza, pulizia e piccole manutenzioni di
strutture pubbliche;
- servizio di sorveglianza, cura e manutenzione del verde pubblico;
- accompagnamento negli scuolabus ed assistenza ai servizi scolastici;
- attività di sollievo a favore di utenti disabili o non autosufficienti
(accompagnamento a visite mediche, pagamenti bollette, acquisto farmaci e
prodotti alimentari...;
- ogni altra attività l'Amministrazione ritenga utile promuovere, sulla base
delle esigenze del territorio, purché consenta l'inserimento sociale dei
cittadini chiamati ad espletarla.
Redazione
19 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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18/02/2019 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della settimana. |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 18 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, a san Rocco, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, a san Rocco, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Martedi 19 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, a san Rocco, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, a san Rocco, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 20 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, nella chiesa del Purgatorio, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa del Purgatorio, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.15, in chiesa Madre, Incontro di Spiritualità con don Marcel
su "La risposta alla chiamata di Dio".
Giovedi 21 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, nella chiesa del Purgatorio, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa del Purgatorio, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Venerdi
22 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, nella chiesa del Purgatorio, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa del Purgatorio, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Sabato
23 febbraio
- ore 09.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Ora santa (Quarantore);
- ore 18.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa prefestiva.
Domenica 24 febbraio
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa san Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 16.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede per i fidanzati);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
Da mercoledi 13 febbraio sono iniziate le sante
Quarantore (santa Messa alle ore 09.30, Ora santa alle 16.00 ); per informazioni rivolgersi in parrocchia.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 17.30, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco
ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del
Carmelo ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo
ore 18.45, chiesa Madre |
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18/02/2019 |
Servizi. Ancora
mastelli per carta e cartone da ritirare; informazioni per il corretto
utilizzo |
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Mastello |
Risultano esserci ancora utenti che, pur avendo diritto a ricevere, in
distribuzione gratuita, i mastelli da 50 litri in plastica rigida
per la raccolta differenziata di carta e cartone, non hanno
provveduto a ritirarli.
Ne hanno diritto tutti coloro che sono obbligati al pagamento della TARI e
quindi sono intestatari dei relativi bollettini (compresi i residenti
nelle zone periferiche del paese non servite dalla raccolta porta a
porta, ed i residenti all'estero - sino a disponibilità scorte -).
Il ritiro può essere effettuato, presso l'ex isola ecologica di Via Ingrao,
dal lunedi al venerdi dalle ore 11.30 alle 12.45.
Gli utenti impossibilitati possono
incaricare un delegato per il ritiro oppure richiedere la consegna a domicilio contattando
l’Ufficio
Ambiente al numero 0922.947521.
Gli uffici comunali, sul corretto utilizzo dei mastelli, comunicano che:
- i mastelli distribuiti vanno utilizzati esclusivamente per il
conferimento di carta e cartone;
- i mastelli non vanno utilizzati per altro materiale (organico, vetro,
plastica...);
- i mastelli vanno utilizzati solo il lunedi, giorno della raccolta di
carta e cartone;
- la carta ed il cartone vanno inseriti direttamente nei mastelli
(senza utilizzo di sacchetti di plastica che costituiscono materiale
non idoneo ad una corretta raccolta differenziata); ogni indicazione diversa
- fornita da chiunque - è da ritenersi scorretta e sanzionabile perché la
presenza di plastica tra il quantitativo di carta e cartone fa abbassare la
qualità del materiale conferito presso il centro di raccolta (la presenza di
"sovvalli" costituisce un aggravio di costi, inoltre il Comieco - che ha
finanziato l'acquisto dei mastelli - qualora dovessimo raggiungere un
obiettivo minore di quello prestabilito, effettuerà una riduzione
proporzionale del finanziamento erogato);
- sull'uso dei mastelli verranno effettuati dei controlli a campione
(a cura per personale tecnico e del Corpo di Polizia Municipale di Grotte) e
qualora se ne dovesse riscontrare un uso improprio saranno adottati i
provvedimenti amministrativi previsti.
Redazione
18 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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18/02/2019 |
Sport. Corso di minitennis
della Polisportiva "Athena"; aperte le iscrizioni |
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Locandina |
La
Polisportiva “Athena” di Grotte organizza un corso totalmente gratuito di
minitennis.
L’iniziativa è rivolta a bambini e ragazzi dai 5 agli 11 anni.
I corsi inizieranno mercoledi 20 febbraio, presso il campetto di tennis
comunale, e si svolgeranno presumibilmente nei giorni di mercoledi e sabato
dei mesi di febbraio e marzo 2019.
I giovani aspiranti tennisti non dovranno acquistare l'attrezzatura, servirà
solo presentarsi con idoneo abbigliamento sportivo.
Per ulteriori informazioni ed iscrizioni è possibile contattare Antonio
Villardita al numero 380.4747908.
Redazione
18 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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17/02/2019 |
Lingua. "Origini del
vernacolo siciliano e della lingua italiana" (11); di Rodolfo Costanza |
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Brano di
Jacopo da Lentini
Prof. Rodolfo Costanza |
Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
(Puntata n° 11)
11.
Il
Cinquecento: Bembo e la stabilizzazione della lingua
11.1 Il volgare italiano e il latino nel Rinascimento
Nel Cinquecento si ebbero le prime grammatiche e i
primi vocabolari, nei quali si riflettono le proposte teoriche di riforma
del Volgare, in particolare quella di Bembo. Già nel terzo libro delle
Prose vi è una vera e propria grammatica, seppure esposta in forma
dialogica. Bembo era stato preceduto da Fortunio nel 1516, che ad Ancona
pubblicò le prime Regole grammaticali della volgar lingua. Queste
grammatiche non si proponevano ambiziosi obiettivi teorici, ma avevano in
letteratura uno scopo eminentemente pratico. Ciò fu indotto dal fatto che
era diventata preminente la questione della lingua. Il dibattito vide
entrare nello scontro numerosi letterati.
Il latino nel Rinascimento era ormai usato nell’out
cultura e quindi le difficoltà subite dal volgare a causa dell’emergere
nuovamente del latino durante l’umanesimo erano già state superate. Le
persone colte ormai avevano acquisito affidamento e familiarità nel volgare
derivante dai nuovi ordinamenti grammaticali e dalla messa in circolazione
di qualche dizionario.
Già dall’inizio del Cinquecento, il volgare aveva
conseguito completa maturazione, ottenendo nello stesso tempo concorde
accettazione e riconoscimento dalla maggioranza degli intellettuali di
allora.
Tutto questo fermento costrinse alcuni letterati a
schierarsi affinché si usasse una lingua comune per tutta l’Italia ormai in
balia delle potenze straniere poiché sembrava essere l’unico punto di
riferimento per un’identità nazionale. Ciò indusse alcuni a una riflessione
teorica necessaria per dare una definitiva sistemazione al volgare per mezzo
di grammatiche e lessici.
Alcuni storici della letteratura italiana avrebbero
visto, dal Cinque al Settecento, proprio una fase di forte rivalità con il
latino al quale venne man mano sottratto spazio da parte del volgare.
Tuttavia la lingua di Cicerone mantenne un posto autorevole in molti ambiti
dell’istituzioni pubbliche, dell’università, della giustizia e delle
scienze, mentre il volgare trova sempre più ambiti di applicazione in molti
settori delle attività private.
Nell’editoria si pubblicano solo in latino, libri
riguardanti la filosofia, la medicina, la matematica, giurisprudenza e
quelli della Chiesa. Quanto ai libri inerenti l’ambito poetico-letterario il
volgare non ha rivali e si afferma anche nella storiografia con Machiavelli
e Guicciardini per merito degli stampatori di Venezia e Firenze. Verso la
fine del Rinascimento s’intravede il conclusivo declino di una lingua
volgare comune (koinè) auspicata dai regionalisti.
Nel fiorire di grammatiche, pubblicate soprattutto
dall’editoria veneta, si segnala l’assenza di opere prodotte dall’editoria
di Firenze che esprimeva il malumore toscano per l’ingerenza di grammatici e
teorici forestieri, in quella che veniva pur sempre reputata una lingua
prima di tutto patrimonio locale, e non proprietà comune. Tutto ciò non
seppe tradursi in un’adeguata risposta sul piano normativo.
Cosimo de’ Medici aveva chiesto all’Accademia
fiorentina di stabilire le regole della lingua in maniera ufficiale e per
contro l’Accademia stessa non arrivò a un accordo. I vocabolari del
Cinquecento contenevano un numero relativamente limitato di parole, ricavate
da spogli condotti sugli scritti di Dante, Petrarca e Boccaccio in primo
luogo. Il più noto vocabolario della prima metà del Cinquecento, strutturato
in forma di dizionario, è la Fabbrica del mondo (1548) di
Francesco Alunno di Ferrara.
La personalità di maggior spicco che si schierò a
favore del volgare toscano, derivante dal Petrarca e dal Boccaccio, come
lingua comune per l’Italia, fu il filologo veneziano Pietro Bembo.
11.2
Pietro Bembo e la questione della lingua
Nel Cinquecento Pietro Bembo stese i tratti del
primo italiano standard adottando un atteggiamento conservatore. Egli
preferì non ispirarsi al fiorentino rinascimentale della sua epoca, ma a
quello di due secoli prima (di Petrarca e Boccaccio). In questo modo venne
sancito, anche per il volgare, il principio dell’imitazione dei modelli
scritti dal Petrarca e dal Boccaccio. Il Bembo escludeva Dante, ritenuto
nella sua mirabile ricchezza di stile, troppo realistico, irruento e poco
limpido.
Bembo mise in atto un atteggiamento ben più
intransigente degli stessi intellettuali fiorentini, ma che prevalse non
solo per il prestigio del personaggio ma per la sua influenza intellettuale
sull’attività del grande editore, Aldo Manuzio, veneziano al pari del Bembo.
Non solo, ma modellò stilisticamente la prosa non su modelli italiani, ma
direttamente sullo stile Ciceroniano. Bembo riteneva che se una lingua fosse
perfetta non aveva bisogno di cambiare col tempo, e tale doveva essere
l’italiano volgare se intendeva, essere degno di quel nome.
Questo tipo di atteggiamento conservatore e puristico
della lingua italiana da parte di Bembo fu assunto per tutto il Seicento
dall’accademia della Crusca di Salviati nel formulare i due vocabolari del
1612 e del 1623. Nonostante la loro fortuna letteraria, essi provocarono la
resistenza all’introduzione di termini non letterari e finì per creare
ostacoli a chi utilizzava e apprendeva l’italiano per scopi
tecnico-scientifici.
Alla corrente arcaicizzante del Bembo, si ribellano
quelli della corrente eclettica, ispirata alla coinè delle corti (A. Colocci,
G.G. Trissino, ecc) e quella dei sostenitori del fiorentino parlato
(Machiavelli, Giovambattista Celli, Pier Francesco Giambullari, ecc.).
Il purismo della letteratura italiana di Bembo provocò,
inoltre, controversie e polemiche che, dopo avere infuocato il Seicento e il
Settecento, si ripercossero sulla cultura letteraria del Risorgimento e si
sarebbero trascinate fino ai giorni nostri.
Nonostante la rigidità della teoria di Bembo, essa
offriva la soluzione più sensata per il bisogno di unità della cultura
italiana inerente il volgare. Egli, infatti, determinò un punto di
riferimento per tutti gli scrittori rifacendosi alla letteratura del
Petrarca e del Boccaccio considerandola loro lirica il livello più alto
della lingua italiana. Così s’impediva una dispersione municipalistica e
regionale della lingua italiana letteraria.
Nel 1501 Bembo, nelle innovazioni sulla forma
linguistica del volgare, introdotta nella nuova edizione delle opere in
volgare del Petrarca, di fatto riconfermava le tradizionali grafie ereditate
dal latino comune in uso in tutto il Quattrocento. Grafie poi riproposte
nelle sue teorie e sulla grammatica illustrate nelle Prose della Volgar
lingua. Vi compariva inoltre il segno dell’apostrofo, ispirato alla
grafia greca. Tra le correzioni si ricordano la sostituzione dell’articolo
maschile el con il, le desinenze del presente indicativo prima
persona plurale regolarizzate in iamo e la prima persona singolare
dell’imperfetto in a alla maniera dei trecentisti.
Il tipografo Manuzio, nella premessa a questa edizione
del opere in volgare del Petrarca, difendeva il testo dalle rimostranze di
coloro che vi avrebbero eventualmente potuto riconoscere un allontanamento
dalle tradizionali grafie latineggianti, eredità della coinè
quattro-cinquecentesca. Tale allontanamento dalla consuetudine era visibile
fin da titolo del libro, che era Le cose volgari di Messer Francesco
Petrarca, e non Le cose vulgari.
Nel Cinquecento le discussioni dottrinali e
concettuali sul volgare ebbero una grande rilevanza, anche perché il
risultato di queste dispute furono il rafforzamento metodologico delle
regole per l’adozione stabile del volgare italiano nelle opere letterarie.
La sostanza di queste dispute furono le innovazioni normative grammaticali
previste nelle Prose della volgar lingua, pubblicate a Venezia nel
1525 i cui dialoghi sono idealmente collocati nell’anno 1502 ad essi
prendono parte quattro personaggi, ognuno dei quali é portavoce di una tesi
diversa.
Le innovazioni introdotte da Bembo erano anche di
maggiore portata: sulla forma linguistica del testo del Petrarca si
sarebbero fondate in seguito le teorie esposte nelle Prose della volgar
lingua. In nessun altro secolo il dibattito teorico sulla lingua ebbe
tanta importanza come nel Cinquecento, anche perché l’esito di queste
discussioni fu la stabilizzazione normativa dell’italiano.
Nell’opera del Bembo ripartita in tre libri, ha al suo
interno una vera e propria anche se poco ordinata grammatica del volgare;
inoltre il testo contiene anche un ricco esame storico-linguistico secondo
cui l’italiano ebbe origini dalla corruzione del latino per opera dei
barbari invasori. La redenzione del volgare corrotto dalle sue barbare
origini era stata ammissibile grazie alla letteratura degli scrittori del
Trecento.
L’italiano era andato progressivamente migliorando,
osservava Bembo, mentre un’altra lingua moderna, il provenzale, che pure
aveva preceduto l’italiano nel successo letterario, era andata lentamente
perdendo terreno. Il discorso si spostava dunque sulla letteratura, le cui
sorti erano giudicate inscindibili da quelle della lingua.
Quando Bembo parla di lingua volgare, intende
senz’altro il toscano: ma non il toscano che si parlava in quel momento a
Firenze bensì il toscano letterario trecentesco dei grandi autori, Petrarca
e Boccaccio.
Questo è un punto fondamentale della tesi bembiana:
egli non nega che i toscani siano avvantaggiati sugli altri italiani nella
conversazione; ma questo non è oggetto del trattato, che non si occupa del
comune parlato, ma della nobile lingua della letteratura. Il punto di vista
delle Prose è squisitamente umanistico e si fonda sul primato della
letteratura. La lingua non si acquisisce dunque dal popolo, secondo Bembo,
ma dalla frequentazione di modelli scritti dai grandi trecentisti.
La teoria di Bembo voleva coniugare la modernità della
scelta del volgare con un totale distacco dall’effimero, secondo un’ideale
rigorosamente classico, la cui natura è squisitamente letteraria. Requisito
necessario per la nobilitazione del volgare era dunque un totale rifiuto
della lingua del popolo. Ecco perché Bembo non accettava integralmente il
modello della Commedia di Dante, di cui non apprezzava le discese
verso lo stile basso e realistico.
Da questo punto di vista, il modello del Canzoniere di
Petrarca non presentava difetti, per la sua forte selezione
linguistico-lessicale. Qualche problema invece poteva venire per il
Decameron, in cui emergeva più vivace il parlato.
È vero che Bembo era convinto che la storia linguistica
italiana avesse raggiunto una vetta qualitativa insuperata nel Trecento, con
le Tre Corone. È altrettanto vero però che egli non escludeva che il
volgare, così giovane in confronto al latino, potesse ancora raggiungere
risultati eccezionali, proprio attraverso le nuove regole presentate nelle
Prose.
La soluzione di Bembo fu quella che si affermò. Essa
formalizzava in maniera rigorosa e teoricamente fondata quanto era avvenuto
nella prassi: il volgare si era diffuso in tutta Italia come lingua della
letteratura attraverso una, più o meno, cosciente imitazione dei grandi
trecentisti. Ora la grammatica di Bembo permetteva di portare a compimento
quel processo spontaneo, depurando il volgare stesso dagli elementi
eterogenei della coinè primo-cinquecentesca.
La grammatica di Bembo influenzò l’esito di un grande
capolavoro, l’Orlando furioso, che Ariosto corresse la terza e
definitiva edizione seguendo proprio le indicazioni delle Prose.
Di seguito riportiamo le prime due strofe del
capolavoro dell’Ariosto.
L’Orlando furioso
[1]
Le
donne i cavallier’: l’arme gli amori
Le cortesie: l’audaci imprese io canto
Che furo al tempo che passaro i Mori
D’Africa il mare, e in Francia nocquer
tanto
Seguendo l’ire, e i giovenil furori
D’Agramante lor Re, che si die vanto
Di vendicar la morte di Troiano
Sopra re Carlo imperator romano.
[2] Diro d’Orlando in un medesmo tratto
Cosa non detta in prosa mai ne in rima
Che per amor venne in furore e matto
D’huom che si saggio era stimato pria
Se da colei che tal quasi m’ha fatto
Che ’l poco ingegno adhor adhor mi lima
Me ne ſara pehro tanto concesso
Che mi basti a finir quanto ho promesso
La proposta di Bembo fu quella che
alla fine si affermò. Essa aveva formulato in modo preciso le regole della
lingua e prendeva atto di quanto era accaduto nella realtà. Cioè, la lingua
italiana si stava affermando estesamente in tutta la penisola come lingua
della letteratura attraverso una consapevole imitazione dei grandi poeti e
letterati del Trecento. Ora la grammatica di Bembo permetteva sicuramente di
arrivare a questo obiettivo, ripulendo il volgare stesso di quelle parti
estranei alla lingua italiana ormai patrimonio comune in quasi tutta la
penisola.
11.3
Altre teorie
Secondo il Calmeta,
il volgare migliore è quello usato nelle corti italiane, e specialmente
nella corte di Roma. Egli fa riferimento alla fondamentale fiorentinità
della lingua, la quale si doveva apprendere sui testi di Dante e Petrarca e
doveva essere poi affinata attraverso l’uso della corte di Roma.
Per Mario Equicola, la lingua migliore era quella in
grado di accogliere vocaboli di tutte le regioni d’Italia, mai plebea, ma
con una coloritura latineggiante il cui modello stava nella lingua della
corte di Roma, da cui doveva nascere una lingua “comune”.
Bembo era del parere che il volgare che si parlava
nelle corti italiane era un vernacolo arduo da determinare e precisare in
modo corretto e chiaro difficile da riportare a conformità. In realtà,
proprio questi inconvenienti hanno fatto sì che la “dottrina” del Calmeta e
di Equicola non riuscisse a imporsi nella disputa tra letterati del
Cinquecento. L’idea trecentesca di Bembo invece offriva notevoli benefici
consistenti in precisi paradigmi letterari.
La teoria del Trissino invece negava che la lingua
letteraria fosse il fiorentino. Dante, infatti, aveva condannato questo
vernacolo, contestandone ogni pretesa di primato letterario. Nello stesso
periodo il Trissino pubblicò il Castellano, un dialogo in cui
sosteneva che la lingua poetica di Petrarca era composta di vocaboli
provenienti da ogni parte d’Italia, e non era quindi definibile come
fiorentina, bensì come italiana.
Alcuni letterati fiorentini rivendicavano la supremazia
della loro città contro l’aspirazione accampata dai settentrionali e da
coloro che sostenevano la lingua parlata nelle corti. Tuttavia i letterati
fiorentini, negli anni cinquanta del Cinquecento, non seppero opporsi
efficacemente alla teoria di Bembo che proponeva il volgare dei poeti del
Trecento che loro cercavano di contrastare con poca convinzione.
La più interessante tra le reazioni fiorentine di
fronte alle idee di Trissino è il Discorso o Dialogo intorno alla nostra
lingua attribuito a Machiavelli. Dante dialoga con Machiavelli, facendo
ammenda degli errori commessi nel De vulgari eloquentia, ed è
costretto ad ammettere di aver scritto in fiorentino, non in lingua curiale
(cioè in una lingua comune o cortigiana).
Nella disputa scese in campo lo studioso senese,
Claudio Tolomei, il quale chiedeva (nel Polito e nel Cesano)
che il volgare vivo e d’uso fosse adottato secondo un modello toscano e non
più fiorentino.
L’intellettuale Benedetto Varchi mise in atto l’azione
meritoria di introdurre le idee di Bembo a Firenze nonostante l’opposizione
dell’intellighenzia della città. Per Varchi la pluralità di linguaggi non va
spiegata con la maledizione babelica di Dio e non deve essere intesa come
una cosa esecrabile, ma come una naturale ricchezza e tendenza alla varietà
propria della natura umana.
Varchi rendeva inutile la severità delle regole
previste nelle Prose della volgar linguae stabiliva invece l’idea
secondo cui esisteva un’autorità popolare da affiancare a quella dei grandi
scrittori. Questi principi permisero a Firenze di esercitare di nuovo un
controllo sulla lingua volgare.
Nonostante i contrasti tra letterati, l’italiano
proposto dal Bembo comincia ad affermarsi in modo definitivo con l’aiuto
della stampa che favoriva una certa omogeneità linguistica. Nonostante
queste dispute, tra metà del Quattrocento e la fine del Cinquecento, la
nostra lingua è arricchita da numerosi vocaboli di varia origine come:
profumo, pomata, bilancio, sentinella, casamatta, bastione, terrapieno,
maccheroni, mortadella, bussola, calamita, pilota, madrigale, fuga, cateto,
canoro, assioma, obeso, peripezia, catastrofe, protestante, luterano,
calvinista, gesuita, seminario, canoro, dialetto, ghetto, galleria, finanze,
fanfarone, vigliacco, puntiglio, flemma, ruinare, divano sofà, azienda,
quintale, sorbetto, caffè, caimano, condor, patata, pomodoro, cacao,
tabacco, uragano e tanti altri vocaboli.
Questa ricchezza lessicale, di fatto, contrastava
fortemente con la purezza linguistica voluta dal Bembo e andava a vantaggio
di chi sosteneva di arricchire il dizionario del volgare con vocaboli presi
a prestito dai dialetti regionali e da altre lingue come lo spagnolo,
l’arabo, il francese e il greco in quanto lingue più evolute della nostra.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 17 febbraio 2019.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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16/02/2019 |
Comune. Elezione dei membri
del Parlamento europeo da parte di cittadini UE residenti in Italia |
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Elezioni Europee |
Elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti
all’Italia da parte dei cittadini dell’Unione Europea residenti in Italia.
In occasione
della prossima elezione del Parlamento europeo, fissata tra il 23
e il 26 maggio 2019, anche i cittadini degli altri Paesi dell’Unione
Europea potranno votare in Italia per i membri del Parlamento europeo
spettanti all’Italia, inoltrando apposita domanda al sindaco del comune di
residenza.
La domanda, il cui modello è disponibile sia presso il Comune che
sul
sito internet del Ministero dell’Interno
dovrà essere
presentata agli uffici comunali o spedita mediante raccomandata entro il
25 febbraio 2019.
Nel primo
caso, la sottoscrizione della domanda, in presenza del dipendente addetto,
non sarà soggetta ad autenticazione; in caso di recapito a mezzo posta,
invece, la domanda dovrà essere corredata da copia fotostatica non
autenticata di un documento di identità del sottoscrittore (art. 38, comma
3, del DPR 28/12/2000, n. 445).
Nella domanda - oltre all’indicazione del cognome, nome, luogo e data di
nascita - dovranno essere espressamente dichiarati:
- la volontà di esercitare esclusivamente in Italia il diritto di voto;
- la cittadinanza;
- l’indirizzo nel Comune di residenza e nello Stato di origine;
- il possesso della capacità elettorale nello Stato di origine;
- l’assenza di un provvedimento giudiziario a carico, che comporti per lo
Stato di origine la perdita dell’elettorato attivo.
Gli Uffici comunali comunicheranno tempestivamente l’esito della domanda; in
caso di accoglimento, gli interessati riceveranno la tessera elettorale con
l’indicazione del seggio ove potranno recarsi a votare.
Ai cittadini appartenenti ad altri Paesi della Comunità Europea ma residenti
a Grotte è stata inviata una comunicazione scritta, che pubblichiamo di
seguito, contenenti le informazioni sul loro diritto di voto.
Redazione
16 febbraio 2019
*****
COMUNE DI GROTTE
Caro elettore
/ Cara elettrice,
in occasione delle prossime elezioni europee (23-26 maggio 2019), Lei, in
qualità di cittadino/a dell’Unione europea qui residente, può, se vuole,
esercitare in questo comune il diritto di voto per i membri del Parlamento
europeo spettanti all'Italia, presentando apposita domanda.
Tale domanda, di cui si allega il modello da compilare (disponibile anche
sul
sito internet del Ministero dell’Interno),
dovrà essere presentata personalmente o spedita mediante raccomandata entro
il 25 febbraio 2019 al seguente indirizzo:
COMUNE DI GROTTE P.zza Umberto I.
L'esito positivo della richiesta comporterà l'iscrizione del Suo nominativo
in un'apposita lista aggiunta; conseguentemente, Le verrà consegnata una
tessera elettorale personale, che Le consentirà di votare presso il seggio
indicato nella tessera stessa.
Con l'iscrizione nella suddetta lista aggiunta, Lei potrà esercitare il voto
esclusivamente per i membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia e
non anche per i membri del Parlamento europeo spettanti al Suo Paese di
origine: vi è, infatti, il divieto del doppio voto.
Gli uffici comunali sono, in ogni caso, a Sua disposizione per eventuali,
ulteriori informazioni.
Grotte, 11/02/2019 |
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Il Sindaco
Alfonso
Provvidenza
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16/02/2019 |
Politica. Discorso del dott. Angelo
Carlisi in occasione della manifestazione contro la violenza sulle donne |
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Angelo Carlisi |
Pubblichiamo, di seguito, il discorso pronunciato dal dott. Angelo Carlisi, Presidente del Consiglio comunale di Grotte,
lo scorso giovedi 14 febbraio in occasione dell'inaugurazione della
"Panchina Rossa", manifestazione organizzata da Angelo Palermo (nell'ambito
delle iniziative "Donna con te", con la collaborazione del Centro
Antiviolenza e Antistalking "Telefono Aiuto" di Agrigento) contro la
violenza sulle donne e la violenza di genere. *****
"Ad
inizio di questo mio intervento voglio ringraziare, da amico e da Presidente
del Consiglio comunale, Angelo Palermo il quale da diversi anni con grande
senso civico ha preso a cuore la problematica inerente la violenza di genere
perpetrata nei confronti delle donne, organizzando a tal fine, in
collaborazione con il centro antiviolenza ed antistalking "Telefono Aiuto"
di Agrigento, diverse iniziative di sensibilizzazione in tutta la nostra
provincia.
Grazie Angelo per quanto fai.
Sono anche orgoglioso di poter ospitare all'interno di quest'Aula
Consiliare, sede della più importante istituzione di rappresentanza
cittadina, questa iniziativa in quanto momento a forte valenza pedagogica e
culturale.
Per comprendere la gravità e l'impatto della violenza di genere, è
fondamentale partire da alcuni dati Istat dello scorso novembre 2018 i quali
certificano che in Italia, con riferimento all'anno 2017, sono state 49.152
le donne vittima di atti di molestie e di violenza che si sono rivolte ad un
centro antiviolenza: tali dati statistici ci portano a concludere che nel
nostro Paese il fenomeno inerente la violenza sulle donne è ancora
tragicamente alto.
Purtroppo anche in Italia, nazione evoluta e all’avanguardia, anche dal
punto di vista legislativo, continuano a verificarsi fatti di cronaca
raccapriccianti di violenza e discriminazione, da quelle considerate meno
gravi, fino allo stupro e alle aggressioni mortali che hanno come vittime le
donne.
Ci sono donne che subiscono quotidianamente maltrattamenti, violenze fisiche
e psicologiche, minacce e molestie sul posto di lavoro, donne che trovandosi
in condizioni di dipendenza economica, non riescono ad allontanarsi da un
contesto relazionale di rischio, donne che, trovata la forza di uscire da
situazioni di questo tipo, non incontrano il sostegno sociale e
istituzionale necessario per ricostruire la propria vita.
Il progresso di una società si manifesta con il rispetto per la dignità
umana: è da ciò che si misura il grado di avanzamento materiale e spirituale
di una società.
Proprio il fatto che nella nostra società, che non è una entità astratta ma
è costituita da tutti coloro i quali vivono nelle nostre città, nei nostri
borghi, nelle nostri quartieri, ancora persista l’angoscioso problema della
violenza contro le donne è un fatto drammatico che deve scuotere le
coscienze di tutti e di ciascuno.
Così, all'avanzare sempre più rapido, in ambito sociale e culturale, della
percezione della gravità dei crimini nei confronti delle donne, è
corrisposto anche l'adeguamento del contesto normativo sovranazionale e di
riflesso nazionale.
Come non ricordare, ad esempio, l'istituzione della "Giornata internazionale
per l'eliminazione della violenza contro le donne", istituita dall'Assemblea
generale delle Nazioni Unite e che si celebra ogni anno il 25 novembre;
altra conquista legislativa la Legge n. 38 del 23 aprile del 2009, che ha
introdotto il reato di "Atti persecutori", il cosiddetto "stalking"; un
passaggio cruciale di questo nuovo percorso giuridico è stata invece la
Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la
violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, firmata a
Istanbul nel 2011.
Con quel trattato, ratificato dal Parlamento Italiano nel 2013, la comunità
sovranazionale ha riconosciuto, anche sul piano giuridico, la violenza
contro le donne come una violazione dei diritti umani e una forma di
discriminazione, sia in ambito pubblico che privato, comprendente tutti gli
atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica, fondati sul
genere, configurandola altresì come una violazione dello stesso principio di
uguaglianza.
Se nell'ultimo decennio, anche il nostro Paese, si è contraddistinto per
l'affermarsi di un interesse costante della società e delle istituzioni
rispetto alla violenza di genere, contrastare il fenomeno a partire dalle
sue radici non si è rivelato e non si sta rivelando un processo facile: si
può benissimo comprendere infatti come la violenza perpetrata contro la
donna è un fenomeno ampio, multiforme e difficilmente misurabile, in quanto
molteplici sono i soggetti coinvolti, dalle vittime agli autori per
arrivare talvolta anche ai minori che, negli atti violenti commessi entro le
mura domestiche, non di rado sono costretti ad assistervi.
Non è più accettabile che a monte di queste tragedie vi sia una
sottovalutazione del rischio o un deficit di conoscenza dei centri a cui
rivolgersi da parte della vittima o, ancora, un mancato intervento da parte
delle strutture o delle istituzioni competenti.
Fondamentale appare quindi anche la sinergia tra istituzioni pubbliche e
soggetti del Terzo settore attivi nella protezione della vittima e nel
recupero degli autori di reato: penso ai centri antiviolenza, alle comunità
di recupero per donne vittima di violenza, ai centri di ascolto gestiti
dalla Caritas, alle associazioni di volontariato e di settore.
A conferma del ruolo significativo svolto dalle Associazioni di
Volontariato, dal Terzo settore e dal No profit vorrei richiamare
l'intervento del nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella in
occasione dell'ultimo discorso di fine anno alla Nazione: "Il nostro è un
paese ricco di solidarietà. Spesso la società civile è arrivata con più
efficacia e con più calore umano, in luoghi remoti non raggiunti dalle
pubbliche istituzioni".
Il percorso intrapreso per la tutela reale ed efficace delle donne e di ogni
vittima di violenza domestica è dunque articolato e complesso.
La sua ulteriore e necessaria implementazione richiede la forza e l'energia
di un vero e proprio cambiamento culturale.
Il cambiamento culturale deve però essere favorito, accompagnato e
sostenuto.
In tale contesto è fondamentale l’aspetto educativo da portare avanti
nell’intera società coinvolgendo le famiglie e le cosiddette agenzie
educative: qui si colloca il ruolo cruciale del sistema scolastico
soprattutto come istituzione chiamata a promuovere lo sviluppo nei ragazzi e
nelle ragazze di competenze relazionali fondate sul rispetto delle
differenze, sulla cultura della parità di genere e sulla mediazione non
violenta dei conflitti.
Dopo questo momento di riflessione a breve ci sposteremo nella vicina
Villetta Comunale Cimino, tutti insieme andremo ad inaugurare
l'installazione di una panchina rossa dal forte valore simbolico: il colore
rosso a volere significare il sangue di tutte le donne private della vita a
seguito di aggressioni mortali e di efferati atti di violenza.
La potenza evocativa e il forte simbolismo di quest'opera possano costituire
uno spunto di riflessione personale per tutti coloro che poseranno lo
sguardo su di essa, al fine di creare uno spirito di coscienza collettivo
sul fatto che "l'amore vero non ferisce".
Concludo ringraziando vivamente i promotori, per questa giornata di
riflessione che saprà certamente offrire un contributo importante affinché
maturi una sensibilità diffusa e profonda sul tema della violenza di genere
di cui spesso le donne sono state vittima.
Grotte (AG), 14 febbraio 2019
Aula Consiliare "Prof . Antonio Lauricella". |
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Angelo Carlisi
Presidente del Consiglio comunale
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16/02/2019 |
Iniziative. Il Complesso
bandistico "Vincenzo Bellini" ha aderito alla Federazione Bande
Siciliane |
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Banda
"Bellini" |
Il Complesso bandistico “Vincenzo Bellini” di Grotte ha aderito alla
Fe.Ba.Si. (Federazione Bande Siciliane), una federazione di formazioni
musicali che operano nelle bande e nei gruppi strumentali della Sicilia.
Nell'arco degli anni la Fe.Ba.Si. ha svolto numerose attività: ha
organizzato corsi di direzione per maestri di banda e orchestre di fiati,
raduni bandistici, ha stipulato convenzioni con diversi enti (hotel, case
editrici, ditte musicali, S.I.A.E., compagnie di assicurazioni ed aziende),
ha promosso corsi di informatica, corsi per strumentisti, corsi annuali di
Strumentazione per Banda e di Propedeutica Musicale. Ma tra le attività più
importanti va ricordato il C.E.M. (Corso Estivo Musicale) giunto alla ottava
edizione.
“Quest'ultima iniziativa, rivolta a tutti i giovani musicisti al di sotto
dei diciotto anni, ha consentito di realizzare un'orchestra di fiati,
denominata ‘Junior Band Fe.Ba.Si.’ - dichiara il presidente della
Banda ‘Bellini’ Calogero Todaro -, con la quale abbiamo avuto il
piacere di partecipare a diversi raduni bandistici regionali e rappresentare
la Sicilia al Festival Internazionale di Alatri (FR). Un vantaggio per i numerosi componenti
del Complesso Bandistico, in quanto sono già tutti tesserati e assicurati.
Ricordo
- conclude Todaro - che le iscrizioni per i nuovi allievi sono sempre
aperte e che le lezioni sono gratuite”.
Redazione
16 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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15/02/2019 |
Politica. Lillo Picone eletto
nuovo Segretario del Circolo del Partito Democratico di Grotte |
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Lillo Picone |
L'Assemblea del Circolo del Partito Democratico di Grotte, riunitasi
lo scorso lunedi 11 febbraio, dopo un'approfondita discussione ha proposto
ed eletto il nuovo Segretario del Circolo. Al Segretario uscente
Vincenzo (Enzo) Agnello - che riveste attualmente la carica di Assessore al
Comune di Grotte - è subentrato, eletto all'unanimità, Calogero (Lillo)
Picone.
Titolare dell'Agenzia UnipolSai Assicurazioni di Grotte, Lillo Picone ha
alle spalle una solida formazione culturale e politica. Agli studi giuridici
ha affiancato approfondimenti in campo economico e sociale. La passione
giovanile per la difesa dei diritti umani e dell'ambiente, sempre coltivata,
non ha mai ostacolato il suo amore per la letteratura e la saggistica. Ama
leggere i grandi classici e gli autori moderni e contemporanei, ma anche
saggi economici, storici e filosofici.
Attento e critico osservatore delle realtà socio-politiche, Lillo Picone è
antitesi della figura di "yes-man" partitico.
Nei prossimi giorni vi saranno altri incontri nei quali verrà definito
l'assetto della Segreteria e del Coordinamento del Circolo PD di Grotte.
Carmelo Arnone
15 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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15/02/2019 |
Politica. L'on. Rosalba Cimino
ad Agrigento per la presentazione del Reddito di Cittadinanza |
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On. Rosalba Cimino |
Domani, sabato 16 febbraio, a partire dalle ore 16.30, l'on. Rosalba Cimino
(deputata alla Camera per il Movimento 5 Stelle e componente della XIII
Commissione Agricoltura) sarà ad Agrigento presso lo Spazio Temenos (Via
Pirandello 1) per presentare due recenti provvedimenti del Governo: il
Reddito di Cittadinanza e Quota 100.
Insieme alla Deputata grottese interverranno i parlamentari del Movimento 5
Stelle di Agrigento: Michele Sodano, Filippo Perconti e Rino Marinello.
Redazione
15 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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15/02/2019 |
Cronaca. Il M5S ha presentato
denuncia contro ignoti per presunto uso di erbicida con glifosato |
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Vedi le foto |
"Al fine di scongiurare
trattamenti con erbicida in violazione della legge, abbiamo sporto denuncia
contro ignoti, per presunto utilizzo di erbicida a base di Glifosato, presso
la Stazione dei Carabinieri di Grotte-"Tutela Ambiente e Agroalimentare", la
Procura della Repubblica di Agrigento e chiesto un sopralluogo congiunto
all'ASP e ARPA di Agrigento"; questo è il contenuto di una nota diffusa
dal Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Grotte.
La dichiarazione segue una
richiesta in merito, presentata
nel corso dell'ultima seduta del
Consiglio comunale, all'assessore
all'Ambiente Vincenzo Agnello. In quell'occasione i Consiglieri pentastellati
avevano chiesto di conoscere i nomi degli
operatori che hanno impiegato il "seccatutto", se tale impiego
fosse
consentito dalle norme vigenti, e se i prodotti usati erano certificati "a
norma".
Redazione
15 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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15/02/2019 |
Volontariato. Domenica 17
febbraio,
donazione di sangue presso la sede Adas di Grotte |
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Verrà effettuata domenica 17 febbraio, dalle ore 08.00 alle ore 12.00 a Grotte, presso la
sede Adas di Via Francesco Ingrao n° 92-94, la raccolta di sangue che, con
cadenza mensile, coinvolge i donatori grottesi. L'autoemoteca sosterà nel piazzale
interno della struttura.
I donatori dovranno essere a digiuno e dovranno portare il
tesserino Adas, un documento di riconoscimento e le ultime analisi; ciò
consentirà al personale medico, nel massimo rispetto della privacy, di
valutarne lo stato di salute e consentire di effettuare la donazione con più
tranquillità. Donare il sangue è un atto di generosità, gratuito e
disinteressato; un gesto d'amore che gratifica chi lo compie e salva la vita
a chi lo riceve.
Donazione di sangue
Grotte - Via Francesco Ingrao n° 92-94
Domenica 17 febbraio - ore 08.00/12.00
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15/02/2019 |
Attualità. "Suggerimenti
ed idee per i nostri Amministratori"; di Calogero Agnello |
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Calogero Agnello |
Proposte e
suggerimenti del
prof. Calogero Agnello su "piccoli" problemi di interesse pubblico.
*****
"Suggerimenti
ed idee per i nostri Amministratori.
Sono un cittadino qualunque cui stanno a cuore le sorti del Paese in cui è
vissuto e vive.
Per questo mi sono fatto coraggio e mi permetto di sottoporre all’attenzione
del Sindaco e dei suoi più stretti collaboratori alcuni piccoli problemi di
facile soluzione e soprattutto dai costi minimi.
Il tutto per contribuire a rendere il nostro centro più accogliente e più
curato.
Al primo posto voglio mettere il problema biblioteca.
1) Acquistare qualche libro per renderla più fruibile.
2) Far riparare le sedie e soprattutto i braccioli di diverse di esse (non
parlo di acquisto per rendere possibile l’intervento).
3) Eliminare quello che resta di un vecchio salotto donatoci qualche tempo
fa.
4) Mi fa piacere sapere che il Premio Racalmare sta riprendendo fiato. Mi
duole sottolineare, però, che diversi dei testi che in qualche modo hanno
ruotato, negli anni, attorno al Premio come protagonisti, non sono mai
arrivati in Biblioteca. I Responsabili del Premio devono provvedere anche a
questo. La nota dolente è che a tutti i promotori e partecipanti a vario
titolo spesso interessa più lo spettacolo e la visibilità che non la
finalità ultima del testo premiato. Una biblioteca madre di “cotanto” Premio
non custodisce i suoi figli.
5) È
auspicabile (a costo zero) che il Cimitero, dopo la disorganica espansione
lungo le varie direzioni e livelli, sia dotato di un sistema di indicazioni
che evidenzino la zona (non parlo di una mappa computerizzata che consenta
di individuare una certa tomba in un determinato posto. Può sembrare un
eccesso, ma poter trovare il posto dove riposa un parente o amico dopo
averlo individuato tramite computer sembra esigenza da settentrionali. Noi
dobbiamo comportarci da meridionali e basta, e mi duole constatarlo spesso).
6) Il Largo Pagano andrebbe dotato di una segnaletica orizzontale: anche
questo intervento non costerebbe niente.
7) Voglio dire anche la mia a proposito dell’ascensore
da installare. È senz’altro un’idea nobile anche perché Piero Castronovo
chiede spiegazioni sulla somma messa da parte per il suo acquisto: mi
domando, però, quanti sono i possibili fruitori? Anche l’edificio della
scuola elementare, per ben altre motivazioni, è stato dotato di ascensore ma
mi pare che non venga usato. Ed allora l’attuale Amministrazione rifaccia
una nuova proposta, ne renda partecipi quanti hanno messo, a disposizione
del vecchio progetto, la somma e si proceda tutti lieti e contenti senza
rischi di “intestazioni gratuite”.
Ho evidenziato alcuni piccoli problemi perché arrivino all’attenzione di chi
di dovere e, poi, ad maiora… la speranza è ultima a morire, specie se
si propongono soluzioni a piccoli problemi.
Distinti saluti a tutti".
Calogero Agnello
15 febbraio 2019
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15/02/2019 |
Attualità. "I miei
ringraziamenti a tutti, e a Dio, regista di ogni mia attività"; di
Fausto Palumbo |
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Fausto Palumbo |
Dietro le quinte della 69^
edizione del Festival di Sanremo, tra i numerosi professionisti a supporto
dell'attività degli artisti sul palco, vi è stato anche il
grottese Fausto Palumbo, uno dei più validi collaboratori del salone
grottese "Hair
Style Creation" di Rino e Donatella Palumbo. Di seguito, i suoi
ringraziamenti pubblici a quanti gli sono stati vicini in questa esperienza.
*****
"Caro Direttore,
volevo esprimere con grande piacere, e grande soddisfazione, i miei
ringraziamenti a tutta la cittadinanza grottese e non solo, per il
caloroso affetto dimostratomi in occasione della mia partecipazione al
69° Festival di Sanremo.
Sono state davvero, ma davvero, tante le chiamate e i messaggi che mi hanno
reso orgoglioso del mio operato.
Volevo ringraziare pubblicamente…
Dio, regista di ogni mia attività, in quanto nulla è scontato
per ciò che abbiamo.
La mia famiglia, fonte di sostegno e risorsa instancabile di amore.
Mio fratello Rino Palumbo per avermi trasmesso questo “mestiere”, e
per il ruolo importante all'interno della sua attività.
Per ultimo - non per ordine di importanza - la mia ragazza, futura
moglie, che con la sua infinita pazienza mi sopporta e mi supporta in ogni
modo e in ogni istante.
Questa esperienza la dedico interamente a mio Papà: ne sarebbe stato
molto fiero.
Grazie a tutti per le numerosissime dimostrazioni di vicinanza che mi avete
fatto privatamente, mostrandomi il vostro affetto.
Grazie". |
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Fausto Palumbo
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11/02/2019 |
Volontariato. Pietro Zucchetto
con una delegazione AIDO in udienza privata da Papa Francesco |
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Pietro Zucchetto
Logo AIDO |
Sabato 13 aprile 2019, alle ore 12.00 presso la Sala
Clementina, Pietro Zucchetto, insieme ad una folta delegazione
AIDO, sarà ricevuto in udienza privata da Sua Santità Papa Francesco.
La delegazione dell'Associazione Italiana per la Donazione di Organi tessuti
e cellule sarà composta da circa 500 persone provenienti da tutte le Regioni
d'Italia, tra cui 20 provenienti dalla Sicilia.
In particolare, in rappresentanza della provincia di Agrigento, saranno
presenti:
- Pietro Zucchetto (referente del Gruppo comunale AIDO "Elisa Zucchetto"
di Grotte);
- Antonio Lauricella (presidente della Sezione provinciale AIDO di
Agrigento);
- Salvatore Urso (vicepresidente vicario della Sezione provinciale AIDO di
Agrigento e referente del Gruppo Comunale AIDO "Nunzio Papa" di Favara);
- Vincenzo Lauricella (amministratore della Sezione provinciale AIDO di
Agrigento);
- Gaspare Bancheri (presidente del Gruppo comunale AIDO "Elide Cangialosi"
di Canicatti);
- Luigi Petix (presidente del Gruppo comunale AIDO di Serradifalco).
La conferma dell'udienza privata concessa dal Santo Padre è stata comunicata
a tutti i
Presidenti e Commissari regionali AIDO dalla Presidente nazionale Dott.ssa
Flavia Petrin.
Carmelo Arnone
11 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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11/02/2019 |
Attività. Bonifiche
ambientali e lavori per favorire il deflusso delle acque |
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Foto 1
Foto 2 |
Nei giorni scorsi, a cura del personale tecnico del
Comune di Grotte e del personale della ditta incaricata del servizio di
raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, sono stati effettuati dei
lavori di bonifica di alcuni punti "sensibili" della periferia del paese.
Ancora una volta sono stati rimossi rifiuti abbandonati nei pressi del
vecchio ponte della "Rocca 'a Petra" sulla via per Aragona (foto 1 e 2).
Nonostante i ripetuti controlli e le sanzioni elevate nei confronti dei
trasgressori, purtroppo il fenomeno dell'abbandono indiscriminato di
spazzatura non differenziata lungo le vie di accesso al paese non risulta
essere cessato.
Ma non sono cessati nemmeno i controlli da parte delle Forze dell'ordine per
reprimere il fenomeno.
Altri rifiuti abbandonati sono stati rimossi in Via Basilicata (che si trova
all'interno del paese, anche se in una zona poco frequentata; foto 3 e 4).
Ancora sacchetti di rifiuti sono stati prelevati in Via delle Rose, altra
zona particolarmente colpita dal fenomeno.
Sempre in Via delle Rose (a valle del paese) sono stati effettuati dei
lavori di scavo per favorire il deflusso delle acque che, durante le piogge,
vi confluiscono venendo a costituire una situazione di pericolo e rendendo
impraticabile la circolazione stradale.
Carmelo Arnone
11 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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Foto 3
Foto 4 |
11/02/2019 |
Chiesa. Programma delle
Quarantore, da mercoledi 13 febbraio a martedi 5 marzo |
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Da mercoledi 13 febbraio a martedi 5 marzo la comunità ecclesiale di Grotte
celebra le sante Quarantore secondo il seguente programma.
Tutti i giorni: ore 09.30 Santa Messa; ore 16.00 Ora Santa.
Mercoledi 13 febbraio: chiesa San Francesco
Giovedi 14 febbraio: chiesa San Francesco
Venerdi 15 febbraio: chiesa San Francesco
Sabato 16 febbraio: chiesa San Rocco
Domenica 17 febbraio: chiesa San Rocco
Lunedi 18 febbraio: chiesa San Rocco
Martedi 19 febbraio: chiesa San Rocco
Mercoledi 20 febbraio: chiesa del Purgatorio
Giovedi 21 febbraio: chiesa del Purgatorio
Venerdi 22 febbraio: chiesa del Purgatorio
Sabato 23 febbraio: chiesa Madonna del Carmelo
Domenica 24 febbraio: chiesa Madonna del Carmelo
Lunedi 25 febbraio: chiesa Madonna del Carmelo
Martedi 26 febbraio: chiesa Madonna del Carmelo
Mercoledi 27 febbraio: chiesa Madonna delle Grazie
Giovedi 28 febbraio: chiesa Madonna delle Grazie
Venerdi 1 marzo: chiesa Madonna delle Grazie
Sabato 2 marzo: chiesa Madre
Domenica 3 marzo: chiesa Madre
Lunedi 4 marzo: chiesa Madre
Martedi 5 marzo: chiesa Madre
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11/02/2019 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della settimana. |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 11 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Martedi 12 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Mercoledi 13 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, nella chiesa di san Francesco, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa di san Francesco, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Giovedi 14 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, nella chiesa di san Francesco, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa di san Francesco, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Venerdi
15 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, nella chiesa di san Francesco, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, nella chiesa di san Francesco, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie di sposi, dei
genitori dei bambini battezzati e da battezzare.
Sabato
16 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, a san Rocco, santa Messa (Quarantore);
- ore 16.00, a san Rocco, Ora santa (Quarantore);
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva.
Domenica 17 febbraio
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 09.30, nella chiesa san Rocco, santa Messa (Quarantore);
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 16.00, a san Rocco, Ora santa (Quarantore);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede per i fidanzati);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
Mercoledi 13 febbraio, nella chiesa di San Francesco, iniziano le sante
Quarantore (santa Messa alle ore 09.30, Ora santa alle 16.00 ); per informazioni rivolgersi in parrocchia.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 17.30, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco
ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del
Carmelo ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo
ore 18.45, chiesa Madre |
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10/02/2019 |
Comune. Approvato il Piano
triennale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza |
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Alfonso Provvidenza |
La Giunta comunale ha approvato il Piano triennale per
la prevenzione della corruzione e per la trasparenza del Comune di Grotte
2019/2021, ai sensi dell'art. 1, comma 8 e 9 della legge 190/2012.
Il Piano individua, nell’ambito dell’intera attività amministrativa, le aree
a rischio di corruzione, nonché gli strumenti, le azioni e le conseguenti
misure da applicare ed implementare all’interno di ciascuna area, in
relazione al livello di pericolosità del rischio medesimo, al fine di
prevenire il fenomeno corruttivo.
Con l’approvazione del Piano, inoltre e conformemente alle finalità del
Piano nazionale anticorruzione, l’Amministrazione intende perseguire le
seguenti finalità: ridurre le opportunità che favoriscano casi di
corruzione; aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; stabilire
interventi organizzativi volti a prevenire il rischio corruzione, creando un
contesto sfavorevole alla stessa.
Il Piano si inquadra nella nuova strategia di lotta ai fenomeni di legalità
e di tutela dell’integrità della pubblica amministrazione, con l’obiettivo
di introdurre misure e strumenti in grado di
intercettare fenomeni di abuso del potere pubblico a fini privati e di
stabilire comportamenti organizzativi finalizzati a combattere la corruzione
come stabile obiettivo nell’ambito della performance organizzativa ed
individuale del Comune e dei suoi dipendenti.
"L'approvazione del piano rappresenta per l'Amministrazione un ulteriore
traguardo - ha dichiarato il sindaco Alfonso Provvidenza -; non si
tratta di un mero atto adempimentale, ma la volontà di concretizzare
comportamenti reali finalizzati a combattere la corruzione. Ricordo che
negli scorsi mesi è stato pubblicato il codice disciplinare e, inoltre, con
deliberazione di Giunta è stato approvato il Regolamento per
l'individuazione degli incarichi extraistituzionali vietati e dei criteri
per il conferimento e l'autorizzazione degli incarichi extraistituzionali al
personale dipendente. Passi importanti per la trasparenza - conclude il
Primo cittadino - che sta caratterizzando la nostra Amministrazione".
Redazione
10 febbraio 2019
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10/02/2019 |
Politica. Assemblea del Circolo
del Partito Democratico
di Grotte; lunedi 11 febbraio alle ore 18.00 |
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In una nota diffusa dalla Segreteria del Circolo del Partito Democratico di Grotte
viene comunicata la convocazione dell'Assemblea di Circolo, per lunedi 11
febbraio 2019 alle ore 18.00 presso la sede di Via Alfieri n° 2.
All'ordine del giorno dell'Assemblea vi sono i seguenti argomenti:
- linee programmatiche del Partito;
- elezione del Segretario del Circolo;
- avvio della campagna di tesseramento 2019.
All'Assemblea sono invitati tutti gli iscritti, i simpatizzanti e gli
elettori.
Redazione
10 febbraio 2019
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10/02/2019 |
Lingua. "Origini del
vernacolo siciliano e della lingua italiana" (10); di Rodolfo Costanza |
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Brano di
Jacopo da Lentini
Prof. Rodolfo Costanza |
Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
(Puntata n° 10)
10.
Grammatiche e
dizionari, i Medici e il Rinascimento
10.1
Leon Battista Alberti
Tra la fine del Trecento e la metà del
Quattrocento, la crescita di prestigio del volgare, come prima accennato,
subisce una temporanea battuta d’arresto.
Nella seconda metà del Trecento, alle due lingue di
comune impiego nella prosa, cioè il latino e il francese, non si contrappone
ancora un tipo unico di volgare. Non esiste una prosa-modello che in questo
secolo s’imponga su quella delle altre regioni. Di fatto, però, il ruolo
rilevante della Toscana nella strutturazione del volgare stava mettendosi in
evidenza.
Mancava dunque un autore che manifestasse piena fiducia
nel volgare. Alla metà del Quattrocento avvenne un’inversione di tendenza.
Questo compito fu assolto egregiamente dall’innovativa posizione del
poliedrico Leon Battista Alberti, grande architetto e scienziato. Egli
iniziò il movimento definibile come “umanesimo volgare”, elaborando un vero
programma di promozione della nuova lingua.
Alberti era convinto che il volgare, anche se originato
dalla corruzione del latino, potesse essere una grande lingua letteraria,
proprio grazie all’uso che ne avevano fatto Dante Petrarca e Boccaccio e
altri scrittori minori.
L’Alberti era del parere che bisognasse imitare i
latini in quanto avevano scritto in una lingua universalmente compresa e di
uso generale. Anche il volgare aveva il merito di essere lingua di tutti, ma
occorreva mirare a una sua promozione a livello alto, da affidare ai dotti.
All’Alberti è attribuita anche un’altra eccezionale
impresa: la realizzazione della prima grammatica della lingua italiana,
prima grammatica di una lingua volgare moderna. Una breve premessa anteposta
al testo chiarisce il collegamento con le dispute umanistiche, polemizzando
contro coloro i quali ritenevano che la lingua latina fosse propria
solamente dei dotti. La Grammatica di Alberti dimostra che anche il volgare
avesse una sua struttura grammaticale ordinata, come ce l’aveva il latino.
Essa tuttavia non ebbe influenza, perché non circolò e non fu data alle
stampe. Caratteristica della grammatica dell’Alberti fu l’attenzione
prestata all’uso del toscano del tempo, verificabile fra l’altro in alcune
indicazioni relative la morfologia ed esortava all’uso vivo della lingua.
La promozione della lingua toscana da parte
dell’Alberti culminò in una curiosa iniziativa, il Certame coronario del
1441. Egli organizzò una gara poetica in cui i concorrenti si affrontarono
con componimenti in volgare. La giuria, composta da umanisti, non assegnò
tuttavia il premio, facendo in pratica fallire il Certame, che pur aveva
avuto una certa risonanza.
La prima grammatica a stampa risale all’inizio del
secolo successivo: si tratta delle Regole grammaticali della volgar
lingua di Giovanni Francesco Fortunio. Pochi anni dopo, nel 1525,
uscirono le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo: nella terza e
ultima parte si trova una vera e propria grammatica dell’italiano.
Le norme fissate dai grammatici del Cinquecento erano
ricavate dagli scrittori che avevano reso grande la lingua: Dante, Petrarca
e Boccaccio. Lo sforzo di razionalizzazione grammaticale ebbe come effetto
una maggiore omogeneità nell’uso da parte degli scriventi. Dal Settecento,
la grammatica, in forma di ordinato manuale, divenne uno strumento
fondamentale della pedagogia scolastica.
Proprio in questo periodo c’era una presa di posizione
a favore del volgare da parte dei Medici poiché esso portava prestigio alla
città di Firenze e affermava la supremazia politica e culturale della città
in Toscana e in gran parte d’Italia.
Accanto alle grammatiche, l’altro grande mezzo della
norma linguistica fu rappresentato dai dizionari. La concezione moderna di
un vocabolario aperto alle innovazioni è molto diversa da quella che fu
propria della più antica produzione lessicografica italiana, la quale,
invece, ebbe come obiettivo la definizione di un corpus chiuso di parole. I
più antichi vocabolari a stampa furono realizzati a Venezia, infatti, la
Crusca pubblicò nel 1612 un vocabolario molto più ampio di tutti quelli
realizzati fino allora e lo presentò con un’autorevolezza tale da farlo
diventare il termine di confronto obbligatorio in qualunque discussione
sulla lingua.
Nel Quattrocento Venezia divenne la capitale della
stampa. L’innovazione della stampa influenzò direttamente l’evoluzione della
lingua e produsse una normazione sempre maggiore della scrittura. Gli
editori e la tipografia italiana, infatti, favorirono nel Cinquecento la
diffusione di norme omogene nella scrittura e nella stampa, realizzando una
maggiore uniformità linguistica dei testi, sottraendoli alle oscillazioni
tipiche della coinè quattrocentesca.
Nel corso del Cinquecento l’editoria raggiunse una
rilevante conformità linguistica. Attraverso la stampa si arrivò così a una
progressiva sistemazione della grafia e dell’uso della punteggiatura. Si
pensi che l’apostrofo sarebbe stato introdotto da Bembo.
Di converso la cultura umanistica produsse alcuni tipi
di scrittura letteraria in cui latino e volgare entrarono in simbiosi: nel
secolo dell’umanesimo gli esperimenti di multilinguismo furono frequenti, ed
esso aveva tracce di una contaminazione volontaria e studiata, non casuale.
Esistono due tipi di contaminazione colta tra volgare e latino: il
macaronico e il polifilesco.
In quel periodo si riscontrava nella lingua una forte
influenza del latino nella predominanza di grafie di tipo etimologico, nella
frequenza dei costrutti con l’infinito e nella forte presenza del
congiuntivo e l’affermazione dei pronomi lui e lei come
soggetti. Il lessico attingeva da diverse fonti come il latino e dai
dialetti. Nella seconda metà del quattrocento fuori dalla Toscana gli
scrittori si sforzavano di adeguarsi a una lingua letteraria sovraregionale,
anche se permanevano elementi dialettali. Questo fenomeno apparve evidente
ad esempio nel Novellino di Masuccio Salernitano (1476), nelle
Porrettane del bolognese Sabbatino degli Arienti (1483), nell’Orlando
Innamorato dell’emiliano Matteo Boiardo e nell’Arcadia di Iacopo
Sannazzaro.
Comunque alla fine del quattrocento si può definire
completato il sistema fonologico fiorentino che sarà quello dell’italiano
con l’arricchimento con nuovi termini, con il mutamento semantico e
morfologico di numerosi vocaboli e l’eliminazione delle consonanti finali.
La lingua si arricchisce di tutta una serie di termini filosofici e di
medicina mutuati dalle università, anche dalla chimica, matematica e
botanica di provenienza araba, francesismi mutuati dal normanno e dal
francese. Alla fine del XV secolo quasi il 90% del vocabolario di base
dell’italiano era completato.
10.2
I Medici e il Rinascimento
È naturale, quindi, che in Toscana il potere
politico fosse disponibile alla promozione della lingua volgare. Si ebbe
un’efficace promozione del toscano alla corte medicea nel Quattrocento sotto
Cosimo I. A Firenze, nell’età di Lorenzo il Magnifico, si ebbe finalmente
“un forte rilancio dell’iniziativa in favore del toscano, politicamente
voluto e sostenuto al più alto livello”. I protagonisti di questa svolta,
anticipata da Alberti, furono oltre a Lorenzo De’ Medici, l’umanista
Cristoforo Landino e il Poliziano.
Landino fu cultore della poesia di Dante e di Petrarca,
fino al punto di introdurre la lettura di questi autori persino nella
cittadella universitaria. Landino nega la naturale inferiorità del volgare
rispetto al latino e invita i concittadini di Firenze a darsi da fare perché
la città ottenga il “principato” della lingua.
Lorenzo il Magnifico, nel proemio al Commento per
alcuni dei propri sonetti (1482-84), prospettava un mirabile sviluppo futuro
del fiorentino, una crescita della sua maturità. Egli parlava, analogamente,
di un “augumento al fiorentino imperio”. Lo sviluppo della lingua si legava
dunque allora a una concezione patriottica, intesa come patrimonio e
potenzialità dello stato mediceo.
Landino sosteneva la necessità che il fiorentino si
arricchisse con un forte apporto delle lingue latina e greca: la traduzione,
dunque, aveva una funzione importante enel tradurre, diede spazio a voci
toscane popolari.
Nel 1476, Federico erede al trono di Napoli, aveva
incontrato Lorenzo a Pisa, e in tale occasione i due avevano discusso di
letteratura volgare a proposito degli autori che avevano poetato in lingua
toscana. L’anno successivo Lorenzo inviava a Federico la raccolta
selezionata di un’antologia della lirica toscana dall’origine ai
contemporanei (Raccolta aragonese, 1477), unendovi l’elogio di quella
lingua e di quella letteratura, in primo luogo di Dante e Petrarca (“lingua
non povera e rozza ma abundante e pulitissima…”).
Con Lorenzo il Magnifico e con la sua esaltazione del
fiorentino, che egli stesso e Landino riconoscevano comune a tutta l’Italia,
per la prima volta la promozione del volgare e la rivendicazione delle sue
possibilità si collegavano a un preciso intervento culturale e letterario,
non disgiunto da un disegno politico in senso lato.
La vitalità dell’umanesimo volgare fiorentino esigeva,
dunque, che si prestasse particolare interesse alle realizzazioni poetiche
di Lorenzo e del suo entourage. Il volgare fu assunto in questo caso a
soggetto di un esercizio letterario colto, in un ambiente d’elite.
Qui di seguito riportiamo un componimento poetico di
Lorenzo il Magnifico.
Canzona di Bacco
Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza.
5 Quest’è Bacco e Arianna,
belli, e l’un dell’altro ardenti;
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe e altre genti
10 sono allegri tuttavia.
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
15 per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuole esser lieto, sia:
20 di doman non c’è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo,
se non gente rozze e ingrate;
25 ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questa soma, che vien drieto
30 sopra l’asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e d’anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
35 Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Mida vien dietro a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro,
40 s’altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
45 Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi,
oggi sìan, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi.
Ogni tristo pensier caschi:
50 facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Ciascun suoni, balli e canti,
arda di dolcezza il core:
55 non fatica, non dolore!
Ciò che ha esser, convien sia.
Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Nell’ambiente mediceo si assistette con
Poliziano, letterato al servizio di Lorenzo, raffinato poeta in italiano ma
sommo filologo e straordinario conoscitore delle lingue classiche, alla
trasposizione su di un piano colto della lingua italiana. Nello stesso tempo
non si ostacolava il genere popolare che godette grande fortuna, qual era il
cantare cavalleresco in volgare italiano. Si trattava di una forma poetica
in ottave che era portata sulle piazze da canterini, cantastorie
professionisti per l’intrattenimento di un pubblico medio-basso.
Il Morgante
di Luigi Pulci
(1432-1484) s’inserisce, infatti, in una generale tendenza al ricupero colto
di forme popolari, che caratterizza in larga misura buona parte della
letteratura del rinascimento mediceo. Pulci scrisse al giovane Lorenzo una
lettera in furbesco (si tratta del primo caso di uso del gergo nella nostra
letteratura) e compilò una raccolta lessicale a uso privato, la quale può
essere considerata una sorta di antecedente di un vocabolario italiano.
10.3 La prosa, la lingua comune, le cancellerie italiche e la
fortuna del toscano letterario
La poesia volgare ebbe fin dall’inizio una maggiore
uniformità rispetto alla prosa, tanto da formare molto presto una sorta di
sistema omogeneo. La prosa invece risentì maggiormente di oscillazioni.
Si può parlare a questo proposito di una varietà di
lingue scritte attestate dai documenti del Quattrocento in tutto il
territorio nazionale, collocate in precisi spazi sociali e geografici. In
questo periodo, esse mostrano una tendenza all’eliminazione dei tratti più
vistosamente locali. Gli scritti dunque si evolvono verso forme di coinè,
una lingua comune, super-dialettale. La coinè del Quattrocento consiste
appunto in una lingua scritta che mira all’eliminazione di una parte almeno
dei tratti locali e tentare di raggiungere questo risultato accogliendo
largamente latinismi e grecismi appoggiandosi anche al toscano.
Il crescente prestigio dell’Umanesimo non significò
affatto mortificazione del volgare, ma anzi aumento la sua espansione e
ramificazione. Proprio dalla seconda metà del Quattrocento le manifestazioni
scritte del volgare mostrano una differenza che può essere attribuita allo
spessore sociolinguistico. Una forte spinta in direzione della coinè la
diede l’uso del volgare nelle cancellerie principesche, a opera di
funzionari, in genere notai.
Lo scarto tra scrittura pratica e letteraria rimaneva
tuttavia ben marcato. È noto il caso di Boiardo, le cui lettere private sono
a un livello di formalizzazione e di toscanizzazione molto minore rispetto
alle sue opere poetiche, in particolare rispetto alle liriche d’amore.
Nell’incertezza di un uso ancora non codificato da grammatiche e vocabolari,
il latino era ancora un punto d’appoggio sicuro e insostituibile.
Il volgare toscano acquistò, di fatto, un prestigio
crescente fin dalla seconda metà del Trecento e dalla presenza fuori della
Toscana di scritti, di autori come Dante e Petrarca, le cui opere si
diffusero variamente nell’area settentrionale d’Italia. A Milano l’apertura
verso la letteratura toscana era stata sensibile, legata a una precisa
scelta. Filippo Maria Visconti, che leggeva Petrarca e Boccaccio, fece
compilare intorno al 1440 un commento all’inferno dantesco, e fece
commentare al Petrarca il Filelfo. Diverse testimonianze dimostrano la
simpatia con cui Ludovico il Moro guardava alla lingua fiorentina.
Assieme a Firenze e a Milano, la città all’avanguardia
nella stampa dei libri in volgare era Venezia. Fin dal 1470 dai torchi
veneziani era uscito il Canzoniere di Petrarca, nel 1471 il Decamerone. La
letteratura e la lingua volgare trovavano invece spazio anche nelle corti
minori dell’Italia padana. A Mantova il mecenatismo dei Gonzaga si era
esercitato nei confronti di autori come Leon Battista Alberti e Poliziano,
che proprio qui compose nel 1480, per una festa di corte, l’Orfeo.
Nell’ambiente emiliano, tra Reggio e Ferrara, ad
esempio operava Boiardo (1441-1494). Matteo Maria Boiardo arrivò alla poesia
in volgare dopo un’esperienza di poeta in lingua latina. Egli operò in una
dimensione definibile dal punto di vista linguistico come “acronica”, nel
senso che, volontariamente sradicato dal proprio terreno linguistico
dialettale, assimilò librescamente il toscano. Il suo punto di riferimento è
il Trecento, in particolare la poesia di Petrarca, ma anche il volgare
poetico precedente e il latino. Interessante è il confronto tra la poesia
lirica di Boiardo e il suo poema incompiuto, l’Orlando innamorato. Le
due stampe presentano un colorito più dialettale, mentre il manoscritto è
maggiormente toscanizzato.
Nell’Italia meridionale, durante il periodo in cui
s’instaurò a Napoli la corte della dinastia aragonese (1442-1502), fiorì una
poesia cortigiana di cui sono esponenti autori come Francesco Galeota, Joan
Francesco Caracciolo, Pietro Jacopo de Jennaro. Alcuni tratti linguistici di
questi poeti li fanno distinguere rispetto al toscano. La generazione
successiva dei poeti meridionali, che ha come rappresentanti Cariteo e
Sannazaro, invece, si distacca maggiormente dai tratti linguistici locali.
Quanto al Sannazaro, di particolare importanza è la sua Arcadia.
A prescindere quello che accadeva nelle altre regioni
italiane, con la politica linguistica messa in atto dai Medici il volgare
non troverà ormai grossi ostacoli ad affermarsi in tutto il territorio
italiano.
Nel Cinquecento lo stesso Pietro Bembo stese i tratti
del primo italiano standard adottando un atteggiamento conservatore. Egli
preferì non ispirarsi al fiorentino rinascimentale della sua epoca, ma a
quello di due secoli prima (di Petrarca e di Boccaccio). Mise in atto un
atteggiamento ben più intransigente degli stessi intellettuali fiorentini,
ma che prevalse non solo per il prestigio del personaggio ma per la sua
influenza sull’attività del grande editore, Aldo Manuzio, veneziano al pari
del Bembo. Non solo, ma modellò stilisticamente la prosa non su modelli
italiani, ma direttamente sullo stile Ciceroniano. Bembo riteneva che se una
lingua fosse perfetta non aveva bisogno di cambiare col tempo, e tale doveva
essere l’italiano se intendeva essere degno di quel nome.
Questo tipo di atteggiamento conservatore e puristico
della lingua italiana fu assunto per tutto il Seicento dall’accademia della
Crusca di Salviati nel formulare i due vocabolari del 1612 e del 1623.
Nonostante la loro fortuna letteraria, essi provocarono la resistenza
all’introduzione di termini non letterari e finì per creare ostacoli a chi
utilizzava e apprendeva l’italiano per scopi tecnico-scientifici. Il purismo
della letteratura italiana di Bembo provocò, inoltre, controversie che, dopo
avere infuocato il Seicento e il Settecento, si ripercossero nella cultura
letteraria del Risorgimento e si sarebbero trascinate fino ai giorni nostri.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 10 febbraio 2019.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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09/02/2019 |
Cultura. Nominata la Giuria
Tecnica e approvate le "Linee guida" del Premio "Racalmare - Leonardo
Sciascia" |
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Premio Racalmare |
La macchina organizzativa della XXX edizione del Premio
Letterario “Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte” è già
partita. La Giunta municipale, con la deliberazione n° 5 del 5 febbraio
scorso, ha nominato la Giuria Tecnica ed ha approvato le "Linee guida" del
Premio.
Alla Presidenza onoraria è stato confermato Salvatore Ferlita.
La Giuria Tecnica, che lo scorso anno era formata da 3 componenti,
quest'anno si avvale della collaborazione di 11 membri:
riconfermati Accursia Vitello, Mimmo Butera e
Giovanni Taglialavoro; nominati Linda Criminisi (autrice di due
libri sulla storia del Premio), Alessandra Marsala, Daniela
Spalanca, Giovanna Zaffuto, Diega Cutaia, Annamaria Apa,
Giuseppe Airò e Francesco Pillitteri.
Con la stessa deliberazione viene nominato il Segretario nella persona di
Mariangela Terrana.
L'approvazione delle "Linee guida" costituisce una novità nella
storia della manifestazione letteraria grottese; laddove in precedenza si
erano approvati "Regolamenti" (più o meno vincolanti), in questa edizione le
inedite "Linee guida" tracciano una strada che dovrebbe consentire al Premio
una evoluzione, pur mantenendo inalterati i valori della tradizione.
Per la prima volta il Premio assume la definizione di Premio Letterario
Internazionale Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte; che
fosse di fatto "internazionale" non vi erano dubbi (ricordiamo Manuel
Vasquez Montalban e Cecilia Kin).
Al Presidente onorario viene affidato l'incarico di gestire l'organizzazione
del Premio, mantenere la cura scientifica e culturale, gestire i contatti e
le relazioni (in concreto assume anche le funzioni di "direttore
artistico").
L'aspetto contabile - amministrativo, non essendo altrimenti specificato,
dovrebbe essere curato dagli uffici comunali (ricordiamo che tutti gli
incarichi inerenti gli Organi del Premio sono svolti a titolo gratuito).
Viene riconfermato il ruolo della Giuria Popolare (l'avviso per farne
parte dovrebbe essere pubblicato entro il mese di aprile) che, insieme alla
Giuria Tecnica e al Presidente onorario, nella serata finale voterà il libro
vincitore tra la terna dei finalisti.
Il sindaco Alfonso Provvidenza, il vicesindaco Annamaria Todaro
insieme a tutta la Giunta municipale assicurano il massimo impegno nel far
crescere il Premio e nel coinvolgimento dei cittadini attraverso la formula
della Giuria Popolare. Con la Giuria Tecnica nominata a febbraio e la Giuria
Popolare formata entro aprile, la lettura della terna dei libri finalisti -
da parte dei cittadini - potrebbe avvenire già entro il mese di maggio,
quindi per la fine di agosto si potrebbe realizzare la cerimonia di
conferimento del Premio.
"Esprimo la
massima soddisfazione per la scelta dei componenti della Giuria Tecnica
- dichiara il sindaco Provvidenza -. Auguro al prof. Ferlita, a cui
rinnovo piena ed incondizionata stima e fiducia, ed a tutti i componenti
della Giuria Tecnica un buon lavoro".
(Leggi la
deliberazione di Giunta, con l'atto di nomina e le "Linee guida").
Carmelo Arnone
9 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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08/02/2019 |
Politica. Raccolta firme
della Lega a sostegno del ministro Salvini; domenica 10 febbraio in
Piazza Marconi |
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Manifesto |
Pubblichiamo, di seguito, un
comunicato del Circolo "Lega - Salvini Premier" di Grotte, sull'iniziativa
di raccolta firme a sostegno del proprio leader nazionale on. Matteo Salvini.
*****
"Il circolo della Lega "Salvini Premier" di Grotte aderisce
all'iniziativa promossa in tutte le piazze d'Italia per esprimere la propria
solidarietà e il proprio sostegno alle politiche del ministro dell'Interno
Matteo Salvini, che rischia da 3 a 15 anni di carcere per aver fatto il
proprio dovere difendendo i confini Italiani.
Firma anche tu.
Grotte, Piazza Marconi.
Domenica 10 febbraio dalle 09.30 alle 13.30". |
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Circolo Lega
"Salvini Premier" di Grotte
Il Presidente
Joel Butera
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08/02/2019 |
Attualità. Dietro le quinte
del Festival di Sanremo: Fausto Palumbo |
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Fausto Palumbo
"Hair Style Creation" |
Nelle prime tre serate ha fatto
registrare un notevole successo in termini di telespettatori, e non poteva
essere altrimenti perché stiamo parlando del Festival di Sanremo, la più
celebre manifestazione canora italiana (che varca i confini nazionali
attraverso l'eurovisione) giunta alla 69^ edizione. Come lo scorso anno, a
vestirne i panni di direttore artistico è Claudio Baglioni, sul palco anche
come presentatore affiancato da Virginia Raffaele e Claudio Bisio. Questa è
la "prima linea" del Festival, insieme ai cantanti che si esibiscono sul
palco del teatro Ariston. Poi, sullo sfondo, sempre presente, si intravede
l'orchestra insieme al coro. Ogni tanto fa qualche comparsa un tecnico, per
portare un microfono (quando sentiamo "portatemi un gelato" è chiaro
che non si tratta di un desiderio dolciario), sistemare un'asta...
Oltre il sipario alle spalle dell'orchestra vi è un mondo, nascosto agli
occhi degli spettatori, brulicante di operatori continuamente in attività al
fine di consentire allo spettacolo uno svolgimento senza (quasi)
smagliature.
Tra questi professionisti vi troviamo un rappresentante di Grotte: Fausto
Palumbo.
Per noi, suoi concittadini, è una figura ben nota (oltre che un amico); un
giovane parrucchiere ed acconciatore che si è formato nell'arte della
barberia seguendo gli studi professionali uniti alla tradizione "di
bottega". Nel suo curriculum, una lunga serie di corsi di perfezionamento, e
la partecipazione a vari stage nei quali ha avuto modo di mettere in mostra
il suo personale stile. Al Festival di Sanremo si occupa dei cantanti
che, di volta in volta, gli vengono affidati prima di fare il loro ingresso
sul palco. Secondo le indicazioni degli artisti, Fausto ne cura le barbe
e le chiome affinché possano apparire nel loro massimo splendore.
Trovarsi al Festival non è stato facile: la selezione anche per gli
"acconciatori" è molto rigida, ma il nostro concittadino è riuscito a
dimostrare il suo valore e ad assicurarsi il pass per l'Area Stile.
Da diversi anni è uno dei più validi collaboratori del salone grottese "Hair
Style Creation" di Rino e Donatella Palumbo i quali, insieme a tutto lo
staff (vedi foto a lato), gli augurano di vivere con entusiasmo questa nuova
emozionante esperienza.
Carmelo Arnone
8 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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06/02/2019 |
Iniziative. "Panchina
Rossa" a Grotte, contro la violenza sulle donne; inaugurazione giovedi
14 febbraio |
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Manifesto |
Prima
“Panchina Rossa” a Grotte, contro la violenza di genere.
Continua l'impegno di "Donna con Te" (format ideato, organizzato e
diretto da Angelo Palermo), da 5 anni contro la violenza sulle donne.
Giovedì 14 febbraio, annuale ricorrenza di San Valentino, verrà
inaugurata la prima Panchina Rossa a Grotte, in collaborazione con
l'Amministrazione comunale e il Centro Antiviolenza e Antistalking
Telefono Aiuto di Agrigento.
Importante simbolo contro la violenza sulle donne e contro ogni forma di
violenza, in ricordo di tutte le vittime di femminicidio. La panchina rossa
vuole anche ricordare che denunciare è importante e che l'amore vero non
ferisce.
Dopo un breve saluto in Aula Consiliare, si inaugurerà la prima Panchina
Rossa presso la Villetta “Antonio Cimino”, a pochi passi dal Palazzo
Municipale. La manifestazione, aperta al pubblico, avrà inizio alle ore
10.30 in Aula Consiliare.
Redazione
6 febbraio 2019
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Donna con te |
06/02/2019 |
Viabilità. "Racalmare - San Benedetto"; da via di fuga a circuito
da corsa |
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Via di fuga |
Un altro problema che riguarda la
strada extraurbana "Racalmare - San Benedetto"
viene evidenziato da Calogero Arnone, imprenditore agricolo che ne
sottolinea la pericolosità.
*****
"Caro
Direttore,
ho letto l’articolo
sulle buche della “Racalmare - San Benedetto” da via di fuga a campo minato,
come hai titolato; se posso suggerti un altro titolo: “da via di fuga a
circuito per auto da corsa”.
Da quando è stata sistemata la strada in Contrada Racalmare, divenuta ormai
arteria principale di collegamento tra Favara, Aragona e Grotte, si è
trasformata in una pista automobilistica con pericolo di incidenti
gravissimi (ancora per fortuna, fino ad ora, solo danni ai mezzi); se ogni
tanto guardi, vedi frenate, guardrail sfondati, spigoli di muro a terra,
ecc..
La cosa grave è che per me e le persone come me, che vanno tutti giorni a
lavorare nei propri appezzamenti di terreno dove ci sono moltissimi accessi,
e in gran parte anche in curva, questi accessi sono diventati
pericolosissimi.
Quotidianamente le autovetture sfrecciano a velocità sostenuta.
In tutta la strada non esiste segnaletica orizzontale e verticale, né limiti
di velocità e neppure strisce e/o bande rumorose, per cui chiunque si sente
autorizzato a circolare anche a velocità da competizione.
Non ti nascondo la mia paura ogni giorno quando entro ed esco dalle traverse
che hanno accesso al terreno, specialmente con il trattore, circostanza che
mi crea uno stato d’ansia per la paura di attraversare la strada.
Spero sempre che non succeda mai niente, ma da automobilista mi preoccuperei
più della velocità che raggiungono le macchine piuttosto che delle buche.
Chiedo alle Autorità competenti (Forze dell’Ordine, Vigili urbani, e a chi
di dovere) di adottare dei provvedimenti idonei a garantire la sicurezza e
il rispetto delle regole del Codice della Strada, sia per gli automobilisti,
sia per gli operatori del settore agricolo.
Saluti". |
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Calogero Arnone
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05/02/2019 |
Attualità. "Migranti: il
vero nocciolo del problema"; di Calogero Agnello |
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Calogero Agnello |
Intervento del
prof. Calogero Agnello sul dibattito in corso in merito alla questione dei
migranti.
*****
"Carissimi amici lettori,
sfogliando le pagine di questo nostro notiziario ho notato che il problema
degli emigrati è il tema prevalente, in vario modo, negli articoli (per
intenderci) di
Raniero La Valle,
A. Pilato e di
Castronovo del Circolo della Concordia.
Indubbiamente il loro contributo alla questione migranti è segno di una
partecipazione attenta ad un tema che implica una presa di posizione etica e
politica; non diciamo morale perché non si vuole entrare nello strettamente
personale.
Quello che colpisce è l’approccio al problema: al Circolo della Concordia si
evidenzia la figuraccia che ha mostrato di fare con la processione di
politici; il Pilato ci dice di “non disturbare il manovratore” e se la
prende con quanti “renziani” vogliono fare cadere il Governo sfruttando un
certo sentimento diffuso, e scivola, dopo, sul problema del meridione che
per la verità non sembra sia stato preso a cuore da Salvini e C.. Anche a
Roma ognuno cerca di perseguire i risultati programmati dalla propria
parrocchia.
Più impegnato è l’intervento di Raniero La Valle che pone l’accento sulla
spietatezza con cui si gestisce il problema dell’immigrazione.
Questo purtroppo è il vero nocciolo del problema.
Secondo me è una ragion di Stato che fa da paralume ad un razzismo spesso
dichiarato, anche se oggi nessuno dei protagonisti principali è disposto ad
ammetterlo: considerarsi diverso da un essere che in qualche modo appartiene
ad un mondo culturale altro da te, è razzismo.
Salvini, che appartiene ad un gruppo politico che nel passato considerava il
“Meridione” altro dall’Italia Alta, non poteva non fare la politica che sta
facendo.
Il Di Maio grillino sta impegnando tutto se stesso per il Reddito di
cittadinanza, non guarda fuori.
E invece il vero problema è quello di non guardare fuori.
La soluzione dei problemi interni non deve essere disgiunto alla attenzione
attiva a quello che ci circonda ed… alla nostra storia.
Negli interventi sopra menzionati non si fa cenno o non si tiene in
considerazione che il problema è molto più ampio di quanto si voglia far
credere.
Cominciamo con il dire che i popoli africani sono destinati ad aumentare di
numero e che si riverseranno ancora sul mare Mediterraneo.
Il Meridione e la Sicilia in particolare sono sempre stati terre di
conquista, ora in forme politico-militare ora in forme pacifiche come quelle
che stiamo vivendo e quindi sono fermamente convinto che le “grida” di
Salvini avranno breve efficacia.
Il diverso approccio al problema di Governi precedenti tendenti a risolvere
il problema in terreno africano ha avuto un sensibile effetto, che non può
avere effetto di lunga durata perché non è stato risolto il problema ma solo
circoscritto, senza contare dei pesanti maltrattamenti subiti dagli
emigranti.
I Paesi europei che tanto stanno facendo per boicottare le richieste
italiane non devono meravigliarci perché l’Europa dei popoli non è ancora
nata. La storia contemporanea è troppo vicina a noi perché si possa
pretendere di dimenticare tutto ciò che c’è stato tra le varie e molte
realtà culturali che si sono venute cristallizzando, dopo lo scontro, nella
nostra Europa.
L’Europa è sempre più assente e tale probabilmente resterà se al suo Governo
andranno i populisti e compagnia che comunque sono appartenenti alla stessa
progenie degli attuali (la storia delle culture non fa salti).
I Governanti italiani si devono spendere per aiutare i popoli africani a
fare forza magari con i nostri contributi economici. Bisognerebbe
coinvolgere anche gli Stati Uniti e la Russia.
È da questa impostazione che si potrà avere una speranza di soluzione.
Andare dietro le ONG non è sufficiente come non lo è la chiusura dei porti.
Prima o poi questo flusso di umanità arriverà da noi. Non ci sono molte
sottigliezze da fare tra i richiedenti asilo. Lo sfogo naturale ci sarà
sempre, come c’è sempre stato nei millenni (l’Italia e ancor più il
Meridione è sempre stato un miscuglio di popoli di razza/cultura diversa).
Chiudo queste mie considerazioni invitando ad una visione più
onnicomprensiva, che ci aiuti ad interpretare meglio il fenomeno e non
trasformarlo in una guerra politica su problemi di razze, di colore di pelle
o, per maggiore chiarezza, di culture diverse, perché di questo si tratta.
Se continuiamo a beccarci saremo visti come i polli di Renzo ed i nostri
vicini di condominio ci conoscono già per i giri di valzer e (confessiamolo)
per l’incapacità di esprimere e formare classi politiche capaci di aumentare
il nostro prestigio che… ahimè pare sia legato alla pizza o agli spaghetti
non disgiunti alle nostre bellezze naturali e finalmente, aggiungiamo noi,
alle tante eccellenze di cui siamo capaci di privarci e che vanno ad
arricchire il panorama internazionale in tutti i settori".
Calogero Agnello
5 febbraio 2019
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05/02/2019 |
Viabilità. Buche sulla
"Racalmare - San Benedetto"; da via di fuga a campo minato |
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Via di fuga?
Strada "Racalmare"
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La "Racalmare - San Benedetto", strada che congiunge
l'abitato di Grotte con lo svincolo per la "Agrigento - Palermo" e la
"Agrigento - Caltanissetta", nelle ultime settimane in particolare è stata
oggetto di numerose lamentele da parte degli automobilisti che si sono
trovati a percorrerla. In diverse parti del manto stradale si sono venute a
creare profonde buche che mettono alla prova l'abilità dei conducenti -
costretti a zigzagare -, la resistenza strutturale dei veicoli e la
sicurezza della circolazione stradale. Tra le tante buche, tre sono
particolarmente profonde (in direzione Agrigento) e causano a ritmo
quotidiano lo scoppio di pneumatici degli automobilisti che non riescono ad
evitarle.
Perché non vengono riparate?
Spontanea la domanda, complicata la risposta.
"È con grande e piena soddisfazione che comunico alla cittadinanza di Grotte
il finanziamento del progetto di manutenzione straordinaria della strada
extraurbana Racalmare che collega Grotte con Contrada San Benedetto per un
importo di €. 1.270.000,00. L’opera è stata finanziata dalla
Protezione Civile, come via di fuga del centro abitato del Comune di Grotte";
così
dichiarava il 7 febbraio 2011 l'allora sindaco di Grotte Paolo Pilato.
Al 31 dicembre 2014 - secondo quanto
affermato dal sindaco pro tempore Paolino Fantauzzo - i lavori di
manutenzione erano iniziati da qualche mese.
I lavori saranno stati completati nel 2015; com'è possibile - ci si chiede -
che in soli 3 anni la strada sia divenuta quasi impercorribile?
Il problema è a monte, infatti i lavori riguardavano il progetto di
"manutenzione straordinaria" e non di "rifacimento": non è stato rifatto il
manto stradale nella sua interezza ma solo quelle parti che, secondo i
progettisti, necessitavano di manutenzione.
Ad opera completata e consegnata abbiamo potuto ammirare, percorrendola, una
magnifica strada "zebrata": a qualche centinaio di metri di carreggiata
nuova di zecca faceva seguito un lungo tratto vecchio e polveroso (e tutti
abbiamo pensato: "stai a vedere che tra poco saremo punto e a capo").
Non era necessario avere doti divinatorie per immaginare l'inevitabile.
Si dirà: i soldi erano pochi e quello che si è potuto fare si è fatto; ma
perché non si ripara?
Qui sorge il problema "burocratico". I lavori di manutenzione sono a carico
del proprietario.
A chi appartiene la "Racalmare - San Benedetto"?
Un primo tratto (partendo da Grotte, sino al bivio - dopo l'abbeveratoio -
che porta in contrada Calcare, circa) è del Comune di Grotte; poi le
proprietà dovrebbero essere, per brevi tratti, dei Comuni di Comitini,
Favara ed Aragona.
La parte della strada più danneggiata (dove si trovano le 3 buche profonde e
la maggior parte delle buche) è proprio quella finale, oltre il bivio che
segna - orientativamente - il confine del territorio comunale di Grotte.
È vero che sono i cittadini grottesi a percorrere quotidianamente quella
via, ma è pur vero che il Comune di Grotte non può eseguire lavori al di
fuori del proprio territorio (e questo non è in discussione: non può
riparare buche sulle strade che appartengono ad altri Comuni).
Dovrebbe essere il Comune proprietario del tratto stradale a provvedere.
Dovrebbe, perché a questo punto sorgono diverse questioni.
Da un lato vi è la questione dei confini: non vi sono indicazioni precise -
lungo la strada - che ne individuano l'Ente proprietario (come quando, ad
esempio, si cambia provincia o regione).
Dall'altro vi è la questione di opportunità: il Comune di Comitini (o Favara
o Aragona) che interesse potrebbe avere a riparare le buche su un tratto
molto breve e molto distante al proprio abitato e - soprattutto - poco
frequentato dai propri cittadini?
Infine vi è la questione economica: i Comuni di Comitini, Favara o Aragona
hanno le risorse da destinare a questo tipo di manutenzione (che, dal loro
punto di vista, potrebbe essere a fondo perduto)?
All'inizio della strada fa bella mostra di sé il
cartello che riporta gli Enti che vantano il merito della realizzazione
dell'opera: dall'Unione Europea al Comune di Grotte.
"Investiamo nel vostro futuro", dice. E continua specificando "Strada
extraurbana 'Racalmare' via di fuga del centro abitato di Grotte (AG)".
Peccato che, nel malaugurato caso in cui davvero dovesse servire una "via di
fuga", la "Racalmare - San Benedetto" (nelle condizioni da campo minato in
cui si trova oggi) si troverebbe presto bloccata: auto che fuggono,
pneumatici scoppiati, traffico in tilt.
"Ho già rappresentato il problema ai soggetti competenti - mi dice il
sindaco Alfonso Provvidenza -, non mi sanno dire esattamente di quali
tratti sono proprietari"; è una situazione incredibile.
Alle diverse proposte (anche di una raccolta fondi o di un intervento "di
emergenza") ribadisce che non si tratta di una questione economica ma di
altro; se qualcuno - operaio pubblico o privato - incaricato dal Sindaco di
eseguire un intervento del genere si fa male o viene sorpreso sul fatto,
immediata e inevitabile scatta la denuncia. La situazione è davvero
paradossale.
In attesa delle risposte dei Sindaci dei Comuni di Comitini, Aragona e
Favara, il consiglio è di percorrere la "Racalmare - San Benedetto"
con estrema prudenza.
Carmelo Arnone
5 febbraio 2019
© Riproduzione riservata.
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04/02/2019 |
Chiesa. Avvisi ed
appuntamenti della settimana. |
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Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e
gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti. Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono
pubblicati anche nella
pagina Chiesa.
Lunedi 4 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.
Martedi 5 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18,00, a Racalmuto presso la casa di riposo, incontro degli operatori
pastorali.
Mercoledi 6 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, "La gratuità della salvezza", catechesi di
don Marcél per tutti i fedeli.
Giovedi 7 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa (al termine, Adorazione
eucaristica).
Venerdi
8 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa
- ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie di sposi, dei
genitori dei bambini battezzati e da battezzare.
Sabato
9 febbraio
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva.
Domenica 10 febbraio
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa san Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede per i fidanzati);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.
AVVISI
Mercoledi 13 febbraio, nella chiesa di San Francesco, iniziano le sante
Quarantore (santa Messa alle ore 09.30, Ora santa alle 16.00 ); per informazioni rivolgersi in parrocchia.
Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:
Feriali: ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo ore 17.30, chiesa Madre
Prefestivi: ore 18.30, chiesa Madre ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità
neocatecumenali)
Festivi: ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo ore 10.00, chiesa San Rocco
ore 11.00, chiesa Madre ore 11.30, chiesa Madonna del
Carmelo ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo
ore 18.45, chiesa Madre |
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03/02/2019 |
Lingua. "Origini del
vernacolo siciliano e della lingua italiana" (9); di Rodolfo Costanza |
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Brano di
Jacopo da Lentini
Prof. Rodolfo Costanza |
Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
(Puntata n° 9)
9. L’umanesimo
9.1 Poeti della seconda meta del Trecento e della prima metà del
Quattrocento
Il valore poetico
della lirica prodotta nella seconda metà del Trecento, senza tenere in
considerazione il Petrarca, è assai scarso e, se pur si avverte lo sforzo di
conservare lo stile del Dolce stil novo, si avverte che essa è svuotata
della sua sostanza più intima.
Alla morte del Petrarca e del Boccaccio e dopo una
tanto ricca fioritura trecentesca si assiste nella fine del Trecento a uno
strano fenomeno che, a parere di molti critici, pare interrompere il corso
iniziato nei primi decenni del duecento e che appare uno dei più poveri
della nostra storia letteraria per non parlare, come dice il Migliorini,
addirittura di “crisi a cavallo dei due secoli”.
I letterati di questo periodo rinnegarono,
disprezzandolo, tutto il lavoro fatto durante i due secoli precedenti per
rendere la lingua volgare degna di essere chiamata lingua letteraria e
composero non più in volgare ma in latino, arrivando a considerare l’opera
di Dante, di Boccaccio e di Petrarca, come scrive Leonardo Bruni nel primo
dialogo all’amico Pietro Istriano della sua opera scritta in latino
intitolata Ad Petrum Paulum Histrium, solamente “poesia per
calzolai e panettieri”.
A distinguersi tra i numerosi rimatori aulici di questo
periodo sono, a inizio secolo, il pisano Fazio degli Uberti per le canzoni
politiche e soprattutto per le rime d’amore nelle quali si mescola
l’influsso della poesia stilnovistica, provenzale, petrarchesca e di quella
delle rime pietrose di Dante. Poi seguono il padovano Matteo Correggiaio e,
sul finire del secolo, il fiorentino Cino Rinuccini, la cui poesia risente
dell’influsso di Dante, oltre che del modello petrarchesco. Tra i vari
rimatori di questo periodo molti sono i rimatori di corte, soprattutto
nell’Italia settentrionale, che possiedono scarsa ispirazione e poca
cultura, che errano da una corte all’altra mettendo al loro servizio la
poesia non tanto corredata da sentimenti profondi ma da propositi di
adulazione.
Tra questi rimatori si distingue Antonio Beccari di
Ferrara, del quale ci sono giunte alcune rime di carattere amoroso e
politico, tre frottole di stile giullaresco e alcune liriche di stile
confessionale. Poi Francesco di Vannozzo di Padova che visse nella seconda
metà del secolo presso alcune corti, come quella dei Carraresi, degli
Scaligeri e dei Visconti e che ci ha lasciato tra le sue rime politiche otto
sonetti sotto il nome di Cantilena pro comite Virtutum, alcune rime
autobiografiche a carattere di confessione, quattro frottole e alcuni
sonetti d’amore che, pur riprendendo lo stile petrarchesco in modo
grossolano, non mancano di freschezza di sentimenti.
Durante tutto il Trecento fiorì anche un’abbondante
letteratura di carattere religioso che si esprime sotto forma di prediche,
trattati, lettere devote, laude, sacre rappresentazioni e opere di carattere
agiografico. Tra gli scrittori religiosi del Trecento si ricordano
nell’ambito della tradizione domenicana il frate Jacopo Passavanti che
raccolse in un trattato dal titolo “Specchio di vera penitenza”.
Domenico Cavalca autore delle
“Vite
dei Santi Padri” e di numerosi testi latini, oltre che di sonetti, laude
e serventesi. In ambito francescano si trovano
“I
Fioretti di San Francesco”
composti da un autore toscano anonimo risalente alla fine del secolo XIII
dal titolo “Actus
beati francisci et sociorum eius”.
Sempre nel Trecento un posto significativo occupa
Caterina Benincasa detta Caterina da Siena della quale ci sono pervenute 381
“Lettere”
e il “Dialogo della Divina Provvidenza” che furono scritte dai suoi
discepoli sotto dettatura con una scrittura che “coniuga i modi dello
stile biblico e della letteratura sacra con l’immediatezza e
l’impressionismo di un linguaggio popolare”. Nell’ambito della
produzione laudistica trecentesca, si distingue anche Bianco da Siena,
autore di numerose laude.
Anche nella seconda metà del secolo XIV Firenze rimane
un centro di viva cultura dove fiorisce una letteratura in prosa e in versi
più che altro di genere confessionale, fatto di riflessioni, di aneddoti e
di ammonimenti che ha tra gli autori degni di essere menzionati il campano
Antonio Pucci che ci
ha lasciato, in una metrica popolare e dal lessico brioso, una vasta e varia
opera che comprende sonetti, serventesi quaternari, capitoli e cantari che
possiedono “una vena ingenua e fresca di poesia e una certa attitudine a
risentire e riprodurre i semplici affetti del popolo in mezzo al quale e per
il quale scriveva”. Nel Pucci si ravvisa l’influenza di Dante il cui culto è
ormai molto vivo in Toscana e non solo, come dimostrano i numerosi
commentari alla Commedia che fioriscono in questo periodo.
Fiorisce anche in questo periodo e sempre a Firenze un
nuovo genere di poesia per musica che si esprime nella forma della ballata,
del madrigale e della caccia alla quale si accosta l’opera di Ser Giovanni
Fiorentino che è stato identificato da Pasquale Stoppelli in un giullare,
Giovanni di Firenze, con il nome di “Malizia Barattone” con la sua raccolta
di ballate che all’interno della sua opera intitolata “Il Pecorone”,
una raccolta di novelle di ispirazione boccaccesca che rappresentano la
parte più riuscita.
Tra gli scrittori che si avvicinano in questi anni a
questi due nuovi generi letterari, il più significativo è il fiorentino
Franco Sacchetti tra le cui opere risaltano
“Il
libro delle rime” e Il Trecentonovelle. In queste novelle
l’autore svela doti sicure di scrittore: abilità nello schizzare, se non
personaggi a tutto tondo, almeno macchiette vivaci; sicurezza nel descrivere
scene di folla, di confusione, di tumulto; scioltezza di una sintassi
popolareggiante; compiacimento per una lingua quanto mai viva e sapida,
colta felicemente da tutti gli strati linguistici”.
La storiografia in volgare rispecchia i caratteri
principali della civiltà del Trecento con le sue storie o cronache. I più
noti cronisti in volgare di questo periodo sono i due scrittori fiorentini
Dino Compagni e Giovanni Villani rispettivamente autori, il primo, della
Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi, dove racconta le vicende a
partire dal 1280 fino al 1312 e il secondo di una Nova Cronica divisa
in dodici libri di cui i primi sei vanno dalla torre di Babele alla discesa
in Italia di Carlo d’Angiò e gli altri sei dal 1265 al 1348.
9.2
L’Umanesimo italiano
Il movimento
dell’Umanesimo si diffuse con grande rapidità in tutta Italia e, pur
assumendo caratteri diversi a seconda dei centri di diffusione, mantenne
comuni caratteristiche dovute sia alla formazione e alle caratteristiche
egualitarie ma soprattutto al comune uso della lingua latina.
Il latino degli umanisti, come già quello di Petrarca,
è il latino classico, quello che alcuni studiosi avevano riscoperto
attraverso i testi antichi di Cicerone, di Ennio, di Virgilio, di Orazio, di
Catullo e di Ovidio e che, con un attento studio filologico, riportano alla
luce. Il più importante centro umanistico sorse a Firenze e l’iniziatore
dell’umanesimo fiorentino fu Coluccio Salutati, allievo di Petrarca e
scopritore delle Epistulae ad familiares di Cicerone, che con i suoi
trattati e il ricco epistolario fu grande diffusore dei nuovi studi
letterari.
L’Umanesimo ebbe seguito a Firenze con altri autorevoli
studiosi come Niccolò Niccoli, che trascrisse numerose opere greche e latine
e compose una guida per ritrovare i manoscritti in Germania, Leonardo Bruni
d’Arezzo, che oltre a tradurre dal greco numerose opere, fu l’autore di una
Historia fiorentina scritta in chiave classicheggiante su imitazione
di Livio e di Cicerone e infine Poggio Bracciolini che, durante i suoi
numerosi viaggi in Francia e in Germania, scoprì antiche opere portando così
a conoscere le Institutiones oratoriae di Quintiliano, le Silvae
di Stazio, le Puniche di Silio Italico e il De rerum natura di
Lucrezio. Nel 1429 venne ritrovato a Lodi, dal vescovo Gerardo Landriani, il
Brutus di Cicerone e nello stesso anno il cardinale Giordano Orsini
acquista un codice che conservava le dodici commedie di Plauto che fino a
quel momento erano sconosciute.
Nel campo della storiografia umanistica, che ebbe come
modello l’opera di Livio, si ricorda il romano Lorenzo Valla che seppe
affrontare numerosi problemi filosofici, storici, culturali recando una
spregiudicatezza critica che prelude alla grande fioritura del pensiero
rinascimentale. Accanto al Valla è degna di essere ricordata la figura
dell’umanista forlivese Flavio Biondo che instaurò il metodo scientifico
negli studi storici dando l’avvio, con la sua opera Roma instaurata,
alla scienza dell’archeologia, quella dell’aretino Leonardo Bruni e
dell’anconetano Ciriaco d’Ancona.
Gli umanisti, molti dei quali erano al servizio delle
Signorie italiane come segretari o cancellieri, furono anche ferventi
scrittori di lettere più che altro di argomento politico, ma anche privato.
In questo secondo settore notevole è l’epistolario lasciato da Poggio
Bracciolini che, in base al modello ciceroniano, scrisse lettere ricche di
umanità e di sentimento.
Merito degli umanisti fu quello di aver ripulito la
dottrina aristotelica da tutte quelle alterazioni fatte ad opera degli arabi
e degli scolastici e soprattutto di aver scoperto nella sua totalità l’opera
di Platone al quale andò la loro preferenza. Dedicato a Platone fu il
movimento sorto a Firenze con a capo Marsilio Ficino che, sotto la
protezione dei Medici, raccoglieva nella villa di Careggi numerosi
personaggi dotti, quella che in seguito venne chiamata Accademia
neoplatonica. Si ricordano inoltre Giannozzo Manetti, Giovanni Pico della
Mirandola e Cristoforo Landino che seppero concepire una diversa dignità
dell’uomo facendo intravedere quella che sarà la filosofia moderna che avrà
i suoi inizi nel Rinascimento italiano.
Tra la fine del Trecento e la metà del
Quattrocento, la crescita di prestigio del volgare, come prima accennato,
subisce una temporanea battuta d’arresto. Ma questo periodo, cosiddetto
dell’Umanesimo, che sotto molti aspetti può apparire di stagnazione, è in
realtà solamente un momento di pausa e di riflessione; un’età di
appassionati studi critici e filologici; una specie di affannoso ed
inconsapevole ritorno alle origini della nostra civiltà, attraverso il quale
tutta la concezione della vita e degli ideali umani si rinnova, e al tempo
stesso si opera una trasformazione della cultura e del gusto letterario, che
si rivelerà appieno alla fine del secolo negli spiriti e nelle forme della
nuova poesia.
L’umanesimo, che si propone di fondare la cultura su
basi laiche, prende a suo modello il mondo classico greco-romano per quanto
riguarda la lingua, mostrando un crescente disinteresse per il volgare e
tutto quello che lo separa dall’antichità. La parola d’ordine diventa
tornare al latino nelle forme in cui l’avevano usato i grandi scrittori
antichi (Cicerone, Virgilio, Seneca) ed evitare il volgare, che non è altro,
si dice, che la degenerazione della lingua latina causata dal contatto con
gli idiomi dei popoli barbari nell’alto Medioevo.
9.3 Il
volgare impoverito
Il latino, nella seconda metà del Trecento e nella
prima metà del Quattrocento, detiene ancora il primato assoluto nel campo
della prosa, come strumento di comunicazione scritta e di cultura. A volte
si tratta di un latino che assume forme domestiche, in cui affiorano tracce
di un parlato in lingua volgare.
Credere nel volgare era insomma come scommette su di un
futuro incerto, laddove il latino rappresentava una certezza apparentemente
indiscutibile. Tuttavia, a diffondere maggiormente in questo periodo il
nuovo volgare fiorentino sono i mercanti, i giudici, i soldati di ventura,
gli artisti, i maestri.
Addirittura la maggior parte degli scrittori italiani
usava il francese per scrivere le loro opere, riconoscendogli il pregio di
essere la più piacevole delle lingue, niente di strano che il francese
influenzasse anche i volgarizzatori. Nonostante il latino era preferito in
quanto lingua più nobile, capace di garantire l’immortalità letteraria.
L’uso del volgare, secondo l’opinione di molti dotti, risultava accettabile
solo nelle scritture pratiche e d’affari.
Nella prima metà del secolo accanto alla letteratura
umanistica in latino nacque anche una letteratura in volgare sia di
carattere devozionale e di mediocre valore, sia di carattere artistico e di
alto tono. Tra gli autori della letteratura devozionale vanno menzionati il
fiorentino Feo Belcari, San Bernardino da Siena.
Tra i prosatori minori si ricordano anche i
memorialisti, come lo scultore Lorenzo Ghiberti, il mercante Giovanni
Morelli e il pittore Cennino Cennini che scrisse il Libro dell’arte,
uno tra i primi trattati tecnici sulla pittura. Non mancarono i novellieri
che continuavano la tradizione trecentesca come Giovanni Gherardi autore di
un romanzo dal titolo Il Paradiso degli Alberti, Giovanni Sabadino
degli Arienti che scrisse una raccolta di novelle intitolate Porretane
e il più valido Giovanni Sercambi, autore di un Novelliere a
imitazione del Decamerone.
Tra i poeti più noti a carattere burlesco si ricorda
Domenico di Giovanni, soprannominato il Burchiello, che compose numerosi
sonetti caudati dove riprendeva lo stile della poesia giocosa e delle
frottole del Trecento. Tra i poeti giocosi che vissero presso le corti
quattrocentesche si ricordano Antonio Cammelli, detto il Pistoia che ebbe
molta fama presso le corti settentrionali e che visse presso le corti dei Da
Correggio, degli Estensi e di Ludovico il Moro. Egli compose sonetti di
carattere satirico, dove è rappresentata la società del suo tempo. A
continuazione della tradizione trecentesca continuarono ad essere recitati i
cantari, a esserne composti dei nuovi e si diffuse la produzione di versi di
argomento politico e di tipo comico-realistico.
Sempre presso le varie corti nacque anche una poesia
più aristocratica che si rifaceva alla tradizione petrarchesca e alla lirica
cortigiana della seconda metà del Trecento. Tra i poeti di questo periodo
furono noti Giusto de’ Conti di Valmontone, autore del canzoniere intitolato
La bella mano, Benedetto Gareth, detto il Chariteo autore di un
canzoniere intitolato l’Endymione e Serafino de’ Cimminelli
conosciuto con lo pseudonimo di Serafino Aquilano che fu anche un
musicista.
Rodolfo Costanza
Pubblicato dalla Testata
Giornalistica
Grotte.info Quotidiano
su www.grotte.info il 3 febbraio 2019.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
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02/02/2019 |
Dialoghi. "Sea Watch 3
metafora del Paese Italia?"; di Giuseppe Castronovo |
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"Dialogo" del dott.
Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.
In questi giorni il dibattito al Circolo della Concordia ha avuto come
oggetto il tema dell'immigrazione. L'occasione ci è stata fornita dalla nave
battente bandiera olandese Sea Watch 3 e della sua odissea nel Mare
mediterraneo con 47 migranti recuperati nelle acque del mare libico; una
circostanza, questa, che ha fatto dubitare non pochi tra i Soci sullo
spirito che realmente sta alla base delle loro missioni.
Giuseppe Castronovo
"E se la ONG Sea Watch 3 fosse la metafora del Paese
Italia?"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )
Nenè:
Amici, ora che l’odissea dei 47 migranti che la nave Sea Watch 3 è andata a
prendere nel mare libico sembra avviarsi ad una soluzione, con lo sbarco nel
porto di Catania, non possiamo non riflettere su questa vicenda che da più
di 15 giorni tiene impegnati Governo, Autorità giudiziaria, Forze
dell’ordine, opinione pubblica e non solo in un dibattito sovente sterile e
non sempre utile per l’interesse del nostro Paese.
Franco: Una vicenda che ha acquisito anche una indiscutibile rilevanza
mediatica quando alcuni esponenti dei Radicali Italiani hanno iniziato lo
sciopero della fame fino - come dicevano loro - alla “liberazione” dei 47
migranti.
Giacomo: Amici miei, è un caso che ci sta rivelando quella che è l’Italia:
il fallimento della politica in tema di immigrazione; di tutta la politica
europea e conseguentemente, a causa della sua posizione geografica, della
politica italiana. La Sea Watch mi sembra sia diventata un palcoscenico dove
in alcuni momenti è stata raggiunta la perfezione dell’arte teatrale. La
nave è diventata un serio campanello di allarme capace di dirci quanto la
politica italiana abbia perso in autorevolezza a tal punto da diventare -
così come lo è diventata questa volta - una teatralità di elevata e pura
perfezione. Una perfezione che è stata raggiunta quando con la processione
dei politici in visita alla nave tutti noi siamo stati indotti a credere che
la politica e la stessa presenza dei 47 migranti non fosse altro che una
pura scena teatrale.
Enzo: Dopo il dotto intervento dell’amico Giacomo vorrei sentire l’opinione
del prof. Vezio.
Vezio: È una vicenda che qualcuno vorrebbe archiviare e dimenticare quanto
prima. Io dico invece che trattasi di una vicenda sulla quale dovremmo
riflettere ancora a lungo per evitare che simili vicende, così come
efficacemente ci sono state riferite dall’amico Giacomo, tornino a ripetersi
con troppa frequenza. Vedete…
Ermanno: Che cosa?
Vezio: Tutta questa processione di politici sulla Nave Sea Watch è stato un
messaggio sbagliato che abbiamo trasmesso all’estero: un invito a tanti
altri diseredati a mettersi in moto verso l’Italia senza nessuna
programmazione e senza nessuna certezza di un futuro migliore. La nave Sea
Watch 3 oramai è diventata una metafora del Paese Italia. Un caso, forse
meglio dire un caos che mi ricorda il nostro poeta Dante che già parecchi
secoli addietro così si esprimeva, nel VI canto del Purgatorio, a
proposito della nostra beneamata Italia:
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province ma bordello”.
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Giuseppe
Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
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02/02/2019 |
Attualità. "Il tirante
che non tiene"; di Raniero La
Valle |
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Raniero La Valle |
Raniero La
Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire
d’Italia» e più volte parlamentare. È autore di numerose pubblicazioni. É
direttore di "Vasti - Scuola di Critica delle Antropologie"; presidente del
Comitato per la Democrazia Internazionale; promotore del "Manifesto per la
sinistra cristiana" nel quale propone il rilancio della partecipazione
politica e dei valori del patto costituzionale del '48 e la critica della
democrazia maggioritaria; presidente dei Comitati Dossetti per la
Costituzione.
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"Ci sarà pure un giudice a Berlino!", gridava il mugnaio di Potsdam contro
il giudice locale che non gli aveva reso giustizia nei confronti del barone
che gli aveva deviato le acque dal suo mulino, fonte della sua vita.
"C'è una giustizia e io la troverò", urlava la vedova di "Delitto e castigo"
cacciata sulla strada, con gli orfani, il giorno del funerale di suo marito:
"Possibile che non ci sia giustizia? Chi devi difendere se non noi
derelitti? Ma ora vedremo! Ci sono al mondo dei tribunali, c'è una
giustizia, e io la troverò", giura la poveretta.
"Ma che gente è la tua?", dicono alla regina di Cartagine i marinai
naufraghi dell’"Eneide": "Che barbaro costume ci impedisce di scendere a
terra e di fermarci sulla spiaggia? Lasciaci trarre a riva la flotta
sconquassata dai venti, aggiustarla con travi tagliate dalle selve,
fabbricarvi dei remi, per poi salpare lieti verso l'Italia e il Lazio"; e fu
perché Didone aprì quel porto ai profughi che nacque poi l'Europa.
Ma oggi non c'è un giudice a Strasburgo. O meglio c'è una Corte europea dei
Diritti Umani che non ha accolto la richiesta dei naufraghi della Sea Watch
di essere sbarcati, uomini, donne e 15 minori, ma ha chiesto al nostro
governo di dar loro cibo, acqua e cure mediche, insomma "i generi di prima
necessità", come se avere un tetto sulla testa e una terra sotto i piedi non
fosse una prima necessità per ogni essere umano.
Che mangino pure, ma in coperta, sotto i venti e le tempeste.
Questo ha detto il giudice europeo, che in ciò fa corpo con i governi e con
tutta l'Europa che i naufraghi, i profughi, i richiedenti asilo non li
vogliono nemmeno vedere, e se li vedono gli negano perfino il nome
all'anagrafe; e si sono dovuti mettere in 7 per spartirsi 47 migranti, uno
ogni 15 milioni di europei, perché la nave potesse alfine prendere terra a
Catania.
"Un giorno vergognoso per l'Europa", ha detto il presidente della ONG Sea
Watch: "i diritti umani non dovrebbero essere negoziati, e gli esseri umani
non dovrebbero essere contrattati".
È questa la linea della fermezza con variante umanitaria: l'ha spiegata in
TV nella mezz'ora di Lucia Annunziata il presidente del Parlamento europeo
Tajani, leader in pectore di Forza Italia; ma la linea della fermezza in
salsa umanitaria è quella che ha decretato il delitto di Stato
dell'uccisione di Moro e travolto la "prima Repubblica".
Eppure che un tetto, una terra e un lavoro sia il minimo che serve a fare la
dignità di un essere umano lo ha proclamato, ogni volta che ha incontrato i
Movimenti Popolari, il papa Francesco, l'unico ormai che riscatta la
coscienza dell'Europa e degli Stati dal precipizio di spietatezza in cui
sono caduti.
Ma la spietatezza è anche il punto debole su cui è destinato a franare
l'attuale sistema di potere dell'Europa e degli Stati europei.
Politiche anche severe sull'economia e sull'immigrazione possono essere
accettate e perfino produrre consenso, ma la spietatezza no, la spietatezza
non paga, la spietatezza non ha guadagnato ancora la maggioranza dei
consensi.
Sulla spietatezza i governi possono essere combattuti, possono essere
sconfitti, possono cadere.
Si tratta di trovare gli strumenti per chiamare in giudizio la spietatezza,
che è anche un'empietà; l'ordinamento li offre, se non sarà un giudice sarà
un Parlamento, una parte della stessa maggioranza, sarà un elettorato, sarà
un popolo, ma alla fine la spietatezza sarà sconfitta.
È quello il tirante che non tiene, che innesca la rovina di tutta la
costruzione di governo e di potere, come il tirante strappato del ponte
Morandi a Genova.
Raniero La Valle
1 febbraio 2019
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01/02/2019 |
Politica. "Che fine ha
fatto l'ascensore del Palazzo municipale?"; di Piero Castronovo |
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Piero Castronovo |
Un commento dell'ex vice sindaco e assessore
all'Ambiente Piero Castronovo in merito alla realizzazione di un ascensore
all'interno del Palazzo municipale di Grotte, al fine di consentire alle
persone diversamente abili e con difficoltà motoria di poter accedere al
piano superiore. A tale scopo avrebbero dovuto essere destinati i risparmi
derivanti dalla riduzione delle indennità degli Assessori e dei Consiglieri
comunali della scorsa consiliatura.
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"Che
fine ha fatto l’ascensore del Palazzo municipale finanziato con le riduzioni
dei costi della politica del precedente Consiglio comunale?
Qualcuno ha insinuato che l’impedimento a tale realizzazione fosse da
attribuire all’ex sindaco Paolino Fantauzzo.
Adesso qual è l’impedimento?
Perché a distanza di sei mesi dell’amministrazione Provvidenza l’ascensore
non è stato realizzato avendone i soldi nel cassetto?
Ricordo che la realizzazione dell’ascensore all’interno del Palazzo
municipale non è altro che una necessità a favore dei diversamente abili,
degli anziani, delle donne in gravidanza ecc..
Nella
nota
pubblicata qualche giorno addietro dall’onorevole Cimino su Grotte.info
Quotidiano apprendiamo che il Comune di Santo Stefano di Quisquina con i
risparmi dei costi della politica ha acquistato una cucina per la mensa.
Ripeto, qual è l’impedimento?
Questa opera si poteva realizzare nel giro di due mesi?".
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Piero Castronovo
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01/02/2019 |
Riflessioni. "Immigrazione
strumento ricattatorio per far cadere questo Governo"; di Antonio Pilato |
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Antonio Pilato |
Riflessione del prof. Antonio Pilato, docente di
Filosofia e Scienze dell'Educazione, e Pittore. *****
"La
Sicilia sempre come soggetto di tutti i predicati possibili.
Nel caso specifico, viene da chiedersi, da quale pulpito viene la predica?
La Sicilia, per la sua posizione geografica nel Mediterraneo, che fa da
ponte con l’Europa e con l’Africa, è stata da sempre, fin dall’età della
pietra, oggetto di colonizzazione, da parte di molteplici invasori
stranieri, attratti dalla sua fertilità, dalle sue prosperità agricole-produttive,
e di ondate migratorie in cerca di migliori condizioni di vita: sicani,
siculi, greci, cartaginesi, ebrei, vandali, saraceni, normanni, spagnoli, ed
altri ancora.
Questi avvenimenti, per farla breve, hanno determinato il mutamento continuo
del suo aspetto politico, economico, sociale, culturale, religioso,
divisioni fra città, tirannie, schiavitù, sommosse, baronati, miseria di
molti, e quant’altro a danno della gente, di cui si avvertono ancora oggi
profonde ferite.
Il protagonismo o l’interesse di certe istituzioni, che a mio avviso è un
elemento negativo, non è cambiato affatto.
Adesso, il problema dell’immigrazione biblica, a ragione o a torto, che si
può considerare invasione e conquista alla rovescia, diviene per
l’opposizione strumento ricattatorio per far cadere questo Governo, come se
tutti i problemi degli italiani, e della Sicilia soprattutto, fossero stati
già tutti risolti: disoccupazione diffusa e sempre crescente dei giovani
alla ricerca del primo impiego, povertà delle famiglie, mala sanità, mezzi
pubblici che non vanno puntuali, soprattutto a Palermo, interruzioni di
autostrade, linee ferroviarie di lunga percorrenza obsolete, mal
funzionamento della scuola, città sporche, come Catania e Palermo, coi
cassettoni stracolmi di munnizza e rifiuti indifferenziati che traboccano
fino ad invadere il passaggio delle persone, famiglie che non riescono più a
pagare l’affitto, ecc. ecc.
Allora, osanniamo agli immigrati, con tutte le loro problematiche
comprensibili, e clandestini, che almeno di positivo consentono a
questi avversari politici di soffocare e far cadere questo Governo
per tornare a sperare nella loro buona politica e nei loro valori etici, che
fino a pochi mesi fa, e prima di questo Governo hanno
completamente ignorato.
A futura memoria". |
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Antonio
Pilato
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01/02/2019 |
Politica. Dott. Angelo
Carlisi: "Non avrò mai un nemico personale, ma un'idea da difendere" |
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Angelo Carlisi |
Pubblichiamo, di seguito, la risposta del dott. Angelo Carlisi, Presidente del Consiglio comunale di Grotte,
alla
lettera dell'on. Rosalba Cimino (deputata alla Camera nel Movimento 5
Stelle) dello scorso 25 gennaio. *****
"Chiamato in causa dalla parlamentare
on. Rosalba Cimino, sul quotidiano Grotte.info, preme, per amore del
confronto politico democratico e del corretto rispondere, rassegnare le
seguenti mie considerazioni.
Al fine di sgomberare il campo dalla semplice polemica politica, giova
premettere che il gruppo locale del Movimento Cinque Stelle, da qualche
mese, ha ritenuto di eleggere i rappresentanti Istituzionali del Comune di
Grotte a bersaglio di attacchi ed invettive, sul tema delle indennità di
funzione.
Veda On. Cimino, provoca amarezza leggere un "post" pubblicato sulla pagina
Facebook del Meetup del Movimento Cinque Stelle di Grotte, in data 2 gennaio
2019, dal seguente testuale contenuto: "Il Sindaco, il Vice Sindaco, gli
Assessori, il Presidente del Consiglio Comunale augurano a tutti ricchezza e
prosperità", indicando nel medesimo "post" l'importo lordo delle
indennità attribuite per Legge, come a volere significare che da quelle
somme discendono per gli amministratori locali "ricchezza e prosperità".
Capisce bene che si tratta di una notizia finalizzata, non tanto ad
informare, quanto a trasmettere un messaggio artatamente allusivo.
La Legge Regionale 11/2015 regolamenta i parametri normativi delle indennità
di funzione richiamando il Decreto del Ministero dell’Interno 119/2000.
Poiché ognuno di noi, cittadino, parlamentare o rappresentante del popolo a
qualsiasi livello è soggetto alla Legge, il distorto che si percepisce è il
"leitmotiv" di far passare una prerogativa di Legge, la percezione
dell’indennità, come un fatto immorale e censurabile.
Non può pertanto passare il concetto, ed il tentativo di farlo non è affatto
leale, che percepire una indennità di funzione stabilita per Legge è una
questione di immoralità, di ricchezza e di prosperità, e che ciò, in ogni
caso, lo sia soltanto per i rappresentanti istituzionali del nostro Comune.
Le considerazioni da me espresse nel corso dell'ultima seduta del Consiglio
comunale, per rispondere ad attacchi personali fuori luogo, avevano il senso
oggi ulteriormente ribadito, di veicolare la legittimità delle indennità
spettanti a coloro i quali normativamente ne sono destinatari. Tra questi vi
sono anche, quali destinatari per Legge, tutti i Parlamentari ai vari
livelli di rappresentanza (regionale, nazionale ed europeo), inclusa quindi
l’on. Cimino che è stata da me citata soltanto ed esclusivamente come
esempio di rappresentante del popolo che percepisce una indennità per la
funzione di carica.
Ritenere questo mio richiamo, nei termini su esposti, indice di poca
attenzione ai parametri di correttezza del confronto politico, equivale a
distorcere il senso del mio pensiero, poiché seppur è noto che il Movimento
Cinque Stelle restituisce una quota parte dell’indennità di base percepita,
non risulta che nessuno vi rinunci abrogando la normativa che regolamenta la
materia.
Se quanto da me espresso è stato recepito in maniera differente, voglio
ribadire anche in questa sede che il mio argomentare non aveva altra
finalità che quella prima descritta, e ciò non mi consente di immaginare
risposte di scuse in quanto per formazione ed educazione personale e
familiare non ho mai inteso eleggere a bersaglio di insulti offensivi
l'avversario politico.
Chiarita la posizione, in primis di fronte l’intera comunità Grottese, il
senso della democrazia e dell’umiltà personale non mi fa parimenti sfuggire
il dato umano di poter porgere le scuse a chi le richiede, se solo ha
percepito attacchi alla persona, in luogo che ad affermazioni di principio a
vantaggio della Legge.
Fin quando sarò animato da passione per la democrazia, non avrò alcuna
remora ad affermare, con coraggio e lealtà, le mie idee, rimarcando sempre
la verità che, nella fattispecie, è quella manifestata in Consiglio Comunale
e ribadita in questa sede.
Non avrò mai un nemico personale, ma un’idea da difendere.
Non avrò mai una persona da accusare, ma una dialettica politica da
contrastare con metodi democratici ed umanamente corretti".
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Angelo Carlisi
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